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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 29 Ottobre 2013
L´ATTUAZIONE DELLA STRATEGIA EUROPA 2020  
 
Vilnius, 29 Ottobre 2013 Di seguito l’intervento di ieri di Maroš Šefčovič Vice-presidente della Commissione europea responsabile per le relazioni interistituzionali e l´amministrazione alla 50 ª Cosac Riunione plenaria 27-29 ottobre2014: “ Signore e signori, onorevoli deputati E ´un piacere essere con voi ancora una volta per questa riunione della Cosac. Durante nel corso del mio mandato come il Commissario responsabile per le relazioni con i parlamenti nazionali, sono venuto ad apprezzare queste due volte l´anno in compagnia. Esse ci offrono l´opportunità di parlare di questioni chiave europee dal punto di vista nazionale, e sono un modo efficace per colmare il divario percepito tra Bruxelles e gli Stati membri. Come il presidente Barroso ha detto nel suo video di presentazione, che è stato uno dei motivi principali alla base della creazione di schiena Cosac nel 1989. E ´difficile credere che siamo già celebrando il 50 ° riunione plenaria - che spero siamo tutti d´accordo è senza dubbio un risultato significativo nella cooperazione interparlamentare. Nei 25 anni trascorsi dalla prima riunione della Cosac, l´Ue ha visto molti cambiamenti, non ultimo nel numero di Stati membri, e quindi anche del numero dei parlamenti nazionali rappresentate nei vostri incontri. Ma ha anche, purtroppo, visto un costante declino della fiducia e comprensione, un ampliamento di tale divario tra ciò che viene concordato a Bruxelles e ciò che conta di tornare a casa. Cosac ha fatto la sua parte nel contribuire a ridurre questo divario - che era naturalmente una delle motivazioni principali per il "padre fondatore" della Cosac, Laurent Fabius, che è stato così gentile con noi qui oggi per vedere come la sua visione di una stabile quadro e un forum per la cooperazione tra i parlamenti nazionali all´interno dell´Ue è così aumentato con successo il controllo parlamentare delle questioni dell´Ue. E ´la parola´ permanente ´che è così importante: sia i Trattati di Amsterdam e Lisbona hanno contribuito a tessere Cosac e il suo lavoro nel tessuto dell´Ue ed evidenziare la continua importanza del lavoro che fate. Il semplice fatto è che l´Unione europea avrebbe semplicemente non funzionare efficacemente senza il lavoro parlamenti nazionali fanno - di detenere i vostri governi nazionali a rendere conto nel corso Ue promette di adottare misure di attuazione di direttive comunitarie, dal controllo delle proposte in relazione alla sussidiarietà a commentare su di loro sotto l´ dialogo politico. E, naturalmente, il Parlamento europeo svolge il suo ruolo unico sia come co-legislatore e scrutatore della legislazione a livello di Ue, un elemento centrale del processo decisionale dell´Ue. Il contatto privilegiato tra i parlamenti nazionali ed europei che la Cosac fornisce dà ulteriore forza per la trama. In breve, il ruolo dei parlamenti nazionali nel progetto europeo è estremamente importante, ed è diventato ancora di più nel contesto dell´Unione economica e monetaria approfondito. Questo è un argomento che abbiamo discusso molte volte in passato, in particolare in occasione delle riunioni dei presidenti ´di Dublino e di Vilnius, ma il discorso è naturalmente tutt´altro che finita. Come sapete, la Commissione accoglie con favore il forte impegno dei parlamenti nazionali e del Parlamento europeo per garantire la legittimità democratica e la responsabilità impegnandosi in questioni europee. Ho letto con grande interesse le interessanti osservazioni fatte dai vostri alloggiamenti sulla legittimità democratica nella 20 ª relazione semestrale Cosac, e sono felice che si continuerà la discussione su questo tema essenziale domani. Mi sarà sicuramente l´ora di vedere le conclusioni del vostro dibattito. Europa 2020 Ma lasciate che ora rivolgo a tema di oggi per la discussione, e, naturalmente, un altro settore in cui il ruolo di entrambi i parlamenti nazionali e il Parlamento europeo è estremamente importante: l´ attuazione della strategia Europa 2020. Negli ultimi anni di crisi, la questione è stata spesso chiesto: che cosa può fare l´Ue per farci tornare in pista, per tirarci fuori da questo pasticcio. Europa 2020 è la risposta. Come sapete, questa strategia è stata lanciata dalla Commissione nel 2010 come strategia integrata dell´Ue per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva in Europa. La crisi economica ci ha mostrato come interdipendenti le economie europee sono, in particolare nella zona euro. E ´chiaro che l´impatto delle politiche economiche non si ferma ai confini nazionali. Se vogliamo fermare gli effetti di ricaduta da Bad decisionale in un solo paese, dobbiamo ovviamente di coordinare in modo più efficace che il processo decisionale. Questo è ciò che il semestre europeo è lì, per rilevare incongruenze e squilibri emergenti e di sostenere l´attuazione della strategia Europa 2020. Non voglio entrare nei dettagli qui su come funziona il semestre europeo, anche perché hai avuto la possibilità di discutere la questione in dettaglio con il mio collega Olli Rehn appena due settimane fa qui a Vilnius nel corso della prima conferenza interparlamentare sotto L´articolo 13 del trattato fiscale. B ut quello che posso dire è che ci sono ovviamente un sacco di opportunità nell´ambito del processo del semestre europeo per le discussioni con i parlamenti nazionali e il Parlamento europeo, e che queste discussioni l´occasione per voi di mangimi in vostre opinioni e garantire che le riforme nazionali effettuate nell´ambito di Europa 2020 sono più efficaci. Siamo ormai tre anni nel ciclo semestre europeo, e abbiamo visto alcune chiare tendenze emergenti in quel momento. In realtà ci sono cinque aree che sono diventati una priorità di riforma in tutta l´Ue: risanamento di bilancio differenziato e favorevole alla crescita; ripristinare l´erogazione di prestiti all´economia reale; promuovere la crescita e la competitività di oggi e di domani; lottare contro la disoccupazione e mercato del lavoro di riforma; modernizzazione delle pubbliche amministrazioni. Queste priorità di riforma sono importanti per gettare le basi macroeconomiche e strutturali per migliorare la competitività dell´Europa. Gli ultimi tre anni sono anche, naturalmente, visto il lancio di programmi di riforma ambiziosi in diversi Stati membri, e questi sono ora iniziando a dare risultati positivi . Ci sono segnali che il peggio della crisi è dietro di noi, che siamo in rotta per una modesta ripresa, trainata dalla progressiva ripresa della domanda interna e la crescita delle esportazioni è positiva. La crescita del Pil nel secondo trimestre del 2013 è stato un modesto ma benvenuto 0,3% e ci aspettiamo di vedere un miglioramento simile quando i dati del terzo trimestre vengono rilasciati il ​​mese prossimo. E speriamo che questa ripresa continuerà ad accelerare ulteriormente per tutto il 2014. Ma non siamo affatto fuori dal bosco del tutto, e per questo dobbiamo continuare a concentrarci sulle nostre priorità di riforma negli anni a venire, di costruire su quanto abbiamo già raggiunto, così come una rapida attuazione delle decisioni che abbiamo già deciso di rilanciare l´occupazione e per convincere la gente che lavora. Affrontare questo problema, in particolare, è diventata la priorità più urgente. Disoccupazione era dell´11% in tutta l´Ue nel luglio 2013, mentre la disoccupazione giovanile è stato un inaccettabile 23%. Anche se le riforme sono state effettuate che dovrebbe migliorare la resilienza e la flessibilità del mercato del lavoro in diverse parti d´Europa, prenderanno il tempo per ottenere risultati. Ecco perché ci saranno anche ulteriori finanziamenti dal prossimo bilancio Ue di sette anni, il quadro finanziario pluriennale, per aiutare i più colpiti gli Stati membri si occupano di disoccupazione giovanile. Alti livelli di disoccupazione sottolineano anche il significativo costo sociale della crisi, e la conseguente necessità di un´azione chiara ed efficace per correggere la situazione. Nella sua comunicazione sul rafforzamento della dimensione sociale dell´Unione economica e monetaria, approvato all´inizio di questo mese, la Commissione ha sottolineato l´importanza di fare in modo che le nuove regole che abbiamo messo in atto per approfondire il coordinamento e la cooperazione in materia di governance economica tengono conto anche l´impatto sociale. Questo non è, infatti, un nuovo problema, ma uno che è stato al centro della strategia Europa 2020, sin dal suo inizio. Infatti, ha chiaramente affermato obiettivi principali e le azioni politiche, ad esempio la riduzione dell´abbandono scolastico a meno del 10% del 18-24-anni (attualmente al 12,8%), o aumentando i livelli di istruzione terziaria ad almeno il 40% dei 30 -34-anni (attualmente al 35,8%). Tra le iniziative più recenti che la Commissione ha presentato a sostenere gli sforzi di riforma nazionali sono il pacchetto per l´occupazione, che illustra la via da seguire per una ripresa fonte di occupazione, il Libro bianco sulle pensioni, che presenta una strategia per