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Notiziario Marketpress di Mercoledì 26 Giugno 2013
Politica
UE: IL PRESIDENTE BARROSO ACCOGLIE HORACIO CARTES, ELETTO PRESIDENTE DEL PARAGUAY  
 
Bruxelles, 26 giugno 2013 - Il presidente José Manuel Barroso ha incontrato ieri il neo presidente del Paraguay Horacio Cartes, che presterà giuramento come Presidente della Repubblica del Paraguay, nel mese di agosto. L´incontro ha fornito l´occasione per discutere le future relazioni tra l´Ue e il Paraguay nei diversi settori di cooperazione. Durante l´incontro, il presidente Barroso "è congratulato Mr. Cartes per i risultati delle ultime elezioni generali che sono stati accompagnati da una missione di osservazione elettorale dell´Ue" e ha ribadito il sostegno dell´Ue per il consolidamento delle istituzioni democratiche del Paraguay. Il presidente Barroso ha dichiarato che le riforme istituzionali sono la chiave per il futuro del Paraguay e ha offerto l´assistenza dell´Ue a sostenere il paese: "Paraguay ha bisogno di tradurre la crescita economica nello sviluppo sociale e che l´Ue è felice di continuare a sostenere questi sforzi", ha detto il Presidente. Il presidente Barroso e il signor Cartes anche affrontato la situazione regionale e di scambio di opinioni su Unasur, Mercosur e l´Alleanza del Pacifico. Il presidente Barroso ha espresso il suo sostegno al Paraguay di reinserimento nel Mercosur, anche in vista dei negoziati in corso per l´Ue - Mercosur.  
   
   
UE: ELEZIONI PARLAMENTARI IN ALBANIA  
 
Bruxelles, 26 giugno 2013 - Catherine Ashton, Alto rappresentante dell´Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e Štefan Füle, Commissario per l´allargamento e la politica europea di vicinato, ha fatto ieri la seguente dichiarazione: "Ci congratuliamo con i cittadini di Albania per le elezioni parlamentari del 23 giugno che si è svolta in modo ordinato complessivo. Adeguato follow-up i risultati preliminari e le conclusioni della missione internazionale di osservazione elettorale ora dovrebbe essere garantita. Condanniamo il segnalati casi di violenza e si aspettano che questi incidenti saranno pienamente indagati e colpevoli assicurati alla giustizia. Ora è importante che le restanti fasi del processo elettorale si svolgano in conformità con le norme internazionali e dell´Ue. Facciamo appello a tutti i partiti politici ad agire in uno spirito costruttivo, per il bene del popolo albanese. Una volta che i risultati sono certificati, incoraggiamo una formazione tempestiva del governo di affrontare le sfide immediate avanti per garantire che il programma di riforme del paese è vigorosamente perseguita e il processo di integrazione europea può guadagnare rinnovato slancio ".  
   
   
ALLARGAMENTO DELL´UE IL 1 LUGLIO 2013 LA CROAZIA NELL´UE IN CIFRE  
 
Bruxelles, 26 giugno 2013 In occasione dell´entrata della Croazia nell´Unione europea il 1 ° luglio 2013, l´Eurostat, l´ufficio statistico dell´Unione europea , pubblica una selezione di indicatori economici e sociali disegnare un ritratto del nuovo Stato membro 1 . A scopo di confronto, i dati sono forniti anche per l´Ue-27 esistente e l´Ue allargata di 28 membri.Una popolazione di 4,4 milioni di abitanti
popolazione totale dal 1 gennaio 2012 (milioni)
Speranza di vita alla nascita (in anni) 2011
uominidonne
quota di popolazione con età inferiore a 15 su 1 Gennaio 2012quota di popolazione di età superiore a 65 su 1 gennaio 2012densità di popolazione, 2011 abitanti per km 2
croazia4.473.980.414,917,377.8
eu27502.477.4 e83.2 e15.617,8116,8 e
eu28506,877.4 e83.2 e15.617,8116,3 e
I dati sono provvisori e = stimaTasso di fertilità inferiore rispetto all´Ue
tasso di fertilità (nascite per donna), 2011la mortalità infantile (per 1000 nati vivi), 2011tasso di nuzialità (matrimoni per 1000 abitanti), 2011tasso di divorzio (divorzi ogni 1000 abitanti), 2011nati vivi fuori dal matrimonio (% di tutti i nati vivi), 2011
croazia1.404.74.4 *1.314.0
eu271.57 p3.94.61.9 **39.5
p = provvisorio* Dati del 2010 anziché del 2011** Dati del 2009 invece di 2011Pil pro capite al 61% della media Ue
Pil 2012
miliardi di europro capite *Ue27 = 100tasso di crescita annuale, in termini di volume,%
inflazione ** , tasso annuo,% Maggio 2013 / Maggio 2012
Tasso di disoccupazione *** aprile 2013,%
totaledonneminori di 25 anni
croazia4461-2.01.818.117.951.8
eu2712 901100-0.31.611.011.023.5
eu2812 945--0.31.611.111.123.7
* I dati sono espressi in termini di potere d´acquisto (Spa), una unità che è indipendente da qualsiasi moneta nazionale e che elimina le distorsioni dovute a differenze di prezzo. I valori di Pps sono derivati ​​utilizzando Ppa (Ppp), ottenuto come media ponderata degli indici dei prezzi relativi nei confronti di un paniere omogeneo di beni e servizi comparabili e rappresentativi per ciascun paese.** L´inflazione misurata utilizzando gli indici armonizzati dei prezzi al consumo (Iapc)*** Tassi di disoccupazione rappresentano il numero di persone disoccupate (dai 15 ai 74) in percentuale delle forze di lavoro. La forza lavoro è il numero totale di occupati e disoccupati. Dati destagionalizzati. I dati per la Croazia si riferiscono al Q1/2013.conto Agricoltura s per il 11% dell´occupazione totale
Occupazione per settore, Q4/2012,% dell´occupazione totaleTasso di occupazione * Q4/2012,%
agricolturaindustria (comprese le costruzioni)servizitotaledonneuomini
ore Soliti lavorate a settimana per i dipendenti a tempo pieno, Q4/2012part time impiegato (in% del totale degli occupati), Q4/2012
croazia10.927.761.448.744.452.940.95.8
eu275.024.570.564.258.769,840.419.3
eu285.024.670.464.158.669,640.419.2
* L´e tasso di Occupazione rappresenta le persone occupate come percentuale della popolazione stessa età (15-64 anni).Circa il 60% delle esportazioni croate di merci sono all´interno dell´Ue
intra Eu28 esportazioni in% del totale delle esportazioni, 2012
Extra Eu28 commercio di euro mld 2012
esportazioniimportazionisaldo
croazia58.53.96.1-2.2
eu2862,91 679,11 791,6-112,5
due terzi delle famiglie hanno accesso a internet
Percentuale di persone (25-64 anni) con istruzione superiore completata (universitario o equivalente), 2012
totaledonneuomini
spesa interna lorda per la R & S in% del Pil 2011percentuale di famiglie che hanno accesso a Internet da casa, 2012
croazia18.619,717,60.7566
eu2727.728.926,52.0376
1. Per ulteriori informazioni sulla Croazia o in altri Stati membri, si prega di consultare i profili dei paesi sul sito di Eurostat: http://epp.eurostat.ec.europa.eu/guip/introaction.do?profile=cpro&theme=eurind&lang=en  l´applicazione è disponibile anche per iPhone, iPad e Android .
 
   
   
UE: RICOSTRUIRE IL DIALOGO SOCIALE  
 
Atene, 26 giugno 2013 – Di seguito l’intervento di ieri László Andor Commissario europeo responsabile per l´Occupazione, gli affari sociali e l´inclusione: “ Eccellenze, Signore e signori, E ´il mio piacere, a nome della Commissione europea, di darvi il benvenuto a questo seminario ad alto livello organizzata in collaborazione con l´Oil. E ´anche un piacere incontrare di nuovo con il Direttore Generale dell´Ilo Guy Ryder. Abbiamo avuto una buona discussione a margine della Conferenza internazionale del lavoro a Ginevra la settimana scorsa. La Commissione fissa alta negozio dal nostro rapporto di collaborazione con l´Oil, l´ autorità leader in norme internazionali del lavoro e l´unica organizzazione internazionale che riunisce governo, datori di lavoro e dei lavoratori rappresentanti. Lavoriamo insieme in un dialogo politico continuo e di intraprendere attività comuni e di progetti. E che si estende naturalmente al dialogo sociale. Il dialogo sociale - significato discussioni, trattative e di azione comune tra datori di lavoro e le organizzazioni sindacali - era in cima all´agenda politica della Conferenza internazionale del lavoro di quest´anno, che ha dedicato la sua "discussione ricorrente" a questo pilastro del lavoro dignitoso. Ha ribadito il valore aggiunto di un vero dialogo sociale nella definizione delle politiche economiche e sociali. Siamo quindi favorevoli di tutti gli sforzi per raggiungere la coerenza politica tra le organizzazioni internazionali che operano in questo campo. Questo seminario è il terzo di una serie che esamina il ruolo del dialogo sociale nel rispondere alla crisi nei paesi del programma. Questi paesi devono affrontare grandi sfide, e tra le più severe è il tema all´ordine del giorno - la crisi di posti di lavoro in Grecia. In tutta l´Ue, il dialogo sociale è sotto sforzo grande per vari motivi. Essi sono tutti legati alla crisi attuale, il recente allargamento dell´Unione europea e la difficile situazione macroeconomica. Già nel 2008 e nel 2009, quando la crisi era nelle sue fasi iniziali, molti paesi hanno utilizzato il dialogo sociale, per trovare soluzioni creative a preservare posti di lavoro e aiutare le aziende ad adattarsi e far fronte alla recessione. Ma la crisi è durata più a lungo del previsto, è cresciuto più ampio, e ha ottenuto più profondo. Essa ha colpito i bilanci pubblici e difetti in Unione economica e monetaria dell´Europa esposta. I l ha natura sistematica di questa crisi è stato riconosciuto troppo tardi. Il circolo vizioso tra debito bancario e debito pubblico non era rotto abbastanza presto. La solidarietà e la determinazione a porre fine alla crisi attraverso l´azione collettiva sono mancate. Così, dopo una breve ripresa vissuta e irregolare sul 2010-2011, siamo finiti in una doppia recessione. Questa crisi lunga e complessa è aumentata tensione e di conflitto generato. Le riforme avviate non sono sempre andati di pari passo con il dialogo sociale pienamente efficace, e questo ha portato ad una mancanza di consenso su come suddividere i costi in modo equo. Relazioni Industriali della Commissione in Europa relazione del 2012 pubblicati in occasione delle analisi Aprile in dettaglio le sfide per il dialogo sociale. Dialogo sociale nei paesi del programma Data la portata e la profondità della crisi nei paesi del programma, l´impatto è stato ancora più lì. Qui in Grecia, gli effetti della crisi sul dialogo sociale è stato particolarmente aspro. I responsabili politici a volte vedono dialogo sociale come un lusso, un paese non può permettersi quando sono necessarie decisioni urgenti. Le misure di risanamento di bilancio in corso di attuazione nei paesi del programma coinvolgono difficili, dolorose riforme. Questi estendere a sistemi di contrattazione collettiva nei casi in cui sono stati visti come parte del problema. Ci sono state discussioni circa il rispetto dei principi del dialogo sociale, i meccanismi di fissazione dei salari nazionali e della contrattazione collettiva. Questi problemi sono stati tutti particolarmente grave qui in Grecia. Il gruppo di esperti ha concluso che Ilo Convenzioni Oil che regolano alcuni diritti fondamentali - di cui la Grecia è uno dei firmatari - non sono state rispettate. Questo è sintomatico delle difficoltà create dalla crisi e le riforme necessarie per affrontarlo. Tali approcci sono tanto più deplorevole in quanto il coinvolgimento delle parti sociali e un certo grado di consenso sono essenziali se le riforme strutturali sono per avere successo nel lungo periodo. Le riforme necessarie non possono essere effettuate attraverso senza il sostegno della maggioranza dei soggetti interessati. Per vari motivi storici, approcci al dialogo sociale variano notevolmente da uno Stato membro all´altro. Ma nonostante queste differenze, il dialogo sociale è fondamentale per la competitività di tutte le nostre economie e al nostro modo di vita europeo. E ´anche una componente chiave del modello sociale europeo. Dialogo sociale, la contrattazione collettiva e la consultazione sono - per così dire - nei nostri geni. Alcuni sostengono che il dialogo sociale e di forti istituzioni delle relazioni industriali sono un ostacolo per la competitività. Non ci sono prove empiriche per sostenere che fino. Al contrario - negli Stati membri dell´Unione europea in cui il dialogo sociale è ben consolidata e istituzioni delle relazioni industriali sono forti, la situazione economica e sociale tende ad essere più favorevole e meno soggetto a deformazione. La maggior parte di questi paesi non sono contro gli stessi problemi dei paesi del programma. La Commissione attribuisce grande importanza alla promozione e il sostegno delle relazioni industriali di alta qualità. Crediamo che i programmi di riforma saranno tanto più successo nel lungo periodo se le parti sociali sono coinvolte sia nella loro progettazione e la loro attuazione. Siamo convinti della grande importanza del dialogo sociale costruttivo in Grecia - non solo per salvaguardare la pace sociale qui, ma anche per consentire al paese di stare saldamente sulle proprie gambe. Il seminario affronterà questi temi, con particolare attenzione alla situazione in Grecia e per la necessità di ulteriori riforme da sviluppare sulla base di un dialogo sociale pienamente funzionante. Rafforzare la dimensione sociale della Uem Signore e signori, La mancanza di fiducia e la fiducia nelle nostre istituzioni può minare l´intero progetto di integrazione europea e di svelare le sue conquiste. Non possiamo costruire l´Europa unita senza il sostegno della gente. E che comprende le parti sociali. I soggetti interessati - e non solo le élite - hanno bisogno di essere coinvolti e sostenere l´integrazione europea. Solo questo può aiutare l´Unione europea uscire dalla crisi più forte. Ma la componente sociale della governance economica è spesso sottosviluppato. Un dibattito è attualmente in corso circa la dimensione sociale dell´Unione economica e monetaria - o Uem in breve - tra cui il dialogo sociale. Con la crescente divergenza tra gli Stati membri e la crescente polarizzazione della società, il razionale per una forte dimensione sociale per l´Uem è chiaro. Occupazionale grave e problemi sociali in una parte di un´unione monetaria hanno anche ricadute negative per il resto. I singoli Stati membri hanno meno strumenti per mitigare gli shock asimmetrici e impedendo loro di innescare occupazione e crisi sociali. Così dinamiche "boom and bust" potrebbero avere un impatto sociale più grande all´interno di un´unione monetaria che su paesi con le proprie valute. La crisi ha dimostrato come dipendente economie degli Stati membri sono sulla vicenda. Problemi occupazionali e sociali nei singoli Stati membri sono sempre più una questione di interesse comune, in particolare all´interno della zona euro. In una Emu più profondo, dobbiamo prima individuare e riconoscere collettivamente le questioni che potrebbero portare a squilibri. Ciò richiede un trigger per l´azione collettiva prima di tali squilibri socio-economici si sviluppano in modo sproporzionato a livello nazionale e comunitario - ad esempio, attraverso un quadro di valutazione degli indicatori occupazionali e sociali. Ad un certo punto, si spera in un futuro non così lontano, dovrà essere discusse anche quali forme di capacità fiscale ed economica Stabili Sers saranno necessari al fine di rendere l´unione monetaria realmente sostenibile e legittima. Va da sé che il rafforzamento della dimensione sociale della Uem implica anche un ruolo più forte per le parti sociali. Correttamente in discussione delle politiche e il processo decisionale che coinvolge è critica - non solo per sostenere "proprietà" della politica adottata in risposta alle raccomandazioni dell´Ue, ma anche a rafforzare l´efficacia del coordinamento delle politiche a livello dell´area dell´euro. Le parti sociali dovrebbero quindi essere coinvolte più da vicino nella governance macro-economico dell´Unione economica e monetaria. Stiamo utilizzando tutti gli strumenti disponibili per sostenere il dialogo con le parti sociali europee. Il dialogo sociale e la competitività Signore e signori, La crisi economica è stato un test di stress per l´Uem. Il modo in cui la riforma Uem è ora un test per il progetto di integrazione europea nel suo complesso. L´euro potrebbe perdere consensi tra i cittadini dell´Unione europea se è percepita come un progetto puramente economica e di bilancio che ignora le sfide che il modello sociale europeo e il Welfare State. Naturalmente, ci sono quelli che sostengono che l´Uem ha messo in evidenza le differenze di competitività tra i paesi della zona euro. Ma la competitività non è solo di variabili macroeconomiche. E sicuramente non solo di costi unitari del lavoro! E ´anche una questione di produttività e il modo vita produttiva di un paese è organizzato. Le parti sociali sono l´economia reale e sanno ciò che è necessario - e ciò che è realizzabile. Questo è il motivo per cui devono essere coinvolti nella progettazione di riforme per migliorare la competitività economica dell´Ue. La cooperazione con l´Oil e la conclusione Signore e signori, L´ilo e la Commissione hanno organizzato questa conferenza ad alto livello per analizzare e discutere le grandi sfide che la Grecia e gli altri paesi partecipanti al programma, e il ruolo delle parti sociali e il dialogo sociale, nella ricerca di soluzioni a lungo termine attraverso il consenso e il dialogo. Voglio cogliere l´occasione per sottolineare il nostro ottimo, rapporto di collaborazione di lunga data con l´Oil ed i nostri sforzi congiunti per promuovere il dialogo sociale. Voglio anche ringraziare l´Ilo per l´organizzazione di questo seminario, e per il suo lavoro di analisi sul dialogo sociale sia nei paesi partecipanti al programma e quelli in Europa centrale e orientale. L´ilo ha fatto un grande sforzo per analizzare i programmi di consolidamento fiscale e il loro effetto sul mondo del lavoro. Questo seminario è solo un aspetto di quel lavoro, che proseguirà in altri paesi e per un altro anno, al fine di mettere insieme tutte le conclusioni e le raccomandazioni politiche. Non vedo l´ora di due giorni di discussione aperta e franca. Grazie.”  
   
