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Notiziario Marketpress di Mercoledì 16 Novembre 2011
Politica
AGENZIE DI RATING: RELATORE DEL PARLAMENTO CRITICO SU NUOVA PROPOSTA DELLA COMMISSIONE EUROPEAIL PROVVEDIMENTO APPARE OGGI PRIVO DI ALCUNE PARTI SIGNIFICATIVE  
 
Strasburgo, 16 novembre 2011 - Alla fine della presentazione del Commissario per il mercato interno Michel Barnier della nuova proposta legislativa sulle agenzie di rating, il relatore per il Parlamento Leonardo Domenici (S&d, It) ha detto: "Il provvedimento appare oggi privo di alcune parti significative rispetto alle anticipazioni ed è ridimensionato rispetto alle attese". Domenici ha inoltre criticato la procedura seguita ed espresso preoccupazione: "Ci siamo trovati oggi di fronte a una procedura piuttosto travagliata e inusuale in occasione della presentazione di un provvedimento molto importante quale quello sulla regolamentazione delle Agenzie di Rating. E´ questo un evidente sintomo di difficoltà di decisione da parte della Commissione su un argomento assai delicato e forse spiega anche il ritardo con cui si è giunti ad approvarlo. Il provvedimento, per ammissione dello stesso Commissario Barnier, appare oggi privo di alcune parti significative rispetto alle anticipazioni ed è ridimensionato rispetto alle attese". Domenici ha poi aggiunto: "Il Parlamento europeo attende ancora di essere informato sia per ciò che riguarda la procedura fin qui seguita e la tempistica sia circa il contenuto ufficiale e finale del testo. Il fatto che ci si trovi in questa situazione su un provvedimento molto atteso come questo, non può che suscitare preoccupazione sia sotto l´aspetto istituzionale che sotto il profilo politico".  
   
   
IL PARLAMENTO EUROPEO APPROVA DIVIETO DI SPECULAZIONE SU DEBITO SOVRANO E LIMITAZIONI A VENDITE ALLO SCOPERTO  
 
 Strasburgo, 16 novembre 2011 - I deputati europei hanno approvato martedì una nuova legislazione per limitare le vendite allo scoperto e il commercio in credit default swaps (Cds), un prodotto finanziario utilizzato come assicurazione contro i fallimenti. Le nuove regole europee imporranno maggior trasparenza e vieteranno l´uso di alcune tipologie di Cds, rendendo più difficile la speculazione sul default di un paese. Il regolamento è una delle legislazioni presentate dalla Commissione per affrontare la crisi finanziaria. Le vendite allo scoperto e i Cds sono due pratiche finanziarie accusate di incrementare l´instabilità dei mercati. In particolare, il commercio in Cds è generalmente considerato come un potenziale fattore di peggioramento della situazione greca e italiana. Limitare la speculazione sul debito di un paese: una vittoria del Parlamento - Il Parlamento ha ottenuto l´introduzione di un divieto di commercio di Cds allo scoperto (comprare contratti di assicurazione sul debito senza avere i relativi titoli). Per esempio, acquistare Cds greci sarà d´ora in poi possibile solo se l´acquirente possiede già titoli di Stato greci o una partecipazione in un settore fortemente dipendente dall´andamento di tali titoli, come una banca greca (in caso di fallimento del paese, le banche greche soffrirebbero certamente in maniera importante). L´unica eccezione a questo divieto è la possibilità per le autorità nazionali di sospendere il divieto per un massimo di 12 mesi nei casi in cui il mercato del debito sovrano non funzioni in modo corretto, con possibilità di rinnovo per ulteriori 6 mesi. Anche tale possibilità è tuttavia circoscritta, poiché il testo legislativo specifica le situazioni, limitate, nelle quali il regolatore può aver diritto a tale sospensione. Inoltre, entro 24 ore, l´Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (European Securities and Markets Authority - Esma) dovrà pubblicare un parere sul proprio sito web sull´utilità o meno di sospendere il divieto: un´opinione negativa dell´Esma avrebbe un forte significato politico. Esprimendo la soddisfazione per il divieto, il relatore Pascal Canfin (Verdi, Fr), ha detto: "Queste regole sono la prova che l´Ue può agire contro la speculazione quando c´è volontà politica. La legislazione renderà impossibile l´acquisto di Cds con il solo obiettivo di speculare sul default di un paese". Frenare le vendite allo scoperto - Una maggioranza di deputati aveva in origine chiesto l´introduzione di una regola che prevedesse la conversione obbligatoria di tutte le vendite allo scoperto "nude" (naked short sellings, in inglese), il tipo più rischioso fra le vendite allo scoperto, in vendite allo scoperto normali entro un giorno lavorativo. Tuttavia, la cosiddetta regola del "localizza e riserva" (locate and reserve rule in inglese) per cui un operatore finanziario non solo deve notificare da dove intende prendere in prestito i titoli azionari in questione, ma anche ottenere una garanzia che potrà effettivamente prenderli in prestito, è stata alla fine diluita durante i negoziati con i governi nazionali. Il regolamento prevede ora che l´operatore dovrà localizzare e avere una "presunzione ragionevole" di poter realmente ottenere il prestito. L´esma dovrà determinare quali sono le condizioni da soddisfare perché si possa "ragionevolmente presumere" di poter effettuare l´operazione alla scadenza prevista. Più trasparenza - Un altro elemento introdotto dal Parlamento che ha rafforzato la proposta originaria della Commissione è l´introduzione di obblighi d´informazione più stringenti. Proprio la mancanza d´informazione è stata uno degli ostacoli più grandi al lavoro dei supervisori nel periodo precedente la crisi. Le informazioni che ora giungeranno ai regolatori nazionali ed europei permetteranno loro di eseguire il lavoro di prevenzione in maniera più efficace e di avvertire in anticipo nel caso di rischi potenziali. Per esempio, i supervisori finanziari saranno informati, e ne informeranno il pubblico, nel caso di una "posizione corte netta", appena questa supera la soglia dello 0,5% del valore dei capitali azionari emessi Esma alla guida del nuovo sistema - I deputati dei gruppi politici che hanno sostenuto l´accordo con il Consiglio sono riusciti a preservare i poteri per l´autorità europea di controllo dei mercati finanziari Esma, in particolare quello di limitare le vendite allo scoperto, di essere arbitro nel caso un´autorità nazionale voglia introdurre misure straordinarie in situazioni di emergenza e di poter pretendere che le altre autorità introducano misure eccezionali. "I nuovi poteri dell´Esma assicureranno una migliore cooperazione a livello Ue in tempi di crisi", ha detto Canfin, aggiungendo che comunque: "Sarebbe stato meglio se l´Esma avesse avuto potere sulle decisioni che riguardano i debiti sovrani, ma gli Stati membri si sono opposti". La risoluzione legislativa è stata approvata con 507 voti a favore, 25 contrari e 109 astensioni. Prossime tappe - Il nuovo regolamento deve essere formalmente approvato dal Consiglio nelle prossime settimane ed entrerà in vigore in tutta l´Ue a novembre 2012.  
   
