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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 22 Giugno 2010
DA IERI NUMERO UNICO EUROPEO DI EMERGENZA 112 FORMIGONI E BRESCIANI: NUOVO SERVIZIO CHE AUMENTA SICUREZZA PARTE DA VARESE LA SPERIMENTAZIONE.  
 
Varese, 22 giugno 2010 - E’ partita ieri dalla Lombardia (province di Varese, Como e Milano) la sperimentazione del numero unico di emergenza europeo 112, destinato a essere utilizzato in tutta Italia, come già avviene in diversi Paesi dell´Unione Europea. L´attivazione del numero unico di emergenza 112 è infatti obbligatorio per tutti gli Stati membri. E´ attivo dalle 14.15 di oggi, presso la centrale operativa del 118 di Varese, un call center "laico" in grado di raccogliere le chiamate di tutti i numeri di emergenza (112, 113,115 e 118, vale a dire Polizia, carabinieri, Vigili del Fuoco, Emergenza sanitaria, Protezione civile e Polizia locale) e di smistarle. Il progetto è stato presentato oggi in conferenza stampa alla Prefettura di Varese dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, dal ministro dell´Interno, Roberto Maroni e dal Direttore generale dell´Azienda Regionale Emergenza Urgenza (Areu), Alberto Zoli, alla presenza di una folta platea di autorità. Presente anche l´assessore alla Sanità, Luciano Bresciani. "Questa - ha detto Formigoni - è la prima esperienza in Italia del numero unico europeo; ancora una volta la Lombardia è la prima a sperimentare una misura che aumenta ulteriormente la sicurezza per i cittadini, che dovranno digitare un solo numero per le emergenze e poi saranno gli operatori qualificati a indirizzarlo correttamente". "Si tratta - ha proseguito Formigoni - di una novità importante e positiva per la sicurezza di tutti i cittadini; per questo la nostra intenzione è di ampliare il servizio quanto prima all´intera Lombardia". Il progetto 112 coinvolge dal punto di vista territoriale i distretti telefonici raggiungibili col prefisso 0331 e 0332, che riguardano l´intera provincia di Varese, la parte nord ovest di quella di Milano (Legnanese) e un lembo di quella di Como. Dal punto di vista numerico, si tratta di poco meno di 1 milione di cittadini lombardi che usufruiranno di questo servizio, così suddivisi: quasi 700.000 in provincia di Varese, più di 200.000 in provincia di Milano, circa 10.000 in quella di Como. L´attivazione del servizio è interamente finanziata da Regione Lombardia (1,4 milioni di fondi Fas) e coinvolge il Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell´Interno, l´Arma dei Carabinieri, i Vigili del Fuoco e l´Emergenza Sanitaria, oltreché la Protezione civile e la Polizia locale alle quali pure potranno essere indirizzate le chiamate. "E´ importante sottolineare - ha detto Formigoni - come la nascita di questo progetto, all´avanguardia per le sue caratteristiche e in grado di fornire un servizio al massimo livello delle tecnologie attualmente disponibili, è stata resa possibile anzitutto grazie alla volontà di massima collaborazione interistituzionale tra tutti i soggetti coinvolti". "Si è trattato infatti - ha proseguito il presidente - di mettere a punto un meccanismo di grande complessità e che prevedesse l´integrazione e la messa a disposizione di modelli e metodologie differenti in un unico grande sistema. A questa grande sfida abbiamo voluto quindi rispondere nella consapevolezza che la gestione dell´emergenza è un prisma a più facce, che comporta il saper affrontare in tempo reale e con estrema reattività situazioni complesse e molto differenti tra loro, dall´emergenza sanitaria a quelle relative alla sicurezza". L´azienda Regionale Emergenza Urgenza (Areu) della Regione Lombardia è stata individuata per le sue caratteristiche come l´ente incaricato della realizzazione pratica del progetto sperimentale lombardo, che vede come responsabile la Direzione Generale Protezione Civile regionale. "Il primo passaggio per arrivare al grande progetto di oggi - ha detto Bresciani - è stata la creazione di un servizio unico e moderno di emergenza/urgenza. Con il numero unico diamo ai cittadini un senso di grande sicurezza". Bresciani ha anche anticipato quali potrebbero essere gli sviluppi futuri di questo sistema tecnologicamente avanzato e cioè la nascita dell´"e-call", cioè le chiamate di emergenza che partono in automatico al verificarsi di un incidente o di un altro evento che necessita l´intervento dei soccorsi. "Esprimo grande soddisfazione per l´attivazione di un servizio innovativo e di notevole utilità per tutti i lombardi - ha commentato l´assessore alla Protezione civile, Polizia locale e Sicurezza, Romano La Russa -. Sono davvero orgoglioso per l´impegno notevole e continuo del mio assessorato a favore dei cittadini e della Protezione Civile della Lombardia che si dimostra ancora una volta all´avanguardia e in prima linea per rispondere in maniera concreta e immediata alle emergenze". L´individuazione di una Centrale Operativa dell´Emergenza Urgenza/118 (Coeu) quale sede operativa e organizzativa del numero unico europeo 112 lombardo è motivata dal fatto che le Coeu sono già dotate di tecnologie adeguate, di linee telefoniche digitali e soprattutto di una pluriennale esperienza nell´utilizzo di software applicativi adeguati alla complessità della gestione dell´emergenza, dalla chiamata alla risposta operativa, anche in coordinamento con altre Forze. "Questo progetto - ha aggiunto Formigoni - viene realizzato ottemperando pienamente tutte le indicazioni prescritte dalla direttiva europea per il suo corretto funzionamento, e che si sintetizzano in tre punti: localizzazione, comunicazione e accessibilità". Localizzazione - Per localizzazione si intende la possibilità per gli operatori che ricevono la chiamata di emergenza di poter riconoscere in pochi secondi l´esatto punto da cui parte la telefonata. "Si tratta - ha aggiunto il presidente - di una grossa novità rispetto agli attuali servizi d´emergenza del 118, che non prevedevano questa caratteristica. Essa è stata resa possibile dalla stretta collaborazione col Ministero degli Interni, che ha messo a disposizione gli avanzati applicativi di cui è in dotazione il C.e.d. (Centro Elaborazione Dati) Interforze". Evidenti i vantaggi in termini di efficienza complessiva dei sistemi di soccorso e di ulteriore garanzia per la sicurezza del cittadino. Comunicazione - Il lancio del progetto verrà affiancato da una contestuale e massiccia campagna di comunicazione rivolta alla cittadinanza, per favorire la conoscenza di questo strumento con particolare riferimento alle fasce deboli e disagiate. Ad oggi infatti solo una ristrettissima cerchia di utenti è a conoscenza delle funzionalità e delle caratteristiche del nuovo Numero Unico di Emergenza europeo, ed è necessario intervenire per colmare questo gap. Accessibilita´ - La Direttiva europea prescrive infine come ultima caratteristica del servizio che esso sia accessibile anche agli utenti finali disabili. Per questo motivo è attivo anche un servizio di messaggistica Sms, ad esempio per coloro che sono affetti da sordità e sordomutismo, che consente di attivare un protocollo dedicato alla gestione di questa particolare tipologia di chiamate. Infine il servizio è strutturato anche per fornire una risposta multilingue: gli operatori saranno infatti in grado di deviare in brevissimo tempo la chiamata ad interpreti specializzati in un numero molto ampio di lingue straniere, a garanzia della massima accessibilità per chiunque. Attualmente il servizio è disponibile in 5 lingue: italiano, inglese, francese, tedesco e russo.  
   