   
GRECIA - SULLA STRADA PER IL RECUPERO E LA CREAZIONE DI OCCUPAZIONE  
 
Atene, 26 giugno 2013 - Di seguito l’intervento di ieri László Andor Commissario europeo responsabile per l´Occupazione, gli affari sociali e l´inclusione: “Onorevoli deputati, Signore e Signori, L´unione europea è crisi da troppo tempo. Ciò che è iniziato come una crisi finanziaria del 2007/8, trasformato nel più grave recessione del dopoguerra nel 2009, e ha prodotto alti livelli di disoccupazione record. Oggi abbiamo un tasso di disoccupazione dell´11 per cento in Europa e del 12 per cento nella zona euro. Il numero delle persone a rischio di povertà o di esclusione sociale è aumentata in modo significativo negli ultimi tre anni. In alcuni Stati membri dell´Ue vi è una emergenza sociale. La Grecia è un paese di estremi in questa crisi. Da un lato, il più alto rapporto debito / Pil nell´Ue, e molti punti deboli della finanza pubblica. D´altra parte, di gran lunga la caduta più drammatica in termini di Pil e l´aumento della disoccupazione (soprattutto la disoccupazione giovanile) dall´inizio della crisi. In questo periodo difficile, il sostegno finanziario dell´Unione europea, in particolare attraverso i fondi strutturali ha aiutato nella risposta alle crisi. Per rendere le condizioni più favorevoli per chi è nel bisogno, abbiamo cambiato i tassi di cofinanziamento per i cosiddetti paesi del programma. E l´anno scorso abbiamo riprogrammati 16000000000 € di fondi comunitari dei fondi strutturali in 8 Stati membri, tra cui la Grecia, dove il tasso di disoccupazione giovanile è la più alta, al fine di sostenere i giovani disoccupati in modo più efficiente ed efficace. In particolare, il Fondo sociale europeo è stato fondamentale per alleviare le difficoltà di disoccupazione. E ´quindi deludente per me vedere che molti Stati membri non riconoscono l´importanza del Fse nel prossimo quadro finanziario pluriennale, bilancio anno dell´Ue sette, e respingo le nostre proposte per assegnare ad esso almeno il 25% dei fondi di coesione dell´Ue . Per l´attuale periodo 2007-2013 la Grecia ha ricevuto un totale di 20 miliardi di euro rispetto ai Fondi strutturali e il Fondo sociale europeo rappresentato per oltre 4 miliardi di euro di tale importo. Molto sostegno del Fondo sociale europeo è stato diretto gli effetti della crisi - in particolare a: sostenere i lavoratori in aziende in ristrutturazione; fornire un supporto immediato per i disoccupati - per esempio, i programmi di sovvenzione di lavoro; diagnosi attuali e future del mercato del lavoro ha bisogno di una migliore; migliorare le competenze così la gente può rispondere per cambiare più facilmente e migliorare i collegamenti tra l´istruzione e la formazione e l´occupazione. L a lui Fondo sociale europeo sostiene tre azioni particolarmente importanti: Il primo è il re-engineering dell´Organizzazione Manpower. La riforma del servizio pubblico per l´occupazione della Grecia è molto importante, dal momento che solo una organizzazione moderna ed efficiente può affrontare efficacemente il problema di un numero molto elevato di persone disoccupate e inattive, e occuparsi di disoccupazione di lunga durata, l´occupazione e l´occupabilità dei gruppi vulnerabili, come ad esempio immigrati e rom, il secondo è il piano d´azione della gioventù greca. Rispondendo al eccessivamente alto tasso di disoccupazione giovanile, la Grecia ha intrapreso una vasta riprogrammazione dei programmi operativi del Fondo sociale europeo alla fine del 2012 e approvato nel gennaio 2013 un piano d´azione nazionale della Gioventù. Questo piano riceve mezzo miliardo di euro dai fondi Ue. Esso è rivolto ai 350.000 giovani sotto i 35 anni, e comprende azioni in corso e nuovi meccanismi avviati nei primi mesi del 2013. Sulla base di questo Piano d´Azione Giovani, il governo greco dovrebbe urgentemente sviluppare un piano di attuazione per la cosiddetta garanzia per i giovani. Secondo la raccomandazione adottata dal Consiglio dell´Unione europea nel febbraio di quest´anno, si dovrebbe garantire che ogni persona sotto i 25 anni ottiene una offerta di qualità di un lavoro, ha continuato l´istruzione, la formazione, apprendistato o tirocinio entro 4 mesi dalla fine della scuola o della disoccupazione. La garanzia per i giovani è un importante riforma strutturale, concentrandosi sulla fase più critica della vita di una persona e la difficile transizione nel mercato del lavoro. Garantire la formazione o tirocini di lavoro ha un costo fiscale, ma è un investimento economico importante da fare, e il supporto è disponibile dal Fondo sociale europeo e la nuova iniziativa per l´occupazione giovanile. La terza azione a cui vorrei fare riferimento riguarda lo sviluppo dell´economia sociale in Grecia. Si tratta di una nuova impresa per la Grecia che merita un forte sostegno. Soprattutto in periodi difficili come quello attuale, l´economia thesocial può diventare la fonte di tanto bisogno di nuovi posti di lavoro e di attività e uno spazio fertile per nuove soluzioni per i problemi sociali e societari. La forza di questo settore è nella sua diversità. Alcune cooperative sono a scopo di lucro, ma di proprietà dei lavoratori; altre imprese sociali si concentrano principalmente sulla loro obiettivi sociali e di reinvestire la maggior parte dei profitti di perseguire questi obiettivi sociali. Alcune imprese sociali si concentrano sul lavoro, l´integrazione o la prestazione di servizi sociali, altri hanno obiettivi ambientali. La Commissione ritiene che la promozione dello sviluppo dell´economia sociale e impresa sociale come una delle sue priorità. Ho portato con me oggi una pubblicazione che abbiamo recentemente prodotto su questo. Abbiamo tradotto in greco, in una speranza che possa contribuire a ispirare gli sforzi dei responsabili politici e degli individui che desiderano avviare o espandere una impresa sociale. Il governo greco ha cominciato a gettare le basi di un quadro di sostegno a questo nuovo e promettente settore dell´economia. Accolgo con favore questi sforzi, ma che ora deve intensificare in modo che il suo potenziale può essere sfruttato. Le riforme del mercato del lavoro e del prodotto (Mou) Onorevoli deputati, Ho voluto usare questi esempi per illustrare le aree concrete di sostegno Ue per l´enorme sforzo Grecia ha intrapreso per attuare un ambizioso - e socialmente doloroso - programma di riforme economiche. Ci sono stati tagli nella spesa per le retribuzioni del settore pubblico e delle pensioni, aumenti delle imposte indirette e di pensione di vasta portata e le riforme del mercato del lavoro. Il governo ha promosso - e continua a farlo - una ri-progettato il sistema di fissazione dei salari, riducendo i costi non salariali del lavoro, la lotta contro il lavoro sommerso e l´informalità, nonché semplificando gli oneri amministrativi e di aumentare la trasparenza e l´applicazione del diritto del lavoro. Allo stesso tempo, si prevede l´effettiva attuazione delle riforme del mercato dei prodotti strutturali per migliorare la trasmissione della riduzione del costo del lavoro in prezzi più bassi. Dal mio punto di vista del portafoglio, sono felice di notare che le riforme nella legislazione del lavoro sono sempre più attuate in consultazione con le parti sociali e nel rispetto delle direttive comunitarie e le norme fondamentali del lavoro. Io parteciperò questo pomeriggio in una conferenza che dovrebbe segnare l´inizio di un proficuo rapporto con l´Organizzazione internazionale del lavoro. Sono decisamente a favore questo. Dopo un difficile periodo iniziale incentrati su tagli fiscali, sempre più attenzione viene rivolta ad aiutare i disoccupati in modo che rimangano attaccate al mercato del lavoro e di migliorare l´accessibilità e l´adeguatezza delle reti di sicurezza sociale. In un periodo di crisi e di difficoltà, come quella Grecia si trova ad affrontare, concentrandosi su soluzioni, soprattutto per coloro che non sono ammissibili per i sussidi di disoccupazione e per coloro che non sono attive nel mercato del lavoro è di estrema importanza. Programmi ben mirati di lavori pubblici possono essere parte della risposta. Una rete di sicurezza sociale ben progettato è un altro. In effetti, non è accettabile che la Grecia dovrebbe rimanere l´ultimo paese europeo senza un reddito minimo universalmente riconosciuto. Il lavoro che ha iniziato a introdurre un sistema di reddito minimo necessario per avanzare rapidamente. Signore e Signori, Con un tale programma di riforme ampio, è essenziale non perdere mai di vista l´obiettivo iniziale dello sforzo. Per sostenere le riforme, la gente deve capire il motivo per cui sono necessarie, anche se non si vedono subito i frutti del processo di riforma. Per contribuire a questo, la Grecia potrebbe prevedere la valutazione dell´efficacia delle riforme, ad esempio quelle relative al diritto del lavoro ha adottato nel corso degli ultimi tre anni. Tale valutazione potrebbe indicare chiaramente i benefici di tali riforme. Onorevoli deputati, Per quanto importante come lo è, il recupero in Grecia non dipende soltanto lo sforzo di riforma greca. Dipende anche dal fatto che gli europei possono superare le loro divisioni presenti e decisamente riformare l´Unione economica e monetaria in modo da sostenere la crescita sostenibile sia nel centro cosiddetta e nella cosiddetta periferia. In effetti, la crisi da cui l´Europa sta ancora lottando per emergere è anche una crisi di un´Unione economica e monetaria incompleta e imperfetta. E ´una crisi di sistema e come tale richiede soluzioni sistemiche. Il fatto è che 20 anni fa, l´Europa ha creato un´unione monetaria senza meccanismi sufficienti per coordinare le politiche economiche e senza meccanismi attraverso i quali la zona euro potrebbe registrare a shock asimmetrici in modo economicamente efficiente e socialmente accettabile. Ci stanno recuperando terreno nel corso degli ultimi quattro anni attraverso il semestre europeo per il coordinamento rafforzato delle politiche economiche. L´europa ha costruito battute di rifinanziare sovrani in difficoltà, come il meccanismo europeo di stabilità. Ministri delle finanze stanno lavorando su un singolo meccanismo di controllo e di un meccanismo di risoluzione unico per le banche come parte di una nuova Unione bancaria, in modo che si finisce l´abbraccio mortale tra sovrani in difficoltà e le banche in difficoltà, che è stato destabilizzare i mercati per anni. La mia previsione è che abbiamo bisogno di fare ancora di più. Dobbiamo davvero riformare e ricostruire l´unione monetaria in modo che possa resistere a crisi future e di fornire a ciascuno Stato membro la possibilità di una crescita economica sostenibile. Dobbiamo fare in modo che i benefici dell´unione monetaria sono equamente condivisi tra gli Stati membri partecipanti e dei cittadini. Dobbiamo affrontare le crescenti disparità sociali all´interno e tra i paesi come una questione di autentica preoccupazione comune. Se trascuriamo i problemi della disoccupazione e sociale in alcune parti della unione monetaria, questo avrà negativo spill-over economica effetti e gli effetti politicamente destabilizzanti per l´Uem nel suo insieme. Cinque anni di crisi economica e sociale hanno profondamente trasformato l´Europa, e noi affrontare grandi sfide demografiche, ambientali e tecnologici. Dobbiamo fare in modo che le istituzioni e le politiche europee sono idonei per i decenni a venire, e in grado di realizzare le finalità del Trattato sull´Unione europea: una crescita economica equilibrata, la piena occupazione e il progresso sociale. Ho recentemente suggerito, insieme ad altri responsabili politici europei, che l´Europa ha bisogno di convocare una conferenza simile a quella che ha avuto luogo a Bretton Woods nel 1944. La conferenza ha preso 3 settimane, ha riunito più di 40 governi, e ha creato una struttura economica internazionale che è durato per più di 25 anni e la ricostruzione post-bellica abilitato. L´europa è nella sua più profonda crisi economica dopo la seconda guerra mondiale, ed è chiaro che non uscirà da questa crisi attraverso una successione di piccoli passi. Una visione a più lungo termine per l´ordine economico dell´Europa è necessaria per porre fine all´incertezza, e tale visione deve essere basata su un grande patto tra paesi creditori e debitori. Europa farebbe bene a bloccare i suoi rappresentanti politici e operatori economici in un hotel per tre settimane e con lo sviluppo di un piano a lungo termine delle attività. Sono convinto che, oltre a meccanismi più forti per la governance delle politiche strutturali e la creazione di una unione bancaria, il nuovo design di una vera Unione economica e monetaria dovrà anche includere uno stabilizzatore automatico insieme a una maggiore responsabilità democratica a livello europeo. Ma naturalmente tutto questo è possibile solo se manteniamo l´unità politica a breve termine. Tutti i paesi europei hanno bisogno di continuare il corso delle riforme strutturali. Paesi dell´Europa meridionale devono migliorare la loro amministrazione pubblica e combattere la disoccupazione attraverso misure come la garanzia per i giovani. Germania, d´altra parte, deve rafforzare la domanda interna e migliorare le transizioni nel mercato del lavoro dei gruppi più deboli. Abbiamo un quadro di coordinamento delle politiche di bilancio e strutturali, abbiamo strumenti europei per gli investimenti, e dobbiamo continuare nella direzione della costruzione di unità e di solidarietà. Il G greco overnment ha agito durante la crisi con grande responsabilità e consapevolezza dell´importanza paneuropeo delle sue azioni. Ho fiducia che il popolo greco e dei loro rappresentanti politici continueranno i loro sforzi per ottenere l´economia in esecuzione e per tenere insieme la società. Se il popolo ei leader di altri paesi europei fanno lo stesso, possiamo costruire un futuro migliore.”  
   
