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LUNEDì
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 13 Settembre 2004 |
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IN G.U. ORDINANZA MINISTRO SIRCHIA “TUTELA DA AGGRESSIVITÀ DI CANI” |
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Roma, 13 settembre 2004 - E’ stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale l’Ordinanza emanata dal Ministro della Salute Girolamo Sirchia per la “Tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressività di cani”. L’ordinanza, che è stata redatta sulla base delle indicazioni fornite dalle Associazioni di protezione degli animali, dei Veterinari e secondo il parere del Consiglio Superiore di Sanità, all’articolo 1 vieta ogni tipo di addestramento inteso a esaltare l’aggressività dei cani. L’articolo 2 prevede l’obbligo per i proprietari dei cani, analogamente al Regolamento di Polizia veterinaria vigente (prevenzione della rabbia) di applicare la museruola o, in alternativa, il guinzaglio ai cani quando si trovano nelle vie o in luoghi aperti al pubblico. All’interno dei locali pubblici e sui mezzi pubblici di trasporto, invece, i cani dovranno indossare, come previsto dallo stesso Regolamento, sia la museruola che il guinzaglio. Limitazioni al possesso e alla detenzione di cani sono previste per particolari categorie di soggetti. L’obbligo di stipulare una polizza di assicurazione di responsabilità civile per danni causati da proprio cane contro terzi è previsto dall’articolo 3 per i possessori dei cani a rischio di maggiore aggressività indicati nell’Ordinanza. Il provvedimento, che entrerà in vigore da domani ed avrà efficacia per un anno, è stato emanato nel quadro di una serie di iniziative inerenti il migliore e più consapevole rapporto con i cani secondo quanto previsto dalla Commissione ministeriale per la tutela degli animali di affezione e per la lotta al randagismo. |
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IN G.U. ORDINANZA MINISTRO SIRCHIA “TUTELA DA AGGRESSIVITÀ DI CANI” |
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Roma, 13 settembre 2004 - E’ stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale l’Ordinanza emanata dal Ministro della Salute Girolamo Sirchia per la “Tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressività di cani”. L’ordinanza, che è stata redatta sulla base delle indicazioni fornite dalle Associazioni di protezione degli animali, dei Veterinari e secondo il parere del Consiglio Superiore di Sanità, all’articolo 1 vieta ogni tipo di addestramento inteso a esaltare l’aggressività dei cani. L’articolo 2 prevede l’obbligo per i proprietari dei cani, analogamente al Regolamento di Polizia veterinaria vigente (prevenzione della rabbia) di applicare la museruola o, in alternativa, il guinzaglio ai cani quando si trovano nelle vie o in luoghi aperti al pubblico. All’interno dei locali pubblici e sui mezzi pubblici di trasporto, invece, i cani dovranno indossare, come previsto dallo stesso Regolamento, sia la museruola che il guinzaglio. Limitazioni al possesso e alla detenzione di cani sono previste per particolari categorie di soggetti. L’obbligo di stipulare una polizza di assicurazione di responsabilità civile per danni causati da proprio cane contro terzi è previsto dall’articolo 3 per i possessori dei cani a rischio di maggiore aggressività indicati nell’Ordinanza. Il provvedimento, che entrerà in vigore da domani ed avrà efficacia per un anno, è stato emanato nel quadro di una serie di iniziative inerenti il migliore e più consapevole rapporto con i cani secondo quanto previsto dalla Commissione ministeriale per la tutela degli animali di affezione e per la lotta al randagismo. |
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ERIDANIA SOSTIENE IL PROGETTO DI SOLIDARIETÀ "LA SPESA DEL SORRISO" PER AIUTARE I BAMBINI IN OSPEDALE |
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Milano, 13 settembre 2004 - A partire dal 21 settembre 2004 lo Zucchero Classico di Eridania al fianco della campagna di raccolta fondi promossa da Mediafriends "La Spesa del Sorriso" ha l'obiettivo di raccogliere fondi per il sostegno di progetti di solidarietà, attraverso le donazioni da parte di aziende, che operano nel largo consumo. L'operazione nasce nell'ambito de "La Fabbrica del Sorriso", iniziativa promossa da Mediafriends, che nel 2003 ha raccolto più di 8 Milioni e mezzo di euro devoluti in beneficenza. Per l'edizione 2004 la campagna di raccolta fondi si pone l'obiettivo di realizzare 40 progetti a livello nazionale legati al delicato tema de "Il Bambino in ospedale". A partire dal 21 settembre e fino al 13 novembre, all'interno dei principali punti vendita della grande distribuzione, lo Zucchero Classico di Eridania, in qualità di partner dell'iniziativa, riporterà sulla confezione il logo "La Spesa del Sorriso". Il consumatore potrà dunque facilmente riconoscere il prodotto coinvolto nell'operazione e scegliere di dare un segnale di solidarietà e di sostegno alla causa. "Da oltre cent'anni lo zucchero Eridania offre dolcezza alle famiglie italiane" - dichiara Marco Frezzato, Direttore Commerciale del Gruppo Eridania Sadam - "Sostenere progetti di solidarietà, che si pongono l'obiettivo di migliorare la qualità della vita degli individui meno fortunati, offrendo loro un futuro degno di essere vissuto, rappresenta per un'azienda dalle forti tradizioni, quale è la nostra, un dovere sociale." |
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ERIDANIA SOSTIENE IL PROGETTO DI SOLIDARIETÀ "LA SPESA DEL SORRISO" PER AIUTARE I BAMBINI IN OSPEDALE |
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Milano, 13 settembre 2004 - A partire dal 21 settembre 2004 lo Zucchero Classico di Eridania al fianco della campagna di raccolta fondi promossa da Mediafriends "La Spesa del Sorriso" ha l'obiettivo di raccogliere fondi per il sostegno di progetti di solidarietà, attraverso le donazioni da parte di aziende, che operano nel largo consumo. L'operazione nasce nell'ambito de "La Fabbrica del Sorriso", iniziativa promossa da Mediafriends, che nel 2003 ha raccolto più di 8 Milioni e mezzo di euro devoluti in beneficenza. Per l'edizione 2004 la campagna di raccolta fondi si pone l'obiettivo di realizzare 40 progetti a livello nazionale legati al delicato tema de "Il Bambino in ospedale". A partire dal 21 settembre e fino al 13 novembre, all'interno dei principali punti vendita della grande distribuzione, lo Zucchero Classico di Eridania, in qualità di partner dell'iniziativa, riporterà sulla confezione il logo "La Spesa del Sorriso". Il consumatore potrà dunque facilmente riconoscere il prodotto coinvolto nell'operazione e scegliere di dare un segnale di solidarietà e di sostegno alla causa. "Da oltre cent'anni lo zucchero Eridania offre dolcezza alle famiglie italiane" - dichiara Marco Frezzato, Direttore Commerciale del Gruppo Eridania Sadam - "Sostenere progetti di solidarietà, che si pongono l'obiettivo di migliorare la qualità della vita degli individui meno fortunati, offrendo loro un futuro degno di essere vissuto, rappresenta per un'azienda dalle forti tradizioni, quale è la nostra, un dovere sociale." |
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LE MASSIME AUTORITÀ POLITICHE, ISTITUZIONALI , MILITARI E RELIGIOSE ALLA CERIMONIA INAUGURALE DELLA 68.MA EDIZIONE DELLA FIERA DEL LEVANTE |
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Bari, 13 settembre 2004 - E’ stata come sempre molto nutrita la partecipazione di personalità del mondo diplomatico, politico, militare e religioso all’inaugurazione della 68ma edizione della Fiera del Levante. In prima fila il capo del governo della Repubblica Srpska di Bosnia Erzegovina, Dragan Mikerevic, accompagnato dal Ministro dell’energia Giorgie Laisicic, dall’Ambasciatore Luksa Soljan e dal Presidente della Camera di Commercio di Bosnia Erzegovina, Milden Micic. L’albania, invece, era rappresentata dal Ministro dell’Economia, Anastas Angjeli. Tra gli intervenuti anche il Vescovo della Diocesi di Bari-bitonto, Francesco Cacucci. L'economia italiana era rappresentata dai vertici di aziende ed associazioni di categoria. Tra questi, il vice-Presidente della Confartigianato nazionale, Tullio Uez e il vicepresidente nazionale della Coldiretti Paolo Nigro, gli Amministratori Delegati delle Ferrovie dello Stato, Roberto Renon e Mario Moretti, l’Amministratore delegato dello stretto di Messina Spa Pietro Ciucci, il Direttore generale dell’ Ipi Roma, Luigi Corbò, il presidente della Snam rete Gas, Domenico Dispenza, l’Amministratore delegato della Terna spa, Sergio Mobili e il Direttore Generale della Banca d’Italia, Vincenzo Desario. Presenti anche il presidente nazionale Inail, Vincenzo Nungari, il Presidente nazionale Enac, Vito Raggio e Vincenzo Pozzi, presidente Anas spa. Foltissima anche la presenza di ambasciatori dei 60 Paesi che partecipano quest’anno alla Campionaria (sono 10 in più rispetto all’anno scorso). Sono intervenuti alla cerimonia l'ambasciatore dell’Indonesia, Numberi, del Madagascar Paraina, della Nigeria Wabara. Ed ancora: l'ambasciatore dell’Algeria, Reguieg, della Bielorussia, Skripko, del Kuwait, Sullaiman Al Quenaei, del Gabon, Boulè, della Mauritania, Ngam, dal Ghana, Dsane-selby, della Serbia-montenegro, Lukovac, dello Sri Lanka, Perera, della Lettonia, Lusis, della Guinea, Cellou Djallo. Nel parterre della cerimonia inaugurale anche l’ambasciatore del Mozambico, Cigarro, del Sud Africa, Magigwane Shope, dello Yemen, Al-helali, del Sudan, Hassan Ahmed e del Niger, Ausseil. Numerosa anche la presenza delle massime autorità istituzionali nazionali e locali. Tra gli altri, gli europarlamentari Adriana Poli Bortone, Salvatore Tatarella e Marcello Vernola. Hanno partecipato all’importante evento anche le più alte cariche militari: il Comandante generale della Guardia di Finanza, Roberto Speciale, il Comandante della terza Regione Aerea, Giovanni Mazzone, il Comandante della Guardia di Finanza di Napoli, Salvatore D’amato, il Comandante della Regione dei Carabinieri Puglia, Michele Franzè e il Generale Sabato Palazzo, Comandante Interregionale dei Carabinieri. |
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LE MASSIME AUTORITÀ POLITICHE, ISTITUZIONALI , MILITARI E RELIGIOSE ALLA CERIMONIA INAUGURALE DELLA 68.MA EDIZIONE DELLA FIERA DEL LEVANTE |
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Bari, 13 settembre 2004 - E’ stata come sempre molto nutrita la partecipazione di personalità del mondo diplomatico, politico, militare e religioso all’inaugurazione della 68ma edizione della Fiera del Levante. In prima fila il capo del governo della Repubblica Srpska di Bosnia Erzegovina, Dragan Mikerevic, accompagnato dal Ministro dell’energia Giorgie Laisicic, dall’Ambasciatore Luksa Soljan e dal Presidente della Camera di Commercio di Bosnia Erzegovina, Milden Micic. L’albania, invece, era rappresentata dal Ministro dell’Economia, Anastas Angjeli. Tra gli intervenuti anche il Vescovo della Diocesi di Bari-bitonto, Francesco Cacucci. L'economia italiana era rappresentata dai vertici di aziende ed associazioni di categoria. Tra questi, il vice-Presidente della Confartigianato nazionale, Tullio Uez e il vicepresidente nazionale della Coldiretti Paolo Nigro, gli Amministratori Delegati delle Ferrovie dello Stato, Roberto Renon e Mario Moretti, l’Amministratore delegato dello stretto di Messina Spa Pietro Ciucci, il Direttore generale dell’ Ipi Roma, Luigi Corbò, il presidente della Snam rete Gas, Domenico Dispenza, l’Amministratore delegato della Terna spa, Sergio Mobili e il Direttore Generale della Banca d’Italia, Vincenzo Desario. Presenti anche il presidente nazionale Inail, Vincenzo Nungari, il Presidente nazionale Enac, Vito Raggio e Vincenzo Pozzi, presidente Anas spa. Foltissima anche la presenza di ambasciatori dei 60 Paesi che partecipano quest’anno alla Campionaria (sono 10 in più rispetto all’anno scorso). Sono intervenuti alla cerimonia l'ambasciatore dell’Indonesia, Numberi, del Madagascar Paraina, della Nigeria Wabara. Ed ancora: l'ambasciatore dell’Algeria, Reguieg, della Bielorussia, Skripko, del Kuwait, Sullaiman Al Quenaei, del Gabon, Boulè, della Mauritania, Ngam, dal Ghana, Dsane-selby, della Serbia-montenegro, Lukovac, dello Sri Lanka, Perera, della Lettonia, Lusis, della Guinea, Cellou Djallo. Nel parterre della cerimonia inaugurale anche l’ambasciatore del Mozambico, Cigarro, del Sud Africa, Magigwane Shope, dello Yemen, Al-helali, del Sudan, Hassan Ahmed e del Niger, Ausseil. Numerosa anche la presenza delle massime autorità istituzionali nazionali e locali. Tra gli altri, gli europarlamentari Adriana Poli Bortone, Salvatore Tatarella e Marcello Vernola. Hanno partecipato all’importante evento anche le più alte cariche militari: il Comandante generale della Guardia di Finanza, Roberto Speciale, il Comandante della terza Regione Aerea, Giovanni Mazzone, il Comandante della Guardia di Finanza di Napoli, Salvatore D’amato, il Comandante della Regione dei Carabinieri Puglia, Michele Franzè e il Generale Sabato Palazzo, Comandante Interregionale dei Carabinieri. |