   
MERCATO DEI DERIVATI: PIÙ TRASPARENZA E NUOVE REGOLE  
 
Bruxelles, 22 giugno 2010 - Il mercato degli strumenti derivati deve essere sottoposto a regole più rigorose al fine di ridurre il business speculativo e assicurare che il maggior numero possibile di derivati sia reso più trasparente, limitando il rischio. Questo è il messaggio principale della risoluzione approvata martedì dal Pe, che propone anche soluzioni specifiche per i cosiddetti credit default swaps e per le aziende. Nel pieno della crisi del debito greco, tali strumenti finanziari sono generalmente criticati a causa delle modalità non trasparenti attraverso le quali vengono negoziati. Attualmente, tale mercato è in discussione a livello nazionale e europeo e anche in seno al G20. La risoluzione non legislativa del Pe arriva poche settimane prima della pubblicazione da parte della Commissione delle sue proposte legislative per regolamentare il settore e racchiude quindi le proposte dei deputati, che dovranno in seguito approvarle sui punti più importanti della questione. Maggior trasparenza e regole più severe per contrastare le bolle speculative - I deputati chiedono di abbandonare "l´opinione finora prevalente secondo cui tali prodotti non richiedono alcuna disciplina supplementare, in quanto per lo più riservati a esperti e specialisti" e chiedono che "la futura normativa garantisca non solo la trasparenza sui mercati dei prodotti derivati, ma anche una corretta regolamentazione". Il testo approvato invita la Commissione a esaminare nuove modalità per ridurre in modo significativo il volume globale di prodotti derivati e sostiene la proposta dell´Esecutivo di proporre requisiti patrimoniali più elevati per gli istituti finanziari in caso di contratti bilaterali di derivati non ammissibili alla compensazione centrale e dunque al sistema di riduzione del rischio (sistema di controparti centrali di compensazione o Ccp). Al fine di contrastare le fluttuazioni sproporzionate dei prezzi e le bolle speculative, il Pe invita la Commissione a elaborare misure che consentano alle autorità di regolamentazione di fissare dei limiti per le posizioni di mercato. La nuova legislazione che sarà proposta dalla Commissione dovrà anche includere norme sul divieto di eseguire operazioni su materie prime e prodotti agricoli con finalità puramente speculative. In tal senso, bisogna imporre, secondo i deputati, limiti rigorosi per le transazioni in tali settori, con particolare riferimento ai generi alimentari di prima necessità nei paesi in via di sviluppo e alle quote di emissione dei gas a effetto serra. Diminuire il fattore rischio - Uno dei punti principali del testo approvato è la necessità che un maggior numero di prodotti finanziari derivati sia trattato a partire da un sistema centralizzato di diminuzione del rischio. Per raggiungere tale risultato, i deputati propongono di garantire la resilienza delle Ccp nei confronti di una più ampia gamma di rischi, "incluso il fallimento di più partecipanti, le vendite improvvise di risorse finanziarie e la rapida riduzione della liquidità del mercato". Tali Ccp, inoltre, dovrebbero essere istituite secondo "chiare regole di condotta e necessarie norme vincolanti", onde evitare che siano interamente controllate dagli utenti e che i loro sistemi di gestione dei rischi siano in competizione. Caso specifico delle aziende - I deputati chiedono che il commercio fuori borsa di derivati, quando compiuto da imprese che agiscono come utenti finali, sia sottoposto a una regolamentazione meno stringente, che tenga conto dei rischi specifici ai quali le aziende sono esposte rispetto ai grandi operatori del mercato e agli istituti finanziari Credit default swaps - La risoluzione approvata chiede il divieto di transazioni speculative sui credit default swap (Cds) e insiste che tali prodotti debbano essere trattati da una Ccp europea per diminuire i rischi, rafforzare la trasparenza e ridurre i rischi sistemici. Infine, la risoluzione deplora la mancanza d´informazione sul ruolo dei Cds nella crisi di alcuni paesi dell´eurozona e chiede una piena divulgazione alle autorità di regolamentazione e di vigilanza. Procedura - Nel mese di settembre, la Commissione presenterà la sua proposta legislativa sui derivati. Il testo inizierà, dunque, il suo iter sia al Consiglio dei Ministri che al Parlamento, le due istituzioni che condividono il potere legislativo.  
   
   
LIBIA: PROGREDIRE VERSO UNA MORATORIA SULLE ESECUZIONI  
 
Bruxelles, 22 giugno 2010 - Ferma condanna dell´esecuzione d 18 persone in Libia, giusti processi e trattamento umano durante la detenzione sono le richieste contenute nella risoluzione approvata giovedì scorso dal Parlamento. I deputati esortano le autorità libiche a progredire verso una moratoria sulle esecuzioni, e gli Stati membri che rinviano gli immigrati in tale Paese a porre immediatamente fine a queste pratiche qualora sussista il rischio che la persona interessata possa essere sottoposta alla pena di morte. Ribadendo la sua opposizione di lunga data alla pena di morte, il Parlamento ha sottolineato ancora una volta che la sua abolizione contribuisce a promuovere la dignità umana e a far progredire i diritti dell´uomo. Nonostante la Libia sia recentemente divenuta membro del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, secondo quanto riferito dal giornale "Cerene" 18 persone sarebbero state giustiziate il 30 maggio scorso a Tripoli e a Bengasi a seguito dell´accusa di omicidio premeditato; le loro identità non sono state rese note. Tra esse figurerebbero anche cittadini stranieri. In base alla della Carta dei diritti fondamentali dell´Unione europea, "nessuno può essere allontanato, espulso o estradato verso uno Stato in cui esiste un rischio serio di essere sottoposto alla pena di morte, alla tortura o ad altre pene o trattamenti inumani o degradanti". Tuttavia, secondo l´Unhcr in Libia sono stati registrati 9000 rifugiati che rischiano costantemente di essere rinviati nei loro paesi d´origine e di transito, senza che i principi della Convenzione di Ginevra siano rispettati, esponendoli così al rischio di persecuzione e morte. Stop al rinvio d´immigrati se rischiano la pena di morte - Nei centri di detenzione per rifugiati si sarebbero registrati casi di maltrattamento, tortura e omicidio, come pure casi di abbandono di rifugiati in zone desertiche ai confini tra la Libia e altri paesi africani. I deputati chiedono quindi che alle persone arrestate sia garantito un trattamento umano durante la detenzione e processi giusti conformemente al diritto internazionale, compreso il diritto a un avvocato di propria scelta e il rispetto del principio della presunzione di innocenza. Gli Stati membri che rinviano gli immigrati in Libia in cooperazione con Frontex sono invitati dunque a porre immediatamente fine a questa pratica qualora sussista il serio rischio che la persona interessata possa essere sottoposta alla pena di morte, alla tortura o ad altre pene o trattamenti inumani o degradanti. La risoluzione, esprimendo profonda preoccupazione per la recente chiusura dell´ufficio dell´Unhcr di Tripoli, esorta le autorità libiche a ratificare quanto prima la Convenzione di Ginevra sui rifugiati e a consentire e facilitare lo svolgimento delle attività dell´Unhcr in Libia, inclusa la creazione di un sistema nazionale di asilo. Infine, i deputati si compiacciono della liberazione del cittadino svizzero Max Goeldi.  
   
   
TRATTATO DI LISBONA E MACROAREA ADRIATICA, LA VICEPRESIDENTE DELL’ EMILIA ROMAGNA SALIERA INAUGURA IL SEMINARIO  
 
 Bologna, 22 giugno 2010 – Le sfide del Trattato di Lisbona, l’Euroregione Adriatica e l’Emilia-romagna. In particolare, le maggiori opportunità di sviluppo e risorse per l’Emilia-romagna in un’ottica di collaborazione tra le due sponde dell’Adriatico: un obiettivo a cui la Regione sta lavorando anche attraverso una maggiore formazione dei suoi tecnici. Questi, in sintesi, i concetti espressi stamani da Simonetta Saliera, vicepresidente della Regione e assessore con delega all’Europa, in occasione dell’inaugurazione del seminario, in corso a Bologna, sull’impatto del Trattato di Lisbona sulle autorità locali e regionali. Una due giorni rivolta ai funzionari e agli amministratori degli enti locali territoriali del bacino dell’Adriatico, organizzata dalla Regione, dall’Istituto europeo per la pubblica amministrazione (Eipa) e dal Centro europeo per la regioni (Eipa-ecr) di Barcellona. “Il Trattato di Lisbona impone una maggiore capacità di essere innovativi e dinamici di fronte alla grave crisi che sta colpendo tutto l’Occidente industrializzato” ha sottolineato Saliera; “dobbiamo aumentare il nostro impegno sulla zona adriatica e rafforzare la collaborazione tra le istituzioni, gli enti locali e la classe politica dei Paesi che si affacciano sulle due sponde dell’Adriatico”. Per la vicepresidente “si tratta di mettere in campo idee e progetti nuovi e attraenti: crediamo fortemente che gli enti di ogni livello degli Stati delle due sponde adriatiche debbano lavorare insieme per il miglior sviluppo possibile dell’area. Non partiamo da zero – ha aggiunto la vicepresidente – : la Regione Emilia-romagna partecipa da tempo alle attività di cooperazione interistituzionale e di coordinamento delle politiche di sviluppo sostenibile nell’Euroregione Adriatica, per potenziarne lo sviluppo e favorire la ripresa economica”. Una forte collaborazione di tutta la macroarea adriatica permetterà di offrire maggiori opportunità di sviluppo anche all’Emilia-romagna; “questo – ha concluso Saliera – potrà essere possibile attraverso la condivisione di conoscenze comuni per realizzare un approccio condiviso e integrato delle problematicità comuni”.  
   
