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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 22 Febbraio 2011
AL VIA L´OPERAZIONE "HERMES" DI FRONTEX PER FRONTEGGIARE L´EMERGENZA IMMIGRAZIONE DI LAMPEDUSA  
 
 Bruxelles, 22 febbraio 2011 - Cecilia Malmström ha annunciato l´avvio in Italia dell´operazione Hermes da parte di Frontex (l´Agenzia europea per la gestione delle frontiere esterne), a partire dal 20 febbraio. La Commissaria agli affari interni ha dichiarato: "Sono lieta di annunciare l´avvio della missione "Hermes" di Frontex che da oggi assisterà ufficialmente le autorità italiane nella gestione del flusso migratorio dal Nord Africa, e in particolare degli arrivi dalla Tunisia nell´isola di Lampedusa. L´operazione rientra in un quadro più ampio di misure della Commissione europea, volte a fronteggiare questi flussi migratori eccezionali, che includono anche la cooperazione con le autorità tunisine, l´individuazione delle dotazioni finanziarie per la gestione delle emergenze e l´assistenza dell´Ufficio europeo di Polizia (Europol). Mi compiaccio inoltre dell´opportuna discussione che avrà luogo tra i Ministri degli esteri, su un´assistenza ad ampio raggio dell´Ue alla Tunisia. Il popolo tunisino chiede democrazia e sviluppo economico e sociale. Affrontare queste domande diminuirà l´immigrazione clandestina. Nell´ambito dell´operazione Hermes esperti degli Stati membri partecipanti saranno inviati in aggiunta ad un supporto navale e aereo per assistere le autorità italiane. Le risorse umane e tecniche potranno essere aumentate in funzione delle future necessità. Sulla base del Piano Operativo concordato con le autorità italiane gli esperti Frontex contribuiranno a raccogliere informazioni e ad interrogare gli immigrati. Si presterà particolare attenzione ad individuare coloro che possono aver bisogno di protezione internazionale. Frontex fornirà anche un supporto navale e aereo per la sorveglianza delle frontiere. La missione è stata avviata quattro giorni dopo aver ricevuto la richiesta ufficiale da parte della autorità italiane. È, questo, un chiaro segnale della solidarietà europea tra Stati membri e una prova concreta dell´impegno della Commissione europea ad assistere l´Italia in questa difficile situazione."  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA PROMUOVE L´ACCESSO UNIVERSALE ALL´EDUCAZIONE PRESCOLASTICA  
 
Bruxelles, 22 febbraio 2011 - In circa una famiglia europea su otto vi è un bambino di meno di sei anni. 19 milioni di bambini – uno su cinque – sono esposti al rischio della povertà. In data odierna la Commissione avvia, per la prima volta, un piano d´azione mirante ad assicurare ad ogni bambino migliori prospettive e a porre le basi per un efficace apprendimento permanente, per l´integrazione sociale, per lo sviluppo personale e l´occupabilità più avanti nella vita. Le proposte della Commissione, una delle quali propugna un accesso universale ad un´educazione prescolastica di qualità, contribuiranno anche al raggiungimento di due dei grandi obiettivi della strategia "Europa 2020" della Commissione – vale a dire la riduzione della dispersione scolastica che dovrebbe essere portata sotto al 10% ed il riscatto di almeno 20 milioni di persone dal rischio di povertà e di esclusione sociale. Androulla Vassiliou, Commissario europeo responsabile per l´istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù, ha affermato: "Investire nell´educazione e nella cura della prima infanzia è uno dei migliori investimenti che possiamo fare per i nostri bambini – e quindi anche per il futuro dell´Europa. L´investimento in un´educazione prescolastica di qualità è molto più efficace degli interventi nelle successive fasi di scolarizzazione. Esso dà ai nostri giovani migliori opportunità per la vita e serve inoltre a risparmiare denaro nel lungo periodo. Spezzare il circolo vizioso della povertà e dello svantaggio comporta anche per i contribuenti costi inferiori in termini di assistenza sanitaria e servizi ospedalieri, corsi di recupero scolastico, welfare e ordine pubblico." Nella maggior parte degli Stati membri l´istruzione dell´obbligo inizia all´età di 5 o 6 anni, ma anche prima a Cipro, nel Lussemburgo e nell´Irlanda del nord (Regno Unito). Il livello dei servizi erogati ai bambini in tenera età fino all´inizio dell´istruzione dell´obbligo varia notevolmente in Europa in termini di finanziamento, governance e politiche del personale. Nel 2009 i Ministri dell´istruzione hanno fissato un obiettivo in base al quale il 95% dei bambini dovrebbe fruire di un´educazione precoce e di servizi di custodia dell´infanzia a partire dall´età di 4 anni. L´attuale media Ue è pari al 92,3%, ma anche in questo caso le cifre varano notevolmente e non rispecchiano necessariamente la qualità dei servizi forniti. Le proposte della Commissione europea intendono dare risposte alla richiesta formulata dagli Stati membri nel maggio 2009, in seguito all´adozione, da parte loro, del Quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell´istruzione e della formazione, di misurare e analizzare i progressi realizzati in tutta l´Ue al fine di migliorare l´accesso all´educazione precoce e ai servizi di custodia dell´infanzia e di identificare le pratiche ottimali. Le proposte della Commissione Le proposte della Commissione invocano: un accesso universale a un´educazione prescolastica di qualità, basata su finanziamenti stabili e sulla buona governance un approccio integrato all´istruzione e ai servizi di custodia dell´infanzia che tenga conto dei bisogni dei bambini in modo onnicomprensivo curricoli adattati all´età che presentino il giusto equilibrio tra le abilità più tecniche e quelle trasversali una maggiore attenzione alla professionalizzazione del personale assicurando qualifiche, salari e condizioni di lavoro appropriati sistemi di garanzia della qualità e standard al fine di monitorare i progressi. La Commissione intende recare un contributo agli obiettivi di tre iniziative faro della strategia Europa 2020: "Gioventù in movimento (Youth on the Move)", "Agenda per nuove competenze e per l´occupazione" e "Piattaforma europea contro la povertà". I prossimi passi - Le proposte della Commissione saranno discusse a maggio dai ministri dell´istruzione dell´Ue. I ministri identificheranno le priorità e la Commissione incoraggerà lo scambio di idee e di conoscenze a partire dalle politiche che risulteranno più efficaci. La Commissione definirà inoltre le priorità per gli investimenti nell´ambito dell´educazione e della cura della prima infanzia attraverso il Fondo sociale europeo e il Fondo europeo di sviluppo regionale nonché facendo leva sul programma di apprendimento permanente e sul 7° Programma quadro di ricerca e sviluppo. Per saperne di più: Commissione europea: Comunicazione [Com(2011)66] "Educazione e cura della prima infanzia: consentire a tutti i bambini di affacciarsi al mondo di domani nelle condizioni migliori". Commissione europea: Educazione e cura della prima infanzia  
   
   
QUALIFICHE PROFESSIONALI, CIRCOLAZIONE DEI CAPITALI, TRASPORTO AEREO: LA COMMISSIONE EUROPEA CHIEDE ALL´ITALIA DI PRENDERE PROVVEDIMENTI  
 