   
LA COMMISSIONE ADOTTA IL PROGRAMMA DI LAVORO 2012 PER IL RINNOVAMENTO EUROPEO  
 
Bruxelles, 16 novembre 2011 - La Commissione europea ha adottato ieri il programma di lavoro per il prossimo anno, intitolato "Realizzare il rinnovamento europeo", in cui definisce le modalità che intende seguire per introdurre ulteriori misure per il 2012, basandosi sull´ambiziosa serie di proposte, già presentate, volte a rispondere alla crisi economica. Il programma traduce in azioni concrete, da realizzare entro il 2012, le priorità politiche individuate dal presidente Barroso nel suo discorso sullo stato dell´Unione1. Il programma sottolinea che, il prossimo anno, sarà necessario adoperarsi con particolare impegno per portare avanti le proposte già adottate o in preparazione nelle prossime settimane, e che prevedono misure sull´economia e il mercato unico, nonché l´ampia gamma di proposte in corso di formulazione sui programmi di spesa per realizzare la riforma e il rinnovamento. Le nuove proposte si baseranno su questo programma allo scopo di rafforzare lo slancio verso una crescita capace di creare posti di lavoro. Il presidente Barroso ha dichiarato: "Nel mio discorso sullo stato dell´Unione ho fatto un appello per un rinnovamento europeo. La priorità assoluta è adottare, e attuare rapidamente, l´ambizioso pacchetto di proposte per ripristinare la fiducia nell´economia europea. Il programma di lavoro della Commissione va ben oltre e si concentra sulle misure che permetteranno di far fronte alle attuali difficili prospettive economiche". Le priorità fondamentali per i prossimi 12 mesi sono: Costruire un´Europa improntata alla stabilità e alla responsabilità - Il completamento della riforma del settore finanziario entro il 2012 è uno degli obiettivi principali del programma, con particolare riguardo per la tutela degli investitori. La Commissione adotterà anche iniziative volte a tutelare il reddito pubblico in ambiti come quello dei "paradisi fiscali" e della frode in materia di Iva. Costruire un´Unione all´insegna della crescita e della solidarietà - Giunto ormai al suo 20° anniversario, il mercato unico rimane il più importante strumento per la crescita e la creazione di posti di lavoro. Il prossimo anno l´Unione europea si adopererà in modo particolare per migliorare il mercato unico del digitale, infondendo nei consumatori e negli operatori la fiducia nelle transazioni online. L´agenda europea globale per i consumatori permetterà di definire ulteriori misure per aiutare i consumatori a sfruttare al meglio le possibilità offerte dal mercato unico. Altre misure avranno l´obiettivo di stimolare una ripresa che sia fonte di occupazione e di continuare a modellare un´economia sostenibile, vitale sul lungo periodo. A questo proposito sono previste misure in materia di pensioni, emissioni dei veicoli e approvvigionamento idrico. Permettere all´Ue di esprimersi in modo incisivo a livello mondiale - La ripresa economica dell´Unione europea e la sua portata politica dipendono da un´Ue unita in quanto migliore piattaforma possibile per difendere e promuovere i nostri interessi e i nostri valori. Oltre a sostenere una vasta gamma di accordi commerciali, l´Unione europea continuerà a offrire sostegno per lo sviluppo pacifico e prospero del sud del Mediterraneo. In tutti questi ambiti il programma di lavoro sottolinea la necessità che l´Ue resti unita e ci esorta a lavorare insieme per garantire che le proposte e le idee siano tradotte in norme e si concretizzino a livello pratico sul terreno. Contesto Il discorso sullo stato dell´Unione che il presidente Barroso ha pronunciato a fine settembre 2011 ha aperto un dibattito sulle priorità dell´Unione per l´anno venturo. Il programma di lavoro della Commissione tiene conto di questi scambi e suggerisce azioni concrete per il 2012 e oltre. Il programma di lavoro della Commissione è accompagnato da tre allegati: un elenco di 129 iniziative2 che la Commissione intende realizzare nel 2012, oltre ad altre possibili azioni che prenderà in considerazione fino alla fine del suo mandato (allegato I); un elenco di iniziative per la semplificazione e la riduzione degli oneri amministrativi (allegato Ii) e un elenco delle proposte pendenti ritirate (allegato Iii). La Commissione si appresta ora ad operare in stretta collaborazione con il Parlamento europeo e il Consiglio, nonché con le parti interessate, tra cui i Parlamenti nazionali, al fine di garantire un´ampia titolarità delle priorità politiche e delle iniziative individuali. Il programma di lavoro della Commissione per il 2012 è disponibile all´indirizzo: http://ec.Europa.eu/atwork/programmes/index_it.htm    
   
   
UE: I FUTURI FINANZIAMENTI NEL SETTORE DEGLI AFFARI INTERNI: PIÙ FONDI, MAGGIORE FLESSIBILITÀ, NORME PIÙ SEMPLICI  
 
Bruxelles, 16 novembre 2011 – I recenti avvenimenti, dalla primavera araba agli attentati terroristici in Norvegia, dimostrano quanto è importante che l´Unione europea sia in grado di reagire rapidamente ed efficacemente in situazioni di crisi in rapida evoluzione. Per questo motivo la Commissione intende aumentare i fondi a disposizione del settore degli affari interni e migliorare e semplificare le modalità di gestione dei finanziamenti dell´Ue. Nell´ambito del prossimo quadro finanziario pluriennale (periodo 2014-2020) la Commissione propone, per il settore affari interni, una dotazione complessiva di 10,7 miliardi di euro, pari ad un aumento del 40% circa rispetto ai fondi complessivamente stanziati per il periodo 2007-2013. L’importo dei finanziamenti disponibili per gestire i flussi migratori e affrontare le minacce per la sicurezza aumenterà, ma il numero dei pertinenti strumenti finanziari scenderà da sei a due: saranno istituiti infatti un nuovo Fondo asilo e migrazione, con una dotazione totale di 3 869 milioni di euro, e un nuovo Fondo sicurezza interna, di 4 648 milioni di euro. Norme più semplici, procedure più snelle e minor burocrazia assicureranno inoltre risultati operativi più rapidi. Cecilia Malmström, Commissaria per gli Affari interni, ha dichiarato: "Con queste proposte stiamo aumentando la capacità dell´Unione di dare sostegno quando e dove è più necessario. Un adeguato livello di finanziamento, coniugato con norme più semplici e flessibili, è essenziale per affrontare le sfide transnazionali sempre più imponenti che l´Unione ha davanti. Dobbiamo garantire una risposta più rapida ed efficace dell´Ue ad avvenimenti come quelli cui abbiamo assistito nel Nord Africa nei mesi recenti." Contesto - I due nuovi fondi oggetto della proposta formulata dalla Commissione nella comunicazione odierna permetteranno di finanziare le politiche in materia di asilo e migrazione, sistemi efficaci di gestione delle frontiere, la lotta contro la criminalità organizzata, la corruzione e il terrorismo e molti altri settori. Il Fondo asilo e migrazione (con una dotazione globale di 3 869 milioni di euro) si concentrerà sui flussi migratori e sulla gestione integrata della migrazione e sosterrà azioni intese ad affrontare tutti gli aspetti della migrazione, compresi l´asilo, la migrazione legale, l´integrazione e il rimpatrio dei cittadini di paesi terzi che soggiornano irregolarmente. Il Fondo sicurezza interna sosterrà l´attuazione della strategia di sicurezza interna (Ip/10/1535 e Memo/10/598) e un approccio a livello dell´Unione di cooperazione tra le autorità competenti, anche per quanto riguarda la gestione delle frontiere esterne dell´Unione europea. Avrà una dotazione finanziaria complessiva di 4 648 milioni di euro, che potrà anche essere destinata allo sviluppo di nuovi sistemi It, quali il futuro sistema di ingresso/uscita e il programma per viaggiatori registrati. Grazie alla nuova struttura di finanziamento le norme di attuazione dovrebbero risultare più comprensibili a tutti i partner, il che consentirà di realizzare economie di scala. Inoltre, il meccanismo di pronto intervento dei due fondi consentirà all´Ue di reagire rapidamente a situazioni di crisi in rapida evoluzione, come i flussi migratori misti o gli attentati terroristici e informatici. I due nuovi fondi sostituiranno Il Fondo europeo per l’integrazione dei cittadini di paesi terzi, il Fondo europeo per i rifugiati, il Fondo per le frontiere esterne, il Fondo europeo per i rimpatri e i due programmi specifici "Prevenzione e lotta contro la criminalità" (Isec) e "Prevenzione, preparazione e gestione delle conseguenze in materia di terrorismo e di altri rischi collegati alla sicurezza" (Cips). Il trattato di Lisbona, il programma di Stoccolma e il relativo piano d’azione hanno definito il campo d´azione dell´Unione europea in materia di affari interni fino al 2014. Nel finanziare le politiche degli affari interni dopo il 2013 l´Ue dovrebbe guardare al di là di questa agenda, focalizzandosi sul raggiungimento di risultati e di una migliore complementarità dei bilanci nazionali. All´inizio del prossimo quadro finanziario pluriennale (2014-2020) la Commissione discuterà con ciascuno Stato partecipante le modalità per ottimizzare l´uso dei finanziamenti per gli affari interni e raggiungere gli obiettivi strategici dell’Ue in questo settore. Tale dialogo garantirà una migliore concentrazione sulle priorità politiche e sui risultati. Le proposte legislative saranno ora discusse e negoziate con il Parlamento europeo e il Consiglio e i due fondi dovrebbero diventare operativi nel 2014.  
   
