Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


LUNEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 WEB E DIRITTO PER LE NUOVE TECNOLOGIE
Notiziario Marketpress di Lunedì 12 Dicembre 2011
PARLAMENTO EUROPEO: FRA I TEMI DELLA SESSIONE DEL 12-15 DICEMBRE 2011:BILANCIO, SACHAROV, DIRITTI, SICUREZZA, AIUTI.  
 
Strasburgo, 12 dicembre 2011 - Bilancio dell´ultimo Consiglio europeo e della Presidenza polacca. Il Parlamento esaminerà nei dibattiti di martedì e mercoledì le conclusioni del Consiglio europeo dell´8-9 dicembre, incentrate su ciò che l´Ue e gli Stati membri devono fare per superare la crisi e il semestre della Presidenza polacca Consiglio, che terminerà alla fine dell´anno. Il Premio Sacharov 2011 sarà consegnato mercoledì agli attivisti della Primavera araba . Il Presidente Jerzy Buzek assegnerà il Premio Sacharov 2011 per la libertà di pensiero a cinque attivisti della Primavera araba per il loro contributo ai cambiamenti storici nel mondo arabo durante una cerimonia, mercoledì 14 dicembre, a mezzogiorno in plenaria. Protezione a livello europeo per le vittime di reato. Le vittime di reato che hanno ottenuto un sistema di protezione dai loro aggressori in uno Stato membro dell´Unione europea potranno ottenere una protezione analoga anche quando si recano in un altro Paese dell´Ue, secondo quanto stabiliscono nuove regole che saranno votate martedì in Parlamento. Diritti comuni e permessi unici di residenza e di lavoro per lavoratori extracomunitari . Grazie al nuovo "permesso unico" che il Parlamento dovrebbe adottare giovedì, gli immigranti provenienti da paesi terzi che lavorano regolarmente nell´Ue potranno godere di diritti comparabili a quelli dei cittadini comunitari per quanto riguarda le condizioni di lavoro, la sicurezza sociale e l´accesso ai servizi pubblici Una "lettera dei diritti" per garantire processi equi in tutt´Europa. Chiunque sia sospettato o accusato di aver commesso un crimine nell´Ue dovrebbe essere immediatamente informato, in modo semplice e comprensibile dei propri diritti, secondo quanto propone un progetto di legislazione che sarà votato martedì. Il Presidente Buzek farà il punto sul suo mandato. Jerzy Buzek ripercorrerà i suoi due e mezzo di Presidenza del Parlamento europeo rivolgendosi giovedì all´Aula. Il suo mandato di Presidente scade il 17 gennaio 2012, quando gli eurodeputati eleggeranno il suo successore. Politica di sicurezza e diritti umani, Vertice Ue-russia e Siria: dibattito con Catherine Ashton. I deputati discuteranno martedì pomeriggio alle 15.00 l´impatto della crisi finanziaria sul settore della difesa e sugli sviluppi dei diritti umani con l´Alto rappresentante della politica estera dell´Ue, Catherine Ashton. Tredici nuovi deputati al Parlamento europeo. Il Presidente Jerzy Buzek annuncerà lunedì l´arrivo al Parlamento europeo di 13 nuovi deputati provenienti da Austria, Bulgaria, Italia, Francia, Malta, Spagna, Svezia e Regno Unito, a seguito di una decisione del giugno 2010 del Consiglio europeo che consente l´inserimento di ulteriori 18 deputati. I rimanenti 5 vi entreranno a far parte dopo che i loro governi nazionali avranno comunicato la nomina al Parlamento. Il Parlamento al voto su aiuti europei per 66 milioni di euro a Spagna, Italia e Francia. Il Parlamento voterà mercoledì lo stanziamento di 38 milioni di aiuti dal Fondo di solidarietà da destinarsi alle riparazioni dei danni causati dal terremoto in Spagna e dall´alluvione in Italia e di 28,4 milioni di aiuti dal Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (Feg) per trovare nuovi posti di lavoro per i lavoratori francesi e italiani licenziati. Il Parlamento vota su otto candidature alla Corte dei conti. Martedì il Parlamento voterà sugli otto membri candidati alla Corte dei conti europea.  
   
   
CONCLUSIONI DEL CONSIGLIO EUROPEO BRUXELLES DEL9 DICEMBRE 2011  
 
 Bruxelles, 12 dicembre 2011 - Di seguito le conclusioni del Consiglio europeo (9 dicembre 2011). Molto è stato fatto negli ultimi 18 mesi per migliorare la governance economica e combattere la crisi economica e finanziaria. Sono state prese decisioni importanti, esposte nelle presenti conclusioni, che richiedono un´attuazione rapida e vigorosa. E’ stato deciso di dare priorità alle misure potenzialmente in grado di stimolare al meglio la crescita e l´occupazione. Gli Stati membri che partecipano al Patto euro plus hanno convenuto di assumere impegni più specifici e misurabili e in particolare, di portare avanti i lavori in materia di occupazione. Sono stati definiti orientamenti per l´ulteriore sviluppo della politica energetica in ordine al completamento del mercato interno, al potenziamento dell´efficienza energetica, allo sviluppo delle infrastrutture, alla coerenza nelle relazioni esterne dell´Ue, al rafforzamento della sicurezza e della protezione nucleari. Inoltre, il Consiglio europeo ha accolto con favore la firma del trattato di adesione con la Croazia e ha preso decisioni in merito al processo di allargamento dell´Ue nei confronti della Serbia e del Montenegro. I. Politica Economica - 1. Nel riconoscere il peggioramento della situazione economico-finanziaria il Consiglio europeo ha discusso delle iniziative in atto per far uscire l´Europa dalla crisi. La nuova governance economica dell´Unione europea menzionata al punto 3 deve essere attuata pienamente al fine di creare fiducia nella forza dell´economia europea. Occorre proseguire con le riforme strutturali e con gli sforzi di risanamento di bilancio, per gettare le basi di un ritorno alla crescita sostenibile e contribuire in tal modo a rafforzare la fiducia nel breve periodo. Occorrono inoltre misure che aiutino a ripristinare le normali attività di prestito all´economia, evitando nel contempo sia un´eccessiva assunzione di rischi sia un´eccessiva riduzione della leva finanziaria, come convenuto il 26 ottobre 2011. 2. Nel rammentare i settori prioritari fondamentali per la crescita che ha individuato nell´ottobre del 2011, in particolare l´atto per il mercato unico, il mercato unico digitale e la riduzione degli oneri normativi generali gravanti sulle Pmi e sulle microimprese, il Consiglio europeo ha sottolineato l´esigenza di adottare rapidamente le misure in grado di stimolare al meglio la crescita e l´occupazione. Appoggia pertanto il principio di un programma accelerato e invita il Consiglio e il Parlamento europeo ad attribuire particolare priorità al rapido esame delle proposte che secondo la Commissione hanno un considerevole potenziale di crescita, come da essa indicato anche nell´analisi annuale della crescita. Approva le azioni proposte dalla Commissione nella relazione sulla riduzione al minimo degli oneri normativi per le Pmi. 3. L´analisi annuale della crescita 2012 è un´ottima base per avviare il prossimo semestre europeo che, per la prima volta, vedrà l´attuazione della governance economica rafforzata di recente, anche in ordine alla nuova procedura per monitorare e correggere gli squilibri macroeconomici. Il Consiglio europeo di primavera passerà in rassegna i progressi e adotterà gli orientamenti necessari. Occorre concentrarsi urgentemente sull´attuazione, soprattutto alla luce della disomogeneità dei progressi compiuti quest´anno nella realizzazione degli obiettivi della strategia Europa 2020 e nell´attuazione delle raccomandazioni specifiche per paese. 4. I capi di Stato o di governo degli Stati membri che partecipano al Patto euro plus hanno esaminato i progressi realizzati nell´attuazione degli impegni assunti a livello nazionale. Hanno convenuto che nel marzo del 2012 occorrerà valutare più approfonditamente gli sforzi nazionali verso gli obiettivi del Patto. Hanno altresì convenuto di assumere impegni più specifici e misurabili in ciascuno dei settori contemplati dal Patto e di riferire sui progressi nei rispettivi programmi nazionali di riforma. La nuova governance economica deve essere integrata con un monitoraggio migliore delle politiche occupazionali e sociali, in particolare quelle che possono avere un impatto sulla stabilità macroeconomica e sulla crescita economica, in linea con le conclusioni del Consiglio del 1° dicembre. 5. Informati dalla relazione del presidente del Consiglio Epsco e dall´analisi annuale della crescita, i capi di Stato o di governo hanno proceduto ad un primo scambio di opinioni sulle migliori pratiche relativamente alle proprie politiche occupazionali e hanno convenuto sull´esigenza particolare di mobilitare appieno il lavoro a favore della crescita. Le riforme strutturali devono essere portate avanti con vigore; nel contempo occorrono urgenti misure mirate, a livello sia nazionale che europeo, a favore dei gruppi più vulnerabili, in particolare i giovani disoccupati. Il potenziamento delle politiche di attivazione dovrebbe essere integrato da sforzi per migliorare le competenze, in special modo adeguando i sistemi di istruzione e formazione alle esigenze del mercato del lavoro. La promozione di opportunità lavorative e imprenditoriali per coloro che entrano nel mercato del lavoro e la valutazione di politiche di flessicurezza nuove ed equilibrate potrebbero contribuire in misura significativa al miglioramento delle prospettive del mercato del lavoro per i giovani. 6. I capi di Stato o di governo hanno accolto con favore le relazioni dei ministri delle finanze degli Stati membri partecipanti e della Commissione sui progressi realizzati nelle discussioni strutturate sul coordinamento delle politiche fiscali. Questi lavori saranno portati avanti in linea con il Patto euro plus, concentrandosi sui settori in cui si possono prevedere attività più ambiziose. Particolare attenzione dovrebbe essere riservata al modo in cui la politica fiscale può sostenere il coordinamento delle politiche economiche e contribuire al risanamento dei bilanci e alla crescita. I ministri delle finanze e la Commissione riferiranno sui progressi nel giugno del 2012. Ii. Energia - 7. La relazione della presidenza dimostra che si sono realizzati progressi importanti nel perseguire gli orientamenti fissati dal Consiglio europeo del febbraio 2011 relativamente al completamento del mercato interno entro il 2014, al rafforzamento dell´efficienza energetica, allo sviluppo di infrastrutture e allo sforzo di assicurare coerenza nelle relazioni esterne dell´Ue. In tale contesto, il Consiglio europeo accoglie con favore l´accordo sul memorandum d´intesa sulle interconnessioni nord-sud nell´Europa centrale e orientale. In particolare i seguenti aspetti richiedono progressi urgenti: attuazione piena e rapida della legislazione sul mercato interno da parte degli Stati membri, nel pieno rispetto delle scadenze concordate; nessuno Stato membro dell´Ue dovrebbe rimanere isolato dovrebbe rimanere isolato dalle reti europee di gas ed elettricità dopo il 2015 o veder minacciata la sua sicurezza energetica per mancanza di connessioni appropriate; rapido accordo sulla proposta concernente l´efficienza energetica, che dovrà stabilire un quadro ambizioso e flessibile in linea con l´obiettivo del 20% per il 2020, secondo quanto convenuto dal Consiglio europeo del giugno 2010; rapido accordo sulla proposta concernente le infrastrutture energetiche; attuazione delle conclusioni del Consiglio del 24 novembre 2011 per una coerenza e un coordinamento rafforzati della politica energetica esterna dell´Ue garantendo tra l´altro che gli accordi con i paesi fornitori e di transito fondamentali siano pienamente conformi alla normativa dell´Ue sul mercato interno; accordo sulla strategia di riduzione delle emissioni di Co2 all´orizzonte 2050 e attento esame dell´imminente tabella di marcia per l´energia 2050 che fornirà un´analisi dettagliata sull´azione a lungo termine nel settore energetico e altri settori correlati. 8. La valutazione della sicurezza degli impianti nucleari nell´Unione europea ha registrato progressi. La credibilità del sistema di sicurezza nucleare dell´Ue sarà ulteriormente rafforzata grazie allo sviluppo continuo del quadro normativo in materia nucleare. I lavori sulla protezione nucleare nell´Ue proseguiranno in base alla relazione intermedia sulla protezione nucleare. 9. Nel rammentare le conclusioni del marzo 2011 il Consiglio europeo chiede: di attuare appieno e con tempestività le direttive per la sicurezza nucleare e per la gestione responsabile e sicura del combustibile nucleare esaurito e dei residui radioattivi; di continuare a dare priorità all´esame approfondito della sicurezza nucleare tenendo conto della comunicazione della Commissione del 23 novembre, e alla presentazione della relazione definitiva sui test di resistenza entro il giugno 2012; di intensificare gli sforzi per associare pienamente tutti i paesi vicini dell´Ue al processo dei test di resistenza e migliorare il quadro in materia di sicurezza nucleare nell´Ue e a livello internazionale; di continuare a lavorare alle misure di protezione nell´Ue e nel suo vicinato e alla presentazione della relazione definitiva entro il giugno 2012. Iii. Allargamento - 10. Il Consiglio europeo approva le conclusioni del Consiglio del 5 dicembre 2011 sull´allargamento e il processo di stabilizzazione e di associazione e rammenta le conclusioni del dicembre 2006 che rappresentano la base di un rinnovato consenso sull´allargamento. 11. La firma in data odierna del trattato di adesione con la Croazia segna un momento importante per l´integrazione europea. In attesa della conclusione positiva delle procedure di ratifica, il Consiglio europeo attende con interesse di salutare la Croazia come nuovo membro a partire dal 1º luglio 2013. La Croazia parteciperà ora ai lavori del Consiglio europeo, del Consiglio e dei suoi organi preparatori in qualità di osservatore attivo. 12. Il Consiglio europeo si compiace della valutazione della Commissione in merito ai buoni progressi compiuti dal Montenegro, che ha conseguito risultati complessivamente soddisfacenti. In vista dell´apertura dei negoziati di adesione con il Montenegro nel giugno 2012, il Consiglio europeo incarica il Consiglio di esaminare i progressi del Montenegro nell´attuazione delle riforme, con un accento particolare sul settore dello stato di diritto e dei diritti fondamentali, soprattutto per quanto riguarda la lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata, sulla base di una relazione che dovrà essere presentata dalla Commissione nel primo semestre del 2012. Invita la Commissione a presentare quanto prima una proposta relativa a un quadro di negoziazione con il Montenegro conformemente alle sue conclusioni del dicembre 2006 e alla prassi consolidata, includendo anche la nuova impostazione proposta dalla Commissione in merito al capitolo relativo al sistema giudiziario e ai diritti fondamentali e a quello relativo alla giustizia, alla libertà e alla sicurezza. A tale riguardo, si invita altresì la Commissione ad avviare il processo di esame analitico dell´acquis comunitario con il Montenegro per quanto riguarda i suddetti capitoli. 13. Il Consiglio europeo rileva i considerevoli progressi compiuti dalla Serbia verso la conformità ai criteri politici stabiliti dal Consiglio europeo di Copenaghen e ai requisiti del processo di stabilizzazione e associazione e il suo conseguimento di un livello pienamente soddisfacente di cooperazione con l´Icty. Si compiace del fatto che la Serbia abbia ripreso il dialogo Belgrado-pristina e stia avanzando nell´attuazione in buona fede degli accordi, e accoglie con favore l´accordo sulla gestione integrata delle frontiere. In vista del conferimento dello status di paese candidato alla Serbia, il Consiglio europeo incarica il Consiglio di verificare e confermare che la Serbia abbia continuato a mostrare un impegno credibile e abbia compiuto ulteriori progressi nell´attuazione in buona fede degli accordi conclusi nell´ambito del dialogo, anche in materia di gestione integrata delle frontiere, abbia raggiunto un accordo sulla cooperazione regionale inclusiva e abbia collaborato attivamente per consentire ad Eulex e Kfor di espletare i rispettivi mandati. Alla luce di tale verifica, nel febbraio 2012 il Consiglio prenderà la decisione relativa al conferimento dello status di paese candidato alla Serbia, che dovrà essere confermata dal Consiglio europeo di marzo. Iv. Varie - 14. Richiamandosi alle conclusioni del Consiglio del 5 dicembre sull´allargamento, per quanto riguarda le dichiarazioni e le minacce della Turchia, il Consiglio europeo esprime grave preoccupazione e invita a rispettare pienamente il ruolo della presidenza del Consiglio, che costituisce un elemento istituzionale fondamentale dell´Ue previsto dal trattato. 15. Richiamandosi alle discussioni del giugno e dell´ottobre 2011 il Consiglio europeo nota che sono soddisfatte tutte le condizioni giuridiche per l´adozione della decisione relativa all´adesione della Bulgaria e della Romania allo spazio Schengen. Esorta il Consiglio a adottare tale decisione in tempi il più possibile brevi. Se necessario, il Consiglio europeo ritornerà sulla questione nella riunione del marzo 2012. 16. Rammentando le sue conclusioni del 23 ottobre 2011 e avallando le conclusioni del Consiglio del 1° dicembre, il Consiglio europeo ribadisce di nutrire serie e crescenti preoccupazioni circa la natura del programma nucleare iraniano, secondo quanto riportato nell´ultima relazione dell´Aiea, e per l´inadempienza degli obblighi internazionali da parte dell´Iran. Plaude all´accordo raggiunto dal Consiglio sull´indicazione di altre 180 entità e persone direttamente collegate al programma nucleare. Invita il Consiglio a procedere in via prioritaria con i lavori sull´ampliamento della portata delle misure restrittive dell´Ue e delle sanzioni vigenti vagliando ulteriori misure nei confronti dell´Iran, e ad adottare queste misure al più tardi nella prossima sessione. Il Consiglio ribadisce l´impegno di lunga data dell´Unione europea ad adoperarsi per una soluzione diplomatica della questione nucleare iraniana, conformemente al duplice approccio. 17. Il Consiglio europeo è unanime nella condanna degli attacchi contro la sede diplomatica del governo del Regno Unito in Iran e deplora che il governo iraniano non abbia assolto le responsabilità internazionali di protezione del personale e degli immobili diplomatici che gli incombono in virtù della convenzione di Vienna. 18. Il Consiglio europeo resta profondamente preoccupato per il ricorso continuo alla forza militare da parte del regime siriano e per la repressione della popolazione civile nel paese. Avallando le conclusioni del Consiglio del 1° dicembre 2011, il Consiglio europeo conferma fermo sostegno all´impegno profuso dalla Lega degli Stati arabi ed esorta il regime siriano a conformarsi pienamente al piano d´azione della Lega araba. Ribadisce la necessità che tutti i membri del Consiglio di sicurezza dell´Onu si assumano urgentemente le proprie responsabilità in relazione alla situazione in Siria. 19. Il Consiglio europeo plaude all´esito della conferenza internazionale sull´Afghanistan tenutasi il 5 dicembre 2011 a Bonn e ribadisce l´impegno nei confronti di un coinvolgimento coerente a lungo termine dell´Unione europea per l´Afghanistan al di là del 2014. 20. Il Consiglio europeo accoglie con favore gli intensi lavori preparatori svolti in questo semestre per il futuro quadro finanziario pluriennale e prende atto della relazione presentata dalla presidenza. Esorta la presidenza entrante a proseguire attivamente i lavori per definire una base su cui impostare la fase finale di negoziato che sarà discussa in sede di Consiglio europeo a giugno 2012. Rinnova l´invito alle istituzioni di cooperare per assicurare l´adozione del quadro finanziario pluriennale entro la fine del 2012.  
   