adeguate, sostenibili e sicure le pensioni e il pacchetto occupazione giovanile. Naturalmente, la creazione di posti di lavoro conta poco se non c´è corrispondente forza lavoro per riempirle è per questo che l´educazione cifre anche molto prominente nel semestre europeo. Come ho detto prima, non siamo così lontano dal raggiungere l´educazione obiettivi fissati nella strategia Europa 2020. Ma abbiamo poco spazio per l´autocompiacimento. Una questione fondamentale che deve ancora essere affrontato è la performance dei sistemi di istruzione e di formazione e la loro rilevanza sul mercato del lavoro in molti Stati membri. Ecco perché vi è stata una chiara focalizzazione sulla riforma dell´istruzione e della formazione professionale, in molti paesi, per renderli più posti di lavoro mirato e pertinente. Si stima che ci potrebbero essere fino a 700.000 posti non coperti presso sola Tic entro il 2015 a causa della mancanza di competenze necessarie nella Ue [figura, presentata dalla presidenza Ie per Epsco nel febbraio]. E questo è tanto più preoccupante, visti gli elevati tassi di creazione di posti di lavoro previsti nel settore Ict - intorno al 7,6% nei prossimi dieci anni, il doppio della previsione di creazione di posti di lavoro complessivo per l´Ue. L´europa ha grandi speranze del settore Ict come mezzo per stimolare la crescita economica, come le lunghe discussioni al Consiglio europeo della settimana scorsa sullo sviluppo di un mercato unico digitale mostrano chiaramente. Ma questo deve essere visto nel contesto più ampio del 2020 l´attenzione dell´Europa su innovazione, ricerca e sviluppo. Questa è un´area in cui possiamo e dobbiamo fare meglio. L´obiettivo è per il 3% del Pil dell´Ue deve essere investito in R & S entro la fine del decennio, ma i dati attuali lo mise intorno al 2%, appena cambiato dall´inizio della strategia Europa 2020. Infatti, nel 2011, il totale degli investimenti pubblici in R & S nell´Ue è diminuito per la prima volta dall´inizio della crisi. Di fronte alla necessità di ottenere le loro finanze sotto controllo, molti Stati membri hanno preso l´approccio drastico taglio dei loro budget di R & D. E ancora, come il Consiglio europeo ha affermato chiaramente la scorsa settimana, gli investimenti in innovazione combustibili produttività e la crescita. Gli Stati membri che hanno continuato ad investire in ricerca e innovazione sono cavata meglio nella crisi attuale rispetto a quelli che non hanno. Abbiamo fatto alcuni progressi, ad esempio su concordando misure che dovrebbero rendere l´ambiente di lavoro in Europa più aperta all´innovazione, come il brevetto unitario, o il passaporto europeo per i fondi di venture capital. Il nuovo programma europeo di ricerca e innovazione, Horizon 2020, che parte dal 2014, sarà posto maggiormente l´accento sull´innovazione. La crisi ha certamente ostacolato i nostri sforzi per raggiungere altri obiettivi chiave della strategia Europa 2020 - i cosiddetti obiettivi 20-20-20. Entro il 2020 l´Europa si è impegnata a ridurre le emissioni di gas serra del 20% rispetto al 1990, al fine di garantire che il 20% del suo consumo di energia da fonti rinnovabili e di aumentare l´efficienza energetica del 20%. Mentre siamo ampiamente sulla buona strada per raggiungere i primi due obiettivi in ​​tutta l´Ue nel suo insieme, c´è ancora un po ´di lavoro da fare. La Commissione stima che l´attuazione delle singole misure di efficienza energetica potrebbe portare a 2 milioni di posti di lavoro creati o mantenuti entro il 2020, mentre il potenziale di sviluppo del settore delle energie rinnovabili è stimato in 3 milioni di posti di lavoro entro il 2020. Ma dobbiamo trovare il giusto equilibrio. Queste misure non possono essere raggiunti a scapito della competitività globale dell´Europa. Se vogliamo reindustrialise Europa, per creare nuovi posti di lavoro e nuove fonti di crescita economica, i prezzi dell´energia competitivi quindi svolgeranno un ruolo importante. Trovare il modo giusto per raggiungere i nostri ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni senza renderci competitivi rispetto agli Stati Uniti o la Cina rimane una sfida importante per tutti noi. Quindi, abbiamo fatto progressi lenti ma costanti nei primi tre anni del programma Europa 2020. Ma ciò che più fare quello che dobbiamo fare per fare in modo che rimaniamo sulla strada giusta per raggiungere tutto ciò che abbiamo proposto di fare? I livelli senza precedenti di coordinamento delle politiche di bilancio e strutturali nell´ambito del semestre europeo dovrebbe certamente ci aiuterà a raggiungere questi obiettivi - ma possiamo fare ancora di più. Come sapete, questo autunno segna un importante passo in avanti nel processo di rafforzamento della sorveglianza di bilancio nell´area dell´euro, con l´entrata in vigore del cosiddetto two-pack. Questo significherà coordinamento molto più stretto di bilancio: gli Stati membri hanno già presentato i loro documenti programmatici di bilancio alla Commissione (tutti loro, e in tempo, che non è un risultato da poco). La Commissione a metà novembre presenterà i suoi pareri su questi progetti di bilancio ai governi nazionali e, naturalmente, per i parlamenti nazionali ed europeo. Sulla base dei piani individuali, la Commissione farà anche una valutazione globale della situazione di bilancio e le prospettive della zona euro. Ma voglio essere chiaro su una cosa: questo non significa che la Commissione ora ha il diritto di impostare bilanci nazionali! Tutto il contrario, infatti: parlamenti nazionali mantengono i loro pieni diritti nel processo di bilancio nazionale, e il ruolo della Commissione è quello di valutare ciascun bilancio nel contesto europeo. La Commissione non dispone di un diritto di veto. Vogliamo semplicemente portare una prospettiva più europea ai dibattiti nazionali di bilancio - a sensibilizzare i politici nazionali che le loro decisioni hanno conseguenze al di là dei loro confini nazionali. Ma alla fine è parlamenti nazionali che continueranno a prendere le decisioni finali in materia di politica fiscale. Novembre sarà anche un mese importante per il processo del semestre europeo, la Commissione presenterà la sua analisi annuale della crescita 2014. Si definirà le priorità economiche e sociali di massima per l´Unione europea per l´anno a venire e lancerà il 2014 semestre europeo di coordinamento delle politiche economiche. Ci aspettiamo di vedere i miglioramenti, i risultati in non piccola parte delle riforme realizzate finora nel quadro della strategia Europa 2020, che dovrebbe consentire di sviluppare politiche più pro-crescita, piuttosto che concentrandosi principalmente sul consolidamento fiscale. L´ags lancerà anche il processo di consultazione con i parlamentari nazionali ed europei in modo che il Consiglio europeo di primavera può adottare le giuste priorità per l´Unione europea il prossimo marzo, e continuare a costruire sul buon lavoro che abbiamo fatto negli ultimi tre anni. Io so che tu sei pronto a sviluppare un dialogo più intenso con la Commissione sul semestre europeo, e vorrei ribadire il nostro impegno a tenere un tale dialogo con ciascun Parlamento nazionale. Tutto quello che dovete fare è chiedere a noi di venire a parlare del semestre europeo e noi! Mi ripeto anche l´ottimo suggerimento di organizzare ´Europa Days´ all´interno dei vostri rispettivi parlamenti, per discutere le più urgenti questioni relative all´Ue con parlamentari e deputati nazionali. Naturalmente noi della Commissione sarebbe anche felice di fornire un contributo per tali eventi. Signore e Signori C´è una ragione per cui la strategia Europa 2020 è un piano di 10 anni per la crescita: le riforme strutturali richiedono tempo per avere effetto. E partendo nel mezzo della peggiore crisi economica l´Unione europea abbia mai conosciuto non aiutano! E ´difficile a volte per vedere l´immagine grande, di vedere al di là del bisogno immediato di azione, o addirittura al di là delle prossime elezioni. Ma la strategia Europa 2020 fa proprio questo, ma definisce il quadro per l´azione su un lasso di tempo che trascende la politica visione a breve termine e che impegna tutti i 28 Stati membri ad agire indipendentemente da chi è al potere. È per questo che il coinvolgimento dei parlamenti nazionali e del Parlamento europeo in questo processo è così importante, come il Presidente Barroso ha sottolineato nel suo messaggio video. Parlamenti riflettono le opinioni di tutti i partiti politici, rimangono ancora da governi e leader vanno e vengono. E forse più importante, essi rappresentano i cittadini europei e prevedono che collegamento univoco tra i responsabili politici e pubblici. E ´parlamenti, nazionali ed europee, che devono garantire che le decisioni prese a livello Ue hanno un reale e positivo impatto sui cittadini. Sono sicuro che si è pronti a giocare le vostre parti - a tenere i governi nazionali e la Commissione a rendere conto, per tenerci concentrati sull´obiettivo e per fare in modo che quello che facciamo ha veramente i migliori interessi dei cittadini europei al cuore. Grazie.”  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: 10 COSE IMPARATE DURANTE LA PLENARIA  
 
