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MERCOLEDI
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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 26 Giugno 2013 |
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Politica |
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UE: IL PRESIDENTE BARROSO ACCOGLIE HORACIO CARTES, ELETTO PRESIDENTE DEL PARAGUAY |
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Bruxelles,
26 giugno 2013 - Il presidente José Manuel Barroso ha incontrato ieri il neo
presidente del Paraguay Horacio Cartes, che presterà giuramento come Presidente
della Repubblica del Paraguay, nel mese di agosto. L´incontro ha fornito
l´occasione per discutere le future relazioni tra l´Ue e il Paraguay nei
diversi settori di cooperazione.
Durante
l´incontro, il presidente Barroso "è congratulato Mr. Cartes per i
risultati delle ultime elezioni generali che sono stati accompagnati da una
missione di osservazione elettorale dell´Ue" e ha ribadito il sostegno
dell´Ue per il consolidamento delle istituzioni democratiche del Paraguay.
Il
presidente Barroso ha dichiarato che le riforme istituzionali sono la chiave
per il futuro del Paraguay e ha offerto l´assistenza dell´Ue a sostenere il
paese: "Paraguay ha bisogno di tradurre la crescita economica nello
sviluppo sociale e che l´Ue è felice di continuare a sostenere questi
sforzi", ha detto il Presidente.
Il
presidente Barroso e il signor Cartes anche affrontato la situazione regionale
e di scambio di opinioni su Unasur, Mercosur e l´Alleanza del Pacifico. Il
presidente Barroso ha espresso il suo sostegno al Paraguay di reinserimento nel
Mercosur, anche in vista dei negoziati in corso per l´Ue - Mercosur.
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UE: ELEZIONI PARLAMENTARI IN ALBANIA |
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Bruxelles,
26 giugno 2013 - Catherine Ashton, Alto rappresentante dell´Unione per gli
affari esteri e la politica di sicurezza e Štefan Füle, Commissario per
l´allargamento e la politica europea di vicinato, ha fatto ieri la seguente dichiarazione:
"Ci
congratuliamo con i cittadini di Albania per le elezioni parlamentari del 23
giugno che si è svolta in modo ordinato complessivo. Adeguato follow-up i
risultati preliminari e le conclusioni della missione internazionale di
osservazione elettorale ora dovrebbe essere garantita. Condanniamo il segnalati
casi di violenza e si aspettano che questi incidenti saranno pienamente
indagati e colpevoli assicurati alla giustizia.
Ora è
importante che le restanti fasi del processo elettorale si svolgano in
conformità con le norme internazionali e dell´Ue. Facciamo appello a tutti i
partiti politici ad agire in uno spirito costruttivo, per il bene del popolo
albanese.
Una volta
che i risultati sono certificati, incoraggiamo una formazione tempestiva del
governo di affrontare le sfide immediate avanti per garantire che il programma
di riforme del paese è vigorosamente perseguita e il processo di integrazione
europea può guadagnare rinnovato slancio ".
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ALLARGAMENTO DELL´UE IL 1 LUGLIO 2013 LA CROAZIA NELL´UE IN CIFRE |
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Bruxelles, 26 giugno 2013 In occasione dell´entrata della Croazia nell´Unione europea il 1 ° luglio 2013, l´Eurostat, l´ufficio statistico dell´Unione europea , pubblica una selezione di indicatori economici e sociali disegnare un ritratto del nuovo Stato membro 1 . A scopo di confronto, i dati sono forniti anche per l´Ue-27 esistente e l´Ue allargata di 28 membri.Una popolazione di 4,4 milioni di abitanti | popolazione totale dal 1 gennaio 2012 (milioni) | Speranza di vita alla nascita (in anni) 2011 | uomini | donne |
| quota di popolazione con età inferiore a 15 su 1 Gennaio 2012 | quota di popolazione di età superiore a 65 su 1 gennaio 2012 | densità di popolazione, 2011 abitanti per km 2 | croazia | 4.4 | 73.9 | 80.4 | 14,9 | 17,3 | 77.8 | eu27 | 502.4 | 77.4 e | 83.2 e | 15.6 | 17,8 | 116,8 e | eu28 | 506,8 | 77.4 e | 83.2 e | 15.6 | 17,8 | 116,3 e | I dati sono provvisori e = stimaTasso di fertilità inferiore rispetto all´Ue | tasso di fertilità (nascite per donna), 2011 | la mortalità infantile (per 1000 nati vivi), 2011 | tasso di nuzialità (matrimoni per 1000 abitanti), 2011 | tasso di divorzio (divorzi ogni 1000 abitanti), 2011 | nati vivi fuori dal matrimonio (% di tutti i nati vivi), 2011 | croazia | 1.40 | 4.7 | 4.4 * | 1.3 | 14.0 | eu27 | 1.57 p | 3.9 | 4.6 | 1.9 ** | 39.5 | p = provvisorio* Dati del 2010 anziché del 2011** Dati del 2009 invece di 2011Pil pro capite al 61% della media Ue | Pil 2012 | miliardi di euro | pro capite *Ue27 = 100 | tasso di crescita annuale, in termini di volume,% |
| inflazione ** , tasso annuo,% Maggio 2013 / Maggio 2012 | Tasso di disoccupazione *** aprile 2013,% | totale | donne | minori di 25 anni |
| croazia | 44 | 61 | -2.0 | 1.8 | 18.1 | 17.9 | 51.8 | eu27 | 12 901 | 100 | -0.3 | 1.6 | 11.0 | 11.0 | 23.5 | eu28 | 12 945 | - | -0.3 | 1.6 | 11.1 | 11.1 | 23.7 | * I dati sono espressi in termini di potere d´acquisto (Spa), una unità che è indipendente da qualsiasi moneta nazionale e che elimina le distorsioni dovute a differenze di prezzo. I valori di Pps sono derivati utilizzando Ppa (Ppp), ottenuto come media ponderata degli indici dei prezzi relativi nei confronti di un paniere omogeneo di beni e servizi comparabili e rappresentativi per ciascun paese.** L´inflazione misurata utilizzando gli indici armonizzati dei prezzi al consumo (Iapc)*** Tassi di disoccupazione rappresentano il numero di persone disoccupate (dai 15 ai 74) in percentuale delle forze di lavoro. La forza lavoro è il numero totale di occupati e disoccupati. Dati destagionalizzati. I dati per la Croazia si riferiscono al Q1/2013.conto Agricoltura s per il 11% dell´occupazione totale | Occupazione per settore, Q4/2012,% dell´occupazione totale | Tasso di occupazione * Q4/2012,% | agricoltura | industria (comprese le costruzioni) | servizi | totale | donne | uomini |
| ore Soliti lavorate a settimana per i dipendenti a tempo pieno, Q4/2012 | part time impiegato (in% del totale degli occupati), Q4/2012 | croazia | 10.9 | 27.7 | 61.4 | 48.7 | 44.4 | 52.9 | 40.9 | 5.8 | eu27 | 5.0 | 24.5 | 70.5 | 64.2 | 58.7 | 69,8 | 40.4 | 19.3 | eu28 | 5.0 | 24.6 | 70.4 | 64.1 | 58.6 | 69,6 | 40.4 | 19.2 | * L´e tasso di Occupazione rappresenta le persone occupate come percentuale della popolazione stessa età (15-64 anni).Circa il 60% delle esportazioni croate di merci sono all´interno dell´Ue | intra Eu28 esportazioni in% del totale delle esportazioni, 2012 | Extra Eu28 commercio di euro mld 2012 | esportazioni | importazioni | saldo |
| croazia | 58.5 | 3.9 | 6.1 | -2.2 | eu28 | 62,9 | 1 679,1 | 1 791,6 | -112,5 | due terzi delle famiglie hanno accesso a internet | Percentuale di persone (25-64 anni) con istruzione superiore completata (universitario o equivalente), 2012 | totale | donne | uomini |
| spesa interna lorda per la R & S in% del Pil 2011 | percentuale di famiglie che hanno accesso a Internet da casa, 2012 | croazia | 18.6 | 19,7 | 17,6 | 0.75 | 66 | eu27 | 27.7 | 28.9 | 26,5 | 2.03 | 76 | 1. Per ulteriori informazioni sulla Croazia o in altri Stati membri, si prega di consultare i profili dei paesi sul sito di Eurostat: http://epp.eurostat.ec.europa.eu/guip/introaction.do?profile=cpro&theme=eurind&lang=en l´applicazione è disponibile anche per iPhone, iPad e Android . |
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UE: RICOSTRUIRE IL DIALOGO SOCIALE |
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Atene, 26
giugno 2013 – Di seguito l’intervento di ieri László Andor Commissario europeo
responsabile per l´Occupazione, gli affari sociali e l´inclusione: “
Eccellenze,
Signore e
signori,
E ´il mio
piacere, a nome della Commissione europea, di darvi il benvenuto a questo
seminario ad alto livello organizzata in collaborazione con l´Oil.
E ´anche
un piacere incontrare di nuovo con il Direttore Generale dell´Ilo Guy Ryder.
Abbiamo
avuto una buona discussione a margine della Conferenza internazionale del
lavoro a Ginevra la settimana scorsa.
La
Commissione fissa alta negozio dal nostro rapporto di collaborazione con l´Oil,
l´ autorità leader in norme internazionali del lavoro e l´unica organizzazione
internazionale che riunisce governo, datori di lavoro e dei lavoratori
rappresentanti.
Lavoriamo
insieme in un dialogo politico continuo e di intraprendere attività comuni e di
progetti. E che si estende naturalmente al dialogo sociale.
Il dialogo
sociale - significato discussioni, trattative e di azione comune tra datori di
lavoro e le organizzazioni sindacali - era in cima all´agenda politica della
Conferenza internazionale del lavoro di quest´anno, che ha dedicato la sua
"discussione ricorrente" a questo pilastro del lavoro dignitoso.
Ha
ribadito il valore aggiunto di un vero dialogo sociale nella definizione delle
politiche economiche e sociali.
Siamo
quindi favorevoli di tutti gli sforzi per raggiungere la coerenza politica tra
le organizzazioni internazionali che operano in questo campo.
Questo
seminario è il terzo di una serie che esamina il ruolo del dialogo sociale nel
rispondere alla crisi nei paesi del programma.
Questi
paesi devono affrontare grandi sfide, e tra le più severe è il tema all´ordine
del giorno - la crisi di posti di lavoro in Grecia.
In tutta
l´Ue, il dialogo sociale è sotto sforzo grande per vari motivi.
Essi sono
tutti legati alla crisi attuale, il recente allargamento dell´Unione europea e
la difficile situazione macroeconomica.
Già nel
2008 e nel 2009, quando la crisi era nelle sue fasi iniziali, molti paesi hanno
utilizzato il dialogo sociale, per trovare soluzioni creative a preservare
posti di lavoro e aiutare le aziende ad adattarsi e far fronte alla recessione.
Ma la
crisi è durata più a lungo del previsto, è cresciuto più ampio, e ha ottenuto
più profondo.
Essa ha
colpito i bilanci pubblici e difetti in Unione economica e monetaria
dell´Europa esposta.
I l ha
natura sistematica di questa crisi è stato riconosciuto troppo tardi.
Il circolo
vizioso tra debito bancario e debito pubblico non era rotto abbastanza presto.
La
solidarietà e la determinazione a porre fine alla crisi attraverso l´azione
collettiva sono mancate.
Così, dopo
una breve ripresa vissuta e irregolare sul 2010-2011, siamo finiti in una doppia
recessione.
Questa
crisi lunga e complessa è aumentata tensione e di conflitto generato.
Le riforme
avviate non sono sempre andati di pari passo con il dialogo sociale pienamente
efficace, e questo ha portato ad una mancanza di consenso su come suddividere i
costi in modo equo.
Relazioni
Industriali della Commissione in Europa relazione del 2012 pubblicati in
occasione delle analisi Aprile in dettaglio le sfide per il dialogo sociale.
Dialogo
sociale nei paesi del programma
Data la
portata e la profondità della crisi nei paesi del programma, l´impatto è stato
ancora più lì.
Qui in
Grecia, gli effetti della crisi sul dialogo sociale è stato particolarmente
aspro.
I
responsabili politici a volte vedono dialogo sociale come un lusso, un paese
non può permettersi quando sono necessarie decisioni urgenti.
Le misure
di risanamento di bilancio in corso di attuazione nei paesi del programma
coinvolgono difficili, dolorose riforme.
Questi
estendere a sistemi di contrattazione collettiva nei casi in cui sono stati
visti come parte del problema.
Ci sono
state discussioni circa il rispetto dei principi del dialogo sociale, i
meccanismi di fissazione dei salari nazionali e della contrattazione
collettiva.
Questi
problemi sono stati tutti particolarmente grave qui in Grecia.
Il gruppo
di esperti ha concluso che Ilo Convenzioni Oil che regolano alcuni diritti
fondamentali - di cui la Grecia è uno dei firmatari - non sono state
rispettate.
Questo è
sintomatico delle difficoltà create dalla crisi e le riforme necessarie per
affrontarlo.
Tali
approcci sono tanto più deplorevole in quanto il coinvolgimento delle parti
sociali e un certo grado di consenso sono essenziali se le riforme strutturali
sono per avere successo nel lungo periodo.
Le riforme
necessarie non possono essere effettuate attraverso senza il sostegno della
maggioranza dei soggetti interessati.
Per vari
motivi storici, approcci al dialogo sociale variano notevolmente da uno Stato
membro all´altro.
Ma
nonostante queste differenze, il dialogo sociale è fondamentale per la
competitività di tutte le nostre economie e al nostro modo di vita europeo.
E ´anche
una componente chiave del modello sociale europeo.
Dialogo
sociale, la contrattazione collettiva e la consultazione sono - per così dire -
nei nostri geni.
Alcuni
sostengono che il dialogo sociale e di forti istituzioni delle relazioni
industriali sono un ostacolo per la competitività.
Non ci
sono prove empiriche per sostenere che fino.
Al
contrario - negli Stati membri dell´Unione europea in cui il dialogo sociale è
ben consolidata e istituzioni delle relazioni industriali sono forti, la
situazione economica e sociale tende ad essere più favorevole e meno soggetto a
deformazione.
La maggior
parte di questi paesi non sono contro gli stessi problemi dei paesi del
programma.
La
Commissione attribuisce grande importanza alla promozione e il sostegno delle
relazioni industriali di alta qualità.
Crediamo
che i programmi di riforma saranno tanto più successo nel lungo periodo se le
parti sociali sono coinvolte sia nella loro progettazione e la loro attuazione.
Siamo
convinti della grande importanza del dialogo sociale costruttivo in Grecia -
non solo per salvaguardare la pace sociale qui, ma anche per consentire al
paese di stare saldamente sulle proprie gambe.
Il
seminario affronterà questi temi, con particolare attenzione alla situazione in
Grecia e per la necessità di ulteriori riforme da sviluppare sulla base di un
dialogo sociale pienamente funzionante.
Rafforzare
la dimensione sociale della Uem
Signore e
signori,
La
mancanza di fiducia e la fiducia nelle nostre istituzioni può minare l´intero
progetto di integrazione europea e di svelare le sue conquiste.
Non
possiamo costruire l´Europa unita senza il sostegno della gente. E che
comprende le parti sociali.
I soggetti
interessati - e non solo le élite - hanno bisogno di essere coinvolti e
sostenere l´integrazione europea.
Solo
questo può aiutare l´Unione europea uscire dalla crisi più forte.
Ma la
componente sociale della governance economica è spesso sottosviluppato.
Un
dibattito è attualmente in corso circa la dimensione sociale dell´Unione
economica e monetaria - o Uem in breve - tra cui il dialogo sociale.
Con la
crescente divergenza tra gli Stati membri e la crescente polarizzazione della
società, il razionale per una forte dimensione sociale per l´Uem è chiaro.
Occupazionale
grave e problemi sociali in una parte di un´unione monetaria hanno anche
ricadute negative per il resto.
I singoli
Stati membri hanno meno strumenti per mitigare gli shock asimmetrici e
impedendo loro di innescare occupazione e crisi sociali.
Così
dinamiche "boom and bust" potrebbero avere un impatto sociale più
grande all´interno di un´unione monetaria che su paesi con le proprie valute.
La crisi
ha dimostrato come dipendente economie degli Stati membri sono sulla vicenda.
Problemi
occupazionali e sociali nei singoli Stati membri sono sempre più una questione
di interesse comune, in particolare all´interno della zona euro.
In una Emu
più profondo, dobbiamo prima individuare e riconoscere collettivamente le
questioni che potrebbero portare a squilibri.
