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Notiziario Marketpress di Mercoledì 09 Luglio 2008
Politica
IL PARLAMENTO EUROPEO DEVE POTER DIFENDERE LE SUE PREROGATIVE  
 
 Strasburgo, 9 luglio 2008 - Il Parlamento è ostacolato nella tutela delle sue prerogative dinnanzi ai tribunali nazionali. Chiede quindi di dare seguito alla richiesta di avviare una procedura di infrazione contro gli Stati membri in caso di violazione delle sue prerogative e di garantire la piena efficacia della loro difesa giuridica. Suggerisce poi di modificare lo Statuto della Corte di giustizia Ue e di favorire la collaborazione con le giurisdizioni nazionali. Il Parlamento europeo è sprovvisto di personalità giuridica e, di conseguenza, è spesso ostacolato nella tutela delle sue prerogative dinnanzi ai tribunali nazionali da problemi peculiari alla sua natura specifica. Approvando con 593 voti favorevoli, 55 contrari e 26 astenuti la relazione di Giuseppe Gargani (Ppe/de, It), il Parlamento invita la Commissione a tener conto delle eventuali richieste del Parlamento di avviare «la procedura di infrazione contro qualsiasi Stato per violazione delle prerogative parlamentari» e chiedendo che il Commissario responsabile trasmetta una motivazione esaustiva nel caso in cui il collegio dei Commissari decidesse di non avviare l´azione richiesta. I deputati suggeriscono inoltre di modificare lo Statuto della Corte di giustizia in modo tale da assicurare al Parlamento il diritto di depositare le proprie osservazioni dinanzi alla Corte «in tutti quei casi in cui direttamente o indirettamente siano messe in discussione le sue prerogative», affinché il suo coinvolgimento, qualora esso non sia formalmente parte nel processo, non sia lasciato alla discrezionalità della Corte di giustizia. Invitano poi a svolgere un esame approfondito per stabilire se il Parlamento europeo può domandare il parere della Corte di giustizia circa la compatibilità di un accordo previsto con le disposizioni del trattato nei casi in cui le sue prerogative siano seriamente minacciate. In questo modo il Parlamento potrebbe chiedere alla Corte di giustizia di pronunciarsi sulla compatibilità di un certo atto di diritto nazionale con il diritto comunitario primario, «ferma restando l´esclusiva facoltà della Commissione di avviare o meno una procedura di infrazione contro lo Stato che abbia eventualmente commesso una violazione». Il Parlamento incarica la commissione competente di elaborare una modifica all´articolo 121 del regolamento (sui ricorsi davanti alla Corte di giustizia n. D. R. ) in modo da coprire tutti i procedimenti giudiziari dinnanzi a qualsiasi giurisdizione e a prevedere una procedura semplificata da seguire in caso di azioni in giudizio dinnanzi alla Corte di giustizia con procedimento accelerato o d´urgenza. Invita peraltro la Commissione a proporre le opportune misure legislative intese a garantire la piena efficacia della difesa giuridica, da parte del Parlamento, delle proprie prerogative. Infine, il Parlamento sottolinea di non essere provvisto di strumenti diretti di difesa delle sue prerogative dinanzi ai tribunali nazionali, soprattutto nel caso in cui si formi un giudicato nazionale contrario alle stesse, non potendo né partecipare ai procedimenti giudiziari nazionali, né adire direttamente la Corte di giustizia, a difesa delle sue statuizioni. I deputati ritengono quindi opportuno favorire una politica di collaborazione con le giurisdizioni nazionali, «già foriera in alcuni Stati membri di buoni risultati», sviluppando delle pratiche processuali che consentano al Parlamento di «partecipare ai procedimenti giudiziari che si svolgono davanti alle giurisdizioni nazionali ed aventi ad oggetto le proprie prerogative». .  
   
   
PARLAMENTEO EUROPEO: DIBATTITO SULLE MISURE ITALIANE NEI CONFRONTI DEI NOMADI  
 
Strasburgo, 9 luglio 2008 - In un acceso dibattito in Aula - con molti di interventi da parte di deputati italiani - si sono confrontate valutazioni opposte sulle misure italiane nei confronti dei nomadi. Alcuni si sono fortemente opposti denunciando il carattere discriminatorio, se non razzista, delle misure e la loro incompatibilità con il quadro europeo. Altri, spiegando il contenuto dei provvedimenti, ne hanno invece difeso la legittimità e hanno stigmatizzato la natura strumentale degli attacchi al governo italiano. Intervento dell´autrice di una delle interrogazioni Monica Frassoni (Verdi/ale, It), indossando una maglietta con l´immagine di un´impronta digitale e la scritta "Against ethnic profiling", si è detta in disaccordo con il Ministro Maroni che aveva definito il dibattito «grottesco». Ha poi osservato che oggi, lo stesso Ministro, «ha smesso le sue arie da cowboy e cerca di convincere i colleghi europei che è tutta colpa della stampa della Sinistra e che il suo unico obiettivo è quello di fare il bene dei poveri zingari rinchiusi nei campi invivibili» mentre «con la schedatura etnica sarà possibile obbligare tutti i bambini rom ad andare a scuola e che quindi non è necessario e né vuole criminalizzare tutti i nomadi». A suo parere, invece, il dibattito ha attirato l´attenzione su un tema che non è solamente italiano. Ed è ancora più importante che sia discusso «qui in Europa» perché si tratta «di diritti e di cittadini» e rappresenta quindi un piccolo contributo a quella che oggi è percepita come «una crisi di senso da parte dell´Europa». L´europa, ha proseguito, «serve ad arginare atteggiamenti da cowboy e politiche crudeli e soprattutto inefficaci». Serve inoltre «a battersi contro il razzismo e le discriminazioni usando le leggi e gli accordi esistenti che sono figlie di una storia sanguinosa», e il dibattito serve a ribadire che in Europa «non c´è spazio per le schedature etniche». A suo parere, il dibattito serve anche «a mettere pubblicamente e legittimamente in dubbio che sia necessario - in un paese avanzato di 58 milioni di abitanti dove la mafia controlla 120 miliardi di euro e un giro d´affari enorme e intere fette del territorio dove la spazzatura uccide una delle province più ricche di storia d´Europa - che si dichiari uno Stato di emergenza tipo tsunami o terremoto per dodici mesi e tutto questo per la presenza di 160. 000 cosiddetti nomadi di cui la metà sono cittadini italiani». E´ inoltre importante «perché con la schedatura etnica minacciata e con la costante criminalizzazione dei rom e dei sinti noi non saremo più sicuri». Ha poi aggiunto che «il lavoro di coloro che operano con le comunità Rom e Sinti per farli uscire da una situazione di marginalità, di povertà e di violenza sulle donne e sui bambini - che sono obiettive, che esistono, e che nessuno di noi vuole negare - sono un nodo inestricabile che non si può assolutamente separare se la situazione rimane così com´è oggi». La leader dei Verdi ha quindi auspicato che «la pressione positiva, amichevole e costruttiva» possa convincere quegli italiani e gli altri cittadini europei che non è la strada giusta «pensare di buttare fuori tutti e di risolvere con la violenza e anche con la semplificazione e il razzismo, questo che è un reale problema di esclusione, che è un reale problema di economia ed è anche un problema di cultura nel nostro paese e nel nostro continente». Ha poi concluso invitando il commissario, a valorizzare al massimo il lavoro delle istituzioni europee e anche il denaro stanziato per politiche positive «che oggi sono poco conosciute». Dichiarazione della Commissione Vladimír ŠPidla, osservando che questa è la quarta volta che l´Aula esamina la situazione dei rom in Italia, ha affermato che tutti devono essere d´accordo che su questo tema è necessaria «una politica responsabile». La Commissione, ha aggiunto, ha appreso con «un certo scontento» l´approvazione delle misure che si intendono prendere in Italia emerse da una situazione di urgenza che prevede anche la raccolta delle impronte digitali. In proposito, ha commentato che vi sono alcune incertezze quanto al carattere e alle ripercussioni di queste misure e ha sottolineato che la raccolta delle impronte può avvenire solo nel rispetto della legislazione vigente. Per tale motivo, ha spiegato, la Commissione ha chiesto - con un lettera - alla autorità italiane di chiarire gli obiettivi e il merito delle misure, al fine di valutarne la proporzionalità e verificarne la compatibilità con i principi europei. Dicendosi conscio delle tensioni sociali in Italia, il commissario ha sottolineato che i problemi reali e concreti dell´esclusione non possono essere ignorati ed è in particolare necessario esaminare la questione della criminalità e della povertà dei bambini che «sono le prime vittime dell´esclusione». Rilevando la necessità di una collaborazione tra le istituzioni europee e gli Stati membri, ha sottolineato che la Commissione e il commissario Barrot sono in continuo contatto con le autorità italiane, le quali si sono impegnate a presentare una relazione entro la fine del mese. La Commissione, ha poi concluso, valuterà se gli Stati rispettano le direttive europee. Interventi in nome dei gruppi politici Per Edit Bauer (Ppe/de, Sk) la situazione non può essere risolta con le sole politiche dell´immigrazione, poiché è necessario prevedere anche una politica sociale per risolvere una inaccettabile discriminazione dei rom. Le valutazioni delle misure italiane, ha poi aggiunto, non possono basarsi su voci e congetture. A suo parere, comunque, in Italia la questione ha portato a una politica «di tipo isterico», già iniziata con i provvedimenti del Ministro del precedente governo, Amato, per affrontare quella che era definita "l´emergenza rom", nei confronti dei quali liberali e socialisti «non si sono espressi contro». Gianni Pittella (Pse, It) ha subito sottolineato che «un ministro degli interni di un paese europeo non può definire grottesco un dibattito che si svolge nel Parlamento europeo», poiché si tratta di un´affermazione «lesiva della dignità del Parlamento europeo». Ha poi proseguito sostenendo che «non fa piacere che un provvedimento del governo italiano debba essere valutato in questa sede». Anche perché «l´Europa non è il capro espiatorio di tutti i guai nazionali né il gendarme cui affidare la guardia del Presidente del Consiglio dell´Italia». Inoltre, «anche quando siamo all´opposizione nel nostro paese, è giusto valorizzare e difendere nei consessi internazionali le scelte giuste che fa l´Italia». Tuttavia, ha rilevato che il governo italiano e il Ministro degli interni «avrebbero dovuto ricercare altre strade in piena sintonia con le norme europee e informare preventivamente, non in maniera tardiva, la Commissione europea». Ha poi osservato che da anni si tenta di affrontare il problema dei rom: «sfruttamento dei minori, avviamento alla mendicità, al racket, al furto e altri fenomeni patologici». Ma la soluzione, ha detto, «non è la schedatura su base etnica, bensì una politica concreta che tenga insieme i tre pilastri: cittadinanza, civiltà e sicurezza». L´identificazione dei bimbi rom e non solo di loro, ha aggiunto, «è una garanzia per gli interessati ed essenziale per la lotta al racket e al traffico dei minori, ma non può essere fatta su base etnica e con metodi invasivi come quello delle impronte». Ha poi ringraziato il commissario Špidla per l´impegno assunto «di dare una risposta europea ad una grande questione europea», chiedendogli di «di fare la massima chiarezza sulle misure adottata dal governo italiano e di riferire al Parlamento europeo». Ha quindi concluso dicendosi sorpreso che il terzo millennio che avrebbe dovuto albeggiare all´insegna di un nuovo alfabeto dei diritti di cittadinanza conosca invece l´abisso dell´involuzione culturale» ed ha auspicato che proprio dall´istituzione europea «venga un sussulto contro il conformismo dilagante per la difesa dei valori di civiltà di cui l´Europa è portatrice nel mondo». Marco Cappato (Alde/adle, It), ricordando che il governo italiano manderà entro la fine del mese tutte le informazioni sul provvedimento, ha chiesto di valutare sin da ora la dichiarazione dello "stato di emergenza" in Italia, del quale «bisognerebbe avvisare preventivamente il Consiglio d´Europa». Uno "stato di emergenza", ha spiegato, si giustifica «per disastri naturali o catastrofi» e, pertanto, si è chiesto se è possibile definire tale la situazione dei rom in Italia. Ha quindi denunciato «il non governo della questione rom», che «non vi è esclusiva del governo Berlusconi» bensì «l´eredità di lustri di non governo del problema. E proprio per questo «non è immaginabile e tollerabile richiamarsi oggi ad uno stato d´emergenza che non è tale». A suo parere, lo stato di emergenza che c´è oggi, semmai, «è quello dell´assenza di legalità e di democrazia in un paese come l´Italia che è il paese più condannato davanti alla Corte europea per i diritti umani». La questione dei rom, ha concluso, «si governa attraverso l´integrazione, investendo le risorse per questo, invece di sprecarle come si fa non utilizzando i fondi europei e invece di affidarsi all´illusione tecnologica della biometria per nascondere l´incapacità di governare un problema come questo». Elly de Groen-kouwenhoven (Verdi/ale, Nl) ha denunciato il metodo «razzista» di differenziare i bambini rom dagli altri «per facilitare l´emarginazione e la cacciata». Ha poi osservato che i rom si muovono da sempre in tutta Europa e che, con la fine del comunismo, «è crollato il loro tenore di vita». A suo parere, sono necessarie politiche per evitare l´esclusione dei rom e occorre promuovere l´inclusione, mentre la Commissione dovrebbe studiare il piano dell´Ocse e dire al governo italiano che le sue misure sono contrarie al diritto comunitario. Ha quindi concluso sostenendo che «l´Italia una volta esportava la moda, ora esporta il razzismo». Per Roberta Angelilli (Uen, It) il dibattito fornisce l’occasione per rivolgere delle domande alla Sinistra, «che con tanta solerzia ha pensato di utilizzare il Parlamento europeo per l´ennesima volta per giudicare in maniera del tutto impropria, pretestuosa e preventiva l’applicazione di un´ordinanza italiana che è ancora in fase organizzativa». Innanzitutto ha chiesto «dov’era la sinistra, che in Italia ha governato per decenni, quando questi campi abusivi si costituivano e proliferavano in condizioni di mancanza totale delle più elementari norme igieniche e di sicurezza?». Ha poi proseguito chiedendo se alla sinistra non pesasse come un macigno «quel silenzio di anni ed anni fatto di indifferenza e di ipocrisia, di voltarsi dall´altra parte, quando evidentemente non si avevano gli occhi per vedere - né tanto meno l’interesse politico - che decine di bambini ogni anno morivano di freddo o bruciati a causa dell’assenza di sicurezza in queste baraccopoli». Ma anche se non interessa loro neanche sapere che a Roma, dove vivono circa 7. 000 minori, sono stati stanziati milioni di euro per «una scolarizzazione fallita, visto che lo scorso anno solo il 25% di questi bambini è andato regolarmente a scuola». Ricordando poi che la scolarizzazione era affidata ad alcune associazioni, in regime di quasi monopolio, ha affermato che «più che l´interesse superiore del minore avevano a cuore il denaro pubblico». Ha quindi difeso «il diritto delle comunità rom ad essere censite così come avviene regolarmente per tutti i cittadini italiani, perchè il censimento garantisce il diritto alla salute, all’inclusione sociale e all’inserimento scolastico». Così come il diritto delle comunità rom all’accertamento dell’identità, «ovviamente senza nessun intervento generalizzato, poiché chi è in regola non è soggetto ad accertamenti». Tuttavia, «un bambino che non è registrato alla nascita o che non ha un identità riconoscibile, diventa un bambino invisibile, facile preda di ogni forma di sfruttamento: traffico di organi, adozione illegale, sfruttamento sessuale e lavoro nero minorile». Questo, ha sottolineato, «vale per tutti i minori che vivono in Italia, comunitari e extracomunitari». Infine, riferendosi alle interrogazioni orali, ha rilevato che «non solo nell’ordinanza non vi è riferimento alcuno a gruppi etnici, ma non è prevista alcuna banca dati specifica, né tanto meno una banca dati sulle impronte digitali dei rom». Rallegrandosi per eventuali proposte migliori, si è detta aperta «a proposte costruttive», ma ha concluso ribadendo che «non si accettano lezioni da chi, per anni e anni, non ha mosso un dito per risolvere una situazione di grave emergenza sociale». Ricordando che esattamente settant´anni fa´, il 14 luglio 1938, il regime fascista emanava in Italia il decreto sulla razza, adeguandosi alle leggi razziali tedesche, Vittorio Agnoletto (Gue/ngl, It) - che indossava anch´egli la maglietta "Against ethnic profiling - ha sottolineato che «la storia la conosciamo: oltre 500. 000 rom furono uccisi nei campi di sterminio. Tutto, anche allora, cominciò con un censimento». In Italia, ha proseguito, «è in atto una vera e propria schedatura di tutti i rom, compresi i bambini ai quali vengono raccolte le impronte digitali, compresi i cittadini comunitari e gli stessi cittadini italiani, nonostante i loro dati, siano già presenti nell´anagrafe». Ha poi rilevato che il questionario utilizzato a Napoli «contiene delle domande sulla religione e sull´etnia ed è molto simile a quello usato nella Repubblica di Vichy sotto l´occupazione nazista». Sottolineando inoltre che a Milano «è stato schedato un anziano rom, cittadino italiano, sopravissuto alla deportazione nei campi di sterminio nazista», si è chiesto che uso verrà fatto di questi dati. Il deputato ha poi aggiunto che a presiedere, «nella più totale indifferenza e silenzio», la commissione per l´infanzia nel parlamento italiano vi è Alessandra Mussolini, «la nipote del Duce: una coincidenza che rafforza il legame simbolico tra il presente e un passato che pensavamo di aver definitivamente sepolto in Italia e in Europa che invece oggi si ripresenta in tutta la sua gravità». Dicendosi certo che la storia non si ripete, ha tuttavia affermato che non vi sono dubbi sul fatto «che il governo italiano ha avviato procedure razziste in palese contrasto con la direttiva 43 del 2000 e la 38 del 2004». Ha quindi concluso chiedendo che la risoluzione del Parlamento condanni il governo italiano e che la Commissione avvii d´urgenza una procedura d´infrazione contro l´Italia. Interventi dei deputati italiani Per Stefano Zappalà (Ppe/de, It) «non ci sono dubbi che l´estrema sinistra italiana ormai di fatto governa questo Parlamento europeo e, secondo una cattiva prassi ormai consolidata, i parlamentari della Sinistra estrema e dei Verdi continuano ad attaccare il governo italiano utilizzando l´Aula di Strasburgo». «Cancellati lo scorso mese di aprile dallo scenario politico nazionale per volontà popolare, trovano sfondo nel Partito socialista e nel Partito liberale per amplificare le loro bugie nazionali», ha aggiunto, e tutti insieme «attaccano un governo legittimo di un grande Stato membro fortemente europeista, voluto e sostenuto dal 60% degli italiani». «E poi ci stupiamo dei risultati dell´Irlanda!», ha esclamato Tutta questa materia, ha osservato, «riguarda fatti ricadenti nell´autonomia nazionale e non di competenza dell´Unione», anche se il governo italiano «ha fornito alla Commissione ogni chiarimento». Ha quindi pregato il commissario «di leggere un po´ meno i giornali e un po´ più gli atti trasmessi dal governo italiano ufficialmente». Le ordinanze, ha spiegato, «non riguardano i rom, non riguardano acquisizioni di impronte digitali, riguardano cittadini extracomunitari e nomadi, parte dei quali riempiono ormai da tempo la cronaca giudiziaria italiana». «Bisogna avere la certezza dell´identità delle persone in maniera da poter consentire l´accesso alle scuole, l´assistenza sociale, l´assistenza sanitaria e alla residenza», ha detto. E nelle ordinanze «non c´è alcun riferimento di etnia, non sono ordinanze continue nel tempo, non riguardano l´intero territorio nazionale ma riguardano solo tre casi specifici». Il grave problema dell´assenza dei documenti di identità, ha poi aggiunto, è stato segnalato anche dal Commissario per i diritti umani del Consiglio d´Europa lo scorso 19-20 giugno. L´obiettivo «è pervenire a rilievi segnaletici autorizzati e richiesti in molti Stati e nell´intera Europa in materia di documenti di viaggio e permessi di soggiorno e comprende sistemi descrittivi, fotografici, dattiloscopici e antropometrici». Ha poi affermato che vi è il sostegno della magistratura italiana, «soprattutto quella che riguarda il mondo minorile», e vi concorre la Croce rossa italiana. Ha quindi concluso sostenendo che «da 3000 anni a questa parte, l´Italia esporta e continua ad esportare cultura e che quando in Italia c´era profondo stato sociale come vi è oggi, in tanti altri Stati si viveva ancora sugli alberi». Per Mario Borghezio (Uen, It) «è grave che chi ragiona di politica interna tutta italiana ci impedisca un esame sereno dei provvedimenti necessari». È stato detto che non è stata dichiarata l´emergenza, ha aggiunto, ma «a me risulta invece che il governo Prodi, attraverso misure predisposte dal Ministro Amato, abbia scritto e abbia messo per iscritto, l´emergenza e la necessità di provvedimenti nei confronti dei rom». Così non ha fatto, invece, l´attuale governo italiano «che sta attuando solo un censimento». Questo, ha affermato, «dicono le carte che sono state presentate e esaminate dalla Commissione europea che non poteva fare altro che riconoscere la verità perché la speculazione politica ha un certo colore, la verità ne ha un altro, è un´altra durezza». «Sono provvedimenti erga omnes che riguardano tutti», ha aggiunto, e forse «qualcuno finge di non sapere, magari sapendo la verità che nei campi nomadi vi sono minori che sono fantasmi, non hanno un´identità - e non è un diritto umano avere un´identità? - Non hanno le vaccinazioni, non hanno la possibilità di andare a scuola e anche se volessero andarci ne vengono impediti e sono invece oggetto di traffici che ben conosciamo». «Non è stato realizzato un database», ha proseguito, e vi è «un impegno molto preciso e specifico» a rispettare la normativa sulla privacy, «non è una schedatura attraverso la quale chiunque possa accedere, bensì dati che vengono presi solo in caso di necessità. Ha quindi concluso sostenendo che, «saggiamente», il governo ha deciso di affidare l´applicazione di queste ordinanze alla Croce Rossa italiana: «non sono le Ss che vanno nei campi, è la Croce Rossa italiana, nota in tutto il mondo per la sua competenza la sua sensibilità nell´aiuto agli emarginati e perseguitati». Per Umberto Guidoni (Gue/ngl, It) la proposta di rilevare le impronte digitali dei rom, anche dei minori, per creare un´apposita banca dati è, in sintesi, «la schedatura di un popolo in base alla sua etnia». Questa iniziativa del governo italiano, ha proseguito, «evoca tempi bui, ricorda politiche tragiche che l’Europa ha conosciuto in passato e che avremmo voluto relegare, per sempre, ai libri di storia». E’ anche «un atto odioso che costituisce una violazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali sancite dalla Convenzione europea dei diritti dell´uomo». Ha poi affermato che il Ministro dell´Interno italiano «dimostra di non conoscere nemmeno le direttive europee, quando dichiara che "l´ordinanza è in linea con il regolamento 380 del 2008 approvato dai ministri dell´Interno e della Giustizia europei, che prevede l´obbligo di prendere le impronte digitali a tutti gli extracomunitari". I rom che sono in Italia, i minori in particolare, ha infatti osservato, «sono quasi tutti cittadini comunitari». Ha poi chiesto al Ministro di spiegare come la rilevazione delle impronte digitali possa ovviare il problema delle condizioni disumane dei campi, «visto che anche il Prefetto di Roma ha detto che non è necessario». Se davvero ha a cuore le condizioni dei minori, ha aggiunto, «il governo italiano realizzi interventi per garantire condizioni sanitarie adeguate nei campi, per favorire l´inserimento e l´integrazione sociale, per promuovere la scolarizzazione e l´avviamento professionale». «La schedatura razziale di una minoranza etnica», ha sottolineato, «rischia invece di compromettere il futuro dei minori e qualsiasi prospettiva di integrazione», con il rischio «di criminalizzare le vittime. Ha concluso citando Famiglia Cristiana, «un settimanale italiano di ispirazione cattolica»: "Oggi con le impronte digitali, uno Stato di polizia mostra il volto più feroce ai piccoli rom, che pur sono cittadini italiani. Perché non c´è la stessa ostinazione nel combattere la criminalità vera in vaste aree del Paese? Rende meno, forse, politicamente?". Gianluca Susta (Alde/adle, It) ha sostenuto che avrebbe preferito «non dover vivere il dibattito di queste» ed ha affermato che «le tardive retromarce del Ministro Maroni, il quale accende il fuoco del razzismo in Italia e cerca di spegnerlo in Europa come un pompiere dilettante davanti a un irritato Commissario Barrot, è l´unica vera situazione grottesca che registriamo oggi in Europa». In Italia, ha aggiunto, «l´emergenza rom è soprattutto contro i rom, a Roma, a Napoli e anche a Milano». Si è poi detto certo di una diffusa domanda di sicurezza «perché lo Stato di fronte ad una delinquenza comune, pari a quella di altri paesi europei, non risponde con adeguati mezzi, uomini e politiche di repressione e di prevenzione dei mali sociali da cui tante mafie e la microdelinquenza traggono la loro linfa vitale». Ha poi aggiunto di non poter «tollerare che l´esigenza post-elettorale di rassicurare le frange scontente della maggioranza comprometta 60 anni di libertà costituzionali». L´europa, inoltre, «non può e non deve tollerare che le persone siano discriminate per la loro appartenenza etnica». Ecco perché, ha spiegato, questa Europa deve vigilare affinché «l´uguaglianza tra i cittadini sia garantita, magari anche con lo strumento uguale per tutti del censimento già previsto per l´anno prossimo, e siano soprattutto garantiti ai minori, poveri e a qualunque etnia appartengano, il diritto all´educazione, alla salute, alla dignità che spetta loro prima ancora che come cittadini, come persone». Secondo Vito Bonsignore (Ppe/de, It) «il Parlamento europeo viene utilizzato come se fosse la terza Camera del Parlamento nazionale italiano in una discussione basata su imprecise notizie riportate dai giornali». In proposito, ha osservato che anche la Commissione «sta ancora indagando e solo entro fine mese presenterà una relazione sull´iniziativa del governo». Ha poi spiegato che il governo italiano «non ha leso nessun diritto, specialmente quello delle minoranze e dei bambini». Inoltre, il Ministro Maroni «ha già affermato e garantito più volte che non vi è la creazione di nessun database ma che, anzi, tutti i dati saranno trattati nel pieno rispetto delle norme sulla tutela dei dati personali». Ha quindi spiegato che il provvedimento «avrà un carattere temporale e sarà, cioè, utilizzato solamente per un periodo di tempo molto limitato». Il Ministro Maroni, inoltre, ha ribadito «che il censimento dei nomadi e dei minori presenti nei capi nomadi avviene nel pieno rispetto dei principi della Convenzione dell´Onu sui diritti dell´infanzia ed è finalizzato a realizzare programmi di scolarizzazione e integrazione per i bambini e gli adolescenti, già previsti nelle ordinanze di protezione civile». Il deputato si è quindi dispiaciuto che, «anche questa volta, le forze varie delle Sinistre portino al Parlamento una polemica totalmente riferibile al panorama italiano». Dicendosi convinto che «molte cose andavano fatte già prima», ha sottolineato che «l´emergenza esiste ed è stata riconosciuta da molti colleghi che sono intervenuti ma non è stata riconosciuta dai governi precedenti a quello Berlusconi e neanche da molti grandi comuni». Ha quindi osservato che a fine mese «sentiremo la relazione della Commissione e allora avremo la prova delle strumentalità della posizione della Sinistra». E ha concluso rivolgendosi agli «amici della Sinistra»: «siete partiti troppo presto e disponendo di poche informazioni non state facendo un buon lavoro». Fabio Ciani (Alde/adle, It) ha letto una scheda: "Commissario delegato per l´emergenza e insediamenti comunità nomadi nella regione Campania: censimento, insediamento centrale del latte, famiglia, cognome, nome, data di nascita, religione, etnia". «Religione ed etnia», ha esclamato, «significa razzismo» ed «è contro ogni indicazione» della normativa comunitaria. Ha poi sottolineato che il regolamento 380/2008, addotto a giustificazione dell´identificazione attraverso le impronte, «riguarda solo cittadini di paesi terzi» e che nei campi rom italiani, «i tre quarti dei rom sono rumeni e gli altri sono rom e sinti cittadini italiani». Ha quindi concluso sostenendo che occorre «tutelare la vita e il futuro dei rom e dei loro minori soprattutto quelli a rischio di devianza e di abbandono senza però gettare discredito e sospetto su un´intera comunità e senza alimentare l´antigitanismo» e, in propositi, «in Italia il rischio è altissimo». Per Carlo Casini (Ppe/de, It) «la moderna cultura dei diritti umani considera più importante la qualità dell´uomo che quella del cittadino». Si tratta, ha precisato, di un principio «che esige che gli stranieri, gli apolidi e i nomadi siano trattati come persone uguali ai cittadini quanto al nucleo fondamentale della loro dignità umana, che richiede una particolare solidarietà verso i più deboli quali sono in particolare i bambini». Questa «giusta sensibilità», ha tuttavia osservato, «non permette di trasformare il Parlamento europeo in un palcoscenico per denigrare con la più grave ed assurda delle accuse, quella di razzismo, un governo nazionale il quale dichiara, almeno questo è il contenuto dei documenti di cui parliamo, di farsi carico dell´ordine pubblico ma contemporaneamente anche della difesa dei bambini con riferimento ad alcune comunità nomadi in situazioni di emergenza particolare». La risposta alle interrogazioni presentate, ha aggiunto, «è data dalla semplice lettura delle ordinanze adottate dal governo italiano, limitatamente a 3 regioni su 20». Potrà stupire, ha incalzato, «ma la parola rom e la parola impronte digitali non esiste in questi documenti». Non è vero, quindi, «che è espressamente prevista la Costituzione di una schedatura generalizzata di una particolare razza» e «non è vero che sia stato introdotto un regime militare di censimento». I poteri discrezionali affidati ai commissari delegati, ha spiegato, «devono tener conto dei profili umanitari e assistenziali ed essere finalizzati alla promozione umana, all´integrazione specie dei minore con particolare riguardo alla scolarizzazione». Naturalmente, ha osservato, «può essere anche ragionevole temere un´attuazione dei provvedimenti in questione con modalità militari e repressive» ed è quindi giusto auspicare - «ma con un stile di forte collaborazione» - che sia dato rilievo prioritario «alle azioni positive e di sostegno, di accoglienza, di integrazione soprattutto nei confronti dei minori, fermo restando il dovere di ogni istituzione pubblica di fare rispettare le leggi. Fare di più, ha concluso, «è ignobile». Roberto Fiore (Ni, It) ha ricordato che l´opinione pubblica in Italia «sa perfettamente che cosa accade nei campi rom: i campi rom e le comunità rom vivono nell´illegalità e nell´immoralità». Ha poi aggiunto che, «mentre nei popoli europei civili e cristiani le donne e i bambini sono considerati soggetti da proteggere e da tutelare, spesso e volentieri nelle comunità rom sono soggetti da sfruttare, da indurre al crimine e alla prostituzione». Lo Stato italiano, ha concluso, «ha il dovere, anche in attesa che queste individui vengano espulsi, di intervenire per garantire la giustizia, la protezione delle donne e i bambini attraverso il censimento, per impedire che vi sia una criminalità diffusa ed estesa a tutte le comunità che porti soprattutto i bambini ad essere oggetto di persecuzione o oggetto di pedofilia o oggetto di induzione al crimine». Dopo questo intervento, Renate Weber (Alde/adle, Ro) ha preso la parola per affermare che «è inaccettabile tollerare discorsi nazisti in quest´Aula». Altri interventi Adrian Severin (Pse, Ro) ha sottolineato che le misure prese in Italia sono «la faccia brutta della rinazionalizzione dell´Europa», sostenendo che «la politica razzista del governo italiano è spaventosa: oggi le impronte digitali, domani i campi di concentramento». Ha quindi chiesto di verificare la conformità della normativa italiana con le disposizioni comunitarie. Martin Schulz (Pse, De) è intervenuto per comunicare ai colleghi di aver ricevuto una telefonata dal Ministro degli Esteri italiano, Frattini, che lo informava di una conversazione tra il Ministro degli Internii e il commissario Barrot, in cui Maroni ha rassicurato sulla volontà italiana di non prendere misure contrarie alla legislazione europea. Rallegrandosi di ciò, il deputato, ha sottolineato che il governo italiano ha capito che le misure ipotizzate non erano compatibili con il quadro europeo. Replica della Commissione Vladimír ŠPidla ha chiuso il dibattito sostenendo che la rilevazione delle impronte digitali viola la legislazione europea che prevede regole molte restrittive al riguardo. Sottolineando la complessità del dibattito, ha affermato che informerà il Parlamento degli ultimi sviluppi in materia dopo aver parlato con il collega Barrot. . .  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO AFGHANISTAN: AUMENTARE LE TRUPPE E L´AIUTO ALLA RICOSTRUZIONE  
 
