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da:"Financial Times" 25/2/2002

" L'INDIA CERCA NUOVA LINFA VITALE NEL PIANO DELLA SECONDA GENERAZIONE"

"Ma le riforme designate per incrementare gli investimenti, oltre modo necessari nel settore privato, sono sotto accusa e, comunque può darsi non siano sufficienti." di Edward Luce ...secondo una nuova disposzione, le aziende con fino a 1000 dipendenti possono licenziare senza l'approvazione dello stato.Ma il provvedimento,accolto da uno dei massimi imprenditori come l'inizio delle"riforme economiche indiane della seconda generazione",ha incontrato costernazione da parte degli alleati chiave della coalizione di governo.Il ministro indiano delle finanze Yashwant Sinha,che ha presentato il suo quinto budget annuale,si scontra con una forte opposizione da parte dei sindacati e di alleati politici,in particolare da Shiv Shena, un partito nazionalista hindù di Bombay, e da un importante membro della coalizione nazionale. Il provvedimento che tocca l'85% delle imprese industriali indiane, ha come obbiettivo la rimozione di uno dei maggiori ostacoli all'investimento nel settore privato dell'economia indiana.Le attuali restrizioni fanno sì che solo 8.5 milioni su 300 milioni di operai indiani siano dipendenti da aziende manufatturiere del settore privato.Allo stesso modo l'investimento,che rappresenta solo il 22% delprodotto interno lordo,resta molto al di sotto del livello raggiunto dalle "tigri" dell'Asia orientale. Tuttavia il contraccolpo ampiamente previsto contro il provvedimento è stranamente l'ultima delle preoccupazioni di Sinha.Negli ultimi due anni,l'incremento del prodotto interno lordo indiano è drasticamente dimunuito,passando dallo 6% degli anni '90 ad uno scarso 4% dello scorso anno.Secondo gli imprenditori l'India va incontro ad una prospettiva di lenta crescita economica permanente, a meno che Sinha non dia il via a misure radicali di ristrutturazione dell'economia."L'India sta cominciando a segnare il passo"-disse Deepak Parekh,direttore di HDFC,il complesso finanziario leader nel paese.I contratti non sono rispettati, il deficit del budget è fuori controllo,e il sistema legale non è certo aggiornato. Contrariamente alle dichiarazioni di governo, gli economisti sostengono che l'India soffre di un rallentamento strutturale, piuttosto che ciclico, che tranquillamente anticipa il rallentamento globale dello scorso anno.Essi sottolineano due problemi fondamentali. Primo,l'India ha smantellato la maggior parte dei suoi controlli economici del periodo socialista,ma conserva una"Licenza Raj" per il capitale.Ciò alza il costo del prestito per ulteriori affari a livelli tali,che i più non possono affrontare."L'India ha tassi d'interesse reale,tra i più alti del mondo", disse Ravi Mohan, a capo di Crisil,la maggiore agenzia indiana di valutazione del limite di credito. Per ragioni politiche il settore statale bancario in perdita, che ancora accoglie più di quattro quinti dei depositi, deve pagare un pesante 9,5% di tasso d'interesse sui depositi dei piccoli risparmiatori.Ciò costringe il piccolo,ma relativamente dinamico settore bancario privato a pagare tassi analoghi sui loro depositi, in un momento in cui l'inflazione è scesa all'1,2%.Il risultato è che le banche non hanno altra scelta che quella di praticare tassi del 12% o più sui prestiti alle aziende del settore privato - un livello, che la maggioranza non può prendere in considerazione.Il problema è aggravato da una serie di altre restrizioni che aumentano il costo del capitale, compresa la richiesta che le banche riservino almeno 1/3 dei loro prestiti a settori di priorità politiche, quali attività rurali e piccole imprese protette. "Se l'India deve creare posti di lavoro e ricchezza, deve ridurre il costo del capitale ai livelli di cui beneficiano i suoi competitori", disse Pradeep Shah,uno dei massimi investitori di Bombay.Secondo,la povera infrastruttura indiana rende impossibile al settore privato del paese competere con le controparti estere.Ad eccezione di un minuscolo gruppo di aziende,ricche abbastanza per potersi costruire le loro centrali elettriche, reti di telecomunicazioni,e servizi aereoportuali,le aziende indiane sono molto penalizzate ben prima di entrare in gara.Ad esempio,il settore elettrico indiano,notoriamente non affidabile, impone tariffe tre volte superiori a quelle imposte alle aziende cinesi."Noi ci costruiamo da noi tutte le nostre infrastrutture",disse Anil Ambani,amministratore di Reliance Industries,la massima azienda privata indiana."Se non fossimo in grado di fare così, non saremmo competitivi.ll ministro Sinha si deve anche confrontare con un alto e crescente deficit fiscale -le previsioni sono che esso raggiunga il 6% del prodotto interno lordo quest'anno.Con la maggior parte del budget che deve servire a coprire costi sui debiti e salari,resta poco spazio a Sinha per spendere in infrastrutture. E'senz'altro rischioso intaccare seriamente i tassi d'interesse generosamente pagati alla classe media, a causa dele costrizioni politiche. Ci sono tuttavia dei segnali cha fanno pensare che il ministro delle finanze si stia preparando ad assumersi qualche rischio.Ma anche se, come ci si aspetta,Sinha aumenterà significativamente le spese per infrastrutture, e prenderà provvedimenti per allegerire le regolamentazioni sul capitale,è poco probabile che tali provvedimenti arrechino un immediato sollievo al settore privato indiano in lotta."Per ogni rialzo del tasso di credito degli ultimi sei mesi,abbiamo fatto 13 passi indietro".disse Mohan."Ci vorrà molto più di un budget per rendere competitivo il settore indiano."

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