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Notiziario Marketpress di Mercoledì 27 Maggio 2009
 
   
  EDILIZIA, FILLEA CGIL: C´È FORTE CRISI ANCHE NEL POTENTINO

 
   
  Potenza, 27 maggio 2009 - “Una crisi forte e virulenta ha colpito il settore delle costruzioni anche nella provincia di Potenza”. E’ quanto riferisce una nota della Fillea Cgil di Potenza. “La crisi – prosegue la Fillea Cgil – è partita dalle speculazioni mobiliari e finanziarie, dalla finanza creativa e dal guadagno facile, generando la convinzione che si può creare ricchezza anche senza lavoro, condizioni queste che hanno alterato il mercato, specie quello immobiliare, tanto che anche in piccole città era ed è diventato proibitivo coronare il sogno di acquistare un abitazione, per la stragrande maggioranza di lavoratori dipendenti, specie se precari e a basso reddito. C’è bisogno – aggiunge la nota - e lo chiediamo a gran voce a tutte le stazioni appaltanti, di cantierizzare tutto ciò che è cantierizzabile, tutte quelle opere di piccole e piccolissime dimensioni, già finanziate le cui procedure di appalto hanno tempi meno lunghi, tutte quelle opere che sono impigliate in pastoie burocratiche, dove basta buona volontà e senso di responsabilità per far aprire il cantiere. Bisogna accorciare i tempi, tra la progettazione e la realizzazione dell’opera, per evitare che opere non ancora ultimate siano già obsolete. Bisogna che le banche sappiano con chiarezza che gli aiuti ricevuti dai Governi devono servire all’economia e quindi occorre riaprire i cordoni della borsa. La ripresa, non è a portata di mano, ma il settore ha bisogno di programmare l’uscita dalla crisi, per evitare che essa contribuisca alla sua definitiva destrutturazione. Vanno favorire - continua la Fillea Cgil - le imprese che sono in regola, le imprese strutturate che provvedono a realizzare in proprio la quasi totalità dell’opera, per arginare e contenere il ricorso al subappalto, quello autorizzato e quello mascherato, perché è nelle pieghe del subappalto che si annida quanto di peggio il settore conosce. Va tenuta alta - conclude la nota - l’asta dei diritti dei lavoratori: non possono essere sempre i più deboli a pagare e non si può pensare di uscire dalla crisi aumentando il numero delle morti sul lavoro”. .  
   
 

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