   
UE, IL PRESIDENTE BARROSO: IMPORTANTE ACCORDO PER RAFFORZARE DISCIPLINA E CONVERGENZA  
 
 Bruxelles, 12 dicembre 2011 – Di seguito un commento del Presidente Barroso sull´esito del Consiglio europeo: "Sono particolarmente soddisfatto per le conclusioni che accolgono l´Analisi annuale della crescita che la Commissione ha presentato per il 2012." Lo ha dichiarato il Presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, durante la conferenza stampa a conclusione del Vertice dei 27 dell´8-9 dicembre. "Questo - continua il Presidente Barroso - è il nostro quadro di riferimento per il lavoro sul coordinamento delle politiche economiche: il Semestre europeo e tutti gli strumenti di coordinamento che abbiamo adesso." Il Consiglio europeo ha inoltre deciso di accelerare il programma di misure per potenziare la crescita e l´occupazione. Il Presidente ha inoltre dichiarato che le discussioni odierne hanno rappresentato un importante complemento all´accordo di ieri notte sul patto di bilancio. Secondo lui, "è stato centrato l´obiettivo di potenziare ulteriormente la stretta disciplina e rinforzata convergenza che stiamo già introducendo attraverso la legislazione secondaria". "Voglio sottolineare - ha aggiunto - l´accordo sulla sostanza, un accordo molto ampio sulla sostanza per quanto riguarda il rafforzamento della disciplina e della convergenza nella zona euro e non solo. Cominceremo presto a lavorare per definire i dettagli di questo nuovo Trattato. La Commissione darà contributo attivo per assicurare la rapida preparazione di un trattato che sia pienamente compatibile con il diritto dell´Ue e che preservi il ruolo delle istituzioni europee." Infine, il Vertice ha raggiunto importanti conclusioni anche per quanto riguarda l´energia e, in particolare, il completamento del mercato interno e lo sviluppo di infrastrutture comuni. Il Presidente Barroso si è inoltre congratulato con la Presidenza polacca del Consiglio dell´Ue per il lavoro svolto durante il semestre e per i risultati impressionanti. In mattinata, durante la cerimonia di firma del Trattato di adesione della Croazia, il Presidente della Commissione ha dichiarato: "La firma di oggi è un momento straordinario per l´Unione europea e per la Croazia. Oggi noi tutti riconosciamo il duro lavoro che la Croazia ha fatto per arrivare al successo. Noi inviamo un chiaro signale ai vicini della Croazia: la nostra offerta europea è sul tavolo: il lavoro duro paga, i benefici dell´integrazione sono raggiungibili se i nostri partner riescono ad arrivare fino in fondo."  
   
   
SUMMIT UE, BUZEK: "IL NOSTRO PROBLEMA NON È UN PROBLEMA DI TRATTATI"  
 
 Bruxelles, 12 dicembre 2011 - Il presidente del Parlamento europeo Jerzy Buzek intervenendo oggi al Consiglio ha commentato: "il nostro problema principale non è un problema di Trattati. E´ un problema di governance economica in alcuni paesi e in generale di fiducia fra di noi". I mercati non hanno fiducia nei governi, i cittadini non hanno fiducia nei politici. E gli Stati non si fidano gli uni degli altri. Reagendo alle decisioni di giovedì notte, Buzek ha affermato oggi davanti ai leader Ue: "il Parlamento crede fermamente che tutte le soluzioni debbano avvenire nel quadro delle istituzioni comunitarie, ora o il più presto possibile. Siamo contro la creazione di nuove divisioni fra Stati membri. Non possiamo accettare che uno o due paesi abbiano dubbi sull´integrazione. Questo ci porterebbe a una divisione permanente". Il Parlamento discuterà i risultati del summit martedì 13 dicembre con il Presidente del Consiglio Van Rompuy e il numero uno della Commissione Barroso.  
   
   
UE: NUOVI STRUMENTI PER LE AZIONI ESTERNE UE 2014-2020  
 
Bruxelles, 12 dicembre 2011 - "Anche in tempi di crisi l´Europa deve guardare avanti e mantenere i suoi impegni nel mondo", è quanto affermato da Catherine Ashton, Alta rappresentante dell´Unione europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza. Oggi, la Commissione europea ha, infatti, adottato le proposte di bilancio per gli strumenti di azione esterna per il periodo 2014-2020, che permetteranno all´Unione di lottare contro la povertà e promuovere la democrazia, la pace, la stabilità e la prosperità. I testi approvati oggi costituiscono le proposte legislative per l´attuazione del quadro finanziario pluriennale presentato dalla Commissione il 29 giugno 2011 nell´ambito dell´azione esterna. Il pacchetto comprende l´intera gamma degli strumenti di sostegno esterno finanziati nell´ambito del bilancio dell´Ue e include una comunicazione congiunta al Parlamento europeo e al Consiglio intitolata "Ruolo mondiale dell´Europa" e le proposte legislative per nove strumenti geografici e tematici, oltre a un regolamento di esecuzione comune. La gamma di strumenti previsti, che include uno strumento di assistenza preadesione (14,110 miliardi di euro), uno strumento europeo di vicinato (18,182 miliardi di euro), uno di cooperazione allo sviluppo (23,295 miliardi di euro), uno di partenariato (1,131 miliardo di euro), uno per la stabilità (2,829 miliardi di euro), uno strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (1,578 miliardo di euro), uno per la cooperazione in materia di sicurezza nucleare (631 milioni di euro) e uno a favore della Groenlandia (219 milioni di euro), un Fondo europeo di sviluppo (34,276 miliardi di euro), per un importo totale pari a 96,2494 miliardi di euro, contribuirà a sostenere i paesi in via di sviluppo, i paesi del vicinato europeo e quelli che stanno preparando l´adesione all´Ue. In linea con i principi di differenziazione e "more for more" (maggiori aiuti a fronte di un maggiore impegno), lo strumento europeo di vicinato permetterà di sostenere il consolidamento delle relazioni con i paesi partner e apporterà benefici tangibili sia all´Ue sia ai suoi partner in ambiti quali la democrazia e i diritti umani, lo Stato di diritto, il buon governo, l´economia sostenibile e lo sviluppo sociale, nonché la progressiva integrazione economica nel mercato unico europeo.  
   
   
UE: MIGLIOR ACCESSO AL CAPITALE PER PMI E IMPRENDITORIA SOCIALE  
 
Bruxelles, 12 dicembre 2011 - Per migliorare la competitività e il potenziale di crescita delle piccole e medie imprese, la Commissione ha presentato oggi una proposta di regolamento che crei un mercato solido per i fondi d´investimento in imprese sociali e una strategia volta a semplificare l´accesso ai finanziamenti da parte delle Pmi con un piano d´azione che prevede un maggiore sostegno finanziario dal bilancio dell´Ue e dalla Banca europea degli investimenti, nonché una proposta per un regolamento che stabilisca norme uniformi per la commercializzazione di fondi di capitale di rischio. L´approccio è semplice. La proposta, infatti, istituisce: un "corpus unico di norme" uniforme, che disciplini la commercializzazione di fondi designati come "fondi di capitale di rischio europei", ovvero che investono il 70% del capitale impegnato dai propri finanziatori nelle Pmi, che forniscono capitale azionario o quasi-azionario a tali Pmi e che non ricorrano all´indebitamento; un "approccio uniforme per le categorie di investitori idonee a impegnare capitale in un "fondo di capitale di rischio europeo". Gli investitori idonei saranno investitori professionisti ai sensi della direttiva sui mercati degli strumenti finanziari del 2004 e altri soggetti che investono tradizionalmente nel capitale di rischio (come gli high net worth individuals o i business angels); un passaporto europeo di commercializzazione che consenta a tutti i gestori di fondi di capitale di rischio che rispondono ai requisiti posti di accedere a tutti gli investitori idonei all´interno dell´Ue; un marchio Ue riconosciuto per i fondi destinati alle imprese sociali; più trasparenza per gli investitori; più efficacia nelle prestazioni; meno barriere alla raccolta di fondi in Europa; disponibilità per gli investitori. Grazie alle nuove norme, per le società di capitale di rischio sarà più semplice reperire fondi in tutta Europa destinati al finanziamento di start-up e per i gestori di un fondo di investimento sociale, se i requisiti specificati nella proposta di regolamento sono soddisfatti, sarà possibile commercializzare in tutta Europa il fondo, cui viene garantito il marchio di "fondo sociale" tramite la dimostrazione che almeno il 70% del capitale versato dagli investitori sia destinata ad imprese sociali.  
   
   
PLENARIA DI STRASBURGO: CONSIGLIO EUROPEO, PREMIO SAKHAROV E CONSUMATORI GLI EFFETTI DELLA CRISI SUL SETTORE DELLA DIFESA  
 
Strasburgo, 12 dicembre 2011 - In periodo di crisi, il settore della difesa è quello più colpito dai tagli. "Una riduzione non coordinata della difesa potrebbe portare alla perdita di alcune unità militari in Europa" avverte il deputato polacco di centro destra Krzysztof Lisek, relatore del rapporto sull´impatto della crisi nel settore della difesa. Nonostante tutto, la crisi potrebbe essere una possibilità per ottenere una maggiore integrazione delle risorse militari. Abbiamo intervistato Krzysztof Lisek prima del dibattito in plenaria (martedì prossimo), durante il quale incontrerà l´Alto rappresentante europeo della politica estera, Catherine Ashton, sulla sicurezza comune e sulla politica di difesa. La crisi è diventato un problema globale. Perché concentrarsi in questo momento sull´impatto della crisi finanziaria nel settore della difesa? La difesa e la sicurezza rimangono due temi fondamentali e dobbiamo ricordarci che la maggioranza delle attività in quest´area sono strategiche e svolte su lunghi periodi. Non si può creare un attore forte e globale con una buona strategia in soli uno o due anni. Perciò stiamo mettendo l´accento su questioni che richiedono di essere risolte al più presto, ma per le quali il risultato sarà visibile solo col tempo. Il suo rapporto suggerisce che la crisi sia un´opportunità per integrare le politiche di difesa dell´Unione europea. In che modo? Penso che la crisi potrebbe essere un campanello d´allarme per l´Europa, in modo che possa finalmente iniziare a utilizzare il suo potenziale e agire in qualità di attore globale, parlando con una sola voce. Quando si parla di messa in comune e condivisione penso in particolare ad alcune aree come il trasporto strategico e tattico, il supporto logistico, la manutenzione, le unità spaziali, la difesa cibernetica; ma anche assistenza medica, educazione e formazione. Mi piacerebbe vedere più iniziative di "messa in comune e condivisione" legate a elicotteri da trasporto, rifornimento di carburante in volo, sorveglianza marittima, veicoli senza pilota, protezione contro rischi chimici, biologici, radiologici e nucleari, comunicazione satellitare... La lista potrebbe essere molto più lunga. Dimostra quante aree ci sono in cui possiamo ottimizzare le risorse. Gli Stati membri spendono collettivamente circa 200 miliardi di euro all´anno per la difesa - un terzo del bilancio americano per la difesa - ma è sempre una somma considerevole. Come potrebbero essere utilizzati più efficientemente questi soldi? Ci piacerebbe vedere una maggiore cooperazione tra l´Unione europea e la Nato. Speriamo di raggiungere una standardizzazione e interoperabilità. Credo che l´Agenzia europea per la difesa dovrebbe avere un ruolo più importante. Spero che verrà data più importanza alla standardizzazione delle attrezzature militari e alla creazione di un unico mercato della difesa europeo. Sono un po´ dispiaciuta dal risultato dell´ultimo Consiglio che si è riunito nella formazione dei ministri della difesa il 30 novembre 2011. Non hanno sostenuto la creazione del quartier generale europeo che permetterebbe all´Europa di agire velocemente in casi come quello della crisi libica. Non posso neanche capire la riluttanza ad aumentare il bilancio dell´Agenzia europea per la difesa. Spero che il mio rapporto possa aiutare. I cambiamenti sono inevitabili: più velocemente li affrontiamo, meglio è.  
   
   
LOTTA ALLA POVERTÀ: UN OBIETTIVO A LUNGO TERMINE OTTANTA MILIONI DI EUROPEI, IL 16% DELLA POPOLAZIONE, VIVE IN POVERTÀ.  
 
Bruxelles, 12 dicembre 2011 - Ottanta milioni di europei, il 16% della popolazione, vivono in povertà. Cosa stanno facendo l´Unione europea e gli Stati membri? La prima conferenza annuale della nuova Piattaforma europea contro la povertà e l´emarginazione sociale, che si è tenuta a Cracovia in ottobre, ha cercato delle risposte. La scorsa settimana il parlamentare belga di centro sinistra Frédéric Daerden ne ha messo in luce i punti principali davanti ai membri della commissione per l´occupazione. I rappresentanti di governo e le organizzazioni che hanno partecipato all´evento hanno cercato una soluzione per salvare dalla povertà almeno 20 milioni di persone entro il 2020. Secondo la definizione comunitaria, le persone sono considerate a rischio povertà quando vivono con un reddito inferiore del 60% del reddito medio familiare registrato nel loro paese. Sebbene la lotta alla povertà sia responsabilità principalmente dei governi nazionali, l´Unione europea può avere un ruolo di coordinamento attraverso la creazione di regole a livello europeo e mettendo a disposizione dei fondi. Obiettivi - A Cracovia più di 400 persone hanno preso parte all´evento e i ministri nazionali hanno discusso degli obiettivi che si sono fissati. La Francia per esempio vuole ridurre il numero delle persone a rischio indigenza di un terzo entro il 2012. La Germania pianifica di far diminuire il numero di disoccupati di lungo periodo del 20% entro il 2020. E la Polonia aspira a tirare fuori da una situazione di povertà 1,5 milioni di persone entro dieci anni. Il bilancio di lungo termine dell´Unione europea deve avere come obiettivo la povertà - Il 15 novembre il Parlamento ha adottato un rapporto del parlamentare Daerden che chiedeva alla Commissione di presentare al Parlamento una relazione annuale sul progresso degli Stati membri sulla riduzione della povertà e sull´esclusione sociale. Il Parlamento europeo vuole anche che la Commissione definisca le sue proposte per combattere la povertà nel quadro finanziario pluriennale 2014-2020. Vorrebbe dare un ruolo più importante alla convenzione della Piattaforma europea contro la povertà e l´emarginazione sociale.  
   
   
VERTICE ONU SUL CLIMA: TALKS AVERE SUCCESSO, DEVE SEGUIRE L´AZIONE  
 
 Bruxelles, 12 dicembre 2011 - L´accordo raggiunto ai colloqui sul clima delle Nazioni Unite a Durban è una svolta che deve essere seguita da un´azione decisa, dice Jo Leinen (S & D, De), presidente della delegazione del Parlamento Europeo al vertice (Cop 17). Ha commentato, "Il mondo ha raggiunto un importante passo avanti nella lotta contro il cambiamento climatico. L´unione europea va il merito di elaborare una tabella di marcia per tutte le nazioni a rispondere alle loro responsabilità relativa. I colloqui di successo deve ora condurre ad azioni efficaci. C´è ancora un gap gigatonnellata tra le misure di riduzione delle emissioni che sono stati promessi e quelli che sono necessari. Se un accordo internazionale avrà effetto solo nel 2020, l´obiettivo concordato di limitare il riscaldamento a due gradi sarà in grave pericolo ". "Più poveri del mondo saranno i più colpiti dai cambiamenti climatici ed è altamente simbolico che si raggiunga un accordo in Africa. Il Fondo verde per il clima deve svolgere un ruolo fondamentale, una volta riempita attraverso impegni precisi e fonti innovative, come ad esempio una tassa sulle transazioni finanziarie. " L´ue e tutte le principali economie devono ora fare la loro parte. E ´più importante che mai che l´Europa prende la testa della corsa tecnologie verdi e le opere verso un´economia a basse emissioni di carbonio. " Karl-heinz Florenz (Ppe, De), vicepresidente della delegazione del Parlamento Europeo, ha aggiunto: "Diplomazia climatica dell´Ue ha funzionato. Il mondo è cambiato ed è giusto definire in via di sviluppo e sviluppati in base alle nuove realtà. Accolgo con favore che la Cina ha dimostrato di voler assumere nuove responsabilità e giocare un nuovo ruolo nel mondo. Tutti abbiamo bisogno di intensificare i nostri sforzi perché molto resta ancora da fare ".  
   