   
ADDIO AL CCT, ARRIVA IL CCTEU  
 
 Roma, 22 giugno 2010 - Il Ministero dell´Economia e delle Finanze annuncia l´emissione di un nuova classe di titoli a tasso variabile con cedole semestrali indicizzate all´Euribor 6 mesi che andranno gradualmente a sostituire i Cct in circolazione. Il nuovo titolo sarà emesso, di norma, con una scadenza di 7 anni, ma il Mef si riserva di proporre altre durate in base alle preferenze espresse dal mercato. In una prima fase il Ccteu verrà offerto tramite sindacati di collocamento, con l´obiettivo di pervenire ad un regime di emissioni regolari nelle aste di fine mese. Fin dalle prime operazioni di emissione, incluse quelle sindacate, il Mef, per quote limitate rispetto ai volumi delle singole operazioni, darà agli investitori che detengono i vecchi Cct in portafoglio la possibilità di concambiarli con i Ccteu. In seguito, tali investitori avranno ulteriori occasioni per scambiare vecchi contro nuovi titoli mediante regolari operazioni di concambio ordinarie (riservate agli Specialisti in titoli di Stato) condotte con una frequenza coerente con le esigenze espresse dal mercato. A salvaguardia dei possessori dei vecchi Cct il Mef si impegna inoltre a garantirne la liquidità e l´efficienza del mercato secondario attraverso tutti gli strumenti disponibili della gestione del debito. Ad ogni Cct in circolazione verrà inoltre garantito il mantenimento di un flottante minimo in modo da agevolare l´attività di quotazione e scambio da parte dei market maker sul mercato secondario.  
   
   
EMISSIONE DEL PRIMO CCTEU  
 
Roma, 22 giugno 2010 - Il Ministero dell´Economia e delle Finanze comunica di aver affidato a Banca Imi S.p.a., Bnp Paribas, Jp Morgan Securities Ltd., Monte dei Paschi di Siena Capital Services Banca per le Imprese Spa e Unicredit Bank A.g. Il mandato per il collocamento sindacato del primo Ccteu con scadenza 15 dicembre 2015. Il nuovo titolo avrà cedola semestrale indicizzata all´euribor 6 mesi. I restanti Specialisti in titoli di Stato sono invitati in qualità di Co-lead dell´operazione. Il Mef, a determinate condizioni di offerta e attraverso esclusivamente i Lead manager dell´operazione, darà anche l´opportunità agli investitori di acquistare il nuovo titolo scambiandolo con preselezionati Cct in circolazione (in transazioni off-shore nei confronti di soggetti non statunitensi, in conformità con il Regolamento S ai sensi dello Us Securities Act del 1933, come modificato) che saranno annunciati in una comunicazione specifica. La transazione sarà effettuata nel prossimo futuro, in relazione alle condizioni di mercato.  
   
   
MANOVRA.FORMIGONI-FONTANA:CAMBIARLA,REGIONE LOMBARDIA E COMUNI UNITI  
 
Varese, 22 giugno 2010 - Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, e il presidente dell´Anci-lombardia, Attilio Fontana, hanno avuto ieri pomeriggio a Varese un colloquio per un aggiornamento e un esame ulteriore sui temi della manovra finanziaria del Governo, che vede Regione, Province e Comuni della Lombardia uniti nella valutazione e nella proposta di modifica. Il colloquio è avvenuto alla vigilia del Consiglio regionale dedicato alla manovra e 48 ore prima della manifestazione dei sindaci a Roma. "Abbiamo una preoccupazione comune - ha dichiarato Formigoni all´uscita dall´incontro - e cioè che la manovra è assolutamente sproporzionata a svantaggio di Regioni, Comuni e Province. Ci siamo ulteriormente raccordati tra di noi perché la nostra azione sia ancora più incisiva nel far presenti i diritti e gli interessi dei nostri cittadini e delle nostre istituzioni. Condividiamo la necessità della manovra, ma devono essere trovate nuove modalità: la manovra deve radicalmente cambiare perché così com´è è del tutto sproporzionata".  
   
   
RICERCA DEL CISE SU DEMOCRAZIA E POLITICA: LA TOSCANA STUDIA NUOVE FORME DI PARTECIPAZIONE UNA RIFLESSIONE SUL VOTO AI SEDICENNI NEI QUARTIERI  
 
Firenze, 22 giugno 2010 - «La discussione inizierà in estate, per poi tirare la cima in autunno - spiega l´assessore alle riforme e al rapporto con gli enti locali, on. Riccardo Nencini - Con un´esame prima di tutto sul funzionamento sulla legge sulla partecipazione e poi con la proposta di estendere per tutti i consigli di quartiere il diritto di voto anche ai sedicenni». L´obiettivo? «Rafforzare nei prossimi due anni la partecipazione dei cittadini all´attività delle istituzioni». La politica è in crisi: anche in Toscana, che forse negli ultimi venti anni ha gradualmente perso la sua eccezionalità. Se ne è parlato stamani a Palazzo Cerretani a Firenze, dove è stata presentata la ricerca “Cultura politica, democrazia e partecipazione in Toscana” commissionata dalla Regione e curata dal ricercatore Lorenzo De Sio, membro del Centro italiano studi elettorali (Cise). «E´ una sorpresa più emotiva che razionale – confessa l´assessore – La storia di partecipazione della Toscana in questi anni si è chiaramente frammentata e chi di politica si occupa lo ha percepito. Ma la Toscana almeno ha provato per tempo, da alcuni anni, a cercare una risposta a questo domanda». Nel 2007 è stata approvata una legge per stimolare il coinvolgimento dei cittadini sulle decisioni delle istituzioni e l´elaborazione di politiche locali, la prima (e finora unica) legge sulla partecipazione di una Regione in Italia. Nel 2004 ha istituzionalizzato le primarie. «Rimane forte la partecipazione municipalistica e localistica, quando una questione tocca da vicino i cittadini. Appare lenta la partecipazione quando i temi appaiono più lontani – ricorda Nencini - Ed è quest´ultima che va recuperata: «Dalla ricerca emerge anche l´estremizzazione del bipolarismo – aggiunge – Ma forse questa tendenza ha già subito una successiva evoluzione e i sostenitori del bipolarismo sono oggi di meno». La ricerca si basa infatti su una serie di interviste ad un campione di mille elettori realizzate tra la fine del 2008 e l´inizio del 2009.  
   
