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Notiziario Marketpress di Venerdì 16 Aprile 2004
 
   
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  CNEL: IN ITALIA SOLO 5 EURO PRO-CAPITE PER MIGLIORARE SICUREZZA STRADALE  
   
  Roma, 16 aprile 2004 -.L’italia dedica al miglioramento della sicurezza stradale circa 5 euro pro-capite, contro i 30-40 investiti in Paesi come Francia, Regno Unito, Svezia e Finlandia. Il costo degli incidenti stradali per lo Stato, le imprese e le famiglie, nel 2002, è stato complessivamente di 34 miliardi di euro, pari a 600 pro-capite. Un onere che dovrebbe ridursi di 250 euro pro-capite in media ogni anno grazie al raggiungimento degli obiettivi fissati dal Piano nazionale della sicurezza stradale, aumentando l’investimento da 5 a 40 euro a testa in dieci anni. Questi i dati elaborati della Consulta nazionale della sicurezza stradale, organismo operante con la responsabilità congiunta del Cnel e del ministero delle Infrastrutture e Trasporti, in occasione della Giornata mondiale della sicurezza stradale promossa per domani dalle Nazioni Unite e dall’Organizzazione mondiale della sanità. Quattro i programmai attivati finora nell’ambito del Piano nazionale per la sicurezza stradale: i progetti pilota, il primo programma di attuazione, il piano Anas, il secondo programma di attuazione suddiviso in bando nazionale e ripartizione regionale. Gli investimenti complessivi superano 1 miliardo di euro, provenienti per 559 milioni da finanziamenti nazionali e per i restanti 462 da fondi regionali e locali. Ma, allo stato attuale, non esistono risorse finanziarie per il terzo programma di attuazione. Per il 2004, il Piano nazionale evidenzia un fabbisogno di 980 milioni di euro (65% a carico dello Stato e 35% a carico di regioni ed enti locali), oltre alla necessità di destinare alla sicurezza stradale spese in infrastrutture e trasporti per altri 580 milioni di euro. “Se il Piano nazionale rallentasse o si bloccasse - avverte Mario Sai, coordinatore della Consulta nazionale della sicurezza stradale - si renderebbe impossibile realizzare gli obiettivi europei del dimezzamento di morti e feriti. In una scadenza come il 7 aprile, per non cadere nella ritualità, è anche necessario ricordare che, se la sicurezza stradale deve essere un impegno e una responsabilità di tutti, istituzioni e cittadini, cioè deve essere una politica, ha bisogno, oltre che di buone intenzioni, di progetti, strumenti e risorse. Questa giornata mondiale deve ricordare a tutti, infatti, che la sicurezza stradale è una politica ordinaria, di ogni giorno, di lungo periodo”.  
     
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