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31 GENNAIO  2002

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CONTI PUBBLICI: UNA DICHIARAZIONE DEL MINISTRO TREMONTI

Roma, 31 gennaio 2002 In merito ai nuovi rilievi avanzati da esponenti dell'opposizione sulla politica della finanza pubblica, il Ministero dell'Economia e delle Finanze rende noto il seguente commento del ministro, Giulio Tremonti. "Contano i fatti, non le parole. La promozione che la Ue si appresta a dare al programma di stabilità dell'Italia fa piazza pulita di ogni polemica. Essa conferma la fiducia crescente dell'Europa nell'azione del governo. A questo punto l'opposizione dovrebbe chiedere scusa agli italiani per il buco che essa ha lasciato in eredità all'attuale esecutivo. I professionisti del buco e della falsificazione hanno sostenuto in questi mesi che non esisteva alcun extradeficit. Ma un governo che ha presentato in Parlamento una correzione di bilancio da 37 mila miliardi non lo ha fatto certo per diletto o per polemica, bensì per senso del dovere verso i cittadini del proprio paese. Il fatto poi che la correzione sia stata attuata senza mettere le mani nelle tasche degli italiani è doppio motivo di soddisfazione e non giustifica alcuna falsificazione".

TURCHIA PROSSIMA ARGENTINA?
Milano, 31 gennaio 2002 - La Turchia è un paese sparito dalle prime pagine dei quotidiani ma che rischia di tornarvi presto con il risalto che, dall'inizio di gennaio, ha l'Argentina. Con 65 milioni di abitanti, un reddito pro capite di poco più di 3 mila dollari (circa 6 mila se computati in parità di potere d'acquisto), una crescita demografica sostenuta e una buona espansione economica (e della Borsa di Istanbul) nell'ultimo scorcio degli anni '90; dall'inizio del 2001 il Paese sta attraversando una forte contrazione economica: il PIL è diminuito del 7%, la produzione industriale del 14%, mentre i prezzi al consumo sono aumentati di quasi il 65%, la Bilancia Commerciale ha un saldo negativo in espansione e le riserve sono pari a meno di 18 miliardi di Dollari; in valuta internazionale la Borsa ha segnato un ribasso medio del 30% nell'arco degli ultimi 12 mesi. La Turchia ha accumulato un forte debito estero: circa 103 miliardi di dollari. Da sempre il Paese è diviso tra modernizzatori occidentali e coloro, invece, che guardano alla tradizione orientale, e allo stesso islamismo. Sono lacerazioni proprio alla porta d'Europa. In questi giorni, la Turchia si è rivolta al Fondo Monetario Internazionale e al Governo degli Stati Uniti per ulteriori interventi a supporto del programma di riassetto strutturale interno. È attualmente in corso il ventesimo programma supportato dal Fmi dal 1958. Quello ora in vigore è iniziato nel 1999, con un finanziamento di 4 miliardi di Dollari mirato a sostenere misure di controllo dell'inflazione nel cui contesto il Paese ha adottato un crawling peg per il proprio Tasso di Cambio, ossia un programma di svalutazioni controllate. Come previsto, le svalutazioni controllate hanno messo in serie difficoltà il Sistema Bancario, in corso di ristrutturazione. Nuovo intervento Fmi (7,5 miliardi di Dollari) nel dicembre 2000, unitamente a una lettera di impegni imperniata su un'accelerazione del programma di privatizzazioni. In aprile 2001, la Lira turca era diventata uno dei principali bersagli della speculazione: su consiglio del Fmi il crawling peg è stato abbandonato e si è fatta fluttuare la Lira sul mercato internazionale, in base a una nuova lettera di impegni con il Fmi e 8 miliardi di Dollari di valuta fresca. Ora sono in ballo altri 12 miliardi di Dollari, nel quadro di un programma che il consiglio d'amministrazione del Fondo vaglierà tra la fine di gennaio e l'inizio di febbraio; questa volta il programma ha come elemento di fondo l'ampliamento della base tributaria, modo elegante per dire aumento del gettito. Non pochi economisti americani temono che la misura potrebbe innescare un aggravamento della recessione e l'avvitarsi verso l'insolvenza, ossia il verificarsi di una nuova Argentina, proprio ai confini dell'Unione Europea (UE). Infine è da osservare che la Turchia ha già ritirato il 1.500% della propria quota (oro, valuta estera e valuta locale) presso il Fondo mentre il giorno della dichiarazione d'insolvenza l'Argentina ne aveva ritirato il 529%. La debolezza dell'Euro è uno svantaggio per i 12? Protagonista indiscusso di inizio anno, l'Euro dopo essere entrato nelle tasche di quasi il 90 per cento degli abitanti della Ue ha fatto parlare di se questo fine settimana anche per la debolezza che ha ricominciato ad accumulare nei confronti del dollaro. Molti analisti sono stato presi in contropiede da tale comportamento, opposto a quello atteso. Infatti, il passaggio da moneta virtuale a moneta reale aveva fatto supporre che molti degli investimenti fatti da non residenti Ue in una delle valute dei 12 paesi, sarebbero stati parcheggiati prima del 31 dicembre 2001 in dollari, in attesa che il change over si completasse con successo. Se ciò fosse avvenuto avremmo dovuto assistere ad una debolezza dell'euro nei confronti della moneta Usa, nell'ultima parte dell'anno ed un rafforzamento a partire da metà di questo mese. E' avvenuto esattamente il contrario. Difficile dare spiegazioni; forse anche inutile. Un motivo di tale debolezza è certamente fornito dalla configurazione tecnica dei prezzi: una figura ribassista di doppio massimo che si è completata con il cambio sceso sotto 0,875. Figura ribassiste che da come obiettivo teorico della discesa dei prezzi 0,845 dollari per un euro. Tuttavia rimane alquanto strana la forza del dollaro quando negli ultimi 9 mesi l'economia Usa ha attraversato una fase di recessione. Si può obiettare che neanche Eurolandia se l'è passata bene nel 2001. Ma se la moneta rispecchiasse con una certa fedeltà la forza dell'economia, a fronte delle previsioni di crescita per l'anno in corso fatte da Fmi, Ocse e Bruxelles, tutti e tre concordi che l'area Ue crescerà di più degli Usa, si dovrebbe assistere non ad un indebolimento, ma ad un rafforzamento dell'euro contro il dollaro. Un altro motivo di debolezza della moneta europea, potrebbe essere quello che la Bce non sembra disposta a tagliare il costo del denaro, possibilità che invece non pare del tutto esclusa da parte della Fed. E' allora probabile che gli investitori istituzionali in questi giorni stiano accumulando bond statali Usa, per scommettere su di un eventuale taglio. Certo è che con le previsioni di crescita di Bruxelles, avallate da Fmi e Ocse, non ci sono ragioni valide per la Bce di abbassare il costo del denaro, oltrettutto ora che l'inflazione sembra assestarsi senza però dare la certezza di essere completamente domata. La situazione non è semplice ma una delle ipotesi potrebbe essere quella che in questo momento il dollaro sia veramente sopravvalutato e che prima o poi la bolla speculativa scoppi. Magari guidata proprio dall'amministrazione Bush. Quindi le attuali quotazioni dell'euro sul dollaro, potrebbero rivelarsi interessanti per accumulare a prezzi convenienti e con un ottica di lungo periodo. Ma poi, speculazione a parte, siamo veramente sicuri che per l'economia in Eurolandia, l'euro debole sia uno svantaggio? Non è che la maggiore crescita per la Ue rispetto agli Usa prevista per il 2002 dai tre organismi economici, sia dovuta anche alla maggiore competitività delle merci del vecchio continente rispetto a quelle Usa? Nel lungo periodo la supremazia delle azioni sulle obbligazioni non è più una certezza. Ci ha colpito la recente decisione di uno dei più grandi fondi pensione inglesi, quello appartenente alla catena distributiva Boots, di abbandonare totalmente la strategia che vedeva il fondo impegnato al 75 per cento dei suoi capitali in investimenti di natura azionaria. Il progressivo abbandono della componente azionaria, a favore di obbligazioni trentennali con un grado di affidabilità massima, non è di natura temporanea per ovviare alla perdurante discesa dei mercati azionari. Il cambiamento della composizione del portafoglio è dovuto alla convinzione che nel lungo periodo, il tanto sventolato extra rendimento delle azioni non è assolutamente dimostrato e quindi non è certo che tra trenta anni il fondo pensione abbia ottenuto un rendimento maggiore investendo in azioni piuttosto che in obbligazioni. Tralasciamo la ragioni tecniche che hanno portato il fondo pensione ad una simile decisione e limitiamoci ad una prova sul campo.Supponiamo di volere verificare se la teoria in Italia negli ultimi 8 anni ha un suo fondamento e mettiamo a confronto il rendimento dell'indice Mibtel e del Btp (Buono Tesoro Poliennale), trentennale, con scadenza nel 2023. Entrambi vedono il loro esordio alla contrattazioni più o meno contemporaneamente. Il Btp nel novembre del 1993 mentre l'indice Mibtel, che parte con il passaggio delle contrattazioni dalle grida al telematico, nel 1994. Tutti hanno a mente il grande rialzo della Borsa nel biennio 97/98 e il grande rally della fine del 1999. Perciò il confronto sul Btp sembrerebbe improponibile. Ed invece così non è. Perché oggi chi avesse investito nel Btp ad inizio 1994 avrebbe un guadagno del 170 per cento, ottenuto sia in conto capitale (rivalutazione dei prezzi), sia dalle cedole versate e reinvestite sempre in tranche del Btp stesso. Nello stesso periodo il Mibtel a messo a segno una performance appena superiore del 200 per cento. Ma se il confronto fosse stato fatto alla fine della settimana della tragedia Usa di settembre, lo scarto a favore del mercato azionario sarebbe stato solo del 10 per cento. Paradossalmente, ma non troppo, il margine a favore dell'azionario si riduce oggi se nel confronto si utilizza il Mib30, l'indice dei maggiori trenta titoli italiani, che in questo lasso di tempo ha fatto peggio del Mibtel. Il ragionamento che sta alla base della decisione del fondo pensione Boots sembrerebbe trovare una sua validità empirica nel mercato italiano. Anche se qualche fine conoscitore dei mercati finanziari potrebbe obiettare che la salita del Btp trentennale nel triennio 1995/1998 sia stata dovuta alla eccezionale caduta del tasso di inflazione e al conseguente ridimensionamento dei tassi di interesse, fenomeni entrambi favoriti dall'obiettivo di riportare i valori macroeconomici italiani entro i parametri di Maastricht per partecipare alla fase finale del progetto dell'euro. Fenomeno che difficilmente si riprodurrà nel futuro e quindi anche la performance del Btp è stata solo una eccezione fortunata e potrebbe non ripetersi. Tutto vero, come è però vero che dell'abbassamento del costo del denaro ne ha goduto a piene mani anche la Borsa, che è dimostrato gradire tassi in discesa. Quindi anche l'extra rendimento del Mibtel sembra un fenomeno di natura eccezionale. In conclusione, nel lungo periodo la Borsa fa certamente meglio dei Bond, ma forse non così meglio quanto l'investitore si aspetterebbe. La domanda è: l'assunzione di un maggiore rischio nell'investimento azionario (premio per il rischio), è ripagata dalla extra performance rispetto al mercato dei bond? Le recenti quasi certezze in materia, grazie a Boots non sono più tali.