   
IL FUTURO SISTEMA IVA SOSTERRÀ L´ATTIVITÀ ECONOMICA E LA CRESCITA  
 
Bruxelles, 12 dicembre 2011. "L´imposta sul valore aggiunto (Iva) è versata dai cittadini, riscossa dalle imprese e rappresenta oltre il 20% delle entrate nazionali. Per questo motivo ha un notevole impatto su ogni singolo cittadino dell´Ue. Tuttavia l´introduzione del sistema Iva risale a 40 anni fa e il regime non è più in linea con la nostra economia orientata ai servizi e basata sulle tecnologie. È giunto il momento di avviare una riforma ambiziosa del sistema Iva", è quanto dichiarato da Algirdas Šemeta, commissario per la Fiscalità e l´unione doganale, l´audit interno e la lotta antifrode. Partendo da queste premesse il 6 dicembre la Commissione europea ha adottato una comunicazione sul futuro dell´Iva, con cui stabilisce le caratteristiche fondamentali del nuovo sistema Iva e gli interventi prioritari necessari per renderlo più semplice, più efficiente e più solido nell´Ue. Il nuovo sistema Iva deve perseguire i tre obiettivi principali qui di seguito esposti. Innanzitutto l´Iva deve essere di più facile applicazione per le imprese. Un sistema Iva più semplice e trasparente ridurrebbe gli oneri amministrativi considerevoli delle imprese e stimolerebbe maggiormente il commercio transfrontaliero, il che favorirebbe a sua volta la crescita. Le misure previste in favore di un sistema Iva più a misura d´impresa sono volte ad estendere l´approccio di "sportello unico" alle operazioni transfrontaliere, a standardizzare le dichiarazioni Iva e a fornire un accesso chiaro e semplice alle informazioni dettagliate sui sistemi Iva nazionali tramite un portale web centrale. In secondo luogo, il sistema Iva deve sostenere in maniera più efficiente l´impegno degli Stati membri in favore di un risanamento fiscale e di una crescita economica sostenibile. L´ampliamento della base imponibile e la limitazione del ricorso alle aliquote ridotte consentirebbe di generare nuovi flussi di entrate per gli Stati membri senza dover aumentare le aliquote in vigore. Se fossero abolite esenzioni e riduzioni, in alcuni Stati membri l´aliquota Iva normale potrebbe addirittura essere ridotta senza ripercussioni sulle entrate. La comunicazione odierna stabilisce i principi guida sulla revisione delle esenzioni e delle aliquote ridotte. La Commissione analizzerà inoltre l´applicazione delle aliquote ridotte e delle esenzioni negli Stati membri quando esaminerà le loro politiche di bilancio nel contesto del semestre europeo (cfr. Memo/11/11). In terzo luogo, è necessario risolvere il problema delle attuali perdite di entrate enormi dovute all´Iva non versata. Si stima che circa il 12% dell´imponibile Iva non sia riscosso (il cosiddetto divario Iva). Nel 2012 la Commissione proporrà l´istituzione di un meccanismo di reazione rapida che consentirà agli Stati membri di intervenire in maniera migliore in caso di sospetto di frode. Inoltre, la Commissione verificherà se gli attuali meccanismi antifrode, tra cui Eurofisc, debbano essere rafforzati e vaglierà la possibilità di creare un gruppo di revisori transfrontaliero al fine di facilitare i controlli multilaterali. Infine, la Commissione ha concluso che la questione annosa del passaggio a un sistema Iva basato sull´imposizione nel paese di origine non è più rilevante. Pertanto, l´Iva continuerà ad essere riscossa nel paese di destinazione (ossia il paese in cui ha sede l´acquirente) e la Commissione si impegnerà a creare un sistema Iva moderno basato su questo principio. Contesto - Il 1o dicembre 2010 la Commissione ha adottato il "Libro verde sul futuro dell´Iva — Verso un sistema dell´Iva più semplice, solido ed efficiente". Dopo la pubblicazione del Libro verde è stata avviata una consultazione pubblica. Nell´arco dei sei mesi di durata dell´iniziativa, imprese, accademici, cittadini e autorità fiscali hanno inoltrato 1 700 contributi alla Commissione. Il Parlamento europeo, il Comitato economico e sociale e il gruppo per la politica fiscale, che è composto da rappresentanti dei ministeri delle Finanze, hanno accolto favorevolmente il Libro verde e hanno confermato la necessità di riformare il sistema Iva. In parallelo, la Commissione ha svolto una valutazione economica del sistema Iva. Per il testo integrale della comunicazione e maggiori dettagli sull´Iva si rimanda al sito: http://ec.Europa.eu/taxation_customs/taxation/
vat/key_documents/communications/index_en.htm
 
 
   
   
RAFFORZARE IL RUOLO DELL´EUROPA NEL MONDO: UN BILANCIO PER LE AZIONI ESTERNE 2014-2020 CHE ONORA GLI IMPEGNI ASSUNTI DALL´UE E PROMUOVE VALORI CONDIVISI  
 
Bruxelles, 12 dicembre 2011 – La Commissione europea ha adottato il 7 dicembre le proposte di bilancio per gli strumenti di azione esterna per il periodo 2014-2020, che permetteranno all´Unione di assolvere le proprie responsabilità sulla scena mondiale: lottare contro la povertà e promuovere la democrazia, la pace, la stabilità e la prosperità. La gamma di strumenti previsti contribuirà a sostenere i paesi in via di sviluppo, i paesi del vicinato europeo e quelli che stanno preparando l´adesione all´Ue. La Commissione cercherà di indirizzare le sue risorse laddove sono maggiormente necessarie e in grado di produrre i migliori risultati, assicurando al contempo maggiore flessibilità per poter reagire tempestivamente in caso di eventi imprevisti. Questo bilancio permetterà inoltre all´Ue di consolidare ulteriormente il suo ruolo sulla scena mondiale e di promuovere i suoi interessi e valori. Catherine Ashton, Alta rappresentante dell´Unione europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza / Vicepresidente della Commissione, ha dichiarato: "Anche in tempi di crisi l´Europa deve guardare avanti e mantenere i suoi impegni nel mondo. La nostra sicurezza e la nostra prosperità dipendono da quanto accade al di là dei nostri confini, soprattutto nel nostro vicinato. L´ue terrà fede ai propri impegni internazionali nei confronti delle popolazioni più povere e vulnerabili, dei paesi del vicinato in fase di transizione e dei paesi che stanno preparando l´adesione all´Unione. Grazie a questi nuovi strumenti di azione esterna, l´Ue potrà promuovere in modo più efficace i suoi valori e interessi centrali, quali i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto, contribuendo altresì a lottare contro la povertà, a preservare la pace e a risolvere conflitti in tutto il mondo". Andris Piebalgs, Commissario europeo per lo sviluppo, ha dichiarato: "L´ue è il primo donatore al mondo e dobbiamo continuare a guidare la lotta contro la povertà. Secondo i sondaggi, la maggior parte degli europei concorda sul fatto che l´Ue debba dar prova di solidarietà aumentando gli aiuti allo sviluppo. Le proposte adottate permetteranno al bilancio dell´Ue di contribuire, in misura simile a quanto fatto in passato, all´impegno dell´Ue di destinare agli aiuti lo 0,7% del Rnl dell´Ue entro il 2015. È ormai un dato di fatto che garantire una crescita più inclusiva e sostenibile nel mondo è anche nell´interesse dell´Ue. Oggi diamo una svolta alle nostre relazioni con i paesi emergenti e ci impegniamo a concentrare l´aiuto a favore dei paesi più poveri". A proposito del nuovo strumento europeo di vicinato e del nuovo strumento di assistenza preadesione, il Commissario responsabile per l´Allargamento e la politica europea di vicinato, Štefan Füle, ha commentato: "Questi nuovi strumenti ci consentiranno di rispondere ancora meglio alle necessità e alle ambizioni future dei nostri partner. Grazie al nuovo strumento europeo di vicinato e al nuovo strumento di assistenza preadesione, il sostegno ai nostri vicini sarà più rapido e flessibile, sarà possibile attuare una maggiore differenziazione e offrire più incentivi a coloro che ottengono i migliori risultati. Allo stesso tempo, il sostegno dell´Ue continuerà a garantire il successo del processo di democratizzazione, a migliorare lo sviluppo socioeconomico nei paesi del vicinato, nonché ad appoggiare il processo di riforma nei paesi che stanno preparando l´adesione all´Ue." Le proposte di bilancio sosterranno il nuovo approccio della Commissione – "Un programma di cambiamento" – volto a concentrare l´aiuto dell´Ue in meno settori, a sostegno della democrazia, dei diritti umani e del buon governo, e a stimolare la crescita inclusiva e sostenibile. Applicando il nuovo principio della "differenziazione", l´Ue destinerà un volume più consistente di fondi laddove ritenga che il suo aiuto possa produrre risultati migliori: nelle regioni e nei paesi più bisognosi, compresi gli Stati fragili. I paesi in grado di generare risorse sufficienti a garantire il loro sviluppo non riceveranno più sovvenzioni bilaterali, ma beneficeranno di nuove forme di partenariato e continueranno a ricevere fondi attraverso i programmi tematici e regionali. A complemento, saranno introdotte diverse modalità innovative di cooperazione come la combinazione di prestiti e sovvenzioni. Il nuovo strumento di partenariato costituisce una delle principali innovazioni della politica esterna e ne è uno strumento fondamentale, in quanto mira a difendere e a promuovere gli interessi dell´Ue e ad affrontare le principali sfide mondiali. Tale strumento permetterà inoltre all´Ue di attuare programmi che vanno oltre la cooperazione allo sviluppo con i paesi industrializzati, le economie emergenti e i paesi in cui l´Ue ha interessi rilevanti. Contesto I testi approvati oggi costituiscono le proposte legislative per l´attuazione del quadro finanziario pluriennale presentato dalla Commissione il 29 giugno 2011 nell´ambito dell´azione esterna. Il pacchetto comprende l´intera gamma degli strumenti di sostegno esterno finanziati nell´ambito del bilancio dell´Ue e include una comunicazione congiunta al Parlamento europeo e al Consiglio intitolata "Ruolo mondiale dell´Europa" e le proposte legislative per nove strumenti geografici e tematici, oltre a un regolamento di esecuzione comune. L´importo totale proposto per i nove strumenti ammonta a 96,2494 miliardi di euro per il periodo 2014-2020 (prezzi correnti). Strumento di assistenza preadesione (Ipa): 14,110 miliardi di euro Strumento europeo di vicinato (Eni): 18,182 miliardi di euro Strumento di cooperazione allo sviluppo (Dci): 23,295 miliardi di euro Strumento di partenariato: 1,131 miliardo di euro Strumento per la stabilità (Ifs): 2,829 miliardi di euro Strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (Eidhr): 1,578 miliardo di euro Strumento per la cooperazione in materia di sicurezza nucleare: 631 milioni di euro Strumento a favore della Groenlandia: 219 milioni di euro Fondo europeo di sviluppo (Fes, esterno al bilancio dell´Ue): 34,276 miliardi di euro Il pacchetto sarà trasmesso al Parlamento europeo e al Consiglio e la sua adozione è prevista nel 2012. (Per ulteriori dettagli sui diversi strumenti, cfr. Imemo/11/878) Il principio della differenziazione Il principio della differenziazione sarà applicato innanzitutto ai paesi interessati dal Dci e dall´Eni. Nell´ambito del Dci, si propone che 17 paesi a reddito medio-alto (Argentina, Brasile, Cile, Cina, Colombia, Costa Rica, Ecuador, Kazakhstan, Iran, Malaysia, Maldive, Messico, Panama, Perù, Thailandia, Venezuela e Uruguay) e due grandi paesi a reddito medio-basso il cui Pil è superiore all´1% del Pil mondiale (India e Indonesia) entrino a far parte di nuovi partenariati non basati su aiuti bilaterali. Le economie emergenti quali, in particolare, la Cina, il Brasile e l´India sono ora considerate partner dell´Ue per affrontare le sfide mondiali. Gli strumenti di vicinato e di assistenza preadesione Nel contesto dell´approccio rinnovato nei confronti della politica europea di vicinato (Pev), il nuovo Eni permetterà di fornire un sostegno mirato agli stessi 16 paesi1 interessati dal precedente strumento europeo di vicinato e partenariato (Enpi). In linea con i principi di differenziazione e "more for more" (maggiori aiuti a fronte di un maggiore impegno), l´Eni permetterà di sostenere il consolidamento delle relazioni con i paesi partner e apporterà benefici tangibili sia all´Ue sia ai suoi partner in ambiti quali la democrazia e i diritti umani, lo Stato di diritto, il buon governo, l´economia sostenibile e lo sviluppo sociale, nonché la progressiva integrazione economica nel mercato unico europeo. L´ue continuerà a sostenere i paesi dell´allargamento2 attraverso uno strumento rinnovato di assistenza preadesione (Ipa), sulla base dei risultati positivi ottenuti grazie allo strumento attuale. L´ipa aiuterà questi paesi ad attuare le strategie di riforma globali necessarie per preparare l´adesione futura, con particolare riguardo per la cooperazione regionale, l´applicazione della legislazione e degli standard dell´Ue, la capacità di gestire le politiche interne dell´Unione dopo l´adesione e il conseguimento di risultati socioeconomici tangibili nei paesi beneficiari. Verrà fatto maggior ricorso a formule innovative di finanziamento concordate con le istituzioni finanziarie internazionali, in cui i fondi dell´Ue fungeranno da catalizzatore per stimolare gli investimenti nelle infrastrutture.  
   
   
NUOVE NORME PER I FINANZIAMENTI NELL´UE A SOSTEGNO DEL CAPITALE DI RISCHIO (VENTURE CAPITAL) PER LE PMI E DELL´ACCESSO AL CREDITO  
 
Bruxelles, 12 dicembre 2011. L´accesso ai finanziamenti è essenziale per migliorare la competitività e il potenziale di crescita delle piccole e medie imprese (Pmi). Nell´attuale contesto di crisi, caratterizzato da un crollo dei prestiti concessi all´economia reale, per le imprese in questione accedere ai prestiti risulta sempre più difficile. Per questo motivo la Commissione ha presentato una strategia volta a semplificare l´accesso ai finanziamenti da parte delle Pmi con un piano d´azione che prevede un maggiore sostegno finanziario dal bilancio dell´Ue e dalla Banca europea degli investimenti nonché una proposta per un regolamento che stabilisca norme uniformi per la commercializzazione di fondi di capitale di rischio. Grazie al nuovo regolamento, per le società di capitale di rischio sarà più semplice reperire fondi in tutta Europa destinati al finanziamento di start-up. L´approccio è semplice: una volta rispettati determinati criteri, tutti i gestori di fondi possono raccogliere capitali in tutta l´Ue ricorrendo alla designazione "fondo europeo di capitale di rischio". Non sarà più necessario rispondere a requisiti complessi e diversi in ogni Stato membro. Con l´introduzione di un corpus unico di norme, i fondi di capitale di rischio potranno potenzialmente attirare più impegni di capitale aumentando le proprie dimensioni. Oltre alle misure presentate la settimana scorsa, inclusi gli 1,4 miliardi di euro in nuove garanzie finanziarie previsti nel quadro del programma per la competitività delle imprese e le Pmi (Cosme (2014-2020) - Ip/11/1476), la Banca europea degli investimenti manterrà elevato il livello delle proprie attività di prestito, con un importo vicino ai 10 miliardi di euro del 2011. Antonio Tajani, commissario responsabile per l´industria e le imprese, ha dichiarato: "Semplificare l´accesso ai finanziamenti per le Pmi è la massima priorità per uscire dalla crisi. Il nostro piano d´azione evidenzia come l´Europa stia facendo quanto in suo potere per progredire in tal senso. Miriamo a rafforzare gli strumenti finanziari dell´Ue a disposizione delle Pmi e a facilitare il loro accesso ai mercati finanziari. Michel Barnier, commissario responsabile per il Mercato interno e i servizi, ha dichiarato: "L´europa ha bisogno di aumentare il capitale di rischio, che sosterrà le imprese nel loro percorso verso una maggiore innovazione e competitività, creando così le premesse per il loro futuro. Per promuovere le start-up più promettenti sono necessari fondi di capitale di rischio più grandi e che investano in maniera più diversificata. L´attuale proposta favorirà lo sviluppo di questo mercato emergente". Piano d´azione per le Pmi Il successo economico dell´Europa dipende in ampia misura dallo sfruttamento del potenziale di crescita delle piccole e medie imprese (Pmi). Le Pmi rappresentano oltre la metà del valore aggiunto complessivo dell´economia nel settore non finanziario e negli ultimi cinque anni oltre l´80% dei nuovi posti di lavoro sono stati creati proprio nelle Pmi. La Commissione europea sta presentando un piano d´azione che contiene i diversi approcci adottati per semplificare l´accesso ai finanziamenti per i 23 milioni di Pmi europee e per dare un contributo significativo alla crescita. Le misure proposte, regolamentari e non, sono volte a mantenere il flusso di credito alle Pmi e a migliorare il loro a accesso ai mercati dei capitali aumentandone la visibilità agli occhi di chi investe sui mercati delle Pmi e nelle partecipazioni in Pmi e riducendone gli oneri regolamentari e amministrativi. Fondi di capitale di rischio per Pmi Il capitale di rischio, con cui si possono finanziare le prime fasi di vita di un´impresa, rappresenta un´importante fonte di investimento a lungo termine di piccole e medie imprese (Pmi) giovani e innovative. Tuttavia le piccole dimensioni dei fondi e una disponibilità di capitali contenuta hanno fatto sì che non svolgesse un ruolo più rilevante nel finanziamento delle start-up. Di conseguenza, le Pmi dipendono tutt´ora da prestiti bancari a breve termine. Ma nel contesto dell´attuale crisi, caratterizzato da un crollo dei prestiti concessi all´economia reale, per le imprese in questione può risultare davvero difficile accedere a questo tipo di prestito. I dati esaminati dalla Commissione dimostrano che un´impresa che può contare su investitori in capitale di rischio a lungo termine ha più successo rispetto a un´impresa che può contare soltanto su prestiti bancari a breve termine. Questo dato di fatto è solitamente ricondotto al fatto che un fondo di capitale di rischio prima di investire in un´impresa svolge uno screening rigoroso. Tuttavia i fondi di capitale di rischio sono piccoli e sono ben lontani dalle dimensioni ideali necessarie per concepire una strategia di investimento diversificata che dia un congruo contributo di capitale a imprese individuali e, di conseguenza, che abbia un impatto reale. Mentre i fondi di capitale di rischio all´interno dell´Unione gestiscono in media di 60 milioni di euro, i loro omologhi negli Stati Uniti hanno un portafoglio medio di 130 milioni di euro1. Analisi economiche mostrano che i fondi di capitale di rischio possono davvero fare la differenza per i settori in cui investono nel momento in cui le loro dimensioni raggiungono approssimativamente i 280 milioni di euro2. Inoltre, tra il 1999 e il 2005 i fondi di capitale di rischio statunitensi hanno investito circa 4 milioni di euro per impresa, mentre i loro omologhi in Europa hanno investito solamente circa 2 milioni di euro per impresa. Per quanto riguarda gli investimenti di capitali nelle prime fasi di vita di un´impresa, tra il 2003 e il 2006 i fondi statunitensi hanno raggiunto una media di 2,2 milioni di euro per impresa, mentre in Europa l´investimento medio è stato di 400 000 euro per impresa3. Fondi di capitale di rischio più grandi equivalgono a maggiori capitali a disposizione delle singole imprese e alla possibilità, per gli stessi fondi, di specializzarsi in determinati settori come la tecnologia dell´informazione, le biotecnologie o la sanità, aiutando al contempo le Pmi ad essere più competitive sui mercati globali. Cfr. Anche Memo/11/879. Per ulteriori informazioni: http://ec.Europa.eu/enterprise/policies/finance/index_en.htm  Elementi chiave della proposta sul capitale di rischio La proposta istituisce un "corpus unico di norme" uniforme che disciplini la commercializzazione di fondi designati come "fondi di capitale di rischio europei" Un "fondo di capitale di rischio europeo" rispetta i tre seguenti requisiti: 1. Investe il 70% del capitale impegnato dai propri finanziatori nelle Pmi, 2. Fornisce capitale azionario o quasi-azionario a tali Pmi (ossia un´iniezione di "capitale fresco") e 3. Non ricorre all´indebitamento (in altre parole il fondo non investe più capitale di quanto impegnato dagli investitori e dunque non è indebitato). Tutti i fondi che ricorrono a tale designazione devono rispettare le norme uniformi e gli standard di qualità (incluse le disposizioni in materia di informativa agli investitori e in materia di requisiti operativi) nella loro attività di raccolta di fondi nell´Ue. Il "complesso normativo" farà in modo che gli investitori sappiano esattamente quale sia la redditività dell´investimento associato a un fondo di capitale di rischio europeo. La proposta istituisce un "approccio uniforme per le categorie di investitori idonee a impegnare capitale in un "fondo di capitale di rischio europeo". Gli investitori idonei saranno investitori professionisti ai sensi della direttiva sui mercati degli strumenti finanziari (Mifid, cfr. Ip/04/546) del 2004 e altri soggetti che investono tradizionalmente nel capitale di rischio (come gli high net worth individuals o i business angels). Le norme uniformi sugli investitori di capitale di rischio faranno in modo che la commercializzazione possa essere adeguata alle esigenze specifiche di tali categorie di investitori. Il regolamento disporrà che tutti i gestori di fondi di capitale di rischio che rispondono ai requisiti posti abbiano un passaporto europeo di commercializzazione che consenta loro di accedere a tutti gli investitori idonei all´interno dell´Ue. Ciò costituisce un miglioramento rispetto alle norme precedenti in materia di asset management, in particolare la direttiva sui gestori di fondi d´investimento alternativi (cfr. Memo/10/572), considerato che il passaporto attuale previsto da quest´ultima direttiva si applica solamente ai gestori che gestiscono attivi per un importo superiore ai 500 milioni di euro. Inoltre le disposizioni della direttiva sui gestori di fondi d´investimento alternativi istituiscono un quadro normativo orientato agli hedge fund e alle società di private equity e si prestano meno per i fondi di capitale di rischio, che saranno oggetto di disposizioni specifiche. Prossime tappe: La proposta sul capitale di rischio sarà ora sottoposta al Parlamento europeo e al Consiglio (Stati membri), dove verrà discussa e adottata secondo la procedura di codecisione.  
   
