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Notiziario Marketpress di Lunedì 25 Maggio 2009
 
   
  TRENTO: OCCUPAZIONE: I DATI AGGIORNATI RACCOLTI E ELABORATI DALL’OSSERVATORIO DEL MERCATO DEL LAVORO – AGENZIA DEL LAVORO

 
   
   Trento, 25 maggio 2009 - Sono stati diffusi i dati più aggiornati sull’andamento dell’occupazione in Trentino, raccolti ed elaborati dall’Osservatorio del mercato del lavoro – Agenzia del lavoro. Calano le nuove assunzioni e le trasformazioni dei rapporti di lavoro a termine in rapporti a tempo indeterminato, aumenta il numero delle persone in cerca di lavoro, cresce il ricorso alla cassa integrazione ordinaria, cresce il numero delle persone iscritte nelle liste di mobilità, più di 800 persone hanno o stanno beneficiando del sostegno al reddito. Le assunzioni - La situazione occupazionale fotografata dal lato delle assunzioni indica a febbraio un ulteriore peggioramento delle tendenze della domanda di lavoro rispetto ad un dato già molto negativo rilevato a gennaio. Dal calo del 19,7% di gennaio si passa al -25,2% di febbraio: le assunzioni in meno rispetto a febbraio 2008 sono 2. 142. Il secondario si conferma il settore con la perdita percentuale più netta, accusando una diminuzione di 868 assunzioni e una variazione percentuale del -44,6%. All’interno del secondario, l’edilizia continua a mostrare la flessione percentuale più marcata (-47,1%), anche rispetto ad un calo comunque rilevante nell’industria manifatturiera (-42,2%). Il terziario - che nel 2008 complessivamente aveva mostrato una miglior tenuta mantenendosi sui livelli del 2007 - manifesta in questi primi mesi del 2009 più evidenti segnali di difficoltà. A febbraio si accentua il calo di assunzioni già osservato a gennaio, passando da –16,1% a –18,8% per un totale di 1. 149 assunzioni in meno rispetto a febbraio 2008. La situazione peggiore continua a caratterizzare il commercio, che registra diminuzioni sempre più marcate delle assunzioni anche rispetto alla situazione nettamente negativa del 2008: a febbraio 2009 si registra un calo delle assunzioni pari al 26%. Questo comparto risente sensibilmente della crisi per la minor capacità di spesa della popolazione. In netto calo anche le assunzioni nei pubblici esercizi (-18,6%), in una stagione peraltro tra le migliori per l’abbondanza delle nevicate. Diminuiscono pure le assunzioni nei servizi, invertendo il segno positivo che aveva caratterizzato il 2008 e che aveva contribuito a compensare l’andamento negativo degli altri comparti del terziario. La diminuzione delle assunzioni colpisce tutte le tipologie contrattuali, con il calo percentuale più rilevante (-38% rispetto al febbraio 2008) per il tempo indeterminato e per l’apprendistato. Il contratto a tempo determinato e il contratto di somministrazione diminuiscono in misura meno marcata (-24% il contratto di somministrazione e –20,9% il tempo determinato), ma la minor disponibilità ad effettuare assunzioni da parte delle imprese intacca anche i contratti a termine, peraltro ritenuti meno impegnativi per la loro flessibilità in una situazione di crisi. Le trasformazioni dei rapporti di lavoro a termine in rapporti di lavoro a tempo indeterminato nel 2008 dai dati dei Centri per l’Impiego Alcune interessanti indicazioni sullo stato dell’occupazione si possono ricavare guardando alle trasformazioni dei rapporti di lavoro a termine in contratti di lavoro a tempo indeterminato. Nel mese di febbraio del 2009, le trasformazioni a tempo indeterminato registrate presso i Centri per l’impiego sono state solo 273, un valore pressoché dimezzato rispetto alle 545 trasformazioni rilevate solo un anno prima (in valori percentuali la flessione è stata pari a -49,9%). Questa forte riduzione delle trasformazioni a tempo indeterminato, appare lo specchio delle crescenti difficoltà che stanno attraversando le imprese, difficoltà che in termini d’occupazione si caratterizzano non solo in una riduzione delle assunzioni, ma anche in una minore stabilizzazione dei rapporti di lavoro. In un periodo - che tende oramai a protrarsi da più mesi - caratterizzato da elevata incertezza per il futuro è logico attendersi una maggiore prudenza nelle politiche di assunzione delle imprese. Il calo delle trasformazioni rispetto al febbraio del 2008 pur non risparmiando neanche gli assunti con apprendistato, è stato particolarmente forte per i lavoratori a tempo determinato. Nel primo caso, al termine del periodo lavorato come apprendista abbiamo un calo di 32 unità in termini di passaggio a tempo indeterminato (con una variazione tuttavia