Bruxelles, 22 febbraio 2011 - La Commissione europea ha aperto una procedura d´infrazione contro l´Italia per quanto riguarda l´uguale trattamento delle compagnie aeree Ue, e inviato tre altri pareri motivati nell´ambito di altrettanti procedimenti a riguardo del riconoscimento delle qualifiche professionali e della libera circolazione dei capitali. Ora lo Stato italiano ha due mesi di tempo per rimediare all´infrazione delle normative Ue. In caso non lo faccia la Commissione potrà accedere alla prossima fase prevista dai Trattati. Per il riconoscimento delle qualifiche professionali. (Ip/11/167) La Commissione esorta l´Italia a riconoscere pienamente l´esperienza professionale dei medici maturata in altri Stati membri per determinare il loro inquadramento nel settore pubblico e a desistere dall´assegnare punti aggiuntivi nelle graduatorie agli insegnanti che abbiano ottenuto le proprie qualifiche in Italia. La Commissione ritiene che le regole attualmente in vigore siano discriminanti verso i lavoratori degli altri Stati membri e incompatibili col principio della libera circolazione dei lavoratori. La normativa Ue sulla libera circolazione dei lavoratori non si applica al settore pubblico, ma la Corte di giustizia ha dato un´interpretazione molto restrittiva di tale limitazione: lo Stato membro ha il diritto di riservare ai propri cittadini solo le cariche che comportano esercizio di autorità pubblica. Medici e insegnanti non rientrano in questa categoria. In linea con quanto accade negli altri Stati membri, le precedenti esperienze di lavoro dei medici devono essere contabilizzati dalle autorità italiane anche quando maturate al di fuori dell´Italia, e devono influire sul salario e lo sviluppo della carriera del lavoratore. Al momento attuale per un medico non italiano il trasferimento significa un´interruzione della carriera. Per la libera circolazione dei capitali (Ip/11/175) La Commissione europea ha richiesto che l’Italia modifichi la legislazione che conferisce allo Stato poteri speciali d´intervento in materia di decisioni riguardanti la proprietà e la gestione di società privatizzate che operano in settori strategici quali le telecomunicazioni e l´energia. La libera circolazione dei capitali è uno dei pilastri del mercato unico. Grazie ad essa cittadini e imprese possono investire liberamente in tutti gli Stati membri, aprire conti bancari, acquistare azioni di società estere. In Italia lo Stato ha il potere di impedire, nel caso sia in gioco un interesse fondamentale, l´acquisto di azioni di un´impresa privatizzata e di opporsi ad alcune decisioni prese da queste imprese o dai suoi azionisti (ad esempio fusioni o scissioni aziendali). Le aziende italiane attualmente sottoposte a questo regime sono Telecom Italia, Eni, Finmeccanica ed Enel. La Commissione europea giudica questi poteri una restrizione ingiustificata della libera circolazione dei capitali, che possono rendere meno attraenti le imprese in questione e scoraggiare gli investimenti esteri. Gli investitori non possono inoltre gestire in piena indipendenza alcune imprese, mentre viene loro impedito l´acquisto (oltre una certa quota) di azioni. La libera circolazione dei capitali può essere sospesa secondo la giurisprudenza europea quando siano in gioco interessi vitali dello Stato. Nel marzo 2009 tuttavia la Corte di giustizia dell´Unione europea ha emesso una sentenza, pertinente a una precedente causa italiana (C-326/07), confermando che i poteri di opporsi alle attività sopraelencate non sono idonei al fine di salvaguardare gli interessi vitali dello Stato. Per la parità di trattamento delle compagnie aeree dell´Ue. (Ip/11/186) La Commissione europea ha avviato oggi una serie di procedimenti di infrazione nei confronti di Cipro, Irlanda, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Spagna relativi agli accordi bilaterali sui servizi aerei stipulati con la Russia, inviando a ciascuno Stato membro interessato una richiesta formale di informazioni (la cosiddetta “lettera di costituzione in mora”). L´italia, insieme ad altri Stati membri, ha ricevuto un´analoga lettera per la stessa potenziale infrazione nel gennaio scorso. Il sospetto è quello che gli accordi bilaterali presi dagli Stati membri con la Russia violino le norme antitrust della Ue, secondo cui tutte le compagnie aeree devono ricevere un trattamento analogo da parte dello Stato. E´ severamente vietato imporre ad alcune compagnie un trattamento meno favorevole o l´obbligo di pagamenti supplementari irragionevoli. Tutti gli accordi bilaterali devono dunque includere una "clausola di designazione Ue" che preveda che le condizioni dell´accordo si applichino a tutte le compagnie aeree dell´Ue e non soltanto a quello dello Stato membro firmatario. La Russia è uno dei pochi paesi al mondo che non accetta la clausola. Le compagnie Ue designate sono obbligate a pagare i diritti di sorvolo della Siberia direttamente alla compagnia aerea Aeroflot. La Commissione teme che questo contraddica la legge antitrust Ue (secondo la quale le compagnie aeree non dovrebbero essere costrette a concludere un accordo commerciale con un concorrente diretto) e il diritto internazionale. I dazi imposti sono inoltre diversi a seconda del singolo trattato bilaterale, determinando una seria distorsione della concorrenza e, in ultima analisi, inutili costi per i consumatori.  
   
   
SOSTANZE CHIMICHE/REACH: SEI SOSTANZE PERICOLOSE SARANNO RITIRATE PROGRESSIVAMENTE DALL´UE  
 
Bruxelles, 22 febbraio 2011 - Sei sostanze di estrema criticità verranno proibite nell´arco dei prossimi tre-cinque anni a meno che singole imprese non abbiano ricevuto un´autorizzazione ad usarle. Queste sostanze sono cancerogene, tossiche per la riproduzione o persistono nell´ambiente e si accumulano negli organismi viventi. Gli operatori che intendessero vendere o usare tali sostanze dovranno dimostrare che sono state adottate le prescritte misure di sicurezza per controllare adeguatamente i rischi oppure che i vantaggi per l´economia e la società sono maggiori dei rischi eventuali. Laddove vi siano sostanze o tecniche alternative fattibili dovrà essere inoltre presentato uno scadenzario per la sostituzione delle sostanze problematiche. La decisione del 17 febbraio della Commissione fa seguito alla prima fase di registrazione e di notifica delle sostanze chimiche, completatasi con successo (cfr. Ip/10/1632, Ip/11/2). Ciò rientra in Reach, l´iniziativa dell´Europa per rendere più sicuro l´uso delle sostanze chimiche. Antonio Tajani, Vicepresidente della Commissione europea e responsabile per l´industria e l´imprenditoria, ha affermato:“La decisione odierna è un esempio dell´efficace attuazione di Reach e del modo in cui si possa combinare la sostenibilità con la competitività. La decisione incoraggerà l´industria a sviluppare alternative e a promuovere l´innovazione." Janez Potočnik, Commissario responsabile per l´ambiente, ha affermato: "Nel mondo odierno le sostanze chimiche si trovano dappertutto e alcune di esse possono essere estremamente pericolose. La decisione odierna segna un passo importante verso una migliore protezione della nostra salute e dell´ambiente." In data 17 febbraio sei sostanze di estrema criticità sono state spostate dall´elenco di sostanze candidate all´elenco di sostanze soggette alla procedura di autorizzazione, noto quale allegato Xiv, di cui al regolamento Reach dell´Ue (regolamento n. 1907/2006 concernente la registrazione, la valutazione, l´autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche). Le sostanze che figurano nell´allegato Xiv non possono essere immesse sul mercato o usate a meno che non sia stata concessa un´autorizzazione per un uso specifico. Le misure adottate rappresentano un primo passo verso l´attuazione del requisito in materia di autorizzazione contenuto nel regolamento Reach. Ciò rientra in un processo continuativo nel corso del quale si aggiungeranno in futuro ulteriori sostanze all´allegato Xiv. L´obiettivo è assicurare che i rischi derivanti da sostanze ad alta criticità siano adeguatamente controllati e che tali sostanze vengano progressivamente rimpiazzate da alternative accettabili sul piano economico e tecnico. A tal fine la Commissione intende proporre l´inserimento nell´elenco delle sostanze candidate di un gran numero di sostanze che notoriamente suscitano grandi preoccupazioni (cfr. Ip/10/360). La Commissione e l´Agenzia europea per le sostanze chimiche sono impegnate a raggiungere questo obiettivo con la partecipazione attiva degli Stati membri. Le prime iscritte nell´allegato Xiv sono le seguenti 6 sostanze chimiche: 5-ter-butyl-2,4,6-trinitro-m-xylene (musk xylene), 4,4´-diamminodifenilmetano (Mda), esabromociclododecano (Hbcdd), di(2-etilesil) ftalato (Dehp), ftalato benzilico butilico (Bbp) e ftalato dibutilico (Dbp). Contesto - Le sostanze chimiche elencate nell´allegato Xiv sono selezionate da una lista di sostanze candidate ad alta criticità sulla base delle raccomandazioni formulate dall´Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa). Le sostanze ad alta criticità sono sostanze chimiche che rispondono a uno o più dei criteri di cui all´articolo 57 del regolamento Reach e che sono identificate quali sostanze di estrema criticità conformemente alla procedura di cui all´articolo 59 di detto regolamento. Attualmente sull´elenco delle sostanze candidate vi sono 46 sostanze di estrema criticità. I documenti orientativi sulla preparazione delle candidature all´autorizzazione e sull´analisi socioeconomica sono stati pubblicati da Echa sul suo sito web. Per ciascuna sostanza elencata è fissata una "data di scadenza" che va dal 2014 al 2015. A partire da tale data la sostanza può essere immessa sul mercato o usata soltanto se è stata concessa un´autorizzazione o se è stata presentata una domanda di autorizzazione entro la data ultima fissata a tal fine. Si tratta della data entro la quale chiunque desideri continuare ad usare una sostanza chimica che figura nella lista successivamente alla data di scadenza deve presentare un´apposita domanda. Tali requisiti si applicano indipendentemente dal quantitativo della sostanza immessa sul mercato o usata poiché per la procedura di autorizzazione non sono fissati limiti quantitativi minimi. Alcuni usi delle sostanze, ad esempio quali sostanze intermedie, sono esclusi dall´obbligo di autorizzazione. Le domande di autorizzazione devono essere presentate all´Echa. Il comitato per la valutazione dei rischi e il comitato socioeconomico dell´Echa esaminano quindi ciascuna domanda ed esprimono il loro parere alla Commissione europea. La decisione finale è adottata dalla Commissione europea.  
   