   
FVG: TONDO, CROAZIA NELLA UE TRAGUARDO STORICO  
 
 Trieste, 12 dicembre 2011 - "La firma del Trattato di accesso della Croazia all´Unione europea rappresenta un traguardo storico, l´atto finale di un processo che il Friuli Venezia Giulia ha sempre sostenuto e incoraggiato". Lo ha detto il presidente della Regione, Renzo Tondo, commentando la cerimonia di sottoscrizione del Trattato, avvenuta il 9 dicembre a Bruxelles con la partecipazione del presidente della Commissione José Manuel Barroso. L´ingresso formale della Croazia è previsto a partire dal primo luglio del 2013, dopo il referendum. "Siamo stati tra i primi - ha ricordato Tondo - a sostenere in modo convinto il riconoscimento dell´indipendenza della Croazia, e oggi non possiamo che guardare con grande soddisfazione all´ingresso nell´Unione europea. Gli intensi programmi di cooperazione transfrontaliera con il Friuli Venezia Giulia, sin dai tempi dell´esperienza della Comunità di lavoro Alpe Adria istituita nel 1978, hanno sicuramente favorito la progressiva integrazione della Croazia in Europa". L´ingresso della Croazia come ventottesimo membro dell´Unione, non potrà che rendere più agevole - secondo il presidente - la partecipazione delle due contee croate Istriana e Litoraneo-montana al progetto di Euroregione transfrontaliera. Il presidente Tondo ha anche voluto accennare alla recenti elezioni che si sono svolte, oltre che in Croazia, anche in Slovenia. "Attendiamo - ha detto - l´insediamento del nuovo Governo sloveno, per confermare e rilanciare la proficua collaborazione transfrontaliera in questa parte dell´Europa".  
   
   
UE: LOMBARDO,SERVE MODELLO ALTERNATIVO PER SUPERARE CRISI  
 
Catania, 9 dic. (Siciliae) - "La Sicilia e´ il naturale punto di incontro e di sintesi fra i popoli e le culture mediterranee. Il Forum di Catania e´ l´occasione per riprendere a parlare di quello che occorre fare da noi, per non subire soluzioni altrui. La "Primavera Araba" e il disagio diffuso presso i popoli mediterranei schiacciati dalla crisi finanziaria internazionale sono le ragioni ineludibili per rivedere criticamente tutta la politica mediterranea, aggiornarla e rilanciarla". Lo dice il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, che il 9 dicembre ha inaugurato a Catania il 1° Forum interistituzionale mediterraneo. Il presidente, dopo aver definito "anacronistico" l´arroccamento degli Stati membri a difesa dei vecchi poteri nazionali, le cui conseguenze si avvertono "nell´impotenza a fronteggiare la crisi finanziaria" ha affermato che non esiste una politica estera europea, aggiungendo che "nell´attuale fase evolutiva del mondo arabo, fallite le politiche dei principali Stati membri, praticamente l´Europa non esiste ancora". "Le Regioni - aggiunge Lombardo - sono lo snodo in cui la dimensione locale confluisce con gli altri livelli di governance e possono trasmettere le proposte e l´energia che promana dai territori e dalle specificita´ locali all´Ue, anche attraverso gli strumenti creati per favorire la cooperazione mediterranea. La Sicilia sta contribuendo a questo progetto dotandosi delle infrastrutture materiali e immateriali indispensabili per risultare attrattiva. Abbiamo di recente riconquistato con tempestivita´ e determinazione il terminale ferroviario, stradale, marittimo, e aereo dell´asse principale Nord-sud della Rete transeuropea dei trasporti Ten-t. Per questo rivendichiamo la rapida realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina e di tutte le opere connesse a partire dall´alta capacita´ e alta velocita´ ferroviaria (anche "interna" fra Messina, Catania e Palermo). Stiamo facendo dei porti siciliani, in vista del collegamento ferrato attraverso il ponte, i terminali al centro del Mediterraneo di tutto l´entroterra europeo". Per Lombardo occorre costruire "un modello di sviluppo alternativo, da offrire per il superamento della crisi di altri modelli, rivelatisi effimeri, il cui fallimento rischia di travolgere soprattutto le popolazioni piu´ deboli a partire da quelle mediterranee". Lombardo ha concluso il suo intervento proponendo la nascita di un coordinamento stabile, di una struttura macroregionale, leggera ma permanente, nell´ambito del Segretariato dell´Unione per il Mediterraneo, che "dovra´ per questo avvalersi di un congruo numero di esperti regionali distaccati e con almeno uno dei vice-segretari aggiunti espresso dalle Regioni. All´unione Europea proponiamo un modello di sviluppo, alternativo a quello che ha prodotto la crisi con la speculazione finanziaria internazionale, fondato sul territorio e sugli altri valori presenti nel Mediterraneo, come la famiglia, le Religioni, le comunita´ locali, la solidarieta´, la creativita´, i diritti umani, le liberta´ civili, coniugate con l´innovazione e la competitivita´,al servizio dell´uomo". Per Lombardo occorre costruire "un modello di sviluppo alternativo, da offrire per il superamento della crisi di altri modelli, rivelatisi effimeri, il cui fallimento rischia di travolgere soprattutto le popolazioni piu´ deboli a partire da quelle mediterranee". Lombardo ha concluso il suo intervento proponendo la nascita di un coordinamento stabile, di una struttura macroregionale, leggera ma permanente, nell´ambito del Segretariato dell´Unione per il Mediterraneo, che "dovra´ per questo avvalersi di un congruo numero di esperti regionali distaccati e con almeno uno dei vice-segretari aggiunti espresso dalle Regioni. All´unione Europea proponiamo un modello di sviluppo, alternativo a quello che ha prodotto la crisi con la speculazione finanziaria internazionale, fondato sul territorio e sugli altri valori presenti nel Mediterraneo, come la famiglia, le Religioni, le comunita´ locali, la solidarieta´, la creativita´, i diritti umani, le liberta´ civili, coniugate con l´innovazione e la competitivita´,al servizio dell´uomo".  
   
   
BOLZANO: DA DURNWALDER IL PRESIDENTE DEL PARLAMENTO TIBETANO IN ESILIO  
 
Bolzano, 12 dicembre 2011 - La situazione dei tibetani in India, lo stato dei negoziati con il governo cinese per l´autonomia del Tibet, i progetti di cooperazione sono stati al centro del colloquio che il presidente della Provincia Luis Durnwalder ha avuto martedì 6 dicembre 2011, con il presidente del Parlamento tibetano in esilio Penpa Tsering, che gli ha reso visita. Il presidente Penpa Tsering ha informato il presidente Durnwalder sulla situazione attuale dei tibetani in esilio e di quelli rimasti in Tibet sotto il governo cinese. Come ha rifertio, non si è registrato alcun progresso a livello politico e la popolazione tibetana è a serio pericolo di assimilazione da parte della Cina. Si registra, altresì, uno stallo per quanto attiene i negoziati con il governo cinese in merito all´autonomia del Tibet; in vista di un imminente cambio di governo in Cina le trattative potranno avvenire in un secondo momento. Al presidente Durnwalder Penpa Tsering ha chiesto di voler proseguire l´attività di cooperazione avviate soprattutto nei settori della formazione dei giovani ed a sostegno della popolazione anziana. La Provincia di Bolzano, com ha ricordato il presidente Durnwalder, finora ha sostenuto 36 progetti per un totale di 1,150 milioni di Euro in favore della popolazione tibetana e del governo tibetano in esilio nella città indiana di Dharamsala e dei tibetani rimasti in Tibet sotto il governo cinese. In base ad un accordo siglato proprio dal presidente del Parlamento dei tibetani in esilio Penpa Tsering e la Provincia di Bolzano nel 2009 con un programma triennale di collaborazione è prevista la costruzione di Centri di riunione per le giunte locali in 22 insediamenti tibetani in India e Nepal che poptranno essere utilizzati anche da associazioni ed enti. La prima fase del programma si è conclusa proprio nel dicembre 2011 con la costruzione e l´arredo di 7 di questi centri; la seconda fase progettuale è già stata approvata e prevede la realizzazione di ulteriori 7/8 centri analoghi. Nel corso di dicembre 2011, inoltre, sarà terminato anche il progetto per la ricostruzione di una casa di riposo per anziani presso l´insediamento Choglamsar (Ladakh). Il presidente Penpa Tsering ha chiesto al presidente Durnwalder il sostegno all´attività agricola in fase di espansione per mezzo di interventi di consulenza a cura degli esperti del Centro di sperimentazione agraria "Laimburg". Infine, ha rivolto al presidente Durnwalder aa recarsi nuovamente in visita a Dharamsala in India.  
   
   
MANOVRA; ECCO IL TESTO DELLA LETTERA DEL SINDACO DI ROMA E DEI PRESIDENTI DI MUNICIPIO  
 
Roma, 12 dicembre 2011 - Di seguito, il testo della lettera a firma del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e dei Presidenti dei 19 Municipio di Roma al Governo e al Parlamento in merito ai tagli ai Municipi previsti nella manovra economica: Al Presidente del Consiglio dei Ministri; Al Ministro dell’Interno; Al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri; Ai Presidenti delle Commissioni Parlamentari Bilancio e Affari Costituzionali; Ai Capigruppo Parlamentari. I diciannove Municipi di Roma Capitale rappresentano il primo ente di prossimità al quale i romani si riferiscono, svolgendo una irrinunciabile attività di sussidiarietà e di partecipazione alla vita politico-amministrativa della Capitale d’Italia. Gli amministratori degli enti territoriali, eletti direttamente dai cittadini, hanno assunto l’onore e l’onere della gestione della cosa pubblica, nell’ambito di deleghe e funzioni di competenza di Roma Capitale, in particolare su servizi sociali, scuola, manutenzione urbana e servizi anagrafici. Noi riteniamo che la scelta di trasformare in carica onorifica il ruolo di amministratori territoriali, che rappresentano mediamente centocinquantamila abitanti, sia un errore. Infatti, in questo modo si mettono seriamente a rischio la natura e il senso stesso di queste importanti istituzioni della democrazia locale. In questi dieci anni di vita, i Municipi romani hanno svolto una funzione preziosa nei territori e nel rapporto con la cittadinanza, contribuendo in maniera determinante a far funzionare l’amministrazione comunale. Pur con numerosi limiti nella disponibilità delle risorse e nella capacità d’intervento, sono riusciti a gestire opere e progetti, a corrispondere esigenze e bisogni crescenti, a garantire diritti sociali e civili. Con le loro porte sempre aperte, rappresentano il primo livello dello Stato. Con la loro attività, hanno ridotto la distanza tra i cittadini e le istituzioni, spesso attraverso forme di partecipazione attiva. Insomma, sono un vero e proprio caposaldo di democrazia politica. E’ pertanto facile prevedere che il grande progetto di riforma per Roma Capitale, se la norma contenuta nel decreto non fosse modificata, perderà a questo punto uno dei suoi elementi più significativi. Certi che il Governo ed i parlamentari sapranno considerare e valutare le questioni che sinteticamente abbiamo rappresentato, chiediamo di rivedere il contenuto del comma 22 art. 23 del decreto legge 201/2001 in discussione presso le commissioni competenti, riaffermando l’irrinunciabilità di questi enti di prossimità.  
   
   
FONDI EUROPEI, I RISULTATI DEL 2011. CRESCONO I RITIRI A CAUSA DELLA CRISI ECONOMICA, MENTRE RESTA ALTA L´ATTENZIONE ALLE OPPORTUNITÀ OFFERTE DAL PROGRAMMA FESR, CON ADESIONI OLTRE LE ASPETTATIVE AGLI ULTIMI BANDI EMANATI.  
 
Bologna, 12 dicembre 2011 - «L’emilia-romagna ha raccolto la sfida europea di contribuire alla definizione e al successivo avvio della nuova programmazione dei fondi per il periodo 2014-2020 ma anche di rispondere al contesto mondiale caratterizzato da profonde trasformazioni e incertezze mettendo in campo una nuova idea di sviluppo che sarà delineata nel nuovo Programma triennale per le attività produttive». Lo ha detto l’assessore regionale alle attività produttive Gian Carlo Muzzarelli a margine dei lavori del Comitato di Sorveglianza del Por Fesr 2007-2013, che si è riunito il 7 dicembre a Bologna. L’incontro si è svolto alla presenza, tra gli altri, di Giuseppina Caldarola, del ministero dello Sviluppo economico (dipartimento per le Politiche di sviluppo e la coesione economica, servizio per le Politiche dei fondi strutturali comunitari), Lenka Nielsen, rappresentante della Commissione europea (direzione generale Politica regionale), Willebrordus Skuijters, capo unità Italia-malta nell’ambito della direzione generale Politica regionale della Commissione. A causa della crisi economica i beneficiari dei fondi europei, alle prese con una generalizzata crisi di liquidità, hanno mostrato difficoltà crescenti nel far fronte alle necessità di cofinanziamento ma allo stesso tempo si sono registrano risultati importanti su tutti i principali assi d’intervento. «Per quanto riguarda il nuovo Programma triennale per le Attività produttive la ricerca, l’innovazione e il trasferimento tecnologico – ha aggiunto l´assessore Muzzarelli – gli assi fondamentali su cui abbiamo deciso di orientare lo sviluppo sono fondati sul sapere, sulla green economy e sul made in Italy. Centrale è il sostegno dell’export, le riforme strutturali delle istituzioni e della pubblica amministrazione, del welfare e del mercato del lavoro ma anche una forte spinta alla ricerca e alla innovazione. Questa è la nostra direzione di marcia: quella dell’Europa». I Risultati - Sul fronte ricerca industriale, sono oramai pienamente operative le attività di ricerca dei laboratori della Rete alta tecnologia, articolati nelle sei piattaforme – meccanica e materiali, energia e ambiente, scienze della vita, agroalimentare, costruzioni, ict e multimedia – con 1.600 ricercatori coinvolti, di cui 560 nuovi assunti. Meno positivo il bilancio sulle altre attività dell’Asse 1 del Programma, con il bando ´Progetti di ricerca collaborativa delle pmi´ che vede una percentuale di ritiri nell’ordine del 40% – solo 145 i progetti ancora attivi sui 238 inizialmente ammessi – mentre è ancora in corso lo svolgimento dei 30 progetti finanziati nell’ambito del bando ´Sostegno allo start up di imprese innovative” – termine previsto a fine gennaio – per quasi 2,5 milioni di contributo concesso. Sul secondo Asse d’intervento del Programma, “Sviluppo innovativo delle imprese”, sono 416 i progetti finanziati per la creazione di reti d’imprese finalizzate all’innovazione tecnologica e organizzativa, con circa il 70% dei progetti dedicati all’aumento di efficienza e allo sviluppo di sistemi informatici per l’integrazione e lo scambio di informazioni. Importante, nonostante la congiuntura sfavorevole, è il riscontro ottenuto dagli ultimi due bandi emanati nel corso del 2011 nell’ambito dell’Asse: il primo, “innovazione tecnologica”, si è chiuso al 1° agosto con quasi 1.600 domande, per un valore di investimenti previsti di circa 433 milioni. Il secondo, “nuove imprese”, ha visto il finanziamento di 75 progetti tra luglio e ottobre con un’immissione di patrimonio netto aggiuntivo nelle imprese superiore ai 3 milioni e 700mila euro. Sul fronte “Promozione e sostegno all’utilizzo di strumenti innovativi di gestione finanziaria nelle pmi” si è invece avviata l’operatività del fondo Ingenium Emilia-romagna Ii, che vede una dotazione di 14 milioni di euro, 7 dei quali conferiti dalla Regione Emilia-romagna tramite il Programma Fesr. Tre le imprese sui cui il nuovo fondo di capitale di rischio sta attualmente investendo, attive nei settori dell’editoria, del farmaceutico e dell’e-commerce. Prosegue intanto l’iter che porterà alla realizzazione delle aree produttive ecologicamente attrezzate – attività finanziata dall’Asse 3 del Programma – con 14 convenzioni firmate nel corso del 2011, su un totale di 29 aree finanziate, per un investimento previsto pari a 48,8 milioni di euro. Buono, con “appena” il 18% delle revoche, anche lo stato di avanzamento della misura di sostegno alla qualificazione ambientale ed energetica del sistema produttivo, con oltre 12 milioni e 300mila euro erogati che hanno attivato investimenti di oltre 55 milioni per interventi di efficientamento energetico nelle imprese. Un 2011 che ha visto poi, oltre all’attivazione di un nuovo strumento di ingegneria finanziaria per il sostegno alla green economy, la pubblicazione del bando per la rimozione dell’amianto e l’installazione di pannelli fotovoltaici negli edifici, che si è concluso a giugno con la presentazione di ben 286 domande, per oltre 18 milioni di contributo richiesto e investimenti previsti nell’ordine dei 134 milioni. Anche gli enti locali, coinvolti nella realizzazione delle attività dell’Asse 4 del Programma, sono entrati in sofferenza a causa dei vincoli imposti dal Patto di stabilità. Procedono infatti a rilento gli interventi realizzativi dei 38 progetti di valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale approvati, che prevedono un finanziamento Por nell’ordine dei 40 milioni a supporto di 92 milioni di investimenti. Quattro, comunque, le opere ad oggi concluse e pienamente funzionali, inaugurate nel corso del 2011: dal Palazzo della cultura e dello sport di Lizzano in Belvedere (Bo) alla Rocca Estense di Lugo (Ra), dal Palazzo dei Pio di Carpi (Mo) al “Salotto” di Faenza (Ra). Difficoltà, quelle connesse agli avanzamenti dei progetti pubblici, che si sono riproposte, a cascata, per quanto riguarda gli interventi da parte di privati – di cui sono state formalizzate le graduatorie in tutte le Province, ma che risultano solo in parte finanziati – con una percentuale di progetti conclusi ad oggi non superiore al 10%.  
   