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NOVITÀ KLÖBER AL SAIE DI BOLOGNA |
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Bologna, 13 settembre 2004 - Klöber, azienda leader nella produzione di accessori per tetti e pareti, sarà presente alla prossima edizione del Saie di Bologna (Padiglione 21 – Stand B63) con una serie di novità, che vanno a integrare il già ampio ventaglio di prodotti da tempo noti anche alla clientela italiana. Una novità, in particolare, si può considerare in un certo senso rivoluzionaria perché vede Klöber divenire protagonista di un settore fino ad ora toccato marginalmente, grazie alla messa a punto di una guaina specifica per la copertura dei tetti in cemento. I laboratori di ricerca Klöber hanno infatti studiato un tipo innovativo di guaina ultratraspirante e autoincollante, che viene collocata a diretto contatto con la soletta. Un evidente passo avanti nella creazione di un “sistema tetto” che possa adattarsi non solo al mondo delle costruzioni in legno, ma anche a quelle, tuttora molto diffuse, dei tetti in calcestruzzo, cui offrire elevate performances in termini di miglior aerazione, di traspirazione e quindi di benessere abitativo e non ultimo un consistente vantaggio in termini di costo. Di recente introduzione in Italia anche la guaina ultratraspirante Permo vert, evoluzione della precedente Permo Easy, rispetto alla quale presenta doti di maggior leggerezza (pesa infatti 100 g/m²), economicità, fermi restando i requisiti di traspirabilità e impermeabilità. Una guaina che, all’occorrenza, può essere utilizzata anche per le pareti, con una estrema semplicità di applicazione: viene infatti fornita, su richiesta, in rotoli di altezza variabile (2,60/2,80 e 3 m). Per la prima volta al Saie anche la nuova linea Trapac costituita da: 1) il nuovo gancio di sicurezza multifunzione, capace di svolgere contemporaneamente tre compiti: può infatti essere utilizzato come gancio di sicurezza, in quanto presenta un ampio e pratico attacco per il moschettone, come paraneve, perché predisposto ad accogliere una eventuale trave per scongiurare il rischio di caduta della neve e come scaletta di sicurezza, a disposizione dell’operatore che debba effettuare interventi di manutenzione sul tetto. 2) la pedana universale per tetti da 18,28,40 e 80 cm. Accessori indispensabili per una corretta e sicura pedonabilità del tetto. Di semplice installazione, innovativi, adatti per ogni tipo e grandezza di tegola e dall’interessante aspetto economico. 3) A completamento della linea Trapac si potrà vedere il “porta trave fermaneve”, anch’esso di facile installazione, universale, dall’ottimo rapporto qualità/prezzo. |
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NOVITÀ KLÖBER AL SAIE DI BOLOGNA |
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Bologna, 13 settembre 2004 - Klöber, azienda leader nella produzione di accessori per tetti e pareti, sarà presente alla prossima edizione del Saie di Bologna (Padiglione 21 – Stand B63) con una serie di novità, che vanno a integrare il già ampio ventaglio di prodotti da tempo noti anche alla clientela italiana. Una novità, in particolare, si può considerare in un certo senso rivoluzionaria perché vede Klöber divenire protagonista di un settore fino ad ora toccato marginalmente, grazie alla messa a punto di una guaina specifica per la copertura dei tetti in cemento. I laboratori di ricerca Klöber hanno infatti studiato un tipo innovativo di guaina ultratraspirante e autoincollante, che viene collocata a diretto contatto con la soletta. Un evidente passo avanti nella creazione di un “sistema tetto” che possa adattarsi non solo al mondo delle costruzioni in legno, ma anche a quelle, tuttora molto diffuse, dei tetti in calcestruzzo, cui offrire elevate performances in termini di miglior aerazione, di traspirazione e quindi di benessere abitativo e non ultimo un consistente vantaggio in termini di costo. Di recente introduzione in Italia anche la guaina ultratraspirante Permo vert, evoluzione della precedente Permo Easy, rispetto alla quale presenta doti di maggior leggerezza (pesa infatti 100 g/m²), economicità, fermi restando i requisiti di traspirabilità e impermeabilità. Una guaina che, all’occorrenza, può essere utilizzata anche per le pareti, con una estrema semplicità di applicazione: viene infatti fornita, su richiesta, in rotoli di altezza variabile (2,60/2,80 e 3 m). Per la prima volta al Saie anche la nuova linea Trapac costituita da: 1) il nuovo gancio di sicurezza multifunzione, capace di svolgere contemporaneamente tre compiti: può infatti essere utilizzato come gancio di sicurezza, in quanto presenta un ampio e pratico attacco per il moschettone, come paraneve, perché predisposto ad accogliere una eventuale trave per scongiurare il rischio di caduta della neve e come scaletta di sicurezza, a disposizione dell’operatore che debba effettuare interventi di manutenzione sul tetto. 2) la pedana universale per tetti da 18,28,40 e 80 cm. Accessori indispensabili per una corretta e sicura pedonabilità del tetto. Di semplice installazione, innovativi, adatti per ogni tipo e grandezza di tegola e dall’interessante aspetto economico. 3) A completamento della linea Trapac si potrà vedere il “porta trave fermaneve”, anch’esso di facile installazione, universale, dall’ottimo rapporto qualità/prezzo. |
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INAUGURATA A KIEV BRAVO ITALIA, LA MOSTRA DEL MADE IN ITALY DI QUALITÀ |
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Roma, 8 settembre 2004 – Con l’inaugurazione, avvenuta questa mattina a Kiev, ha preso avvio la prima edizione di “Bravo Italia”, l’esposizione italiana di beni di consumo di qualità, in programma nella capitale dell’Ucraina dall’8 all’11 settembre. L’iniziativa, cui partecipano 150 imprese italiane operanti nei settori arredo/casa e rifinitura di interni, prodotti alimentari, sistema moda e prodotti per il tempo libero, è stata organizzata dal sistema delle Camere di Commercio e dall’Ice, nell’ambito degli accordi di programma tra Ministero delle Attività produttive e Unioncamere. All’inaugurazione, cui sono intervenuti l’ambasciatore italiano in Ucraina, Fabio Fabbri, e rappresentanti del Governo e delle istituzioni locali, ha preso parte il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli. “La qualità del nostro made in Italy che la manifestazione mette in mostra – ha detto Tripoli nel suo intervento - è il miglior biglietto da visita dell’Italia nel mondo. E’ l’immagine del successo non solo economico ma anche del nostro stile di vita, della nostra cultura, del gusto, delle tradizioni e della peculiarità dei nostri territori”. “Bravo Italia – ha aggiunto il segretario generale di Unioncamere - ci fa vedere con chiarezza che è possibile lavorare in collaborazione tra istituzioni nella promozione del Sistema Italia nel mondo. Da questa alleanza tra Ministero delle Attività produttive, Ice, Unioncamere e Camere di Commercio sono certo che le nostre imprese trarranno vantaggio per accrescere la loro penetrazione su un mercato, quale è quello ucraino, di grande interesse e potenzialità”. |
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INAUGURATA A KIEV BRAVO ITALIA, LA MOSTRA DEL MADE IN ITALY DI QUALITÀ |
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Roma, 8 settembre 2004 – Con l’inaugurazione, avvenuta questa mattina a Kiev, ha preso avvio la prima edizione di “Bravo Italia”, l’esposizione italiana di beni di consumo di qualità, in programma nella capitale dell’Ucraina dall’8 all’11 settembre. L’iniziativa, cui partecipano 150 imprese italiane operanti nei settori arredo/casa e rifinitura di interni, prodotti alimentari, sistema moda e prodotti per il tempo libero, è stata organizzata dal sistema delle Camere di Commercio e dall’Ice, nell’ambito degli accordi di programma tra Ministero delle Attività produttive e Unioncamere. All’inaugurazione, cui sono intervenuti l’ambasciatore italiano in Ucraina, Fabio Fabbri, e rappresentanti del Governo e delle istituzioni locali, ha preso parte il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli. “La qualità del nostro made in Italy che la manifestazione mette in mostra – ha detto Tripoli nel suo intervento - è il miglior biglietto da visita dell’Italia nel mondo. E’ l’immagine del successo non solo economico ma anche del nostro stile di vita, della nostra cultura, del gusto, delle tradizioni e della peculiarità dei nostri territori”. “Bravo Italia – ha aggiunto il segretario generale di Unioncamere - ci fa vedere con chiarezza che è possibile lavorare in collaborazione tra istituzioni nella promozione del Sistema Italia nel mondo. Da questa alleanza tra Ministero delle Attività produttive, Ice, Unioncamere e Camere di Commercio sono certo che le nostre imprese trarranno vantaggio per accrescere la loro penetrazione su un mercato, quale è quello ucraino, di grande interesse e potenzialità”. |
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FIAT DUCATO 2.8 JTD POWER 146 CV PROTAGONISTA AL SALONE “MONDO NATURA 2004” |
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Torino 13 settembre 2004 - Dall´11 al 19 settembre si svolgerà a Rimini “Mondo Natura 2004”, l’undicesimo Salone internazionale del camper, caravan, campeggio e turismo all’aria aperta, al quale parteciperà anche il nuovo Ducato 2.8 Jtd Power 146 Cv. La novità è rappresentata dal brillante 2.8 turbodiesel “common rail” con turbina a geometria variabile e intercooler che sviluppa 146 Cv di potenza ed una coppia di 310 Nm (contro i 127 Cv e i 300 Nm del 2.8 Jtd con turbo a geometria fissa). Da sottolineare che potenza e coppia massima sono raggiunte a bassi regimi: 3600 giri/min la prima e 1500 giri/min la seconda. La curva di coppia rimane “piatta” al valore massimo da 1500 fino ad oltre 3000 giri. A tutto vantaggio di accelerazione, ripresa, guidabilità e consumi: per esempio, questi ultimi sono ridotti di circa il 10% (a velocità costante) rispetto a quelli fatti registrare dal 2.8 Jtd da 127 Cv. Inoltre, il 2.8 Jtd Power assicura ottime prestazioni in ogni condizione operativa, anche con carichi importanti. Potente ed elastico, dunque, il propulsore 2.8 Jtd Power annovera tutti i vantaggi propri di questa famiglia di motori “Common Rail”: grande silenziosità, elevate prestazioni, rispetto dell’ambiente e bassi costi di gestione (per esempio l’intervallo di sostituzione dell’olio motore è di 30.000 km). Insomma, il nuovo propulsore abbina grande piacere di guida con eccezionali doti di ripresa e di accelerazione, tanto da poter essere considerato la soluzione ideale per Campers e motor-homes. Senza contare la grande affidabilità del 2.8 Jtd Power 146 Cv come dimostrano gli oltre 250.000 chilometri di strada percorsi in fase di sperimentazione e i severi test di comportamento e avviamento a freddo eseguiti in Svezia. In coerenza con la missione del 2.8 Jtd Power 146 Cv molte delle prove per la messa a punto del motore e del cambio sono state realizzate con Campers