Strasburgo, 9 luglio 2008 - Il Parlamento chiede di aumentare l´influenza politica dell´Ue in Afghanistan con un aumento delle truppe nelle zone più difficili e un maggiore sostegno alla ricostruzione e alla società civile. L´ue dovrebbe sostenere la Nato nella lotta al terrorismo, anche se il problema non è solo militare, e promuovere misure per l´emancipazione delle donne. Occorrono poi maggiori risorse per Eupol, una strategia contro la produzione di oppio e indagini sugli abusi contro i giornalisti. Approvando con 423 voti favorevoli, 74 contrari e 43 astenuti una relazione, il Parlamento sottolinea che l´Afghanistan ha avviato un importante e difficile processo di ricostruzione della sua società «dopo 30 anni di storia caratterizzati dall´occupazione sovietica, dalle lotte tra le varie fazioni mujaheddin e dalla repressione del regime talebano» e plaude agli sforzi e ai progressi compiuti nella creazione dello Stato di diritto, della democrazia e della ricerca della stabilità. Sostiene poi che nel paese «l´Ue è conosciuta principalmente come organizzazione umanitaria», ma ritiene che essa debba essere considerata anche alla luce della sua maggiore influenza politica. Sollecita quindi strategie affinché l´Ue possa «rafforzare la propria visibilità» mediante il conferimento di poteri all´apparato civile, politico e burocratico, «finché l´infrastruttura governativa non avrà raggiunto una fase di maggiore stabilità e permanenza». Sicurezza e lotta al terrorismo I deputati sottolineano che la volontà e l´impegno politico dovrebbero essere rafforzati e a ciò dovrebbero seguire non solo la fornitura di ulteriori truppe da combattimento nelle aree più difficili, «indipendentemente dalle reticenze nazionali», ma anche sforzi di ricostruzione «urgenti e intensificati» al fine di «consolidare quanto conseguito e di ripristinare la fiducia della popolazione afgana a lungo termine e in modo duraturo». In particolare, ritengono che l´operazione "Enduring freedom" potrebbe essere percepita come «controproducente» se la pressione militare esercitata sugli insorti «non andrà di pari passo con un processo politico potenziato, attraverso il quale le autorità afgane raggiungano tutti i segmenti della popolazione che riconoscono la costituzione e depongono le armi». André Brie (Gue/ngl, De) ha chiesto di ritirare il suo nome dalla relazione poiché non condivide tale posizione. Il Parlamento sostiene gli sforzi delle forze Nato per migliorare la sicurezza nel paese e affrontare il terrorismo locale e internazionale ritenendo che la presenza di queste forze sia «essenziale» per garantire il futuro del paese. Esorta l´Ue e gli Stati membri a sostenere gli sforzi per combattere il terrorismo, l´estremismo etnico e religioso, il separatismo etnico e qualsiasi azione finalizzata al sovvertimento dell´integrità territoriale, dell´unità dello Stato e della sovranità nazionale. Sottolinea che i problemi principali cui è confrontato il paese risiedono «nel ripristino della sicurezza e nella creazione di uno Stato che funzioni e che i problemi in materia di sicurezza sono «più complessi di quelli di una semplice guerra contro il terrorismo» e necessitano, di conseguenza, «di qualcosa di più di una soluzione militare». D´altro canto, in merito al programma segreto di detenzione degli Stati Uniti, sostiene che il sistema di polizia in base al quale continuano a essere detenuti prigionieri in Afghanistan «viola le norme minime dello Stato di diritto e i diritti umani fondamentali». I deputati evidenziano l´urgente necessità di elaborare un approccio equilibrato e sostenibile alla riforma del settore della sicurezza, che preveda l´esistenza di un esercito nazionale e di forze di polizia professionali e sottolineano che il sistema giudiziario afgano ha estremo bisogno di investimenti. Rilevano poi che il mandato Eupol prevede mansioni volte a "sviluppare i collegamenti tra la polizia e il più ampio Stato di diritto" e sollecitano pertanto il Consiglio e la Commissione a continuare a coordinare rigorosamente le loro rispettive attività. Reputano altrettanto importante un «considerevole» incremento delle risorse previste per Eupol sia in termini di personale che di finanziamenti ed esprimono il proprio sostegno a favore del programma di 2,5 milioni di euro a titolo dello strumento di stabilità per quanto riguarda misure di riforma della nomina di giudici e procuratori. Il Parlamento esprime profonda preoccupazione per le sempre più estese attività di coltivazione e traffico di oppio, «che hanno gravi implicazioni a livello politico e nazionale in Afghanistan e nei paesi limitrofi». Sottolinea inoltre che l´economia dell´oppio continua ad essere «una fonte di corruzione e compromette le istituzioni pubbliche», in particolare quelle del settore giudiziario e della sicurezza. Per i deputati, poiché non vi sono evidenti soluzioni immediate e le misure repressive volte ad eliminare tali coltivazioni «non hanno dato i risultati previsti», la comunità internazionale dovrebbe elaborare una strategia di lungo termine mirata al generale sviluppo rurale. Invita il governo degli Stati Uniti ad abbandonare la sua politica di eradicazione delle coltivazioni di oppio e nella fattispecie l´utilizzo, per le irrorazioni aeree, del "Roundup", sostanza associata a gravi rischi per l´ambiente e la salute, dal momento che «colpendo gli agricoltori non si fa che alimentare il risentimento nei confronti della presenza delle truppe internazionali». Aiutare la ricostruzione e la società civile I deputati rilevano che l´Afghanistan è diventato «un banco di prova» per l´aiuto internazionale allo sviluppo e la cooperazione bilaterale e multilaterale e sollecitano un migliore coordinamento degli sforzi della comunità internazionale per fornire aiuti civili «efficaci e sostenibili». Chiedono anche l´elaborazione di un bilancio equilibrato che assegni fondi sufficienti per la ricostruzione civile e gli aiuti umanitari, «dal momento che la creazione della sicurezza e il rispetto dello Stato di diritto sono questioni di fondamentale importanza». Si compiacciono quindi della decisione della Conferenza dei donatori di aumentare l´impegno finanziario di ulteriori 21 miliardi di dollari e di rivedere le procedure per rendere l´aiuto internazionale più efficace. Evidenziano poi che occorre mantenere una netta distinzione tra azioni militari e interventi umanitari, «sebbene la sicurezza e lo sviluppo siano interdipendenti in Afghanistan». I deputati rilevano che, nel processo di stabilizzazione e ricostruzione dell´Afghanistan, l´Ue deve ricorrere all´esperienza e competenza derivanti dalle sue missioni e a quelle degli Stati membri che hanno già una presenza militare o civile sul territorio afghano. Sono poi fermamente convinti che le squadre di ricostruzione provinciale debbano concentrarsi su obiettivi specifici legati alla sicurezza, alla formazione e alla collaborazione con le forze militari e di polizia afgane, nonché al sostegno dell´azione del governo centrale nelle aree insicure e che dovrebbe essere potenziata il più possibile la partecipazione locale. Invitano l´Ue ad incoraggiare e aiutare gli investitori europei affinché siano coinvolti nella ricostruzione, siano presenti sul territorio e sviluppino le loro attività nel paese. Il Parlamento sostiene fortemente l´urgente necessità di sviluppare e rafforzare la nascente società civile in Afghanistan e ritiene che saranno necessari molto tempo e molti sforzi per diffondere la consapevolezza dell´importanza dei diritti umani, della democrazia e delle libertà fondamentali, «e in particolare dell´uguaglianza di genere», dell´istruzione e della protezione delle minoranze. I deputati si dicono poi convinti che, per vincere la «cultura della violenza» che prevale nella società afgana, la comunità internazionale dei donatori dovrebbe fornire sostegno finanziario e tecnico ai progetti locali mirati alla riconciliazione. I deputati, d´altra parte, continuano a nutrire preoccupazione per «le enormi disparità di reddito tra uomini e donne, il basso tasso di alfabetizzazione di queste ultime». Ma anche per le ingiustizie - «dovute a pratiche culturali» - nei confronti di donne e bambine, sia in termini di rifiuto, da parte dei membri della famiglia e della comunità, di accesso ai servizi fondamentali come l´assistenza sanitaria e l´istruzione che di mancanza di opportunità di lavoro, nonché gli elevati livelli di violenza e discriminazione domestica. Evidenziano quindi l´urgente necessità di misure, sostenute dall´Ue, volte a garantire che la tutela dei diritti delle donne sia integrata nelle riforme politiche e giuridiche. Libertà dei mezzi di informazione e moratoria sulla pena capitale Il Parlamento sottolinea che la libertà dei mezzi di informazione è essenziale per creare una società democratica ed esprime profonda preoccupazione per il crescente numero di aggressioni nei confronti dei giornalisti, invitando le autorità afgane ad indagare seriamente in merito a tali abusi. Infine, i deputati esprimono preoccupazione per l´integrità fisica di Malalai Joya, membro della Wolesi Jirga, ed invitano a revocare gli arresti domiciliari per Latif Pedram, fondatore del Partito nazionale del Congresso dell´Afghanistan. Ribadiscono la loro richiesta quanto all´introduzione della moratoria sulla pena capitale in «un sistema giudiziario non ancora in grado di garantire un giusto processo». .  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO, NORD STREAM: EVITARE A GAZPROM DI DOMINARE IL MERCATO EUROPEO DEL GAS  
 
Strasburgo, 9 luglio 2008 - Il gasdotto Nordstream risponde alla necessità di soddisfare i fabbisogni energetici dell´Ue, ma pone problemi ambientali e geopolitici. Il Parlamento chiede di valutare la situazione del mercato derivante dalla sua realizzazione e, se del caso, prendere misure per evitare che Gazprom domini il mercato Ue del gas in assenza di pari condizioni per le società europee in Russia. Sollecita inoltre una politica energetica comune e una diversificazione geografica e delle fonti. Nord Stream è un progetto infrastrutturale che sarà realizzato nell´area del Baltico con la costruzione di un corridoio sottomarino lungo 1. 200 km e largo circa 2 km, divenendo pertanto il più grande sito di costruzione sottomarina al mondo. Approvando con 542 voti favorevoli, 60 contrari e 38 astenuti la relazione di Marcin Libicki (Uen, Pl), il Parlamento ricorda che esso è solo uno dei molti progetti di infrastruttura del gas che consentiranno di sostituire carburanti fossili più nocivi per l´ambiente. Il progetto, secondo i deputati, avrà un´ampia dimensione strategica e politica sia per l´Ue che per la Russia e contribuirà a soddisfare i futuri fabbisogni energetici dell´Ue. Sottolineano tuttavia che il principio di reciprocità deve essere rispettato appieno in termini di investimento, qualora l´interdipendenza tra l´Ue e la Russia si sviluppi in un partenariato. Precisano poi che i paesi terzi traggono maggiore profitto dal mercato aperto europeo, mentre agli investitori europei in Russia «non sono concessi simili vantaggi». Il Parlamento esorta quindi la Commissione, nell´ambito delle proprie competenze, a valutare la situazione in termini di concorrenza del mercato provocata dalla possibile realizzazione del gasdotto Nord Stream e, laddove necessario, a prendere misure intese a «evitare che Gazprom assuma un ruolo dominante sui mercati del gas europei qualora non siano accordati alle società europee pari diritti di ingresso sul mercato energetico russo». Ritiene peraltro, alla luce della situazione politica attuale della Russia e delle sue ambizioni geopolitiche, che sia estremamente importante che quest´ultima «dia prova di disponibilità per quanto concerne la cooperazione nel quadro della politica energetica europea». Sottolinea poi l´importanza che la Russia ratifichi il trattato sulla Carta dell´energia e il relativo protocollo sul transito, «in quanto tale ratifica ridurrà il potenziale di conflitto riguardo a progetti come Nord Stream». Politica energetica comune e diversificazione dei fornitori e delle fonti I deputati ricordano che il progetto, insieme ad altri gasdotti complementari, dovrebbe essere pianificato nello spirito di una politica estera energetica europea comune. Sottolineano peraltro che la sicurezza energetica deve essere considerata «un componente essenziale della sicurezza globale dell´Ue», la cui definizione «non dovrebbe limitarsi esclusivamente all´assenza di produzione interna dell´Ue ma dovrebbe anche tenere in considerazione gli aspetti geopolitici della dipendenza dalle importazioni e le relative possibili conseguenze delle interruzioni legate a motivi politici». Sollecitano l´attuazione di una politica europea di approvvigionamento del gas naturale «coerente e coordinata», basata su un´attenta valutazione a livello europeo degli aspetti ambientali di soluzioni alternative e sulla reciproca solidarietà fra Stati membri. Tenendo poi conto della crescente dipendenza dell´Ue da un numero limitato di fonti energetiche, di fornitori e di rotte di trasporto, i deputati ritengono essenziale sostenere iniziative volte alla loro diversificazione, sia geografica sia mediante lo sviluppo di alternative sostenibili. Sottolineano peraltro che il terzo pacchetto energetico ridurrà la dipendenza energetica di ogni Stato membro poiché, in un mercato completamente liberalizzato e integrato, «nessuno Stato può essere disconnesso da un fornitore di un paese terzo». Una valutazione d´impatto ambientale indipendente I deputati rilevano le preoccupazioni espresse da alcuni Stati membri in merito alla costruzione e alla manutenzione del gasdotto, sottolineando che l´area del Baltico è patrimonio comune dei paesi che vi si affacciano e «non una questione attinente alle relazioni bilaterali tra gli Stati». A tale riguardo, si oppongono all´attuazione del progetto nella scala proposta «senza che si disponga preliminarmente di una valutazione dell´impatto ambientale positiva» ed invitano la Commissione, il Consiglio e gli Stati membri a garantire che la costruzione del gasdotto Nord Stream sia pienamente conforme alla legislazione dell´Ue sulle valutazioni d´impatto ambientale e a tutte le convenzioni internazionali. I deputati sottolineano che l´esecuzione di lavori in un´area che potrebbe interessare sino a 2. 400 km² nel Mar Baltico può rappresentare «una seria minaccia per la biodiversità» e il numero di habitat, nonché per la sicurezza e il corretto funzionamento del trasporto marittimo nella regione. Chiedono quindi una valutazione d´impatto ambientale obiettiva da parte di un organismo indipendente, tenendo in considerazione il parere di tutti gli Stati litorali ed insistono affinché il Consiglio si attivi per pervenire a valutazioni d´impatto ambientale obbligatorie nelle relazioni tra l´Ue e i paesi terzi. Alla luce della crescente domanda di gas nell´Ue, il Parlamento chiede di esaminare e promuovere tracciati alternativi per il gasdotto, che prendano in considerazione sia gli aspetti ambientali che economici. Rileva poi l´assenza di qualsiasi strategia per far fronte alle avarie strutturali e alle minacce esterne alla sicurezza del gasdotto e la mancanza di strutture istituzionali che rispondano adeguatamente ai temi di sicurezza ambientale e geopolitica legati al progetto. Propone infine che il Commissario per l´energia, in cooperazione con l´Alto Rappresentante dell´Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, possa esercitare un´ampia autorità per intervenire in questioni concernenti la sicurezza geopolitica. .  
   
   
AIUTI DI STATO: LA COMMISSIONE EUROPEA ADOTTA UN REGOLAMENTO PER L´APPROVAZIONE AUTOMATICA DEGLI AIUTI IN FAVORE DELL´OCCUPAZIONE E DELLA CRESCITA  
 
Bruxelles, 9 luglio 2008 - La Commissione europea ha adottato un regolamento, che entrerà in vigore nelle prossime settimane, per l´approvazione automatica di una serie di aiuti permettendo così agli Stati membri di concederli senza previa notifica alla Commissione. Il regolamento autorizza gli aiuti a favore delle Pmi, della ricerca e innovazione, dello sviluppo regionale, della formazione, dell´occupazione e del capitale di rischio. Sono autorizzati inoltre gli aiuti per la tutela dell´ambiente, le misure di sostegno alla promozione dell´imprenditorialità, quali gli aiuti per nuove imprese innovative, per piccole imprese nuovamente create nelle regioni assistite, nonché le misure finalizzate a risolvere problemi, quali le difficoltà di accesso ai finanziamenti, che incontrano gli imprenditori donne. Oltre a incoraggiare gli Stati membri a concentrare le loro risorse statali su aiuti che comporteranno vantaggi reali per la creazione di posti di lavoro e la competitività dell´Europa, il regolamento riduce gli oneri amministrativi a carico delle autorità pubbliche, dei beneficiari e della Commissione. Questo nuovo regolamento generale di esenzione per categoria (Rgec) armonizza e consolida in un unico testo le norme precedentemente contenute in cinque distinti regolamenti e amplia le categorie di aiuti di Stato che beneficiano dell´esenzione. Esso entrerà in vigore venti giorni dopo la data di pubblicazione nella Gazzetta ufficiale, permettendo agli Stati membri di concedere immediatamente aiuti più mirati. Il Commissario alla concorrenza, Neelie Kroes, ha affermato: "Questa nuova normativa definisce un quadro chiaro che permette agli Stati membri di concedere aiuti all´occupazione, al potenziamento della competitività e alla tutela dell´ambiente senza alcun intervento della Commissione. La Commissione rispetta quindi gli impegni previsti dal piano di azione nel settore degli aiuti di Stato e dall´Atto sulle piccole imprese per l´Europa, finalizzati a rendere più semplice e veloce la concessione da parte degli Stati membri delle adeguate tipologie di aiuti. " Il piano di azione nel settore degli aiuti di Stato del 2005 (cfr. Ip/05/680 e Memo/05/195) mira a definire un insieme semplice, accessibile e coerente di norme in materia di aiuti per promuovere lo sviluppo economico senza falsare indebitamente la concorrenza (e quindi soddisfare le condizioni di compatibilità definite dall´articolo 87, paragrafo 3, del trattato Ce). Il migliore contributo alla semplificazione consiste nell´adozione delle "esenzioni per categoria", che esonerano gli Stati membri dall´obbligo di previa notifica dell´aiuto alla Commissione. Questo regolamento rappresenta inoltre un contributo significativo e di immediata efficacia all´Atto sulle piccole imprese per l´Europa adottato dalla Commissione nel giugno 2008 (cfr. Ip/08/1003). Esso permetterà agli Stati membri di sostenere le piccole e medie imprese (Pmi) nelle varie fasi del loro sviluppo. Tutte le ventisei categorie di aiuto contemplate dal regolamento possono essere concesse alle Pmi. Dal momento che gli aiuti in questione sono disponibili anche per le grandi imprese, le Pmi beneficeranno di una maggiorazione. Conformemente all´iniziativa della Commissione per una migliore regolamentazione, il Rgec armonizza inoltre, per quanto possibile, tutti gli aspetti orizzontali comuni ai differenti settori di aiuto in questione. Il Rgec pertanto integra il contenuto di una serie di strumenti in materia di aiuti di Stato adottati dalla Commissione dal 2001: gli aiuti in favore delle Pmi, gli aiuti per la ricerca e sviluppo nelle Pmi, gli aiuti per l´occupazione e la formazione, gli aiuti a finalità regionale. Inoltre il regolamento comprende cinque categorie di aiuti che sinora non beneficiavano dell´esenzione: gli aiuti per la tutela ambientale, gli aiuti per l´innovazione, la ricerca e lo sviluppo a favore delle grandi imprese, gli aiuti sotto forma di capitale di rischio e gli aiuti per le imprese nuovamente create da parte di imprenditori donne. Le condizioni di esenzione per queste ultime tipologie di aiuti sono coerenti con la disciplina recentemente adottata in materia di aiuti di Stato per la tutela dell´ambiente (cfr. Ip/08/80 e Memo/08/31), con gli orientamenti sugli investimenti in capitale di rischio (cfr. Ip/06/1015) e con la disciplina in materia di aiuti di Stato a favore di ricerca, sviluppo e innovazione (cfr. Ip/06/1600 e Memo/06/441). Il regolamento prende spunto inoltre dagli orientamenti in materia di aiuti di Stato per la tutela ambientale, esentando dall´obbligo di notifica un insieme di differenti sovvenzioni che promuovono la protezione dell´ambiente. Le procedure semplificate definite dal regolamento rappresentano uno strumento aggiuntivo a disposizione degli Stati membri per attuare il piano di azione in materia di cambiamenti climatici (cfr. Ip/07/29 e Ip/08/80). Le misure di aiuto non comprese nel Rgec non sono necessariamente illecite: esse restano semplicemente soggette al requisito tradizionale della notifica e la Commissione le valuterà in base agli orientamenti e alle discipline esistenti. Le categorie di aiuti autorizzate dal Rgec sono destinate a: gli investimenti e l´occupazione in favore delle Pmi; le piccole imprese nuovamente create da imprenditori donne; i servizi di consulenza in favore delle Pmi; la partecipazione delle Pmi a fiere; i conferimenti di capitale di rischio; la ricerca e sviluppo; gli studi di fattibilità tecnica; le spese connesse ai diritti di proprietà industriale per le Pmi; la ricerca e sviluppo nel settore agricolo e della pesca; le nuove imprese innovative; i servizi di consulenza in materia di innovazione e i servizi di sostegno all´innovazione; la messa a disposizione di personale altamente qualificato; la formazione; l´assunzione di lavoratori svantaggiati sotto forma di integrazioni salariali; l´occupazione di lavoratori disabili sotto forma di integrazioni salaria; la compensazione dei sovraccosti connessi all´occupazione di lavoratori disabili; gli investimenti e l´occupazione a livello regionale; le nuove piccole imprese nelle regioni assistite; gli investimenti per andare oltre le norme comunitarie in materia di tutela ambientale; gli acquisti di mezzi di trasporto che rispettano norme più rigorose rispetto a quelle comunitarie in materia di tutela ambientale; l´adeguamento delle Pmi a norme comunitarie non ancora in vigore; gli investimenti in misure di risparmio energetico; gli investimenti nella cogenerazione ad alto rendimento; gli investimenti per promuovere la produzione di energia da fonti rinnovabili; la realizzazione di studi in materia ambientale; l´ambiente, sotto forma di sgravi fiscali. Il Rgec è consultabile sul sito Internet: http://ec. Europa. Eu/comm/competition/state_aid/reform/reform. Cfm .  
   