ASSOCONSULENZA: LA DEBOLEZZA DELL'EURO È UNO SVANTAGGIO PER I 12?
Milano, 31 gennaio 2002 - Protagonista indiscusso di inizio anno, l'Euro dopo essere entrato nelle tasche di quasi il 90 per cento degli abitanti della Ue ha fatto parlare di se questo fine settimana anche per la debolezza che ha ricominciato ad accumulare nei confronti del dollaro. Molti analisti sono stato presi in contropiede da tale comportamento, opposto a quello atteso. Infatti, il passaggio da moneta virtuale a moneta reale aveva fatto supporre che molti degli investimenti fatti da non residenti Ue in una delle valute dei 12 paesi, sarebbero stati parcheggiati prima del 31 dicembre 2001 in dollari, in attesa che il change over si completasse con successo. Se ciò fosse avvenuto avremmo dovuto assistere ad una debolezza dell'euro nei confronti della moneta Usa, nell'ultima parte dell'anno ed un rafforzamento a partire da metà di questo mese. E' avvenuto esattamente il contrario. Difficile dare spiegazioni; forse anche inutile. Un motivo di tale debolezza è certamente fornito dalla configurazione tecnica dei prezzi: una figura ribassista di doppio massimo che si è completata con il cambio sceso sotto 0,875. Figura ribassiste che da come obiettivo teorico della discesa dei prezzi 0,845 dollari per un euro. Tuttavia rimane alquanto strana la forza del dollaro quando negli ultimi 9 mesi l'economia Usa ha attraversato una fase di recessione. Si può obiettare che neanche Eurolandia se l'è passata bene nel 2001. Ma se la moneta rispecchiasse con una certa fedeltà la forza dell'economia, a fronte delle previsioni di crescita per l'anno in corso fatte da Fmi, Ocse e Bruxelles, tutti e tre concordi che l'area Ue crescerà di più degli Usa, si dovrebbe assistere non ad un indebolimento, ma ad un rafforzamento dell'euro contro il dollaro. Un altro motivo di debolezza della moneta europea, potrebbe essere quello che la Bce non sembra disposta a tagliare il costo del denaro, possibilità che invece non pare del tutto esclusa da parte della Fed. E' allora probabile che gli investitori istituzionali in questi giorni stiano accumulando bond statali Usa, per scommettere su di un eventuale taglio. Certo è che con le previsioni di crescita di Bruxelles, avallate da Fmi e Ocse, non ci sono ragioni valide per la Bce di abbassare il costo del denaro, oltrettutto ora che l'inflazione sembra assestarsi senza però dare la certezza di essere completamente domata. La situazione non è semplice ma una delle ipotesi potrebbe essere quella che in questo momento il dollaro sia veramente sopravvalutato e che prima o poi la bolla speculativa scoppi. Magari guidata proprio dall'amministrazione Bush. Quindi le attuali quotazioni dell'euro sul dollaro, potrebbero rivelarsi interessanti per accumulare a prezzi convenienti e con un ottica di lungo periodo. Ma poi, speculazione a parte, siamo veramente sicuri che per l'economia in Eurolandia, l'euro debole sia uno svantaggio? Non è che la maggiore crescita per la Ue rispetto agli Usa prevista per il 2002 dai tre organismi economici, sia dovuta anche alla maggiore competitività delle merci del vecchio continente rispetto a quelle Usa? Nel lungo periodo la supremazia delle azioni sulle obbligazioni non è più una certezza. Ci ha colpito la recente decisione di uno dei più grandi fondi pensione inglesi, quello appartenente alla catena distributiva Boots, di abbandonare totalmente la strategia che vedeva il fondo impegnato al 75 per cento dei suoi capitali in investimenti di natura azionaria. Il progressivo abbandono della componente azionaria, a favore di obbligazioni trentennali con un grado di affidabilità massima, non è di natura temporanea per ovviare alla perdurante discesa dei mercati azionari. Il cambiamento della composizione del portafoglio è dovuto alla convinzione che nel lungo periodo, il tanto sventolato extra rendimento delle azioni non è assolutamente dimostrato e quindi non è certo che tra trenta anni il fondo pensione abbia ottenuto un rendimento maggiore investendo in azioni piuttosto che in obbligazioni.Tralasciamo la ragioni tecniche che hanno portato il fondo pensione ad una simile decisione e limitiamoci ad una prova sul campo. Supponiamo di volere verificare se la teoria in Italia negli ultimi 8 anni ha un suo fondamento e mettiamo a confronto il rendimento dell'indice Mibtel e del Btp (Buono Tesoro Poliennale), trentennale, con scadenza nel 2023. Entrambi vedono il loro esordio alla contrattazioni più o meno contemporaneamente. Il Btp nel novembre del 1993 mentre l'indice Mibtel, che parte con il passaggio delle contrattazioni dalle grida al telematico, nel 1994. Tutti hanno a mente il grande rialzo della Borsa nel biennio 97/98 e il grande rally della fine del 1999. Perciò il confronto sul Btp sembrerebbe improponibile. Ed invece così non è. Perché oggi chi avesse investito nel Btp ad inizio 1994 avrebbe un guadagno del 170 per cento, ottenuto sia in conto capitale (rivalutazione dei prezzi), sia dalle cedole versate e reinvestite sempre in tranche del Btp stesso. Nello stesso periodo il Mibtel a messo a segno una performance appena superiore del 200 per cento. Ma se il confronto fosse stato fatto alla fine della settimana della tragedia Usa di settembre, lo scarto a favore del mercato azionario sarebbe stato solo del 10 per cento. Paradossalmente, ma non troppo, il margine a favore dell'azionario si riduce oggi se nel confronto si utilizza il Mib30, l'indice dei maggiori trenta titoli italiani, che in questo lasso di tempo ha fatto peggio del Mibtel. Il ragionamento che sta alla base della decisione del fondo pensione Boots sembrerebbe trovare una sua validità empirica nel mercato italiano. Anche se qualche fine conoscitore dei mercati finanziari potrebbe obiettare che la salita del Btp trentennale nel triennio 1995/1998 sia stata dovuta alla eccezionale caduta del tasso di inflazione e al conseguente ridimensionamento dei tassi di interesse, fenomeni entrambi favoriti dall'obiettivo di riportare i valori macroeconomici italiani entro i parametri di Maastricht per partecipare alla fase finale del progetto dell'euro. Fenomeno che difficilmente si riprodurrà nel futuro e quindi anche la performance del Btp è stata solo una eccezione fortunata e potrebbe non ripetersi. Tutto vero, come è però vero che dell'abbassamento del costo del denaro ne ha goduto a piene mani anche la Borsa, che è dimostrato gradire tassi in discesa. Quindi anche l'extra rendimento del Mibtel sembra un fenomeno di natura eccezionale. In conclusione, nel lungo periodo la Borsa fa certamente meglio dei Bond, ma forse non così meglio quanto l'investitore si aspetterebbe. La domanda è: l'assunzione di un maggiore rischio nell'investimento azionario (premio per il rischio), è ripagata dalla extra performance rispetto al mercato dei bond? Le recenti quasi certezze in materia, grazie a Boots non sono più tali.