su base Ducato mansardati a pieno carico. Una carta in più, quindi, per un veicolo apprezzato in tutta Europa per le sue doti di affidabilità, robustezza, elasticità ed economicità. Questa novità rinforzerà ulteriormente la leadership del Fiat Ducato, scelto in Europa da 2 clienti camperisti su 3 e da oltre il 90% degli allestitori che ne apprezzano, in particolare, il piacere di guida, il comfort della cabina, le caratteristiche di sicurezza e il pianale piatto: basti dire che sono oltre 200 le basi di Fiat Ducato disponibili per la trasformazione Campers. Tra l’altro, il cliente può scegliere fra altri tre turbodiesel “Common Rail “: 2.0 Jtd da 84 Cv, Sofim 2.3 Jtd 16v da 110 Cv e 2.8 Jtd da 127 Cv. Fin qui le caratteristiche tecniche del modello e del suo nuovo propulsore. Ma al mondo del camper Fiat offre un valore in più: Fiat Camper Assistance, una rete di assistenza dedicata che non ha confronti sul mercato e si va estendendo a tutto il territorio europeo. Infatti, tra gli oltre 7.400 punti di assistenza Fiat Ducato presenti in Europa, molti di questi sono appositamente preparati per rispondere alle esigenze dei camperisti: in Italia sono già 219 le officine Fiat Camper Assistance dove i clienti possono contare su personale specializzato, ricambi originali, parcheggio e spazi interni con caratteristiche e dimensioni adeguate a questo tipo di veicoli. Per conoscere gli indirizzi di queste officine è sufficiente collegarsi al sito www.Veicolicommerciali.fiat.com o telefonare al call center dell’Assistenza Clienti Fiat: in Italia il numero telefonico è 199.65.65.65, in funzione dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18, con un costo di chiamata pari ad 1 euro. Gli operatori del call center, inoltre, forniscono informazioni sul modello e sulla rete di vendita. In caso di necessità, invece, il cliente può contattare - 24 ore su 24 e in tutta Europa - il servizio di assistenza stradale che risponde al numero verde indicato nel libretto di uso e manutenzione. |
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FIAT DUCATO 2.8 JTD POWER 146 CV PROTAGONISTA AL SALONE “MONDO NATURA 2004” |
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Torino 13 settembre 2004 - Dall´11 al 19 settembre si svolgerà a Rimini “Mondo Natura 2004”, l’undicesimo Salone internazionale del camper, caravan, campeggio e turismo all’aria aperta, al quale parteciperà anche il nuovo Ducato 2.8 Jtd Power 146 Cv. La novità è rappresentata dal brillante 2.8 turbodiesel “common rail” con turbina a geometria variabile e intercooler che sviluppa 146 Cv di potenza ed una coppia di 310 Nm (contro i 127 Cv e i 300 Nm del 2.8 Jtd con turbo a geometria fissa). Da sottolineare che potenza e coppia massima sono raggiunte a bassi regimi: 3600 giri/min la prima e 1500 giri/min la seconda. La curva di coppia rimane “piatta” al valore massimo da 1500 fino ad oltre 3000 giri. A tutto vantaggio di accelerazione, ripresa, guidabilità e consumi: per esempio, questi ultimi sono ridotti di circa il 10% (a velocità costante) rispetto a quelli fatti registrare dal 2.8 Jtd da 127 Cv. Inoltre, il 2.8 Jtd Power assicura ottime prestazioni in ogni condizione operativa, anche con carichi importanti. Potente ed elastico, dunque, il propulsore 2.8 Jtd Power annovera tutti i vantaggi propri di questa famiglia di motori “Common Rail”: grande silenziosità, elevate prestazioni, rispetto dell’ambiente e bassi costi di gestione (per esempio l’intervallo di sostituzione dell’olio motore è di 30.000 km). Insomma, il nuovo propulsore abbina grande piacere di guida con eccezionali doti di ripresa e di accelerazione, tanto da poter essere considerato la soluzione ideale per Campers e motor-homes. Senza contare la grande affidabilità del 2.8 Jtd Power 146 Cv come dimostrano gli oltre 250.000 chilometri di strada percorsi in fase di sperimentazione e i severi test di comportamento e avviamento a freddo eseguiti in Svezia. In coerenza con la missione del 2.8 Jtd Power 146 Cv molte delle prove per la messa a punto del motore e del cambio sono state realizzate con Campers su base Ducato mansardati a pieno carico. Una carta in più, quindi, per un veicolo apprezzato in tutta Europa per le sue doti di affidabilità, robustezza, elasticità ed economicità. Questa novità rinforzerà ulteriormente la leadership del Fiat Ducato, scelto in Europa da 2 clienti camperisti su 3 e da oltre il 90% degli allestitori che ne apprezzano, in particolare, il piacere di guida, il comfort della cabina, le caratteristiche di sicurezza e il pianale piatto: basti dire che sono oltre 200 le basi di Fiat Ducato disponibili per la trasformazione Campers. Tra l’altro, il cliente può scegliere fra altri tre turbodiesel “Common Rail “: 2.0 Jtd da 84 Cv, Sofim 2.3 Jtd 16v da 110 Cv e 2.8 Jtd da 127 Cv. Fin qui le caratteristiche tecniche del modello e del suo nuovo propulsore. Ma al mondo del camper Fiat offre un valore in più: Fiat Camper Assistance, una rete di assistenza dedicata che non ha confronti sul mercato e si va estendendo a tutto il territorio europeo. Infatti, tra gli oltre 7.400 punti di assistenza Fiat Ducato presenti in Europa, molti di questi sono appositamente preparati per rispondere alle esigenze dei camperisti: in Italia sono già 219 le officine Fiat Camper Assistance dove i clienti possono contare su personale specializzato, ricambi originali, parcheggio e spazi interni con caratteristiche e dimensioni adeguate a questo tipo di veicoli. Per conoscere gli indirizzi di queste officine è sufficiente collegarsi al sito www.Veicolicommerciali.fiat.com o telefonare al call center dell’Assistenza Clienti Fiat: in Italia il numero telefonico è 199.65.65.65, in funzione dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18, con un costo di chiamata pari ad 1 euro. Gli operatori del call center, inoltre, forniscono informazioni sul modello e sulla rete di vendita. In caso di necessità, invece, il cliente può contattare - 24 ore su 24 e in tutta Europa - il servizio di assistenza stradale che risponde al numero verde indicato nel libretto di uso e manutenzione. |
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AL TEATRO STUDIO, LUNEDI’ 20 SETTEMBRE, EDGAR MORIN INAUGURA IL FESTIVAL DEL MEDITERRANEO |
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Milano, 13 settembre 2004 - Lunedì 20 settembre, al Teatro Studio (ore 17), Edgar Morin, icona del dibattito intellettuale cresciuto attorno al tema del meticciato interculturale, inaugura il Festival del Mediterraneo, decima edizione del Festival del Teatro d’Europa, dedicata alla vita teatrale e alla complessità dell’immaginario ricollegabile al mare nostrum. In una conversazione con Mauro Ceruti, il sociologo francese, da sempre sostenitore dello scambio vivificante delle idee riflesso nell’”immagine-guida” del Mediterraneo, sancisce idealmente l’inizio di un Festival che – nelle parole di Sergio Escobar – ha la funzione di un “portolano”, ovvero quella di “condurci lungo itinerari tracciati da relazioni e vicinanze con paesi e culture, dove la vita delle forme teatrali assume accenti e coloriture che riflettono l’accatastarsi delle civiltà”. Un itinerario che attraversa 18 paesi e che prevede, oltre agli spettacoli di teatro, musica e danza, un’importante sezione di approfondimento, Le rotte della conoscenza, a cura di Giulio Giorello, “un modo concreto” - ribadisce Escobar -”per verificare tangenze, leggere il mito, modulare variazioni, riflettere su concetti e parole, prima che vengano offuscati dal pur necessario linguaggio della cronaca”. Tra settembre e dicembre, il ciclo di incontri prevede ospiti prestigiosi, come Stefano Zecchi, Ettore Mo, Sergio Romano, Massimo Cacciari, Franco Cardini, Ahmed Djebbar, Gabriel Mandel, Monica Centanni, Lucio Russo, Eva Cantarella e Marcel Detienne. L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti. Infolink: www.Piccoloteatro.org |
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AL TEATRO STUDIO, LUNEDI’ 20 SETTEMBRE, EDGAR MORIN INAUGURA IL FESTIVAL DEL MEDITERRANEO |
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Milano, 13 settembre 2004 - Lunedì 20 settembre, al Teatro Studio (ore 17), Edgar Morin, icona del dibattito intellettuale cresciuto attorno al tema del meticciato interculturale, inaugura il Festival del Mediterraneo, decima edizione del Festival del Teatro d’Europa, dedicata alla vita teatrale e alla complessità dell’immaginario ricollegabile al mare nostrum. In una conversazione con Mauro Ceruti, il sociologo francese, da sempre sostenitore dello scambio vivificante delle idee riflesso nell’”immagine-guida” del Mediterraneo, sancisce idealmente l’inizio di un Festival che – nelle parole di Sergio Escobar – ha la funzione di un “portolano”, ovvero quella di “condurci lungo itinerari tracciati da relazioni e vicinanze con paesi e culture, dove la vita delle forme teatrali assume accenti e coloriture che riflettono l’accatastarsi delle civiltà”. Un itinerario che attraversa 18 paesi e che prevede, oltre agli spettacoli di teatro, musica e danza, un’importante sezione di approfondimento, Le rotte della conoscenza, a cura di Giulio Giorello, “un modo concreto” - ribadisce Escobar -”per verificare tangenze, leggere il mito, modulare variazioni, riflettere su concetti e parole, prima che vengano offuscati dal pur necessario linguaggio della cronaca”. Tra settembre e dicembre, il ciclo di incontri prevede ospiti prestigiosi, come Stefano Zecchi, Ettore Mo, Sergio Romano, Massimo Cacciari, Franco Cardini, Ahmed Djebbar, Gabriel Mandel, Monica Centanni, Lucio Russo, Eva Cantarella e Marcel Detienne. L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti. Infolink: www.Piccoloteatro.org |
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E’ APERTA L’ANTOLOGICA DI PIERRE CASÈ ALLA PINACOTECA CASA RUSCA DI LOCARNO |
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Locarno, 13 settembre 2004 - In varie occasione la Pinacoteca Casa Rusca ha ospitato nei suoi spazi artisti ticinesi contemporanei particolarmente interessanti nel panorama artistico del Canton Ticino in rapporto alla produzione svizzera complessiva: Fernando Bordoni (1989), Samuele Gabai (1989), Maria Pia Borgnini (1990), Edmondo Dobrzanski (1990), Cesare Lucchini (1992), Flavio Paolucci (1993), Paolo Bellini (1995), Sergio Emery (1997), Claudio Baccalà (1998). Negli ultimi anni si era un po’ perso questo contatto diretto con la ricerca condotta sul territorio e la mostra che la città dedica a Pierre Casè sta ad indicare un rinnovato interesse per questo filone espositivo. L’opera di Pierre Casè è stata tenuta volutamente in ombra per oltre un decennio dall’artista stesso, impegnato dal 1990 al 2000 come direttore proprio di Casa Rusca, dove ha, fra l’altro, allestito importanti mostre di maestri internazionali come Max Bill, Alberto Burri, Osvaldo Licini, Emil Schumacher, Asger Jorn, Antoni Tapies, Marino Marini. La rassegna tende a mettere a fuoco l’evoluzione dell’arte di Casè lungo quasi venticinque anni di ricerca, prendendo le mosse dalle opere del ciclo “Antiche presenze” dei primi anni Ottanta per giungere fino a lavori completati nel corso della prima metà del 2004. Nella selezione delle opere si è cercato di documentare i vari cicli tematici che hanno caratterizzato, periodo per periodo, il suo lavoro, seguendo quel fil rouge di memoria e tempo che sono la base costitutiva di tutta la sua poetica. Le “reliquie dei muri” che prendono consistenza in opere di grandi e di piccole dimensioni già racchiudono molte delle convinzioni e delle intuizioni, sia compositive che plastiche, che andranno maturando nel tempo per poi esplodere nei grandi dipinti della seconda metà degli anni Novanta. La palpabilità dei segni del passato e il senso profondo della materia (e quindi di una superficie dipinta sofferta e “viva”) innervano ogni suo lavoro e costituiscono nello stesso tempo soggetto e oggetto della sua pittura. Oggetto in quanto elemento di rappresentazione, soggetto in quanto momento di suggestione creativa. Il rapporto di Casè con le sue opere è quanto mai stretto e si nutre del rapporto che egli attiva e coltiva con i vari aspetti dell’esistenza, a partire dai manufatti edilizi che, più di molte altre cose, costituiscono un registro sensibile (e, per chi sa guardare, leggibile) del trascorrere del tempo e del passare degli uomini. Si capiscono allora la matericità dei suoi dipinti e quei colori di terra che li percorrono. Di terra, ma anche, soprattutto nelle opere realizzate a partire dal 2001, di nero. Un nero che è di fuliggine, più o meno densa, e che costituisce un ottimo “medium” per esorcizzare il senso della morte e della fine, che si innesta con prepotenza sulle narrazioni degli anni precedenti. Forte anche di un “passaggio” non facile attraverso la malattia che lo porta ad incidere pesantemente - in modo fisico - sulla superficie da dipingere. La mostra comprende 115 opere (da opere di piccolo formato come le Reliquie e le Teste arcaiche alle grandi Atmosfere arcaiche) e si articola secondo un percorso cronologico nelle 12 sale del piano terra, primo e secondo piano della Casa Rusca. In appendice, negli spazi della Sinopia verrà inoltre presentata la mostra “Marco d’Anna. Il ritorno della memoria. Un viaggio fotografico nel mondo dell’artista Pierre Casè”, che è già stata proposta nello Spazio Culturale Svizzero a Venezia. La rassegna, curata da Luigi Cavadini, è accompagnata da un catalogo edito dalla Pinacoteca Casa Rusca, che riproduce tutte le opere esposte ed è introdotto da testi di Luigi Cavadini, che affronta la poetica dell'opera di Casè, e di Martina Corgnati che propone un excursus storico-critico lungo tutta la sua produzione. L'esposizione si inaugura sabato 11 settembre e resterà aperta fino al 12 dicembre tutti i giorni, escluso lunedì, dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 17. |
