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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 25 Ottobre 2011
CONCLUSIONI DEL CONSIGLIO EUROPEO DEL 23 OTTOBRE 2011  
 
Bruxelles, 25 ottobre 2011 – Secondo il Consiglio europeo, oltre ad affrontare le sfide immediate poste dalla crisi finanziaria, è essenziale intensificare gli sforzi per assicurare una crescita sostenibile e tesa a creare occupazione. Il risanamento di bilancio e la riduzione del debito rivestono un´importanza cruciale per garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche e ripristinare la fiducia. Al tempo stesso è necessaria un´azione determinata per rafforzare l´economia già nel breve periodo. È essenziale pertanto che l´Unione europea attui tutti gli aspetti della strategia Europa 2020. Gli Stati membri accelereranno le riforme strutturali conformemente alle raccomandazioni formulate nel contesto del semestre europeo. In questo quadro, il Consiglio europeo ha individuato oggi una serie di priorità cui riservare una corsia preferenziale dato il loro notevole impatto sull´occupazione e la crescita nel breve e nel medio termine. Ha chiesto inoltre una focalizzazione più accentuata sugli aspetti delle politiche esterne dell´Unione europea atti a favorire la crescita, al fine di massimizzarne il contributo alla crescita in Europa e di creare le condizioni per attrarre maggiori investimenti esteri. Il Consiglio europeo ha stabilito la posizione dell´Unione per il vertice del G20, dando la massima priorità al mantenimento della stabilità finanziaria e alla ripresa della crescita. Ha inoltre discusso i preparativi per la conferenza di Durban sui cambiamenti climatici, sottolineando la necessità di compiere passi ambiziosi verso un quadro giuridicamente vincolante globale e completo per il periodo successivo al 2012. I. Politica Economica - 1. Alla luce della relazione della Commissione sui settori che favoriscono la crescita e dell´esito della conferenza politica sulle fonti di crescita svoltasi il 6 ottobre 2011, il Consiglio europeo ha individuato un numero limitato di priorità chiave per la politica economica interna da portare avanti a breve termine ai fini di una crescita intelligente, sostenibile, inclusiva ed eco-compatibile: a) il mercato unico è chiamato a svolgere un ruolo chiave per la creazione di crescita e occupazione. Si dovrebbe fare tutto il possibile per assicurare il raggiungimento, entro la fine del 2012, di un accordo sulle 12 proposte prioritarie enunciate nell´atto per il mercato unico, dando priorità assoluta a quelle che possono giovare maggiormente alla crescita e all´occupazione. Notevoli vantaggi economici saranno tratti altresì dalla piena attuazione della direttiva sui servizi; gli Stati membri dovrebbero completarne l´attuazione entro la fine di quest´anno e assicurare che gli sportelli unici siano completamente operativi e gli operatori economici siano pienamente informati delle nuove opportunità che tale direttiva offre. La Commissione riferirà sulla questione entro la fine del 2011; b) il Consiglio europeo invita la Commissione a presentare in tempi brevi la tabella di marcia per il completamento del mercato unico digitale entro il 2015, dando la priorità a proposte intese a promuovere un mercato unico digitale pienamente integrato grazie alla facilitazione del commercio elettronico e all´uso transfrontaliero dei servizi online. Si dovrebbe rivolgere particolare attenzione all´esigenza di assicurare progressi rapidi nella realizzazione degli obiettivi in materia di copertura della banda larga previsti dall´agenda digitale, nella facilitazione dell´identificazione e dell´autenticazione elettroniche sicure e nella modernizzazione del regime europeo di proprietà intellettuale al fine di garantire il vantaggio concorrenziale dell´Ue e far emergere possibili nuovi modelli di business, assicurando al contempo un elevato livello di protezione dei diritti di proprietà intellettuale e tenendo conto della diversità culturale. Il Consiglio europeo sollecita il rapido raggiungimento di un accordo sul programma relativo alla politica in materia di spettro radio; c) si dovrebbe continuare a dare impulso all´attuazione del programma d´azione del 2007 per la riduzione degli oneri amministrativi al fine di raggiungere l´obiettivo di una riduzione del 25% entro il 2012; si dovrebbero fare progressi più rapidi in materia di conti annuali, diritto societario, fiscalità e dogane. Il Consiglio europeo sollecita la rapida adozione delle proposte di semplificazione all´esame del Consiglio e del Parlamento. Si invita la Commissione a concentrare ulteriormente gli sforzi sulla riduzione dell´onere normativo nel suo insieme, in particolare per le Pmi, anche proponendo concreti metodi di lavoro nel contesto dell´agenda per una regolamentazione intelligente. La Commissione si è impegnata a valutare l´impatto delle future normative sulle microimprese e ad esaminare attentamente l´acquis al fine di individuare gli obblighi vigenti, da cui le microimprese potrebbero essere esonerate. Il Consiglio europeo attende con interesse l´imminente relazione della Commissione per ritornare su tali questioni nella riunione del dicembre 2011; d) gli Stati membri provvederanno affinché le raccomandazioni specifiche per paese si rispecchino pienamente nelle decisioni nazionali in materia dipolitica di bilancio e di riforme strutturali, vista la loro cruciale importanza per garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche, creare posti di lavoro e favorire la crescita. A sostegno di quest´obiettivo, il Consiglio europeo chiede che il Consiglio, in collaborazione con la Commissione, adotti misure atte ad assicurare che tutte le azioni intraprese a livello di Unione europea sostengano pienamente la crescita economica e la creazione di posti di lavoro. 2. Energia, compreso il rendimento energetico, come pure ricerca e innovazione sono settori chiave per la promozione della crescita. Il Consiglio europeo farà il punto dei progressi compiuti in questi settori rispettivamente nel dicembre del 2011 e nel marzo del 2012, dopo gli orientamenti concreti indicati nel febbraio del 2011. Sollecita la rapida attuazione delle misure che avranno un impatto diretto sulla crescita. 3. Poiché la crisi ha accentuato la pressione sui bilanci nazionali, è importante ottimizzare l´utilizzo delle risorse disponibili, specialmente nei paesi che stanno attuando un programma di aggiustamento. Il Consiglio europeo chiede l´adozione entro la fine dell´anno delle proposte miranti ad aumentare temporaneamente i tassi di cofinanziamento per i fondi dell´Ue, insieme all´orientamento di tali fondi verso la crescita, la competitività e l´occupazione. Si invita la Bei a esaminare in stretta cooperazione con la Commissione le possibilità di contribuire ulteriormente alla promozione degli investimenti in Europa, anche per quanto riguarda i paesi che stanno attuando un programma di aggiustamento. 4. L´unione europea dispone ora di strumenti più efficaci per rafforzare la sua governance economica e assicurare l´adozione delle misure richieste per far uscire l´Europa dalla crisi: la strategia Europa 2020 continua a orientare l´Unione e gli Stati membri nel promuovere la realizzazione di riforme strutturali atte a favorire la crescita; il semestre europeo contribuirà ad assicurare che non deviino dal percorso previsto e attuino queste riforme in modo coordinato; infine il Patto euro plus segnerà un salto di qualità nel coordinamento della politica economica tra gli Stati membri partecipanti. Il pacchetto di sei atti legislativi sulla governance economica, concordato il mese scorso, consentirà un netto rafforzamento della sorveglianza e del coordinamento, necessario per garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche ed evitare l´accumulo di squilibri eccessivi. Il Consiglio europeo sottolinea la sua ferma volontà di attuare il nuovo quadro per assicurare che sia applicato in modo pieno ed efficace. Al riguardo, accoglie con favore l´intenzione della Commissione di rafforzare, all´interno della Commissione stessa, il ruolo del commissario competente ai fini di un controllo più rigoroso e di ulteriori strumenti di esecuzione. 5. Il prossimo semestre europeo dovrebbe essere il più ambizioso possibile e attingere pienamente agli insegnamenti del passato. Il Consiglio europeo si compiace dell´intenzione della Commissione di anticipare la sua analisi annuale della crescita al dicembre 2011, permettendo così al Consiglio di preparare in modo approfondito il Consiglio europeo della primavera 2012. I capi di Stato o di governo torneranno a discutere di alcuni temi del Patto euro plus nel dicembre 2011; saranno inoltre informati dei progressi compiuti nelle discussioni strutturate su questioni di coordinamento della politica fiscale. Sono in corso i lavori legislativi relativi alle proposte della Commissione concernenti una base imponibile consolidata comune per l´imposta sulle società. Il Consiglio europeo prende atto della proposta della Commissione relativa a una tassa sulle transazioni finanziarie. 6. Rafforzare la regolamentazione finanziaria rimane una priorità fondamentale a livello di Ue e mondiale. Dal 2008 sono stati ottenuti notevoli risultati con la riforma del nostro quadro di regolamentazione e vigilanza, ma occorre proseguire gli sforzi per affrontare i punti deboli del sistema finanziario e prevenire future crisi. Il Consiglio europeo si compiace dell´accordo raggiunto sulle vendite allo scoperto e auspica la rapida adozione di altre importanti proposte legislative come quelle relative ai derivati Otc e ai sistemi di garanzia dei depositi entro la fine di quest´anno e quelle relative ai requisiti patrimoniali entro l´estate 2012. Si rallegra delle proposte sui mercati degli strumenti finanziari e sull´abuso di mercato attende con interesse le proposte che la Commissione formulerà sulle agenzie di rating del credito e sulla gestione e risoluzione della crisi bancaria. Il Consiglio europeo si compiace dei progressi compiuti dal Consiglio Ecofin sulle misure destinate al settore bancario e invita il Consiglio a portare a termine i lavori nella sessione del 26 ottobre. Le misure in questione saranno una componente essenziale di un pacchetto di più ampie dimensioni, i cui altri elementi saranno decisi dal vertice euro del 26 ottobre. 7. Il presidente ha informato il Consiglio europeo in merito allo stato dei preparativi relativi al vertice euro del 23 e 26 ottobre. Il Consiglio europeo ha convenuto sulla necessità di coerenza delle attività della zona euro e dell´Unione europea, nel pieno rispetto dell´integrità dell´Unione europea nel suo insieme e del suo funzionamento a 27. In questo contesto la Commissione europea ha la responsabilità di assicurare il rispetto della legislazione dell´Ue da parte di tutti i 27 Stati membri, anche per quanto riguarda il mercato interno, e di salvaguardare la parità di condizioni tra tutti gli Stati membri, compresi quelli che non partecipano all´euro. Il presidente del vertice euro sarà designato dai capi di Stato o di governo della zona euro nella stessa occasione in cui il Consiglio europeo elegge il suo presidente e per la stessa durata. In attesa della prossima elezione, l´attuale presidente del Consiglio europeo presiederà le riunioni del vertice euro. Il presidente del vertice euro terrà costantemente informati gli Stati membri che non fanno parte della zona euro sui preparativi e i risultati dei vertici. Il Consiglio europeo prende atto dell´intenzione dei capi di Stato o di governo della zona euro di riflettere su un ulteriore rafforzamento della convergenza economica nella zona euro, sul miglioramento della disciplina di bilancio e l´approfondimento dell´unione economica, vagliando anche la possibilità di apportare modifiche limitate al trattato. Il Consiglio europeo ricorda che qualsiasi modifica dei trattati deve essere decisa dai 27 Stati membri. Il Consiglio europeo tornerà sulla questione a dicembre, sulla base di una relazione del presidente del Consiglio europeo in stretta collaborazione con il presidente della Commissione e il presidente dell´Eurogruppo. 8. Per quanto riguarda gli aspetti esterni della politica economica, l´Europa continuerà a promuovere scambi liberi, equi e aperti affermando al contempo i suoi interessi in uno spirito di reciprocità e di mutuo vantaggio in relazione alle maggiori economie mondiali. L´unione europea può adottare una serie di misure nell´ambito delle relazioni esterne che possono contribuire a rilanciare il suo potenziale di crescita nel breve e lungo termine: a) mentre il rafforzamento ed ampliamento del sistema multilaterale e la conclusione del ciclo di Doha nel quadro dell´Omc restano obiettivi cruciali considerati i benefici attesi in termini di crescita e creazione di posti di lavoro, occorre riaffermare l´importanza degli accordi bilaterali e regionali, in particolare con i partner strategici e con quelli i cui mercati sono in rapida espansione. Tale impegno dovrebbe orientarsi in particolare verso l´eliminazione degli ostacoli agli scambi, il miglioramento dell´accesso al mercato, condizioni di investimento appropriate, la protezione della proprietà intellettuale, l´accesso alle materie prime e l´apertura dei mercati degli appalti pubblici. In merito a quest´ultimo punto, il Consiglio europeo attende con interesse l´imminente proposta, da parte della Commissione, di uno strumento dell´Ue; b) l´Unione dovrebbe mettere a frutto le relazioni speciali che intrattiene con le regioni limitrofe al fine di favorire legami economici più stretti ed aprire nuove opportunità di scambi ed investimenti, anche perseguendo, ove opportuno, accordi di libero scambio globali e approfonditi. La promozione di un contesto più favorevole alle imprese in tutto il vicinato dell´Ue è un investimento essenziale ai fini di una più estesa prosperità regionale. L´unione dovrebbe mirare all´integrazione di settori specifici che hanno un impatto significativo sulla crescita e l´occupazione, quali l´energia e il trasporto aereo; c) l´Unione dovrebbe inoltre cercare di sfruttare appieno i vantaggi di un contesto normativo che disciplina uno spazio economico in espansione ed assumere un ruolo guida nella fissazione delle norme. Dovrebbe elaborare una politica d´investimento globale, volta a realizzare in modo efficace la liberalizzazione e la protezione reciproche degli investimenti quale parte integrante della politica commerciale comune dell´Unione nel suo insieme. Dovrebbe inoltre garantire una maggiore coerenza tra gli aspetti esterni delle politiche settoriali quali l´energia, i trasporti e i visti, nel quadro dell´equilibrio complessivo degli interessi economici e degli obiettivi di politica estera dell´Unione. 9. I lavori su tali questioni saranno portati avanti in via prioritaria, prevedendo le risorse e gli strumenti necessari. Si invita la Commissione a riferire sui progressi compiuti entro la primavera 2012. A seconda delle esigenze, i vertici dell´Ue con i paesi terzi e le regioni terze saranno maggiormente incentrati sulla soluzione delle questioni in sospeso in relazione agli accordi in corso di negoziato. Ii. G20 10. Il Consiglio europeo ha discusso i preparativi per il vertice del G20 di Cannes, confermando gli orientamenti convenuti dal Consiglio in preparazione delle riunioni ministeriali del G20 in materia di finanza, agricoltura, occupazione e sviluppo. 11. Per mantenere la stabilità finanziaria, ripristinare la fiducia e sostenere la crescita e la creazione di posti di lavoro è necessaria un´azione determinata. Il G20 dovrebbe approvare un piano d´azione ambizioso contenente specifici impegni e misure da parte di tutti i paesi del G20 per rispondere alle gravi sfide poste dall´attuale rallentamento dell´economia e per assicurare una crescita forte, sostenibile ed equilibrata attuando nel contempo un risanamento di bilancio credibile. 12. Il vertice di Cannes dovrebbe inoltre realizzare progressi concreti nei seguenti ambiti: a) riformare il sistema monetario internazionale, in particolare rafforzando gli strumenti di sorveglianza e di gestione delle crisi e migliorando il coordinamento delle politiche economiche e monetarie; politiche macroeconomiche sane dovrebbero essere lo strumento privilegiato per rispondere agli shock dei flussi finanziari ed il vertice del G20 dovrebbe continuare a promuovere mercati dei capitali aperti ed evitare il protezionismo finanziario; si attendono ulteriori progressi su un percorso basato sui criteri allo scopo di ampliare il paniere del diritto speciale di prelievo, quale contributo all´evoluzione del sistema monetario internazionale sulla base dei criteri vigenti. Il G20 dovrebbe fare in modo che l´Fmi disponga di risorse adeguate per far fronte alle sue responsabilità sistemiche e inoltre valutare eventuali contributi all´Fmi da parte di paesi con un consistente surplus esterno. B) rafforzare la regolamentazione e la vigilanza del settore finanziario, assicurando l´attuazione piena e coerente degli impegni precedenti, che implica l´attuazione tempestiva e coerente di "Basilea Ii", "Basilea Ii - 5" e "Basilea Iii", la riforma dei derivati Otc e i principi e gli standard retributivi. È necessario progredire nella realizzazione di quadri coerenti a livello internazionale per tutti gli istituti finanziari di importanza sistemica, nella definizione e pubblicazione di un elenco dei paesi e territori non cooperativi, nella convergenza dei principi contabili, nel rafforzamento della regolamentazione del sistema bancario parallelo, nella lotta all´esistenza di paradisi fiscali nonché nella riduzione dell´eccessivo affidamento sui rating del credito. Per tenere il passo con l´ambiziosa riforma finanziaria saranno rafforzati la base istituzionale, le risorse e la governance del consiglio per la stabilità finanziaria. Si dovrebbe esplorare e sviluppare ulteriormente l´opportunità di introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie a livello mondiale; c) affrontare l´eccessiva volatilità dei prezzi dei prodotti di base, segnatamente rafforzando la trasparenza dei relativi mercati e migliorando il funzionamento e la regolamentazione dei mercati dei derivati; il piano d´azione del G20 sulla volatilità dei prezzi dei prodotti alimentari e sull´agricoltura costituisce un importante passo avanti verso una risposta, coordinata a livello internazionale, alla sfida della sicurezza dell´approvvigionamento alimentare; d) promuovere la ripresa mondiale ed una crescita sostenibile ed inclusiva sostenendo un´attiva agenda di negoziati Omc, anche per i paesi meno avanzati, e applicando appieno, con misure concrete, l´agenda di sviluppo del G20; dovrebbe essere rafforzata anche la dimensione sociale della globalizzazione; e) far progredire la liberalizzazione internazionale degli scambi e resistere al protezionismo in particolare concordando un programma credibile quale base per la conclusione del ciclo di Doha per lo sviluppo ed esaminare approcci innovativi per rafforzare il sistema commerciale multilaterale; f) combattere i cambiamenti climatici, in particolare mobilitando fonti per i finanziamenti relativi ai cambiamenti climatici. Iii. Cambiamenti Climatici - 13. Il Consiglio europeo approva le conclusioni del Consiglio del 4 e 10 ottobre 2011 che illustrano in dettaglio la posizione dell´Ue per la conferenza di Durban sui cambiamenti climatici. Sottolinea che per raggiungere l´obiettivo concordato di un aumento massimo delle temperature globali di 2ºC è essenziale un regime internazionale ambizioso inteso a combattere i cambiamenti climatici. L´unione europea si adopererà per un risultato ambizioso ed equilibrato della conferenza di Durban, basandosi su quanto convenuto l´anno scorso a Cancun. Urge concordare un processo volto a conseguire un quadro giuridicamente vincolante completo e un calendario chiaro, che assicuri la partecipazione globale anche da parte delle grandi economie. Il Consiglio europeo conferma l´apertura dell´Unione europea a un secondo periodo di adempimento ai sensi del protocollo di Kyoto nell´ambito di una transizione a tale quadro, come stabilito dal Consiglio il 10 ottobre 2011. 14. Il Consiglio europeo si compiace dei lavori in corso in seno al Gruppo ad alto livello sulla sostenibilità mondiale, istituito dal Segretario generale dell´Onu, per trovare nuovi modi efficaci di promuovere lo sviluppo sostenibile globale. Iv. Politica Estera - 15. L´europa conferma il suo impegno a sostenere la trasformazione democratica del suo vicinato meridionale tramite la politica europea di vicinato. La transizione democratica e lo sviluppo economico dell´intera regione sono ancora essenziali per l´instaurarsi della democrazia, nel pieno rispetto dello stato di diritto e dei diritti umani e civili. Il rapido avvio di progetti concreti nell´ambito dell´Unione per il Mediterraneo può contribuire in larga misura a tale processo. 16. La morte di Muammar Gheddafi segna la fine di un´era di dispotismo e repressione troppo a lungo patiti dal popolo libico. La Libia oggi può voltare pagina nella sua storia, cercare la riconciliazione nazionale e avviarsi verso un nuovo futuro democratico. Il Consiglio europeo rende omaggio al coraggio e alla determinazione mostrati dal popolo della Libia. Attende con interesse la formazione di un governo inclusivo e largamente rappresentativo, l´avvio di una transizione democratica, pacifica e trasparente che coinvolga tutti i libici e la preparazione di elezioni libere e regolari conformemente alla dichiarazione costituzionale del Consiglio nazionale di transizione. Ribadisce l´impegno dell´Unione europea a sostenere la nascita di una Libia democratica. Il Consiglio europeo ribadisce il suo sostegno a un Egitto democratico, pluralistico e stabile quale partner fondamentale per l´Ue. Le autorità provvisorie hanno il compito cruciale di organizzare le prime elezioni trasparenti e democratiche, garantendo l´ordine pubblico in maniera rispettosa dei diritti umani. Il Consiglio europeo è preoccupato dei recenti tragici scontri avvenuti in Egitto e sottolinea l´importanza di promuovere e proteggere la libertà di religione o di convinzione, compresa la tutela delle minoranze religiose, quale componente essenziale di ogni società democratica. Il Consiglio europeo accoglie con favore lo svolgimento in data odierna delle prime elezioni libere in Tunisia. L´unione europea sosterrà le nuove autorità negli sforzi messi in atto a favore della democratizzazione e di uno sviluppo economico sostenibile, anche attraverso la task force Ue‑tunisia. 17. Il Consiglio europeo appoggia pienamente le conclusioni del Consiglio sulla Siria adottate il 10 ottobre. Il popolo siriano deve poter definire il futuro del paese, senza il timore della repressione. Il Consiglio europeo si compiace degli sforzi compiuti dall´opposizione politica per instaurare una piattaforma unitaria. La creazione del Consiglio nazionale siriano è un positivo passo avanti. Il Consiglio europeo continua a essere seriamente preoccupato della situazione attuale in Siria e sottolinea il forte sostegno al popolo siriano che esprime le sue aspirazioni legittime a una vita libera e dignitosa. Condanna con la massima fermezza la repressione brutale in atto da parte del regime siriano contro la popolazione nonché le diffuse violazioni dei diritti umani. Il presidente Assad deve farsi da parte per rendere possibile la transizione politica in Siria. L´ue ha deciso di imporre misure restrittive destinate a colpire le persone responsabili della violenta repressione o ad essa associate nonché coloro che sostengono il regime o ne traggono vantaggi e non la popolazione civile. Fino a quando persisterà la repressione della popolazione civile, l´Ue imporrà misure nuove e più generali nei confronti del regime. Il Consiglio europeo esorta tutti i membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ad assumersi le proprie responsabilità riguardo alla situazione in Siria. 18. Il Consiglio europeo si compiace del rafforzamento delle misure restrittive dell´Ue nei confronti dell´Iran a causa delle inaccettabili violazioni dei diritti umani e dell´adozione di misure restrittive nei confronti di cinque persone a seguito del complotto sventato di assassinare l´ambasciatore del Regno dell´Arabia Saudita presso gli Stati Uniti. Esorta l´Iran a rispettare tutti gli obblighi derivanti dal diritto internazionale. Esprime la sua preoccupazione costante riguardo all´espansione dei programmi nucleare e missilistico dell´Iran, in violazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell´Onu e dell´Aiea, come pure per la mancanza di cooperazione con l´Aiea al fine di risolvere le questioni in sospeso, comprese quelle che indicano l´esistenza di una possibile dimensione militare del programma nucleare. Insiste con l´Iran affinché si impegni in colloqui costruttivi e sostanziali con il gruppo E3+3 per giungere, sulla questione del nucleare, a una soluzione globale, negoziata e di lungo termine al fine di evitare possibili misure restrittive ulteriori. Allo stesso tempo il Consiglio europeo invita il Consiglio "Affari esteri" a predisporre nuove misure restrittive che saranno decise ed attuate a tempo debito qualora l´Iran continui a non collaborare seriamente e a non rispettare gli obblighi che gli incombono. Sottoscrive la dichiarazione dell´alto rappresentante del 21 settembre. Ribadisce l´impegno dell´Unione europea a adoprarsi per una soluzione diplomatica della questione. 19. Il Consiglio europeo si compiace del secondo vertice del partenariato orientale tenutosi a Varsavia il 29 e 30 settembre e apprezza l´intenzione dell´alto rappresentante e della Commissione europea di proporre una tabella di marcia che elenchi obiettivi, strumenti ed azioni in vista del prossimo vertice del partenariato orientale nel secondo semestre del 2013. Il ritmo e la portata dell´associazione politica e dell´integrazione economica di questi paesi con l´Ue dipenderà dalla loro adesione ai principi democratici e allo stato di diritto, che sono il fondamento del partenariato. Dichiarazione Del Consiglio Europeo - Il Consiglio europeo ha accolto con grande soddisfazione l´annuncio della cessazione dell´attività terroristica dell´Eta comunicato il 20 ottobre. È senza dubbio la vittoria della democrazia e della libertà in Spagna e in tutta l´Unione e, a questo riguardo, il Consiglio europeo desidera esprimere il suo apprezzamento al governo, ai partiti politici, alle forze di sicurezza, alle autorità di contrasto e all´intera società spagnola per la fermezza e determinazione dimostrate nella lunga lotta contro la violenza terroristica. Un riconoscimento è dovuto anche all´inestimabile cooperazione e solidarietà ricevute dall´Europa, con uno speciale ringraziamento al popolo e al governo francesi. Un ricordo particolare va alle vittime di questa violenza, ricordo che non deve venir meno affinché questa violenza, che mai avrebbe dovuto prodursi, non si ripeta mai più.  
   