ACOTEL: IL MERCATO ATTENDE I DATI
Milano, 31 gennaio 2002 - Analizzando i dati economici divulgati dalla società si evidenzia, in prima battuta, una forte dipendenza dall'operatore telefonico Tim, non ancora compensata dalla politica di diversificazione annunciata agli analisti. La forte concorrenzialità sul mercato della messaggistica e la ricerca degli operatori telefonici di migliorare i margini reddituali, non consentono significativi spazi di crescita. Per converso, è ancora troppo presto per attenderci sensibili incrementi reddituali dagli accordi stipulati con Sisal, Acea (Voinoi), nonché Info2cell e Jinny Software, che invece, attualmente, pesano a livello di Ebitda. Registriamo a livello di Margine Operativo Lordo un rilevante costo del personale e costi di struttura necessari per l'implementazione dei progetti in corso. Raggiunto al telefono da noi, il direttore finanziario Luca De Rita ha commentato: "L'andamento della quotazione dipende da fattori esogeni ai fondamentali della società. Noi preferiamo parlare con i dati che comunicheremo a febbraio".Per il Centro Studi Assoconsulenza rimane lo stato di attenzione sui dati finanziari di fine anno, con attenzione sugli effetti della diversificazione a livello di fatturato.

UN "AGENTE VIRTUALE" A FIANCO DEI CANALI TRADIZIONALI
Milano, 31 gennaio 2002 - Per mesi, sin dagli albori della cosiddetta New Economy, gli analisti e gli osservatori del settore si sono sbizzarriti nel coniare, spesso con successo, definizioni che identificassero le varie attività che proliferavano nel mondo di Internet, creando un nuovo vocabolario che si è a poco a poco insediato come uso comune tra gli addetti ai lavori In molti casi però, aziende che operano on-line si sono trovate associate tra loro nella stessa connotazione nonostante perseguissero obiettivi diversi, in settori diversi e con differenti modelli di business. Le aziende ad esempio che si propongono di fare incontrare domanda e offerta di beni sono state definite, nel linguaggio "virtuale", marketplace o exchange. Ma è appropriato chiamare marketplace aziende che si propongono di intermediare materiali quali l'acciaio che, di fatto, non è e non sarà mai una commodity? Un marketplace è infatti un ambiente "liquido", dove beni univocamente identificabili e codificati (commodity) sono scambiati attraverso l'incontro e la mutua esclusione di due proposte di segno opposto, dove l'unica variabile è il prezzo. Nel settore dell'acciaio il verificarsi di questo processo è pressoché impossibile. Una lamiera non è solo una lamiera, ma porta con se tutta una serie di caratteristiche (formato, spessore, qualità, finitura, tolleranze, tempi di consegna, ecc) che generano innumerevoli variabili di sottoprodotti che difficilmente riuscirebbero a trovare una collocazione automatica in un ambiente asettico, stile borsa (marketplace). Esistono marketplaces che operano come intermediari di prodotti siderurgici sul mercato domestico europeo e che non lavorano come "principle", ossia non acquisiscono titolarità della merce e, sfruttando l'utilizzo di tecnologie informatiche, si attivano per piazzare le disponibilità dei fornitori presso i potenziali acquirenti e vice-versa, facilitando le trattative tra controparti che hanno affinità merceologiche. Nel mondo reale questa è un'attività nota, fino ad oggi, con il nome di "agente plurimandatario". I marketplaces diventano quindi un agente in più, che si aggiunge ai molti già esistenti, ma con una caratteristica: si avvalgono delle nuove tecnologie per abbattere i costi, coprire un numero più elevato di clienti e di fornitori offrendo tutti i servizi (logistici, assicurazioni, ispezioni, certificazioni, ecc.) necessari per l'esecuzione degli ordini. Il loro obiettivo è di acquisire il business spot, quello non attualmente in carico agli altri agenti, in zone remote o non coperte, o laddove l'agente incaricato non riesce ad incidere sulle decisioni del cliente. Alcune importanti aziende (o gruppi) siderurgiche sembrano essersi sforzate per prime e più di altre a capire la logica e la missione di un'attività come questa cercando, senza creare conflitto con la propria rete di vendita, di cogliere le opportunità e i benefici che possono derivarne. Senza stravolgere le proprie politiche commerciali, queste aziende hanno scelto di assegnare ai marketplaces la gestione di quei clienti che rappresentano per i loro agenti convenzionali una 'mission impossible' ed un impegno, in termini di tempo e denaro, che a conti fatti non è giustificato dalla remunerazione. Si tratta di quei clienti che per motivi logistici, operativi o di strategia aziendale non possono essere serviti con quel valore aggiunto che il cliente stesso si aspetta di ricevere per il prezzo che paga. Forse si è finalmente giunti alla conclusione che Internet, nel settore B2B (e qui si può rendere giustizia a chi ha coniato il termine), non cambia i ruoli ma solamente il modo di lavorare, e quindi non rappresenta una minaccia. Continueranno a esistere, almeno per molti anni, i commercianti, gli stockisti, i trader e gli agenti. Nessun ruolo, di per sé, è a rischio. Ma è buona norma mettersi continuamente in discussione, essere aperti ai cambiamenti e pronti ad adottare nuovi strumenti di lavoro per rimanere al passo coi tempi in un mondo in continua, ma sempre più rapida, evoluzione.