   
CROAZIA: CHIUDERE PROGETTO COMUNITARIO, PRESIDENTE ISTRIANO JAKOVCIC: “RILANCIAMO INSIEME L’ALTO ADRIATICO”  
 
Venezia, 22 febbraio 2011 - “Stiamo vivendo giorni in cui la Storia si fa cronaca, giorni destinati a segnare il futuro non solo dell’area mediterranea. Il mondo cambia, cambiano gli equilibri geopolitici: ecco perché dobbiamo essere pronti alle nuove sfide e alle nuove opportunità che si aprono per l’asse Adriatico”. Lo ha detto l’assessore regionale al bilancio e alla cooperazione transfrontaliera, Roberto Ciambetti, a Parenzo, in Istria (Croazia), dove ha presieduto la conferenza finale del progetto comunitario europeo Kep - “Istria Getting Prepared for Structural Funds”, che ha visto il ruolo determinante della Regione del Veneto, i cui dirigenti e funzionari hanno fatto da “tutor” ai giovani istriani. “L´ingresso della Croazia nell’Europa – ha spiegato Ciambetti – deve vedere il rilancio dell’Alto Adriatico, di quello che un tempo era chiamato Golfo di Venezia. Ragioni storiche, culturali, ma anche opportunità economiche, devono portare a rafforzare i legami tra Veneto e Istria”. Un concetto ripreso dal presidente della Regione istriana, Ivan Jakovcic, che ha ringraziato il Veneto per la preziosa collaborazione, auspicando una nuova fase operativa tra le due Regioni, “anche in vista di una nuova Europa – ha detto Jakovcic –, un’Europa veramente di popoli e di regioni”. Ciambetti ha inoltre rimarcato la necessità di “una collaborazione che potrà vedere una nuova fase anche con il prossimo bando del progetto Ipa Adriatico, nel quale il Veneto dovrà avere un ruolo importante”. Il presidente Jakovcic, l’assessore Ciambetti e l’assessore istriano per l´integrazione europea, Oriano Otocan, hanno quindi consegnato i diplomi ai trentasei partecipanti al corso.  
   
   
REPUBBLICA CECA, PRODUZIONE INDUSTRIALE IN CRESCITA (+10%)  
 
Trieste, 22 febbraio 2011 - L´ufficio di statistica della Repubblica Ceca ha pubblicato gli ultimi dati sull´andamento dell´economia ceca. La produzione industriale è cresciuta a dicembre su base annua del 12,7 per cento. Per quanto riguarda tutto il 2010, l´incremento è stato del 10,5. La produzione edilizia nel 2010 è diminuita del 7,8 per cento. Il commercio con l´estero ha registrato lo scorso anno un saldo attivo di 124,5 miliardi di corone, pari a 5,1 miliardi di euro (1,1 miliardi di euro in meno rispetto al 2009). A dicembre il saldo attivo è stato di 40,8 milioni di euro (69,4 milioni di euro in meno rispetto a dicembre 2009).  
   
   
CROAZIA, CONTINUANO LE PRIVATIZZAZIONI  
 
Zagabria, 22 febbraio 2001 - Le imprese pubbliche che il Governo croato quoterà in Borsa sono: il Porto di Ploce (con 61,21 per cento di proprietà statale), la Janaf (con il 52,23 per cento di proprietà statale), l´Aci (con l´83,12 per cento di proprietà statale). La Croatia Osiguranje (con l´80,28 per cento di proprietà statale) già da anni è candidata alla privatizzazione, ma gli esperti economici ritengono che ci vorrebbe più tempo per la sua privatizzazione. Per quanto riguarda la Hpb (Banca postale croata, con il 58,36 per cento), avrebbe bisogno di nuovi azionisti appena possibile. I più importanti acquirenti delle azioni che verranno messe in vendita attraverso le Opa potrebbero essere i fondi pensione. Il Governo deve decidere in base a quale modello vuole vendere le azioni, quale percentuale delle sue azioni vuole vendere, se vuole cercare un partner strategico oppure se le azioni attuali andranno condividersi con le nuove azioni e si organizzerà un´offerta pubblica.  
   
   
SLOVENIA, +14% ESPORTAZIONI NEL 2010  
 
Lubiana, 21 febbraio 2011 - L´istituto Nazionale di Statistica della Slovenia ha annunciato i dati relativi all´andamento delle esportazioni nel 2010. Stando all´Istituto, il Paese avrebbe conseguito un incremento delle esportazioni del 13,7 per cento rispetto ai dati del 2009, con le importazioni in aumento del 14,6 per cento a 19,6 miliardi di euro.  
   
   
INVITO A PRESENTARE PROPOSTE PER PROGETTI SULLA PREVENZIONE E SULLA PREPARAZIONE NELL´AMBITO DELLO STRUMENTO FINANZIARIO PER LA PROTEZIONE CIVILE DELL´UE  
 
Bruxelles, 22 febbraio 2011 - La Commissione europea ha pubblicato un invito a presentare proposte per progetti sulla prevenzione e sulla preparazione nell´ambito dello strumento finanziario per la protezione civile dell´Ue. L´invito a presentare proposte di progetto nel settore della protezione civile del 2011 è diviso in due parti, ciascuno con obiettivi e dotazioni di bilancio specifici: progetti di prevenzione e progetti di preparazione. Gli Stati membri dell´Ue si trovano sempre più spesso di fronte a una vasta gamma di catastrofi. Un modo per proteggere l´Ue dagli effetti delle catastrofi è quello di rafforzare la prevenzione e la preparazione della protezione civile europea. Le proposte in questo settore possono essere presentate per uno o più dei seguenti obiettivi generali: - sviluppare politiche di prevenzione delle catastrofi basate sulla conoscenza (azioni per sviluppare l’individuazione del pericolo e la modellazione del rischio); - attuare misure per prevenire le perdite (azioni di sensibilizzazione del grande pubblico sulla prevenzione delle catastrofi, azioni basate sugli insegnamenti tratti dalle calamità del passato per cercare di migliorare la prevenzione delle catastrofi); - migliorare l´efficacia degli strumenti politici e finanziari attuali per quanto riguarda la prevenzione delle catastrofi (azioni volte a migliorare l´efficacia degli strumenti finanziari a sostegno della prevenzione dei disastri, azioni di valutazione dei costi e benefici delle misure di prevenzione dei risch)i. È inoltre possibile la combinazione di diversi obiettivi. La preparazione è essenziale nella protezione civile e nell´inquinamento marino, essere ben preparati può salvare vite umane e ridurre l´impatto dei disastri. Le proposte in questo ambito dovranno essere destinate a rafforzare la cooperazione nel quadro del meccanismo comunitario di protezione civile. Gli obiettivi di preparazione nell´ambito del presente invito sono: migliorare l´efficacia della risposta alle emergenze migliorando la preparazione e la consapevolezza dei professionisti e dei volontari della protezione civile; sostenere e integrare gli sforzi dei paesi partecipanti per la protezione dei cittadini, dell´ambiente e dei beni in caso di calamità naturali o provocate dall´uomo; agevolare una cooperazione rafforzata tra gli Stati partecipanti per quanto concerne la preparazione per la protezione civile e l´inquinamento marino. Per consultare il bando ufficiale sulla Gazzetta ufficiale dell´Unione europea: Gu n. C 49 del 16 febbraio 2011  
   
   
ITALIA-MONGOLIA: ROMANI INAUGURA PRIMA COMMISSIONE MISTA IL MINISTRO: “NUOVE RELAZIONI BILATERALI PUNTANDO SU MATERIE PRIME, TESSILE E INFRASTRUTTURE“  
 