   
OSSERVAZIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO EUROPEO HERMAN VAN ROMPUY DOPO IL VERTICE EURO  
 
Bruxelles, 25 ottobre 2011 - Negli ultimi due anni abbiamo adottato misure importanti per superare la crisi, non da ultimo il 21 luglio scorso. Le sfide economiche immediate sono tuttavia di così grande portata che occorre fare di più. Tutti i leader sono d´accordo su questo punto. Siamo determinati ad intraprendere tutte le iniziative e le azioni necessarie per assicurare la stabilità della zona euro e, lavorano, per questo, sui cinque fronti che richiedono un intervento. Questa sera abbiamo convenuto gli obiettivi e definito la nostra strategia e, fra tre giorni, concluderemo l´esercizio. Nel frattempo saranno svolti i lavori preparatori sotto il profilo tecnico nelle diverse sedi interessate, tra l´altro il Consiglio "Economia e finanza". Ecco i cinque fronti su cui stiamo lavorando nell´ambito di questa strategia globale: 1. Azione energica di tutti i governi per assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche e aumentare la crescita, il che significa pieno rispetto degli obiettivi di bilancio concordati e accelerazione delle riforme strutturali. Come ho già detto nella conferenza stampa del pomeriggio, tra oggi e mercoledì prossimo alcuni membri del Consiglio europeo dovranno persuadere i colleghi che i rispettivi paesi attuano appieno le misure promesse; 2. Soluzione sostenibile per Grecia: accogliamo con favore il voto del parlamento greco su una nuova serie di misure e la decisione dell´Eurogruppo in merito al pagamento della sesta tranche. Ci stiamo adoperando per una soluzione con il settore privato al fine di migliorare la sostenibilità nel quadro di un nuovo programma per la Grecia; 3. Un argine in grado di evitare il contagio, ossia massimizzazione delle risorse del fondo europeo di stabilità finanziaria (Fesf) senza aumentare l´importo delle garanzie che ne sono alla base; gli strumenti del Fesf saranno usati con maggiore flessibilità. Si stanno vagliando diverse opzioni; 4. Ripristino della fiducia nel settore bancario europeo. Ho già annunciato questo punto dopo la riunione plenaria del Consiglio europeo del pomeriggio. Tutti hanno convenuto che occorre uno schema coordinato per ricapitalizzare le banche e migliorarne il finanziamento. L´accordo dei ministri delle finanze sarà formalizzato nella riunione del Consiglio europeo di mercoledì prossimo; 5. Migliore governance e maggiore integrazione della zona euro. Quest´obiettivo comporta nel breve periodo il miglioramento della nostra organizzazione e il rafforzamento della vigilanza economica e di bilancio e, nel medio periodo, una convergenza economica più forte, meccanismi di attuazione maggiormente efficaci e, in ultimo, una maggiore integrazione di bilancio. Questi cinque elementi sono interconnessi: sia sotto il profilo tecnico che politico fanno parte di uno stesso pacchetto. Saranno necessari altri lavori ed è per questa ragione che le decisioni saranno adottate in occasione del vertice euro di follow-up. La riunione è quindi aggiornata a mercoledì.  
   