LE BANCHE METTONO IN CANTIERE NUOVE STRATEGIE PER ESSERE COMPETITIVE SUL MERCATO ECCO LE STRATEGIE CHE GLI ISTITUTI FINANZIARI DEVONO SVILUPPARE PER FAR FRONTE ALLE NUOVE ESIGENZE DELLA CLIENTELA E ALLA VOLATILITÀ DEI MERCATI
Milano, 31 gennaio 2002 - Cambia il concetto di concorrenza nel settore dei servizi finanziari, come dimostra uno studio commissionato da Unisys (Nyse:Uis) e dal Bank Administration Institute (Bai), al Wharton Financial Institutions Center dell'Università della Pennsylvania. Il rapporto, intitolato "Concorrenza, Innovazione e strategia nel settore dei servizi finanziari" delinea le strategie che le banche devono mettere a punto per rispondere alle esigenze dei propri clienti e per continuare a essere competitive sul mercato. Lo studio Wharton contiene, infatti, indicazioni tese a promuovere attività decisionali di carattere strategico che consentono di anticipare e prevenire i cambiamenti del mercato, grazie anche al supporto di strutture flessibili, in grado di adeguarsi rapidamente alle trasformazioni in corso. Dallo studio emerge che le banche devono maturare la capacità di rispondere in maniera rapida ed efficiente alle profonde modificazioni che influiscono sull'intero mercato, affrancandosi anche dalle operazioni di routine ed elaborando strategie teste a: Creare un nuovo modello di pianificazione strategica nel settore dei servizi finanziari in grado di affrontare gli imprevisti e di cogliere le opportunità emergenti. Schierare risorse organizzative flessibili, in grado di gestire le relazioni con i clienti, l'innovazione e lo sviluppo dei prodotti, elementi cruciali nell'ambito dei servizi finanziari. Sviluppare un approccio teso a raggiungere un vantaggio competitivo attraverso progetti efficienti ed efficaci di assunzioni e promozioni, valutazioni dei progetti e sviluppo delle strutture organizzative. Lo studio è stato condotto attraverso interviste dirette con il personale dirigente di aziende che operano nel settore dei servizi finanziari, come banche, società di intermediazione e fornitura di servizi tecnologici, facendo attenzione a interpretare correttamente le forze di spinta che portano all'evoluzione di questo settore. "Wharton vuole aiutare gli istituti bancari ad affrontare un mercato e tecnologie in rapida e continua evoluzione - ha spiegato Daniel Raff, professore associato presso la Wharton School - Gli aspetti quotidiani dell'attività bancaria non sono altro che operazioni di routine: prestiti e finanziamenti, pagamento di interessi, incasso di assegni. Tuttavia anche la routine deve cambiare radicalmente per garantire il successo futuro". "Il successo nel mondo bancario si basa sul cosiddetto 'virtuosismo della quotidianità - osserva Chris Skinner, Vice President della divisione Strategia e marketing dello Unisys Global Financial Services - Le banche devono rivedere di continuo le transazioni di routine rcustomer-facing, inserite nel contesto di mercato globale caratterizzato da una rapida evoluzione". Il testo completo della relazione "Concorrenza, Innovazione e Strategia nel settore dei Servizi Finanziari" è disponibile all'indirizzo
www.unisysfinancial.com o all'indirizzo www.bai.org/competition

AL VIA IL PORTALE SSB (SOCIETA' PER I SERVIZI BANCARI) ON LINE PROGETTATO CON ETNOTEAM
Milano, 31 gennaio 2002 - Ssb, Societa' per i Servizi Bancari, leader nella realizzazione di servizi informatici per le Banche e nel processing delle carte di pagamento, annuncia il lancio del nuovo portale
http://www.ssb.it realizzato in collaborazione con Etnoteam, uno dei principali fornitori in Italia di soluzioni per Internet e le Telecomunicazioni.Ssb Online e' un portale di alto profilo, ricco di contenuti e aggiornamenti utili sul mondo bancario e finanziario e rappresenta un ulteriore canale di contatto tra i Clienti e Ssb, per rafforzarne la relazione anche sotto il profilo interattivo. Il sito prevede, accanto alle sezioni corporate e a quelle dedicate agli eventi e alla comunicazione, pagine riservate ai servizi ad alto contenuto tecnologico offerti da Ssb al mondo finanziario: dal Card Processing al E&M-Commerce, dal Corporate Banking ai Sistemi di Pagamento, dalla Banca Automatica al Certification World.Il progetto ha previsto il rafforzamento della presenza di Ssb sul web, con una maggiore completezza e puntualita' delle informazioni. Per questo motivo, una fase importante e' stata l'attivita' di analisi dei processi Ssb, condotta da Etnoteam, per individuare ruoli ed entita' aziendali all'interno di una realta' molto vasta ed articolata. Infine, Etnoteam ha realizzato la system integration e il design, basato sull'accessibilita' al sito in termini di chiarezza e gradevolezza grafica e di leggerezza nel caricamento delle pagine. Roberto Sarina - Managing Vp Market Finance di Etnoteam - ha commentato: ''La realizzazione del portale Ssb Online e' per noi motivo di orgoglio perche' rappresenta una tappa importante in un rapporto costante attraverso gli anni, che ci ha portato a supportare in modo completo il Cliente nell'evoluzione della sua presenza su Internet''. Fabrizio Canedoli, Direttore Marketing e Vendite di Ssb, ha affermato: ''Il nuovo portale Ssb Online e' un passo importante nel potenziamento della relazione con la nostra Clientela e rappresenta l'avvio del ''cambiamento'' di Ssb sul Web, attraverso il restyling dell'immagine e l'utilizzo di strumenti che rendono fruibile la bidirezionalita' del canale. Ssb con il nuovo portale vuole pertanto raggiungere un duplice obiettivo: farsi conoscere e conoscere i propri clienti, acquisiti e potenziali, al fine di poter soddisfare al meglio le loro esigenze''.

UNICREDITO ITALIANO E ALLIANZ ANNUNCIANO LA TEMPISTICA PER L'OPAS SU ZAGREBACKA BANKA
Milano, 31 gennaio 2002 - UniCredito Italiano ("UniCredit") e Allianz Ag ("Allianz") (insieme il "Consorzio") hanno annunciato la tempistica per l'offerta pubblica di acquisto e scambio (Opas) amichevole che intendono promuovere sul 100% del capitale con diritto di voto di Zagrebacka banka d.d. ("Zagrebacka banka"), attualmente non posseduto dal Consorzio (l'"Offerta"). L'Offerta sarà inoltre subordinata all'acquisizione di almeno il 70% del capitale azionario con diritto di voto di Zagrebacka banka che, sommato alla quota del 20% attualmente posseduta dal Consorzio, porterebbe l'ammontare della partecipazione del Consorzio al 90%. In caso di piena adesione all'Offerta, UniCredit e Allianz deterranno rispettivamente l'85% ed il 15% del capitale azionario con diritto di voto di Zagrebacka banka. L'Offerta, ancora soggetta ad una serie di condizioni, dovrebbe essere lanciata l'11 febbraio 2002 e rimanere aperta per un periodo di tre settimane (fino al 1 marzo 2002). Ieri l'Assemblea Straordinaria di UniCredit ha conferito delega al Consiglio d'Amministrazione per aumentare il capitale sociale tramite l'emissione di un massimo di 139.112.873 nuove azioni UniCredit. Successivamente, in esercizio della delega ricevuta, il Consiglio di Amministrazione di UniCredit ha deliberato un aumento di capitale di 112.821.074 nuove azioni UniCredit del valore nominale di Euro 0.5 ciascuna, da scambiare con azioni e Gdr di Zagrebacka banka, secondo un rapporto di 61,32 azioni UniCredit per ciascuna azione Zagrebacka banka e di 6,13 azioni UniCredit per ciascun Gdr Zagrebacka banka. Il corrispettivo totale dell'Offerta, rappresentato da azioni UniCredit di nuova emissione per l'80% e per il 20% per cassa, sarà pertanto pari a circa 238,57 dollari per ogni azione (pari a circa 2.097,94 kune croate per azione)(1) e circa 23,86 dollari per ciascun Gdr, sulla base del prezzo di Euro 4,50 per azione UniCredit utilizzato per calcolare il rapporto di scambio. Tale prezzo è stato determinato sulla base del prezzo medio di ogni azione UniCredit (Prezzo Ufficiale della Borsa Italiana) nelle venti giornate di negoziazione precedenti il Consiglio di Amministrazione odierno e il tasso di cambio Euro/US$ al 29 gennaio 2002. L'Offerta rappresenta un premio di circa il 25% e circa il 18% sulla media del prezzo per l'anno 2001 di ogni azione e di ogni Gdr di Zagrebacka banka rispettivamente, ed un premio di circa il 47% e circa il 44% sulla media del prezzo a settembre 2000 (voci pre-acquisizione) di ogni azione e di ogni Gdr di Zagrebacka banka rispettivamente. Gli azionisti di Zagrebacka banka residenti in Croazia che aderiranno all'Offerta avranno la possibilità di vendere le nuove azioni UniCredit e ricevere il corrispettivo in Euro derivante dalla vendita delle nuove azioni UniCredit, che si va ad aggiungere alla componente per cassa dell'Offerta in Us$. In aggiunta, soggetto all'approvazione dell'Assemblea Straordinaria di Zagrebacka banka prevista per il 27 febbraio 2002, tutti gli azionisti di Zagrebacka banka iscritti a libro soci al 15 febbraio ("Data di Registrazione") avranno diritto ad un dividendo speciale di 7,0 dollari e 0,70 dollari per ciascuna azione e ciascun Gdr rispettivamente ("Dividendo Speciale"). Commentando l'operazione, Alessandro Profumo, amministratore delegato di UniCredit, ha dichiarato: "I preparativi per l'Opas sono avviati. Crediamo che questa sia una opportunità interessante per gli azionisti sia di UniCredit sia di Zagrebacka banka e confidiamo che i termini dell'Opas siano graditi a tutti gli azionisti di Zagrebacka banka".