 Roma, 22 febbraio 2011 - Rilanciare le relazioni bilaterali e divenire interlocutore europeo privilegiato, soprattutto nei settori dell’agroalimentare, del tessile e delle infrastrutture. È l’obiettivo della prima Commissione Mista tra Italia e Mongolia, inaugurata il 16 febbraio dal ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, alla presenza del ministro mongolo dell’Agricoltura e dell’Industria leggera, Tunjungiin Badamjunai. “La Commissione Mista è il primo passo concreto verso una relazione politica ed economica sempre più ricca e proficua tra i due Paesi”, ha affermato il Ministro Romani nel corso dell’incontro. “La Mongolia guarda con grande interesse al rafforzamento dei suoi rapporti con l’Italia, nell’ambito di una strategia che la vede cercare un rapporto più stabile e maturo con l’Unione europea. Al tempo stesso - ha aggiunto il Ministro – questo grande Paese offre all’Italia importanti opportunità e buone prospettive di accesso al mercato e di forniture di materie prime e servizi”. Nel corso dei lavori della Commissione sono stati infatti individuati alcuni settori guida, che vanno dall’agroalimentare alla meccanica strumentale, al tessile, energie rinnovabili, infrastrutture di trasporto e servizi finanziari. A conclusione della giornata i due ministri hanno infine firmato un documento (“Processo verbale”) per sancire formalmente i reciproci impegni di collaborazione. Tra i prossimi eventi in agenda, previsti nel corso di quest’anno, ci sono il gruppo di lavoro a base imprenditoriale nel settore tessile e del conciario e la visita del Presidente Mongolo in Italia.  
   
   
STATI GENERALI DELLA CITTÀ “COSTRUIAMO INSIEME LA NUOVA CAPITALE” ROMA, PALAZZO DEI CONGRESSI - EUR MARTEDÌ 22 E MERCOLEDÌ 23 FEBBRAIO 2011  
 
 Roma, 22 febbraio 2011 - Il 22 e 23 febbraio si svolgono gli Stati Generali della Città di Roma, in programma al Palazzo dei Congressi dell’Eur, piazzale J.f. Kennedy 1, durante i quali verrà presentato il Piano Strategico di Sviluppo per il futuro della Capitale da qui al 2020. Martedì 22 febbraio: Alle ore 9.30 viene inaugurata la Mostra dei progetti strategici di Roma Capitale. I lavori proseguono con una serie di interventi e relazioni sui quattro obiettivi strategici di Roma Capitale: Roma città della sostenibilità ambientale; Roma nella competizione globale; Roma città policentrica e solidale; Roma città della cultura e dell’entertainment. Alle 11.30 è previsto l’intervento di apertura del sindaco Gianni Alemanno sul tema “Costruiamo insieme la nuova Capitale”. Segue la Tavola rotonda, moderata da Bruno Vespa, dal titolo “Roma Capitale come motore di sviluppo” alla quale partecipano, fra gli altri, il ministro degli Esteri Franco Frattini e il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli. Nel pomeriggio, saranno presentati i temi progettuali e i progetti pilota di Roma Capitale. Mercoledì 23 febbraio: I lavori si aprono alle ore 9.30 con l’intervento di Diego Della Valle sul tema “L’impegno degli imprenditori per il patrimonio culturale di Roma”. Focus di questa seconda giornata è la candidatura di Roma ai Giochi Olimpici del 2020 e la presentazione del Comitato di Candidatura Olimpica. Intervengono, fra gli altri, Gianni Petrucci, presidente del Coni, Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, e Giulio Tremonti, ministro dell’Economia e Finanze. Conclude, Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio dei Ministri.  
   
   
PIANO SUD E RICOGNIZIONE RISORSE. VENDOLA E FITTO IN CONFERENZA STAMPA  
 
 Bari, 22 febbraio 2011 - “Concentrarsi su grandi obiettivi strategici che vanno condivisi e mettere completamente al riparo da qualunque rischio di disimpegno questo fondamentale salvadanaio. Razionalizzare e qualificare quindi la spesa affrontando insieme i problemi oggettivi che a volte riguardano la discrasia tra regolamenti comunitari e normativa nazionale, altre volte l’affaticamento delle stazioni appaltanti. Affrontare insieme questi problemi credo che possa essere l’unico modo per gestire la nostra comunità in questo momento così difficile e doloroso. Obiettivo comune è la difesa del sistema Paese”. Lo ha detto il presidente della regione Puglia Nichi Vendola nel corso della conferenza stampa che si è svolta ieri al termine dell’incontro con il ministro degli Affari regionali Raffaele Fitto. All’ordine del giorno del confronto (al quale hanno partecipato anche gli assessori Dentamaro, Capone, Fratoianni e Pelillo e i dirigenti tecnici sia del Ministero che della Regione), l’attuazione del piano per il Sud, la ricognizione delle risorse comunitarie e nazionali e le azioni da mettere in campo per utilizzarle al meglio. “Abbiamo il dovere di collaborare – ha ribadito Vendola - guai se noi pensassimo di porci di fronte all’autorità di Bruxelles, che è un giudice molto severo, con una logica di rissosità senza far prevalere la visione del sistema Paese. Anche perché oggi il clima in Europa è di assoluta conflittualità su quello che sarà il portafoglio della spesa comunitaria e qualunque errore nostro, lo pagheremmo caramente. Ci sono tante cose che ci dividono (dal giudizio sul Piano per il Sud al giudizio sulle politiche per il Sud fatte fino ad ora) ma il punto non è questo. Oggi abbiamo fatto una ricognizione approfondita di tutti i portafogli fondamentali. Ora dobbiamo capire come spendiamo al meglio e farlo in collaborazione con il governo nazionale”. Per il Ministro Fitto “gli incontri con le regioni servono a chiudere una prima fase di verifica su alcune voci importanti per poi avviare, dal 28 febbraio in poi, la seconda fase. La sintesi che emerge dagli incontri fin qui svolti – ha sottolineato anche Fitto – è quella di concentrare l’uso delle risorse su alcuni grandi obiettivi strategici e coordinare meglio i programmi diversi per evitare sovrapposizioni e utilizzo delle risorse in modo non efficace. C’è necessità – ha continuato Fitto – di ragionare su un nuovo modello di governance che punti ad integrare al meglio le risorse tra di loro affinchè diventino più efficaci, con la consapevolezza che questo tema diventa decisivo rispetto ad un confronto con l’Europa”. Tra gli argomenti affrontati, la verifica del Fas della precedente programmazione 2006 i cui effetti – ha detto il Ministro – “si sentiranno anche nei prossimi anni”. Da questa verifica, è risultato per la Puglia un disimpegno di 151 milioni di euro. “Lo spirito giusto è lavorare insieme – ha detto Fitto – per capire come riuscire a recuperare, reimpiegandole, queste risorse”. Per Vendola il disimpegno dipende dal fatto che “alcune amministrazioni comunali e provinciali non hanno ottemperato nei tempi giusti, si tratta cioè di appalti partiti ma fatti partire oltre il limite temporale prefissato dai regolamenti”. Ma impegno comune sia del governo nazionale che di quello regionale è “non chiudere i cantieri aperti, evitare di togliere soldi ai comuni”. Oltre alla ricognizione dei vecchi Fas, oggi “abbiamo verificato anche – ha sottolineato Fitto - lo stato di attuazione delle risorse liberate (risorse comunitarie al 2006 che hanno visto l’utilizzazione dei cosiddetti progetti sponda). La grande cifra è di oltre 1mld e 200 milioni. Come tradurre e sviluppare in disponibilità finale queste risorse da riprogrammare - ha concluso Fitto - è oggetto di confronto con le regioni”. Infine l’incontro ha fatto il punto sul programma operativo 2007/2013. Le risorse da rendicontare entro il 31/12/2011 sono sei miliardi (riguardano programmi regionali e nazionali). La Puglia in particolare dovrà rendicontare 1mld e 220 milioni circa. Al momento ha rendicontato circa 400 milioni. “Per la Puglia come per le altre regioni – ha detto il Ministro - emerge un dato che ci pone di fronte a risultati molto impegnativi. C’è bisogno di scelte forti con una riprogrammazione che deve essere effettuata nei prossimi 40 giorni. La riprogrammazione deve essere condivisa e rafforzata e deve conseguire l’obiettivo di correggere i programmi in corsa per allontanare il rischio di perdere le risorse entro il 31 dicembre di quest’anno”. Per Fitto il tema è molto complesso ed emerge la necessita di “modificare complessivamente l’attuale architettura dell’utilizzo delle risorse comunitarie e dei Fas perché è un problema che riguarda l’intero Mezzogiorno”. Sulla necessità di lavorare sui grandi progetti strategici Fitto ha sottolineato come l’Europa “individui come meccanismo che consente di abbattere la quota di rendicontazione entro la fine di quest’anno, proprio il lavoro sui grandi progetti strategici, un passo quindi fondamentale e importante”. “Sul nuovo Fas e il nuovo Por – ha concluso Vendola - abbiamo il dovere di confrontarci e concentrarci sulle grandi opere che consentono di spendere, di rendicontare e di dare sollievo, per quanto riguarda le infrastrutture, alla Puglia. Questo è il dovere che noi abbiamo. Non si può sprecare un euro quando c’è la crisi. Non si può fare la guerra politica quando c’è la crisi. Non possiamo non sapere che si devono programmare nei prossimi mesi le risorse per il settennio 2013/2020. Ci vuole senso della responsabilità perché dobbiamo capire come spendiamo al meglio. E farlo in modo condiviso. Tra le priorità dei grandi progetti strategici e al centro dei miei sogni c’è sicuramente il treno ad alta capacità che parte dall’estremo salento e arriva a Napoli. E’ un’infrastruttura che può cambiare la storia economica ed ambientale di tutta Italia. E’ un’opera strategica sulla quale porre attenzione e risorse”.  
   
