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Notiziario Marketpress di Lunedì 05 Novembre 2012
FONDAZIONE EUROPEA STATUTO: UNA PROPOSTA CONCRETA PER LA COESIONE SOCIALE E IL DINAMISMO ECONOMICO IN EUROPA  
 
Bruxelles, 5 novembre 2012 - Di seguito il testo dell’intervento del 31 ottobre di Michel Barnier Membro della Commissione europea, responsabile per il mercato interno e dei servizi nel corso della conferenza sulla proposta di statuto della Fondazione europea: una proposta concreta per la coesione sociale e il dinamismo economico in Europa: “ Signore e Signori, Vorrei innanzi tutto ringraziare l´Accademia di diritto europeo, il suo direttore, il signor Wolfgang Heusel e vice direttore, John Coughlan, per l´organizzazione di questa conferenza e per l´invito. Alla fine del 2012, il mercato unico, come del resto l´Accademia di diritto europeo, festeggia il suo 20 ° anniversario. Per me, questo anniversario non deve essere una scusa per qualsiasi malinconia o nostalgia, o un motivo di compiacimento o di eccessivo orgoglio. In 20 anni, il mercato unico ha portato molti cittadini e le imprese in Europa: al di là di linee di credito o bonifici relativi alle Euro, riduzioni di prezzo significative sui biglietti o di telefonia mobile, ha permesso a molti di viaggio europei, di studio o di lavoro in un altro Stato membro. Molte aziende, in particolare le Pmi, sono stati in grado di espandersi oltre i confini dei loro paesi da norme comuni. Tuttavia, 20 anni dopo, questi risultati sono in gran parte messa in ombra dalla serie di crisi che continuano a colpire l´Europa, con conseguenze molto reali sulla vita delle persone. Dovrebbe essere una crescita zero in Europa nel 2012 e la disoccupazione è un giovane attivo, sia in paesi come la Spagna o la Grecia. Questa situazione ci costringe a guardare con occhio critico al mercato, e chiederci come possiamo adattare di andare a cercare i punti di crescita e posti di lavoro che mancano. E ´l´obiettivo del mercato unico, che si propone di operare in modo coordinato tutti i "fattori di crescita" del nostro grande mercato per porre le basi di una "nuova crescita" più forte, ma anche più innovativi, più verde, più posti di lavoro e più sociali. La mia convinzione è che non troveremo il percorso di crescita, l´occupazione e il dinamismo economico senza coesione sociale. Le due parti vanno insieme. Quando proponiamo la creazione di un passaporto europeo per i fondi che investono in imprenditorialità sociale, incoraggiamo società finanziarie che offrono innovative e spesso danno la possibilità alle persone permanentemente rimosso dal mercato del lavoro. Quando abbiamo migliorare il riconoscimento delle qualifiche professionali tra i paesi europei, aiutiamo le aziende assumere lavoratori qualificati, mentre lottano contro la disoccupazione. Quando noi bonus allenatore e la retribuzione irragionevole nel settore finanziario, vi possiamo garantire la stabilità finanziaria, limitando gli incentivi per assunzione di rischi eccessivi, ma abbiamo anche agire per la giustizia sociale in Europa. Signore e Signori, Questi due obiettivi - dinamismo economico e la coesione sociale - sono i fondamenti dello Statuto proposta della Fondazione europea abbiamo presentato 8 Feb 2012. Il contributo dei fondamenti della coesione sociale è dimostrata. In Europa, 110.000 fondazioni di pubblica utilità sono attive in settori essenziali per i cittadini come la ricerca e l´istruzione, i servizi sociali, la sanità, la cultura e la tutela dell´ambiente. Ma il loro valore economico è meno spesso evidenziato. Mi dispiace tanto più che le cifre parlano da sole: Fondazioni europee impiegano tra 750.000 e un milione di persone a tempo pieno in Europa, cui si aggiungono un milione di volontari. Le attività di fondazioni nell´Ue sono stimati a 350 miliardi di euro e una spesa annua di 83 miliardi di euro. Questi dati indicano chiaramente le potenzialità di questo settore in termini di crescita, occupazione e coesione sociale in Europa. Tuttavia, questo fondazioni potenziali in Europa deve ancora affrontare gravi ostacoli. Molte fondazioni che intendono esercitare la loro attività in un altro paese dell´Ue sono ostacolate da giuridico o amministrativo. Essi non sono sempre riconosciute come fondazioni di pubblica utilità e sono a volte avviare le procedure lunghe e costose per dimostrare che essi hanno diritto alle agevolazioni fiscali stesse fondazioni nazionali. Tale costo aggiuntivo riduce i fondi disponibili per le loro azioni sul campo. Inoltre, mentre sappiamo che esiste un forte potenziale di donazioni transfrontaliere, è spesso difficile per la fondazione di ricevere donazioni da donatori che vivono in altri Stati membri. La nostra proposta di statuto della fondazione europea, che si basa su uno studio precedente, ma anche due consultazioni pubbliche e numerosi contatti con il settore delle fondazioni, mira a rimuovere questi ostacoli. Non voglio entrare nei dettagli su come la nostra proposta di aver studiato per due giorni. Mi limiterò a citare tre punti per illustrare i vantaggi della Fondazione europea. 1. Primo punto: la semplicità, il fattore di sicurezza e ridurre i costi. La transizione verso giuridico e amministrativo requisiti uniformi in tutta l´Unione europea dovrebbe consentire risparmi significativi per le fondazioni. Compresi i costi stimati relativi al lancio o l´esercizio di attività in altri Stati membri potrebbero ridurre 100.000.000 € all´anno. 2. Secondo punto: la ricerca di un equilibrio tra le esigenze di leggi nazionali e la necessità di agevolare le attività transnazionali di fondazioni di beneficenza. Nel settore fiscale, si propone che le fondazioni europee ricevono lo stesso trattamento fondamenti del diritto nazionale e dei loro donatori godere dei benefici fiscali stessi come se stessero facendo donazioni ad una fondazione con sede nel loro Stato membro. Lo stesso trattamento fiscale rispetterebbe il principio di non discriminazione, che caratterizza il mercato unico, garantendo al tempo stesso la sovranità degli Stati membri nel settore delle imposte. Ricordo anche che la Fondazione europea esiste parallelamente ai fondamenti del diritto nazionale, e che la decisione di utilizzare questa nuova forma giuridica spetta a ciascuna fondazione, su base volontaria e facoltativa. 3. Terzo punto: la fiducia dei donatori e degli Stati membri. Per ottenere il marchio di Fondazione europea, che dovrebbe aumentare la loro visibilità, e permettere loro di attirare maggiori finanziamenti, le fondazioni devono perseguire un obiettivo di pubblica utilità dimostrare la dimensione transnazionale delle loro attività e la creazione di un proprio patrimonio un valore di almeno 25.000 euro. Nello spirito di trasparenza e responsabilità, avranno anche la revisione contabile annuale e le rende pubbliche. Infine, la nostra proposta conferisce poteri di vigilanza delle fondazioni europee per le autorità nazionali, ed è un obbligo di cooperazione transfrontaliera, di cui tutt´e due dovrebbero migliorare il dialogo e costruire la fiducia tra gli Stati membri e donatori. Signore e Signori, Lo stato che ho descritto a grandi linee è semplice, efficiente, trasparente e affidabile. Esso dovrebbe avere un impatto positivo sulle attività transfrontaliere di fondazioni e la quantità di donazioni che ricevono. È molto importante che questo innovativo strumento entra in vigore il più presto possibile. Le discussioni continuano il Consiglio, dove è richiesta l´unanimità. Alcuni elementi sono oggetto di dibattito, l´importo del capitale minimo, la definizione di finalità pubblica, le disposizioni in materia di registrazione e il trasferimento di fondazioni registrati, e in particolare gli aspetti fiscali. La prossima riunione del gruppo di lavoro del Consiglio, che si terrà nel mese di dicembre, deve, in particolare ci permettono di prendere in materia fiscale. Inoltre, sono lieto che il Parlamento riprendere questo argomento organizzando un´audizione nel mese di novembre. La Commissione intende mantenere un dialogo con gli Stati membri e il Parlamento per convincere l´utilità di una proposta ambiziosa in materia. Nel frattempo, sembra importante che i rappresentanti delle fondazioni, e so che ci sono molti di voi partecipare a questo dialogo, e continuano a dimostrare l´interesse nazionale dello statuto della fondazione europea. Grazie per la vostra attenzione.  
   
   
LA COMMISSIONE COSTRUISCE UN´EUROPA MIGLIORE  
 
Bruxelles, 5 novembre 2012 - Una miriade di preoccupazioni gravano sulle menti degli europei e la crescita e l´occupazione sono le questioni scottanti del momento. Per la Commissione europea la priorità è quella di alimentare la crescita nella regione e creare posti di lavoro. Nel 2013 e nella prima parte del 2014, la Commissione presenterà un pacchetto contenente circa 50 nuove iniziative che si concentrano sulle modalità per colmare eventuali lacune emerse nella regione, nonché sull´introduzione di riforme del sistema finanziario e di misure per stimolare l´economia. Tutto ciò contribuirà a far uscire l´Europa dalla crisi economica e a garantire una crescita sostenibile. Le nuove proposte sono volte a migliorare la stabilità, la trasparenza e la protezione dei consumatori nel settore finanziario. La Commissione intende farlo mediante il rafforzamento dell´unione economica e monetaria. Gli altri obiettivi dell´Ue sono di promuovere la competitività attraverso il mercato unico e una politica industriale coordinata, e di tagliare i costi per le imprese in termini di Iva e fatturazione. La Commissione intende incoraggiare le collaborazioni tra pubblico e privato nel campo della ricerca rafforzando i collegamenti in Europa attraverso la liberalizzazione delle reti energetiche. Si prevedono inoltre maggiori investimenti nelle infrastrutture a banda larga e la modernizzazione dei trasporti e della logistica per dare sostegno ai disoccupati. Si intende migliorare i servizi pubblici per l´impiego e promuovere misure per l´ambiente, attraverso politiche per una crescita sostenibile, per contrastare i cambiamenti climatici e migliorare la qualità dell´aria e la gestione dei rifiuti. Le iniziative riguardano anche la costruzione di un´Europa più sicura attraverso la lotta alle frodi e al traffico di armi da fuoco. Infine, la Commissione mira al rafforzamento dei vantaggi della cittadinanza europea. Promuoverà gli interessi e i valori dell´Europa sulla scena internazionale, mediante nuovi accordi commerciali, azioni mirate di cooperazione con i paesi limitrofi e il rafforzamento degli aiuti allo sviluppo per i paesi che ne hanno bisogno. Per garantire la corretta attuazione delle misure già concordate e ottenere i risultati auspicati, la Commissione opererà in stretta collaborazione con il Parlamento europeo, i leader dell´Ue in sede di Consiglio, i parlamenti nazionali e gli altri interlocutori. Per maggiori informazioni, visitare: Affari europei: http://ec.Europa.eu/news/eu_explained/index_it.htm  Le iniziative della Commissione: http://ec.Europa.eu/atwork/pdf/cwp2013_annex_en.pdf    
   
   
COMMISSIONE EUROPEA: ACCESSO PIÙ SEMPLICE E RAPIDO AI FONDI DELL´UE PER LE IMPRESE, LE CITTÀ, LE REGIONI E I RICERCATORI EUROPEI  
 
Bruxelles, 5 novembre 2012 - A seguito dell’entrata in vigore del nuovo regolamento finanziario dell´Unione, la Commissione ha adottato le nuove modalità di applicazione per questo testo di legge. Grazie alla semplificazione delle procedure, a partire dal 1° gennaio 2013 le imprese, le Ong, i ricercatori, gli studenti, le città e altri destinatari potranno accedere in modo più semplice ai fondi dell’Ue. La nuova normativa mira anche a rafforzare la trasparenza e a responsabilizzare maggiormente tutti coloro che gestiscono i fondi dell´Ue; prevede nuove possibilità per utilizzare importi fissi e tassi forfettari per somme di minor entità, elimina l’obbligo di fornire le stesse informazioni ogni volta che si richiedano i fondi e introduce la possibilità di presentare le domane online, oltre a molte altre novità. “Il nuovo regolamento introduce importanti miglioramenti per tutti i beneficiari dei fondi europei. Siamo riusciti a ridurre gli oneri amministrativi per i destinatari dei fondi dell´Unione, il che significa un accesso più facile e tempi più brevi per i finanziamenti provenienti dal bilancio dell´Ue. Le nuove regole aprono la strada a un uso più efficace delle risorse dell’Ue. Ciò è importante per ogni cittadino europeo, poiché in tempi di crisi il bilancio dell´Unione svolge un ruolo importante per promuovere la crescita e l´occupazione. Rendere più facile l’acceso ai fondi e accrescere la responsabilità di chi li gestisce è uno dei compiti principali del mio mandato.” È quanto ha dichiarato Janusz Lewandowski, Commissario europeo per la programmazione finanziaria e il bilancio. Semplificazione - Il nuovo regolamento finanziario prevede una serie di miglioramenti che faciliteranno la vita ai beneficiari dei fondi europei. Saranno ridotti i tempi tra l’invito a presentare proposte e la conclusione degli accordi di sovvenzione, come pure i termini di pagamento. L’enfasi del sistema di concessione delle sovvenzioni passerà dal rimborso delle dichiarazioni di spesa ai pagamenti in base ai risultati effettivamente raggiunti, attraverso un uso maggiore di importi fissi, tassi forfettari e costi unitari. Sarà inoltre possibile semplificare ulteriormente la burocrazia e incentivare i finanziamenti connessi al raggiungimento di risultati concreti mediante un uso più diffuso dei premi versati ai vincitori dei concorsi per lo sviluppo di soluzioni a problemi esistenti ("premi di incentivo"). I beneficiari dei fondi europei non saranno più tenuti ad aprire conti bancari fruttiferi separati. Inoltre, anche se verranno maturati interessi, non dovranno essere restituiti al bilancio dell’Unione né saranno conteggiati come entrate del progetto. Questa novità tiene conto di una delle principali preoccupazioni espresse dai beneficiari di sovvenzioni e da altre parti interessate, in particolare gli organismi di ricerca e le Ong, nel corso della consultazione pubblica condotta nel 2009 prima della proposta della Commissione del 2010. Maggiore responsabilità e tutela dei cittadini europei - Le nuove regole permetteranno di responsabilizzare in misura maggiore coloro che gestiscono il denaro dei contribuenti europei. Ciò riguarda anche gli Stati membri che attuano una buona parte del bilancio dell´Unione, compresa la politica regionale dell´Ue. In futuro, le autorità degli Stati membri che gestiscono i fondi europei dovranno firmare e trasmettere alla Commissione dichiarazioni annuali attestanti che i fondi dell´Ue sono stati spesi in modo corretto. Sono stati poi rafforzati i meccanismi di rettifica finanziaria per irregolarità commesse dai beneficiari riscontrate in fase di audit: come deterrente, la Commissione pubblicherà decisioni che impongono sanzioni in caso di uso improprio di fondi dell’Ue. Potenziare l´efficacia dei fondi dell’Ue attraverso meccanismi di finanziamento innovativi - In futuro, vari strumenti finanziari, quali prestiti, capitale o garanzie, saranno utilizzati per migliorare l´efficacia dei fondi dell’Ue, moltiplicandone quindi l’impatto finanziario. Vi saranno nuove possibilità per un´attuazione più flessibile dei partenariati pubblico-privato ("Ppp") per rispondere alle esigenze delle parti interessate dell´industria europea che vi partecipano. Nel settore dell´azione esterna, l´Unione sarà in grado di creare fondi fiduciari dell´Ue, mettendo in comune le proprie risorse con quelle degli Stati membri e di altri donatori, in modo da coordinare meglio gli aiuti esterni e aumentarne la visibilità. La Commissione intende proseguire la semplificazione - La semplificazione delle regole e dei processi non si concluderà con l´adozione del nuovo regolamento finanziario. La Commissione porterà avanti tutta una serie di proposte di semplificazione per integrarle saldamente nella nuova generazione di programmi (2014- 2020), che è al momento negoziata al Consiglio e al Parlamento europeo. Contesto - Il regolamento finanziario è il fulcro delle norme finanziarie dell’Unione, ne stabilisce i principi di bilancio e disciplina le modalità di spesa dei fondi. La versione attuale, adottata nel 2002, è stata modificata di recente, nel 2010, per finanziare la creazione del Servizio europeo per l´azione esterna. La procedura legislativa per la presente revisione, che è più profonda, è stata avviata dalla Commissione nel dicembre 2010, quando la proposta della Commissione per la revisione del regolamento finanziario ha affrontato le principali preoccupazioni espresse dai beneficiari dei fondi dell´Ue. Le nuove regole puntano a un accesso più semplice e rapido ai finanziamenti, rafforzando nel contempo la responsabilità di chi gestisce il denaro dei contribuenti europei. A seguito dell’adozione formale, avvenuta il 25 ottobre, e della pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell´Unione europea, il regolamento finanziario è entrato in vigore il 27 ottobre 2012. Oggi la Commissione ha adottato le modalità di applicazione che specificano le regole per la gestione finanziaria e integrano il regolamento. Nei prossimi due mesi il Parlamento europeo e il Consiglio possono sollevare obiezione o esprimere commenti sul testo proposto dalla Commissione Dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale e l´entrata in vigore a fine dicembre 2012, le nuove modalità saranno applicate, insieme al nuovo regolamento finanziario, a partire dal 1° gennaio 2013. Vediamo nello specifico il nuovo regolamento: - da un punto di vista finanziario saranno ridotti i tempi che intercorrono tra l´invito a presentare le proposte e la conclusione degli accordi di sovvenzione, così come i termini di pagamento; - il sistema di concessione delle sovvenzioni passerà da un tipo basato sul rimborso delle dichiarazioni di spesa, a uno basato sui pagamenti in base ai risultati effettivamente raggiunti, attraverso un uso maggiore di importi fissi, tassi forfettari e costi unitari; - la burocrazia verrà semplificata grazie ad un uso più diffuso dei premi versati ai vincitori dei concorsi per lo sviluppo di soluzioni a problemi esistenti ("premi di incentivo"); - i beneficiari dei fondi europei non saranno più tenuti ad aprire conti bancari fruttiferi separati; - gli interessi maturati non dovranno essere restituiti al bilancio dell´Unione né saranno conteggiati come entrate del progetto; - verranno rafforzati i meccanismi di rettifica finanziaria per le irregolarità commesse dai beneficiari: come deterrente la Commissione pubblicherà le decisioni che impongono sanzioni in caso di uso improprio dei fondi; - l´Unione europea creerà dei fondi fiduciari mettendo in comune le proprie risorse con quelle degli Stati membri e di altri donatori; - le autorità degli Stati membri che gestiscono i fondi europei dovranno firmare e trasmettere alla Commissione dichiarazioni annuali in cui attestano che i fondi elargiti dall´Unione europea sono stati spesi in modo corretto. «Le nuove regole aprono la strada a un uso più efficace delle risorse. Ciò è fondamentale per ogni cittadino europeo, perché in tempi di crisi il bilancio dell´Unione svolge un ruolo importante per promuovere la crescita e l´occupazione» ha detto Janusz Lewandowski, commissario europeo per il bilancio e la programmazione finanziaria.  
   