ASSEMBLEA STRAORDINARIA UNICREDIT: APPROVATO AUMENTO DI CAPITALE PER OPAS ZAGREBACKA
Genova, 31 gennaio 2002 - Ieri l'Assemblea straordinaria dei soci di UniCredito Italiano ha conferito delega al Consiglio di Amministrazione per aumentare il capitale sociale tramite l'emissione di un numero massimo di 139.112.873 nuove azioni ordinarie, corrispondente ad un prezzo complessivo di emissione di 311.612.835,52 euro di cui 69.556.436,50 euro di valore nominale e ad un prezzo unitario minimo di emissione di 2,24 euro di cui 0,5 euro di valore nominale e 1,74 euro di sovrapprezzo. L'aumento di capitale sociale è funzionale all'Opas che UniCredit e Allianz hanno in procinto di promuovere in Croazia per l'acquisizione della totalità delle azioni di Zagrebacka banka d.d. L'Assemblea dei soci, in adunanza ordinaria, ha altresì proceduto ad integrare il Collegio Sindacale della società, nominando alla carica di sindaco effettivo l'Avvocato Vincenzo Nicastro.

UNICREDIT: APPROVATO ALL'UNANIMITÀ IL BUDGET 2002
Genova, 31 gennaio 2002 - Il Consiglio di Amministrazione, riunitosi subito dopo l'Assemblea, ha esercitato la facoltà dalla stessa conferitagli deliberando l'aumento di capitale funzionale all'operazione di acquisizione di Zagrebacka Banka approvata in mattinata. Nella medesima seduta il CdA ha altresì approvato all'unanimità, esprimendo ampia soddisfazione, il budget per il 2002, che prevede risultati in ulteriore crescita in un contesto di mercato esterno assai complesso ma molto ben motivato nella struttura e nella previsione.

 

BORSE.IT CERTIFICA IL PROPRIO SERVIZIO DI PAGAMENTI ON-LINE CON LE GARANZIE FORNITE DA QWEBMARK
Bologna, 31 Gennaio 2002 - Borse.it, leader nell'informazione finanziaria on-line, ha ottenuto il Qwebmark: il marchio di qualità per i siti web di commercio elettronico messo a punto dalla federazione Cisq (Certificazione italiana sistemi qualità aziendali) in collaborazione con Certicommerce, associazione promossa dall'Unione italiana delle camere di commercio. Lo scopo è quello di accrescere le garanzie fornite agli acquirenti (consumatori e imprese) nei confronti del commercio elettronico, certificando il rispetto di determinati principi e requisiti da parte dei fornitori virtuali. Dal 20 gennaio Borse.it ha diritto di esporre il marchio Qweb avendo aderito a tutti gli standard previsti in termini di facilità d'identificazione del fornitore, rispetto della privacy, chiarezza e veridicità delle condizioni di vendita e dei termini di consegna, sicurezza delle transazioni ecc., tale marchio ha valore ufficiale e permette di verificare istantaneamente, con un semplice clic del mouse, la validità della certificazione e l'ente che l'ha rilasciata. Borse.it ottenendo la certificazione di qualità ha voluto rispondere alle esigenze fondamentali espresse dall'e-commerce: sicurezza, affidabilità, funzionalità, rispetto della privacy. Il controllo di aderenza agli standard richiesti è, inoltre, continuativo: l'organismo di certificazione, a sua volta vigilato da un apposito comitato, verifica i siti più volte l'anno. "Ritengo che la certificazione della nostra attività di commercio elettronico sia il giusto completamento della neonata area Premium" ha affermato Emanuele Bajo, Presidente di Borsa.it Srl "grazie alle maggiori garanzie offerte attraverso il Qwebmark possiamo soddisfare le esigenze degli investitori più esigenti e ribadire la nostra posizione di leader nell'offerta di servizi innovativi".

QARANA SOLUTIONS ITALIA: HALOGEN, MULTINAZIONALE SVEDESE SPECIALIZZATA NELLA CONSULENZA E NELLO SVILUPPO DI SOLUZIONI PER L'E-BUSINESS, ACQUISISCE IL 100% DEL CAPITALE DI QARANA SOLUTIONS ITALIA
Milano, 31 gennaio 2002 - Halogen, azienda multinazionale svedese, leader nella consulenza strategica per l'e-business a livello europeo, ha acquisito il 100% del capitale di qarana solutions Italia, la divisione italiana della multinazionale spagnola specializzata nella consulenza e nelle soluzioni web per i settori finance, telecomunicazioni e new media. Con questa operazione nasce una nuova realtà che, grazie all'integrazione e alla complementarietà delle conoscenze ed esperienze, assicurerà alle aziende clienti di qarana e Halogen 3 principali aree di servizi focalizzati nell'e-business a livello di: Consulenza strategica: supporto al cliente nelle sue scelte strategiche di e-business attraverso la definizione di piani strategici; Tecnologia: progettazione, realizzazione, integrazione delle soluzioni digitali attraverso l'utilizzo delle tecnologie d'avanguardia disponibili; comunicazione e marketing: individuazione e sviluppo delle diverse technicalities di e-marketing e customer care per una comunicazione più efficace al cliente che interagisca con i sistemi di e-business. Più in particolare, l'obiettivo primario delle 2 società sarà quello di garantire, una volta comprese le esigenze del mercato, delle soluzioni innovative (e-Crm, B2B, B2C, B2E, etc) in grado di ottimizzare l'efficienza e il livello di competitività delle aziende clienti.Con l'operazione, Halogen e qarana solutions Italia potranno inoltre soddisfare le specifiche esigenze delle aziende nei mercati verticali di sbocco (finance, telecom, manufactoring, logistica e retail). Grazie a questo accordo - ha dichiarato Filippo Scibilia, Amministratore Delegato di qarana solutions Italia - la nostra offerta risulterà rafforzata sia sul piano del livello di qualità dei servizi che sulla base dell'esperienza che le due società hanno maturato fino ad oggi nell'ambito della consulenza per l'e-business. "Le soluzioni proposte - ha concluso Scibilia - saranno ancora di più attente a soddisfare le esigenze dei singoli clienti da sempre al centro della catena di valore offerta" Infolink:
www.qarana.com

LAVORATORI AZIONISTI : VERSO UN SISTEMA PIU' PARTECIPATIVO CONVEGNO AL CNEL PROMOSSO DALL'ASSOCIAZIONE ITALIANA PER LA DIREZIONE DEL PERSONALE
Roma, 31 gennaio 2002 - E' considerata una delle strade da esplorare con maggior determinazione anche in vista del traguardo della modernizzazione delle nostre relazioni industriali . Il recente Libro Bianco sul mercato del lavoro, elaborato dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha rimarcato l'importanza della diffusione in Italia di forme di azionariato dei dipendenti , sulla scorta di quanto da tempo sollecitato in sede comunitaria, evidenziando l'urgenza di una moderna legislazione di supporto e incentivazione, compatibile con quella presente in numerosi altri ordinamenti. Consapevole del crescente interesse sul tema del rafforzamento del ruolo partecipativo dei lavoratori nella vita e nello sviluppo delle imprese, il Gruppo Lazio dell'Associazione Italiana per la Direzione del Personale (Aidp) , ha promosso il convegno "Dall'azionariato dei dipendenti alla societa' europea" Attualità e tendenze della partecipazione dei lavoratori all'impresa che si svolge oggi 31 gennaio p.v., a Roma, presso il Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro ( Viale Lubin 2 - ore 9.30 ). Sarà un'occasione utile per fare il punto su alcune delle più significative esperienze di coinvolgimento dei lavoratori nella partecipazione al capitale d'impresa, che traggono principalmente origine dalle privatizzazioni di importanti realtà pubbliche (Eni,Telecom,Credit...) e dalla crescente diffusione dello strumento delle stock options. All'assenza di una adeguata normativa quadro, che stabilisca regole e tecniche operative, nel nostro Paese si accompagna anche un pesante deficit culturale, che resta forse il nodo più difficile da sciogliere. "L'incontro - sottolinea Roberto Savini Zangrandi, presidente del Gruppo Lazio dell'Aidp- consentirà innanzitutto di verificare il processo di recepimento nell'ordinamento italiano dello Statuto della Società Europea e della Direttiva Comunitaria sulla partecipazione dei lavoratori ai risultati dell'impresa; in secondo luogo, di analizzare come il nostro sistema economico si stia attrezzando per mettere in atto forme di azionariato diffuso tra i dipendenti".