   
POTOCNIK PROPONE OBIETTIVI PER L´EUROPA SUDORIENTALE  
 
Bruxelles, 9 luglio 2008 - "È sempre stata nostra intenzione, e mia personale ambizione, di aiutare la regione sudorientale dell´Europa a prendere il suo dovuto posto all´interno dello Spazio europeo della ricerca," ha dichiarato il Commissario europeo per la scienza e la ricerca Janez Potocnik ai delegati presenti al Forum per la scienza, l´istruzione superiore e la politica per l´innovazione, tenutosi a Budva, in Montenegro. Scopo del meeting era di adottare un approccio proiettato al futuro in materia di istruzione superiore, scienza e innovazione in questa regione. L´incontro è stato organizzato dall´Unesco (l´Organizzazione delle Nazioni Unite per l´educazione, la scienza e la cultura). "La costruzione del futuro attraverso la scienza, l´istruzione superiore e l´innovazione rappresenta una sfida importante per tutti i paesi, e soprattutto per quelli dell´Europa sudorientale (Eso)," ha commentato Engelbert Ruoss, direttore dell´ufficio regionale dell´Unesco. "Il compito che i paesi Eso dovranno affrontare è l´adozione delle riforme che riguardano le nuove dimensioni della scienza, l´educazione superiore e i sistemi di innovazione, e attraverso questo anche la responsabilità di guidare lo sviluppo globale della società. " Il commissario Potocnik ha anche riconosciuto le numerose sfide che la regione si trova ad affrontare. "È tuttavia importante riconoscere che la regione Eso presenta dei problemi (a volte anche estremamente gravi) molto simili a quelli che si affrontano all´interno dello Spazio europeo della ricerca nel suo complesso," ha precisato. "I nostri problemi sono della stessa natura in tutta l´Europa. Semplicemente ci troviamo su diversi punti di partenza. " Il commissario ha proposto un piano d´azione articolato in tre parti per rafforzare la capacità di ricerca dei paesi balcanici occidentali. In cima alla lista di Potocnik c´era l´incentivazione della cooperazione a livello regionale e europeo. In secondo luogo, ha fatto appello sui paesi di questa regione affinché sviluppino delle priorità di ricerca integrate. L´ultima raccomandazione del commissario riguardava la modernizzazione e il miglioramento della capacità di ricerca. Inutile dire che raggiungere questi obiettivi richiederà un forte impegno come anche organizzazione e finanziamenti. Su questo ultimo punto Potocnik ha fatto notare che i budget per la ricerca previsti per la regione mostrano soltanto un lieve aumento. Ciononostante, il commissario è rimasto ottimista e ha promesso che la Commissione europea "è qui per aiutare quanto più potrà". La maggior parte dei paesi della regione sono ora membri a tutti gli effetti del Settimo programma quadro (7°Pq), e questo permette ai loro scienziati di partecipare in pieno ai programmi di ricerca finanziati dall´Ue. Intanto, si stanno facendo degli sforzi per esplorare il potenziale di ultriori strumenti e fonti di finanziamento per dare slancio alla capacità di ricrca, come il Pre-accession Instrument, la Banca europea per gli investimenti e Cost (Cooperazione europea nell´area della ricerca scientifica e tecnologica). Il commissario Potocnik ha ricordato ai presenti che la cooperazione in materia di ricerca aiuterebbe i paesi di questa regione a preparsi a diventare membri a tutti gli effetti dell´Ue Ha affermato che "aiuterebbe i suoi scienziati nell´implementazione della legislazione Ue che richiede conformità con i requisiti tecnici e gli standard sull´ambiente, la salute pubblica o le questioni energetiche," "In altre parole, impegnandosi nella ricerca faciliterà ciò che il Consiglio europeo ha affermato a Bruxelles il mese scorso: sostegno completo per la prospettiva europea nei Balcani occidentali. " Concludendo, il commissario ha dichiarato: "Spero che presto i Balcani occidentali possano emergere come forza nella scienza e l´innovazione e rappresentare un importante partner nella regione sudorientale europea. " Per ulteriori informazioni, visitare: http://ec. Europa. Eu/commission_barroso/potocnik/indexfl_en. Htm .  
   
   
ASSICURARE LA SOSTENIBILITÀ DEL SONDAGGIO SOCIALE EUROPEO  
 
Bruxelles, 9 luglio 2008 - Sono stati avviati i lavori per assicurare la sostenibilità a lungo termine del sondaggio sociale europeo (Sse). Sin dal suo inizio, nel 2001, il Sse ha avuto il compito di mettere in evidenza i cambiamenti che avvengono nel tessuto sociale, politico e culturale dell´Europa. Adesso il progetto per la fase preparatoria dell´infrastruttura del Sse metterà a punto il quadro legale e manageriale necessario per garantire la sostenibilità del Sse a lungo termine e assicurare che diventi una Infrastruttura di ricerca europea (European Research Infrastructure - Eri). "La trasformazione del Sse da un progetto essenzialmente episodico ad una infrastruttura a lungo termine contribuirà ad assicurare la continuità e la stabilità dei suoi rilevamenti," ha spiegato il professor Sir Roger Jowell, che guida il team di coordinazione del progetto. "Questo permetterà al nostro lavoro di contribuire ad informare il dibattito accademico e politico sui cambiamenti sociali europei nei prossimi decenni. " Il Sse ha mappato i cambiamenti attitudinali e comportamentali a lungo termine nel clima sociale, politico e morale dell´Europa. I dati raccolti dal gruppo hanno rivelato interessanti contrasti e affinità tra più di 30 paesi europei. Rivelando queste informazioni il Sse incoraggia la comprensione tra i paesi dell´Europa. Permette ai governi, agli analisti politici, agli studiosi e ai membri del pubblico di interpretare come le persone in diversi paesi e in diversi momenti vedono se stessi e il mondo intorno a loro. Ogni due anni, si avvia un nuovo ciclo di sondaggi. Ogni questionario copre una serie di argomenti che mettono in evidenza le questioni chiave che l´Europa sta affrontando. Per assicurare che ogni questionario sia inserito nel suo contesto, in ogni paese il coordinatore nazionale del Sse annota rilevanti servizi giornalistici e eventi. Questo input qualitativo fa in modo che gli analisti, attuali e futuri, siano a conoscenza del contesto nazionale all´interno del quale sono state date le risposte. L´insieme dei dati ha finora attirato oltre 19. 000 utenti. La fase preparatoria dell´infrastruttura del Sse è co-finanziata dalla Commissione europea nell´ambito della sezione "Infrastrutture di ricerca" del Settimo programma quadro (7° Pq) e da 34 enti nazionali per il finanziamento della ricerca accademica in tutta Europa. Questo finanziamento permette al Sse di tenere una serie di seminari, offrire accesso a lungo termine ai suoi dati e protocolli e di condurre un importante programma di ricerca metodologica. Il sondaggio ha attirato 32 paesi in tutta Europa, tra i quali ci sono sia Stati membri dell´Ue che stati non membri dell´Ue, come Svizzera, Israele e Turchia. Non ci sono restrizioni riguardo ai soggetti che possono accedere alle informazioni raccolte; e quindi studiosi, giornalisti e il pubblico generale possono consultare i dati attraverso l´apposito portale web e vedere in prima persona quali sono le tendenze nel proprio paese o nei paesi vicini. Per ulteriori informazioni: http://www. Europeansocialsurvey. Org/ .  
   
   
FONDI UE: ADRIATICO IPA,INSEDIATO COMITATO DI SORVEGLIANZA  
 
L´aquila, 9 luglio 2008 - Si è conclusa ieri a l´Aquila la conferenza legata al programma comunitario di cooperazione transfrontaliero "Adriatico Ipa" (2007-2013), che vede la Regione Abruzzo capofila. L’altro ieri si è insediato formalmente il comitato di sorveglianza composto dai rappresentanti della Commissione europea, dei ministeri italiani interessati, in particolare degli Esteri e dello Sviluppo Economico, dei Governi e delle Regioni coinvolte. L´organismo è chiamato a mettere in campo e coordinare le procedure necessarie per assegnare, nei prossimi sette anni, la dotazione finanziaria di circa 280 milioni euro stanziata dall´Ue. In particolare, si definiranno gli ambiti dei progetti più strategici nei vari territori e le modalità e tempistiche dei bandi. All´aquila, a palazzo Centi, sede della presidenza della Giunta regionale, si sono confrontati oltre a dirigenti e tecnici della Regione Abruzzo, quelli di Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Molise, Puglia, e degli Stati di Albania, Bosnia, Erzegovina, Croazia, Serbia, Montenegro e i nuovi entrati di Grecia e Slovenia. Il Comitato continuerà il lavoro della Taske Force, costituita dai partner del precedente programma di cooperazione transfrontaliero "Interreg Iii A", che ha gestito la fase di preparazione della nuova programmazione approvata a fine marzo dall´Ue. I quattro assi del programma sono quelli della Cooperazione economica, sociale ed istituzionale, dell´Ambiente, Tutela ambientale e del patrimonio culturale e delle Reti materiali di Accesso e Immateriali. I progetti ritenuti più strategici dopo le analisi fatte finora nelle varie riunioni ufficiali della Task Force sono legati alle misure per il sistema della ricerca e dell´innovazione, anche in campo sanitario, con la messa in rete delle università e delle Asl, ad interventi sui sistemi portuali e aeroportuali e alla realizzazione di infrastrutture per "avvicinare" le due sponde dell´Adriatico e al risanamento ambientale del mare. .  
   
   
LA REGIONE PIEMONTE CAPOFILA NELLA LOTTA CONTRO LA TRATTA OGGI A BUCAREST LA FIRMA DEL PROTOCOLLO D´INTESA CON LA ROMANIA  
 
 Torino, 9 luglio 2008 - La Regione Piemonte sarà ente capofila del programma di cooperazione trasnazionale tra Italia e Romania finalizzato a mettere in campo azioni concrete per contrastare il fenomeno del traffico di esseri umani. Il Protocollo d’intesa, elaborato con la convinta adesione del Ministero del Lavoro, della famiglia e le pari opportunità della Romania e dopo un approfondito lavoro istruttorio, viene firmato oggi a Bucarest, presso l’Athenee Palace Hilton Hotel. Il Piemonte guiderà il progetto, che coinvolge la Romania, il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri d’Italia, il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali d’Italia, le Province Autonome di Trento e Bolzano, le Regioni Calabria, Campania, Emilia-romagna, Lazio, Marche, Sicilia e Toscana, con lo scopo di potenziare e rafforzare i servizi e le azioni di lotta alla tratta in Romania e in Italia, attraverso interventi finanziati principalmente dal Fondo sociale europeo e volti alla prevenzione del fenomeno, alla protezione e all´inclusione sociale e lavorativa delle vittime. L’iniziativa dà seguito alla riuscita esperienza del progetto interregionale contro la tratta “Vie d’uscita”, condotto con il Dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dieci Regioni italiane, di cui la Regione Piemonte era già stata ente capofila. “La Regione Piemonte – affermano la presidente Mercedes Bresso e l’assessore al Welfare, Teresa Angela Migliasso - è impegnata da anni ad attuare politiche e realizzare interventi di contrasto al traffico di esseri umani, soprattutto donne e minori, nella convinzione che sia necessario affrontare questo drammatico fenomeno con azioni che agiscano sul problema in tutti i suoi aspetti, supportando sia i processi di prevenzione della tratta nei luoghi d’origine che presso i territori in cui si sviluppa. Il Progetto e il protocollo d’intesa che verrà firmato domani a Bucarest si fonda proprio sul convincimento che attraverso il lavoro coordinato e sinergico di stati e istituzioni diverse, di attori pubblici e privati diversi, sia possibile rafforzare l’efficacia degli interventi”. .  
   
   
BOLZANO, LOTTA ALLA TRATTA IN ITALIA E ROMANIA: LA PROVINCIA FIRMA A BUCAREST IL PROTOCOLLO D´INTESA  
 
Bolzano, 9 luglio 2008 - Nasce con l’intento di mettere in campo azioni concrete per contrastare il fenomeno del traffico di esseri umani la nuova cooperazione tra Italia e Romania, che vede coinvolte 10 Regioni tra cui la Provincia di Bolzano. Lo specifico protocollo d´intesa viene firmato oggi 9 luglio a Bucarest dai rappresentanti delle Regioni e del Ministero del Lavoro. L’obiettivo fondamentale è quello di garantire l’inclusione sociale e occupazionale alle vittime di tratta, attraverso azioni finanziate principalmente dal Fondo sociale europeo. La Provincia di Bolzano e 9 Regioni italiane (Piemonte, Calabria, Campania, Emilia-romagna, Lazio, Marche, Sicilia, Toscana e la Provincia autonoma di Trento) hanno infatti proposto alla Commissione europea di procedere con azioni a sostegno delle vittime di tratta in altri Paesi dell’Unione. Dopo l´adesione del ministero del Lavoro della Romania, si è giunti a definire un Protocollo d’intesa che coinvolge anche il ministero del Lavoro, salute e politiche sociali del governo italiano. La Giunta provinciale ha autorizzato la firma del protocollo d´intesa e ha dato mandato al Servizio Fse provinciale per la sua sottoscrizione, in programma domani (9 luglio) a Bucarest con i rappresentanti delle Regioni coinvolte. La firma segna l’avvio tecnico del progetto. La firma del Protocollo è solo il primo passo per avviare azioni concrete che abbiano ricadute sensibili sui cittadini. Le operazioni nelle varie regioni per contrastare la discriminazione e la disparità di trattamento nel mercato del lavoro daranno particolare attenzione alle attività innovative, interregionali e transnazionali per migliorare l’accesso e l’integrazione delle vittime del traffico di persone. Le Regioni italiane prevedono nei propri Programmi operativi del Fondo sociale europeo - programmazione 2007-2013 - settori specifici di intervento: inclusione sociale, e transnazionalità e interregionalità. . . .  
   
   
LIGURIA: ECCO COME SONO STATI SPESI I FINANZIAMENTI UE OBIETTIVO 2 2000-2006  
 
Genova, 9 Luglio 2008 - Presentata in Regione la pubblicazione "Liguria - Regione d´Europa. Selezione di interventi finanziati con il Docup Obiettivo 2 2000-2006". In versione bilingue contiene 35 tra i molteplici progetti realizzati in Liguria grazie ai finanziamenti erogati dal Fesr a favore di enti pubblici e imprese attraverso il Docup Obiettivo 2 e che hanno permesso di attivare interventi a favore dello sviluppo del sistema economico, sociale e territoriale della Regione. Un catalogo fotografico che testimonia e fornisce informazioni per conoscere più a fondo alcuni tra i molteplici progetti finanziati nel periodo 2000 - 2006 grazie al Fesr e che permette di vedere le modifiche e i cambiamenti che sono intervenuti sul territorio. La pubblicazione è articolata in sette sezioni corrispondenti alle aree tematiche di applicazione del programma (sociale, sport-tempo libero-spettacolo, turismo, patrimonio storico architettonico, centri integrati di via, mondo produttivo, ambiente). I progetti presentati riguardano principalmente interventi sulle infrastrutture turistiche, la riqualificazione dei centri storici, il recupero di aree dimesse, opere di tutela del patrimonio ambientale e costiero e nell´ambito del sociale. Oltre ai progetti presentati nel dettaglio, il catalogo contiene anche l´elenco di altri progetti infrastrutturali di rilevanza per il territorio a testimonianza di quanto è stato possibile realizzare grazie ai fondi europei e a una forte collaborazione tra le diverse Istituzioni. All´incontro ha partecipato l´assessore allo Sviluppo Economico della Regione Liguria Renzo Guccinelli, che ha illustrato gli interventi effettuati nel periodo 2000-2006 e le linee guida per quelli del periodo 2007-2013. .  
   
   
BANCA GENERALI: COMPLETAMENTO ACQUISTO AZIONI PROPRIE  
 
Trieste, 9 luglio 2008 – Banca Generali comunica che il programma di acquisto di azioni proprie avviato lo scorso 22 maggio è stato ultimato. Tale programma era finalizzato al completamento di un piano di stock granting a favore di manager e promotori finanziari del Gruppo. Nel dettaglio, il piano ha comportato il riacquisto di 197. 532 azioni proprie per un controvalore complessivo pari a €1. 016. 876,99. Il suddetto piano di riacquisto era stato autorizzato dall’Assemblea degli Azionisti svoltasi lo scorso 22 aprile 2008. .  
   
   
UBS ESPANDE IN MODO SIGNIFICATIVO LE ATTIVITÀ IN MEDIO ORIENTE PER ACCELERARE LA CRESCITA ARABIA SAUDITA QATAR  
 
 Zurigo/Basilea/Londra/Riad, 9 luglio 2008 - Ubs ha annunciato ieri diverse misure cruciali tese a imprimere un forte slancio alla rapida crescita già in atto in Medio Oriente. Il pacchetto di iniziative, oltre a confermare l’impegno a lungo termine di Ubs in questa regione, aiuterà la banca a raggiungere il suo obiettivo: diventare uno dei fornitori leader di servizi finanziari in Medio Oriente. Ubs annuncia di aver ottenuto l’autorizzazione condizionale della Capital Markets Authority (Cma) per l’avvio delle attività nel Regno Arabo Saudita. John Fraser, Presidente e Ceo di Ubs Global Asset Management nonché membro del Direttorio del Gruppo, assumerà anche la Presidenza di Ubs Arabia Saudita mentre la Vicepresidenza sarà affidata a Mohammed Al Dhoheyan, attualmente Ceo della Development and Management House for Investments (una società esistente autorizzata dalla Cma). A margine di questo annuncio John Fraser ha commentato: «Forti di oltre quarant’anni di esperienza in questa regione, la nostra decisione di avviare attività nel Regno Arabo Saudita è un’ulteriore prova dell’impegno a lungo termine di Ubs in Medio Oriente e costituisce un’importante pietra miliare nello sviluppo della nostra banca in un mercato molto interessante e di importanza cruciale. » «L’autorizzazione della Cma ci offre l’opportunità di rafforzare la nostra posizione di leader mondiale nell’ambito della gestione patrimoniale nella regione e ci consente di avvicinarci ai nostri clienti asset management e investment banking nel Regno Arabo Saudita» ha proseguito Fraser. In seguito all’approvazione finale della Cma e di altre autorità competenti, Ubs Arabia Saudita prevede di aprire entro la fine dell´anno. In linea con il modello operativo integrato di Ubs, Ubs Arabia Saudita si concentrerà sulle attività strategiche su titoli globali della banca, offrendo alla clientela nazionale e internazionale servizi completi nell’ambito della gestione patrimoniale, dell’asset management e dell’investment banking. Ubs rende noto di aver candidato Mohamed Sammakia alla posizione di Ceo di Ubs Arabia Saudita, nomina soggetta alla consueta approvazione delle autorità competenti. Attualmente attivo a Londra come Direttore nella divisione Fixed Income di Ubs e Presidente della Regione Medio Oriente, Sammakia vanta un’esperienza più che trentennale con il Medio Oriente e l´Africa Settentrionale. Oltre ad esibire un track record consolidato, ha svolto un ruolo decisivo in numerose operazioni di rilievo condotte da Ubs nella regione. Nella sua nuova funzione, Sammakia sarà responsabile dell´avvio delle nuove attività di Ubs nel Regno Arabo Saudita, promuovendo inoltre la continua espansione della piattaforma di successo della banca nella regione. Nell’ambito del suo mandato, si avvarrà dei numerosi contatti di lunga data da lui intrattenuti nella regione, al fine di rafforzare le opportunità di cross business e di massimizzare la crescita dei ricavi e la redditività in Medio Oriente. A proposito di questa nomina Fraser si è così espresso: «Sono molto contento che Sammakia abbia accettato di assumere questo ruolo chiave. Ha alle spalle una notevole esperienza a contatto con le principali istanze decisionali del Medio Oriente che, unitamente a una carriera trentennale nel settore finanziario, lo rendono il candidato ideale per questa posizione di importanza strategica nella regione. » Ubs ha presentato una richiesta alla Qatar Financial Centre Regulatory Authority per ottenere la licenza che autorizza l´apertura di una filiale in seno al Qatar Financial Centre. Da un lato, l’operazione rientra nella strategia dell´azienda tesa a consolidare la propria presenza in Medio Oriente, dall’altro apre a Ubs numerose opportunità nel Qatar, il Paese con il più alto Pil pro capite del mondo e uno dei tassi di crescita economica più elevati. Ubs amplia la copertura di Investment Banking Division (Ibd) & Equity Research nella regione Nel quadro dell’annunciata espansione a lungo termine in Medio Oriente, Ubs ha inoltre comunicato di avere in serbo i seguenti progetti: ingrandire il proprio team Ibd regionale più che raddoppiandolo entro la fine del 2008, in seguito alla nomina di Christopher Niehaus a Joint Head di Investment Banking per l’area Medio Oriente e Nord Africa (Mena); iniziare a seguire a livello regionale i titoli mediorientali dagli Emirati Arabi Uniti (Eau) entro la fine del 2008 – Ubs ha di recente cominciato a coprire gli Eau tramite il team europeo di analisi economica di Londra. Un ulteriore avvenimento degno di nota nella regione è la joint-venture al 50% siglata da Ubs Global Asset Management e Abu Dhabi Investment Company nel febbraio 2008, tesa a sviluppare, promuovere e gestire fondi che investono in infrastrutture nella regione Mena. Il primo fondo della joint-venture, l’«Adic-ubs Infrastructure Fund I» sarà dotato di un patrimonio di Usd 500 milioni e il suo lancio è previsto nel corso del 2008. Un´altra notizia di rilievo è che nelle classifiche 2008 di Euromoney, Ubs Wealth Management figura al primo posto nella graduatoria dei migliori servizi di private banking in Medio Oriente mentre Ubs Investment Bank è stata insignita del titolo di «Best Equity House» in Medio Oriente. .  
   
   
CREDEM: DELIBERA AUMENTO DI CAPITALE.  
 
 Reggio Emilia, 9 luglio 2008 - In data 3 luglio il Consiglio di Amministrazione di Credem, presieduto da Giorgio Ferrari, in attuazione della delega conferita dall´Assemblea straordinaria dei soci tenutasi il 26 giugno 2008, ha deliberato di aumentare il capitale sociale, a pagamento in denaro, per un importo di 250 milioni di euro, comprensivo del sovrapprezzo, mediante emissione di azioni ordinarie della Società, godimento 1° gennaio 2009, aventi le medesime caratteristiche di quelle già in circolazione, del valore nominale di un euro ciascuna, da offrire in opzione ai soci in proporzione al numero di azioni ordinarie possedute. Tutte le altre condizioni dell’operazione, ed in particolare la determinazione del prezzo di emissione delle azioni, con contestuale definizione del numero massimo da emettere e del capitale nominale massimo di aumento, nonché la determinazione del rapporto di assegnazione in opzione agli azionisti, saranno precisate in apposita deliberazione che il Consiglio di Amministrazione di Credem assumerà, ottenute le prescritte autorizzazioni di legge, immediatamente prima dell’apertura formale dell’offerta in opzione, quindi presumibilmente all’inizio del prossimo mese di ottobre. Per quanto riguarda le finalità dell’operazione, si ribadisce che la stessa è funzionale al mantenimento di coefficienti patrimoniali di vigilanza più che adeguati anche nell’attuale fase di sviluppo territoriale che il Gruppo Credem sta realizzando attraverso operazioni di acquisizione di sportelli bancari e reti distributive. Si precisa che l’azionista di maggioranza Credemholding si è già impegnato a sottoscrivere per intero la quota di competenza (circa il 73%) e l’eventuale inoptato. .  
   
   
BANCA POPOLARE DI MILANO: IL DIRETTORE GENERALE FABRIZIO VIOLA CHIUDE IL RAPPORTO DI LAVORO  
 
 Milano, 9 luglio 2008 La Banca Popolare di Milano comunica di aver raggiunto ieri con il Direttore Generale Dott. Fabrizio Viola un accordo di massima che prevede la risoluzione del rapporto con effetto dal 31. 07. 2008. Il Consiglio di Amministrazione si riunirà il 14 luglio per la consegna del verbale ispettivo della Banca d’Italia e ha deciso inoltre di riconvocarsi entro il corrente mese di luglio per procedere alle determinazioni relative alla nomina del nuovo Direttore Generale. .  
   
   
AZIMUT: RACCOLTA NETTA FONDI POSITIVA PER € 10 MILIONI IN GIUGNO RACCOLTA NETTA DI RISPARMIO GESTITO NEGATIVA PER € 54 MILIONI IN GIUGNO  
 
Milano, 9 luglio 2008 - Il Gruppo Azimut ha registrato nel mese di giugno 2008 una raccolta netta su fondi comuni ed hedge positiva per 10 milioni di euro, mentre il totale della raccolta netta di risparmio gestito è stata negativa per circa 54 milioni di euro. A guidare la raccolta è stato il nuovo fondo hedge Aliseosette, lanciato a inizio mese. Prosegue a un ritmo sostenuto il reclutamento di promotori finanziari; nei primi sei mesi del 2008 il Gruppo Azimut ha registrato 83 nuovi ingressi, portando il totale a fine giugno a 1246 unità rispetto alle 1205 di fine 2007. In particolare, il numero totale di promotori in Azimut Consulenza Sim è passato da 1045 a fine 2007 a 1077 a fine Giugno 2008, mentre Az Investimenti Sim ha portato il numero totale di promotori a 169 (da 160 a fine 2007). Si comunica inoltre che è stato firmato il contratto con la società Sec Servizi, Lynx Spa e Modafyn srl per la fornitura di servizi operativi e di back office per la durata di 5 anni con la possibilità di rinnovo. Tale accordo fa seguito alla già annunciata operazione di esternalizzazione delle funzioni sopra menzionate a società terze di elevata professionalità che potranno erogare servizi sempre in linea con le esigenze derivanti dallo sviluppo e dalla crescita dell’operatività, continuando ad usufruire del know-how e della professionalità acquisite nel Gruppo. Secondo Pietro Giuliani, Presidente e Amministratore Delegato di Azimut, “Anche in una fase difficile di mercato Azimut continua nell’impegno di rendere più profittevole il Gruppo attraverso lo sforzo di contenimento dei costi fissi e razionalizzazione nell’impiego delle risorse”. “Con il mese di luglio – prosegue Giuliani – diventa effettivo nei confronti dei clienti il servizio di consulenza con collocamento al quale le sim di distribuzione sono ora autorizzate grazie alla normativa Mifid. I promotori finanziari del Gruppo hanno a disposizione una ricchissima strumentazione informatica che permette loro di costruire, per ciascun cliente, diversi portafogli di investimento specializzati per destinazioni e orizzonti temporali, con la possibilità di analizzarne gli andamenti passati, i livelli di rischio e di rendicontarli in modo autonomo. Uno strumento che rende effettivo e comprensibile il servizio di consulenza in materia di investimenti”
~%
Raccolta Giugno Raccolta 2008 Patrimonio al 30. 06. 2008 nel
Dati in Euro 2008
Fondi Azimut Sgr -87. 499. 164 -543. 238. 058 3. 043. 147. 346 -21,1%
Fondi Az Fund 22. 433. 930 206. 427. 622 9. 306. 009. 316 -6,3%
Gestioni patrimoniali e altre gestioni 32. 027. 017 45. 797. 971 631. 965. 118 0,4%
Assicurazioni Az Life -5. 748. 354 -80. 931. 308 902. 086. 890 -16,2%
Hedge Funds 77. 178. 348 415. 141. 127 1. 387. 434. 985 36,3%
Totale gestito netto* -53. 762. 655 -139. 409. 438 13. 600. 930. 386 -8,7%
Risparmio amministrato e c/c 4. 932. 358 128. 738. 165 842. 736. 100 11,3%
Totale -48. 830. 297 -10. 671. 273 14. 443. 666. 486 -7,7%
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MILANO: VIALE JENNER, SI´ DELLA REGIONE AL TRASFERIMENTO AL VIGORELLI DELLE ATTIVITÀ DI CULTO ISLAMICHE  
 
Milano, 9 luglio 2008 - Vertice in Prefettura questa mattina sulla questione del Centro islamico di Viale Jenner a Milano. Per la Regione vi hanno partecipato gli assessori alla Sicurezza, Massimo Ponzoni, e al Territorio e Urbanistica, Davide Boni; per il Comune di Milano il vice-sindaco Riccardo De Corato. Regione Lombardia ha portato il suo giudizio sulla vicenda, che si è mostrato in linea con la posizione maturata del prefetto, Gian Valerio Lombardi, in vista dell´incontro, ieri pomeriggio, che lo stesso prefetto avrà con il direttore del Centro islamico Abdel Hamid Shari. E cioè, come hanno sottolineato Ponzoni e Boni, innanzitutto la constatazione che viale Jenner come luogo di culto praticato in massa non è assolutamente idoneo sia per la presenza di migliaia di mussulmani in strada e sui marciapiedi sia per il sovraffollamento della sala di preghiera, collocata in un condominio senza i necessari requisiti di sicurezza. In secondo luogo la Regione ha concordato sull´urgenza di un luogo provvisorio alternativo e vede con favore la proposta del Comune di Milano di mettere a disposizione pro tempore il velodromo Vigorelli. In terzo luogo però, occorre individuare, con una soluzione concordata, una sistemazione definitiva. Al direttore del Centro islamico è stata dunque comunicata, ieri pomeriggio, la necessità di trasferire al Vigorelli le attività di culto e verrà chiesto di attivarsi per reperire un´area adeguata appunto a una soluzione definitiva, analogamente a quanto previsto per la Chiesa cattolica e per le altre confessioni, che costruiscono gli edifici di culto acquisendo le opportune aree private. Il trasferimento da Viale Jenner, ha tenuto a sottolineare l´assessore Boni, dovrebbe essere completato entro agosto. "Bene l´accordo tra il prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi e il direttore del Centro culturale islamico, Abdel Hamid Shari. La determinazione e la ragionevolezza del prefetto, unita alla disponibilità e alla collaborazione di tutti, hanno portato a un risultato che permette di riconsegnare ai cittadini la zona di viale Jenner e allo stesso tempo tutela i diritti della comunità islamica ad avere un luogo per la preghiera". E´ quanto afferma il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, commentando l´intesa raggiunta ieri sul Centro islamico di viale Jenner. "La localizzazione del Vigorelli - prosegue Formigoni - è temporanea: occorrerà poi lavorare per trovare una sistemazione definitiva nella linea di quanto già avevamo indicato ieri". .  
   