   
L´UE HA RILASCIATO IL SISTEMA RIVISTO DI IMPORTAZIONI PREFERENZIALI PER I PAESI IN VIA DI SVILUPPO  
 
 Bruxelles, 5 novembre 2012 - L´unione europea ha pubblicato il 31 ottobre il sistema rivisto di preferenze di importazione, noto come il sistema di preferenze generalizzate (Spg) per i paesi in via di sviluppo più bisognosi, con effetto dal 1 ° gennaio 2014. A seguito dell´accordo con il Consiglio e il Parlamento europeo il testo pubblicato o contiene le preferenze tariffarie speciali concessi nel quadro del Spg a tariffe ridotte o pari a zero, con i criteri finali che devono essere soddisfatte dai paesi sviluppo per i beneficiari. Il nuovo sistema avrà meno beneficiari (89 paesi), per garantire un maggiore effetto sui paesi più bisognosi. Allo stesso tempo, offrirà un maggiore sostegno ai paesi seriamente impegnati per l´attuazione delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani, diritti dei lavoratori, la tutela dell´ambiente e il buon governo. "Sono lieto che gli Stati membri dell´Unione europea e gli eurodeputati hanno sostenuto la proposta della Commissione di razionalizzare le nostre importazioni preferenziali. E ´importante aver riconosciuto che alcuni dei principali paesi in via di sviluppo sono diventati competitiva a livello globale. Questo ci permette di progettare il nostro sistema di trading per lo sviluppo in modo che i paesi che non hanno ancora sufficientemente sviluppate per ricevere più incoraggiamento e di sostegno ", ha detto Karel De Gucht, Commissario per il commercio dell´Ue. L’ Spg resterà in vigore fino al 1 gennaio 2014 per gli operatori economici di tempo per adattare il regime modificato. Il Consiglio e il Parlamento europeo hanno completato la proposta della Commissione con l´introduzione di una limitata espansione della copertura dei prodotti e la preferenza e un periodo di transizione più lungo per l´attuazione del nuovo Spg e ampliare garanzie specifiche per includere etanolo e materie prime tessili. Quali partner sono riviste beneficiari Spg? Il nuovo sistema dovrebbe riguardare 89 beneficiari: i 49 paesi meno sviluppati nell´ambito del "Everything But Arms" regime, e 40 altri partner a medio basso reddito o inferiore. "Tutto tranne le armi" (49): · 33 in Africa (Angola, Benin, Burkina Faso, Burundi, Comore, Gibuti, Eritrea, Etiopia, Gambia, Guinea, Guinea-bissau, Guinea Equatoriale, Lesotho, Liberia, Madagascar, Malawi, Mali, Mauritania, Mozambico, Niger, Repubblica di centrafr icaine, Repubblica Democratica del Congo, Ruanda, Sao Tome e Principe, Senegal, Sierra Leone, Somalia, Sudan, Tanzania, Ciad, Togo, Zambia); · 10 in Asia (Afghanistan, Bangladesh, Bhutan, Cambogia, Laos, Maldive (fino al 2013 dal momento che non sono più sulla lista dei paesi meno sviluppati dalle Nazioni Unite), Myanmar / Birmania (preferenze ora rimosso) Nepal, Timor-leste e Yemen); · 5 in Oceania (Isole Salomone, Kiribati, Samoa, Tuvalu, Vanuatu); · Uno nei Caraibi (Haiti). Questi partner beneficiare delle opportunità di esportazioni più consistenti una volta i loro concorrenti hanno lasciato il regime. Partner con reddito basso o medio reddito inferiore (40): · Armenia, Azerbaigian, Bolivia, Cina, Capo Verde, Colombia, Isole Cook, Costa Rica, Ecuador, Georgia, Guatemala, Honduras, India, Indonesia, Iran, Iraq, Kirghizistan, Isole Marshall, Micronesia, Mongolia, Nauru, Nicaragua, Nigeria , Niue, Pakistan, Panama, Paraguay, Perù, Filippine, El Salvador, Sri Lanka, Siria, Tagikistan, Thailandia, Repubblica del Congo, Tonga, Turkmenistan, Ucraina, Uzbekistan, Vietnam. Questi partner beneficeranno anche di maggiori opportunità di esportazione una volta che i loro concorrenti hanno lasciato il regime. Quali sono i paesi non sono più beneficiari? Le principali categorie di paesi beneficiari non più da Gsp sono i seguenti: 33 paesi e territori d´oltremare . Ciò è principalmente territori europei che hanno normative specifiche riguardanti l´accesso al mercato dell´Ue e non utilizzare l´Spg per questo scopo. I revisione in genere non li riguardano. Tale è il caso per i seguenti paesi e territori: Anguilla, Antartide, Antille Olandesi, Aruba, Bermuda, Gibilterra, Groenlandia, Guam, Isola Bouvet, Isole Cayman, Isola di Natale, Isole Cocos, Isole Falkland, Georgia del Sud e isole Sandwich del Sud Heard e Mcdonald Isole Minori Stati Uniti d´America, Isole Norfolk, Isole Pitcairn, Isole Turks e Caicos, Isole Vergini, Isole Vergini Britanniche, Isole Marianne Settentrionali, Mayotte, Montserrat, Nuova Caledonia, Polinesia francese, Saint-pierre e Miquelon, S. Helena, Samoa Americane, australi e Territorio Antartico, britannico dell´Oceano Indiano, Tokelau, Wallis e Futuna. 34 paesi con un altro regime commerciale con l´Ue che fornisce una copertura sostanzialmente equivalente al Spg. Si tratta di paesi che hanno concluso un accordo di libero scambio e sono soggette a sistemi autonomi (ad esempio regolamento relativo all´applicazione delle procedure previste per i paesi con accordo di partenariato economico (Epa) o il regime speciale per i Balcani occidentali). Alla luce di questi paesi sono molto poco influenzata dal Spg, la revisione avrà in . Generalmente alcun impatto su di esse Tale è il caso di: Euromed (6): Algeria, Egitto, Giordania, Libano, Marocco, Tunisia; Cariforum (14): Antigua e Barbuda, Bahamas, Barbados, Belize, Dominica, Grenada, Guyana, Giamaica, Repubblica Dominicana, Saint Kitts e Nevis, Saint Vincent e Grenadine, Santa Lucia, Suriname, Trinidad e Tobago; Africa orientale e meridionale (3): Mauritius, Seychelles e Zimbabwe; Pacifico (1) Papua - Nuova Guinea; Regolamento relativo all´applicazione delle procedure previste negli accordi di partenariato economico (8): Botswana, Camerun, Costa d´Avorio, Isole Figi, Ghana, Kenya, Namibia, Swaziland; altri (2): Messico, Sud Africa. I paesi che sono stati classificati dalla Banca mondiale nella categoria di economie ad alto reddito o superiore media durante gli ultimi tre anni ., sulla base del loro reddito nazionale lordo (Rnl) pro capite è: 8 ad alto reddito partner (Arabia Saudita, Bahrain, Brunei, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman, Qatar, Macao) e 12 partner di reddito medio-alto (Argentina, Brasile, Cuba, Uruguay, Venezuela, Bielorussia, Kazakistan, Russia, Gabon, Libia, Malesia, Palau). Riduzione limitata delle esportazioni (di solito circa 1%) sono previsti per molti di questi partner. Anche i minimi cali nelle esportazioni di grandi economie più avanzate e sono suscettibili di generare opportunità per le economie di dimensioni più . Poveri, le cui esportazioni sono molto piccole in confronto Per illustrare questa differenza di scala sono i seguenti: una riduzione dell´1% delle esportazioni brasiliane pari a oltre 16 volte il totale delle esportazioni verso l´Ue Burkina . I paesi appartenenti alle categorie seconda e la terza rimangono "ammissibile", ma non più "beneficiari" del regime. Esempio, se la loro situazione cambia (se non sono più classificati dalla Banca Mondiale come ad alto reddito o medio alto o se il regime commerciale scadenza), possono tornare ad essere beneficiari del regime. Come l´elenco dei prodotti e il margine di preferenza erano estesi? La copertura del prodotto nel quadro del Spg standard è già molto alto, dal momento che corrisponde al 66% delle linee tariffarie. Aggiungere linee 25% in più che sono già accompagnato da un tasso di dazio pari a zero, il 9% linee tariffarie solo sono attualmente esclusi dal. Spg diagramma Nella sezione "Tutto tranne le armi", tutti i prodotti, tranne le armi, godono già il libero accesso e contingenti, che sottolinea la generosità del Spg dell´Ue. Il nuovo Spg comprende una limitata espansione della copertura dei prodotti e dei margini di preferenza per 23 linee tariffarie, soprattutto per quanto riguarda le materie prime (vedi elenco allegato). Questi prodotti sono stati accuratamente selezionati al fine di evitare impatti negativi sui paesi meno sviluppati (Pms), che già godono di duty-free i diritti di accesso e le quote per tutti i prodotti. Contesto Nel 2011, il valore delle importazioni che beneficiano di preferenze di cui Spg è pari a € 87 miliardi di euro, ovvero circa il 5% di tutte le importazioni Ue e 11% delle importazioni totali di Ue dei paesi in via di sviluppo.  
   
   
HANNES SWOBODA: "IL 2013 È UN ANNO CRUCIALE PER L´EUROPA E L´UNIONE EUROPEA"  
 
Bruxelles, 5 novembre 2012 - La crescita e gli investimenti, al posto dell´austerità eccessiva, sono i soli mezzi per uscire dalla crisi, ha indicato il deputato austriaco e portavoce del gruppo dei Socialisti e democratici durante la chat su Facebook. Il 25 ottobre si è confrontato in chat sulla disoccupazione dei giovani, il programma Erasmus e la lotta all´evasione fiscale. Durante la chat Hannes Swoboda ha ricevuto più di 120 domande riuscendo a rispondere a 46 in soli 45 minuti. In questa occasione ha anche incontrato i tre vincitori del concorso su Facebook per diventare editor per un giorno. Crisi economica - Senza sorpresa, molte domande riguardavano la crisi economica. Swoboda ha sottolineato l´´importanza di una politica concentrata su crescita e investimento per ridurre il debito: una responsabilità da parte delle finanza nel lungo termine al posto di un´austerità eccessiva sul breve termine. "Solo così possiamo creare più lavoro. E più lavoro significa più entrate, più entrate significa più tasse che permettono una riduzione del debito e più investimenti". Ha anche aggiunto: "L´austerità può funzionare in un solo paese se tutti gli altri hanno una crescita in positivo. L´austerità non funziona se tutti i paesi vanno nella stessa direzione. In questo modo si crea una spirale da cui non si può uscire". Giovani - Sulla Garanzia europea per i giovani, che il deputato austriaco sostiene, ha risposto: "In vista degli alti tassi di disoccupazione, specialmente tra i giovani, è fondamentale offrire un´opportunità di lavoro e la possibilità di proseguire gli studi. In alcuni paesi questo tipo di borse esistono già, ora ne abbiamo bisogno per tutta l´Europa. Per ogni giovane europeo". Erasmus - L´erasmus e i tagli ipotetici al programma di scambio sono stati un tema molto presente in chat. "Siamo stati molto chiari [con Commissione e Consiglio] nell´affermare che i fondi per il programma Erasmus devono rimanere. Abbiamo ottenuto da entrambe le parti la promessa che si attiveranno per assicurare il programma Erasmus negli anni a venire". Evasione fiscale - Riguardo le tasse, Swoboda ha indicato che "abbiamo bisogno di una strategia comune contro i paradisi fiscali in Europa e nel mondo... In Europa si perde 1 bilione di euro all´anno a causa dell´evasione fiscale". Unione bancaria - Swoboda si è anche espresso in favore dell´unione bancaria. "Abbiamo sicuramente bisogno di un´unione bancaria ma deve essere ben costruita. Questo significa che tutte le banche devono essere sottoposte ad uno stesso sistema di vigilanza". E la ricetta per uscire dalla crisi? "Non è ancora possibile capire in quale modo l´Europa ne uscirà, ma sono convinto che dobbiamo rimanere uniti per rispondere alle sfide del mondo globale. Gli Stati membri non potranno farlo da soli".  
   
   
CITTADINANZA EUROPEA / DIRITTI DEI CITTADINI TUTTE LE INIZIATIVE DEI CITTADINI EUROPEI  
 
Bruxelles, 5 novembre 2012 - Dall´1 aprile, il diritto d´iniziativa dei cittadini europei consente ad un milione di cittadini europei di prendere direttamente parte all´elaborazione delle politiche dell´Ue, invitando la Commissione europea a presentare una proposta legislativa. Nonostante lo scetticismo di alcuni, sono passati già sei mesi. A che punto siamo? Molti hanno iniziato la raccolta delle firme e stanno cercando di risolvere le difficoltà amministrative. Determinati a continuare. "Sono contenta che siano state presentate già 22 iniziative, di cui 12 depositate. È bello vedere che queste iniziative vengono dai cittadini europei e non dalle lobby o dalle grandi organizzazioni, come temevamo sarebbe potuto accadere. Ciò dimostra che i cittadini desiderano partecipare attivamente al dibattito europeo" ha indicato la deputata socialista ungherese Zita Gurmai, uno dei due responsabili dell´iniziativa. Acqua potabile per tutti, un suffragio paneuropeo, l´abolizione delle tariffe roaming in Ue… sono solo alcune delle proposte avviate dai cittadini. Quale avrà più successo? Difficile da sapere perché la raccolta delle firme è un´impresa complessa. E tutti i cittadini si scontrano con le stesse difficoltà. La raccolta di firme on line sembra più semplice di quella cartacea, ma non è stata possibile per molto tempo a causa dei problemi tecnici del sito della Commissione. Un altro ostacolo: le differenti legislazioni nazionali legate alla protezione dei dati e il passaporto necessario per l´identificazione (che esclude i cittadini non residenti in numerosi paesi). Cos´è un´iniziatica dei cittadini? Un´iniziativa dei cittadini costituisce un invito rivolto alla Commissione europea perché proponga un atto legislativo su questioni per le quali l´Ue ha la competenza di legiferare. Un´iniziativa deve essere sostenuta da almeno un milione di cittadini europei, di almeno 7 dei 27 Stati membri dell´Ue. Per ciascuno dei 7 paesi è inoltre richiesto un numero minimo di firme.  
   
   
UE: DISCORSO DEL DIRETTORE LUCIO BATTISTOTTI AL FESTIVAL DELLA SCIENZA  
 
 Genova, 5 novembre 2012 - L´europa è l´ospite d´onore della decima edizione del Festival della Scienza che si è svolto a Genova. Fulcro della manifestazione, che anche quest´anno ha richiamato a Genova migliaia di persone, è la Piazza Europa: uno spazio fisico e virtuale dedicato alla presentazione della ricerca scientifica dell´Unione europea. In questo contesto la Rappresentanza in Italia della Commissione europea ha dato il suo contributo attraverso uno stand informativo, l´organizzazione di alcuni eventi e partecipando alla cerimonia d´inaugurazione del Festival. Riportiamo qui di seguito il discorso di paertura del Direttore della Rappresentanza Lucio Battistotti. La crisi economica lancia messaggi negativi agli europei, alimentando in loro la paura del futuro: messaggi che riguardano l´economia e il lavoro, ma anche l´Europa stessa, il suo processo di integrazione, insomma il suo futuro. Senza dimenticare la drammatica situazione dei quasi 25 milioni di europei attualmente senza un lavoro, di cui 17 milioni nell´eurozona, ed il dramma della disoccupazione giovanile (in Italia al 35%), nonché le difficoltà finanziarie che alcuni Paesi del vecchio continente devono affrontare, abbiamo il dovere di essere ottimisti. Dobbiamo considerare con razionalità che è proprio grazie ai successi del processo di integrazione che oggi gli Stati membri dell´Unione Europea possono affrontare insieme, e quindi più forti e più solidali, le sfide globali che hanno davanti. L´europa, culla della democrazia, ha visto la nascita e l´affermazione dello Stato di diritto, basato sul diritto romano, la nascita e l´evoluzione degli ideali dell´Illuminismo, che hanno preparato il terreno per le due grandi rivoluzioni di quel secolo, la nascita del liberalismo e la nascita della scienza empirica che ha aperto la strada alla rivoluzione industriale. L´europa è stata ed è un eccezionale centro di cultura e di creazione. Alla luce del conferimento del Nobel per la pace all´Unione europea, voglio citarli tutti insieme per ricordare che non sono qualcosa che appartiene solo al passato: sono sempre presenti come caratteristiche fondamentali dell´Europa odierna. Tutto questo, insieme al processo di integrazione europea, ancora in corso, ha garantito negli ultimi sessant´anni il periodo di pace e prosperità più lungo mai sperimentato dal nostro continente. Dobbiamo essere fieri del nostro motto: "Unità nella diversità". Coloro che parlano di declino irreversibile dell´Europa hanno scelto di ignorare questi fattori fondamentali, scambiando una crisi e un problema di governance per declino. L´europa non è in declino. L´europa sta cercando con fatica una nuova strada, pressata dalla crisi, sta riconoscendo con realismo i suoi problemi e cercando possibili soluzioni. Jean Monnet diceva che «le persone accettano i cambiamenti solo quando vi sono costrette dalla necessità, e riconoscono la necessità solo quando arriva una crisi». Ecco perché vogliamo e dobbiamo credere che l´Europa uscirà rafforzata da questa crisi. Per farlo, l´Europa non può trascurare un fattore che riveste un´importanza capitale nel mondo odierno e che è legato a tutto ciò che rientra nella straordinaria capacità degli europei di educare, ricercare e innovare. L’ue è la più grande “fabbrica di cervelli” del mondo. Essa continua a produrre più laureati nelle discipline scientifiche e tecnologiche che gli Stati Uniti e il Giappone, sia in cifre assolute che relative. L´istruzione, la ricerca e l´innovazione in Europa sono parole concrete, che stanno alla base dell´economia reale della nostra industria e della possibilità di creare crescita e occupazione. Giocheranno un ruolo chiave per conservare la forza e la competitività dell´Europa in un contesto sempre più globale. Purtroppo, benché emerga che il 71% dei diciottenni europei studi, il numero di coloro che scelgono di seguire studi a carattere scientifico è in declino, proprio nel momento in cui l’Europa ha bisogno di aumentare la sua capacità nel campo della scienza e della tecnologia. In effetti, le economie moderne dipendono in misura sempre maggiore dall’uso delle conoscenze scientifiche e delle tecnologie di punta. Ma nel momento in cui l’Europa ha bisogno di più scienziati e ricercatori per ritrovare la strada della crescita futura, un numero crescente di giovani si dirige altrove. Quindi ci troviamo attualmente in una situazione paradossale: mentre la scienza e la tecnologia svolgono una funzione decisiva nell’economia globale attuale, i giovani si allontanano dalle discipline scientifiche. L´unione europea spinta dalla crescente preoccupazione per il ritardo dell’Europa, con la strategia Europa 2020 lanciata il 3 marzo 2010, ha deciso di puntare all´elaborazione di una strategia trasversale complessiva individuando nelle tre direttrici fondamentali (crescita intelligente, sostenibile e solidale) il punto di partenza su cui concentrare le proprie azioni al fine di conseguire elevati livelli di occupazione, produttività, coesione sociale. Immaginazione ed innovazione sono le parole d´ordine di questa decima edizione del Festival della Scienza di Genova che è anche una dimostrazione di come una città antica, potente e nobile sappia trovare nuove vie e soluzioni innovative per il proprio futuro ed indicare anche all´Europa alcune delle strade da percorrere.  
   