   
MAGGIORANZA FEMMINILE NELLE DG DELLA REGIONE TOSCANA IERI I DECRETI DI NOMINA, TRE LE DONNE SU CINQUE STRUTTURE DUE NUOVI INGRESSI E TRE RICONFERME NELLE POSIZIONI AL VERTICE  
 
Firenze, 22 giugno 2010 - Maggioranza femminile nelle direzioni generali della Regione Toscana. Con i decreti di nomina firmati ieri il presidente Enrico Rossi prosegue dunque in una linea annunciata nel corso della campagna elettorale e messa in pratica al momento della composizione della giunta regionale. Ieri le attese nomine alle direzioni generali, che sono cinque al posto delle otto precedenti. In questa compagine sono due le new entry, quelle di Carla Donati, alla direzione generale Organizzazione e risorse (personale, bilancio e altri settori) e quella di Beatrice Sassi alla direzione generale Diritti di cittadinanza e coesione sociale (sanità e welfare). Entrambe provengono dal settore sanitario: Donati è stata a lungo responsabile del settore Finanza della direzione generale per il diritto alla salute, e Sassi proviene dell´Azienda Ospedaliera Universitaria di Careggi, di cui è stata fino ad oggi direttore amministrativo. Tre le riconferme, Lucia Bora alla direzione generale della Presidenza, Alessandro Cavalieri alla dg Competitività del sistema regionale e sviluppo delle competenze (industria, lavoro, turismo e commercio, agricoltura...) e Mauro Grassi alla dg Politiche territoriali, ambientali e per la mobilità (pianificazione, energia, infrastrutture).  
   
   
COMITATO DI SORVEGLIANZA POR 2007-2013.PELILLO:CREDERE NELLA PROGRAMMAZIONE DAL BASSO  
 
Bari, 22 giugno 2010 - La verifica dello stato di attuazione del Programma è stato l´obiettivo principe del quinto Comitato di Sorveglianza del Por Puglia 2007-2013. Presieduti dal’Assessore al Bilancio e programmazione Michele Pelillo e coordinati dall´Autorità di Gestione Luca Limongelli, i lavori del Comitato hanno visto la partecipazione dei rappresentanti ministeriali ed in particolare dei delegati della Commissione Europea (Dg Politica Regionale) e del Ministero dello Sviluppo Economico (Dipartimento di Sviluppo e Coesione Economica), oltre che del Partenariato economico ed istituzionale della Regione. Nel corso della riunione, il Comitato ha approvato il Rapporto Annuale di Esecuzione al 31.12.2009 (Rae 2009) e lo stato di attuazione del Programma al 30 Aprile 2010 (comprese le prospettive di spesa al 31.12.2010). La valutazione complessiva è quella di un quadro positivo rispetto alle iniziative attivate. L’autorità di Gestione ed i responsabili regionali impegnati nell’attuazione del Programma hanno riferito sullo stato di avanzamento degli Obiettivi di Servizio, sullo stato di attuazione del Piano di Comunicazione e sul Rapporto Annuale di Controllo. L´assessore regionale al Bilancio e Programmazione Michele Pelillo ha chiarito come il percorso del Fesr si intersechi con il difficile scenario politico finanziario che caratterizza questo particolare momento. “I tagli operati dalla Finanziaria, la persistente incertezza relativa ai Fondi Fas, le difficoltà imposte dal rispetto del Patto di Stabilità in contrasto con la necessità di assicurare la maggior spesa possibile – ha dichiarato l’Assessore – ci impongono ancora più severità e adeguatezza nelle scelte e nella gestione delle risorse Fesr. Se questo scenario di criticità dovesse persistere, non escludo – ha concluso l’Assessore – che dovremo ragionare su una rimodulazione del nostro Por”. Particolare rilievo ha assunto nel corso della discussione, lo stato di attuazione della programmazione di Area Vasta, sia in relazione alla necessità, rivendicata da parte dei rappresentanti presenti, di un definitivo pronunciamento istituzionale richiesto al Presidente della Giunta regionale di un inquadramento complessivo – e non per stralcio – della programmazione strategica, sia alla necessità espressa dall’Anci e dai rappresentanti del Partenariato di una maggiore integrazione interistituzionale anche a livello istruttorio delle proposte progettuali. L’assessore Pelillo, nel riconfermare puntualmente l’iter travagliato nella definizione delle proposte progettuali e la volontà di credere alla scelta della programmazione dal basso, pur segnalando una complessiva lentezza nel rimuovere l’inerzia di un meccanismo in verità anche abbastanza complesso, ha sottolineato l’importanza dell’appuntamento che nei primi giorni del mese di luglio vedrà le Aree Vaste ad un tavolo di confronto interistituzionale. Il rappresentante della Commissione europea, Marcello Roma, e il rappresentante del Ministero dello Sviluppo economico, Giorgio Pugliese, hanno espresso il loro apprezzamento per lo sforzo dell’amministrazione regionale teso a consentire alla regione, nonostante le difficoltà riscontrate, il miglior utilizzo dei fondi assegnati alla Puglia.  
   
   
VENDOLA E AMATI POSANO PRIMA PIETRA NUOVA SEDE REGIONE PUGLIA  
 
Bari, 22 giugno 2010 - Il Presidente Nichi Vendola, accompagnato dall’assessore regionale alle Opere pubbliche Fabiano Amati, ha posato ieri mattina, nel corso di una cerimonia, la prima pietra della nuova sede regionale pugliese, che ospiterà nove assessorati, finora sparsi in sedi disagevoli e mal collegate e talvolta non di proprietà regionale. Erano presenti anche il presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna e gli assessori Michele Pelillo e Ida Dentamaro. La sede, in via Gentile al quartiere Japigia di Bari, è al centro di un importante intervento dei Pirp, i piani di riqualificazione delle periferie, che vedrà anche il trasferimento – a cura del comune di Bari – delle cosiddette “case parcheggio” di fronte al comando della Polizia Municipale. L’arcivescovo di Bari-bitonto, Monsignor Francesco Cacucci, ha benedetto il cantiere e l’avvio dei lavori. Alla cerimonia hanno partecipato consiglieri regionali e autorità civili e militari. La nuova sede regionale sarà ospitata presso l’ex Centro Servizi del Ministero delle Finanze; i lavori di ristrutturazione, affidati all’azienda “Matarrese spa” mediante procedura di gara con il sistema dell’appalto integrato, prevedono un investimento di 34 milioni di euro e la realizzazione di interventi di ristrutturazione di due corpi di fabbrica esistenti e la demolizione e ricostruzione, con un aumento della volumetria complessiva, per altri due corpi di fabbrica, per una superficie complessiva di 26.000 mq ed una volumetria complessiva di 92.000 Mc. Il lotto inaugurato riguarda la ristrutturazione della prossima sede degli assessorati; nel lotto più a nord, dove ci sono strutture militari abbandonate, sarà costruita ex novo la sede del Consiglio regionale, con due corpi di fabbrica e un’aula consiliare. Entrambi i lotti saranno integrati in un parco urbano attrezzato aperto al pubblico con parcheggi e impianti sportivi. “La cerimonia di oggi – ha detto il presidente Vendola - rappresenta un momento storico per l’ente regione che diventa un’entità verificabile e misurabile. La nuova struttura offrirà un ambiente di lavoro civile e salubre per tutti i dipendenti regionali e migliorerà il difficile rapporto tra istituzioni e cittadini, costretti quasi ad ingaggiare un’agenzia di investigazioni ogni qualvolta hanno la necessità di individuare la sede di un ufficio regionale”. “Entro la fine del 2011 – ha detto l’assessore Amati - saranno completati i lavori di ristrutturazione della nuova sede della Regione Puglia, che ospiterà tutti gli assessorati regionali ed entro l’inizio del 2013 saremo in grado di trasferire in un’unica sede sia gli assessorati che il Consiglio regionale, risparmiando il pagamento di un canone annuo di locazione di oltre 3 milioni di euro ed attivando un’opera di risanamento e riqualificazione urbana estremamente significativa”.  
   