   
ASSESSORI VENETI INCONTRANO OGGI A PALAZZO BALBI MINISTRA POLITICHE SOCIALI E SALUTE DELLA FINLANDIA  
 
Venezia, 9 luglio 2008 – Oggi alle ore 10. 00 a Palazzo Balbi, sede della Giunta veneta, gli Assessori regionali alle politiche sanitarie Sandro Sandri e alle politiche sociali Stefano Valdegamberi riceveranno la signora Liisa Hyssala, Ministra degli Affari Sociali e della Salute della Finlandia, in visita a Venezia. Accompagneranno la Ministra finlandese, Outi Kuivasniemi dirigente del Ministero, Pauli Makela Ambasciatore finlandese in Italia, Nicola Falconi Console generale onorario della Finlandia a Venezia. E’ previsto un confronto tra i rispettivi sistemi sanitari e dei servizi sociali per approfondire la conoscenza e in vista di possibili collaborazioni. .  
   
   
“UN CONTRIBUTO DI ANALISI” DALLA SEGRETERIA TECNICA DEL PATTO PER LO SVILUPPO DELL´ UMBRIA  
 
Perugia, 9 luglio 2008. - La Segreteria tecnica del Patto per lo sviluppo dell’Umbria (collocata nell’Area della programmazione regionale) nell’ambito dei suoi compiti di approfondimento dei fenomeni economici relativi al territorio regionale ha elaborato “un contributo di analisi” sulla produttività del lavoro in Umbria. Questo perché – affermano dalla Segreteria - da molti anni si registra un “gap” nella crescita della produttività dell’Italia nei confronti del resto dei paesi “avanzati”. Negli ultimi sette anni la “Produttività totale dei fattori” (Ptf) in Italia è rimasta pressoché immobile, spiegando buona parte della crisi di produttività e del conseguente declino economico del Paese. La produttività rappresenta un indicatore molto importante dell’andamento di un sistema economico. La crescita economica dipende infatti da tre fattori: l’aumento della forza lavoro, l’aumento dello stock di capitale e l’aumento della produttività, quest’ultima definita come il rapporto tra una misura del volume di output realizzato (il prodotto) e una misura del volume di uno o più input impiegati nel processo produttivo (i fattori produttivi). Nel Report realizzato dalla Segreteria si è provveduto soprattutto all’analisi della produttività calcolata come rapporto tra valore aggiunto e unità di lavoro, anche se conoscere lo stock di capitale sarebbe estremamente utile dato che generalmente se è alta l’intensità di capitale è alta anche la capacità produttiva dei lavoratori. Per poter conoscere tuttavia il valore dello stock di capitale per ogni regione mancano serie storiche degli investimenti fissi sufficientemente lunghe e distinte per aree geografiche e per tipo di bene strumentale. In ogni caso il report tiene conto degli studi svolti in questo ambito, pur concentrando l’analisi sulla produttività del lavoro. Confrontando quest’ultima con quella dell’Italia emerge che, nel periodo 2000-2006, la produttività del lavoro per l’intera economia è stagnante tanto in Umbria che in Italia. I tassi di variazione medi annui per le varie regioni italiane oscillano tra il -0,7% della Calabria e lo 0,7% del Friuli. Nel 2006 la regione con la produttività del lavoro più elevata è la Lombardia (51. 668 euro a prezzi costanti per unità di lavoro), mentre quella con il valore più basso è la Basilicata (36. 792 euro per unità di lavoro). L’umbria, con 40. 991 euro per unità di lavoro, si posiziona all’undicesimo posto, al di sotto della media nazionale e di tutte le regioni del Centro nord, ad eccezione delle Marche. La produttività del lavoro in Umbria è più bassa di circa 10 punti percentuali rispetto alla media nazionale, già di per sé non particolarmente elevata. Va ricordato – proseguono dalla Segreteria tecnica - che essa presenta nei diversi settori, prendendo come riferimento l’anno 2006, valori assoluti molto diversi, dai 27. 750 euro per unità di lavoro a prezzi costanti dell’agricoltura ai 76. 340 euro del settore Intermediazione finanziaria e attività professionali. In particolare la produttività del lavoro in Umbria supera la media italiana solo nei settori dell’Agricoltura, dei minerali non metalliferi, nella produzione di energia elettrica, nelle costruzioni, nella Pubblica amministrazione e nell’Istruzione. Essa si discosta notevolmente dalla media sia nell’industria in senso stretto (in particolare nel tessile, abbigliamento, nell’alimentare e nella meccanica), nel commercio e nell’intermediazione monetaria e finanziaria. Da sottolineare però che mentre nel settore dell’industria in senso stretto l’Umbria ha ridotto nel tempo la distanza dalla media nazionale, nel terziario di mercato la sua produttività tende ad allontanarsi ulteriormente dalla media. Il fenomeno è in gran parte spiegabile con il forte aumento dell’occupazione in questi settori; in altri termini in Umbria si è registrato, più che altrove, il fenomeno dell’”occupazione senza crescita”, che ha come conseguenza inevitabile un rallentamento della produttività. Per rilanciare il dinamismo economico occorre invece proseguire con le riforme strutturali volte ad aumentare la Ptf, in particolare sul versante dell’innovazione e di un efficiente funzionamento dei mercati, ma anche adottare misure di aumento del potere di acquisto delle famiglie che creino opportunità di investimento per le aziende. E’ però necessario che il sistema produttivo indirizzi i suoi sforzi verso una graduale riconversione a produzioni e processi produttivi rivolti a un incremento dello stock di capitale, nonché ad un migliore utilizzo di uno dei fattori che secondo lo studio della Banca d’Italia ha un impatto più rilevante sulla produttività e che per la regione Umbria è un noto punto di forza, il capitale umano. La situazione infatti non è immodificabile, in quanto è possibile che coesistano l’incremento occupazionale e l’aumento di produttività. Accelerare la crescita della produttività rappresenta quindi la principale sfida per i prossimi anni, perché la produttività genera ricchezza e determina il livello dei salari reali. Una crescita della produttività più elevata è necessaria anche per garantire il modello sociale dell’Umbria che si caratterizza più che altrove per una vita più lunga e per un tasso di fecondità non elevato: la forza lavoro deve diventare quindi più produttiva per garantire l’assistenza sanitaria, gli standard di vita, le retribuzioni più alte e la pensione per tutti. L’aumento della produttività del lavoro è condizione necessaria – concludono dalla Segretaria tecnica del Patto per lo sviluppo - per la lotta alla povertà nel lungo periodo. .  
   
   
INTERVENTO DEL PRESIDENTE LOIERO SULLA RIVISITAZIONE DELLO STATUTO REGIONALE DELLA CALABRIA NELLA CONFERENZA DEI CAPIGRUPPO  
 
 Reggio Calabria, 9 luglio 2008 - Il presidente della Regione Agazio Loiero, intervenendo ieri pomeriggio a Palazzo Campanella nella Conferenza dei capigruppo convocata appositamente dal presidente del Consiglio Giuseppe Bova, ha posto formalmente il problema della rivisitazione dello Statuto regionale. “Più volte, fin dal mio insediamento – ha detto Loiero – ho posto con lettera al presidente del Consiglio e in colloqui informali con qualcuno di voi, l’esigenza di apportare alcuni miglioramenti allo Statuto regionale, facendo tesoro dell’esperienza di questi anni di governo”. “So benissimo che si tratta di un problema di regole – ha aggiunto Loiero – sui quali maggioranza e minoranza debbono affrontare l’argomento assieme. Per questo il mio vuole essere un intervento di tipo politico e non burocratico. E’ giusto che un discorso sulle regole si faccia tutti assieme”. Secondo il presidente Loiero, però, “è necessario avviare un confronto sereno per consentire in primo luogo di rafforzare alcuni principi come quello dell’opposizione alla mafia e una maggiore incisività all’azione di governo”. Loiero, infine, ha sostenuto che “lo Statuto da poco in vigore presenta alcuni aspetti di unicità rispetto agli Statuti delle altre regioni italiane, che sono limitativi e possono essere, quindi, con l’accordo di tutti, riveduti”. .  
   
   
REGIONE SICILIA: DIRETTIVA SU TRASPARENZA ED EFFICIENZA  
 
Palermo, 9 luglio 2008 – Garantire trasparenza ed efficienza all’azione amministrativa regionale, agevolare l’accesso ai servizi da parte degli utenti con particolare attenzione alle fasce deboli ed istituire lo sportello web del cittadino. Sono le finalità con le quali l’assessore alla Presidenza della Regione siciliana Giovanni Ilarda ha emanato, ieri, la prima direttiva in materia di organizzazione degli uffici regionali. “Ferma restando l’esigenza – dice Ilarda – di una organica riforma legislativa il cui schema è già stato presentato alla giunta e la cui stesura dell’articolato è in corso, sono fortemente convinto che è possibile un sensibile miglioramento qualitativo e quantitativo dell’attività degli uffici regionali attraverso l’applicazione di regole attualmente vigenti” La direttiva odierna è suddivisa in 3 capitoli: trasparenza dell’attività e dell’organizzazione degli uffici a servizio dei cittadini, corsie preferenziali per le fasce deboli, istituzione dello sportello del cittadino. Il primo capitolo prende le mosse dall’immediata esigenza di una adeguata pubblicizzazione ed aggiornamento del sito internet della regione che deve contenere “in forma chiara” tutti i dati utili al cittadino per entrare in contatto con tutte le unità organizzative anche se operanti all’interno di strutture di più ampio contesto. Nel dettaglio la direttiva dispone che siano chiaramente riportati, orari di apertura al pubblico, indirizzo completo del piano e del numero della stanza, l’indirizzo di posta elettronica, i nomi degli addetti a ciascuno servizio, i numeri di telefono e di fax nonché tutte le competenze di ciascuno ufficio. Ai dirigenti la direttiva chiede di vigilare sull’immediata attuazione di queste disposizioni e sull’aggiornamento che di volta in volta fosse necessario per il sito internet, di monitorare l’attuazione di queste disposizioni e di verificare che posta elettronica, fax, telefoni ed altri strumenti messi a disposizione siano realmente utilizzati in modo che ogni unità organizzativa possa essere sempre ed effettivamente raggiunta o contattata dal cittadino, telefonicamente, via fax o per e mail. Negli eventuali casi di “accertata e ingiustificata assenza dalla postazione di lavoro che si protragga oltre ogni ragionevole durata” la direttiva prevede che “saranno assunte tutte le iniziative di legge anche nei confronti del responsabile o dei responsabili dell’omessa vigilanza”. Infine la direttiva prevede che tutti gli uffici trasmettano all’assessore alla Presidenza una relazione bimestrale sull’esito dei controlli effettuati e sulla reale attuazione della direttiva odierna, “segnalando tutte le violazioni accertate”. In materia di corsie preferenziale dedicate alle fasce deboli, il documento firmato dall’assessore Ilarda richiede che venga effettuata una ricognizione sulla situazione attuale e che i responsabili mandino relazioni indicando il tipo di servizio svolto, i servizi eventualmente carenti o mancanti e “proponendo tutte le soluzioni ritenute utili al riguardo”. Infine nasce lo sportello del cittadino sul web, che per vedere la luce non dovrà attendere il restyling del sito internet. Ilarda chiede, infatti, l’istituzione immediata di un link che dalla pagina web principale della regione siciliana (www. Regione. Sicilia. It) permetta l’accesso diretto alle aree di maggiore e più frequente interesse per l’utenza privata e che preveda anche la possibilità per il cittadino di segnalare i disservizi riguardanti proprio la comunicazione con gli uffici regionali. Per l’applicazione di tutte queste indicazioni l’assessore Ilarda pone termini precisi invitando tutti gli uffici a rispondergli via e mail entro il 20 luglio spostando tale termine al 30 settembre soltanto per l’attivazione dello sportello del cittadino sul web. “In questo modo - commenta l’assessore alla Presidenza Giovanni Ilarda – sarà lo stesso cittadino a divenire controllore dell’attività pubblica. Ne beneficerà il rapporto fra amministrazione ed utente, ma ne beneficeranno anche i tanti lavoratori regionali che vogliono svolgere con attenzione e cura la propria attività ed, infine, ne trarrà vantaggio anche l’immagine stessa della Regione siciliana”. .  
   
   
SISTEMA METROPOLITANO FI-PO-PT: LA TOSCANA CHE SUPERA I “MUNICIPI” PUNTA SUL CONTEMPORANEO SONO 47, IN 30 COMUNI, IL LUOGHI DEL SISTEMA REGIONALE COORDINATI DAL “PECCI”  
 
 Prato, 9 luglio 2008 - Prato e Pistoia unite nel nome dell’arte contemporanea in un’alleanza di livello metropolitano che coinvolge anche Firenze ed Empoli. Le realtà istituzionali (le tre Province e i tre Comuni oltre al Circondario Empolese-valdelsa) si sono incontrate ieri mattina nell’auditorium del “Pecci” in un incontro promosso dall’assessore regionale alla Cultura Paolo Cocchi. Il tavolo di coordinamento nasce dalla recente convenzione tra Regione Toscana e Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato: un documento attraverso cui risorse regionali per un milione di euro (per la precisione 1. 050. 000 euro) vengono assegnati in tre anni al “Pecci” (350 mila all’anno dal 2008 al 2010) per effettuare un coordinamento in ambito metropolitano fra le molteplici iniziative presenti nell’area. Presenti gli assessori alla Cultura dei t! re Comuni (Andrea Mazzoni, Giovanni Gozzini, Rossana Moroni), i rappre sentanti delle tre Province e del Circondario, i dirigenti del “Pecci”, quelli della Fondazione Palazzo Strozzi e della Strozzina di Firenze, il confronto – aperto dagli interventi di Paolo Cocchi e del presidente del Centro pratese, Valdemaro Beccaglia – si è svolto su tre aspetti: il Sistema Informativo Regionale (Sir) sull’arte contemporanea, il ruolo del pistoiese Palazzo Fabroni, una prima informazione sull’assegnazione dei contributi regionali 2008 a sostegno della rete per le culture della contemporaneità. Undici i progetti presentati. A quest’ultimo proposito i dirigenti regionali hanno informato sulle scelte compiute, che stanno per essere ufficializzate in un decreto, per assegnare le risorse disponibili: 526 mila euro. L’assessore alla Cultura del Comune di Pistoia, Rossana Moroni, ha svolto una comunicazione sul particolare profilo di attenzione all’arte contemporanea che si intende far svol! gere a Palazzo Fabroni. Città del verde e sede di un corso di specializzazione sull’architettura di paesaggio, Pistoia intende dunque puntare le sue carte di arte contemporanea proprio sul rapporto fra arte e paesaggio. Palazzo Fabroni diventerà luogo di presentazione e discussione di questa particolare problematica. Ciò in stretta sinergia con il Centro Luigi Pecci a cui, a sua volta, è affidato anche il coordinamento del Sistema Informativo Regionale. Si tratta – ha spiegato il direttore del Pecci, Marco Bazzini - di una rete formata da esperti, che si occuperanno delle tre macro-aree in cui la Toscana dell’arte contemporanea è stata divisa (oltre all’area Firenze-prato-pistoia, anche le aree della Costa e della Toscana del Sud) ma anche di realizzare, fra l’altro, un archivio audio con interviste ad artisti, critici, operatori culturali. Il tutto scaricabile gratuitamente dal web. Quarantasette (in 30 ! comuni) i luoghi dell’arte contemporanea che fanno parte! del sis tema toscano. Da un punto di vista strettamente numerico è Pistoia il comune al vertice della classifica: con 7 luoghi (oltre al citato Palazzo Fabroni, i Centri di documentazione intitolati a Marino Marini e Giovanni Michelucci, quello sull’arte moderna e contemporanea pistoiese, la Casa studio Fermando Melani, la Fondazione Jorio Vivarelli, la collezione privata di Villa Celle). E fra le province è ancora Pistoia a battere il record per il maggior numero di luoghi d’arte contemporanea: oltre ai sette del capoluogo vanno citati anche i due di Monsummano Terme (il Museo d’arte contemporanea, la Biennale internazionale d’incisione), i due di Pescia (il Parco monumentale di Pinocchio a Collodi e la Gipsoteca Libero Andreotti) nonché Villa La Magia di Quarrata. .  
   
   
DALLA CORTE DEI CONTI UN GIUDIZIO POSITIVO SUL BILANCIO 2007 DELLA TOSCANA  
 
Firenze, 9 luglio 2008 - L’idea è quella di approfittare degli ultimi diciotto mesi di legislatura per impostare bene tutti i meccanismi istituzionali di controllo di gestione, in modo da mettere a punto una struttura organizzativa e gestionale di assoluta eccellenza, pronta da subito. La proposta arriva dal presidente della Toscana Claudio Martini, al termine della riunione di ieri in cui la Corte dei Conti ha presentato alla Regione Toscana, a Palazzo Panciatichi, il proprio rapporto sul rendiconto 2007. «Referti che sono sempre, ogni anno, materiali preziosi su cui lavorare – sottolinea il presidente Martini - per capire le ragioni di alcune discrasie tra trend positivi e negativi». «Il controllo della Corte sui conti della Regione aggiunge Martini - è scrupoloso e minuzioso, un esame quasi al microscopio, ma come sempre anche propositivo e ritengo che lo scambio di opinioni tra i giudizi della Co! rte e le spiegazioni, sulle dinamiche interne, degli uffici si! ano reci procamente utili». Alla presentazione della relazione era presente anche l’assessore al bilancio della giunta regionale, Giuseppe Bertolucci. La Corte dei Conti, in continuità con gli anni precedenti, ha confermato “il giudizio complessivamente positivo sulla gestione regionale”. In particolare è stato apprezzato il risultato positivo nel settore sanitario: solo un richiamo sulla necessità di superare la fase di sperimentazione delle Società della salute. Al riguardo Martini ha risposto che la giunta ha già depositato in Consiglio regionale una proposta di legge che avvia la loro completa operatività. La Corte ha riconosciuto anche l’efficacia dei controlli interni e il rispetto del patto di stabilità. .  
   
   
IL CONSOLE GENERALE DELLA SVIZZERA IN VISITA A FERRARA  
 
Ferrara, 9 luglio 2008 – Oggi il console generale di Svizzera a Milano David Vogelsinger, nell’ambito di una visita di conoscenza alle Autorità locali ferraresi, sarà ospite anche della Camera di Commercio. Nel suo incontro con il presidente dell’ente camerale, Carlo Alberto Roncarati, e con il segretario generale, Mauro Giannattasio, Vogelsinger sarà accompagnato dal console onorario svizzero in Emilia- Romagna, Francesco Andina. Gli incontri suggelleranno rapporti di interscambio commerciale, tra la Svizzera e la nostra provincia, intensi ed in continua crescita: basti pensare che nel 2007 la Svizzera occupava il 9° posto tra i “clienti” dell’export ferrarese (per l’esattezza, assorbiva il 3,7% di tutte le esportazioni ferraresi), con una robusta crescita del 24,5%, in termini valutari, rispetto all’anno precedente. L’indebolimento del franco svizzero rispetto all’euro ha indubbiamente contribuito a rilanciare le nostre esportazioni verso la Repubblica Federale, nella quale esportiamo, in ordine decrescente, prodotti chimici, “sistema moda”, macchine ed apparecchi meccanici: tuttavia in forte crescita risultano anche i nostri prodotti alimentari, proprio in un Paese dove è tradizionalmente forte il settore agro-alimentare. L’import dalla Svizzera ha invece registrato nel 2007 un calo del 19,3% rispetto all’anno precedente: tra i nostri “fornitori” dall’estero, la Repubblica elvetica è scesa in tal modo dal 22° al 27° posto, con una quota del 2,3% dell’intero import ferrarese. In questo caso, Ferrara importa soprattutto metalli e prodotti in metallo, seguiti in ordine di importanza da macchine ed apparecchi meccanici (utensili e macchinari di precisione). .  
   
   
30 MILIONI DI EURO PER IL PROGRAMMA INTEGRATO URBANO DI ERCOLANO  
 
 Napoli, 9 luglio 2008 - Il presidente della Regione Campania Antonio Bassolino e il sindaco di Ercolano Nino Daniele hanno firmato ieri in sala giunta l´accordo per l´avvio del programma integrato urbano di Ercolano. Era presente l´assessore regionale all´Urbanistica Gabriella Cundari. L´obiettivo del programma è la valorizzazione e la riqualificazione del patrimonio culturale e del paesaggio urbano della città di Ercolano. La Regione investe 30 milioni di euro di fondi comunitari. Il Comune di Ercolano cofinanzia il programma con una quota pari ad almeno il 10%. Sono previste azioni volte a: migliorare le condizioni ambientali e di benessere della città; rivitalizzare il tessuto socio-economico; promuovere l´efficienza energetica e le fonti di energia rinnovabili; riqualificare il patrimonio culturale. In particolare, il programma prevede la realizzazione di alcuni importanti interventi: l´ampliamento dell´area archeologica in corrispondenza di Via Mare (Basilica di Nonio Balbo); la realizzazione di una attrezzatura pubblica (teatro - cavea) e percorso pedonale con affaccio sull´area archeologica; la riqualificazione urbana e ambientale del nuovo accesso agli Scavi archeologici; incentivi al restauro delle cortine edilizie poste sugli assi storici di Corso Resina e via Pugliano; il restauro di Palazzo Capracotta finalizzato alla realizzazione del Museo del Vintage; il rifacimento del sistema degli attraversamenti volti alla connessione della città con il mare; il restauro del parco superiore di Villa Favorita e il collegamento con il già restaurato Parco Inferiore, mediante creazione di sottopasso carrabile in via D´annunzio; la razionalizzazione e la riqualificazione del tratto viario tra il nuovo svincolo autostradale e gli Scavi archeologici; la realizzazione di un parcheggio a raso a servizio della Ztl di Corso Resina tratto scavi archeologici Villa Favorita; la razionalizzazione e la riqualificazione del tratto viario tra il nuovo svincolo autostradale e gli cavi archeologici. L´accordo prevede inoltre risorse premiali aggiuntive che saranno a disposizione del Comune di Ercolano in caso di raggiungimento di importanti "obiettivi di crescita civile", come: il 35% della raccolta differenziata; la lotta contro l´abusivismo; l´informatizzazione dei servizi pubblici; l´incremento dei servizi sociali; l´utilizzo di sistemi di trasporto ecologico. "Questo importante accordo - sottolinea il presidente della Regione Campania Antonio Bassolino - è il risultato di una scelta strategica della Regione: concentrare grandi risorse nello sviluppo delle città con una popolazione superiore ai 50 mila abitanti. Per questo abbiamo già dato vita ad altri importanti accordi con i comuni di Castellammare, Cava dei Tirreni, Caserta, Napoli, Benevento, Salerno, Giugliano. Ercolano è una città dotata di un patrimonio archeologico straordinario e queste ingenti risorse puntano non solo alla sua valorizzazione, ma ad una serie di interventi necessari alla riqualificazione complessiva del contesto urbano. Vogliamo continuare su questa strada perché siamo convinti che i centri medi e le città della Campania hanno enormi potenzialità e possono fare la differenza per la crescita complessiva della nostra regione", conclude il presidente Bassolino. "Oggi - aggiunge il sindaco di Ercolano Nino Daniele - poniamo le basi per una ulteriore qualificazione di una città eccezionale, grande attrattore turistico-culturale. La Regione con questo rilevante stanziamento conferma ancora una volta la sua attenzione verso Ercolano. E di questo desidero personalmente ringraziare il presidente Bassolino", conclude Daniele. .  
   
   
UN PROGETTO PILOTA PER L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE IN INDIA. LO PROPONE L’UNIVERSITÀ DI PAVIA NELL’AMBITO DEL PROGETTO MUSING, FINANZIATO DALLA UE. UN QUESTIONARIO ON LINE INVITA LE IMPRESE AD ADERIRE AL PROGETTO.  
 
 Pavia, 9 luglio 2008 - Un aiuto alle piccole e medie imprese europee che hanno avviato attività in India: è questo l’obiettivo principale del progetto pilota proposto dall’Università di Pavia all’interno del progetto di ricerca Musing finanziato dall’Unione Europea. Il progetto pilota fornisce strumenti d’analisi per valutare e prevenire i rischi operativi, di credito e di internazionalizzazione, che spesso frenano le piccole/medie imprese nel percorso di sviluppo e apertura al mercato internazionale. Per tenere il passo con l’economia sempre più globale e rispondere alle sfide dei concorrenti esteri, le imprese, in particolar modo quelle piccole e medie, sono sempre più obbligate a rivolgersi a mercati esteri. In questo contesto la possibilità di avere informazioni sui mercati e possibili partnership internazionali risulta essere un elemento decisionale cruciale al fine di pianificare strategie efficaci e quindi ridurre il rischio collegato al mercato e alle strategie di internazionalizzazione. Le imprese medie e piccole tuttavia mancano delle risorse necessarie per raccogliere informazioni adeguate e per analizzare efficacemente le opportunità offerte dai nuovi mercati. Di conseguenza, i processi di internazionalizzazione delle Pmi sono il frutto di strategie meno pianificate e quindi strutturalmente più rischiose. Il progetto pilota sull’internazionalizzazione in India, realizzato da un gruppo di ricercatori della Facoltà di Economia coordinati dal Prof. Antonio Majocchi, si propone di colmare queste lacune, non solo permettendo alle imprese una più consapevole e informata strategia di pianificazione internazionale, ma anche fornendo gli strumenti per una mitigazione dei rischi connessi all’internazionalizzazione. Il progetto pilota di internazionalizzazione dell’Università di Pavia coinvolge direttamente anche le aziende che hanno già avviato attività in India e che sono invitate a compilare un questionario online, per ricevere un report e una scheda sul Paese: http://wins. Metaware. It:8380/regionselection/survey. Html Il questionario è rivolto a tutte le imprese europee con attività in India. L’obiettivo del questionario è di individuare quali fattori abbiano inciso maggiormente sulla scelta delle imprese di localizzare le proprie attività in India. Il questionario ha fini esclusivamente scientifici e si pone l’obiettivo di individuare le caratteristiche principali delle imprese con attività in India, i fattori che spiegano la loro scelta di espandersi in questo paese ed il loro grado di soddisfazione per questa scelta. Il progetto pilota sull’internazionalizzazione proposto dall’Università di Pavia si inserisce nel più vasto progetto europeo Musing - Multi-industry, Semantic-based next generation business Intelligence – coordinato dal prof. Paolo Giudici dell’Università di Pavia. Musing opera nel campo dell’analisi e gestione dei dati basato su metodologie Semantic Web e Human Language processing, impegnato nella definizione di una nuova generazione di Business Intelligence per la misurazione e la gestione del rischio di credito, del rischio di internazionalizzazione e del rischio operativo. Ad oggi, la sfida delle aziende che competono in ambienti sempre più complessi, non è più quella di trovare dati, ma di estrarre da questi informazioni utili. L’spressione "Business intelligence", va oggi riferita al processo di ricerca, pulizia, pre-trattamento e analisi di informazioni vitali. Tale flusso è diventato l’elemento chiave per assicurare un vantaggio competitivo per un’azienda. Il progetto Musing – proposto da un consorzio di 13 soci, provenienti da 8 differenti paesi, tra cui le Università di Innsbruck, Pavia, Pisa e Sheffield, oltre ad aziende, consulenti e partner istituzionali (ad es. European Business Register, Il Sole 24 Ore, Mps) - si propone di dare un rilevante contributo scientifico in ambiti di ricerca emergenti quali la definizione delle politiche europee di internazionalizzazione delle piccole/medie imprese, su temi che spaziano dalla finanza alla sanità alle telecomunicazioni. .  
   
