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Notiziario Marketpress di Mercoledì 03 Giugno 2009
 
   
  LAGO DI COMO : SERVONO INTERVENTI URGENTI ACQUASERIA – COMUNE DI S.SIRO - ESEMPIO NEGATIVO DI ECCESSIVA CEMENTIFICAZIONE COME TUTELARE IL NOSTRO TERRITORIO GRAZIE ALLE NORMATIVE EUROPEE

 
   
   Acquaseria, 3 giugno 2009 - Vogliamo contare le gru? Basta fare una gita sul lago di Como in barca o in auto e/o moto per vedere quante gru di nuovi cantieri si stagliano sulle sue sponde. Cantieri aperti ovunque : un vero massacro della natura e dell’ambiente. “La più imponente delle costruzioni presenti sulla costa del lago di Como, l’ex-cappellificio di Acquaseria, località del Comune di S. Siro,”, dice l’on. Monica Frassoni, membro del Parlamento europeo, candidata anche alle nuove elezioni” è l’esempio concreto di come l’Europa sia fondamentale e punti a risolvere problemi attualissimi di casa nostra: in questo Comune, ferito dalla eccessiva cementificazione, c’è già una piccola Europa in quanto, per quanto riguarda l’ecomostro, sono stati danneggiati sia cittadini italiani, residenti nel borgo, che cittadini olandesi che hanno incautamente acquistato appartamenti che credevano di qualità e pure cittadini tedeschi che, con la loro casa adiacente all’ecomostro, si sono visti costruire senza il rispetto delle normative, accanto alle finestre! Quella che doveva essere una sana ristrutturazione di una ex-fabbrica e che poteva dare , -se ben gestita-, anche verde, spazi per i bambini, soluzioni architettoniche studiate per essere ben integrate con il borgo, si è rivelato essere un cantiere a cielo aperto da oltre 15 anni, un vero ecomostro che deturpa il borgo e il lago di Como con una serie di problematiche urgenti quali le fognature, la viabilità inesistente. L’europa è in Italia, lo testimonia il fatto che anche qui non vivono solo italiani ma anche cittadini di altri Paesi e l’Europa è vicina a tutti noi , perché, - come in questo caso -, con le normative per la tutela dell’ambiente e contro l’eccessiva cementificazione potrà darsi da fare per tutelare i diritti dei cittadini che chiedono interventi urgenti sia da parte dell’amministrazione che da parte degli enti giuridici preposti per un controllo su quanto è stato realizzato sinora”. L’ecomostro di Acquaseria era già stato l´obiettivo di una recente manifestazione organizzata da Legambiente, impegnata da sempre nel monitoraggio delle acque del Lario e delle sue sponde. Nella spiaggia nidificano i cigni, quando il complesso sarà eventualmente ultimato, si teme per la tutela della spiaggia stessa, una delle più belle del lago di Como. “L´ecomostro che spicca sulle rive del comune di San Siro, in provincia di Como, è uno degli esempi del consumo di suolo che si accanisce in particolare contro i paesaggi eccellenti della Lombardia ", sottolinea Damiano Di Simine, Presidente di Legambiente,”e’ stato anche oggetto di un´interrogazione in Consiglio Regionale della Lombardia. “La vicenda di Acquaseria testimonia un modo di intervenire sul territorio lariano che riteniamo sbagliato e controproducente per tutti, paesaggio in primis che paga le conseguenze più pesanti", dichiara Monica Frassoni, "L´ecomostro di San Siro però non é l´unico caso di cattiva gestione del territorio: Comuni come Porlezza, Menaggio, Ossuccio e Blevio sono solo alcuni esempi di località in cui la tutela e la valorizzazione del territorio non sono nell´agenda politica delle amministrazioni. In questi luoghi sono in atto interventi edilizi assolutamente sproporzionati che provocano, oltre ai pesanti impatti paesistici e ambientali, in aree di grande valore e spesso con problematiche dal punto di vista idro-geologico, anche squilibri del sistema socio-economico´´. Ad oggi restano aperti tanti quesiti: non è dato sapere per l’ecomostro di Acquaseria se e quanto la Regione abbia finanziato per la ristrutturazione, ed in caso di risposta affermativa con quali importi, il recupero dell’ex area industriale Viscontea, nel Comune di San Siro (Como); nel corso della progettazione ed esecuzione dei lavori fino ad ora non è chiaro se siano state rispettate le normative e specificamente quelle che si riferiscono alla bonifica di ex aree industriali, anche per quanto riguarda l’eventuale presenza nei terreni interessati di amianto; mancano dati sulla compatibilità idrogeologica del megacomplesso; ci sono delle perizie tecniche che evidenziano fognature non a norma e scarichi a lago e nel torrente Serio; servono maggiori controlli sul calcolo e sul collaudo statico delle strutture degli edifici; sulla sicurezza di quanto sinora edificato, inclusi i boxes; i posti auto pertinenziali non sono sufficienti in ragione della volumetria degli immobili per la megastruttura edificata sinora; serve una immediata messa in sicurezza degli impianti, elettrico e rete gas, nelle costruzioni civili; non sono state rispettate le normative relative all’utilizzo degli stabili da parte dei disabili ; manca il verde ; non c’è la viabilità adeguata e studiata ad hoc. Chi doveva vigilare dov’è o dov’era ? “Occorrerebbe un intervento di demolizione e sarebbe auspicabile un intervento della Procura per potersi rivalere sui responsabili per i costi di bonifica dell’area e la rinaturalizzazione dell’intera zona del complesso,” sottolinea l’on. Monica Frassoni,”grazie all’Europa forse potremo intervenire anche in Italia in maniera più forte, facendo sì che siano rispettate le normative vigenti quando le amministrazioni locali , regionali, nazionali latitano o non tutelano loro stesse il territorio in maniera adeguata!. Secondo il decreto legislativo 26 marzo 2008 vengono attribuite alla Regione le funzioni autorizzatorie in materia di paesaggio. La Regione delega l’esercizio per i rispettivi territori, a Province, a forme associative e di cooperazione fra enti locali, ovvero ai Comuni, ma quando questi enti , per vari motivi , Non tutelano essi stessi il territorio o quando gli enti destinatari della delega Non dispongono o non vogliono disporre di strutture serie super partes in grado di assicurare un adeguato livello di competenze tecnico-scientifiche, in materia edilizia e di tutela ambientale, occorre poter garantire una corretta differenziazione tra attività di tutela paesaggistica e l’esercizio di funzioni amministrative quali il rilascio e il rinnovo di concessioni e licenze edilizie. Scontenti dell’ecomostro sono i cittadini, sopratutto i confinanti, non solo italiani ma anche tedeschi, la maggior parte già in causa con la società costruttrice, il comitato cittadino e, chi, ad esempio degli olandesi, hanno acquistato sulla carta alcuni degli appartamenti e ad oggi li trova mal costruiti, non rispondenti alle aspettative, con perdite d’acqua interne ed altre anomalie. Inoltre la sede stradale di via Lario è pericolosa a causa degli scavi aperti. C’è un’unica stradina esterna al complesso per l’accesso alla megastruttura, che non è in grado di sopportare una circolazione a doppio senso. E’ stato edificato anche dove prima c’era un altro accesso al complesso industriale, togliendo una via di accesso che era invece utile. Occorrono chiarimenti anche in merito ai condoni edilizi rilasciati dagli organi competenti ed ai rinnovi di licenze alla società costruttrice. Di chi sono le responsabilità? Come mai la Procura non interviene d’ufficio?” .  
   
 

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