   
LA REGIONE PIEMONTE E LA VENARIA REALE PROTAGONISTI A SHANGHAI TECNOLOGIA E BENI CULTURALI. PER L´ASSESSORE CASONI ESEMPIO RIUSCITO DI EFFICIENTE SINERGIA  
 
Torino, 22 giugno 2010 - Da oltre un mese e mezzo si sta tenendo in Cina, a Shanghai, l’Esposizione Universale del 2010, importantissimo evento e straordinaria vetrina mondiale che, fino al prossimo 31 ottobre, rappresenterà il più importante polo di attrazione per governi e persone di tutto il mondo. Occasione unica per esporre ogni tipo di eccellenza nella capitale economica e finanziaria della Cina, l’Expo vede ben 242 partecipanti tra Paesi e Organizzazioni Internazionali e prevede un complessivo di oltre 70 milioni di visitatori. Anche l’Italia vi partecipa, con un proprio padiglione, ospitando esempi di eccellenze italiane e una ricca serie di eventi artistici, culturali e imprenditoriali: tra questi, nelle prossime giornate del 24 e 25 giugno, vi è da annoverare il forum – voluto dal Ministero degli Affari Esteri e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali – interamente dedicato alle tecnologie per la cultura. “Grazie all’esperienza e alla competenza maturate nell’ambito del restauro e della conservazione del patrimonio artistico – sottolinea l’assessore regionale al Commercio William Casoni – anche il Piemonte sarà presente, portando il pregevole esempio di quanto realizzato alla Reggia di Venaria e le competenze delle proprie aziende”. “Certamente è un segnale di riconoscimento per l’impegno profuso negli anni – continua l’assessore Casoni – nell’affermazione dell’eccellenza piemontese in materia di restauro e conservazione, sia in ambito nazionale che internazionale”. “Con l’esempio della Reggia di Venaria in primis, ma senza dimenticare altre molteplici e importanti realtà su tutto il territorio regionale, – precisa l’assessore Casoni – il Piemonte ha saputo concretizzare una straordinaria ed efficiente sinergia, guardando al proprio futuro ma al tempo stesso trasformandosi in modo innovativo e facendo della valorizzazione del proprio patrimonio storico e culturale uno dei propri punti di forza”. “Attraverso il risultato di questa sinergia – conclude l’assessore Casoni – che vede impegnato il pubblico e il privato, la cultura e l’impresa, la storia e il futuro, siamo ora a presentarci al mondo intero come esempio di professionalità, competenza ed efficienza: un’esperienza che deve continuare e deve essere ripresa in tutti gli ambiti, così da rendere sempre più i beni presenti sul nostro territorio parti attive e dinamiche del tessuto economico e sociale della regione”.  
   
   
REGIONE ABRUZZO : RISORSE PER 37 MLN PER OBIETTIVI DI SERVIZIO  
 
 L´aquila, 22 giugno 2010 - Arrivano nuove risorse finanziarie per migliorare la qualità della vita degli abruzzesi. La Regione Abruzzo ha infatti raggiunto gli Obiettivi di servizio inseriti nel Quadro strategico nazionale ottenendo in questo modo la premialità di 37 milioni 530 mila euro che nel 2013 potrebbero arrivare a 139 milioni. "Si tratta di un risultato eccezionale - ha spiegato il presidente della Regione, Gianni Chiodi - che esalta la capacità dell´Abruzzo di fare squadra sul territorio raggiungendo gli obiettivi che avevamo inserito nel programma regionale. Un segnale forte - ha aggiunto Chiodi - che sta a confermare quanto sia importante e decisiva la collaborazione politica e amministrativa tra la Regione Abruzzo e gli enti locali dislocati sul territorio che in questo modo potranno fruire totalmente della premialità conseguita". Gli Obiettivi di servizi raggiunti riguardano i settori dell´Istruzione, del Sociale con gli asili nido e l´assistenza domiciliare integrata, il sistema dei rifiuti e dell´idrico. Nel dettaglio, la Regione Abruzzo ha avviato con gli enti locali che operano in questi settori una serie di azioni da promuovere sul territorio e che richiedono la sinergia tra le strutture regionali interessate e le istituzioni presenti sul territorio (Comuni, Asl, distretti socio-sanitari, Ato) "il tutto per migliorare la qualità della vita dei cittadini abruzzesi e per incentivare la convenienza delle imprese ad investire sul territorio". Questa, prima, riuscita collaborazione Regione-enti locali ha garantito la premialità con risorse aggiuntive di oltre 37 milioni di euro "che - conferma Chiodi - verranno spalmate sul territorio agli stessi enti virtuosi che li avranno raggiunti e che hanno partecipato, positivamente con le loro azioni, al meccanismo della premialità. Quello che voglio sottolineare - ha concluso il Presidente - è che la verifica positiva è stata raggiunta dalle sole risorse ordinarie ed in assenza delle risorse Fas e quello che chiedo è di proseguire su questa linea in modo da farci riconoscere nel 2013 la premialità completa di 139 milioni di euro".  
   
   
TAGLI? NON DA PICCOLI COMUNI RIBADITA INTESA TRA REGIONE LOMBARDIA E ANCI, ENTI LOCALI FANNO SISTEMA  
 
Drizzona/cr, 22 giugno 2010 - I tagli alle risorse economiche previsti nella manovra finanziaria non penalizzino i piccoli Comuni. Questo il messaggio portato il 19 giugno dall´assessore alla Semplificazione e Digitalizzazione della Regione Lombardia, Carlo Maccari, e dal delegato del presidente Formigoni alle relazioni con gli Enti locali, Marco Lionello Pagnoncelli, intervenuti alla prima assemblea dei Piccoli Comuni lombardi che si è svolta a Drizzona (Cremona). "La preoccupazione espressa in questi giorni - ha detto Maccari - è particolarmente sentita proprio nel caso delle piccole realtà locali che, da anni, sono le prime a sacrificarsi quando si tratta di ridurre le risorse e accorpare servizi anche essenziali, come quelli relativi all´istruzione e alla sanità". In Lombardia, 7 comuni su 10 hanno meno di 5000 abitanti, rappresentando il 22% della popolazione. A questo proposito, Maccari ha ricordato che proprio i Comuni saranno al centro della grande riforma di semplificazione e trasparenza della Pubblica Amministrazione voluta dalla Regione per la legislatura appena avviata. "E´ necessario partire proprio dalle piccole realtà - ha spiegato Pagnoncelli - perché sono il primo punto d´ascolto per i cittadini e le aziende locali. Se funzionano le macchine amministrative dei Comuni, tutto il sistema regionale può trarne beneficio e, in questo modo, le risorse possono essere razionalizzate senza tagli indiscriminati". "Regione Lombardia - ha continuato Pagnoncelli - accoglie l´appello del presidente dell´Anci Attilio Fontana e conferma la sua disponibilità a lavorare insieme ai piccoli Comuni per le politiche del territorio". "Soprattutto perché, come ha sempre detto il presidente Formigoni - ha aggiunto Pagnoncelli - è indispensabile verificare insieme le correzioni alla manovra finanziaria del Governo affinché la ripartizione dei sacrifici sia uguale per tutti". Maccari e Pagnoncelli hanno inoltre annunciato questa mattina al presidente Fontana l´intenzione di proporre direttamente ai 1546 sindaci lombardi di affidare ad un assessore delle loro Giunte la delega alla semplificazione, permettendo la creazione di una rete di referenti in grado di lavorare con noi in tema di riduzione della burocrazia, efficienza delle procedure e trasparenza degli atti.  
   