   
LA REGIONE PUGLIA PRESENTA I NUOVI REGIMI DI AIUTO ALLE IMPRESE  
 
Valenzano, 8 luglio 2008 – Il 7 luglio a Bari Sandro Frisullo, vice presidente e assessore allo Sviluppo Economico della Regione Puglia, ha presentato gli aiuti alle imprese per il ciclo dei fondi strutturali 2007 – 2013 La Puglia si conferma una regione piena di opportunità per le imprese: il 30 giugno è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione il nuovo regolamento generale dei regimi di aiuto in esenzione per le imprese. “Semplificazione” è la parola d’ordine per gli aiuti alle imprese previsti per il ciclo dei fondi strutturali 2007 – 2013 e presentati ieri alle 18 presso Villa Romanazzi Carducci a Bari dal vice presidente e assessore allo Sviluppo Economico, Sandro Frisullo, nell´ambito di un incontro tematico organizzato dall´Arti per il Club dell’Innovazione e introdotto da Gianfranco Viesti, presidente dell’Agenzia. Dai 17 interventi previsti dalla programmazione 2000 – 2006, si passa, infatti, a 5 per il ciclo dei fondi strutturali 2007 – 2013, nell’ottica di un cambiamento delle procedure amministrative, allo scopo di renderle più vicine alle esigenze dei cittadini e delle imprese. “La Regione ha voluto dotare le imprese di uno strumento operativo per raggiungere gli obiettivi dell’internazionalizzazione, dell’innovazione e della competitività” ha affermato Sandro Frisullo “per mantenere il trend positivo, relativo a sviluppo, occupazione ed export, che la Banca d’Italia ha ravvisato nelle aziende pugliesi. Occorre investire sul lavoro intellettuale e sulla ricerca e innovazione perché le aziende pugliesi possano vincere la sfida del mercato globale”. Ha continuato l’assessore allo Sviluppo Economico: “l’obiettivo della Regione è la semplificazione, pertanto entro la fine dell’anno i finanziamenti verranno erogati alle imprese, attraverso un meccanismo molto snello”. Davide Pellegrino, dirigente dell’assessorato allo Sviluppo Economico, ha illustrato il nuovo regime di aiuto alle imprese: “la priorità per la Regione Puglia è divenire un territorio più aperto dal punto di vista dell’economia e dei sistemi produttivi”, ha affermato. Al raggiungimento di quest’obiettivo concorrono i cinque interventi di aiuto regionali e aiuti individuali, rivolti a: investimenti iniziali alle microimprese e alle piccole imprese; investimenti in ricerca per le Pmi; aiuti alle Pmi per servizi di consulenza per l’innovazione delle imprese; aiuti alle medie imprese e ai consorzi di Pmi per Programmi Integrati di Agevolazione; programmi di investimento promossi da grandi imprese, da concedere attraverso i Contratti di Programma Regionali. Il dirigente ha aggiunto che: “del regolamento generale fanno parte regimi di aiuto in esenzione dall’approvazione diretta della Commissione Europea, pertanto per le piccole imprese è stato predisposto un meccanismo molto semplificato di accesso ai finanziamenti, con una fase istruttoria poco articolata. Per quanto riguarda, invece, le medie e grandi imprese, il meccanismo è basato sulla negoziazione, con un sistema di richiesta a sportello, per rispondere al meglio alle esigenze delle aziende e creare un maggiore sincronismo tra le scelte delle imprese e le politiche pubbliche”. La seconda e la terza linea di finanziamento, in particolare, fanno riferimento alle politiche disegnate dalla Regione Puglia per la ricerca e l’innovazione e hanno come scopo quello di elevare la domanda e la propensione delle imprese ad investire in R&i. I beneficiari delle misure relative alla R&i sono le Pmi singole o associate in forma consortile e le iniziative ammissibili riguardano le categorie d’intervento relative a: ricerca industriale; sviluppo sperimentale; studi di fattibilità tecnica; brevetti e altri diritti di proprietà intellettuale. Praticamente è coperta ogni fase della produzione e diffusione dell’innovazione industriale. La presentazione del nuovo regolamento è stata organizzata dall’Arti nell’ambito delle iniziative del Club dell’Innovazione. Il Club è un’occasione di confronto permanente tra donne e uomini pugliesi, provenienti da esperienze diverse e portatori di competenze e di interessi diversi: ne fanno parte rappresentanti del mondo dell´università, degli Enti Pubblici di Ricerca, delle imprese piccole e grandi, delle associazioni di rappresentanza e della Pubblica Amministrazione, interessati a promuovere e diffondere in Puglia la cultura e la pratica dell´innovazione. .  
   
   
LAVORO IN SICILIA: 8 MILIONI A IMPRENDITORI PER APPRENDISTI ASSUNTI NEL 2002  
 
Palermo, 9 luglio 2008 – L’agenzia per l’Impiego dell’assessorato al Lavoro ha approvato l´elenco definitivo delle richieste dei contributi previsti dagli articoli 27 e 28 della legge regionale 3 del 1986, per l’assunzione di apprendisti nel 2002, presentate dagli imprenditori siciliani dei settori del commercio, dell’industria e del terziario, e ritenute ammissibili. Il provvedimento consente lo scorrimento della graduatoria. Sono state sbloccate, così, risorse regionali per otto milioni di euro. “In questo modo – dice l´assessore Incardona - saranno pagate tutte le istanze presentate, relative all’assunzione di 4493 apprendisti in Sicilia”. L´ assessorato, fino a oggi, ha erogato contributi per oltre sette milioni agli imprenditori che hanno assunto apprendisti nel 2002, a seguito della rendicontazione delle spese sostenute, effettuata dagli Uffici provinciali del Lavoro. Un milione e duecentomila euro serviranno per finanziare lo scorrimento della graduatoria con le domande degli imprenditori che hanno trasformato a tempo indeterminato i rapporti di lavoro al termine del periodo di apprendistato, in totale 308. .  
   
   
IL 18 E 19 LUGLIO IN UMBRIA TERZO SEMINARIO DI “SYMBOLA”, FONDAZIONE PER LE QUALITA’ ITALIANE  
 
Perugia, 8 lug. 08 – “La sfida dell’Italia a rischio di deriva deve partire dai territori, dalla loro storia e identità, da cui si sviluppano le eccellenze che rendono competitivo il nostro paese: da questo punto di vista, l’Umbria è un territorio esemplare, per vincere la scommessa sulla qualità”. Lo ha detto Ermete Realacci, presidente di “Symbola”, la Fondazione per le Qualità Italiane, presentando ierei a Perugia, in una conferenza-stampa svoltasi a Palazzo Donini, la terza edizione del tradizionale seminario estivo della Fondazione, che si terrà, dedicato a “La deriva e la sfida/ Dai talenti e dai territori l’Italia del futuro”, il 18 e 19 luglio prossimi a Bevagna e Montefalco, con una “anteprima”, nel pomeriggio del 17, a Trevi, dove, presso il complesso museale di San Francesco, si parlerà di “Soft Economy Umbra/ verso una rete delle eccellenze umbre”. Una “Italia spaventata”, che ha perso fiducia nel futuro, “alla deriva”, come la descrive un libro di successo? No – ha detto Realacci –, se si considera la forte capacità di esportazione del nostro paese e, soprattutto, quei “prototipi di futuro” rappresentati dai territori che, coniugando storia e ricerca, identità e innovazione, facendo rete e sistema di comunità, imprenditori e conoscenze, sono in grado di creare produzioni di qualità, in grado di competere sul mercato globale. “Di tutto questo discuteremo nei due giorni del nostro seminario, e sarà – ha sottolineato il presidente di “Symbola” – un dibattito vero”. “I nostri ‘prototipi di futuro’ – ha detto Fabio Renzi, direttore della Fondazione – sono quelle esperienze territoriali ed imprenditoriali, che hanno posto al centro della loro ‘missione’ la qualità, dove le imprese si alleano con i territori, e fanno di questa loro radice territoriale il punto di forza nella competizione sul mercato globale”. “L’umbria sta cercando di essere all’altezza di ‘Symbola’ – ha detto la presidente della Regione Umbria Maria Rita Lorenzetti –, di una strategia, cioè, che ragionando a partire dalle eccellenze e dalle medie imprese radicate nel territorio, punta a costruire un disegno di regione, in cui possa svilupparsi un tessuto produttivo, sulla base della ricerca, dell’innovazione e del capitale umano. Di fronte alle minacce di ‘deriva’ – ha aggiunto la presidente – ci sono soggetti imprenditoriali e territori, che vogliono invertire la tendenza: è questa la vera sfida che l’Umbria, ‘regione-cerniera’, vuol contribuire a far vincere con la buona economia, il buon lavoro e le buone imprese, vero antidoto alla eccessiva finanziarizzazione dell’economia mondiale”. “Dobbiamo essere più ambiziosi, più coraggiosi – ha detto Marco Caprai (delle Cantine Caprai e socio fondatore di “Symbola”) -, creare dunque reti di eccellenza sempre più capaci, e far sì che queste reti siano sempre più ampie ed aumentino la qualità delle produzioni”. “All’umbria del vino si aggiunge quest’anno l’Umbria dell’olio – ha scherzato, riferendosi alle ‘location’ del seminario, Giuliano Nalli, sindaco di Trevi, presentando l’“anteprima” che si svolgerà il 17 sul tema della “soft economy umbra”, la cui illustrazione sarà aiutata da un nuovo “format” multimediale “on line”: si tratta di “Artefacta Umbria”, un portale che, partendo da una mappa della regione, evidenzia su un menu una serie di piccoli “corti”, brevissimi filmati che presentano “viaggi” all’interno delle aziende di eccellenza, ed interviste con i creatori e i “testimonials” di queste aziende. Alla conferenza-stampa hanno partecipato rapresentanti della Confindustria di Perugia, della Camera di Commercio, di Confartigianato e della Lega delle Cooperative. .  
   
   
FEDERLAZIO: OSSERVATORIO ANTONIO NORI SULL’AZIONE DEL GOVERNO REGIONALE 3° RAPPORTO GIUGNO 2007 – MAGGIO 2008  
 
 Roma, 9 Luglio 2008 - L’osservatorio Antonio Nori sull’azione del governo regionale è stato istituito dalla Federlazio nel 2000 con l’obiettivo di monitorare semestralmente gli atti della Giunta Regionale e del Consiglio regionale del Lazio per quel che concerne le politiche per la promozione e lo sviluppo delle Pmi. L’iniziativa nasce nel maggio 2000 e nel 2006 è stata intitolata al compianto Presidente della Confesercenti di Roma. Ieri è stato presentato il terzo Report relativo al periodo giugno 2007 - maggio 2008, dell’Osservatorio Antonio Nori sull’azione del governo regionale, iniziativa nata nel maggio 2000 e del 2006 intitolata al compianto Presidente della Confesercenti di Roma. L’obiettivo è quello di valutare la congruità dei provvedimenti che hanno una diretta o indiretta ricaduta sul sistema delle Pmi della regione, rispetto agli interessi ed alle attese di quel tessuto imprenditoriale che muove l’economia di questo territorio. L’azione di monitoraggio è svolta con il supporto tecnico del Dipartimento di Studi sull’Impresa della Facoltà di Economia dell’Università di Roma Tor Vergata, che ha rilevato tutti gli atti emanati dalla Giunta Regionale e selezionato quelli che si ritiene abbiano un impatto sull’attività delle Pmi. Il Report è annuale e presenta una struttura articolata per aree tematiche. Seguendo questa articolazione, presenteremo qui alcune riflessioni sugli aspetti secondo noi più rilevanti, lasciando alla lettura del documento integrale tutti gli eventuali approfondimenti. Prima di entrare nel merito dei risultati emersi, consentitemi però di rivolgere un ringraziamento agli uffici della Regione, che hanno messo a disposizione la documentazione necessaria rendendo più agevole il nostro lavoro. 1. Iniziamo dai provvedimenti orientati alla Promozione dell’impresa e del tessuto produttivo, dove si registra una serie di interventi indirizzati al sostegno delle filiere produttive, dei distretti industriali e delle aggregazioni di imprese. In particolare sul fronte dei distretti industriali, rileviamo la modifica al regolamento per il finanziamento dei sistemi produttivi locali, che introduce i progetti innovativi di sistema, volti a premiare anche le aggregazioni tra soggetti pubblici e privati. Si tratta di novità mosse dal giusto intento di creare maggiori economie di aggregazione e relazioni di filiera, ma che, forse anche per l’assenza dei comitati di distretto pur previsti dalla legge ma mai istituiti, e comunque di organismi super partes per la gestione dei finanziamenti, potrebbero finire per penalizzare i progetti presentati delle imprese singole. Ancora con riferimento ai distretti, registriamo la delibera che stanzia 500 mila euro per attuazione da parte di Sviluppo Lazio della promozione dell’immagine dei distretti industriali, dei sistemi produttivi locali e delle aree laziali di investimento nelle loro valenze economiche, architettoniche, naturalistiche e culturali. Sul versante dell’artigianato, abbiamo avuto l’approvazione del nuovo Testo Unico, che vara importanti strumenti, quali ad esempio i pacchetti integrati di agevolazioni, interventi per la sicurezza, per la formazione e per la promozione dell’artigianato. Ad essi si è aggiunta l’approvazione del piano di interventi per il 2008. Rileviamo inoltre una certa attenzione allo sviluppo dei piccoli comuni, che rappresentano l’intelaiatura fondamentale del nostro territorio, con l’approvazione di due bandi finalizzati a promuoverne lo sviluppo socio-economico. Con riferimento infine all’attività del Consiglio, si registrano alcune iniziative legislative interessanti riguardanti: la competitività dei sistemi economici territoriali, la valorizzazione delle reti d’impresa e delle filiere produttive; la creazione, il sostegno e lo sviluppo di Pmi ecocompatibili; l’istituzione del distretto industriale del lavoro e dei servizi di Fiumicino; la richiesta di istituzione dei distretti logistico-ambientali. Accanto a tutto questo vorremmo però anche ricordare che un’importante proposta di legge di iniziativa della Giunta, alla quale la Federlazio ha portato il suo contributo – quella sulla promozione del libro – non è stata ancora approvata dal Consiglio Regionale. Fortunatamente proprio pochi giorni fa dopo vi è stato il via libera da parte della Commissione Cultura, che ci auguriamo possa aprire rapidamente la strada all’approvazione definitiva da parte del Consiglio. 2. Nell’ambito della Formazione e Lavoro, registriamo un certo attivismo da parte della Giunta sul versante delle iniziative orientate alla tutela del lavoro. In particolare, abbiamo osservato l’approvazione della legge regionale per l’emersione del lavoro non regolare, in virtù della quale viene istituito l’Osservatorio regionale che dovrebbe valutare gli effetti delle politiche del lavoro; e lo stanziamento per l’anno 2007 di 5 milioni di euro (previsto dall’articolo 73 della legge finanziaria) per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali. Vi è stata poi l’approvazione del Programma straordinario di interventi per la tutela e lo sviluppo socio-economico ed occupazionale della Valle dell’Aniene, una porzione del territorio particolarmente esposta sotto il profilo ambientale. Sul piano delle politiche per la formazione, si segnala il regolamento di attuazione della legge sull’apprendistato, una legge che abbiamo giudicato importante e necessaria, anche se presenta qualche adempimento eccessivo a carico del datore di lavoro. 3. Il capitolo Opere Pubbliche e Appalti registra una serie di interventi rivolti ai temi della mobilità e viabilità. Si va dall’approvazione degli interventi sulla Rete Viaria Regionale, con lo stanziamento di 10 milioni di euro per l’annualità 2007, all’approvazione del finanziamento di 3 milioni di euro a favore dell’Anas per il completamento della viabilità sull’Autostrada Roma-fiumicino. Da segnalare, inoltre, la legge che promuove la costituzione di una società per azioni tra Regione e Anas, finalizzato alla realizzazione di infrastrutture strategiche per il sistema viario, e l’atto di intesa con il Ministero dei Trasporti che individua Viterbo come terzo aeroporto del Lazio per il traffico civile commerciale. Infine, abbiamo rilevato uno stanziamento di circa 2 milioni di euro per la realizzazione del sistema infrastrutturale viario all’interno del Polo Turistico Integrato di Valmontone. Con riguardo alla politica degli appalti, non possiamo tuttavia non richiamare l’attenzione su una questione per noi centrale, ovvero la persistente tendenza da parte delle amministrazioni pubbliche a disegnare bandi di gara che ignorano la particolare realtà delle Pmi che innervano il tessuto locale. Perseverare nel voler accorpare opere o forniture, anche quando esse potrebbero essere frazionate senza diseconomie per il committente pubblico, significa infliggere un grave vulnus al principio di concorrenza e impedire che le Pmi, pur in possesso delle capacità tecniche per eseguire i lavori, possano crescere. Per quello che riguarda il problema dei rifiuti, che ha voluto trattare come una finestra di questo paragrafo, diverse sono state le iniziative in questa direzione, tra le quali la delibera che stabilisce i criteri di riparto tra le province del Lazio delle risorse per interventi di raccolta differenziata. E poi c’è la deliberazione n. 47 del 2008 che contiene le linee guida del Piano dei rifiuti. Su questo la nostra valutazione è articolata. Il Piano presenta, secondo noi, alcuni elementi di debolezza che riguardano, ad esempio, alcune stime su cui è fondato tutto l’impianto, come ad esempio quella che riguarda la crescita dei rifiuti nei prossimi anni, a nostro avviso sottostimata, e lo sviluppo della raccolta differenziata, secondo noi sovrastimata. Tuttavia, il Piano ha il merito intanto di aver chiuso la fase emergenziale; secondariamente ha opportunamente aumentato i volumi delle discariche; e in terzo luogo ha dato il via libera al quarto termovalorizzatore di Albano, rispetto al quale, però, non si può aspettare oltre per chiudere la fase istruttoria e rendere l’impianto finalmente operativo. Su questo, e più in generale sull’esplicazione degli effetti del Piano, la Federlazio sarà attenta osservatrice e non mancherà di richiamare la Regione ai propri impegni ogni qual volta ciò si dovesse rendere necessario. 4. Nel campo dell’Internazionalizzazione delle imprese, tema di importanza strategica per lo sviluppo del nostro sistema produttivo, i provvedimenti adottati confermano l’attenzione di questa Giunta al riguardo. In primo luogo, rileviamo con soddisfazione la recente approvazione della nuova legge regionale sull’internazionalizzazione con uno stanziamento iniziale di 3 milioni di euro in tre anni, ai quali sono stati poi aggiunti – e di questo diamo atto all’Assessore De Angelis – altri 5 milioni per il primo anno, destinati alle iniziative di internazionalizzazione avviate dalle imprese riunite in consorzi, Ati e soggetti aggregati. Da rilevare sono anche: la delibera 520 del 2007 di rinnovo della convenzione tra Regione Lazio e l’Osservatorio Interregionale per la cooperazione allo sviluppo, importante in un’ottica di rafforzamento della presenza delle Pmi attraverso il miglioramento delle capacità di programmazione e di intervento nella gestione delle politiche di sviluppo internazionale; l’Accordo quadro in materia di internazionalizzazione con il Ministero del Commercio Internazionale; la delibera 562 del 2007 che approva il programma delle attività promozionali in Italia ed all’estero per l’anno 2007 a favore delle piccole e medie imprese del Lazio. 5. Per quanto riguardo le problematiche del Credito, segnaliamo la modifica del Fondo rotativo per le Pmi con l’assegnazione ad Agenzia Sviluppo della funzione di sportello unico per le domande di finanziamento. Abbiamo registrato inoltre la deliberazione che individua tra i destinatari degli interventi effettuati da Banca Impresa Lazio prioritariamente i settori ritenuti strategici nella programmazione regionale come l’aerospazio, il chimico-farmaceutico, il biotecnologico, l’energetico ed altri. Più in generale, dobbiamo dire che con il tema del credito tocchiamo ancora un nervo scoperto per le nostre imprese, che continuano ad accedere al credito con grandi difficoltà, a costi superiori rispetto ad altri territori e, per giunta, in una situazione nella quale le pubbliche amministrazioni continuano a non pagare le forniture in tempi certi. L’istituzione di Bil non ha ancora risolto nella sostanza queste problematiche. La sua operatività non si è ancora pienamente esplicata; ancora non si è concretizzata la promessa della presenza delle associazioni nella compagine azionaria; infine, ancora non si è conclusa la fase di transizione che riguarda Unionfidi. Noi per quanto ci riguarda, crediamo che Bil se vuole essere uno strumento per il rilancio dell’economia dovrà agire almeno lungo tre direttrici: l’offerta di garanzie a favore di nuovi investimenti; il consolidamento dei debiti a breve; la patrimonializzazione delle imprese fino a 50 dipendenti; Per ottenere questo è necessario da una parte che tutti gli Enti e le Istituzioni presenti sul territorio (Camere di Commercio, Province, Comuni, ecc. ) convoglino i loro stanziamenti a favore del fondo di garanzia di Bil e, dall’altra, che quest’ultima riconosca ai Confidi il ruolo di sportello operativo rivolto alle Pmi. 6. Il sesto ambito di intervento sul quale abbiamo orientato la nostra attività di monitoraggio riguarda un insieme di interventi che possiamo far rientrare nel filone Partecipazione e modernizzazione della P. A. , in cui registriamo, complessivamente, una discreta attività. In tal senso, di un certo interesse è l’approvazione del progetto denominato “Cruscotto del Governo”, finalizzato al monitoraggio dei principali progetti della Regione, al fine di fornire lo stato di avanzamento e l’eventuale insorgenza delle criticità. Ci auguriamo che ciò consenta di dare risposta ad un’esigenza universalmente sentita dal mondo dell’impresa e non solo, ovvero quella di poter disporre di un controllo costante dell’andamento dei vari progetti, così da poter intervenire tempestivamente laddove si rilevassero rallentamenti o situazioni problematiche. Sempre nell’ottica della razionalizzazione dei comportamenti amministrativi della Regione, e in particolare quelli di acquisto, si rileva l’approvazione del progetto “C. A. R. L. A. ”, la centrale di acquisto con il compito di contenere e monitorare la spesa sanitaria. Ci piacerebbe capire meglio però come si relaziona questa iniziativa con la funzione che svolge la Consip e se vi sia o meno una qualche armonizzazione tra le due esperienze. Ciò anche per evitare che questa azione concentrica possa tradursi in una pressione eccessiva nei confronti delle Pmi fornitrici, che già si trovano a scontare, com’è noto, ritardi di pagamento inaccettabili. Dopo aver ricordato, per inciso, che vi è stata nel frattempo l’Assemblea di insediamento del Crel, registriamo un’apprezzabile proposta di legge della Giunta per la riduzione delle Comunità Montane, che nel corso degli anni hanno conosciuto una crescita abnorme. Tale provvedimento si inquadra secondo noi correttamente in un percorso di razionalizzazione del sistema istituzionale, che la Regione ha iniziato e che noi auspichiamo prosegua anche in direzione della riduzione del numero delle Asl, come la stessa Regione ha dichiarato di voler fare. Vorremmo solo aggiungere su questo argomento che molto potrebbe essere fatto, in termini di razionalizzazione e semplificazione degli adempimenti, anche attuando quelle che vengono dette riforme a costo zero, vale a dire avviando un processo di delegificazione sul modello di quanto ci si prefigge a livello governativo con l’art. 24 del decreto legge 112, la cosiddetta “manovra estiva”. 7. E veniamo al capitolo sulla Sanità privata, che ormai da diverso tempo rappresenta il nodo più critico (e anche criticabile) dell’attività della Giunta. Per quanto attiene ai provvedimenti relativi al settore della medicina specialistica privata accreditata, dobbiamo esprimere purtroppo un giudizio negativo. Tutti ricordano lo sciopero di oltre tre mesi cui i laboratori sono stati costretti dalla delibera 436/2007, che abbatteva da un giorno all’altro le tariffe del 58% e tagliava i tetti di spesa di oltre il 40%. Questo ha comportato un danno enorme per le aziende del settore, ma anche per i pazienti costretti ad affrontare interminabili code nelle strutture pubbliche, le quali potevano applicare le tariffe decurtate proprio perché esonerate dal verificare la congruenza con i costi realmente sostenuti. Per fortuna è intervenuto il Tar del Lazio che ha accolto il ricorso delle nostre strutture e ripristinato le precedenti tariffe, che pure risalgono addirittura al 1991, senza essere mai state rivalutate. Ma altrettanto negativa è stata la politica regionale per la medicina fisica e riabilitativa ambulatoriale, che ha subito anch’essa una forte decurtazione sia in termini di budget che di prestazioni effettuabili. L’ultimo errore del 2007, dal nostro punto di vista, è stato infine compiuto con l’art. 43 della Legge finanziaria regionale, che ha stanziato per il settore una cifra di 448 milioni di euro. Cifra, questa, chiaramente insufficiente a coprire i costi necessari per l’assistenza, che ha ipotecato l’impostazione della delibera di finanziamento per il 2008 recentemente adottata, che pure si è rivelata inadeguata a garantire l’assistenza e che il Tar ha nuovamente sospeso. In definitiva, a noi sembra che la politica della medicina sul territorio regionale debba essere totalmente ripensata. E’ del tutto inutile tenere aperti, allungare gli orari o aprire nuovi ambulatori pubblici, dove la produttività è pari ad un quinto di quella delle strutture private, quando si ha già a disposizione sul territorio una rete capillare di strutture private accreditate che riescono ad assicurare oltre quaranta milioni di prestazioni annue a meno di cinque euro a prestazione. Purtroppo, fin quando permarrà un atteggiamento culturale carico di prevenzione nei confronti del privato, non si potrà uscire dall’attuale impasse, in cui per mantenere strutture pubbliche improduttive si tagliano le prestazioni in accreditamento. La rivisitazione del Piano di rientro in corso deve pertanto rappresentare l’occasione per un’indispensabile inversione di rotta che non penalizzi, ma anzi valorizzi il privato come punto di riferimento del territorio. Insomma, vi è bisogno che la politica sanitaria della Regione esca dalla logica della pura e semplice emergenza priva di respiro strategico. La mancanza di una pianificazione sanitaria adeguata alle esigenze dei cittadini laziali; la carenza di regole sulla cui base si eserciti una condivisa politica di razionalizzazione della spesa; il rischio che le richieste gravanti sull’imprenditoria locale siano la risultante di decisioni troppo spesso arbitrarie, sono tutti fattori che reclamano scelte amministrative e legislative fondate sull’oggettività degli indicatori e sulla trasparenza, che sappiano far uscire la sanità del Lazio dalla crisi nella quale si dibatte in questi ultimi anni. 8. Un altro importante ambito è quello della Ricerca e Innovazione Tecnologica, dove registriamo da parte della Giunta due delibere che approvano lo schema degli accordi integrativi relativi, rispettivamente, al distretto tecnologico delle bioscienze, finalizzato alla realizzazione di progetti di ricerca industriale e sviluppo precompetitivo, e al distretto per le nuove tecnologie applicate ai beni culturali. Accanto a ciò si rileva lo stanziamento in finanziaria regionale (Art. 25) di 1 milione di euro al Fondo per l’assistenza alla progettazione nell’ambito del Vii Programma Quadro, e l’attivazione del “Fondo per la ricerca e lo sviluppo sperimentale in ambito sanitario”. Osserviamo ancora il Protocollo d’Intesa tra la Regione Lazio e l’Enea volto ad istituire un rapporto di cooperazione per l’attuazione di programmi di ricerca, sviluppo ed innovazione finalizzati ai bisogni economici e sociali della Regione. Infine, si registra una proposta di legge di iniziativa del Consiglio, riguardante l’utilizzo dei brevetti e la promozione della conoscenza in materia brevettale, sulla quale tuttavia abbiamo già avuto modo di esprimere le nostre perplessità. L’impianto della proposta infatti, a nostro avviso, guarda al tema della “invenzione che diventa impresa” muovendo dalla prospettiva, diciamo così, dell’“inventore singolo” piuttosto che dalle problematiche dell’impresa. Il che rappresenta secondo noi il principale elemento di debolezza della proposta, come abbiamo anche avuto modo di segnalare al presidente della Commissione Consiliare. 9. Passando all’area del Commercio, registriamo in primo luogo, la deliberazione 214 del 2008, con la quale si riprogramma il fondo unico regionale per le imprese destinando risorse per la valorizzazione ed il potenziamento dei centri commerciali naturali e per la riqualificazione e il potenziamento degli apparati di sicurezza nelle Pmi commerciali. Notiamo altresì, l’approvazione della legge regionale che modifica la disciplina relativa al settore del commercio nella parte riguardante le vendite di fine stagione. Quanto, infine, alle proposte di legge registriamo la proposta di iniziativa consiliare di contenimento dei prezzi di prima necessità. 10. Un ultimo importante ambito di osservazione ha riguardato gli interventi che hanno per oggetto il Turismo, dove l’azione della Giunta sembra essere stata orientata alla ricerca di una maggiore integrazione tra il turismo e gli altri settori economici. Si registra in primo luogo l’approvazione, nell’agosto del 2007, del Testo Unico sul turismo del Lazio che, tra i vari strumenti a supporto del settore, ha previsto la costituzione dell’Agenzia regionale di promozione turistica, il Piano turistico regionale e l’Osservatorio regionale del Turismo. Purtroppo però mancano ancora i regolamenti attuativi della legge – che ci auguriamo imminenti – in assenza dei quali essa non può esplicare i suoi effetti. Questo ritardo in realtà rappresenta un problema, in considerazione del fatto che il turismo è un settore assolutamente strategico per il nostro territorio, che richiede di essere affrontato con un’ottica industriale, anche alla luce dei primi segnali di contrazione dei flussi turistici che stanno affiorando in questi ultimi mesi nella nostra regione e a Roma in particolare. Sul piano delle delibere, abbiamo rilevato una serie di atti che programmano le azioni di promozione turistica finalizzate a proporre il prodotto “Regione Lazio” sul mercato europeo, a supportare le imprese turistiche locali e a consolidare la propria presenza turistica in paesi emergenti, quali Cina, India e Est Europeo. Non trascurabile è anche la delibera che istituisce la conferenza interistituzionale tra la Regione Lazio e Province Laziali per l’indirizzo ed il coordinamento delle politiche promozionali nel settore turistico. Proprio a causa delle carenze sul piano del coordinamento tra i vari soggetti, infatti, le politiche del settore in passato non sempre hanno dato gli effetti sperati. In questo stesso quadro va letto anche la sottoscrizione del protocollo d´intesa per coordinare gli interventi di promozione turistica che saranno portati avanti dalla Regione Lazio, dal Comune e dalla Provincia di Roma. 11. In conclusione, al termine della nostra azione di monitoraggio cui abbiamo sottoposto gli ultimi 12 mesi di attività della Regione, riteniamo giusto riconoscere lo sforzo che la Regione ha compiuto in questi mesi molto movimentati e difficili per mettere a punto il piano di rientro dal debito, che alla fine ha evitato (almeno per ora) il commissariamento della sanità del Lazio. Un’eventualità, quest’ultima, che avrebbe arrecato un colpo pesante alla nostra regione anche sul piano dell’immagine. Certamente non possiamo ignorare che questo risultato è stato conseguito al prezzo di imporre sacrifici alle strutture del settore in particolar modo e più in generale drenando risorse che avrebbero potuto essere impiegate più strategicamente per lo sviluppo e l’infrastrutturazione. Tuttavia confidiamo che da qui in avanti possa rapidamente ripartire una stagione nella quale, insieme al mantenimento di comportamenti virtuosi sotto l’aspetto dei tagli alla spesa si possa ricominciare a programmare un percorso di crescita con interventi di sistema capaci di dare corso ad un nuovo ciclo di sviluppo. Ciclo di sviluppo che ha bisogno innanzitutto di essere sostenuto da un piano di infrastrutturazione di qualità, che invece ci sembra stenti a decollare; in secondo luogo da un abbassamento della pressione fiscale e, in particolare – per rimanere nel quadro delle competenze regionali – dell’Irap. Non vorremmo infatti che, nella generale preoccupazione prodottasi intorno al piano di rientro dal debito e al rischio di commissariamento della Sanità, noi finissimo per sentirci appagati per il solo fatto che la Regione non ha dovuto aumentare l’Irap. Noi vogliamo invece ribadire che per noi quest’ultima resta un’imposta da eliminare completamente e, in attesa di questo, da abbassare. Così come uno sforzo consistente dovrà essere rivolto verso la riduzione e la semplificazione degli adempimenti burocratici, che ancora oggi continuano a rappresentare per le imprese un groviglio inestricabile e, più in generale, da un consistente recupero di produttività da parte del sistema. In questo senso, mi piace richiamare un passaggio delle ultime Considerazioni finali del Governatore della Banca d’Italia, laddove dice che: “(anche) il settore pubblico è chiamato ad accompagnare la ristrutturazione dell’economia agendo nei propri ambiti di competenza. Le cause del ristagno della produttività sono ormai ampiamente identificate. Da più voci sale, ormai da tempo, la richiesta di accrescere la produttività dei servizi pubblici, aprendoli al mercato; di abbattere le rendite improduttive (…. ) di adeguare le infrastrutture; di moderare la tassazione (…). La gravità dei problemi che l’economia italiana affronta ormai da troppo tempo richiede che l’intero spettro dell’azione pubblica (…) sia volto all’obiettivo prioritario della produttività e della crescita”. Questo monito dobbiamo farlo nostro tutti quanti e devono farlo proprio soprattutto le istituzioni di governo nazionale e locale, le quali debbono concorrere collettivamente al raggiungimento di tale obiettivo, senza cedere alle tentazioni dell’arroccamento in ossequio alle logiche di parte. Noi oggi, ad un anno esatto dalla presentazione del Report precedente, abbiamo dinanzi, sia a livello nazionale che nella Capitale, un quadro politico che si presenta profondamente mutato. Il che però non deve compromettere il dialogo, la collaborazione fattiva e, se così possiamo dire, la solidarietà tra le varie istituzioni di governo che insistono su questo territorio. Ciascuno deve fare la sua parte, evitando che la propria azione danneggi non solo questa o quell’altra istituzione, ma soprattutto i cittadini e il sistema economico su cui esse esercitano la rispettiva giurisdizione. Per fare un esempio, noi ci attendiamo che lo Stato saldi rapidamente il debito accumulato nei confronti della Regione Lazio, affinché quest’ultima possa a sua volta onorare i debiti che ha contratto nei confronti del Comune di Roma, che sono alla radice delle difficoltà in cui versa il bilancio capitolino, di cui molto si è parlato sui giornali in questi giorni. Sbaglieremmo, tuttavia, se pensassimo che al solo dialogo interistituzionale possa essere legato il buon esito dell’azione di governo e delle politiche di sviluppo su questo territorio. Accanto ad esso infatti vi è un secondo pilastro, non meno importante, che è rappresentato dalla concertazione con le forze sociali e i soggetti della rappresentanza. Questo secondo elemento non deve essere trascurato se si vuole che i provvedimenti della Regione risultino efficaci e ben tarati sulle reali esigenze del territorio e adeguati alle problematiche sul tappeto. Purtroppo su questo fronte dobbiamo dire che il processo è andato avanti a fasi alterne e con qualche rallentamento. Per quel che riguarda l’ambito della sanità, ad esempio, il dialogo con le imprese del settore negli ultimi tempi si è arenato provocando conseguentemente un inevitabile irrigidimento delle posizioni che non fa bene nè alle imprese, né alla Regione, né – ed è quello che più conta – ai cittadini. Desideriamo a tal proposito esprimere l’auspicio, concludendo, che il processo di concertazione, non soltanto nella sanità ma in tutti gli altri comparti, voglia riprendere slancio già a partire dall’elaborazione delle linee programmatiche del Dpefr per poi proseguire con la discussione sul Bilancio. Oggi non è più il tempo delle sterili contrapposizioni e dell’esasperata attenzione al nostro particulare. Bisogna riaprire – o aprire ex novo se c’è bisogno – una stagione dove, pur nel legittimo confronto tra interessi politici ed economici diversi, a prevalere siano gli elementi che aggregano e non quelli che disgregano, i fattori che consentono “il fare” e non quelli che si accontentano di “non fare”. E’ questo il salto culturale che le istituzioni, i soggetti della politica e le forze sociali devono riuscire a compiere per trasformare il nostro paese da una sommatoria di particolarismi ad un sistema organico che marcia in un’unica direzione. A livello nazionale era sembrato che subito dopo le elezioni si stesse affermando una nuova cultura del confronto politico, che però oggi pare già svanita. Il tempo ci dirà se quell’atteggiamento iniziale era stata una semplice trovata tattica o il risultato di una convinta e meditata riflessione interna a ciascuno schieramento politico. Se fosse la prima ipotesi, saremmo destinati ad assistere nuovamente, a tutti i livelli, agli antichi e oramai stucchevoli vizi della nostra politica. Laddove invece prevalesse la seconda ipotesi, potremmo forse sperare di essere entrati nella modernità anche sotto il profilo della cultura di governo. E tutti noi sappiamo quanto oggi ve ne sia bisogno. .  
   