   
LA CORTE DEI CONTI EUROPEA PUBBLICA LA RELAZIONE SPECIALE N. 9/2011 SULL’EFFICACIA DEI PROGETTI DI E-GOVERNMENT SOVVENZIONATI DAL FONDO EUROPEO DI SVILUPPO REGIONALE (FESR)  
 
Lussemburgo, 25 ottobre 2011 - Con il termine di amministrazione elettronica, o digitale, (e-Government) si fa riferimento alle operazioni tra le pubbliche amministrazioni e i cittadini o le imprese, o fra diverse amministrazioni pubbliche, che vengono eseguite in forma elettronica. L’e-government richiede l’uso di tecnologie dell’informazione e della comunicazione coniugato a un cambiamento organizzativo e all´acquisizione di nuove competenze al fine di migliorare la qualità dei servizi pubblici. Il sostegno dell’Ue controllato consiste nel cofinanziamento di progetti negli Stati membri. Questo controllo di gestione svolto dalla Corte dei conti europea (Cce) ha riguardato il periodo di programmazione 2000 - 2006 e quattro Stati membri: Francia, Italia, Polonia e Spagna. Complessivamente, essi hanno rappresentato una spesa di 3 miliardi di euro che corrisponde al 45 % della spesa del Fesr per progetti nel campo della società dell’informazione. L’audit ha inteso rispondere ai seguenti quesiti: I progetti cofinanziati sono stati selezionati in base ad una valutazione delle esigenze? I progetti sono stati realizzati come previsto? I progetti sono utili e sostenibili? La Cce ha concluso quanto segue: nonostante la programmazione dell’e-Government a livello nazionale sia gradualmente migliorata nel corso del periodo di programmazione, a causa delle debolezze delle strategie iniziali i progetti cofinanziati non si sono sempre focalizzati sulle esigenze prioritarie per lo sviluppo dell’e-Government; benché le realizzazioni previste si siano in generale concretizzate, spesso hanno subito ritardi o una riduzione della portata, a causa di carenze di concezione o della mancanza di una metodologia di attuazione; i progetti controllati sono risultati, nella maggior parte dei casi, tecnologicamente validi e le applicazioni informatiche sviluppate hanno fornito servizi elettronici agli organismi pubblici, ai cittadini e alle imprese. In generale, i sistemi cofinanziati dal Fesr hanno formato oggetto di adeguata manutenzione e sono stati finanziariamente sostenibili. Nella sua relazione speciale, la Cce formula una serie di raccomandazioni per la concezione dei futuri progetti di e‑Government o regimi similari: gli Stati membri dovrebbero, in primo luogo, elaborare strategie in materia di e‑Government che si basino sulle esigenze emerse, abbiano chiari obiettivi e attribuiscano responsabilità agli organismi che devono rispondere della realizzazione degli obiettivi. Essi dovrebbero selezionare i progetti di e‑Government in base ad una valutazione dei probabili costi e benefici del progetto. La Cce chiede inoltre alla Commissione di assicurarsi che i progetti che beneficiano di finanziamenti del Fesr tengano conto dei principi e delle raccomandazioni dell’Ue che consentono l’interoperabilità transeuropea.  
   
   
COME RIFORMARE IL SISTEMA DI BILANCIO EUROPEO? UNA TASSA SULLE TRANSAZIONI FINANZIARIE E UN NUOVO SISTEMA DELL´IVA. PEDER LUNDQUIST: "LA SFIDA NON È QUELLA DI SPENDERE DI PIÙ, MA SPENDERE MEGLIO".  
 
Bruxelles, 25 ottobre 2011 - Da molto tempo, il deputato francese di centro-destra Alain Lamassoure, presidente della Commissione per i bilanci, richiede nuove risorse economiche destinate unicamente all´Unione europea. Oggi il budget europeo è costituito essenzialmente dai contributi dei singoli Stati membri. "Ė venuto il momento per una riforma radicale" ha insistito Alain Lamassoure il 20 e 21 ottobre a Bruxelles, durante una conferenza che ha riunito deputati nazionali e europei. Ha inoltre sottolineato che i trattati prevedono da anni delle nuove risorse destinate all´Unione europea. Ha richiesto un´azione più efficace per una politica di bilancio più trasparente davanti al presidente del Parlamento europeo Jerzy Buzek, che ha precedentemente aperto il dibattito. " Ė necessario trovare delle risposte per reagire ai periodi di crisi (...), per questo abbiamo bisogno di un bilancio europeo solido" ha spiegato il presidente Buzek. Risorse proprie, risorse improprie - Se tutti i partecipanti sono stati d´accordo nel voler trovare un nuovo sistema di bilancio, non tutti sono arrivati alla stessa soluzione. La proposta della Commissione europea di introdurre dei fondi destinati alle politiche comuni attraverso a una tassa sulle transazioni finanziarie e un nuovo sistema dell´Iva è stata discussa. Alcuni deputati hanno accolto la proposta con scetticismo, altri hanno proposto una risoluzione non solamente europea, ma addirittura su scala mondiale. Inoltre, una parte dei deputati hanno indicato che un aumento dell´Iva potrebbe provocare una crescita delle tassazioni al livello globale. Semplificare il sistema - Il sistema di risorse dell´Unione europea è "troppo complesso e incomprensibile per i cittadini", a spiegato il deputato belga Guy Verhofstadt (Liberali e democratici). Il finanziamento delle politiche regionali è stato utilizzato come esempio. "La sfida non è quella di spendere di più, ma spendere meglio" ha insistito Peder Lundquist, deputato del governo danese, che sarà a capo del Consiglio dell´Unione europea in gennaio. "Se un sistema non funziona, bisogna accettarlo e cambiare le cose".  
   
   
GUSTAFSSON, IL PRIMO UOMO A CAPO DELLA COMMISSIONE PER I DIRITTI DELLA DONNA "CHI LO CONOSCE BENE SA CHE È UN FEMMINISTA PUROSANGUE".  
 
Bruxelles, 25 ottobre 2011 - Il deputato svedese della Sinistra Unita Mikael Gustafsson è il primo uomo a presiedere la commissione per i diritti della donna e l´uguaglianza di genere. Un chiaro segnale che la protezione della parità dei sessi non è responsabilità esclusiva delle donne. Gustafsson crede fermamente nell´uguaglianza tra uomo e donna. E mette in pratica ciò che dice. "Sono onorato. La commissione ha fiducia in me ed io farò del mio meglio per non deluderla. Tra le future sfide ci sono una legislazione europea contra la violenza verso le donne, l´aumento dell´indipendenza economica delle donne e la loro influenza nella politica" ha dichiarato Mikael Gustafsson, eletto a capo della commissione per i Diritti della donna e l´uguaglianza di genere il 3 ottobre. Una persona competente, un leader, una persona che sa ascoltare "Mikael è un politico appassionato del suo lavoro, di larghe vedute, competente e curioso. Si impegna per aiutare le persone in modo onesto e sincero. É un amico e collega umile, diplomatico e di cui ci si può fidare" racconta Miriam Malm, una collega del partito di sinistra svedese. Jenny Fors, che lavora al Wwf e ha incontrato più volte Gustafsson al Riksdag (il Parlamento svedese), lo descrive come un uomo pieno di interessi: democrazia, uguaglianza, storia, spazio, sviluppo sostenibile e softball. "Eco-femminista" A quanto dice Miriam Malm i temi che gli stanno più a cuore sono "il femminismo, l´ambiente ed una società sostenibile: e quello che dice lo fa!". Gustafsson viene definito dalla collega parlamentare Ulla Andersson un "eco-femminista con una vasta conoscenza in materia di politica economica e di gestione delle infrastrutture". Ma ha un certo interesse anche per la tecnologia e le mappe. "Un grande negoziatore" Alcuni lo accusano di non essere abbastanza pro femminismo, ma chi lo conosce bene sa che è un femminista purosangue e che cambierà le cose. Il Parlamento europeo è un ambiente che si caratterizza per una forte cultura del compromesso e, secondo Jenny Fors, Mikael Gustafsson è "un grande negoziatore".  
   
   
LA COMMISSIONE INTENDE TUTELARE LE IMPRESE DELL’UE DA TRUFFE E PRATICHE SLEALI  
 
Bruxelles, 26 ottobre 2011 – In tutta Europa, le piccole imprese sono vittime di operatori senza scrupoli che ricorrono a pratiche sleali quali la pubblicità ingannevole. I truffatori si nascondono dietro i confini nazionali e sfruttano la vulnerabilità delle aziende – specialmente le più piccole – nel corso delle attività svolte in altri paesi dell’Unione europea. Anche professionisti come medici o avvocati, nonché associazioni della società civile, possono essere bersaglio di tali macchinazioni. Per meglio tutelarli, la Commissione europea avvia una consultazione pubblica volta a raccogliere presso le aziende e altre parti interessate maggiori informazioni sulla natura e sulla portata delle pratiche sleali, comprese le truffe online. In seguito a tale consultazione, la Commissione valuterà il modo migliore di impedire ai truffatori di sfruttare i vuoti giuridici esistenti e garantire una tutela efficace degli operatori che agiscono nel rispetto della legalità. “Le piccole imprese costituiscono il nerbo dell’economia europea e non possono permettersi il lusso di perdere denaro nelle truffe”, ha dichiarato Viviane Reding, vicepresidente e commissaria per la Giustizia. “Abbiamo bisogno di regole forti ed efficaci a livello europeo per contrastare queste pratiche sleali e impedire ai truffatori di nascondersi dietro le frontiere nazionali." Ogni giorno imprese, professionisti e associazioni della società civile con sede nell’Ue sono vittime di pratiche sleali, che possono spaziare dall’omessa comunicazione di informazioni importanti o dalla trasmissione di informazioni false o fuorvianti sull’offerta - in particolare sotto forma di pubblicità ingannevole -, fino al ricorso alle molestie, alla costrizione o a indebiti condizionamenti. I 23 milioni di piccole e medie imprese (Pmi) dell’Ue rappresentano il 99% delle società dell’Unione e sono particolarmente esposte alle truffe. Talvolta, però, anche le grandi imprese europee sono vittime di raggiri. Un comune meccanismo di truffa è quello messo in atto dalle società di compilazione di elenchi commerciali, che trasmettono alle imprese moduli con la richiesta – apparentemente gratuita – di aggiornare i loro dati. Una volta dato il proprio accordo, tuttavia, le imprese scoprono di aver sottoscritto un contratto a titolo oneroso, che prevede il pagamento annuo di un importo elevato. Un’indagine del Parlamento europeo del 2008 ha registrato 13 000 denunce concernenti truffe da parte di società di compilazione degli annuari - presumibilmente solo la punta dell’iceberg. La cifra generalmente chiesta alle società era di 1 000 euro. Spesso, poi, le società non denunciano neppure le pratiche sleali di cui sono vittime, per mancanza di tempo o perché non sanno a chi rivolgersi. La consultazione pubblica della Commissione permetterà di raccogliere dati provenienti da singoli e imprese e dalla società civile. Sulla scorta della consultazione, nella prima metà del 2012 la Commissione presenterà le opzioni per un futuro intervento dell’Ue nel settore, comprese possibili modifiche legislative. Gli interessati possono inviare il proprio contributo tramite: http://ec.Europa.eu/justice/consumer-marketing/opinion/ La consultazione pubblica resterà aperta fino al 16 dicembre 2011. Contesto La normativa dell’Unione europea in materia di pubblicità ingannevole e comparativa (direttiva 2006/114/Ce del 12 dicembre 2006) fissa uno standard giuridico minimo contro la pubblicità ingannevole in tutta l’Ue, compresa quella diretta contro le imprese, ma stabilisce anche che la pubblicità comparativa deve mettere a confronto dati analoghi, non deve screditare i marchi di altre imprese, né creare confusione tra gli operatori economici. Tuttavia, mentre la legislazione Ue in vigore tutela i consumatori da qualsiasi forma di pratica commerciale sleale (direttiva 2005/29/Ce dell’11 maggio 2005), questo non vale per gli operatori commerciali. Per rafforzare la protezione di questi ultimi e migliorare la cooperazione transfrontaliera tra le autorità di contrasto, la Commissione intende pubblicare nel primo semestre del 2012 una comunicazione che passerà in rassegna le modalità di attuazione negli Stati membri della legislazione Ue sulla pubblicità ingannevole e comparativa, individuerà gli aspetti problematici ed esaminerà le opzioni per un’eventuale revisione. L’importanza della questione è stata altresì sottolineata a più riprese dal Parlamento europeo, che ha dedicato al problema specifico delle società di compilazione di annuari due importanti risoluzioni, una nel 2008 e una più recente il 9 giugno 2011. Per ulteriori informazioni Normativa Ue in materia di pubblicità ingannevole e comparativa http://ec.Europa.eu/justice/consumer-marketing/unfair-trade/false-advertising/index_en.htm  Sala stampa online della Dg Giustizia: http://ec.Europa.eu/justice/newsroom/index_en.htm  Homepage di Viviane Reding, vicepresidente e commissaria europea per la Giustizia: http://ec.Europa.eu/reding    
   
