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Notiziario Marketpress di Martedì 09 Giugno 2009
 
   
  IL CASO CRITICO DEI BAMBINI.

 
   
  I residui di pesticidi su prodotti ortofrutticoli in Italia sono controllati in base a limiti di legge calcolati sulla pericolosità delle sostanze attive. Questi limiti però sono stabiliti prendendo in considerazione l’organismo di un maschio adulto. È inevitabile perciò porsi il problema dell’adeguamento di questi limiti all’organismo delle donne e dei bambini. Studi recenti mettono in evidenza i rischi di disfunzioni dell’apparato riproduttore (malformazioni del tratto urogenitale maschile, neoplasie al testicolo in età adolescenziale e una diminuzione della qualità del seme), correlate alla presenza di composti in grado di interferire con la normale regolazione ormonale (tra cui figurano appunto i pesticidi), e che causano perciò problemi allo sviluppo. Queste sostanze sono denominate collettivamente come Endocrine Disrupting Chemicals (Edc), tra i quli compaiono i cosiddetti Pops (persistent organic pollutants) e numerosi pesticidi e biocidi comunemente usati. L’organismo in sviluppo è particolarmente sensibile agli agenti tossici che interferiscono con l’azione fisiologica degli ormoni. In particolare, alterazioni dei livelli di ormoni durante la fase embrionale e fetale possono avere ripercussioni importanti sulla salute riproduttiva, ma anche sulla maturazione del sistema nervoso. Numerosi studi condotti su modelli animali hanno chiaramente indicato come durante lo sviluppo prenatale o neonatale, anche dosi apparentemente non tossiche di agenti chimici possono avere effetti sottili ma permanenti sull’espressione genica, sul funzionamento cellulare e sulla maturazione del sistema nervoso, endocrino e immunitario. Questi dati hanno stimolato nell’ultimo decennio l’avvio di studi epidemiologici in gruppi di bambini esposti durante la gravidanza ad alcune classi di pesticidi, soprattutto organoclorurati e organofosfati, dato che le loro madri vivevano in aree ad alta produzione agricola con largo impiego di pesticidi. Presumibilmente questi bambini andavano incontro ad esposizione cumulativa attraverso la placenta, il latte materno e successivamente l’alimentazione. Considerando anche la possibilità di un utilizzo domestico di pesticidi, è stato calcolato che l’esposizione a queste sostanze superava in questi gruppi di bambini i limiti massimi stabiliti per l’adulto. In generale i primi risultati sembrano confermare che l’esposizione durante la gravidanza a questi pesticidi abbia effetti significativi sui bambini, quali ad esempio la riduzione della circonferenza cranica e del peso corporeo alla nascita[1] [2] nonché effetti sullo sviluppo neurologico. [3] A risultati analoghi sono giunti i pediatri del Mount Sinai Hospital di New York, che hanno rilevato la maggior vulnerabilità dei bambini ai pesticidi con danni al sistema immunitario in fase di sviluppo, sul sistema nervoso centrale e su quello ormonale, dichiarando di avere chiare prove che l’esposizione del feto agli antiparassitari organofosforati provoca la nascita di bambini con minor circonferenza cranica e rischio di deficit intellettivo. In particolare, studi condotti da ricercatori della Columbia University e dell’Università di Berkeley, hanno mostrato che l’esposizione in utero a pesticidi organofosfati induce un ritardo nella maturazione dei riflessi nelle prime fasi di vita neonatale[4] e un maggior rischio di sviluppare disturbi dell’attenzione e iperattività nei primi tre anni di vita. [5] [1] Cfr. In utero pesticide exposure, maternal paraoxonase activity, and head circumference, Berkowitz G. S. Et al, Environ Health Perspect, 112(3):388-391, 2004 [2] Cfr. Association of in utero organophosphate pesticide exposure and fetal growth and length of gestation in an agricultural population, Eskenazy B. Et al, Environ Health Perspect, 112(10):1116-1124, 2004 [3] 6 Cfr. Pesticide exposure and stunting as independent predictors of neurobehavioral deficits in Ecuadorian school children, Grandjean P et al. , Pediatrics, 117: e546-e556, 2007 [4] Cfr. Association between in utero organophosphate pesticide exposure and abnormal reflexes in neonates, Young et al, Neurotoxicology 26: 199-209, 2005 [5] Cfr. Impact of prenatal chlorpyrifos exposure on neurodevelopment in the first 3 years of life among inner-city children, Rauh V. A. Et al, Pediatrics, 118:1845-1859, 2006 .  
   
 

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