   
UE: COME GARANTIRE IL DIRITTO DEI MIGRANTI ALLA VITA FAMILIARE  
 
Bruxelles, 16 novembre 2011 – È necessario cambiare le regole dell´Unione sul ricongiungimento familiare dei migranti? La Commissione europea ha dato inizio ieri a un dibattito pubblico sul diritto al ricongiungimento familiare dei cittadini di paesi terzi che vivono nell´Unione europea, in funzione del quale deciderà se è necessario intervenire e definire, per esempio, linee guida chiare, oppure modificare le regole attuali o lasciare invariata la situazione. I contributi delle parti interessate e dei cittadini saranno pubblicati sul sito la vostra voce in Europa. Precisazioni su contesto e contatti sono inoltre disponibili al seguente link. L´unione si è dotata nel 2003 di norme comuni che stabiliscono a quali condizioni i familiari di cittadini di paesi terzi che soggiornano legalmente in uno Stato membro possono entrare e soggiornare nell´Ue. "Il ricongiungimento familiare rende possibile la vita familiare e l´integrazione sociale degli immigrati", ha commentato Cecilia Malmström, Commissaria per gli Affari interni. "Mi auguro che le parti interessate partecipino numerose alla consultazione, scambiandosi esperienze e opinioni su come rendere più efficaci le norme europee sul ricongiungimento familiare. La Commissione invita in particolare gli Stati membri ad indicare e quantificare i problemi che loro stessi denunciano di abuso della normativa in vigore”. Il libro verde punta i riflettori su alcuni risvolti dell´applicazione della direttiva 2003/86/Ce e chiede a tutte le parti interessate di esprimersi, entro il 1° marzo 2012, sui seguenti aspetti: a chi si applica effettivamente la direttiva, ossia come definire meglio i migranti che possono beneficiare delle regole Ue, se occorre estendere il diritto al ricongiungimento anche ai vincoli di parentela esterni alla famiglia nucleare, quali sono i problemi riscontrati con i matrimoni forzati; le condizioni per il ricongiungimento familiare, ovvero se bisogna specificare meglio le misure di integrazione che gli Stati membri possono introdurre o se è necessario garantire che queste misure favoriscano effettivamente l´integrazione e non siano invece utilizzate per ostacolare il ricongiungimento familiare; come combattere il fenomeno dei matrimoni di convenienza e eventuali frodi; come garantire che gli Stati membri rispettino determinati obblighi, ad esempio tenendo conto dell´interesse superiore del minore nell´esaminare le domande. Una volta ricevuti i contributi scritti, la Commissione organizzerà un´audizione pubblica. Contesto - La direttiva (2003/86/Ce) definisce condizioni comuni per l´esercizio del diritto al ricongiungimento familiare tra i cittadini di paesi terzi in posizione regolare nell´Unione e i loro familiari non cittadini dell´Ue. La direttiva non riguarda il ricongiungimento tra un cittadino dell´Unione e i suoi familiari non cittadini dell´Unione, regolato nell´ambito della libera circolazione dei cittadini Ue (2004/38/Ce). Stando ai dati disponibili, nei primi anni 2000 la migrazione familiare ha contribuito a oltre il 50% dell´immigrazione legale totale. Attualmente però il fenomeno contribuisce ad appena un terzo circa dell´immigrazione totale nell´Unione e la sua incidenza si riduce ulteriormente se ci si limita ai soggetti interessati dalla direttiva sul ricongiungimento familiare, ovvero i cittadini di paesi terzi che si ricongiungono a familiari anch´essi cittadini di paesi terzi: a questa categoria di migranti infatti è riconducibile solo il 21% di tutti i permessi rilasciati, ovvero circa 500 000 persone in totale nel 2010. Nello stesso anno l´Italia era in testa ai paesi che hanno rilasciato il maggior numero di permessi per motivi di famiglia nell´ambito del ricongiungimento tra cittadini di paesi terzi e familiari non cittadini dell´Unione (160 200), seguita da Regno Unito (103 187) e Spagna (89 905). Per potersi ricongiungere ai propri familiari cittadini di paesi terzi, il cittadino di un paese terzo deve rispettare due condizioni: un "permesso di soggiorno con validità pari o superiore a un anno" e "una fondata prospettiva di ottenere il diritto di soggiornare in modo stabile". Gli Stati membri possono imporre altre condizioni al richiedente: risorse sufficienti, un alloggio adeguato, assicurazione malattia e anche "misure di integrazione". In una relazione sull´applicazione della direttiva, pubblicata l´8 ottobre 2008, la Commissione individua possibili problemi e elabora raccomandazioni per una migliore attuazione: la direttiva lascia agli Stati membri un margine di discrezionalità troppo ampio nell´applicare le disposizioni facoltative, soprattutto per quanto riguarda i tempi che il cittadino di un paese terzo deve attendere prima di potersi ricongiungere ai familiari e il rispetto delle eventuali "misure di integrazione" che gli Stati membri hanno la facoltà di imporre ai cittadini di paesi terzi. Partendo da queste considerazioni la Commissione ha deciso di lanciare un dibattito pubblico sul ricongiungimento familiare per capire se e quali interventi concreti si rendono ulteriormente necessari. Lo scopo del libro verde adottato oggi è sondare l´opinione delle parti interessate e degli Stati membri su una serie di aspetti riguardanti il ricongiungimento familiare per poter garantire regole efficaci a livello dell´Unione. Eventuali mosse future saranno valutate attentamente in termini di conseguenze sui diritti fondamentali, soprattutto sul rispetto della vita privata e della vita familiare, sul diritto di sposarsi, sui diritti del minore e sul principio della non discriminazione.  
   
   
SICILIA: REGIONE PARTE CIVILE PER ABUSO FONDI UE E REGIONALI  
 
 Palermo, 16 novembre 2011 - "La Regione si costituira´ parte civile nei giudizi per frode nell´utilizzo dei fondi europei e/o regionali. Una decisione che segna una svolta nel perseguire trasparenza e legalita´". Lo dice l´assessore regionale per l´Economia, Gaetano Armao commentando l´approvazione, da parte della giunta, del provvedimento da lui proposto. "Si tratta di un scelta - ha aggiunto - che rafforza anche la convenzione stipulata nei giorni scorsi tra Regione e Comando regionale della Guardia di Finanza per il monitoraggio dei flussi finanziari. Chiunque non utilizzi in modo virtuoso i contributi comunitari - ha concluso Armao - dovra´ assumersi le proprie responsabilita´ e rispondere per i danni arrecati anche alla credibilita´ della Sicilia".  
   
   
IL PRESIDENTE DELLA CAMPANIA CALDORO INCONTRA L´AMBASCIATORE USA THORNE. RINNOVATO, PUR CONSAPEVOLEZZA IMPEGNI, INVITO PRESIDENTE OBAMA  
 
 Napoli, 16 novembre 2011 - Il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro ha ricevuto ieri a palazzo Santa Lucia l´ambasciatore Usa in Italia David Thorne. L´ambasciatore era accompagnato dal console generale a Napoli Donald Moore e dal console dell’Ufficio politico economico Jeffery Young. Nel corso del cordiale colloquio, è stata sottolineata la volontà di intensificare ulteriormente la già proficua collaborazione tra gli Stati Uniti e la Regione Campania in campo culturale, accademico e scientifico, e nei settori legati all’economia, al turismo e allo sviluppo. Il presidente Caldoro, consapevole degli impegni dell’amministrazione americana, sottolineati anche stamattina durante l’incontro, ha rinnovato all’ambasciatore l’auspicio che il presidente degli Stati Uniti d’America Obama possa venire in visita in Campania, anche in occasione dei futuri eventi di rilievo internazionale, primo fra questi la Coppa America. “Rinsaldiamo – ha detto il presidente Caldoro al termine dell’incontro - i vincoli di antica amicizia tra i nostri popoli, con il reciproco impegno a valutare la possibilità di mettere in campo iniziative comuni anche in vista dei grandi eventi in programma in Campania nel 2012 e nel 2013 e dei grandi progetti di sviluppo. “Il rapporto tra gli Stati Uniti e l’Italia è storicamente forte, la comunità campana che vive oltreoceano è numerosa ed è molto legata alle proprie origini. Il nostro impegno è di rafforzare questo legame”, ha concluso il presidente Caldoro. "Nel discorso del presidente Caldoro - ha aggiunto l’ambasciatore Thorne - ho riscontrato con piacere l’interesse su temi quali lo sviluppo economico, l’innovazione, la difesa dell’ambiente, la legalità. Temi che rientrano anche tra gli obiettivi della missione diplomatica americana in Italia."  
   