Ciò
richiede un trigger per l´azione collettiva prima di tali squilibri socio-economici
si sviluppano in modo sproporzionato a livello nazionale e comunitario - ad
esempio, attraverso un quadro di valutazione degli indicatori occupazionali e
sociali.
Ad un
certo punto, si spera in un futuro non così lontano, dovrà essere discusse anche
quali forme di capacità fiscale ed economica Stabili Sers saranno necessari al
fine di rendere l´unione monetaria realmente sostenibile e legittima.
Va da sé
che il rafforzamento della dimensione sociale della Uem implica anche un ruolo
più forte per le parti sociali.
Correttamente
in discussione delle politiche e il processo decisionale che coinvolge è
critica - non solo per sostenere "proprietà" della politica adottata
in risposta alle raccomandazioni dell´Ue, ma anche a rafforzare l´efficacia del
coordinamento delle politiche a livello dell´area dell´euro.
Le parti
sociali dovrebbero quindi essere coinvolte più da vicino nella governance
macro-economico dell´Unione economica e monetaria.
Stiamo
utilizzando tutti gli strumenti disponibili per sostenere il dialogo con le
parti sociali europee.
Il dialogo
sociale e la competitività
Signore e
signori,
La crisi
economica è stato un test di stress per l´Uem.
Il modo in
cui la riforma Uem è ora un test per il progetto di integrazione europea nel
suo complesso.
L´euro
potrebbe perdere consensi tra i cittadini dell´Unione europea se è percepita
come un progetto puramente economica e di bilancio che ignora le sfide che il
modello sociale europeo e il Welfare State.
Naturalmente,
ci sono quelli che sostengono che l´Uem ha messo in evidenza le differenze di
competitività tra i paesi della zona euro.
Ma la
competitività non è solo di variabili macroeconomiche.
E sicuramente
non solo di costi unitari del lavoro!
E ´anche
una questione di produttività e il modo vita produttiva di un paese è
organizzato.
Le parti
sociali sono l´economia reale e sanno ciò che è necessario - e ciò che è
realizzabile.
Questo è
il motivo per cui devono essere coinvolti nella progettazione di riforme per
migliorare la competitività economica dell´Ue.
La
cooperazione con l´Oil e la conclusione
Signore e
signori,
L´ilo e la
Commissione hanno organizzato questa conferenza ad alto livello per analizzare
e discutere le grandi sfide che la Grecia e gli altri paesi partecipanti al
programma, e il ruolo delle parti sociali e il dialogo sociale, nella ricerca
di soluzioni a lungo termine attraverso il consenso e il dialogo.
Voglio
cogliere l´occasione per sottolineare il nostro ottimo, rapporto di
collaborazione di lunga data con l´Oil ed i nostri sforzi congiunti per
promuovere il dialogo sociale.
Voglio
anche ringraziare l´Ilo per l´organizzazione di questo seminario, e per il suo
lavoro di analisi sul dialogo sociale sia nei paesi partecipanti al programma e
quelli in Europa centrale e orientale.
L´ilo ha
fatto un grande sforzo per analizzare i programmi di consolidamento fiscale e
il loro effetto sul mondo del lavoro.
Questo
seminario è solo un aspetto di quel lavoro, che proseguirà in altri paesi e per
un altro anno, al fine di mettere insieme tutte le conclusioni e le
raccomandazioni politiche.
Non vedo
l´ora di due giorni di discussione aperta e franca.
Grazie.”
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GRECIA - SULLA STRADA PER IL RECUPERO E LA CREAZIONE DI OCCUPAZIONE |
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Atene, 26
giugno 2013 - Di seguito l’intervento di
ieri László Andor Commissario europeo responsabile per l´Occupazione, gli
affari sociali e l´inclusione: “Onorevoli deputati,
Signore e
Signori,
L´unione europea
è crisi da troppo tempo. Ciò che è
iniziato come una crisi finanziaria del 2007/8, trasformato nel più grave
recessione del dopoguerra nel 2009, e ha prodotto alti livelli di
disoccupazione record.
Oggi
abbiamo un tasso di disoccupazione dell´11 per cento in Europa e del 12 per
cento nella zona euro. Il numero delle persone a rischio di povertà o di
esclusione sociale è aumentata in modo significativo negli ultimi tre anni.
In alcuni
Stati membri dell´Ue vi è una emergenza sociale.
La Grecia
è un paese di estremi in questa crisi. Da un lato, il più alto rapporto debito
/ Pil nell´Ue, e molti punti deboli della finanza pubblica. D´altra parte, di
gran lunga la caduta più drammatica in termini di Pil e l´aumento della
disoccupazione (soprattutto la disoccupazione giovanile) dall´inizio della
crisi.
In questo
periodo difficile, il sostegno finanziario dell´Unione europea, in particolare
attraverso i fondi strutturali ha aiutato nella risposta alle crisi. Per
rendere le condizioni più favorevoli per chi è nel bisogno, abbiamo cambiato i
tassi di cofinanziamento per i cosiddetti paesi del programma. E l´anno scorso
abbiamo riprogrammati 16000000000 € di fondi comunitari dei fondi strutturali
in 8 Stati membri, tra cui la Grecia, dove il tasso di disoccupazione giovanile
è la più alta, al fine di sostenere i giovani disoccupati in modo più
efficiente ed efficace.
In
particolare, il Fondo sociale europeo è stato fondamentale per alleviare le
difficoltà di disoccupazione. E ´quindi deludente per me vedere che molti Stati
membri non riconoscono l´importanza del Fse nel prossimo quadro finanziario
pluriennale, bilancio anno dell´Ue sette, e respingo le nostre proposte per
assegnare ad esso almeno il 25% dei fondi di coesione dell´Ue .
Per
l´attuale periodo 2007-2013 la Grecia ha ricevuto un totale di 20 miliardi di
euro rispetto ai Fondi strutturali e il Fondo sociale europeo rappresentato per
oltre 4 miliardi di euro di tale importo.
Molto
sostegno del Fondo sociale europeo è stato diretto gli effetti della crisi - in
particolare a:
sostenere
i lavoratori in aziende in ristrutturazione;
fornire un
supporto immediato per i disoccupati - per esempio, i programmi di sovvenzione
di lavoro;
diagnosi
attuali e future del mercato del lavoro ha bisogno di una migliore;
migliorare
le competenze così la gente può rispondere per cambiare più facilmente e
migliorare
i collegamenti tra l´istruzione e la formazione e l´occupazione.
L a lui
Fondo sociale europeo sostiene tre azioni particolarmente importanti:
Il primo è
il re-engineering dell´Organizzazione Manpower. La riforma del servizio
pubblico per l´occupazione della Grecia è molto importante, dal momento che
solo una organizzazione moderna ed efficiente può affrontare efficacemente il
problema di un numero molto elevato di persone disoccupate e inattive, e
occuparsi di disoccupazione di lunga durata, l´occupazione e l´occupabilità dei
gruppi vulnerabili, come ad esempio immigrati e rom, il secondo è il piano
d´azione della gioventù greca.
Rispondendo
al eccessivamente alto tasso di disoccupazione giovanile, la Grecia ha
intrapreso una vasta riprogrammazione dei programmi operativi del Fondo sociale
europeo alla fine del 2012 e approvato nel gennaio 2013 un piano d´azione
nazionale della Gioventù.
Questo
piano riceve mezzo miliardo di euro dai fondi Ue. Esso è rivolto ai 350.000
giovani sotto i 35 anni, e comprende azioni in corso e nuovi meccanismi avviati
nei primi mesi del 2013.
Sulla base
di questo Piano d´Azione Giovani, il governo greco dovrebbe urgentemente
sviluppare un piano di attuazione per la cosiddetta garanzia per i giovani.
Secondo la raccomandazione adottata dal Consiglio dell´Unione europea nel
febbraio di quest´anno, si dovrebbe garantire che ogni persona sotto i 25 anni
ottiene una offerta di qualità di un lavoro, ha continuato l´istruzione, la
formazione, apprendistato o tirocinio entro 4 mesi dalla fine della scuola o
della disoccupazione.
La
garanzia per i giovani è un importante riforma strutturale, concentrandosi
sulla fase più critica della vita di una persona e la difficile transizione nel
mercato del lavoro.
Garantire
la formazione o tirocini di lavoro ha un costo fiscale, ma è un investimento
economico importante da fare, e il supporto è disponibile dal Fondo sociale
europeo e la nuova iniziativa per l´occupazione giovanile.
La terza
azione a cui vorrei fare riferimento riguarda lo sviluppo dell´economia sociale
in Grecia.
Si tratta
di una nuova impresa per la Grecia che merita un forte sostegno. Soprattutto in
periodi difficili come quello attuale, l´economia thesocial può diventare la
fonte di tanto bisogno di nuovi posti di lavoro e di attività e uno spazio
fertile per nuove soluzioni per i problemi sociali e societari.
La forza
di questo settore è nella sua diversità. Alcune cooperative sono a scopo di
lucro, ma di proprietà dei lavoratori; altre imprese sociali si concentrano
principalmente sulla loro obiettivi sociali e di reinvestire la maggior parte
dei profitti di perseguire questi obiettivi sociali. Alcune imprese sociali si
concentrano sul lavoro, l´integrazione o la prestazione di servizi sociali,
altri hanno obiettivi ambientali.
La
Commissione ritiene che la promozione dello sviluppo dell´economia sociale e
impresa sociale come una delle sue priorità. Ho portato con me oggi una
pubblicazione che abbiamo recentemente prodotto su questo. Abbiamo tradotto in
greco, in una speranza che possa contribuire a ispirare gli sforzi dei
responsabili politici e degli individui che desiderano avviare o espandere una
impresa sociale.
Il governo
greco ha cominciato a gettare le basi di un quadro di sostegno a questo nuovo e
promettente settore dell´economia. Accolgo con favore questi sforzi, ma che ora
deve intensificare in modo che il suo potenziale può essere sfruttato.
Le riforme
del mercato del lavoro e del prodotto (Mou)
Onorevoli
deputati,
Ho voluto
usare questi esempi per illustrare le aree concrete di sostegno Ue per l´enorme
sforzo Grecia ha intrapreso per attuare un ambizioso - e socialmente doloroso -
programma di riforme economiche.
Ci sono
stati tagli nella spesa per le retribuzioni del settore pubblico e delle
pensioni, aumenti delle imposte indirette e di pensione di vasta portata e le
riforme del mercato del lavoro.
Il governo
ha promosso - e continua a farlo - una ri-progettato il sistema di fissazione
dei salari, riducendo i costi non salariali del lavoro, la lotta contro il
lavoro sommerso e l´informalità, nonché semplificando gli oneri amministrativi
e di aumentare la trasparenza e l´applicazione del diritto del lavoro.
Allo
stesso tempo, si prevede l´effettiva attuazione delle riforme del mercato dei
prodotti strutturali per migliorare la trasmissione della riduzione del costo
del lavoro in prezzi più bassi.
Dal mio
punto di vista del portafoglio, sono felice di notare che le riforme nella
legislazione del lavoro sono sempre più attuate in consultazione con le parti
sociali e nel rispetto delle direttive comunitarie e le norme fondamentali del
lavoro. Io parteciperò questo pomeriggio in una conferenza che dovrebbe segnare
l´inizio di un proficuo rapporto con l´Organizzazione internazionale del
lavoro. Sono decisamente a favore questo.
Dopo un
difficile periodo iniziale incentrati su tagli fiscali, sempre più attenzione
viene rivolta ad aiutare i disoccupati in modo che rimangano attaccate al
mercato del lavoro e di migliorare l´accessibilità e l´adeguatezza delle reti
di sicurezza sociale.
In un
periodo di crisi e di difficoltà, come quella Grecia si trova ad affrontare,
concentrandosi su soluzioni, soprattutto per coloro che non sono ammissibili
per i sussidi di disoccupazione e per coloro che non sono attive nel mercato
del lavoro è di estrema importanza. Programmi ben mirati di lavori pubblici
possono essere parte della risposta. Una rete di sicurezza sociale ben
progettato è un altro.
In
effetti, non è accettabile che la Grecia dovrebbe rimanere l´ultimo paese
europeo senza un reddito minimo universalmente riconosciuto. Il lavoro che ha
iniziato a introdurre un sistema di reddito minimo necessario per avanzare
rapidamente.
Signore e
Signori,
Con un
tale programma di riforme ampio, è essenziale non perdere mai di vista
l´obiettivo iniziale dello sforzo. Per sostenere le riforme, la gente deve
capire il motivo per cui sono necessarie, anche se non si vedono subito i
frutti del processo di riforma.
Per
contribuire a questo, la Grecia potrebbe prevedere la valutazione
dell´efficacia delle riforme, ad esempio quelle relative al diritto del lavoro
ha adottato nel corso degli ultimi tre anni. Tale valutazione potrebbe indicare
chiaramente i benefici di tali riforme.
Onorevoli
deputati,
Per quanto
importante come lo è, il recupero in Grecia non dipende soltanto lo sforzo di
riforma greca.
Dipende
anche dal fatto che gli europei possono superare le loro divisioni presenti e
decisamente riformare l´Unione economica e monetaria in modo da sostenere la
crescita sostenibile sia nel centro cosiddetta e nella cosiddetta periferia.
In
effetti, la crisi da cui l´Europa sta ancora lottando per emergere è anche una
crisi di un´Unione economica e monetaria incompleta e imperfetta.
E ´una
crisi di sistema e come tale richiede soluzioni sistemiche. Il fatto è che 20
anni fa, l´Europa ha creato un´unione monetaria senza meccanismi sufficienti
per coordinare le politiche economiche e senza meccanismi attraverso i quali la
zona euro potrebbe registrare a shock asimmetrici in modo economicamente
efficiente e socialmente accettabile.
Ci stanno
recuperando terreno nel corso degli ultimi quattro anni attraverso il semestre
europeo per il coordinamento rafforzato delle politiche economiche. L´europa ha
costruito battute di rifinanziare sovrani in difficoltà, come il meccanismo
europeo di stabilità. Ministri delle finanze stanno lavorando su un singolo
meccanismo di controllo e di un meccanismo di risoluzione unico per le banche
come parte di una nuova Unione bancaria, in modo che si finisce l´abbraccio
mortale tra sovrani in difficoltà e le banche in difficoltà, che è stato
destabilizzare i mercati per anni.
La mia
previsione è che abbiamo bisogno di fare ancora di più.
Dobbiamo
davvero riformare e ricostruire l´unione monetaria in modo che possa resistere
a crisi future e di fornire a ciascuno Stato membro la possibilità di una
crescita economica sostenibile.
Dobbiamo
fare in modo che i benefici dell´unione monetaria sono equamente condivisi tra
gli Stati membri partecipanti e dei cittadini. Dobbiamo affrontare le crescenti
disparità sociali all´interno e tra i paesi come una questione di autentica
preoccupazione comune.
Se
trascuriamo i problemi della disoccupazione e sociale in alcune parti della
unione monetaria, questo avrà negativo spill-over economica effetti e gli
effetti politicamente destabilizzanti per l´Uem nel suo insieme.
Cinque
anni di crisi economica e sociale hanno profondamente trasformato l´Europa, e
noi affrontare grandi sfide demografiche, ambientali e tecnologici. Dobbiamo
fare in modo che le istituzioni e le politiche europee sono idonei per i
decenni a venire, e in grado di realizzare le finalità del Trattato sull´Unione
europea: una crescita economica equilibrata, la piena occupazione e il
progresso sociale.
Ho
recentemente suggerito, insieme ad altri responsabili politici europei, che l´Europa
ha bisogno di convocare una conferenza simile a quella che ha avuto luogo a
Bretton Woods nel 1944.
La
conferenza ha preso 3 settimane, ha riunito più di 40 governi, e ha creato una
struttura economica internazionale che è durato per più di 25 anni e la
ricostruzione post-bellica abilitato.
L´europa è
nella sua più profonda crisi economica dopo la seconda guerra mondiale, ed è
chiaro che non uscirà da questa crisi attraverso una successione di piccoli
passi.
Una
visione a più lungo termine per l´ordine economico dell´Europa è necessaria per
porre fine all´incertezza, e tale visione deve essere basata su un grande patto
tra paesi creditori e debitori.
Europa
farebbe bene a bloccare i suoi rappresentanti politici e operatori economici in
un hotel per tre settimane e con lo sviluppo di un piano a lungo termine delle
attività.
Sono
convinto che, oltre a meccanismi più forti per la governance delle politiche
strutturali e la creazione di una unione bancaria, il nuovo design di una vera
Unione economica e monetaria dovrà anche includere uno stabilizzatore
automatico insieme a una maggiore responsabilità democratica a livello europeo.