Strasburgo, 29 ottobre 2013 - Durante la seconda sessione plenaria di ottobre, il Parlamento ha respinto i tagli proposti dal Consiglio per il bilancio 2014. Ha inoltre modificato il bilancio 2013 per coprire 2.7 miliardi di euro di deficit. I deputati hanno anche votato per la sospensione dell´accordo Swift tra Ue e Usa. Aung San Suu Kyi ha ricevuto il Premio Sacharov che le era stato attribuito nel 1990. Respinti i tagli al bilancio - I tagli al bilancio 2014 proposti dal Consiglio sono stati respinti mercoledì dal Parlamento. I deputati hanno anche modificato il bilancio di quest´anno con l´aggiunta di 2.7 miliardi di euro per coprire i minori ricavi ottenuti dai dazi all´importazione. Aung San Suu Kyi - Il 22 ottobre la dissidente birmana Aung San Suu Kyi ha finalmente ricevuto il premio Sacharov, vinto ormai 23 anni fa. Immigrazione - Mercoledì i deputati hanno discusso di immigrazione ricordando la recente tragedia di Lampedusa. Il Parlamento ha chiesto un maggiore sforzo di coordinamento tra gli Stati membri e un più forte senso di solidarietà e responsabilità. Accordo Swift - I recenti scandali legati alle intercettazioni della Nsa hanno spinto i deputati a chiedere la sospensione dell´accordo Swift sull´accesso degli Stati Uniti alle informazioni sui trasferimenti bancari dei cittadini dell´Ue. All´inizio della settimana, il comitato per le Libertà civili ha introdotto una proposta di modifica della legislazione sulla protezione dei dati. Criminalità organizzata - La criminalità organizzata non conosce confini e andrebbe affrontata con misure transfrontaliere. Per questo motivo, mercoledì, gli i deputati hanno definito un piano d´azione per bloccare le fonti di profitto delle mafie. Libertà di movimento nell´Ue - I deputati si sono scontrati sui vantaggi e le sfide della libertà di movimento all´interno dell´Ue. Alcuni hanno sostenuto l´impatto positivo sulle economie locali, mentre altri hanno sottolineato come possa pesare sul welfare degli stati nazionali. Dispositivi medici - Alla luce dei recenti scandali delle protesi mammarie e dell´anca, martedì il Parlamento ha rafforzato le procedure di monitoraggio e di certificazione per i dispositivi medici. I deputati hanno anche rafforzato i requisiti di sicurezza per gli strumenti utilizzati per eseguire le diagnosi per la gravidanza, il diabete o l´Hiv. Pratiche di commercializzazione ingannevoli - Gli eurodeputati hanno adottato una serie di raccomandazioni per combattere le pratiche di commercializzazione ingannevoli. Una delle proposte comporta la creazione di una lista nera delle compagnie ripetutamente condannate per l´utilizzo di tali pratiche. Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca - Mercoledì, i membri del Parlamento hanno concordato le regole per il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca. I 6.5 miliardi di euro di aiuti previsti saranno utilizzati per migliorare la sicurezza, le condizioni di lavoro, la raccolta dei dati, le infrastrutture portuali e per permettere ai pescatori di rispettare il divieto di rigetto. Smantellamento in sicurezza delle navi - In futuro, le navi registrate nell´Ue dovranno essere smantellate in impianti di riciclaggio approvati dall´Ue. Le regole adottate martedì dal Parlamento europeo prevedono di porre fine alla rottamazione delle vecchie navi europee sulle spiagge di paesi terzi.  
   
   
DICHIARAZIONE CONGIUNTA UE ALTO RAPPRESENTANTE CATHERINE ASHTON E IL COMMISSARIO ŠTEFAN FüLE SUI RISULTATI DELLE ELEZIONI PRESIDENZIALI IN GEORGIA  
 
Bruxelles, 29 ottobre 2013 - Catherine Ashton, Alto rappresentante dell´Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e vicepresidente della Commissione, e Štefan Füle, Commissario per l´allargamento e la politica europea di vicinato, ha rilasciato la seguente dichiarazione: "Ci congratuliamo con il Presidente Eletto Giorgi Margvelashvili per la sua vittoria nelle elezioni di Domenica per il nuovo Presidente della Georgia. Inoltre, ci congratuliamo con il popolo georgiano in questa dimostrazione di una forte legittimità democratica del loro paese. Accogliamo con favore la relazione preliminare dell´Osce / Odihr-led missione di osservazione elettorale internazionale. Invitiamo il Presidente Eletto Margvelashvili a lavorare con il Primo Ministro e il Governo, con il Parlamento tra partiti di opposizione, e con la società civile, in uno spirito inclusivo e multi-partisan, al fine di portare avanti ambizioso programma della Georgia di riforme e di sviluppo istituzionale . Alla vigilia del vertice del partenariato orientale a Vilnius, che segnerà un significativo passo in avanti nelle relazioni Ue-georgia, ci auguriamo di poter continuare una stretta collaborazione con la Georgia sulla nostra ambiziosa agenda reciproca di associazione politica e l´integrazione economica. "  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: VERTICE DI DICEMBRE: I DEPUTATI CHIEDONO UN CAMBIAMENTO DI MENTALITÀ E DI UNA SPINTA PER LA DIFESA EUROPEA  
 