   
SICILIA AVVIA SPERIMENTAZIONE BILANCIO EUROPEO  
 
Palermo, 12 dicembre 2011 - "La Sicilia nel 2012 sara´ tra le quattro Regioni ammesse dal Ministero dell´Economia per avviare il nuovo processo di armonizzazione dei sistemi di bilancio che tende ad uniformare, finalmente, i bilanci nella prospettiva di integrazione europea delle regole di contabilita´ pubblica. Abbiamo cosi´ inserito nel disegno legge che autorizza l´esercizio provvisorio del bilancio per il 2012 alcune disposizioni che consentono alla Regione di rafforzare gli strumenti per realizzare questa sperimentazione". Questo il commento dell´assessore regionale per l´Economia, Gaetano Armao, sulle norme relative all´armonizzazione dei bilanci, inserita nel testo del ddl approvato dalla giunta di Governo e depositato all´Ars. Nello scorso ottobre, la Conferenza delle Regioni aveva scelto la Sicilia, unica tra le Regioni a statuto speciale, tra le 4 ammesse alla sperimentazione del nuovo sistema contabile nazionale dall´anno 2012 insieme a Lombardia, Lazio e Campania. Per il bilancio della Regione, nel prossimo anno, cio´ comporta l´applicazione del solo principio della competenza finanziaria, la riclassificazione degli attuali schemi di bilancio per missioni e programmi e la verifica preventiva degli impatti per le regioni in considerazione delle relative specificita´ e la successiva valutazione dell´applicazione dei riaccertamenti. Dal 2013 sara´ in uso tutto il nuovo sistema di contabilita´ finanziaria, di contabilita´ economico-patrimoniale e del bilancio consolidato. Alla sperimentazione parteciperanno, oltre alla Regione, alcuni suoi enti e organismi strumentali che saranno individuati con decreto dell´Assessore per l´Economia. La partecipazione alla sperimentazione significa per la Regione un notevole impatto organizzativo e finanziario dovuto - da un lato - alla necessita´ di elaborare contemporaneamente, oltre al bilancio, la riclassificazione dello stesso e di quello degli enti strumentali interessati, dall´altro dall´esigenza di coordinare i relativi lavori in stretto e continuo raccordo con gli enti e gli uffici della Ragioneria Generale dello Stato. "Con questa scelta - ha spiegato Armao - e´ stato riconosciuto l´ampio risanamento economico-finanziario avviato dalla Sicilia che evidenzia l´impegno che il Governo Lombardo ha fin qui profuso in questo settore e riconosce la professionalita´ e la qualita´ della Ragioneria generale dell´assessorato con la quale abbiamo definito una profonda opera di revisione contabile. Il 2011 e´ stato l´anno del risanamento a legislazione invariata con un bilancio che ha ridotto la spesa corrente al livello del 2001, pur raddoppiando gli investimenti rispetto a quella data. Nel 2012, nonostante la grave crisi economica, rafforziamo l´azione riformatrice sul pieno economico-finanziario". "Solo con i conti e le carte in regola la Sicilia puo´ recuperare - ha concluso l´assessore - la credibilita´ necessaria per rivendicare appieno le prerogative che lo Statuto le assegna e sulle quali dobbiamo chiudere subito il confronto col Governo nazionale. Per questo motivo e´ urgente definire la trattativa sul federalismo fiscale per dare ai siciliani le risorse alle quali hanno diritto e che possono consentire di portare la nostra regione oltre la crisi continuando a puntare su risanamento ed investimenti per imprese ed infrastrutture".  
   
   
REGIONE EMILIA ROMAGNA, APPROVATA LA LEGGE SULLA SEMPLIFICAZIONE. ERRANI: "LEGGE INNOVATIVA, PIÙ FACILI LE RELAZIONI TRA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, IMPRESE, CITTADINI"  
 
Bologna, 12 dicembre 2011 – “E’ una legge fortemente innovativa, anche sul panorama nazionale, che offre un contributo importante per rendere più semplici e veloci i rapporti tra Pubblica amministrazione, imprese e cittadini”. Così Vasco Errani, Presidente della Regione Emilia-romagna, commenta il 6 dicembre l’approvazione della legge regionale sulla semplificazione, che introduce molte novità nel campo della semplificazione delle norme e della sburocratizzazione. “Siamo arrivati alla approvazione in aula della legge – spiega Errani – dopo un serrato confronto preliminare con le parti sociali e gli Enti locali, con il contributo costruttivo di tutta l’Assemblea legislativa, con l’obiettivo non di fare una legge-manifesto, ma di offrire uno strumento concreto per il rilancio della società regionale nel suo complesso. In questo senso, il plauso che la Regione ha riscosso nei giorni scorsi da parte di autorevoli esponenti e protagonisti del mondo dell’impresa e del lavoro, credo rappresenti bene la realizzazione di un obiettivo importante”. “Sono certo – conclude il Presidente Errani – che la legge, grazie alla metodologia nuova che introduce, sarà davvero in grado di rendere più facili le relazioni tra pubblica amministrazione, imprese, cittadini. Ed è ancora più importante farlo oggi, che stiamo vivendo un momento particolare nel quale è assolutamente necessario alleggerire il peso delle difficoltà che ciascuno è chiamato ad affrontare”.  
   
   
REGIONE EMILIA ROMAGNA ECCO LA LEGGE SULLA SEMPLIFICAZIONE: L´OBIETTIVO È RIDURRE AL MASSIMO I TEMPI E I COSTI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE PER CITTADINI E IMPRESE, EVITANDO OGNI DERIVA DEREGOLATIVA  
 
 Bologna, 12 dicembre 2011 - – Nuovi strumenti per semplificare le leggi e l’attività amministrativa e per sburocratizzare la vita di cittadini e imprese. L’assemblea legislativa ha approvato il 6 dicembre il testo della legge proposta dalla Giunta regionale contenente “Misure per l’attuazione degli obiettivi di semplificazione del sistema amministrativo regionale e locale. Istituzione della sessione di semplificazione”. L’emilia-romagna, spiega la vicepresidente Simonetta Saliera, “vuole raggiungere l’obiettivo di ridurre al massimo i tempi e i costi della pubblica amministrazione sia per cittadini sia per le imprese, evitando però al contempo ogni deriva deregolativa che spesso può nascere come risposta ad una burocrazia ritenuta opprimente. La legge, è passata al vaglio di un lungo confronto con le parti sociali e gli enti locali ed è la prima del genere in Italia. Tra i suoi primi effetti – sottolinea la vicepresidente – c’è che la novità per cui ogni nuova richiesta di costi per adempimenti burocratici dovrà essere sostitutiva e non aggiuntiva. Con la nuova legge sulla semplificazione la Regione si impegna anche ad allargare la platea dei casi in cui varrà la regola del silenzio assenso per le aziende senza far venire meno il dovere dei controlli”, conclude Saliera. “Inoltre, le imprese certificate si vedranno riconoscere agevolazioni di natura amministrativa e burocratica.”. Cosa cambia Diverse le novità previste dalla legge regionale, a partire dal divieto per tutti gli enti locali di inserire nuovi costi per gli adempimenti burocratici necessari, se non in sostituzione di oneri già esistenti. In sostanza, ogni nuovo adempimento potrà essere chiesto a un cittadino o a una impresa, per esempio in seguito ad una modifica normativa, solo se questo prenderà il posto di uno vecchio. Gli altri punti fondamentali della legge riguardano poi il monitoraggio permanente delle norme regionali, la cui adeguatezza sarà verificata costantemente. Ad un’unica sessione dedicata dell’Assemblea legislativa viene, infatti, affidato il compito di adottare le misure utili a snellire le diverse norme mentre a tutti i progetti di legge - che possono avere ricadute dirette sulla vita dei cittadini e delle imprese e sul funzionamento della pubblica amministrazione regionale e locale - saranno applicati meccanismi di valutazione preventiva degli effetti, secondo la disciplina dell’Analisi di impatto della regolamentazione (Air) introdotta dalla legislazione statale e prevista dallo Statuto regionale. Saranno inoltre introdotte, in tutti gli atti normativi, clausole di valutazione dei costi e dei benefici. Per quanto concerne la semplificazione dei procedimenti amministrativi, la nuova legge prevede, tra l’altro, la parziale restituzione degli oneri versati per un procedimento se i tempi di questo si prolungano oltre i termini a causa della pubblica amministrazione; un maggior potere sostitutivo della Regione nei confronti degli Enti locali; la piena applicazione degli istituti di semplificazione relativi alla disciplina statale della conferenza dei servizi e del silenzio-assenso; il divieto di chiedere a persone e imprese certificati e documenti già in possesso della pubblica amministrazione.  
   
   
FINANZIARIA, FVG: TONDO AVVIA CONFRONTO CON SINDACATI  
 
Trieste, 12 dicembre 2011 - Il presidente della Regione Renzo Tondo, affiancato dall´assessore alle Finanze Sandra Savino, ha incontrato il 6 dicembre a Trieste i rappresentanti delle organizzazioni sindacali del Friuli Venezia Giulia, per approfondire il tema della legge Finanziaria per il 2012, attualmente all´attenzione del Consiglio regionale. Tondo ha confermato che la Regione intende mantenere l´impostazione della Finanziaria così come originariamente concepita, anche dopo l´avvio della manovra correttiva nazionale da parte del Governo Monti. Secondo i primi calcoli, che dovranno però essere valutati in maniera più approfondita e comunque dopo il percorso parlamentare della legge, al Friuli Venezia Giulia spetterebbero ulteriori tagli per 145 milioni di euro. La Regione confida tuttavia nella possibilità di un confronto politico e tecnico con il Governo, tenuto conto che il Friuli Venezia Giulia è probabilmente la Regione più virtuosa in Europa per la capacità dimostrata di ridurre il debito pubblico. Va inoltre considerato che il Friuli Venezia Giulia gestisce la Sanità in proprio, sta realizzando la terza corsia della "A4" al servizio del Paese, ha già dovuto integrare in proprio il Fondo per l´autonomia possibile, di fronte a un drastico taglio delle risorse statali. Sono inoltre venute meno anche le condizioni che erano state alla base del precedente accordo con il Governo sul riconoscimento delle compartecipazioni sulle pensioni Inps, a fronte del quale la Regione si era impegnata a versare annualmente una quota per l´attuazione del federalismo fiscale, quota che in Finanziaria è stata per adesso "congelata". La Regione dunque conferma l´impostazione della Finanziaria. Eventuali aggiustamenti, alla luce della manovra del Governo Monti, potranno essere attuati in sede di variazioni di bilancio. Il contenimento del debito regionale consente ora alla Regione, come ha sottolineato Tondo, di promuovere una politica espansiva, di sostegno allo sviluppo, agendo sulla riduzione dell´Irap per tutte le imprese del Friuli Venezia Giulia, una scelta che punta - ha rilevato il presidente - anche ad attrarre nuove imprese da fuori regione. Sono inoltre mantenuti i servizi ai cittadini (Sanità e Trasporto pubblico locale) e assicurati gli ammortizzatori sociali, puntando a investimenti sulla prima casa, sull´edilizia ospedaliera e sulle infrastrutture. "Nel corso di questo confronto sulla Finanziaria - ha detto Tondo - ogni categoria esprime delle richieste, delle legittime esigenze. Tuttavia oggi dobbiamo entrare in un´altra logica, dobbiamo sin d´ora cominciare a riflettere su che cosa, sin dall´anno prossimo, il sistema pubblico non potrà più garantire, sulle cose a cui è più opportuno rinunciare". "È questa - ha aggiunto - la domanda che la classe dirigente deve porsi, un percorso su cui tutti sono chiamati a fornire il loro contributo".  
   
   
BASILICATA: CONSIGLIO REGIONALE, DA PROSSIMA LEGISLATURA STOP A VITALIZI  
 
Potenza, 12 dicembre 2011 - Il Consiglio regionale della Basilicata, che si è riunito il 6 dicembre a Potenza, ha approvato all’unanimità una proposta di legge di iniziativa dei componenti dell’Ufficio di Presidenza (Folino, Mattia, Mazzeo, Pici e Scaglione) che assorbe una analoga pdl di Falotico, Mollica e Navazio, concernente “Norme per abolizione assegno vitalizio ai consiglieri regionali. Legge regionale 29 ottobre 2002, n.38. Testo unico in materia di indennità di carica, di funzione, di rimborso spese, di missione, di fine mandato e di assegno vitalizio spettanti ai consiglieri della Regione Basilicata”. La proposta, che accoglie le sollecitazioni sul contenimento dei costi delle istituzioni proposte attraverso petizioni popolari dai comitati di cittadini di Lauria e Calvello, prevede l’abolizione del vitalizio per i consiglieri regionali a partire dalla prossima legislatura, facendo salvi i diritti acquisiti dai consiglieri in carica, la cui eventuale rielezione ed il relativo ulteriore periodo di esercizio del mandato non produrrà alcun effetto, né giuridico né economico, rispetto alla posizione maturata. Nel dibattito che ha preceduto l’approvazione del provvedimento sono intervenuti i consiglieri Pici, Rosa, Venezia e Napoli (Pdl), Autilio e Benedetto (Idv), Santochirico e Viti (Pd), Vita (Psi), Singetta (Api), Navazio (Ial), Mollica (Mpa) Ruggiero (Udc) e Romaniello (Sel), che non ha partecipato al voto finale evidenziando che avrebbe preferito l’esame congiunto della proposta approvata dall’Assemblea e di quella, con contenuti diversi, presentata da lui e non ancora discussa dalla competente Commissione consiliare. In precedenza, in sede di attività di controllo, il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza (con 17 voti favorevoli di Pd, Idv, Udc, Sel, Pu, Api e Psi, 5 voti contrari del Pdl e 2 astensioni di Mollica dell’Mpa e di Mattia del Pdl) l’Assestamento del bilancio di previsione per l’esercizio 2011 dell’Agenzia della Regione Basilicata per le erogazioni in agricoltura (Arbea). In apertura di seduta si è svolto il question time, lo spazio dedicato alle interrogazioni “a risposta immediata” su argomenti di competenza regionale connotati da urgenza o particolare attualità politica. Dalle 11,00 alle 13,00 la seduta è stata trasmessa in diretta dalle emittenti analogiche e satellitari che hanno aderito ad un avviso pubblico del Consiglio regionale (Trm, Blu Tv, Teleuno, La Nuova Tv) oltre che sul canale 879 di Sky. La prima parte della trasmissione è stata dedicata a Focus, la rubrica di informazione a cura della redazione dell’Ufficio Stampa del Consiglio regionale e condotta da Nicoletta Altomonte, voluta per favorire la conoscenza e la socializzazione delle attività della Regione. Quest’oggi, insieme al presidente della prima Commissione consiliare Vincenzo Santochirico e all’avvocato Francesco Verrastro, esperto e studioso di diritto costituzionale, regionale e amministrativo, si è parlato dello Statuto e delle forme di partecipazione. Il filmato sarà disponibile nei prossimi giorni sul sito internet del Consiglio regionale.  
   
   
BABY PENSIONI: GIUNTA SICILIA ACCELERA SU RIFORMA  
 
Palermo, 12 dicembre 2011 - "Abbiamo deciso di inserire la norma all´interno del disegno di legge sull´esercizio provvisorio per accelerarne l´approvazione da parte del parlamento. Infatti, il ddl che regola in modo piu´ organico la materia, gia´ approvato dalla giunta regionale a giugno su mia proposta e dalla prima commissione legislativa dell´Ars lo scorso 15 novembre, attende ancora il parere della Commissione Bilancio e del Comitato sulla qualita´ delle leggi". Lo afferma l´assessore regionale per le Autonomie locali e la Funzione pubblica, Caterina Chinnici, dopo l´approvazione, il 6 dicembre in giunta, della norma che abroga il diritto a usufruire di un sistema agevolato di pensionamento anticipato legato al grave stato di salute di un proprio familiare, applicando di fatto in Sicilia, la stessa normativa relativa ai dipendenti dello Stato. "Con l´approvazione, da parte del governo nazionale di una nuova manovra correttiva, che prevede, tra l´altro, la modifica del sistema pensionistico - spiega l´assessore - non era possibile attendere oltre. La norma, che si e´ resa necessaria a causa del considerevole aumento di casi di pensionamento anticipato registrato negli ultimi anni tra i dipendenti regionali, consentira´ di eliminare questa difformita´ di trattamento tra i pubblici dipendenti, garantendo cosi´ equita´ e rigore".  
   
   
CAMPANIA: SPESA FSE, CON RICHIESTA RIMODULAZIONE TASSO COFINANZIAMENTO TARGET NON A RISCHIO  
 
Napoli, 12 dicembre 2011 - L´ufficio Stampa della Giunta regionale della Campania comunica che per il conseguimento dell´obiettivo della certificazione della spesa del Por Fse, fissato al 31 dicembre 2011, è stata proposta alla Commissione Europea la rimodulazione delle percentuali di cofinanziamento dei singoli Assi del Programma. Con la nuova articolazione, l´importo da certificare si riduce da 176 a 120 meuro. Il target così rimodulato può essere conseguito con le previsioni di spesa formulate dai responsabili di Obiettivo Operativo e con l´attivazione della misura "microcredito". La richiesta di rimodulazione è stata presentata anche dalle altre Regioni dell´Obiettivo Convergenza. Si resta in attesa della decisione della Commissione.  
   