   
LET ME VOTE  
 
 Bruxelles, 5 novembre 2012 - L´iniziativa intende sviluppare la dimensione politica del progetto europeo rinforzando il sentimento di appartenenza dei cittadini europei ad una comunità di loro scelta. L´obiettivo? Approfondire il concetto di "cittadinanza europea" e di facilitare la libera circolazione nell´Unione. Inoltre, tale iniziativa potrebbe contribuire a risolvere il problema della perdita del diritto di voto subita da un numero significativo di cittadini dell´Unione residenti in maniera stabile in Stati membri diversi da quelli di provenienza. Alain Brun, rappresentante della commissione dei cittadini, ha risposto alle domande. A che punto siamo? Non abbiamo ancora iniziato a raccogliere le firme perché stiamo ancora lavorando sui documenti necessari all´approvazione dell´iniziativa. Speriamo di iniziare all´inizio del 2013. Dove la possiamo trovare? Siamo rappresentati in Francia, Belgio, Lussemburgo, Olanda, Germania, Italia e Spagna. Inoltre raccoglieremo le firme altri Stati membri grazie al sostegno di diverse organizzazioni, come l´Unione dei federalisti europei. Quali sono state le belle - e le brutte - sorprese? Come le altre iniziative, abbiamo avuto un po´ di problemi nell´avviare il processo di raccolta delle firme a causa del software messo a disposizione dalla Commissione, troppo complesso e costoso per una gruppo di cittadini. Anche legislazione sulla protezione dei dati non è chiara e non abbiamo avuto molto sostegno da parte della Commissione.  
   
   
LOMBARDIA: LEGGE ELETTORALE FIRMATA IL 31 OTTOBRE DA FORMIGONI  
 
31 ottobre 2012 Milano, 5 novembre 2012 - Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni ha firmato la nuova Legge elettorale e ne ha disposto la pubblicazione sul Burl, che avviene il 31 ottobre stesso. La nuova legge sarà quindi in vigore dall’ 1 novembre 2012.  
   
   
LOMBARDIA: LA LEGGE ELETTORALE SARÀ PROMULGATA DA FORMIGONI  
 
Milano, 5 novembre 2012 - In riferimento alla notizia diffusa da alcune agenzie sulla nuova Legge elettorale regionale, una Nota di Regione Lombardia spiega che "forse il presidente del Consiglio regionale Fabrizio Cecchetti ha firmato la lettera con cui trasmette al presidente della Giunta Roberto Formigoni la nuova legge elettorale". "Sarà infatti il presidente Formigoni come da Statuto - prosegue la Nota - a firmare la legge e promulgarla appena ricevuta la comunicazione dal presidente Cecchetti".  
   
   
NUOVE PROVINCE, ROSSI: “PROPOSTA CHE SI RACCORDA CON L’ESPERIENZA REGIONALE SULLE AREE VASTE”  
 
 Firenze, 5 novembre 2012 – “La perimetrazione approvata oggi dal Consiglio dei ministri ha un senso perché si raccorda con la legislazione regionale sulle aree vaste, con i tanti studi effettuati e con le numerose iniziative di governance promosse dalla stesse Province”. Così il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, commenta le decisioni uscite dal Consiglio dei ministri. “Certamente – prosegue – i nuovi confini approvati richiamano la mia proposta iniziale di unificare le province in tre aree vaste, mantenendo quella di Arezzo, anche se quella da me avanzata era diversa nelle modalità di attuazione e non prevedeva la città metropolitana. In merito all’istituzione della città metropolitana raccolgo le preoccupazione dei sindaci delle città capoluogo. L’area centrale non può certo essere considerata a tutti gli effetti, ancorché metropolitana, una città. E’ in realtà una dimensione territoriale che per le sue caratteristiche ha bisogno di una governance unitaria. Perciò – conclude Rossi – un giudizio definitivo sul processo di riorganizzazione delle province sarà comunque possibile solo quando l’intero iter si sarà concluso”.  
   
   
NUOVE PROVINCE: BENE AREZZO. COSTRUIAMO TUTTI INSIEME LA NUOVA CITTÀ METROPOLITANA  
 
Firenze, 5 novembre 2012 – Tre province e un’inedita città metropolitana da Firenze a Pistoia passando per Prato. Il governo ha deciso il 31 ottobre in Consiglio dei ministri la nuova geografia istituzionale italiana ed anche toscana. Le nuove province sono tre: Arezzo, Siena-grosseto, Massa Carrara-lucca-pisa-livorno. La città metropolitana di Firenze si allarga a Prato e Pistoia. “Il Governo – commenta l’assessore alle riforme e al rapporto con gli enti locali, Riccardo Nencini – ha evitato quel Frankenstein istituzionale che sarebbe stata una provincia con Prato, Pistoia, Lucca e Massa Carrara. Arezzo rimane provincia ed il giudizio è positivo. Il lavoro fatto dalle istituzioni ha dato i suoi frutti”. “L’area della Toscana centrale che diventa città metropolitana è la vera novità – aggiunge poi – Una novità italiana, che andrà costruita con il concorso di tutti i cittadini e tutte le istituzioni”.  
   
   
FVG, SPECIALITÀ: TONDO AL SENATO, RISPETTARE IL PATTO COSTITUZIONALE  
 
 Trieste, 5 novembre 2012 - "Il coordinamento della finanza pubblica, soprattutto in momenti di dura crisi, è certamente compito dello Stato, ma questo non può diventare pretesto per cambiare un ordinamento democratico fondato costituzionalmente sulla sussidiarietà, sull´adeguatezza e sul rispetto delle autonomie locali, tanto più se autonomie speciali". E´ su questo concetto che il presidente della Regione, Renzo Tondo, ha imperniato il suo intervento il 30 ottobre a Roma nel corso dell´audizione informale nell´ufficio di presidenza della Commissione Affari costituzionali del Senato in merito al disegno di legge di riforma del Titolo V della Costituzione repubblicana. "Si può pensare ad una riforma - ha detto Tondo - ma nel rispetto dei principi fondamentali della nostra democrazia e, per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia, nel rispetto di un percorso di autonomia responsabile capace di muoversi in anticipo proprio sui temi che oggi sono sul tavolo di tutti: il debito ed i costi della politica". Tondo ha quindi ribadito la validità e l´importanza delle autonomie locali "nell´ambito di un federalismo responsabile", obiettivo perseguito dal Friuli Venezia Giulia che ha fatto della sua specialità "uno strumento effettivo di buon governo, visibile e concreto nell´opera di ricostruzione dopo il terremoto, nella scelta di sostenere in proprio l´organizzazione della sanità e del Trasporto pubblico locale". "Il patto Tremonti, oggi da rivedere per mancate iniziative da parte governativa - ha detto Tondo - stava in questa linea di federalismo responsabile, la stessa che ci ha visto diminuire il debito della Regione, proporre al parlamento la riduzione del numero dei consiglieri regionali, diminuire nei fatti da dieci a otto gli assessori regionali e progettare da subito un consistente taglio della spesa pubblica". L´attuale proposta di modifica del Titolo V della Costituzione - ha notato Tondo - va in senso diverso e vuole accentrare nuovamente i poteri, "ma non è detto che questo possa portare a migliore efficienza dei servizi pubblici". L´esperienza segnala che più volte la Regione Friuli Venezia Giulia è intervenuta per "dare una mano al funzionamento degli organi periferici dello Stato e lo ha fatto nello spirito della leale collaborazione che sempre ha contraddistinto l´atteggiamento di questa autonomia speciale nei confronti del governo nazionale". Nel corso dell´audizione, Tondo ha quindi sostenuto gli emendamenti predisposti assieme alle altre ´speciali´ del Nord tesi a salvaguardare le autonomie che "richiedono con forza il rispetto del patto costituzionale".  
   
   
LA PROVINCIA DI PARMA FA I CONTI CON LA RECESSIONE PRESENTATI I DATI SULL’ANDAMENTO DEL MERCATO DEL LAVORO AL 30 GIUGNO 2012  
 
Parma, 5 novembre 2012 - I primi sei mesi di quest’anno sono stati per il lavoro e l’economia del Parmense sei mesi di grande sofferenza. La seconda ondata di recessione si sta portando via il “vantaggio” che questo territorio aveva accumulato negli anni divenendo nel 2007 la provincia più occupata e ancora, solo l’anno scorso, quella con un indice fra i più bassi di disoccupazione giovanile. I dati sull’andamento del mercato del lavoro dipendente nel secondo trimestre 2012, presentati il 31 ottobre in Provincia a Parma dal responsabile dell’Osservatorio Pier Giacomo Ghirardini ed elaborati con Monica Pellinghelli, raccontano degli effetti negativi sull’economia del territorio provocati dalla seconda ondata della recessione. “La recessione ha colpito duro anche da noi – ha commentato l’assessore alla Formazione professionale e alle Politiche attive del lavoro della Provincia di Parma Manuela Amoretti -. Vediamo che se restano settori importanti, come l’agroalimentare e il chimico farmaceutico, che tengono anche in un momento così difficile, purtroppo altri settori registrano gravi problemi anche occupazionali. Di fronte a questo è più che mai necessario che le istituzioni, tutte le istituzioni, siano pienamente in campo qui ed ora, insieme alle forze economiche e sociali. Noi come Provincia ci siamo, con investimenti concreti. Siamo in campo per dare una mano da subito a ricostruire i posti di lavoro che abbiamo perso nei mesi scorsi: stando al fianco delle piccole e medie imprese, quelle che vogliono innovare e vogliono stare sui mercati internazionali nonostante tutte le difficoltà che stanno attraversando. E siamo in campo anche per dare una mano a tutte le persone che hanno perso il lavoro e lo cercano, per sostenerle nel ricollocarsi in quelle professionalità che anche in questo momento così difficile le aziende in salute stanno ricercando”. Ecco il quadro. L’export che fino all’anno scorso ha fatto da trainante ha nel secondo trimestre 2012 una brusca battuta d’arresto (- 4,7%). Cala significativamente la domanda di lavoro dipendente (-4,1% a livello tendenziale) con un aggravamento sul manifatturiero (-17,1%). Si verifica la distruzione netta di posti di lavoro dipendente: nell’industria, nel semestre, un saldo complessivo di - 821 unità di cui 522 nel manifatturiero (ben 653 solo nel secondo trimestre di quest’anno e -373 nel manifatturiero). All’interno delle attività manifatturiere, la crisi peggiore la sta vivendo la meccanica generale (-222 posti) e in questo comparto le piccole e piccolissime imprese, soprattutto artigiane e “mature”, poco innovative, che ora abbandonano il campo, un segnale che desta molta preoccupazione. Resistono nella tenuta dei livelli occupazionali le strategiche industrie alimentari e l’industria chimica e farmaceutica che in questo territorio annovera realtà di eccellenza. Anche nella meccanica strumentale, ambito chiave per l’agroalimentare, ancora non si contano posti di lavoro distrutti. Il dato peggiore è nelle costruzioni: - 508 posti, -18,8 la domanda di lavoro. A essere colpiti sono soprattutto lavoratori maschi e over 39enni, una forma di disoccupazione “classica” che considerata insieme alla difficoltà dei giovani fa dire che senza lavoro ci sono i figli ma anche i padri. Anche il dato di +254 rapporti di lavoro in alberghi e ristoranti non è sufficiente per non vedere che nel commercio suona il campanello d’allarme vista la forte riduzione nel semestre (-11%) della domanda di lavoro dipendente anche se ancora non c’è distruzione di posti di lavoro, ma solo per il ricorso agli ammortizzatori sociali e al lavoro intermittente. Il lavoro, la quantità e la sua qualità, subisce un deterioramento. Cresce infatti la disoccupazione ma anche la precarietà e in particolare il lavoro intermittente o a chiamata. A fronte della perdita di -821 rapporti di lavoro dipendente si registra una crescita di +226 unità per i rapporti a tempo parziale e di +781 per quelli intermittenti (a tempo pieno e parziale) con una conseguente distruzione netta di – 1827 rapporti di lavoro a tempo pieno. Torna a crescere la cassa integrazione straordinaria (+ 219,4%) mentre restano stazionarie Cig ordinaria e in deroga. Complessivamente nel secondo trimestre 2012 ci si attesta sui livelli raggiunti localmente nella precedente crisi, ma con un ricorso alla gestione straordinaria di gran lunga superiore ( il 57,1% delle ore rispetto al 20,4% del quarto trimestre 2009). Anche i dati dei Centri per l’Impiego confermano la “pressione” della domanda di lavoro espressa dalla popolazione. Nel primo semestre 2012 i servizi per il lavoro della Provincia hanno stipulato 12.364 patti di servizio con altrettanti cittadini alla ricerca di lavoro, numeri che descrivono il solco profondo chela recessione sta tracciando anche nella provincia di Parma. La presentazione dei dati dell’Osservatorio sul mercato del lavoro è stata seguita da un approfondimento (ancora in corso) con Carlo Dell’aringa, professore ordinario di Economia politica all’Università Cattolica di Milano, e Emilio Reyneri, professore ordinario di Sociologia del lavoro all’Università di Milano Bicocca. Coordina Patrizia Ginepri, giornalista economica della Gazzetta di Parma.  
   
   
P.O. FESR PUGLIA 2007/2013: CENTRATI OBIETTIVI SPESA AD OTTOBRE 2012  
 
Bari, 5 novembre 2012 -  Il presidente Vendola e l’assessore all’Attuazione del Programma, Nicola Fratoianni, il 31 ottobre hanno presentato i dati relativi alle scadenze del 31 ottobre 2013 per quanto riguarda la spesa dei fondi comunitari Po Fesr 07-13. Gli obiettivi sono stati tutti raggiunti. Infatti ad oggi sono state certificate nel Programma operativo Fesr 2007/2013 spese pubbliche cumulate per 1.669.806.626 euro (di cui 917.937.904 di quota comunitaria). La spesa riferita alla quota comunitaria del solo anno 2012 è pari a 234.022.071 euro: di conseguenza il target di spesa previsto ad ottobre per l’anno 2012 (pari a 133,7 milioni di euro) è stato superato di 101,4 milioni di euro, con un incremento del 76% rispetto all’obiettivo previsto. Nel corso del 2012, il Programma Operativo ha registrato pertanto un avanzamento finanziario di oltre 480 milioni di euro in termini di spesa totale pubblica rispetto alla certificazione di dicembre 2011, quando la spesa pubblica cumulata ammontava ad 1.189.798.572 euro. Significativo risulta l’avanzamento finanziario del Programma registrato negli ultimi cinque mesi: rispetto alla certificazione di fine maggio 2012, in cui si registravano spese per 1.297.954.826 euro, è stato infatti conseguito un incremento di spesa pari ad 371.851.800 euro. In termini di quota comunitaria, la percentuale di spesa del Programma si attesta oggi intorno al 35% del totale (con un incremento di 178.936.699 euro registrato nel periodo da giugno ad ottobre). Da dicembre 2011 ad oggi la percentuale di spesa del Programma è salita di 9 punti percentuali, passando dal 26% al 35% del totale. In particolare, per quel che riguarda l’Asse 1 - Ricerca, incrementi di spesa significativi sono stati registrati anche per gli interventi a sostegno delle attività di ricerca rivolti alle grandi imprese e alle medie imprese e per gli interventi concernenti le “Reti di laboratori per il rafforzamento del potenziale tecnologico regionale”. Significativo è anche l’avanzamento degli interventi concernenti i laboratori tecnologici degli istituti scolastici regionali. Sull’asse 2 – Ambiente, particolarmente significativo è l’incremento fatto registrare dagli interventi per la tutela, l’uso sostenibile e il risparmio delle risorse idriche che nel complesso presentano un avanzamento finanziario di circa 48 milioni rispetto a dicembre scorso con particolare riferimento alla fognatura e depurazione. Significativo anche l’incremento di spesa degli interventi per il potenziamento del sistema idrico di approvvigionamento, adduzione e distribuzione idrica con un avanzamento di oltre 13 milioni rispetto a dicembre. Nell’ambito dell’Asse 3 – Sanità, i pagamenti sostenuti nel corso del 2012 si riferiscono a progetti della Linea di Intervento 3.1 “Programma di interventi per la infrastrutturazione della sanità territoriale nei distretti sociosanitari” (per circa 175 milioni con un incremento di oltre 26 milioni rispetto a dicembre) e 3.2 “Programma di interventi per la infrastrutturazione sociale e sociosanitaria” (per circa 74 milioni con un incremento di circa 32 milioni). Nell’ambito della Linea 3.2 da segnalare gli interventi relativi agli Asili nido comunali e ai progetti pilota per asili nido aziendali presso enti pubblici e privati con circa 140 interventi ammessi a finanziamento superiore ai 25 milioni. Nell’asse 4 – Cultura, si registrano incrementi di spesa più o meno omogenei per tutte le Linee di Intervento. In particolare, avanzamenti superiori ai 10 milioni nel settore delle infrastrutture turistiche e promozione turistica e per gli interventi nel campo della Tutela, valorizzazione e gestione del patrimonio culturale. L’asse 5 - Trasporti è quello che in termini assoluti ha fatto registrare l’incremento di spesa più rilevante con oltre 128 milioni di avanzamento. In particolare, tali incrementi hanno riguardato interventi relativi ad infrastrutture viarie stradali, sia in ambito urbano che extraurbano, con un avanzamento di spesa superiore ai 27 milioni rispetto a dicembre e gli interventi afferenti le ferrovie locali con un incremento di spesa, sempre rispetto a dicembre, superiore ai 100 milioni. Anche l’Asse 6 - Imprese ha fatto registrare un ottima performance di spesa con circa 87 milioni di avanzamento rispetto a dicembre 2011 di cui oltre 74 milioni ascrivibili alla Linea 6.1 concernente interventi per la competitività delle imprese. All’interno di questa Linea particolarmente significativi sono i 13 Contratti di Programma ammessi a finanziamento che da soli rappresentano oltre 43 milioni di spesa nuova rispetto a dicembre scorso (cui si aggiungono gli incentivi a favore delle imprese di media e piccola dimensione). Buona performance anche per l’Asse 7 – Città, che nel complesso ha fatto registrare un incremento di spesa per oltre 30 milioni. Di questi oltre 17 milioni hanno riguardato la Linea 7.2 concernente i Piani integrati di sviluppo territoriale e per 13 milioni la Linea 7.1 riguardante i Piani integrati di sviluppo urbano.  
   