Ma
naturalmente tutto questo è possibile solo se manteniamo l´unità politica a
breve termine.
Tutti i
paesi europei hanno bisogno di continuare il corso delle riforme strutturali.
Paesi dell´Europa meridionale devono migliorare la loro amministrazione
pubblica e combattere la disoccupazione attraverso misure come la garanzia per
i giovani. Germania, d´altra parte, deve rafforzare la domanda interna e
migliorare le transizioni nel mercato del lavoro dei gruppi più deboli.
Abbiamo un
quadro di coordinamento delle politiche di bilancio e strutturali, abbiamo
strumenti europei per gli investimenti, e dobbiamo continuare nella direzione
della costruzione di unità e di solidarietà.
Il G greco
overnment ha agito durante la crisi con grande responsabilità e consapevolezza
dell´importanza paneuropeo delle sue azioni.
Ho fiducia
che il popolo greco e dei loro rappresentanti politici continueranno i loro
sforzi per ottenere l´economia in esecuzione e per tenere insieme la società.
Se il
popolo ei leader di altri paesi europei fanno lo stesso, possiamo costruire un
futuro migliore.”
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PARTNERSHIP IN AZIONE: LE REGIONI ULTRAPERIFERICHE DELL´UNIONE EUROPEA PRESENTANO I LORO PIANI DI INVESTIMENTO E DI CRESCITA PER IL PERIODO 2014-2020, LA COMMISSIONE EUROPEA |
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Bruxelles,
26 giugno 2013 - Commissario europeo per
la Politica regionale, Johannes Hahn, hanno ricevuto ieri i piani strategici di sviluppo di otto regioni
ultraperiferiche europee. Il Commissario responsabile del coordinamento di
tutte le politiche dell´Unione europea per queste regioni per discutere i piani
di azione con i presidenti di Bruxelles e vicepresidenti delle Azzorre,
Canarie, Guadalupa, Guiana francese , Madera, Martinica, Reunion e San Martino.
Questa è la prima volta che le regioni ultraperiferiche sono invitate a questo
tipo di strategie individuali, che si concentrano non solo sul come pensano di
fare il miglior uso dei fondi strutturali dell´Unione europea, ma anche su come
Secondo loro, le altre politiche comunitarie possono contribuire al loro
sviluppo. I piani individuano le caratteristiche ed i vantaggi specifici che
cercano di sfruttare al fine di diversificare e modernizzare le loro economie.
Prima che
la discussione di oggi, il Commissario Hahn ha dichiarato: "Queste nuove
strategie sono strumenti importanti che aiuteranno le regioni ultraperiferiche
dell´Unione europea per costruire la propria forza e sviluppare le loro
economie. Naturalmente, a causa della loro posizione, queste regioni si trovano
ad affrontare grandi sfide. Ma hanno anche punti di forza. I piani d´azione
definiscono come intendono fare la maggior parte di esso, con il sostegno di
tutta la gamma di strumenti dell´Ue. Essi saranno di fondamentale importanza
per il lavoro da svolgere con la Commissione e gli Stati membri coinvolti nella
programmazione dei fondi comunitari per il periodo successivo ".
I piani di
azione sono stati richiesti dalla Commissione un anno fa nella comunicazione:
" Le regioni ultraperiferiche dell´Unione europea: una partnership per la
crescita intelligente, sostenibile e inclusiva " .
Le
strategie sono strumenti per il periodo 2014-2020, non solo nell´uso dei fondi
strutturali, ma anche per quanto riguarda come le regioni ultraperiferiche
potranno beneficiare di più da politiche dell´Unione europea. Essi definiscono
l´azione individuale da parte delle regioni per raggiungere la crescita della
strategia "Europa 2020", affrontando questioni come la disoccupazione
giovanile e la stimolazione della competitività locale. I rappresentanti di un
certo numero di direzioni della Commissione responsabile della politica
marittima, l´occupazione, l´agricoltura, i trasporti, il commercio e lo
sviluppo del mercato unico saranno inoltre partecipare a questo evento.
Tra i
principali argomenti trattati nei programmi d´azione sono:
migliorare
l´accesso al mercato unico dell´Unione europea - con particolare attenzione
alle reti di trasporto, la mobilità dei cittadini, le esigenze della dimensione
marittima e delle infrastrutture;
miglioramento
della competitività attraverso l´ammodernamento e la diversificazione economica
, con particolare attenzione per l´agricoltura, la ricerca e l´innovazione, e
il turismo;
migliore
integrazione geografica regionale ;
sviluppo
sociale - la creazione di posti di lavoro, rafforzare le competenze e le
qualifiche in una forte attenzione ai giovani, l´istruzione e l´occupazione, e,
infine,
l´integrazione
della lotta contro il cambiamento climatico in tutte le politiche .
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AIUTARE LE IMPRESE AD ACCEDERE AI FINANZIAMENTI DELL´UNIONE EUROPEA: IL PORTALE UNICO ORA ACCOGLIE ANCHE I FONDI STRUTTURALI |
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Bruxelles,
26 giugno 2013 - Le imprese di tutta Europa da oggi potranno accedere con più
facilità a utilissimi finanziamenti grazie all´ampliamento, voluto dalla
Commissione europea, del portale unico dedicato ai finanziamenti dell´Ue che
ora accoglie anche i Fondi strutturali: il Fondo europeo di sviluppo regionale
(Fesr) e il Fondo sociale europeo (Fse). Inaugurato il mese scorso, il nuovo
portale unico dedicato ai finanziamenti dell´Ue fornisce agli imprenditori e
alle Pmi informazioni semplici, complete e aggiornate per accedere a oltre 100
miliardi di Eur di vari programmi Ue per il periodo 2007-2013. Le integrazioni
apportate ieri raddoppieranno il numero di banche e fondi partner, portandolo a
oltre mille e rafforzeranno ulteriormente una fonte d´informazioni essenziale
per il finanziamento delle Pmi mediante garanzie, prestiti e capitale di
rischio (Memo/13/606).
L´accesso
ai finanziamenti è uno degli urgentissimi problemi con i quali le Pmi si
confrontano. Negli ultimi due anni quasi un terzo delle Pmi che hanno richiesto
un prestito bancario non l´ha ottenuto o ha ottenuto un importo inferiore. Le
Prospettive finanziarie per le piccole imprese europee del mese in corso
confermano che l´ambiente imprenditoriale è in peggioramento e che le banche
dell´area dell´euro hanno inasprito gli standard di credito. L´accesso ai
finanziamenti dell´Ue e le relative informazioni sono quanto mai importanti per
le imprese. I Fondi strutturali forniscono già alle Pmi un aiuto di circa 70
miliardi di Eur per il periodo 2007-2013.
In occasione
della conferenza European support for Smes for the period 2014 – 2020 (Sostegno
europeo alle Pmi per il periodo 2014—2020), tenutasi oggi a Bruxelles, il
Vicepresidente della Commissione Antonio Tajani, Commissario europeo
responsabile dell´Industria e dell´imprenditoria e Johannes Hahn, Commissario
europeo responsabile della Politica regionale hanno dichiarato: "Il
portale unico dedicato ai finanziamenti dell´Ue aiuterà le Pmi a reperire
facilmente e velocemente i finanziamenti tanto necessari. Una delle principali
priorità della Commissione è semplificare e ridurre gli ostacoli che le imprese
si trovano ad affrontare. L´integrazione dei Fondi strutturali dell´Ue nel
portale unico rappresenta un importante caposaldo. Al tempo stesso desideriamo incoraggiare
gli Stati membri e le regioni a utilizzare tali strumenti finanziari in quanto
possono rafforzare gli effetti della politica di coesione, fungendo da
catalizzatori d´investimenti di cruciale importanza, necessari per fornire un
impulso all´economia europea e creare occupazione."
Ip/13/387-memo/13/393
- Migliorare l´accesso ai finanziamenti per le Pmi: una chiave per la ripresa
economica.
Il nuovo
punto d´accesso unico a tutti gli strumenti finanziari dell´Ue per le Pmi.
Informazioni
sugli strumenti finanziari Ue disponibili.
Gli
strumenti finanziari Ue per le Pmi descritti nel sito web sono il programma
quadro per la competitività e l´innovazione (Cip), lo strumento europeo di
microfinanza Progress, lo strumento di rischio condiviso (7° Pq), i prestiti
Bei per le Pmi e ora i programmi operativi nazionali e regionali degli Stati
membri volti al conseguimento degli obiettivi della politica di coesione.
Un sito
web semplice per le Pmi -
Il portale
unico fornisce informazioni particolareggiate sui modi in cui le Pmi possono
chiedere finanziamenti sostenuti dall´Ue rivolgendosi a uno dei circa mille
istituti bancari e finanziari a disposizione.
Il portale
unico sui finanziamenti dell´Ue permette a imprenditori e aziende di trovare il
finanziamento più idoneo in base a esigenze finanziarie specifiche, tenendo
conto di aspetti quali la dimensione dell´azienda, il tipo di finanziamento e
l´obiettivo dell´investimento. Il portale è accessibile in varie lingue dell´Ue
e a tutti i paesi candidati all´adesione.
Accesso ai
finanziamenti a livello regionale: elemento essenziale del ritorno alla
crescita.
Nel
periodo 2007 – 2013 gli strumenti finanziari sono andati acquisendo
un´importanza sempre maggiore quali mezzi di attuazione della politica di
coesione. Alla fine del 2011 erano stati investiti nelle imprese oltre 3,6
miliardi di Eur, mediante circa 68 000 prodotti finanziari quali prestiti,
garanzie, capitale di rischio e altri.
Nello
stesso periodo sono anche stati istituiti 484 fondi specifici per le imprese
(prestiti, garanzie, capitale di rischio e altri) in 25 Stati membri e in una
regione di cooperazione transfrontaliera. Complessivamente, nel periodo
2007-2014 sono stati destinati al sostegno delle Pmi 69,7 miliardi di Eur del
Fesr e del Fes, ai quali si aggiungono rispettivamente almeno 95,4 miliardi se
si considera il cofinanziamento nazionale. Alla fine di dicembre 2012 gli
strumenti finanziari del programma quadro per la competitività e l´innovazione
(Cip) avevano mobilizzato circa 13 miliardi di Eur sotto forma di garanzie e
più di 2,3 miliardi di Eur sotto forma di capitale di rischio. Oltre 220 000
Pmi in tutta Europa hanno già beneficiato del programma. Il Vicepresidente
della Commissione europea Antonio Tajani ha chiesto di aumentare il bilancio
degli strumenti finanziari del Cip di 19 milioni di Eur per aiutare le Pmi che
trovano difficoltà nell´accedere ai finanziamenti.
Http://europa.eu/youreurope/business/finance-support/access-to-finance/index_it.htm
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OCCUPAZIONE E SOCIALE DI SITUAZIONE DELL´UE: RASSEGNA TRIMESTRALE METTE IN EVIDENZA I VANTAGGI DI TIROCINI; ULTIME TENDENZE MIGRATORIE |
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Bruxelles,
26 giugno 2013 - Contratti a tempo
determinato possono essere una buona opportunità per un giovane per entrare
nella forza lavoro, in particolare se sono connessi con l´istruzione o di
formazione (come è comune in Germania e Austria), secondo l´ultimo Occupazione
della Commissione europea e sociale Quarterly Review situazione. Tuttavia,
quando i giovani lavoratori temporanei sono con contratti a breve termine
involontariamente (per esempio in Spagna e Polonia), c´è il rischio che
rimangano intrappolati in condizioni di lavoro precarie. Nel contesto di una
crescente divergenza dei livelli di disoccupazione tra gli Stati membri, il
numero di persone che vogliono trasferirsi in un altro paese è sostanzialmente
aumentato ma ancora affrontare ostacoli. La revisione rileva inoltre
l´importanza di infanzia di qualità a mitigare le disuguaglianze in una fase
precoce della vita.
László
Andor, commissario europeo per l´Occupazione, gli affari sociali e
l´inclusione, ha commentato: "La crisi dell´euro ha portato una doppia
recessione, con effetti sociali devastanti, in particolare per i paesi"
periferici "e la giovane generazione, ma la nostra ultima analisi conferma
i vantaggi di. Apprendistati e tirocini in termini di aiutare i giovani a
trovare un lavoro di qualità. Ciò sottolinea la necessità che tutti gli Stati
membri per rendere la Gioventù Garantire una realtà entro la fine del 2013
".
Nei paesi
con nessuna o solo un lieve calo del tasso di occupazione dei giovani (ad esempio
Germania e Austria), i contratti più temporanee per i giovani lavoratori sono
legate a istruzione o di formazione, che riflette forti sistemi di
apprendistato in questi paesi. Tali contratti di apprendistato / formazione di
solito durano più a lungo e spesso sono trampolini di lancio per un contratto a
tempo indeterminato. Tuttavia, nei paesi con un forte calo nel tasso di
occupazione dei giovani (ad esempio Spagna e Polonia), la maggior parte dei
giovani lavoratori temporanei sono contratti a breve termine involontariamente,
e la durata di tali contratti è più breve. Ciò riflette i problemi di
segmentazione del mercato del lavoro, dove i lavoratori godono di lunga
tradizione molto elevati livelli di protezione del lavoro e nuovi arrivati
sono o disoccupati o su contratti a termine di breve durata.
La
Commissione esorta tutti gli Stati membri a mettere urgentemente in atto la
garanzia per i giovani , proposta dalla Commissione come parte del pacchetto
per l´occupazione giovanile nel dicembre 2012 (cfr. Ip/12/1311 e Memo/12/938 )
e adottato dal Consiglio nel aprile 2013. Sotto la garanzia per i giovani, i
giovani sotto i 25 anni che non riescono a trovare un lavoro di qualità
dovrebbe essere offerto un apprendistato, un tirocinio o di perfezionamento, entro
quattro mesi dalla fine della scuola o di perdere il lavoro.
La
Commissione lancerà l´ Alleanza europea per l´apprendistato a Lipsia, il 2
luglio a riunire le parti interessate dalle autorità governative, imprese e
parti sociali, istruzione e formazione di ricercatori e professionisti e
rappresentanti dei giovani. Sarà piscina azioni esistenti sotto un ombrello
comune e promuovere i benefici di programmi di apprendistato di successo e modi
per costruire in su.
Nel 2013
raccomandazioni specifiche per paese (Csr) proposti dalla Commissione il 29 °
Maggio (cfr. Ip/13/463), 16 Stati membri sono stati invitati a concentrarsi
sulla riforma della formazione professionale e istruzione per includere una
componente di apprendimento basato sul lavoro più forte. La Commissione ha
inoltre proposto che sette Stati membri (Francia, Italia, Lettonia, Lituania,
Paesi Bassi, Spagna e Slovenia) dovrebbero attuare ulteriori misure per
affrontare i mercati del lavoro segmentati.
Europei
più meridionale vuole trovare un posto di lavoro all´estero -
Mobilità
all´interno dell´Ue ha in qualche modo recuperato negli ultimi anni a seguito
della caduta all´inizio della crisi. Lavoratori provenienti da orientale e
centrale Stati membri dell´Ue che ancora costituiscono la maggioranza di coloro
che si spostano in un altro paese dell´Ue, ma le loro abilità spesso rimangono
sotto-utilizzato: molti di loro sono troppo qualificati per i posti di lavoro
che fanno. Il numero di lavoratori che si spostano dal sud al nord gli Stati
membri stanno aumentando più rapidamente, ma da una base inferiore. La percentuale
di persone con ´ferma intenzione di migrare nei seguenti 12 mesi è più che
raddoppiato, da 0,5% a 1,2%, vale a dire 2-5 milioni di euro, ed è più alta in
Grecia. L´e tasso di migrazione tra i cittadini dell´Unione europea è in
crescita, in particolare in Irlanda, Grecia e Portogallo, pur rimanendo bassa
in Spagna o in Italia. Tuttavia, nel complesso sembra che il mercato del lavoro
è stata adeguando a condizioni di crisi non tanto da persone che lasciano il
proprio paese per cercare lavoro in un altro, ma attraverso una diminuzione
degli afflussi e aumentare nei deflussi dei lavoratori migranti (lasciando il
loro paese ospitante per tornare a casa), soprattutto nel caso della Spagna.
Detto questo, le grandi deflussi di cittadini potevano essere osservati tra le
giovani generazioni nel 2007-12, in particolare da Lituania e Lettonia, così
come la Bulgaria, la Polonia, l´Estonia o l´Irlanda. Al contrario, i deflussi
di giovani cittadini provenienti da Italia, Spagna e Grecia sono rimasti
limitati.