   
CALABRIA INTERNAZIONALE. SI È SVOLTO A LAMEZIA UN SEMINARIO COMMERCIALE SCIENTIFICO DEDICATO AL MAROCCO E TUNISIA  
 
Catanzaro, 16 novembre 2011 - La Regione Calabria, Assessorato all’Internazionalizzazione Politiche Euro-mediterranee coordinato dall’Assessore Fabrizio Capua, in collaborazione con Unioncamere Calabria - Dek Enterprise Europe Network e la rete delle Camere di Commercio Italiane di Marocco e Tunisia, hanno organizzato ieri mattina a Lamezia, un seminario nel corso del quale si è avuta l’occasione di avviare un percorso di sviluppo per le imprese calabresi nel bacino del Mediterraneo. Imprese, Organizzazioni, Università e Centri di ricerca calabresi hanno avuto modo di confrontarsi, in due specifiche sessioni di discussione ed una successiva fase di incontri singoli, con esponenti del mondo istituzionale, scientifico ed economico dei Paesi Marocco e Tunisia per sperimentare insieme percorsi di sviluppo sostenibili e generare opportunità di crescita economica e culturale per la Calabria. Al tavolo degli intervenuti erano presenti, tra gli altri, il Viceministro dello Sviluppo Regionale della Tunisia Nejib Kafari, Giulio Frascatani Presidente della Camera di Commercio Italiana in Marocco, Luca Pezzani Segretario Generale Camera di Commercio Italiana in Marocco e Ferruccio Bellicini Segretario Generale Camera Tuniso Italiana di commercio e Industria. A portare il saluto della Regione Calabria, a nome del Presidente Scopelliti e dell’Assessore Fabrizio Capua è stato l’Assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri che ha ribadito il ruolo centrale e strategico della nostra regione in un’ottica di pieno sviluppo dell’area del Mediterraneo, soprattutto nei rapporti con i Paesi del nord Africa. Un seminario tecnico e di rilievo politico istituzionale che ha approfondito ed analizzato, con esponenti delle associazioni di categoria del Marocco e della Tunisia, le diverse occasioni di cooperazione commerciale e scientifica che offrono di due Paesi del nord Africa, avviando una serie di possibili scenari d’affari attraverso la conoscenza delle opportunità di investimento, il sostegno ai processi di radicamento del sistema produttivo calabrese e lo scambio di conoscenze e buone prassi nel settore dell’innovazione, del trasferimento tecnologico e della ricerca. Marocco e Tunisia, è stato più volte ribadito, rappresentano due Paesi tra i più sicuri ed intraprendenti del nord Africa, usciti responsabilmente e con grande spirito propositivo dalla cosiddetta “primavera araba”. Cruciale sarà il ruolo delle Camere di Commercio Italiane in Marocco e Tunisia che rappresentano un sistema a rete garantito e radicato capace di mettere in connessione la cultura economica e scientifica del territorio in cui operano. A breve, inoltre, sarà sottoscritto dal Presidente della Regione Scopelliti e dall’Assessore Capua un protocollo d’intesa con l’Ambasciata del Marocco. L’assessore ai Programmi Speciali Ue, Politiche Euro-mediterranee, Internazionalizzazione, Cooperazione tra i Popoli e Politiche per la Pace all’Internazionalizzazione della Regione Calabria Fabrizio Capua, ha individuato nell’Unioncamere Calabria il supporto operativo per la successiva organizzazione di una missione commerciale e scientifica in Marocco e Tunisia che si svolgerà i primi giorni del mese di dicembre, prevista all’interno dei due progetti Paese approvati con il Programma Calabria Internazionale e relativo Pea 2011 (Programma Esecutivo Annuale).  
   
   
DELEGAZIONE DALL´UGANDA IN VISITA IN TRENTINO  
 
Trento, 16 novembre 2011 - Delegazione ugandese in visita in questi giorni per mettere a punto i dettagli di un progetto triennale varato dall´Euregio che coinvolge quindi, oltre alla Provincia autonoma di Trento, quella di Bolzano e il Land Tirol. Il 14 nvoemrbe pomeriggio la delegazione, proveniente dal distretto di Masaka, al confine fra Uganda e Tanzania, ha incontrato l´assessore provinciale alla solidarietà internazionale Lia Giovanazzi Beltrami. Il progetto - realizzato in collaborazione con una ong locale, Caritas Maddo - prevede la formazione di gruppi di contadini, sia su tematiche legate alla sanità, con la costituzione di gruppi di operatori sanitari che operano all’interno dei villaggi, sia su tematiche legate all’agricoltura ed all’allevamento. Oltre alle attività di formazione agricola è prevista la messa a disposizione di sementi, bestiame ed attrezzature ai contadini nonché il potenziamento del piccolo caseificio locale. "Le zone di confine - ha detto l´assessore Lia Giovanazzi Beltrami, incontrando la delegazione - possono rappresentare l´occasione di conflitto, oppure possono diventare una sfida di crescita comune nella valorizzazione delle differenze. La vostra presenza qui e il progetto transfrontaliero sono il segno concreto che avete scelto la strada della collaborazione e dello sviluppo di progetti comuni. Speriamo di potervi offrire utili spunti in campo agricolo e ci poniamo in ascolto di quanto potete portarci." Della delegazione ugandese fanno parte Padre Peter Senkaay, responsabile del progetto, Lawrence Mayega, production manager del Distretto di Masaka, Emmanuel Muwanga, direttore della scuola di formazione agricola del Distretto di Masaka, Francis Xavier Sekalegga, agronomo della Caritas Maddo, e Moses Wataka, ingegnere della latteria di Maddo. Ma come nasce il progetto dell´Euregio, denominato "Masholif"? All´origine vi è la firma di un protocollo d’intesa fra Trentino, Alto Adige, il Land Tirolo, i distretti ugandesi di Masaka e Rakai, nonchè il distretto tanzano di Missanyi. Il protocollo prevede che i tre territorio dell´Euregio realizzino un programma comune in un territorio transfrontaliero, appunto i distretti ugandesi ed il distretto tanzano. Per questioni legate alla gestione del programma, la Provincia autonoma di Trento ha scelto di concentrarsi il suo progetto nel Distretto di Masaka, in collaborazione con Caritas Maddo, un’ong locale ben conosciuta anche da altri soggetti finanziatori. Il progetto è centrato sulla formazione dii gruppi di contadini, in campi che spaziano dalla sanità, con la costituzione di gruppi di operatori sanitari che operino all’interno dei villaggi, a tematiche legate all’agricoltura ed all’allevamento. Oltre alla formazione agricola, anche su temi che riguardano il microcredito e la gestione dei gruppi, è previsto un impegno per la dotazione di sementi, bestiame ed attrezzature ai contadini nonché per il potenziamento del piccolo caseificio presente. Caritas Maddo infatti possiede un caseificio ed è impegnata da più di un decennio a cercare di aumentare le fonti di reddito della popolazione, che vive sulla soglia della povertà. Il progetto prevede infine la realizzazione di alcuni corsi di formazione ai giovani che provengono dalle famiglie beneficiarie del progetto, che si terranno presso la scuola agraria locale. La visita, che si svolge dal 14 al 18 novembre, è stata organizzata assieme alla Federazione della cooperazione, e ha l’obiettivo di approfondire la conoscenza della realtà trentina, con riferimento agli interventi di formazione agricola (si guarda con particolare interesse alla Fondazione Mach), alla gestione degli allevamenti ed all’inseminazione artificiale (sono previsti incontri con la Federazione allevatori), alla lavorazione del latte (in agenda una visita anche al Concast - Trentingrana, che si sta anche preoccupando di reperire attrezzature non più utilizzate/utilizzabili in Trentino e che pertanto potrebbero essere inviate in Uganda). La delegazione infine si confronterà con alcune realtà produttive associate di piccole e medie dimensioni (Consorzio delle cooperative della Val di Gresta e Sant’orsola) e imprese che si occupano di produzione e trasformazione di prodotti biologici, al fine di approfondire la conoscenza reciproca e valutare la possibilità di gli scambi tra i due territori.  
   
   
IL CONSOLE GENERALE DELLA SVIZZERA RICEVUTO IN REGIONE EMILIA ROMAGNA  
 
Bologna, 16 novembre 2011 - La vicepresidente della Regione Emilia-romagna, Simonetta Saliera, ha ricevuto ieri in viale Aldo Moro una delegazione guidata dal Console generale di Svizzera, Massimo Baggi. Al centro dell’incontro temi economici e relativi alla mobilità, anche in prospettiva di possibili collaborazioni e dell’impegno della Svizzera e di realtà regionali emiliano-romagnole all’Expo Milano 2015. Massimo Baggi è Console generale di Svizzera a Milano dal settembre 2010 con giurisdizione sulle regioni Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte e Valle d´Aosta, Trentino-alto Adige e Veneto.  
   
   
ZAIA A CALDORO: “DIMENTICARE IL FEDERALISMO? FAREBBE BENE A CHIEDERNE DI PIU’”  
 
Venezia, 16 novembre 2011 - “Il presidente Caldoro, a cui rinnovo tutta la mia stima e il mio caloroso affetto, quando parla di capovolgimento del meccanismo di applicazione del federalismo, farebbe cosa utile se meditasse attorno a un dato: la Campania oggi ha 7.982 dipendenti, il Veneto 2.954, la Lombardia 3.328, l’Emilia Romagna 2.990”. Non si fa attendere la risposta del presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, al collega campano che, in una intervista al “Messaggero”, saluta come fosse una liberazione per il sud l’uscita della Lega dalla maggioranza di governo. “Farebbe bene il presidente Caldoro, invocando spesa storica e costi standard – aggiunge Zaia – a immaginare cosa sarebbe della Campania se non fosse mantenuta dalle Regioni del nord che ogni anno lasciano sul tavolo della cosiddetta solidarietà una sessantina di miliardi. E infine farebbe un gran bene all’on. Caldoro la lettura di un bel libro del professor Luca Ricolfi, intitolato emblematicamente ‘Il sacco del nord’”. “Mi auguro – conclude Zaia – che il Governo che potrebbe nascere in questi giorni abbia la barra ben fissa ai territori che in questi decenni, con un carico fiscale iniquo e scandaloso, hanno avuto l’onere di trattenere in Europa chi altrimenti ne sarebbe stato certamente escluso. Altro che dimenticare il federalismo: Caldoro, che è certamente un governatore illuminato, dovrebbe chiederne sempre di più, perché senza federalismo non c’è responsabilità e senza responsabilità non c’è Nazione”.  
   