   
PROVINCIA DI FIRENZE, BARDUCCI: “SI SVOLGA A PRATO LA PROSSIMA SEDUTA DELLA CONFERENZA METROPOLITANA”  
 
Firenze, 5 novembre 2012 - “Proporrò che si svolga a Prato la prossima seduta della Conferenza metropolitana, che riunisce nell’organismo costituente della Città Metropolitana gli amministratori di Firenze, Prato e Pistoia”. Lo annuncia il 2 novembre il presidente della Provincia di Firenze in vista della dei prossimi appuntamenti istituzionali che dovranno portare alla costituzione della Città metropolitana di Firenze, Prato e Pistoia, così come previsto dal recente decreto legge emanato dal Governo. “Il decreto riconosce da un punto di vista normativo un’area vasta che esiste già di fatto e che già da tempo ha iniziato a collaborare per risolvere problema importanti, basti pensare al piano interprovinciale dei rifiuti che è stato approvato congiuntamente dai consigli provinciali di Firenze, Prato e Pistoia. Da varie parti erano giunte sollecitazioni ad approfondire questa collaborazione e queste sinergie. Anche gli industriali, le camere di commercio e i rappresentanti di categoria ci spronavano a pensare in modo coordinato e congiunto a questa area importantissima della Toscana centrale. Ora finalmente ci siamo, e per chi come me aveva messo al centro della sua campagna elettorale il raggiungimento di questo obiettivo è motivo di grande soddisfazione”. “La dimensione della Città metropolitana non crea alcun problema di rapporti istituzionali – ha spiegato Barducci - Perché il compito della Regione come sappiamo è quello di legiferare e indirizzare le scelte strategiche. Ben diverso il compito di un ente intermedio che deve coordinare nell’area vasta la gestione di servizi importanti, come quello dei rifiuti, della mobilità, dello sviluppo armonico del territorio in collaborazione con i comuni che sono i veri enti di prossimità con i cittadini”. “Anzi – ha aggiunto il presidente della Provincia di Firenze - questa è l’occasione per misurare lo spessore della classe dirigente del territorio che deve essere capace di anteporre le esigenze di sviluppo del territorio al proprio ruolo e primato politico” Infine il presidente della Provincia ha ribadito l’importanza dell’elezione diretta degli organi di governo della futura città metropolitana “Non è possibile creare un organismo così importante e poi sottrarlo alla decisone dei cittadini per determinare la ‘governance’. Di persone nominate che non rispondono direttamente ai cittadini elettori ce ne sono già troppe”.  
   
   
COOPERAZIONE TRA ALTO ADIGE ED ADYGEJA: IL VICEPRESIDENTE BERGER A MAIKOP  
 
Bolzano, 5 novembre 2023 - Il vicepresidente della Provincia, Hans Berger, ha sottoscritto nei giorni scorsi un accordo di cooperazione nei settori del turismo, dell’agricoltura, dell’edilizia e della formazione con la Repubblica di Adygeja che fa parte della Federazione Russa nella Ciscaucasia occidentale nella capitale, Maikop. Con una popolazione di circa 440.00 abitanti ed una superficie di 76.000 kmq la Repubblica di Adygeja che fa parte della Federazione Russa nella Ciscaucasia occidentale nel Nord del Caucaso, dotata di uno statuto autonoma dal 1991 ha indubbiamente alcune analogie con la realtà altoatesina. Nei giorni scorsi una delegazione altoatesina, guidata dal vicepresidente della Provincia, Hans Berger, ha siglato nella capitale della Repubblica, Maikop, una dichiarazione d´intenti incentrata sui settori del turismo, dell´agricoltura, dell´edilizia e della formazione. Secondo l´assessore Berger la Repubblica di Adygeja rappresenta una realtà molto interessante per gli investitori e le imprese altoatesine che vogliono ampliare i propri mercati in Russia. "L´alto Adige può offrire interessanti opportunità al mercato della Repubblica di Adygeja sia per quanto riguarda il settore tecnico che il turismo" sottolinea Berger che invita le imprese altoatesine a rivolgere la loro attenzione verso e queti nuovi mercati in fase di crescita e di espansione. Nel corso della visita la delegazione ha potuto visitare un´area nei pressi di Sotschi dove è in fase di progettazione un impianto di risalita che servirà alcune piste da sci. Una prima apertura alla collaborazioni in campo economico con la Repubblica di Adygeja è stata avviata nei giorni scorsi con la firma di una dichiarazione d´intenti sottoscritta dal vicepresidente della Provincia, Hans Berger e dal presidente della Repubblica di Adygeja, Aslan Tschakuschinow riguardante specificatamente i settori del turismo e dell´agricoltura. "Nel corso della cerimonia" sottolinea Berger "il presidente Tschakuschinow ha dichiarato la disponibilità politica verso uno sviluppo della collaborazione con l´Alto Adige ritenuto un partner interessante sotto il profilo economico".  
   
   
PATTO DI STABILITÀ VERTICALE: IL RIPARTO DEGLI 82 MILIONI - IL PRESIDENTE DELLE MARCHE SPACCA: “ATTO DI SOLIDARIETÀ PER LA LIQUIDITÀ DELLE IMPRESE E DEGLI ENTI LOCALI”.  
 
Ancona, 5 novembre 2012 - La Giunta regionale, dopo aver definito i criteri, ha anche approvato il riparto degli 82 milioni di euro di capacità di spesa trasferita dalla Regione a Comuni e Province per il pagamento delle imprese che hanno compiuto lavori ma che non possono essere saldate per i vincoli del patto di stabilità nazionale. Ai Comuni vengono trasferiti 51,2 milioni di euro, alle Province 30,8 milioni. “Il patto verticale regionale di 82 milioni - afferma il Presidente Gian Mario Spacca - è un atto di solidarietà istituzionale molto oneroso che aiuterà la liquidità dell’economia e gli enti locali consentendo i pagamenti bloccati dai vincoli nazionali. Per la Regione, che affronta quest’anno tagli nazionali di -323 milioni di euro, si tratta di un sacrificio enorme. Nonostante ciò abbiamo ugualmente scelto di innalzare di 20 milioni la previsione iniziale del patto regionale, arrivando a trasferire 82 milioni di capacità di spesa della Regione per dare sostegno alle imprese, ai Comuni e alle Province delle Marche, in questa fase difficilissima per gli equilibri dei bilanci locali. Si considera la priorità dell’emergenza neve, come condiviso con gli enti locali, soprattutto di fronte al silenzio assordante del Governo nazionale. Si tratta di un impegno straordinario e originale del Governo delle Marche, utile per stimolare lo sviluppo di tutta la comunità regionale, che ci auguriamo sarà compreso e apprezzato dalle imprese, dai Comuni e dalle Province”. Secondo l’assessore al Bilancio, Pietro Marcolini, il provvedimento rappresenta “una boccata d’ossigeno per le finanze esauste dei Comuni e delle Province e un sostegno concreto all’economia marchigiana, in quanto consente il pagamento delle forniture di beni e servizi dove le amministrazioni locali registrano ritardi anche di due anni per l’impossibilità di spendere, a seguito dei vincoli posti dal Patto di stabilità nazionale, pur avendo i soldi in cassa”.  
   
   
ALTRI 80 MILIONI PER PROVINCE E COMUNI DEL PIEMONTE IN DIFFICOLTÀ  
 
 Torino, 5 novembre 2012 - “Un esempio concreto di un comportamento diametralmente opposto nei confronti degli enti locali. Il Governo Monti ha comunicato alle Province l’ammontare dei tagli che renderanno pressoché impossibile chiudere i bilanci ad anno sostanzialmente finito, noi invece abbiamo approvato una delibera che consente agli enti locali che hanno soldi in cassa di pagare i fornitori, sottraendosi allo strangolamento insensato del Patto di stabilità”: è quanto ha affermato il presidente Roberto Cota dopo che la Giunta regionale ha approvato durante la riunione del 31 ottobre una delibera che vede aumentare di 80 milioni di euro il sostegno finanziario a 122 Comuni ed a tutte le Province. “Purtroppo - ha aggiunto Cota - quello che avevo detto ai presidenti di Provincia e ai sindaci si è puntualmente verificato. Che senso ha parlare di riordino dopo aver raso al suolo le Province? Metto in guardia i piccoli Comuni, perché a breve sarà il loro turno”. La delibera rappresenta per l’assessore al Bilancio, Giovanna Quaglia, “un grande segnale di attenzione in un momento di grande difficoltà per i Comuni e le Province piemontesi penalizzati da forti riduzioni dei trasferimenti statali e dai vincoli del Patto di stabilità. Con questa terza assegnazione, che si aggiunge ai precedenti 120 milioni ripartirti tra luglio e settembre, sale a oltre 200 milioni l’impegno della Regione a favore delle amministrazioni locali. Oggi il rischio più grande sul territorio è il blocco degli investimenti, per le difficoltà che esse subiscono a causa dei vincoli del Patto. Con questo ultimo intervento abbiamo risposto concretamente e puntualmente, attraverso precisi criteri e modalità approvati dal Consiglio delle autonomie locali, alle difficoltà di pagamento di Comuni e Province, anche sulla base del monitoraggio effettuato dagli uffici regionali a seguito dei precedenti riparti”. Oltre alle Province, beneficeranno complessivamente di quest’ultimo intervento 122 Comuni: 10 ad Alessandria per un totale di 4.559.000 euro, 6 ad Asti per 1.850.000 euro, 5 a Biella per 1.809.000 euro, 23 a Cuneo per 5.509.000, 10 a Novara per 3.249.000 euro, 54 a Torino per 15.560.000 euro, 7 nel Vco per 1.549.000 euro, 7 a Vercelli per 2.789.000 euro. “Nel settembre scorso - ricorda Quaglia - avevamo annunciato la disponibilità ad un ulteriore riparto. Oggi rispondiamo concretamente alle esigenze manifestate dal sistema delle autonomie locali, permettendo loro di sbloccare i pagamenti alle imprese che hanno completato i lavori ma che aspettano ancora i soldi”. Nel triennio 2010-2012 la Giunta Cota ha messo a disposizione degli enti locali piemontesi spazi finanziari per complessivi 641 milioni di euro, 392 milioni ai Comuni e 249 milioni alle Province soggette a Patto.  
   
   
DALLA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE OLTRE 220 MILIONI DI MAGGIORI ENTRATE PER LA SARDEGNA  
 
 Cagliari, 5 novembre 2012 - La Corte Costituzionale con la sentenza 241 depositata il 31 ottobre ha decretato che i maggiori gettiti tributari derivanti dall´aumento delle aliquote non possono essere riservati allo Stato in quanto ai sensi dell´articolo 8 dello Statuto sardo sono compartecipati dalla Regione. Sono state quindi dichiarate inapplicabili in Sardegna le riserve erariali istituite in materia di Iva, Irpef, imposte sostitutive sui redditi di capitale, giochi, tabacchi, condoni i cui proventi devono essere devoluti nelle misure previste dallo Statuto alle casse regionali. In base a questa sentenza dunque gli uffici regionali stimano in oltre 220 milioni il maggior gettito spettante alla Sardegna. "La sentenza è una ulteriore conferma della scelta fatta dalla Giunta di impugnare tutti gli atti che avessero rilevanza istituzionale e soprattutto che l’orientamento della Corte Costituzionale, contrariamente a quello del Governo, è più aderente alle prerogative delle Regioni e degli enti locali". E´ quanto affermano il presidente della Regione, Ugo Cappellacci e il vice presidente e assessore della Programmazione, Giorgio La Spisa, in merito alla sentenza della Corte. "Grazie a questa decisione si potranno vedere incrementate le entrate nel bilancio di copertura 2013 - riprendono Cappellacci e La Spisa - e ora attendiamo l´esito delle ulteriori sentenze che speriamo possano continuare a dare ragione alle azioni messe in campo dalla Regione Sardegna. Ora è fondamentale che il tavolo di confronto con lo Stato sia attivato nel più breve tempo possibile per ottenere il pieno riconoscimento dei nostri diritti. La Stessa Corte con una sentenza precedente aveva infatti sottolineato come non sia assolutamente ragionevole ottenere maggiori entrate senza un adeguamento del Patto di Stabilità in quanto vengono sottratte risorse effettivamente disponibili alle imprese e alle famiglie della Sardegna. La Regione pertanto proseguirà in ogni sede la propria battaglia sino al pieno rispetto del regime di entrate".  
   
   
REGIONE VENETO RIMODULA PARTITE PATTO DI STABILITÀ: 20 MILIONI A COMUNI E PROVINCE PER PAGAMENTO FORNITORI  
 
Venezia, 5 novembre 2012 - Comuni e Province del Veneto potranno utilizzare 20 milioni complessivi al di là dei limiti loro concessi dal Patto di Stabilità. Il presidente della Regione Luca Zaia ha infatti firmato ieri tre decreti d’urgenza che rimodulano le partite del Patto. In deroga al patto di Stabilità per i comuni colpiti dal terremoto di maggio, inoltre, occhio bello potrà utilizzare 800 mila euro. La somma così ridistribuita è immediatamente spendibile e servirà soprattutto a pagare i fornitori. I provvedimenti sono stati adottati dal presidente perché, in concomitanza con Ognissanti, è slittata di una settimana la consueta seduta settimanale di Giunta, la quale provvederà a ratificare le decisioni. “Questa ‘manovra’, piccola ma importante, si aggiunge a quella di fine settembre da una settantina di milioni – ha spiegato l’assessore al bilancio Roberto Ciambetti – è per 15 milioni si riferisce al Patto di stabilità verticale, per 5 milioni al Patto di stabilità orizzontale, più le deroghe previste per i Comuni terremotati”. Quanto al Patto di stabilità verticale, sono stati ripartiti tra Province e Comuni (in tutto 197 enti locali) una quota spendibile di 15 milioni di euro, derivante dai risparmi sulla spesa corrente della Regione stessa. “Si tratta di piccole somme, spesso però essenziali in questo momento di asfissia finanziaria – ha fatto presente Ciambetti – dove tra riduzione dei trasferimenti e Patto molti Comuni rischiano di non poter erogare servizi”. Altri 5 milioni si riferiscono invece al Patto di stabilità orizzontale, cioè a somme risparmiate da enti locali che non utilizzano tutta la disponibilità del loro plafond di Patto, messe a disposizione per le esigenze di altre amministrazioni. Il provvedimento riguarda 24 Comuni e la Provincia di Vicenza. “E’ la prima volta che applichiamo il Patto di Stabilità Orizzontale – ha detto Ciambetti – grazie alla disponibilità delle amministrazioni locali. Da segnalare in particolare 2,3 milioni assegnati al Comune di Chioggia”.  
   
   
ELEZIONI: SICILIA, CROCETTA PRESIDENTE REGIONE CON IL 30,4%  
 
Palermo, 5 novembre 2012 - Rosario Crocetta e´ il nuovo presidente della Regione siciliana. È stato eletto con il 30,4%. Il candidato di Pd, Udc e Unione democratica per i consumatori ha preceduto Nello Musumeci (Pdl, Cantiere popolare e Alleanza di centro) che si e´ fermato al 25,7%, a cui, comunque, spetta un seggio di deputato all´Ars. Giancarlo Cancelleri, candidato del Movimento 5 stelle, ha ottenuto il 18,1%. A seguire Gianfranco Micciche´, sostenuto da Grande Sud, Pds-mpa, Fli, Ppa con il 15,4%, Giovanna Marano (Sel e Idv) con il 6,0%. E ancora Mariano Ferro (Movimento dei Forconi) con l´1,5%, Cateno De Luca (Rivoluzione siciliana) con l´1,2%, Gaspare Sturzo (Sturzo presidente) con lo 0,9%, Giacomo Di Leo (Partito comunista dei lavoratori) con lo 0,2% e Lucia Pinsone (Volontari per l´Italia) con lo 0,1%. I risultati definitivi sono consultabili sul sito www.Elezioni.regione.sicilia.it    
   
   
FRA LE DECISIONI DELLA GIUNTA REGIONALE DEL PIEMONTE: PATTO DI STABILITÀ, STAGIONE SCIISTICA, SANITÀ, ACCESSO AL CREDITO, DE TOMASO E CACCIA SONO I PRINCIPALI ARGOMENTI ESAMINATI IL 31 OTTOBRE DALLA GIUNTA REGIONALE.  
 