negativa del -39,5%); nel secondo, da tempo determinato a tempo indeterminato, sono state 242 le trasformazioni in meno, con una variazione negativa del -53,4%. A differenza dei mesi precedenti, maggiormente colpite dalla mancata trasformazione sono le persone adulte dai 25 anni in su le cui trasformazioni scendono dalle 425 del febbraio dell’anno prima alle attuali 201 (-224 in valori assoluti, pari ad un -52,7%). Tra i più giovani (età compresa fino ai 24 anni) la flessione delle trasformazioni dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato è stata invece pari a 48 unità, corrispondenti ad un -40,0% in termini di variazione percentuale. Le iscrizioni ai Cpi a febbraio 2009 - A febbraio 2009 le persone iscritte ai Centri per l’impiego che si dichiarano immediatamente disponibili al lavoro aumentano rispetto al livello registrato nello stesso periodo del 2008: raggiungono quota 12. 593 contro i 9. 656 dell’anno precedente. La crescita raggiunge dunque le 2. 937 unità, e determina una variazione percentuale decisamente importante +30,4% (se si calcolano anche gli iscritti non disponibili si sfiora un aumento pari a 3. 800 unità), crescita che non ha eguali nell’intero periodo considerato. L’aspetto più preoccupante di questa situazione, e che in qualche misura può dare il polso della difficoltà occupazionale del periodo, è che questo aumento trova impulso nella forte componente di soggetti che si presentano ai Centri per l’impiego a seguito della perdita di un posto di lavoro. Quasi il 68% degli iscritti disponibili sono, infatti, persone che nei due mesi precedenti all’atto dell’iscrizione avevano lavorato. Rispetto ad un anno prima l’aumento degli iscritti disponibili disoccupati è di ben 2. 204 unità, con una propensione di crescita importante (+35,0%). Questo forte aumento risente evidentemente del recente inasprimento verificatosi del mercato del lavoro locale, dove purtroppo si sono determinati numerosi casi di esuberi e licenziamenti di lavoratori. Va detto, peraltro che, poiché le difficoltà della attuale fase economica potrebbero aver indotto una maggior quota di soggetti a cercare un impiego per compensare le difficoltà di altri membri della propria famiglia, anche gli iscritti provenienti dalle non forze di lavoro (intesi come persone che non avevano lavorato nei due mesi precedenti l’iscrizione) sono cresciuti, ma in termini abbastanza contenuti (+10,6%). Degli 8. 500 iscritti disponibili che risultano disoccupati per aver interrotto un lavoro nei due mesi precedenti all’atto dell’iscrizione, 2. 838 provengono dalle attività del manifatturiero sia industriali che artigianali, e 823 dal comparto delle costruzioni. Rispetto al febbraio 2008, gli espulsi del manifatturiero che si sono iscritti al Cpi sono aumentati sensibilmente, +52,6% e quelli delle costruzioni addirittura di un +75,5%. Ma anche il terziario sembra risentire negativamente dell’attuale fase congiunturale: tra i due periodi messi a confronto crescono infatti anche gli iscritti che hanno perso una precedente occupazione nel terziario. Aumento che risulta di fatto inferiore in percentuale (+28,0%) rispetto a quelli poc’anzi rilevati per l’industria e le costruzioni, ma che in valori assoluti sfora le 1. 100 unità di crescita. Anche guardando ai dati di febbraio si conferma che la crescita degli iscritti disponibili ai servizi dei Cpi risulta molto più marcata per la componente maschile. Le iscrizioni maschili segnano infatti, un aumento considerevole pari a 2. 021 unità, vale a dire che rispetto all’anno prima gli iscritti maschi sono cresciuti del 47%. Anche le donne, peraltro rispetto al dato di febbraio 2008, rafforzano la loro presenza tra gli iscritti, ma l’intensità del mutamento resta per il momento più modesta (+916 iscritte, +17,0%). Con questi scostamenti assistiamo ad un allineamento nella presenza di iscritti nelle due componenti di genere, che si attesta per ognuno su un livello all’incirca di 6. 