   
MANOVRA MONTI, ORA ELIMINARE BABY PENSIONI SICILIANE  
 
 Trieste, 12 dicembre 2011 - "Il Governo Monti ha varato una manovra che andrà a incidere molto pesantemente sulle tasche degli italiani: la reintroduzione dell´imposta sulla prima casa, l´aumento dell´Iva di due punti percentuali, l´incremento delle accise sui carburanti, l´aumento dell´aliquota base dell´addizionale regionale Irpef, l´innalzamento dell´età pensionabile sia di vecchiaia che di anzianità, sono misure che imporranno a tutti enormi sacrifici. Anche la nostra regione, sebbene possa essere considerata tra le più virtuose essendo riuscita quasi a dimezzare, negli ultimi tre anni, il proprio debito pubblico, è stata chiamata a tagliare le spese nel 2012 per ben 145 milioni di euro". Le osservazioni sono del presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Maurizio Franz, che aggiunge. "Ma perché si possa parlare di una manovra equa, l´azione del nuovo Governo dovrà anche puntare alla eliminazione di quegli sprechi e quelle inefficienze che ancora oggi incidono pesantemente sui conti dello Stato. Ad esempio, dal momento che tutti noi saremo costretti a lavorare almeno sino all´età di 66 anni - e comunque sino alla maturazione di 42 anni di contributi per gli uomini e 41 per le donne - bisogna eliminare subito l´istituto delle baby pensioni, di cui ancora oggi possono beneficiare i dipendenti pubblici siciliani: lo prevede una legge emanata dal Parlamento dell´Isola nel 2003, in attuazione della Legge nazionale n. 104/1992 che permette ai dipendenti della Regione Sicilia, che sono oltre 21.000, ovvero il triplo di quelli di Lombardia e Veneto messi assieme, di usufruire del pensionamento anticipato dopo appena 20 anni di contributi, semplicemente dimostrando di avere un familiare invalido da accudire". "Tali prepensionamenti, che dal 2003 a oggi non hanno fatto altro che intensificarsi, gravano sul bilancio dello Stato per circa 20 milioni di euro l´anno. Auspico quindi - conclude Franz - che accanto alle misure più drastiche proposte da Monti nel segno del rigore, vengano al più presto adottati provvedimenti che vadano nel senso dell´equità: c´è bisogno di una svolta, anche culturale, che metta fine a privilegi che, giunti a questo punto, non sono più tollerabili".  
   
   
TRENTO E BOLZANO UNITE DI FRONTE ALLA CRISI GLOBALE  
 
Trento, 12 dicembre 2011 - Il Presidente della Regione Lorenzo Dellai nella relazione al bilancio di previsione 2012, lo scorso 7 dicembre, evidenzia come le due Province autonome abbiano operato congiuntamente di fronte ai difficili scenari della crisi mondiale ed auspica per il futuro l’avvio di una nuova fase dell’autonomia con l’apertura di una stagione di innovazione costituzionale, che guardi a competenze più forti in tema di fisco e rapporti transfrontalieri, sempre più in un’ottica euroregionale. “Le Province autonome di Trento e di Bolzano stanno operando da tempo per riposizionare le proprie politiche pubbliche e supportare le iniziative private e collettive al fine di preparare le nostre comunità autonome ai nuovi scenari che si profilano di fronte alla crisi globale, che sta mettendo seriamente in discussione i livelli di sicurezza e di qualità della nostra vita civile e sociale.” Con queste parole il Presidente della Regione Lorenzo Dellai, oggi a Bolzano davanti al Consiglio regionale, ha aperto la propria relazione al bilancio di previsione 2012 della Regione Trentino-alto Adige. “In questa difficilissima fase, ha detto Dellai, Trento e Bolzano hanno fatto fronte comune muovendosi sempre con coesione e senso di responsabilità, impegnandosi a difesa della finanza dell’autonomia in un’opera di difficile mediazione tra l’obbligo costituzionale di concorso al rispetto dei vincoli nazionali e la difesa dello Statuto e dei meccanismi di autonomia finanziaria che esso prevede, compresi quelli relativi al titolo Vi, così come ridefinito con l’intesa del novembre 2009, un’intesa di fondamentale importanza, ha sottolineato il Presidente della Regione, perché ha visto riconfermati i capisaldi della finanza dell’’autonomia.” “Possiamo sostenere, pur se con notevoli sforzi, i nuovi vincoli finanziari previsti dalla manovra del Governo Monti, che si aggiungono a quelli decisi dal Governo Berlusconi, ha precisato Dellai, proprio perché l’architrave fondamentale della nostra autonomia finanziaria è stata saldamente presidiata in quell’intesa.” Sulla manovra dell’attuale Governo, Dellai ha sostenuto che “presenta non marginali aspetti d’iniquità nella distribuzione dei sacrifici tra i diversi livelli di governo del nostro Paese: alle autonomie speciali, in particolare, è richiesto un contributo proporzionalmente penalizzante che si aggiunge agli impatti assicurati alla finanza pubblica da alcune autonomie, in sede di attuazione della Legge 42 in materia di federalismo.” “Per quanto invece riguarda l’impatto diretto della crisi e delle manovre nazionali sui cittadini e sulle imprese, ha proseguito Dellai, la Regione e le due Province autonome stanno intensificando i propri sforzi coordinati per garantire il sostegno delle istituzioni autonomistiche sul piano delle politiche sociali e per la difesa dei redditi delle famiglie e su quello dell’impulso allo sviluppo e all’occupazione.” Dellai ha voluto dunque evidenziare il lavoro fatto, a partire dal 2003, insieme al Presidente della Provincia autonoma di Bolzano Luis Durnwalder, in linea con la nuova impostazione che è stata data alla Regione con la cosiddetta “staffetta”, ovvero con l’alternanza alla guida dell’Ente regionale dei due presidenti delle province autonome. “La Regione, ha detto il Presidente, oggi non è più un elemento di divisione nei termini del passato, ma un elemento di condivisione, anche se, sulla forma e sulle modalità nelle quali si esprime istituzionalmente questa condivisione, è certamente giunto il tempo di aprire con coraggio e con prudenza una nuova discussione.” “In questa seconda parte di legislatura, ha precisato Dellai, dobbiamo impegnarci per completare il disegno dell’Accordo di Milano, mentre nel medio periodo dobbiamo essere pronti a una nuova stagione di innovazione costituzionale. Dovremo ragionare sull’aggiornamento dello Statuto, che guardi a competenze più forti in tema di fisco e rapporti transfrontalieri, sempre più in un’ottica euroregionale.” “E’ arrivato il momento, ha proseguito Dellai, di aprire un ciclo nuovo della nostra Autonomia; i tempi sono maturi per avviare una riflessione profonda sulla riforma statutaria che dovrà maturare entro un disegno organico, sulla base di uno scatto in avanti dell’idea autonomistica. Dobbiamo rafforzare le garanzie sulle entrate attraverso nuove competenze in materia fiscale, con il rovesciamento dell’attuale rapporto con lo Stato: vogliamo essere noi a svolgere la funzione di prelievo fiscale garantendo allo Stato la quota che gli spetta.” “Altro obiettivo, secondo Dellai, quello di una riqualificazione delle competenze: quelle concorrenti devono diventare primarie, in modo da avere maggiore autonomia. Inoltre, non dovrebbe essere più un tabù ragionare sulla possibilità di assumere maggiori responsabilità in materia di ordine pubblico e sicurezza, seppure, ovviamente, in maniera cooperativa con lo Stato.” “In questo contesto, ha proseguito Dellai auspicando un impegno di tutte le forze politiche e dei gruppi consiliari, sarà utile riprendere la discussione sulle forme istituzionali della nostra Regione, ovvero sul come riorganizzare la cooperazione tra Trento e Bolzano, nel rispetto della unitarietà dello Statuto, ma tenendo anche conto di ciò che è profondamente cambiato nella vita istituzionale e sociale della nostra Regione dal secondo Statuto in poi.” “La nostra autonomia, ha chiarito il Presidente, non è solo alle prese con gli effetti della crisi globale: dobbiamo anche registrare una crescente ostilità da parte di quote crescenti dell’opinione pubblica nazionale, che vede in noi un esempio di privilegio non più giustificato.” “In una situazione di questo genere non bastano le strategie difensive, ma occorre, appunto, reagire innovando, ponendosi ulteriori ambiziosi obiettivi autonomistici, dimostrando, ha auspicato Dellai, che per noi l’autonomia non è solo un insieme di norme e di apparati, ma un sogno collettivo, che non può essere banalizzato. L’idea di una autonomia integrale diventa, in questo senso, una bussola che deve orientare i nostri comportamenti e le nostre iniziative, facendo crescere in tutti i nostri cittadini una coscienza autonomista più forte, più robusta, più esigente.” Infine, il Presidente della Regione ha ricordato la nascita, lo scorso 12 ottobre, del Gect, il gruppo europeo di cooperazione territoriale, ovvero il soggetto giuridico costituito dalle Province autonome di Trento e di Bolzano e dal Land Tirol, riconosciuto da Roma e da Vienna, evidenziandone l’importanza strategica ed il significato di prospettiva. “Con il Gect, ha concluso Dellai, abbiamo posto la prima pietra di una vera e propria Regione europea del Tirolo storico, una Regione europea che dovrà essere, plurilinguistica, multiculturale, cosciente delle proprie radici e aperta alla dimensione internazionale.”  
   
   
BOLZANO, RELAZIONE DI DURNWALDER AL BILANCIO: IMPEGNI PER IL CITTADINO, LA CRESCITA E LA CONOSCENZA  
 
Bolzano, 12 dicembre 2011 - Un bilancio complesso, che richiede flessibilità alla luce della situazione nazionale, quello presentato il 6 dicembre dal presidente della Provincia Luis Durnwalder nell’aula del Consiglio provinciale a Bolzano. Nella Relazione programmatica al documento di previsione il governatore ha sviluppato le priorità della Giunta provinciale nel 2012. Tre "C" sono le piste di lavoro: impegni per il cittadino, per la crescita e per la conoscenza. Luis Durnwalder ha presentato le linee programmatiche del bilancio provinciale 2012: pareggia attorno ai 5,2 miliardi di euro ma va inquadrato nella complessa situazione economica globale e nella fase di incertezza sui conti pubblici italiani dopo il varo della nuova manovra finanziaria. “Per quanto l’ambito nazionale e internazionale sia estremamente confuso, è chiara la pista di lavoro che la Giunta ha voluto seguire nella redazione del bilancio.” Si può sintetizzare con una lettera moltiplicata per tre, ha detto Durnwalder, “o in altri termini con la formula delle tre C, che rappresentano le priorità che ci siamo poste, i settori chiave che influiranno in modo particolare sullo sviluppo della nostra provincia, gli assi lungo i quali muoverci non solo nel 2012 ma anche ben più in là.” Le tre C esprimono i concetti di cittadini, conoscenza e crescita, “tre C che descrivono gli obiettivi esentati da tagli, i capitoli di bilancio che abbiamo mantenuto stabili o che abbiamo persino incrementato”, ha sottolineato Durnwalder. Il Presidente ha ricordato che nella formazione del bilancio la Giunta provinciale non ha mai seguito la via facile, quella popolare perché populista, “anche se negli ultimi anni non è stato semplice. Abbiamo invece imparato a cavarcela anche con bilanci che si riducono. Abbiamo imparato che non si può sempre fare tutto contemporaneamente e che si devono fare delle scelte. E che talvolta – anche se è politicamente doloroso – si deve rinunciare del tutto.” Durnwalder ha ribadito l’imperativo di gestire le risorse disponibili concentrandosi sui settori chiave “in modo da portare avanti lo sviluppo della nostra Provincia senza accendere un’ipoteca che gravi sulle spalle dei nostri figli.” L’alto Adige è nella condizione privilegiata di poter assistere al forte impatto economico e politico che gli sviluppi negativi hanno avuto in altri Stati, “ma la nostra situazione non è privilegiata a tal punto da permetterci di ignorare questi sviluppi negativi e le ripercussioni in provincia di Bolzano. L’economia nell’Europa unita è senza confini, per cui anche la crisi economica e finanziaria non conosce confini. Non si può dunque stare a guardare, dobbiamo prendere provvedimenti (e lo facciamo anche) per rendere possibilmente meno percepibili le conseguenze della crisi”, ha spiegato Durnwalder. In tal senso va il potenziamento dell’autonomia speciale. Gli indirizzi di governo sono chiari: a livello politico, attraendo sempre più competenze da Roma a Bolzano, affinché le decisioni possano essere adottate a un livello di governo più vicino ai cittadini. Sotto il profilo finanziario, attraverso un ampliamento del margine di azione in ambito fiscale; sotto il profilo economico, offrendo alle imprese la possibilità di creare basi solide per superare le crisi internazionali: mediante uno sgravio fiscale e burocratico, con il sostegno agli investimenti, la creazione di nuove imprese e l‘export, con l’innovazione e la ricerca e sviluppo. A livello sociale, facendo in modo che tutti i cittadini possano avere le stesse chances; nella politica energetica acquisendo gli strumenti per pianificare il futuro energetico locale, indipendentemente dai pozzi petroliferi sauditi, dai giacimenti di metano libici, dal carbone tedesco o dall’energia nucleare francese. La prima delle tre C del bilancio programmatico 2012 riguarda il cittadino ed è connessa quindi al benessere della persona: “La politica deve creare le condizioni quadro in cui le persone possano vivere felici, condizioni che le aiutino a soddisfare le loro fondamentali esigenze: restare in salute e ottenere una buona assistenza medica, sicurezza, indipendenza economica, un futuro sicuro. È proprio questo che facciamo – in modo particolare – con il presente bilancio di previsione.” Tra le misure in questa direzione Durnwalder ha indicato il sostegno al mercato del lavoro, che consente all’Alto Adige di avere il più basso tasso di disoccupazione d’Europa, ma anche l’assistenza sanitaria, che conoscerà un ulteriore salto di qualità con una ridefinizione dei compiti di ospedali, distretti e medici di base, con un alleggerimento del carico di pazienti sui nosocomi e con un abbattimento dei tempi di attesa per le prestazioni sanitarie. Tra i servizi al cittadino Durnwalder ha ricordato poi l’assegno per i non autosufficienti, i cui fondi saranno ancora incrementati, le diverse misure di tutela sociale e il sostegno all’edilizia abitativa. “Siamo una Provincia attenta alle esigenze sociali, una Provincia che si preoccupa che la forbice tra ricchi e poveri non si apra troppo, una Provincia che fa in modo che la rete di protezione dei ceti disagiati sia molto ampia.” Questo impegno si deve accompagnare alla ricerca di un difficile equilibrio tra l’obiettivo di assicurare opportunità uguali per tutti da un lato, e il rischio del livellamento dall‘altro. “Perché proprio quando facciamo in modo di aumentare ovunque possibile il livello di qualità della vita di chi guadagna meno, vanifichiamo lo stimolo a darsi da fare, l’impegno individuale”, ha osservato Durnwalder. Anche per questa ragione, anche per ragioni di equità, la Giunta ha azionato la leva fiscale: “Innanzitutto l’imposta sui redditi Irpef il prossimo anno verrà totalmente ridisciplinata, per farne uno strumento di sgravio per i cittadini ma anche di politica familiare.” La promozione dell’istruzione, la creazione di pari opportunità per tutti, sono il collegamento tra i servizio al cittadino e la seconda C, la conoscenza. “Investiremo molto anche il prossimo anno nell‘istruzione, non abbiamo effettuato alcun taglio in questo settore perché è l’esempio di ciò che deve fare la politica: creare le condizioni operative perché i cittadini possano sfruttare al meglio l’offerta disponibile. Il risultato finale è poi nelle mani del singolo“, ha affermato il Presidente, che ha definito l’istruzione “il settore chiave per antonomasia, pensando al futuro della nostra provincia. E se in ogni discorso si continua a predicare che i bambini e i giovani sono il futuro, gli investimenti nell’istruzione rappresentano il metro di misura della serietà di queste affermazioni e di quanto si prenda sul serio la garanzia del domani.” Per accumulare il sapere rilevante per la società, la conoscenza individuale deve essere inserita al meglio in un network: l’Università, ha ricordato Durnwalder, è la sede in cui questa combinazione può riuscire. “C’è però un secondo luogo votato a questa attività: il Parco tecnologico che realizzeremo a Bolzano Sud, un progetto sostenibile dal punto di vista finanziario, con una chiara strategia rivolta alla ricerca e alle piccole imprese, con ricadute importanti sul territorio in termini di innovazione”, ha specificato. Un’altra misura concreta in materia di conoscenza posta al centro del bilancio 2012 è la creazione del "Green Corridor", il Corridoio verde lungo l’asse del Brennero che metterà in rete progetti di tecnologia ambientale e promuoverà la produzione di energia alternativa. A questo punto Durnwalder ha aperto una parentesi sui recenti fatti che hanno riguardato la Sel. “Ciò che hanno fatto alcuni esponenti di spicco della Sel – ha detto – è inaccettabile e ha gettato una grave ombra sulla società energetica provinciale, la società energetica di noi tutti.” Proprio in quest‘ottica, quella dell’immagine offuscata della Sel, “a mio avviso non è corretto parlare di uno ‘scandalo Sel’, bensì del comportamento censurabile di alcuni esponenti dei vertici della Sel che hanno agito nel settore energetico esternamente alla società.” Durnwalder ha ribadito che la Sel è vittima e non colpevole, danneggiata e non vincitore, soggetto leso e non beneficiaria. “Chi sulla scia dello scandalo ora vuole mettere tutto in discussione – ciò che è la Sel e ciò che è in grado di fare – butta via il bambino con l’acqua sporca e dimentica l’importante ruolo che assume la società energetica provinciale.” Detto di energia verde e di Corridoio verde, Durnwalder si è soffermato poi sulla visione centrale per l’Alto Adige del futuro, quella della "Green Region", della Regione verde. Molto più che una visione, perché è un traguardo concreto. “Lo portiamo avanti in tutte le nostre decisioni strategiche – ha confermato il Governatore – semplicemente perché siamo convinti che l’Alto Adige debba svilupparsi come Regione verde modello, in cui la tutela dell’ambiente e la sostenibilità siano combinati con lo sviluppo economico e sociale. Il vantaggio in termini di immagine per la nostra provincia da un lato e il vantaggio reale per le nostre imprese e l’intera società dall’altro sono stati, anzi sono, considerevoli.” Con lo sviluppo della banda larga, strumento essenziale della società della conoscenza ma anche dello sviluppo economico, Luis Durnwalder è approdato nella sua Relazione alla terza C, quella della crescita: verrà incentivata nel 2012 con un alleggerimento per le imprese del carico burocratico (con la Carta dei servizi e la riforma delle zone produttive) e della pressione fiscale (la riduzione Irap). La Giunta provinciale lavorerà inoltre allo sviluppo equilibrato e contestuale di periferia e centri urbani e agli investimenti in forme innovative di mobilità con attenzione all´ambiente e alla riduzione del traffico veicolare. In conclusione della Relazione programmatica Durnwalder è tornato sulla difficile situazione economica globale (“noi tutti, tutte le regioni, le categorie professionali e le varie fasce di età, il prossimo anno dovremo fare sacrifici per risanare il bilancio pubblico”) ma riferendosi ai nuovi tagli previsti per la Provincia ha riaffermato che “è inaccettabile che coloro che negli ultimi anni e decenni hanno attuato una sana gestione, che hanno risparmiato, che sono stati prudenti e non hanno praticamente accumulato debiti, ora debbano pagare in modo spropositato il conto per gli altri.” Il Presidente ha ripetuto l’esigenza che “i sacrifici che dovremo sopportare dovranno essere equamente ripartiti tra tutte le categorie.” In tale contesto Durnwalder ha voluto chiudere ricordando l’immagine che ha utilizzato spesso in questi ultimi mesi, quella della nave che affonda: “L’immagine si attaglia anche a descrivere determinati sviluppi sociali nella nostra provincia, poiché l’egoismo, l’arrivismo e l’avidità hanno richiesto anche qui il loro tributo. E forse chi si è già incamminato verso le scialuppe di salvataggio, dovrebbe brevemente fermarsi e riflettere che – proprio per noi politici, per le strategie nelle centrali dei partiti e nei piani dirigenziali delle aziende, per gli amministratori e i manager – è in gioco ben più della sopravvivenza individuale. È in gioco il concetto tradizionale ma mai obsoleto della tutela dell’interesse pubblico, che dobbiamo e dovremo sempre avere a cuore.”  
   