Torino, 5 novembre 2012 - La riunione del 31 ottobre è stata coordinata dal presidente Roberto Cota. Patto di stabilità. Il sostegno della Regione agli enti locali piemontesi soggetti al Patto di stabilità interno 2012 viene incrementato, su proposta dell’assessore Giovanna Quaglia, di ulteriori 80 milioni di euro ed elevato così a complessivi 201 milioni. Al nuovo plafond potranno accedere tutti gli enti che hanno presentato regolare richiesta entro il 15 settembre scorso. E’ stata inoltre disposta la modifica degli obiettivi richiesti dagli enti locali. Via Lattea. Una delibera presentata dagli assessori Giovanna Quaglia, Barbara Bonino ed Alberto Cirio incarica gli uffici di provvedere, alla luce dell’indifferibile urgenza e dell’interesse di non vanificare gli investimenti pubblici effettuati in occasione delle Olimpiadi invernali 2006, alla conclusione della trattativa con la società Sestrieres S.p.a. Per l’affidamento della gestione degli impianti di innevamento del comprensorio sciistico Via Lattea per la stagione 2012-2013. Nel frattempo si avvierà l’indizione di una procedura ad evidenza pubblica per un affidamento del servizio su base pluriennale. Sanità. Disposta, su proposta dell’assessore Paolo Monferino, l’unificazione delle strutture di Genetica delle Molinette e del Sant’anna-regina Margherita di Torino nel nuovo Centro regionale di riferimento per la Genetica medica parte dell’azienda ospedaliera Città della Salute e della Scienza di Torino, che costituirà una struttura di assoluta rilevanza nazionale per dimensioni, volumi di attività, dotazioni strumentali, professionalità degli operatori. Al nuovo Centro viene assegnato il compito di svolgere indagini complesse e di alto livello e di coordinare le attività dei servizi satellite per la razionalizzazione delle prestazioni di diagnosi e consulenza genetica sul territorio piemontese. E’ stata inoltre recepita l’intesa tra il Governo e le Regioni sui requisiti minimi e le modalità organizzative necessarie per l’accreditamento delle strutture di assistenza ai malati in fase terminali e delle unità di cure palliative e della terapia del dolore. Vengono individuati come centri ospedalieri di terapia del dolore per adulti quelli del San Luigi di Orbassano, della Fondazione per l’Oncologia di Candiolo, della Città della Salute-molinette di Torino, del Ss: Croce e Carle di Cuneo, del Santo Spirito di Casale Monferrato, del Maggiore di Novara, mentre sono clasifficati come centri ambulatoriali quelli di San Giovanni Bosco, Martini, Mauriziano e Maria Vittoria di Torino, Chieri, Moncalieri, Chiasso, Ivrea, Ciriè, Pinerolo, Rivoli, Savigliano, Alba-bra, Mondovì, Alessandria, Asti, Novi-tortona, Biella, Vercelli, Borgosesia e Domodossola. Accesso al credito pmi. Come proposto dall’assessore Massimo Giordano, il fondo di riassicurazione per le piccole e medie imprese non artigiane piemontesi viene integrato con 15 milioni di euro, portandone così la dotazione complessiva a 25, in modo da favorire la stabilizzazione finanziarie e promuovere lo sviluppo di questo tipo di aziende visto il perdurare della crisi economica e finanziaria. Vengono inoltre concessi 2 milioni di euro a Confidi Lombardia, incorporante di Fidindustria di Biella, per rafforzare il sistema delle garanzie concesse. De Tomaso. La Regione, come proposto dall’assessore Ugo Cavallera, proporrà ricorso avanti il Tribunale di Livorno in merito al fallimento della De Tomaso Automobili S.p.a. Per ottenere al restituzione delle quota di contributo già concesso per il progetto di ricerca Univis. Caccia. Su proposta dell’assessore Claudio Sacchetto, sulla base delle considerazioni dell’apposito gruppo di lavoro viene consentita nuovamente l’attività venatoria nelle seguenti aree della Rete Natura 2000: Garzaie novaresi, Lama del Badiotto e Garzaia della Brarola, Monte Fenera, Risaie vercellesi, Alta Valsesia, Paludi di San Genuario e San Silvestro, tratto vercellese del Po, nonché il prelievo solo degli ungulati su terreni della zona faunistica delle Alpi coperti in tutto o nella maggior parte da neve. Sono inoltre stati approvati: - su proposta dell’assessore Ugo Cavallera, le varianti 2006 ai piani regolatori generali di Riva Valdobbia (Vc) e Masera (Vco), la variante al piano regolatore generale di Foglizzo (To) riguardante l’area urbanistica Ic2, la variante generale al piano regolatore di Bogogno (No), il piano regolatore e la relativa variante in itinere di Sostegno (Bi), l’autorizzazione all’Atc di Torino per utilizzare 150.000 euro per un intervento di manutenzione straordinaria nello stabile di via Musinè 6-8 a Pianezza; - su proposta dell’assessore William Casoni, l’istituzione dei nuovi siti di importanza comunitaria del Basso Scrivia, del Bric Montariolo, dei Boschi umidi e stagni di Cumiana e delle Sponde fluviali di Palazzolo Vercellese, e la variazione di perimetrazione dei siti del Greto dello Scrivia, delle Langhe di Spigno Monferrato, del Bacino del Rio Miseria, delle Capanne di Marcarolo, dell’Orrido di Chianocco, della Palude di Romano Canavese e delle Risaie vercellesi; - su proposta dell’assessore Alberto Cirio, le quote pro-capite di fornitura dei libri di testo agli alunni appartenenti a famiglie meno abbienti (135 euro per la scuola media, 230 per il primo anno delle superiori, 130 per il secondo anni delle superiori, 120 per altri anni delle superiori, 35 per chi svolge attività di formazione iniziale finalizzata ad assolvere l’obbligo di istruzione); - su proposta dell’assessore Paolo Monferino, l’assegnazione al Comune e al Centro di accoglienza San Vincenzo di Torino di un contributo complessivo di 100.000 euro per la prosecuzione del call center a sostegno delle gestanti in difficoltà, della maternità e delle donne vittime di violenza; - su proposta dell’assessore Claudio Sacchetto, la delimitazione delle zone danneggiate dalla siccità verificatasi nell’estate 2012 nelle province di Alessandria, Asti, Cuneo, Novara, Torino e Vco e dai nubifragi con trombe d’aria avvenuti tra il 4 e 6 agosto 2012 nelle province di Alessandria, Asti, Cuneo, Novara e Vercelli.  
   
   
DDL SUOLO: DA CONFERENZA REGIONI A CONFERENZA UNIFICATA  
 
Bari, 5 novembre 2012 - Ddl suolo: i Coordinamenti degli Assessori regionali all´Agricoltura, al Territorio e Urbanistica e all’Ambiente-paesaggio, riuniti a Roma in seduta congiunta, hanno istruito la proposta di parere alla Conferenza delle Regioni e P.a., discussa e ratificata all’unanimità, e poi portata in Conferenza Unificata. “Il lavoro di analisi e approfondimento delle Regioni sul testo presentato inizialmente dal Ministro Catania, realizzato nello spazio temporale previsto dall´ordinario iter legislativo, ha garantito un contributo di qualità e competenza attraverso la introduzione di miglioramenti finalizzati ad una reale efficacia del provvedimento. Nella sua prima formulazione, infatti, il testo aveva evidenti lacune, probabilmente generate da un approccio parziale ad una problematica complessa ed importante”, chiariscono gli Assessori Dario Stefàno della Puglia, Vilma Mazzocco della Basilicata e Ugo Cavallera del Piemonte, Coordinatori rispettivamente in materia di Agricoltura, Urbanistica e Paesaggio-ambiente. E’ noto che l´azione degli Enti locali e delle Regioni in particolare è fondamentale, poiché la pressione sul consumo di suolo agricolo è differente da area ad area, tanto da rendere difficile e demagogica l´imposizione di limiti centralizzati ed uniformi su tutto il territorio nazionale. Proprio in questa direzione vanno le proposte di emendamenti migliorativi e le raccomandazioni avanzati al Governo nazionale. "Spiace - sottolineano i coordinatori - che la necessità di un indispensabile lavoro istruttorio, sviluppato nell´arco di poche settimane e nel rispetto della procedura legislativa, sia stato interpretato come la volontà di ritardare un provvedimento che le stesse Regioni hanno richiesto e proposto sin dall´aprile 2012" . La proposta di affrontare la indispensabile priorità della tutela del suolo agricolo, infatti, è stata consegnata al Ministro Catania dal Coordinamento degli Assessori regionali alla Agricoltura già dallo scorso mese di aprile, rivendicando un ruolo sempre più attivo e responsabile nella gestione delle risorse naturali, patrimonio collettivo del nostro Paese (non è casuale che alcune Regioni hanno già introdotto da tempo nel proprio ordinamento norme a ciò finalizzate). Questo elemento sgombra il campo dalle polemiche ispirate ad arte sulla volontà delle Regioni di operare in tale direzione, ed in molti casi di aver già operato, già prima della iniziativa legislativa. "Il solo fatto - precisano ancora i Coordinatori - che questo lavoro istruttorio sia stato sviluppato a più mani, da parte degli esperti regionali e con il concorso dei tecnici ministeriali, ha confermato e reso evidente la oggettiva necessità di intervenire rispetto alla prima versione del provvedimento, obiettivamente inapplicabile e insostenibile costituzionalmente, oltre che suscettibile di produrre l´effetto contrario”. Proprio in questa direzione è andata la richiesta (della Puglia e del Veneto) della introduzione di una norma transitoria di salvaguardia per moratoria che impedisca, da subito, ovvero anche prima della predisposizione degli strumenti applicativi indicati nel provvedimento, la sottrazione di suolo agricolo, dotando di significato e contenuto l’iniziativa governativa che rischiava di rimanere scatola vuota “Il testo emendato – concludono i coordinatori - che è stato portato alla Conferenza Unificata odierna è riuscito a sciogliere una serie di nodi essenziali e consegna all´iter legislativo proposte emendative e raccomandazioni che assicurano al disegno di legge un profilo di sostenibilità costituzionale, di raccordo con le altre norme in tema di ambiente e paesaggio, e di efficacia nella reale difesa del suolo”.  
   
   
DDL SUOLO, DICHIARAZIONE ASSESSORE STEFÀNO SU ITER  
 
Bari, 5 novembre 2012 - Una dichiarazione dell’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia Dario Stefàno, coordinatore degli assessori regionali all’agricoltura, che insieme ai colleghi all’Ambiente e Paesaggio ed al Territorio e Urbanistica , in seduta congiunta hanno istruito la proposta di parere alla Conferenza delle Regioni e P.a., discussa e ratificata all’unanimità, e poi portata in Conferenza Unificata che ne ha preso atto nella seduta odierna. “Ancora una volta le Regioni hanno dato dimostrazione di serietà e responsabilità, approcciandosi con spirito costruttivo a lavorare su un testo scritto in assoluta autonomia dal Governo. La tempistica con cui abbiamo espresso il parere, peraltro condizionata dalla necessità di una sostanziale riscrittura del testo, è coerente all’iter legislativo previsto dall’ordinamento nazionale”. “Spiace - spiega il coordinatore - l´atteggiamento assunto in queste settimane dal Governo e spiace ancor di più leggere sulla stampa, ancora oggi, dichiarazioni del ministro Catania che considerano tale tempistica una perdita di tempo e non, semmai, una regola della democrazia che, in questo caso, ha consentito di trasformare un intendimento in proposta normativa utile ed attuabile”. “Sfugge - conclude Stefàno - il perché il Governo nazionale, se considera questo obiettivo una priorità e se tutti i suoi Ministri considerano la materia improcrastinabile (come la consideriamo noi) ma anche assoggettabile a procedure straordinarie, non abbia scelto direttamente, sin dal suo primo esame in Consiglio dei Ministri, la strada della decretazione d’urgenza. Forse la scelta più comoda del ddl, nasconde contraddizioni interne al governo, complessivamente non orientato a legiferare sulla difesa del suolo agricolo, ma solo a lanciare un manifesto in imminenza di scadenze elettorali”.  
   
   
PATTO STABILITÀ DA REGIONE BASILICATA 41 MILIONI DI SPESA A COMUNI E PROVINCE AI 17 MILIONI DESTINATI AI COMUNI SE NE AGGIUNGONO 24 PER LE PROVINCE. DE FILIPPO: "IN QUESTO MOMENTO DI DIFFICOLTÀ E INCERTEZZA INVESTIAMO SU SINERGIA E COESIONE DEGLI ENTI LOCALI”  
 
 Potenza, 5 novembre 2012 - Il Patto di stabilità: aumenta di 41 milioni di euro la capacità di saldo massimo dei Comuni e delle Province lucane. La Giunta regionale di Basilicata ha deciso il trasferimento di una quota del proprio tetto di spesa per l’anno 2012, procedendo alla cosiddetta “verticalizzazione” del Patto di Stabilità. In particolare con una delibera varata nell’ultima seduta di giunta sono stati ceduti tetti di spesa pari a 24 milioni di euro alle Province (16,5 per quella di Potenza e 7,5 per quella di Matera), risorse che si aggiungono ad altri 17 milioni di euro ceduti ai Comuni con un altro provvedimento. Il totale dei trasferimenti verso i Comuni e le Province raggiunge in questo modo i 41 milioni di euro. “Queste decisioni - spiega il presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo - rappresentano una consistente concessione di quote del Patto di Stabilità. Si tratta di una risposta concreta alle difficoltà che gli enti locali stanno attraversando in questo difficile momento. E’ una testimonianza di vicinanza ai territori e a chi li amministra perché, soprattutto in questo momento di difficoltà e di incertezza, riteniamo indispensabile investire sulla capacità degli enti locali di essere sinergici e coesi con la Regione nella complessa azione di governo”. Per mitigare gli effetti del provvedimento governativo che impone a Comuni, Province e Regioni di non superare livelli di spesa assegnati, infatti, la Regione ha valutato in sede di Coordinamento interistituzionale del Patto di stabilità i dati dei 32 Comuni al di sopra dei 5000 abitanti (e quindi soggetti al Patto) e delle due Province. Attraverso l’attività di questo organismo, composto da rappresentanti della Regione, dell’ Anci regionale e delle due Province è stato analizzato ogni possibile aspetto relativo alle possibilità offerte dalla cosiddetta verticalizzazione (ossia la cessione di quote di spesa tra enti di diverso livello) e alla fine la Regione, sebbene alle prese con le difficoltà che il tetto di spesa impone, ha scelto di limitare ulteriormente la propria capacità al fine di andare in soccorso al sistema degli enti locali lucani e in particolare a quanti correvano il rischio di veder paralizzata la propria azione. “Il risultato raggiunto con il provvedimento approvato dalla Giunta regionale – ha concluso De Filippo – conferma una scelta di visione unitaria del sistema delle amministrazioni locali mostrata dalla Regione già in analoghe esperienze degli scorsi anni con cui la Regione ha trasferito quote della propria capacità di spesa ad alcuni Comuni lucani”.  
   
   
PATTO DI STABILITÀ TERRITORIALE, NEL 2012 LA GIUNTA REGIONALE SBLOCCA 195 MILIONI DI EURO A FAVORE DEGLI ENTI LOCALI DELL´EMILIA-ROMAGNA.  
 
Bologna, 5 novembre 2012 - Una boccata di ossigeno da 195 milioni di euro per gli Enti Locali e le aziende dell’Emilia-romagna. Grazie alla legge regionale sul patto di stabilità territoriale, la Giunta della Regione Emilia-romagna, ha sbloccato nel 2012 complessivamente quasi 200 milioni di euro di potenzialità di spesa per Comuni e Province che potranno usare le risorse che hanno in cassa per pagare fornitori e aziende che hanno già fatto opere sul territorio. Si tratta si fondi che gli Enti Locali hanno a loro disposizione, ma che, in assenza dell’intervento della Regione, non potrebbero utilizzare a causa dei vincoli del patto di stabilità nazionale. Ora, invece, possono pagare i fornitori e le imprese che hanno svolto lavori pubblici come la cura del territorio, la realizzazione di opere di pubblica utilità, la manutenzione delle strade, ecc… “Nel 2011 avevamo messo a disposizione 105 milioni di euro, quest’anno abbiamo quasi raddoppiato: si tratta – spiega Simonetta Saliera, vicepresidente e assessore regionale al Bilancio – di una scelta molto importante perché così si dà fiato all’economia, si permette di velocizzare i pagamenti in un momento in cui le imprese hanno bisogno di liquidità. Si conferma l’impegno di questa amministrazione a sostegno del lavoro, delle persone, delle imprese e dei territori”. Degli oltre 195 milioni di euro di potenzialità di spesa rimessi in circolo nel sistema economico, 129 sono di provenienza della Regione, 40 di provenienza statale in base agli accordi tra le Regione Emilia-romagna e il Governo per gli interventi a sostegno dei Comuni colpiti dal terremoto di maggio e 26 messi a disposizione dagli enti locali dell’Emilia-romagna.
Provincia di Piacenza
Comune Quota
Borgonovo Val Tidone 107.736
Cadeo 55.683
Carpaneto Piacentino 122.259
Castel San Giovanni 230.586
Castelvetro Piacentino 19.322
Fiorenzuola d’Arda 261.654
Gossolengo 65.991
Monticelli d’Ongina 41.820
Piacenza 3.564.346
Podenzano 247.011
Ponte dell’Olio 3.031
Pontenure 197.668
Rivergaro 17.298
Rottofreno 200.791
San Giorgio Piacentino 66.918
Provincia Piacenza 4.536.504
Totale Piacenza 9.738.618
Provincia di Parma
Comune Quota
Borgo Val di Taro 307.307
Busseto 283.603
Collecchio 186.160
Colorno 423.176
Felino 660.970
Fidenza 1.856.631
Fontanellato 415.427
Fontevivo 121.476
Fornovo di Taro 188.120
Langhirano 397.993
Medesano 26.764
Montechiarugolo 362.589
Noceto 127.975
Parma 10.756.564
Sala Baganza 143.990
Salsomaggiore Terme 514.085
San Secondo Parmense 64.156
Torrile 121.752
Traversetolo 85.307
Provincia Parma 4.985.853
Totale Parma 22.029.898
Provincia di Reggio Emilia
Comune Quota
Albinea 73.524
Bagnolo in Piano 122.168
Bibbiano 400.721
Boretto 619.418
Brescello 750.523
Castelbosco di Sopra 172.201
Campagnola Emilia 507.249
Campegine 229.628
Casalgrande 968.604
Castelnovo di Sotto 27.813
Castelnovo ne’ Monti 294.445
Cavriago 93.965
Correggio 139.998
Fabbrico 385.883
Gattatico 129.146
Gualtieri 548.007
Guastalla 1.367.532
Luzzara 634.611
Montecchio Emilia 433.432
Novellara 1.412.453
Poviglio 190.379
Quattro Castella 918.371
Reggio Emilia 5.038.146
Reggiolo 102.085
Rio Saliceto 361.707
Rubiera 160.021
San Martino in Rio 710.385
San Polo d’Enza 53.881
San Prospero 416.526
Sant’ilario d’Enza 388.154
Scandiano 913.183
Sorbolo 267.751
Provincia Reggio Emilia 5.088.160
Totale Reggio Emilia 23.920.070
Provincia di Modena
Comune Quota
Bomporto 540.103
Campogalliano 916.339
Carpi 6.132.051
Castelfranco Emilia 2.081.157
Castelnuovo Rangone 111.683
Castelvetro di Modena 118.856
Cavezzo 780.478
Concordia sulla Secchia 660.118
Finale Emilia 1.720.986
Fiorano Modenese 367.145
Formigine 407.302
Maranello 186.718
Medolla 526.692
Mirandola 2.046.422
Modena 6.689.236
Nonantola 1.062.948
Novi di Modena 585.126
Pavullo nel Frignano 221.990
Ravarino 575.746
San Cesario sul Panaro 153.402
San Felice sul Panaro 855.340
Sassuolo 572.186
Savignano sul Panaro 194.627
Serramazzoni 128.505
Soliera 1.335.494
Spilamberto 182.192
Vignola 637.019
Zocca 20.304
Totale Modena 29.810.165
Provincia di Bologna
Comune Quota
Anzola dell’Emilia 122.096
Argelato 1.189.632
Baricella 938.418
Bazzano 239.224
Bentivoglio 274.201
Bologna 7.442.062
Budrio 428.030
Calderara di Reno 402.056
Casalecchio di Reno 450.825
Castel Maggiore 1.649.660
Castel San Pietro Terme 440.686
Castello d’Argile 590.122
Castenaso 475.745
Castiglione dei Pepoli 320.129
Crespellano 248.132
Crevalcore 1.163.081
Dozza 561.613
Gaggio Montano 14.660
Galliera 319.021
Granarolo dell’Emilia 200.192
Imola 6.198.354
Malalbergo 813.079
Marzabotto 418.803
Medicina 291.552
Minerbio 925.316
Molinella 1.599.907
Monte San Pietro 368.976
Monterenzio 163.099
Monteveglio 226.757
Monzuno 350.085
Ozzano dell’Emilia 512.785
Pianoro 83.115
Pieve di Cento 672.847
Sala Bolognese 800.365
San Giorgio di Piano 1.097.505
San Giovanni in Persiceto 2.740.877
San Lazzaro di Savena 1.107.743
San Pietro in Casale 1.537.614
Sant’agata Bolognese 603.575
Sasso Marconi 914.121
Vergato 87.021
Zola Predosa 846.193
Totale Bologna 39.829.274
Provincia di Ferrara
Comune Quota
Argenta 155.924
Berra 72.113
Bondeno 1.095.052
Cento 2.298.293
Codigoro 184.938
Comacchio 1.141.843
Copparo 67.381
Ferrara 2.820.251
Mesola 248.324
Ostellato 85.002
Poggio Renatico 646.431
Portomaggiore 134.696
Sant’agostino 353.548
Vigarano Mainarda 659.247
Provincia Ferrara 6.443.487
Totale Ferrara 16.406.530
Provincia di Ravenna
Comune Quota
Alfonsine 289.870
Bagnacavallo 80.714
Brisighella 57.003
Castel Bolognese 208.587
Cervia 1.375.136
Conselice 32.140
Cotignola 195.838
Faenza 828,122
Fusignano 42.776
Lugo 549.656
Massa Lombarda 650.228
Ravenna 6.981.765
Riolo Terme 92.101
Russi 167.681
Provincia Ravenna 6.277.243
Totale Ravenna 17.001.566
Provincia di Forlì-cesena
Comune Quota
Bagno di Romagna 428.160
Bertinoro 948.108
Castrocaro Terme e Terra del Sole 180.196
Cesena 3.411.021
Cesenatico 1.081.408
Forlì 6.878.316
Forlimpopoli 684.817
Gambettola 145.675
Gatteo 396.292
Longiano 215.647
Meldola 180.686
Mercato Saraceno 224.594
Predappio 189.534
San Mauro Pascoli 116.413
Savignano sul Rubicone 491.160
Provincia di Forlì-cesena 5.849.536
Totale Forlì-cesena 21.421.563
Provincia di Rimini
Comune Quota
Bellaria-igea Marina 581.204
Cattolica 191.528
Coriano 91.773
Misano Adriatico 159.215
Morciano di Romagna 315.938
Novafeltria 210.000
Riccione 2.024.685
Rimini 6.305.500
San Clemente 67.802
San Giovanni in Marignano 448.969
Sant’arcangelo di Romagna 175.630
Verrucchio 123.976
Provincia Rimini 4.293.620
Totale Rimini 14.989.840
 