   
PARTNERSHIP IN AZIONE: LE REGIONI ULTRAPERIFERICHE DELL´UNIONE EUROPEA PRESENTANO I LORO PIANI DI INVESTIMENTO E DI CRESCITA PER IL PERIODO 2014-2020, LA COMMISSIONE EUROPEA  
 
Bruxelles, 26 giugno 2013 - Commissario europeo per la Politica regionale, Johannes Hahn, hanno ricevuto ieri i piani strategici di sviluppo di otto regioni ultraperiferiche europee. Il Commissario responsabile del coordinamento di tutte le politiche dell´Unione europea per queste regioni per discutere i piani di azione con i presidenti di Bruxelles e vicepresidenti delle Azzorre, Canarie, Guadalupa, Guiana francese , Madera, Martinica, Reunion e San Martino. Questa è la prima volta che le regioni ultraperiferiche sono invitate a questo tipo di strategie individuali, che si concentrano non solo sul come pensano di fare il miglior uso dei fondi strutturali dell´Unione europea, ma anche su come Secondo loro, le altre politiche comunitarie possono contribuire al loro sviluppo. I piani individuano le caratteristiche ed i vantaggi specifici che cercano di sfruttare al fine di diversificare e modernizzare le loro economie. Prima che la discussione di oggi, il Commissario Hahn ha dichiarato: "Queste nuove strategie sono strumenti importanti che aiuteranno le regioni ultraperiferiche dell´Unione europea per costruire la propria forza e sviluppare le loro economie. Naturalmente, a causa della loro posizione, queste regioni si trovano ad affrontare grandi sfide. Ma hanno anche punti di forza. I piani d´azione definiscono come intendono fare la maggior parte di esso, con il sostegno di tutta la gamma di strumenti dell´Ue. Essi saranno di fondamentale importanza per il lavoro da svolgere con la Commissione e gli Stati membri coinvolti nella programmazione dei fondi comunitari per il periodo successivo ". I piani di azione sono stati richiesti dalla Commissione un anno fa nella comunicazione: " Le regioni ultraperiferiche dell´Unione europea: una partnership per la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva " . Le strategie sono strumenti per il periodo 2014-2020, non solo nell´uso dei fondi strutturali, ma anche per quanto riguarda come le regioni ultraperiferiche potranno beneficiare di più da politiche dell´Unione europea. Essi definiscono l´azione individuale da parte delle regioni per raggiungere la crescita della strategia "Europa 2020", affrontando questioni come la disoccupazione giovanile e la stimolazione della competitività locale. I rappresentanti di un certo numero di direzioni della Commissione responsabile della politica marittima, l´occupazione, l´agricoltura, i trasporti, il commercio e lo sviluppo del mercato unico saranno inoltre partecipare a questo evento. Tra i principali argomenti trattati nei programmi d´azione sono: migliorare l´accesso al mercato unico dell´Unione europea - con particolare attenzione alle reti di trasporto, la mobilità dei cittadini, le esigenze della dimensione marittima e delle infrastrutture; miglioramento della competitività attraverso l´ammodernamento e la diversificazione economica , con particolare attenzione per l´agricoltura, la ricerca e l´innovazione, e il turismo; migliore integrazione geografica regionale ; sviluppo sociale - la creazione di posti di lavoro, rafforzare le competenze e le qualifiche in una forte attenzione ai giovani, l´istruzione e l´occupazione, e, infine, l´integrazione della lotta contro il cambiamento climatico in tutte le politiche .  
   
   
AIUTARE LE IMPRESE AD ACCEDERE AI FINANZIAMENTI DELL´UNIONE EUROPEA: IL PORTALE UNICO ORA ACCOGLIE ANCHE I FONDI STRUTTURALI  
 
Bruxelles, 26 giugno 2013 - Le imprese di tutta Europa da oggi potranno accedere con più facilità a utilissimi finanziamenti grazie all´ampliamento, voluto dalla Commissione europea, del portale unico dedicato ai finanziamenti dell´Ue che ora accoglie anche i Fondi strutturali: il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) e il Fondo sociale europeo (Fse). Inaugurato il mese scorso, il nuovo portale unico dedicato ai finanziamenti dell´Ue fornisce agli imprenditori e alle Pmi informazioni semplici, complete e aggiornate per accedere a oltre 100 miliardi di Eur di vari programmi Ue per il periodo 2007-2013. Le integrazioni apportate ieri raddoppieranno il numero di banche e fondi partner, portandolo a oltre mille e rafforzeranno ulteriormente una fonte d´informazioni essenziale per il finanziamento delle Pmi mediante garanzie, prestiti e capitale di rischio (Memo/13/606). L´accesso ai finanziamenti è uno degli urgentissimi problemi con i quali le Pmi si confrontano. Negli ultimi due anni quasi un terzo delle Pmi che hanno richiesto un prestito bancario non l´ha ottenuto o ha ottenuto un importo inferiore. Le Prospettive finanziarie per le piccole imprese europee del mese in corso confermano che l´ambiente imprenditoriale è in peggioramento e che le banche dell´area dell´euro hanno inasprito gli standard di credito. L´accesso ai finanziamenti dell´Ue e le relative informazioni sono quanto mai importanti per le imprese. I Fondi strutturali forniscono già alle Pmi un aiuto di circa 70 miliardi di Eur per il periodo 2007-2013. In occasione della conferenza European support for Smes for the period 2014 – 2020 (Sostegno europeo alle Pmi per il periodo 2014—2020), tenutasi oggi a Bruxelles, il Vicepresidente della Commissione Antonio Tajani, Commissario europeo responsabile dell´Industria e dell´imprenditoria e Johannes Hahn, Commissario europeo responsabile della Politica regionale hanno dichiarato: "Il portale unico dedicato ai finanziamenti dell´Ue aiuterà le Pmi a reperire facilmente e velocemente i finanziamenti tanto necessari. Una delle principali priorità della Commissione è semplificare e ridurre gli ostacoli che le imprese si trovano ad affrontare. L´integrazione dei Fondi strutturali dell´Ue nel portale unico rappresenta un importante caposaldo. Al tempo stesso desideriamo incoraggiare gli Stati membri e le regioni a utilizzare tali strumenti finanziari in quanto possono rafforzare gli effetti della politica di coesione, fungendo da catalizzatori d´investimenti di cruciale importanza, necessari per fornire un impulso all´economia europea e creare occupazione." Ip/13/387-memo/13/393 - Migliorare l´accesso ai finanziamenti per le Pmi: una chiave per la ripresa economica. Il nuovo punto d´accesso unico a tutti gli strumenti finanziari dell´Ue per le Pmi. Informazioni sugli strumenti finanziari Ue disponibili. Gli strumenti finanziari Ue per le Pmi descritti nel sito web sono il programma quadro per la competitività e l´innovazione (Cip), lo strumento europeo di microfinanza Progress, lo strumento di rischio condiviso (7° Pq), i prestiti Bei per le Pmi e ora i programmi operativi nazionali e regionali degli Stati membri volti al conseguimento degli obiettivi della politica di coesione. Un sito web semplice per le Pmi - Il portale unico fornisce informazioni particolareggiate sui modi in cui le Pmi possono chiedere finanziamenti sostenuti dall´Ue rivolgendosi a uno dei circa mille istituti bancari e finanziari a disposizione. Il portale unico sui finanziamenti dell´Ue permette a imprenditori e aziende di trovare il finanziamento più idoneo in base a esigenze finanziarie specifiche, tenendo conto di aspetti quali la dimensione dell´azienda, il tipo di finanziamento e l´obiettivo dell´investimento. Il portale è accessibile in varie lingue dell´Ue e a tutti i paesi candidati all´adesione. Accesso ai finanziamenti a livello regionale: elemento essenziale del ritorno alla crescita. Nel periodo 2007 – 2013 gli strumenti finanziari sono andati acquisendo un´importanza sempre maggiore quali mezzi di attuazione della politica di coesione. Alla fine del 2011 erano stati investiti nelle imprese oltre 3,6 miliardi di Eur, mediante circa 68 000 prodotti finanziari quali prestiti, garanzie, capitale di rischio e altri. Nello stesso periodo sono anche stati istituiti 484 fondi specifici per le imprese (prestiti, garanzie, capitale di rischio e altri) in 25 Stati membri e in una regione di cooperazione transfrontaliera. Complessivamente, nel periodo 2007-2014 sono stati destinati al sostegno delle Pmi 69,7 miliardi di Eur del Fesr e del Fes, ai quali si aggiungono rispettivamente almeno 95,4 miliardi se si considera il cofinanziamento nazionale. Alla fine di dicembre 2012 gli strumenti finanziari del programma quadro per la competitività e l´innovazione (Cip) avevano mobilizzato circa 13 miliardi di Eur sotto forma di garanzie e più di 2,3 miliardi di Eur sotto forma di capitale di rischio. Oltre 220 000 Pmi in tutta Europa hanno già beneficiato del programma. Il Vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani ha chiesto di aumentare il bilancio degli strumenti finanziari del Cip di 19 milioni di Eur per aiutare le Pmi che trovano difficoltà nell´accedere ai finanziamenti. Http://europa.eu/youreurope/business/finance-support/access-to-finance/index_it.htm  
   
   
OCCUPAZIONE E SOCIALE DI SITUAZIONE DELL´UE: RASSEGNA TRIMESTRALE METTE IN EVIDENZA I VANTAGGI DI TIROCINI; ULTIME TENDENZE MIGRATORIE  
 
Bruxelles, 26 giugno 2013 - Contratti a tempo determinato possono essere una buona opportunità per un giovane per entrare nella forza lavoro, in particolare se sono connessi con l´istruzione o di formazione (come è comune in Germania e Austria), secondo l´ultimo Occupazione della Commissione europea e sociale Quarterly Review situazione. Tuttavia, quando i giovani lavoratori temporanei sono con contratti a breve termine involontariamente (per esempio in Spagna e Polonia), c´è il rischio che rimangano intrappolati in condizioni di lavoro precarie. Nel contesto di una crescente divergenza dei livelli di disoccupazione tra gli Stati membri, il numero di persone che vogliono trasferirsi in un altro paese è sostanzialmente aumentato ma ancora affrontare ostacoli. La revisione rileva inoltre l´importanza di infanzia di qualità a mitigare le disuguaglianze in una fase precoce della vita. László Andor, commissario europeo per l´Occupazione, gli affari sociali e l´inclusione, ha commentato: "La crisi dell´euro ha portato una doppia recessione, con effetti sociali devastanti, in particolare per i paesi" periferici "e la giovane generazione, ma la nostra ultima analisi conferma i vantaggi di. Apprendistati e tirocini in termini di aiutare i giovani a trovare un lavoro di qualità. Ciò sottolinea la necessità che tutti gli Stati membri per rendere la Gioventù Garantire una realtà entro la fine del 2013 ". Nei paesi con nessuna o solo un lieve calo del tasso di occupazione dei giovani (ad esempio Germania e Austria), i contratti più temporanee per i giovani lavoratori sono legate a istruzione o di formazione, che riflette forti sistemi di apprendistato in questi paesi. Tali contratti di apprendistato / formazione di solito durano più a lungo e spesso sono trampolini di lancio per un contratto a tempo indeterminato. Tuttavia, nei paesi con un forte calo nel tasso di occupazione dei giovani (ad esempio Spagna e Polonia), la maggior parte dei giovani lavoratori temporanei sono contratti a breve termine involontariamente, e la durata di tali contratti è più breve. Ciò riflette i problemi di segmentazione del mercato del lavoro, dove i lavoratori godono di lunga tradizione molto elevati livelli di protezione del lavoro e nuovi arrivati ​​sono o disoccupati o su contratti a termine di breve durata. La Commissione esorta tutti gli Stati membri a mettere urgentemente in atto la garanzia per i giovani , proposta dalla Commissione come parte del pacchetto per l´occupazione giovanile nel dicembre 2012 (cfr. Ip/12/1311 e Memo/12/938 ) e adottato dal Consiglio nel aprile 2013. Sotto la garanzia per i giovani, i giovani sotto i 25 anni che non riescono a trovare un lavoro di qualità dovrebbe essere offerto un apprendistato, un tirocinio o di perfezionamento, entro quattro mesi dalla fine della scuola o di perdere il lavoro. La Commissione lancerà l´ Alleanza europea per l´apprendistato a Lipsia, il 2 luglio a riunire le parti interessate dalle autorità governative, imprese e parti sociali, istruzione e formazione di ricercatori e professionisti e rappresentanti dei giovani. Sarà piscina azioni esistenti sotto un ombrello comune e promuovere i benefici di programmi di apprendistato di successo e modi per costruire in su. Nel 2013 raccomandazioni specifiche per paese (Csr) proposti dalla Commissione il 29 ° Maggio (cfr. Ip/13/463), 16 Stati membri sono stati invitati a concentrarsi sulla riforma della formazione professionale e istruzione per includere una componente di apprendimento basato sul lavoro più forte. La Commissione ha inoltre proposto che sette Stati membri (Francia, Italia, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Spagna e Slovenia) dovrebbero attuare ulteriori misure per affrontare i mercati del lavoro segmentati. Europei più meridionale vuole trovare un posto di lavoro all´estero - Mobilità all´interno dell´Ue ha in qualche modo recuperato negli ultimi anni a seguito della caduta all´inizio della crisi. Lavoratori provenienti da orientale e centrale Stati membri dell´Ue che ancora costituiscono la maggioranza di coloro che si spostano in un altro paese dell´Ue, ma le loro abilità spesso rimangono sotto-utilizzato: molti di loro sono troppo qualificati per i posti di lavoro che fanno. Il numero di lavoratori che si spostano dal sud al nord gli Stati membri stanno aumentando più rapidamente, ma da una base inferiore. La percentuale di persone con ´ferma intenzione di migrare nei seguenti 12 mesi è più che raddoppiato, da 0,5% a 1,2%, vale a dire 2-5 milioni di euro, ed è più alta in Grecia. L´e tasso di migrazione tra i cittadini dell´Unione europea è in crescita, in particolare in Irlanda, Grecia e Portogallo, pur rimanendo bassa in Spagna o in Italia. Tuttavia, nel complesso sembra che il mercato del lavoro è stata adeguando a condizioni di crisi non tanto da persone che lasciano il proprio paese per cercare lavoro in un altro, ma attraverso una diminuzione degli afflussi e aumentare nei deflussi dei lavoratori migranti (lasciando il loro paese ospitante per tornare a casa), soprattutto nel caso della Spagna. Detto questo, le grandi deflussi di cittadini potevano essere osservati tra le giovani generazioni nel 2007-12, in particolare da Lituania e Lettonia, così come la Bulgaria, la Polonia, l´Estonia o l´Irlanda. Al contrario, i deflussi di giovani cittadini provenienti da Italia, Spagna e Grecia sono rimasti limitati. Al fine di facilitare la mobilità dei lavoratori tra gli Stati membri, la Commissione sta riformando Eures , la rete di ricerca di lavoro pan-europea per aiutare le persone che sono pronti a trasferirsi in un altro paese per identificare dove esistono adeguate offerte di lavoro e per aiutare i datori di lavoro per trovare opportunamente lavoratori qualificati (cfr. Ip/12/1262 , Memo/12/896 , Memo/12/897 ). La Commissione ha inoltre proposto una direttiva per rendere più facile per i lavoratori di esercitare il loro diritto alla libera circolazione (cfr. Ip/13/372 ). L´infanzia di qualità porta a benefici di lunga data per il bambino - L´infanzia di qualità porta a benefici di lunga data per il bambino, secondo la ricerca accademica analizzato nell´ultima Quarterly Review. Gli impatti positivi sono più forti per i bambini più svantaggiati, in modo che l´infanzia di qualità può aiutare a mitigare le disuguaglianze in una fase iniziale. Tuttavia, i bambini provenienti da ambienti svantaggiati hanno un accesso più limitato ai servizi di custodia dei bambini. In tutta l´Ue, solo il 23% dei bambini sotto i tre anni e che vivono in famiglie povere hanno accesso a servizi di assistenza formale, rispetto al 41% dei bambini che vivono in altre famiglie dei bambini. Allo stesso modo, il 20% dei bambini la cui madre ha solo l´istruzione di livello inferiore sono iscritti nella cura dei bambini contro il 40% dei bambini con le madri altamente istruiti. La raccomandazione ad investire nei bambini , adottata nel febbraio 2013, come parte del pacchetto sociale investimento (vedi Ip/13/125 e Memo/13/117 ) invita gli Stati membri a intensificare gli sforzi per garantire che tutte le famiglie hanno un accesso effettivo alla qualità iniziale Educazione e cura. Questa chiamata si riflette anche nelle proposte 2013 raccomandazioni specifiche per paese rivolte a 13 paesi. Servizi formali di custodia dei bambini possono solo aiutare i genitori a entrare e rimanere nel mondo del lavoro se sono accessibili e di buona qualità.  
   