Al fine di
facilitare la mobilità dei lavoratori tra gli Stati membri, la Commissione sta
riformando Eures , la rete di ricerca di lavoro pan-europea per aiutare le
persone che sono pronti a trasferirsi in un altro paese per identificare dove
esistono adeguate offerte di lavoro e per aiutare i datori di lavoro per
trovare opportunamente lavoratori qualificati (cfr. Ip/12/1262 , Memo/12/896 ,
Memo/12/897 ). La Commissione ha inoltre proposto una direttiva per rendere più
facile per i lavoratori di esercitare il loro diritto alla libera circolazione
(cfr. Ip/13/372 ).
L´infanzia
di qualità porta a benefici di lunga data per il bambino -
L´infanzia
di qualità porta a benefici di lunga data per il bambino, secondo la ricerca
accademica analizzato nell´ultima Quarterly Review. Gli impatti positivi sono
più forti per i bambini più svantaggiati, in modo che l´infanzia di qualità può
aiutare a mitigare le disuguaglianze in una fase iniziale. Tuttavia, i bambini
provenienti da ambienti svantaggiati hanno un accesso più limitato ai servizi
di custodia dei bambini. In tutta l´Ue, solo il 23% dei bambini sotto i tre
anni e che vivono in famiglie povere hanno accesso a servizi di assistenza
formale, rispetto al 41% dei bambini che vivono in altre famiglie dei bambini.
Allo stesso modo, il 20% dei bambini la cui madre ha solo l´istruzione di
livello inferiore sono iscritti nella cura dei bambini contro il 40% dei
bambini con le madri altamente istruiti.
La
raccomandazione ad investire nei bambini , adottata nel febbraio 2013, come
parte del pacchetto sociale investimento (vedi Ip/13/125 e Memo/13/117 ) invita
gli Stati membri a intensificare gli sforzi per garantire che tutte le famiglie
hanno un accesso effettivo alla qualità iniziale Educazione e cura. Questa
chiamata si riflette anche nelle proposte 2013 raccomandazioni specifiche per
paese rivolte a 13 paesi. Servizi formali di custodia dei bambini possono solo
aiutare i genitori a entrare e rimanere nel mondo del lavoro se sono
accessibili e di buona qualità.
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LA RELAZIONE DELL’OCSE CONFERMA: L´INVESTIMENTO DELL’UE NELL´ISTRUZIONE E NELL’OCCUPABILITÀ DEI GIOVANI PAGA |
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Bruxelles,
26 giugno 2013 - La Commissione europea
ha espresso ieri il suo plauso per la pubblicazione della relazione annuale
Education at a Glance 2013, elaborata a cura dell´Organizzazione per la
cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), che analizza i sistemi di
istruzione di trentaquattro paesi membri dell’Ocse, di cui ventuno sono Stati
membri dell’Ue, nonché di Argentina, Brasile, Cina, India, Indonesia, Russia,
Arabia Saudita e Sudafrica. La relazione individua le sfide per i sistemi
d´istruzione europei che l´Unione e i suoi Stati membri devono affrontare
congiuntamente e ribadisce l’importanza di politiche volte a modernizzare tali
sistemi e ad offrire maggiori possibilità ai giovani di studiare o di formarsi
all’estero.
"La
relazione, importante fonte di conoscenze e di dati per i decisori politici, ci
aiuta a comprendere meglio le sfide che ci aspettano. Investire nell’istruzione
conviene sempre nel lungo periodo e gli Stati membri devono tenerne conto nel
decidere lo stanziamento dei fondi pubblici. Come confermato dalla relazione, i
tagli alla spesa per l’istruzione in generale e agli stipendi degli insegnanti
in particolare possono ostacolare il conseguimento del nostro obiettivo, vale a
dire sistemi di istruzione efficaci e di grande qualità", ha affermato
Androulla Vassiliou, commissaria europea responsabile per l´istruzione, la cultura,
il multilinguismo e la gioventù.
"Il
nostro compito è ora garantire che i nostri giovani siano motivati e che
possiedano le competenze richieste nel 21° secolo, nonché lo spirito
imprenditoriale necessario per riportare l’Europa sulla via della crescita.
Dobbiamo essere pronti ad operare riforme affinché i nostri sistemi
d´istruzione possano competere con i migliori al mondo e, perché ciò sia
possibile, dobbiamo investire. Tuttavia, come risulta chiaramente dalla
relazione, alcuni Stati membri riescono meglio di altri a mantenere il livello
di spesa per l’istruzione."
Gli
investimenti in un´istruzione e una formazione di qualità, in particolare a
fronte dell’elevato tasso di disoccupazione giovanile, figurano al centro
dell’agenda politica dell’Ue. Il Consiglio europeo che si riunirà il 27 e 28
giugno prossimi si occuperà essenzialmente delle misure volte a promuovere
l’occupazione dei giovani. La Commissione ha contribuito al vertice della
prossima settimana lanciando una nuova iniziativa: "Lavorare insieme per i
giovani d´Europa - Invito ad agire contro la disoccupazione giovanile".
Nella comunicazione così intitolata essa illustra le azioni che l´Ue ha
adottato o adotterà per aiutare gli Stati membri a modernizzare e a migliorare
i loro sistemi di istruzione, un approccio questo che è in sintonia con le
conclusioni della relazione Education at a Glance 2013.
La
relazione è presentata oggi a Bruxelles da Andreas Schleicher, direttore
aggiunto per l´Istruzione e le competenze dell´Ocse; Xavier Prats Monné,
vicedirettore generale della Direzione generale dell’istruzione e della cultura
della Commissione europea, interverrà sull´argomento analizzando l´importanza
delle conclusioni della relazione per l’Ue.
Education
at a Glance 2013 a proposito dell’Europa:
Education
at a Glance è una pubblicazione annuale dell’Ocse che attinge a dati compilati
dall´Ufficio statistico dell’Unione europea (Eurostat) e dall´Organizzazione
delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (Unesco). La
relazione presenta i dati sull’istruzione provenienti dai trentaquattro paesi
aderenti all’Ocse, di cui ventuno sono Stati membri dell’Ue. Sei Stati membri
dell’Ue non fanno parte dell’Ocse (Bulgaria, Cipro, Lettonia, Lituania, Malta e
Romania) e non sono pertanto trattati nella relazione.
La
Commissione plaude alla relazione nel contesto di una rafforzata cooperazione
nell’analisi dei sistemi d’istruzione tra il dipartimento dell’Ocse per
l’Istruzione e la direzione generale dell’istruzione e della cultura della
Commissione. La relazione conferma l’analisi ad opera della Commissione delle
tendenze che caratterizzano i sistemi d’istruzione europei, tenendo conto al
contempo delle notevoli diversità tra gli Stati membri.
La spesa
per studente nel campo dell´istruzione è in calo nella maggior parte dei paesi
dell’Ue, anche se si mantiene leggermente superiore alla media dell’Ocse. Nel
2010 la spesa per studente a tutti i livelli dell´istruzione nei ventuno Stati
membri dell´Ue aderenti all’Ocse è stata di 7 200 € rispetto ai 6 900 €
dell’insieme dei paesi dell´Ocse. È un dato preoccupante; inoltre, i dati
dell´Ue sulla spesa pubblica per l’istruzione in percentuale del Pil indicano
che in cinque paesi dell’Ue (Bulgaria, Grecia, Italia, Romania e Slovacchia),
oltre ad uno scarso livello degli investimenti in termini assoluti, dal
2008/2009 si registra anche un trend al ribasso della spesa in tale settore.
In media,
il 15% dei giovani di età compresa fra i 15 e i 29 anni nel 2011 risultava
disoccupato o non iscritto a corsi d´istruzione o di formazione (i cosiddetti
"Neet", ossia "not in employment, education or training"),
dato questo leggermente migliore rispetto alla media generale dell’Ocse (16%).
Tuttavia, oltre il 20% dei giovani di Grecia, Irlanda, Italia e Spagna rientrava
in tale categoria. Dagli ultimi dati dell’Ue risulta che nel 2012 la situazione
è ulteriormente peggiorata nei tre paesi dell´area meridionale. Programmi
specifici nel campo dell´istruzione e della formazione, compresi programmi di
apprendistato e di tirocinio di elevata qualità nel quadro dell´iniziativa
"garanzia per i giovani dell´Ue", hanno un ruolo fondamentale da
svolgere per evitare il rischio di "una generazione perduta".
I paesi
dell’Ue registrano un’elevata percentuale di studenti impegnati in corsi di
formazione professionale a livello di istruzione secondaria superiore, che
supera notevolmente la media dell´Ocse. Tuttavia, il quadro varia
considerevolmente da uno Stato membro all’altro: nel 2011 tale percentuale era
di oltre il 70% in Austria, Belgio, Repubblica ceca, Finlandia e Repubblica
slovacca. In Estonia, Irlanda, Grecia, Ungheria, Portogallo e nel Regno Unito
invece erano al massimo il 40% gli studenti che seguivano tali programmi;
analoga era anche la situazione nei paesi terzi, ad eccezione dell’Australia.
La Commissione europea esorta gli Stati membri ad ottimizzare i benefici
dell’apprendimento sul lavoro per agevolare il passaggio dei giovani dalla
scuola alla vita professionale. Il 2 luglio, i commissari Androulla Vassiliou e
László Andor daranno il via a Lipsia all’Alleanza europea per l´apprendistato,
per rafforzare la qualità, l´offerta e l’immagine dell’apprendistato e della
formazione professionale in tutta l’Ue.
Nei paesi
dell’Ue gli insegnanti guadagnano in media tra il 77% e l’89% del salario di
altri lavoratori a tempo pieno con analoga formazione; tra il 2009 e il 2011 i
loro stipendi sono calati in termini reali del 4% circa. Se tale tendenza
dovesse continuare, potrebbe mettere in pericolo l’assunzione di una nuova
generazione di insegnanti motivati, destinata a sostituire un corpo insegnante
che invecchia, prossimo ormai alla pensione.
La
distribuzione di genere nell’istruzione terziaria nei paesi dell’Ue sta
migliorando, anche se non in maniera uniforme in tutti i settori di studio.
Come rivela la relazione, da tempo in Europa le donne in possesso di un diploma
universitario di primo livello o di master sono più numerose dei maschi e la
loro quota sta aumentando (nel 2011 erano il 60% dei laureati nell´Ue-21
aderenti all’Ocse, rispetto al 55% del 2000). Tuttavia, nelle discipline
fondamentali, quali la matematica, le scienze e la tecnologia, la
partecipazione delle donne è aumentata solo leggermente, passando dal 40 al 42%
(fuorché nella Repubblica ceca, nella Germania e nella Slovacchia, in cui
l´aumento è stato di oltre 10 punti percentuali), mentre solo il 28% degli
ingegneri era composto da donne (rispetto al 23% del 2000). Gli uomini e le
donne con un titolo di istruzione superiore avevano opportunità di occupazione
molto maggiori rispetto alle persone con un livello di istruzione inferiore;
tuttavia, il divario tra i tassi di occupazione dei diplomati maschi e femmine
dell’istruzione terziaria nella fascia di età 25-64 anni era in media di 7
punti percentuali per gli Ue-21 rispetto ai 9 punti percentuali per l’insieme
dei paesi dell´Ocse.
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I CONTRIBUTI FINANZIARI D’EMERGENZA PER I LAVORATORI IN ESUBERO DOVREBBERO ESSERE EROGATI PIÙ VELOCEMENTE, AFFERMA LA CORTE DEI CONTI EUROPEA |
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Lussemburgo,
26 giugno 2013 - Il Fondo speciale per
assistere i lavoratori posti in esubero per effetto della globalizzazione
fornisce soltanto un limitato valore aggiunto Ue e dovrebbe essere sostituito
da un sistema più efficiente. Questo è quanto afferma la Corte dei conti
europea, il guardiano delle finanze dell’Ue, in una sua relazione appena
pubblicata.
Tra il
marzo 2007 e il dicembre 2012, il Fondo europeo di adeguamento alla
globalizzazione ha versato oltre 600 milioni di euro a lavoratori che hanno
perso il proprio posto di lavoro in seguito ad esuberi/licenziamenti collettivi
causati dai mutamenti intervenuti nella struttura del commercio mondiale.
Dall’audit espletato dalla Corte, è emerso che alla maggior parte dei
lavoratori ammissibili è stata offerta un’assistenza personalizzata e ben
coordinata. Tuttavia, ciascuno dei casi esaminati dalla Corte includeva misure
di sostegno al reddito che sarebbero state comunque finanziate dagli Stati
membri. Il sostegno al reddito ha rappresentato il 33 % di tutte le spese
rimborsate per l’insieme dei casi esaminati. Per di più, non esistevano dati
che permettessero di misurare adeguatamente il grado di efficacia dei fondi nel
reinserire professionalmente i lavoratori licenziati/in esubero.
Al fine di
sostenere più rapidamente i lavoratori colpiti, la Corte raccomanda di
considerare la possibilità di sostituire il Fondo europeo di adeguamento alla
globalizzazione (Feg) con il regime, opportunamente adattato, del Fondo sociale
europeo.
“Gli
elementi probatori raccolti nel corso dell’audit non ci hanno persuaso che il
Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione rappresenti il miglior
sistema per prestare questo tipo di sostegno così necessario”, ha affermato
Ville Itälä, il Membro della Corte responsabile della relazione. “Sarebbe più
efficace semplicemente modificare il Fondo sociale europeo perché possa
affrontare questi problemi”.
Il Feg è
stato creato per affrontare situazioni di emergenza puntuali e di durata
limitata. Il sostegno include misure formative, aiuto alle attività
professionali autonome, coaching e ricollocazione. Il Fondo cofinanzia dette
misure ad un tasso del 50 % o del 65 %, mentre il saldo è corrisposto dallo
Stato membro interessato.
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L’INTEGRAZIONE E’ POSSIBILE ANCHE GRAZIE ALLE POLITICHE SUL LAVORO PRESENTATE DA AGENZIA DEL LAVORO LE ESPERIENZE REALIZZATE CON IL PROGRAMMA DI INTERVENTI DEL FONDO EUROPEO A FAVORE DI LAVORATORI E CITTADINI EXTRACOMUNITARI |
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Trento, 26
giugno 2013 - L’integrazione di
lavoratori extracomunitari è possibile grazie a politiche del lavoro in grado
di fornire a loro le competenze professionali adatte al mercato. A sostenerlo è
l’Agenzia del Lavoro della Provincia autonoma di Trento che ha presentato, in occasione
del convegno “Integrazione possibile, i risultati del programma sperimentale di
interventi cofinanziati dal Fondo Europeo per l´Integrazione di cittadini extra
Ue. Il convegno si è tenuto nel pomeriggio di ieri presso l´Area Archeologica
di Palazzo Lodron, in piazza Lodron a Trento. Il progetto, realizzato in
collaborazione con Consolida, è finalizzato alla costruzione di competenze
professionali per un´integrazione sociale e lavorativa di soggetti in
situazione di fragilità perché privi di cittadinanza europea. L´azione
progettuale, partita il 1 ottobre 2012 e che terminerà il 30 giugno 2013, era
destinata a 500 persone domiciliate in provincia di Trento ed iscritti ad uno
dei Centri per l´Impiego sul territorio, inoccupati o disoccupati, in regola con
le norme in materia di soggiorno. Al progetto hanno preso parte immigrati
provenienti principalmente da Albania, Bangladesh, Tunisia, Kossovo, Pakistan e
Marocco. L’attività ha riguardato il modello trentino dell’integrazione, basato
sulla convivenza attiva e sulla contaminazione culturale, condizioni essenziali
per un corretto approccio al mercato del lavoro. “Gli elementi innovativi -
come ha spiegato la dirigente di Agenzia, Antonella Chiusole - riguardano la
scelta dei target (cittadini extracomunitari deboli, quali donne e giovani), i
servizi e gli strumenti dedicati ai primi bisogni e rivolti a possibili
percorsi verso il mondo del lavoro, oltre alla rete delle relazioni. Si tratta
di elementi indispensabili per garantire un’integrazione sociale e lavorativa,
oltre a consolidare il progetto. Abbiamo raggiunto persone che difficilmente
avrebbero a questi servizi, sperimentare nuovi servizi e valorizzare un
finanziamento europeo con partner di livello nazionale”.