   
I CONSUMATORI EUROPEI DANNO UN GIUDIZIO INSODDISFACENTE DEI SERVIZI FINANZIARI E DEI MERCATI DEI CARBURANTI  
 
Bruxelles, 25 ottobre 2011 – Il settore degli investimenti (comprese le pensioni e i titoli), i servizi immobiliari e ipotecari sono i mercati che con maggiore frequenza risultano insoddisfacenti per i consumatori di tutta l´Ue, come risulta dall´ultimo quadro di valutazione dei mercati dei beni di consumo (Consumer Markets Scoreboard). Tra i mercati dei beni, quelli delle automobili usate e dei combustibili ottengono la valutazione più bassa. Come nel 2010, i mercati dei servizi continuano a risultare poco performanti e i servizi finanziari e i servizi di rete si situano al di sotto della media. La fornitura di elettricità e il mercato dei carburanti sono quelli che hanno registrato il maggiore deterioramento rispetto al 2010. L´indice principale del quadro di valutazione fa una graduatoria dei mercati dei beni di consumo in termini di fiducia e soddisfazione dei consumatori, di facilità di raffronto delle offerte, di problemi e reclami. Le scelte dei consumatori, la facilità di passare da un erogatore di servizi a un altro o di cambiare tariffe e le differenze dei prezzi tra paesi sono anche oggetto di valutazione. L´obiettivo è identificare i mercati che appaiono maggiormente a rischio di malfunzionamento per sottoporli quindi a studi di follow up in modo da analizzare a fondo le problematiche e identificare le possibili risposte politiche. Sulla base delle ultime risultanze la Commissione europea sottoporrà a test i mercati del credito al consumo e dei combustibili. John Dalli, Commissario responsabile per la salute e i consumatori, ha affermato: "Il valore che il mercato unico riveste per i consumatori è misurato sulla base di quanto esso può offrire in termini di prezzi più bassi, più ampia scelta, trasparenza e soddisfazione. Grazie al quadro di valutazione possiamo individuare gli ambiti in cui tali aspettative non si realizzano. Si tratta di indirizzare il processo decisionale in base alle prove esperienziali raccolte così da rispondere ai bisogni reali dei consumatori”. Il quadro annuale di valutazione dei mercati dei beni di consumo elenca 51 mercati dei servizi e dei beni, corrispondenti a più di 60% dei bilanci dei nuclei familiari, per individuare quelli che non sono all´altezza delle aspettative dei consumatori su tutto il territorio dell´Ue. Risultanze chiave - I mercati dei servizi continuano a registrare prestazioni insoddisfacenti e i servizi finanziari (ad esempio il credito al consumo) e i servizi di rete (ad esempio l´elettricità) si situano al di sotto della media. Nel complesso i servizi di investimento (comprese le pensioni e i titoli), i servizi immobiliari e quelli ipotecari configurano i tre mercati di consumo che registrano i risultati più bassi (nel 2010 essi erano rappresentati dai mercati degli investimenti, quelli immobiliari e dalla fornitura di Internet, Ip/10/1369). I mercati dei beni di consumo nel complesso appaiono funzionare molto meglio. Le eccezioni sono date dal mercato delle automobili usate e da quello dei carburanti per autoveicoli, che sono risultati agli ultimi posti nella categoria dei beni di consumo (nel 2010 agli ultimi posti si situavano le automobili usate, gli indumenti e le calzature nonché le carni; cfr. Ip/10/1369). Rispetto al 2010 i mercati dell´elettricità e dei carburanti sono quelli che si sono maggiormente deteriorati il che può spiegare il malumore dei consumatori per i prezzi dell´elettricità e dei carburanti. Se si esamina la facilità percepita di cambiare il fornitore o le tariffe e se si esamina anche l´effettiva propensione dei consumatori a tali cambiamenti, i mercati ipotecari, quelli degli investimenti (comprese le pensioni e i titoli) e dell´elettricità presentano i risultati più bassi sui 14 mercati dei servizi. Il 64% dei consumatori è soddisfatto della scelta di beni o fornitori (su tutti i mercati). Ciò fa pensare che per i consumatori il problema non sia quello della scelta quanto piuttosto quello della fiducia negli operatori commerciali e della capacità di raffrontare le offerte. La relazione completa, comprendente anche i risultati delle graduatorie nazionali, è reperibile all´indirizzo: http://ec.Europa.eu/consumers/consumer_research/editions/cms6_en.htm  I prossimi passi A mo´ di follow up la Commissione europea avvierà due studi di mercato su: Il credito al consumo, che ottiene risultati insoddisfacenti nel quadro di valutazione, soprattutto in termini di fiducia e di comparabilità. Poiché la direttiva sul credito al consumo sarà sottoposta a riesame nel 2013 i risultati forniranno un´ampia messe di dati per valutare l´impatto delle attuali regole Ue. Lo studio non coprirà il settore ipotecario poiché esso è già oggetto di una recente proposta della Commissione (Ip/11/383). Il mercato dei carburanti. Il mercato dei carburanti si situa al penultimo posto tra i mercati dei beni e ha registrato il maggiore deterioramento a partire dal 2010. Si tratta del quarto maggiore mercato in termini di quota del bilancio dei nuclei familiari. Inoltre, la molteplicità delle designazioni dei carburanti può creare confusione per i consumatori determinando un eventuale impatto sul mercato unico. Per diversi degli altri mercati problematici sono stati già effettuati studi approfonditi (ad esempio per l´elettricità, i servizi finanziari al dettaglio) o sono in corso di realizzazione (ad esempio per la fornitura di Internet) – cfr. Memo/11/718 per ulteriori particolari. Contesto - L´obiettivo principale del quadro di valutazione dei mercati al consumo è identificare i mercati che risultano maggiormente a rischio di malfunzionamento per i consumatori al fine di realizzare studi di follow up e analizzare a fondo i problemi in modo da identificare le possibili risposte politiche. Il principale indice usato dal quadro di valutazione per fare una graduatoria di 51 mercati è l´indicatore di funzionamento del mercato (Market Performance Indicator - Mpi). L´indice è costituito dai risultati delle indagini in materia di consumo riguardanti: (1) la fiducia nei dettaglianti/fornitori (2) la soddisfazione complessiva (3) la facilità di raffronto delle offerte (4) i problemi incontrati dai consumatori e i loro reclami. Separatamente, il quadro di valutazione esamina anche la facilità di cambiare fornitori e tariffe (per 14 mercati dei servizi), la scelta dei consumatori su ciascun mercato e le differenze dei prezzi tra i paesi dell´Ue per quanto concerne più di 100 beni e servizi.  
   
   
SERBIA QUASI PRONTA PER CANDIDATURA UE  
 
Belgrado, 25 ottobre 2011 - Il vice primo ministro serbo per l´Integrazione europea Bozidar Djelic ha incontrato nei giorni scorsi gli Ambasciatori dei Paesi Membri Ue e il Capo della Delegazione Ue in Serbia, Vicent Degert, per discutere riguardo la prossima manifestazione da parte della Commissione europea del proprio parere sulla Candidatura Ue della Serbia. Djelic ha annunciato che il direttore dell´Ufficio per l´Integrazione Ue serba Milica Delevic ha aggiornato gli Ambasciatori sui risultati raggiunti dalla Serbia e sui passi successivi verso lo status di candidato alla membership Ue. Oltre a completare il progetto di cooperazione col Tribunale Penale Internazionale per la ex Jugoslavia, la Serbia ha continuato la propria lotta al crimine organizzato, alla corruzione e alla immigrazione locale, assolvendo fino al 93 per cento dei requisiti inclusi nel Piano di Azione per l´ottenimento dello status di candidato alla membership Ue.  
   
   
CROAZIA, DEBITO ESTERO A 47,2 MLD EURO  
 
Zagabria, 25 ottobre 2011 - Secondo i dati diffusi dalla Banca Nazionale Croata, il debito estero lordo della Croazia ha registrato un aumento di 1,5 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo del 2010, con un incremento percentuale del 3,2 per cento, portandosi a 47,2 miliardi di euro alla fine dello scorso giugno. A livello mensile invece, il debito estero lordo ha fatto registrare un calo dello 0,9 per cento (435 milioni di euro in meno) rispetto al maggio del 2011. Il debito dello Stato alla fine del mese di giugno dell´anno in corso è stato pari a 6,6 miliardi di euro, un lieve aumento dello 0,2 per cento rispetto alla fine dell´anno 2010.  
   
   
COMMERCIO ESTERO: AL VIA STATI GENERALI, VENERDÌ E SABATO OLTRE MILLE IMPRENDITORI DA TUTTA ITALIA  
 
Roma, 28 ottobre 2011 - Una nuova collaborazione tra istituzioni, governo e imprese per dare incisività alla proiezione internazionale dell´Italia e contribuire al dibattito sulla creazione di un nuovo soggetto per accompagnare più efficacemente le imprese sui mercati esteri. Sono queste le proposte legislative da portare al tavolo dei lavori dei prossimi stati generali del commercio con l´estero, a Roma il 28 e 29 ottobre. Le proposte concepite dagli imprenditori faranno parte del Manifesto per il rilancio del Made in Italy che sarà presentato al governo alle ore 12 di sabato 29. Nella giornata di apertura, venerdì 28 ottobre, la sessione dei lavori avrà inizio alle ore 15 con l´intervento del Viceministro al commercio con l´estero, Catia Polidori, madrina dell´evento. Seguiranno gli interventi di Franco Frattini, ministro degli Affari Esteri; Karel De Gucht, Commissario europeo al Commercio; Marcin Korolec, Presidente del consiglio dei ministri per il commercio estero (Ue); Lamberto Zannier, segretario generale dell´Ocse; Saverio Romano, ministro delle politiche agricole. Concluderà il lavori il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi. L´indomani, sabato 29, la sessione si aprirà alle ore 9.00 con l´intervento del consigliere per l´export del Premier, Massimo Calearo Ciman, e a seguire, l´intervento di Gian Mario Spacca, presidente della Regione Marche. Alle ore 12 la squadra dei big del Made in Italy presenterà al governo le proposte di rilancio, elaborate nei mesi precedenti. A trarre le conclusioni Antonio Tajani, commissario Ue per l´industria e l´imprenditoria e Paolo Romani, ministro dello Sviluppo economico.  
   
   
CONVEGNO L’ITALIA UNA E FEDERALE – L’ESPERIENZA DELLA VALLE D’AOSTA A SAINT-VINCENT  
 
Aosta, 25 ottobre 2011 - L’italia una e federale – L’esperienza della Valle d’Aosta è il titolo del convegno che venerdì 21 ottobre è stato protagonista al Centro Congressi del Grand Hôtel Billia di Saint-vincent. L’iniziativa, organizzata dall’Assessorato regionale al bilancio, finanze e patrimonio in collaborazione con il Centro europeo di Bioetica e qualità della vita dell’Unesco, l’Università della Valle d’Aosta, il Casinò de la Vallée, l’Azienda Usl e il Comune di Saint-vincent, ha affrontato il tema del Federalismo declinandolo e analizzandolo da diversi punti di vista, includendo tutte le implicazioni ad esso collegate nei diversi ambiti, dalla sanità al finanziamento delle infrastrutture, dalle politiche di sicurezza al controllo dell’evasione fiscale. Claudio Lavoyer – Assessore regionale al bilancio, finanze e patrimonio - Il ruolo della Valle d’Aosta in un meccanismo di attuazione del federalismo fiscale non può che essere un ruolo pilota, avendo noi un’esperienza di circa 60 anni di autonomia speciale, che ci ha permesso di applicare la quasi totalità delle norme che adesso gradualmente potranno essere trasferite alle Regioni a statuto ordinario. Quindi noi vogliamo usare questa esperienza come progetto pilota da trasferire all’esterno, con l’atteggiamento che ha sempre caratterizzato l’azione politica della Valle d’Aosta, ovvero di considerarci sì una Regione autonoma, ma in un contesto più generale dello Stato italiano. Oltre ad essere di grande attualità, il tema del federalismo è molto sentito. L’assessore Lavoyer ha infatti evidenziato come sia sotto gli occhi di tutti il pesante periodo che sta vivendo il mondo intero: i problemi della grande potenza americana, dell’Europa, dell’Italia. Problemi con i quali anche la Valle d’Aosta deve fare i conti, consapevole del suo ruolo e delle sue potenzialità. Sul solco di quanto affermato dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nella sua visita nella nostra regione, l’Assessore ha ribadito come la Valle d’Aosta non voglia chiudersi in un presunto “castello dorato” ma come sia pronta a fare la propria parte nella situazione economica generale del Paese. Claudio Lavoyer – Assessore regionale al bilancio, finanze e patrimonio - Pur nella difesa delle nostre prerogative, l’atteggiamento è aperto, un atteggiamento predisposto ad un confronto con tutte le altre Regioni, quindi con uno Stato unitario. La prova sta nei fatti, in quanto con altre Regioni autonome speciali siamo stati i primi ad intervenire in un riparto di finanziamenti detti di solidarietà per le Regioni meno abbienti. Il programma dei lavori, articolato in quattro sessioni, ha visto l’apporto di relatori importanti che hanno affrontato i diversi temi in programma. Tra questi Angelo Maria Petroni, Professore di Filosofia della Scienza e Segretario generale di Aspen Institute Italia, che ha parlato di Etica pubblica nella Repubblica delle Regioni. Angelo Maria Petroni - Segretario generale di Aspen Institute Italia - Quando passiamo da una struttura centralizzata dello Stato ad una struttura federale cambiamo le vecchie regole, abbiamo bisogno di nuove regole. Queste regole sono giuridiche, ma il diritto non basta, perché dobbiamo essere guidati da principi morali. Quindi noi dobbiamo, quando cambiamo una vecchia struttura unitaria che è durata parecchi decenni della storia italiana, non pensare soltanto alle cose che sono scritte ma anche a quelle che stanno dentro il nostro spirito, nella nostra anima. Bisogna servire il cittadino in un modo diverso in uno stato federale, bisogna servire le Istituzioni in un modo diverso, ci guideranno le leggi ma ci deve guidare soprattutto la consapevolezza di morale, di essere al servizio del cittadino e della nazione. Di Repubblica in trasformazione e del ruolo che devono tornare ad avere le autonomia locali ha parlato invece Salvatore Sfrecola, Presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti per il Piemonte. Salvatore Sfrecola - Presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti per il Piemonte - La Repubblica si trasforma perché diventa federale, o diventa espressione delle autonomie, che poi nel nostro Paese hanno una storia antichissima, che risale al medioevo. Quindi tutte queste realtà, che sono state in parte compresse in uno stato centrale che in quel momento forse era inevitabile, oggi tornano ad essere la realtà del nostro Paese e quindi ci sono delle riforme istituzionali importanti. Faccio un esempio per tutti, il Senato federale: non ci può essere più un bicameralismo perfetto con due camere che fanno le stesse cose, ci vuole un’espressione assembleare, come accade in altri Paesi, che abbia a tutela l’interesse delle Regioni. L’incontro ha rappresentato un’ulteriore tappa del percorso iniziato nel 2009 che ha il fine di unire l’etica a temi di attualità, che coinvolgano in modo trasversale problematiche diverse e varie fasce di pubblico.  
   