   
INCONTRO DEDICATO ALL’INDIA  
 
Varese, 9 luglio 2008 - La Camera di Commercio - in collaborazione con Unioncamere Lombardia e l’Osservatorio provinciale sull’internazionalizzazione - organizza per venerdì 11 luglio (Centro Congressi Ville Ponti, ore 9. 30) un appuntamento dedicato all’India. L’obiettivo è di fornire risposte, attraverso il contatto diretto con esperti, su temi di natura finanziaria, normativa societaria, fiscale, doganale, amministrativa e logistica per entrare sul mercato indiano. La partecipazione è gratuita previa iscrizione. Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere al Lombardiapoint della Camera di Commercio (tel. 0332-295. 313; mail lombardiapoint. Varese@va. Camcom. It). .  
   
   
A BOLZANO IL CENTRO RICERCHE EUROPEO DELL´AMERICANA PRAXAIR(GAS INDUSTRIALI E MEDICALI)  
 
Bolzano, 9 luglio 2008  - Praxair Usa Inc. , la più grande società americana di produzione di gas industriali e medicali e tra le prime tre al mondo nel settore, pianifica l’apertura a Bolzano del suo Centro ricerca e sviluppo per l’Europa. Il presidente della Provincia Luis Durnwalder ha incontrato oggi (8 luglio) i vertici della multinazionale e ha dato il via all’operazione Eurolab. Il presidente Durnwalder ha incontrato a Bolzano l´ing. Gianluca Porto, Direttore Ricerca e Sviluppo di Rivoira Spa, controllata italiana di Praxair Usa Inc. , per dare l’avvio all’operazione che porterà alla creazione a Bolzano del Centro ricerche e sviluppo per tutta Europa della multinazionale americana. All´incontro erano presenti anche Barbara Repetto, Direttrice del Dipartimento provinciale Innovazione, Maurizio Bergamini, Direttore della Ripartizione Innovazione, e Paolo Berloffa di Steman Srl che ha curato tutti i rapporti con Praxair Inc. Durnwalder si è detto soddisfatto per il fatto che la scelta sia caduta su Bolzano, "un premio agli sforzi della Provincia per sviluppare l’insediamento di realtà industriali ad alto contenuto tecnologico. " Durnwalder ha sottolineato che "si è dimostrata inoltre la capacità attrattiva dell´Alto Adige, non solo grazie agli incentivi alle imprese, ma anche per gli sforzi nello studio di nuove tecnologie nel campo della salvaguardia ambientale e dell’utilizzo delle energie rinnovabili. " Praxair ha stabilito l’apertura del laboratorio entro il 2008 e ne ha già pianificato l’attività per i prossimi 5 anni, predisponendo il relativo business plan, che verrà presentato alla Provincia entro fine mese. L’insediamento del colosso americano è in linea con le strategie dell’Assessorato provinciale all’Innovazione, retto sino ad oggi da Luisa Gnecchi, che da anni persegue la qualità dell’innovazione come una delle forze trainanti per il futuro economico dell’Alto Adige. Il nuovo Centro di ricerca opererà al servizio dei clienti Praxair in tutta Europa, con applicazioni nei più svariati ambiti industriali, a cominciare dal risparmio energetico e dalla tutela ambientale. Si profilano inoltre - è stato ribadito nell´incontro - interessanti ricadute su aziende provinciali, che potranno operare quali partner per la realizzazione degli impianti. Dopo un’attenza selezione e vari incontri preliminari, il colosso Usa ha individuato in Bolzano il sito ideale della localizzazione del suo laboratorio europeo per la posizione geografica centrale, i buoni collegamenti e la realtà economica sana; per una cultura locale particolarmente attenta nella difesa dell’ambiente e delle risorse naturali; per la stabilità e capacità decisionale della classe politica locale. Praxair Inc. È la più grande società americana di produzione di gas industriali e medicali ed una fra le prime tre al mondo nel settore. Fornisce gas atmosferici, di processo o speciali (ossigeno, azoto, etc. ) per aziende nei più svariati campi d’applicazione, da quello spaziale ed aeronautico, al metallurgico, alimentare, elettronico, farmaceutico, energia, biotecnologia, trattamento acque e rifiuti, legno. . .  
   
   
NUOVO ACCORDO TRA FENICE E AIR LIQUIDE ITALIA SERVICE  
 
Milano, 9 Luglio 2008 - Si rafforza la collaborazione tra Air Liquide, società leader nella produzione di gas industriali e medicali, e Fenice, filiale italiana del Gruppo Electricité de France (Edf), leader in ambito europeo nell´offerta di servizi in campo energetico ed ambientale con una gamma integrata di soluzioni personalizzate. L’accordo siglato, di durata pluriennale, prevede l’installazione di un sistema di fornitura di gas Lasal 2001 (azoto) e di gas Lasal 2003 (ossigeno) per l’alimentazione dei 4 laser situati nel reparto di stampaggio a caldo dello stabilimento Fiat di Piedimonte S. Germano (Fr) con un consumo stimato di gas di oltre 500. 000 m3 /anno. Fenice sarà il gestore di tutti i vettori energetici per conto Fiat nello stabilimento di Piedimonte S. Germano (Fr); la fornitura dei gas di Air Liquide Italia Service é stata considerata parte integrante di tale soluzione. Il sistema di fornitura Air Liquide è stato progettato allo scopo di minimizzare l’impatto di gestione del parco gas da parte dell’utente finale. A titolo di esempio, il sistema prevede il riordino automatico dei gas, la supervisione dell’impianto e il servizio di manutenzione integrata. Il network impiantistico di Fenice rappresenta un´offerta di servizio altamente specialistica in Italia, che si evidenzia in oltre 50 unità operative al servizio di primari gruppi industriali (Fiat Group, Barilla, Whirlpool, Alstom, Avio, Itt…) operanti nei settori automotive, ferroviario, chimico, agro-alimentare, che forniscono vettori energetici e servizi ecologico-ambientali. L’offerta di Fenice si estende inoltre alla progettazione, realizzazione e gestione di centrali di cogenerazione con potenze variabili da 1 a 100 Mw. Air Liquide Italia Service è già fornitrice di vari prodotti e servizi per gli impianti di Fenice situati a Cascine Vica – Rivoli (To), Pomigliano D’arco (Na) e Piedimonte S. Germano (Fr). “Siamo lieti di poter annunciare la realizzazione del nuovo accordo siglato con Fenice, a conferma del rapporto di fiducia instauratosi da anni di partnership; - ha dichiarato Enrico Colombo, Direttore della Business Line Industrial Merchant di Air Liquide Italia - La soluzione individuata consentirà ad Air Liquide di rispondere al meglio alle esigenze del cliente, fornendo un valido supporto alla gestione del suo parco gas. ” . .  
   
   
FAMIGLIA: A CASARSA PRIMO ASILO NIDO IN CASERMA  
 
Casarsa (Pn), 9 luglio 2008 - E´ stato inaugurato ieri a Casarsa dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa, dal Capo di Stato Maggiore dell´Esercito, il generale di Corpo d´Armata Fabrizio Castagnetti, e dal vicepresidente della Regione, Luca Ciriani, il primo asilo nido aziendale realizzato in Italia all´interno di un insediamento militare, l´aeroporto Francesco Baracca dove ha sede il 5. Reggimento Aviazione Esercito Rigel. La struttura, intitolata a Domenico Augusta, pioniere e fondatore dell´industria elicotteristica nazionale Augusta-westland che l´ha sponsorizzata, è gestita con personale civile dalla cooperativa Albero Azzurro di Trieste e, dal 1 settembre di quest´anno, sarà in grado di ospitare un massimo di 49 bambini dai 3 ai 36 mesi, figli di militari senza distinzione di corpo di appartenenza. "Sono certo che i bambini cresceranno molto bene in un ambiente protetto e ricco di valori quali liberta´ e democrazia, dove è possibile coniugare alla perfezione la realtà militare con quella della famiglia", ha affermato La Russa prima di consegnare formalmente le chiavi dell´asilo al caporale maggiore del "Rigel" Concettina Natillo, madre di Luigi (2 anni e 4 mesi) che è il primo iscritto al "nido". "Siamo orgogliosi di ospitare in Friuli Venezia Giulia il primo tassello di un progetto che auspichiamo si diffonda quanto prima nel resto d´Italia", ha commentato Ciriani, ricordando la fortissima integrazione che a Casarsa, "l´area con la più radicata presenza militare in regione, fa di questa cittadina un modello assoluto di comunità coesa e solidale, un esempio di perfetta convivenza che deve essere apprezzato e sviluppato". "L´impegno morale che devono prendere tutte le istituzioni - ha aggiunto invece il ministro La Russa, confermando che il Governo ha stanziato 3 milioni di euro per la prosecuzione del progetto che punta ad avvicinare la caserma alla famiglia - è di fare in modo che le Forze Armate siano sempre più una guida morale del contesto nazionale, al di là di ogni connotazione politica". Estremamente soddisfatto il generale Castagnetti che, nell´intervento di apertura, aveva sottolineato come "nella nostra professione, soldato e famiglia sono tutt´uno e le infrastrutture devono essere concepite per il lavoro come per il resto della vita quotidiana". Al momento, l´asilo Augusta diretto da Susanna Perazzi ha già ricevuto 36 domande di iscrizione. Per ogni bambino, ha spiegato, i genitori pagheranno una retta variabile da 330 a 390 euro mensili. L´orario di apertura, da lunedì a venerdì, è stato fissato dalle 7. 30 alle 17. 30. . .  
   
   
PRIMA INFANZIA: ASSEGNATO CONTRIBUTO STRAORDINARIO 9,2 MLN EURO A SOSTEGNO DI ATTIVITA’ E PROGETTI DELLE STRUTTURE DI ACCOGLIENZA IN VENETO  
 
Venezia, 8 luglio 2008 - Un contributo straordinario di 9,2 milioni di euro a favore dei servizi per la prima infanzia a sostegno delle spese di funzionamento e gestione (6,5 milioni) e per gli interventi strutturali (2,6 milioni di euro) è stato deliberato ieri dalla Giunta veneta, su proposta dell’Assessore regionale alle politiche sociali Stefano Valdegamberi. “Il provvedimento – sottolinea con soddisfazione l’Assessore – destina queste importanti risorse finanziarie alle 930 strutture per l’infanzia che accolgono oltre 26 mila bambini tra gli zero e i sei anni a riconoscimento concreto dell’opera educativa fondamentale che svolgono e del prezioso ed insostituibile servizio a favore delle famiglie venete. Questa considerevole assegnazione finanziaria riguarda le spese sostenute dagli enti pubblici o privati gestori delle strutture e che hanno fatto domanda di contributo nel 2007 e si riferisce al piano straordinario d’intervento in questo senso approvato dalla Giunta veneta nel 2007”. Secondo Valdegamberi, il provvedimento avvicina concretamente l’obiettivo di raggiungere con interventi mirati entro il 2010 il 33 per cento di copertura del fabbisogno nel territorio regionale, in linea con gli obiettivi della Convenzione di Lisbona del 2000. “Siamo tra le prime regioni in Italia a farlo. Il nostro costante impegno in questi anni – rileva l’esponente del governo veneto - ha consentito di sviluppare un patrimonio senza paragoni di strutture, esperienze, soluzioni innovative, sperimentazioni. In questa direzione, l’aumento dei centri di servizio coincide con una politica programmatoria che ha creato un sistema di qualità, attraverso il percorso di accreditamento istituzionale, avviato dal 2007. Le strutture sono chiamate a partecipare ad un sistema di regole e garanzie che consentano il migliore risultato in termini di equità, efficacia, trasparenza e produttività degli interventi. Devono essere questi i requisiti dei servizi veneti ai quali le famiglie affidano i bimbi nei loro primi anni di vita, fino all’accesso alla scuola”. .  
   
   
NON SPEGNERE LA LUCE: IDEA GIUSTA PER PREVENIRE L’ABBANDONO DEI NEONATI  
 
Napoli, 9 luglio 2008 - “Una campagna che aiuta le donne e centra il bersaglio della comunicazione. Con essa si dà voce al decreto del presidente della Repubblica, normativa di grande impegno civile. La diffusione di uno spot in tutte le lingue sui mezzi di trasporto, luoghi spesso di disagio, è l’idea giusta e questo è il compito degli organismi regionali femminili: stimolare l’attenzione della politica su temi delicati come l’abbandono dei minori”. Così l’assessore alle Politiche sociali della Regione Campania Alfonsina De Felice, intervenuta ieri alla presentazione della campagna di informazione sull’abbandono dei neonati promossa dalla Commissione Regionale delle Pari Opportunità e della Consulta Regionale Femminile. In collaborazione con la Circumvesuviana, il Corecom, il Consorzio Medianetwork, il centro di Produzione Rai di Napoli, lo spot interpretato dall’attrice Marina Tagliaferro, sarà diffuso sui monitor di tutti i mezzi pubblici napoletani; in esso si invitano le donne in difficoltà a rivolgersi a centri e ospedali dove potranno trovare assistenza. .  
   
   
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO – BICOCCA: AL VIA LA TERZA EDIZIONE DEL CORSO DI FORMAZIONE DONNE, POLITICA E ISTITUZIONI OTTANTA I POSTI DISPONIBILI, LE ISCRIZIONI CHIUDONO IL 25 LUGLIO. DA QUEST’ANNO IL CORSO APRE ANCHE AGLI UOMINI.  
 
Milano, 8 luglio 2008 - Il Comitato per le Pari Opportunità dell’Università degli Studi di Milano - Bicocca organizza, presso la Facoltà di Sociologia, la terza edizione del corso di formazione Donne, politica e istituzioni – percorsi formativi per la promozione della cultura di genere e delle pari opportunità, promosso dal Ministero per le Pari Opportunità e dalla Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione. Il corso, quest’anno, è aperto anche agli uomini interessati a un percorso formativo sui linguaggi, le pratiche e le modalità di funzionamento della politica. Obiettivi - Donne, politica e istituzioni mira all’affermazione e all’inserimento delle donne nella vita pubblica e nei centri decisionali a livello sia nazionale che locale, nelle assemblee elettive, nei Consigli e nei Comitati Consultivi dove le donne sono in genere in posizione minoritaria. Il Corso - Il corso, che inizierà martedì 23 settembre e terminerà entro il 31 dicembre 2008, prevede 66 ore di lezione che si svolgeranno nell’arco di 11 settimane (due incontri di tre ore ciascuno a settimana). A coloro che frequenteranno almeno l’80% delle ore di lezione, e che supereranno le prove di verifica, verrà rilasciato l’attestato del Corso di Formazione e saranno riconosciuti 6 Crediti Formativi Universitari. Aree tematiche - Le questioni di genere: politica e vita quotidiana, Partiti, partecipazione politica e sociale, Rappresentanza politica e genere, Organizzazione e funzionamento delle istituzioni parlamentari e governative in Italia e in Europa; i sistemi di governante, Giurisprudenza nazionale e comunitaria sul principio dell´eguaglianza di genere, Le pari opportunità: teorie e prassi, Politiche di genere: tecniche e strumenti (lavoro, formazione, welfare), Culture, diritti e cittadinanza, Le autonomie degli enti territoriali, Laboratorio sulla comunicazione. Formazione e partecipazione alla vita pubblica: l’esperienza dei corsi “Donne, politica e istituzioni” - L’elevato numero di donne che si sono iscritte alle varie edizioni dei corsi, tenuti nei diversi atenei italiani, dimostra un crescente interesse da parte del mondo femminile ad approfondire temi legati alla politica. Nel 2006 erano già 14. 000 le donne che avevano frequentato il corso. Un ulteriore aspetto meritevole di attenzione è rappresentato dalla nascita di reti, forum, associazioni e gruppi che ripropongono uno spazio pubblico di discussione sulla questione della sottorappresentanza politica femminile e della democrazia paritaria. Per quanto concerne le iniziative messe in atto dalle ex corsiste, si sottolinea l’emergere delle seguenti realtà: Rete nazionale delle corsiste - Il 5 febbraio 2007, durante l’incontro nazionale delle corsiste avvenuto presso l’Università degli Studi di Milano-bicocca, viene costituita ufficialmente, alla presenza della Ministra Barbara Pollastrini, la rete nazionale delle corsiste Dpi. Attualmente alla rete aderiscono ex corsiste organizzate in nodi territoriali. Ogni nodo corrisponde a un ateneo. Al momento sono rappresentati i seguenti atenei: Arezzo, Bologna, Brescia, Camerino, Catania, Como, Ferrara, Genova, Lecce, Messina, Milano, Milano-bicocca, Napoli, Padova, Palermo, Pavia, Pisa, Reggio Calabria, Roma, Sassari, Torino, Trieste, Udine, Verona, Viterbo. La rete, nata come forum on line, è ora un punto di riferimento per tutte le corsiste che, indipendentemente dall’appartenenza politica, sono interessate a sperimentare nuove forme di partecipazione allo spazio pubblico; Associazioni e Gruppi - Da una mappatura dei gruppi nati a seguito dei corsi, sottolineiamo la presenza sul territorio italiano di 6 associazioni culturali, un Comitato (attivo all’interno di un Ateneo) e un Forum. Queste realtà sono attualmente attive nell’area di: Milano, Varese, Roma, Napoli, Verona, Arezzo e Pisa. Coinvolgono circa 190 corsiste (tra socie e aderenti) che collaborano tra loro per realizzare incontri, seminari e progetti attinenti le pari opportunità e le questioni di genere. All’interno del mondo accademico, le coordinatrici scientifiche dei corsi hanno ritenuto opportuno dar vita ad una rete nazionale per non disperdere il rilevante patrimonio di conoscenze e di risorse legato all’esperienza dei corsi. Requisiti - Per poter partecipare al Corso è necessario essere in possesso del diploma di scuola media superiore quinquennale. Modalità di iscrizione - La domanda di ammissione dovrà pervenire entro le ore 12 di venerdì 25 luglio 2008 per via telematica seguendo le istruzioni del bando pubblicato sul sito www. Unimib. It (sezione Pari Opportunità – Corso “Donne, Politica e Istituzioni”). I posti disponibili sono 80. La partecipazione è gratuita. Per informazioni e contatti - Per ulteriori informazioni contattar e la segreteria del Comitato Pari Opportunità al numero 02/64486202 o scrivere a pariopportunita@unimib. It .  
   