ACCORDO CONFINDUSTRIA E CGIL-CISL-UIL PER LA FORMAZIONE NASCE FONDIMPRESA, IL FONDO DI NATURA PRIVATISTICA PER LA FORMAZIONE CONTINUA DEI LAVORATORI OCCUPATI
Roma, 31 gennaio 2002. Un fondo di natura privatistica che con procedure snelle e trasparenti provvederà alla selezione, al finanziamento e al monitoraggio dei piani formativi presentati dalle aziende, in funzione della tipologia dei fabbisogni formativi del territorio. E' con questi obiettivi che Confindustria, Cgil, Cisl e Uil hanno sottoscritto l'accordo interconfederale con il quale viene costituito Fondimpresa, il Fondo interprofessionale per la formazione continua, previsto dall'articolo 118 della legge 23 dicembre 2000, n. 388. La Finanziaria 2001 ha stabilito di destinare il contributo previdenziale dello 0,30% alla formazione continua dei lavoratori occupati. Contrariamente a quanto avviene ancora oggi e nonostante quanto era stato concordato già con l'intesa del 1993, Confindustria e Cgil-Cis-Uil ribadiscono, peraltro, anche in questa occasione la necessità di finalizzare l'utilizzo dell'intero contributo dello 0,30% al fine di: 1) potenziare gli investimenti di formazione continua dei lavoratori destinando ad essi risorse di ben altra consistenza rispetto alle attuali; 2) individuare un meccanismo che consenta alle imprese un accesso alle risorse finanziarie più semplice e rapido rispetto agli attuali sistemi di selezione attraverso bandi pubblici; 3) attribuire un forte ruolo di indirizzo delle parti sociali, più dirette interpreti - rispetto alle istituzioni pubbliche - dei fabbisogni formativi delle imprese e dei lavoratori. La formazione continua costituisce una necessità e una responsabilità condivisa tra l'impresa e le sue risorse umane. L'accordo incoraggia e incentiva questo tipo di investimenti da parte di entrambi i soggetti, confermando la scelta della "bilateralità" in materia di formazione come il modello più adeguato per dare reali risposte alle esigenze di competitività delle imprese e per garantire l'occupabilità dei lavoratori, obiettivo primario delle politiche attive promosse in sede europea.

EMISSIONE NUOVO BTP 15 ANNI
Roma, 31 gennaio 2002 - Il Ministero dell'Economia e delle Finanze intende procedere, nel corso del mese di febbraio, all'introduzione di una nuova scadenza nel comparto dei Btp (15 anni). Nelle linee strategiche per l'anno 2002, il Tesoro aveva indicato tale possibilità, al fine di diversificare l'offerta e rispondere adeguatamente alla domanda espressa dal mercato. La riforma fiscale sui proventi ed interessi dei titoli di Stato, in vigore a partire dal 1° gennaio u.s., consente al Tesoro di ampliare la base degli investitori in Btp, garantendo così liquidità a tutti i segmenti della curva dei rendimenti. Al fine di raggiungere la più ampia distribuzione possibile, si è scelto di effettuare il collocamento tramite la costituzione di un sindacato, i cui lead manager saranno Unicredit Banca Mobiliare, Ing Bank e Schroder Salomon Smith Barney. Tale scelta è stata effettuata in virtù della loro capacità di distribuzione, peraltro manifestatasi anche nei risultati ottenuti dai suddetti operatori nel biennio 2000-2001 in qualità di "Specialisti in titoli di Stato". L'asta del nuovo Btp trentennale, preannunciata nel programma trimestrale di emissione, verrà proposta nel corso del mese di marzo p.v. (annuncio 7 marzo 2002).

ENERGIA DA IMPIANTI CIP 6: RIPARTE LA PROCEDURA PER L'ASSEGNAZIONE DI 3.180 MW AI CLIENTI IDONEI
Roma, 31 gennaio 2002 - Il Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale ha ripreso la procedura di assegnazione dei 3.180 MW di energia prodotta da impianti CIP 6, destinata ai clienti idonei. La decisione dà seguito all'Ordinanza del Consiglio di Stato che ieri ha annullato la sospensiva del Tar della Lombardia che aveva precedentemente accolto il ricorso presentato da Enel Trade rispetto alle modalità di assegnazione stabilite dalla delibera 308/01 dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas. I soggetti che il 10 gennaio scorso risultavano idonei a partecipare alla gara di assegnazione potranno paertanto effettuare un'offerta secondo quanto previsto dalla procedura. Le offerte dovranno essere presentate domani, per via informatica, dalle ore 11 alle ore 13. Gli esiti delle assegnazioni verranno pubblicati sul sito del Gestore della rete
www.grtn.it

AMGA S.P.A.: IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE APPROVA LO SCORPORO DA AMGA S.P.A. DEI RAMI D'AZIENDA RELATIVI ALLA GESTIONE CALORE ED ALLA PRODUZIONE DI ENERGIA IDROELETTRICA ED IL LORO CONFERIMENTO AL CONSORZIO AMGA ENERGIA, DALLA STESSA CONTROLLATO
Milano, 31 gennaio 2002 - Il Consiglio di Amministrazione di Amga S.p.A., riunitosi ieri a Genova, ha approvato lo scorporo dei rami d'azienda relativi alla Gestione Calore ed alla Produzione di Energia Idroelettrica, ed il loro conferimento nel Consorzio Amga Energia, partecipato direttamente da Amga S.p.A. al 99,84%, ed indirettamente tramite la controllata Idro-Tigullio S.p.A. per la quota residua. L'operazione è motivata essenzialmente da ragioni di carattere organizzativo, ossia dalla opportunità di concentrare in capo ad un unico soggetto lo svolgimento di attività richiedenti professionalità similari o il cui prodotto sia destinato ad un unico mercato di utilizzazione. Tali condizioni si sono riscontrate, con riferimento alle caratteristiche delle professionalità richieste, nella gestione di centrali termiche (la c.d. "gestione calore") svolta da Amga S.p.A. e nella gestione della centrale di cogenerazione energia/calore e della relativa rete di teleriscaldamento, già in capo al Consorzio Amga Energia. Per quanto attiene ai mercati di sbocco delle produzioni, si è individuato il mercato della produzione di energia elettrica (ormai liberalizzato) come fattore che accomuna l'attività già svolta dal Consorzio (produzione di energia termoelettrica) e l'attività di produzione di energia idroelettrica, ancora in capo ad Amga S.p.A. L'operazione, che ha sostanzialmente effetto dal 1° gennaio 2002, è stata realizzata sulla base di una valutazione dei suddetti rami d'azienda svolta da un esperto di comune fiducia che ha attribuito al ramo d'azienda relativo alla "Gestione Calore" un valore pari a Euro 3.520.264 ed al ramo d'azienda relativo alla "produzione di energia idroelettrica" un valore pari a Euro 3.610.883.