Strasburgo, 29 ottobre 2013 - Gli Stati membri devono dare prova di volontà politica e di una nuova mentalità sulla difesa europea per fare dell´Ue un attore globale e dal fornitore di sicurezza con reale autonomia strategica, degli affari esteri deputati ha detto Giovedi. Il vertice Ue dicembre deve precisare che la dimensione europea è più rilevante in difesa che mai, hanno detto, sottolineando che l´Unione europea deve essere in grado di garantire la sicurezza per i suoi cittadini. Il Consiglio europeo di dicembre, il primo ad essere dedicato alla sicurezza e alla difesa dal 2008, deve prendere decisioni di merito e di essere il punto di partenza per la discussione in corso al più alto livello politico, piuttosto che un evento isolato, i deputati affermano in una risoluzione elaborata da Maria Eleni Koppa (S & D, El), che definisce le loro raccomandazioni per il vertice. Sicurezza e di difesa comune (Psdc), devono essere meglio integrate nella strategia globale dell´Ue per le sue politiche esterne e le potenzialità degli strumenti del Trattato di Lisbona, ad esempio affidando un nucleo di paesi con missioni Psdc, deve essere scatenato, i deputati dicono . Si chiamano anche a rafforzare la cooperazione tra l´Ue e la Nato attraverso un approccio complementare. I deputati inoltre chiedono la Strategia di sicurezza europea del 2003 per essere rinnovato e incentrato più sul vicinato dell´Ue. Il vertice potrebbe impostare il processo in movimento, i deputati affermano, ripetendo la loro richiesta di un Libro bianco sulla politica di sicurezza e di difesa dell´Unione europea. Recensioni di difesa nazionale dovrebbero tenere maggiormente conto della dimensione europea. Boost missioni Psdc - Missioni Psdc sono a corto di requisiti, in termini di numeri, la tempestività e di personale, i deputati nota. L´unione europea deve essere in grado di prendere decisioni in modo più flessibile per evitare le risposte in ritardo in scenari di crisi. Ha anche bisogno di una sede operativa militare permanente e adeguato di allarme rapido e il supporto di intelligence, dicono. Il vertice dovrebbe anche affrontare la questione dei gruppi tattici dell´Ue, che sono ancora mai stati distribuiti. Combattere le carenze nelle capacità - Gli Stati membri devono cooperare più strettamente per evitare la ridondanza e la duplicazione di alcune attività, mentre altre capacità critiche, come il rifornimento aria-aria, di comunicazione satellitare o droni viso carenze, i deputati dicono. Essi chiedono un vero sforzo collettivo nella pianificazione e rafforzare il ruolo dell´Agenzia europea per la difesa (Eda) in questo senso. Rafforzare la base industriale e tecnologica di difesa europea - In una risoluzione separata, redatto da Michael Gahler (Ppe, De), in collaborazione con il comitato dell´industria, i deputati chiedono una spinta alla cooperazione industriale europea per garantire che l´Ue ha autonomia strategica e in grado di proteggere i suoi cittadini. Il settore della difesa è anche una fonte importante di crescita e di innovazione, che stress. La frammentazione del mercato della difesa europea non è sostenibile, i deputati dicono. Vogliono che il mercato interno delle apparecchiature di difesa per essere rafforzato e un approccio comune presi verso la standardizzazione e la certificazione, inclusi gli standard ibride che integrano gli aspetti civili e militari. Le recenti proposte della Commissione in materia di ricerca nel settore delle tecnologie a duplice uso devono essere approvate dal Consiglio europeo. Gli Stati membri, la Commissione e l´Agenzia europea di difesa deve anche sviluppare un regime di sicurezza della prestazione ambiziosa a livello europeo, in particolare per i materiali strategici e le tecnologie critiche, il testo aggiunge. Prossimi passi - Le risoluzioni, approvate con 40 voti favorevoli, 11 contrari e 7 astensioni (Koppa) e 40 voti favorevoli, 12 contrari e 7 astensioni (Gahler), saranno messe ai voti dalla Camera piena durante la sua sessione di novembre a Strasburgo (dal 18 al 21 novembre.).  
   
   
UE AVVIA L´ASSOCIAZIONE NEGOZIATI PER UN ACCORDO DI STABILIZZAZIONE E CON IL KOSOVO  
 
Bruxelles, 29 ottobre 2013 - Ieri i negoziati dell´accordo di associazione (Asa) di stabilizzazione e tra l´Unione europea e il Kosovo inizieranno a Pristina. L´asa rappresenterà il primo rapporto contrattuale globale tra il Kosovo e l´Ue e una tappa importante nel processo di integrazione europea del Kosovo. Dopo che la Commissione ha ritenuto che il Kosovo lo scorso aprile aveva incontrato tutte le priorità a breve termine individuate nello studio di fattibilità 2012 (in materia di stato di diritto, l´amministrazione pubblica, la tutela delle minoranze e commercio), il Consiglio ha deciso nel giugno 2013 di autorizzare la l´apertura di negoziati per un Asa. Štefan Füle, commissario europeo per l´allargamento e la politica europea di vicinato, ha dichiarato: "Con l´avvio dei negoziati per l´Asa, si gira una pagina nuova nella nostra relazione. Si tratta di un chiaro riconoscimento dei progressi compiuti dal Kosovo sulle principali riforme e gli sforzi sostanziali conseguiti nel normalizzazione delle relazioni con la Serbia. La Commissione intende portare a termine i negoziati in primavera 2014, a siglare il progetto di accordo in estate e, successivamente, a presentare la proposta per il Consiglio e il Parlamento europeo a concludere l´accordo. L´accordo porterà benefici tangibili a tutti i cittadini del Kosovo. Kosovo deve ora concentrarsi sui negoziati e oltre. Il Kosovo deve confermare e spiegare la sua posizione negoziale. Ha anche bisogno di continuare a lavorare sulle altre otto aree prioritarie individuate nel nostro studio di fattibilità, in modo che sarà in grado implementare l´Asa e onorare le obbligazioni questo comporterà. Sono fiducioso Kosovo possa affrontare con successo questa nuova entusiasmante sfida ". A seguito del trattato di Lisbona, che ha conferito personalità giuridica all´Unione europea, l´accordo di stabilizzazione e di associazione sarà concluso nella forma di un accordo Ue-unico accordo. I negoziati saranno condotti dalla Commissione e le disposizioni in materia di dialogo politico e la politica estera e di sicurezza comune (Pesc) saranno negoziati con l´Alto rappresentante dell´Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Attraverso l´attuazione dell´accordo l´Ue e il Kosovo istituiscono progressivamente una zona di libero scambio bilaterale in cui la libera circolazione delle merci, dei servizi e dei capitali sono reciprocamente garantiti. Kosovo deve allineare la sua legislazione con le norme Ue in materia di concorrenza, appalti pubblici, diritti di proprietà intellettuale e industriale, tutela dei consumatori e le condizioni di lavoro. Le parti coopereranno anche in numero di settori quali gli affari sociali, istruzione, cultura, ambiente e altri.  
   