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E’ APERTA L’ANTOLOGICA DI PIERRE CASÈ ALLA PINACOTECA CASA RUSCA DI LOCARNO |
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Locarno, 13 settembre 2004 - In varie occasione la Pinacoteca Casa Rusca ha ospitato nei suoi spazi artisti ticinesi contemporanei particolarmente interessanti nel panorama artistico del Canton Ticino in rapporto alla produzione svizzera complessiva: Fernando Bordoni (1989), Samuele Gabai (1989), Maria Pia Borgnini (1990), Edmondo Dobrzanski (1990), Cesare Lucchini (1992), Flavio Paolucci (1993), Paolo Bellini (1995), Sergio Emery (1997), Claudio Baccalà (1998). Negli ultimi anni si era un po’ perso questo contatto diretto con la ricerca condotta sul territorio e la mostra che la città dedica a Pierre Casè sta ad indicare un rinnovato interesse per questo filone espositivo. L’opera di Pierre Casè è stata tenuta volutamente in ombra per oltre un decennio dall’artista stesso, impegnato dal 1990 al 2000 come direttore proprio di Casa Rusca, dove ha, fra l’altro, allestito importanti mostre di maestri internazionali come Max Bill, Alberto Burri, Osvaldo Licini, Emil Schumacher, Asger Jorn, Antoni Tapies, Marino Marini. La rassegna tende a mettere a fuoco l’evoluzione dell’arte di Casè lungo quasi venticinque anni di ricerca, prendendo le mosse dalle opere del ciclo “Antiche presenze” dei primi anni Ottanta per giungere fino a lavori completati nel corso della prima metà del 2004. Nella selezione delle opere si è cercato di documentare i vari cicli tematici che hanno caratterizzato, periodo per periodo, il suo lavoro, seguendo quel fil rouge di memoria e tempo che sono la base costitutiva di tutta la sua poetica. Le “reliquie dei muri” che prendono consistenza in opere di grandi e di piccole dimensioni già racchiudono molte delle convinzioni e delle intuizioni, sia compositive che plastiche, che andranno maturando nel tempo per poi esplodere nei grandi dipinti della seconda metà degli anni Novanta. La palpabilità dei segni del passato e il senso profondo della materia (e quindi di una superficie dipinta sofferta e “viva”) innervano ogni suo lavoro e costituiscono nello stesso tempo soggetto e oggetto della sua pittura. Oggetto in quanto elemento di rappresentazione, soggetto in quanto momento di suggestione creativa. Il rapporto di Casè con le sue opere è quanto mai stretto e si nutre del rapporto che egli attiva e coltiva con i vari aspetti dell’esistenza, a partire dai manufatti edilizi che, più di molte altre cose, costituiscono un registro sensibile (e, per chi sa guardare, leggibile) del trascorrere del tempo e del passare degli uomini. Si capiscono allora la matericità dei suoi dipinti e quei colori di terra che li percorrono. Di terra, ma anche, soprattutto nelle opere realizzate a partire dal 2001, di nero. Un nero che è di fuliggine, più o meno densa, e che costituisce un ottimo “medium” per esorcizzare il senso della morte e della fine, che si innesta con prepotenza sulle narrazioni degli anni precedenti. Forte anche di un “passaggio” non facile attraverso la malattia che lo porta ad incidere pesantemente - in modo fisico - sulla superficie da dipingere. La mostra comprende 115 opere (da opere di piccolo formato come le Reliquie e le Teste arcaiche alle grandi Atmosfere arcaiche) e si articola secondo un percorso cronologico nelle 12 sale del piano terra, primo e secondo piano della Casa Rusca. In appendice, negli spazi della Sinopia verrà inoltre presentata la mostra “Marco d’Anna. Il ritorno della memoria. Un viaggio fotografico nel mondo dell’artista Pierre Casè”, che è già stata proposta nello Spazio Culturale Svizzero a Venezia. La rassegna, curata da Luigi Cavadini, è accompagnata da un catalogo edito dalla Pinacoteca Casa Rusca, che riproduce tutte le opere esposte ed è introdotto da testi di Luigi Cavadini, che affronta la poetica dell'opera di Casè, e di Martina Corgnati che propone un excursus storico-critico lungo tutta la sua produzione. L'esposizione si inaugura sabato 11 settembre e resterà aperta fino al 12 dicembre tutti i giorni, escluso lunedì, dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 17. |
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ATTESA A MILANO PER LA MOSTRA VISIONI DEL FANTASTICO E DEL MERAVIGLIOSO A CURA DELLA FONDAZIONE ANTONIO MAZZOTTA |
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Milano, 13 settembre 2004 - La Fondazione Antonio Mazzotta festeggia quest’anno i 10 anni di apertura della sede espositiva di milano con due importanti iniziative: la mostra visioni del fantastico e del meraviglioso. Prima dei «surrealisti», con opere provenienti dal fondo permanente della Fondazione, che verrà accompagnata da una serie di eventi collaterali, e l'apertura di una nuova e ampia libreria d'arte accanto all'ingresso di Foro Buonaparte. In realtà è già a partire dal 1988 che Gabriele Mazzotta, fondatore dell'omonima casa editrice negli anni Sessanta, realizza mostre ed avvenimenti culturali in Italia e all'estero. Nel 1994 decide poi di trasformare un'ex manifattura tessile, attigua alla casa editrice, in uno spazio espositivo per l'arte moderna e contemporanea che corrisponda ai parametri più avanzati in campo museografico, e lo dedica alla memoria del padre Antonio, filantropo e collezionista. Si inaugura così, con Il disegno del nostro secolo - prima parte, da Klimt a Wols la sede della Fondazione, istituzione privata subito premiata da una serie di riconoscimenti internazionali, primo fra tutti quello dell'Icom (lo “European Museum of the Year Award”) conferitogli dal Consiglio d’Europa nel 1995. La Fondazione è presto divenuta cara agli amanti delle arti, milanesi e non, quale punto di riferimento imprescindibile per godere di mostre, concerti e convegni e ha svolto una funzione pubblica anche nei momenti di scarsa offerta culturale in città. Nel corso di questi dieci anni lo spazio in Foro Buonaparte ha ospitato più di due milioni di visitatori ed è stato pioniere in Italia nell'offrire un servizio didattico esemplare, con visite guidate, laboratori, video e conferenze per tutte le fasce d'età. La mostra Visioni del fantastico e del meraviglioso. Prima dei «surrealisti» (23 settembre 2004 – 9 gennaio 2005) presenta una vastissima collezione di opere su carta e libri che parte dal rarissimo incunabolo della Divina Commedia impresso a Brescia nel 1487, contenente 68 xilografie a piena pagina in bellissima coloritura, del tutto fantastica, accompagnate dal commento del Landino (stampate da Bonino de Boninis). Oltre 300 opere che indagano il mondo del fantastico, del visionario e del surreale dal 1400 ai primi del 1900 e che testimoniano il forte interesse della Fondazione e di Gabriele Mazzotta per i volumi antichi e le opere su carta (disegni, acquarelli, stampe) legati al mondo del fantastico, del prodigioso o sovrannaturale o meraviglioso, come nel corso dei secoli è stato denominato l’inconscio e ciò che non si poteva spiegare razionalmente. La collezione è composta da libri, incisioni originali e tempere, esemplari unici in Italia, tra cui spiccano notevoli “Cinquecentine”, “Emblemata” del Seicento - come quelle tratte dal “Les emblemas de l’amour humain” (1608) di Othos Venius -, alcune “Vedute ottiche” della seconda metà del Settecento. Inoltre fanno parte dell’esposizione spendide incisioni di Pieter Bruegel il vecchio, La Tentazione di Sant’antonio (1635) di Jacques Callot, la serie inedita delle Carceri (1740-50) di Giambattista Piranesi; ma anche i romantici William Blake, Eugene Delacoix e Grandville, L’arcimboldo dei Mestieri di Larmessin; Aldrovandi e i suoi mostri; rarissimi Max Klinger, una selezione dai cicli dei Capricci di Francisco Goya e delle Tentazioni di Sant’antonio di Odilon Redon, Richard Müller, la Beata Solitudo (1908) di Boccioni, Alfred Kubin con trenta originali, fino alle serie straordinarie dei Misteri (1914-15) e della Divina Commedia (1901-1944) di Alberto Martini. La mostra, che per la rarità e la preziosità delle opere esposte si presenta come uno dei maggiori avvenimenti della prossima stagione espositiva, è divisa in sezioni tematiche attraverso le quali il visitatore potrà conoscere i diversi aspetti di questa particolare visione del mondo. Quindi immergersi nel mondo della “Fisiognomica”, da Giovanbattista Della Porta a Johann Kaspar Lavater fino a Charles Le Brun o della “Danza macabra” di Hans Holbein; ammirare incredibili “macchine fantastiche e scientifiche”; entrare in una “Wunderkammer”, la “camera delle meraviglie”, che arricchiva le corti europee tra la metà del Trecento sino al Settecento; e molte altre ancora. Durante il periodo della mostra la Sezione didattica ricorderà alcune delle più belle mostre organizzate dalla Fondazione Antonio Mazzotta dal 1994 a oggi. Suggestive visite “virtuali”, supportate da video-proiezioni guidate per adulti e scuole, e un ciclo di iniziative creative e ricreative per i più piccoli si propongono di ripercorrere alcune tappe importanti dell'attività svolta in questi anni dalla Fondazione, non solo relativamente a mostre tenute nella sua sede di Foro Buonaparte, ma anche a esposizioni organizzate presso prestigiosi musei italiani e stranieri. Le attività proposte per le classi potranno essere prenotate per essere effettuate in sede o direttamente a scuola e rientrano nell’ambito di un più ampio progetto didattico che, curato da Artv.it, verrà presentato nel dettaglio a settembre. Tra le molte novità, verranno introdotte una serie di agevolazioni e proposte rivolte al mondo della scuola non solo sull'offerta di servizi didattici multitarget, ma anche di materiali didattici e cataloghi Mazzotta. Il catalogo è edito da Mazzotta. Infolink: www.Mazzotta.it |
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ATTESA A MILANO PER LA MOSTRA VISIONI DEL FANTASTICO E DEL MERAVIGLIOSO A CURA DELLA FONDAZIONE ANTONIO MAZZOTTA |