   
LA RELAZIONE DELL’OCSE CONFERMA: L´INVESTIMENTO DELL’UE NELL´ISTRUZIONE E NELL’OCCUPABILITÀ DEI GIOVANI PAGA  
 
Bruxelles, 26 giugno 2013 - La Commissione europea ha espresso ieri il suo plauso per la pubblicazione della relazione annuale Education at a Glance 2013, elaborata a cura dell´Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), che analizza i sistemi di istruzione di trentaquattro paesi membri dell’Ocse, di cui ventuno sono Stati membri dell’Ue, nonché di Argentina, Brasile, Cina, India, Indonesia, Russia, Arabia Saudita e Sudafrica. La relazione individua le sfide per i sistemi d´istruzione europei che l´Unione e i suoi Stati membri devono affrontare congiuntamente e ribadisce l’importanza di politiche volte a modernizzare tali sistemi e ad offrire maggiori possibilità ai giovani di studiare o di formarsi all’estero. "La relazione, importante fonte di conoscenze e di dati per i decisori politici, ci aiuta a comprendere meglio le sfide che ci aspettano. Investire nell’istruzione conviene sempre nel lungo periodo e gli Stati membri devono tenerne conto nel decidere lo stanziamento dei fondi pubblici. Come confermato dalla relazione, i tagli alla spesa per l’istruzione in generale e agli stipendi degli insegnanti in particolare possono ostacolare il conseguimento del nostro obiettivo, vale a dire sistemi di istruzione efficaci e di grande qualità", ha affermato Androulla Vassiliou, commissaria europea responsabile per l´istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù. "Il nostro compito è ora garantire che i nostri giovani siano motivati e che possiedano le competenze richieste nel 21° secolo, nonché lo spirito imprenditoriale necessario per riportare l’Europa sulla via della crescita. Dobbiamo essere pronti ad operare riforme affinché i nostri sistemi d´istruzione possano competere con i migliori al mondo e, perché ciò sia possibile, dobbiamo investire. Tuttavia, come risulta chiaramente dalla relazione, alcuni Stati membri riescono meglio di altri a mantenere il livello di spesa per l’istruzione." Gli investimenti in un´istruzione e una formazione di qualità, in particolare a fronte dell’elevato tasso di disoccupazione giovanile, figurano al centro dell’agenda politica dell’Ue. Il Consiglio europeo che si riunirà il 27 e 28 giugno prossimi si occuperà essenzialmente delle misure volte a promuovere l’occupazione dei giovani. La Commissione ha contribuito al vertice della prossima settimana lanciando una nuova iniziativa: "Lavorare insieme per i giovani d´Europa - Invito ad agire contro la disoccupazione giovanile". Nella comunicazione così intitolata essa illustra le azioni che l´Ue ha adottato o adotterà per aiutare gli Stati membri a modernizzare e a migliorare i loro sistemi di istruzione, un approccio questo che è in sintonia con le conclusioni della relazione Education at a Glance 2013. La relazione è presentata oggi a Bruxelles da Andreas Schleicher, direttore aggiunto per l´Istruzione e le competenze dell´Ocse; Xavier Prats Monné, vicedirettore generale della Direzione generale dell’istruzione e della cultura della Commissione europea, interverrà sull´argomento analizzando l´importanza delle conclusioni della relazione per l’Ue. Education at a Glance 2013 a proposito dell’Europa: Education at a Glance è una pubblicazione annuale dell’Ocse che attinge a dati compilati dall´Ufficio statistico dell’Unione europea (Eurostat) e dall´Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (Unesco). La relazione presenta i dati sull’istruzione provenienti dai trentaquattro paesi aderenti all’Ocse, di cui ventuno sono Stati membri dell’Ue. Sei Stati membri dell’Ue non fanno parte dell’Ocse (Bulgaria, Cipro, Lettonia, Lituania, Malta e Romania) e non sono pertanto trattati nella relazione. La Commissione plaude alla relazione nel contesto di una rafforzata cooperazione nell’analisi dei sistemi d’istruzione tra il dipartimento dell’Ocse per l’Istruzione e la direzione generale dell’istruzione e della cultura della Commissione. La relazione conferma l’analisi ad opera della Commissione delle tendenze che caratterizzano i sistemi d’istruzione europei, tenendo conto al contempo delle notevoli diversità tra gli Stati membri. La spesa per studente nel campo dell´istruzione è in calo nella maggior parte dei paesi dell’Ue, anche se si mantiene leggermente superiore alla media dell’Ocse. Nel 2010 la spesa per studente a tutti i livelli dell´istruzione nei ventuno Stati membri dell´Ue aderenti all’Ocse è stata di 7 200 € rispetto ai 6 900 € dell’insieme dei paesi dell´Ocse. È un dato preoccupante; inoltre, i dati dell´Ue sulla spesa pubblica per l’istruzione in percentuale del Pil indicano che in cinque paesi dell’Ue (Bulgaria, Grecia, Italia, Romania e Slovacchia), oltre ad uno scarso livello degli investimenti in termini assoluti, dal 2008/2009 si registra anche un trend al ribasso della spesa in tale settore. In media, il 15% dei giovani di età compresa fra i 15 e i 29 anni nel 2011 risultava disoccupato o non iscritto a corsi d´istruzione o di formazione (i cosiddetti "Neet", ossia "not in employment, education or training"), dato questo leggermente migliore rispetto alla media generale dell’Ocse (16%). Tuttavia, oltre il 20% dei giovani di Grecia, Irlanda, Italia e Spagna rientrava in tale categoria. Dagli ultimi dati dell’Ue risulta che nel 2012 la situazione è ulteriormente peggiorata nei tre paesi dell´area meridionale. Programmi specifici nel campo dell´istruzione e della formazione, compresi programmi di apprendistato e di tirocinio di elevata qualità nel quadro dell´iniziativa "garanzia per i giovani dell´Ue", hanno un ruolo fondamentale da svolgere per evitare il rischio di "una generazione perduta". I paesi dell’Ue registrano un’elevata percentuale di studenti impegnati in corsi di formazione professionale a livello di istruzione secondaria superiore, che supera notevolmente la media dell´Ocse. Tuttavia, il quadro varia considerevolmente da uno Stato membro all’altro: nel 2011 tale percentuale era di oltre il 70% in Austria, Belgio, Repubblica ceca, Finlandia e Repubblica slovacca. In Estonia, Irlanda, Grecia, Ungheria, Portogallo e nel Regno Unito invece erano al massimo il 40% gli studenti che seguivano tali programmi; analoga era anche la situazione nei paesi terzi, ad eccezione dell’Australia. La Commissione europea esorta gli Stati membri ad ottimizzare i benefici dell’apprendimento sul lavoro per agevolare il passaggio dei giovani dalla scuola alla vita professionale. Il 2 luglio, i commissari Androulla Vassiliou e László Andor daranno il via a Lipsia all’Alleanza europea per l´apprendistato, per rafforzare la qualità, l´offerta e l’immagine dell’apprendistato e della formazione professionale in tutta l’Ue. Nei paesi dell’Ue gli insegnanti guadagnano in media tra il 77% e l’89% del salario di altri lavoratori a tempo pieno con analoga formazione; tra il 2009 e il 2011 i loro stipendi sono calati in termini reali del 4% circa. Se tale tendenza dovesse continuare, potrebbe mettere in pericolo l’assunzione di una nuova generazione di insegnanti motivati, destinata a sostituire un corpo insegnante che invecchia, prossimo ormai alla pensione. La distribuzione di genere nell’istruzione terziaria nei paesi dell’Ue sta migliorando, anche se non in maniera uniforme in tutti i settori di studio. Come rivela la relazione, da tempo in Europa le donne in possesso di un diploma universitario di primo livello o di master sono più numerose dei maschi e la loro quota sta aumentando (nel 2011 erano il 60% dei laureati nell´Ue-21 aderenti all’Ocse, rispetto al 55% del 2000). Tuttavia, nelle discipline fondamentali, quali la matematica, le scienze e la tecnologia, la partecipazione delle donne è aumentata solo leggermente, passando dal 40 al 42% (fuorché nella Repubblica ceca, nella Germania e nella Slovacchia, in cui l´aumento è stato di oltre 10 punti percentuali), mentre solo il 28% degli ingegneri era composto da donne (rispetto al 23% del 2000). Gli uomini e le donne con un titolo di istruzione superiore avevano opportunità di occupazione molto maggiori rispetto alle persone con un livello di istruzione inferiore; tuttavia, il divario tra i tassi di occupazione dei diplomati maschi e femmine dell’istruzione terziaria nella fascia di età 25-64 anni era in media di 7 punti percentuali per gli Ue-21 rispetto ai 9 punti percentuali per l’insieme dei paesi dell´Ocse.  
   
   
I CONTRIBUTI FINANZIARI D’EMERGENZA PER I LAVORATORI IN ESUBERO DOVREBBERO ESSERE EROGATI PIÙ VELOCEMENTE, AFFERMA LA CORTE DEI CONTI EUROPEA  
 
Lussemburgo, 26 giugno 2013 - Il Fondo speciale per assistere i lavoratori posti in esubero per effetto della globalizzazione fornisce soltanto un limitato valore aggiunto Ue e dovrebbe essere sostituito da un sistema più efficiente. Questo è quanto afferma la Corte dei conti europea, il guardiano delle finanze dell’Ue, in una sua relazione appena pubblicata. Tra il marzo 2007 e il dicembre 2012, il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione ha versato oltre 600 milioni di euro a lavoratori che hanno perso il proprio posto di lavoro in seguito ad esuberi/licenziamenti collettivi causati dai mutamenti intervenuti nella struttura del commercio mondiale. Dall’audit espletato dalla Corte, è emerso che alla maggior parte dei lavoratori ammissibili è stata offerta un’assistenza personalizzata e ben coordinata. Tuttavia, ciascuno dei casi esaminati dalla Corte includeva misure di sostegno al reddito che sarebbero state comunque finanziate dagli Stati membri. Il sostegno al reddito ha rappresentato il 33 % di tutte le spese rimborsate per l’insieme dei casi esaminati. Per di più, non esistevano dati che permettessero di misurare adeguatamente il grado di efficacia dei fondi nel reinserire professionalmente i lavoratori licenziati/in esubero. Al fine di sostenere più rapidamente i lavoratori colpiti, la Corte raccomanda di considerare la possibilità di sostituire il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (Feg) con il regime, opportunamente adattato, del Fondo sociale europeo. “Gli elementi probatori raccolti nel corso dell’audit non ci hanno persuaso che il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione rappresenti il miglior sistema per prestare questo tipo di sostegno così necessario”, ha affermato Ville Itälä, il Membro della Corte responsabile della relazione. “Sarebbe più efficace semplicemente modificare il Fondo sociale europeo perché possa affrontare questi problemi”. Il Feg è stato creato per affrontare situazioni di emergenza puntuali e di durata limitata. Il sostegno include misure formative, aiuto alle attività professionali autonome, coaching e ricollocazione. Il Fondo cofinanzia dette misure ad un tasso del 50 % o del 65 %, mentre il saldo è corrisposto dallo Stato membro interessato.  
   
   
L’INTEGRAZIONE E’ POSSIBILE ANCHE GRAZIE ALLE POLITICHE SUL LAVORO PRESENTATE DA AGENZIA DEL LAVORO LE ESPERIENZE REALIZZATE CON IL PROGRAMMA DI INTERVENTI DEL FONDO EUROPEO A FAVORE DI LAVORATORI E CITTADINI EXTRACOMUNITARI  
 