   
BOLZANO: THEINER PRESENTA LO STUDIO SULL´ESTREMISMO  
 
Bolzano, 22 giugno 2010 - “I risultati di questa indagine costituiscono la base per elaborare un catalogo di misure contro il fenomeno dell’estremismo, senza distinzione di provenienza", ha sottolineato l´assessore provinciale Richard Theiner presentando il 18 giugno a Bolzano lo studio sull´estremismo in Alto Adige. Il documento è disponibile anche online. "Contrastare ogni forma di estremismo e promuovere nel contempo la pacifica convivenza tra i tre gruppi linguistici e le tre culture presenti nella nostra provincia è il nostro obiettivo", ha affermato il referente per la famiglia, sanità e politiche sociali Richard Theiner. Nel luglio scorso l´assessore, su incarico della Giunta provinciale, ha istituito un “tavolo di confronto sull’estremismo in Alto Adige”. Oggi sono stati presentati il risultato dell’indagine e il catalogo di misure approvato dalla Giunta provinciale. Il tavolo di confronto ha innanzitutto ravvisato l’esigenza di condurre un’indagine sul fenomeno in Alto Adige per poter sviluppare idonee misure di contrasto a fronte di dati concreti. L’assessorato ha quindi incaricato il Forum Prevenzione (Peter Koler), supportato a livello scientifico dal prof. Lothar Böhnisch della Libera Università di Bolzano, di condurre l’indagine mirata. Complessivamente sono stati 154 i rappresentanti del mondo della scuola, del lavoro giovanile e del sociale, dei Comuni, delle Forze dell’Ordine e della Magistratura ad aver partecipato all’indagine. I risultati emersi evidenziano come non vi sia una sola causa all’origine del fenomeno ma una serie di fattori concomitanti. Il catalogo delle misure punta innanzitutto sullo sviluppo di un “sistema di allarme preventivo”: creando un forte collegamento tra i centri giovanili, le associazioni e le scuole in tutta la provincia è possibile riconoscere precocemente i segnali di disagio dei giovani. “Non si tratta di criminalizzare. Vogliamo capire dove i giovani hanno bisogno di aiuto perché nella loro emarginazione essi stessi sono portati ad emarginare gli altri,” ha ricordato Peter Koler. Vanno inoltre rafforzate le competenze di coloro che già operano sul territorio: attraverso il supporto offerto da persone con esperienze specifiche nel lavoro giovanile e nella comunicazione, i centri giovanili, gli assessori alla gioventù dei Comuni, le associazioni e le scuole, potranno meglio affrontare e contrastare i fenomeni di estremismo. “L´attività deve puntare soprattutto alla prevenzione,” ha sottolineato Theiner. È inoltre previsto lo sviluppo ulteriore delle iniziative di educazione civica nelle scuole e una campagna mirata alla promozione della cultura democratica, "perchè è importante la creazione di una cultura del rispetto,” ha specificato il direttore dell´Ufficio famiglia, donna e gioventù Eugenio Bizzotto. L’indagine sul fenomeno del’estremismo in Alto Adige è anche online all´indirizzo www.Provincia.bz.it/politiche-sociali/    
   
   
IMPRESE IN SICILIA: BANDO DA 53 MILIONI PER RICERCA E SVILUPPO  
 
Palermo, 22 giugno 2010 - "Poco piu´ di 53 milioni di euro per sostenere la ricerca industriale, lo sviluppo sperimentale e l´innovazione dell´apparato produttivo siciliano. Si tratta di contributi in favore del sistema della ricerca previsti dalla misura 4.1.1.1 del P.o.- Fers 2007-2013 grazie alla quale e´ possibile promuovere, consolidare e potenziare l´apparato produttivo siciliano, stimolando la collaborazione tra sistema della ricerca e imprese, favorendo la cooperazione e il trasferimento tecnologico e rendendo realmente piu´ competitive le pmi siciliane". Lo dice l´assessore regionale alle Attivita´ produttive, Marco Venturi, annunciando la definizione del bando da circa 53 milioni di euro (per l´esattezza 53.559.367 euro), in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana, il cui decreto e´ gia´ stato firmato dal dirigente generale del dipartimento Attivita´ produttive, Nicola Vernuccio. La misura 4.1.1.1 mira ad agevolare azioni di sostegno all´attivita´ di prevalente sviluppo sperimentale, ivi comprese quelle di ricerca industriale e di base, in connessione con filiere produttive, reti d´imprese, distretti tecnologici e produttivi, in settori di potenziale eccellenza che sperimentino un elevato grado di integrazione tra Pmi, universita´, centri di ricerca e grandi imprese. Secondo le direttive firmate da Venturi a marzo le agevolazioni non potranno superare il 100% dei costi ammissibili per la ricerca di base; il 50 per cento per la ricerca industriale e il 25% per lo sviluppo sperimentale e l´innovazione. I settori di eccellenza individuati e ritenuti rilevanti per lo sviluppo dell´innovazione a livello regionale sono: Ict, nuovi materiali e nanotecnologie, sistemi avanzati di manifattura, chimica, energia e ambiente, agroalimentare, trasporti e mobilita´ sostenibile, salute e scienze della vita. "I soggetti beneficiari delle agevolazioni - spiega Venturi - sono le imprese di tutte le dimensioni, comprese le aziende sanitarie; le Pmi, comprese le microimprese; le grandi imprese, esclusivamente in associazione con Pmi in ottica di distretto/filiera; universita´ ed Enti di ricerca. L´articolo 4 del bando inoltre prevede che i partenariati/raggruppamenti devono comprendere almeno 4 soggetti, tra i quali almeno 3 Pmi ed una Universita´ o Ente di Ricerca. Il capofila va individuato tra le imprese e in ogni caso tutte le imprese richiedenti - precisa - devono avere una sede operativa in Sicilia". I progetti presentabili devono avere un importo minimo di 500 mila euro e non possono superare i 6 milioni. Tra i costi ammissibili e´ possibile presentare quelli per il personale (ricercatori, tecnici e personale ausiliario impiegati per la realizzazione del progetto); quelli per strumenti ed attrezzature; spese per fabbricati e terreni utilizzati per il progetto di ricerca e per la sua durata; costi della ricerca contrattuale, delle competenze tecniche e dei brevetti. Le domande dovranno essere presentate entro 90 giorni dalla presentazione del bando sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana. A breve il bando sara´ pubblicato sui siti: www.Regione.sicilia.it/  e www.Euroinfosicilia.it/  Nei prossimi giorni inoltre sara´ pubblicato sulla Guce il bando di rilievo comunitario per l´affidamento della gestione e dell´assistenza tecnica di tutti i bandi dell´asse 4 del P.o.fers 2007-2013.  
   
   
PER IL PICENO IL RICONOSCIMENTO DI AREA AD ELEVATA CRISI INDUSTRIALE. IL PRESIDENTE DELLA REGIONE SPACCA: ´PER IL TERRITORIO SI APRONO CONCRETE POSSIBILITA´ DI NUOVI INVESTIMENTI´..  
 
Ancona 22 Giugno 2010 - Anche il Piceno e` stato riconosciuto, secondo l´indagine dell´Ipi (Istituto promozione industriale del ministero dello Sviluppo economico) come area ad elevata crisi per la regione Marche e dunque ricompresa tra quelle per le quali si potranno applicare le agevolazioni previste dalla legge 15 maggio 1989 n. 181 che prevedono misure di sostegno e di reindustrializzazione per i territori in difficolta`. Le aree di Ascoli e San Benedetto si aggiungono quindi a quelle di Fabriano e Jesi (di cui all``accordo di programma firmato il 19 marzo). L``elenco dei Comuni ricompresi nelle aree e nei distretti in situazione di grave crisi dovra` essere adesso approvato dal ministero dello Sviluppo economico e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. Tra i benefici della 181 di cui ora potra` godere anche il Piceno, figurano tra l´altro la promozione di nuove iniziative industriali, la rivitalizzazione del sistema imprenditoriale locale e la creazione di occupazione stabile, la riconversione e riqualificazione di aree industriali dismesse. ´L´inserimento di Ascoli e San Benedetto nell´elenco delle aree ad elevata crisi ´ commenta il presidente della Regione, Gian Mario Spacca ´ era una notizia che attendevamo da tempo. Ora si aprono infatti nel Piceno, territorio che ha risentito forse piu` di altri della congiuntura economica internazionale, nuove possibilita` per un´effettiva attrazione di investimenti nell´area´..  
   