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Milano, 13 settembre 2004 - La Fondazione Antonio Mazzotta festeggia quest’anno i 10 anni di apertura della sede espositiva di milano con due importanti iniziative: la mostra visioni del fantastico e del meraviglioso. Prima dei «surrealisti», con opere provenienti dal fondo permanente della Fondazione, che verrà accompagnata da una serie di eventi collaterali, e l'apertura di una nuova e ampia libreria d'arte accanto all'ingresso di Foro Buonaparte. In realtà è già a partire dal 1988 che Gabriele Mazzotta, fondatore dell'omonima casa editrice negli anni Sessanta, realizza mostre ed avvenimenti culturali in Italia e all'estero. Nel 1994 decide poi di trasformare un'ex manifattura tessile, attigua alla casa editrice, in uno spazio espositivo per l'arte moderna e contemporanea che corrisponda ai parametri più avanzati in campo museografico, e lo dedica alla memoria del padre Antonio, filantropo e collezionista. Si inaugura così, con Il disegno del nostro secolo - prima parte, da Klimt a Wols la sede della Fondazione, istituzione privata subito premiata da una serie di riconoscimenti internazionali, primo fra tutti quello dell'Icom (lo “European Museum of the Year Award”) conferitogli dal Consiglio d’Europa nel 1995. La Fondazione è presto divenuta cara agli amanti delle arti, milanesi e non, quale punto di riferimento imprescindibile per godere di mostre, concerti e convegni e ha svolto una funzione pubblica anche nei momenti di scarsa offerta culturale in città. Nel corso di questi dieci anni lo spazio in Foro Buonaparte ha ospitato più di due milioni di visitatori ed è stato pioniere in Italia nell'offrire un servizio didattico esemplare, con visite guidate, laboratori, video e conferenze per tutte le fasce d'età. La mostra Visioni del fantastico e del meraviglioso. Prima dei «surrealisti» (23 settembre 2004 – 9 gennaio 2005) presenta una vastissima collezione di opere su carta e libri che parte dal rarissimo incunabolo della Divina Commedia impresso a Brescia nel 1487, contenente 68 xilografie a piena pagina in bellissima coloritura, del tutto fantastica, accompagnate dal commento del Landino (stampate da Bonino de Boninis). Oltre 300 opere che indagano il mondo del fantastico, del visionario e del surreale dal 1400 ai primi del 1900 e che testimoniano il forte interesse della Fondazione e di Gabriele Mazzotta per i volumi antichi e le opere su carta (disegni, acquarelli, stampe) legati al mondo del fantastico, del prodigioso o sovrannaturale o meraviglioso, come nel corso dei secoli è stato denominato l’inconscio e ciò che non si poteva spiegare razionalmente. La collezione è composta da libri, incisioni originali e tempere, esemplari unici in Italia, tra cui spiccano notevoli “Cinquecentine”, “Emblemata” del Seicento - come quelle tratte dal “Les emblemas de l’amour humain” (1608) di Othos Venius -, alcune “Vedute ottiche” della seconda metà del Settecento. Inoltre fanno parte dell’esposizione spendide incisioni di Pieter Bruegel il vecchio, La Tentazione di Sant’antonio (1635) di Jacques Callot, la serie inedita delle Carceri (1740-50) di Giambattista Piranesi; ma anche i romantici William Blake, Eugene Delacoix e Grandville, L’arcimboldo dei Mestieri di Larmessin; Aldrovandi e i suoi mostri; rarissimi Max Klinger, una selezione dai cicli dei Capricci di Francisco Goya e delle Tentazioni di Sant’antonio di Odilon Redon, Richard Müller, la Beata Solitudo (1908) di Boccioni, Alfred Kubin con trenta originali, fino alle serie straordinarie dei Misteri (1914-15) e della Divina Commedia (1901-1944) di Alberto Martini. La mostra, che per la rarità e la preziosità delle opere esposte si presenta come uno dei maggiori avvenimenti della prossima stagione espositiva, è divisa in sezioni tematiche attraverso le quali il visitatore potrà conoscere i diversi aspetti di questa particolare visione del mondo. Quindi immergersi nel mondo della “Fisiognomica”, da Giovanbattista Della Porta a Johann Kaspar Lavater fino a Charles Le Brun o della “Danza macabra” di Hans Holbein; ammirare incredibili “macchine fantastiche e scientifiche”; entrare in una “Wunderkammer”, la “camera delle meraviglie”, che arricchiva le corti europee tra la metà del Trecento sino al Settecento; e molte altre ancora. Durante il periodo della mostra la Sezione didattica ricorderà alcune delle più belle mostre organizzate dalla Fondazione Antonio Mazzotta dal 1994 a oggi. Suggestive visite “virtuali”, supportate da video-proiezioni guidate per adulti e scuole, e un ciclo di iniziative creative e ricreative per i più piccoli si propongono di ripercorrere alcune tappe importanti dell'attività svolta in questi anni dalla Fondazione, non solo relativamente a mostre tenute nella sua sede di Foro Buonaparte, ma anche a esposizioni organizzate presso prestigiosi musei italiani e stranieri. Le attività proposte per le classi potranno essere prenotate per essere effettuate in sede o direttamente a scuola e rientrano nell’ambito di un più ampio progetto didattico che, curato da Artv.it, verrà presentato nel dettaglio a settembre. Tra le molte novità, verranno introdotte una serie di agevolazioni e proposte rivolte al mondo della scuola non solo sull'offerta di servizi didattici multitarget, ma anche di materiali didattici e cataloghi Mazzotta. Il catalogo è edito da Mazzotta. Infolink: www.Mazzotta.it |
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ARTI&ARCHITETTURA, 1900- 2000: UNA GRANDE MOSTRA APPRODA AL PALAZZO DUCALE DI GENOVA DAL 2 OTTOBRE |
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Genova, 13 settembre 2004 - La mostra, organizzata da Palazzo Ducale, raccoglie e documenta gli sconfinamenti operati dagli artisti nell'ambito dell'architettura - artisti che hanno immaginato e spesso realizzato case, grattacieli, complessi urbani ed aeroporti o hanno prodotto dipinti e sculture che richiamano direttamente o indirettamente il soggetto architettonico - e quelli degli architetti che hanno pensato in termini di scultura, vale a dire hanno progettato e creato edifici con forte valore espressivo e plastico e si sono impegnati a realizzare opere con un'alta componente visuale, sconfinando anche nelle ricerche fotografiche e pittoriche. Un’avventura utopica, sfociante a volte nell’"archiscultura", che vede artisti e architetti – da Kazimir Malevič a Vladmir Tatlin, da Antonio Sant'elia a Giuseppe Terragni, da Ludwig Mies van der Rohe a Piet Mondrian, da Le Corbusier a Frederick Kiesler, da Constant a Jean Dubuffet, da Frank Gehry a Claes Oldenburg-coosje van Bruggen - impegnati a disegnare spazi, volumi e percorsi ideali, basati su colori e forme che non provengono dalla funzionalità, ma dalla creatività pura, visiva e plastica, tipica della ricerca visuale, in una comune ipotesi d'intervento sulla città e sulla vita. La mostra è articolata in tre parti: la prima dedicata agli architetti e agli artisti delle Avanguardie storiche, fino agli anni Sessanta compresi (1900-1970); la seconda, che abbraccia più specificatamente il periodo contemporaneo (1970-2000); la terza, volta a realizzare a Genova, in piazze, strade e negli atri e cortili di palazzi storici, strutture effimere a firma di alcuni dei maggiori artisti e architetti del mondo. Per meglio esemplificare l'interazione tra le diverse forme espressive così tipico dell'utopia moderna prima e dei linguaggi contemporanei degli ultimi decenni dopo, le prime due sezioni della mostra avranno al loro interno momenti dedicati ad espressioni artistiche diverse, quali, ad esempio, la fotografia, il cinema, la letteratura, sempre in relazione al soggetto architettonico. Il percorso della mostra, una sorta di jam session delle arti – pittura, scultura, film, fotografia, libri - e dell'architettura, sarà il frutto della collaborazione tra il curatore e Gae Aulenti, che insieme hanno già dato vita alla mostra dedicata all'arte italiana proposta dal Guggenheim Museum di New York nel 1994 ("The Italian Metamorphosis, 1943-1968"), avvalendosi del contributo di Pierluigi Cerri per il progetto grafico. L'itinerario delle installazioni contemporanee parte da Piazza Caricamento, dove è collocato il Teatro del Mondo di Aldo Rossi: ricostruito grazie a Coopsette, il Teatro è un omaggio simbolico a tutta l'architettura che ha guardato all'arte e da essa ha tratto suggestioni e strumenti. In Piazza San Lorenzo è collocata l’installazione di Frank Gehry, mentre da Piazza Matteotti, dove sono collocate le installazioni di Pedro Cabrita-reis, Alessandro Mendini e Van Lieshout, il percorso attraversa i cortili di Palazzo Ducale, con gli Igloo di Mario Merz, la scultura di Claes Oldenburg e Coosje van Bruggen e l'installazione Wave Ufo di Mariko Mori, prosegue in Piazza De Ferrari, con Gaetano Pesce e il suo Chiosco per Genova 2004 e il progetto di Pierluigi Cerri per il cantiere della metropolitana, tocca piazza Corvetto con Renzo Piano, scende verso Piazza Fontane Marose e Piazza San Matteo, con le installazioni, rispettivamente, di Hans Hollein (The Golden Calf, 2004) e Anselm Kiefer (Cornelia, 2003), e percorre Strada Nuova, dove Palazzo Lomellino ospita il modello del progetto Togok Towers di Rem Koolhaas e il cortile di Palazzo Tursi ospita i Giardini di vetro di Andrea Branzi. Ogni installazione è stata realizzata grazie al contributo di imprese e società che guardano alla contemporaneità come a un valore della propria cultura aziendale, da Permasteelisa alle società francesi Civra e Altran, da Leggeri S.p.a. A Abet Laminati, da Berti Pavimenti a Ceramiche Marazzi, da Metropolitana di Napoli e Ansaldo a Intergroup Italia, e ancora Habitat Legno e The Nando Peretti Foundation. La mostra prevede il coinvolgimento della città di Genova nel suo complesso, non solo tramite installazioni realizzate da artisti e architetti contemporanei, ma anche attraverso l’utilizzo dei cartelloni solitamente impiegati per scopi pubblicitari di dimensioni 6x3 metri, che verranno utilizzati per presentare immagini di fotografi e disegni di artisti e architetti e che saranno collocati in cinquanta punti cruciali della città in tre diversi momenti del periodo espositivo, una sorta di espansione visiva della mostra nella città intera. Il progetto, interamente prodotto dalla Federico Motta Editore, rappresenta un'inedita ma necessaria trasformazione della città intera, vera destinataria di ogni idea architettonica, in unico, grande luogo espositivo: da levante a ponente, in questo modo, "Arti&architettura, 1900/2000" propone una rassegna di disegni e fotografie ideate appositamente da alcuni dei più famosi artisti, architetti e fotografi, tra cui Gabriele Basilico, Olivo Barbieri, Greg Lynn, Jean Nouvel, Franco Purini, Massimo Scolari, Luisa Lambri, Mimmo Jodice, Arduino Cantafora, Grodon Matta-clark. Il catalogo che accompagna la mostra, edito da Skira, si propone come una pubblicazione esaustiva sull'argomento e si avvale del contributo di studiosi italiani e stranieri – storici dell'arte e dell'architettura, filosofi, storici del cinema e della fotografia – nonché una cronologia degli eventi storico-artistici e una bibliografia generale: più di ottocento pagine, oltre mille immagini a colori e in bianco e nero e il contributo di oltre venti autori restituiscono al lettore la complessità di una mostra che, tra arte architettura, fotografia e cinema, attaversa tutto il Ventesimo secolo e propone uno sguardo sull'oggi. Prenotazioni: tel. 010/5574004, 010/562390, biglietteria@palazzoducale.Genova.it, Call center: tel. 010/20041, Catalogo: Skira editore |
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ARTI&ARCHITETTURA, 1900- 2000: UNA GRANDE MOSTRA APPRODA AL PALAZZO DUCALE DI GENOVA DAL 2 OTTOBRE |