Trento, 26 giugno 2013 - L’integrazione di lavoratori extracomunitari è possibile grazie a politiche del lavoro in grado di fornire a loro le competenze professionali adatte al mercato. A sostenerlo è l’Agenzia del Lavoro della Provincia autonoma di Trento che ha presentato, in occasione del convegno “Integrazione possibile, i risultati del programma sperimentale di interventi cofinanziati dal Fondo Europeo per l´Integrazione di cittadini extra Ue. Il convegno si è tenuto nel pomeriggio di ieri presso l´Area Archeologica di Palazzo Lodron, in piazza Lodron a Trento. Il progetto, realizzato in collaborazione con Consolida, è finalizzato alla costruzione di competenze professionali per un´integrazione sociale e lavorativa di soggetti in situazione di fragilità perché privi di cittadinanza europea. L´azione progettuale, partita il 1 ottobre 2012 e che terminerà il 30 giugno 2013, era destinata a 500 persone domiciliate in provincia di Trento ed iscritti ad uno dei Centri per l´Impiego sul territorio, inoccupati o disoccupati, in regola con le norme in materia di soggiorno. Al progetto hanno preso parte immigrati provenienti principalmente da Albania, Bangladesh, Tunisia, Kossovo, Pakistan e Marocco. L’attività ha riguardato il modello trentino dell’integrazione, basato sulla convivenza attiva e sulla contaminazione culturale, condizioni essenziali per un corretto approccio al mercato del lavoro. “Gli elementi innovativi - come ha spiegato la dirigente di Agenzia, Antonella Chiusole - riguardano la scelta dei target (cittadini extracomunitari deboli, quali donne e giovani), i servizi e gli strumenti dedicati ai primi bisogni e rivolti a possibili percorsi verso il mondo del lavoro, oltre alla rete delle relazioni. Si tratta di elementi indispensabili per garantire un’integrazione sociale e lavorativa, oltre a consolidare il progetto. Abbiamo raggiunto persone che difficilmente avrebbero a questi servizi, sperimentare nuovi servizi e valorizzare un finanziamento europeo con partner di livello nazionale”. Agenzia del Lavoro ha organizzato nel pomeriggio di oggi il convegno “Integrazione possibile - Accompagnamento e counselling all´occupabilità e alla cittadinanza attiva per soggetti immigrati extra Ue”, presso l´Area Archeologica di Palazzo Lodron, nell’omonima piazza di Trento. In occasione del convegno, Agenzia ha presentato i risultati del programma sperimentale di interventi cofinanziati dal Fondo Europeo per l´Integrazione di cittadini extracomunitari. “L´obiettivo generale del progetto - spiega la dirigente di Agenzia del Lavoro, Antonella Chiusole - è offrire ai lavoratori strumenti personali di orientamento e conoscenza del mercato, oltre alla sperimentazione di una rete di servizi per facilitare l´inclusione sociale, l´attivazione e la partecipazione al mercato del lavoro, migliorando l´occupabilità e rendendo fruttuosa la ricerca di un buon lavoro”. Ai soggetti coinvolti è stato fornito un servizio di counselling generale e la sottoscrizione di un "patto di servizio" che stabiliva un percorso di attivazione e partecipazione alle attività proposte. Le competenze acquisite o rafforzate durante il percorso sono state poi certificate in un Portfolio delle Competenze spendibile nel mercato del lavoro. Il progetto è realizzato con il supporto dell´Università Cattolica del Sacro Cuore quale partner di progetto e la collaborazione del Dipartimento Istruzione, del Servizio Politiche Sociali della Provincia autonoma di Trento e del Cinformi, Consolida e Commissariato del Governo. L’iniziativa ha avuto un costo di 258 mila euro ed è stata cofinanziata dal Fondo Europeo. A chiudere i lavori un laboratorio artistico di creazione di oggetti in ceramica a cura della Multiverso Teatro e una vendita benefica di opere, il cui ricavato è destinato alla scuola di ceramica per giovani donne del Burkina Faso, a cura della Fondazione Contessa Lene Thun Onlus. I vasi, esposti oggi negli spazi del convegno, sono il frutto di attività di laboratorio che ha visto coinvolti i partecipanti al progetto. “L’università Cattolica di Milano - Giorgio Bozzeda dell’Università Cattolica di Milano - è stata chiamata a fornire supporto a questo progetto. Siamo stati lo sguardo esterno, consapevoli di lavorare in un contesto già attrezzato per questo tipo di progetti. Il nostro lavoro ha riguardato il bilancio e la valutazione del progetto, la certificazione delle competenze acquisite e del coaching formativo, attività di support. Questo progetto doveva adottare una attività di supporto continuativo ai partecipanti. Siamo riusciti ad adottare una flessibilità a favore dei cittadini stranieri. Una cosa abbiamo imparato che una realtà anche strutturata, qual è il Trentino, ha bisogno di aggiornarsi sui bisogni delle persone, personalizzando servizi ed opportunità. Il termine formativo va quindi inteso come grande attenzione alle persone e di accompagnamento verso il lavoro”. “Il Trentino - sottolinea Luciano Galetti, direttore dell’Ufficio politiche del lavoro a finanziamento europeo di Agenzia -, da sempre impegnato in politiche avanzate a favore dell´immigrazione, persegue nuove modalità di integrazione sociale e lavorativa a favore dei cittadini extra Ue tramite modelli sperimentali che vanno da una presa in carico individuale dei soggetti destinatari del programma, all´accompagnamento tramite azioni di formazione e orientamento al lavoro, fino alla certificazione delle competenze possedute o acquisite, finalizzate all´inserimento nel mondo del lavoro. Il target di riferimento ha riguardato fasce di cittadini privi della cittadinanze europea, socialmente molto deboli, quali donne e giovani, o di persone provenienti dai Paesi nordafricani, ospiti in Trentino dopo le tensioni seguite alla Primavera araba. A loro abbiamo offerto non risposte facili o scontate, perché loro non sanno cosa chiedere se non i bisogni essenziali; a loro abbiamo offerto la disponibilità ad essere considerati come soggetti destinatari di protezione e, soprattutto, soggetti che possono essere parte attiva del sistema del lavoro locale”. Obiettivo generale del progetto cofinanziato dal Fondo Europeo per l´Integrazione è quello di migliorare l´incontro domanda-offerta e l´orientamento al lavoro di soggetti extra Ue tramite percorsi di counselling, accompagnamento e formazione che consentano ai soggetti più fragili, perché sprovvisti di cittadinanza europea, di potersi attivare per la ricerca di una buona occupazione. Sono state 498 le persone contattate e 374 i colloqui di presa in carico effettuati. Ben 117 persone hanno frequentato i laboratori di osservazione, orientamento e formazione al lavoro, denominati “Conoscere”, previsti nel percorso e finalizzati alla costruzione dei pre-requisiti lavorativi. In particolare sono quattro le tipologie di servizi offerti: il counselling generale per la presa in carico iniziale ed il rafforzamento dei requisiti lavorativi o l´accompagnamento al lavoro; il counselling mirato a target specifici quali disoccupati di lunga durata, donne esclude dal mercato del lavoro, minori non accompagnati e soggetti disabili certificati tramite l´adesione a servizi specifici e personalizzati quali laboratori o tirocini di orientamento al lavoro; la certificazione delle competenze formali acquisite all´estero, ma anche di quelle non formali e informali che altrimenti non avrebbero alcun valore nel mondo del lavoro; l´accompagnamento all´occupazione tramite il coaching formativo, cioè percorsi individuali o di gruppo che favoriscano l´apprendimento di competenze relazionali e comportamentali. Grazie ai diversi strumenti a disposizione il progetto ha consentito ai partecipanti di trovare motivazioni e capacità per rimettersi in gioco a livello personale e di poter fronteggiare le proprie criticità lavorative, individuandone le possibili soluzioni. Le donne immigrate con problemi di conciliazione o problematiche culturali che bloccano solitamente ogni percorso lavorativo sono state aiutate ad individuare situazioni di "lavoro possibile", mentre si sono attuati percorsi scolastico/formativi e di approccio all´occupazione per i minori non accompagnati. Soddisfacenti i risultati conseguiti al termine del percorso sperimentale e che si identificano: nell´incremento dei tassi di occupazione dei lavoratori extra Ue, nell´aumento dell´occupabilità a seguito dell´acquisizione di competenze adeguate al mercato del lavoro e in una maggiore partecipazione al mercato del lavoro da parte di tutti i soggetti coinvolti. Da tutto ciò ne consegue il miglioramento della qualità del lavoro, dell´inquadramento professionale e retributivo e, in via generale, il miglioramento della posizione lavorativa e sociale. Le metodologie d´intervento individuale non si sovrappongono a quelle già in uso, ma le integrano sperimentalmente con l´obiettivo della messa a regime. Particolare importanza è stata dedicata alla ricerca di tipologie lavorative integrate col territorio trentino con un bilancio largamente positivo. L’integrazione non solo è possibile ma è un valore di una società moderna.  
   
   
FVG-CARINZIA: SERRACCHIANI-KAISER, SIAMO REGIONI CERNIERA IN EUROPA IERI A TRIESTE IL PRIMO INCONTRO TRA I DUE PRESIDENTI  
 
Trieste, 26 giugno 2013 - "Un dialogo aperto e proficuo per consolidare i nostri rapporti di cooperazione", per la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani; "l´inizio di una lunga amicizia" secondo il presidente del Land della Carinzia, Peter Kaiser. Dunque nuove collaborazioni tra le due Amministrazioni regionali a partire da alcuni temi strategici per entrambi i territori, come ieri a Trieste, nel corso del primo incontro ufficiale bilaterale, hanno sottolineato i presidenti di Friuli Venezia Giulia e Carinzia: in particolare il tema delle infrastrutture, energetiche e viarie (dal proseguimento del progetto Micotra per servizi ferroviari comuni al Corridoio baltico adriatico), ma anche altri temi concreti, quali il sistema sanitario, quello educativo e della formazione, gli aiuti di Stato a finalità regionale, la creazione di una rete tra le Università di Trieste ed Udine, l´ateneo di Klagenfurt, la Sissa di Trieste e la Scuola di scienze applicate della Carinzia. La "cornice" di questi nuovi rapporti è soprattutto quella dell´Euroregione Senza Confini tra Friuli Venezia Giulia, Carinzia e Veneto, hanno rilevato Serracchiani e Kaiser, che a breve (dopo le osservazioni formulate dalle due Regioni) dovrà veder formalizzato il regolamento interno da parte del Veneto, a cui spetta la prima presidenza. Nel frattempo, ha annunciato Serracchiani, l´Euroregione, che ha sede a Trieste, sarà accolta negli spazi di proprietà della Regione situati nello stesso palazzo che oggi ospita anche l´Iniziativa centro europea: una vicinanza non solo simbolica ma anche auspicabilmente operativa. Attraverso il contenitore Euroregione, hanno quindi sostenuto Serracchiani e Kaiser - assieme ai presidenti delle due Assemblee legislative, Franco Iacop e Reinhart Rohr, che hanno concordato su iniziative collegiali a livello di Consigli regionali - Friuli Venezia Giulia e Carinzia intendono anche affrontare assieme uno dei grandi temi oggi al centro della crisi internazionale: nuove progettualità contro la disoccupazione giovanile, che colpisce pesantemente al di qua e al di là del confine, grazie a comuni misure attive attivabili attraverso i finanziamenti resi disponibili dal Fondo sociale europeo. "Una collaborazione vera e concreta all´interno di Euroregione Senza Confini - ha dichiarato la presidente del Friuli Venezia Giulia - nell´auspicio che questo strumento di cooperazione si allarghi alla Slovenia (impegnata a regionalizzare il suo territorio nazionale) e ad alcune Contee della Croazia, nel disegno di più lungo respiro che su alcune progettualità possa vedere un coinvolgimento anche, in futuro, di altre Regioni d´Italia, Austria e Germania". "Friuli Venezia Giulia e Carinzia restano comunque il cardine di questa parte d´Europa e delle grandi strategie europee - ha osservato ancora Serracchiani - reale cardine dei disegni di sviluppo Ue identificabili con le iniziative Adriatico-ionica, il programma Danubiano e quell´area Alpina a breve prossima regione d´interesse europeo".  
   
   
NUOVO PORTALE WEB DEL VENETO PER CONOSCERE E UTILIZZARE I FONDI DELL’UNIONE EUROPEA  
 
Venezia, 25 giugno 2013 - Da oggi basta digitare ‘ http://partenariato.regione.veneto.it/  ’ per saperne di più sui Fondi Strutturali dell’Unione europea e conoscere le attività legate alla programmazione comunitaria. E’ l’assessore al bilancio e alla cooperazione, Roberto Ciambetti, a presentare il nuovo portale web del Tavolo di partenariato del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (Fesr) della Regione del Veneto: “Si tratta uno strumento di grande utilità per tutte le amministrazioni e i soggetti interessati all’acquisizione di risorse ormai indispensabili per lo sviluppo del territorio – spiega l’assessore –, ma è anche un sito che rende più chiare e trasparenti le procedure e le finalità nell’utilizzo dei fondi”. Il sito permette di essere aggiornati sulle attività del Tavolo di Partenariato, di conoscere i componenti, di avere informazioni sugli incontri svolti, di accedere ai documenti ufficiali, di richiedere chiarimenti e informazioni, di consultare gli indirizzi, i riferimenti telefonici e i link utili, di partecipare a sondaggi, consultazioni e forum on line. Inoltre, iscrivendosi alla newsletter, si potrà ricevere periodicamente un bollettino con novità e aggiornamenti che consentiranno di seguire costantemente l’evoluzione delle attività legate alla programmazione comunitaria. “Da sempre il Veneto – conclude Ciambetti – è una delle Regioni che, non solo in ambito nazionale ma a livello europeo, pone maggior attenzione alle opportunità offerte dalla programmazione comunitaria e una delle più virtuose nell’utilizzo dei fondi messi a disposizione: questo portale ci aiuterà ad allargare la partecipazione e a migliorare ulteriormente il nostro lavoro”.  
   
   
INVESTIMENTI AMBIENTALI E BANDA LARGA: PRESENTATE LE MODIFICHE AL PSR VENETO  
 
Venezia, 26 giugno 2013 - Continuare a favorire gli investimenti, pur in un contesto di fine programmazione, e ampliare gli interventi per la diffusione della banda larga nelle aree rurali. Sono questi i principali obiettivi delle proposte di modifica al Programma di Sviluppo Rurale del Veneto, presentate alla Commissione Europea ed al Partenariato in sede di Comitato di Sorveglianza. La Regione del Veneto, attraverso l’Autorità di Gestione del programma, ha illustrato ufficialmente tre modifiche al Psr da apportare entro la fine della programmazione. Le proposte saranno valutate dalla Commissione Europea che avrà quattro mesi per esaminarle; sulla base del parere formulato a Bruxelles, potranno essere formalmente adottate. La prima modifica intende introdurre tra i parametri di valutazione del miglioramento globale delle aziende - all’interno delle misure 121 (Ammodernamento delle aziende agricole) e 123 (Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli) - anche la salvaguardia della salute pubblica e degli operatori agricoli, in particolare per gli interventi di bonifica dall’amianto nelle strutture aziendali. L’ampliamento della gamma dei parametri di tipo qualitativo, che si applicano ai progetti di investimento, viene proposto anche in considerazione delle finalità ambientali che le misure di investimento hanno assunto nell’ultimo bando generale con lo spostamento di risorse dall’Asse 2 (Miglioramento Ambientale) all’Asse 1 (Competitività del settore agricolo). La seconda modifica riguarda la diffusione della banda larga nelle aree rurali del Veneto in situazione di “digital divide”. La modifica avanzata dall’Autorità di Gestione alla misura 321 - azione 2 (Accessibilità alle tecnologie di informazione e comunicazione) ha lo scopo di ampliare le possibilità di finanziamento anche a progetti d’investimento che intervengono sul cosiddetto “ultimo miglio” da parte degli operatori commerciali. Il Psr Veneto è già impegnato nel piano nazionale per la diffusione della banda larga, con un investimento complessivo previsto di oltre 22 milioni di euro, con 45.000 linee da abilitare e 116.000 cittadini da raggiungere. L’ultima novità, che si muove nel contesto della misura 123, consiste nell’innalzamento del limite minimo di spesa ammissibile per il settore ortofrutticolo dagli attuali 200 mila euro a 400 mila. La modifica riguarda solo indirettamente il Psr e intende piuttosto migliorare la complementarietà tra il programma di sviluppo e gli interventi finanziati attraverso il Feaga (Fondo Europeo Agricolo di Garanzia) alla specifica organizzazione comune di mercato. L’innalzamento della soglia permetterebbe infatti agli operatori del comparto ortofrutticolo di poter ricorrere per i loro investimenti alle risorse stanziate dai programmi operativi previsti dalla Ocm, che possono finanziare solo operazioni di importo inferiore alla soglia indicata dalla misura 123 presente nel Psr e che al momento è di 200 mila euro.  
   
