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Notiziario Marketpress di Lunedì 25 Maggio 2009
 
   
  SCOPERTA UNA DISCARICA ABUSIVA A MIRANO

 
   
  Venezia, 25 maggio 2009 - Dopo due mesi di appostamenti, si è conclusa brillantemente una impegnativa attività investigativa della Polizia Provinciale di Venezia che ha identificato il responsabile di una discarica abusiva in un’area sottoposta a vincolo ambientale in Comune di Mirano in prossimità del fiume Muson dei Sassi. L’indagine ha preso avvio quando una pattuglia del Corpo di Polizia Provinciale, durante un servizio ordinario mirato al controllo delle attività di caccia e pesca abusive, ha notato che in un terreno adibito ad uso agricolo erano depositati cumuli di rifiuti di diversa tipologia, quali ferro, plastica e materiali inerti provenienti da cantieri edili. Nei controlli successivi gli agenti constatavano che i rifiuti venivano stesi e ricoperti di terreno e ghiaino, in modo da far apparire il luogo simile ad una piazzola di parcheggio. Iniziavano quindi costanti appostamenti con macchine civetta: si notava il progressivo avanzamento dello stato dei lavori e tutto veniva documentato fotograficamente. L’obiettivo degli agenti del Nucleo Ambientale era evidentemente quello di sorprendere in flagranza l’autore di questo degrado ambientale che ha sistematicamente modificato la natura dell’aerea, compromettendo la qualità del suolo con rischio di inquinamenti. Finalmente il 20 maggio è stato fermato l’autista di un camion che riversava e abbandonava rifiuti inerti. Si è quindi proceduto al sequestro dell’area di circa 2700 mq, del mezzo di trasporto e della ruspa che serviva alla realizzazione di buche per riporre i rifiuti e per coprirle con il ghiaino. L’autore dell’illecito, che è stato denunciato alla Procura della Repubblica, ha rapporti di stretta parentela con il proprietario dell’area e con il titolare di una impresa edile. “Qui non si tratta – spiegano l’Assessore provinciale alla Polizia ed il Comandante Luisella Penzo – della segnalazione dell’esistenza di una discarica abusiva e di una denuncia a carico di ignoti. L’azione investigativa degli agenti ha portato all’identificazione dei responsabili e quindi permetterà di addebitare a loro i costi per il ripristino dell’area. Altrimenti questi ricadrebbero sulla collettività che oltre al danno subìto per l’inquinamento, deve anche pagare per disinquinare. Seguendo invece questa oculata procedura, si addebiteranno gli oneri del ripristino ambientale ai soggetti individuati dall’ottima azione degli agenti provinciali”. .  
   
 

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