SCELTO DA UNA GIURIA INTERNAZIONALE IL PROGETTO PER IL NUOVO EDIFICIO CHE COMPLETERA'IL PIANO "BOCCONI 2000"DUE ARCHITETTI IRLANDESI, YVONNE FARREL E SHELLEY MCNARNARA DI GRAFTON ARCHITECTS, VINCONO IL CONCORSO
Milano, 31 gennaio 2002 - A conclusione di un concorso internazionale ad inviti, indetto dall'Università Bocconi il 26 settembre scorso, una giuria composta da esponenti della business community, dei mondo della cultura e dell'architettura, ha scelto il progetto per la realizzazione dell'ultimo edificio ancora mancante al completamento dei piano "Bocconi 2000" Al concorso hanno partecipato dieci studi di architettura di cui tre italiani e sette provenienti da diversi paesi europei. Il progetto scelto come vincitore è opera degli architetti irlandesi Yvonne Farrell e Shelley McNamara, dello studio Grafton Architets, che si sono affermate per i'innovatività della visione architettonica coniugata alla scelta di soluzioni tecnologiche di avanguardia . La giuria, presieduta dal grande storico e critico dell'architettura Kenneth Frampton,docente alla Columbia University oltre che alla Accademia di architettura della Università della Svizzera italiana, ha particolarmente sottolineato il valore dei progetto di Farrell e Mc Namara dal punto di vista della sua concezione dello spazio e dell'ambiente. Una delle peculiarità dei progetto consiste infatti in una soluzione architettonica che consente di individuare, dalla vicina ma non attigua Porta Ludovica, il portale di ingresso dei palazzo, in una relazione di fluida continuità tra il campus e il quartiere. Secondo la motivazione ufficiale della giuria, infatti, il progetto di Grafton Architects è stato scelto in quanto "stabilisce una relazione corretta e significativa tra il contesto urbano esterno e il contesto interno dei campus universitario". Molto apprezzata è stata anche l'innovativa soluzione tecnica che prevede 1a posizione strategica dell'Aula Magna all'intersezione tra viale Bligny e via Roentgen, in modo tale da consentire la visione immediata della sala e dei suo foyer da Porta Ludovica, come portico simbolico dell'Università". Yvonne e Shelley hanno dunque vinto grazie da un lato alla capacità di armonizzazione con l'ambiente preesistente, caratterizzato da realtà architettoniche di grande significato come gli edifici di Mario Pagano (1942), di Giovanni Muzio (1953) e di Ignazio Gardella (1999); dall'altro, grazie alla scelta di soluzioni tecnologiche e strutturali sofisticate e di materiali innovativi, che fanno dei loro progetto un'opera destinata ad incidere nelFurbanistica della Milano dei secolo a venire. La loro forte vena innovatrice è riuscita a superare concorrenti di grande valore, due dei quali, lo svizzero Aurelio Galfetti e lo spagnolo Carlos Ferrater Lambarri, hanno ricevuto dalla giuria una menzione speciale collocandosi rispettivamente al secondo e terzo posto. L'edificio andrà a completare il complesso edilizio parte dei piano "Bocconi 2000" iniziato nel 1999 e sorgerà nell'area tra viale Bligny e via Roentgen di fronte al palazzo ellissoidale progettato da Ignazio Gardella e inaugurato lo scorso settembre. L'immobile ospiterà 883 uffici (con circa 1000 posti lavoro), l'Aula Magna (con circa 1000 posti suddivisi in due sale) e alcuni servizi (centro medico, bar, reception, vetrina libreria Egea, banca e agenzia viaggi). Inoltre sono previste tre sale conferenze, una sala riunioni e un parcheggio sotterraneo di 190 posti auto. I lavori, che ultimeranno il piano "Bocconi 2000" (iniziato nel 1999), cominceranno nella prossima primavera con la fase di scavi e bonifica della zona; la gara d'appalto si concluderà entro la fine dei 2002 e i lavori di costruzione, che inizieranno nel gennaio 2003, si concluderanno nel settembre 2005. '1a nuova struttura completa un sistema di edifici pensati in funzione di una didattica sempre più avanzata articolata su diversi livelli formativi (dai corsi triennali alle lauree specialistiche ai corsi masters) in funzione di esigenze diverse, secondo criteri in grado di competere con le migliori strutture formative internazionali", ha affermato il Rettore dell'Università Bocconi, Carlo Secchi. "L'Università Bocconi punta, dunque, anche sullo stile architettonico delle nuove infrastrutture per riaffermare i valori che storicamente la caratterizzano, primo fra tutti l'apertura nei confronti dell'esterno e la capacità di assumere il rischio di scelte particolarmente innovative. " "Nel 2001 è terminato il primo lotto dei Piano Bocconi 2000 costituito dall'ampliamento della Sda (Scuola di Direzione Aziendale), da parcheggi sotterranei e da un edificio elissoidale con 30 aule per circa 45.000 nuovi posti studenti - ha affermato Giovanni Pavese, Consigliere Delegato dell'Università Bocconi. - Ora si tratta di realizzare l'ultima fase dei progetto che prevede di concentrare in un unico immobile tutti gli uffici decentrati negli anni scorsi per mancanza di spazio, realizzando nel contempo una nuova, grande Aula Magna, atta ad utilizzi modulari, funzionali alle attività molteplici di un sistema di formazione complesso come la Bocconi."

21° SECOLO: L'INCONTRO ATTESO FRA HI-TECH E PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA. PREMIO INTERNAZIONALE "L'ARCHITETTURA AUTOMATICA" INGRESSI AUTOMATICI, E ALTRE AUTOMAZIONI "INTELLIGENTI"
Milano 31 gennaio 2002. L'architettura contemporanea si integra sempre più con sistemi intelligenti. Ingressi, facciate e serramenti possono essere gestiti con sistemi automatici ed il loro impiego influenza sia le scelte funzionali che componitive. Le architetture automatiche rappresentano oggi non solo uno status qualificante il valore sociale dell'edificio ma soprattutto un reale contributo alla costruzione di un'architettura senza barriere. L'automazione, in particolare nel mondo dei serramenti, introduce nuove possibilità per il reale raggiungimento di un'architettura aperta ad una larga fascia di utenti. Ditec S.p.A., azienda leader nel settore e specialista degli ingressi automatici, e Faenza Editore promuovono un premio internazionale di architettura per incentivare l'uso di componenti e di sistemi automatici nelle realizzazioni di architettura. In particolare, il premio si propone di segnalare e premiare le migliori architetture che abbiano impiegato, nella loro realizzazione, ingressi automatici e/o automatismi per aperture, per il controllo della luce naturale e/o altre automazioni intelligenti nella gestione di facciate e serramenti. La Manifestazione "L'Architettura Automatica" si sviluppa attraverso un Premio Internazionale in due sezioni. La prima è riservata ad architetti, industrial designer e progettisti in genere, professionisti, iscritti agli ordini professionali e/o associazioni di categoria. In questa sezione partecipano architetture realizzate o in fase di progettazione entro la scadenza del bando. La seconda sezione è riservata a studenti, scuole, istituti o università per architettura o disegno industriale. Partecipano tesi, ricerche ed esercitazioni elaborate in sede di studio che prevedano la progettazione di architetture che integrino sistemi di automazione nell'ambito di costruzioni residenziali, commerciali, terziarie o industriali. Per quest'ultima articolazione le opere presentate da studenti dovranno essere coordinate da un docente. Per entrambe le sezioni è ammessa la partecipazione singola o a gruppi. Per quanto riguarda i gruppi dovrà essere indicato un "responsabile ultimo" che si caratterizzerà come unico interlocutore nei confronti dell'organizzatore del concorso. I concorrenti possono partecipare con una o più proposte purché presentate separatamente. L'iscrizione al premio è gratuita ed è aperta a partire dal 20 marzo 2002 e sarà possibile sino alla scadenza del bando prevista per il 16 dicembre 2002. Per l'iscrizione al premio i concorrenti dovranno compilare l'apposito modulo (che insieme al bando e ad ulteriori informazioni sarà reperibile sui siti
www.ditec.it www.faenza.com www.fabriziobianchetti.com oppure inviare richiesta d'ammissione, con lettera o e-mail, presso la segreteria organizzativa indicata nel bando stesso. La Giuria sarà così composta: Dr. Ing. Gabriele Del Mese (Ove Arup), esperto in tecnologia delle costruzioni; Prof. Arch. Eric Dubosc (Dubosc&Landowski) dell'Ecole d'Architecture de Lille; Prof. Arch. Giancarlo Rosa, della Facoltà di Architettura "La Sapienza" di Roma; Prof. Ing. Marco Imperadori, della Facoltà di Ingegneria di Lecco del Politecnico di Milano; Dott. Arch. Fabrizio Bianchetti, Direttore della rivista Frames; Dott. Armando Vecchi, Consigliere Delegato Ditec S.p.A. A tutti i partecipanti sarà consegnato un attestato di partecipazione. Sono previste targhe per tutti i vincitori. La giuria avrà a disposizione i seguenti premi: Prima sezione: premio a progettista professionista - 1° Premio: Euro 5.000,00 2° Premio: Euro 2.500,00 3° Premio: Euro 1.000,00 Inoltre la Giuria disporrà di 2 rimborsi da € 500,00 cadauno, per segnalare eventuali altri progetti meritevoli. Seconda sezione: premio a studenti ed istituto - 1° Premio: Euro 2.000,00 allo studente e targa all'Istituto. Inoltre la Giuria disporrà di 2 rimborsi da € 1.000,00 cadauno, per segnalare altri progetti meritevoli, oltre a targa per l'Istituto. Infine, qualora la Giuria ritenesse di non dovere assegnare alcuni premi potrà disporre del montepremi per altri eventuali rimborsi ai progetti ritenuti meritevoli. "L'automazione, in particolare nel mondo dei serramenti, introduce nuove possibilità per il reale raggiungimento di un'architettura aperta ad una larga fascia di utenti - ha affermato Renato Calza, amministratore delegato di Ditec S.p.A. -. In questo inizio di millennio molto ci si aspetta dall'Architettura: la possibilità di viaggiare rimanendo in casa o in ufficio non si basa solo sulla presenza di internet o di un televisore; il primo "viaggio" dell'uomo parte dal rapporto con l'ambiente che lo circonda e fondamentale in tale senso è il ruolo dell'architettura, sia che essa si occupi di costruzioni residenziali, commerciali, terziarie o industriali. L'adeguamento delle abitazioni attraverso l'automazione di alcune funzioni, oltre che rispondere ad ambizioni di miglioramento dell'immagine architettonica complessiva può aprire nuove prospettive di mercato affrontando anche il tema della progettazione integrata per l'utenza ampliata. Da queste considerazioni è nata l'idea del Premio Internazionale L'Architettura Automatica ha concluso Calza -. La nostra azienda non a caso si richiama nel suo stesso nome al significato di DIffusione di Tecnologia: diffondere sempre di più le automazioni per ingressi e serramenti è il nostro primario obiettivo, inteso sia come positiva espansione sia come progressivo miglioramento del comfort delle persone negli edifici pubblici e privati. Questo Premio Internazionale di Architettura per noi rappresenta una seria possibilità di ricerca di nuove forze e tendenze che potrebbero essere utili alla nostra stessa azienda". "L'edificio viene abitualmente progettato, anche dai protagonisti più talentuosi, come uno Spazio Passivo all'interno del quale e con il quale l'utente interagisce in fasi successive - sono parole dell'Architetto Fabrizio Bianchetti -. L'introduzione dei sistemi automatici può rendere l'edificio Attivo e capace di interazione con l'attività che vi si svolge. Controllo delle facciate, degli acessi e del contenimento energetico - ha detto Bianchetti - sono solo alcuni degli scenari possibili: dai progettisti che parteciperanno al premio ci aspettiamo di vederli tradotti in realtà.".