   
POLITICHE GIOVANILI NELLE MARCHE, PUNTI DI FORZA E CRITICITA`  
 
 Ancona, 22 Giugno 2010 -´La Regione accompagna i giovani nella ricerca e realizzazione dei loro progetti perche` sono loro i protagonisti dello sviluppo della comunita`´. Da questo presupposto, espresso il 18 giugno dall´assessore alle Politiche giovanili, Serenella Moroder, ha preso avvio il primo incontro con gli assessori delle Province e dei Comuni capoluogo con delega alle Politiche Giovanili svolto questa mattina nella sede regionale. Si e` trattato di un primo momento utile per condividere le criticita` e le problematiche connesse alle politiche giovanili e per verificare le linee programmatiche di lavoro future, anche alla luce delle istanze proposte dal territorio. Un lavoro proficuo e attento alle esigenze delle nuove generazioni quello svolto finora che ha registrato, nel corso della precedente legislatura, un cambiamento di rotta nel passaggio da un intervento di tipo prevalentemente `assistenziale´, mirato sulle situazioni a `rischio´, ad una visione di tipo `promozionale´, volta a favorire la partecipazione istituzionale e sociale di un piu` ampio universo di giovani. Perche`, ha detto l´assessore ´vogliamo che i ragazzi siano felici di vivere nella propria regione, che partecipino attivamente con la loro intelligenza e creativita`; per questo dobbiamo fornire loro tutti gli stimoli necessari per una crescita sana, fisica e morale, che e` poi la crescita del nostro territorio´. In questa direzione, ci si e` avvalsi delle risorse finanziarie previste dalla legge regionale n. 46/95; risorse trasferite alle amministrazioni provinciali che hanno provveduto ad adottare bandi per il finanziamento dei progetti degli enti locali. E´ poi stata finanziata l´attivazione di nuovi interventi previsti nell´Accordo di Programma Quadro ´Giovani. Ri-cercatori di senso´, sottoscritto nel 2007, che puo` offrire opportunita` ai giovani e rappresentare un valido strumento anche ai fini della prevenzione del disagio giovanile, per una crescita autonoma e responsabile. E´ in funzione il portale delle Politiche Giovanili, www.Giovani.marche.it e Pogasmarche, nato per realizzare un network a supporto della comunicazione, della condivisione e della messa in rete di chi si occupa professionalmente di politiche giovanili e servizi informativi. ´Si tratta ora di trovare nuovo slancio, proseguendo, da un lato, con il lavoro proficuamente svolto in questi anni e, dall´altro, verificando nuovi filoni di intervento ´ ha proseguito Serenella Moroder - Le priorita`, urgenti, riguardano la messa a punto del nuovo piano triennale per gli interventi a favore di giovani e una prima ipotesi di proposta di legge regionale sulle politiche giovanili che dovra` innovare la precedente normativa. Occorre mirare ad un obiettivo strategico, ovvero rendere le politiche giovanili il fulcro di tutte le politiche: di promozione umana e culturale, dell´istruzione, del lavoro e della formazione, politiche socio sanitarie e della sicurezza, abitative. Contestualmente, per quanto riguarda l´Accordo di Programma Quadro, la Giunta regionale ha recentemente previsto risorse finanziare da impiegare per il cofinanziamento di alcuni interventi previsti nella sezione programmatica; si trattera` quindi di far partire progetti nuovi, cercando di coinvolgere il maggior numero di giovani possibile. Occorrera` naturalmente verificare il permanere della possibilita` di tale finanziamento alla luce della recente manovra finanziaria che ha tagliato anche i fondi Fas. Perche`, e` sotto gli occhi di tutti, il momento non e` dei migliori per ipotizzare scenari di crescita, soprattutto in termini di risorse finanziarie aggiuntive a favore delle politiche giovanili. In questo contesto di congiuntura particolarmente delicato mi rivolgo a tutti voi per costruire, insieme, un percorso coordinato, in una collaborazione proficua, efficace e senza sovrapposizioni, capace di promuovere programmi per i giovani, attivare strumenti, progetti socioculturali e forme di partecipazione giovanile in attivita` fondate su creativita`, crescita civile e democratica´ ha concluso l´assessore Serenella Moroder.  
   
   
CAMPAGNA CONTRO LO SFRUTTAMENTO IN AMBITO LAVORATIVO. IN EMILIA-ROMAGNA 173 PERSONE PRESE IN CARICO  
 
Bologna. 22 giugno 2010 – Sono arrivate in Emilia-romagna perlopiù dal nord Africa e dall’est Europa con la speranza di un futuro migliore. E invece, tra cantieri edili, campi, ristoranti e vendita di gadget, si sono ritrovate vittime di gravi forme di sfruttamento lavorativo. A cui però si sono ribellate. Sono le 173 persone – in carico dal 1 gennaio 2007 a oggi – che hanno usufruito, all’interno del progetto regionale “Oltre la Strada”, di programmi di prima assistenza e di protezione e integrazione sociale così come previsto dall’articolo 18 del decreto legislativo 286/98. Reggio Emilia (con 82 prese in carico) e Bologna (con 37) sono le due realtà principali in Emilia-romagna dove in questi ultimi anni le vittime di sfruttamento (per la maggior parte uomini, d’età compresa tra i 30 e i 40 anni) hanno trovato la forza di reagire e denunciare (rivolgendosi a un avvocato, alle forze dell’ordine, al numero verde anti-tratta) la propria condizione. Per quanto riguarda la nazionalità degli sfruttatori – riferiti alle 173 persone in carico dal 2007 a oggi – per la maggior parte si tratta di italiani: 128. Le persone vittime di sfruttamento lavorativo attualmente in carico (a giugno 2010) sono 112. “Ti sfruttano sul lavoro? Subisci violenze, minacce, ricatti? Chiamaci”. E’ questo lo slogan su cui si basa la campagna di comunicazione della Regione Emilia-romagna (assessorato Politiche sociali) contro le gravi forme di sfruttamento lavorativo. Sfruttamento che le persone, vittime o testimoni, possono segnalare e denunciare chiamando il numero verde nazionale contro la tratta: il servizio, che risponde al numero gratuito 800-290290, è multilingue e attivo 24 ore su 24. Dopo un primo contatto con la postazione nazionale (il servizio è finanziato dal Dipartimento Pari Opportunità) le telefonate provenienti dall’Emilia-romagna vengono smistate alle mediatrici culturali della rete di “Oltre la Strada”, il sistema di interventi nella lotta alla tratta di esseri umani e alle forme di sfruttamento che la Regione porta avanti da 14 anni attraverso gli enti pubblici locali e il terzo settore. “La campagna – sottolinea l’assessore regionale alle Politiche sociali Teresa Marzocchi – punta soprattutto all’emersione di quelle forme di grave sfruttamento in campo lavorativo che, nell’attuale momento di crisi economica, trovano anche nella ricca Emilia-romagna ulteriori spazi per diffondersi, come forma estrema del lavoro irregolare, in particolare attraverso il meccanismo dei sub-appalti. Una campagna informativa – conclude – i cui materiali sono disponibili per chi ci voglia affiancare e sostenere, e che è stata pensata sia per raggiungere le vittime, sia per creare una sensibilizzazione nella cittadinanza su questi temi”. La campagna si basa su tre canali di comunicazione attivati contemporaneamente per due settimane a partire da metà giugno: uno spot radiofonico in italiano e in inglese, trasmesso da un network di radio locali in grado di coprire l’intero territorio regionale; un volantino in italiano, inglese, cinese, arabo, russo e rumeno appeso alle cappelliere dei treni della rete regionale grazie alla collaborazione con Fer, Ferrovie Emilia-romagna. Infine, su tutti gli autobus urbani di Bologna verrà collocato nel retro del gabbiotto del conducente un’analoga locandina, sempre multilingue. Quest’ultima iniziativa, grazie alla collaborazione dei Comuni che fanno parte della rete di “Oltre la Strada”, verrà replicata anche sugli autobus di altre città della regione a partire da Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Ravenna, Modena e Ferrara. “Oltre la Strada”: i dati complessivi dal 1999 al 2009 - 2.762 prese in carico all’interno dei programmi territoriali; 600 presenze medie ogni anno all’interno dei programmi di assistenza; 3.121 permessi di soggiorno ottenuti (di cui 1.979 ai sensi dell’articolo 18); 6.164 interventi di re-inserimento socio-lavorativo (di cui 2.555 inserimenti lavorativi, 492 borse lavoro, 609 corsi di formazione professionale, 1.529 corsi di alfabetizzazione, 979 percorsi di orientamento al lavoro). Sono i dati complessivi, dal 1999 al 2009, del progetto “Oltre la Strada” – costo annuale un milione di euro, di cui 340mila dalla Regione, il resto dal Dipartimento Pari Opportunità – rivolto a persone straniere vittime di tratta e gravi forme di sfruttamento. Il progetto si basa su un sistema integrato di interventi sociali e socio-sanitari realizzati da un’ampia rete territoriale costituita da enti locali e soggetti del terzo settore. Attualmente in Emilia-romagna la condizione di sfruttamento più evidente risulta essere quella sessuale. Le altre tipologie di sfruttamento (principalmente lavorativo, edilizio e di “badantato”, accattonaggio, partecipazione forzata a situazioni caratterizzate da illegalità) sono però in una fase di crescente emersione: di qui la necessità di realizzare una campagna informativa per aiutare le vittime e sensibilizzare l’opinione pubblica.  
   
