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Notiziario Marketpress di Martedì 03 Ottobre 2006
 
   
  PROGRESSI NELLE PRIME ELEZIONI GESTITE INTERAMENTE DALLE AUTORITÀ DELLA BOSNIA-ERZEGOVINA

 
   
   Sarajevo, 3 ottobre 2006 – Le elezioni generali tenutesi l’ 1 ottobre in Bosnia-erzegovina si sono svolte, complessivamente, nel rispetto delle norme internazionali e hanno costituito un passo in avanti nel processo di consolidamento della democrazia e dello stato di diritto. Queste erano le prime elezioni, successive all’accordo di pace di Dayton, a essere interamente gestite dalle autorità della Bosnia-erzegovina. Tuttavia, a causa dei limiti costituzionali fondati sull’appartenenza etnica, queste elezioni hanno, ancora una volta, infranto le norme e gli obblighi internazionali relativi al suffragio universale ed egalitario. È questa la conclusione raggiunta oggi dalla Missione internazionale d’osservazione delle elezioni a Sarajevo. “Ieri sono stati fatti dei progressi concreti nel cammino verso la democrazia in Bosnia-erzegovina e mi congratulo con questo Paese e con il suo popolo per aver gestito un processo elettorale equo, durante il quale i rappresentanti potevano essere scelti liberamente” ha dichiarato David Heath, capo della delegazione dell’Assemblea parlamentare dell’Osce e Coordinatore speciale della missione d’osservazione a breve termine dell’Osce. Lord Russell Johnston, capo della delegazione dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, ha dichiarato : “E’ brillato il sole su delle elezioni tranquille e ben organizzate, durante le quali tutti i cittadini e tutti i popoli della Bosnia-erzegovina hanno dimostrato il proprio legame a una società democratica. Grazie a questo incoraggiamento, sono ora convinto che, prima delle prossime elezioni, la Bosnia-erzegovina adotterà una costituzione interamente conforme alle norme e agli obblighi del Consiglio d’Europa”. Il 94% degli osservatori ha espresso un parere positivo sullo spoglio, citando, tuttavia, episodi di sovraffollamento, di voto familiare ed elettori non presenti sulla lista elettorale. Tuttavia, le commissioni degli uffici elettorali sono state generalmente utili per aiutare gli elettori a individuare i loro uffici elettorali. L’organizzazione è peggiorata leggermente durante il conteggio dei voti, giudicato negativamente dal 20% degli osservatori, che hanno notato delle irregolarità frequenti nelle procedure. “Nonostante la generale buona gestione delle elezioni, siamo rimasti delusi nel constatare dei problemi durante il conteggio dei voti. Tutte le misure necessarie e, in particolare, una formazione adeguata dei responsabili elettorali, devono essere prese per rafforzare la fiducia degli elettori”, ha concluso l’ambasciatore Lubomir Kopaj, capo della missione d’osservazione a lungo termine dell’Ufficio dell’Osce per le istituzioni democratiche e i diritti dell’uomo. Gli elettori hanno potuto beneficiare di un’ampia scelta, composta da 56 partiti, coalizioni e candidati e vari media. Nel complesso, la campagna elettorale si è mantenuta su toni calmi, anche se talvolta caratterizzata da una viva retorica nazionalista e occasionalmente da accese dichiarazioni. Salvo per le limitazioni costituzionali citate, la legislazione elettorale ha fornito una buona base per lo svolgimento di elezioni democratiche. La transizione da un sistema attivo a uno passivo di registrazione degli elettori è stata condotta, in generale, senza problemi e sembra essere stata accettata favorevolmente. La Commissione elettorale centrale ha svolto il proprio dovere in modo trasparente ed efficace e ha beneficiato della fiducia degli attori politici. .  
   
 

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