   
PIANO PER IL SUD, DE FILIPPO E FITTO: RELAZIONE POSITIVA PER LA BASILICATA  
 
Potenza, 22 febbraio 2011 - Il presidente lucano e l’esponente del Governo convergono sull’obiettivo di agganciare la Basilicata alle grandi reti di trasporto. Positivo il giudizio del ministro sulla spesa dei fondi europei. “Siamo convinti che solo nella relazione positiva tra Regione e Governo c’è la possibilità di risolvere la questione delle questioni che riguarda la Basilicata, ossia quella delle infrastrutture”. “C’è da entrambe le parti una piena disponibilità alla collaborazione su un progetto che si basa sul fatto che qui ci troviamo in una situazione migliore rispetto ad altre realtà e che va valorizzata”. Parole, rispettivamente, del presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo e del ministro per i rapporti con le Regioni e la Coesione Territoriale, Raffaele Fitto, che testimoniano il clima fortemente costruttivo che si è registrato ieri nell’incontro tra le delegazioni di Ministero e Regione che si è tenuto nella sede dell’ente a Potenza. L’incontro ha visto una sostanziale convergenza sia sull’analisi sia sul metodo di lavoro scelto per dare corpo al capitolo lucano del Piano per il Sud. Su questo il presidente De Filippo ha sottolineato come la scelta del Governo “di puntare a concentrare risorse per la creazione di grandi infrastrutture sia sostanzialmente coincidente con la scelta strategica della Regione Basilicata, che nel tempo ha sostanzialmente risolto i suoi problemi di infrastrutturazione interna e ora ha necessità di agganciarsi alle grandi reti di comunicazione” Il ministro ha ribadito la volontà di rispettare il crono programma fissato per il Piano per il sud che prevede che entro fine mese si faccia una ricognizione delle risorse da riprogrammare e poi si proceda alle scelte sul come reimpiegarle. In Basilicata, in verità, il “piatto” delle risorse non utilizzate che è possibile utilizzare su nuovi investimenti è poca cosa, proprio a causa della notoria e riconosciuta dal ministro capacità della Regione di spendere le risorse. Al momento ci sono solo 11 milioni di euro del Fas 2000/2006, 5 frutto di disimpegni e 6 di economie realizzate, e un’altra somma modesta sul Fesr, ancora in corso di verifica da parte degli uffici di Ministero e Regione e che sarà definita nei prossimi 7 giorni. Inoltre anche la spesa del Por 2007/2013 non presenta criticità, e, sebbene per il 2011 ci sia l’impegnativo obiettivo di spesa di 135 milioni, il traguardo già raggiunto che si aggira al 50% lascia pensare che rischi di disimpegno siano scongiurati. Ma da parte del presidente De Filippo è stata espressa anche la disponibilità a riprogrammare interventi per i quali pure la Regione non rischia il disimpegno, per inquadrarli in una strategia comune che veda il governo programmare con altre risorse infrastrutture utili alla Basilicata. Un clima di perfetta intesa ribadito da entrambe le parti che pure hanno sottolineato come il lavoro proceda all’unisono senza alcun influenza delle diverse posizioni politiche. Lo ha detto il presidente De Filippo, ricordando anche come in questa strategia siano stati coinvolti anche gli esponenti dell’opposizione regionale, e i parlamentari lucani del centrodestra, a partire dal sottosegretario Guido Viceconte. Lo ha ribadito il ministro Fitto, spiegando come proprio il caso Basilicata dimostri come quando altrove si verificano problemi non possano essere inquadrati in una logica di contrapposizione politica, e ha aggiunto, “qui abbiamo trovato una situazione positiva che indica un percorso che può dare un contributo notevole all’intero impianto che abbiamo costruito”.  
   
   
TAVOLO REGIONALE PER LA CRISI: IL GOVERNO PROVVEDA CON URGENZA ALL’ASSEGNAZIONE DELLE RISORSE CHE SPETTANO ALLA REGIONE EMILIA ROMAGNA  
 
Bologna, 22 febbraio 2011 - “La Giunta regionale ha assunto la delibera con cui si dà continuità per tutto il 2011 agli ammortizzatori in deroga per le situazioni di crisi sul territorio emiliano-romagnolo”. E’ quanto ha annunciato l’assessore alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli, che ha aggiunto: “Da oggi si possono riattivare gli esami congiunti, propedeutici alla concessione degli ammortizzatori in deroga”. L’assessore si è inoltre impegnato ad affrontare il tema delle risorse per assumere un orientamento politico condiviso al Tavolo per attraversare la crisi. Nonostante il ministro Sacconi abbia assicurato in diversi incontri pubblici l’impegno a garantire le risorse per tutto l’anno corrente, in un documento approvato oggi dal Tavolo di monitoraggio riunito in Regione le istituzioni e le parti sociali hanno condiviso la preoccupazione della Regione sul fatto che le risorse disponibili non garantiscano la copertura totale per fronteggiare le crisi che si presenteranno nel corso del 2011. Il Tavolo ha sollecitato il Governo a provvedere con urgenza all’assegnazione delle risorse residue, già previste nell’Accordo del 2009, come peraltro richiesto dalla Regione al ministro del Lavoro proprio al fine di assicurare la prosecuzione dell’autorizzazione dei trattamenti in deroga richiesti per il 2011. Istituzioni e parti sociali ribadiscono che, qualora queste risorse risultassero insufficienti, il Governo debba provvedere a ulteriori stanziamenti a carico del Bilancio statale per assicurare la copertura finanziaria degli ammortizzatori sociali nel corso del 2011, così come previsto dall’Accordo del 16 dicembre 2010. “Di fronte al perdurare delle difficoltà economiche – ha concluso l’assessore – la disponibilità di queste risorse rappresenta una condizione inderogabile per garantire il sostegno di un dignitoso livello di coesione sociale”.  
   