Agenzia
del Lavoro ha organizzato nel pomeriggio di oggi il convegno “Integrazione
possibile - Accompagnamento e counselling all´occupabilità e alla cittadinanza
attiva per soggetti immigrati extra Ue”, presso l´Area Archeologica di Palazzo
Lodron, nell’omonima piazza di Trento. In occasione del convegno, Agenzia ha
presentato i risultati del programma sperimentale di interventi cofinanziati
dal Fondo Europeo per l´Integrazione di cittadini extracomunitari. “L´obiettivo
generale del progetto - spiega la dirigente di Agenzia del Lavoro, Antonella
Chiusole - è offrire ai lavoratori strumenti personali di orientamento e
conoscenza del mercato, oltre alla sperimentazione di una rete di servizi per
facilitare l´inclusione sociale, l´attivazione e la partecipazione al mercato
del lavoro, migliorando l´occupabilità e rendendo fruttuosa la ricerca di un
buon lavoro”. Ai soggetti coinvolti è stato fornito un servizio di counselling
generale e la sottoscrizione di un "patto di servizio" che stabiliva
un percorso di attivazione e partecipazione alle attività proposte. Le
competenze acquisite o rafforzate durante il percorso sono state poi
certificate in un Portfolio delle Competenze spendibile nel mercato del lavoro.
Il progetto è realizzato con il supporto dell´Università Cattolica del Sacro
Cuore quale partner di progetto e la collaborazione del Dipartimento
Istruzione, del Servizio Politiche Sociali della Provincia autonoma di Trento e
del Cinformi, Consolida e Commissariato del Governo. L’iniziativa ha avuto un
costo di 258 mila euro ed è stata cofinanziata dal Fondo Europeo. A chiudere i
lavori un laboratorio artistico di creazione di oggetti in ceramica a cura
della Multiverso Teatro e una vendita benefica di opere, il cui ricavato è
destinato alla scuola di ceramica per giovani donne del Burkina Faso, a cura
della Fondazione Contessa Lene Thun Onlus. I vasi, esposti oggi negli spazi del
convegno, sono il frutto di attività di laboratorio che ha visto coinvolti i
partecipanti al progetto. “L’università Cattolica di Milano - Giorgio Bozzeda
dell’Università Cattolica di Milano - è stata chiamata a fornire supporto a
questo progetto. Siamo stati lo sguardo esterno, consapevoli di lavorare in un
contesto già attrezzato per questo tipo di progetti. Il nostro lavoro ha
riguardato il bilancio e la valutazione del progetto, la certificazione delle
competenze acquisite e del coaching formativo, attività di support. Questo
progetto doveva adottare una attività di supporto continuativo ai partecipanti.
Siamo riusciti ad adottare una flessibilità a favore dei cittadini stranieri.
Una cosa abbiamo imparato che una realtà anche strutturata, qual è il Trentino,
ha bisogno di aggiornarsi sui bisogni delle persone, personalizzando servizi ed
opportunità. Il termine formativo va quindi inteso come grande attenzione alle persone
e di accompagnamento verso il lavoro”. “Il Trentino - sottolinea Luciano
Galetti, direttore dell’Ufficio politiche del lavoro a finanziamento europeo di
Agenzia -, da sempre impegnato in politiche avanzate a favore
dell´immigrazione, persegue nuove modalità di integrazione sociale e lavorativa
a favore dei cittadini extra Ue tramite modelli sperimentali che vanno da una
presa in carico individuale dei soggetti destinatari del programma,
all´accompagnamento tramite azioni di formazione e orientamento al lavoro, fino
alla certificazione delle competenze possedute o acquisite, finalizzate
all´inserimento nel mondo del lavoro. Il target di riferimento ha riguardato
fasce di cittadini privi della cittadinanze europea, socialmente molto deboli,
quali donne e giovani, o di persone provenienti dai Paesi nordafricani, ospiti
in Trentino dopo le tensioni seguite alla Primavera araba. A loro abbiamo
offerto non risposte facili o scontate, perché loro non sanno cosa chiedere se
non i bisogni essenziali; a loro abbiamo offerto la disponibilità ad essere
considerati come soggetti destinatari di protezione e, soprattutto, soggetti
che possono essere parte attiva del sistema del lavoro locale”. Obiettivo
generale del progetto cofinanziato dal Fondo Europeo per l´Integrazione è
quello di migliorare l´incontro domanda-offerta e l´orientamento al lavoro di
soggetti extra Ue tramite percorsi di counselling, accompagnamento e formazione
che consentano ai soggetti più fragili, perché sprovvisti di cittadinanza
europea, di potersi attivare per la ricerca di una buona occupazione. Sono
state 498 le persone contattate e 374 i colloqui di presa in carico effettuati.
Ben 117 persone hanno frequentato i laboratori di osservazione, orientamento e
formazione al lavoro, denominati “Conoscere”, previsti nel percorso e
finalizzati alla costruzione dei pre-requisiti lavorativi. In particolare sono
quattro le tipologie di servizi offerti: il counselling generale per la presa
in carico iniziale ed il rafforzamento dei requisiti lavorativi o l´accompagnamento
al lavoro; il counselling mirato a target specifici quali disoccupati di lunga
durata, donne esclude dal mercato del lavoro, minori non accompagnati e
soggetti disabili certificati tramite l´adesione a servizi specifici e
personalizzati quali laboratori o tirocini di orientamento al lavoro; la
certificazione delle competenze formali acquisite all´estero, ma anche di
quelle non formali e informali che altrimenti non avrebbero alcun valore nel
mondo del lavoro; l´accompagnamento all´occupazione tramite il coaching
formativo, cioè percorsi individuali o di gruppo che favoriscano
l´apprendimento di competenze relazionali e comportamentali. Grazie ai diversi
strumenti a disposizione il progetto ha consentito ai partecipanti di trovare
motivazioni e capacità per rimettersi in gioco a livello personale e di poter
fronteggiare le proprie criticità lavorative, individuandone le possibili
soluzioni. Le donne immigrate con problemi di conciliazione o problematiche
culturali che bloccano solitamente ogni percorso lavorativo sono state aiutate
ad individuare situazioni di "lavoro possibile", mentre si sono
attuati percorsi scolastico/formativi e di approccio all´occupazione per i
minori non accompagnati. Soddisfacenti i risultati conseguiti al termine del percorso
sperimentale e che si identificano: nell´incremento dei tassi di occupazione
dei lavoratori extra Ue, nell´aumento dell´occupabilità a seguito
dell´acquisizione di competenze adeguate al mercato del lavoro e in una
maggiore partecipazione al mercato del lavoro da parte di tutti i soggetti
coinvolti. Da tutto ciò ne consegue il miglioramento della qualità del lavoro,
dell´inquadramento professionale e retributivo e, in via generale, il
miglioramento della posizione lavorativa e sociale. Le metodologie d´intervento
individuale non si sovrappongono a quelle già in uso, ma le integrano
sperimentalmente con l´obiettivo della messa a regime. Particolare importanza è
stata dedicata alla ricerca di tipologie lavorative integrate col territorio
trentino con un bilancio largamente positivo. L’integrazione non solo è
possibile ma è un valore di una società moderna.
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FVG-CARINZIA: SERRACCHIANI-KAISER, SIAMO REGIONI CERNIERA IN EUROPA IERI A TRIESTE IL PRIMO INCONTRO TRA I DUE PRESIDENTI |
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Trieste, 26 giugno 2013 - "Un dialogo
aperto e proficuo per consolidare
i nostri
rapporti di cooperazione", per la presidente del Friuli
Venezia
Giulia Debora Serracchiani; "l´inizio di una lunga
amicizia"
secondo il presidente del Land della Carinzia, Peter
Kaiser.
Dunque
nuove collaborazioni tra le due Amministrazioni regionali
a partire
da alcuni temi strategici per entrambi i territori,
come ieri a
Trieste, nel corso del primo incontro ufficiale
bilaterale,
hanno sottolineato i presidenti di Friuli Venezia
Giulia e
Carinzia: in particolare il tema delle infrastrutture,
energetiche
e viarie (dal proseguimento del progetto Micotra per
servizi
ferroviari comuni al Corridoio baltico adriatico), ma
anche
altri temi concreti, quali il sistema sanitario, quello
educativo
e della formazione, gli aiuti di Stato a finalità
regionale,
la creazione di una rete tra le Università di Trieste
ed Udine,
l´ateneo di Klagenfurt, la Sissa di Trieste e la Scuola
di scienze
applicate della Carinzia.
La
"cornice" di questi nuovi rapporti è soprattutto quella
dell´Euroregione
Senza Confini tra Friuli Venezia Giulia,
Carinzia e
Veneto, hanno rilevato Serracchiani e Kaiser, che a
breve
(dopo le osservazioni formulate dalle due Regioni) dovrà
veder
formalizzato il regolamento interno da parte del Veneto, a
cui spetta
la prima presidenza.
Nel
frattempo, ha annunciato Serracchiani, l´Euroregione, che ha
sede a
Trieste, sarà accolta negli spazi di proprietà della
Regione
situati nello stesso palazzo che oggi ospita anche
l´Iniziativa
centro europea: una vicinanza non solo simbolica ma
anche
auspicabilmente operativa.
Attraverso
il contenitore Euroregione, hanno quindi sostenuto
Serracchiani
e Kaiser - assieme ai presidenti delle due Assemblee
legislative,
Franco Iacop e Reinhart Rohr, che hanno concordato
su
iniziative collegiali a livello di Consigli regionali - Friuli
Venezia
Giulia e Carinzia intendono anche affrontare assieme uno
dei grandi
temi oggi al centro della crisi internazionale: nuove
progettualità
contro la disoccupazione giovanile, che colpisce
pesantemente
al di qua e al di là del confine, grazie a comuni
misure
attive attivabili attraverso i finanziamenti resi
disponibili
dal Fondo sociale europeo.
"Una
collaborazione vera e concreta all´interno di Euroregione
Senza
Confini - ha dichiarato la presidente del Friuli Venezia
Giulia -
nell´auspicio che questo strumento di cooperazione si
allarghi
alla Slovenia (impegnata a regionalizzare il suo
territorio
nazionale) e ad alcune Contee della Croazia, nel
disegno di
più lungo respiro che su alcune progettualità possa
vedere un
coinvolgimento anche, in futuro, di altre Regioni
d´Italia,
Austria e Germania".
"Friuli
Venezia Giulia e Carinzia restano comunque il cardine di
questa
parte d´Europa e delle grandi strategie europee - ha
osservato
ancora Serracchiani - reale cardine dei disegni di
sviluppo
Ue identificabili con le iniziative Adriatico-ionica, il
programma
Danubiano e quell´area Alpina a breve prossima regione
d´interesse
europeo".
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NUOVO PORTALE WEB DEL VENETO PER CONOSCERE E UTILIZZARE I FONDI DELL’UNIONE EUROPEA |
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Venezia, 25
giugno 2013 - Da oggi basta digitare ‘ http://partenariato.regione.veneto.it/ ’
per saperne di più sui Fondi Strutturali dell’Unione europea e conoscere le
attività legate alla programmazione comunitaria.
E’
l’assessore al bilancio e alla cooperazione, Roberto Ciambetti, a presentare il nuovo portale web del Tavolo di
partenariato del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (Fesr) della Regione
del Veneto: “Si tratta uno strumento di grande utilità per tutte le amministrazioni
e i soggetti interessati all’acquisizione di risorse ormai indispensabili per
lo sviluppo del territorio – spiega l’assessore –, ma è anche un sito che rende
più chiare e trasparenti le procedure e le finalità nell’utilizzo dei fondi”.
Il sito
permette di essere aggiornati sulle attività del Tavolo di Partenariato, di
conoscere i componenti, di avere informazioni sugli incontri svolti, di
accedere ai documenti ufficiali, di richiedere chiarimenti e informazioni, di
consultare gli indirizzi, i riferimenti telefonici e i link utili, di partecipare
a sondaggi, consultazioni e forum on line.
Inoltre,
iscrivendosi alla newsletter, si potrà ricevere periodicamente un bollettino
con novità e aggiornamenti che consentiranno di seguire costantemente
l’evoluzione delle attività legate alla programmazione comunitaria.
“Da sempre
il Veneto – conclude Ciambetti – è una delle Regioni che, non solo in ambito
nazionale ma a livello europeo, pone maggior attenzione alle opportunità
offerte dalla programmazione comunitaria e una delle più virtuose nell’utilizzo
dei fondi messi a disposizione: questo portale ci aiuterà ad allargare la
partecipazione e a migliorare ulteriormente il nostro lavoro”.
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INVESTIMENTI AMBIENTALI E BANDA LARGA: PRESENTATE LE MODIFICHE AL PSR VENETO |
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Venezia,
26 giugno 2013 - Continuare a favorire gli investimenti, pur in un contesto di
fine programmazione, e ampliare gli interventi per la diffusione della banda
larga nelle aree rurali. Sono questi i principali obiettivi delle proposte di
modifica al Programma di Sviluppo Rurale del Veneto, presentate alla
Commissione Europea ed al Partenariato in sede di Comitato di Sorveglianza. La
Regione del Veneto, attraverso l’Autorità di Gestione del programma, ha
illustrato ufficialmente tre modifiche al Psr da apportare entro la fine della
programmazione. Le proposte saranno valutate dalla Commissione Europea che avrà
quattro mesi per esaminarle; sulla base del parere formulato a Bruxelles,
potranno essere formalmente adottate.
La prima modifica
intende introdurre tra i parametri di valutazione del miglioramento globale
delle aziende - all’interno delle misure 121 (Ammodernamento delle aziende
agricole) e 123 (Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli) -
anche la salvaguardia della salute pubblica e degli operatori agricoli, in
particolare per gli interventi di bonifica dall’amianto nelle strutture
aziendali. L’ampliamento della gamma dei parametri di tipo qualitativo, che si
applicano ai progetti di investimento, viene proposto anche in considerazione
delle finalità ambientali che le misure di investimento hanno assunto
nell’ultimo bando generale con lo spostamento di risorse dall’Asse 2
(Miglioramento Ambientale) all’Asse 1 (Competitività del settore agricolo).
La seconda
modifica riguarda la diffusione della banda larga nelle aree rurali del Veneto
in situazione di “digital divide”. La modifica avanzata dall’Autorità di
Gestione alla misura 321 - azione 2 (Accessibilità alle tecnologie di
informazione e comunicazione) ha lo scopo di ampliare le possibilità di
finanziamento anche a progetti d’investimento che intervengono sul cosiddetto
“ultimo miglio” da parte degli operatori commerciali. Il Psr Veneto è già
impegnato nel piano nazionale per la diffusione della banda larga, con un
investimento complessivo previsto di oltre 22 milioni di euro, con 45.000 linee
da abilitare e 116.000 cittadini da raggiungere.
L’ultima
novità, che si muove nel contesto della misura 123, consiste nell’innalzamento
del limite minimo di spesa ammissibile per il settore ortofrutticolo dagli
attuali 200 mila euro a 400 mila. La modifica riguarda solo indirettamente il
Psr e intende piuttosto migliorare la complementarietà tra il programma di
sviluppo e gli interventi finanziati attraverso il Feaga (Fondo Europeo
Agricolo di Garanzia) alla specifica organizzazione comune di mercato.
L’innalzamento della soglia permetterebbe infatti agli operatori del comparto
ortofrutticolo di poter ricorrere per i loro investimenti alle risorse
stanziate dai programmi operativi previsti dalla Ocm, che possono finanziare
solo operazioni di importo inferiore alla soglia indicata dalla misura 123
presente nel Psr e che al momento è di 200 mila euro.
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FINANZE: FVG, AVVIATA RIFLESSIONE SU SOCIETÀ PARTECIPATE |
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Udine, 26 giugno 2013 - "L´amministrazione
regionale si deve domandare,
in un
contesto di risorse calanti, che cosa del panorama di
istituti e
realtà partecipate deve sopravvivere ed eventualmente
in che
forma, con quale missione, Cosa devono fare, come devono
essere
guidate e amministrate".
Lo ha
detto l´assessore alle Finanze del Friuli Venezia Giulia,
Francesco
Peroni, intervenendo ieri a Udine alla presentazione
del
"Manifesto per la buona finanza. Le banche al servizio del
Paese",
analisi sullo stato dell´arte del settore bancario e
dell´erogazione
del credito, a cura della Ggil - Fisac
(Federazione
italiana sindacato assicurazione credito).
Peroni,
che ha preso parte all´incontro anche in ragione delle
sue
specifiche responsabilità in materia di partecipate
regionali,
ricordando che, come lui stesso ha spiegato, "il
nostro
sistema regionale prevede, caso quasi unico nel panorama
nazionale,
la presenza nella holding Friulia di una società
partecipata,
il Mediocredito, che è un istituto bancario", ha
annunciato
che la Giunta regionale ha avviato una profonda
riflessione
sia su Mediocredito che, più in generale, su ruolo e
compiti di
tutte le società partecipate.