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Genova, 13 settembre 2004 - La mostra, organizzata da Palazzo Ducale, raccoglie e documenta gli sconfinamenti operati dagli artisti nell'ambito dell'architettura - artisti che hanno immaginato e spesso realizzato case, grattacieli, complessi urbani ed aeroporti o hanno prodotto dipinti e sculture che richiamano direttamente o indirettamente il soggetto architettonico - e quelli degli architetti che hanno pensato in termini di scultura, vale a dire hanno progettato e creato edifici con forte valore espressivo e plastico e si sono impegnati a realizzare opere con un'alta componente visuale, sconfinando anche nelle ricerche fotografiche e pittoriche. Un’avventura utopica, sfociante a volte nell’"archiscultura", che vede artisti e architetti – da Kazimir Malevič a Vladmir Tatlin, da Antonio Sant'elia a Giuseppe Terragni, da Ludwig Mies van der Rohe a Piet Mondrian, da Le Corbusier a Frederick Kiesler, da Constant a Jean Dubuffet, da Frank Gehry a Claes Oldenburg-coosje van Bruggen - impegnati a disegnare spazi, volumi e percorsi ideali, basati su colori e forme che non provengono dalla funzionalità, ma dalla creatività pura, visiva e plastica, tipica della ricerca visuale, in una comune ipotesi d'intervento sulla città e sulla vita. La mostra è articolata in tre parti: la prima dedicata agli architetti e agli artisti delle Avanguardie storiche, fino agli anni Sessanta compresi (1900-1970); la seconda, che abbraccia più specificatamente il periodo contemporaneo (1970-2000); la terza, volta a realizzare a Genova, in piazze, strade e negli atri e cortili di palazzi storici, strutture effimere a firma di alcuni dei maggiori artisti e architetti del mondo. Per meglio esemplificare l'interazione tra le diverse forme espressive così tipico dell'utopia moderna prima e dei linguaggi contemporanei degli ultimi decenni dopo, le prime due sezioni della mostra avranno al loro interno momenti dedicati ad espressioni artistiche diverse, quali, ad esempio, la fotografia, il cinema, la letteratura, sempre in relazione al soggetto architettonico. Il percorso della mostra, una sorta di jam session delle arti – pittura, scultura, film, fotografia, libri - e dell'architettura, sarà il frutto della collaborazione tra il curatore e Gae Aulenti, che insieme hanno già dato vita alla mostra dedicata all'arte italiana proposta dal Guggenheim Museum di New York nel 1994 ("The Italian Metamorphosis, 1943-1968"), avvalendosi del contributo di Pierluigi Cerri per il progetto grafico. L'itinerario delle installazioni contemporanee parte da Piazza Caricamento, dove è collocato il Teatro del Mondo di Aldo Rossi: ricostruito grazie a Coopsette, il Teatro è un omaggio simbolico a tutta l'architettura che ha guardato all'arte e da essa ha tratto suggestioni e strumenti. In Piazza San Lorenzo è collocata l’installazione di Frank Gehry, mentre da Piazza Matteotti, dove sono collocate le installazioni di Pedro Cabrita-reis, Alessandro Mendini e Van Lieshout, il percorso attraversa i cortili di Palazzo Ducale, con gli Igloo di Mario Merz, la scultura di Claes Oldenburg e Coosje van Bruggen e l'installazione Wave Ufo di Mariko Mori, prosegue in Piazza De Ferrari, con Gaetano Pesce e il suo Chiosco per Genova 2004 e il progetto di Pierluigi Cerri per il cantiere della metropolitana, tocca piazza Corvetto con Renzo Piano, scende verso Piazza Fontane Marose e Piazza San Matteo, con le installazioni, rispettivamente, di Hans Hollein (The Golden Calf, 2004) e Anselm Kiefer (Cornelia, 2003), e percorre Strada Nuova, dove Palazzo Lomellino ospita il modello del progetto Togok Towers di Rem Koolhaas e il cortile di Palazzo Tursi ospita i Giardini di vetro di Andrea Branzi. Ogni installazione è stata realizzata grazie al contributo di imprese e società che guardano alla contemporaneità come a un valore della propria cultura aziendale, da Permasteelisa alle società francesi Civra e Altran, da Leggeri S.p.a. A Abet Laminati, da Berti Pavimenti a Ceramiche Marazzi, da Metropolitana di Napoli e Ansaldo a Intergroup Italia, e ancora Habitat Legno e The Nando Peretti Foundation. La mostra prevede il coinvolgimento della città di Genova nel suo complesso, non solo tramite installazioni realizzate da artisti e architetti contemporanei, ma anche attraverso l’utilizzo dei cartelloni solitamente impiegati per scopi pubblicitari di dimensioni 6x3 metri, che verranno utilizzati per presentare immagini di fotografi e disegni di artisti e architetti e che saranno collocati in cinquanta punti cruciali della città in tre diversi momenti del periodo espositivo, una sorta di espansione visiva della mostra nella città intera. Il progetto, interamente prodotto dalla Federico Motta Editore, rappresenta un'inedita ma necessaria trasformazione della città intera, vera destinataria di ogni idea architettonica, in unico, grande luogo espositivo: da levante a ponente, in questo modo, "Arti&architettura, 1900/2000" propone una rassegna di disegni e fotografie ideate appositamente da alcuni dei più famosi artisti, architetti e fotografi, tra cui Gabriele Basilico, Olivo Barbieri, Greg Lynn, Jean Nouvel, Franco Purini, Massimo Scolari, Luisa Lambri, Mimmo Jodice, Arduino Cantafora, Grodon Matta-clark. Il catalogo che accompagna la mostra, edito da Skira, si propone come una pubblicazione esaustiva sull'argomento e si avvale del contributo di studiosi italiani e stranieri – storici dell'arte e dell'architettura, filosofi, storici del cinema e della fotografia – nonché una cronologia degli eventi storico-artistici e una bibliografia generale: più di ottocento pagine, oltre mille immagini a colori e in bianco e nero e il contributo di oltre venti autori restituiscono al lettore la complessità di una mostra che, tra arte architettura, fotografia e cinema, attaversa tutto il Ventesimo secolo e propone uno sguardo sull'oggi. Prenotazioni: tel. 010/5574004, 010/562390, biglietteria@palazzoducale.Genova.it, Call center: tel. 010/20041, Catalogo: Skira editore |
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EGITTO, DALLE PIRAMIDI AD ALESSANDRO MAGNO: L’EVENTO DELL’ANNO AL MUSEO CIVICO ALA PONZONE DI CREMONA |
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Cremona, 13 settembre 2004 - Organizzata dall’Apic di Cremona in coproduzione con il Museo civico Ala Ponzone, realizzata con il patrocinio della Regione Lombardia e il contributo della Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona, ideata dalla Fondazione Biblioteca di via Senato di Milano in collaborazione con la Società Cooperativa Archeologica di Milano, la mostra dal 25 settembre 2004 al 28 marzo 2005 illustra, attraverso l’esposizione di oltre 150 reperti, alcuni aspetti di questa grande civiltà millenaria e ne testimonia il fascino da sempre destato nell’immaginario collettivo. Lo sviluppo del progetto espositivo – a cura di Massimiliana Pozzi (Egittologa per la Società Cooperativa Archeologica di Milano) per la parte archeologica e di Patrizia Piacentini (Cattedra di Egittologia dell'Università degli Studi di Milano) per la parte documentaria e libraria – è essenzialmente cronologico, per rendere il più possibile evidente come nell’apparente immutabilità della civiltà egiziana si possano cogliere mutamenti anche notevoli. L’intento è quello di valorizzare – attraverso esempi del sud, del centro e del nord – le oltre 90 collezioni presenti in Italia, spesso anche molto importanti, ma poco conosciute o inedite. Collezioni che rappresentano anche una buona sintesi delle diverse modalità di acquisizione dei reperti egizi: la collezione di Firenze (sconosciuta al grande pubblico) si deve in parte alla spedizione scientifica di Jean François Champollion e di Ippolito Rosellini e in parte all’impegno dell’egittologo Ernesto Schiaparelli, mentre la collezione di Napoli nasce dal confluire della raccolta dei Farnese, di quella del cardinale Stefano Borgia e di quella dell’avventuriero Giuseppe Picchianti; le collezioni del nord si sono per lo più formate grazie a donazioni di privati. «Egitto. Dalle piramidi ad Alessandro Magno» evidenzia le caratteristiche dell’evolu-zione culturale della civiltà egiziana nei periodi principali in cui si è articolata la sua storia: Predinastico e Antico Regno (3000-2134 a.C.); Primo Periodo Intermedio (2134-2040 a.C.) e Medio Regno (2040-1640 a.C.); Secondo Periodo Intermedio (1640-1532 a.C.); Nuovo Regno (1550-1070 a.C.); Epoca Tarda (1070-332 a.C.). La mostra verrà allestita in due differenti sedi e corredata di una affascinante ma pertinente scenografia. Nelle sale dedicate alle esposizioni temporanee del Museo civico Ala Ponzone in Palazzo Affaitati saranno esposti reperti provenienti soprattutto da importanti raccolte lombarde, come il sarcofago di Ankhekhonsu (Civico Museo Archeologico di Bergamo), ma anche opere di collezione privata come la statua del vizir Khay, presentata al Congresso di Egittologia del Cairo nel 2000. Affiancherà la sezione archeologica un percorso letterario: “Voglio farti amare i libri più che tua madre” [Insegnamento di Khety (Medio Regno)] permetterà di affrontare da un lato la storia degli studi sull’Egittologia, con i grandi volumi illustrati della fine del Settecento e dell’inizio dell’Ottocento e, dall’altro, gli influssi dell’Egittomania sugli autori classici e moderni. I volumi provengono dalla ricchissima Biblioteca di Egittologia dell’Università degli Studi di Milano, che ha recentemente acquisito importanti fondi librari e archivistici. A Palazzo Stanga il percorso sarà costituito da numerosi e importanti reperti archeologici, che documentano lo sviluppo della cultura egiziana nei tre millenni della sua durata. Così per il Predinastico, a testimonianza dell’alto livello tecnologico raggiunto dagli antichi Egizi nell’epoca della formazione, saranno in mostra raffinati manufatti in pietra. Per l’Antico Regno le piramidi saranno evocate da prestigiosi documenti e volumi illustrati che testimoniano i primi passi nello studio di questi maestosi monumenti. I cambiamenti politico-sociali del Medio Regno troveranno la loro sintesi in una bellissima testa regale, caratterizzata da un viso segnato dalle occhiaie. Il Secondo Periodo Intermedio, nel quale si afferma la dominazione degli Hyksos, sarà documentato dai famosi scarabei di questo periodo. Il Nuovo Regno, epoca di grande ricchezza e di rinascita dell'antico Egitto caratterizzata dalla monumentalità, sarà riassunta da reperti che recano i cartigli di faraoni come Hatshepsut, il faraone donna, Akhenaton, il faraone “eretico” Seti I, il padre di Ramesse Ii, oltre che dai reperti che descrivono la concezione dell’Oltretomba, papiri del Libro dei Morti, vasi canopi, ushabti. Oggetti da cosmetica che permettono di instaurare uno stretto richiamo fra la vita quotidiana e la vita dopo la morte. Infine, per l’Epoca Tarda e in particolare per le concezioni religiose sempre più stratificate e complesse, in qualche modo divenute “superstiziose” saranno proposti anche nuovi oggetti: bronzetti votivi, alcuni degli amuleti più tipici, mummie di animali. A testimonianza del grande interesse verso l’antico Egitto fiorito in Italia a partire dal 1700, i materiali selezionati appartengono a prestigiosi musei italiani fra i quali: Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Museo Egizio di Firenze, Sezione Archeologica del Museo civico Ala Ponzone di Cremona, Museo Civico di Storia Naturale di Brescia, Museo Civico di Palazzo Te di Mantova, Civico Museo Archeologico di Bergamo, Civiche Raccolte Archeologiche di Milano, oltre che a collezioni private. In Palazzo Stanga sarà inoltre possibile visitare anche la splendida «Stanza Preziosa» nella quale sono conservati gli arredi originali, tra cui un preziosissimo letto a baldacchino, l’imponente scalone settecentesco di Faustino Rodi, gli eleganti ambienti del piano terra e il giardino in stile “romantico”, caratterizzato da una organizzazione arborea originale ancora leggibile e impreziosito dall’elegante tempietto neoclassico dell’architetto Carlo Visioli. Catalogo: Edizioni Biblioteca di via Senato. Informazioni e prenotazioni, Apic Cremona: tel. 0372 31222, Sito ufficiale: www.Cremonamostre.it |
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EGITTO, DALLE PIRAMIDI AD ALESSANDRO MAGNO: L’EVENTO DELL’ANNO AL MUSEO CIVICO ALA PONZONE DI CREMONA |