   
IL 58% DEI TOSCANI HA FIDUCIA NELLA REGIONE E NEL COMUNE  
 
Firenze, 22 febbraio 2011 – Nel presidente della Repubblica tutti si riconoscono. L’82 per cento dei mille toscani intervistati a metà novembre da Emg, per conto della Regione, ha fiducia in Giorgio Napolitano. E’ il primo dato che emerge dalla ricerca presentata stamani a Palazzo Panciatichi a Firenze dal direttore di Emg Fabrizio Masia, seguita dagli interventi dei docenti e studiosi dell’università di Firenze Mario Caciagli e Carlo Sorrentino. Con la partecipazione dell’assessore Riccardo Nencini. Dopo il presidente della Repubblica e la Chiesa, c’è la Regione - Subito dopo il presidente della Repubblica viene la Chiesa (61%). Ma reggono – e meglio che altrove – anche Regione e Comune. Il 58 % ha sufficiente fiducia infatti in queste istituzioni. Quelli in crisi completa sono invece i partiti,il che poi più che una novità è una conferma: di loro si fida oramai solo il 15% dei toscani intervistati, se dei partiti nazionali si parla, e il 26% se l’attenzione viene spostata sui rappresentati locali. Una crollo bipartisan, senza grandi differenze tra centro sinistra e centro destra. Si salvano solo il sindacato (che conta il triplo di iscritti dei partiti) e le associazioni professionali, ancora più partecipate. Oltre al volontariato naturalmente, ancora radicato in modo diffuso. Voglia di partecipare - C’è comunque voglia di partecipare. Il problema, semmai, è trovare il canale giusto per parlare con gli interessati e disponibili, intercettandone l’interesse. Se stimolato, il 30% degli intervistati dice che sarebbe molto o abbastanza interessato a partecipare ad iniziative che riguardano il proprio comune, per parlare soprattutto di lavoro e occupazione, ambiente, smog e politiche per i giovani. Una percentuale non eclatante, ma giudicata interessante. Se la partecipazione riguarda temi regionali la propensione cala un po’, dal 30 al 21%, e cambiano in parte anche i temi. Ma l’interesse rimane. I cittadini in questo caso vorrebbero parlare, in ordine di gradimento, di sanità, lavoro e turismo, di nuovo di politiche per i giovani, di sviluppo economico, ambiente e sicurezza. Bene la legge sulla partecipazione - I toscani intervistati danno un giudizio, positivo, anche sulle forme e gli strumenti di partecipazione finora utilizzati. La Regione Toscana ha infatti molto investito sulle nuove forme di partecipazione dei cittadini alle decisioni delle istituzioni negli ultimi anni. Dal 2008 ha una legge che prevede dibattiti pubblici e un coinvolgimento per le grandi opere e le grandi questioni, la prima in Italia. Anche sul fronte urbanistico e della pianificazione del territorio la frontiera della partecipazione è molto avanzata. Solo il 22 per cento degli intervistati da un giudizio negativo su quanto fatto, considerandole solo ‘operazioni di facciata’ dei politici e della politica. Promuovendo dunque le iniziative messe in campo dalla Regione e dai Comuni. Scheda di sintesi della ricerca promossa dalla Regione Toscana “Il rapporto tra cittadini e istituzioni in Toscana. Vecchie e nuove forme della partecipazione”. Obiettivi Dell’indagine - Si tratta di un´indagine che ha voluto mettere a fuoco lo stato del rapporto tra cittadini e istituzioni in Toscana, la fiducia nelle istituzioni locali e nazionali, il grado di diffusione di vecchie e nuove forme di partecipazione civica e politica nella nostra regione, gli atteggiamenti dell´opinione pubblica nei confronti di iniziative e proposte di coinvolgimento attivo dei cittadini che provengono dalle istituzioni locali e regionali. Metodologia - La ricerca, promossa dall’Assessorato alle riforme istituzionali e alla partecipazione, è stata affidata ad Emg, una delle più note e accreditate società di ricerca e indagine sugli orientamenti dell’opinione pubblica. L’indagine si è svolta tramite interviste telefoniche ad un campione di 1000 cittadini toscani rappresentativo della popolazione toscana, secondo l’ampiezza della provincia e dei centri abitati, il genere e l’età dell’intervistato. Le Fonti Di Informazione E L’uso Di Internet - Premessa di un corretto rapporto tra cittadini, politica e istituzioni, e fondamento essenziali per una partecipazione attiva dei cittadini, sono le fonti di informazioni di cui dispongono i cittadini. Altrettanto importante è la verifica di quanti siano i cittadini toscani che usano abitualmente Internet, e per quali scopi. Alla domanda su quale fosse la rete televisiva vita più frequentemente, il 44% ha risposto indicando una rete Rai (25% Rai1, 14% Rai3), il 30% una rete Mediaste (il 24% Canale 5). Il 10% ha risposto La7. Per quanto riguarda la frequenza di lettura dei quotidiani, il 32% ha risposto “tutti i giorni”, mentre coloro che lo leggono da 3 a 6 giorni la settimana sono, nel complesso, il 21%. I lettori più assidui, quindi, sono nel complesso il 53%. Coloro che leggono un quotidiano solo una o due volte la settimana, sono l’11%; mentre meno di una volta la settimana il 10%. Non leggono mai un quotidiano, il 26% del campione. L’uso di Internet: sono i l 48% degl i inter v i s tat i color che di chiarano di usare abitualmente Internet. La popolazione toscana adulta è quindi divisa quasi esattamente a metà, tra chi “naviga” e chi no. Tra chi usa Internet, il 62% lo fa tutti i giorni o quasi. Interessanti le motivazioni che spingono a usare Internet: Il 44% per raccogliere informazioni per il suo lavoro · Il 38% per tenersi in contatto con gli amici (Facebook) · Il 37% per mandare e ricevere E-mail · Il 35% per leggere i quotidiani on line. La propensione partecipativa dei cittadini rimane elevata, ma con una frattura molto netta tra i “disponibili” e gli “indifferenti”: alla domanda, “ad ogni modo, quanto le piacerebbe partecipare ad attività, iniziative, occasioni di partecipazione e consultazione che coinvolgano i cittadini alla vita politica e sociale del suo comune promosse dal sindaco o dalla giunta comunale?”, risponde “molto ” l’8% degli intervistati, “abbastanza” il 17%, “poco” il 17%, “per nulla”, il 53%. Anche in questo caso, la percentuale di quanti rispondono “molto” o “abbastanza” è più elevata nella fascia di età 18-34 anni (il 40%) e tra quanti hanno un titolo di studio superiore (39%). Com’era prevedibile, queste percentuali salgono molto tra coloro che dichiarano di avere un alto interesse per la politica (il 55%) e, a conferma di una tradizionale “cultura partecipativa”, tra quanti si dichiarano di sinistra e centrosinistra (il 50%, a fronte di un 30% tra quanti si collocano nel centrodestra). Risposte simili, ma leggermente più basse, si registrano su una domanda simile relativa ad iniziative promosse dal governo regionale (21% di “molto” e “abbastanza”) Alla domanda sui quali problemi, prima di tutto, il sindaco “dovrebbe realizzare delle attività nelle quali coinvolgere i cittadini”, il 45% risponde l’”occupazione”, mentre il 26% risponde “l’ambiente e lo smog” e “le politiche sociali in favore dei giovani”. Ad analoga domanda, relativamente alla Regione, i temi più segnalati sono: la sanità (37%), la formazione e il lavoro (34%), il turismo (20%), le politiche sociali in favore dei giovani (18%). Riguardo a l le forme di partecipazione, gli intervistati hanno segnalato “quali potrebbero essere le più efficaci nuove forme di partecipazione attiva dei cittadini alla vita politica e sociale”: Dibattiti aperti a tutti con la presenza di esperti della problematica oggetto di discussione : 27%; Questionari inviati a casa dei cittadini che indichino gli interventi necessari e le eventuali proposte: 24%; Dibattiti in contemporanea, in tutti i quartieri o tutte le città principali, in cui i cittadini discutano del problema in esame : 18%; Comitati di rappresentanza da coinvolgere in sede di giunta: 17%; Estrazione a sorte di un campione di cittadini che discutano di un problema collettivo e delle possibili soluzioni: 10%; Forum e laboratori permanenti, cioè gruppi di cittadini che si riuniscono regolarmente per seguire un problema e proporre soluzioni: 10%; Referendum on line: 9%; Web forum, cioè consultazioni e dibattiti via Internet: 8%; Non sa: 21%. Sono state poi sottoposti agli intervistati alcuni giudizi, piuttosto diffusi, a favore o contro le politiche e le strategie di coinvolgimento attivo dei cittadini (“molte amministrazioni stanno sperimentando ora nuove forme di partecipazione attiva dei cittadini alle decisioni pubbliche. Le leggerò alcune opinioni al riguardo: le chiedo di indicare a quali opinioni si sente più vicino”): Possiamo distinguere tra quanti danno comunque un giudizio positivo, ma con alcune riserve e avvertenze e quanti invece rimangono scettici Tra i primi, abbiamo queste percentuali di risposte: Sono utili a patto che le amministrazioni tengano poi conto veramente del giudizio e dell’opinione dei cittadini: 35%; Sono utili, perché permettono di sentire l’opinione dei cittadini e aiutano a risolvere i problemi con meno conflitti: 26%; Sono utili, soprattutto se riguardano decisioni non ancora prese o problemi su cui non vi è ancora una decisione definitiva: 16%; Sono utili se coinvolgono anche le associazioni attive sul territorio a seconda della problematica: 16%. Tra gli “scettici” e gli “ostili”, si registrano queste risposte: Sono iniziative di facciata, tanto i politici fanno quello che gli pare: 22%; Sono inutili, il sindaco o il presidente e le giunte devono attuare il programma senza stare troppo a sentire la gente: 8%.  
   