"Il
tema del credito bancario - ha precisato l´assessore -
richiama
un´attività che rientra, seppur indirettamente, nella
missione
della Regione autonoma", in quanto "Mediocredito esprime
una scelta
politica, risalente nel tempo, di dotarsi di un
istituto
di credito".
Ora è
venuto il momento di chiedersi "quale sia la missione di un
istituto
di questo genere. E´ questo un interrogativo che ci
stiamo
ponendo, anche in connessione con un indirizzo di
ricapitalizzazione
precedentemente deliberato", ha detto,
riferendosi
ad una decisione assunta dal passato esecutivo
regionale.
Ma
Mediocredito fa parte della holding Friulia, "un sistema di
partecipate
su cui stiamo ragionando in modo organico, per capire
come
operano, che consistenza hanno e che destinazione devono
avere".
"Ho
l´impressione che abbiamo ereditato una geografia fortemente
datata.
Molte realtà rievocano finalità legate a obiettivi
lontani
nel tempo. Che cosa oggi stiano a fare non è sempre del
tutto
chiaro".
"Siamo
all´inizio di una ricognizione molto complessa", ha
aggiunto,
per cui ogni decisione sarà presa esclusivamente dopo
"un´attenta
e ponderata ricostruzione dei fatti".
Un
ragionamento che non prescinderà dalle "competenze di chi è
chiamato
ad acquisire la responsabilità di gestione", e che
riguarderà
anche gli emolumenti degli
amministratori, "nella
direzione
del forte contenimento".
Alla
presentazione sono intervenuti Agostino Megale, segretario
generale
Fisac Cgil, Franco Belci, segretario Cgil Fvg, Mattia
Grion,
segretario regionale Fisac Cgil Fvg e Giuseppe Graffi
Brunoro,
presidente della Federazione regionale delle Banche di
credito
cooperativo.
Il
manifesto per la buona finanza, un documento nazionale
presentato
in anteprima in Friuli Venezia Giulia, si pone quattro
obiettivi
con sette diverse proposte per far ripartire il
credito,
tutelare il risparmio, garantire una efficiente gestione
pubblica
della finanza, facendo ritornare le banche un volano per
la ripresa
economica.
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SI È SVOLTO IERI A MODENA IL COMITATO DI SORVEGLIANZA POR FESR 2007-2013. L´APPUNTAMENTO HA FATTO IL PUNTO SU RISULTATI E PROSPETTIVE DELLA PROGRAMMAZIONE DEI FONDI FESR. L´EMILIA-ROMAGNA, CON 207 MILIONI DI SPESA CERTIFICATA, È LA PRIMA TRA LE REGIONI ITALIANE |
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Modena, 26
giugno 2013 - Con 207 milioni di euro di
spesa certificata al 31 maggio 2013, l’Emilia-romagna risulta, tra le Regioni e
Province autonome italiane, la prima per capacità di utilizzo dei fondi
comunitari Por Fesr. Di risultati e obiettivi dell’attuale fase di
programmazione 2007-2013 si è discusso oggi a Modena, in occasione del
semestrale Comitato di Sorveglianza ospitato presso la Casa Ferrari, la
struttura dedicata al grande pilota e costruttore modenese inaugurata l’anno
scorso proprio grazie al cofinanziamento europeo.
Tra i risultati
più importanti di questi primi sei mesi del 2013, esposti dall’Autorità di
Gestione del Programma, un posto di primo piano va alle misure per il post
sisma. A cominciare dal bando per il sostegno alla localizzazione delle imprese
che, nelle tre diverse ‘call’ – l’ultima delle quali chiusa a febbraio – ha
finanziato 919 progetti per un totale di investimenti di 23 milioni di euro, di
cui 10,9 in quota Fesr, mentre la misura per l’allestimento di aree pubbliche
per la delocalizzazione anche temporanea delle attività produttive ha
finanziato 19 aree al 100% della spesa, per un totale di 1,3 milioni di euro.
Quindi il bando per il sostegno agli investimenti nell’area del cratere – 1.200
domande presentate tra febbraio e maggio e investimenti attivabili per 390
milioni di euro – e una nuova manifestazione d’interesse per gli enti locali
destinata al sostegno di progetti di promozione e valorizzazione dei territori
colpiti.
«Questi
dati – sottolinea l’assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo
Muzzarelli – evidenziano la voglia delle imprese di mettersi in gioco, anche
nelle aree già impegnate nella difficile fase della ricostruzione. Questo ci
impone di lavorare per un’alleanza del buonsenso, della responsabilità, della
legalità e della giustizia. Dopo settembre, quando saranno approvati i
regolamenti per la nuova Programmazione dei fondi comunitari 2014-2020,
l’Europa dovrà ripartire più unita per assicurare prosperità, sostegno alle
imprese e al lavoro».
A tali
misure, attivate in seguito all’integrazione di risorse del Por Fesr decisa
dopo i gravi eventi sismici di maggio 2012, si affiancano i risultati sulla
programmazione “ordinaria”. Sul fronte ricerca e innovazione, il 2013 ha visto
un’accelerazione importante nell’accreditamento di nuovi laboratori nell’ambito
della Rete alta tecnologia – complessivamente 89, tra accreditati e
direttamente finanziati dal Programma – nonché dei contratti firmati tra gli
stessi laboratori della Rete e le imprese, che hanno superato a giugno la
soglia dei 100 milioni di euro. Proseguita anche l’azione di sostegno alle
start up, con un nuovo bando per il sostegno all’avvio di nuove imprese
innovative – chiuso al 31 dicembre 2012, ha finanziato 35 progetti, per 3
milioni di euro concessi a fronte di 5,2 milioni di investimenti – e tramite
l’ulteriore potenziamento di Emiliaromagnastartup, la rete che riunisce tutti i
soggetti che, in Emilia-romagna, si sostengono la creazione d’impresa
innovativa.
Quindi
l’energia: si è chiusa ad aprile, con 59 progetti finanziati e investimenti
attesi per 13,8 milioni di euro, la prima call per aderire al nuovo fondo di
finanza agevolata per il finanziamento della green economy. Tra i benefici
ambientali attesi dai progetti – la maggior parte dei quali concentrati sul
miglioramento dell’efficienza energetica e sullo sviluppo di fonti di energia
rinnovabile – il risparmio annuo di 6.600 tonnellate equivalenti di petrolio e
di ben 21.200 tonnellate di Co2.
Anche sul
capitolo “valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale” la prima parte
del 2013 ha visto la conclusione di nuovi importanti progetti, tra i quali il
nuovo Ecomuseo della Civiltà palustre – nell’ambito del progetto per la
Valorizzazione di percorsi e stazioni strategiche del Parco del Delta del Po –
che è stato inaugurato il 12 maggio scorso alla presenza di oltre mille persone
e di rappresentanti di Regione ed Enti locali. Informazioni e aggiornamenti su
http://fesr.Regione.emilia-romagna.it .
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COMITATO SORVEGLIANZA FSE: OTTIMI RISULTATI PER PUGLIA |
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Bari, 26
giugno 2013 - “La Commissione Europea ha riconosciuto lo sforzo della Regione
Puglia, non soltanto in termini quantitativi ma anche e soprattutto in termini
qualitativi, nel raggiungere i risultati fissati dal Po Fse 2007/2013” – lo ha
dichiarato Alba Sasso, assessore al Diritto allo studio e formazione, nel corso
dell’incontro annuale del Comitato di Sorveglianza P.o. Puglia Fse 2007/2013
oggi a Bari. “La Regione ha nel complesso una buona visione strategica e coordinata,
anche in funzione di quelle che sono le strategie e le indicazioni della
Commissione – ha proseguito Sasso – sicuramente la Regione Puglia ha mantenuto
e sta mantenendo gli impegni nel rispetto del programma prefissato. I prossimi
due anni rappresentano un’ulteriore sfida per l’amministrazione regionale a
completare e raggiungere gli obiettivi”. I dati di attuazione emersi dal
Comitato di Sorveglianza parlano chiaro: in relazione al Po Fse Puglia, a fine
2012, la Regione Puglia ha registrato una capacità di impegno pari a circa
l’80% (circa 1 miliardo e 22 milioni di euro) ed una efficienza realizzativa di
oltre il 42% (per un valore complessivo di pagamenti di pari a 541,5 milioni di
euro). Numeri in crescita anche rispetto al 2011: la capacità di impegno segna
un +31%, addirittura +38% i pagamenti. “Dietro questi numeri, spesso di natura
tecnica, ci sono progetti, avvisi, programmi, bandi. Dietro queste progetti ci
sono le persone, in particolar modo i soggetti più deboli del sistema
economico, gli anelli più fragili del tessuto sociale, che hanno potuto
beneficiare di questi strumenti – ha spiegato Leo Caroli, assessore al Lavoro –
Abbiamo orientato la nostra programmazione avendo queste persone come bussola
ed è importante vedere riconosciuto questo lavoro dalla Commissione Europea”.
“Il percorso politico e di indirizzo, che prevede un’integrazione sempre
maggiore tra il sistema dell’istruzione, della formazione professionale e del
lavoro, risponde alla richiesta dei cittadini di un’amministrazione che li
affianchi nei momenti più sensibili della propria vita – ha concluso
l’assessore Sasso – Questa idea, realizzabile anche grazie al contributo
fondamentale delle risorse europee, ci guida nella programmazione della spesa e
ci permette di raggiungere performance uniche anche rispetto alle altre regioni
dell’obiettivo convergenza”.
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FONDI EUROPEI: LA REGIONE LAZIO APRE UNA NUOVA FASE. BANDI DI QUALITA´ PER CREARE LAVORO VERO |
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Roma, 26
giugno 2013 - Come spendere i fondi dall’Europa. La Regione fa squadra con i
protagonisti del mondo del lavoro, delle imprese e dell’economia. E’ questo lo
scopo di ´Lazio idee - Proposte e progetti per migliorare la vita delle
persone´, il momento di ascolto organizzato a Roma all´Auditorium.
L’obiettivo
è definire insieme la programmazione del Fondo sociale europeo 2014-2020,
legando le risorse europee alla realizzazione di un nuovo modello di sviluppo
regionale.
"Vogliamo
affermare la centralità della programmazione europea nel governo della Regione
- ha detto il presidente Nicola Zingaretti – i fondi non sono un´altra cosa
rispetto all´agenda di governo".
Per il
presidente Zingaretti “Bruxelles è un´altra regione d´Italia e non un mondo
separato. Troppo spesso – ha sottolineato - la burocrazia locale non lo ha
capito".
“Ci sono
risorse importanti dell´Unione Europea – ha spiegato il vicepresidente della
Regione Lazio, Massimiliano Smeriglio - al momento circa 780 milioni di euro
sulla formazione, l´inclusione sociale e lo start up di impresa e per noi
diventa un imperativo cercare di spendere al meglio queste risorse”.
Il Fondo
sociale europeo, secondo quanto previsto dalla strategia ´Europa 2020´ definita
dalla Commissione Ue, dovrà migliorare le opportunità di lavoro, istruzione e
formazione e combattere l´emarginazione e la povertà in base a quattro
obiettivi: occupazione e mobilità, istruzione e competenze, inclusione sociale
ed miglioramento e semplificazione della pubblica amministrazione.
La Regione
Lazio avvia quindi un percorso di partecipazione con due grandi ambizioni:
migliorare la qualità dei progetti e
garantire la massima trasparenza.
Per i
bandi ci sarà un nuovo metodo: conteranno il merito e il valore delle idee
proposte, con l’obiettivo di creare lavori veri, nuovi lavori veri.
“Nei
prossimi cinque anni la Regione Lazio sarà l´Europa”. Così Zingaretti ha
sintetizzato le ragioni di questa prima giornata di confronto su questo tema
strategico per il Lazio.
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REGIONE VENETO E AGENZIA ENTRATE RINNOVANO INTESA PER LA GESTIONE DI IRAP E ADDIZIONALE IRPEF |
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Venezia,
26 giugno 2013 -
E’ stata
rinnovata per l’anno 2013 la Convenzione tra la Regione del Veneto e l’Agenzia
delle Entrate per la gestione dell’Irap (Imposta regionale sulle attività
produttive) e dell’addizionale regionale all’Irpef (imposta sul reddito delle
persone fisiche).
“Un
importante accordo nel segno della continuità – sottolinea l’assessore
regionale al bilancio, Roberto Ciambetti – e della proficua collaborazione con
l’Agenzia delle Entrate, insieme alla quale intendiamo rafforzare un dialogo
costruttivo con i contribuenti e con i tecnici che li assistono, favorendo la
semplificazione degli adempimenti”.
Grazie a
questo accordo, i contribuenti del Veneto potranno rivolgersi agli uffici delle
Entrate presenti sul territorio regionale per ricevere informazioni e assistenza
sui due tributi e sugli adempimenti connessi. Il protocollo affida all’Agenzia
la gestione delle attività di liquidazione sulla base delle dichiarazioni
presentate, l’attività di controllo volta a contrastare inadempimenti ed
evasione, la riscossione delle somme, nonché i rimborsi per le imposte
erroneamente versate e l’attività di contenzioso per le eventuali controversie.
La Regione si impegna a fornire all’Agenzia informazioni tempestive sugli atti
normativi che adotterà in materia di imposte e l’Agenzia, a sua volta,
assicurerà la massima diffusione e osservanza delle prescrizioni previste. E’
confermata l’attribuzione diretta alla Regione dei proventi da controllo
fiscale relativi alle due imposte.
Una
Commissione Paritetica coordinerà e monitorerà la gestione delle attività, il
livello di assistenza offerto, l’individuazione delle categorie economiche di
significativo interesse per la Regione e la programmazione in materia di
controllo, contenzioso e gestione dei
rimborsi.
“Sono
particolarmente soddisfatto – aggiunge l’assessore – che sia stato confermato
nella convenzione il riversamento diretto alla Regione dei gettiti dell’Irap e
dell’addizionale regionale Irpef derivanti dalla lotta all’evasione, che nel
2012 sono stati pari a 82,5 milioni e che noi abbiamo impiegato in importanti
servizi a favore dei cittadini, delle famiglie e delle imprese del Veneto. Mi
auguro che il Ministero dell’economia e finanze dia quanto prima concreta
attuazione al decreto legislativo in materia di federalismo fiscale, per
assicurare al Veneto anche i proventi Iva derivanti dalla lotta all’evasione”.
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FRA I TEMI DELLA DIRETTA STREAMING DELLA SEDUTA DI GIUNTA TOSCANA DEL 25 GIUGNO: FONDO, OFFICINE TRSFUSIONALI, SVILUPPO AREE |
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Firenze, 26
giugno 2013 – Si è tenuta ieri in Sala Pegaso a Palazzo Strozzi Sacrati la
seduta di Giunta regionale, trasmessa in diretta streaming sul sito di Toscana
Notizie. Tra i provvedimenti approvati segnaliamo:
- la
costituzione del Fondo di garanzia per ingegneria finanziaria: “un fondo che si
autoalimenta” (Simoncini) e si articola in 4 sezioni per il sostegno agli
investimenti e alla liquidità delle pmi nei settori industria, artigianato,
cooperazione e altri (2,5 milioni), per l’imprenditoria giovanile (7,6 milioni)
e per liquidità e investimenti nel settore turismo e commercio (da 00.53 a
05.26).
- la
riorganizzazione del sistema trasfusionale toscano, con la costituzione di 3
“officine trasfusionali” con sede a Siena (apertura 30 giugno) a Firenze (30
agosto) e a Pisa (15 ottobre). Da 53.30 a 56.55.
- il via a
tre progetti sperimentali, in collaborazione con la Cciaa di Prato, nell’ambito
del Progetto integrato di sviluppo dell’area pratese. Si tratta della mappatura
della filiera tessile, del welfare di distretto e di un approccio ai nuovi
mercati con una rete di servizi a misura di micro e piccole imprese tessili (da
18.35 a 21.15).
A
conclusione della seduta pubblica il presidente Enrico Rossi ha svolto alcune
considerazioni sul tema del futuro del Maggio Musicale Fiorentino e sul tema
della ricapitalizzazione delle Terme di Montecatini (da 1.28.05 a fine seduta).