   
VALLE D’AOSTA: BILANCIO E INTERVENTI PER IL SOSTEGNO ALL’ECONOMIA NELL’INCONTRO DEL PATTO PER LO SVILUPPO  
 
 Aosta, 25 ottobre 2011 - Il Presidente della Regione Augusto Rollandin e gli Assessori alle attività produttive Ennio Pastoret e al bilancio, finanze e patrimonio Claudio Lavoyer hanno incontrato ieri pomeriggio i rappresentanti del mondo economico valdostano riuniti nel tavolo di concertazione del Patto per lo sviluppo alla Pepinière d’entreprises di Aosta. All’ordine del giorno, l’analisi degli effetti della manovra finanziaria dello Stato per l’anno in corso, i provvedimenti anticrisi della Regione per il 2012, le linee di intervento del bilancio di previsione della Regione 2012/2014 e l’illustrazione del rapporto sull’andamento occupazionale. Come ha dichiarato l’Assessore Lavoyer in avvio dei lavori “l’incontro è finalizzato a condividere con gli interlocutori presenti le linee tracciate dall’Amministrazione regionale in vista della prossima approvazione del bilancio. Nel confronto di oggi ci preme sottolineare il fatto che gli interventi che abbiamo previsto sono finalizzati allo sviluppo, alla ripresa, al sostegno all’occupazione e tutto ciò malgrado i numerosi vincoli ai quali siamo sottoposti. Pur essendo infatti favorevole il quadro delle entrate, nella programmazione abbiamo dovuto tenere conto, per il rispetto del Patto di stabilità, dell’accordo del federalismo fiscale, della manovra nazionale del 2010 e di quella dell’estate del 2011. Nonostante i vincoli e la situazione di crisi e incertezza generalizzate, siamo comunque riusciti a mantenere gli interventi anticrisi per le famiglie e per le imprese valdostane.” Osservazione che è stata ribadita anche dal Presidente Rollandin, che ha sottolineato come “siamo riusciti ad operare delle scelte precise: quelle di mantenere invariati i livelli di assistenza sanitaria, pensando alle fasce più deboli della popolazione, e il sostegno alla ricerca e all’innovazione e di garantire, nel bilancio regionale, un equilibrio tra investimenti e spese di gestione. Privilegiare gli investimenti, soprattutto in questo momento, significa credere nello sviluppo e offrire concrete garanzie all’occupazione, significa pensare alle imprese valdostane – siano esse di piccole, medie o grandi dimensioni – e ai giovani. L’attuale bozza di bilancio ci permette quindi di procedere con le opere e le strategie programmate – ha aggiunto - dall’ospedale all’Università, dalla funivia del Monte Bianco all’accorpamento delle società degli impianti di risalita. Per le spese di gestione, nel confronto con gli Enti locali, abbiamo chiesto ai Comuni sotto i 2 mila abitanti di accorpare le funzioni, mentre riteniamo che le Comunità Montane debbano ridurre le spese, in quanto il loro ruolo è essenzialmente quello di gestire i servizi delegati dai Comuni.” Tra gli argomenti in discussione al tavolo del Patto, anche il rapporto sull´andamento occupazionale nella regione, che ha evidenziato una situazione di tenuta del sistema Valle d’Aosta, malgrado la difficile congiuntura e grazie agli interventi avviati dall’Amministrazione regionale. Analizzando il periodo temporale da gennaio a settembre, le ore autorizzate in Cassa Integrazione Guadagni nel 2011 sono diminuite del 13,1 per cento rispetto al 2010 (897.624 confrontate a 1.032.730), confermando un trend in discesa già registrato nel 2010 in rapporto al 2009, quando le ore autorizzate erano state 1.834.111. Nei primi nove mesi dell’anno, gli avviamenti, ovvero gli inserimenti lavorativi, sono stati 26.677, in crescita sia rispetto al 2010 (25.282) che al 2009 (23.555), anche se il numero dei lavoratori coinvolti è pressoché stabile nei tre anni considerati (16.742 nel 2011, 16.909 nel 2010 e 16.630 nel 2009). Sul totale degli avviamenti registrati finora quest’anno, l’85 per cento ha riguardato contratti a tempo determinato (in aumento rispetto al passato) – percentuale che comprende anche le assunzioni tramite le agenzie di somministrazione (11 per cento) e l’apprendistato (5 per cento) - a fronte del 14 per cento a tempo indeterminato (in contrazione). Sempre per quanto concerne gli avviamenti, l’80 per cento ha riguardato cittadini italiani, il 9 per cento cittadini comunitari e l’11 per cento extracomunitari. Gli ingressi in mobilità sono diminuiti, passando da 594 nel 2009 a 327 nel 2010 e 273 nei primi nove mesi dell’anno corrente. Infine, i dati forniti dal Dipartimento politiche del lavoro e della formazione hanno evidenziato che, nel mese di ottobre, gli iscritti ai tre Centri per l’impiego della Valle d’Aosta sono 2.408 (1.456 donne e 952 uomini), di cui 354 extracomunitari (207 donne e 147 uomini). 53 le nazionalità di provenienza, con una maggioranza di 1.923 Italiani, 155 Marocchini e 95 Romeni.  
   
   
GIBELLI HA INCONTRATO MINISTRO INDUSTRIA LIBANESE TRA LOMBARDIA E LIBANO C´E´ UN RAPPORTO STORICO  
 
 Milano, 25 ottobre 2011 - Il vice presidente e assessore all´Industria e Artigianato di Regione Lombardia Andrea Gibelli, su delega del presidente Roberto Formigoni, ha incontrato questa mattina, nel suo ufficio di Palazzo Lombardia, il ministro libanese per l´Industria Vrej Sabounjian. Al centro del confronto le possibili opportunità di sviluppo economico tra Lombardia e Libano, con particolare attenzione alla sostenibilità ambientale, che, come affermato dal vice presidente Gibelli, rappresenta una ´grande sfida globale nell´ambito della quale la Lombardia si pone come leader anche e soprattutto in vista di Expo 2015, che darà visibilità alla tradizione, alla creatività e all´innovazione nel settore dell´alimentazione´. Un evento che Gibelli ha definitivo ´un modello economico-sociale, al quale Paesi come Brasile, Cina e Libano guardano con particolare interesse. Un modello di espansione non più basato sui grandi numeri, ma su una serie di somme di economie di nicchia´. Gibelli ha poi posto l´accento ´sull´importanza delle piccole e medie imprese presenti sul territorio´. ´Le oltre 800.000 imprese lombarde infatti - ha argomentato il vice presidente - contribuiscono a fare della Lombardia la regione economicamente più importante del Paese. Essa rappresenta da sola il 22 per cento dell´intera economia del Paese. Numeri importanti, paragonabili con quelli di uno stato europeo´. Il grande interesse per Regione Lombardia è stato sottolineato anche dal ministro Sabounjian, che ha colto l´occasione per anticipare una sua proposta di legge, che mira ad attrarre nuove imprese straniere in Libano, garantendo loro una minore tassazione. L´incontro si è concluso con l´impegno di Gibelli a ´proseguire con i rapporti storici tra Lombardia e Libano, come nelle secolari tradizioni commerciali tra la nostra regione e i porti libanesi di Tiro e Sidone´.  
   
   
RICEVUTA IN REGIONE EMILIA ROGMANA DELEGAZIONE TURCA DELLE PROVINCE DI ADANA E MERSIN  
 
Bologna, 25 ottobre 2011 - Delegazione di rappresentanti delle istituzioni e degli imprenditori delle province turche di Mersin e Adana sono stati ricevuti ieri in Regione dall’assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli. L’assessore durante l’incontro ha portato il cordoglio del Presidente Errani e di tutta la comunità emiliano-romagnola per il gravissimo evento sismico che ha colpito la Turchia nella giornata di ieri. «Il rapporto tra Emilia-romagna e Turchia è sempre più stretto. È un legame molto importante per assicurare crescita e sviluppo all’Emilia-romagna e sarà ulteriormente rafforzato nei prossimi mesi. Infatti - ha spiegato Muzzarelli - una nuova missione che coinvolgerà 40 imprese regionali andrà in primavera a Izmir, Adana-mersin e Gaziantep, e sempre nei primi mesi del 2012 si terrà una conferenza internazionale, Forum imprenditoriale bilaterale Italia-turchia, con la collaborazione del ministero degli Esteri italiano e dell’Ambasciata della Turchia a Roma». L’interscambio Italia-turchia è sempre stato molto dinamico nell’ultimo decennio: l’import/export è tra i settori che hanno risentito meno acutamente della crisi economica. Il consuntivo 2010 evidenzia una crescita delle esportazioni regionali verso la Turchia del 37% e delle importazioni del 17%. Tali dati consentono di ritornare ai valori pre-crisi del 2008 con un valore totale delle esportazioni di 750mila euro e delle importazioni ad oltre 500 mila euro (totale interscambio, quindi, di oltre 1,26 milioni di euro). L’export regionale in Turchia è concentrato su tre prodotti principali: macchinari, mezzi di trasporto e prodotti chimici.  
   
   
TOSCANA, SUL PRS: SCELTE PARTECIPATE E VELOCI PER DARE CERTEZZE ALLE IMPRESE  
 
Firenze, 25 ottobre  2011 – “Lavoro e sviluppo sono le nostre priorità, priorità che devono essere perseguite valorizzando le eccellenze presenti nella regione, investendo in qualità e innovazione del nostro apparato economico e produttivo e pensando, in parallelo, alla tutela e alla valorizzazione del suo patrimonio culturale e ambientale. Se la gravità della crisi impone un’attenzione particolare per i problemi dell’occupazione e della tenuta sociale, la Regione sta facendo un pari sforzo per il rilancio del manifatturiero, individuato come la principale leva di sviluppo della Toscana. Una leva di cui non possiamo fare a meno se non vogliamo che la Toscana perda posizione fra le regioni più avanzate”. Così l’assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini ha esordito il 21 ottobre al dibattito organizzato dal Club Ambrosetti sui temi al centro del Programma regionale di sviluppo per il periodo 2011-2015. Attorno al tavolo – che periodicamente analizza e pone questioni, con un dialogo diretto e operativo con l’interlocutore, in questo caso la Regione Toscana – i rappresentanti delle principali realtà imprenditoriali ed economiche presenti in Toscana. In Toscana, dove i tagli imposti dalla manovra del governo si aggireranno per il 2012 sui 500 milioni (nel 2011 erano stati 320) e dove il Patto di stabilità riduce di 200 milioni la capacità complessiva di spesa, si è scelto di andare comunque avanti sulla strada del sostegno allo sviluppo. “Abbiamo deciso di misurarci con questa situazione – dice Simoncini – non ci vogliamo nascondere dietro l’alibi della carente politica del governo che con i tagli ha effetti depressivi sull’economia, aumenta la pressione fiscale, diminuisce i servizi e limita la spesa degli enti locali anche quando le risorse ci sono”. Per trovare le risorse la Regione ha avviato una politica di razionalizzazione e qualificazione della spesa, ha rimodulato le risorse provenienti dai fondi europei Fesr e Fse concentrandole sugli aiuti al sistema economico e sugli ammortizzatori sociali, sull’occupazione e sull’autonomia dei giovani e ha rimesso in linea i fondi regionali integrandoli con quelli nazionali come il Fri (Fondo ricerca e innovazione). Nel piano regionale di sviluppo per il prossimo triennio sono tre le direttrici sulle quali si muove: l’attrazione degli investimenti e lo snellimento burocratico, il supporto ai settori strategici, il sostegno al riposizionamento competitivo delle imprese. E’ la risposta della Regione agli industriali che chiedono una regione più accogliente per gli investimenti, meno burocrazia, riscontri veloci e certi nelle procedure di autorizzazione per non vanificare investimenti. “Stiamo lavorando su questo”, spiega Simoncini. E cita la legge sui poteri sostitutivi della Regione per le grandi opere strategiche, la proposta per la competitività delle imprese, l’ipotesi di riduzione dal 2013 (quando entrerà a regime il federalismo fiscale) dell’Irap per le aziende che investono e creano occupazione, l’idea di ripensare le legge urbanistica. “Qui ritengo – afferma l’assessore – che ci sia da lavorare affinché i percorsi partecipativi siano rafforzati ma anche per ridurre e dare certezza dei tempi di decisione, troppo spesso lunghi ed indefiniti nel nostro paese”. Quanto ai settori portanti dell’economia regionale, il Prs prevede di sostenerli con progetti mirati concertati con il territorio, oltre che con il potenziamento delle politiche per l’innovazione e il trasferimento tecnologico che hanno visto nell’ultimo anno la nascita e il finanziamento dei 12 poli dell’innovazione regionali e la creazione dei 5 distretti tecnologici. Fra le iniziative messe in campo dalla Regione che hanno ricevuto apprezzamento e che saranno rifinanziate, l’assessore ha ricordato anche gli incentivi alla creazione di reti fra imprese che rispondono ai problemi di crescita dimensionale del tessuto produttivo toscano, fatto per oltre il 95% di piccole e piccolissime imprese. Si affiancano agli incentivi a sostegno dell’internazionalizzazione, al rifinanziamento ormai prossimo del fondo rotativo per la concessione di finanziamenti a tasso agevolato con circa 60 milioni, al bando per la ricerca e lo sviluppo che metterà 140 milioni a disposizione delle imprese, di cui 100 per grandi progetti e 40 per progetti minori, in cui saranno privilegiate le reti di imprese.  
   
   
LA REGIONE LIBERA 90 MILIONI DI RISORSE PER L´ECONOMIA MARCHIGIANA IN CRISI ´ SPACCA: ´RINUNCIAMO CON SACRIFICIO ALLA CAPACITA` DI SPESA PER GARANTIRE LIQUIDITA` A SOSTEGNO DELLE IMPRESE E DELL´OCCUPAZIONE´.  
 
Ancona, 25 Ottobre 2011 - ´Un provvedimento necessario per rafforzare la coesione del territorio, dare un segnale forte alle imprese e sostenere il reddito e l´occupazione´. Cosi` il presidente della Regione Gian Mario Spacca ha presentato la delibera relativa al Patto di stabilita` interno regionale 2011 approvato dalla giunta regionale su proposta dell´assessore al bilancio Pietro Marcolini. In pratica si tratta di una operazione sulla liquidita`: la Regione rinuncia alla propria capacita` di spesa, i pagamenti non ordinari vengono rinviati di qualche settimana dall´esercizio finanziario 2011 all´esercizio finanziario 2012 e le risorse liberate vengono trasferite ai Comuni e alle Province per coprire il pagamento di investimenti sulle opere pubbliche gia` effettuati. ´Straordinario il provvedimento ´ ha sottolineato ancora Spacca ´ e ancora piu` straordinaria la cifra: la Regione mette a disposizione infatti, con un grandissimo sacrificio, 90 milioni di euro di risorse a favore dell´economia marchigiana, del lavoro e del reddito dei cittadini marchigiani´. La delibera fa` seguito alle crescenti richieste da parte degli enti locali marchigiani, di un intervento da parte della Regione finalizzato a contrastare il trend negativo dei pagamenti in conto capitale di questi ultimi, derivante sia dalla crisi economica, sia dalla necessita` di rispettare i vincoli sempre piu` stringenti del Patto di stabilita` interno a cui sono soggetti. In effetti il Patto attualmente impedisce di fatto la spesa di 58 milioni di euro a disposizione delle Province e di 94 milioni a disposizione dei Comuni. ´Una volta verificato ´ ha proseguito Marcolini ´ che il meccanismo orizzontale, ossia quello tra livelli omogenei di enti, non poteva produrre alcun risultato, la Regione, con grande sforzo, visto il gia` alto livello di efficienza della spesa, attraverso una solidarieta` operosa e generosa, e` riuscita a trasferire ai Comuni e alle Province al limite del collasso, un plafond finanziario pari a 90 milioni di euro. Risorse che costituiscono una vera e propria boccata d´ossigeno per le imprese e i fornitori che aspettano di essere pagati da questi enti. Attraverso una approfondita concertazione con il Cal (Consiglio delle autonomie locali) abbiamo poi definito criteri oggettivi e non discriminanti per la distribuzione delle risorse´. Di seguito ecco cosa prevedono i criteri del Patto di Stabilita` verticale, fermo restando che la ripartizione del plafond finanziario tra Province e Comuni, avverra` proporzionalmente agli ammontari individuati nelle richieste gia` trasmesse alla Regione Marche: 1. Ai fini dell´accesso al plafond finanziario da parte degli enti locali marchigiani, per l´anno 2011, tenuto conto dell´art. 1, comma 138bis, della Legge di Stabilita` 2011, e` necessario che quest´ultimi dimostrino di aver rispettato il Patto di Stabilita` Interno nell´anno 2010; 2. Per i Comuni marchigiani l´ammontare complessivo del plafond verra` suddiviso sulla base dei seguenti criteri: - il 75% in funzione dell´incidenza dei residui passivi in c/capitale, per l´anno 2010 - il 5% in funzione del rapporto tra il reciproco del debito pro-capite di ciascun Comune, risultante dal Rendiconto Generale per l´anno 2010 e la sommatoria dei reciproci dei debiti pro-capite per l´anno 2010 di tutti i Comuni ammessi alla cosiddetta compensazione verticale; - il 10% per favorire il superamento di stati emergenziali, individuati come prioritari dalla Giunta regionale con successivo atto deliberativo, dovuti a recenti calamita` naturali (alluvione 2011) e alla gestione delle discariche; - il 10% per favorire progetti di rilevanza regionale compatibili con gli obiettivi di interesse comunale. 3. Per le Province marchigiane l´ammontare complessivo del plafond finanziario verra` suddiviso sulla base dei seguenti criteri: - l´80% in funzione dell´incidenza dei residui passivi in conto capitale, per l´anno 2010. - il 5% in funzione del rapporto tra il reciproco del debito pro-capite di ciascuna Provincia, risultante dal Rendiconto Generale per l´anno 2010 e la sommatoria dei reciproci dei debiti pro-capite per l´anno 2010 di tutte le Province ammesse alla c.D. Compensazione verticale; - il 15% per favorire progetti di rilevanza regionale compatibili con gli obiettivi di interesse provinciale. 4. La quota del plafond finanziario assegnata a ciascun ente locale non potra` superare l´ammontare complessivo dei pagamenti in conto capitale riportati nella richiesta pervenuta alla Regione Marche.  
   