300 soggetti. Per finire, si deve rimarcare come tra gli iscritti disponibili permanga il netto aumento anche dei soggetti stranieri (comunitari ed extracomunitari). I soggetti di cittadinanza straniera, che si sono presentati agli sportelli dei Centri disponibili alla ricerca di lavoro sono a febbraio 2009 quasi un migliaio in più rispetto allo stesso mese dell’anno prima (con una notevole crescita percentuale +39,4%). Guardando alle variazioni percentuali sembrerebbe di poter dire che gli stranieri scontino ancora maggiormente le difficoltà di questa fase economica, identificandosi ancora una volta come l’anello più debole della catena sociale. Il ricorso alla cassa integrazione e alla mobilità in provincia di Trento aggiornamento Cig a Marzo 2009 - aggiornamento Mobilità ad Aprile 2009 - L’andamento della cassa integrazione in provincia di Trento, in termini di ore autorizzate, conferma anche per il mese di marzo la tendenza alla crescita con cui si era aperto il 2009. A spingere in alto il monte ore complessivo è la componente ordinaria che, dopo lo stop di febbraio, imputabile a problemi amministrativi di contabilizzazione, riprende la sua corsa raggiungendo il livello più alto degli ultimi anni. Il confronto tra il primo trimestre 2009 e lo stesso periodo del 2008 evidenzia un incremento complessivo di ore autorizzate del 164%. Cigo: sotto questo profilo i segnali della crisi che investe (anche) le realtà industriali trentine sono evidenti, con un monte ore autorizzato che nei primi tre mesi dell’anno ammonta a 289. 742 ore, un livello quasi 30 volte più elevato di quello raggiunto nello stesso periodo del 2008. In altri termini, nel primo trimestre 2009 sono state autorizzate più ore di tutte quelle concesse durante l’intero anno 2008 (che erano pari a 249. 507). In media siamo ormai vicini alle 100. 000 ore concesse al mese. A soffrire maggiormente è il settore meccanico, che da solo giustifica quasi il 60% di tutte le ore concesse nel trimestre, con un aumento del 4. 000 per cento rispetto a un anno fa. Anche il settore chimico paga un prezzo non indifferente, con un’esposizione di 60. 000 ore da gennaio a marzo 2009 contro le quasi 2. 500 del primo trimestre 2008. La gestione edilizia, che viene sempre considerata separatamente per il forte impatto che le sospensione invernale dei cantieri determina in termini di ore richieste, fa registrare un incremento del 111% tra il primo trimestre 2009 e lo stesso periodo del 2008. Nello specifico le ore concesse nell’arco del trimestre sono state 360. 692, di cui circa tre quarti solo nel mese di marzo. Lo scorso anno, i primi tre mesi avevano fatto registrare “solo” 170. 557 ore. Cigs: le istanze complessive di intervento straordinario appaiono invece assai contenute. Il mese di marzo 2009 fa registrare un monte ore cumulativo pari a 40. 538 ore, leggermente superiore a quello rilevato nel marzo dello scorso anno (34. 083 ore), ma nell’arco del trimestre le ore concesse sono state del 30% inferiori rispetto a quelle registrate nello stesso periodo dello scorso anno (95. 653 contro 135. 609). Quasi metà delle ore di cassa integrazione straordinaria concesse nei primi tre mesi del 2009 riguardano il settore del legno (44. 641 ore), seguito da quello della carta che vede autorizzate quasi 30. 000 ore. Il tessile ed il meccanico sono invece i comparti che contribuiscono maggiormente a giustificare il decremento complessivo di ore rispetto allo scorso anno, ma si tratta di settori che avevano particolarmente sofferto nel corso del 2008 ed anche nell’anno precedente. La mobilità - I lavoratori iscritti ad aprile 2009 nelle liste di mobilità della provincia di Trento sono 3. 618, cioè 1. 008 in più rispetto allo stock registrato ad aprile dello scorso anno. Si conferma ancora una forte spinta sul fronte degli iscritti complessivi, che nell’arco di 12 mesi crescono del 38,6%. Un risultato che è imputabile soprattutto alla dinamica delle espulsioni nell’ambito della piccola impresa che, infatti, sempre nell’arco di un anno determina un incremento di iscritti senza diritto all’indennità nazionale (L. 236/93) pari al 50%, contro un aumento del 18,7% di quanti provengono dalle imprese di maggiori dimensioni. Attualmente proviene da piccole imprese il 70% di tutti gli iscritti nelle liste di mobilità della provincia (contro il 64,2% di un anno fa). A livello settoriale, tralasciando l’andamento dell’agricoltura che è caratterizzato da un peso poco significativo, si segnala ancora una particolare sofferenza del secondario, dove le costruzioni – in particolare – vedono crescere gli iscritti del 71,6% in un anno. Anche il manifatturiero, d’altro canto, mostra un incremento importante (+47,9%), che lo porta ormai a contare 1. 