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Notiziario Marketpress di Giovedì 04 Giugno 2009
 
   
  BOLZANO: LABORATORIO FSE PER DISABILI: OTTO SCUOLE E OTTIMI RISULTATI

 
   
  Bolzano, 4 giugno 2009 - Si è conclusa l’attività del Laboratorio Liberatorio, un progetto cofinanziato dal Fondo sociale europeo, dall´Istituto pedagogico e dalla Provincia e rivolto ad allievi diversamente abili e al personale scolastico specializzato nel sostegno a questo particolare tipo di utenza. Vi hanno partecipato otto scuole. L´assessore Barbara Repetto ha suggellato a Bolzano, nella sede della sovrintendenza scolastica, la felice conclusione dell´attività del Laboratorio Liberatorio, progetto a cui hanno partecipato ben otto scuole: le professionali “L. Einaudi” di Bolzano e “E Mattei” di Bressanone, le scuole medie "Negri", "Fermi", "Alfieri" di Bolzano, "Fabio Filzi" Laives, l´istituto professionale “De Medici” di Bolzano, l´istituto professionale “Falcone e Borsellino” di Bressanone. "Il problema non è quello di inserire un ragazzo “diversamente abile nella scuola ma di rendere la scuola flessibile e capace di includere la molteplice diversità", ha spiegato l´assessore Repetto lodando l´iniziativa che va incontro anche alle esigenze di tante famiglie nel segno di una solidarietà sociale attiva e concreta. Il progetto ha stabilito due linee guida: la prima deve tener conto degli aspetti cognitivi e quindi legati al recupero, per quanto possibile del deficit (apprendimento e didattica); l’altra è di natura sociale, relativa all’area degli svantaggi che un disabile si trova ad affrontare nella vita relazionale (sfera personale, emozionale, sociale). La filosofia di fondo del progetto Laboratorio-liberatorio è quella di fornire un sostegno all’attività didattica per i diversamente abili. L’intervento si pone come obiettivi la scoperta delle potenzialità presenti negli allievi e il rafforzamento delle loro abilità, attraverso laboratori specifici di musica, vetro, ceramica, teatro, fumetto e fotografia, riciclarte. Alla cerimonia conclusiva era presente anche la dirigente dell’Istituto pedagogico italiano, Laura Portesi. .  
   
 

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