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REGIONE BASILICATA, APPROVATO IL RENDICONTO FINANZIARIO 2012 |
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Potenza,
26 giugno 2013 - Il Consiglio regionale
ha approvato ieri a maggioranza (con 19 voti favorevoli di Pd, Idv, Psi, Pu,
Sel, Udc e Gaudiano e Singetta del Gruppo Misto, 7 voti contrari del Pdl e di
Rosa del Gruppo Misto e l’astensione di Navazio del Gruppo Misto) il disegno di
legge della Giunta sul “Rendiconto generale della regione Basilicata per
l’esercizio finanziario 2012”. Quest’anno per la prima volta l’approvazione del
Rendiconto finanziario della Regione è stata preceduta dal giudizio di parifica
della Corte dei Conti, che in Basilicata si è espressa il 20 giugno scorso. La
Regione Basilicata ha rispettato i limiti imposti dalla normativa nazionale in
materia di Patto di Stabilità, capacità di indebitamento, equilibri di cassa ed
equilibri di bilancio per la gestione di competenza.
Il ddl sul
rendiconto finanziario 2012 della regione è stato illustrato in Aula dal
presidente della seconda Commissione (Bilancio e Programmazione) Vito Gaudiano,
che ha tra l’altro evidenziato come “il Patto di stabilità limita fortemente le
capacità di investimento degli enti locali e rappresenta una fonte di rischio
per la sopravvivenza delle imprese che subiscono gli effetti dei ritardati
pagamenti anche in presenza di risorse disponibili da parte degli enti locali.
Negli ultimi anni il forte irrigidimento delle condizioni del Patto di
stabilità interno e il porre sullo stesso piano spese correnti e spese in conto
capitale hanno esasperato questi aspetti negativi, determinando una situazione
di forte sofferenza per le aziende. Il risultato concreto è stato il blocco dei
pagamenti degli enti locali e l’accumulo di ingenti residui passivi in conto
capitale e di giacenze di cassa nei bilanci degli enti”.
“Di fronte
a questo scenario alquanto sconcertante – ha aggiunto Gaudiano –
l’amministrazione regionale ha l’obbligo verso le aziende e verso le
amministrazioni locali di mettere in campo tutte le misure necessarie al fine
di erodere il più possibile i margini finanziari che il Patto consente per favorire
la ripresa del sistema produttivo. Queste iniziative, valutati i risultati di
gestione dell’anno 2012, dovranno essere la base di partenza del prossimo
assestamento di bilancio con le azioni necessarie per incrementare le
percentuali di spesa e di investimento”.
Nel
dibattito sono intervenuti i consiglieri Navazio (Gm), Giordano e Napoli (Pdl),
Autilio (Idv) ed il vicepresidente della Giunta Pittella.
Il
Consiglio ha inoltre approvato a maggioranza (con la sola astensione del
consigliere Navazio) il Rendiconto per l’esercizio finanziario 2012 del
Consiglio regionale. Sempre a maggioranza, in sede di controllo, l’Assemblea ha
approvato (con 17 voti favorevoli di Pd, Idv, Udc, Sel, Pu, Gaudiano e Singetta
del gruppo Misto, sei voti contrari di Pdl e Rosa del Gruppo Misto e
l’astensione di Navazio del Gruppo Misto) il bilancio consuntivo 2012 dell’Ater
di Potenza.
In
apertura di seduta il presidente del Consiglio regionale Vincenzo Santochirico
ha chiesto all’Aula di osservare un minuto di silenzio in memoria del senatore
a vita Emilio Colombo, scomparso ieri a Roma, annunciando che nella prossima
seduta dell’Assemblea si svolgerà una cerimonia di commemorazione dell’eminente
statista lucano. Successivamente il Consiglio ha votato all’unanimità la convalida
definitiva dei consiglieri Giordano (Pdl) e Di Sanza (Pd) ed ha completato il
rinnovo dell’Ufficio di Presidenza, confermando con 20 voti Luigi Scaglione
(Pu) consigliere segretario.
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PAGAMENTI PA, SAITTA: “PROVINCIA DI TORINO GIÀ LIQUIDATO PIÙ DI 7 MILIONI A 173 COMUNI” DOPO LE IMPRESE PAGATE AL 100% SALDATO ANCHE IL DEBITO CON I COMUNI |
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Torino, 26
giugno 2013 - Dopo aver provveduto al 100% dei pagamenti alle imprese cui ha
liquidato l’intero plafond di oltre 46 milioni di euro, la Provincia di Torino ha
saldato i propri debiti anche con i Comuni: sono già 173 i Comuni del
territorio torinese che in queste ultime settimane hanno ricevuto i mandati di
pagamento da parte della Provincia di Torino resi possibili dal Dl 35 del
Governo, per un totale di oltre 7 milioni e mezzo di euro.
Lo dice il
presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta che prosegue il
monitoraggio sul rispetto della scadenza del 30 giugno per i pagamenti della
pubblica amministrazione sbloccati dal Governo Letta.
“I mandati
liquidati alle amministrazioni comunali sono ben 311 - aggiunge Saitta - e
riguardano in particolare contributi per lavori realizzati sulla viabilità
locale o edilizia scolastica: le somme più rilevanti sono state liquidate a
Collegno (1milione e 300mila),Venaria (287mila euro), Moncalieri (247mila),
Grugliasco (200mila), Buttigliera (172mila), Rosta (164mila euro), Piobesi
(138mila euro), Lemia (132mila), San Mauro Torinese (123mila), Perrero (114
mila euro), Settimo Torinese (110mila), Pancalieri (100mila). Una boccata
d’ossigeno per i bilanci di tanti Comuni in sofferenza, che hanno evitato così
di sforare il patto di stabilità”.
“Abbiamo
potuto farlo – aggiunge Saitta – perché avevamo liquidità di cassa sbloccata
dal decreto sui pagamenti della Pubblica Amministrazione. Non abbiamo dovuto
ricorrere a Cassa depositi e prestiti, da qui la nostra rapidità”.
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I PROVVEDIMENTI DELLA GIUNTA DELLA CAMPANIA |
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Napoli, 26
giugno 2013 - Si è riunita a palazzo Santa Lucia la Giunta regionale della
Campania presieduta da Stefano Caldoro.
Su
proposta del presidente, sono stati approvati finanziamenti per contratti di
formazione specialistica in favore di laureati campani frequentanti le Scuole
di Specializzazione della Facoltà di Medicina e Chirurgia.
Complessivamente
tra Università Federico Ii, Seconda Università di Napoli e Università di
Salerno vengono finanziati con fondi regionali 81 contratti per l´anno
accademico 2012 - 2013, in aggiunta a quelli finanziati con fondi ministeriali.
Su
proposta dell´assessore alle Acque ed Acquedotti Giovanni Romano, la Giunta ha
dato il via libera al disegno di legge sul riordino del servizio idrico
integrato con cui viene disciplinata l´organizzazione e la gestione in ambito
regionale delle risorse idriche.
Su
proposta infine degli assessori alle Attività Produttive Fulvio Martusciello e al Lavoro e Formazione
Severino Nappi si è deciso di dar corso agli interventi propedeutici al
programma di rilancio delle attività produttive e di salvaguardia dei livelli
occupazionali nell´area Torrese, attraverso l´attuazione della misura Paes del Piano di azione
"Campania al lavoro", finalizzata a creare un modello di sviluppo
integrato per il rafforzamento della qualità e competitività delle imprese con
incentivi alla reindustrializzazione e alle assunzioni, piani formativi e
realizzazione di infrastrutture e strutture di servizio.
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CAL: FVG, PROVINCE E COMUNI DOVRANNO MONITORARE SPESA |
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Udine, 26 giugno 2013 -
"La Giunta regionale ha piena consapevolezza
delle
difficoltà e della situazione degli enti locali, della loro
capacità
di spesa e dei riflessi che ciò comporta sull´economia
della
nostra regione".
L´ha
ribadito l´assessore alle Autonomie Locali del Friuli
Venezia
Giulia, Paolo Panontin, intervenendo a Udine, nel palazzo
della
Regione, alla seduta odierna del Consiglio delle autonomie
locali.
Panontin
ha ricordato che, come sta facendo l´Amministrazione,
anche i
Comuni e le Provincie si dovranno impegnare a monitorare
la propria
capacità di spesa.
I Comuni e
le Province dovranno infatti fornire alla Regione dati
certi
sulla propria capacità di spesa, da oggi alla conclusione
del 2013.
Questo
perchè l´Amministrazione regionale e il sistema delle
autonomie
locali rappresentano un´unica entità, che è
strettamente
interconnessa.
"La
partita degli spazi di spesa deve essere affrontata con lo
Stato - ha
proseguito - ma va affrontata con estremo realismo,
tenendo
conto della effettiva situazione finanziaria del Paese".
Panontin è
intervenuto a commento delle norme e degli emendamenti
che la
Giunta regionale ha inserito nella manovra di
assestamento.
Emendamenti,
che, come ha precisato, affrontano soltanto in parte
le
problematiche in atto, perché sono generate da segnalazioni
avanzate
al Governo regionale dal sistema delle autonomie e
rispondono
all´esigenza di estendere, per quanto possibile,
l´operatività
degli enti locali in un momento non facile.
Nell´occasione,
Panontin ha anticipato che la Giunta regionale ha
fissato al
30 giugno del 2015 la scadenza per l´entrata a regime
della
riforma del sistema delle autonomie del Friuli Venezia
Giulia.
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LA PROVINCIA DI PRATO METTE IN BILANCIO 15 MILIONI DI INVESTIMENTI PER IL 2013 |
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Prato, 26
giugno 2013 - Beltrame: "Conti a posto, nonostante il raddoppio dei tagli
e il patto di stabilità. L´apertura del Governo ci permette di ripartire con i
cantieri, ma l´incognita per i prossimi anni rimane". Gestri:
"Bilancio che sfida la crisi per stare a fianco dei cittadini"
"Mettiamo
in bilancio 15 milioni di investimenti per il 2013. I conti sono a posto,
nonostante i tagli e il patto di stabilità, e l´apertura del Governo sui
pagamenti per quest´anno ci permette di ripartire con i cantieri. Ma
l´incognita per i prossimi anni rimane, il patto di stabilità deve essere
modificato". L´assessore al Bilancio Alessio Beltrame presenta il bilancio
di previsione 2013 sottolineando come la giunta abbia posto particolare
attenzione a edilizia scolastica, strade, rischio idraulico per dar vita a un
progetto che garantisca la conclusione di interventi importantissimi per la
comunità pratese.
"E´
un bilancio che lancia una sfida alla crisi e continua a investire
nell´interesse del territorio e dei cittadini - prosegue il presidente della
Provincia Lamberto Gestri - Teniamo fede agli obiettivi di rigore ma non viene
meno la volontà di impegnarci per far ripartire Prato e gestire le emergenze,
che non sono né poche, né di poco conto".
"Rispetto
al consuntivo del 2012 questo bilancio riesce a risparmiare altri 600 mila euro
sulla spesa corrente, nonostante i tagli dello Stato siano passati dai 2,5
milioni del 2012 ai 5,7 milioni del 2013, dando fiato alla possibilità di
spendere. Abbiamo un avanzo economico e uno d´amministrazione di circa 4
milioni ognuno che utilizzeremo per investire (altri 4 milioni vengono dagli
anni precedenti) - spiega ancora Beltrame - Quest´anno abbiamo recuperato una
capacità di spesa di circa 6 milioni, ma nel 2014 se il patto di stabilità non
viene modificato saremo punto e a capo".
Il
bilancio preventivo 2013 è stato approvato dalla giunta provinciale giovedì
scorso. La prossima settimana via agli incontri con gli interlocutori del
territorio per presentare il bilancio provinciale: a palazzo Buonamici il 26
giugno (ore 11,30) la giunta incontrerà i sindaci dei Comuni della Provincia,
il 27 giugno (sempre alle 11,30) sarà la volta delle categorie economiche.
Il
capitolo più importante del bilancio sono senz´altro gli investimenti. La
Provincia è stata molto penalizzata dalle maglie del patto di stabilità e dai
tagli imposti dagli ultimi governi. Il recente sblocco dei pagamenti, che ha
permesso di onorare complessivamente 3 milioni di pagamenti, ha anche garantito
una maggiore capacità di spesa.
La spesa
risulta concentrata per circa il 56% nei i servizi ai cittadini. Sul pacchetto
di spesa di circa 39 milioni quasi 22 servono per prestazioni di servizi che
hanno diretta ricaduta sulla vita quotidiana dei cittadini. Si parla di
trasporto pubblico locale, sistema di gestione del lavoro, istruzione e
formazione, ambiente, infrastrutture e viabilità. A conti fatti per circa 155
euro di spesa pro capite l´anno, circa 88 vengono impegnati per garantire
servizi che hanno ricaduta diretta sui cittadini. Mentre il costo del personale
incide su quello complessivo del 17,5%.
L´incidenza
delle imposte a confronto con le altre Province della Toscana e con le restanti
Province italiane dimostra ancora una volta la virtuosità della Provincia di
Prato, che si posiziona ovunque agli ultimi posti come pressione fiscale, anche
perché è l´unica Provincia in Toscana che mantiene al minimo di legge Ipt e
tributo ambientale. Se si considerano poi le entrate tributarie complessive
delle Province toscane e quelle della Provincia di Prato si evidenzia che l´incidenza
per ogni abitante della Provincia è evidentemente più bassa di quella media
toscana.
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CAL: REGIONE FVG FISSA PROPRIO TETTO SPESA 2013 |
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Udine, 26 giugno 2013 - L´assessore regionale alle Finanze,
Francesco
Peroni, ha
illustrato al Consiglio delle autonomie locali (Cal),
presieduto
da Ettore Romoli, una serie di emendamenti inerenti
alla
possibilità, per alcuni Comuni, di pagare lavori eseguiti
sul
proprio territorio tenendo conto degli stati di avanzamento
degli
interventi eseguiti, alla soppressione (con annullamento
della
relativa Fondazione) della Scuola di formazione per il
settore
della sanità ed al blocco dei procedimenti per la
costituzione
delle unioni dei Comuni montani.
Peroni ha
rilevato che la Regione riveste un ruolo istituzionale
di
intermediazione tra il sistema delle autonomie locali e lo
Stato e
che, di conseguenza, contratta con il Governo gli spazi
di spesa
per sé e per le autonomie, essendo come a sua volta
vittima
dei vincoli dettati dal patto di stabilità.
La Giunta
regionale, ha spiegato Peroni, ha già provveduto a
fissare il
tetto per gli spazi di spesa a sua disposizione fino
alla fine
del 2013 e per quanto riguarda le partecipate ha già
ridotto il
Cda di una di esse a livello esponenziale.
La seduta
del Cal è proseguita con l´espressione del parere
favorevole,
con una sola astensione, riguardo alla delibera della
Giunta
regionale contenente modifiche al regolamento recante la
definizione
di criteri e modalità per la concessione di
contributi
destinati all´estensione e al consolidamento della
base
produttiva e dell´occupazione, nonché alla valorizzazione
delle
risorse umane e materiali della montagna a favore di
comunità
montane, enti locali, loro consorzi e consorzi di
sviluppo
nei territori montani della regione.
Parere
favorevole, sempre con una sola astensione, è stato infine
concesso
anche alla deliberazione del Governo regionale sul
regolamento
concernente criteri e modalità di concessione dei
finanziamenti
(in parte già messi a disposizione dallo Stato) per
gli
interventi di sterilizzazione di animali non identificati e
delle
colonie feline.
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RIORDINO ISTITUZIONALE, LA REGIONE EMILIA ROMAGNA VARA IL DECRETO DI SCIOGLIMENTO PER LE COMUNITÀ MONTANE DELL´APPENNINO REGGIANO, DELLE VALLI DEL NURE E DELL´ARDA, DELL´APPENNINO CESENATE E DEL FRIGNANO. |
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Bologna,
25 giugno 2013 - Dopo le Comunità Montane dell’Appennino
Bolognese, dell’Appennino Piacentino, dell’Alta Valle Marecchia e di Parma Est,
la Regione Emilia-romagna ha provveduto, in accordo con i Comuni interessati,
allo scioglimento di altre quattro Comunità Montane, completando, così,
l’operazione di superamento delle Comunità montane.
Sulla base
della legge 21 del dicembre 2012, la Regione Emilia-romagna, infatti, ha
provveduto all’estinzione della Comunità Montana dell’Appennino Reggiano
(comprendente i Comuni di Busana, Collagna, Ligonchio, Ramiseto, Carpineti,
Casina, Castelnovo ne’ Monti e Vetto in Provincia di Reggio Emilia), della
Comunità Montana delle Valli del Nure e dell’Arda (in provincia di Piacenza e
comprendente i Comuni di Farini, Ferriere, Bettola, Gropparello, Morfasso,
Vernasca e Lugagnano Val d’Arda), dell’Appennino Cesenate (Bagno di Romagna,
Borghi, Mercato Saraceno, Roncofreddo, Sarsina, Sogliano al Rubicone e
Verghereto in provincia di Forlì-cesena) e del Frignano (Fanano, Fiumalbo, Lama
Mocogno, Montecreto, Pavullo nel Frignano, Pievepelago, Polignano, Sestola e
Serramazzoni in provincia di Modena).