   
GUIDARE STRATEGIA DEL DANUBIO DELL´UE  
 
Bucarest, 29 Ottobre 2013 - Di seguito l’intervento di ieri di Johannes Hahn Commissario per la politica regionale 2 ° Forum annuale della strategia dell´Ue per la regione del Danubio: “ Primo Ministro, Ministri, colleghi e amici - E ´un grande onore per me darvi il benvenuto al secondo Forum annuale della strategia dell´Ue per la regione del Danubio a Bucarest in questo luogo spettacolare. Vorrei ringraziare la Romania per hosting e co-organizzato questa conferenza e anche per la sua ospitalità. Come uno dei promotori della strategia del Danubio, in Romania ha svolto un ruolo molto importante ed è molto attivamente coinvolto come coordinatore in 3 settori prioritari. Siamo molto grati per la vostra dedizione e contiamo sul vostro continuo sostegno e impegno. Ci sono 800 di noi, qui riuniti a Bucarest per celebrare il successo della nostra giovane macro-regione. Vorrei, in particolare, di accogliere i rappresentanti qui oggi da quei membri della regione che non è, o non lo sono ancora, i membri dell´Ue. La vostra partecipazione è essenziale per questo progetto, e siamo lieti di averti a lavorare con noi. Ho detto che stiamo celebrando un successo. Il nostro rapporto pubblicato all´inizio di quest´anno ha dimostrato che la strategia sta già portando risultati. 400 progetti sono già stati erogati attraverso il settore prioritario coordinatori, del valore di € 49000000000 Hanno la priorità Area 11 "Sicurezza" - che ha tradotto con successo le conclusioni della loro conferenza ministeriale sulla cooperazione di polizia lungo il Danubio in azioni concrete! La cooperazione piattaforma Danube River forum di nuova costituzione contribuirà a ridurre la criminalità applicando la cooperazione di polizia lungo il fiume. Lo scambio di informazioni è fondamentale per combattere il crimine con successo, in particolare quando si tratta di cooperazione tra le diverse autorità nazionali. Co-operativa transfrontaliera nell´ambito della strategia del Danubio sta facendo la differenza. E la strategia del Danubio risultati non sono solo di aiutare le persone in questa regione. La strategia per il Danubio può contribuire anche in senso più ampio per il successo della stessa Unione europea. Prendete l´energia come solo un esempio: Per raggiungere i nostri obiettivi di basse emissioni di carbonio, l´Europa deve sviluppare un basso tenore di carbonio, un´economia sostenibile. Ciò significa fare al meglio il nostro potenziale di energia rinnovabile, e aumentando l´efficienza energetica. E questa regione sta indicando la strada con il concetto di Smart Grid del Danubio, la regione del Danubio geotermica e iniziative Biomasse e il Danubio Regione Energy Efficiency Concetto per edifici pubblici. Tutte le iniziative macroregionali, tutti i contributi a livello europeo di successo. Sarò onesto: stiamo raggiungendo più, e più velocemente di quanto io personalmente osato sperare. Ma questo non è un motivo di abbassare la guardia. Penso che tutti voi sapete che la navigabilità del fiume alleato per la protezione dell´ambiente, è molto vicino al mio cuore. Anche quest´anno, la mancanza di manutenzione interna ha portato ad una de-facto fermo sul fiume. Di conseguenza, catene logistiche furono interrotti, e ci sono stati pesanti perdite finanziarie per le imprese coinvolte. E questo in un settore in cui quasi tutti i ministri dei Trasporti del Danubio hanno firmato una Dichiarazione sulla efficace manutenzione delle infrastrutture navigabili solo l´anno scorso. Chiaramente, dobbiamo fare in modo che gli obiettivi concordati vengano seguite e si traducano in azioni. Ma più di questo, come i nostri rapporti di lavoro maturano, abbiamo bisogno di sviluppare una leadership migliore. La Commissione è lì, continuerà ad essere lì, per facilitare e garantire il coordinamento strategico. Ma questa è sempre stata una iniziativa bottom-up, e abbiamo bisogno di vedere più proprietà dalla regione stessa, con modi più efficaci di prendere decisioni e di agire efficacemente insieme. L. Come l´Europa guarda oltre la crisi, la regione del Danubio dovrebbe, e credo che sarà, rafforzare gli sforzi per migliorare la sua competitività, di investire in innovazione e le competenze e ridurre gli oneri amministrativi. La Commissione può contribuire, sostenendo l´integrazione degli obiettivi del Danubio nella programmazione per il prossimo periodo finanziario. Gli Stati membri devono tener conto della strategia del Danubio, come hanno in programma la prossima generazione di programmi della politica regionale. Abbiamo già visto alcuni buoni esempi di accordi di partenariato. Ora dobbiamo fare in modo che i programmi operativi per il 2014-20 assumono pienamente la strategia del Danubio a bordo. E guardando più avanti, è per le regioni e gli stati del Danubio per riflettere insieme su ciò che è necessario a lungo termine. I Fondi strutturali e gli investimenti europei forniranno finanziamenti, ma per garantire il loro uso più efficace, è necessario coordinare la pianificazione e gli investimenti. Le strutture sono lì per iniziare questo processo, ma come la nostra valutazione delle strategie macroregionali questa estate ha suggerito, ci sono domande ancora rispondere su come queste iniziative pionieristiche dovrebbero infine essere guidati. Non ho tutte le risposte per voi qui oggi. Abbiamo proposto una revisione, e saremo ti chiede di contribuire ad un processo di riflessione su questi temi di governance nel periodo fino al 2014 Forum di giugno. Quello che so, è che il cuore del problema è l´impegno. Impegno significa partecipazione attiva, seguendo gli obiettivi concordati e di tradurre gli obiettivi strategici comuni in azione. Significa che il coinvolgimento attivo di tutti i membri della strategia, e di tutte le parti del loro governi. Soprattutto significa viaggiare come driver non come passeggeri. La Commissione può aiutare a mantenere il veicolo - ma devi essere nella parte anteriore dello sterzo autobus. Questo significa, naturalmente, i coordinatori dei settori prioritari e dei punti di contatto nazionali, che stanno facendo un ottimo lavoro. Ma significa che i loro leader politici, troppo, devono rimanere pienamente impegnata nel decidere la via da seguire. La strategia per il Danubio ha fatto un ottimo inizio. Ma non continuerà a fornire, se si va con il pilota automatico, o se si presume che la Commissione europea farà tutto il lavoro pesante. Questo Forum è l´occasione per pensare al futuro. Mettersi in gioco, non solo nelle sessioni plenarie, ma nei laboratori e gli eventi collaterali! Abbiamo bisogno di sentire le vostre opinioni e abbiamo bisogno di ogni singola persona qui, a giocare la loro parte nella costruzione sui successi già ottenuti.  
   
   
L’ARCEA PRESENTE ALL’EDIZIONE NUMERO TRENTAQUATTRO DELLA CONFERENZA DEI DIRETTORI DELLE AGENZIE DI PAGAMENTO EUROPEE  
 
Catanzaro, 29 ottobre 2013 - Si è svolta a Vilnius, in Lituania, in occasione della Presidenza di turno dell´Unione Europea della Repubblica Lituana, l’edizione numero trentaquattro della Conferenza dei Direttori delle Agenzie di Pagamento Europee. Alla conferenza ha partecipato per l´Italia, oltre all´Agenzia nazionale per le Erogazioni in Agricoltura (Agea), anche l´agenzia della Regione Calabria (Arcea). La partecipazione alla Conferenza Europea ha rappresentato un momento di assoluta importanza per le sfide che la Regione si trova a dover affrontare nel nuovo ciclo di programmazione 2014-2020. A riguardo l´Assessore regionale all´Agricoltura Michele Trematerra non ha esitato ad evidenziare come "per una corretta programmazione e gestione dei fondi comunitari è fondamentale il confronto con gli altri Stati Membri e con le altre Regioni. Infatti, solamente acquisendo le migliori prassi in corso si può riuscire a ricucire il ritardo, anche di tipo amministrativo, che caratterizza le nostre gestioni dei fondi comunitari. Durante la mia gestione assessorile – ha aggiunto l’Assessore Trematerra - ho sempre preteso dai miei dirigenti la costante presenza nelle riunioni di indirizzo, sia nazionali che comunitarie. Ritengo infatti che la presenza ai Tavoli sia un requisito chiave per dimostrare attenzione e puntualità su quei temi che poi saranno la base delle nostre future programmazioni. Vorrei, ancora, aggiungere che i dati illustrati da Arcea, e le evidenze date delle modalità organizzative e operative, la pongono in un alveo di assoluta affidabilità e qualità operativa. Infatti, con oltre 250.000 pagamenti all´anno e con un erogato di circa 400 milioni di euro, è oggi la seconda Agenzia di pagamento d´Italia e tra le maggiori d´Europa". La conferenza di Vilnius ha tracciato lo scenario che si avrà nella gestione della prossima programmazione, dell´insieme delle novità che si avranno in materia di controllo e verifica dell´affidabilità della spesa. Sia la Commissione che la Corte dei Conti Europea hanno evidenziato come tale aspetto sarà la sfida della nuova programmazione. A tal fine si è evidenziato come improcrastinabile il potenziamento delle strutture delle Agenzie di Pagamento, baluardo sul territorio della corretta esecuzione delle politiche di spesa della Commissione. Sul punto, Trematerra ha evidenziato che “durante la gestione della Giunta Scopelliti ha, di fatto, avuto il via la gestione ordinaria dell´Agenzia. Non passa inosservato come le competenze che sono state, via via, ascritte all´Arcea sono significativamente aumentate, e l´idea è quella di fare diventare l´Agenzia, come già è in altre regioni d´Italia e nei paesi più avanzati dell´Unione, un braccio operativo del dipartimento anche su altri fronti e su altri fondi. La Giunta – ha aggiunto - pone molta attenzione alla nostra Agenzia, unica delle regioni convergenza, che sarà valorizzata e potenziata per come si renderà necessario. Non è passato inosservato, anche a livello nazionale e comunitario, che – ha concluso l’Assessore Trematerra - alla sua guida è stata posta la figura che per tre anni ha guidato l´Autorità di Gestione della nostra regione, come segno di investimento sulle future competenze di Arcea". I Direttori delle agenzie si riuniranno, per le proposte finali, il 19 novembre a Bruxelles cui seguirà il confronto con la Commissione Europea.  
   
