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Notiziario Marketpress di Lunedì 08 Giugno 2009
 
   
  IL PRESIDENTE DELLA REGIONE TOSCANA ALLA PRESENTAZIONE DELLO STUDIO DEL S.ANNA GROSSETO, HIGH TECH E DISCONTINUITÀ PER L´ECONOMIA DI DOMANI

 
   
  Firenze, 8 giugno 2009 - Alla ricerca dei ´segnali deboli´ e dei piccoli numeri della provincia grossetana, quei segnali di un´economia che non ancora non c´è - o forse c´è, ma solo in fase embrionale - e che servono ad individuare le possibili strade di una discontinuità su cui costruire invece l´economia di domani. Un´economia capace di crescere sullo sviluppo locale a detta degli studiosi, spiega il presidente della Toscana - ed è una grande riscoperta, che non vale solo per Grosseto - uno sviluppo locale (e non localistico) che non vuol dire rinchiudersi in se stessi ma utilizzare le risorse di ciascun territorio per connettersi all´economia globale. Un´economia dove è importante che ci sia spazio per l´high tech e il terziario avanzato, sottolineano gli esperti, ma che valorizzi anche vocazioni particolari, senza dimenticare l´agricoltura. E dove la periferia, se ´connessa´, può diventare un´opportunità. Lo studio del S. Anna - Se ne è parlato stamani nel palazzo della Provincia a Grosseto, dove è stato presentato uno studio sul futuro del territorio maremmano. Quale sviluppo ci attende? Da qui è partita la ricerca multidisciplinare che la Provincia ha affidato alla scuola superiore Sant´anna di Pisa. La risposta è che occorre rompere con il passato e puntare sulle nuove tecnologie. Non con l´obiettivo di creare un Ombrone Valley sia chiaro, ma utilizzando l´high tech per far crescere le vocazioni naturali del territorio. Occorre però farlo velocemente, è stato detto, rimboccandosi tutti le maniche: con una prospettiva di lungo respiro e puntando a far crescere anche il sistema scolastico ed universitario. Perché non c´è sviluppo senza conoscenza. E non c´è sviluppo, si legge ne lla ricerca, senza innovazione e interconnessioni. Periferia come opportunità - Grosseto è una provincia nata nel 1861 quasi per caso, ha sottolineato nel corso della presentazione il professor Gian Franco Elia. E´ cresciuta senza conoscere una vera rivoluzione industriale, basandosi su “un´agricoltura spesso ottusa”. Ora c´è bisogno di cambiare. Grosseto è stata a lungo considerata la Cenerentola della province toscane. Ma è una provincia dove i germi dell´high tech già esistono, ha sottolineato ottimista il professor Nicola Bellini. Ed è una delle aree della Toscana, ha sottolineato il presidente della Regione intervenuto a Grosseto, dove più ampi sono gli spazi di crescita, non solo fisici e dove, per stare alla viabilità, si concentrano due delle tre priorità regionali – la Tirrenica e la Due Mari – attorno a cui può nasc ere nuovo sviluppo. Non si tratta di iscriversi al derby tra pessimisti ed ottimisti, ma valorizzare le potenzialità. Per il governatore toscano è un elemento cruciale in questo momento di crisi. Come è importante connettere insieme le grandi filiere. L´importanza dell´agricoltura - Prendiamo il caso dell´agricoltura. Il forte impegno sulla competitività rurale del territorio di Grosseto non può venire meno, spiega il presidente la mattina in Provincia e lo ripete nel tardo pomeriggio nel nuovo centro fiera Madonnino di Braccagni, finanziato dalla Regione e dove si parla specificatamente di agro-alimentare. Il presidente utilizza una metafora: l´agricoltura è come un un piccolo partito che pesa per il 3-4 % ma senza cui non si costituisce una giunta o un governo. Perché agricoltura vuol dire salute, vuol dire ambiente, vuol dire salvaguardia del paesaggio. Certo l´agricolt ura grossetana, c´è scritto nello studio del Sant´anna, deve risolvere i suoi nodi. Non cresce a sufficienza, è frammentata, non si riducono abbastanza i costi e troppo basso è il livello di imprenditorialità. Così non può affrontare le sfide che l´attendono ed aiutare l´economia. .  
   
 

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