   
REGIONE EMILIA ROMAGNA, OLTRE 105 MILIONI DI EURO SBLOCCATI GRAZIE AL PATTO DI STABILITÀ REGIONALE. LA POTENZIALITÀ DI SPESA DISTRIBUITA DALLA REGIONE CONSENTIRÀ A COMUNI E PROVINCE DI PAGARE LE IMPRESE CHE HANNO EFFETTUATO I LAVORI PUBBLICI. LE DISPONIBILITÀ COMUNE PER COMUNE.  
 
 Bologna, 25 ottobre 2011 - Oltre 105 milioni di euro per il sistema economico, le imprese e il lavoro. A tanto ammontano le risorse di Comuni e Province sbloccate dalla Giunta regionale grazie alla legge sul patto di stabilità territoriale, approvata dalla Regione lo scorso dicembre e unica in Italia. Grazie alla ridistribuzione sul territorio della capacità di spesa della Regione Emilia-romagna, gli Enti locali sono ora in grado di utilizzare quei fondi che già avevano in cassa ma che il patto di stabilità nazionale aveva bloccato. “La Regione ha così messo a disposizione 84 milioni di euro (parte cioè della propria potenzialità di spesa) - spiega la vicepresidente e assessore regionale al Bilancio Simonetta Saliera - cui, proprio in virtù della legge regionale, si sono potuti aggiungere 21 milioni, con l’adesione di diversi Comuni e Province, che diversamente sarebbero stati avocati dall’amministrazione centrale dello Stato e sottratti alle esigenze del nostro territorio. L’accesso al riparto - aggiunge Saliera - permetterà agli Enti locali di pagare le ditte che hanno effettuato i lavori pubblici mentre l’arrivo dei pagamenti permetterà alle imprese di avere a disposizione liquidità fresca, un fatto molto importante in questo periodo di difficoltà di accesso al credito”. Il riparto - Partendo dalla legge regionale sul patto di stabilità territoriale, la Giunta regionale ha definito i criteri per permettere ai Comuni e alle Province di accedere al riparto delle quote, pubblicato un bando e raccolto le richieste degli Enti, il tutto nell’ambito di un programma annuale con obiettivi, esigenze ed emergenze locali individuate insieme. Tutte le domande di accesso al riparto presentate sono state accolte. Nel 2011 saranno 6 Province e 160 Comuni al di sopra dei 5 mila abitanti (sui 190 complessivamente interessati dal patto di stabilità) ad usufruire dei benefici della legge regionale sul patto di stabilità territoriale. L’accesso alle quote permetterà ai Comuni di pagare le ditte creditrici che hanno effettuato lavori pubblici. In gran parte si tratta di opere di manutenzione stradale; cura del patrimonio pubblico, dell’arredo e del verde urbano; ristrutturazione o realizzazione di nuovi edifici pubblici; interventi di edilizia pubblica. Di seguito le risorse suddivise per Provincia Piacenza 6.944.281,45 euro per 13 Comuni (su 15 Comuni vincolati dalle regole del patto) e la Provincia
Ente Euro
Borgonovo Valtidone 69.417,00
Cadeo 55.683,00
Carpaneto Piacentino 80.995,87
Castel San Giovanni 147.168,62
Castelvetro Piacentino 84.992,08
Fiorenzuola d’Arda 198.771,83
Gossolengo 55.046,11
Piacenza 2.666.375,48
Podenzano 145.557,79
Pontenure 147.161,67
Rivergaro 82.728,23
Rottofreno 199.428,71
San Giorgio Piacentino 59.951,91
Provincia di Piacenza 2.951.003,15
Totale 6.944.281,45
Parma 14.246.664,35 euro per 17 Comuni (su 20 Comuni vincolati dalle regole del patto) e la Provincia
Ente Euro
Borgo Val di Taro 254.857,33
Busseto 150.000,00
Collecchio 127.080,00
Colorno 106.890,71
Felino 660.970,26
Fidenza 1.367.918,81
Fontanellato 415.426,95
Fontevivo 87.259,60
Fornovo di Taro 145.379,24
Langhirano 223.540,00
Montechiarugolo 230.999,24
Noceto 231.593,42
Parma 6.447.121,08
Sala Baganza 129.790,28
San Secondo Parmense 160.698,66
Torrile 121.751,67
Salsomaggiore Terme 338.731,27
Provincia di Parma 3.046.655,83
Totale 14.246.664,35
Reggio Emilia 9.224.447,66 euro per 26 Comuni (su 31 Comuni vincolati dalle regole del patto)
Ente Euro
Albinea 80.000,00
Bagnolo di Piano 85.824,00
Bibbiano 92.950,54
Boretto 139.462,05
Brescello 209.877,97
Castelbosco di Sopra 113.937,34
Campagnola Emilia 124.549,05
Campegine 54.802,54
Casalgrande 460.767,01
Castelnovo di Sotto 90.000,00
Castelnovo ne’ Monti 143.865,72
Cavriago 87.750,00
Fabbrico 113.455,21
Gattatico 77.556,90
Gualtieri 167.791,44
Guastalla 241.541,57
Luzzara 377.641,02
Novellara 326.307,00
Poviglio 156.149,29
Quattro Castella 767.364,63
Reggio nell’Emilia 3.848.653,28
Rio Saliceto 87.758,01
Rubiera 221.906,86
San Polo d’Enzo 52.722,00
Sant’ilario d’Enza 388.153,86
Scandiano 713.660,37
Totale 9.224.447,66
Modena 11.213.988,88 euro per 23 Comuni (su 28 Comuni vincolati dalle regole del patto)
Ente Euro
Campogalliano 100.000,00
Carpi 1.500.000,00
Castelnovo Rangone 182.326,10
Castelvetro di Modena 100.458,00
Cavezzo 81.695,52
Concordia sulla Secchia 81.531,00
Formigine 304.488,00
Maranello 153.721,64
Mirandola 305.221,12
Modena 5.936.661,62
Montecchio Emilia 225.844,80
Nonantola 140.265,31
Novi di Modena 103.284,00
Pavullo nel Frignano 201.241,71
San Cesario sul Panaro 153.401,74
San Felice sul Panaro 103.784,32
San Prospero 60.419,37
Sassuolo 401.852,18
Savignano sul Panaro 155.587,42
Serramazzoni 100.000,00
Soliera 190.914,34
Spilamberto 160.000,00
Vignola 471.290,69
Totale 11.213.988,88
Bologna 16.498.026,20 euro per 34 Comuni (su 42 Comuni vincolati dalle regole del patto)
Ente Euro
Anzola dell’Emilia 234.440,66
Baricella 175.173,45
Bazzano 200.493,28
Budrio 428.030,00
Calderara di Reno 346.405,79
Castel Maggiore 545.125,77
Castel San Pietro Terme 213.995,62
Castello d’Argile 60.826,33
Castenaso 439.210,73
Castiglion de’ Pepoli 267.000,00
Crespellano 178.505,02
Dozza 561.612,59
Gaggio Montano 46.179,00
Galliera 122.724,34
Granarolo dell’Emilia 165.042,37
Imola 6.198.354,11
Malalbergo 95.099,87
Marzabotto 283.344,52
Minerbio 885.953,69
Monte San Pietro 192.955,44
Monterenzio 139.469,87
Monteveglio 155.959,43
Monzuno 216.000,00
Ozzano dell’Emilia 496.907,62
Pieve di Cento 78.662,55
Sala Bolognese 402.673,31
San Giorgio di Piano 129.805,11
San Giovanni in Persiceto 531.941,48
San Lazzaro di Savena 1.156.380,39
San Pietro in Casale 121.507,79
Sant’agata Bolognese 75.977,45
Sasso Marconi 623.607,27
Vergato 112.285,36
Zola Predosa 616.375,99
Totale 16.498.026,20
Ferrara 8.227.671,84 euro per 11 Comuni (su 14 Comuni vincolati dalle regole del patto) e la Provincia
Ente Euro
Argenta 203.175,00
Berra 58.021,32
Bondeno 235.726,44
Cento 411.305,07
Codigoro 144.317,99
Comacchio 1.131.901,78
Mesola 150.577,91
Ostellato 85.002,03
Poggio Renatico 150.000,00
Portomaggiore 190.331,25
Vigarano Mainarda 285.848,37
Provincia di Ferrara 5.181.464,68
Totale 8.227.671,84
Ravenna 12.054.508,60 euro per 11 Comuni (su 14 Comuni vincolati dalle regole del patto) e la Provincia
Ente Euro
Brisighella 58.000,00
Castel Bolognese 187.036,60
Cervia 1.194.767,03
Faenza 828.121,88
Fusignano 75.996,00
Gambettola 185.200,58
Lugo 531.472,18
Massa Lombarda 650.227,58
Ravenna 4.858.455,70
Riolo Terme 52.308,00
Russi 167.680,90
Provincia di Ravenna 3.265.242,15
Totale 12.054.508,60
Forlì-cesena 15.189.927,68 euro per 14 Comuni (su 15 Comuni vincolati dalle regole del patto) e la Provincia
Ente Euro
Bagno di Romagna 179.472,38
Bertinoro 280.685,32
Castrocaro Terme e Terra del Sole 161.147,70
Cesena 3.034.798,73
Cesenatico 1.081.408,49
Forlì 4.843.794,34
Forlimpopoli 640.679,61
Gatteo 396.292,01
Longiano 182.957,28
Meldola 135.749,67
Mercato Saraceno 145.471,40
Predappio 128.699,82
San Mauro Pascoli 117.583,61
Savignano sul Rubicone 400.144,71
Provincia di Forlì-cesena 3.461.042,61
Totale 15.189.927,68
Rimini 11.409.940,62 euro per 11 Comuni (su 11 Comuni vincolati dalle regole del patto) e la Provincia
Ente Euro
Bellaria-igea Marina 402.573,81
Cattolica 177.166,15
Coriano 91.773,00
Misano Adriatico 154.707,82
Morciano di Romagna 315.937,75
Riccione 2.024.685,05
Rimini 5.192.506,50
San Clemente 64.546,65
San Giovanni in Marignano 448.968,87
Sant’arcangelo di Romagna 410.237,02
Verrucchio 116.521,42
Provincia di Rimini 2.010.316,58
Totale 11.409.940,62
 
   
   
CHIODI,ABRUZZO IN RIPRESA CON POLITICA DI RIGORE INTERVENTO DEL PRESIDENTE ALLA PRESENTAZIONE LIBRO DI MAURO  
 
Pescara, 25 ottobre 2011 - Il Presidente Gianni Chiodi ha partecipato il 22 ottobre a Pescara, nell´Aula "Federico Caffè" della Facoltà di Economia dell´Università d´Annunzio, alla presentazione del libro dell´economista Pino Mauro, "La Convergenza mancata: mezzo secolo dell´economia dell´Abruzzo". Nel corso del suo intervento Chiodi ha parlato del sistema economico abruzzese, anche alla luce degli ultimi dati a disposizione. "Quando siamo entrati abbiamo iniziato a fare una lotta senza quartiere al debito spendendo un terzo di quello che si spendeva prima e riducendolo del 14%. Perciò lasceremo a chi verrà una situazione risanata. Questo grazie a una politica di rigore. Accontentare tutto e tutti, distribuire tutto a tutti, oggi non si può più fare. Abbiamo dovuto adottare decisioni anche dolorose che, però, hanno ridotto l´indebitamento. Nel 2010, secondo i maggiori istituti di analisi, la Regione Abruzzo - ha proseguito il presidente - si è fatta notare per il trend positivo (superiore alla media nazionale) di crescita e dinamismo, soprattutto negli ambiti dell´esportazione e dell´occupazione". Poi, una precisazione. "Tutto ciò non significa che l´Abruzzo stia vivendo un momento felice, anzi è difficile come per tutti, non si riesce ancora ad andare in controtendenza. Però, nonostante la congiuntura difficile, i dati dimostrano che la politica da noi attuata in questi tre anni sta cominciando a dare i suoi frutti". Il presidente Chiodi si è poi riallacciato ai temi del libro dell´economista Pino mauro, sottolineando l´importanza del capitale umano, dell´internazionalizzazione, ma anche dello stato delle piccole imprese abruzzesi. "Una delle criticità - ha spiegato - è quella relativa alla struttura produttiva. Oggi il sistema delle piccole imprese presenta delle difficoltà evidenti. La sfida al mercato della globalizzazione non è facile. Bisognerebbe però parlare dello sviluppo prima del 2001 e dopo il 2001, perché negli ultimi dieci anni c´è stato un cambiamento epocale. Le piccole imprese sono quelle che partecipano meno all´innovazione, poi non sono in grado di internazionalizzarsi e innovarsi perché non hanno quella cultura manageriale. Siccome non possiamo imporre alle imprese di crescere, allora dobbiamo intervenire su questioni di carattere culturale. Diventa prioritario cercare di utilizzare al meglio le risorse disponibili. E questo perché l´Abruzzo prima era la regione più indebitata d´Italia. Noi forniamo le risorse, purché le piccole imprese diano inizio a una serie di percorsi rivolti all´innovazione, alla ricerca e alla crescita". Quindi, un invito alla classe imprenditoriale. "L´abruzzo ha bisogno di un forte stimolo che non può solo arrivare dalla politica, ma anche dagli imprenditori e dagli industriali. Guardiamo l´internazionalizzazione. Abbiamo visto quanto siano determinanti le esportazioni, perché la domanda interna non basta più. Bisogna strutturarsi per andare a lavorare all´estero, cercare di aggredire i mercati internazionali e investire sugli stessi. Purtroppo le imprese abruzzesi in passato non lo hanno fatto e oggi fanno fatica ad iniziare. Bisogna cambiare anche la cultura d´impresa e per questo manderemo due giovani abruzzesi, pagati dalla Regione Abruzzo, a lavorare nella Banca Mondiale per conoscere quelle che sono le dinamiche internazionali di crescita e sviluppo. Sulla ricerca stiamo investendo fondi, ma vogliamo sapere dai Centri di ricerca cosa hanno prodotto, vogliamo vedere i risultati e le citazioni di carattere internazionali, perché il periodo dei fondi a pioggia è terminato". In conclusione, Chiodi ha sottolineato l´importanza del Patto per lo Sviluppo. "Stiamo operando con proposte e azioni. Abbiamo concordato anche la rivalutazione e rimodulazione dei Fondi Fas, a patto che ci si rivolga alla concentrazione delle risorse che riguardino le aree di intervento come internazionalizzazione, governance, innovazione e ricerca. L´abruzzo è una Regione che può esprimere grandi qualità. Un esempio per tutti: il direttore esecutivo della Banca Mondiale è un abruzzese".  
   
