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Notiziario Marketpress di Martedì 26 Maggio 2009
 
   
  CONGIUNTURA PIEMONTESE: IL 2009 SI APRE CON UNA FLESSIONE A DUE CIFRE DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE (-21,4%) AUTOMOTIVE, METALMECCANICA E TESSILE-ABBIGLIAMENTO SONO I PROTAGONISTI DELLA CRISI DEL TESSUTO MANIFATTURIERO PIEMONTESE

 
   
  Torino, 26 maggio 2009 - Dopo la serie positiva avviata sul finire del 2005 e proseguita per undici trimestri consecutivi, già nel Iii trimestre del 2008 si era manifestata l’inversione di tendenza del comparto manifatturiero piemontese e la produzione industriale aveva registrato una flessione tendenziale del 3,2%, seguita da un calo produttivo ancor più sostenuto nell’ultimo trimestre dell’anno (-12,4%). I primi mesi del 2009 non evidenziano segni di miglioramento: il tessuto produttivo locale si trova ad affrontare serie difficoltà. La produzione industriale del comparto manifatturiero ha registrato, infatti, il peggior risultato degli ultimi anni, segno che le criticità che hanno investito il sistema economico piemontese hanno assunto i connotati di una crisi strutturale e generalizzata di tutto l’apparato produttivo locale. Nel periodo gennaio-marzo 2009, la variazione tendenziale grezza (ossia confrontata sullo stesso trimestre dell’anno precedente) è stata di -21,4 punti percentuale, risultato in linea con la dinamica nazionale (-21,7%). La deludente performance del tessuto manifatturiero regionale si associa ai risultati negativi concretizzati dagli altri indicatori congiunturali: gli ordinativi interni scontano una battuta d’arresto del 10,1% rispetto al Iv trimestre 2008, mentre sul fronte dei nuovi ordini dall’estero la flessione appare meno marcata (-3,8%), indice che la ripresa potrebbe ripartire proprio dalla domanda estera. Il fatturato delle imprese registra mediamente una contrazione pari al -20,9% rispetto al periodo gennaio-marzo del 2007. Inoltre, nel trimestre considerato, si riscontra una sostanziale diminuzione della percentuale di utilizzo degli impianti rispetto al dato medio degli ultimi anni. Questi sono alcuni dei risultati emersi dalla 150ª “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli uffici studi delle Camere di commercio provinciali. La rilevazione è stata condotta nei mesi di aprile e maggio 2009 con riferimento ai dati del periodo gennaio-marzo 2009, e ha coinvolto 1. 075 imprese industriali piemontesi, per un numero complessivo di 94. 818 addetti e un valore pari a 49 miliardi di euro di fatturato. "Il forte impatto della crisi economica internazionale e nazionale è arrivato anche in Piemonte. Una regione come la nostra, con una forte presenza nei settori dei beni durevoli e di investimento, ne ha risentito in modo ancora più evidente. L’unico settore che sembra ‘tenere’ è quello agroalimentare, che si conferma come comparto anticiclico per eccellenza e che dimostra ancora una volta le straordinarie capacità qualitative del nostro ´Made in´ - commenta Ferruccio Dardanello, presidente Unioncamere Piemonte -. Il 2009, quantomeno nella prima parte dell’anno, sarà un anno difficile, mentre nella seconda parte - grazie ad una ripresa della domanda internazionale - la situazione potrebbe migliorare per tutte quelle regioni che, come il Piemonte, hanno una forte propensione all’export. Il momento è indubbiamente negativo per ciò che riguarda il volume della produzione industriale: in questa fase è quindi fondamentale tenere alta la guardia così da non perdere i numerosi vantaggi competitivi e d’innovazione che negli anni siamo riusciti a raggiungere, insieme agli importanti tasselli del nostro mix produttivo". Tutti i settori sono coinvolti nella crisi: la brusca battuta d’arresto del tessuto manifatturiero regionale trae origine dai deludenti risultati registrati in tutti i principali comparti produttivi del Piemonte. Tra i settori più colpiti dalla congiuntura negativa spiccano i mezzi di trasporto che subiscono una flessione della produzione superiore al 38%. Risultati molto negativi anche per i comparti dei metalli (-26,6%) e del tessile-abbigliamento che, con una contrazione dell’output del -22,2%, conferma