   
MILLEPROROGHE, EMILIA ROMAGNA: CANCELLARE LE MODIFICHE SULLA PROTEZIONE CIVILE  
 
Bologna, 22 febbraio 2011 – “Occorre cancellare dal maxiemendamento al Milleproroghe le norme sulla protezione civile e riportare la discussione su questo tema nell’ambito corretto: con le Regioni e nel pieno dibattito parlamentare”. Il testo del decreto mille proroghe, ora alla Camera, contiene - sottolinea l’assessore regionale alla Difesa del suolo e protezione civile Paola Gazzolo - “modifiche che, se approvate, paralizzerebbero il sistema nazionale e regionale della protezione civile, come rilevato già anche dal capo dipartimento della protezione civile nazionale Franco Gabrielli e da altre Regioni”. In sintesi, il Milleproroghe azzera le risorse statali per le ordinanze post evento e obbliga le Regioni a pagare le catastrofi ambientali con tributi o accise regionali su benzina o gasolio anche in caso emergenza nazionale. “Così facendo - spiega Gazzolo - si chiede ai cittadini di pagare di tasca propria nel momento in cui sono più colpiti. Cosa accadrebbe se aumentassero adesso le addizionali o le accise in Veneto?”. La modifica proposta dal Governo, inoltre, “complica e rallenta il sistema rendendo necessari il visto preventivo del Ministero dell’economia su ogni ordinanza urgente di protezione civile e il parere preventivo di legittimità della Corte dei Conti su tutti gli atti dei commissari delegati. Come sarà possibile - chiede Gazzolo - rispondere in tempi brevi alle emergenze? Nel nome di un finto federalismo si colpiscono tutte le Regioni, anche quelle più efficienti che non potranno più utilizzare nemmeno le economie disponibili, e si affossa il sistema solidale di intervento, creando iniquità tra i territori”. L’assessore chiede, quindi, la cancellazione delle disposizioni sulla protezione civile e la convocazione della Commissione speciale per la protezione civile in sede di conferenza Stato-regioni.  
   
   
ECONOMIA FVG: GRUPPO LAVORO PER INTERNAZIONALIZZAZIONE IMPRESE  
 
Trieste, 22 febbraio 2011 - Con l´obiettivo di promuovere e sostenere l´internazionalizzazione integrata del tessuto produttivo del Friuli Venezia Giulia, verrà costituito un gruppo di lavoro che riunirà attorno a un tavolo la Direzione regionale delle Attività produttive, Finest, Informest, Unioncamere, Distretti industriali, Confindustria (Api inclusa), Artigiani, Terziario (turismo incluso) e le Fiere della regione. La decisione è di ieri ed è stata presa dall´assessore regionale alle Attività produttive, Federica Seganti, su proposta della vicepresidente di Informest, Silvia Acerbi, e con la piena approvazione dei presidenti camerali di Trieste, Antonio Paoletti, e Pordenone, Giovanni Pavan, in occasione della presentazione al Mib di Trieste del rapporto realizzato da Informest e intitolato appunto "L´internazionalizzazione delle imprese del Friuli Venezia Giulia". "Un lavoro che ha coinvolto 183 aziende (per lo più imprese manifatturiere) ed è nato immaginando che in regione la ripresa sarebbe passata soprattutto attraverso la domanda estera" ha detto l´assessore, sottolineando come la ricerca di Informest costituisca una prima base per comprendere quali siano le strategie, le propensioni, i mercati di riferimento presenti e possibili delle aziende regionali, in vista di creare le condizioni utili alla loro crescita in un´ottica di esportazione e non di delocalizzazione. "Un´esigenza evidenziata anche dai partner della Regione sui temi dell´internazionalizzazione e derivante dalla necessità - ha detto l´assessore - di un maggior coordinamento in un momento in cui le risorse di tutti sono più scarse". Rilevando il ruolo di Informest nel proporre sullo scenario internazionale il territorio del Friuli Venezia Giulia, Silvia Acerbi ha sottolineato l´importanza di portare attorno a un tavolo gli attori reali dell´internazionalizzazione della regione, un sistema complesso che va messo a regime. "Questo sondaggio è stato costruito all´insegna della concretezza intervistando aziende che al loro attivo hanno già un´operatività con l´estero - ha detto ancora Acerbi - cercando di far emergere i punti di forza e di debolezza del sistema". "Due sono le considerazioni che mi hanno colpito nella valutazione di questi dati - ha spiegato Acerbi - e cioè la significativa concentrazione attuale di queste imprese in area comunitaria (47 p.C.) e il loro desiderio di operare nei prossimi anni in Paesi extraeuropei, come Cina e India, oltre al forte utilizzo di servizi di consulenza specialistica (38 p.C.), di consulenza e analisi (32 p.C.) e d´assistenza diretta (20 p. C.); inoltre le imprese hanno manifestato un forte desiderio di visibilità, come dimostra il fatto che il 21,6 p.C. Richieda assistenza alla partecipazione a fiere e rassegne all´estero e il 20,8 assistenza all´elaborazione di business-plan". Dal quadro fatto risulta inoltre che il 65,4 p.C. Delle imprese ha rapporti commerciali con almeno 3 Paesi e che l´attività prevalente sui mercati internazionali è l´export (80,3 p.C.). È altresì fortissima la correlazione tra innovazione e internazionalizzazione (il 48,5 p.C. Delle imprese intervistate ha innovato il suo prodotto negli ultimi 5 anni). "Abbiamo aziende che hanno una buona propensione alla internazionalizzazione e in Friuli Venezia Giulia sono numerosi gli attori che da tempo lavorano al loro fianco" ha rilevato l´assessore, sottolineando il ruolo di Finest, di Informest e delle Camere di Commercio (quest´ultime utilizzate per la loro internazionalizzazione dal 52,2 p.C. Delle aziende) e spiegando come "alla richiesta di servizi specialistici relativi a missioni e incoming di operatori economici si associ la componente finanziaria, che riguarda sia la velocità d´accesso al credito che le operazioni bancarie". Anche in quest´ottica "il tavolo di lavoro potrebbe diventare una sorta di comitato di indirizzo strategico che, - ha detto Seganti - una volta l´anno definisca le azioni da mettere in campo in base alle risorse disponibili". A sua volta Silvia Acerbi ha confermato come gli imprenditori lamentino la carenza di risposte adatte alle loro esigenze, di strumenti specialistici che consentano loro di cogliere le opportunità di mercato e valutare la sostenibilità del loro impegno sui mercati esteri. Infine la vicepresidente di Informest ha suggerito di agevolare l´accesso al credito da parte delle imprese attraverso la valutazione del loro capitale intellettuale.  
   