   
IL PIANO ENERGETICO 2007-2010 APPROVATO IN CONSIGLIO REGIONALE DELLA TOSCANA IN 12 ANNI 2,4 MILIARDI PER LE RINNOVABILI L’EOLICO OFF SHORE, GLI SPORTELLI UNICI PER L’ENERGIA, L’EDUCAZIONE AL RISPARMIO  
 
Firenze, 9 luglio 2008 - Via libera del Consiglio regionale al Piano di indirizzo energetico regionale (Pier) 2007–2010, che contiene previsioni fino al 2020 e delinea le scelte della Toscana verso un futuro energetico libero dal nucleare e meno dipendente dal petrolio, più attento all’efficienza, in grado di ridurre i consumi, le emissioni di gas serra in atmosfera e soprattutto di accrescere fino al 50% la produzione di energia elettrica da rinnovabili. Se il Pier verrà interamente realizzato, nel 2020 saranno stati investiti 2,4 miliardi di euro, dal pubblico e dai privati, per lo sviluppo delle fonti rinnovabili e per l’efficienza energetica. «E’ un passo in avanti che porta la Toscana ai livelli europei», spiega il presidente della Regione, Claudio Martini commentandone l’approvazione da parte del Consiglio. «Per farlo &nda! sh; prosegue il presidente - puntiamo su un fortissimo svilupp! o delle rinnovabili. Quindi sulla riduzione delle emissioni, che entro il 2020 vogliamo abbatere del 20%. Considerando il costo di un tonnellata di anidride carbonica potremo risparmiare non soltanto l’ambiente, migliorando la qualità dell’aria, ma anche una cifra compresa tra i 70 e i 200 milioni di euro. Lo sviluppo della Toscana deve fondarsi sulla qualità, anche sul fronte energetico. Da qui la scelta del forte impulso alla produzione di energia da fonti rinnovabili, in modo da favorire anche la crescita di una vera e propria industria delle rinnovabili. Lo faremo attraverso incentivi e finanziamenti a settori innovativi come l’idrogeno e il fotovoltaico». Tra le novità del Pier figurano il ricorso all’eolico off shore (la cui competenza è del Ministero dei trasporti) con grandi parchi al largo delle coste e la possibilità di redigere un Piano regolatore dell’eolico marino, la creazione di sportelli unic! i per l’energia e un monitoraggio semestrale degli effetti attesi e dei progressi energetici registrati nei vari settori. «Puntiamo molto – aggiunge l’assessore regionale all’energia, Anna Rita Bramerini – sulla creazione di una cultura del risparmio e dell’efficienza. Per questo, come richiesto dal Parlamento degli studenti, verrà scelta una scuola campione in ogni provincia per un suo adeguamento ecosostenibile. Sarà di esempio per le giovani generazioni e per tutto il comparto pubblico, due ambiti dai quali ci aspettiamo molto in direzione di una Toscana più sostenibile. L’obiettivo della riduzione dei consumi è il più strategico e può permetterci di cogliere anche gli altri due, di respiro europeo: la riduzione dei gas serra e lo sviluppo delle rinnovabili. Presto adegueremo la legge regionale in materia di energie ai nuovi indirizzi previsti dalla Finanziaria». Il ! Pier, le cui indicazioni saranno recepite dal Piano territoria! le di in dirizzo (Pit), prevede di arrivare nel 2020 ad una riduzione dei consumi dell’8% (mentre il restante 12% dovrà venire dall’attuazione di altre iniziative nazionali, soprattutto nel settore trasporti) e ad un aumento del 20% (con un +39% di elettrica e un +10% di termica) dell’energia prodotta da fonti rinnovabili. La rete di distribuzione del gas dovrà essere potenziata, così da accogliere fino a 10 miliardi di metri cubi di metano, considerato il traghettatore dal petrolio alle rinnovabili. La principale risorsa di cui dispone la Toscana è il risparmio e i settori maggiormente interessati dalle azioni del Piano sono il residenziale, l’industria, i trasporti (ciascuno chiamato a risparmiare 500. 000 tonnellate equivalenti di petrolio l’anno) e il terziario, con in testa l’illuminazione e il riscaldamento e condizionamento degli edifici. Scheda Il Piano energetico 2007-2010 approvato in! Consiglio Regionale 2020: la sfida energetica della Toscana sostenibile Da pubblico e privati 238 milioni in 3 anni per aumentare l’efficienza. Ammontano a 252 milioni di euro nel triennio 2008-2010 le risorse totali previste dal Piano di indirizzo energetico regionale per realizzare gli obiettivi che si pone. Circa 25 derivano da finanziamenti regionali, quasi 49 da fondi statali, mentre la quota dei privati ammonta a 154 milioni di euro. Ecco alcune delle altre previsioni e delle novità contenute nel Pier. Il Sier. E’ una delle novità previste dal Pier. Si tratta del Sistema informativo energetico regionale, impostato su base territoriale provinciale, in grado di fornire report semestrali al Consiglio Regionale. Tra i suoi compiti quello di favorire, entro i prossimi due anni, la realizzazione di una banca dati della domanda di calore per settore e territorio. Oltre 1,6 milioni di tonnellate di Co2. E’ la quantit! à di anidride carbonica immessa in atmosfera nel 2007 dalle centrali termoelettriche di Livorno (578. 000) e Piombino (1. 063. 624). Una loro riconversione a gas metano consentirebbe di ridurre della metà la quantità di serra immessa in atmosfera. Quinti in efficienza e riduzione delle emissioni. La Toscana è la quinta regione italiana per numero di domande presentate all’Enea di detrazioni fiscali fino al 55% per interventi di miglioramento energetico in edilizia e nei trasporti. Quando basta una Dia. Sotto una certa soglia per installare un impianto di produzione di energie da fonti rinnovabili, è sufficiente una semplice dichiarazione di inizio di attività (Dia). Si tratta di 60 kilowatt per l’eolico, 20 per il fotovoltaico, 100 per l’idraulica, 200 per le biomasse, 250 per i gas da discarica. E quando una semplice comunicazione scritta. Per i mini impianti basta addirittura una semplice comunicazione scritta! al Comune. Per impianti eolici con potenza fino a 5 kilowatt, fino a 3 per il fotovoltaico e per il mini hydro, fino a 20 metri quadrati per il solare termico. Il futuro nel fotovoltaico. Ad oggi sono 8 i megawatt di potenza installata in impianti fotovoltaici, con un vero e proprio boom negli ultimi mesi. La previsione è di arrivare a 150 al 2020. Per i privati sono previsti contributi fino al 20% delle spese sostenute per chi installa pannelli solari e anche per chi toglie l’amianto dai tetti e lo sostituisce almeno per il 60% con solare fotovoltaico o termico. E nel solare termico. Dal 2000 al 2006 sono stati installati 50. 000 metri quadrati di pannelli, mentre la potenzialità del solare termico è stimata in 900. 000 m2 di collettori solari installabili nei settori pubblico e privato. La stima è di riuscire ad installarne 580. 000 al 2020. Dall’anno prossimo saranno obbligatori su tutte le nuove abitazioni. Le biomas! se. L’unione europea intende più che raddoppiare ! (dal 4 a ll’8,5%) la quantità di energia elettrica prodotta da biomasse. La stima in Toscana è di 2,5 milioni di tonnellate l’anno di biomassa utilizzabile, per una potenza elettrica fino a 171 Mw elettrici e 634 termici al 2020. Il Pier esclude che a questo scopo possa essere utilizzato l’olio di palma. L’eolico. Sul piano della pianificazione specifica sull’eolico, le analisi che il Lamma sta conducendo per conto della Regione Toscana, consentiranno, in tempi ravvicinati, di avviare un confronto con gli enti locali per individuare gli ambiti entro cui favorire la installazione dei grandi impianti eolici. Province e Comuni potranno individuare nuovi strumenti per favorirne la collocazione, sempre in contesti di sostenibilità, consentendo eventualmente l’occupazione di aree demaniali. La carica dei 350. 000 lampioni. L’80% dei 350. 000 punti luce esistenti in Toscana ha tra i 15 e i 30 anni. Il consumo totale &eg! rave; di 369 gigavattora. Se entro il 2020 si interviene sulla metà dei lampioni sostituendo quelli più vecchi, il risparmio ottenuto sarà di 16. 500 tonnellate di petrolio equivalenti l’anno, risparmiando di immettere in atmosfera 66. 000 tonnellate l’anno di anidride carbonica. I sette obiettivi specifici. Il primo degli obiettivi specifici che il Pier si pone è di ridurre del 20% i gas serra. Il secondo è di incrementare del 20% l’energia prodotta da fonti rinnovabili entro il 2020. Il terzo è favorire la ricerca nel settore delle energie rinnovabili e la nascita di un’industria delle rinnovabili in Toscana. A questo scopo prevede un investimento di 2,85 milioni di euro l’anno. Il quarto è diversificare l’approvvigionamento di gas, attraverso la realizzazione di un solo rigassificatore e con l’arrivo a Piombino (previsto nel 2012) del metanodotto Galsi. Al quinto la riconversion! e degli impianti inquinanti, cioè le centrali termoelet! triche d i Livorno e Piombino. Al sesto, per ridurre del 20% i consumi al 2020, di aumentare il rendimento energetico di immobili ed impianti, con l’obbligo di assicurare tramite pannelli solari il 50% del fabbisogno di acqua calda e favorire la creazione dei distretti energetici abitativi, lottizzazioni in grado di dimezzare i consumi. Al settimo la partecipazione dei cittadini, in armonia con la legge regionale sulla partecipazione e la tutela dei consumatori con il coinvolgimento del Comitato regionale consumatori e utenti. La cultura del risparmio energetico. Per favorirla si farà leva sull’informazione, con la creazione di “Sportelli unici per l’utenza”, attraverso gli Sportelli unici per le attività produttive e gli uffici per le relazioni con il pubblico dei Comuni. Azioni specifiche saranno previste nell’ambito del piano regionale della comunicazione e verranno approntati percorsi approfonditi nell’ambito della form! azione professionale. .  
   
   
ILLUSTRATO ALLA VI COMMISSIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE LO “STATO DELL’ARTE” SUL RIGASSIFICATORE DI GIOIA TAURO  
 
Reggio Calabria, 9 luglio 2008 - Il presidente della Regione Agazio Loiero ha illustrato, alla Vi Commissione del Consiglio Regionale, lo “stato dell’arte” sul rigassificatore che la società Nlg Med Gas Terminal Spa è pronta a realizzare al Porto di Gioia Tauro, dove è prevista la costruzione di un pontile esterno per l’approdo delle navi gasiere, dopo avere ricostruito tutti i passaggi autorizzativi (tra cui la positiva valutazione di impatto ambientale). Un investimento tutto privato di 900 milioni di euro, 12 miliardi di metri cubi di gas all’anno immessi in rete che rappresentano il 15 per cento del consumi nazionale previsto. Si sofferma su queste cifre “forti” il presidente Loiero per dare la dimensione di che cosa significhi la realizzazione del rigassificatore a Gioia Tauro che, a sua volta, darà impulso alla piastra del freddo e permetterà alla Calabria di avvantaggiarsi di energia a costi vantaggiosi. Il presidente Loiero ha spiegato anche i termini di un protocollo d’intesa con la società Lng che prevede compensazioni e ricadute economiche interessanti per i comuni interessati e per l’intera Calabria. “Abbiamo condotto una trattativa lunga e intensa - ha spiegato Loiero - e abbiamo ottenuto un pacchetto integrato di misure orientato nel senso del maggior possibile sviluppo del territorio interessato e delle più ampie ricadute economico, sociali e ambientali, il tutto con impegni della società proponente che non sembrano trovare raffronto, per importanza, varietà e benefici, in altri interventi industriali in precedenza realizzati, non solo in Calabria ma anche nell’intero territorio nazionale”. “Tali impegni - ha aggiunto Loiero, si articolano in sei punti e di per sé costituiscono un risultato eccezionale, considerato oltretutto che il nuovo insediamento industriale è integralmente finanziato da privati, senza alcun contributo regionale (la Lng avrà un contributo simbolico di un milione e mezzo di euro dall’Europa e niente più)”. Secondo Loiero “Il nuovo impianto di rigassificazione a Gioia Tauro avrà ricadute importanti anche in termini occupazionali. E’ previsto l’impiego di oltre 600 unità lavorative nella fase di realizzazione e di circa 200 a regime per il solo impianto e quindi senza tenere conto dell’indotto relativo alla piattaforma del freddo, alla logistica e alle altre attività connesse o collegatre”. Il presidente ha poi ha spiegato i termini dell’intesa con la Lng. In primo luogo, secondo quanto Loiero ha detto, la Lng si è impegnata a stabilire la propria sede legale in Calabria. “Non è un fatto di secondaria importanza - ha aggiunto Loiero – in quanto ciò garantirà le ricadute fiscali di competenza e sappiamo cosa questo significhi andando verso il federalismo fiscale”. In passato, ha ricordato lo stesso Loiero, gli interventi industriali anche nel settore energetico sono stati effettuati da società che mantenendo la sede altrove, per lo più al Nord, hanno privato la Calabria delle giuste ricadute. La Lng, come secondo impegno, erogherà un importo di 10 milioni di euro netti destinati a interventi socio-economico-ambientali agli enti territorialmente interessati. Il terzo punto del protocollo prevede che la regione Calabria potrà assumere una partecipazione azionaria del 5 per cento del capitale sociale al valore nominale delle azioni; la Lng inoltre si è impegnata ad assegnare alla Regione un contributo, in caso di aumenti di capitale, sino a 5 milioni di euro o a garantire royalties dello stesso importo. La regione, poi, potrà acquistare, pagandole al valore nominale, fino al 30 per cento delle quote della Merdiana Gas, la società regionale che verrà costituita per commercializzare e distribuire il gas proveniente dal terminale, società partecipata da banche e operatori specializzati alla quale sarà ceduta una quantità di gas pari a 300 milioni di metri cubi all’anno alle migliori condizioni. Qualora la regione non intendesse partecipare alla società avrà diritto a una quantità di gas corrispondente alla quota non rilevata. La Lng, secondo quanto Loiero ha spiegato ai consiglieri regionali e al presidente del Consiglio Giuseppe Bova che ha preso parte alla riunione della Vi Commissione, si è impegnata a progettare e realizzare il terminale rigassificatore in modo tale da consentire il ritiro delle frigorie per la piattaforma del freddo finanziata con delibere Cipe 89 del 2003, senza corrispettivo e senza nulla pretendere per il costo dei maggiori investimenti previsti in circa 10 milioni di euro occorrenti per la realizzazione di necessari e specifici impianti. Infine, sesto punto del protocollo illustrato da Loiero, la Lng si è impegnata a rispettare tutte le normative per la sicurezza ambientale e a favorire la formazione e l’impiego di manodopera e personale tecnico locale da utilizzare sia nella fase realizzazione di opere, sia da inserire nelle attività produttive a regime. .  
   
   
ENI FIRMA CONTRATTI PER LA VENDITA DI GAS IN RUSSIA E DIVENTA IL PRIMO PLAYER EUROPEO A OPERARE NEL DOWNSTREAM DEL PAESE  
 
 San Donato Milanese (Mi), 9 luglio 2008 – Eni, attraverso la controllata Ooo Eni Energhia (100% Eni), ha sottoscritto con Tgk-9 - società che detiene centrali di produzione di energia elettrica nella regione di Perm, in Russia - contratti di vendita di gas a partire dal 1 giugno 2008 per volumi pari a 350 milioni di metri cubi entro il 2010. Grazie ai nuovi contratti Eni diventa il primo operatore europeo a entrare nel downstream del gas russo con contratti di acquisto e vendita. Questo successo, inoltre, rappresenta per Eni un passo fondamentale nello sviluppo della presenza della società sul mercato russo, che nel piano strategico 2008-2011 si traduce in un obiettivo di vendita nel 2011 di 900 milioni di metri cubi. Il mercato russo del gas è il secondo a livello mondiale in termini di consumi. Inoltre, il Governo del Paese sta perseguendo un piano graduale d‘incremento dei prezzi che, in base all’andamento degli scenari energetici mondiali, porterà tra il 2011 e il 2014 a un allineamento tra i prezzi europei e quelli del mercato interno, al netto dei costi di trasporto e delle tasse di esportazione. Eni, primo operatore del gas europeo, prosegue con questa operazione nella sua strategia di penetrazione in nuovi mercati. I rapporti commerciali tra Eni e Russia risalgono ai primi anni cinquanta. La collaborazione tra Eni e Gazprom, avviata nel 1969, ha vissuto negli ultimi anni importanti fasi di evoluzione e consolidamento. Nel novembre 2006 Eni e Gazprom hanno sottoscritto un importante accordo strategico per progetti comuni nel midstream e downstream del gas, nell´upstream e nella cooperazione tecnologica; nel giugno 2007 le due compagnie hanno firmato un memorandum d´intesa per la realizzazione del South Stream, un sistema di nuovi gasdotti che collegheranno la Russia all´Unione Europea attraverso il Mar Nero. Nell’aprile 2007, infine, Eni si è aggiudicata attraverso il consorzio Enineftegaz il secondo lotto di asset messo all´asta nel processo di liquidazione di Yukos, accedendo all’upstream del Paese. . .  
   
   
GRUPPO SORGENIA: PRESENTATO ALLA COMUNITA’ FINANZIARIA IL BUSINESS PLAN 2008 - 2012. PREVISTI INVESTIMENTI PER OLTRE 2,6 MILIARDI DI EURO  
 
Milano, 9 luglio 2008 - Sorgenia Spa, società controllata dal gruppo Cir e partecipata dall’austriaca Verbund, ha presentato il 3 luglio alla Comunità Finanziaria il Business Plan 2008-2012. Centralità del cliente e crescita sostenibile sono le principali linee strategiche del Piano Industriale 2008-2012, in base al quale il Gruppo Sorgenia si prefigge il raggiungimento dei seguenti obiettivi: consolidare il ruolo di primario operatore nel mercato libero dell’energia, con un target di 500. 000 clienti al 2009 (escluso il residenziale); disporre di oltre 5,2 Gw di generazione attraverso: quattro impianti green field Ccgt (da circa 770 Mw ciascuno) e il pro-quota della capacità di Tirreno Power post repowering (circa 1,1 Gw è la competenza del Gruppo Sorgenia) per un totale di circa 4,2 Gw; lo sviluppo di 920 Mw di generazione eolica (di cui 450 Mw in Italia). Il Gruppo prevede di incrementare ulteriormente la propria capacità di generazione eolica raggiungendo al 2015 1. 100 Mw di potenza installata; l’installazione di 50 Mw di impianti fotovoltaici. Il Gruppo Sorgenia, in un contesto sempre più competitivo, vuole essere una valida alternativa per la fornitura di energia elettrica e gas ai clienti finali. L’impegno nei confronti dei consumatori ha permesso al Gruppo di anticipare al 2009 il raggiungimento del target di 500. 000 clienti e di lavorare per aumentare il livello di customer satisfaction. Il conseguimento di questi obiettivi richiederà investimenti per oltre 2,6 miliardi di euro – che si aggiungono a 1,6 miliardi di euro investiti dalla nascita della società sino all’esercizio 2007 – con conseguente aumento dell’indebitamento finanziario, che salirà fino a 2,1 miliardi di euro. Per garantire a Sorgenia adeguate fonti di finanziamento per la realizzazione del suo ambizioso piano di sviluppo, il 26 giugno 2008 Verbund Italia ha sottoscritto un aumento di capitale in Sorgenia per un ammontare di 200 milioni di euro. Questa operazione si è basata su una valutazione del capitale di Sorgenia Spa, prima dell’aumento, pari a 3,3 miliardi di euro. Inoltre, Verbund Italia sottoscriverà, nel 2009, un ulteriore aumento di capitale in Sorgenia Holding, per un ammontare pari a 150 milioni di euro sulla base di una valutazione di Sorgenia prima di tale aumento di capitale pari a 3,9 miliardi di euro. I target al 2012 prevedono un fatturato del Gruppo Sorgenia pari a 3,6 miliardi di euro, rispetto a 1,9 miliardi del 2007. E’ previsto che l’Ebitda aumenti a circa 600 milioni di euro nel 2012, pari a circa 4 volte l’Ebitda del 2007 (152 milioni di euro). La Posizione Finanziaria Netta, a seguito degli investimenti effettuati, salirà da un indebitamento di 905 milioni di euro a 2. 150 milioni di euro. Principali target finanziari (dati in milioni di euro):
2007 Gruppo Sorgenia 2012
1. 862 Fatturato 3. 600
152 Ebitda 600
(905) Posizione Finanziaria Netta (2. 150)
1. 623 dal 2000 al 2007 Investimenti dal 2008 al 2015 2. 565
Il Piano Industriale prevede al 2015, anno di completamento degli investimenti previsti da questo Piano, un fatturato di circa 3,7 miliardi di euro, un Ebitda di oltre 700 milioni di euro e una Posizione Finanziaria Netta pari a circa 1 miliardo di euro. Le ipotesi assunte per la definizione della Posizione Finanziaria Netta al 2012 e al 2015 non tengono conto delle politiche finanziarie per quanto riguarda la distribuzione di dividendi e di riserve di patrimonio netto nei confronti degli azionisti. L’avanzamento a oggi del piano di investimenti ha visto il Gruppo Sorgenia impegnato nella realizzazione di nuovi impianti. Nell’ambito della generazione da fonte eolica, è proseguita la realizzazione degli impianti localizzati nei comuni di Minervino Murge, Castelnuovo di Conza e San Gregorio Magno, per una potenza totale installata di circa 70 Mw, mentre l’acquisizione in Francia della Société Française d’Eoliennes (Sfe), avvenuta a dicembre 2007, ha consentito al Gruppo Sorgenia di incrementare il portafoglio di generazione eolica di 100 Mw installati, 39 Mw autorizzati e di prossima costruzione e 1. 000 Mw in diverse fasi di sviluppo. Nell’ambito dell’energia solare, sono entrati in funzione 10 impianti fotovoltaici della potenza di circa 1 Mw ciascuno, facenti capo alla controllata Sorgenia Solar. È prevista l’entrata in esercizio di altri 5 impianti entro la fine dell’anno in corso. Sono proseguiti gli investimenti del Gruppo Sorgenia nelle centrali termoelettriche. In particolare, sono avanzati i lavori per la costruzione della centrale a ciclo combinato di Modugno (Puglia), la cui entrata in esercizio è prevista entro la fine del 2008. Il piano di repowering di Tirreno Power procede secondo i programmi stabiliti. Sono continuate le attività di costruzione di un nuovo modulo a ciclo combinato da 380 Mw a Napoli Levante, la cui entrata in funzione è prevista entro la fine dell’anno in corso. Il Gruppo Sorgenia sta inoltre portando avanti ulteriori iniziative che non sono state incluse nel Piano Industriale. Fra queste, la realizzazione di un terminale di rigassificazione da 12 miliardi di metri cubi a Gioia Tauro (Calabria) da parte di Lng Med Gas Terminal, società controllata al 69,77% da Fin Gas Srl, joint venture paritetica fra Iride e Sorgenia, che ha chiuso positivamente l’istruttoria per l’ottenimento della Via (Valutazione di impatto ambientale). A fine marzo 2008 è stata costituita Sorgenia Romania, società con sede a Bucarest che ha come oggetto la realizzazione, gestione e manutenzione di parchi eolici. Nell’ambito dell’acquisizione, vendita e in generale della commercializzazione di titoli Carbon Asset Sorgenia è presente con Green Initiative Carbon Assets (Gica) società di diritto svizzero costituita insieme a Gruppo Lucchini, Iride e Equiter (Intesa Sanpaolo). Infine, dal 1° luglio il Gruppo Sorgenia è attivo anche nell’esplorazione e produzione di idrocarburi. Giulio Paini e Marco Zanella, manager di grande esperienza in questo settore, sono stati nominati rispettivamente Vice Presidente Esecutivo e Amministratore Delegato di Sorgenia E&p Spa, società totalmente posseduta da Sorgenia Spa che opera in questo business. . .
 
   
   
L’ITALIA CHIEDE SEMPRE PIU’ ENERGIA: RECORD DEL FABBISOGNO A 339,9 MILIARDI DI KWH, +0,7% IN AUMENTO IL CONSUMO DEL GAS (+9,3%) CHE SALE AL 66% DELLA PRODUZIONE TERMOELETTRICA  
 
