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Notiziario Marketpress di Martedì 03 Ottobre 2006
 
   
  LA CRESCITA NELL’AREA DELL’EURO POGGIA SU BASI STABILI NEL PRIMO SEMESTRE 2006, PICCO DI CRESCITA DEL PIL RISPETTO AGLI ULTIMI SEI ANNI

 
   
  Bruxelles, 3 ottobre 2006 - La relazione trimestrale sull’area dell’euro, pubblicata oggi, indica che la ripresa dell’economia nell’area dell’euro sembra poggiare su basi solide e che nel primo semestre dell’anno la crescita del Pil ha registrato un picco rispetto agli ultimi sei anni. La domanda interna ha finalmente ripreso a crescere ed è diventata la principale fonte di crescita. In un contesto caratterizzato dal miglioramento del mercato del lavoro e dal raffreddamento dei prezzi del petrolio, nel breve termine le prospettive economiche potrebbero rivelarsi migliori del previsto. In seguito, tuttavia, i rischi di un peggioramento sono destinati a diventare più rilevanti. In particolare, come dimostrato dalle turbolenze che hanno caratterizzato i mercati azionari nella tarda primavera, si sono intensificati i rischi sul versante della crescita connessi al contesto macrofinanziario. Nel capitolo “Focus” la relazione esamina gli sviluppi del mercato del lavoro nell’area dell’euro e conclude che le riforme strutturali ed una persistente moderazione salariale hanno consentito all’economia di conseguire migliori risultati sul versante dell’occupazione. Ciononostante vi sono i margini per un ulteriore miglioramento del funzionamento dei mercati del lavoro. Il fatto che gli sforzi passati abbiano dato buoni frutti dovrebbe incoraggiare a compiere ulteriori passi nella giusta direzione. Nel primo semestre dell’anno la crescita del Pil nell’area dell’euro ha raggiunto un tasso del 3,4% su base annua, il più elevato degli ultimi sei anni. Supportata dalla forte ripresa degli investimenti privati, la domanda interna è diventata la principale fonte di crescita. Con il recente calo dei prezzi del petrolio e il graduale consolidamento del mercato del lavoro, stanno migliorando anche le prospettive per i consumi privati, che negli ultimi anni sono stati un punto particolarmente debole per l’area dell’euro. Nonostante un indebolimento degli indicatori economici ed un contesto mondiale meno vivace, ma comunque favorevole, la crescita nell’area dell’euro dovrebbe restare prossima o superiore al potenziale nel secondo semestre dell’anno. Lo confermano le previsioni intermedie di settembre della Commissione, in base alle quali la crescita del Pil nell’area dell’euro sarebbe pari al 2,5% nel 2006, un risultato di 0,4 punti percentuali superiore alle previsioni di primavera. I risultati dei mercati finanziari dell’area dell’euro sono stati generalmente favorevoli fino a questo punto del 2006. Tuttavia l’episodio delle turbolenze dei mercati azionari in maggio/giugno dimostra che i rischi di un deterioramento connessi al contesto macrofinanziario si sono intensificati a livello sia internazionale che nazionale. Sul fronte internazionale i rischi riguardano la possibilità di un rallentamento superiore al previsto della crescita economica mondiale, in un contesto di forti squilibri mondiali, di tensioni geopolitiche persistenti e di tensioni sui prezzi degli attivi in molti mercati. Sul fronte interno, il crescente indebitamento delle famiglie e delle imprese costituisce una fonte aggiuntiva di fragilità. Fattori recenti sembrano indicare che l’area dell’euro è molto meno vulnerabile agli aumenti dei prezzi del petrolio di quanto non lo sia stata all’epoca degli shock petroliferi negli anni ’70 e ’80. Diversi elementi hanno contribuito al miglioramento della situazione. Uno di questi, analizzato nella relazione, riguarda la rimessa in circolazione dei proventi della vendita del petrolio dei paesi esportatori nei paesi consumatori. Tali proventi vengono rimessi in circolazione nell’area dell’euro tramite due canali – un incremento della domanda di esportazioni provenienti dall’area dell’euro ed un aumento degli investimenti in attività finanziarie nell’area dell’euro – ed è assodato che in entrambi i casi l’impatto sull’economia dell’area dell’euro è attualmente più positivo che in passato. Mercati del lavoro nell’area dell’euro: i risultati sono ragguardevoli ma persistono le sfide Il capitolo “Focus” della relazione esamina i recenti sviluppi del mercato del lavoro nell’area dell’euro, constatando che il funzionamento del mercato del lavoro è notevolmente migliorato. Negli ultimi cinque anni si è registrato un risultato storico, con la creazione di oltre cinque milioni di posti di lavoro nell’area dell’euro. La robustezza della domanda di lavoro ha contribuito a contenere gli incrementi della disoccupazione nel corso dell’ultima fase di rallentamento del ciclo e, nonostante la crescita dell’offerta di lavoro, ha incanalato il tasso di disoccupazione su un sentiero stabile di discesa dalla primavera del 2005. Questi risultati sono dovuti principalmente agli effetti benefici delle riforme strutturali e alla persistente moderazione salariale. Anche i cambiamenti nella struttura settoriale dell’economia, in particolare la crescente importanza dei servizi, hanno sostenuto l’occupazione, seppure in misura più contenuta. Tuttavia questi risultati positivi non dovrebbero celare la necessità di ulteriori miglioramenti. La disoccupazione strutturale resta persistentemente elevata, i disoccupati di lungo termine continuano a rappresentare una quota elevata del numero complessivo di disoccupati e tra i posti di lavoro creati continuano ad essere preponderanti i contratti temporanei. Tutto ciò impone che gli Stati membri potenzino i propri sforzi. .  
   
 

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