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Notiziario Marketpress di Mercoledì 03 Giugno 2009
 
   
  I MINISTERI DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE E DELLO SVILUPPO ECONOMICO RIBADISCONO L’IMPEGNO PER UN “PIÙ AMPIO INDENNIZZO” DEGLI OBBLIGAZIONISTI ALITALIA. RIMANE PERÒ INCERTA LA QUESTIONE DEL LIMITE DI RIMBORSO DI 100.000 EURO, CHE PENALIZZEREBBE GRAVEMENTE I PICCOLI RISPARMIATORI SOTTOSCRITTORI DI FONDI COMUNI.

 
   
  Milano, 3 giugno 2009 – Il Ministero dell’Economia e delle Finanze e il Ministero dello Sviluppo Economico hanno risposto il 27 maggio ad una interrogazione parlamentare sulla vicenda Alitalia, ribadendo l’impegno a migliorare la percentuale di rimborso degli obbligazionisti Alitalia. La nota del Ministero dello sviluppo economico recita fra l’altro: “Il Ministero dello sviluppo economico, nell’ambito delle proprie competenze, continuerà a vigilare affinché i piccoli azionisti e gli obbligazionisti abbiano il maggior ristoro possibile, nei limiti delle risorse finanziarie disponibili”. La nota del Ministero dell’economia e delle Finanze riporta poi che “al fine di assicurare un più ampio indennizzo ai risparmiatori che hanno investito in titoli della società Alitalia, soprattutto piccoli risparmiatori, sono allo studio ipotesi per elevare le misure di intervento statale già disposte a favore degli obbligazionisti Alitalia”. Anima accoglie con favore l’impegno del Governo a rivedere in senso migliorativo la proposta di rimborso degli obbligazionisti Alitalia ma rileva che il continuo riferimento ai piccoli risparmiatori sembra configurare il permanere del limite di rimborso di 100. 000 euro per soggetto obbligazionista, che penalizzerebbe i fondi comuni di investimento, il cui patrimonio è di pertinenza di piccoli risparmiatori. Il limite di rimborso viola inoltre il principio fondamentale di eguaglianza e parità di trattamento . Sotto il profilo del merito delle risposte, Anima rileva tuttavia che il Ministero dello Sviluppo Economico, nell’affermare che l’accollo di debiti ipotecari non ha leso la par condicio creditorum, si è limitato ad evidenziare la capienza del valore di mercato della flotta ceduta a Cai (1. 086 milioni) rispetto all’ammontare complessivo dei debiti ipotecari (625 milioni) senza verificare se tale capienza sussista anche rispetto all’effettivo prezzo corrisposto da Cai per l’acquisto della flotta, necessariamente ridotto in ragione dell’incidenza negativa che il badwill di Alitalia ha avuto sul valore di tutti i beni ceduti (prezzo totale di 936 milioni), ivi compresa ovviamente la flotta. .  
   
 

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