   
FINANZE: FVG, AVVIATA RIFLESSIONE SU SOCIETÀ PARTECIPATE  
 
Udine, 26 giugno 2013 - "L´amministrazione regionale si deve domandare, in un contesto di risorse calanti, che cosa del panorama di istituti e realtà partecipate deve sopravvivere ed eventualmente in che forma, con quale missione, Cosa devono fare, come devono essere guidate e amministrate". Lo ha detto l´assessore alle Finanze del Friuli Venezia Giulia, Francesco Peroni, intervenendo ieri a Udine alla presentazione del "Manifesto per la buona finanza. Le banche al servizio del Paese", analisi sullo stato dell´arte del settore bancario e dell´erogazione del credito, a cura della Ggil - Fisac (Federazione italiana sindacato assicurazione credito). Peroni, che ha preso parte all´incontro anche in ragione delle sue specifiche responsabilità in materia di partecipate regionali, ricordando che, come lui stesso ha spiegato, "il nostro sistema regionale prevede, caso quasi unico nel panorama nazionale, la presenza nella holding Friulia di una società partecipata, il Mediocredito, che è un istituto bancario", ha annunciato che la Giunta regionale ha avviato una profonda riflessione sia su Mediocredito che, più in generale, su ruolo e compiti di tutte le società partecipate. "Il tema del credito bancario - ha precisato l´assessore - richiama un´attività che rientra, seppur indirettamente, nella missione della Regione autonoma", in quanto "Mediocredito esprime una scelta politica, risalente nel tempo, di dotarsi di un istituto di credito". Ora è venuto il momento di chiedersi "quale sia la missione di un istituto di questo genere. E´ questo un interrogativo che ci stiamo ponendo, anche in connessione con un indirizzo di ricapitalizzazione precedentemente deliberato", ha detto, riferendosi ad una decisione assunta dal passato esecutivo regionale. Ma Mediocredito fa parte della holding Friulia, "un sistema di partecipate su cui stiamo ragionando in modo organico, per capire come operano, che consistenza hanno e che destinazione devono avere". "Ho l´impressione che abbiamo ereditato una geografia fortemente datata. Molte realtà rievocano finalità legate a obiettivi lontani nel tempo. Che cosa oggi stiano a fare non è sempre del tutto chiaro". "Siamo all´inizio di una ricognizione molto complessa", ha aggiunto, per cui ogni decisione sarà presa esclusivamente dopo "un´attenta e ponderata ricostruzione dei fatti". Un ragionamento che non prescinderà dalle "competenze di chi è chiamato ad acquisire la responsabilità di gestione", e che riguarderà anche gli emolumenti degli amministratori, "nella direzione del forte contenimento". Alla presentazione sono intervenuti Agostino Megale, segretario generale Fisac Cgil, Franco Belci, segretario Cgil Fvg, Mattia Grion, segretario regionale Fisac Cgil Fvg e Giuseppe Graffi Brunoro, presidente della Federazione regionale delle Banche di credito cooperativo. Il manifesto per la buona finanza, un documento nazionale presentato in anteprima in Friuli Venezia Giulia, si pone quattro obiettivi con sette diverse proposte per far ripartire il credito, tutelare il risparmio, garantire una efficiente gestione pubblica della finanza, facendo ritornare le banche un volano per la ripresa economica.  
   
   
SI È SVOLTO IERI A MODENA IL COMITATO DI SORVEGLIANZA POR FESR 2007-2013. L´APPUNTAMENTO HA FATTO IL PUNTO SU RISULTATI E PROSPETTIVE DELLA PROGRAMMAZIONE DEI FONDI FESR. L´EMILIA-ROMAGNA, CON 207 MILIONI DI SPESA CERTIFICATA, È LA PRIMA TRA LE REGIONI ITALIANE  
 
Modena, 26 giugno 2013 - Con 207 milioni di euro di spesa certificata al 31 maggio 2013, l’Emilia-romagna risulta, tra le Regioni e Province autonome italiane, la prima per capacità di utilizzo dei fondi comunitari Por Fesr. Di risultati e obiettivi dell’attuale fase di programmazione 2007-2013 si è discusso oggi a Modena, in occasione del semestrale Comitato di Sorveglianza ospitato presso la Casa Ferrari, la struttura dedicata al grande pilota e costruttore modenese inaugurata l’anno scorso proprio grazie al cofinanziamento europeo. Tra i risultati più importanti di questi primi sei mesi del 2013, esposti dall’Autorità di Gestione del Programma, un posto di primo piano va alle misure per il post sisma. A cominciare dal bando per il sostegno alla localizzazione delle imprese che, nelle tre diverse ‘call’ – l’ultima delle quali chiusa a febbraio – ha finanziato 919 progetti per un totale di investimenti di 23 milioni di euro, di cui 10,9 in quota Fesr, mentre la misura per l’allestimento di aree pubbliche per la delocalizzazione anche temporanea delle attività produttive ha finanziato 19 aree al 100% della spesa, per un totale di 1,3 milioni di euro. Quindi il bando per il sostegno agli investimenti nell’area del cratere – 1.200 domande presentate tra febbraio e maggio e investimenti attivabili per 390 milioni di euro – e una nuova manifestazione d’interesse per gli enti locali destinata al sostegno di progetti di promozione e valorizzazione dei territori colpiti. «Questi dati – sottolinea l’assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli – evidenziano la voglia delle imprese di mettersi in gioco, anche nelle aree già impegnate nella difficile fase della ricostruzione. Questo ci impone di lavorare per un’alleanza del buonsenso, della responsabilità, della legalità e della giustizia. Dopo settembre, quando saranno approvati i regolamenti per la nuova Programmazione dei fondi comunitari 2014-2020, l’Europa dovrà ripartire più unita per assicurare prosperità, sostegno alle imprese e al lavoro». A tali misure, attivate in seguito all’integrazione di risorse del Por Fesr decisa dopo i gravi eventi sismici di maggio 2012, si affiancano i risultati sulla programmazione “ordinaria”. Sul fronte ricerca e innovazione, il 2013 ha visto un’accelerazione importante nell’accreditamento di nuovi laboratori nell’ambito della Rete alta tecnologia – complessivamente 89, tra accreditati e direttamente finanziati dal Programma – nonché dei contratti firmati tra gli stessi laboratori della Rete e le imprese, che hanno superato a giugno la soglia dei 100 milioni di euro. Proseguita anche l’azione di sostegno alle start up, con un nuovo bando per il sostegno all’avvio di nuove imprese innovative – chiuso al 31 dicembre 2012, ha finanziato 35 progetti, per 3 milioni di euro concessi a fronte di 5,2 milioni di investimenti – e tramite l’ulteriore potenziamento di Emiliaromagnastartup, la rete che riunisce tutti i soggetti che, in Emilia-romagna, si sostengono la creazione d’impresa innovativa. Quindi l’energia: si è chiusa ad aprile, con 59 progetti finanziati e investimenti attesi per 13,8 milioni di euro, la prima call per aderire al nuovo fondo di finanza agevolata per il finanziamento della green economy. Tra i benefici ambientali attesi dai progetti – la maggior parte dei quali concentrati sul miglioramento dell’efficienza energetica e sullo sviluppo di fonti di energia rinnovabile – il risparmio annuo di 6.600 tonnellate equivalenti di petrolio e di ben 21.200 tonnellate di Co2. Anche sul capitolo “valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale” la prima parte del 2013 ha visto la conclusione di nuovi importanti progetti, tra i quali il nuovo Ecomuseo della Civiltà palustre – nell’ambito del progetto per la Valorizzazione di percorsi e stazioni strategiche del Parco del Delta del Po – che è stato inaugurato il 12 maggio scorso alla presenza di oltre mille persone e di rappresentanti di Regione ed Enti locali. Informazioni e aggiornamenti su http://fesr.Regione.emilia-romagna.it .  
   
   
COMITATO SORVEGLIANZA FSE: OTTIMI RISULTATI PER PUGLIA  
 
Bari, 26 giugno 2013 - “La Commissione Europea ha riconosciuto lo sforzo della Regione Puglia, non soltanto in termini quantitativi ma anche e soprattutto in termini qualitativi, nel raggiungere i risultati fissati dal Po Fse 2007/2013” – lo ha dichiarato Alba Sasso, assessore al Diritto allo studio e formazione, nel corso dell’incontro annuale del Comitato di Sorveglianza P.o. Puglia Fse 2007/2013 oggi a Bari. “La Regione ha nel complesso una buona visione strategica e coordinata, anche in funzione di quelle che sono le strategie e le indicazioni della Commissione – ha proseguito Sasso – sicuramente la Regione Puglia ha mantenuto e sta mantenendo gli impegni nel rispetto del programma prefissato. I prossimi due anni rappresentano un’ulteriore sfida per l’amministrazione regionale a completare e raggiungere gli obiettivi”. I dati di attuazione emersi dal Comitato di Sorveglianza parlano chiaro: in relazione al Po Fse Puglia, a fine 2012, la Regione Puglia ha registrato una capacità di impegno pari a circa l’80% (circa 1 miliardo e 22 milioni di euro) ed una efficienza realizzativa di oltre il 42% (per un valore complessivo di pagamenti di pari a 541,5 milioni di euro). Numeri in crescita anche rispetto al 2011: la capacità di impegno segna un +31%, addirittura +38% i pagamenti. “Dietro questi numeri, spesso di natura tecnica, ci sono progetti, avvisi, programmi, bandi. Dietro queste progetti ci sono le persone, in particolar modo i soggetti più deboli del sistema economico, gli anelli più fragili del tessuto sociale, che hanno potuto beneficiare di questi strumenti – ha spiegato Leo Caroli, assessore al Lavoro – Abbiamo orientato la nostra programmazione avendo queste persone come bussola ed è importante vedere riconosciuto questo lavoro dalla Commissione Europea”. “Il percorso politico e di indirizzo, che prevede un’integrazione sempre maggiore tra il sistema dell’istruzione, della formazione professionale e del lavoro, risponde alla richiesta dei cittadini di un’amministrazione che li affianchi nei momenti più sensibili della propria vita – ha concluso l’assessore Sasso – Questa idea, realizzabile anche grazie al contributo fondamentale delle risorse europee, ci guida nella programmazione della spesa e ci permette di raggiungere performance uniche anche rispetto alle altre regioni dell’obiettivo convergenza”.  
   
   
FONDI EUROPEI: LA REGIONE LAZIO APRE UNA NUOVA FASE. BANDI DI QUALITA´ PER CREARE LAVORO VERO  
 
Roma, 26 giugno 2013 - Come spendere i fondi dall’Europa. La Regione fa squadra con i protagonisti del mondo del lavoro, delle imprese e dell’economia. E’ questo lo scopo di ´Lazio idee - Proposte e progetti per migliorare la vita delle persone´, il momento di ascolto organizzato a Roma all´Auditorium. L’obiettivo è definire insieme la programmazione del Fondo sociale europeo 2014-2020, legando le risorse europee alla realizzazione di un nuovo modello di sviluppo regionale. "Vogliamo affermare la centralità della programmazione europea nel governo della Regione - ha detto il presidente Nicola Zingaretti – i fondi non sono un´altra cosa rispetto all´agenda di governo". Per il presidente Zingaretti “Bruxelles è un´altra regione d´Italia e non un mondo separato. Troppo spesso – ha sottolineato - la burocrazia locale non lo ha capito". “Ci sono risorse importanti dell´Unione Europea – ha spiegato il vicepresidente della Regione Lazio, Massimiliano Smeriglio - al momento circa 780 milioni di euro sulla formazione, l´inclusione sociale e lo start up di impresa e per noi diventa un imperativo cercare di spendere al meglio queste risorse”. Il Fondo sociale europeo, secondo quanto previsto dalla strategia ´Europa 2020´ definita dalla Commissione Ue, dovrà migliorare le opportunità di lavoro, istruzione e formazione e combattere l´emarginazione e la povertà in base a quattro obiettivi: occupazione e mobilità, istruzione e competenze, inclusione sociale ed miglioramento e semplificazione della pubblica amministrazione. La Regione Lazio avvia quindi un percorso di partecipazione con due grandi ambizioni: migliorare la qualità dei progetti e garantire la massima trasparenza. Per i bandi ci sarà un nuovo metodo: conteranno il merito e il valore delle idee proposte, con l’obiettivo di creare lavori veri, nuovi lavori veri. “Nei prossimi cinque anni la Regione Lazio sarà l´Europa”. Così Zingaretti ha sintetizzato le ragioni di questa prima giornata di confronto su questo tema strategico per il Lazio.  
   
   
REGIONE VENETO E AGENZIA ENTRATE RINNOVANO INTESA PER LA GESTIONE DI IRAP E ADDIZIONALE IRPEF  
 
Venezia, 26 giugno 2013 - E’ stata rinnovata per l’anno 2013 la Convenzione tra la Regione del Veneto e l’Agenzia delle Entrate per la gestione dell’Irap (Imposta regionale sulle attività produttive) e dell’addizionale regionale all’Irpef (imposta sul reddito delle persone fisiche). “Un importante accordo nel segno della continuità – sottolinea l’assessore regionale al bilancio, Roberto Ciambetti – e della proficua collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, insieme alla quale intendiamo rafforzare un dialogo costruttivo con i contribuenti e con i tecnici che li assistono, favorendo la semplificazione degli adempimenti”. Grazie a questo accordo, i contribuenti del Veneto potranno rivolgersi agli uffici delle Entrate presenti sul territorio regionale per ricevere informazioni e assistenza sui due tributi e sugli adempimenti connessi. Il protocollo affida all’Agenzia la gestione delle attività di liquidazione sulla base delle dichiarazioni presentate, l’attività di controllo volta a contrastare inadempimenti ed evasione, la riscossione delle somme, nonché i rimborsi per le imposte erroneamente versate e l’attività di contenzioso per le eventuali controversie. La Regione si impegna a fornire all’Agenzia informazioni tempestive sugli atti normativi che adotterà in materia di imposte e l’Agenzia, a sua volta, assicurerà la massima diffusione e osservanza delle prescrizioni previste. E’ confermata l’attribuzione diretta alla Regione dei proventi da controllo fiscale relativi alle due imposte. Una Commissione Paritetica coordinerà e monitorerà la gestione delle attività, il livello di assistenza offerto, l’individuazione delle categorie economiche di significativo interesse per la Regione e la programmazione in materia di controllo, contenzioso e gestione dei rimborsi. “Sono particolarmente soddisfatto – aggiunge l’assessore – che sia stato confermato nella convenzione il riversamento diretto alla Regione dei gettiti dell’Irap e dell’addizionale regionale Irpef derivanti dalla lotta all’evasione, che nel 2012 sono stati pari a 82,5 milioni e che noi abbiamo impiegato in importanti servizi a favore dei cittadini, delle famiglie e delle imprese del Veneto. Mi auguro che il Ministero dell’economia e finanze dia quanto prima concreta attuazione al decreto legislativo in materia di federalismo fiscale, per assicurare al Veneto anche i proventi Iva derivanti dalla lotta all’evasione”.  
   
   
FRA I TEMI DELLA DIRETTA STREAMING DELLA SEDUTA DI GIUNTA TOSCANA DEL 25 GIUGNO: FONDO, OFFICINE TRSFUSIONALI, SVILUPPO AREE  
 
Firenze, 26 giugno 2013 – Si è tenuta ieri in Sala Pegaso a Palazzo Strozzi Sacrati la seduta di Giunta regionale, trasmessa in diretta streaming sul sito di Toscana Notizie. Tra i provvedimenti approvati segnaliamo: - la costituzione del Fondo di garanzia per ingegneria finanziaria: “un fondo che si autoalimenta” (Simoncini) e si articola in 4 sezioni per il sostegno agli investimenti e alla liquidità delle pmi nei settori industria, artigianato, cooperazione e altri (2,5 milioni), per l’imprenditoria giovanile (7,6 milioni) e per liquidità e investimenti nel settore turismo e commercio (da 00.53 a 05.26). - la riorganizzazione del sistema trasfusionale toscano, con la costituzione di 3 “officine trasfusionali” con sede a Siena (apertura 30 giugno) a Firenze (30 agosto) e a Pisa (15 ottobre). Da 53.30 a 56.55. - il via a tre progetti sperimentali, in collaborazione con la Cciaa di Prato, nell’ambito del Progetto integrato di sviluppo dell’area pratese. Si tratta della mappatura della filiera tessile, del welfare di distretto e di un approccio ai nuovi mercati con una rete di servizi a misura di micro e piccole imprese tessili (da 18.35 a 21.15). A conclusione della seduta pubblica il presidente Enrico Rossi ha svolto alcune considerazioni sul tema del futuro del Maggio Musicale Fiorentino e sul tema della ricapitalizzazione delle Terme di Montecatini (da 1.28.05 a fine seduta).  
   
