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Notiziario Marketpress di Lunedì 25 Maggio 2009
 
   
  BIC LAZIO, OLTRE UN TERZO DEL TOTALE IMPRESE CONCENTRATE IN TERZIARIO

 
   
  Roma, 25 maggio 2009 - Il tessuto imprenditoriale regionale del Lazio ha messo in evidenza nel quinquennio 2003-2008 un forte sviluppo delle attività di servizio: le imprese del terziario (escluso il commercio), che nel 2003 già rappresentavano oltre il 26% delle aziende attive, sono passate a rappresentare, a fine 2008, oltre 1/3 del totale. Questo si rispecchia anche sulla struttura ´per età´ del tessuto imprenditoriale caratterizzato da una percentuale consistente di imprese nel settore dei servizi (33%), costituitesi dal 2005 in poi. Sono questi alcuni degli spunti che emergono dal secondo rapporto ´Creare impresa: una rete di opportunità per crescere´, realizzato da Bic Lazio e presentato il 21 maggio a Roma, per fornire una valutazione sulle dinamiche di aggregazione delle start up laziali e sui nuovi scenari che si aprono per la creazione di impresa, che quest´anno si è arricchita anche di un´analisi qualitativa. Le imprese di nuova costituzione rispetto al totale delle pmi laziali hanno poi sperimentato una maggiore stabilità dei principali parametri aziendali, in termini sia di fatturato sia di numero di occupati. Il 61% delle start up ha infatti mantenuto un fatturato stabile, a fronte del 43,3% dell´insieme delle imprese laziali; ancora meno marcate sono le variazioni che si sono manifestate nel numero di addetti impiegati, che nell´88% delle imprese di nuova costituzione non è variato negli ultimi tre anni (rispetto al 67% dell´insieme delle imprese). A fronte di questi dati e nonostante questa crescita, che ha contraddistinto tutte le Province della Regione, esiste una carenza nell´offerta di alcuni servizi. In particolare, i maggiori problemi sono stati riscontrati nella ´formazione delle risorse umane´ e nella ´logistica e trasporti´, servizi che, rispettivamente per il 27,1% e per il 24,5% degli imprenditori, sono del tutto inadeguati. Critico è anche il giudizio degli imprenditori per i servizi di ´riciclaggio e smaltimento dei rifiuti´(il 22% degli imprenditori si dichiara infatti insoddisfatto). Nel Lazio, se si distinguono le imprese che fanno parte di una rete da quelle che non ne fanno parte, le prime esprimono un´opinione migliore circa il livello raggiunto dall´offerta di servizi rispetto alle esigenze del proprio settore di attività. In particolare, fra le imprese in rete, è meno alta la parte di imprenditori che esprime un giudizio di totale inadeguatezza dell´offerta di tali servizi. Le imprese in rete presentano infatti un miglior livello di soddisfazione per l´offerta esistente nella ´logistica e nei trasporti´ (il 44% li ritiene carenti, a fronte del 47% delle imprese non in rete), nella ´commercializzazione e distribuzione´ (il 38% le ritiene carenti, a fronte del 42% delle imprese non in rete), nella ´formazione delle risorse umane´ (47% a fronte del 54%), nel ´riciclaggio e smaltimento di rifiuti´ (43% a fronte del 48%). "Il miglioramento della rete di servizi esistente - sostiene il presidente di Bic Lazio, Enrico D´agostino - può rappresentare un importante catalizzatore dei processi di sviluppo di un territorio. E´proprio su questo aspetto che dobbiamo intervenire. Le imprese che adottano nuove forme di aggregazione sono infatti più predisposte a instaurare rapporti di collaborazione con altri operatori economici e a sfruttare maggiormente le occasioni che si presentano. Una necessità - precisa - peraltro particolarmente sentita tra le imprese in fase di start up. L´impegno di Bic Lazio per i prossimi anni è quello di informare in maniera sempre più puntuale le imprese sulle opportunità esistenti sul territorio, anche attraverso l´avvio di percorsi di accompagnamento ad hoc". Ulteriori occasioni per l´avvio di nuove imprese devono essere ricercate anche nella forte domanda di esternalizzazione di alcuni servizi. Oltre un quinto delle imprese intervistate ha infatti valutato positivamente la possibilità di esternalizzare alcune fasi del processo produttivo. Attualmente, con eccezione degli ´affari legali´ e della ´contabilità´, la maggiore propensione all´esternalizzazione si registra con riferimento alle fasi della ´gestione dei processi informatizzati´ e del ´collaudo´, per svolgere le quali rispettivamente il 17% e l´11% delle imprese (pari in entrambi i casi al 25% delle imprese che necessitano di tali servizi) si rivolge a imprese specializzate piuttosto che svolgerle in house. .  
   
 

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