   
CONTRATTO CAMPANIA: MODELLO DI RESPONSABILITÀ COLLETTIVA PER IL RILANCIO DELLE POLITICHE DEL LAVORO  
 
Napoli, 25 ottobre 2011 - "Col presidente Caldoro e le parti sociali abbiamo raccolto l´invito, da parte del presidente Napolitano, prima Regione in Italia, a dare vita a un modello di responsabilità collettiva per il rilancio delle politiche del lavoro e dello sviluppo." Così l´assessore al Lavoro Severino Nappi sul "Contratto Campania" firmato stamattina a palazzo Santa Lucia. "Attraverso la contrattazione territoriale ed aziendale, e col metodo della condivisione delle linee programmatiche e della cabina di regia per la gestione delle crisi e dello sviluppo abbiamo tracciato la strada per una politica ispirata ai valori della tutela della comunità e dei lavoratori. Con il Contratto Campania - aggiunge Nappi - la Regione scende in campo concretamente e senza slogan e lo fa scegliendo di stare dalla parte del lavoro, dei lavoratori e dei soggetti deboli del mercato del lavoro. Stiamo creando, così, un "modello Campania", che è riferimento per tutte le Istituzioni della regione, col quale decliniamo un sistema di regole che servono a garantire alle imprese e alla pubblica amministrazione sostegno e non sussidio, recupero di efficienza nel lavoro e salvaguardia dei livelli occupazionali. La crisi si combatte e si vince solo creando condizioni possibili di sviluppo."  
   
   
REGIONE E PARTI SOCIALI SOTTOSCRIVONO IL CONTRATTO CAMPANIA  
 
Napoli, 25 ottobre 2011 - Il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro ha incontrato ieri presso la sala giunta di palazzo Santa Lucia, presente l´assessore al Lavoro Severino Nappi, i rappresentanti di Confindustria, Cgil, Cisl e Uil. Al termine dei lavori, è stato approvato il "Contratto Campania". Questo il testo: Regione Campania, Confindustria, Cgil, Cisl e Uil - ferme l´indipendenza delle proprie posizioni e l´autonomia dei propri poteri negoziali - sottoscrivono il seguente contratto per contribuire, in considerazione anche delle drammatiche condizioni della Campania, a costruire una prospettiva immediata ed innovativa in grado di avviare iniziative territoriali che perseguano indirizzi di efficienza, sicurezza, modernizzazione e sviluppo. L´obiettivo Il rilancio del lavoro e dello sviluppo della Campania impone di dar vita ad un´azione, ispirata ai valori della concretezza degli interventi a tutela della Comunità e della persona, che sia condivisa dalle parti sociali. A tal fine si stabilisce che l´Accordo interconfederale tra Confindustria, Cgil, Cisl e Uil del 28 giugno 2011 rappresenta un modello di responsabilità collettiva e uno strumento fondamentale per adottare regole e comportamenti comuni e che, come tale, va esteso all’intera filiera istituzionale della Campania. Il metodo di lavoro Programmazione delle misure da parte della Presidenza della Giunta Istituzione della cabina di regia, coordinata dall´assessore al lavoro, coadiuvato di volta in volta dall´assessore competente per materia, per la gestione delle crisi occupazionali e dello sviluppo secondo il modello della legge regionale del lavoro (tavolo permanente Regione, parti sociali e altre istituzioni interessate per dare vita alla "filiera di sistema" per la gestione dei relativi processi). Le finalità degli strumenti La contrattazione territoriale e aziendale, secondo i principi dell´accordo interconfederale del 28 giugno 2011 e del 14 settembre 2011, come sperimentazione dei modelli per il sostegno all´impresa, l´organizzazione del lavoro e la salvaguardia dei livelli occupazionali Il credito d´imposta La definizione e la finalizzazione di ulteriori strumenti destinati ad attivare nuove iniziative territoriali, capaci di garantire attrattività degli investimenti, incrementi di produttività e competitività dei sistemi della produzione e dell´occupazione, con particolare attenzione a quella giovanile e femminile L´istituzione di fondi di garanzia dedicati, per gestire - con l´adozione anche di politiche attive capaci di consolidare e incrementare realtà produttive e basi occupazionali - le principali crisi (trasporti, forestali, ambiente, ecc.) Gli investimenti sul capitale umano (incentivi all´occupazione per le imprese; investimenti significativi e mirati sulla formazione continua in azienda e iniziale e sull’alta formazione; sostegno al contratto di apprendistato in sinergia con gli enti bilaterali) L´ammodernamento e la riforma, con la previsione anche di un tavolo di concertazione permanente con le parti sociali, delle leggi regionali in materia di cooperazione, turismo, editoria, forestazione e sicurezza integrata del territorio, sicurezza nei luoghi di lavoro, apprendistato, formazione e tirocini, ecc.) "Burocrazia zero" (a partire da procedure semplificate in materia di appalti, start-up e riavvio di imprese, da realizzare con accordi di servizio interistituzionali secondo un protocollo comune) La collaborazione interistituzionale per la realizzazione dei grandi progetti Il decentramento amministrativo delle funzioni istituzionali, l´accorpamento e l´efficientamento delle partecipate pubbliche Finalizzazione delle risorse recuperate per favorire lavoro, sviluppo e welfare Gli ambiti d´intervento Gli ambiti di intervento del contratto saranno oggetto di specifico confronto con le parti sociali.  
   
   
FVG: FONDO DI GARANZIA PER 110 MILIONI DI INVESTIMENTI  
 
Trieste, 25 ottobre 2011 - La competitività del tessuto economico ed imprenditoriale del Friuli Venezia Giulia è l´obiettivo della convenzione stipulata tra la Regione ed i Confidi per la gestione di un Fondo di garanzia destinato alle Pmi. Finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr) e gestito da Confidimprese Fvg quale capogruppo dell´R.t.i. (Raggruppamento Temporaneo d´Impresa) "Competitività e Sviluppo Fvg", che riunisce gli 8 Confidi del territorio, il Fondo ha a disposizione risorse per 22 milioni di euro, di cui oltre 5 milioni del Fondo Sociale europeo, 5 di quota regionale e 11,5 di quota statale, una cifra che, conferma l´assessore alle Attività produttive Federica Seganti, "attiverà un plafond di finanziamenti pari a circa 110 milioni di euro". L´assessore Seganti ha presentato l´iniziativa ieri mattina a Trieste nella sede della Giunta regionale di Piazza Unità assieme al rappresentante dei Confidi, Marco Della Mora. "Attraverso questo strumento le piccole e medie imprese potranno contare su garanzie fino all´80 per cento dei finanziamenti richiesti al sistema bancario - ha spiegato Seganti - per coprire piani di sviluppo intesi come innovazione di prodotto ma anche organizzativa, start up, crescita". "Una modalità di quell´accesso al credito che diventerà un tema forte del 2012 a partire dal primo gennaio, con l´entrata in vigore di Basilea 3 - ha notato Seganti, ricordando che la convenzione sarà distribuita a tutte le banche che operano in Regione e che i finanziamenti, concessi sino ad un massimo di 2 milioni di euro saranno a breve e medio termine ed avranno una durata variabile tra i 12 ed i 60 mesi. Il Fondo verrà attivato a dicembre, tutte le garanzie scadranno il 31 dicembre 2015. I contributi verranno concessi in base a quanto indicato dalla normativa comunitaria e saranno comunque escluse le operazioni di mero rifinanziamento o riscadenziamento del passivo delle imprese. I progetti potranno riguardare la ricerca industriale, ma anche l´innovazione organizzativa, lo sviluppo sperimentale ed i meccanismi di trasferimento tecnologico, la realizzazione di investimenti produttivi per l´industrializzazione dei risultati e dei progetti di ricerca e lo start up di imprese innovative ad alto potenziale di crescita. L´assessore ha ricordato come la lieve ripresa rilevata nel 2010 e confermata nei primi mesi del 2011 sia stata sostanzialmente dovuta alla vocazione delle nostre imprese per l´internazionalizzazione, avviata o perseguita in stretta connessione con l´innovazione, dal momento che, ha osservato, "i due processi vanno di pari passo". Della Mora ha quindi spiegato come per la prima volta e a favore di un obiettivo unico, gli 8 Confidi del territorio hanno deciso di aggregarsi in un Rti, un primo passo importante per il nostro mondo, ha detto, ed un forte segnale dei Confidi di vicinanza alle imprese per dare concretezza ai loro progetti e creare economia a livello regionale.  
   
   
SALTO DI QUALITA’ GRAZIE AD ACCORDO REGIONE VENETO-AGENZIA ENTRATE: 55 MILIONI DA LOTTA ALL’EVASIONE FISCALE  
 
Venezia, 25 ottobre 2011 - Sono ben 55 i milioni di euro derivanti dalla lotta all’evasione fiscale, relativamente all’Irap, che la Regione del Veneto ha iscritto nei bilanci 2010 e 2011: un recupero sostanzioso effettuato grazie alla convenzione stipulata con l’Agenzia delle Entrate e che l’assessore al bilancio Roberto Ciambetti definisce come “un esempio concreto di anticipazione di una funzione federale, che, come si dimostra, la Regione può svolgere con esiti sicuramente positivi”. Ma non basta: Regione e Agenzia per contrastare ancor più efficacemente questo fenomeno deleterio, hanno sottoscritto un accordo integrativo che permette di rendere operativo, dopo quello dell’Irap, il riversamento diretto nelle casse regionali anche del gettito derivante dalla lotta all’evasione sull’addizionale regionale Irpef. “Un ulteriore salto di qualità nella lotta all’evasione – afferma Ciambetti –, un’iniziativa con la quale rinnoviamo e approfondiamo la proficua collaborazione tra il nostro Ente e l’Agenzia delle Entrate e grazie alla quale diamo applicazione alle recenti disposizioni del Decreto Legislativo n. 68/2011 sul federalismo fiscale, tra le cui finalità vi è anche quella importante di mantenere direttamente nel territorio le risorse derivanti dall’attività di controllo fiscale sui due principali tributi regionali”. “Sottolineo, inoltre – ha concluso l’assessore – che queste risorse che abbiamo recuperato e che recupereremo, sono immediatamente disponibili per finanziare diversi interventi di spesa. Sono entrate che iscriviamo direttamente nel nostro bilancio, senza appesantimenti contabili e burocratici, del cui reinvestimento beneficiano i cittadini, le famiglie e le imprese del Veneto”.  
   
   
IN TOSCANA VIA LIBERA AI CONTRATTI CON LE GRANDI AZIENDE, PARTONO 14 PROGETTI STRATEGICI  
 
Firenze, 25 ottobre 2011 – Via libera, con la firma dei contratti fra Regione e aziende, ai quattordici progetti strategici finanziati con 61 milioni di euro del bando per la ricerca e lo sviluppo delle grandi aziende toscane. E’ l’ultima tappa a perfezionamento di un percorso che la Regione ha intrapreso con l’obiettivo di rilanciare il manifatturiero, consolidare la presenza in Toscana di aziende grandi e medie in settori innovativi, rendere competitivi i territori e creare nuovi posti di lavoro. Il bando - E’ questo l’obiettivo che ha guidato la Regione nella definizione del bando per il cofinanziamento di progetti presentati da grandi aziende, in partenariato con aziende piccole e medie, università e centri di ricerca. Il bando, concluso la scorsa primavera, attiverà, a fronte di 61 milioni di contributi regionali, oltre 120 milioni di euro di investimenti nei settori Innovation communication technology, meccanica avanzata, robotica, meccanotronica. Le aziende coinvolte Capofila o proponenti degli interventi ammessi al cofinanziamento regionale, sono: General Electric Transportation System, Trw , Amtec, Ecm, Ericsson, Wass (Whitehead Alenia sistemi subacquei, Polynt, De Tomaso, Thales, Emac, Esaote, Cassioli, Richard Ginori, El.en. Le aziende sono già al lavoro per realizzare i progetti che, nella maggior parte dei casi, non sono presentati da singole imprese, ma da raggruppamenti di soggetti diversi. Ad essere coinvolte sono infatti 18 grandi imprese, 4 medie, 13 piccole e 15 organismi di ricerca. Grazie a questi progetti si prevede saranno creati in tutto 109 nuovi posti di lavoro. Si stima inoltre che per ogni nuovo posto di lavoro nel settore della ricerca se ne attivino altri sette in settori direttamente o indirettamente connessi. Gioco di squadra fra grandi e pmi - Dalle grandi alle piccole, passando per università e centri di ricerca. Una delle peculiarità di questo bando è l’aver reso possibile per una serie di grandi aziende espressione, in molti casi, di gruppi multinazionali, continuare ad investire in Toscana grazie al sostegno e a interlocutori validi sul territorio. I 14 progetti ammessi al finanziamento rendono infatti possibile un gioco di squadra fra centri di ricerca, grandi imprese e realtà medio piccole, rendendo concreta l’attuazione di centri di eccellenza per l’innovazione in settori chiave dell’economia. In questo gioco di squadra a beneficiare dell’investimento non sono solo le grandi imprese, ma anche tutte le altre, in una logica di rete che la Regione sostiene con le sue politiche a tutti i livelli. Per i gruppi multinazionali, oltre alle nuove produzioni, si rende possibile il rafforzamento degli stabilimenti toscani nella competizione interna ai gruppi. Una finestra sulle imprese medio-grandi - Il riposizionamento competitivo del sistema produttivo toscano passa dalla crescita dimensionale delle sue imprese. E’ ormai abbastanza evidente agli occhi degli esperti che la scarsità di imprese medio grandi è uno dei fattori di debolezza dell’economia toscana. Il bando per i progetti strategici è stato pensato proprio per rispondere all’esigenza, duplice, di radicare la grande imprese nel territorio, ma anche di polarizzare attorno ad essa reti di imprese piccole e medie, in una relazione virtuosa con il mondo della ricerca. E’ per approfondire questo importante tema che la Regione ha deciso di creare un Osservatorio regionale sulle imprese medio-grandi, incaricando l’Irpet di fare una ricerca in grado di fornire indicazioni operative per il governo regionale. Uno strumento utile, non in contrapposizione con le necessità di politiche per le piccole imprese, ma che anzi va proprio nella direzione di aiutare le piccole, in una logica di rete che permette loro di superare i limiti costituiti dalle ridotte dimensioni. La ricerca, partita studiando un gruppo di circa cento imprese sul territorio regionale, non è ancora conclusa. Ma appare evidente che la Toscana conta un numero troppo basso di medie imprese: nel settore manifatturiero sono in tutto circa 450, una presenza insufficiente se raffrontata con i numeri delle altre regioni del centro nord.  
   