   
TRE NUOVE PROPOSTE PER I CITTADINI SULLA PAGINA WEB DELL’EUREGIO  
 
Bolzano, 29 ottobre 2013 - La pagina web dell’Euregio all´indirizzo www.Europaregion.info  tratta le tematiche Museo Ferdinandeum di Innsbruck, la pubblicista e regista altoatesina Ingrid Runggaldier e la mobilità dei pazienti nell’Euregio nella sua pagina web del mese di ottobre. Le tre tematiche sono fortemente legate al territorio dell´Euregio. Come ogni mese la pagina web dell´Euregio Tirolo-alto Adige-trentino approfondisce nella rubrica "Profili" alcune tematiche con valenza transfrontaliera con dei video in lingua italiana e tedesca, le lingue principali dell´Euregio. Questo mese i tre nuovi profili riguardano rispettivamente il Museo Ferdinandeum di Innsbruck, la regolamentazione comunitaria sulla "mobilità dei pazienti" che entrerà in vigore il prossimo 4 dícembre e il personaggio femminile Ingrid Runggaldier, pubblicista, regista di film documentari e studiosa della storia dell´alpinismo, originaria della Val Gardena. Il Museo regionale "Tiroler Landesmuseum Ferdinandeum" può essere considerata la memoria storica del Tirolo. Esso è nato nel 1823 e con le sue sette collezioni è il museo più grande e antico dell´intero Tirolo storico. Il percorso storico-artistico e storico conduce il visitatore dall´età della pietra ai giorni nostri - un viaggio che si snoda lungo 30.000 anni di storia. Tra gli oggetti esposti ci sono capolavori romanici e gotici, una collezione olandese di spicco che include opera di Brueghel e di Rembrandt, pezzi del Barocco e del Xix secolo, una collezione di preziosi strumenti musicali, la collezione Biedermeier e la Galleria Moderna con dipinti di Egger-lienz, Klimt e Kokoschka. Un´importanza particolare assume la biblioteca del museo con oltre 1.600.000 riferimenti alla letteratura dell´intera Euregio del Tirolo. Grazie al ricco patrimonio di giornali, riviste, libri e molteplici raccolte speciali è offerta a tutti l´opportunità di effettuare ricerche mirate su temi che interessano il Tirolo. Per tutto ciò che riguarda il Tirolo la biblioteca del "Ferdinandeum" risulta essere la più fornita al mondo. Http://www.europaregion.info/it/tiroler-landesmuseum-ferdinandeum.asp  La questione giuridica del mese riguarda invece la mobilità dei pazienti nell´Euregio in conformità alla direttiva europea che entra in vigore il prossimo 4 dicembre. Risponde l´esperta Lucia Busatta dell´Università di Trento a mettere luce sulle conseguenze per i cittadini soprattutto a riguardo del rimborso dei trattamenti fuori dalla provincia d´origine. Http://www.europaregion.info/it/patientenmobilitaet.asp  Il personaggio del mese è Ingrid Runggaldier, ormai famosa scrittrice e regista di Bolzano, ma di origine gardenese. Tratta argomenti che vanno dall´alpinismo, all´emancipazione femminile, fino alle minoranze etniche e linguistiche. Nel titolo del suo attuale libro "Donne in ascesa", c´è il tema della salita inteso non solo come conquista della montagna, ma anche come ricerca di un proprio ruolo nella vita. Http://www.europaregion.info/it/ingrid-runggaldier.asp  
   
   
MARONI: AL VIA IL NOSTRO MODELLO PER LA COMPETITIVITÀ  
 
Comerio/va, 29 ottobre 2013 - Il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni ha firmato con l´amministratore delegato di Whirlpool Europe Davide Castiglioni e con il commissario della Provincia di Varese Dario Galli, il Protocollo d´intesa per sostegno del sistema produttivo lombardo, che rappresenta la prima sperimentazione del progetto di legge ´Libertà di impresa e competitività´, varato la scorsa settimana dalla Giunta regionale. Il documento è stato sottoscritto anche dagli assessori Massimo Garavaglia (Economia, Crescita e Semplificazione) e Mario Melazzini (Attività produttive, Ricerca e Innovazione). I Contenuti - Il Protocollo, che si colloca all´interno del programma di azioni e interventi con i quali la Regione vuole favorire l´attrattività e gli investimenti sul territorio lombardo, riguarda il sito Whirlpool di Cassinetta di Biandronno (Varese), individuato nel piano industriale della multinazionale degli elettrodomestici come hub europeo per i prodotti da incasso (cooking e refrigeration). Azione In Controtendenza - Il raggiungimento di questo accordo, ha osservato il governatore, "è un segnale importante, in controtendenza rispetto a quanto normalmente succede in un periodo caratterizzato dalla chiusura di imprese e dal trasferimento di produzioni all´estero. Whirlpool, al contrario, ha fatto un percorso diverso, decidendo di continuare a investire in Lombardia. Una scelta della quale siamo grati e alla quale diamo pieno sostegno. Non solo mettendo a disposizione risorse, ma definendo anche un piano di azione che vuole diventare un ´modello´ di intervento e cooperazione fra la Regione e le imprese che vogliono mantenere la produzione sul territorio, da estendere ad altre realtà". Attrarre Investimenti - L´obiettivo del piano avviato dal Governo regionale è quello di attrarre investimenti, puntando su ricerca e promozione tecnologica. "Noi non possiamo competere con altri Paesi europei per quanto riguarda il costo del lavoro - ha osservato il presidente - ma possiamo farlo sotto altri profili, come, ad esempio, in fatto di presenza di poli universitari e centri ricerca, per i quali la Lombardia non ha rivali nel vecchio continente". "Chi vuole investire qui - ha osservato - per quanto riguarda l´innovazione, trova un ambiente assolutamente favorevole per sviluppare nuove tecnologie industriali e valorizzare il capitale umano dedicato alla ricerca". Formazione E Riqualificazione Del Personale - Aspetto particolarmente innovativo del piano regionale è l´impegno volto a promuovere la formazione e riqualificazione del personale, con particolare riguardo ai lavoratori coinvolti in ammortizzatori sociali. "Si tratta - ha spiegato Maroni - di un´innovazione che va oltre l´intervento sociale". "Spesso - ha osservato - i cosiddetti lavoratori ´anziani´, cioè gli over 50, non hanno altra prospettiva se non la Cassa integrazione e poi la pensione. Noi vogliamo attuare qui l´insegnamento di Marco Biagi, ´long life learning´, ossia l´addestramento, la formazione per tutto l´arco della vita. Vogliamo mettere a loro disposizione strumenti di formazione e riqualificazione per rispondere alle nuove esigenze produttive della ditta, ma anche consentire loro di trovare eventualmente impiego in altre attività". Gli Altri Obiettivi - Gli altri ´pilastri´ del ddl di Palazzo Lombardia sono la contrattazione di secondo livello come modalità per il rilancio della competitività, la promozione di strumenti e laboratori ad alto contenuto tecnologico per favorire l´apprendimento in azienda da parte dei giovani e lo scambio di ´best-practice´ fra cluster d´imprese, anche attraverso la creazione di start-up innovative. "Aspetti molto importanti - ha sottolineato Maroni -, che vogliono raggiungere l´obiettivo di una contrattazione decentrata, finalmente vicina alle reali e concrete esigenze del nostro territorio e affrontare un problema grave, come è quello della disoccupazione giovanile". Per quanto riguarda l´azione diretta a scambiare ´buone pratiche´ all´interno dei distretti, consorzi e reti d´impresa, il governatore ha ricordato anche il recente investimento della Regione che azzera l´Irap alle imprese innovative avviate dai giovani, per favorire, ha spiegato, "uno dei momenti più delicati per la nascita di una nuova azienda: quello dell´ingresso sul mercato". Meccanismo Virtuoso - Ringraziando ancora Whirlpool "per aver voluto raccogliere la sfida", Maroni ha ribadito che con la firma di questo Protocollo "si inizia a dare corpo alla volontà di creare in Lombardia un meccanismo nuovo di rapporti fra mondo della ricerca e università, istituzioni e imprese, per il rilancio della competitività e dell´innovazione". Il governatore non esita a definirla, "una svolta nell´impegno di Regione Lombardia", perché, da adesso in poi, "non sarà più solo per gli ammortizzatori sociali o per ridurre l´impatto sociale delle crisi aziendali, ma punterà al rilancio degli investimenti e della competitività dei territori. Siamo la prima Regione a farlo e avendo assunto da poco la presidenza dei ´Quattro motori d´Europa´, lo facciamo anche con l´ambizione di diventare la prima Regione di questo poker di territori d´eccellenza". Melazzini: Meno Burocrazia Per Aprirle "Regione Lombardia - ha spiegato l´assessore Melazzini - ha avviato un metodo nuovo di azione, basato sul lavoro di squadra e l´interlocuzione ex ante, per intercettare i bisogni delle imprese. Quello che abbiamo fatto è individuare percorsi concreti e adeguati per le necessità delle aziende, coinvolgendo tutti gli attori, attraverso consultazioni, ascolto, confronto e condivisione". Sburocratizzazione E Semplificazione - "Gli obiettivi fondamentali della legge - ha aggiunto Melazzini, ricordando l´azzeramento dell´Irap per le Start un innovative e lo stanziamento di 30 milioni per Start up e Re Start - riguardano la sburocratizzazione e la semplificazione. Con gli Accordi per la competitività previsti dal progetto di legge vogliamo ridurre i costi per imprese, introducendo anche sgravi fiscali, rilanciare l´attrattività, introdurre una semplificazione della leva urbanistica per le aree dismesse, e anche ottenere una maggiore efficienza della Pubblica amministrazione". Accesso Al Credito E Controlli - "Altre azioni - ha proseguito l´assessore - riguardano: le facilitazioni per l´accesso al credito (che sarà diversificato per le Micro, piccole, medie e grandi imprese anche con l´avvio di nuovi strumenti di ingegneria finanziaria); la semplificazione per l´avvio delle imprese con la ´Comunicazione Unica´, una sorta di autocertificazione che comporterà minori costi per la burocrazia, oltre che la riduzione delle sanzioni e delle tempistiche; la rivisitazione complessiva del sistema dei controlli". Territori Di Confine - Melazzini ha infine sottolineato in particolare l´attuazione dell´articolo 3 del Progetto di legge, che prevede la possibilità di attivare Programmi di sviluppo della competitività finalizzati alla riduzione delle diseguaglianze e degli svantaggi che gravano sui territori lombardi di confine: "Noi vogliamo che i nostri imprenditori rimangano attratti dal nostro territorio. Crediamo molto inoltre negli investimenti in ricerca e innovazione: senza questo non c´è possibile rilancio". "Oltre alle norme sulla semplificazione - ha concluso - mettiamo a disposizione risorse economiche dedicate alle sperimentazioni per 20 milioni di euro. Ogni anno, con la Legge di bilancio, si potranno allocare risorse in base alle necessità che emergeranno". Garavaglia: Protocollo Un Modello Da Replicare - "La firma di questo protocollo d´intesa per il sostegno del sistema produttivo lombardo, rappresenta un passaggio molto importante in quanto può diventare un modello da replicare in altre realtà, perché prevede, per quanto riguarda la Regione Lombardia, la possibilità di applicare congiuntamente tutte le leve che abbiamo a disposizione a supporto del sistema industriale." Lo ha spiegato l´assessore all´Economia, Crescita e Semplificazione della Regione Lombardia, Massimo Garavaglia, commentando la firma, avvenuta questa mattina - da parte dell´amministratore delegato di Whirlpool Europe, Davide Castiglioni e del presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni - del Protocollo d´intesa per sostegno del sistema produttivo lombardo, che rappresenta la prima sperimentazione del progetto di legge ´Libertà di impresa e competitività´, varato dalla Giunta regionale nella seduta di venerdì scorso. "In questo modo, anziché lavorare per compartimenti stagni - ha sottolineato l´assessore Massimo Garavaglia - si lavora in squadra. Formazione, Bilancio, Ricerca, Industria, Territorio, Ambiente: tutti gli assessorati cooperano e collaborano per un unico obiettivo, quello di creare Pil. E a questo ´gioco di squadra´ va aggiunta la rivoluzione della semplificazione che stiamo attuando, ribaltando lo schema visto fino ad oggi attraverso la semplice applicazione del criterio per cui l´imprenditore intanto inizia a lavorare e soltanto poi verranno i controlli. E´ questa la strada da seguire - ha concluso l´assessore Garavaglia - per sostenere davvero il nostro sistema produttivo."  
   