   
   
ELEZIONI IN LOMBARDIA: ENTRO IL 30 NOVEMBRE LE DOMANDE PER L’ISCRIZIONE ALL’ALBO DEGLI SCRUTATORI STANZIATI 660.000 EURO PER I TABELLONI ELETTORALI: L’IMPORTO, ANTICIPATO DAL COMUNE, SARÀ RIMBORSATO DA STATO E REGIONE  
 
Milano, 5 novembre 2012 - Il Comune di Milano ricorda che è possibile presentare entro il 30 novembre la domanda di iscrizione all’Albo degli scrutatori per prestare servizio nelle prossime giornate elettorali. Per iscriversi all’Albo degli scrutatori è necessario essere residenti ed elettori del Comune di Milano. Le domande devono essere inviate all’indirizzo e mail dsc.Elettorale@comune.milano.it , oppure via fax al numero 02.884.65159 o consegnate all’ufficio elettorale di via Messina 52. Le domande devono contenere il modulo compilato scaricato dal sito www.Comune.milano.it  (sezione “Come fare per”/”Iscrizione agli Albi”/”iscrizione all’Albo dei Presidenti di Seggio elettorale e all’Albo degli Scrutatori”) e la copia di un documento d’identità. In previsione delle prossime consultazioni elettorali (Politiche e Regionali), inoltre, la Giunta di Palazzo Marino ha stanziato 660.000 euro per l’affidamento del servizio di trasporto, posa, montaggio e smontaggio dei tabelloni necessari per la propaganda elettorale. È prevista anche la fornitura di supporti metallici modulari in sostituzione dei vecchi pannelli di lamiera non più utilizzabili. L’importo, anticipato dal Comune, sarà rimborsato dallo Stato e dalla Regione.  
   
   
CONSULTA DA RAGIONE A SICILIA SU NORME MANOVRA FINANZIARIA  
 
Palermo, 2 novembre 2012 - La Corte Costituzionale ha stabilito che alcune somme che fanno riferimento a norme contenute nella manovra finanziaria del Governo nazionale dello scorso agosto, in quanto riscosse in Sicilia, sono di spettanza della Regione. Cio´, in base allo Statuto autonomista e a specifiche norme di legge, cancellando di conseguenza le previsioni normative che prevedevano diversamente. Le norme previste nella manovra hanno, infatti, superato il primo vaglio della Corte. Le impugnazioni proposte dalle Regioni autonome Valle d´Aosta, Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Sardegna - riguardanti per la maggior parte questioni presunte "invasioni di campo" sulle competenze regionali - sono quasi tutte rimaste senza effetto, con la sola eccezione dell´art. 2, commi 5 bis e 5 ter della legge: di tali commi e´ stata dichiarata la parziale illegittimita´ costituzionale su ricorso della Regione Siciliana. Nello specifico i due commi impugnati fanno riferimento alle attivita´ di ricognizione e di accertamento fiscale svolte dall´agente della riscossione competente per la Sicilia (Riscossione Sicilia), esercitate per recuperare all´entrata del bilancio dello Stato l´intero ammontare sia delle somme dichiarate e non versate dai contribuenti che si sono avvalsi dei condoni e delle sanatorie previsti dalla legge 289 del 2002, sia delle nuove sanzioni previste per il ritardo di tali pagamenti, sia di quanto accertato per effetto dei nuovi controlli e della proroga del termine di accertamento dell´Iva. Per le altre disposizioni impugnate la Consulta ha poi dichiarato - con pronuncia interpretativa di rigetto - l´inammissibilita´ dei ricorsi, nel presupposto che le clausole di salvaguardia previste dagli statuti garantiscano comunque l´autonomia finanziaria regionale. Quest´ultima sentenza si aggiunge cosi´ alle altre quattro che nel 2012 hanno riconosciuto alla Regione siciliana le prerogative statutarie in materia finanziaria, con il sostanziale accoglimento delle tesi prospettate nei ricorsi.  
   
   
MARCHE, CONSULTA REGIONALE DEI GIOVANI: DAVID BUSCHITTARI ELETTO PRESIDENTE.  
 
Ancona, 5 novembre 2012 - David Buschittari, in rappresentanza dei giovani amministratori e designato dall’Anci Marche, è stato eletto Presidente della Consulta regionale dei giovani. La Vice Presidenza è andata a Roberta Battinelli in rappresentanza delle scuole superiori della Provincia di Ancona. Oltre all’elezione del Presidente e del Vice Presidente, nella riunione del 30 ottobre i componenti della Consulta erano chiamati ad esprimere il parere di competenza sul piano regionale delle politiche giovanili per il prossimo triennio. Dopo un qualificato confronto sui temi del piano, sollecitato in particolare dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali, è stato espresso parere favorevole. I giovani, in rappresentanza degli studenti, dei movimenti giovanili delle organizzazioni sindacali, delle associazioni imprenditoriali di categoria, delle formazioni giovanili dei partiti politici e dei giovani amministratori, hanno condiviso le osservazioni emerse, che sono state recepite nel piano regionale. In particolare, l’esigenza di approfondire la conoscenza della condizione giovanile sul territorio regionale e la promozione di strumenti ed iniziative per orientare i giovani al lavoro. Al neo presidente gli auguri di buon lavoro da parte dell’assessore regionale alle Politiche giovanili, Paolo Eusebi.  
   
   
AD OTTOBRE L’INFLAZIONE IN CALO A FIRENZE: DIMINUISCONO I CARBURANTI E L’ABBIGLIAMENTO IN FORTE AUMENTO INVECE GLI ALIMENTARI, L’ENERGIA ELETTRICA E IL GAS. I DATI NELLA RILEVAZIONE MENSILE DELL’UFFICIO COMUNALE DI STATISTICA  
 
Firenze, 5 novembre 2012 - In calo l’inflazione a Firenze grazie soprattutto ai carburanti e all’abbigliamento. In controtendenza, invece, i prezzi di alimentari, energia elettrica e gas. È quanto emerge dalla rilevazione effettuata dall’ufficio comunale di statistica riguarda il mese di ottobre. La rilevazione si è svolta dal 1° al 21 del mese di ottobre su oltre 900 punti vendita (anche fuori dal territorio comunale) appartenenti sia alla grande distribuzione sia alla distribuzione tradizionale, per complessivi 11.000 prezzi degli oltre 900 prodotti compresi nel paniere. In concreto la variazione mensile è -0,1% mentre a settembre era +0,3%. La variazione annuale è +2,0% mentre a settembre era +2,6% A contribuire a questo dato sono stati, rispetto al mese precedente, la variazioni nelle divisioni Prodotti alimentari, bevande analcoliche (+0,8%) Abbigliamento e calzature (-0,5%) e Abitazione, acqua, energia elettrica, gas e altri combustibili (+0,9%), Trasporti (-1,0%), Comunicazioni (-2,0%). Tra i prodotti alimentari e bevande analcoliche l’aumento mensile (+0,8%) è causato principalmente dagli incrementi della frutta (+5,0% rispetto ad a settembre e +15,9% rispetto a ottobre 2011) e dei vegetali (+2,4% rispetto a settembre). Nella divisione abbigliamento e calzature sono in diminuzione gli indumenti (-0,8% rispetto al mese precedente, -1,2% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente). In aumento rispetto a settembre le scarpe ed altre calzature (+0,8%) che tuttavia risultano in diminuzione (-0,2%) rispetto a ottobre 2011. Nella divisione Abitazione, acqua, energia elettrica, gas e altri combustibili è in aumento l’energia elettrica (+1,4% rispetto al mese precedenze, +16,0% rispetto a ottobre 2011) e il gas (+2,6% rispetto a settembre, +10,6% rispetto a ottobre 2011). Risulta inoltre in aumento il gasolio per riscaldamento (+0,6% rispetto al mese precedente). Tra i Trasporti la diminuzione mensile di -1,0% è causata dalla diminuzione dei prezzi dei carburanti e lubrificanti per mezzi di trasporto privati (-2,5%) e del trasporto aereo passeggeri (-1,4%, rispetto al mese precedente ma +5,8% rispetto a ottobre 2011). Nella divisione Comunicazioni sono in diminuzione gli apparecchi telefonici e telefax (-5,9% rispetto a settembre e -14,4% rispetto a ottobre 2011) e i servizi di telefonia e telefax (-1,1%). Analizzando il cosiddetto “carrello della spesa”, i prezzi dei prodotti acquistati con maggior frequenza dai consumatori sono diminuiti dello -0,1 rispetto al mese precedente e sono in aumento di +3,9% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Invariati i prodotti a media frequenza di acquisto mentre sono in diminuzione quelli a bassa frequenza (-0,4%). I beni, che pesano nel paniere per circa il 56%, hanno fatto registrare a ottobre 2012 una variazione di +2,9% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. I servizi, che pesano per il restante 44%, hanno fatto registrare una variazione annuale pari a +1,1%. Scomponendo la macrocategoria dei beni, si trova che i beni alimentari registrano una variazione annuale pari a +3,1%. I beni energetici sono in aumento di +13,7% rispetto a ottobre 2011. I tabacchi fanno registrare una variazione di +2,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. La componente di fondo (core inflation) che misura l’aumento medio senza tener conto di alimentari freschi e beni energetici è +0,6%. L’indice generale esclusi energetici è +0,9%. I dati sono presenti in rete all´indirizzo http://statistica.Fi.it    
   
   
I LAVORI DEL CONSIGLIO REGIONALE DELLA BASILICATA: VIA LIBERA AL PROGRAMMA DI REINVESTIMENTO DEI FONDI DELL’ATER DI MATERA.  
 
Potenza, 5 novembre 2012 - Il Consiglio regionale ha approvato il 30 ottobre a maggioranza (con 15 voti favorevoli di Pd, Idv, Gruppo Misto, Udc, Sel, Pu e Psi ed 8 voti contrari di Pdl, Mpa e Ial) una delibera della Giunta relativa al programma di reinvestimento per l’anno 2012 dei proventi (1 milione di euro) derivanti dalla vendita degli alloggi di edilizia residenziale pubblica incamerati dall’Ater di Matera al 31/12/2010. Le risorse saranno destinate ai lavori di manutenzione straordinaria finalizzati all’eliminazione dell’amianto (150mila euro), alla manutenzione straordinaria degli alloggi di edilizia residenziale pubblica in condomini misti (250mila euro) e ai lavori per la messa in sicurezza di fabbricati (600mila euro). Sempre a maggioranza (con 14 voti favorevoli di Pd, Idv, Gruppo Misto, Udc, Mpa, Ial, e Psi e 8 voti contrari del Pdl) l’Assemblea ha approvato un provvedimento, predisposto dal competente ufficio del Consiglio regionale, che riguarda la cancellazione di alcune associazioni dall’Albo regionale delle Federazioni e delle Associazioni dei lucani all’estero. A seguito di queste cancellazioni risultano attive ad oggi 15 Federazioni e 132 Associazioni di lucani che operano in diverse Regioni italiane ed in 19 Paesi del Mondo. L’assemblea ha inoltre deciso a maggioranza, con 23 voti favorevoli di Pd, Idv, Pdl, Gruppo Misto, Udc, Sel, Pu e 3 voti contrari di Mpa, Ial e Psi) di prorogare l’attività della Commissione d’inchiesta Fenice fino al 31 gennaio 2013. L’organismo ha già concluso le audizioni ed i lavori istruttori, e, dopo la consegna da parte del Cnr di una relazione tecnica, si riunirà – come ha spiegato in aula il presidente Nicola Pagliuca (Pdl) - solo per la redazione e la votazione del documento finale. E’ stata inoltre iscritta all’ordine del giorno (e sarà discussa in una delle prossime sedute) una mozione, proposta da Mariano Pici (Pdl) e firmata dagli altri consiglieri del popolo delle Libertà, con la quale si impegna il governo regionale “ad intraprendere ogni opportuna e necessaria iniziativa per alleviare le sofferenze ed i disagi delle popolazioni colpite dal sisma ed avviare un confronto con il governo nazionale e con il Dipartimento di Protezione civile affinché sia considerata l’opportunità di dichiarare lo stato di emergenza e per garantire misure di intervento e di sostegno alle popolazioni e agli enti locali interessati”. Con la mozione si chiede inoltre di “prevedere la redazione di un piano di previsione e prevenzione della vulnerabilità sismica del patrimonio pubblico e privato dell’intera area e la realizzazione di un conseguente piano straordinario di interventi strutturali per la riduzione del rischio e la messa in sicurezza degli immobili a salvaguardia dell’incolumità pubblica”. A riguardo il vicepresidente della Giunta Mancusi (assente il presidente De Filippo, impegnato a Roma nella riunione della Conferenza dei presidenti) ha detto che il governo regionale a breve riferirà in Aula sulle iniziative messe in atto per fronteggiare l’emergenza nell’area del Pollino. La Conferenza dei capigruppo ha deciso infine di rinviare ad una successiva riunione del Consiglio regionale l’esame della una pdl di iniziativa dei capigruppo di tutte le forze politiche, che propone di modificare la legge regionale n. 42/1993 sulle “Norme in materia di modificazione territoriale, fusione ed istituzione di nuovi Comuni”.  
   
   
FORNERO STANZIA 50 MILIONI DI EURO PER LA CAMPANIA PER AMMORTIZZATORI IN DEROGA. L´ACCORDO TRA MINISTERO E REGIONE SARÀ FIRMATO A NAPOLI A METÀ NOVEMBRE.  
 
Napoli, 5 novembre 2012 - Il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Elsa Fornero ha incontrato il 30 ottobre l’assessore al Lavoro della Regione Campania Severino Nappi. Sulla base di una analisi della difficile situazione del lavoro e dell’occupazione nella regione, si è condivisa l’importanza di proseguire nell’azione di rafforzamento delle politiche attive che sempre di più rappresentano un imprescindibile complemento di quelle passive, nel solco di quanto già intrapreso dalla Regione. In proposito è stata indicata la disponibilità a concedere un intervento finanziario di 50 milioni di euro al fine di rendere possibile il completamento degli interventi in deroga per il 2012. Il ministro Elsa Fornero e l’assessore Severino Nappi firmeranno questo accordo in occasione della conferenza italo - tedesca sull’apprendistato prevista a Napoli nei giorni 12 e 13 novembre, con la partecipazione del ministro del Lavoro della Germania Ursula von der Leyen. "L´incontro di oggi con il ministro Fornero - ha commentato l´assessore Nappi al termine della riunione - è stato un momento importante per la gestione degli ammortizzatori in deroga in Campania. L’accordo sul finanziamento delle misure da parte del Governo, che sigleremo il prossimo 12 e 13 novembre a Napoli, consente di garantire la prosecuzione dell’erogazione dei trattamenti in favore delle migliaia di lavoratori e delle centinaia di aziende campane interessate. "L´accordo è anche, e soprattutto il riconoscimento, da parte del Governo Monti e in particolare del ministro Fornero, per l’impegno della Giunta Caldoro nel coniugare il sostegno in favore dei lavoratori con politiche attive finalizzate al loro reinserimento. Ed è sulla base di questa rinnovata credibilità della Campania che possiamo ben sperare anche per la prosecuzione di un dialogo costruttivo col Governo per la gestione degli ammortizzatori in deroga nel 2013", ha concluso l’assessore.  
   