500 soggetti complessivamente iscritti. Il terziario invece è il settore che maggiormente contribuisce a mantenere alto il livello di presenze nella lista della legge 236, per la quale giustifica quasi la metà (il 47,8%) degli iscritti. Ancora una volta va sottolineato il poco invidiabile primato, in questo contesto, rivestito dalla manodopera straniera che, a fronte di un incremento medio di iscritti pari al 38,6% vede crescere la propria presenza di ben il 52,0%, che raggiunge addirittura l’84,2% se consideriamo il solo comparto delle costruzioni. Un dato tendenzialmente positivo deriva dal confronto dei nuovi entrati in mobilità nell’ultimo mese. L’ultimo dato disponibile riguarda il mese di maggio, quando il Comitato per la mobilità ha approvato l’inserimento in lista di ulteriori 225 nuovi soggetti aventi i requisiti. Si tratta dell’incremento meno significativo tra quelli registrati dall’inizio dell’anno: i nuovi iscritti infatti erano stati 309 ad inizio aprile, 328 ad inizio marzo, 274 ad inizio febbraio e ben 348 ad inizio gennaio. Con 102 nuovi ingressi il maggiore contributo alle nuove iscrizioni deriva sempre dalle aziende manifatturiere, sia industriali che soprattutto di piccola dimensione artigianale. Le costruzioni che ad inizio maggio hanno ripreso appieno l’attività evidenziano minori difficoltà rispetto ai mesi precedenti e contribuiscono alla crescita delle iscrizioni con 47 nuovi ingressi in lista: un numero quasi dimezzato rispetto a quello registrato in ciascuno dei mesi precedenti. I 75 nuovi ingressi dalle altre attività del terziario risultano in ulteriore calo sia rispetto al dato di marzo, che da questo comparto aveva rilevato 133 nuovi inserimenti in lista, sia rispetto al dato di aprile che ne aveva contati 97. Oltre un quarto dei nuovi ingressi in lista continua a riguardare la manodopera straniera. Il sostegno al reddito (Piano straordinario dell’occupazione) - In data 13 maggio 2009, le pratiche in carico all’Agenzia del Lavoro riguardanti i soggetti che rientrano nelle azioni di sostegno al reddito raggiungono il traguardo di 1. 000 (729 riguardano maschi, pari al 73% del totale). Di queste pratiche 93 risultano ancora in fase d’istruttoria (al fine dell’accertamento dei requisiti richiesti), 96 sono state respinte, cinque pur inizialmente concesse risultano sospese giacché i lavoratori hanno ripreso l’attività lavorativa prima che venisse erogato il sostegno al reddito. La netta maggioranza, 806, pari all’81% del totale, sono pratiche che riguardano soggetti che hanno già beneficiano o stanno ancora beneficiando dell’indennità di sostegno al reddito (153 pratiche concluse giacché ai soggetti è già stato pagato tutto il periodo indennizzabile, 595 pratiche la cui indennità è in fase di erogazione11 In tre casi l’indennità è stata data in concessione, ma il lavoratore non è più rintracciabile per erogare il finanziamento e 55 soggetti che inizialmente hanno beneficiato dell’indennità, ma successivamente la stessa è stata sospesa perché hanno ripreso l’attività lavorativa). Degli 806 soggetti che hanno o stanno beneficiando del sostegno al reddito, 597 sono maschi, mentre le femmine rappresentano poco più di un quarto del totale. Il 57% dei soggetti beneficiari del sostegno al reddito svolgevano il precedente lavoro a tempo determinato (in valori assoluti 460 unità). 196 soggetti avevano un precedente rapporto di lavoro a tempo indeterminato e tuttavia erano privi dei requisiti per il godimento dell’indennità di mobilità (24% del totale), 85 erano apprendisti stati licenziati per giustificato motivo oggettivo o non confermati al termine del periodo d’apprendistato, 41 avevano un contratto di somministrazione di lavoro (ex interinale), 22 erano collaboratori a progetto e per finire un soggetto aveva un contratto di inserimento ed un altro era associato. Tra i beneficiari dell’indennità del sostegno al reddito 334 persone sono di cittadinanza straniera (comunitari ed extracomunitari), pari al 41% del totale. Le comunità straniere più coinvolte sono quelle rumene, marocchine e albanesi. Per età, abbiamo un 22% di persone con meno di 25 anni percentuale analoga a quella che troviamo anche tra i 40-49enni. Prevale, comunque, tra tutte le classi d’età quella centrale dei 30-39enni (31%), mentre la classe dei più anziani (50-59 anni), fatta eccezione per sole dieci donne è tutta composta da maschi (in numero di 53). Due parole infine sul comprensorio di residenza dei soggetti beneficiari. Ben oltre la metà risiede nei comuni della Valle dell’Adige (30%) e della Vallagarina (27%), benché percentuali piuttosto elevate si rilevino anche per i comprensori dell’Alto Garda e Ledro (11%), dell’Alta Valsugana (9%) e della Bassa Valsugana e Tesino (8%). Percentuali più basse si rilevano invece per gli altri comprensori, soprattutto per quelli a maggiore vocazione turistica che, evidentemente, risentono meno della crisi che sta colpendo in modo particolare il settore industriale. .  
   
 

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