 Roma, 9 luglio 2008 – I dati definitivi sulla domanda di energia elettrica in Italia nel 2007 attestano una crescita dello 0,7% rispetto al 2006. Il totale dell’energia richiesta è stato di 339,9 miliardi di kWh, il valore più alto mai registrato in Italia. Nel decennio 1998-2007 la richiesta di energia elettrica in Italia è cresciuta complessivamente del 21,7%, passando dai 279,3 miliardi di kWh del 1998 ai 339,9 miliardi di kWh del 2007. Nel periodo di riferimento, da segnalare il 2000 che ha registrato l’aumento più consistente: +4,4% sul 1999. Produzione: il 2007 ha confermato il primato del gas naturale quale combustibile maggiormente utilizzato per la produzione di energia elettrica. Ammonta infatti a 167,9 miliardi di kWh, pari al 66% del totale, la quantità di produzione netta termoelettrica con il gas, in crescita del 9,3% sul 2006. La produzione da fonti rinnovabili è risultata in calo del 5,4% principalmente per la forte contrazione dell’idroelettrico (-11,5%). In crescita invece l’eolico (+36,1%) Centrali elettriche: entrati in esercizio circa 4. 150 Mw di nuova potenza. La capacità installata cresce del 4,6%. Consumi trainati dall’Agricoltura (+2,8%), seguita dal Terziario (+2,3%). Praticamente ferma l’Industria (-0,2%), in leggero calo il Domestico (-0,6%). Regioni: 11 su 20 sono in deficit di produzione. E’ quanto ha rilevato Terna, la società presieduta da Luigi Roth e guidata da Flavio Cattaneo, che ha la responsabilità della trasmissione e del dispacciamento dell’energia elettrica nonché delle statistiche sull’elettricità a livello nazionale. Tutti i dati nell’annuario “Dati statistici sull’energia elettrica in Italia – anno 2007”, disponibile sul sito www. Terna. It. Produzione: primato del gas, con il 66% del totale; +9,3% rispetto al 2006 - Nel 2007 il fabbisogno italiano di energia elettrica è stato coperto per l’86,4% con la produzione nazionale, e per il restante 13,6% con il saldo tra le importazioni e le esportazioni, in crescita del 2,9% sul 2006. In dettaglio, la produzione nazionale netta (301,3 miliardi di kWh) è rimasta invariata rispetto al 2006. Diverso l’andamento per tipologia di fonte: in contrazione la produzione idroelettrica (-11,5) in aumento le fonti termoelettrica (+1,5%) eolica (+36,1%) e geotermoelettrica (+0,7%). Inserita nella pubblicazione, dal 2007, anche la rilevazione della produzione da pannelli fotovoltaici che ha raggiunto i 39 milioni di kWh. Sul fronte estero il 2007 ha registrato una crescita delle importazioni del 5% (per un valore pari a 48,9 miliardi di kWh) e un forte aumento delle esportazioni (+64,4%) con 2,6 miliardi di kWh. (vedi All. 1). Complessivamente nel 2007 il saldo estero è ammontato a 46,3 miliardi di kWh (13,6% del fabbisogno nazionale), con un aumento del 2,9% rispetto al 2006. Per quanto riguarda, in particolare, la produzione termoelettrica, il 2007 ha confermato il primato del gas naturale quale combustibile maggiormente utilizzato. Ammonta infatti a 167,9 miliardi di kWh, pari al 66% del totale, la quantità di energia elettrica prodotta con il gas (+9,3% sul 2006). Seguono il carbone con una quota pari al 15,8% (40,1 miliardi di kWh, -0,4%) e i prodotti petroliferi, che si attestano al 8,2% (20,9 miliardi di kWh, -33,3%). Negli ultimi dieci anni la produzione termoelettrica con gas naturale è cresciuta del 146%. Nel 2007 la produzione da fonti rinnovabili, pari a 49,4 miliardi di kWh (14,5% del fabbisogno nazionale) è risultata in calo del 5,4% sul 2006, in ragione della contrazione della produzione idroelettrica dovuta alla scarsa piovosità registrata nell’anno (30% in meno rispetto alla norma). Viceversa, in aumento le altre fonti rinnovabili, in particolare l’eolico (+36,1%) Consumi per settore economico: crescono nell’Agricoltura (+2,8%) e nel Terziario (+2,3%), ferma l’Industria. Nel 2007 la suddivisione dei consumi di energia elettrica per settore economico conferma l’industria al primo posto con una quota pari al 48,8% del totale; seguono il terziario con il 28,3%, il domestico con il 21,1% e l’agricoltura con l’1,8%. Spetta invece all’agricoltura la migliore performance: +2,8% rispetto al 2006, seguita dal terziario (+2,3%). Ferma invece l’industria (-0,2%) e il domestico (-0,6%) (vedi All. 1). A livello commerciale, il mercato libero ha assorbito 177,2 miliardi di kWh, con un aumento del 14,8% rispetto al 2006. L’energia elettrica prodotta dalle aziende e autoconsumata è stata pari a 20,6 miliardi di kWh (+2,2%). Al mercato vincolato1 sono andati 121,1 miliardi di kWh, con una diminuzione pari al 15,3% rispetto all’anno precedente. Complessivamente, nel mercato elettrico del 2007, i clienti liberi (compresi gli autoconsumi) hanno coperto il 62% del consumo totale, la restante parte (38%) i clienti vincolati. Regioni: in Lombardia la domanda più alta di energia. 11 regioni su 20 registrano un deficit di produzione rispetto al fabbisogno - I 339,9 miliardi di kWh sono stati distribuiti per il 46,3% al Nord, per il 29,5% al Centro e per il 24,2% al Sud. In dettaglio nel 2007 l’Umbria ha fatto registrare l’aumento più consistente (+5,9%), seguita dal Friuli (+2,8%) e dalla Lombardia (+2,5%). In valori assoluti il 2007 conferma la Lombardia la regione con la più alta domanda di energia elettrica: 70,5 miliardi di kWh (20,7% del totale); seguono il Veneto (32,7 miliardi di kWh) e l’Emilia Romagna (29,4 miliardi di kWh). Nel 2007 11 regioni su 20 (erano 12 nel 2006) registrano un deficit della produzione rispetto al fabbisogno (vedi All. 3). Il Friuli Venezia Giulia, nel 2006 tra le regioni in deficit, cambia segno e si unisce alle regioni in surplus: +6,7% (-4,3% nel 2006). La Campania si conferma al primo posto con un deficit elettrico del 60% (nel 2006 era pari all’80,2%), seguita dalle Marche che ha un deficit pari a -54,5% (-52,8% nel 2006) e dalla Basilicata che ha registrato un -51,4% (-52,4% nel 2006). Tra le 9 regioni in attivo, da segnalare il Molise con un +235,1% (+79,5% nel 2006), la Valle d’Aosta con un +131,3% (+123,8% nel 2006), la Puglia con +88,8% (+82,2% nel 2006). I consumi elettrici per abitante sono stati pari nel 2007 a 5. 372 kWh, di cui 1. 132 kWh negli usi domestici. Il consumo pro-capite risulta più elevato nell’Italia settentrionale (6. 585 kWh/ab) rispetto all’Italia centrale (5. 009 kWh/ab) e al Mezzogiorno (4. 002 kWh/ab). Dal 1997 al 2007 il tasso medio annuo di crescita dei consumi per abitante è oltre il 2%, con un incremento totale del 21,8% nel periodo. Impianti di generazione: incremento di 4. 150 Mw, +4,6% - Al 31 dicembre 2007, la potenza efficiente netta delle centrali elettriche italiane ha raggiunto i 93. 598 Mw, con un incremento di circa 4. 150 Mw (+4,6%) sul 2006. Da segnalare, in particolare, l’aumento della potenza termoelettrica, che passa dai 66. 467 Mw del 2006 ai 69. 692 Mw del 2006 (+4,9%), e di quella eolica (2. 702 Mw nel 2007 contro i 1. 902 Mw del 2006, +42%). A livello regionale, gli incrementi più consistenti si sono registrati in Calabria (+898 Mw), Campania (+821 Mw), Liguria (+752 Mw), Sicilia (+715 Mw) e Lombardia (+608 Mw). Ammonta invece a 61. 150 Mw (contro i 58. 900 Mw del 2006) la potenza media disponibile alla punta, cioè la potenza effettivamente utilizzabile per coprire i picchi di fabbisogno. Lo scarto tra il valore della potenza netta e quello della potenza disponibile è dovuto a diversi fattori. Per gli impianti eolici, data la discontinuità della fonte primaria, di norma si considera una potenza disponibile pari a circa il 25% di quella installata; per gli impianti idroelettrici, lo scarto è dovuto a fenomeni di carattere idrologico tipici soprattutto del periodo invernale; per gli impianti termoelettrici, infine, bisogna considerare l’indisponibilità per guasti e avarie accidentali, per fuori servizio dovuto a lavori di manutenzione e per il fatto che alcuni impianti non sono più operativi pur risultando ancora negli archivi statistici. Al 31 dicembre 2007 i km di linee (terne) a 380/220/150 kV salgono a circa 45. 800; per l’altissima tensione (380 kV) da segnalare l’entrata in esercizio dell’elettrodotto Matera- S. Sofia a seguito del completamento dell’ultimo tratto di 26 km, dopo un blocco dei lavori durato oltre 11 anni a causa dei veti locali. Bilancio dell’energia elettrica in Italia - 2007
Gwh * 2007 2006 2007/2006
Produzione netta 301. 299 301. 225,9 0%
- idrica 37. 962,3 42. 882,7 -11,5%
- termica 254. 022,7 250. 169,6 +1,5%
- geotermica 5. 242,8 5. 207,7 +0,7%
- eolica 4. 032,3 2. 963,7 +36,1%
- fotovoltaica 39,0 2,3 +1. 630,8%
di cui destinata ai pompaggi -7. 653,6 -8. 751,9 -12,5%
Produzione destinata al consumo 293. 645,5 292. 474 +0,4%
Energia elettrica importata 48. 930,8 46. 595,5 +5%%
Energia elettrica esportata 2. 648,1 -1. 610,6 +64,4%
Richiesta 339. 928,2 337. 458,9 +0,7%
perdite di rete 20. 975,7 19. 925,7 +5,3%
Consumi 318. 952,5 317. 533,2 +0,4%
Agricoltura 5. 659,2 5. 503,5 +2,8%
Industria 155. 804,3 156. 150,6 -0,2%
Terziario 90. 268,5 88. 276,5 +2,3%
Domestico 67. 220,4 67. 602,6 -0,6%
Principali fonti energetiche per la produzione termoelettrica netta (Gwh *)
2007 2006 2007/2006
Solidi (carbone, lignite) 40. 055,4 40. 196,1 - 0,4%
Gas naturale (metano) 167. 902,5 153. 570,9 + 9,3%
Prodotti petroliferi (olio combustibile, ecc. ) 20. 871,0 31. 297,6 - 33,3%
Gas derivati (gas da altoforno, ecc. ) 5. 477,3 6. 018,4 - 9,0%
Altri combustibili (rifiuti solidi urbani, ecc. ) 17. 268,2 16. 734,7 +3,2%
Altri combustibili (biogas, ecc. ) 1. 460,1 1. 358,8 +7,5%
Elettricità nelle Regioni – 2007
Fabbisogno (Gwh*) Produzione (Gwh*) Surplus (prod. /fabb. ) Deficit (prod. /fabb. )
Molise 1. 604,4 5. 376,1 + 235,1%
Valle d’Aosta 1. 182,7 2. 735,2 + 131,3%
Puglia 19. 603,8 37. 007,1 + 88,8%
Liguria 6. 866,9 11. 621,8 +69,2%
Calabria 6. 281,4 8. 920,2 + 42%
Trentino 6. 711,1 7. 430,9 +10,7%
Friuli Venezia Giulia 10. 697,8 11. 410,1 +6,7%
Sicilia 21. 857,6 23. 278,7 +6,5%
Sardegna 12. 597,2 13. 267 +5,3%
Campania 18. 666,9 7. 476 - 60%
Marche 8. 341,1 3. 791,4 - 54,5%
Basilicata 3. 162,7 1. 537,8 - 51,4%
Veneto 32. 655,4 17. 779,3 - 45,6%
Abruzzi 7. 213,4 4. 076,1 - 43,5%
Lazio 25. 242,1 16. 490,3 - 34,7%
Piemonte 28. 730,5 19. 496 - 32,1%
Lombardia 70. 511,9 51. 970 - 26,3%
Umbria 6. 473,6 5. 075,9 - 21,6%
Emilia Romagna 29. 389,4 25. 593,9 - 12,9%
Toscana 22. 138,3 19. 311,7 - 12,8%
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CATTANEO: LINEE CON L’ESTERO PER MIGLIORARE IL MIX ENERGETICO ACCELERARE LE AUTORIZZAZIONI PER LO SVILUPPO DELLA RETE  
 
 Roma, 9 luglio 2008 – “I dati Terna di oggi confermano quanto sosteniamo da anni: l’importanza dei nuovi collegamenti elettrici con l’estero per ridurre la dipendenza energetica e migliorare il mix delle fonti. Inoltre è necessaria un’accelerazione nel rilascio delle autorizzazioni per gli interventi di sviluppo e sicurezza sulla rete”, afferma l’ad di Terna Flavio Cattaneo. “11 regioni su 20 sono in deficit di produzione, con aggravio dei costi e limiti alla sicurezza del sistema: questa situazione può essere migliorata, al centro attraverso nuovi collegamenti con l’area balcanica, mentre al nord e al sud le congestioni elettriche necessitano di una forte accelerazione nello sviluppo della rete (il Piano di Terna prevede 3,1 miliardi di investimenti nei prossimi cinque anni di cui l’80% dedicato allo sviluppo della rete). Prosegue Cattaneo: “Lo sviluppo delle interconnessioni con l’estero è fondamentale per diversificare le fonti di approvvigionamento e quindi per migliorare il mix energetico attualmente fortemente sbilanciato” Nel caso dei Balcani, ad esempio, ci sono più di 10. 000 Mw di idroelettrico, e riserve di lignite per 3-400 anni in Croazia, Kosovo, Serbia e Montenegro; energia a basso costo che può essere portata direttamente dove serve, soprattutto nel centro Italia che è fortemente deficitario, evitando in tal modo la costruzione di nuove infrastrutture. L’allargamento dell’’Unione Europea ai paesi dell’est e dell’area balcanica di fatto ha comportato la possibilità di accedere a mercati caratterizzati da un surplus potenziale di produzione e costi più contenuti rispetto a quelli italiani. “Allacciare l’Italia a questi mercati con cavi sottomarini è quindi un’opportunità strategica molto rilevante, meno costosa, più rapida ed efficace. Di pari passo occorre accelerare gli iter autorizzativi delle opere di sviluppo della rete elettrica nazionale. La rete sta crescendo, ma occorre fare di più”. Gli interventi in realizzazione ammontano a oltre 1,1 miliardi di euro, le opere in autorizzazione coprono circa 1 miliardo di euro. I progetti che andranno in autorizzazione entro il 2008 pesano per circa 350 milioni, ma sono a rischio ritardo. “Circa 1,4 miliardi di euro – conclude Cattaneo - giacciono negli uffici delle amministrazioni. Con tempi autorizzativi mediamente superiori di 3 o 4 volte a quelli di realizzazione, l’Italia è la tartaruga d’Europa. L’attenzione del Governo ai temi dell’energia e delle infrastrutture va nella giusta direzione, importante la decisione di un forum sull’energia presa oggi al G8, ma gli uffici locali e centrali devono dare tempi certi”. .  
   
   
ALDO FUMAGALLI ROMARIO PRESIDENTE H2IT  
 
Milano, 9 luglio 2008 - L’associazione italiana idrogeno e celle a combustibile - H2it, una delle 33 organizzazioni che formano la Fast, ha un nuovo presidente: è l’ing. Aldo Fumagalli Romario. Succede ad Alberto Pieri alla guida nel precedente triennio e riconfermato nel Direttivo come vicepresidente incaricato per l’Expo 2015. Completano il Comitato di presidenza: Aldo Bassi, Sintesi Ab; Silvana Di Matteo, Regione Lombardia; Giacomo Rispoli, Eni. Gli altri cinque componenti del Consiglio sono: Luigi D’elia, Venezia Tecnologie; Iris Flacco, Regione Abruzzo; Paolo Fracas, Saati Group; Marco Migliavacca, Zincar; Ambrogio Tagliabue, Air Liquide Italia. 50 anni, ingegnere chimico, presidente e amministratore delegato del gruppo Sol, Fumagalli ha avuto e ha tuttora importanti presenze nel mondo associativo. E’ membro del Consiglio direttivo e della Giunta di Confindustria; nella stessa organizzazione imprenditoriale presiede la Commissione sviluppo sostenibile. E’ alla guida di Assogastecnici; è nel Direttivo di Federchimica; siede nel Consiglio del Business Advisory Council di cui è stato presidente nel 2006; è nel Consiglio generale di Aspen Institute. In passato è stato presidente dei giovani imprenditori italiani (1990-94) ed europei (1992-93). E’ pure nei Consigli di amministrazione di: Credito Valtellinese e Centrobanca. Aldo Bassi proviene dal mondo dell’auto con carriere nel gruppo Fiat e Alfa Romeo, dove è stato direttore ricerca e sviluppo. Nel 1988 ha fondato Sintesi; da evidenziare l’attiva presenza nelle commissioni e nei gruppi tecnici internazionali. In H2it si occupa di tecnologie e normative. Silvana Di Matteo, vicepresidente incaricata del collegamento con le università, lavora dal 1984 in Regione Lombardia e attualmente è alla Direzione generale Reti e servizi di pubblica utilità e sviluppo sostenibile, dove dirige l’Unità operativa Progetti di incentivazione. In precedenza è stata, tra l’altro, alle Direzioni Istruzione formazione e lavoro, Affari generali, Coordinamento per il territorio. Alberto Pieri è da 1986 segretario generale della Fast, la Federazione delle associazioni scientifiche e tecniche; ha una consolidata esperienza nelle reti transnazionali di cooperazione e nei programmi di ricerca europea. Dal giugno 2007 è consigliere di amministrazione di Zincar srl, la società del Comune di Milano impegnata nella mobilità e nelle tecnologie legate al vettore idrogeno. Giacomo Rispoli, ingegnere chimico come Fumagalli Romario è direttore ricerca e sviluppo tecnologico del gruppo Eni, divisione Refuelling e Marketing. 51 anni, una carriera tutta nel gruppo petrolifero con incarichi direzionali alle raffinerie di Taranto, Venezia e Gela; è stato responsabile prima dei progetti strutturali di Agip Petroli e in seguito della Gestione industriale. In H2it si occupa di ricerca e finanziamento. Ottimo il profilo professionale degli agli altri cinque consiglieri. Luigi D’elia, ingegnere chimico, è amministratore delegato di Venezia Tecnologie; con esperienze in Eni Tecnologie, Agip Petroli, Euron e Contas. Iris Flacco è responsabile nella Regione Abruzzo dell’Ufficio ‘Attività tecniche ed ecologiche’ del Servizio Politiche energetiche, Qualità dell’aria, Inquinamento atmosferico, acustico, Rischio ambientale e Sina. Paolo Fracas lavora nel Gruppo Saati dal 1998 e si occupa dello sviluppo di materiali e componenti per le celle a combustibile. Una carriera da ricercatore caratterizza l’esperienza di Marco Migliavacca: Cnr, Cise, Museo della scienza e della tecnologia di Milano e ora Zincar nell’ambito del Progetto Bicocca. Chiude la carrellata, ma solo per l’ordine alfabetico, Ambrogio Tagliabue, in Air Liquide dal 1981, ruolo attivo nel settore del gas tecnici, ora anche project leader di Hy Chain, il più importante progetto integrato nel settore idrogeno cofinanziato dalla Commissione europea con il 6° Programma quadro ricerca. . .  
   
   
ATTRIBUZIONE GRATUITA DI AZIONI ORDINARIE ENÌA AGLI AZIONISTI RETAIL  
 
Parma, 9 luglio 2008 - Enìa informa che la richiesta di attribuzione gratuita di azioni ordinarie, in base agli impegni assunti in occasione dell´Offerta Pubblica di Vendita e Sottoscrizione di azioni ordinarie Enìa effettuata nel periodo 21 giugno - 4 luglio 2007, viene normalmente effettuata in modo automatico dagli istituti bancari a favore degli aventi diritto. Per maggiore precauzione si suggerisce agli aventi diritto di verificare con il proprio istituto di credito che la procedura sia stata correttamente avviata entro il termine del 31 luglio 2008. L’attribuzione di azioni gratuite sarà effettuata, con arrotondamento per difetto all’unità, a condizione che alla data del 10 luglio 2008, l’assegnatario abbia mantenuto senza soluzione di continuità la proprietà delle azioni, o parte di esse, per 12 mesi dalla data di pagamento e qualora le stesse azioni siano rimaste sempre depositate presso un Collocatore o presso altro intermediario aderente alla Monte Titoli S. P. A. Agli aventi diritto spetta l’attribuzione gratuita di: 1 azione ordinaria Enìa ogni 20 Azioni assegnate al “Pubblico indistinto” ; 1 azione ordinaria ogni 10 Azioni assegnate ai “Residenti nei Comuni serviti, ai Dipendenti e ai Pensionati”. .  
   
   
REGIONE, TERNA E ENEL INSIEME PER LO SVILUPPO DEL SISTEMA ELETTRICO SICILIANO  
 
Palermo, 9 luglio 2008 - Ripartono sulla base della chiarezza e della massima collaborazione i rapporti fra Regione Siciliana, Terna ed Enel, in seguito all´incontro promosso dall´Assessorato Regionale all´Industria in collaborazione con quello al Territorio. L´incontro, cui hanno preso parte l´assessore all´industria Pippo Gianni, l´assessore al territorio Pippo Sorbello e i rappresentanti di Terna e Enel, si è concluso con uno scadenziario preciso di impegni che le parti si sono impegnate a rispettare al fine di far ripartire quanto prima gli investimenti necessari per dotare la Sicilia di un sistema elettrico moderno ed efficiente. In questo contesto è emersa la necessità di accelerare gli iter autorizzativi degli interventi di sviluppo sulla rete di trasmissione nazionale, in particolare per il raddoppio del collegamento a 380 kV “Sorgente-rizziconi” e la chiusura dell´anello a 380 kV con i nuovi elettrodotti “Paternò-priolo”, “Chiaramonte-ciminna” e “Sorgente-ciminna”. Per quanto attiene l´adeguamento ed il potenziamento della rete di distribuzione, saranno attivati nei prossimi giorni dei tavoli tecnici mirati all´individuazione ed alla definizione degli interventi necessari. .  
   
   
HELIO CAPITAL: PRIMI PASSI CONCRETI VERSO LE ENERGIE RINNOVABILI  
 
Milano, 9 luglio 2008 - Helio Capital, ha iniziato i lavori del suo primo impianto fotovoltaico da 1 Mwp nel comune di Trinitapoli (Foggia). Questo primo impianto, a fronte di un investimento complessivo di circa 5 milioni di euro, produrrà, per almeno i prossimi venti anni, l’energia consumata da circa 450 famiglie medie, contribuendo ad abbattere le emissioni di anidride carbonica per contrastare l’effetto serra (13. 000 tonnelate di Co2 in meno nel’atmosfera nei prossimi 20 anni) e a realizzare l’obiettivo di produzione da fonti rinnovabili (20% della produzione nazionale italiana al 2020). “Questo primo passo” afferma Massimo Sapienza, presidente e amministratore delegato di Helio Capital Spa, “testimonia il passaggio dalla nostra fase di sviluppo a quella di effettiva realizzazione che ci condurrà nei prossimi 3 anni a raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati: 200 Mw in esercizio nel’Europa mediterranea entro il 2011”. Il Piano Industriale del Gruppo prevede infatti, entro il 2011, investimenti, diretti o in partnership con altri operatori, per circa un miliardo di euro, da finanziarsi anche tramite il ricorso al project financing. Matteo Nuzzo, vicepresidente di Helio Capital Spa, sottolinea gli ottimi rapporti con le realtà locali pugliesi che hanno contraddistinto il primo anno di vita di Helio Capital e che hanno consentito il raggiungimento dei primi segni tangibili che oggi si possono festeggiare. Si auspica inoltre che colaborazioni come quele con il comune di Trinitapoli possano continuare fruttuose ed estendersi. Se Helio Capital opera per divenire un attore di primo piano della rivoluzione solare, l’interesse di Cape e del management di Helio per le energie rinnovabili non si esaurisce nel mondo del fotovoltaico. A questo riguardo, Marco Vismara, presidente di Cape Live dichiara: “L’andamento positivo del settore dele energie rinnovabili e la reale possibilità di creare un legame sinergico fra la nostra esperienza nela gestione di fondi chiusi d’investimento, la singolare presenza di Cape nele aree del Sud Italia (Cape Regione Siciliana), maggiormente idonee ala produzione di energie rinnovabili e le provate competenze professionali del Management Team di Helio Capital, hanno indotto Cape a promuovere la raccolta di capitali di rischio presso investitori istituzionali e qualificati al fine di costituire un Fondo chiuso interamente dedicato ale energie rinnovabili (Cape Helio)”. Cape Helio sarà un fondo da 70 milioni gestito da Cape Natixis Sgr Spa e dal’advisor company Helio Partners. .  
   
   
DRILLMEC S.P.A. CHIUDE CON I.D.C. (IRAQI DRILLING COMPANY) DEL MINISTRY OF OIL DUE CONTRATTI DI FORNITURA DI IMPIANTI PER LA PERFORAZIONE PETROLIFERA PER 205 MILIONI DI USD  
 
Cesena, 9 Luglio 2008 - Il Gruppo Trevi, attraverso la propria controllata Drillmec S. P. A. , ha concluso contratti, garantiti da lettera di Credito, di complessivi Usd 205 milioni per la fornitura di 14 impianti convenzionali, di una potenza compresa tra i 500 e i 2. 000 Hp, per perforazione petrolifera e gas con Iraqi Drilling Company - Ministry of Oil. Questa fornitura rientra nel piano strategico del Governo Iracheno volto all´incremento dell’attività estrattiva di greggio e gas al fine di rilanciare l’economia del Paese. Drillmec S. P. A. Ha vinto un tender internazionale aggiudicandosi questa prestigiosa fornitura, rimarcando così il suo ruolo di player sempre più affermato e altamente qualificato nel settore petrolifero. La presente commessa prevede la consegna dei suddetti impianti entro 13 mesi. .  
   
   
ACEGASAPS:DIMISSIONI DI DUE CONSIGLIERI PER INCARICHI ISTITUZIONALI  
 
Trieste, 9 Luglio 2008 - Acegasaps comunica di aver ricevuto le dimissioni dei consiglieri Giovanni Battista Ravidà e Massimiliano Fedriga da componenti del Consiglio di Amministrazione di Acegasaps Spa. I due consiglieri lasciano l’incarico per incompatibilità sopravvenuta a seguito dell’assunzione di cariche istituzionali. Il Consiglio di Amministrazione di Acegasaps Spa procederà nelle prossime settimane alla cooptazione di due nuovi consiglieri secondo le modalità previste dallo statuto sociale. .  
   
   
SEMPLIFICAZIONI PER L’ EFFICIENZA ENERGETICA  
 
Roma, 9 luglio – Facilitazioni per chi rende meno sprecona la casa? Da oggi si possono avere! Sono infatti stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale del 3 luglio i contenuti del decreto legislativo n. 115 / 2008 sull’efficienza energetica. “Con questo decreto – spiega Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori – viene recepita la Direttiva europea per cui l’Italia entro il 2016 dovrà ridurre i consumi energetici del 10%. Sono previste innovazioni a breve termine per aziende, settore pubblico e famiglie. Ad esempio le aziende – spiega Dona – dovranno installare contatori per consumi intelligenti e le amministrazioni pubbliche dovranno obbligatoriamente acquistare lampadine, automobili e mezzi di servizio ad alta efficienza”. “Per quanto riguarda le famiglie e le case poi – prosegue Dona – sono previste notevoli semplificazioni delle norme edilizie per chi vuol rendere più efficiente la casa, come l’allestimento di un piccolo generatore eolico o la posa di pannelli solari integrati, con l’ autorizzazione unica e semplificata per gli impianti di cogenerazione (ossia che producono insieme calore ed elettricità)”. “Si tratta di piccole ma significative innovazioni – conclude Dona – che avranno come obiettivo quello di aumentare l’efficienza energetica delle case e nel settore pubblico, fonte di numerosi sprechi, e serviranno ad avere maggiore consapevolezza del risparmio energetico”. .  
   
   
ISI –IPI SVILUPPI IMMOBILIARI S.R.L HA RINEGOZIATO CON BANCA POPOLARE DI LODI S.P.A., LA DURATA DEL FINANZIAMENTO IPOTECARIO PER RESIDUI € 83,47 MILIONI  
 
Torino, 9 luglio 2008 - Si rende noto che in data 4 luglio la Isi –Ipi Sviluppi Immobiliari S. R. L. - società soggetta a direzione e coordinamento di Ipi S. P. A. - ha rinegoziato con Banca Popolare di Lodi S. P. A. , la durata del finanziamento ipotecario per residui € 83,47 milioni, scaduto il 15 giugno 2008. L’assenso alla proroga fino al 15 giugno 2009 è stato concesso in forza del rilascio di una garanzia supplementare, anche a seguito di conforme decisione adottata dal Consiglio di Amministrazione della controllante Ipi S. P. A. , mediante la costituzione in pegno della partecipazione rappresentante il 100% del capitale della società Lingotto Parking detenuta da Isi S. R. L. .  
   
   
CAMPO TURES VINCE IL PREMIO EUROPEO PER IL RINNOVO DEI CENTRI ABITATI  
 
Bolzano, 9 luglio 2008 - L´edizione 2008 del premio europeo dedicato al recupero e al risanamento dei centri abitati è stata vinta da Campo Tures: "Che sia stato un Comune altoatesino a vincere il premio è motivo di soddisfazione", sottolinea l´assessore Michl Laimer, confidando che altri paesi seguano lo stesso esempio. "Questi premi a piani di risanamento di centri abitati portano come effetto positivo quello dell´attenzione di altre realtà, e quindi speriamo che altri Comuni seguano l´esempio di Campo Tures", sottolinea Laimer. Il premio è stato assegnato, oltre che per il risultato ottenuto nell´operazione sviluppo e rinnovamento, anche per la capacità del Comune di mettere in rete tutte le realtà della cittadina comprese quelle limitrofe. Laimer si dice particolarmente soddisfatto perchè la giuria ha riconosciuto inoltre gli sforzi di Campo Tures per la tutela della natura e del paesaggio, concretizzatisi nella creazione di biotopi e di un sentiero didattico-naturalistico. .  
   
   
MONTAGNA VENETA. LA GIUNTA APPROVA UN DISEGNO DI LEGGE PER IL RECUPERO DELL’EDILIZIA TRADIZIONALE  
 
Venezia, 9 luglio 2008 - La Giunta regionale, su proposta dell’Assessore alle Politiche per il Territorio, Renzo Marangon di concerto con l’Assessore alle Politiche dei Flussi Migratori, Oscar De Bona, ha approvato un disegno di legge per il “finanziamento di interventi di recupero dell’edilizia rurale tradizionale, prevalentemente lignea, nella montagna veneta”. Il provvedimento, che fa riferimento al progetto Alpcity Interreg Iii Spazio Alpino, intende promuovere nei territori classici montani la tutela del patrimonio edilizio tradizionale rurale, quale preziosa testimonianza delle culture e delle tradizioni costruttive storiche, nonché dell’identità locale. A tal fine la Regione del Veneto finanzierà progetti esemplari e interventi pilota su edifici rurali tradizionali caratterizzati dalla presenza prevalente di strutture in legno. Per “progetti esemplari e interventi pilota” si intende esempi di progettazione e realizzazione di recuperi capaci di conservare il valore storico-testimoniale degli edifici esistenti. Questo valore essenziale per la testimonianza dell’identità culturale locale è rappresentato dai materiali e dalle tecniche costruttive tradizionali (scelta e reperimento dei materiali da costruzione, lavorazioni, tecniche di montaggio, ecc. ), ma anche e soprattutto dalle superfici edilizie (patine, decorazioni, finiture, ecc. ) e nell’inserimento dell’edificio nel micro-contesto e nel paesaggio (recinzioni, attacco a terra, accessibilità, ecc. ). La Regione contribuirà finanziariamente alla progettazione e alla realizzazione degli interventi pilota, che saranno selezionati sulla base della loro rispondenza ai criteri contenuti nella legge e nel bando annuale. La Giunta Regionale, infatti, approverà annualmente un bando, stabilendo i criteri per la selezione delle proposte progettuali e nominerà una commissione tecnico-scientifica per selezionare i progetti. Tra le proposte progettuali presentate, saranno selezionati alcuni casi meritevoli per i quali sarà dato un contributo massimo di 10. 000 euro per la progettazione e tra queste proposte ne verranno scelte alcune per le quali verrà erogato un contributo percentuale a fondo perduto fino al 50% della spesa di realizzazione del progetto di recupero. “Il recupero dell’architettura rurale tradizionale – ribadisce l’Assessore Marangon - è parte di una problematica che da decenni coinvolge le aree montane dell’intero arco alpino, dove profonde trasformazioni sociali ed economiche hanno modificato gli insediamenti e i contesti, determinando fenomeni di declino demografico, di abbandono e di degrado degli immobili rurali. Non solo l’abbandono, ma anche le trasformazioni indiscriminate del patrimonio edilizio tradizionale alpino portano con se il rischio di perdere il suo valore storico-testimoniale e simbolico. E proprio per salvaguardare tale patrimonio, come Giunta abbiamo deciso di approvare questo disegno di legge, il cui obiettivo è il recupero dell’architettura montana ”. Il provvedimento verrà ora inviato alla Presidenza del Consiglio regionale per la prosecuzione dell’iter legislativo. .