   
TRENTO: PUBBLICO E IMPRESE INSIEME PER LA DIFESA DEL LAVORO NELL’ALTO GARDA  
 
Trento, 5 novembre 2012 - La tutela dell’occupazione richiede misure concrete e impegno diretto. L’esempio arriva da Riva del Garda dove l’assessore alle politiche del lavoro della Comunità Alto Garda e Ledro Tarcisio Michelotti è stato il promotore dell’accordo con Agenzia del lavoro e Centro per l´impiego, imprese e sindacati per l’istituzione di un tavolo di lavoro in grado di monitorare le dinamiche del mercato del lavoro della zona. Alla presentazione era presente anche l’assessore provinciale all’industria artigiano e commercio, Alessandro Olivi: “La Provincia sostiene persone e iniziative di questo genere - ha detto - . Ieri la Giunta provinciale ha approvato il Bilancio e la Finanziaria in cui sono contenute misure importanti quali gli sgravi fiscali per le imprese che investono in contratti di solidarietà e produttività e le agevolazioni a favore dei giovani imprenditori. Oggi rispondiamo ad una richiesta della Comunità dell’Alto Garda e Ledro che vede coinvolti tutti i soggetti del settore economico”. Soddisfatto anche l’assessore Michelotti: “Quotidianamente ricevo sollecitazioni per l’avvio di misure in grado di intervenire a contrasto della crisi economica. L’avvio di un gruppo di lavoro tra enti pubblici, forze sociali e impresa ci permetterà di capire con maggiore precisioni le esigenze dell’area e di concordare in tempi rapidi le migliori soluzioni”. Dopo la Vallagarina è il turno dell’Alto Garda e Ledro. Nella mattinata odierna a Riva del Garda è stato presentato il Tavolo tecnico che avrà il compito di monitorare la situazione del mercato del lavoro e del comparto economico nella zona del Garda. Ne faranno parte sindacati, rappresentanti delle imprese, la Comunità Alto Garda e Ledro, il Comune di Riva del Garda, l’Agenzia del Lavoro e Centro per l’impiego, i rappresentati dell’assessorato provinciale industria, artigianato e commercio e le scuole professionali. Il Tavolo avrà validità triennale e avrà il ruolo di “antenna” sul territorio di monitoraggio del mercato del lavoro. All’appuntamento ha voluto essere presenta anche l’assessore provinciale all’industria, artigianato e commercio Alessandro Olivi, il quale ha riconosciuto alla Comunità Alto Garda e Ledro il ruolo di spinta alla realizzazione del gruppo di lavoro e, in particolare, dell’assessore Tarcisio Michelotti. “Il Trentino ha fortemente voluto specifiche politiche di sviluppo delle imprese e politiche a difesa dell’occupazione e della coesione sociale - ha spiegato Olivi - e queste stanno dando buoni risultati. Stiamo cercando di far dialogare le politiche di sviluppo delle imprese con le ricadute delle stesse sulla qualità del lavoro in azienda. Non dobbiamo occuparci dei lavoratori solo quando sono disoccupati, in cassa integrazione o per accompagnarli, attraverso i progetti speciali, al maturamento della pensione. Dobbiamo lavorare per rafforzare la qualità e la stabilità del lavoro dentro le imprese”. Il distretto dell’Alto Garda - sempre secondo Olivi - presenta diversi settori economici importanti: è uno dei "cuori" dell´offerta turistica trentina, ma qui hanno sede anche alcune delle maggiori imprese del territorio ed un vasto tessuto artigiano: “I problemi della grande industria - ha sottolineato l´assessore - non sono i problemi della piccola impresa. Ecco perché il vostro percorso è importante anche per la Provincia: abbiamo bisogno che istituzioni e parti sociali collaborino per far arrivare a noi punti critici ed opportunità, così da decidere al meglio sui provvedimenti in materia economica”. E proprio su questo punto, Olivi ha ricordato che ieri la Giunta provinciale ha approvato Bilancio e legge Finanziaria e, in particolare, i nuovi strumenti in campo economico: “Abbiamo deciso agevolazioni fiscali (Irap) per le imprese che promuovono al loro interno i contratti di solidarietà e gli accordi sulla produttività, oltre a mettere a disposizione 20 milioni di euro di fondi europei per le imprese giovanili. Abbiamo bisogno dell’impegno di tutti per tessere la trama del Trentino di domani, al tempo stesso attento alla competitività e ai valori della sussidiarietà”. Il presidente della Comunità Alto Garda e Ledro, Salvador Valandro, e l’assessore alle politiche del lavoro Tarcisio Michelotti hanno ribadito l’importanza del lavoro per l’area di Riva: “Il lavoro garantisce reddito alle famiglie ma soprattutto dignità alle persone. Il nostro territorio, in un momento di crisi generalizzata, ha bisogno di nuove chiavi di lettura delle dinamiche economiche e nuovi processi decisionali in grado di portare a politiche economiche ed interventi mirati ai territori”. Antonella Chiusole, dirigente dell’Agenzia del lavoro, e Alberta Biscaglia del Centro per l’impiego di Riva del Garda, hanno spiegato la ragione della nascita sul territorio di diversi tavoli di lavoro con l’obiettivo di evidenziare le specifiche esigenze locali: “Il tavolo, oltre a riunire i soggetti del mondo del lavoro, sarà il momento per far conoscere le diverse politiche del mercato del lavoro e veicolarle tra le diverse istituzioni”. Nel bacino di Riva del Garda sono attivi due progetti sperimentali che mirano alla stabilità delle lavoratrici nell’ambito dei servizi alla persona e, dal prossimo anno, i campus di lavoro estivo dedicato ai ragazzi tra i 16 e i 17 anni.  
   
   
LOMBARDIA: TICKET PER CASSINTEGRATI, SOSPESA LA DELIBERA DEL 25 OTTOBRE  
 
Milano, 5 novembre 2012 - La delibera approvata dalla Giunta regionale lo scorso 25 ottobre, relativa ai ticket per disoccupati e cassintegrati (che introduceva un tetto di reddito familiare di 20.000 euro, necessario per ottenere l´esenzione dal pagamento), verrà in parte modificata e aggiornata "a seguito di specifici approfondimenti istruttori", con un provvedimento che sarà presentato nella prossima seduta della Giunta stessa. E´ quanto ha comunicato a tutte le Aziende sanitarie e ospedaliere la Direzione generale Sanità della Regione Lombardia, rendendo nota una decisione presa d´intesa con l´assessore Mario Melazzini. In attesa della prossima decisione della Giunta l´entrata in vigore della delibera approvata il 25 ottobre (prevista per il 1 novembre) viene sospesa.  
   
   
BOLZANO.PRESENTATO IL “MANUALE SUL DIRITTO DEGLI AIUTI DI STATO”  
 
Bolzano, 5 novembre 2012 - È stato presentato il 30 ottobre il “Manuale sul diritto degli aiuti di Stato” redatto dalla Ripartizione Europa della Provincia. Il direttore della Ripartizione Europa, Thomas Mathà, ha presentato il nuovo "Manuale sul diritto degli aiuti di Stato" uno strumento particolarmente interessante ed utile per districarsi nella normativa europea riguardante questo settore. "Il manuale si prefigge di fornire agli utenti una panoramica completa della normativa europea in materia di aiuti di Stato" ha sottolineato il direttore Mathà ed ha aggiunto "Il testo comprende anche le norme quadro transitorie riguardanti gli aiuti di Stato riguardanti l´accesso ai finanziamenti nell´attuale crisi finanziaria ed economica, nonché i più recenti sviluppi in merito ai servizi di comune interesse economico". Il "Manuale sul diritto degli aiuti di Stato" è disponibile presso la sede della Ripartizione Europa in via Conciapelli,69 a Bolzano.  
   
   
LA PROVINCIA SOSTIENE IL “MODELLO MILANO” DI GESTIONE DELLE CARCERI  
 
Milano, 5 novembre 2012 – Il presidente Guido Podestà ha partecipato, sabato scorso, presso il teatro della Casa di reclusione di Bollate, al concerto sul tema «La fecondità dell’imperfezione». Nel corso dello spettacolo, promosso, come sempre, dal Gruppo della trasgressione coordinato dallo psicologo Angelo Aparo, sono stati reinterpretati i brani di Fabrizio de André allo scopo di risaltare, attraverso le note e i versi del celebre cantautore, le qualità umane di chi ha commesso un reato. L’obiettivo dell’iniziativa ben si innesta nello sviluppo di un “modello Milano” di gestione dei penitenziari, al quale la Provincia di Milano guarda con estremo interesse. Si tratta, del resto, di un sistema capace di promuovere, nell’intero Paese, best practice che vanno controcorrente rispetto agli odierni trend negativi del sistema carcerario italiano (7 persone su 10, dopo aver scontano la pena, tornano a delinquere; le condizioni, spesso disumane, in cui vivono 66.000 persone a fronte di soli 45.000 posti). Il recupero dei detenuti, sia esso determinato dal servizio volontario, dalle arti o, meglio, da un impiego, produce, d’altra parte, un doppio beneficio, uno simbolico, l’altro economico. Chi ha commesso un reato “restituisce”, infatti, idealmente, ciò che, a vario titolo, ha sottratto alla comunità; le attività di reintegrazione abbassano, inoltre, il tasso di recidiva dal 70% al 19% (dati del Ministero di Grazia e Giustizia) e, soprattutto, ogni punto di percentuale in meno equivale a 700 persone non più interessate a delinquere, con un risparmio per lo Stato di 35 milioni di euro l’anno. Un percorso virtuoso che, dunque, non può che trovare ragione nella sinergia interistituzionale indicata da Palazzo Isimbardi. Non a caso, la Giunta provinciale e il Provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria della Lombardia hanno promosso, insieme, attività congiunte. L’art. 17 della legge n. 354/75 (“Norme sull’ordinamento penitenziario e sulle misure privative e limitative della libertà”) prevede, d’altronde, al 1°comma, la partecipazione delle istituzioni all’azione rieducativa. In tal senso, la partnership, oltre alla convenzione «Angeli…custodi all’Idroscalo» finalizzata alla fruizione comune di spazi e servizi all’Idroscalo, ha consentito ai detenuti di partecipare, il 15 agosto scorso, alla «Giornata della Restituzione». In quell’occasione, 70 di loro, provenienti dalla casa circondariale di Bollate, dopo aver pulito le aree esterne del Parco, trascorsero il resto della giornata insieme con le proprie famiglie, gli educatori e gli operatori. La collaborazione non si fonda soltanto sulle attività destinate al recupero dei reclusi ma si estende pure alla creazione di strutture innovative. Basti pensare all’asilo nido aziendale di Opera, destinato agli agenti della Polizia penitenziaria e agli altri operatori (può ospitare fino a 30-40 bambini da uno a tre anni), e all’Istituto a custodia attenuata (ospitato nella sede provinciale di viale Piceno), indirizzato a madri che possono scontare la pena insieme con i propri figli. «È fondamentale aiutare i detenuti a fare emergere ciò che di più positivo caratterizza il loro intimo – ha dichiarato Podestà -. Certo, sono persone che hanno compiuto reati anche gravi ma si tratta di donne e uomini che provano sentimenti come chiunque altro. Ciò che a me pare straordinario all’interno di un carcere è l’orizzonte più ampio di riflessione che, in alcuni casi, viene offuscato dall’ordinarietà della nostra vita. Per questa ragione, ritengo utile cercare, alla luce dello sviluppo di un “modello Milano”, una coniugazione tra la società civile e coloro che, dopo una detenzione, tentano di rientrare nell’alveo della società. Un percorso virtuoso che non può che trovare ragione nella collaborazione interistituzionale voluta dalla Provincia di Milano. Che mi auguro possa destare la giusta attenzione sia in Lombardia sia nell’interno Paese».  
   
   
RAPPORTO CARITAS-MIGRANTES, 555 MILA GLI STRANIERI SOGGIORNANTI IN EMILIA-ROMAGNA, PARI AL 12,4% DELLA POPOLAZIONE COMPLESSIVA.  
 
Bologna, 5 novembre 2012 - 555mila, pari al 12,4 % della popolazione complessiva della Regione Emilia-romagna. E’ la stima della Caritas sui soggiornanti in Emilia-romagna, regione in cui il fenomeno migratorio conferma le sue caratteristiche di crescita, ma anche di progressiva stabilizzazione. Un anno fa la stima dei cittadini stranieri regolarmente soggiornanti in regione era infatti di 544mila persone, pari al 12,3% della popolazione totale. Considerando le sole residenze anagrafiche, all’ 1 gennaio 2012 i residenti stranieri erano 530.015, pari all’11,9% della popolazione, contro i 500.585 del 2011 (11,3%). Un’incidenza percentuale dunque in crescita nel tempo (nel 2002 erano il 4,1%), ma, anche, in progressivo rallentamento: l’incremento 2012-2011 è infatti del 5,9%, dato in flessione rispetto agli anni precedenti (8,2% sul 2010, 9,8% sul 2009, 15% sul 2008 e sul 2007). A confermare la tendenza verso un insediamento sempre più stabile degli stranieri in Emilia-romagna, anche la presenza femminile che da minoritaria nel 2002 (46,9%), è oggi preponderante (51,7%), l’elevata presenza di alunni stranieri nelle scuole (il 14,6%, la percentuale più alta a livello nazionale) e la crescita del 7,2% dal 2010 al 2011 delle imprese con titolare straniero. “Sono dati che ci dicono che stiamo diventando una società sempre più multietnica. E’ un fatto oggettivo ed è soprattutto una risorsa, che deve indirizzare le nostre politiche – ha spiegato oggi a Bologna l’assessore regionale alle politiche sociali Teresa Marzocchi commentando i dati del 22° Dossier Caritas Migrantes insieme a un “focus” su residenti e studenti stranieri realizzato dall’Osservatorio regionale sull’immigrazione -Proprio per questo sono molto contenta – ha aggiunto Marzocchi – della proposta del sindaco Merola di dare la cittadinanza onoraria ai bambini stranieri nati qui. I provvedimenti legislativi tardano ad arrivare e dunque è importante che ci siano questi segnali politici. Io stessa ho rivolto un invito in questo senso all’Anci e ai sindaci della nostra regione. Spero che molti ora seguano l’esempio di Merola”. Quanto all’emergenza profughi del nord Africa, Marzocchi ha detto: ”occorre regolarizzare la presenza di queste persone che in Emilia Romagna sono 1504. E’ l’unica strada percorribile per dare loro la possibilità di muoversi in autonomia e cercare lavoro. E’ una richiesta che come Regioni abbiamo già rivolto al Governo non appena il ministro Cancellieri ha riaperto nel maggio scorso il tavolo con gli Enti locali”. I dati sulla presenza di immigrati in Emilia-romagna sono stati illustrati da Pietro Pinto (Comitato scientifico Caritas-migrantes , associazione “Africa e Mediterraneo”) e Gianmarco Marzocchini (delegato regionale Caritas Emilia-romagna). Residenti e Paesi di provenienza - I comuni emiliano-romagnoli che superano il 10% dei residenti stranieri passano dai 22 del 2004 ai 176 del 2011 (oltre la metà dunque dei complessivi 348), con Galeata (Fc) al 22,5%, Luzzara (Re) al 21,6% e Castel San Giovanni (Pc) al 21,3% e altri 35 comuni con valori percentuali compresi fra il 15 e il 20%. Tra i Comuni capoluogo Piacenza e Reggio Emilia sono quelli con la più alta incidenza di popolazione straniera (17,7%). Bologna, primo in valori assoluti (52.473) è al 60° posto con il 13,7%. Piacenza si conferma prima anche come area provinciale con il 14,1% , seguita da Parma (13,1%). I principali paesi di provenienza degli stranieri residenti sono il Marocco (13,8%, in ulteriore decremento rispetto all’anno precedente), la Romania (13,7%, in crescita di mezzo punto percentuale), l’Albania al 11,8% (in leggera diminuzione). Risultano piuttosto distanziati gli altri paesi, anche se si può evidenziare il peso percentuale della Moldavia (5,8%, in leggera crescita), dell’Ucraina (5,5%, pressoché stabile). Presentano percentuali fra il 4 e il 5% la Cina e la Tunisia. Scuola - Quasi un cittadino straniero residente su quattro (22,8%) oggi in Emilia-romagna è minorenne. Prosegue anche nel 2011 il primato emiliano-romagnolo dell’ incidenza straniera nelle scuole. Nell’anno scolastico 2011/2012 gli alunni con cittadinanza non italiana sono stati 86.944, pari al 14,6% degli iscritti totali (contro un dato nazionale dell’8,4%). L’incidenza percentuale è pertanto salita ulteriormente rispetto al 14,0% dell’anno scolastico 2010/2011, al 13,5% di quello 2009/2010 e al 12,8% di quello ancor precedente. Rispetto a questo dato medio complessivo, si evidenziano valori più elevati nella scuola secondaria di primo grado (16,0%) e nella primaria (15,8%). Da segnalare che nell’anno scolastico 2011/2012 il 46,5% degli alunni stranieri presenti nelle scuole regionali era nato in Italia (dato in crescita rispetto all’anno precedente di quasi due punti percentuali), con un 82,7% nella scuola dell’infanzia e un 59,4% in quella primaria. Lavoro - Nel corso del 2011 la banca-dati Inail mostra 356.825 lavoratori dipendenti stranieri occupati in Emilia-romagna. Si tratta del 19,2% dei lavoratori complessivi: una percentuale sostanzialmente identica alla media delle regioni del Nord Est (19,1%) e comunque superiore alla media italiana (16,4%). Nel 2011 il 31,1% dei nuovi assunti in Emilia-romagna è stato straniero (regioni Nord-est 31,2%, media italiana 24,8%). La distribuzione degli occupati stranieri per macro-settore economico mostra che maggiori quote riguardano innanzitutto il terziario (51,0%), in particolare il settore alberghiero e della ristorazione, i servizi alle imprese e – in misura minore – le attività svolte presso famiglie. Seguono l’industria (37,1%), in particolare il settore delle costruzioni, e l’agricoltura (9,9%). I paesi più rappresentati fra i lavoratori dipendenti sono, nell’ordine, Romania, Marocco, Albania, Cina. Un ulteriore indicatore significativo di integrazione e stabilizzazione degli immigrati riguarda l’esperienza imprenditoriale: secondo i dati Unioncamere/cna al 31.12.2011 le imprese con titolare straniero sono 27.245, dato in crescita se se si tiene conto che dal 2010 c’è stato un aumento del 7,2%. I paesi di provenienza più rappresentati sono, nell’ordine, Albania (14,9%), Marocco (13,8%), Cina (13,2%), Romania (11,4%) e Tunisia (11,1%). Ugualmente interessante è che più della metà delle imprese con titolare immigrato (53,7%) è suddivisa tra le Province di Bologna, Reggio-emilia e Modena. Fisco - e previdenza L’apporto dei lavoratori stranieri è importante non solo sul versante produttivo, ma anche su quello fiscale, contributivo e dei consumi. Secondo i dati elaborati dall’Agenzia socio-sanitaria regionale i lavoratori stranieri percepiscono un reddito medio di 1.000 € netti al mese (con un differenziale di circa -23% rispetto ai lavoratori italiani, ancora maggiore per le donne: -30%). Il loro gettito contributivo è di circa 857 milioni di euro nel 2010 (pari al 5% di tutti i contributi previdenziali versati in Emilia-romagna, nel 2010). Con un’aliquota media di circa l’11%, il loro gettito fiscale è di circa 474 milioni di euro, per un totale di 1 miliardo e 332 milioni di entrate.  
   