   
OLTRE IL PIL. MISURARE IL PROGRESSO E ORIENTARE LA POLITICA  
 
 Venezia, 12 dicembre 2011 - Nel 1968 Robert Kennedy ebbe a dire che “il Pil misura tutto, tranne ciò che rende la vita meritevole di essere vissuta”. Da allora ad oggi il Pil ha fatto molta strada, in compenso la crisi ha messo ulteriormente e fortemente in dubbio la sua validità come strumento strategico di misura del benessere di una società sviluppata. Se ne parlerà lunedì 12 dicembre a Venezia, nel corso del confronto sul tema “Oltre il Pil: dal dire al fare. Misurare il progresso per orientare l’azione politica in tempo di crisi”, in programma nell’Aula Magna di Ca’ Dolfin dell’Università di Ca’ Foscari con inizio alle ore 10, promosso dal Centro Studi e ricerche economiche e sociali Unioncamere del Veneto con la collaborazione della Regione. Il tema sarà introdotto dal Rettore di Ca’ Foscari Carlo Carraro e dal presidente di Unioncamere Veneto Alessandro Bianchi e approfondito dal segretario generale di Unioncamere Gian Angelo Bellati, dal responsabile Del centro studi di Unioncamere Serafino Pitingaro e dal prof. Silvio Giove dell’Ateneo veneziano. Seguirà un confronto che avrà come protagonisti Tommaso Rondinella dell’Istat, Max Gruenig dell’Ecologic Institut of Berlin, Simone Novello del Centro de Estudios Superiores Universitarios de la Galizia. Su “orientare l’azione politica in tempo di crisi”, con il coordinamento di Donato Speroni autore de “I numeri della felicità. Dal Pil alla misura del benessere”, dibatteranno quindil’assessore regionale alla tutela del consumatore Franco Manzato, il segretario generale della Camera di Commercio di Venezia Roberto Crosta, il presidente della Provincia di Pesaro Urbino Matteo Ricci, Vincent Tronet capo di settore indicators for long-term developments, Dg Eurostat della Commissione Europea, Olivia Chassais scientific officer, Dg environmental technologies della Commissione Europea , Fabrizio Pezzani professore di programmazione e controllo nelle pubbliche amministrazioni dell’Università Bocconi di Milano, Filomena Maggino presidente Aiquav – Associazione Italiana per gli studi sulla Qualità della Vita e Stefano Sampaolo responsabile degli studi urbani del Censis.  
   
   
VENDOLA SIGLA PROTOCOLLO D´INTESA CON I SINDACATI SUL PERSONALE REGIONALE  
 
Bari, 12 dicembre 2011 - “Abbiamo approfittato di un passaggio molto delicato e impegnativo per tutti noi, relativo alla questione del personale retrocedente, per fare una discussione di carattere generale e giungere a una conclusione che considero molto positiva”. Lo ha dichiarato il 6 dicembre il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola durante la conferenza stampa di presentazione del Protocollo d’intesa tra Regione e Cgil-cisl-uil-direr sulle politiche del personale regionale. “Abbiamo provato in diversi modi – a spiegato Vendola – a metter mano all’organizzazione del personale sapendo, come dimostra la vicenda dei retrocedendi, che talvolta i nodi delle questioni stratificate nel tempo vengono al pettine, anche se riguardano un passato remoto. Tuttavia, credo che la cosa fondamentale sia quella di affrontare le emergenze avendo l’opportunità di definire un quadro programmatorio globale e di farlo con spirito di concertazione con i sindacati”. “Noi – ha spiegato il Presidente della Regione – ci impegniamo con questo Protocollo d’intesa a definire tracce di lavoro per ciascuno dei problemi che, a volte, vengono vissuti dal personale regionale con grande inquietudine e ansia. Abbiamo il problema della ridefinizione degli organici di una Regione che, da questo punto di vista, forse è la più virtuosa d’Italia”. Tuttavia, secondo Vendola “la virtuosità vista dal lato del costo della spesa per il personale non si traduce automaticamente in virtuosità dal punto di vista dell’efficienza della macchina regionale. A fronte di circa 2400 contratti a tempo determinato, e quindi a fronte di una dotazione organica che è così sottodimensionata, e di fronte al problema dei retrocedendi e della questione relativa al blocco della spesa sul personale, noi abbiamo la necessità di individuare tutti i problemi e insieme di concertare una strada che possa farci vivere questo passaggio non solo come adeguamento a un quadro drammaticamente complesso, ma anche come occasione per riqualificare le politiche del personale”. Il contenuto del documento è stato illustrato dal Capo di Gabinetto Davide Pellegrino, il quale ha ribadito che l’intento del Protocollo “è quello di affrontare insieme i problemi che negli ultimi mesi si sono manifestati in materia di personale regionale e che, probabilmente, un approccio sulle singole questioni avrebbe sicuramente pregiudicato una possibilità di soluzione”. Per quanto riguarda la vicenda dei retrocedendi, questa intesa, ha spiegato Pellegrino, “chiarisce che nessuna attività da parte della Regione sarà indirizzata nella sostituzione dei 561 lavoratori coinvolti. I dipendenti coinvolti costituiscono per l’Ente professionalità riconosciute e quindi, sia in questa fase che in tutte le possibili evoluzioni della vicenda, le loro professionalità saranno salvaguardate e non ci sarà alcuna attività di tipo sostitutivo”. Accanto alla vicenda dei retrocedendi, nel Protocollo è sancito l’impegno comune dell’Amministrazione Regionale e dei sindacati “a definire – ha continuato Pellegrino – con una prospettiva di medio periodo, un Piano dei fabbisogni della macchina regionale che è sì virtuosa, ma anche molto fragile e inadeguata a fornire servizi di eccellenza nei confronti dei cittadini”. “All’interno di questo processo – ha concluso Pellegrino – abbiamo anche stabilito nel Protocollo due particolari livelli di attenzione: il primo livello di attenzione nei confronti del personale appartenente alle categorie B e C, lavoratori che a causa di sovrapposizioni di norme, pur avendo un elevato livello di professionalità non sono riusciti a sviluppare idonee progressioni di carriera. Il secondo livello di attenzione riguarda il personale a tempo determinato. Anche su questi lavoratori la cabina di regia dovrà definire ogni possibile utile azione, anche amministrativa, per valorizzare secondo la normativa vigente le professionalità sin ora acquisite”. Intesa tra Regione Puglia E Organizzazioni sindacali confederali Cgil, Cisl, Uil, di categoria Cgil Fp, Cisl Fps, Uilfpl, Direr Puglia. “Intesa sulle politiche del personale regionale. Premesso che: - nel corso degli ultimi anni l’Amministrazione Regionale pugliese è stata interessata da fenomeni di consistente e progressiva riduzione dell’organico, motivato dalle politiche legislative nazionali di sostanziale blocco delle assunzioni e del turn-over; - a seguito di tanto, il numero complessivo delle unità di personale in servizio presso l’Amministrazione regionale si presenta di dimensioni molto ridotte ove le si raffrontino con quelle delle altre Regioni italiane; - l’organico attuale (certamente di dimensioni da considerarsi molto virtuose sotto il profilo della spesa pubblica) in molti casi non si traduce in assetti organizzativi in grado di rispondere efficacemente ai mutamenti di competenze della Regione, specie a quelli successivi alla riforma del Titolo V della Costituzione e al trasferimento in favore delle Regioni dell’attuazione diretta delle Politiche di Coesione europea; - proprio al fine di corrispondere a tali rilevantissimi mutamenti di funzione la Regione Puglia ha avviato, nel corso degli ultimi tre anni, il rimodellamento della sua struttura organizzativa sulla base del modello denominato ‘Gaia’; - allo stato, l’implementazione di tale modello ha interessato, in particolare, l’architettura delle strutture dirigenziali, ma non si è ancora tradotta in un completo adeguamento degli assetti del personale di comparto; - le difficoltà ed i tempi non brevi di ridefinizione del modello organizzativo sono state efficacemente contrastati dal personale dipendente che, specie nei settori nevralgici delle competenze regionali, ha sempre mantenuto un approccio ispirato al massimo impegno e alla collaborazione; - sotto altro profilo, a far data dalla pubblicazione della legge n. 111/2011, una parte rilevante del personale regionale potrebbe essere interessato da procedure di reinquadramento estremamente penalizzanti con riguardo alla dignità professionale, all’inquadramento, alle mansioni, alle retribuzioni e al trattamento pensionistico futuro; - il Consiglio regionale ha sollecitato la Delegazione dei parlamentari pugliesi a promuovere una idonea norma nazionale finalizzata a salvaguardare le posizioni dei lavoratori e la funzionalità dell’ente regionale; - l’Amministrazione regionale è costretta a ricorrere – in casi di assoluta straordinarietà ed in settori nevralgici per le necessità dei cittadini amministrati – a lavoratori a tempo determinato; - il ricorso sporadico a tali forme di rafforzamento temporaneo della struttura regionale non può e non deve in alcun caso determinare – nemmeno ipoteticamente – fenomeni di tipo sostitutivo del personale interessato alle cosìddette retrocessioni con personale a termine; le parti convengono quanto segue: 1) la premessa fa parte integrante della presente intesa; 2) l’Amministrazione, anche sulla base delle attività di studio in corso, a partire dalla rivisitazione del modello organizzativo, si impegna a sottoporre, entro il 31.1.2012 alla Cabina di Regia con i Sindacati, una proposta relativa ai fabbisogni prospettici delle singole Aree e dei singoli Servizi dell’Amministrazione che, valutate le priorità di tipo politico strategico e i vincoli di legge, tenga in considerazione le attuali caratteristiche quantitative e qualitative dell’organico e la delicatezza delle funzioni svolte, sia con riguardo all’impegno amministrativo che con riferimento agli interessi dei cittadini; 3) l’Amministrazione con tale proposta, nell’ambito della propria organizzazione, ridefinirà il numero delle strutture dirigenziali, procedendo, ove possibile, alla razionalizzazione degli uffici affidati ad interim; 4) la Cabina di Regia, a sua volta, definirà le forme più opportune di rapida implementazione dei riassetti organizzativi del personale di comparto, sulla base del piano dei fabbisogni di cui alla clausola 2); 5) nelle more della approvazione del piano e della sua implementazione la Cabina di Regia valuterà eventuali necessità di natura straordinaria che rendano necessario il ricorso a forme di lavoro a tempo determinato; 6) non rientrano nelle limitazioni di cui alla clausola precedente gli avvisi per il rinnovo di procedure selettive relative a posizioni già, ad oggi, coperte con contratti a Td; 7) in nessun caso, mansioni o incarichi già affidati al personale interessato da procedure di reinquadramento in peius potrà essere svolto, anche in via temporanea, da personale a tempo determinato; 8) le parti convengono che nell’ambito della Cabina di Regia - nel rispetto del piano dei fabbisogni – si definisca ogni possibile utile azione, anche amministrativa, per valorizzare, ai sensi della normativa vigente, le professionalità acquisite da tutto il personale, ed in particolare: - con riferimento al personale a tempo indeterminato, promuovendo ogni possibile forma di sviluppo delle carriere; - con riferimento al personale a tempo determinato, definendone percorsi professionali idonei ad intercettare i fabbisogni a medio periodo dell’Amministrazione, come risultanti dal piano di cui alla clausola 2), e quindi maggiormente capaci di inserirsi nei processi di turn-over del personale. Letto, confermato e sottoscritto, Bari, 6 dicembre 2011.  
   
   
FVG: INCENTIVI APPRENDISTATO SU MESTIERI DELLA TRADIZIONE  
 
Udine, 12 dicembre 2011 - Promuovere l´arte dei mestieri, anche assicurando la trasmissione generazionale, attraverso l´avviamento dei giovani verso figure lavorative richieste dalla società moderna, ma messe in secondo piano, negli ultimi decenni, dall´avvento delle tecnologie e dai cambiamenti nella società. Questo l´obiettivo, come ha enunciato l´assessore regionale al Lavoro, Formazione, Commercio e Pari Opportunità, Angela Brandi, del programma Amva, Apprendistato e Mestieri a Vocazione Artigianale, che è promosso dal Ministero del Lavoro e attuato da Italia Lavoro attraverso la Regione, presentato il 7 dicembre a Udine. L´iniziativa consentirà di allestire Botteghe di mestiere, opifici nei quali i giovani potranno apprendere le specifiche competenze del lavoro artigiano manuale. Botteghe, che come ha spiegato la Brandi potranno essere allestite seguendo un settore di specializzazione diverso per ciascuna delle quattro Province del Friuli Venezia Giulia. A livello nazionale sono stati indicati i seguenti settori dei mestieri che potrebbero essere valorizzati attraverso il programma: edilizia specializzata, legno e carta, metalli, cucina, lavorazioni artistiche tradizionali, nautica, strumenti musicali, cucina, benessere, moda e tessuto, carne e pesce, arte bianca e dolce, lattiero caseario. Lo stesso programma Amva, che è dotato per il Friuli Venezia Giulia di 540 mila euro, come ha specificato la Brandi apre un´ulteriore opportunità, che è sempre orientata verso la valorizzazione delle occupazioni tradizionali, dunque al recupero delle tradizioni del nostro territorio. Sono infatti previsti incentivi per le botteghe artigiane che ospiteranno giovani tra i 18 e i 29 anni, i quali a loro volta godranno di una borsa di tirocinio per sei mesi. "Il nostro indirizzo programmatico - ha detto la Brandi all´affollato uditorio, composto da esponenti delle associazioni datoriali e di categoria, riferendosi agli obiettivi della Giunta regionale Tondo - è quello di dare un importante impulso all´apprendistato quale strumento per facilitare ai giovani l´ingresso nel mondo del lavoro". "Occorre però innanzitutto - ha aggiunto - recuperare culturalmente il valore di mestieri ´snobbati´ negli ultimi anni, ma che rappresentano figure professionali fortemente richieste dalle aziende". E l´opportunità offerta dai due indirizzi del programma Amva, ha aggiunto, "mirano a intervenire con strumenti realmente efficaci e coerenti alle esigenze delle imprese". "Formazione e realtà produttive - ha concluso Brandi - debbono operare sempre più sinergicamente per raggiungere nel mercato del lavoro quei livelli di affiancamento tra domanda e offerta vicini agli standard europei". Per quanto attiene agli incentivi alle assunzioni, dal 30 novembre scorso è stato aperto un apposito bando nazionale che si inserisce nei Programmi operativi nazionali del Fse 2007-2013, e che si propone quale iniziativa integrata tra le politiche per lo sviluppo delle imprese, le politiche per il lavoro e quelle per la formazione. Un´altra linea d´intervento del programma Amva è rivolta alle aziende del Friuli Venezia Giulia che potranno così ottenere un incentivo di 4.700 euro per ciascun giovane disoccupato da almeno sei mesi e di età tra i 17 e i 29 anni, che sia stato assunto a partire dal 30 novembre scorso con un contratto di apprendistato professionalizzante a tempo pieno.  
   
   
OK ARS A TRASFERIMENTO RISORSE ACCISE A SICILIA  
 
Palermo, 12 dicembre 2011 - "L´approvazione da parte dell´Ars dello schema del disegno di legge voto per la modifica dell´art. 36 dello Statuto regionale in materia di entrate tributarie consente di procedere ulteriormente nella definizione dell´annoso problema del trasferimento alla Regione Siciliana delle risorse relative alle accise. Ci auguriamo possa adesso trovare, nel ritrovato clima di coesione nazionale, tempestivo accoglimento da parte del Parlamento nazionale". Cosi´ ha commentato l´assessore regionale per l´Economia, Gaetano Armao, l´approvazione all´unanimita´ del disegno di legge con cui si stabilisce che spettano alla Regione il gettito dell´imposta di produzione dei prodotti petroliferi - tenuto conto del fatto che in Sicilia si raffina il 41% dell´intera produzione italiana - e il gettito sulla raffinazione pari a circa 1,3 miliardi di euro annui. Lo stesso disegno di legge, come emendato su iniziativa del governo, stabilisce che spetta alla Sicilia anche il 20% del gettito dell´imposta di produzione sugli stessi prodotti raffinati nel territorio regionale, ma immessi in consumo in altre regioni, pari a circa 1,8 miliardi. Le accise comporterebbero un incremento del bilancio regionale di oltre 3 miliardi. "In questi mesi - ha proseguito Armao - abbiamo compiuto con il primo firmatario, Michele Cimino, un proficuo lavoro di integrazione del testo iniziale, cosi´ da giungere ad una formulazione che riconosce alla Sicilia non solo le accise sui prodotti petroliferi raffinati ed immessi in consumo nell´isola ma anche una congrua retrocessione (20%) di quelle dei prodotti petroliferi raffinati nel territorio regionale e immessi al consumo nelle altre regioni". "Questa legge - ha concluso Armao - costituisce certamente una spinta verso il rafforzamento dell´autonomia finanziaria della Sicilia e consente di superare una incongruenza nella norma statutaria che escludeva la Regione dal percepimento delle imposte di produzione. Questa, come l´intero complesso delle norme sull´autonomia finanziaria regionale, deve trovare integrale e tempestiva attuazione come avvenuto per le altre regioni a statuto speciale del nord. E´ questa la richiesta chiara e forte che avanziamo al governo nazionale"  
   
   
VALLE D’AOSTA: MODIFICATI GLI OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO PER L’ASSUNZIONE DI LAVORATORE STRANIERO REGOLARMENTE SOGGIORNANTE IN ITALIA  
 
Aosta, 12 dicembre 2011 - Il Servizio affari di prefettura della Presidenza della Regione informa che dal 15 novembre 2011 i datori di lavoro che assumono un lavoratore non comunitario regolarmente soggiornante in Italia non dovranno più compilare il modello Q, il cosiddetto Contratto di soggiorno, da inviare entro 5 giorni dall’assunzione allo Sportello Unico per l’Immigrazione, ma assolveranno agli obblighi (previsti dall’articolo 36bis del regolamento di attuazione del testo Unico in materia di immigrazione) inviando al Centro per l’impiego per via telematica il modello Unificato Lav entro le ore 24 del giorno antecedente l’assunzione (nota del 28 novembre 2011 del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali). La compilazione del modello Unificato Lav comporta, infatti, anche l’assunzione da parte del datore di lavoro degli impegni una volta contenuti nel Contratto di soggiorno, ossia la garanzia di un alloggio e il pagamento delle spese per il rientro in patria. Anche in caso di rapporto di lavoro domestico, la comunicazione effettuata all’Inps con le modalità previste dalla legge n. 2/2009 è valida ai fini dell’assolvimento dell’obbligo di presentazione del modello Q. Il nuovo modello di comunicazione, aggiornato lo scorso 15 novembre, è disponibile sul sito portale del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali (www.Lavoro.gov.it). Pertanto, non si devono più inviare allo Sportello Unico per l’Immigrazione i contratti di soggiorno (modello Q) mediante raccomandata con avviso di ricevimento.  
   