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Cremona, 13 settembre 2004 - Organizzata dall’Apic di Cremona in coproduzione con il Museo civico Ala Ponzone, realizzata con il patrocinio della Regione Lombardia e il contributo della Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona, ideata dalla Fondazione Biblioteca di via Senato di Milano in collaborazione con la Società Cooperativa Archeologica di Milano, la mostra dal 25 settembre 2004 al 28 marzo 2005 illustra, attraverso l’esposizione di oltre 150 reperti, alcuni aspetti di questa grande civiltà millenaria e ne testimonia il fascino da sempre destato nell’immaginario collettivo. Lo sviluppo del progetto espositivo – a cura di Massimiliana Pozzi (Egittologa per la Società Cooperativa Archeologica di Milano) per la parte archeologica e di Patrizia Piacentini (Cattedra di Egittologia dell'Università degli Studi di Milano) per la parte documentaria e libraria – è essenzialmente cronologico, per rendere il più possibile evidente come nell’apparente immutabilità della civiltà egiziana si possano cogliere mutamenti anche notevoli. L’intento è quello di valorizzare – attraverso esempi del sud, del centro e del nord – le oltre 90 collezioni presenti in Italia, spesso anche molto importanti, ma poco conosciute o inedite. Collezioni che rappresentano anche una buona sintesi delle diverse modalità di acquisizione dei reperti egizi: la collezione di Firenze (sconosciuta al grande pubblico) si deve in parte alla spedizione scientifica di Jean François Champollion e di Ippolito Rosellini e in parte all’impegno dell’egittologo Ernesto Schiaparelli, mentre la collezione di Napoli nasce dal confluire della raccolta dei Farnese, di quella del cardinale Stefano Borgia e di quella dell’avventuriero Giuseppe Picchianti; le collezioni del nord si sono per lo più formate grazie a donazioni di privati. «Egitto. Dalle piramidi ad Alessandro Magno» evidenzia le caratteristiche dell’evolu-zione culturale della civiltà egiziana nei periodi principali in cui si è articolata la sua storia: Predinastico e Antico Regno (3000-2134 a.C.); Primo Periodo Intermedio (2134-2040 a.C.) e Medio Regno (2040-1640 a.C.); Secondo Periodo Intermedio (1640-1532 a.C.); Nuovo Regno (1550-1070 a.C.); Epoca Tarda (1070-332 a.C.). La mostra verrà allestita in due differenti sedi e corredata di una affascinante ma pertinente scenografia. Nelle sale dedicate alle esposizioni temporanee del Museo civico Ala Ponzone in Palazzo Affaitati saranno esposti reperti provenienti soprattutto da importanti raccolte lombarde, come il sarcofago di Ankhekhonsu (Civico Museo Archeologico di Bergamo), ma anche opere di collezione privata come la statua del vizir Khay, presentata al Congresso di Egittologia del Cairo nel 2000. Affiancherà la sezione archeologica un percorso letterario: “Voglio farti amare i libri più che tua madre” [Insegnamento di Khety (Medio Regno)] permetterà di affrontare da un lato la storia degli studi sull’Egittologia, con i grandi volumi illustrati della fine del Settecento e dell’inizio dell’Ottocento e, dall’altro, gli influssi dell’Egittomania sugli autori classici e moderni. I volumi provengono dalla ricchissima Biblioteca di Egittologia dell’Università degli Studi di Milano, che ha recentemente acquisito importanti fondi librari e archivistici. A Palazzo Stanga il percorso sarà costituito da numerosi e importanti reperti archeologici, che documentano lo sviluppo della cultura egiziana nei tre millenni della sua durata. Così per il Predinastico, a testimonianza dell’alto livello tecnologico raggiunto dagli antichi Egizi nell’epoca della formazione, saranno in mostra raffinati manufatti in pietra. Per l’Antico Regno le piramidi saranno evocate da prestigiosi documenti e volumi illustrati che testimoniano i primi passi nello studio di questi maestosi monumenti. I cambiamenti politico-sociali del Medio Regno troveranno la loro sintesi in una bellissima testa regale, caratterizzata da un viso segnato dalle occhiaie. Il Secondo Periodo Intermedio, nel quale si afferma la dominazione degli Hyksos, sarà documentato dai famosi scarabei di questo periodo. Il Nuovo Regno, epoca di grande ricchezza e di rinascita dell'antico Egitto caratterizzata dalla monumentalità, sarà riassunta da reperti che recano i cartigli di faraoni come Hatshepsut, il faraone donna, Akhenaton, il faraone “eretico” Seti I, il padre di Ramesse Ii, oltre che dai reperti che descrivono la concezione dell’Oltretomba, papiri del Libro dei Morti, vasi canopi, ushabti. Oggetti da cosmetica che permettono di instaurare uno stretto richiamo fra la vita quotidiana e la vita dopo la morte. Infine, per l’Epoca Tarda e in particolare per le concezioni religiose sempre più stratificate e complesse, in qualche modo divenute “superstiziose” saranno proposti anche nuovi oggetti: bronzetti votivi, alcuni degli amuleti più tipici, mummie di animali. A testimonianza del grande interesse verso l’antico Egitto fiorito in Italia a partire dal 1700, i materiali selezionati appartengono a prestigiosi musei italiani fra i quali: Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Museo Egizio di Firenze, Sezione Archeologica del Museo civico Ala Ponzone di Cremona, Museo Civico di Storia Naturale di Brescia, Museo Civico di Palazzo Te di Mantova, Civico Museo Archeologico di Bergamo, Civiche Raccolte Archeologiche di Milano, oltre che a collezioni private. In Palazzo Stanga sarà inoltre possibile visitare anche la splendida «Stanza Preziosa» nella quale sono conservati gli arredi originali, tra cui un preziosissimo letto a baldacchino, l’imponente scalone settecentesco di Faustino Rodi, gli eleganti ambienti del piano terra e il giardino in stile “romantico”, caratterizzato da una organizzazione arborea originale ancora leggibile e impreziosito dall’elegante tempietto neoclassico dell’architetto Carlo Visioli. Catalogo: Edizioni Biblioteca di via Senato. Informazioni e prenotazioni, Apic Cremona: tel. 0372 31222, Sito ufficiale: www.Cremonamostre.it |
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UNA SPLENDIDA COPPIA ARTISTICA: CECILIA GASDIA E L’ANTICO EGITTO A CREMONA |
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Cremona, 13 settembre 2004 - Ospite d'onore all'inaugurazione della mostra "Egitto dalle piramidi ad Alessandro Magno" al Museo civico Ala Ponzone che avrà luogo il 24 settembre il celebre soprano Cecilia Gasdia canterà, nell’ambito del piccolo recital "L'egitto nell'opera lirica" , l'aria "Ritorna vincitor" da Aida di Giuseppe Verdi e arie da altre opere liriche ispirate all'Egitto. La mostra “Egitto. Dalle piramidi ad Alessandro magno” si svolgerà in due sedi a Cremona, presso il Museo Civico Ala Ponzone e presso Palazzo Stanga nelle Sale nobili dal 25 settembre 2004 al 28 marzo 2005. Organizzata dall’Apic di Cremona in coproduzione con il Museo civico Ala Ponzone, realizzata con il patrocinio della Regione Lombardia e il contributo della Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona, ideata dalla Fondazione Biblioteca di via Senato di Milano in collaborazione con la Società Cooperativa Archeologica di Milano, la mostra illustra, attraverso l’esposizione di oltre 150 reperti, alcuni aspetti di questa grande civiltà millenaria e ne testimonia il fascino da sempre destato nell’immaginario collettivo. Apic Cremona: tel. 0372 31222 e-mail: apic@digicolor.Net – Sito ufficiale: www.Cremonamostre.it |
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UNA SPLENDIDA COPPIA ARTISTICA: CECILIA GASDIA E L’ANTICO EGITTO A CREMONA |
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Cremona, 13 settembre 2004 - Ospite d'onore all'inaugurazione della mostra "Egitto dalle piramidi ad Alessandro Magno" al Museo civico Ala Ponzone che avrà luogo il 24 settembre il celebre soprano Cecilia Gasdia canterà, nell’ambito del piccolo recital "L'egitto nell'opera lirica" , l'aria "Ritorna vincitor" da Aida di Giuseppe Verdi e arie da altre opere liriche ispirate all'Egitto. La mostra “Egitto. Dalle piramidi ad Alessandro magno” si svolgerà in due sedi a Cremona, presso il Museo Civico Ala Ponzone e presso Palazzo Stanga nelle Sale nobili dal 25 settembre 2004 al 28 marzo 2005. Organizzata dall’Apic di Cremona in coproduzione con il Museo civico Ala Ponzone, realizzata con il patrocinio della Regione Lombardia e il contributo della Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona, ideata dalla Fondazione Biblioteca di via Senato di Milano in collaborazione con la Società Cooperativa Archeologica di Milano, la mostra illustra, attraverso l’esposizione di oltre 150 reperti, alcuni aspetti di questa grande civiltà millenaria e ne testimonia il fascino da sempre destato nell’immaginario collettivo. Apic Cremona: tel. 0372 31222 e-mail: apic@digicolor.Net – Sito ufficiale: www.Cremonamostre.it |
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RIPARTE L’ATTIVITÀ’ DELLA CASA D’ASTE PANDOLFINI NUOVA IMPORTANTE TORNATA DI ASTE IN OTTOBRE LUNEDI’ 11: ARREDI DA UNA DIMORA FIORENTINA MERCOLEDI’ 13: ARREDI, MOBILI E DIPINTI ANTICHI SABATO 16: VINI PREGIATI E DA COLLEZIONE |
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Milano, 13 settembre 2004 - Riparte con una triplice tornata di aste di grande interesse l’attività autunnale della Casa d’Aste Pandolfìni. Negli ultimi anni la Casa fiorentina ha esteso le sue competenze anche al settore dell”’House sale”, con le vendite realizzate alla Villa Medicea di Lappeggi ad Antella, a Palazzo della Gherardesca a Firenze e a Villa Clementina a Modena. La prima asta riguarda nuovamente una prestigiosa dimora fiorentina e prevede la vendita di oltre quattrocento lotti appartenenti a Mariadele Schiffi Calamai, una delle protagoniste della vita culturale cittadina del Novecento. Nata nel 1907 da antica famiglia torinese, padre generale dei Savoia e madre nobildonna, trascorre la giovinezza in varie città italiane — Palermo, Sassari, Montecatini — dove stabilisce saldi rapporti con le personalità più importanti e unisce un’intensa attività mondana a una eccellente pratica sportiva. Conosce a Firenze nel 1935 Corradino Calamai, erede di una celebre famiglia industriale laniera pratese, ne nasce un grande amore, fortemente contrastato dalla propria famiglia e per la differenza di età — Calamai era di vent’anni più anziano — e per il suo essere separato dalla prima moglie. I due riescono comunque a sposarsi e da allora cominciano una vita mondana e culturale intensissima che porta la coppia in viaggio in tutto il mondo, dove si appassiona alla pittura antica e comincia a gettare la basi di quella che diventerà una collezione imponente. La passione per l’antico diventa più intensa grazie all’amicizia con Roberto Longhi e la sua allora giovane allieva Mina Gregori: da questo rapporto nascono acquisti importanti come i due grandi Francesco Bassano notturni, oggi al Museo Civico di Bassano del Grappa, i due grandi ovali di Alessando Magnasco ed i due magnifici Francesco Fontebasso, tutti destinati per testamento al Museo Civico di Bassano ed una serie di altre opere tuttora presenti nella collezione Calamai. Grazie a un quadro posseduto e ritenuto disperso, i coniugi Calamai entrano poi in contatto con Bernard Berenson e gli studiosi stranieri di stanza a Firenze e creano così un vero e proprio salotto molto frequentato dalla “intellighenzia” fiorentina dell’epoca. I viaggi continuano: a Venezia la coppia conosce e viene ospitata da Peggy Guggenheim, frequenta le Biennali e stringe rapporti con la vicina Bassano del Grappa, da cui gli importanti acquisti già menzionati. L’interesse per gli oggetti antichi si sposa con una grande passione per la moda e per i suoi accessori, attentamente seguita da Mariadele Calamai che si veste dalle sartorie più rinomate di Firenze — Aiazzi Fantechi e Giuditta - e si rifornisce di scarpe — Ferragamo e Lensi, cappelli e oggetti di corredo, di cui un’importante selezione sarà presentata in asta. Tra le chicche, una divisa da automobilista da donna con spolverino monopetto grigio, salopette in tela di lino color tabacco con grandi bottoni in madreperla e un berretto casco in cuoio, con occhiali da pilota, tutto della fine anni ‘30 (stima 200/220 euro). Tra gli accessori due raffinate borse di Roberta di Camerino, anni ‘50 e ‘60, stimate tra i 180 e i 220 euro. Accanto alla sezione moda, andranno all’incanto incantevoli oggetti come: - una rara spinetta in legno databile metà del Xvii secolo ed interamente dipinta con mirabili scene raffiguranti Rinaldo e Armida, opera di un maestro emiliano (stima 60/70.000 euro) - un