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Notiziario Marketpress di Martedì 26 Maggio 2009
 
   
  CONCORSO PER LOGO “FONDAZIONE CAPITINI” VINCE DETENUTO KOSOVARO

 
   
  Perugia, 26 maggio 2009 – Quando la giuria del concorso indetto dalla Regione Umbria e dall’Ufficio Scolastico Regionale ha aperto la busta corrispondente all’opera prescelta fra le 37 (provenienti da 8 istituti scolastici) selezionate per il nuovo logo della “Fondazione Aldo Capitini”, il risultato è stato di quelli che autorizzano un moto di sorpresa. A vincere, infatti, è stato un giovane di origine kosovara, Ismet Dedìnka, attualmente detenuto nel carcere di alta sicurezza di Maiano di Spoleto. Dedìnka è uno dei numerosi studenti, che frequentano regolarmente i corsi organizzati per i detenuti di Maiano dall’Istituto Statale d’Arte “Leoncillo Leonardi” di Spoleto, e come tale ha partecipato al concorso per il bozzetto del nuovo logo della “Fondazione Capitini”, promosso nel quadro delle iniziative del Quarantennale della morte del filosofo perugino. Semplice e significativo nella sua impostazione grafica, il bozzetto di Dedìnka presenta nei suoi confini geografici un’Umbria stilizzata, sulla quale impronte di scarpe tipo fumetto alludono ad un cammino che è insieme marcia della pace e marcia verso il nome “Aldo Capitini”, dipinto nei colori della bandiera della pace, in cui la “A” e la “C” iniziali si uniscono in un grafo, che trova la sua conclusione in tre parole vergate a lato, come di pugno di Capitini, Compresenza, Nonviolenza, Potere di Tutti, sintesi del pensiero del grande intellettuale perugino. “È un risultato di cui, mi azzardo a scommettere, Capitini sarebbe stato molto contento”, ha detto il presidente del Comitato delle Celebrazioni per il Quarantennale Alessandro Vestrelli, partecipando sabato scorso a Spoleto al convegno “Progetti e prodotti di un’istruzione recuperata/ La scuola in carcere”, promosso dall’Istituto Statale d’Arte “Leoncillo Leonardi”. “Il fatto che a vincere il concorso sia stato uno straniero, e per di più un carcerato – ha spiegato Vestrelli – lancia oggettivamente un messaggio forte ed un segnale di speranza, una scommessa sulla società multietnica, soprattutto oggi che le politiche per l’immigrazione devono fare i conti con ostacoli sempre più grandi, così come sempre più difficile sembra diventare la vita degli immigrati nel nostro paese”. Il convegno, al quale hanno partecipato il sindaco di Spoleto, l’assessore all’Istruzione della Regione Umbria, due assessori della Provincia di Perugia e il direttore del Carcere di Maiano Ernesto Padovani, ha passato in rassegna i progetti e i prodotti realizzati dalla sezione carceraria dell’Istituto d’Arte, fra i quali un “cd” su una nuova pista ciclabile, che, su un percorso ricco di tesori archeologici, architettonici, paesaggistici ed ambientali, collega Spoleto con Beroide (e prossimamente con Assisi): il “cd” è risultato vincitore del concorso “Dal progetto al prodotto”, bandito dalla Provincia di Perugia. “Sono dieci anni che funziona la nostra sezione carceraria – ha detto la dirigente dell’istituto “Leonardi” Roberta Galassi -, una esperienza che pone la nostra scuola fra le eccellenze d’Italia in questo settore, un pezzo di scuola che dà un senso particolare a tutto l’istituto, perché è come se la scuola in carcere, di fronte all’autenticità delle persone detenute, mettesse a nudo se stessa e arricchisse le sue capacità di insegnare e progettare. La scuola in carcere – ha aggiunto Roberta Galassi – aiuta a trasformare la pena in una reale ‘riprogettazione’ di sé”. “Avete fatto nel carcere una meravigliosa ‘irruzione’ – ha detto Ernesto Padovani, direttore dell’istituto di pena di Maiano -, e così come la scuola deve uscire dai propri confini, il carcere, anche grazie ad essa, deve trasformarsi da luogo dell’illegalità a luogo della convivenza e della pacificazione sociale”. .  
   
 

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