   
LE DONNE IMPRENDITRICI SONO NECESSARIE PER CREARE CRESCITA E POSTI DI LAVORO  
 
Bruxelles, 5 novembre 2012 - Quando si tratta di adottare uno spirito imprenditoriale, sono gli uomini a essere in vantaggio. Nonostante in Europa le donne costituiscano più della metà della popolazione, non sono che un terzo degli imprenditori dell´Ue ed è per questo che la Commissione europea si sta concentrando sulle iniziative di impresa, dirette specificamente alle donne. Le statistiche mostrano che le donne sono solo il 34,4% dei lavoratori indipendenti in Europa e questo suggerisce che esse hanno bisogno di un maggiore incoraggiamento per diventare imprenditrici. È uno dei messaggi principali trasmessi dalla recente Settimana europea delle Pmi di Bruxelles, pensata per incoraggiare le donne a prendere in considerazione la possibilità di mettere su e far funzionare un´attività in proprio, di solito una piccola o media impresa (Pmi). Le ragioni per le quali molte donne non accettano la sfida di intraprendere un´attività propria dipendono dagli ostacoli. Uno studio della Commissione europea ne identifica di tre tipi. In primo luogo gli ostacoli contestuali, che possono essere definiti come scelte di studio, idee e stereotipi tradizionali sulle donne, scienza e innovazione. In secondo luogo ci sono gli ostacoli economici, identificati come il settore dell´innovazione, che richiede investimenti sostanziali e il fatto che le donne tendono a essere viste come meno affidabili finanziariamente rispetto agli uomini. Infine gli ostacoli deboli, cioè la mancanza di accesso a reti tecniche scientifiche e commerciali, la mancanza di formazione al mondo degli affari, i modelli di ruolo e le capacità imprenditoriali. Le donne hanno quindi bisogno di misure di sostegno adatte quando danno vita alle loro attività ed è per questo che la Commissione europea ha istituito la Rete europea delle ambasciatrici per l´imprenditoria femminile e ha creato la Rete europea di mentor per le donne imprenditrici. Il vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, commissario per l´industria e l´imprenditoria, ha detto: "È chiaro che la creatività e il potenziale imprenditoriale femminile sono una delle risorse meno sfruttate per la crescita economica e i nuovi posti di lavoro, che dovrebbero essere ulteriormente sviluppati in Europa. In tempo di crisi non ci possiamo permettere di trascurare questo potenziale. Più donne imprenditrici daranno maggior potere economico alle donne e contribuiranno alla crescita." Sembra che anche le aziende si stiano affidando al potenziale di investimento delle donne imprenditrici. Una di queste aziende è la Royal Bank of Scotland (Rbs), che ha appena lanciato la sua campagna Inspiring Women in Enterprise (ispirare le donne nell´imprenditoria) per incoraggiare altre 20.000 donne a diventare imprenditrici. La strategia triennale da 1,5 milioni di lire sterline (che equivalgono a 1,8 milioni di euro), fornirà contributi di fino a 50.000 lire sterline a organizzazioni di tutto il Regno Unito che incoraggiano e sostengono le donne nell´imprenditoria. Lo schema è sostenuto dalla ricerca fatta presso la Aston Business School, che ha sottolineato che sono necessari cambiamenti per risolvere i livelli costantemente bassi di imprenditoria femminile nel Regno Unito. Questa ricerca, che usa i dati del Controllo globale dell´imprenditoria (Global Entrepreneurship Monitor o Gem) e del rapporto "Women in Enterprise; a different perspective", ha scoperto che sin dall´inizio degli anni 1970 il numero di lavoratrici in proprio tra le donne è rimasto costantemente la metà rispetto a quello degli uomini. Nel 2011, poco più del 10% degli uomini si trovavano nelle prime fasi della creazione di un´attività, rispetto ad appena il 5% delle donne. La ricerca indica anche che mentre le donne rappresentano il 48% dei lavoratori, costituiscono solo il 26% dei lavoratori in proprio e appena il 17% dei proprietari di aziende. Il professor Mark Hart dell´Aston Business School ha detto: "Il rapporto suggerisce che esistono tre principali differenze di genere nell´imprenditoria: livello di start-up, natura dell´attività e intenzioni di crescita futura. Le donne nel Regno Unito hanno la metà delle probabilità rispetto agli uomini di creare nuove aziende e questo è un dato comune nella maggior parte delle economie sviluppate e in via di sviluppo. Una volta in affari però ci sono poche differenze di rendimento dipendenti dal genere tra i lavoratori indipendenti e i proprietari di piccole aziende. Ciononostante, tra queste aziende e le Pmi, che crescono e si sviluppano in modo significativo, le donne sono sotto-rapprensentate." Il rapporto ha riscontrato che le donne hanno maggiori probabilità di possedere attività che operano da casa e part-time, il che rende le loro aziende più inclini ad avere traiettorie di crescita limitate. Sembra che promuovere e includere modelli di ruolo più vari sia essenziale per incoraggiare più ragazze e giovani donne, con un´istruzione superiore, a considerare un´attività in proprio come accettabile e raggiungibile. Questo a sua volta assicurerà che le aziende possedute da donne siano distribuite in modo più ampio in Europa e nel mondo degli affari in generale. Per maggiori informazioni, visitare: Commissione europea - Imprese e industria: http://ec.Europa.eu/enterprise Rbs Group - Inspiring Enterprise: http://www.Inspiringenterprise.rbs.com/  
   
   
PAGELLA FORUM ASSOCIAZIONI FAMILIARI  
 
Bari, 5 novembre 2012 - “Contenti di essere una faccina gialla tra le tante faccine rosse che il Forum delle Associazioni familiari ha elargito alle Regioni del Mezzogiorno, siamo altresì contenti di non avere avuto una faccina verde, visti i presupposti su cui il Forum ha assegnato le sue pagelle alle Regioni italiane con il pretesto di valutare le politiche in favore delle famiglie”. Tanto ha dichiarato l’Assessore al Welfare Elena Gentile, leggendo con molto stupore il comunicato stampa che il 30 ottobre ha divulgato la sintesi dei giudizi espressi in materia di Politiche familiari dal Forum delle Associazioni Familiari a livello nazionale.(...) La Puglia risulta essere l’unica regione del Mezzogiorno a non avere avuto giudizio negativo, e ad avere offerto ben 51 atti alla valutazione del Forum, che nonostante tutti gli aspetti positivi pure evidenziati nella scheda striminzita di giudizio (“Peraltro, si segnalano in positivo alcune azioni della Giunta e del Consiglio in aspetti inerenti i voucher di conciliazione famiglia – lavoro, il finanziamento di un programma di asili nido e strutture per anziani, per i minori, il programma di sostegno e agevolazioni per le famiglie numerose, la ‘prima dote’ per i nuovi nati, la legge e il finanziamento su bilancio regionale della non autosufficienza, i due Piani pluriennali per la Famiglia di cui il secondo, “Famiglie al Futuro”, prevede anche l’audit famiglia-lavoro che prenderà le mosse da quanto attuato in Trentino, nel contesto del recente gemellaggio per l’attuazione del Distretto Famiglia. Assente il tema della fiscalità a misura di famiglia.”), hanno consentito al Forum di non giudicare del tutto positivamente la Regione Puglia perché l’Amministrazione Vendola sarebbe rea di non avere prodotto alcuna norma in favore della famiglia nel periodo 2010-2011. Peccato che la Regione Puglia non ama fare proclami, adotta una tecnica legislativa, in campo sociale ma non solo, che cerca di convergere verso testi unici piuttosto che su normette frammentate e magari mere dichiarazioni di principio prive di copertura finanziaria, e punta su atti di programmazione almeno triennali, che vanno letti con attenzione e nel merito per comprendere la strategia complessiva e gli sforzi non solo finanziari che da 7 anni ormai si compiono per assicurare non alla famiglia intesa come bandiera, ma alle famiglie intese quali nuclei fondanti della vita sociale e culle di relazioni affettive ed educative e di responsabilità genitoriali fondamentali per la crescita degli individui e per la prevenzione e la cura delle fragilità. Dunque, neppure una parola nella scheda di giudizio del Forum sui 58 milioni di euro investiti per nuovi asili nido (unica regione in Italia), né sui 15 milioni di euro annui per la Prima dote, né sui 3 per la sperimentazione dei piani dei tempi e degli spazi nelle città, né sugli oltre 40 milioni di euro già programmati per il finanziamento dei buoni servizio di conciliazione per il sostegno della domanda di servizi da parte delle famiglie per l’accesso agli asili nido, ai centri diurni per i disabili e per gli anziani non autosufficienti, ai servizi integrativi per l’infanzia, né sugli oltre 30 milioni di euro annui per il finanziamento di assegni di cura, né sui 4,2 milioni di euro per un piano straordinario a sostegno di affido e adozione, né sui 18 milioni di euro investiti dal 2010 ad oggi per finanziare le attività e i progetti innovativi delle associazioni familiari e gli interventi mirati dei Comuni in favore delle famiglie numerose, né sulla rete dei centri risorse per le famiglie e sull’obiettivo di servizio inserito in tutti i Piani Sociali di Zona per avere un centro famiglie in ogni Ambito territoriale. Insomma che cosa hanno letto e come hanno comparato i contesti regionali? “Mi sono chiesta – aggiunge l’Assessore Gentile – quali siano quei provvedimenti che il Forum taccia come non condivisibili, perché metterebbero la famiglia in secondo piano o perché contrari al rispetto del diritto inviolabile della vita umana o al diritto all’obiezione di coscienza in ambito sanitario”. Insomma è sufficientemente chiaro che con queste pagelle il Forum sia sceso nell’agone politico-elettorale utilizzando come clava strumenti così delicati come le politiche per le persone e le famiglie: ogni dubbio scompare quando in coda alla scheda si evince che il vero oggetto della delusione del Forum è la delibera di riorganizzazione della rete consultoriale, peraltro ritirata, e quando si legge il nome e l’appartenenza politica dei firmatari del manifesto del Forum. “In questo quadro sono e siamo allora molto soddisfatti della faccina gialla e del giudizio così così, rispetto a quello del tutto negativo, ma restiamo molto delusi da questo modo di valutare le politiche regionali, di esprimere giudizi sulle carte senza guardare al merito delle politiche e, soprattutto, non posso personalmente accettare che si continui a cercare le politiche familiari esclusivamente sotto la parola Famiglia e che si continui a tacciare come assistenzialistiche tutte le politiche che sono semplicemente rubricate sotto le parole Conciliazione, Benessere, Inclusione, Lotta Alla Poverta’, Cura. Non si dispiaccia il Forum, ma la Puglia continuerà lungo la strada intrapresa, quella della modernità, se le politiche nazionali e le spending review non finiranno per stoppare Regioni e Comuni che lungo questa strada vogliono continuare a lavorare”.  
   
   
BASILICATA: IMPRESE IN ROSA, I PROGETTI ENTRO IL 30 NOVEMBRE  
 
 Potenza, 5 novembre 2012 - C’è tempo fino al prossimo 30 novembre per presentare le domane relative al Programma Obiettivo 2012, promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali per l’incremento e la qualificazione dell’occupazione femminile, per la creazione, lo sviluppo e il consolidamento di imprese femminili e per la creazione di progetti integrati di rete. Dopo la presentazione a Potenza dello scorso 25 ottobre, il progetto sarà presentato a Policoro il 16 novembre nell’ambito di un seminario tematico-formativo organizzato dalla Consigliera regionale di Parità, Maria Anna Fanelli. “Il progetto emanato dalla Ministra Elsa Fornero e formulato dal Comitato Nazionale di Parità – spiega Fanelli – invita ad incidere su quei fattori che creano condizioni di disparità lavorative tra uomo e donne con l’obiettivo di eliminarle per favorire, invece, la permanenza, il consolidamento e l’avanzamento professionale delle donne. Progetto Obiettivo 2012 – ha aggiunto la Consigliera regionale - ha una forte rilevanza in quanto invita a riprendere l’attuazione concreta delle azioni positive all’interno delle aziende e delle organizzazioni rivolte alle donne nel mondo del lavoro. L’intervento di Rosa Gentile – ha evidenziato Fanelli – ha sottolineato l’iter complessivo della legge 125/91, un percorso finalizzato alla realizzazione di un modello di azioni positive bidirezionale, riguardanti la promozione dell’uguaglianza da un lato e la tutela delle differenze dall’altro”. Al seminario formativo che si è tenuto a Potenza, hanno preso parte: Rosa Gentile, componente del Comitato nazionale di Parità per l’attuazione dei principi di parità di trattamento ed uguaglianza di opportunità tra lavoratori e lavoratrici; Nino D’agostino, economista; Franca Minchillo, specialista in Economia e Diritto dell’Amministrazione pubblica; rappresentanti di organizzazioni sindacali e datoriali, associazioni di categoria. L’iniziativa è stata condivisa dagli ordini professionali dei Consulenti del lavoro della Provincia di Potenza, degli Assistenti sociali della Basilicata, dal Distretto Sud-est Fidapa e ha ricevuto l’adesione dell’Ami. Al seminario formativo di Policoro, oltre alla Consigliera Fanelli e alla componente del Comitato nazionale di Parità Gentile, è prevista la partecipazione degli assessori regionali Vincenzo Viti (Formazione e Lavoro) e Marcello Pittella (Attività produttive). Interverranno esperti del settore, parti datoriali e sindacali, associazioni di categoria. Programma Obiettivo 2012 – azioni e finalità - 1. Occupazione e reinserimento lavorativo: a) le azioni mirano a stabilizzare la situazione occupazionale, a favorire la crescita professionale e, implementando percorsi formativi qualificanti che ne migliorino le competenze e l’occupabilità; destinatarie sono lavoratrici con contratti di lavoro a tempo determinato, in particolare giovai neolaureate e neodiplomate; b) il progetto può essere proposto da aziende che mirano all’inserimento a l reinserimento lavorativo di almeno il 50 per cento delle destinatarie che sono donne disoccupate, inattive, in cassa integrazione e/o in mobilità, con particolare attenzione alle donne di età maggiore ai 45 casi. In entrambi i casi le assunzioni devono essere effettuate entro i termini di chiusura del progetto. 2. Costituzione consolidamento d’impresa: a) azioni per costituire una o più imprese a titolarità e/o prevalenza femminile nella società, al fine di agevolare l’inserimento e/o il reinserimento lavorativo delle donne con azioni finalizzate all’acquisizione di competenze per la creazione di imprese da costituirsi entro i termini di chiusura del progetto. Destinatarie sono giovani laureate e neodiplomate in situazioni lavorative di precarietà, disoccupate madri, immigrate, donne ultra 45enni; b) azioni per consolidare una o più imprese a titolarità o a prevalenza di soci donne attraverso studi di fattibilità per lo sviluppo di nuovi prodotti, servizi e marchi anche in settori commerciali emergenti; destinatarie delle azioni sono imprese femminili attive da almeno due anni. 3. Progetti integrati di rete: le azioni sono finalizzate a promuovere la qualità della vita personale e professionale, a favorire la conciliazione e la valorizzazione del benessere sociale e lavorativo, a favorire la rimozione di pregiudizi culturali attraverso il superamento degli stereotipi, in un’ottica di pari opportunità, a favorire le indicazioni che emergono dalle strategie comunitarie. Tali progetti integrati di sistema potranno essere concordati tra diversi soggetti: associazioni di genere, organizzazioni sindacali, organizzazioni datoriali, enti pubblici, ordini professionali che dovranno formalizzare la rete con la sottoscrizione di un protocollo. Destinatarie delle azioni sono lavoratrici (anche migranti) che risiedono nell’ambito del territorio dell’ente pubblico di riferimento.  
   
   
MILANO - CONFERENZA INTERNAZIONALE WOMEN&TECHNOLOGIES 2008-2015  
 
Milano, 5 novembre 2012 - Cresce l’impresa hi-tech lombarda, + 2,3% in due anni. Sono circa 25 mila le imprese nel settore, di queste circa 5.500 sono femminili, il 22%, circa una su cinque. Centrali tra i servizi la produzione di software e le attività d’informazione. Nel settore manifatturiero hi-tech, prevalgono la fabbricazione di apparecchiature di cablaggio, di strumenti e apparecchi di misurazione e di computer. Tra le province le imprese si concentrano a Milano (oltre 12mila), Brescia, Bergamo e Monza con oltre 2mila. Emerge da una elaborazione del servizio studi Camera di Commercio di Milano su dati Infocamere al 2011. E di hi-tech si parlerà nel corso della Conferenza Internazionale “Women&technologies 2008-2015”, in programma martedì prossimo 6 novembre in Camera di Commercio di Milano, in via Meravigli 9/b, focalizzata su uno dei temi principali del prossimo Expo 2015: la nutrizione. Verrà assegnato il premio “Le Tecnovisionarie 2012” alle donne che si sono distinte nella ricerca e nell’innovazione nel settore alimentare. “La Camera di commercio – ha dichiarato Federica Ortalli, membro di giunta dellaCamera di Commercio di Milano – partecipa a questa iniziativa con l’obiettivo di premiare e sostenere l’imprenditorialità femminile nel settore della ricerca. Una presenza importante con un impatto positivo per l’economia e che contribuisce a rafforzare la competitività del territorio a livello internazionale”. “Le donne – ha dichiarato Gianna Martinengo, Presidente Associazione Donne e Tecnologie – rivestono un ruolo sempre più importante per il futuro dell’industria tecnologica a Milano come a livello internazionale. Questa iniziativa dimostra come le imprese femminili si distinguono per innovazione, sostenibilità e trasparenza anche nel settore dell’alimentazione e della valorizzazione del territorio, centrale anche in vista di Expo 2015”.  
   
   
FVG, FAMIGLIA: L’ IMPEGNO PER LA GENITORIALITÀ RESPONSABILE  
 
Trieste, 5 novembre 2012 - L´assessore regionale all´Istruzione ed alla Famiglia, Roberto Molinaro, lo asserisce con convinzione: quella che unisce Regione e Save the Children con l´obiettivo di mettere a disposizione dei genitori gli strumenti per dare ai figli un´educazione libera da ogni violenza "è un´alleanza inedita e forte per il bene della famiglia". La collaborazione, per cui Arianna Saulini, responsabile per Save the Children Italia della campagna "A mani ferme", ha ringraziato l´assessore, è stata ulteriormente sancita il 30 ottobre a Udine, nell´Auditorium della Regione, dalla conferenza di presentazione di quest´iniziativa varata a livello nazionale per dire no alle punizioni fisiche sui bambini e della "Guida alla genitorialità positiva". "Il 98 per cento dei genitori ritiene che educare i figli sia impegnativo e difficile" ha raccontato Saulini, fornendo i dati relativi all´indagine svolta il Italia sul tema e spiegando che i 3/4 degli intervistati è convinto che allo schiaffo si arrivi in situazioni assolutamente eccezionali ed il 45 per cento confessa d´aver fatto volar la mano per paura ed esasperazione, mentre sono molti a dichiarare di essersi sentiti poi profondamente a disagio. "Da sud a nord "A mani ferme" sta attraversando il paese ed ha fatto tappa in Friuli Venezia Giulia per illustrare gli obiettivi di una campagna a cui l´Amministrazione regionale ha aderito formalmente - ha confermato l´assessore - con l´obiettivo di concorrere al ben-essere della famiglia, contribuendo alla funzione fondamentale della genitorialità". "Iniziative come queste lavorano sui contenuti culturali e sul superamento delle convinzioni, oltre che alla messa al bando di cattive pratiche - ha osservato quindi l´assessore - e nell´affiancare Save the Children il nostro scopo è contribuire alla coesione sociale lavorando per una comunità regionale amica della vita, dei minori e della famiglia, dal momento che la dimensione corretta delle relazioni interfamiliari è anche un segnale di benessere della comunità". Osservando che "in periodi come questi abbiamo bisogno di positività", Molinaro ha infine confermato che la Regione, nell´ambito di un´azione che sta portando avanti a favore dell´offerta formativa, si è fatta carico della riedizione della Guida pratica alla genitorialità positiva, "con la volontà di sostenere progetti e proposte al centro sia della campagna che dell´opuscolo e la finalità di svolgere una azione di sensibilizzazione sui bisogni dei minori".  
   
   
ROMA: LA COMMISSIONE DELLE ELETTE ADERISCE ALLA CONVENZIONE NO MORE! CONTRO LA VIOLENZA MASCHILE SULLE DONNE  
 
 Roma, 5 novembre 2012 - La Commissione delle Elette nella seduta del 29 ottobre ha aderito alla Convenzione nazionale No More! Contro la violenza maschile sulle Donne - femminicidio, elaborata e promossa da alcune delle maggiori associazioni femminili: Udi; Casa Internazionale delle Donne; D.i.re; Giulia; Piattaforma Cedaw; Telefono Rosa. La Convenzione No More! Propone una serie di azioni integrate e di politiche adeguate per combattere e prevenire il fenomeno della violenza maschile sulle Donne richiamando “le Istituzioni alla loro responsabilità e agli atti dovuti, per ricordare che tra le priorità dell’agenda politica, la protezione della vita e della libertà delle donne non possono essere dimenticate e disattese”.