   
REGIONE BASILICATA, APPROVATO IL RENDICONTO FINANZIARIO 2012  
 
Potenza, 26 giugno 2013 - Il Consiglio regionale ha approvato ieri a maggioranza (con 19 voti favorevoli di Pd, Idv, Psi, Pu, Sel, Udc e Gaudiano e Singetta del Gruppo Misto, 7 voti contrari del Pdl e di Rosa del Gruppo Misto e l’astensione di Navazio del Gruppo Misto) il disegno di legge della Giunta sul “Rendiconto generale della regione Basilicata per l’esercizio finanziario 2012”. Quest’anno per la prima volta l’approvazione del Rendiconto finanziario della Regione è stata preceduta dal giudizio di parifica della Corte dei Conti, che in Basilicata si è espressa il 20 giugno scorso. La Regione Basilicata ha rispettato i limiti imposti dalla normativa nazionale in materia di Patto di Stabilità, capacità di indebitamento, equilibri di cassa ed equilibri di bilancio per la gestione di competenza. Il ddl sul rendiconto finanziario 2012 della regione è stato illustrato in Aula dal presidente della seconda Commissione (Bilancio e Programmazione) Vito Gaudiano, che ha tra l’altro evidenziato come “il Patto di stabilità limita fortemente le capacità di investimento degli enti locali e rappresenta una fonte di rischio per la sopravvivenza delle imprese che subiscono gli effetti dei ritardati pagamenti anche in presenza di risorse disponibili da parte degli enti locali. Negli ultimi anni il forte irrigidimento delle condizioni del Patto di stabilità interno e il porre sullo stesso piano spese correnti e spese in conto capitale hanno esasperato questi aspetti negativi, determinando una situazione di forte sofferenza per le aziende. Il risultato concreto è stato il blocco dei pagamenti degli enti locali e l’accumulo di ingenti residui passivi in conto capitale e di giacenze di cassa nei bilanci degli enti”. “Di fronte a questo scenario alquanto sconcertante – ha aggiunto Gaudiano – l’amministrazione regionale ha l’obbligo verso le aziende e verso le amministrazioni locali di mettere in campo tutte le misure necessarie al fine di erodere il più possibile i margini finanziari che il Patto consente per favorire la ripresa del sistema produttivo. Queste iniziative, valutati i risultati di gestione dell’anno 2012, dovranno essere la base di partenza del prossimo assestamento di bilancio con le azioni necessarie per incrementare le percentuali di spesa e di investimento”. Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri Navazio (Gm), Giordano e Napoli (Pdl), Autilio (Idv) ed il vicepresidente della Giunta Pittella. Il Consiglio ha inoltre approvato a maggioranza (con la sola astensione del consigliere Navazio) il Rendiconto per l’esercizio finanziario 2012 del Consiglio regionale. Sempre a maggioranza, in sede di controllo, l’Assemblea ha approvato (con 17 voti favorevoli di Pd, Idv, Udc, Sel, Pu, Gaudiano e Singetta del gruppo Misto, sei voti contrari di Pdl e Rosa del Gruppo Misto e l’astensione di Navazio del Gruppo Misto) il bilancio consuntivo 2012 dell’Ater di Potenza. In apertura di seduta il presidente del Consiglio regionale Vincenzo Santochirico ha chiesto all’Aula di osservare un minuto di silenzio in memoria del senatore a vita Emilio Colombo, scomparso ieri a Roma, annunciando che nella prossima seduta dell’Assemblea si svolgerà una cerimonia di commemorazione dell’eminente statista lucano. Successivamente il Consiglio ha votato all’unanimità la convalida definitiva dei consiglieri Giordano (Pdl) e Di Sanza (Pd) ed ha completato il rinnovo dell’Ufficio di Presidenza, confermando con 20 voti Luigi Scaglione (Pu) consigliere segretario.  
   
   
PAGAMENTI PA, SAITTA: “PROVINCIA DI TORINO GIÀ LIQUIDATO PIÙ DI 7 MILIONI A 173 COMUNI” DOPO LE IMPRESE PAGATE AL 100% SALDATO ANCHE IL DEBITO CON I COMUNI  
 
Torino, 26 giugno 2013 - Dopo aver provveduto al 100% dei pagamenti alle imprese cui ha liquidato l’intero plafond di oltre 46 milioni di euro, la Provincia di Torino ha saldato i propri debiti anche con i Comuni: sono già 173 i Comuni del territorio torinese che in queste ultime settimane hanno ricevuto i mandati di pagamento da parte della Provincia di Torino resi possibili dal Dl 35 del Governo, per un totale di oltre 7 milioni e mezzo di euro. Lo dice il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta che prosegue il monitoraggio sul rispetto della scadenza del 30 giugno per i pagamenti della pubblica amministrazione sbloccati dal Governo Letta. “I mandati liquidati alle amministrazioni comunali sono ben 311 - aggiunge Saitta - e riguardano in particolare contributi per lavori realizzati sulla viabilità locale o edilizia scolastica: le somme più rilevanti sono state liquidate a Collegno (1milione e 300mila),Venaria (287mila euro), Moncalieri (247mila), Grugliasco (200mila), Buttigliera (172mila), Rosta (164mila euro), Piobesi (138mila euro), Lemia (132mila), San Mauro Torinese (123mila), Perrero (114 mila euro), Settimo Torinese (110mila), Pancalieri (100mila). Una boccata d’ossigeno per i bilanci di tanti Comuni in sofferenza, che hanno evitato così di sforare il patto di stabilità”. “Abbiamo potuto farlo – aggiunge Saitta – perché avevamo liquidità di cassa sbloccata dal decreto sui pagamenti della Pubblica Amministrazione. Non abbiamo dovuto ricorrere a Cassa depositi e prestiti, da qui la nostra rapidità”.  
   
   
I PROVVEDIMENTI DELLA GIUNTA DELLA CAMPANIA  
 
Napoli, 26 giugno 2013 - Si è riunita a palazzo Santa Lucia la Giunta regionale della Campania presieduta da Stefano Caldoro. Su proposta del presidente, sono stati approvati finanziamenti per contratti di formazione specialistica in favore di laureati campani frequentanti le Scuole di Specializzazione della Facoltà di Medicina e Chirurgia. Complessivamente tra Università Federico Ii, Seconda Università di Napoli e Università di Salerno vengono finanziati con fondi regionali 81 contratti per l´anno accademico 2012 - 2013, in aggiunta a quelli finanziati con fondi ministeriali. Su proposta dell´assessore alle Acque ed Acquedotti Giovanni Romano, la Giunta ha dato il via libera al disegno di legge sul riordino del servizio idrico integrato con cui viene disciplinata l´organizzazione e la gestione in ambito regionale delle risorse idriche. Su proposta infine degli assessori alle Attività Produttive Fulvio Martusciello e al Lavoro e Formazione Severino Nappi si è deciso di dar corso agli interventi propedeutici al programma di rilancio delle attività produttive e di salvaguardia dei livelli occupazionali nell´area Torrese, attraverso l´attuazione della misura Paes del Piano di azione "Campania al lavoro", finalizzata a creare un modello di sviluppo integrato per il rafforzamento della qualità e competitività delle imprese con incentivi alla reindustrializzazione e alle assunzioni, piani formativi e realizzazione di infrastrutture e strutture di servizio.  
   
   
CAL: FVG, PROVINCE E COMUNI DOVRANNO MONITORARE SPESA  
 
Udine, 26 giugno 2013 - "La Giunta regionale ha piena consapevolezza delle difficoltà e della situazione degli enti locali, della loro capacità di spesa e dei riflessi che ciò comporta sull´economia della nostra regione". L´ha ribadito l´assessore alle Autonomie Locali del Friuli Venezia Giulia, Paolo Panontin, intervenendo a Udine, nel palazzo della Regione, alla seduta odierna del Consiglio delle autonomie locali. Panontin ha ricordato che, come sta facendo l´Amministrazione, anche i Comuni e le Provincie si dovranno impegnare a monitorare la propria capacità di spesa. I Comuni e le Province dovranno infatti fornire alla Regione dati certi sulla propria capacità di spesa, da oggi alla conclusione del 2013. Questo perchè l´Amministrazione regionale e il sistema delle autonomie locali rappresentano un´unica entità, che è strettamente interconnessa. "La partita degli spazi di spesa deve essere affrontata con lo Stato - ha proseguito - ma va affrontata con estremo realismo, tenendo conto della effettiva situazione finanziaria del Paese". Panontin è intervenuto a commento delle norme e degli emendamenti che la Giunta regionale ha inserito nella manovra di assestamento. Emendamenti, che, come ha precisato, affrontano soltanto in parte le problematiche in atto, perché sono generate da segnalazioni avanzate al Governo regionale dal sistema delle autonomie e rispondono all´esigenza di estendere, per quanto possibile, l´operatività degli enti locali in un momento non facile. Nell´occasione, Panontin ha anticipato che la Giunta regionale ha fissato al 30 giugno del 2015 la scadenza per l´entrata a regime della riforma del sistema delle autonomie del Friuli Venezia Giulia.  
   
   
LA PROVINCIA DI PRATO METTE IN BILANCIO 15 MILIONI DI INVESTIMENTI PER IL 2013  
 
Prato, 26 giugno 2013 - Beltrame: "Conti a posto, nonostante il raddoppio dei tagli e il patto di stabilità. L´apertura del Governo ci permette di ripartire con i cantieri, ma l´incognita per i prossimi anni rimane". Gestri: "Bilancio che sfida la crisi per stare a fianco dei cittadini" "Mettiamo in bilancio 15 milioni di investimenti per il 2013. I conti sono a posto, nonostante i tagli e il patto di stabilità, e l´apertura del Governo sui pagamenti per quest´anno ci permette di ripartire con i cantieri. Ma l´incognita per i prossimi anni rimane, il patto di stabilità deve essere modificato". L´assessore al Bilancio Alessio Beltrame presenta il bilancio di previsione 2013 sottolineando come la giunta abbia posto particolare attenzione a edilizia scolastica, strade, rischio idraulico per dar vita a un progetto che garantisca la conclusione di interventi importantissimi per la comunità pratese. "E´ un bilancio che lancia una sfida alla crisi e continua a investire nell´interesse del territorio e dei cittadini - prosegue il presidente della Provincia Lamberto Gestri - Teniamo fede agli obiettivi di rigore ma non viene meno la volontà di impegnarci per far ripartire Prato e gestire le emergenze, che non sono né poche, né di poco conto". "Rispetto al consuntivo del 2012 questo bilancio riesce a risparmiare altri 600 mila euro sulla spesa corrente, nonostante i tagli dello Stato siano passati dai 2,5 milioni del 2012 ai 5,7 milioni del 2013, dando fiato alla possibilità di spendere. Abbiamo un avanzo economico e uno d´amministrazione di circa 4 milioni ognuno che utilizzeremo per investire (altri 4 milioni vengono dagli anni precedenti) - spiega ancora Beltrame - Quest´anno abbiamo recuperato una capacità di spesa di circa 6 milioni, ma nel 2014 se il patto di stabilità non viene modificato saremo punto e a capo". Il bilancio preventivo 2013 è stato approvato dalla giunta provinciale giovedì scorso. La prossima settimana via agli incontri con gli interlocutori del territorio per presentare il bilancio provinciale: a palazzo Buonamici il 26 giugno (ore 11,30) la giunta incontrerà i sindaci dei Comuni della Provincia, il 27 giugno (sempre alle 11,30) sarà la volta delle categorie economiche. Il capitolo più importante del bilancio sono senz´altro gli investimenti. La Provincia è stata molto penalizzata dalle maglie del patto di stabilità e dai tagli imposti dagli ultimi governi. Il recente sblocco dei pagamenti, che ha permesso di onorare complessivamente 3 milioni di pagamenti, ha anche garantito una maggiore capacità di spesa. La spesa risulta concentrata per circa il 56% nei i servizi ai cittadini. Sul pacchetto di spesa di circa 39 milioni quasi 22 servono per prestazioni di servizi che hanno diretta ricaduta sulla vita quotidiana dei cittadini. Si parla di trasporto pubblico locale, sistema di gestione del lavoro, istruzione e formazione, ambiente, infrastrutture e viabilità. A conti fatti per circa 155 euro di spesa pro capite l´anno, circa 88 vengono impegnati per garantire servizi che hanno ricaduta diretta sui cittadini. Mentre il costo del personale incide su quello complessivo del 17,5%. L´incidenza delle imposte a confronto con le altre Province della Toscana e con le restanti Province italiane dimostra ancora una volta la virtuosità della Provincia di Prato, che si posiziona ovunque agli ultimi posti come pressione fiscale, anche perché è l´unica Provincia in Toscana che mantiene al minimo di legge Ipt e tributo ambientale. Se si considerano poi le entrate tributarie complessive delle Province toscane e quelle della Provincia di Prato si evidenzia che l´incidenza per ogni abitante della Provincia è evidentemente più bassa di quella media toscana.  
   
   
CAL: REGIONE FVG FISSA PROPRIO TETTO SPESA 2013  
 
Udine, 26 giugno 2013 - L´assessore regionale alle Finanze, Francesco Peroni, ha illustrato al Consiglio delle autonomie locali (Cal), presieduto da Ettore Romoli, una serie di emendamenti inerenti alla possibilità, per alcuni Comuni, di pagare lavori eseguiti sul proprio territorio tenendo conto degli stati di avanzamento degli interventi eseguiti, alla soppressione (con annullamento della relativa Fondazione) della Scuola di formazione per il settore della sanità ed al blocco dei procedimenti per la costituzione delle unioni dei Comuni montani. Peroni ha rilevato che la Regione riveste un ruolo istituzionale di intermediazione tra il sistema delle autonomie locali e lo Stato e che, di conseguenza, contratta con il Governo gli spazi di spesa per sé e per le autonomie, essendo come a sua volta vittima dei vincoli dettati dal patto di stabilità. La Giunta regionale, ha spiegato Peroni, ha già provveduto a fissare il tetto per gli spazi di spesa a sua disposizione fino alla fine del 2013 e per quanto riguarda le partecipate ha già ridotto il Cda di una di esse a livello esponenziale. La seduta del Cal è proseguita con l´espressione del parere favorevole, con una sola astensione, riguardo alla delibera della Giunta regionale contenente modifiche al regolamento recante la definizione di criteri e modalità per la concessione di contributi destinati all´estensione e al consolidamento della base produttiva e dell´occupazione, nonché alla valorizzazione delle risorse umane e materiali della montagna a favore di comunità montane, enti locali, loro consorzi e consorzi di sviluppo nei territori montani della regione. Parere favorevole, sempre con una sola astensione, è stato infine concesso anche alla deliberazione del Governo regionale sul regolamento concernente criteri e modalità di concessione dei finanziamenti (in parte già messi a disposizione dallo Stato) per gli interventi di sterilizzazione di animali non identificati e delle colonie feline.  
   
   
RIORDINO ISTITUZIONALE, LA REGIONE EMILIA ROMAGNA VARA IL DECRETO DI SCIOGLIMENTO PER LE COMUNITÀ MONTANE DELL´APPENNINO REGGIANO, DELLE VALLI DEL NURE E DELL´ARDA, DELL´APPENNINO CESENATE E DEL FRIGNANO.  
 