   
PATTO DI STABILITÀ VERTICALE: ALTRI 30 MILIONI MESSI A DISPOSIZIONE DALLA REGIONE MARCHE  
 
Ancona, 29 ottobre 2013 - “Un ulteriore, importante sforzo da parte della Regione per venire incontro agli Enti locali, al mondo delle imprese e al territorio”. Così il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, annuncia l’approvazione, nella seduta di ieri della Giunta, della delibera che mette a disposizione ulteriori 30 milioni di euro per il Patto di stabilità verticale: “Sono 30 i milioni messi a disposizione con il Patto regionale verticale, che vanno ad aggiungersi ai 37,5 milioni già assegnati nei primi mesi dell’anno corrente con il Patto verticale ‘incentivato’. La cessione da parte della Regione di propri spazi finanziari, per il terzo anno consecutivo e nonostante i pesantissimi tagli ai trasferimenti statali, consentirà a Province e Comuni di pagare le imprese senza violare gli obiettivi del Patto di Stabilità. Il momento è particolarmente difficile e il Patto regionale verticale rappresenta quindi più che mai un atto di solidarietà molto consistente dal valore straordinario”. Il provvedimento, denominato “Patto di Stabilità regionale verticale per il 2013” riguarda, infatti, i Comuni con popolazione superiore ai mille abitanti e le cinque Province. I criteri e le modalità operative di riparto della capacità di spesa sono stati il frutto del confronto maturato in sede di Consiglio delle Autonomie Locali (Cal) e sono in linea con quelli già adottati per l’applicazione del precedente patto verticale “incentivato”, dando ancora una volta priorità allo smaltimento dei residui passivi al titolo secondo risultanti alla data del 31/12/2013. Dal canto suo l’assessore regionale al Bilancio Pietro Marcolini ha dichiarato: “A fronte di una riduzione di ben 164 milioni di euro dell’obiettivo di competenza finanziaria regionale rispetto al 2012 e dell’annunciata ulteriore riduzione di 21 milioni prevista dalla Legge di Stabilità 2014 in discussione, la Regione non si risparmia nel sostenere il sistema delle Autonomie locali. Nel triennio 2011/2013 abbiamo messo a disposizione di Province e Comuni capacità di spesa per circa un quarto di miliardo di euro. A queste risorse vanno aggiunte quelle di cui la Regione si è fatta carico per favorire lo sblocco dei pagamenti dei fornitori della Pubblica Amministrazione. Si tratta di risorse che danno respiro al sistema produttivo e hanno ricadute positive per la comunità regionale”..  
   
   
PIEMONTE PATTO STABILITA´: SBLOCCATI ALTRI 2,7 MILIONI  
 
Torino, 29 ottobre 2013 - La Giunta regionale del Piemonte, su proposta del Vice Presidente e assessore regionale al Bilancio, Gilberto Pichetto Fratin, ha sbloccato ieri ulteriori risorse nell’ambito del patto di stabilità per 19 comuni piemontesi e per la Provincia di Asti. In totale vengono liberati spazi di spesa per 2 milioni e 751 mila euro, che serviranno al finanziamento prioritario di opere legate all’edilizia scolastica e all’adeguamento della normativa antisismica. «L’integrazione di risorse– spiega il vice Presidente Pichetto Fratin – riguarda sia quei comuni che avevano presentato domanda oltre i termini o con modalità diverse da quelle prescritte, sia gli enti locali che avevano fatto richiesta di ulteriori quote attraverso il meccanismo del patto di stabilità orizzontale, quello cioè che ridistribuisce le somme grazie agli enti che cedono parte dei propri spazi di spesa. Anche in questa fase di riassegnazione abbiamo cercato il più possibile di individuare le priorità, in base agli interventi più urgenti che dovranno essere effettuati». Questo il dettaglio della ripartizione: Patto di stabilità: integrazione risorse (dati in migliaia di euro) - Comune Balangero 167; Comune Brossasco 221; Comune Castelletto Sopra Ticino 166; Comune Cerrione 154; Comune Andorno micca 102; Comune Asigliano Vercellese 50; Comune Bra 121; Comune Brusasco 30; Comune Castagnole Monferrato 30; Comune Crevacuore 77; Comune Domodossola 355; Comune Montechiaro d´Asti 67; Comune Montalto Dora 40; Comune Pogno 69; Comune Rifreddo 20; Comune Ronco biellese 50; Comune San Michele Mondovì 153; Comune Serravalle Sesia 50; Comune Varallo Sesia 111; Provincia Asti 718.  
   
   
TOSCANA: LA GIUNTA REGIONALE DEL 29 OTTOBRE IN DIRETTA STREAMING  
 
 Firenze 29 ottobre 2013 - I lavori della Giunta regionale di martedì 29 ottobre sono trasmessi online. Lo streaming è disponibile alla home page del sito www.Toscana-notizie.it  Si ricorda che gli atti approvati saranno disponibili all´indirizzo http://web.Rete.toscana.it/attinew  dopo la verbalizzazione degli stessi da parte degli uffici regionali.  
   