   
LEGGE PICCOLI COMUNI, REGIONE LOMBARDIA RICORRE A CONSULTA ALLO STUDO NORMA CHE NON PENALIZZI GESTIONI ASSOCIATE SERVIZI  
 
Milano, 16 novembre 2011 - Regione Lombardia ricorrerà alla Corte Costituzionale contro l´articolo 16 della legge 148 del 14 settembre 2011, che obbliga i Comuni a gestire servizi e funzioni fondamentali in modo associato con un minimo di 10.000 abitanti. Cosa piuttosto difficile in una Regione come la Lombardia, dove sono presenti 1088 piccoli Comuni (cioè con meno di 5000 abitanti), spesso molto lontani fra loro, e quindi interessati dalla norma che entrerebbe in vigore a partire dal 1 gennaio 2012. Addirittura 326 contano meno di 1000 abitanti. I limiti della normativa nazionale sono stati quindi giudicati eccessivi per le esigenze lombarde. Lo ha confermato stamani l´assessore alla Semplificazione e Digitalizzazione Carlo Maccari, rispondendo a un´interrogazione in Consiglio regionale e spiegando di aver già condiviso la decisione con l´Associazione Nazionale dei Comuni (Anci) della Lombardia. In questi giorni, intanto, continuano a ritmo serrato gli incontri con i sindaci e gli amministratori locali di tutte le province lombarde, per esaminare insieme le novità introdotte dalla normativa. ´Stiamo comunque valutando la possibilità di intervenire in tempi brevissimi - ha aggiunto Maccari - con un nostro provvedimento che tenga conto del contesto e delle esigenze del territorio lombardo, caratterizzato da una forte differenziazione a livello territoriale e dall´alta qualità dei servizi esistenti. Stiamo pensando non solo alla revisione dei limiti demografici, ma anche a un percorso di ampio respiro che miri a valorizzare l´efficienza e l´efficacia delle gestioni associate´. ´Nei prossimi giorni - ha concluso Maccari - apriremo anche un canale web, che ospiterà forum e indagini strutturate di supporto agli amministratori locali che, utilizzando le piattaforme telematiche già disponibili, potranno così dialogare e scambiare documenti e informazioni con tutti i soggetti interessati´.  
   
   
GIUNTA: VIA LIBERA ALL’ASSESTAMENTO DI BILANCIO 2011 DI ROMA CAPITALE CON NUOVE RISORSE PER LE METROPOLITANE  
 
 Roma, 16 novembre 2011 - La Giunta di Roma Capitale presieduta dal sindaco Alemanno ha varato, su proposta dell’assessore al Bilancio e allo Sviluppo economico, Carmine Lamanda, l’assestamento al bilancio di previsione 2011. Il provvedimento che sarà sottoposto all’approvazione dell’assemblea capitolina è stato emanato nel rispetto del termine di legge fissato al prossimo 30 novembre e consente, grazie alle prudenti valutazioni eseguite nella fase di elaborazione della manovra di bilancio dello scorso mese di luglio, di far fronte al maggior fabbisogno emerso. Nonostante i vincoli imposti dal quadro economico generale l’assestamento garantisce l’equilibrio della spesa di parte corrente senza introdurre nuove tasse ovvero procedere alla riduzione dei servizi sociali. Per quanto riguarda, invece, la parte investimenti, grazie allo spostamento di somme si procede a un diverso utilizzo dell’avanzo di amministrazione che permette, ai fini del patto di stabilità, di ridurre l’indebitamento. In particolare, risorse rivenienti da opere non più realizzate o realizzabili, vengono orientate ad altre finalità e, nello specifico, all’estinzione di mutui e al proseguimento di interventi sulle metropolitane per circa 20 milioni di euro. La manovra di assestamento di bilancio per la parte corrente consente, in particolare, di far fronte all’emersione di maggiori spese per un totale di 63.433.104 di euro; a minori entrate da contributi straordinari di urbanizzazione per un importo complessivo di 10.000.000 di euro; a minori entrate relative a misure di condono per 16.200.000 euro e ad ulteriori 18.827.107 euro di minori incassi rispetto alle stime contenute nel bilancio di previsione 2011 per quel che concerne gli introiti del contributo di soggiorno. L’equilibrio tra entrate e spese di parte corrente viene assicurato dal maggior gettito di entrate attinenti il recupero di vecchie contravvenzioni per 16.020.082 di euro, dai maggiori proventi della lotta all’evasione contributiva e tariffaria per 28.689.219 di euro, dall’utilizzo di somme precedentemente accantonate in via precauzionale per 23.487.108 di euro e da minori spese per un importo complessivo di 40.263.802 di euro. Per quel che concerne il piano investimenti viene, invece, disposto il definanziamento di opere non più realizzate o realizzabili e si procede all’impiego del relativo avanzo di amministrazione per altre finalità (principalmente l’estinzione di mutui e le prosecuzione dei lavori per le metropolitane). E’ così possibile riuscire a ridurre l’indebitamento e a evitare al tempo stesso di procedere a un’operazione che comporterebbe una grave riduzione dei margini di intervento fissati dal patto di stabilità. La virtuosità dell’intervento realizzato sulla parte relativa agli investimenti consente, inoltre, di ottenere un impatto positivo anche sulla spesa di parte corrente, poiché riduce il peso derivante dagli oneri finanziari che gravano sulle casse del Campidoglio, ma senza per questo intaccare i margini di manovra per il finanziamento di nuove infrastrutture.  
   
   
REGIONE PIEMONTE: NUOVE DELEGHE PER L’ASSESSORE MONFERINO  
 
 Torino, 16 novembre 2011 - Il presidente Roberto Cota ha firmato il 15 novembre il decreto per il conferimento all’assessore alla Sanità, Paolo Monferino, delle deleghe alle Politiche sociali e alle Politiche per la famiglia, attualmente in capo al presidente stesso. La distribuzione delle deleghe è ora la seguente: Roberto Cota. Coordinamento ed indirizzo delle politiche del Governo regionale. Conferenza Stato - Regioni, Rapporti con l´Unione Europea, Federalismo e Grandi Eventi, Coordinamento interassessorile delle politiche del volontariato; Ugo Cavallera, vicepresidente. Urbanistica e programmazione territoriale, Beni ambientali, Edilizia residenziale, Opere pubbliche, Legale e contenzioso; Barbara Bonino. Trasporti, Infrastrutture, Mobilità e logistica; William Casoni. Commercio e fiere, Parchi e aree protette; Alberto Cirio. Istruzione, Sport, Turismo, Opere post-olimpiche; Michele Coppola. Cultura, Patrimonio linguistico, Museo regionale di Scienze naturali, Ecomusei, Politiche giovanili; Massimo Giordano. Sviluppo economico: industria, piccola e media impresa, artigianato. Ricerca, Innovazione, Energia, Tecnologia delle comunicazioni, Internazionalizzazione del Piemonte; Elena Maccanti. Affari istituzionali, Rapporti con il Consiglio regionale, Controllo di gestione e trasparenza amministrativa, Promozione della sicurezza e Polizia locale, Enti locali, Rapporti con società a partecipazione regionale, Rapporti con l´Università, Semplificazione; Paolo Monferino.tutela della Salute e Sanità, Edilizia sanitaria, A.r.e.s.s, Politiche sociali, Politiche per la famiglia; Claudia Porchietto. Lavoro e Formazione professionale; Giovanna Quaglia. Bilancio e Finanze, Programmazione economico-finanziaria, Statistica, Risorse umane e patrimonio, Pari opportunità; Roberto Ravello. Ambiente, Risorse idriche, Acque minerali e termali, Difesa del suolo, Attività estrattive, Economia montana, Protezione civile. Claudio Sacchetto. Agricoltura e foreste, Caccia e pesca.  
   
   
ENTI LOCALI. NEL VENETO IL LIMITE DEMOGRAFICO MINIMO PER LA GESTIONE DI FUNZIONI ASSOCIATE DA PIU’ COMUNI FISSATO DALLA REGIONE A 5 MILA ABITANTI  
 
Venezia, 16 novembre 2011 - Sono 273 i Comuni interessati dal provvedimento che la Giunta regionale ha approvato ieri , con il quale si fissa a 5 mila il limite demografico associativo minimo che deve raggiungere un insieme di Comuni, con popolazione compresa tra i 1.000 e 5.000 abitanti, obbligati all’esercizio delle funzioni fondamentali. “Nella manovra dello scorso agosto – spiega l’assessore regionale agli enti locali, Roberto Ciambetti – il governo aveva fissato un tetto minimo di 10 mila abitanti per i Comuni che hanno l’obbligo di associarsi. Questo limite è risultato troppo ampio per molte realtà venete, impedendo di fatto ai Comuni di creare collaborazioni omogenee e funzionali nei propri ambiti territoriali. Poiché il governo aveva dato alle Regioni la facoltà di calibrare, sulla base delle proprie caratteristiche sociali e territoriali, tale limite, abbiamo ridotto, da 10 mila a 5 mila il limite demografico minimo per l’esercizio in forma associata dei Comuni delle funzioni fondamentali”. Destinatari del provvedimento sono, per la precisione, i Comuni con popolazione compresa tra 1.000 e 5.000 abitanti che devono avviare l’esercizio associato obbligatorio di almeno due funzioni fondamentali entro la fine di quest’anno e di tutte le funzioni entro la fine del prossimo. “A noi interessa realizzare davvero l’associazionismo – ha sottolineato ancora Ciambetti – proprio nell’interesse delle numerose piccole comunità venete che non perderanno la loro identità, ma potranno, unendosi sul piano amministrativo, ottimizzare le proprie risorse, mantenendo uno standard accettabile dei servizi, a tutto vantaggio dei cittadini. Siamo, quindi, sempre molto attenti a creare le condizioni affinché i Comuni possano con convinzione aderire a questa riorganizzazione che, data la sempre più evidente scarsità di risorse, appare oggi irrinunciabile. A conferma di questo nostro percorso virtuoso, voglio ricordare che il disegno di legge regionale approvato dalla Giunta in materia di associazionismo dei Comuni, presentato alla prima Commissione consiliare e presto, mi auguro, all’esame dell’aula, è il primo del suo genere in Italia”.  
   