  Bologna, 25 giugno 2013 - Dopo le Comunità Montane dell’Appennino Bolognese, dell’Appennino Piacentino, dell’Alta Valle Marecchia e di Parma Est, la Regione Emilia-romagna ha provveduto, in accordo con i Comuni interessati, allo scioglimento di altre quattro Comunità Montane, completando, così, l’operazione di superamento delle Comunità montane. Sulla base della legge 21 del dicembre 2012, la Regione Emilia-romagna, infatti, ha provveduto all’estinzione della Comunità Montana dell’Appennino Reggiano (comprendente i Comuni di Busana, Collagna, Ligonchio, Ramiseto, Carpineti, Casina, Castelnovo ne’ Monti e Vetto in Provincia di Reggio Emilia), della Comunità Montana delle Valli del Nure e dell’Arda (in provincia di Piacenza e comprendente i Comuni di Farini, Ferriere, Bettola, Gropparello, Morfasso, Vernasca e Lugagnano Val d’Arda), dell’Appennino Cesenate (Bagno di Romagna, Borghi, Mercato Saraceno, Roncofreddo, Sarsina, Sogliano al Rubicone e Verghereto in provincia di Forlì-cesena) e del Frignano (Fanano, Fiumalbo, Lama Mocogno, Montecreto, Pavullo nel Frignano, Pievepelago, Polignano, Sestola e Serramazzoni in provincia di Modena). Tra gli obiettivi quello di risparmiare più risorse possibili nei costi di gestione per liberarne per la cura del territorio, i servizi alla persona e il sostegno alle imprese. Il decreto di scioglimento prevede che, in tutti i casi, le Unioni che nasceranno tra i Comuni delle ex Comunità Montane subentreranno nella proprietà del patrimonio e nella gestione del personale (a cui sarà, quindi, garantito il posto di lavoro) attualmente in forza alle Comunità montane. «A pochi mesi dall’approvazione della legge regionale di riordino, la Regione sta proseguendo speditamente sulla strada di un serio riordino amministrativo dei nostri territori per avere istituzioni sempre più efficienti e vicine ai cittadini e alle imprese in modo da sostenerle in questo periodi di grave crisi dove ognuno di noi deve fare sforzi», spiega Simonetta Saliera, vicepresidente della Regione Emilia-romagna. «In un momento di recessione strutturale della nostra economia e di pesanti tagli agli Enti Locali e alle Regioni – ha aggiunto Saliera - è giusto ottimizzare le risorse disponibili concentrandole su servizi e investimenti, mentre si deve risparmiare sui costi fissi di gestione. Con la nascita di Unioni, infatti, i Comuni manterranno i servizi e gli sportelli vicini ai cittadini, mentre centralizzeranno gli uffici interni».  
   
   
BOLZANO: IRAP E IRPEF, RINNOVATA LA CONVENZIONE PROVINCIA-AGENZIA DELLE ENTRATE  
 
Bolzano, 26 giugno 2013 - Anche quest’anno la Provincia di Bolzano affida all´Agenzia delle entrate la gestione di Irap e Irpef. L’imposta regionale sulle attività produttive interessa 56.000 contribuenti, e con 387 milioni di introiti rappresenta il tributo provinciale con il maggior gettito; l´addizionale regionale Irpef interessa invece 300mila contribuenti e nel 2012 ha portato nelle casse di Palazzo Widmann 66 milioni di euro. Il rinnovo della convenzione è stato sottoscritto questa mattina (25 giugno) dall´assessore alle finanze Roberto Bizzo, dal direttore dell´Ufficio ordinamento finanziario Gabriele Vitella, dal direttore provinciale dell´Agenzia delle Entrate Vincenzo Giunta, e dalla direttrice dell´ufficio territoriale di Bolzano Monica Facchini. "L´esternalizzazione del servizio di gestione di Irap e Irpef - sottolinea Bizzo - comporta per la Provincia minori spese rispetto ad una gestione effettuata in proprio. L´agenzia delle entrate, inoltre, garantisce un servizio professionale e rappresenta un interlocutore competente per i contribuenti altoatesini, e il prolungamento della convenzione consente di sfruttare le sinergie e di rafforzare la collaborazione con l´obiettivo di un costante miglioramento del servizio". Il rinnovo della convenzione ha durata annuale (scadenza 31 dicembre 2013) e prevede l´affidamento all´Agenzia del servizio di assistenza ai contribuenti, della liquidazione, dell´accertamento e della riscossione delle imposte, nonché della gestione del contenzioso e dei rimborsi. La Provincia, attraverso l´Ufficio ordinamento finanziario, mantiene le funzioni di indirizzo e di controllo sull´intero servizio. Il costo dell´esternalizzazione del servizio a carico della Provincia, per l´anno 2013, è di 500mila euro, somma invariata rispetto all´anno precedente. Dalla gestione dell´Irap e dell´addizionale regionale sull´Irpef, la Provincia prevede di incassare circa 430 milioni di euro, che corrispondono all´8,4% delle entrate provinciali: 365 milioni di euro dovrebbero arrivare dall´imposta sulle attività produttive, i restanti 65 da quella sulle persone fisiche. "La Provincia - conclude l´assessore Roberto Bizzo - per ogni 1.000 euro incassati dai due tributi pagherà all´Agenzia delle Entrate 1,2 euro per la gestione; l´esternalizzazione del servizio, dunque, conferma di rispondere a criteri di efficienza in un´ottica di risparmio delle risorse pubbliche".  
   
   
LAVORO E SALUTE, IL 26 E 27 GIUGNO WORKSHOP REGIONALE A PERUGIA  
 
Perugia, 26 giugno 2013 - Il rapporto tra lavoro e salute, ed ancora più, la sua attualità, sarà al centro di una approfondita riflessione nell´ambito di un workshop regionale, dal titolo "Lavoro e salute. Ancora un tema attuale?", che si terrà a Perugia, domani 26 (con inizio alle 14.30) e giovedì 27 giugno (dalle 8.30 alle 18) nella sede di "Sistema Edilizia" in via Pietro Tuzi, 11 (Sala delle Conferenze). A promuoverlo e organizzarlo è la Direzione regionale Salute, Coesione sociale e Società della conoscenza della Regione Umbria, in collaborazione con il Comitato regionale di coordinamento per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro e con il supporto logistico-organizzativo di Sistema Edilizia di Perugia. Il seminario è diviso in due distinte parti. La prima, nel pomeriggio del 26 giugno, sarà l´occasione per far emergere i punti di vista di tutti i protagonisti del mondo del lavoro (rappresentanti degli imprenditori, dei lavoratori, dei consulenti del lavoro e dei medici competenti), degli esperti dell´Università di Perugia e dei rappresentanti di tutte le istituzioni coinvolte: gli Assessori all´Agricoltura, ai Lavori pubblici, allo Sviluppo economico della Regione Umbria, la Direzione regionale del Lavoro, la Direzione regionale dell´Inail e la Direzione regionale dei Vigili del fuoco. I lavori di questa prima giornata, aperta dall´introduzione del direttore regionale Emilio Duca, saranno conclusi dall´assessore regionale alla Tutela della Salute, Franco Tomassoni. Nella seconda parte, organizzata in sessioni parallele e con l´obiettivo di produrre un manifesto programmatico per i prossimi tre anni, giovedì 27 verranno affrontate cinque diverse tematiche: la salute dei lavoratori, che approfondirà il ruolo del medico competente tra sorveglianza sanitaria e promozione della salute; la formazione per la sicurezza: come garantire una reale efficacia?; la vigilanza nei luoghi di lavoro: controllo sull´applicazione delle norme o strumento per la crescita della cultura della salute?; la valutazione del rischio: ruolo dei consulenti tecnici anche alla luce delle procedure di semplificazione; il ruolo dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e degli organismi paritetici: i bisogni, le istanze non raccolte e le prospettive di sviluppo. Nel difficile contesto economico e sociale nel quale si trova l´Umbria, e in generale tutte le regioni italiane, sottolineano dalla Direzione regionale alla Salute, il lavoro è diventato la parola d´ordine nel senso di cercare lavoro, trovare lavoro, procurare lavoro, produrre lavoro, salvare il lavoro. Sempre meno frequentemente, invece, la parola "lavoro" viene coniugata con la parola "salute", quasi che, quest´ultima, non solo come parola, ma come valore, al di là dei proclami e delle affermazioni di principio, stia lentamente passando in secondo piano, o addirittura stia perdendo di senso. Ha ancora significato il sistema tecnico-istituzionale costruito, anche se non ancora completato, a salvaguardia della salute con il Decreto legislativo 81/08? Quale ruolo può avere il medico competente, quale sforzo deve essere messo in campo dalle categorie di professionisti e cosa possono e devono fare le istituzioni affinché sia garantita concreta partecipazione e reale rappresentanza dei lavoratori rispetto al tema della sicurezza? Saranno alcuni dei temi che verranno discussi nel seminario regionale, con l´obiettivo di realizzare un manifesto programmatico che coinvolga prima di tutto il Comitato regionale di coordinamento per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro.  
   
   
UMBRIA: POLITICHE DI GENERE, APPROVATO DDL, MARINI: "COSÌ SI REALIZZA SISTEMA ORGANICO DI INTERVENTI CONTRO DISCRIMINAZIONI E VIOLENZA"  
 
Perugia, 26 giugno 2013 - "Basta scorrere i diversi Titoli del disegno di legge regionale sulla parità di genere per comprendere come questo provvedimento abbia l´ambizione di presentarsi come un sistema organico di interventi per superare quegli impedimenti, anche di carattere culturale, che ancora oggi sono causa di discriminazione": così la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, ha commentato l´approvazione da parte della Giunta regionale dell´Umbria del ddl "Norme per le politiche di genere e per una nuova civiltà delle relazioni tra donne e uomini". "Il provvedimento - ha aggiunto Marini - propone una visione innovativa delle politiche di genere, non più intese settorialmente, ma come elemento imprescindibile e trasversale a tutte le altre politiche pubbliche, nel campo della salute, dell´organizzazione del lavoro, dell´economia, della formazione, del welfare, della diffusione della cultura e delle politiche di genere, mettendo al centro la vita nella complessità dei suoi bisogni. L´obiettivo è coinvolgere l´intera società civile, nelle sue diverse articolazioni, in un comune impegno sociale e politico. E´ per questo che ogni azione, ogni decisione dovrà essere valutata e assunta anche tenendo conto dell´impatto differenziato sulla vita delle donne e degli uomini. Voglio sottolineare - ha proseguito la presidente - che un intero Capo (V) della normativa è dedicato ai servizi di contrasto alla violenza degli uomini contro le donne che la Regione riconosce come violazione dei diritti umani fondamentali in qualsiasi forma essa si manifesti, fisica o psicologica. Da qui l´intento di realizzare un articolato sistema che, coinvolgendo tutti i soggetti interessati, assicuri il diritto alla protezione, accoglienza, soccorso e sostegno alle donne vittime di violenza maschile e ai loro figli minori. Tra le misure previste per contrastare la violenza degli uomini contro le donne l´istituzione dei Centri antiviolenza, dei punti di ascolto, di emersione e di accoglienza qualificati, la costituzione di Case rifugio e soluzioni abitative temporanee e la possibilità per la Regione Umbria di costituirsi parte civile nei processi per femminicidio, una esigenza - ha concluso Marini - resa ancor più drammaticamente stringente dagli efferati fatti di cronaca di cui siamo sempre più spesso testimoni, e che non hanno certo risparmiato l´Umbria". Il disegno di legge, realizzato con il contributo di un apposito Comitato scientifico e frutto di un´ampia partecipazione, rappresenta un punto importante nel percorso attuativo delle linee programmatiche di legislatura. Il provvedimento, che verrà ora inviato alla competente Commissione del Consiglio regionale per la definitiva approvazione si compone di cinque Titoli e 51 articoli. Nel Titolo I vengono definiti i principi e gli obiettivi della legge. Il titolo Ii è articolato in tre Capi, il primo è relativo alle competenze delle donne e alla loro presenza nei luoghi di decisione, il secondo ala diffusione della cultura e delle politiche di genere, il terzo introduce azioni territoriali per il miglioramento delle relazioni tra generi e per nuovi stili di vita. Il Titolo Iii dà corpo all´attuazione del "mainstreaming" di genere intervenendo sulle politiche regionali con l´introduzione di interventi mirati alla realizzazione di pari opportunità. Il Capo I è dedicato all´istruzione ed i successivi Capi alla salute, al lavoro formazione ed impresa, alla conciliazione e condivisione e ai servizi di contrasto alla violenza degli uomini contro le donne. Il Titolo Iv norma le misure rivolte alla piena realizzazione dell´integrazione delle politiche, quali il coordinamento delle risorse, le valutazioni e il bilancio di genere, studi, ricerche e statistiche di genere oltre a definire ulteriori compiti per il Centro per le pari opportunità. In questo Titolo è previsto anche un gruppo tecnico di coordinamento per le politiche di genere prevalentemente interno alla regione con funzioni di supporto alla programmazione e di verifica e valutazione delle azioni regionali per la realizzazione del mainstreaming di genere. Il Titolo V relativo alle norme finali e transitorie chiude la legge.  
   
   
ABRUZZO: OK A PIANO 2013 IN FAVORE DELLA FAMIGLIA  
 
L´aquila, 26 giugno 2013 - Nella seduta di Giunta, su proposta dell´assessore alle Politiche sociali Paolo Gatti, è stato approvato il Piano regionale degli interventi in favore della famiglia per l´annualità 2013. Il Piano, redatto ai sensi della L.r. 2 maggio 1995, n. 95, si propone di orientare le risorse regionali individuate con le leggi regionali 10.01.2013, n. 2 e n. 3, al sostegno e alla promozione della genitorialità, al miglioramento della qualità della vita delle famiglie e delle donne, al sostegno psicologico e socio-assistenziale delle famiglie, gruppi o categorie di esse in particolari difficoltà o a rischio di marginalità sociale. Lo stanziamento complessivo è pari a 420 mila euro, ripartiti in tre sezioni: euro 300 mila per interventi riservati agli Ambiti territoriali sociali, euro 20 mila per interventi a favore dei Consultori familiari pubblici e privati ed euro 100 mila per interventi riservati alle Associazioni di famiglie o per le famiglie iscritte nel Registro regionale del volontariato. Per quanto riguarda gli Ambiti sociali, potranno progettare interventi rivolti alle donne vittime di violenza, all´assistenza domiciliare di famiglie con gravi carichi assistenziali relativi a minori, anziani o disabili ed al sostegno economico di famiglie disagiate con più di tre figli. I consultori familiari potranno attivare servizi di consulenza psicoeducativa e/o legale ad ampio raggio a favore di minori e famiglie. Le associazioni di famiglie e per le famiglie potranno attivare progettualità che siano di sostegno alle reti sociali familiari presenti sul territorio. "Abbiamo inteso convogliare le risorse disponibili ? ha commentato l´assessore alle Politiche sociali, Paolo Gatti ? verso interventi che possano rappresentare un effettivo sostegno per le famiglie e per il miglioramento della loro qualità della vita. L´auspicio è che gli Ambiti sociali, i Consultori e le Associazioni riescano a confrontarsi per programmare le loro progettualità con un approccio di rete in modo da ampliare l´efficacia degli interventi nei singoli territori".  
   
   
LECCE -RINNOVATO COMITATO PER PROMOZIONE DELL´IMPRENDITORIA ROSA  
 
Lecce, 26 giugno 2013 - La Giunta Camerale, con deliberazione n. 33 del 12.03.2013, ha stabilito di rinnovare per il triennio 2013 – 2015 il Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile, che si è insediato lo scorso 23 maggio. La dott.Ssa Roberta Mazzotta è stata eletta Presidente del Comitato di cui fanno parte, in rappresentanza delle Associazioni di Categoria: Federcommercio : Anna Maria De Lorenzi; Confesercenti: Maria Pompea Vergaro; Cia: Paola Deriu; Coldiretti: Maria Giovanna Tarantini; Confagricoltura: Alessia Turi; Alpa: Candida Carbone; Fai: Carmela Donno; Federconsumatori: Virginia Conte; Api: Giuseppina Gerardi; Cna: Anna Rita Colelli; Confartigianato: Regina Lucia Gorgoni; Casartigiani: Patrizia Villanova. L’istituzione e l’operatività del Comitato rientrano nelle linee di azione stabilite dal Protocollo d’Intesa siglato tra Unioncamere ed il Ministero dello Sviluppo Economico. Nell’ambito della “mission” della Camera di Commercio, il Comitato si propone quale soggetto attivo dello sviluppo locale con l’obiettivo prioritario di promuovere e sostenere la nascita ed il consolidamento delle imprese femminili e contribuire, in questo modo, all’occupazione, alla crescita ed all’aumento di competitività dei sistemi produttivi locali e del Paese ed ha già approvato un intenso programma di attività.