   
TOSCANA, VOTO AI SEDICENNI E NUOVI STRUMENTI PER PARLARSI  
 
Firenze, 22 febbraio 2011 – Sedicenni al voto nelle circoscrizioni comunali, ma anche nuove forme di partecipazione: partendo dai comuni e coinvolgendo di nuovo anche i più giovani. E poi nuovi strumenti di comunicazione, più moderni, perché a volte la partecipazione manca perché sono inadeguati gli strumenti con cui parlarsi. Sono i primi ingredienti di una ricetta che l’assessore alle riforme istituzionali on. Riccardo Nencini sta cucinando, parte di un progetto per una più ampia partecipazione dei toscani alle decisioni delle istituzioni che potrebbe iniziare a concretizzarsi già ai primi di marzo. Ne ha parlato stamani nella sala Gigli del Consiglio regionale in via Cavour a Firenze, dove si discuteva appunto del rapporto tra cittadini, politica e istituzioni. L’occasione era la presentazione di un’indagine demoscopica commissionata dalla Regione all’istituto Emg e realizzata metà novembre su un campione significativo di mille residenti. La politica nazionale sempre più lontana - Risultato? I toscani, come gli italiani, sono sempre più disaffezionati alla politica. La considerano lontana, a volte con disgusto pure. Il 28% se ne interessa poco, il 38% per nulla. Ancora più sfilacciato è il rapporto con i partiti, un tempo luogo anche di ‘educazione civica’ e non sostituiti oggi da altri soggetti in questo ruolo. Solo il 5% degli intervistati è così iscritto ad un partito, il 6% di loro oggi non lo è ma lo era in passato. Solo il 15% ha molta o abbastanza fiducia nei partiti nazionali. Un po’ meglio quella locale - Va un po’ meglio che altrove. E infatti la fiducia verso il livello locale dei partiti, quello comunale, cresce: è il 26 per cento. Ma non c’è di che stare tranquilli. “Soprattutto – ammette l’assessore Nencini – non possiamo permetterci di stare fermi. Ho sempre pensato che quando i sondaggi individuano nel presidente della Repubblica l’unica architrave di un sistema, c’è da preoccuparsi: il rischio è che al piano di sotto non ci sia più niente. Nel caso della Toscana possiamo ancora contare su un’intelaiatura civica: adeguata. I toscani hanno ancora fiducia nel proprio Comune e nella Regione. Ma è un’intelaiatura che va bene oggi, forse non più adeguata per domani mattina” Oltre la democrazia per alzata di mano e voto ai sedicenni - Viviamo nell’epoca di internet e di twitter. “Ma per la mia generazione – confessa l’assessore Nencini – la democrazia è in fondo ancora quella d’alzata di mano, con qualche strumento avanzato a corredo”. Internet è uno strumento di informazione e partecipazione in espansione. “Molti giovani oggi si informano e partecipano con internet – sottolinea Nencini – . Internet potrebbe aiutarci a stimolare i cittadini ad una maggiore partecipazione o a dare un risposta a chi, come gli studenti dei movimenti studenteschi degli ultimi mesi, protestavano sì contro una riforma universitaria giudicata fallace ma soprattutto contro le istituzioni, perché nessuno si preoccupava delle loro opinioni. Per questo dico: coinvolgiamoli e facciamoli magari anche votare, almeno nelle circoscrizioni comunali, che esistono solo nelle grandi città ma che è l’unico livello su cui la Regione può legiferare quanto al diritto di voto”. Saranno sufficientemente maturi ? Per il 17% dei toscani intervistati già lo sono.  
   
   
CALABRIA: PRESENTATO I RISULTATI DELLA PRIMA FASE DEL PIANO PER L’OCCUPAZIONE  
 
Catanzaro, 22 febbraio 2011 -Il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti e l’assessore al lavoro Francescantonio Stillitani hanno presentato ieri mattina nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Alemanni i risultati della prima iniziativa del piano stralcio per l’occupazione che prevede aiuti alle imprese attraverso borse lavoro ed incentivi occupazionali sotto forma di integrazione salariale e formazione continua. Con queste misura saranno 3119 i posti di lavoro creati e 998 le aziende ammesse così suddivise per province: a Catanzaro 189 imprese e 1.137 occupati, a Cosenza 580 (1.361), a Reggio Cal. 130 (384), a Vibo Val. 49 (124) ed a Crotone 40 (113). Alla conferenza stampa hanno inoltre preso parte il Dirigente Generale del Dipartimento lavoro Bruno Calvetta ed il commissario dell’Azienda Calabria Lavoro Pasquale Melissari. Il programma illustrato questa mattina è articolato in tre linee di azioni da attivare in fasi sequenziali: la prima fase prevede sostegno al reddito sotto forma di erogazione di una borsa di lavoro, finalizzata allo svolgimento di esperienze lavorative presso l’impresa con obbligo di assunzione successivo; nella seconda fase aiuti all’assunzione, destinati all’impresa, con contratto a tempo indeterminato e l’ultima fase che prevede formazione continua, destinata ai dipendenti delle imprese che hanno avuto accesso alle agevolazioni.  
   
   
“SOLIDARIETA´ E BUON SENSO”: LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI ON. SILVIO BERLUSCONI  
 
Mineo (Ct) 22 febbraio 2011 - Gentilissimo Presidente, i firmatari del presente documento – artisti, intellettuali, politici, rappresentanti della cosidetta società civile – Le scrivono in riferimento all´ipotizzata trasformazione del “Residence degli Aranci” di Mineo in un centro di accoglienza per i migranti. L´ospitalità per le persone più sfortunate di noi è un dovere delle nostre coscienze e della comunità nazionale, ma il problema non può essere affrontato né con le armi della paura xenofoba, né con quelle di un´ideologia dell´accoglienza che trascuri l´impatto sociale che essa può avere in contesti economici già di per sé disagiati come quello di Mineo e dintorni. Se l´ospitalità per i migranti è un dovere della comunità nazionale, parimenti lo è anche il rispetto del buon senso. Abbiamo più di qualche dubbio, infatti, sul progetto di imporre dall´alto a un paese di poco più di 5000 abitanti un centro accoglienza per 7000 persone. Come si potrà procedere alla loro “inclusione sociale” confinandoli in un sito circondato da fondi agricoli e distante almeno 10 km dal più vicino centro abitato? Quale rispetto si ha del diritto d’asilo se migliaia di persone, già in corso di integrazione in altri siti sparsi sul territorio nazionale, vengono spostati all’improvviso a Mineo per ricominciare da zero? Dopo l’accoglienza, quali opportunità di lavoro e di sviluppo potrà fornire loro il nostro martoriato territorio? In un momento storico in cui il Presidente della Repubblica invita tutti a ricordare i valori ed i principi che hanno portato (150 anni fa) all’Unità d’Italia, spiegando che è necessario condividere sia le positività che le negatività di questa nostra patria, è giusto che sia solo la Sicilia (e solo il territorio di Mineo) a sopperire a questa emergenza umanitaria? Per questi e tanti altri motivi analoghi, la preoccupazione nostra è che il “Villaggio della solidarietà” possa trasformarsi subito in un luogo di “esclusione sociale”, in un enorme contenitore di emarginazione, in una sorta di giardino zoologico dei bisogni e della povertà, ingannando le aspettative di questi disperati e offendendo irrimediabilmente la loro dignità. Ci permettiamo di suggerire, Signor Presidente, che è necessario coniugare “solidarietà e buon senso”: ospitare 100 migranti potrebbe essere una scommessa anche culturale di apertura e arricchimento per la comunità di Mineo e del Calatino; ospitarne 7000 potrebbe trasformarsi in una “bomba sociale”. Affidiamo, pertanto, alla Sua sensibilità e alla Sua coscienza i nostri dubbi, nella speranza che la decisione che il Governo sta per assumere vada nella direzione di accogliere i migranti, senza tuttavia disintegrare il tessuto sociale di un territorio piccolo, ma che tanto da sempre ha dato alla cultura della nostra Nazione. Giuseppe Castania - Sindaco del Comune di Mineo; Giovanni Costa – Ingegnere; Ennio Costanzo – Ingegnere; Ignazio Lo Basso – Insgenante; Daniela Novità – Ingegnere; Agrippino Perrotta - Segretario della Fondazione Giuseppe Bonaviri; Florinda Perrotta – Editrice; Massimiliano Perrotta – Drammaturgo; Joseph Stancanello - Direttore dell´innovazione della Siemens Healthcare Oncology di Erlangen; Leone Venticinque - Portale Qui Mineo; Enzo Zappulla - Presidente dell´Istituto di Storia dello Spettacolo Siciliano; Sarah Zappulla Muscarà - Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Giuseppe Bonaviri.  
   
   
NAPOLI: CONVEGNO NAZIONALE I DIRITTI ALLA PROVA DELLA CRISI. RISCATTARE IL FUTURO E LA FELICITÀ 24, 25 E 26 FEBBRAIO  
 
Napoli, 22 febbraio 2011 - Il Comitato Il Welfare non è un lusso in collaborazione con Airsam, Campo Libero, Cismai, C.n.c.a, Comunità Le Piagge, Copersamm, Forum salute mentale, Psichiatria Democratica, Forum Droghe, Legacoopsociali promuovono il convegno nazionale I diritti alla prova della crisi. Riscattare il futuro e la felicità. Un’occasione importante per riportare al centro del dibattito pubblico le drammatiche emergenze economiche e sociali che rischiano di travolgere il nostro Paese. Una deriva che al Sud e ancora di più a Napoli è particolarmente grave, perché la crisi sta mettendo a dura prova anche quelle reti di auto mutuo aiuto e quelle forme di economia informale che, sino ad oggi, hanno permesso a molti di reggere il quotidiano, di arrivare a fine mese, allentando la tensione sociale. L’emergenza economica e sociale che stiamo attraversando non è solo un momento di difficoltà o una congiuntura, è una crisi che sta mettendo in discussione diritti fondamentali indisponibili. Di qui la necessità di produrre proposte alternative alla politica dei tagli indiscriminati, evitando di rispondere alla crisi generando nuove emergenze. Segreteria organizzativa per informazioni e adesioni: 0817872037 int.247/225/242; info@gescosociale.It ; www.Gescosociale.it/