   
RICERCA E INNOVAZIONE. PERCORSO AGEVOLATO PER ACCESSO AI FINANZIAMENTI A PMI VENETE  
 
Venezia, 16 novembre 2011 - Un provvedimento di “ingegneria finanzia” è stato adottato dalla giunta regionale su proposta dell’assessore all’economia Isi Coppola per mettere a disposizione delle imprese venete risorse per quanto riguarda il sostegno a progetti di ricerca e innovazione. L’assessore Coppola ha ricordato che la legge regionale n. 9 del 2007 (“Norme per la promozione ed il coordinamento della ricerca scientifica, dello sviluppo economico e dell’innovazione nel sistema produttivo regionale”) nell’ultima finanziaria è l’unica del comparto economico che è stata rifinanziata. “Insieme a Veneto Sviluppo – ha detto l’assessore - abbiamo deciso di mettere a disposizione tutte le risorse di questa legge, circa 10 milioni 200 mila euro, con un prodotto combinato”. Una parte del finanziamento sarà a fondo perduto, coperta dalle risorse della legge n. 9; una parte, che si potrà abbinare, farà capo al Fondo di rotazione previsto dalla Lr 5/2001 per il sostegno a progettualità di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, gestito da Veneto Sviluppo. “Di fatto – ha aggiunto l’assessore - diamo volano ai 110 milioni del fondo di rotazione presso la Veneto Sviluppo proprio per ricerca e innovazione. Ma ricordo che i fondi di rotazione possono essere utilizzati in base al principio dei vasi comunicanti, per cui in caso di necessità potrebbero essere utilizzati anche gli altri 600 milioni di euro disponibili con i fondi di rotazione, che poi verranno reintegrati”. L’assessore Coppola ha concluso sottolineando che con questo provvedimento le imprese venete che fanno ricerca e innovazione non dovranno più rincorrere bandi a scadenza, non sempre coincidenti con le necessità di finanziamento, perché le risorse saranno a sportello e quindi disponibili in qualsiasi momento. Non ci saranno graduatorie e tutti i progetti potranno nel tempo essere finanziati. La Regione coprirà con la parte a fondo perduto fino al 30% del progetto (che potrà andare da 100 a 500 mila euro), mentre con il fondo di rotazione a tasso agevolato potrà essere coperto il 55%. La restante parte (15%) sarà a carico dell’impresa. La gestione sarà congiunta tra Regione e Veneto Sviluppo e a breve sarà emanato il regolamento per l’accesso a questi finanziamenti.  
   
   
BOLZANO: IMPUGNATO IL DECRETO LEGGE SULLE SANZIONI AGLI ENTI LOCALI  
 
Bolzano, 16 novembre 2011 - La Giunta provinciale ha deciso di impugnare di fronte alla Corte Costituzionale il decreto legge che stabilisce delle sanzioni, tra cui la decadenza dell´esecutivo e del Consiglio, in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi di contenimento della spesa pubblica fissati dallo Stato. "Le competenze in materia sono esclusivamente della Provincia", ha commentato il presidente Luis Durnwalder. Il decreto legge 149, approvato lo scorso mese di settembre, fissa dei meccanismi sanzionatori nei confronti degli enti locali che non raggiungono gli obiettivi fissati per quanto riguarda il contenimento della spesa pubblica, con particolare attenzione al settore sanitario. "Tra le sanzioni indicate nel provvedimento - ha precisato Durnwalder - ce ne sono alcune che prevedono la decadenza della Giunta e del Consiglio provinciale, ma su questa materia la competenza esclusiva, così come previsto dallo Statuto di Autonomia, è della Provincia di Bolzano". Il decreto legge, tra l´altro, si focalizza in maniera particolare sul settore sanitario, con la possibilità di decadenza automatica e interdizione decennale dalle cariche pubbliche per gli amministratori ritenuti responsabili di dissesti finanziari. "Per quanto riguarda le autonomie speciali - ha aggiunto il presidente Luis Durnwalder - sono previste norme di attuazione ad hoc, ma nel decreto legge si precisa che nel frattempo dovrà valere il regolamento statale". La Giunta provinciale, alla luce di queste valutazioni, ha deciso di impugnare il decreto legge di fronte alla Corte Costituzionale per violazione delle proprie competenze.  
   
   
PUGLIA E OO.SS INCONTRANO INPS.AL VIA GLI AMMORTIZZATORI IN DEROGA  
 
 Bari, 16 novembre 2011 - Cgil, Cisl,uil e Ugl ,e l´assessore al lavoro, Elena Gentile hanno incontrato la Direzione regionale dell´Inps per la verifica relativa alle procedure di erogazione degli ammortizzatori in deroga, all´indomani della comunicazione della firma del decreto interministeriale di assegnazione delle risorse a valere sull´esercizio finanziario 2011 ,pervenuto in regione l´11 c.M. Su una platea complessiva di 1300 aziende interessate alla Cigs ,l´Inps provvederà ad erogare l´assegno ai lavoratori aventi diritto per 800 aziende ,già´ oggetto di decretazione da parte dell´ assessorato al lavoro.Per le restanti e´ in corso un approfondimento istruttorio attesi gli errori formali e sostanziali di presentazione delle istanze. Relativamente allamobilità in deroga l´Inps ha già avviato le procedure di pagamento delle domande con istruttorisa conclusa positivamente. "Condivido -dice l´assessore Gentile-le preoccupazioni delle parti sociali , portavoci del disagio di migliaia di lavoratori privi di sostegno al reddito. A tal proposito -continua l´assessore -assicuro l´impegno della intera struttura a velocizzare l´iter istruttorio avendo acquisito la più´ ampia disponibilità del´ Inps Puglia a definire tutte le posizioni entro il mese di dicembre."  
   
   
PRESENTATO IL PROGETTO SPERIMENTALE “NUOVI GIOVANI IMPRENDITORI”, IL BANDO FINALIZZATO ALLA CREAZIONE IN CALABRIA DI NUOVE IMPRESE  
 
 Catanzaro, 16 novembre 2011 - L’assessore alle attività produttive Antonio Caridi ha presentato, nel corso di una conferenza stampa a palazzo Alemanni, il progetto sperimentale “Nuovi Giovani Imprenditori”, il bando finalizzato alla creazione di nuove imprese. All’incontro con i giornalisti hanno partecipato Caterina Nano della Fondazione Field, soggetto attuare dell’intervento e Maria Grazia Nicolo dirigente generale dell´assessorato. I destinatari sono i giovani calabresi dai 18 ai 40 anni. Disponibili 20 milioni di euro. Il bando verrà pubblicato a breve in preinformazione. Il progetto sarà sviluppato in due fasi, la prima di sensibilizzazione per la promozione della cultura di impresa e del lavoro autonomo, la seconda di supporto allo start – up delle imprese ammesse a finanziamento ed alle procedure di rendicontazione connesse alle agevolazioni finanziarie riconosciute. I soggetti coinvolti sono le università calabresi, gli istituti scolastici superiori e le associazioni di categoria. Alla conferenza stampa sono inoltre intervenuti Sebastiano Caffo presidente dei Giovani di Confindustria Calabria e Giuseppe Pedà vicepresidente nazionale dei giovani di Confcommercio. “Abbiamo fortemente voluto, con il Presidente Scopelliti, andare incontro alle richieste dei giovani e delle associazioni di categorie che ci chiedevano misure legate alla creazione di nuove opportunità imprenditoriale – ha dichiarato l’assessore Antonio Caridi. Riteniamo fondamentale la creazione di nuove imprese e la Regione farà la sua parte sostenendole sino in fondo. Finanzieremo le buone idee, quelle che porteranno sviluppo al nostro territorio”.  
   