QUANTI HANDICAP PER LE DONNE CHE FANNO POLITICA
Fiesole, 31 gennaio 2002 - L'assessore toscano alla cultura, Mariella Zoppi, in conferenza al Rotary, vuole le quote elettorali, difende divorzioe aborto e dice alle colleghe: guai a mollare. In quanto assessore regionale alla cultura nonché consorte del parlamentare Valdo Spini, l'architetto Mariella Zoppi ha della politica una visione a 360 gradi. La vive in proprio e per procura, totalizzante come professione pubblica e pervasiva nel privato. Oltretutto è figlia d'arte, nel senso che le donne della sua famiglia sono in politica da più generazioni. Sicché nessuna meglio di lei per raccontare l'esperienza appassionante e sconvolgente delle donne in parlamento, ultima conquista della formidabile riscossa femminile che in Occidente sta forse per toccar la vetta con la candidatura di Hillary Clinton alla presidenza degli Stati Uniti. Ospite ieri del Rotary Club di Fiesole che con Ely Lilly Italia ha organizzato un ciclo di 11 conferenze sui multiformi aspetti della donna d'oggi, l'assessore Zoppi non fa mistero di aderire al progetto di riservare alle italiane una quota garantita nelle assemblee elettive. Del resto, già lo si fa tranquillamente in Francia. "D'accordo", dice, "può sembrare un ghetto". Ma un ghetto con una funzione: far crescere nelle donne un'attitudine. Esattamente come quelle moderne società, dette incubator, che prendono per mano le aziende neonate e le assistono fin quando non sono in grado di far da sole sul mercato. Serve dunque un ghetto incubatore perché, giura l'assessore, la politica è comunque un mestieraccio che sembra fatto apposta per tenere le donne a casa: "Senza regole, ipercompetitivo e soprattutto di tempi così lunghi da rasentare l'astrattezza. Mentre alle donne, si sa, piace per istinto costruire, concretizzare, non fosse che per l'abitudine di mettere figli al mondo. E sempre al contrario dei maschi, più distaccati se non più cinici, le donne affrontano la politica con un coinvolgimento emotivo pieno". In altre parole, ci credono. Un handicap. Vogliamo ricordarne altri di handicap? I figli, la famiglia, l'aspetto fisico, l'indifferenza delle stesse donne che preferiscono votare i maschi. Un complesso di cose, secondo l'oratrice, che spiega perché le italiane in politica siano in fondo poche, benché presentissime in Tv e giornali. Sono poche, 4 su 13, anche nel governo regionale di Toscana che pure, rispetto ad altre regioni, è stato di manica assai larga. "Scelta di vetrina? Scelta convinta? Me lo chiedo spesso", confessa l'assessore, "C'è che in generale le donne in politica contano poco in ogni caso". Le ragioni? Eccole qui: "Accettate o subite, le donne sono diverse e contano poco perché cercano di imporre le loro regole. Purtroppo, quando si adeguano a quelle vigenti, cioè alle non regole, contano poco comunque. La realtà è che in Italia i padroni del potere sono i vertici dei partiti dove le donne sono assenti. E' la contraddizione che ci nega la possibilità di esprimerci". Oggi, per di più, un formidabile handicap esistenziale grava su tutti noi, donne comprese: "Sono anni complessi", ricorda l'assessore, "anni di guerre che mai avrei creduto di dover vivere. Eventi che turbano le nostre cosciente e che rendono difficile schierarsi. Un tempo era chiaro dove stavano il bene e il male. Oggi non più. Tutto è più dannatamente complicato ed è un peccato che la cultura del dubbio, l'unica per me possibile, sia perdente con chi ostenta incredibili certezze. Tornano anche polemiche antiche, si discute di nuovo di conquiste, divorzio e aborto, che parevano acquisite. Quanto alla prostituzione, è assurdo che la si pensi come un mestiere da regolamentare". Handicap su handicap. A non finire. Dunque rinunciare alla politica? "Neanche per idea", dichiara l'assessore, "Per le donne equivarrebbe a chiudersi in un privato vuoto e frustrante. Sarebbe una sconfitta che ci trascinerebbe indietro di millenni". Per informazioni: Rotary Club Fiesole, Tel. 055.474741

PRESENTATO IL PREMIO NAZIONALE COMUN-RIUTILIZZATORE GLI 8100 COMUNI IN GARA PER "CHIUDERE IL CERCHIO" DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA
Milano, 31 gennaio 2002 - E' stata presentata ieri mattina, al Circolo della Stampa, la terza edizione del Premio nazionale "Comun-Riutilizzatore". L'iniziativa, patrocinata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dai Ministeri dell'Ambiente e alle Attività Produttive, premierà quelle città italiane che, con sensibilità e lungimiranza, hanno scelto di destinare parte del loro bilancio all'acquisto di beni riciclati. "Ad essere insignite dei premi saranno le amministrazioni che, nel 2001, si sono dimostrate più attive nell'uso, per l'arredo urbano e nei consumi pubblici, di prodotti realizzati con materiali riciclati", spiega Angelo De Rosa, presidente degli Amici della Terra di Milano. "Valorizzeremo le esperienze più avanzate e coraggiose". Piero Capodieci, presidente del Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi) ha parlato di "iniziativa importante per sensibilizzare tutti i soggetti coinvolti nel sistema: i cittadini a fare la raccolta differenziata, i Comuni a riutilizzare i materiali raccolti e le imprese ad essere sempre più parte della soluzione". Secondo Carlo Montalbetti, direttore generale Comieco (Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo Imballaggi a base Cellulosica), "l'industria italiana del riciclo è in grado di riciclare ben oltre le quantità oggi raccolte. Un esempio? Fino a pochi anni fa l'Italia doveva importare ben 1 milione di tonnellate di carta da macero. Oggi solo mezzo milione". E i premi ai Comuni? Ecco qualche esempio. Co.Re.Pla. (Consorzio Nazionale Raccolta, Riciclaggio e Recupero dei Rifiuti di Imballaggi in Plastica) metterà a disposizione ai Comuni primi classificati tre parchi gioco per bimbi in plastica riciclata. Via libera, si augurano gli organizzatori, a carta di mais o di alga negli uffici pubblici, a bicchieri, tovaglioli, piatti di mense comunali realizzati con amido di riso, ad arredi di uffici di sindaci e assessori in materiali riciclati (dalla plastica al legno truciolato), ai giochi per bimbi in plastica riciclata nei parchi. Alla presentazione ha preso parte l'assessore all'Ambiente di Milano, Domenico Zampaglione. "Auguriamo al Premio Comun-Riutilizzatore lunga vita", ha dichiarato. "La sola raccolta differenziata non basta più. Bisogna rimettere in circolo il materiale recuperato. E i Comuni è bene che diano l'esempio". I risultati della "gara" tra gli 8100 Comuni d'Italia, e le relative premiazioni, si avranno a Milano in aprile.

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