ancora una volta le difficoltà che lo hanno accompagnato negli ultimi anni. Anche la meccanica subisce una brusca frenata e registra una diminuzione della produzione del 21,5%, dato in linea con il risultato medio regionale. Il settore dell’elettricità ed elettronica sconta una flessione del -21,8%; più contenute le contrazioni degli altri settori, in particolar modo di quello alimentare (-2,8%), filiera storicamente anticiclica. La performance negativa del tessuto manifatturiero regionale trae origine dalle contrazioni produttive in tutte le province. Asti, con una flessione del 26,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, è il contesto territoriale che evidenzia la performance più negativa. Seguono le province di Biella (-26,2%) e Torino (-25,7%), entrambe con una flessione superiore alla media regionale. Novara subisce un calo della produzione di poco inferiore a quello medio piemontese, mentre si rilevano contrazioni di intensità inferiore per le altre province. Alessandria, con una diminuzione dell’11,8%, risulta il territorio che registra la flessione di entità minore. L’indice Della Produzione Industriale A partire dal 2006, Unioncamere Piemonte, in conformità con la metodologia adottata dall’Istat, calcola un numero indice della produzione industriale piemontese con base anno 2000=100 al quale è stata applicata una correzione per giorni lavorativi e un procedimento standard di destagionalizzazione (con il software Tramo-seats). Nel I trimestre 2009, l’indice grezzo della produzione industriale con base anno 2000=100 è stato pari a 72,8 con una contrazione, come già evidenziato in precedenza, del 21,4% rispetto al I trimestre del 2008. L’indice della produzione corretto per giorni lavorativi (73,6) ha registrato, invece, una flessione del 20,3% (i giorni lavorativi sono stati 62 contro i 63 del I trimestre 2008), mentre l’indice della produzione destagionalizzato è stato pari a 75,9 riducendosi del 7,1% rispetto al periodo ottobre-dicembre 2008. Le Prospettive Future Gli imprenditori piemontesi non prevedono una ripresa nel breve periodo. Il peggioramento del clima delle aspettative degli operatori economici locali, registrato già nella scorsa rilevazione, trova conferma anche nel quadro prospettico delineato per il periodo aprile-settembre 2009. Gli scenari di previsione forniti dagli organismi internazionali sono concordi nel configurare una crisi di non breve durata per tutta l’economia mondiale: l’inversione di tendenza avverrà solo a metà del 2010. L’andamento negativo dei principali indicatori economici regionali ha influenzato pesantemente il clima previsionale di breve periodo: gli imprenditori piemontesi ipotizzano una flessione di tutti i principali indicatori nel periodo aprile-settembre 2009. Il 70% degli intervistati dichiara di aspettarsi per il semestre gennaio-giugno 2009 una flessione della produzione industriale, mentre solo l’11% ne prospetta una crescita; il saldo appare comunque meno negativo rispetto a quanto registrato a fine 2008. Molto sfavorevoli anche le previsioni relative alla domanda interna, che vedrà un incremento solo per 11 imprenditori su 100, mentre subirà una battuta d’arresto per il 66% degli intervistati, per un saldo negativo tra ottimisti e pessimisti pari a 55 punti percentuale. Il segno negativo domina anche le prospettive relative agli ordinativi esteri, dove il saldo di opinione si attesta al -42%. Sia per gli ordinativi interni che per quelli esteri si rileva, tuttavia, una leggera flessione del clima di pessimismo rispetto a quello delineato nella rilevazione precedente. L’occupazione è prevista stabile dal 58% degli imprenditori, mentre i prezzi di vendita sono previsti in diminuzione, registrando una saldo ottimisti-pessimisti pari al 38%. Previsioni per il semestre aprile-settembre 2009
Aumento Stazionarietà Diminuzione Saldo
Produzione 11% 19% 70% -59%
Occupazione 3% 58% 39% -36%
Ordinativi Interni 11% 23% 66% -55%
Ordinativi Esteri 12% 34% 54% -42%
Prezzi Di Vendita 4% 54% 42% -38%
Fonte: Unioncamere Piemonte, 150ª Indagine congiunturale sull´industria manifatturiera piemontese .
 
   
 

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