bellissimo armadio fiorentino in noce intagliato degli inizi del Xvi secolo (stima 55/65.000 euro) - un importante scrittoio da viaggio in noce e radica con interni in quercia, degli inizi del Xviii secolo, di area emiliana o lombarda, completo del suo tavolo di sostegno (stima 50/60.000 euro) - un piccolo bureau-trumeau veneto della metà del Xviii secolo (stima 15/18.000 euro) - un bel cassettone veneziano mosso in noce della metà del Xviii secolo (stima 22/25.000 euro) Fra i dipinti si segnalano invece: - una coppia di paesaggi marini attribuiti da Longhi a Claude Joseph Vernet (stima 35/45.000 euro) - una Vergine annunciata di Paris Bordon corredata da un’expertise di Adolfo Venturi (stima 35/45.000 euro) - un bel nucleo di porcellane e vetri del Xviii secolo - una notevole collezione dì rami antichi, principalmente veneti, dal Xvii al Xix secolo. L’asta dedicata agli arredi, ai mobili e ai dipinti antichi in programma per mercoledì 13 ottobre vede soprattutto una interessante selezione di dipinti tra i quali si segnalano: - Figura di un seguace di Arcimboldo (secolo Xvji), olio su tela, cm 50 x 35, stimato 8.000 euro - Vaso di fiori all’aperto, attribuito ad Andrea Scacciati (Firenze 1642-1710), olio su tela, cm 45,5 x 65,5 stima 12/15.000 euro - Sacra famiglia con San Giovannino, bottega di Michele di Rodolfo del Ghirlandaio (fine secolo Xvi), olio su tavola, cm 119 x 89, stima 25/30.000 euro - Allegoria della scultura, attribuito a Francesco Conti (Firenze 1681-1760), olio su tela, cm 135,5 x 101, 5, stima 20/25.000 euro - Sacra famiglia con San Giovannino, di pittore bolognese, seguace di Domenichino, olio su rame, cm 39 x 29, stima 8500/10.000 euro Fra i mobili più importanti saranno in vendita: - una coppia di consolle napoletane della metà Ottocento, in mogano intagliato con piano in marmo bianco (stima 16/20.000 euro) - una credenza dell’Italia centrale del Seicento, in noce intagliato, completa della pedana originale modanata (stima 20/30.000 euro) - un cassettone dell’Italia centrale degli inizi del Settecento, in noce listrato in olivo con profili ebanizzati (stima 10/15.000 euro) La tornata d’aste si conclude sabato 16 ottobre con una più che interessante asta di vini pregiati e da collezione. Www.pandolfini.it |
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RIPARTE L’ATTIVITÀ’ DELLA CASA D’ASTE PANDOLFINI NUOVA IMPORTANTE TORNATA DI ASTE IN OTTOBRE LUNEDI’ 11: ARREDI DA UNA DIMORA FIORENTINA MERCOLEDI’ 13: ARREDI, MOBILI E DIPINTI ANTICHI SABATO 16: VINI PREGIATI E DA COLLEZIONE |
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Milano, 13 settembre 2004 - Riparte con una triplice tornata di aste di grande interesse l’attività autunnale della Casa d’Aste Pandolfìni. Negli ultimi anni la Casa fiorentina ha esteso le sue competenze anche al settore dell”’House sale”, con le vendite realizzate alla Villa Medicea di Lappeggi ad Antella, a Palazzo della Gherardesca a Firenze e a Villa Clementina a Modena. La prima asta riguarda nuovamente una prestigiosa dimora fiorentina e prevede la vendita di oltre quattrocento lotti appartenenti a Mariadele Schiffi Calamai, una delle protagoniste della vita culturale cittadina del Novecento. Nata nel 1907 da antica famiglia torinese, padre generale dei Savoia e madre nobildonna, trascorre la giovinezza in varie città italiane — Palermo, Sassari, Montecatini — dove stabilisce saldi rapporti con le personalità più importanti e unisce un’intensa attività mondana a una eccellente pratica sportiva. Conosce a Firenze nel 1935 Corradino Calamai, erede di una celebre famiglia industriale laniera pratese, ne nasce un grande amore, fortemente contrastato dalla propria famiglia e per la differenza di età — Calamai era di vent’anni più anziano — e per il suo essere separato dalla prima moglie. I due riescono comunque a sposarsi e da allora cominciano una vita mondana e culturale intensissima che porta la coppia in viaggio in tutto il mondo, dove si appassiona alla pittura antica e comincia a gettare la basi di quella che diventerà una collezione imponente. La passione per l’antico diventa più intensa grazie all’amicizia con Roberto Longhi e la sua allora giovane allieva Mina Gregori: da questo rapporto nascono acquisti importanti come i due grandi Francesco Bassano notturni, oggi al Museo Civico di Bassano del Grappa, i due grandi ovali di Alessando Magnasco ed i due magnifici Francesco Fontebasso, tutti destinati per testamento al Museo Civico di Bassano ed una serie di altre opere tuttora presenti nella collezione Calamai. Grazie a un quadro posseduto e ritenuto disperso, i coniugi Calamai entrano poi in contatto con Bernard Berenson e gli studiosi stranieri di stanza a Firenze e creano così un vero e proprio salotto molto frequentato dalla “intellighenzia” fiorentina dell’epoca. I viaggi continuano: a Venezia la coppia conosce e viene ospitata da Peggy Guggenheim, frequenta le Biennali e stringe rapporti con la vicina Bassano del Grappa, da cui gli importanti acquisti già menzionati. L’interesse per gli oggetti antichi si sposa con una grande passione per la moda e per i suoi accessori, attentamente seguita da Mariadele Calamai che si veste dalle sartorie più rinomate di Firenze — Aiazzi Fantechi e Giuditta - e si rifornisce di scarpe — Ferragamo e Lensi, cappelli e oggetti di corredo, di cui un’importante selezione sarà presentata in asta. Tra le chicche, una divisa da automobilista da donna con spolverino monopetto grigio, salopette in tela di lino color tabacco con grandi bottoni in madreperla e un berretto casco in cuoio, con occhiali da pilota, tutto della fine anni ‘30 (stima 200/220 euro). Tra gli accessori due raffinate borse di Roberta di Camerino, anni ‘50 e ‘60, stimate tra i 180 e i 220 euro. Accanto alla sezione moda, andranno all’incanto incantevoli oggetti come: - una rara spinetta in legno databile metà del Xvii secolo ed interamente dipinta con mirabili scene raffiguranti Rinaldo e Armida, opera di un maestro emiliano (stima 60/70.000 euro) - un bellissimo armadio fiorentino in noce intagliato degli inizi del Xvi secolo (stima 55/65.000 euro) - un importante scrittoio da viaggio in noce e radica con interni in quercia, degli inizi del Xviii secolo, di area emiliana o lombarda, completo del suo tavolo di sostegno (stima 50/60.000 euro) - un piccolo bureau-trumeau veneto della metà del Xviii secolo (stima 15/18.000 euro) - un bel cassettone veneziano mosso in noce della metà del Xviii secolo (stima 22/25.000 euro) Fra i dipinti si segnalano invece: - una coppia di paesaggi marini attribuiti da Longhi a Claude Joseph Vernet (stima 35/45.000 euro) - una Vergine annunciata di Paris Bordon corredata da un’expertise di Adolfo Venturi (stima 35/45.000 euro) - un bel nucleo di porcellane e vetri del Xviii secolo - una notevole collezione dì rami antichi, principalmente veneti, dal Xvii al Xix secolo. L’asta dedicata agli arredi, ai mobili e ai dipinti antichi in programma per mercoledì 13 ottobre vede soprattutto una interessante selezione di dipinti tra i quali si segnalano: - Figura di un seguace di Arcimboldo (secolo Xvji), olio su tela, cm 50 x 35, stimato 8.000 euro - Vaso di fiori all’aperto, attribuito ad Andrea Scacciati (Firenze 1642-1710), olio su tela, cm 45,5 x 65,5 stima 12/15.000 euro - Sacra famiglia con San Giovannino, bottega di Michele di Rodolfo del Ghirlandaio (fine secolo Xvi), olio su tavola, cm 119 x 89, stima 25/30.000 euro - Allegoria della scultura, attribuito a Francesco Conti (Firenze 1681-1760), olio su tela, cm 135,5 x 101, 5, stima 20/25.000 euro - Sacra famiglia con San Giovannino, di pittore bolognese, seguace di Domenichino, olio su rame, cm 39 x 29, stima 8500/10.000 euro Fra i mobili più importanti saranno in vendita: - una coppia di consolle napoletane della metà Ottocento, in mogano intagliato con piano in marmo bianco (stima 16/20.000 euro) - una credenza dell’Italia centrale del Seicento, in noce intagliato, completa della pedana originale modanata (stima 20/30.000 euro) - un cassettone dell’Italia centrale degli inizi del Settecento, in noce listrato in olivo con profili ebanizzati (stima 10/15.000 euro) La tornata d’aste si conclude sabato 16 ottobre con una più che interessante asta di vini pregiati e da collezione. Www.pandolfini.it |
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MILANO CAPITALE DELLE DUE RUOTE CON IL SALONE IN FIERA, TORNA DAL 17 AL 20 SETTEMBRE MILANO BICI FESTIVAL |
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Milano, 13 settembre 20043 - L’uso della bicicletta a Milano non può essere ricondotto solo a un problema di piste ciclabili, ma investe una questione molto più ampia, quella della mobilità ciclabile di quartiere, di tutte le utenze deboli, della sicurezza: un campo che vede impegnata l’amministrazione del Comune su molteplici iniziative, dagli interventi di moderazione del traffico alle isole ambientali. Così ha sottolineato oggi in Fiera, all’inaugurazione del Salone del ciclo e motociclo, l’assessore ai trasporti Giorgio Goggi, ufficializzando la seconda edizione del Milano Bici Festival, l’evento promosso dal Comune con 27 associazioni di categoria tra il 17 e il 20 settembre, che sarà presentato mercoledì prossimo a Palazzo Marino. La giunta Albertini ha progettato e realizzato 48 nuovi km di itinerari ciclabili: l’ultimo verrà aperto a fine settembre in via Bisceglie, direzione parco Sud. Altre piste sono state realizzate in via Cusago e San Paolino e alla Bicocca. “Siamo a quota 78 Km - ha precisato l’assessore Goggi - per ogni nuova strada viene costruito un itinerario ciclabile. Col tempo i nuovi tratti verranno messi in rete. Dal Naviglio Grande alla Martesana, escluso un tratto di 1800 metri in zona Ticinese, oggi la città può essere attraversata in bici, sfruttando le piste esistenti.” Con la seconda edizione di Milano Bici Festival, la città torna ad essere per quattro giorni la capitale delle due ruote. In programma non solo la pedalata azzurra, cicloturistica da 78 km, prevista per sabato 18 e la Milanochepedala, tradizionale passeggiata per famiglie, con partenza domenica 19 da parco Sempione ma anche altre 25 iniziative. |
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MILANO CAPITALE DELLE DUE RUOTE CON IL SALONE IN FIERA, TORNA DAL 17 AL 20 SETTEMBRE MILANO BICI FESTIVAL |
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Milano, 13 settembre 20043 - L’uso della bicicletta a Milano non può essere ricondotto solo a un problema di piste ciclabili, ma investe una questione molto più ampia, quella della mobilità ciclabile di quartiere, di tutte le utenze deboli, della sicurezza: un campo che vede impegnata l’amministrazione del Comune su molteplici iniziative, dagli interventi di moderazione del traffico alle isole ambientali. Così ha sottolineato oggi in Fiera, all’inaugurazione del Salone del ciclo e motociclo, l’assessore ai trasporti Giorgio Goggi, ufficializzando la seconda edizione del Milano Bici Festival, l’evento promosso dal Comune con 27 associazioni di categoria tra il 17 e il 20 settembre, che sarà presentato mercoledì prossimo a Palazzo Marino. La giunta Albertini ha progettato e realizzato 48 nuovi km di itinerari ciclabili: l’ultimo verrà aperto a fine settembre in via Bisceglie, direzione parco Sud. Altre piste sono state realizzate in via Cusago e San Paolino e alla Bicocca. “Siamo a quota 78 Km - ha precisato l’assessore Goggi - per ogni nuova strada viene costruito un itinerario ciclabile. Col tempo i nuovi tratti verranno messi in rete. Dal Naviglio Grande alla Martesana, escluso un tratto di 1800 metri in zona Ticinese, oggi la città può essere attraversata in bici, sfruttando le piste esistenti.” Con la seconda edizione di Milano Bici Festival, la città torna ad essere per quattro giorni la capitale delle due ruote. In programma non solo la pedalata azzurra, cicloturistica da 78 km, prevista per sabato 18 e la Milanochepedala, tradizionale passeggiata per famiglie, con partenza domenica 19 da parco Sempione ma anche altre 25 iniziative. |
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