Tra gli
obiettivi quello di risparmiare più risorse possibili nei costi di gestione per
liberarne per la cura del territorio, i servizi alla persona e il sostegno alle
imprese.
Il decreto
di scioglimento prevede che, in tutti i casi, le Unioni che nasceranno tra i
Comuni delle ex Comunità Montane subentreranno nella proprietà del patrimonio e
nella gestione del personale (a cui sarà, quindi, garantito il posto di lavoro)
attualmente in forza alle Comunità montane.
«A pochi
mesi dall’approvazione della legge regionale di riordino, la Regione sta
proseguendo speditamente sulla strada di un serio riordino amministrativo dei
nostri territori per avere istituzioni sempre più efficienti e vicine ai
cittadini e alle imprese in modo da sostenerle in questo periodi di grave crisi
dove ognuno di noi deve fare sforzi», spiega Simonetta Saliera, vicepresidente
della Regione Emilia-romagna.
«In un
momento di recessione strutturale della nostra economia e di pesanti tagli agli
Enti Locali e alle Regioni – ha aggiunto Saliera - è giusto ottimizzare le
risorse disponibili concentrandole su servizi e investimenti, mentre si deve
risparmiare sui costi fissi di gestione. Con la nascita di Unioni, infatti, i
Comuni manterranno i servizi e gli sportelli vicini ai cittadini, mentre
centralizzeranno gli uffici interni».
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BOLZANO: IRAP E IRPEF, RINNOVATA LA CONVENZIONE PROVINCIA-AGENZIA DELLE ENTRATE |
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Bolzano,
26 giugno 2013 - Anche quest’anno la Provincia di Bolzano affida all´Agenzia delle
entrate la gestione di Irap e Irpef. L’imposta regionale sulle attività
produttive interessa 56.000 contribuenti, e con 387 milioni di introiti
rappresenta il tributo provinciale con il maggior gettito; l´addizionale
regionale Irpef interessa invece 300mila contribuenti e nel 2012 ha portato
nelle casse di Palazzo Widmann 66 milioni di euro.
Il rinnovo
della convenzione è stato sottoscritto questa mattina (25 giugno)
dall´assessore alle finanze Roberto Bizzo, dal direttore dell´Ufficio
ordinamento finanziario Gabriele Vitella, dal direttore provinciale
dell´Agenzia delle Entrate Vincenzo Giunta, e dalla direttrice dell´ufficio
territoriale di Bolzano Monica Facchini. "L´esternalizzazione del servizio
di gestione di Irap e Irpef - sottolinea Bizzo - comporta per la Provincia
minori spese rispetto ad una gestione effettuata in proprio. L´agenzia delle
entrate, inoltre, garantisce un servizio professionale e rappresenta un
interlocutore competente per i contribuenti altoatesini, e il prolungamento
della convenzione consente di sfruttare le sinergie e di rafforzare la
collaborazione con l´obiettivo di un costante miglioramento del servizio".
Il rinnovo
della convenzione ha durata annuale (scadenza 31 dicembre 2013) e prevede
l´affidamento all´Agenzia del servizio di assistenza ai contribuenti, della
liquidazione, dell´accertamento e della riscossione delle imposte, nonché della
gestione del contenzioso e dei rimborsi. La Provincia, attraverso l´Ufficio
ordinamento finanziario, mantiene le funzioni di indirizzo e di controllo
sull´intero servizio. Il costo dell´esternalizzazione del servizio a carico
della Provincia, per l´anno 2013, è di 500mila euro, somma invariata rispetto
all´anno precedente.
Dalla
gestione dell´Irap e dell´addizionale regionale sull´Irpef, la Provincia
prevede di incassare circa 430 milioni di euro, che corrispondono all´8,4%
delle entrate provinciali: 365 milioni di euro dovrebbero arrivare dall´imposta
sulle attività produttive, i restanti 65 da quella sulle persone fisiche.
"La Provincia - conclude l´assessore Roberto Bizzo - per ogni 1.000 euro
incassati dai due tributi pagherà all´Agenzia delle Entrate 1,2 euro per la
gestione; l´esternalizzazione del servizio, dunque, conferma di rispondere a
criteri di efficienza in un´ottica di risparmio delle risorse pubbliche".
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LAVORO E SALUTE, IL 26 E 27 GIUGNO WORKSHOP REGIONALE A PERUGIA |
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Perugia, 26 giugno 2013 - Il rapporto tra lavoro e
salute, ed ancora più, la sua attualità, sarà al centro di una approfondita
riflessione nell´ambito di un workshop regionale, dal titolo "Lavoro e
salute. Ancora un tema attuale?", che si terrà a Perugia, domani 26 (con
inizio alle 14.30) e giovedì 27 giugno
(dalle 8.30 alle 18) nella sede di "Sistema Edilizia" in via
Pietro Tuzi, 11 (Sala delle Conferenze). A promuoverlo e organizzarlo è la
Direzione regionale Salute, Coesione sociale e Società della conoscenza della
Regione Umbria, in collaborazione con il Comitato regionale di coordinamento
per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro e con il supporto
logistico-organizzativo di Sistema Edilizia di Perugia.
Il
seminario è diviso in due distinte parti. La prima, nel pomeriggio del 26
giugno, sarà l´occasione per far emergere i punti di vista di tutti i
protagonisti del mondo del lavoro (rappresentanti degli imprenditori, dei
lavoratori, dei consulenti del lavoro e dei medici competenti), degli esperti
dell´Università di Perugia e dei rappresentanti di tutte le istituzioni
coinvolte: gli Assessori all´Agricoltura, ai Lavori pubblici, allo Sviluppo
economico della Regione Umbria, la Direzione regionale del Lavoro, la Direzione
regionale dell´Inail e la Direzione regionale dei Vigili del fuoco. I lavori di
questa prima giornata, aperta dall´introduzione del direttore regionale Emilio
Duca, saranno conclusi dall´assessore regionale alla Tutela della Salute,
Franco Tomassoni.
Nella
seconda parte, organizzata in sessioni parallele e con l´obiettivo di produrre
un manifesto programmatico per i prossimi tre anni, giovedì 27 verranno
affrontate cinque diverse tematiche: la salute dei lavoratori, che approfondirà
il ruolo del medico competente tra sorveglianza sanitaria e promozione della
salute; la formazione per la sicurezza: come garantire una reale efficacia?; la
vigilanza nei luoghi di lavoro: controllo sull´applicazione delle norme o
strumento per la crescita della
cultura della salute?; la valutazione del rischio: ruolo dei consulenti tecnici
anche alla luce delle procedure di semplificazione; il ruolo dei rappresentanti
dei lavoratori per la sicurezza e degli organismi paritetici: i bisogni, le
istanze non raccolte e le prospettive di sviluppo.
Nel
difficile contesto economico e sociale nel quale si trova l´Umbria, e in
generale tutte le regioni italiane, sottolineano dalla Direzione regionale alla
Salute, il lavoro è diventato la parola d´ordine nel senso di cercare lavoro,
trovare lavoro, procurare lavoro, produrre lavoro, salvare il lavoro.
Sempre
meno frequentemente, invece, la parola "lavoro" viene coniugata con
la parola "salute", quasi che, quest´ultima, non solo come parola, ma
come valore, al di là dei proclami e delle affermazioni di principio, stia
lentamente passando in secondo piano, o addirittura stia perdendo di senso.
Ha ancora
significato il sistema tecnico-istituzionale costruito, anche se non ancora
completato, a salvaguardia della salute con il Decreto legislativo 81/08? Quale
ruolo può avere il medico competente, quale sforzo deve essere messo in campo
dalle categorie di professionisti e cosa possono e devono fare le istituzioni
affinché sia garantita concreta partecipazione e reale rappresentanza dei
lavoratori rispetto al tema della sicurezza? Saranno alcuni dei temi che
verranno discussi nel seminario regionale, con l´obiettivo di realizzare un
manifesto programmatico che coinvolga prima di tutto il Comitato regionale di
coordinamento per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro.
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UMBRIA: POLITICHE DI GENERE, APPROVATO DDL, MARINI: "COSÌ SI REALIZZA SISTEMA ORGANICO DI INTERVENTI CONTRO DISCRIMINAZIONI E VIOLENZA" |
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Perugia, 26 giugno 2013 - "Basta scorrere i
diversi Titoli del disegno di legge regionale sulla parità di genere per
comprendere come questo provvedimento abbia l´ambizione di presentarsi come un sistema
organico di interventi per superare quegli impedimenti, anche di carattere
culturale, che ancora oggi sono causa di discriminazione": così la
presidente della Regione Umbria,
Catiuscia Marini, ha commentato l´approvazione da parte della Giunta regionale
dell´Umbria del ddl "Norme per le politiche di genere e per una nuova
civiltà delle relazioni tra donne e uomini".
"Il provvedimento - ha aggiunto Marini
- propone una visione innovativa delle politiche di genere, non più intese
settorialmente, ma come elemento imprescindibile e trasversale a tutte le altre
politiche pubbliche, nel campo della salute, dell´organizzazione del lavoro,
dell´economia, della formazione, del
welfare, della diffusione della cultura e delle politiche di genere, mettendo
al centro la vita nella complessità dei suoi bisogni. L´obiettivo è coinvolgere l´intera società civile, nelle sue diverse
articolazioni, in un comune impegno
sociale e politico. E´ per questo che ogni azione, ogni decisione dovrà essere valutata e assunta anche tenendo conto
dell´impatto differenziato sulla vita
delle donne e degli uomini. Voglio
sottolineare - ha proseguito la presidente - che un intero Capo (V) della normativa
è dedicato ai servizi di contrasto alla violenza degli uomini contro le donne
che la Regione riconosce come violazione
dei diritti umani fondamentali in qualsiasi forma essa si manifesti, fisica o
psicologica. Da qui l´intento di realizzare un articolato sistema che,
coinvolgendo tutti i soggetti interessati, assicuri il diritto alla protezione,
accoglienza, soccorso e sostegno alle donne vittime di violenza maschile e ai
loro figli minori. Tra le misure previste per contrastare la violenza degli
uomini contro le donne l´istituzione dei Centri antiviolenza, dei punti di ascolto,
di emersione e di accoglienza
qualificati, la costituzione di Case rifugio e soluzioni abitative temporanee e
la possibilità per la Regione Umbria di costituirsi parte civile nei processi per femminicidio,
una esigenza - ha concluso Marini - resa ancor più drammaticamente stringente
dagli efferati fatti di cronaca di cui siamo sempre più spesso testimoni, e che
non hanno certo risparmiato l´Umbria".
Il disegno di legge, realizzato con il
contributo di un apposito Comitato scientifico e frutto di un´ampia
partecipazione, rappresenta un punto importante nel percorso attuativo delle
linee programmatiche di legislatura. Il provvedimento, che verrà ora inviato
alla competente Commissione del Consiglio regionale per la definitiva
approvazione si compone di cinque Titoli e 51 articoli.
Nel Titolo
I vengono definiti i principi e gli obiettivi della legge. Il titolo Ii è
articolato in tre Capi, il primo è relativo alle competenze delle donne e alla
loro presenza nei luoghi di decisione, il secondo ala diffusione della cultura
e delle politiche di genere, il terzo introduce azioni territoriali per il
miglioramento delle relazioni tra generi e per nuovi stili di vita.
Il Titolo Iii dà corpo all´attuazione del
"mainstreaming" di genere intervenendo sulle politiche regionali con
l´introduzione di interventi mirati alla realizzazione di pari opportunità. Il
Capo I è dedicato all´istruzione ed i successivi Capi alla salute, al lavoro formazione ed impresa,
alla conciliazione e condivisione e ai servizi di contrasto alla violenza degli
uomini contro le donne.
Il Titolo
Iv norma le misure rivolte alla piena realizzazione dell´integrazione delle
politiche, quali il coordinamento delle risorse, le valutazioni e il bilancio
di genere, studi, ricerche e statistiche di genere oltre a definire ulteriori
compiti per il Centro per le pari opportunità. In questo Titolo è previsto
anche un gruppo tecnico di coordinamento per le politiche di genere
prevalentemente interno alla regione con funzioni di supporto alla programmazione
e di verifica e valutazione delle azioni regionali per la realizzazione del
mainstreaming di genere.
Il Titolo
V relativo alle norme finali e transitorie chiude la legge.
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ABRUZZO: OK A PIANO 2013 IN FAVORE DELLA FAMIGLIA |
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L´aquila, 26
giugno 2013 - Nella seduta di Giunta, su
proposta dell´assessore alle Politiche sociali Paolo Gatti, è stato approvato
il Piano regionale degli interventi in favore della famiglia per l´annualità
2013. Il Piano, redatto ai sensi della L.r. 2 maggio 1995, n. 95, si propone di
orientare le risorse regionali individuate con le leggi regionali 10.01.2013,
n. 2 e n. 3, al sostegno e alla promozione della genitorialità, al
miglioramento della qualità della vita delle famiglie e delle donne, al sostegno
psicologico e socio-assistenziale delle famiglie, gruppi o categorie di esse in
particolari difficoltà o a rischio di marginalità sociale. Lo stanziamento
complessivo è pari a 420 mila euro, ripartiti in tre sezioni: euro 300 mila per
interventi riservati agli Ambiti territoriali sociali, euro 20 mila per
interventi a favore dei Consultori familiari pubblici e privati ed euro 100
mila per interventi riservati alle Associazioni di famiglie o per le famiglie
iscritte nel Registro regionale del volontariato. Per quanto riguarda gli
Ambiti sociali, potranno progettare interventi rivolti alle donne vittime di
violenza, all´assistenza domiciliare di famiglie con gravi carichi
assistenziali relativi a minori, anziani o disabili ed al sostegno economico di
famiglie disagiate con più di tre figli. I consultori familiari potranno
attivare servizi di consulenza psicoeducativa e/o legale ad ampio raggio a
favore di minori e famiglie. Le associazioni di famiglie e per le famiglie
potranno attivare progettualità che siano di sostegno alle reti sociali
familiari presenti sul territorio. "Abbiamo inteso convogliare le risorse
disponibili ? ha commentato l´assessore alle Politiche sociali, Paolo Gatti ?
verso interventi che possano rappresentare un effettivo sostegno per le
famiglie e per il miglioramento della loro qualità della vita. L´auspicio è che
gli Ambiti sociali, i Consultori e le Associazioni riescano a confrontarsi per
programmare le loro progettualità con un approccio di rete in modo da ampliare
l´efficacia degli interventi nei singoli territori".
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LECCE -RINNOVATO COMITATO PER PROMOZIONE DELL´IMPRENDITORIA ROSA |
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Lecce, 26
giugno 2013 - La Giunta Camerale, con deliberazione n. 33 del 12.03.2013, ha
stabilito di rinnovare per il triennio 2013 – 2015 il Comitato per la
promozione dell’imprenditoria femminile, che si è insediato lo scorso 23
maggio.
La
dott.Ssa Roberta Mazzotta è stata eletta
Presidente del Comitato di cui fanno parte, in rappresentanza delle
Associazioni di Categoria:
Federcommercio
: Anna Maria De Lorenzi;
Confesercenti:
Maria Pompea Vergaro;
Cia: Paola
Deriu;
Coldiretti:
Maria Giovanna Tarantini;
Confagricoltura:
Alessia Turi;
Alpa:
Candida Carbone;
Fai:
Carmela Donno;
Federconsumatori:
Virginia Conte;
Api:
Giuseppina Gerardi;
Cna: Anna
Rita Colelli;
Confartigianato:
Regina Lucia Gorgoni;
Casartigiani:
Patrizia Villanova.
L’istituzione
e l’operatività del Comitato rientrano nelle linee di azione stabilite dal
Protocollo d’Intesa siglato tra Unioncamere ed il Ministero dello Sviluppo
Economico. Nell’ambito della “mission” della Camera di Commercio, il Comitato
si propone quale soggetto attivo dello sviluppo locale con l’obiettivo
prioritario di promuovere e sostenere la nascita ed il consolidamento delle
imprese femminili e contribuire, in questo modo, all’occupazione, alla crescita
ed all’aumento di competitività dei
sistemi produttivi locali e del Paese ed ha già approvato un intenso programma
di attività.
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