   
SCONTRI 15 OTTOBRE: AMMONTANO A QUASI 900MILA EURO RICHIESTE RISARCIMENTO DANNI ARRIVATE A ROMA CAPITALE  
 
Roma, 16 novembre 2011 - Ammonta a quasi 900mila euro, per la precisione 890.698,13 euro, l’importo complessivo delle richieste di risarcimento arrivate a Roma Capitale per i danneggiamenti subiti da cittadini e commercianti in occasione degli scontri della manifestazione del 15 ottobre scorso. È quanto scrive il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, in una lettera inviata al Prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro. Nello specifico, scrive il Sindaco nella missiva, al numero 06.67104801, istituito da Roma Capitale per le richieste di informazioni, sono arrivate 126 telefonate complessive. All’indirizzo email danni.15ottobre@comune.Roma.it  e al numero di fax 06.671079225 sono state presentate 87 richieste di risarcimento dei danni di cui: 60 relative a danneggiamenti di mezzi di locomozione: autovetture, motocicli, biciclette, per un importo di 207.805,65 euro; 21 relative a danneggiamenti nei confronti di beni immobili ovvero a danni riportati da vetrine, serrande e insegne di esercizi commerciali per un importo di 676.895,48 euro; 6 attinenti a mancati incassi di attività commerciali per un importo di 5.997 euro. L’esatto importo della liquidazione dei danni sarà quantificato dalle relative istruttorie.  
   
   
MENTORI DONNA AIUTANO LE IMPRENDITRICI AD AVVIARE LE LORO ATTIVITÀ  
 
Bruxelles, 16 novembre 2011. Una nuova rete europea di mentori per promuovere l´imprenditorialità femminile attraverso la condivisione di know-how ed esperienza è stata lanciata ieri dalla Commissione europea. Le donne rappresentano solo il 34,4% dei lavoratori autonomi in Europa. Per incrementare questa percentuale, donne d´affari di successo presteranno assistenza alle imprenditrici che hanno fondato una nuova impresa da due a quattro anni fa. I mentori forniranno alle nuove imprenditrici consigli pratici su come gestire e far prosperare le rispettive imprese in questa prima fase critica delle loro attività, oltre ad aiutarle a sviluppare le competenze trasversali necessarie e a fornire sostegno. La rete coinvolge 17 paesi europei e 170 mentori. L´imprenditorialità si combina bene con le scelte di vita delle donne, in particolare offrendo loro una certa flessibilità al fine di conciliare la vita professionale con quella privata, soprattutto per quanto riguarda gli orari e il luogo di lavoro. Inoltre, a causa della crisi economica, molte donne che si sono ritrovate disoccupate potrebbero utilizzare le loro conoscenze e competenze, avviare la propria impresa e crearsi da sole un posto di lavoro. Ha dichiarato Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea e commissario responsabile per imprese e politica industriale: "La creatività e le potenzialità imprenditoriali femminili rappresentano chiaramente la fonte di crescita economica e di nuovi posti di lavoro meno sfruttata, che va dunque ulteriormente sviluppata in Europa. In un momento di crisi non ci possiamo permettere di rinunciare a tale potenzialità. Incrementare il numero delle imprenditrici significa dare maggior potere economico alle donne e contribuire alla crescita." Per ulteriori informazioni (in inglese): http://ec.Europa.eu/enterprise/policies/sme/promoting-entrepreneurship/women/index_en.htm  Contesto Selezione dei mentori - I mentori saranno selezionati fra le imprenditrici (o gli imprenditori) che hanno alle spalle un´esperienza positiva di almeno cinque anni come titolari o responsabili di Pmi e che sono consapevoli delle sfide specifiche che le imprenditrici si trovano ad affrontare. Essi sono inoltre preparati e disposti a condividere le loro conoscenze e know-how con le loro assistite su una base di volontariato (cioè senza remunerazione), sono disponibili a incontrarle regolarmente per un periodo di almeno un anno e si impegnano a fornire assistenza almeno due nuove imprenditrici. I mentori si riuniranno regolarmente con le loro assistite e discuteranno di questioni attuali e strategiche per la gestione delle aziende delle nuove imprenditrici, offrendo loro sostegno per costruire/acquisire le conoscenze, le competenze e la fiducia/mentalità necessarie. Per evitare conflitti d´ interesse, i mentori non sono autorizzati a detenere alcun interesse economico nelle società delle imprenditrici loro assegnate. Alcuni esempi delle potenzialità delle donne imprenditrici in termini di creazione di crescita economica e di nuovi posti di lavoro: Negli Stati Uniti le Women Presidents´ Organisations (Wpo) hanno divulgato i dati più recenti relativi alle 50 imprese detenute/amministrate da donne in più rapida crescita nell´America del Nord. Le prime 50 imprese hanno generato nel 2010 entrate pari a 4,1 miliardi di Usd (con una media di 82,7 milioni di Usd) e nello stesso anno hanno complessivamente dato lavoro a 24 650 dipendenti (la media prevista per il 2011 è di 557 lavoratori per impresa). Il governo britannico nella sua relazione Wes (la rete europea per la promozione dell´imprenditorialità femminile) del 2008 indica che le donne sono il più grande gruppo sottorappresentato in termini di partecipazione alle imprese. Solo il 15% delle 4,7 milioni di imprese britanniche è guidato a maggioranza da donne e se le donne avviassero attività nella stessa misura degli uomini, ogni anno nel Regno Unito verrebbero lanciate 150 000 nuove imprese in più. Se il Regno Unito raggiungesse il livello degli Stati Uniti in termini di imprenditorialità femminile, ci sarebbero 900 000 imprese in più. In Svezia nel 2008 oltre 131 000 imprese - con più di 35 miliardi di euro di fatturato totale e circa 358 000 dipendenti per i quali vengono versati oltre 6 miliardi di euro in stipendi - erano gestite da donne. Le donne fanno impresa in modo diverso rispetto agli uomini, pertanto sono necessarie misure di sostegno orientate al mondo femminile: In primo luogo, le donne attribuiscono maggiore importanza alla situazione familiare nel valutare la creazione di un´impresa (61% rispetto al 49% degli uomini). Le donne considerano molto attentamente le probabilità di successo ed esaminano dettagliatamente ogni potenziale fonte di fallimento prima di impegnare la casa di famiglia in garanzia e/o i risparmi familiari come capitale di avvio delle loro attività. In secondo luogo, nella maggior parte dei casi, quando le donne decidono di avviare una nuova impresa mantengono il posto di lavoro precedente e svolgono entrambe le attività in parallelo per un certo periodo: a questo proposito, si può affermare che le donne sono più prudenti degli uomini e hanno una più spiccata consapevolezza del rischio di insuccesso. In terzo luogo, le donne rilevano le imprese esistenti dopo un periodo di prova più lungo di quello degli uomini, una volta acquisita dimestichezza con le attività dell´azienda (per questioni legate a un´eredità, una separazione o un divorzio da un socio in affari, ecc.). La quarta peculiarità riguarda i finanziamenti: le nuove imprese create da donne utilizzano un capitale inferiore a quelle degli uomini e sono caratterizzate da un minore capitale netto. Infine, le donne imprenditrici presentano una crescita inferiore, ma più costante rispetto a quella degli uomini. Questo comporta spesso un minore rischio di insuccesso. La European Network of Mentors for Women Entrepreneurs è una delle azioni proposte nell´ambito del riesame 2011 dello Small Business Act per l´Europa. L´iniziativa coinvolgerà 17 paesi (Albania, Belgio, Cipro, ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Montenegro, Paesi Bassi, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Turchia e Regno Unito).  
   
   
AFFIDO FAMILIARE, UN APPELLO AI MILANESI: APRITE LE VOSTRE CASE, IMPEGNIAMOCI TUTTI AD ACCOGLIERE I BAMBINI CHE NE HANNO BISOGNO MILANO DEVE FARE DI PIÙ, ALLARGHIAMO LA RETE DELLE FAMIGLIE AFFIDATARIE  
 