   
FVG, PERSONALE: RAGGIUNTA PREINTESA SU COMPARTO UNICO PER BIENNIO 2008/09  
 
Udine, 25 ottobre 2011 - È stata raggiunta la preintesa sul contratto del Comparto unico del Friuli Venezia Giulia per il personale non dirigente relativo al biennio economico 2008-2009, che interessa oltre quindicimila dipendenti dell´Amministrazione regionale e degli Enti locali (Comuni e Province). L´accordo è stato sottoscritto dal presidente della delegazione trattante Giuseppe Mareschi e da tutte le sigle sindacali. Il negoziato per il rinnovo del contratto si era interrotto bruscamente nel luglio scorso. "Le trattative - ha confermato il presidente della Regione, Renzo Tondo - sono in realtà continuate, fino ad arrivare alla conclusione positiva di oggi, con la quale vengono recuperati i contenuti delle ipotesi avanzate a luglio". "Il raggiungimento dell´intesa - ha detto ancora il presidente Tondo - dimostra il senso di responsabilità di tutte le parti. E dimostra che la strada giusta era quella di continuare la trattativa, come ho più volte ribadito. Oggi è stato raggiunto un punto di equilibrio che consente di valorizzare il merito con la messa a disposizione di risorse sostenibili per il sistema pubblico del Friuli Venezia Giulia. Dare valore alla macchina amministrativa è fondamentale in un momento come questo: siamo infatti consapevoli che le riforme non si possono realizzare senza il contributo qualificato di tutti gli operatori del comparto pubblico del Friuli Venezia Giulia". "La preintesa conferma che il percorso di razionalizzazione e contenimento dei costi già avviato dall´amministrazione regionale e da Province e Comuni (contenimento del turn-over, procedure d´esonero, gestione associata dei servizi, ecc.) - gli fa eco l´assessore alla Funzione pubblica, Andrea Garlatti - può essere compatibile con un´equilibrata tutela degli interessi di tutti gli attori coinvolti". "Un risultato importante - prosegue Garlatti - che auspichiamo venga messo a regime con sollecitudine dando seguito ai numerosi adempimenti che esso contempla, una volta che la Corte dei Conti avrà reso certificazione positiva dei costi contrattuali in esso contenuti". Gli aspetti principali dell´accordo, oltre agli incrementi relativi al biennio 2008-2009, sono quelli relativi alla definizione di una procedura conciliativa nei procedimenti disciplinari, oggi assente, che semplifica la procedura e consente alle parti di trovare un accordo prima di arrivare all´eventuale sanzione, la definizione delle questioni per il personale della vigilanza e la individuazione del nuovo fondo per la riorganizzazione e l´efficienza gestionale che consente alle amministrazioni di mettere a disposizione del personale una quota significativa di risorse a fronte di risparmi di gestione almeno doppi. Le parti si sono inoltre impegnate ad attivare da subito ulteriori tavoli negoziali per definire le materie ancora sul "tappeto" quali le relazioni sindacali, la revisione dell´ordinamento professionale e la vicedirigenza. Soddisfazione è stata espressa anche dai rappresentanti dei datori Anci, Upi e Uncem per il favorevole esito di una trattativa che, pur assumendo toni anche "forti", ha visto prevalere la ragionevolezza e la responsabilità nonché l´unitarietà delle parti datoriali. "Alla fine ha prevalso il buon senso - osserva il presidente dell´Anci Mario Pezzetta -, ora in un clima più sereno potremo chiedere al personale dei Comuni una collaborazione straordinaria per fronteggiare la crisi economica che investe anche i nostri territori". "Le Province accolgono positivamente la chiusura del lungo confronto - ribadisce la presidente Upi, Maria Teresa Bassa Poropat- perchè consente di valorizzare il patrimonio umano che costituisce la più grande risorsa dei nostri enti". Il presidente dell´Uncem, Alessio Belgrado, conferma infine l´importanza anche per gli enti della montagna della sottoscrizione della preintesa, dando rilievo "alla coesione ed alla convergenza delle parti datoriali in tutti i momenti della trattativa".  
   
   
BOLZANO, APPROVATA LA LEGGE SULL´IMMIGRAZIONE, BIZZO: "INTEGRAZIONE PER GOVERNARE IL FENOMENO"  
 
Bolzano, 25 ottobre 2011 - “Una legge equilibrata e moderata”. Così l’assessore provinciale Roberto Bizzo commenta la legge sull’integrazione dei cittadini stranieri approvata dal Consiglio provinciale dopo una lunga seduta notturna del 22 ottobre . “L’immigrazione – spiega Bizzo – è un fenomeno a cui non si può sfuggire: abbiamo il dovere di governarlo per farlo diventare un´opportunità e non solo un problema. Per fare ciò avevamo bisogno di una legge provinciale, e finalmente è stata fatta". Il provvedimento varato dal Consiglio provinciale tiene conto dei paletti imposti dalle normative europee e nazionali, e getta le basi per una armonizzazione delle diverse leggi provinciali di settore. "Il caposaldo della legge - prosegue l´assessore Roberto Bizzo, che in Giunta provinciale ha le competenze sull´immigrazione - è riassumibile nel concetto del promuovere ed esigere, e nel corretto bilanciamento dei diritti e dei doveri. Vogliamo accompagnare gli immigrati nel processo di integrazione, promuovere la convivenza pacifica e far crescere la cultura del rispetto in una terra che fa già dell’incontro di culture diverse uno strumento vincente". I cittadini stranieri rappresentano già una parte importante dell´economia altoatesina, visto che sono ben 25mila i lavoratori immigrati residenti in Alto Adige. "La loro presenza - prosegue Bizzo - non toglie lavoro ai cittadini locali, bensì risulta essenziale nei settori portanti della nostra economia. Gli immigrati "producono" Pil e gettito fiscale maggiori rispetto al costo dei servizi che ricevono, pagano le pensioni e accudiscono sempre più di frequente i nostri anziani ed i nostri figli. Il saldo a favore della nostra Provincia è dunque decisamente positivo". Questa la valutazione prettamente economica della questione, sulla quale però se ne innesta un´altra di tipo sociale. "Gli stranieri, in quanto persone e cittadini, meritano rispetto - sottolinea l´assessore - ma lo meritano anche le nostre tradizioni, la nostra cultura, la nostra religione. Il primo strumento di reciproca conoscenza e di reciproco rispetto è la promozione linguistica, successivamente il confronto si sviluppa nei rapporti quotidiani: dal lavoro, alla scuola, al rapporto con la pubblica amministrazione. Anche per questo, attraverso la creazione di un elenco provinciale, ci impegniamo a promuovere e valorizzare i mediatori culturali, una figura già oggi chiave in ambiti quali sanità, scuola e sociale". Altre novità della legge sull´integrazione dei cittadini stranieri saranno la Consulta per l’immigrazione ("un’occasione di confronto istituzionale e crescita per tutti", spiega Bizzo) ed il Centro di tutela contro le discriminazioni, "un’importante strumento per prevenire e arginare il fenomeno del razzismo", sottolinea l´assessore. "Questa legge - conclude Roberto Bizzo - garantisce a tutti il diritto al welfare di base, mentre l´accesso ad ulteriori prestazioni sociali, sanitarie, abitative ed educative sarà ancorato al requisito della residenza nella nostra Provincia. L’impegno della Provincia, ispirato dai principi della moderazione e dello spirito di accoglienza, è quello di governare l’immigrazione e renderla un’opportunità di crescita economica e culturale, e non un problema".  
   
   
ROSSI: “GIUSTO CONCEDERE LA CITTADINANZA AI FIGLI DEGLI IMMIGRATI”  
 
Firenze, 25 ottobre 2011 – “Occorre tenere conto della mutata composizione della società e dei cambiamenti che ha subìto. Tra questi c’è senza dubbio il gran numero di immigrati presenti da molti anni in Italia e che qui hanno fatto nascere i loro figli. E’ a loro che dobbiamo concedere la cittadinanza italiana, perchè anche loro fanno parte del presente e del futuro di questo Paese”. E’ questo uno dei passi dell’intervento che il presidente della Regione, Enrico Rossi, ha svolto il 22 ottobre nel palazzo comunale di Campi Bisenzio nell’ambito dell’iniziativa “L’italia sono anch’io” nel corso della quale si è costituito anche a Campi Bisenzio il Comitato a sostegno delle due proposte di legge per i diritti di cittadinanza agli immigrati residenti in Italia da più di cinque anni e ai loro figli nati in Italia e quella per concedere loro il voto alle elezioni amministrative. “I diritti civili e sociali – ha precisato il presidente – sono indispensabili. Chi lavora, paga le tasse e rispetta regole e leggi deve avere i diritti di cittadinanza, come noi. Le Regione ha approvato una legge per dare assistenza sanitari agli immigrati. Adesso dobbiamo garantire la cittadinanza ai figli degli immigrati che nascono in Italia e il diritto al voto per le elezioni amministrative dopo 5 anni di residenza”. Sono circa 6.000 i bambini con genitori stranieri che nascono ogni anno in Toscana, sui 33.000 nuovi nati complessivi. A Campi Bisenzio gli immigrati rappresentano il 18% della popolazione. Questa mattina sono state circa 50 le associazioni presenti e che hanno dichiarato la loro adesione all’iniziativa sostenuta anche dal presidente della Regione. “Continueremo ad impegnarci – ha concluso Enrico Rossi – per favorire l’integrazione dei nuovi arrivati, l’apprendimento della nostra lingua, la loro formazione, in linea con la nostra legge regionale che, non siamo solo noi a dirlo, da questo punto di vista è una delle più avanzate in Italia”.  
   
   
LAVORO/PARI OPPORTUNITÀ: DA REGIONE FVG SOSTEGNO A PROGETTO "DIONE"  
 
Trieste, 25 ottobre 2011 - "Il progetto Dione è un´iniziativa finanziata dall´Amministrazione regionale in tema di Pari Opportunità e di lavoro, perché un´applicazione corretta della Pari opportunità non può che iniziare all´interno di quelle che sono le dinamiche occupazionali". Con queste parole l´assessore regionale al lavoro, Angela Brandi, ha aperto ieri l´incontro organizzato dalla Provincia di Trieste e dedicato all´illustrazione e all´approfondimento delle azioni di sostegno all´occupazione femminile, in particolar modo al progetto Dione (Donne Impiego Opportunità Nuove con l´E-learning), finanziato dalla Regione e realizzato dalla Provincia del capoluogo regionale. "Ma introducendo proprio il tema delle donne e del ruolo che ricoprono in campo professionale - ha detto l´assessore -, se è pur vero che nel panorama nazionale quello dell´occupazione femminile è un problema (flessione nel triennio 2008-2010 del 1,1%), nella nostra regione il calo è stato appena dello 0,2% per un totale di 218mila occupate, quindi con un tasso di occupazione che nel triennio si conferma dal 55,5%, mentre quello maschile diminuisce del 3,3% e si attesta al 71,5%". "Questi numeri - ha continuato la Brandi - ci dicono che la strada imboccata è quella giusta: formazione e conoscenza degli strumenti a disposizione, infatti, sono due tipologie d´intervento che contribuiscono concretamente a favorire l´integrazione occupazionale nella nostra regione e sui quali bisogna insistere attraverso progetti che, come Dione, vengono avviati con la condivisione fra istituzioni e realtà associative". "La crisi, quindi, in Friuli Venezia Giulia - ha spiegato l´assessore - ha finito per penalizzare maggiormente gli uomini rispetto alle donne, anche in considerazione degli strumenti messi in campo per affrontare le conseguenza sul mondo del lavoro conseguenti alla contrazione economica. In tal senso vanno ricordati gli incentivi per l´assunzione a tempo determinato ed indeterminato, con un quantum superiore riservato alle donne in caso di parità d´età, così come i contributi per la creazione di nuova impresa femminile. Ma ci sono anche strumenti che intervengono nell´aiuto della gestione dei tempi familiari, come il progetto Family friendly che funge da supporto alla conciliazione; e sempre in tema di conciliazione la legge regionale 13/2004 che consente di usufruire di tutta una serie di aiuti per i lavoratori in maternità o in paternità". "Questo progetto - ha detto l´assessore, tornando sull´azione di Dione, messa in campo con la Provincia di Trieste - risponde ad un obiettivo, per noi molto importante: quello di offrire un´attenzione specifica nei confronti dei soggetti più a rischio in tema di marginalità nel rapporto fra domanda e offerta di lavoro. Mi riferisco a quelle categorie rappresentate dai soggetti con professionalità deboli, dai giovani in cerca di prima occupazione e dalle donne. Categorie sulle quali bisogna intervenire attraverso un supporto anche "informativo", al fine di far conoscere gli strumenti di orientamento e di sostegno al lavoro e alla professione che vengono offerti dal servizio pubblico". "Ma l´altro aspetto del progetto - ha concluso l´assessore Brandi - , che è coerente con la nostra strategia, è quello della formazione: una formazione nella fattispecie continua, intesa anche come aggiornamento professionale indispensabile per essere competitivi sul mercato del lavoro. All´interno dei corsi ricordo anche quello dedicato alla sicurezza sul lavoro, un aspetto questo di importanza civile, perché un lavoro non deve mai diventare un pericolo e le istituzioni in questo debbono dare il contributo, proprio come stiamo facendo".