Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Mercoledì 27 Maggio 2009
 
   
  BADANTI IRREGOLARI: DEL TUTTO CONDIVISIBILE PREOCCUPAZIONE ACLI PER BADANTI E FAMIGLIE ACCOMUNATE DA REATO CLANDESTINITA’. SACCONI E MARONI AFFRONTINO SITUAZIONE”

 
   
  Venezia, 27 maggio 2009 - “Assolutamente condivisibili e responsabili”: questo il commento di Stefano Valdegamberi ai giudizi provenienti dall’Assemblea Nazionale delle Colf delle Acli, tenutasi l’altro ieri a Roma, che ha lanciato l’allarme sul problema delle straniere irregolari che fanno le badanti dentro le famiglie italiane, assistendo anziani non autosufficienti e disabili e facendo da punto di riferimento irrinunciabile per l’intero sistema dei servizi sociali pubblici e privati. “Chi sono in maggioranza gli immigrati clandestini nel Veneto? – si chiede Valdegamberi -. L’identikit è il seguente: donna, età adulta, spesso di razza bianca, europea. Occupazione? Attendere ai nostri anziani non autosufficienti, essere un punto di riferimento di assistenza imprescindibile per le famiglie venete che hanno in casa persone ammalate croniche, o disabili. Pure la stragrande maggioranza di queste colonne familiari sono colpevoli del reato di clandestinità, e ne sono colpevoli, secondo le norme di legge, anche le famiglie che usufruiscono dei loro servizi. Nel Veneto – ricorda Valdegamberi - si calcola che siano tra le 29 mila e le 33 mila le badanti, tra regolari e irregolari, il 99,9% donne provenienti da Ucraina, Moldavia, Romania, secondo le fonti dell’Osservatorio regionale sull’immigrazione su dati Istat. Solo 1/3 sono regolari. Insomma, la legislazione vigente costringe, letteralmente, le famiglie a non metterle in regola e nello stesso tempo le obbliga ad essere clandestine, con conseguenze pericolose per quanto riguarda il rispetto della legge, il funzionamento dei servizi sociali, la realizzazione di politiche trasparenti ed efficaci per affrontare la crisi. E’ un paradosso tutto italiano – sottolinea l’Assessore veneto, che è anche responsabile degli Assessori alle politiche Sociali delle Regioni - una contraddizione che va sanata presto e bene da parte del governo se non si vuole mettere in ginocchio tutto il sistema del Welfare. Magari accogliendo alcuni dei suggerimenti provenienti dalle Colf delle Acli. Conto che il Ministro Sacconi risponda subito nel merito prima che la situazione diventi complessivamente ingestibile”. In qualità di responsabile degli Assessori alle politiche sociali delle Regioni, Valdegamberi annuncia che solleciterà anche il titolare del Ministero degli Interni Maroni, che è stato anche Ministro del Welfare e quindi conosce molto bene i problemi del sociale, a intervenire per risolvere questo problema, acuito ulteriormente dal reato di clandestinità. “Mi pare ovvio come il sostenere una politica di rigore nei confronti dell’immigrazione – che non dovrebbe mai essere slegata dal rispetto per la dignità umana dovuto a tutti anche ai clandestini - non possa diventare danno irreparabile per le famiglie italiane e per lo Stato. Sarebbe una beffa. Al rigore vanno accompagnate il senso della misura e la capacità di distinguere tra immigrato e immigrato - sottolinea Valdegamberi - cambiando magari alcune norme laddove impediscano la regolarizzazione di persone che hanno dimostrato di lavorare bene, di non delinquere e anzi di essere indispensabili per il buon andamento delle famiglie e l’assistenza delle persone anziane e/o disabili”. L’esponente del governo regionale del Veneto accompagna a queste considerazioni un ragionamento e un’informazione conclusivi: “Nel Veneto, le casse e i bilanci della Regione, risparmiano centinaia di milioni di euro l’anno aiutando le famiglie a servirsi del lavoro delle assistenti familiari. Le badanti consentono di mantenere l’anziano o il disabile a casa propria con costi molto più contenuti rispetto all’istituzionalizzazione che, va ricordato, viene pagata dalla Regione Veneto con 440 milioni di euro l’anno per quanto riguarda la non autosufficienza”. .  
   
 

<<BACK