 Milano, 16 novembre 2011 - “La nuova Amministrazione rilancia il servizio degli affidi familiari per i minori. Tutti i cittadini sono coinvolti in questo obiettivo: chiedo ai milanesi di aprire le loro case ai bambini e ai ragazzi che ne hanno bisogno”. Lo ha dichiarato l’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino nel corso della conferenza stampa di presentazione del sistema dei servizi per l´affido e l´accoglienza realizzato grazie al finanziamento di Fondazione Cariplo, in collaborazione con le realtà del Terzo settore da anni impegnati in questo ambito. “La maggior parte dei bambini, – ha proseguito Majorino - che viene allontanata dalla famiglia d’origine, è ospitata nelle comunità alloggio e spesso, prima che venga prospettata loro una soluzione diversa, come l’affido familiare, la permanenza dura anche anni. Noi vogliamo invertire questa tendenza: la soluzione migliore per un bambino è vivere in una dimensione familiare, accolto, coccolato e accudito in un ambito più intimo e a lui completamente dedicato. Insieme alle organizzazioni del Terzo settore, che da tanti anni si occupano di questi temi, grazie al contributo economico di Fondazione Cariplo, il Comune finalmente rilancia questo servizio rendendolo più accessibile e sostenendo di più le famiglie affidatarie. Il nostro obiettivo principale, anche attraverso il nuovo portale www.Affidomilano.it, è trovare nuove famiglie, coppie, e anche single che abbiano voglia di accogliere, sotto diverse forme e con modalità di tempi diversi, bambini e ragazzi per offrire loro una vita più felice. Se una famiglia attraversa un momento di difficoltà e non dispone di una rete relazionale amicale o parentale in grado di sostenerla deve poter contare sull’apporto di altri legami solidali, supportati dalle reti del privato sociale e dai servizi pubblici: questa è la famiglia affidataria. A Milano si fanno circa 230 affidi all’anno – ha concluso l’assessore alle Politiche sociali - a Torino, invece, se ne fanno ben 650. Abbiamo l’obiettivo ambizioso di riuscire a raggiungere i livelli torinesi. Questo è un impegno importante che ci siamo presi con i bambini di Milano”. Il progetto “Promuovere e sostenere reti per l’affido nel Comune di Milano”, finanziato dalla Fondazione Cariplo, è un modello che integra intervento pubblico e privato per diffondere una nuova cultura della solidarietà tra famiglie, allargata e partecipata, e promuovere le esperienze concrete di accoglienza familiare nella nostra città. Il modello prevede una rete con il Comune di Milano capofila in relazione diretta con sei enti partner e dodici enti collaboratori. L´obiettivo è volto a migliorare qualitativamente e quantitativamente gli attuali servizi per l’affido e le diverse forme di accoglienza familiare. L’affido familiare è un intervento, previsto e regolamentato con la L.184/83 modificata dalla legge 149/2001, ed è sempre disposto dal Servizio Sociale dell’Ente locale che si occupa della protezione, cura e tutela dei bambini/ragazzi. Ogni bambino o ragazzo ha diritto ad avere una famiglia che lo ami e si prenda cura di lui, aiutandolo a crescere in modo sereno ed equilibrato. Ci sono famiglie che, per motivi diversi, per periodi più o meno lunghi, si trovano in situazione di difficoltà e ciò non consente loro di occuparsi di tutte le esigenze dei figli. In queste situazioni l’affido consente ai bambini e ai loro genitori di trovare un aiuto in un’altra famiglia per il tempo necessario a superare le difficoltà. La famiglia affidataria accoglie quindi il bambino/ragazzo e, per un periodo della sua vita, risponde ai suoi bisogni educativi, di cura e di affetto; una famiglia in più, che non cancella né dimentica la storia del bambino e il suo legame con la famiglia di origine che viene mantenuto con le forme e i modi adeguati al bambino o ragazzo. L’affido familiare, infatti, è definito oggi da vari studi e ricerche come “intervento di protezione del legame genitori-figli che talvolta presuppone l’allontanamento ma inteso come mezzo per giungere alla riunificazione familiare o, per lo meno, al livello ottimale possibile di riunificazione familiare per quel bambino e quella famiglia” (Milani P.) Per diffondere informazioni sull’affido e le diverse forme di accoglienza familiare dalla co-progettazione tra il Comune di Milano e le organizzazioni del Terzo Settore che partecipano al progetto è nato il nuovo sito www.Affidomilano.it. Gli enti partner della rete: Comin – Cooperativa sociale di solidarietà, Fondazione Caritas Ambrosiana, Fondazione L’albero della Vita, La Strada – Società Cooperativa Sociale, Spazio Aperto Soc. Coop. Soc – Onlus. Gli enti collaboratori della rete: Aibi – Amici dei Bambini, Associazione A Piccoli Passi Onlus, Associazione Arché Onlus, Associazione Comunità Nuova Onlus, Cam, Cbm – Centro per il bambino maltrattato e la cura della crisi familiare, Caf – Centro di aiuto al bambino maltrattato e alla famiglia in crisi, Diapason – Cooperativa Sociale, Famiglie per l’Accoglienza, Fondazione Aquilone Onlus, La Cordata s.C.s., La Grande Casa- società cooperativa sociale – Onlus.  
   
   
SCUOLE INFANZIA PARITARIE. ZAIA: “METTEREMO IN MORA STATO PERCHE’ C’E’ DISPARITA’ TRATTAMENTO VERSO VENETO; ISTITUIREMO TAVOLO REGIONALE CON RAPPRESENTANTI VESCOVI”  
 
Venezia, 16 novembre 2011 - Sulla situazione delle scuole paritarie il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia, nel punto stampa di ieri a conclusione della Giunta regionale, ha fatto alcune considerazioni. “E’ una situazione atipica, fortunatamente atipica, che c’è solo in Veneto –ha detto – e che ha queste dimensioni: i bambini delle scuole per l’infanzia nel Veneto frequentano per il 68% - cioè 94.500 - le paritarie e 45 mila le statali; paritarie che sono 1183 su 1717 scuole per l’infanzia totali. Il motivo del contendere è che i nostri bambini, fatta 3200 euro la media annua nazionale per bambino, costano allo Stato 1900 euro. Per fare un’ipotesi: se i 45 mila giovanissimi veneti delle scuole statali si trasferissero alle paritarie lo Stato risparmierebbe 170 milioni di euro. Al contrario, se i bambini delle paritarie andassero nelle statali lo Stato spenderebbe 300 milioni di euro in più. Su questo – ha affermato il Governatore veneto - la Regione Veneto metterà in mora lo Stato. Non è possibile che una peculiarità e virtuosità del Veneto - che, del resto, non ha alternative perché lo Stato non è in grado di garantire strutture che accolgano questi bambini - si trasformi per noi in danno. Non è possibile che la Regione Veneto sia trattata male perché è l’unica con questa particolarità, nata dal fatto che è la regione del volontariato, con uno stato sociale che si legge a partire dalle famiglie, con la diffusione della formazione religiosa e cattolica. C’è disparità di trattamento. – ha sostenuto Zaia - Non c’è rispetto della Costituzione (l’articolo 30 sul diritto allo studio e l’articolo 34 sulla parità d’accesso allo studio); e non c’è rispetto della sussidiarietà che dice, in sostanza, che ogni cittadino dovrebbe essere agevolato quando crea qualcosa a favore della comunità: questo hanno fatto le associazioni cattoliche con le scuole per l’infanzia. Non si può pensare che la comunità veneta che paga le tasse non abbia poi riscontri su questa partita nei trasferimenti da Roma. Sto per scrivere ai vescovi del Veneto – ha concluso – annunciando loro l’istituzione di un tavolo regionale sulla questione: chiederò che nominino un loro rappresentante per un esame del bilancio regionale che ha destinato le risorse al trasporto pubblico locale e agli ammortizzatori sociali e che ci sembra abbia identificato un equilibrio che garantisce la sopravvivenza della comunità veneta”.  
   
   
BOLZANO: CONFERENZE SU TEMI FEMMINILI IL 18 NOVEMBRE  
 
Bolzano, 16 novembre 2011 - La Commissione provinciale per le pari opportunità ed il Servizio donna della Provincia che fa capo all´assessore provinciale Roberto Bizzo, organizza due conferenze su tematiche femminili il 18 novembre 2011, alle ore 20.00, a Caldaro e Siusi. L´assessore provinciale alle pari opportunità, Roberto Bizzo invita a partecipare ai prossimi due appuntamenti con le conferenze su temi specifici legati al mondo femminile che la Commissione provinciale per le pari opportunità ed il Servizio donna della Provincia propongono a Caldaro e Siusi. Il ciclo di conferenze, come sottolinea l´assessore Bizzo, è un importante strumento per mantenere sempre alta l´attenzione sulle tematiche di genere. L´obiettivo dell´iniziativa è quello di creare contatti con donne da tutte le parti della provincia e incentivare la collaborazione con le organizzazioni femminili e le rappresentanti politiche a livello locale. I prossimi appuntamenti ad ingresso libero a tutte le persone interessate sono: venerdì, prossimo 18 novembre 2011, alle ore 20.00, - presso il "Vereinshaus" a Caldaro, Ulrike Oberhammer, avvocato, presidente della Commissione provinciale epr le pari opportunità, in lingua tedesca, proporrà varie tematiche giuridiche. Tra queste in particolare la questione della convivenza more uxorio al di fuori del matrimonio e degli aspetti giuridici ai quali comunque la donna deve porre attenzione. Inoltre, altro tema ricorrente, l’affidamento condiviso in caso di scioglimento della coppia e le conseguenze che ne derivano a genitori sposati e non sposati. In particolare saranno forniti consigli alle donne su come strutturare al meglio la gestione dei compiti educativi. - presso la Sala Parrocchiale a Siusi, Julia Unterberger, avvocato, parlerà delle incentivazioni per l´edilizia abitativa ed il diritto di famiglia. Molte coppie godono dei contributi per l´acquisto o la costruzione dell´abitazione. Molte donne, però, non conoscono i diritti che loro spettano sull´abitazione agevolata in caso di una separazione. La comunione e la separazione dei beni ed altri fattori giocano un ruolo di rilievo. Le varie iniziative programmate dalla Commissione provinciale per le pari opportunità riferite all´autunno 2011 spaziano dal diritto di famiglia ed ereditario alle cure sanitarie al femminile, dal coraggio civile al rapporto con il proprio corpo, dal ruolo genitoriale al rapporto della donna con il lavoro. Informazioni presso il Servizio Donna, in via Dante 11 a Bolzano, serviziodonna@provincia.Bz.it