   
BOLZANO: TIROCINI ESTIVI NEL SOCIALE: BIZZO PRESENTA IL PROGETTO "COOPCUP"  
 
Bolzano, 22 giugno 2010 - Avvicinare i giovani tra i 16 e i 25 anni alle cooperative sociali: questo l´obiettivo primario di "Coopcup" il progetti di tirocini nel settore sociale presentato il 18 marzo a Bolzano dall´assessore provinciale allo sviluppo della cooperazione Roberto Bizzo. Coopcup nasce dalla collaborazione fra l’Assessorato alla cooperazione e il consorzio di cooperative sociali Federsolidarietà Alto Adige. Il progetto è finalizzato ad avvicinare giovani donne e uomini di età compresa tra i 16 e i 25 anni alle cooperative sociali. L´iniziativa è sostenuta e finanziata dalla Provincia attraverso l´Assessorato sviluppo della cooperazione. Presentando l´iniziativa a Palazzo Widmann, l´assessore Roberto Bizzo ha ricordato che oggi il movimento cooperativo ha bisogno di creare le condizioni per avvicinare le persone giovani al lavoro sociale, per facilitare un ricambio generazionale: "Serve una proposta di avvicinamento culturale consapevole, ma non troppo impegnativo, delle persone giovani ai temi del welfare, della solidarietà e del lavoro sociale. In questo contesto si inserisce il nuovo progetto Coopcup." La proposta prevede un percorso formativo d´aula e tirocini durante l´estate in una dozzina di cooperative sociali attive in Alto Adige, con la corrispondenza di una piccola borsa lavoro (600 euro) per chi partecipa allo stage. I ragazzi saranno inoltre affiancati, nelle ore di aula, nello sviluppo e nell´elaborazione di un´idea imprenditoriale, con premiazione finale dell´idea migliore. Le cooperative sociali, in quanto organizzazioni caratterizzate da un alto livello di capitale relazionale - ha sottolineato il presidente di Federsolidarietà Paolo Tanesini - offrono la possibilità a chi parteciperà al tirocinio di imparare a rapportarsi con altre persone che lavorano, con la realtà sociale e di ritagliarsi degli spazi dove poter crescere.  
   
   
BOLZANO: FASE OPERATIVA PER IL PROGETTO "CON NUOVE CULTURE"  
 
Bolzano, 22 giugno 2010 - Il progetto “Con nuove culture” è entrato nella fase operativa; nei giorni scorsi nell’ambito di un’incontro formativo/informativo tenutosi al Centro Trevi a Bolzano con gli esperti Alessandro Bollo e Alessandra Gariboldi della Fondazione Fitzcarraldo di Torino si è parlato delle best practices italiane per avvicinare i migranti alla cultura locale e analizzato la trasferibilità delle strategie operative adottate nella pratica locale. Il coinvolgimento dei cittadini nei processi culturali, secondo il vicepresidente della Provincia Christian Tommasini, è obiettivo fondamentale per la complessiva crescita culturale del territorio, di cui tutti sono chiamati ad essere protagonisti. “Su questa base – come ribadisce - ho voluto promuovere il progetto ‘Con nuove culture’, per favorire l’avvicinamento dei cittadini stranieri e la conoscenza da parte loro della cultura del territorio, così come la loro diretta partecipazione alla sua vita culturale: ciò significa creare opportunità e strumenti per implementare il dialogo interculturale e stimolare nuove consapevolezze identitarie nei cittadini, sia stranieri che autoctoni, attraverso la costruzione di conoscenze e memorie condivise, che facilitano la comprensione reciproca.” L’incontro con gli esperti della Fondazione Fitzcarraldo, Alessandro Bollo e Alessandra Gariboldi, ha preso le mosse dagli elementi che troppo spesso vengono dati per scontati. Alessandro Bollo ha ricordato che “Diventare un pubblico significa superare barriere” e questo è tanto più vero per chi proviene da contesti linguistici e culturali diversi. Per arrivare a proporre dei progetti che siano veramente interculturali è necessario conoscere bene le comunità a cui ci si rivolge, coinvolgerle alla pari nelle proposte che le riguardano direttamente individuando il linguaggio giusto a tal fine e mirare alla continuità delle iniziative proposte. La Fondazione Fitzcarraldo di Torino, occupandosi da circa 20 anni di ricerca, studi e formazione nel management e nelle politiche culturali è un osservatorio privilegiato di questi fenomeni. Affrontando il tema del ruolo che devono giocare le istituzioni, gli esperti hanno suggerito l’individuazione di una via specificamente italiana rispetto a quelle sperimentate finora all’estero. I partecipanti si sono mostrati particolarmente interessati alla presentazione delle best practices italiane che hanno coinvolto nello specifico musei, biblioteche, gallerie d’arte tra Modena, Bologna, varie località piemontesi, Roma, Bergamo, Milano, Reggio Emilia, in cui per ognuna sono stati messi in luce i punti di forza ma anche le criticità, particolarmente importanti in questo contesto di costruzione di esperienze. Tra le altre, è stata presentata la recente esperienza del Museo Archeologico, che in occasione della giornata internazionale ha proposto visite in albanese, arabo, bosniaco- serbo-croato, urdu ed hindi e schede in cinese, le lingue delle comunità più rappresentate a livello locale, avvalendosi di studenti e mediatori culturali. Nonostante l’uniformità nella promozione, le comunità hanno risposto in maniera differente. Il prossimo obiettivo operativo è la stesura di una scheda per la raccolta di dati sui frequentatori delle strutture o iniziative rappresentate dagli aderenti al progetto, nell’ottica della conoscenza dei propri interlocutori migranti accanto a quella dei pubblici locali. Di pari passo si raccoglieranno le esperienze locali e una serie di dati sulla presenza dei migranti sul territorio, verificando anche il tipo di esigenze culturali degli stranieri. È prevista, inoltre, la realizzazione di un sito dedicato al progetto. In questa fase iniziale di “Con nuove culture” si sta consolidando una rete di operatori che creando e gestendo in prima persona gli eventi potranno diventare moltiplicatori coinvolgendo di volta in volta altre strutture, associazioni, gruppi. Il ruolo del Dipartimento alla Cultura italiana è invece essenzialmente di coordinamento, informazione e documentazione.  
   
   
BASILICATA: DONNE E CARRIERE PUBBLICHE, MESSAGGIO DI DE FILIPPO ALL’ANDE  
 
Potenza, 22 giugno 2010 - “Il Cinquantesimo anniversario della Sentenza della Corte Costituzionale che dichiarò l’incostituzionalità delle leggi che precludevano alle donne molte carriere pubbliche, cade a poco più di un mese dalla nascita del nuovo governo lucano aperto, per la prima volta in quarant’anni di vita regionale, all’apporto determinante di una folta rappresentanza femminile”. Si è paerto con questa riflessione il saluto inviato, ieri sera, dal Presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, alle socie dell’Associazione Donne Elettrici (Ande), riunite a Potenza, presso la Galleria Civica di Palazzo Loffredo. “La celebrazione di una sentenza a dir poco storica che ha caratterizzato, nel dopoguerra, il non facile processo di parità nel mondo del lavoro e dell’impegno politico delle donne italiane – osserva ancora il Presidente De Filippo - è per la Regione Basilicata qualcosa di più di una ricorrenza da iscrivere nel pur prestigioso albo dei successi femminili. Quella sentenza ha rappresentato nel 1960, ma ancor di più costituisce oggi, uno sprone formidabile ad andare avanti lungo la strada delle riforme che l’intero Consiglio regionale della Basilicata si è impegnato a perseguire all’atto del proprio insediamento con il varo del nuovo Statuto. Un impegno – ha concluso De Filippo- che proseguirà con la definizione di una Legge elettorale che dovrà dare una risposta alle istanze di democrazia di cui sono portatrici le donne e le associazioni, come l’Ande, che bene interpretano l’ansia di partecipazione alla vita istituzionale della nostra Regione”.