   
LAVORO - CAPPELLACCI: "9,6 MILIONI DI EURO PER 3.200 TIROCINI FORMATIVI"  
 
Cagliari, 12 Dicembre 2011 - "I voucher, rivolti a persone che non hanno beneficiato del sussidio di disoccupazione e di altri ammortizzatori sociali, favoriscono l´inclusione perché da un lato offrono l´opportunità di maturare esperienza in un´azienda, a chi oggi è escluso dal mondo del lavoro, e dall´altro consentono all’impresa di verificare ‘sul campo’ le capacità di chi svolge il tirocinio, che rappresenta una nuova ‘porta di ingresso’ verso l’occupazione”. Lo ha detto il presidente Ugo Cappellacci durante la presentazione dei Tirocini formativi e di orientamento (Tfo) con voucher, iniziativa che rientra tra gli interventi di politica del lavoro attuati dalla Regione. Sono rivolti a disoccupati ed inoccupati, residenti in Sardegna, con un età minima di 26 anni, se diplomati, e di 30, se laureati. Rappresentano uno strumento di formazione, finalizzato all’acquisizione di competenze e conoscenze specifiche nell´ambito di un profilo professionale, per il quale sono stati stanziati 9,6 milioni di euro di fondi regionali, destinati all’attivazione di 3.200 tirocini, ognuno dei quali avrà a disposizione un voucher mensile di 500 euro per sei mesi. "L´obiettivo è agevolare l´ingresso all’interno delle aziende, ma anche quello di consentire alle aziende stesse di provare una forza lavoro che potrà eventualmente essere stabilizzata. Vogliamo facilitare l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro ed abbiamo incaricato l’Agenzia regionale per il lavoro di promuovere i tirocini con una modalità a sportello, sulla base di una perequazione territoriale che comprendesse tutti i Comuni della Sardegna” ha aggiunto Cappellacci. "Siamo fortemente impegnati nel promuovere adeguate politiche attive del lavoro, spendendo al meglio le risorse disponibili - ha sottolineato l’assessore del Lavoro, Antonello Liori – Dopo le misure per il microcredito, l’autoimpresa, l’apprendistato, l’alta formazione, coi Tirocini formativi e di orientamento con voucher si completa e si integra la misura dei Pip (Piani di inserimento professionale) che non coprivano la fascia anagrafica riservata ai Tfo. Sin dai primi giorni i risultati ottenuti sono positivi ed incoraggianti: 1.232 progetti già confermati, con un elevata incidenza femminile (71%) e di giovani tra i 26 ed i 30 anni (38%), ed una consistente adesione delle aziende (oltre 2.000), che evidenzia una particolare attenzione da parte del mercato del lavoro sardo per questo strumento. I Tfo sono in grado di instaurare un rapporto di fiducia tra tirocinanti ed aziende che può facilitare il processo di assunzione“. "E´ uno strumento innovativo che vogliamo sperimentare, efficace sul mercato del lavoro ed efficiente sul piano amministrativo - ha detto il direttore dell’Agenzia regionale per il lavoro, Stefano Tunis - Spostare l´abitudine della ricerca di lavoro fondata sul rapporto personale verso un sistema istituzionale fornito dalla Regione è un salto di qualità per tutto il nostro sistema". Nel portale www.Sardegnatirocini.it è pubblicata la ‘vetrina domanda e offerta’ per facilitare l´incontro tra tirocinanti ed aziende e possono essere presentante le domande.  
   
   
LAVORO:GUSTARE E DEGUSTARE.ACCESSO A OCCUPAZIONE E INCLUSIONE SOCIALE  
 
 Palermo, 12 dicembre 2011 - Si e´ tenuta il 7 dicembre a Palermo la giornata di informazione e promozione "Gustare e degustare", alla quale ha partecipato l´assessore regionale alla Famiglia e alle Politiche sociali, Andrea Piraino. Il progetto "Profuturo, accesso all´occupazione e inclusione sociale", promosso dall´associazione Unicoop e dalla societa´ cooperativa Ats Agrigest, mira all´integrazione e all´inclusione sociale di venti soggetti in condizione di disagio economico, sottoposti a detenzione domiciliare o affidati ai servizi sociali, che da otto mesi seguono un corso di formazione per conseguire un attestato con la qualifica di "tecnico in progettazione e promozione del turismo enologico". "Recuperare e inserire nel mondo lavorativo queste persone - ha sottolineato l´assessore Piraino - e´ un compito importante che la societa´ civile deve reintestarsi, anche assieme alle istituzioni. C´e´ grande soddisfazione nel constatare di essere riusciti, al termine di un percorso, a reinsere nella societa´ queste persone che hanno avuto degli inconvenienti con la giustizia. Il progetto, d´altronde, si ispira a metodologie di promozione e condivisione responsabile con l´interazione tra la rete dei servizi sociali, sanitari, del lavoro e della formazione, con le reti del Terzo settore e dell´imprenditoria, quali attori fondamentali dell´intero sistema". Dallo scorso mese di agosto, i corsisti hanno iniziato degli stage in alcune cantine del versante occidentale della provincia di Palermo. Il progetto avra´ una durata di 20 mesi, al termine dei quali l´associazione provera´ ad inserire i soggetti nel mondo del lavoro. L´evento di stamattina aveva come obiettivi descrivere ai cittadini l´intero percorso, fornire adeguate informazioni rispetto al ruolo e alle mansioni di ognuno di loro al termine del percorso formativo, e illustrare in maniera competente i principi basilari che regolano l´abbinamento tra cibo e vino.  
   
   
CONCILIAZIONE FAMIGLIA E LAVORO: REGIONE VENETO PRIMA IN ITALIA AD AVERE CERTIFICAZIONE INTERNAZIONALE AUDIT PER AIUTARE AZIENDE E DIPENDENTI  
 
Venezia, 12 dicembre 2011 - Per mettere in campo misure che migliorino concretamente la conciliabilità di famiglia e lavoro per il personale delle aziende, la Regione Veneto, prima in Italia, ha stipulato con la Fondazione di Francoforte Berufundfamilie Gmbh un contratto di licenza d’uso del marchio europeo Audit Famiglia&lavoro. Audit è uno strumento certificato a livello internazionale per introdurre nelle aziende una politica di gestione del personale orientata alla famiglia. Ne dà notizia l’Assessore regionale ai servizi sociali Remo Sernagiotto il quale informa che tale strumento, adottato dal Veneto, è rivolto a imprese di ogni dimensione e forma giuridica, ed anche ad enti pubblici; può essere svolto nell’intera impresa o in singole unità organizzative. “L’audit - spiega Sernagiotto - è un efficace strumento per analizzare la politica delle risorse umane adottata da un’impresa e rappresenta dunque un grosso aiuto ai datori di lavoro che vogliono creare un equilibrio durevole ed economicamente sostenibile tra gli obiettivi dell’azienda e gli interessi dei collaboratori e delle collaboratrici. Attraverso l’Osservatorio Regionale Politiche Sociali che sarà il “braccio operativo” per la gestione del sistema Audit, potremo – continua l’Assessore - offrire alla aziende uno strumento per elaborare, con l’aiuto dei consulenti/auditori, le migliori soluzioni per agevolare il proprio personale verso una migliore conciliabilità di famiglia e lavoro”. La certificazione Audit è stata introdotta nel nostro Paese dalla Provincia Autonoma di Bolzano ed il Veneto è la prima Regione italiana ad ottenere questa certificazione che in Germania e in Austria è in uso già da più di un decennio e con ottimi risultati”( ca 1.500 aziende/enti certificati)“. Le imprese potranno ricevere le informazioni necessarie e segnalarsi per intraprendere volontariamente l’Audit, presso la Regione/osservatorio Regionale Politiche Sociali. L’impresa quindi verrà contattata da un auditore (consulente formato e selezionato, in possesso della licenza ad hoc, iscritto ad un apposito registro della Regione Veneto) che stipulerà con l´organizzazione un contratto di consulenza di tipo libero-professionale e accompagnerà l’azienda nell´elaborazione delle misure migliorative della conciliabilità famiglia e lavoro, dopo aver rilevato assieme il potenziale di sviluppo dell’impresa. Dopo il conseguimento del certificato Audit famiglia&lavoro l’impresa sarà iscritta del registro Regionale delle aziende certificate ed avrà la possibilità di usufruire del network messo a disposizione dalla Regione e degli incontri di aggiornamento specifici ad esso collegati. Per tutte le informazioni del caso: osservatorio.Politichesociali@regione.veneto.it  (041-2791361)  
   
   
LUCCA: NASCE L’ASSOCIAZIONISMO DEI GENITORI  
 
Lucac, 12 dicembre 2011 - Volontariato, quante gioie e anche qualche dolore… Chi è più navigato sa di aver giurato almeno una volta ‘basta, non lo faccio più’ e di aver poi ripreso più appassionato di prima. Così è sempre bello sapere di una nuova Associazione che nasce sull’onda della voglia di spendersi per gli altri. In particolare quando si tratta di un’associazione che ha come scopo sociale la tutela dell’infanzia e della famiglia sul versante dell’educazione e su quello della scuola, come l’associazione genitori A.ge. Di San Michele di Moriano (Lucca). Per festeggiare questa nuova nascita in casa A.ge., lunedì 12 dicembre alle 16,45 in via delle Scuole n. 38 a Maggiano (Lucca) presso la sede della Circoscrizione n. 5, si terrà un incontro di formazione gratuito per genitori impegnati nella scuola. In quella occasione la presidente regionale Age Rita Manzani Di Goro e il referente per Lucca Fausto Ori offriranno in omaggio a tutti i nuovi soci una copia del manuale "Come rappresentare i genitori" edito da Bignami. Un festeggiamento particolare sarà rivolto alla neo eletta presidente Paola Gonella e al nuovo direttivo. Nel corso dell’incontro verranno trattate le seguenti tematiche: organi collegiali della scuola, ruolo del rappresentante di classe, autonomia scolastica, patto di corresponsabilità scuola/famiglia, contributo volontario dei genitori, gite scolastiche, come coinvolgere i genitori. Il manuale è reperibile o presso l’editore (Casa Editrice Bignami, via Pisa 200, 20099 Sesto San Giovanni (Mi), info@bignami.Com , 02 22470756) oppure scrivendo ad agetoscana@age.It ; sono previsti sconti per le scuole. “Il nostro intento –dichiara la presidente di A.ge. Toscana, Rita Di Goro- è quello di diffondere le migliori pratiche che abbiamo incontrato in tanti anni di formazione destinata ai genitori. Nostro obiettivo prioritario quello di fondare una ´comunità educante´ in ogni classe, perché tutti i bambini hanno diritto a vivere con serenità e ricchezza di stimoli la loro esperienza scolastica e certo il rappresentante di classe costituisce l´elemento trainante per realizzare tutto questo. Intanto facciamo i migliori auguri agli amici dell´Age di San Michele di Moriano per il loro impegno”. Per informazioni: agetoscana@age.It  – 328 8424375 – www.Agetoscana.it  - www.Facebook.com/agetoscana    
   
   
NO ALLO STALKING CON TEMPORANEA 2012  
 
Parma, 12 dicembre 2011 – Un fenomeno in gran parte sommerso perché si ha ancora troppa paura di denunciare o perché a volte non ci si rende conto di essere vittime e che quei comportamenti apparentemente normali si sono trasformati in vere e proprie persecuzioni. È dedicata allo stalking l’edizione 2012 di Temporanea, l’agenda promossa dalla Provincia, pubblicata dalla casa editrice Edicta e realizzata grazie al contributo di Fondazione Cariparma. In Italia l’introduzione del reato di stalking è molto recente, del 2009, per questo sia il fenomeno che la legge di contrasto sono ancora poco conosciuti: da qui l’idea dell’Assessorato alle Pari opportunità della Provincia di dedicare 365 giorni a questo fenomeno, che colpisce soprattutto le donne e che rappresenta una delle piaghe della nostra società. “Abbiamo pensato a un’agenda perché è qualcosa che si conserva, un oggetto di per sé già utile che diventa anche strumento di informazione, conoscenza e sensibilizzazione su un tema ancora troppo poco conosciuto – ha detto l’assessore provinciale alle Pari opportunità Marcella Saccani, presentando l’agenda questa mattina nell’Ente di piazza della Pace -. Un fenomeno diffuso, come ci confermano le denunce. Più volte abbiamo vissuto casi di morti annunciate, anche a Parma: per questo crediamo che l’agenda possa diventare uno strumento di tutela, di opportunità, di difesa dei diritti”. I testi di Temporanea sono stati tratti dalla tesi magistrale in Giurisprudenza di Davide D’andrea, investigatore della Squadra Mobile della Questura di Parma. “Fino a due anni fa non esistevano testi sull’argomento e per me adesso è un orgoglio vedere che parte del mio lavoro, grazie a questa agenda, potrà essere alla portata tutti – ha affermato Davide D’andrea -. Un’agenda di facile consultazione che vuole essere anche un invito a farsi coraggio”. Chi sfoglierà l’agenda potrà approfondire la legge n.38 del 2009, che introduce nel codice penale il reato di atti persecutori, capire in cosa consiste esattamente lo stalking e chi sono gli stalker: dagli ex partner che non si rassegnano alla fine dell’amore, ai cyberstalker che perseguitano attraverso i mezzi informatici. E ancora, sapere come comportarsi se si è vittime di stalking e quali siano gli strumenti di tutela. “Alle donne che vengono a denunciare questi casi consigliamo sempre di appuntarsi tutti i comportamenti dello stalker in modo dettagliato, con giorno e ora, così da avere una escalation precisa: l’agenda potrà essere utile anche in questo”, ha sottolineato la dirigente dell’Ufficio Volanti della Questura di Parma Roberta Cicchetti, che ha scritto una tesi sul tema “Psicologia dello stalker e della sua vittima”, da cui emerge anche come “contrariamente a quanto si pensa solo l’1% degli stalker soffre di malattie psichiatriche: per il 99% dei casi si tratta quindi di persone sane di mente”. “È importante parlare di un problema che c’è sempre stato ma che fino a poco tempo fa non aveva un nome: per questo è importante l’iniziativa della Provincia – ha aggiunto Debora Veluti dirigente del Nucleo antiviolenza della Polizia Municipale di Parma -. Sono sempre di più le donne che si rivolgono anche a noi, a dimostrazione di quanto sia importante che un’ampia rete di soggetti si occupi di questi temi”. Ad arricchire le pagine di Temporanea anche alcune immagini dei lavori che hanno vinto il Premio Colasanti-lopez, istituito dalla Provincia per sensibilizzare gli alunni delle scuole sulla violenza contro le donne. Inoltre, nelle pagine conclusive si potranno trovare i siti internet dedicati allo stalking e alla violenza, i numeri utili in caso di emergenza o se si ha bisogno di assistenza e accoglienza, tutte le indicazioni sui diversi livelli istituzionali in cui si articola il settore delle Pari opportunità, da quelli nazionali (del Ministero e della Commissione di Parità) a quelli regionali e provinciali. Infine, uno spazio è dedicato alle buoni prassi della Provincia in materia di prevenzione e contrasto della violenza alle donne: l’agenda si inserisce infatti in un più ampio percorso di sensibilizzazione intrapreso dall’Ente di piazza della Pace con l’obiettivo di valorizzare la diffusione della cultura di genere, della prevenzione e del contrasto della violenza e dello stalking contro le donne, di avvicinare le donne e gli uomini alle tematiche di parità e di pari opportunità.  
   
   
PARI OPPORTUNITÀ: OGGI A TRIESTE CONVEGNO SU ARCHIVIO DI STORIA DELLE DONNE  
 
Trieste, 12 dicembre 2011 - La Commissione regionale per le pari opportunità tra uomo e donna promuove un convegno dal titolo "Verso l´archivio della memoria delle donne del Friuli Venezia Giulia", che avrà luogo nella Sala Tessitori del Consiglio regionale, al pian terreno del palazzo di piazza Oberdan 5 a Trieste, lunedì 12 dicembre, con inizio alle 16.30. L´iniziativa ha l´obiettivo di iniziare a mettere in rete gli archivi che già esistono e di organizzare la conservazione e la divulgazione della storia delle donne della nostra regione dalla fine della Ii Guerra mondiale a oggi, per evitare che essa si disperda e che si allarghi ancora di più il silenzio della memoria. I lavori saranno aperti dalla presidente della Commissione Santina Zannier ed Ester Pacor, componente della Commissione, illustrerà il progetto. Sono previsti interventi di Elisabetta Vezzosi dell´Università di Trieste sui movimenti delle donne; di Ariella Verrocchio, direttrice scientifica dell´istituto Livio Saranz, sui problemi di metodo legati agli archivi; di Elda Guerra dell´associazione Orlando di Bologna, che porterà l´esperienza dell´archivio di storia delle donne di Bologna; di Anna Scattigno dell´Università di Firenze, che illustrerà l´esperienza toscana in questa materia; di Maria Amalia D´aronco dell´Università di Udine che tratterà dei problemi legati al "recupero di una memoria intangibile"; di Pina Nuzzo, delegata nazionale dell´Unione donne in Italia-udi, che esporrà l´esperienza decennale in materia della sua organizzazione.