   
FRA LE DECISIONI DELLA GIUNTA REGIONALE DEL PIEMONTE: PATTO DI STABILITÀ, TERZO VALICO, MONTAGNA, OPERE IRRIGUE E RACCOLTA DEI RIFIUTI  
 
Torino, 29 ottobre 2013 - La riunione è stata coordinata dal presidente Roberto Cota. Patto di stabilità. Su proposta dell’assessore Gilberto Pichetto, il Patto di stabilità interno viene modificato in modo da assegnare 2.750.000 euro ad una ventina di Comuni piemontesi, tra cui Domodossola (355.000), Bra (121.000) e Varallo Sesia (111.000), e la Provincia di Asti (718.000). Terzo valico. Parere favorevole, su proposta degli assessori Roberto Ravello e Barbara Bonino, sullo schema di protocollo di intesa tra le Regioni Piemonte e Liguria, il Ministero dell’Ambiente e Reti Ferroviarie Italiane per il supporto tecnico di Arpa Piemonte e Liguria alle attività dell’Osservatorio ambientale per la realizzazione del Terzo Valico dei Giovi. Montagna. Fissati su proposta degli assessori Gian Luca Vignale e Gilberto Pichetto, i parametri per il riparto del Fondo regionale per la montagna 2013 ed assegnati 8 milioni di euro per l’attribuzione dei fondi. Con un’altra delibera verrà definito l’elenco delle azioni di iniziativa della Giunta. Opere irrigue. Approvato, su proposta degli assessori Claudio Sacchetto e Gilberto Pichetto, lo schema di accordo di programma quadro tra Regione e Ministeri per le Politiche agricole, le Infrastrutture e lo Sviluppo economico per l’ammodernamento e la razionalizzazione delle opere irrigue. Nell’ambito del Fondo di sviluppo e coesione 2007-2013 prevede la messa in sicurezza degli impianti sulla Dora Baltea a Mazzè e Villareggia e la realizzazione in Valle Gesso di condotte di interconnessione e messa in sicurezza di canali esistenti ad uso irriguo. Rifiuti. I dati sulla produzione di rifiuti e la raccolta differenziata relativi al 2012, presentati dall’assessore Roberto Ravello, evidenziano una diminuzione complessiva di 100.000 tonnellate di rifiuti rispetto all’anno precedente. La produzione si è attestata a circa 2.030.000 tonnellate, delle 1.070.000 raccolte in modo differenziato ed avviate ad operazioni di recupero 960.000 portate in discarica. Banco alimentare. Definita, su proposta dell’assessore Ugo Cavallera, la bozza di convenzione triennale 2014-2016 con la quale la Regione assegnerà al Banco alimentare Piemonte onlus un supporto finanziario di 100.000 euro annui per le spese correnti e di amministrazione. Sono stati inoltre approvati: - su proposta dell’assessore Barbara Bonino, l’assegnazione al Comune di Cuneo di 757.000 euro per completare la copertura delle spese sostenute nell’ambito del programma triennale dei servizi di trasporto pubblico locale; - su proposta dell’assessore Ugo Cavallera, la proposta al Consiglio regionale di conferire all’attuale azienda ospedaliera Città della Salute e della Scienza di Torino la qualificazione giuridica di azienda ospedaliero-universitaria, nonché l’aumento da 5 a 15 anni, nel caso sia prevista l’esecuzione di lavori, della durata massima delle esternalizzazioni dei servizi socio-sanitari erogati nelle strutture residenziali di proprietà delle Asl; - su proposta dell’assessore Michele Coppola, le modalità di erogazione del contributo di 50.000 euro assegnato al Museo storico del Mutuo soccorso di Pinerolo; - su proposta dell’assessore Claudio Sacchetto, l’autorizzazione per l’emanazione di un bando pubblico per nuovi prodotti e tecnologie nel settore agroalimentare e le disposizioni attuative per la copertura dei costi di fideiussione a garanzia di anticipi ottenuti per l’insediamento dei giovani agricoltori, per l’ammodernamento delle aziende agricole e per la gestione delle risorse irrigue.  
   
   
VALLE D’AOSTA: GOVERNO REGIONALE A CONFRONTO CON SINDACATI, PARTI SOCIALI E IMPRESE SUL BILANCIO  
 
 Aosta, 29 ottobre 2013 - Si sono svolti nella mattinata di lunedì 28 ottobre, a Palazzo regionale, gli incontri tra il Governo regionale e i referenti di associazioni imprenditoriali, parti sociali e sindacati. A rappresentare la Regione sono stati il Presidente Augusto Rollandin, l’Assessore al Bilancio, Finanze e Patrimonio Mauro Baccega e il Coordinatore del Dipartimento Finanze Peter Bieler. Nello specifico al confronto su quella che sarà la Finanziaria regionale per il prossimo anno e sulle prospettive per la gestione del bilancio per il prossimo triennio hanno preso parte la Confederazione Nazionale Artigianato, Confartigianato V.d.a. , Artigiani Valle d’Aosta, Chambre, Confindustria . E ancora Ascom Confcommercio, Rete Imprese, Adava, Adiconsum Valle d’Aosta, Codacons Valle d’Aosta, Casa del consumatore, Federconsumatori, Adoc Valle d’Aosta Avcu, Centro di Servizio per il volontariato della Valle d’Aosta, Arev, Association des Agriculteurs de la Vallée d’Aoste e Federazione Coldiretti, Associazione Valdostana Impianti a Fune, Fédération Régionale des Cooperatives Valdôtaines, Unione Regionale degli Agricoltori Valdostani. Così come i Sindacati confederali. Premessa ribadita su tutti i tavoli da Presidente e Assessore: la rimodulazione degli interventi possibili è stata fatta a seconda della tipologia e delle esigenze dei vari settori, parametrando quindi le azioni rispetto agli obiettivi principali individuati dal programma di governo. «Come anche richiesto nella fase di consultazione da tutti gli attori del panorama imprenditoriale e sociale con cui ci siamo confrontati ma in particolare dai rappresentanti sindacali, - dichiara l’Assessore Baccega – abbiamo ritenuto opportuno e fondamentale per dare ancora un reale sostegno all’economia valdostana strutturare un bilancio senza applicare tagli orizzontali e quindi indiscriminati. E’ ormai cosa nota la notevole riduzione della capacità di spesa dell’amministrazione regionale, per gli effetti delle innumerevoli manovre statali di risanamento dei conti pubblici, così come per i contributi che dobbiamo versare allo Stato per dettami come la Spending Review e il Federalismo fiscale. Da questi presupposti siamo quindi partiti per cercare comunque di reperire i fondi per dare slancio agli investimenti, con una ferma e alta attenzione per il sociale e per quei settori che risentono maggiormente della crisi. Il tutto senza intervenire sulla pressione fiscale». Ad illustrare la ‘’manovra aggiuntiva’’ sul Bilancio 2014/2016 è stato il Presidente Rollandin che ha spiegato: «Per poter avere a disposizione fondi da destinare alle spese di investimento, abbiamo attinto dagli utili e dalle riserve delle società partecipate capitali che, attraverso Finaosta, passano sui fondi di rotazione. E proprio i fondi di rotazione riteniamo possano essere lo strumento valido per il sostegno alle imprese e una valida alternativa ai contributi a fondo perso. E’ su questa linea che si dovrà intervenire ora, con modifiche alle varie leggi di settore. Si deve cambiare logica in molti ambiti. Per quanto riguarda le grandi opere, anche noi abbiamo dovuto cambiare la programmazione dei lavori, rimodulandoli nel corso degli anni». Ed entrando nel dettaglio delle cifre, è stato quindi annunciato che nel triennio 2014-2016 i fondi di rotazione avranno un’ulteriore dotazione finanziaria, per un totale di 100 milioni di euro: 35 milioni rispettivamente per il 2014 e il 2015 e 30 milioni per il 2016. Così come già annunciato le scorse settimane, sono stati ribaditi gli impegni a favore delle misure straordinarie anticrisi per famiglie e imprese, così come il finanziamento di 2 milioni e 700 mila euro alle Confidi, i 600 milioni di euro alla Chambre, l’inserimento di 10 milioni di euro annui per il Piano di sviluppo rurale nel prossimo triennio, i 3 milioni di euro per le politiche abitative e gli oltre 19 milioni di euro per la formazione professionale e le politiche del lavoro. Nel dettaglio il documento verrà analizzato dalla Giunta regionale nella seduta di giovedì 31 ottobre e poi presentato alla stampa. Il Bilancio sarà poi oggetto di dibattito e di confronto politico nella Commissione consiliare, prima di approdare, i primi giorni di dicembre, all’analisi del Consiglio regionale.  
   
   
MARCHE: RIUNIONE GIUNTA REGIONALE – DIRETTIVO ANCI.  
 
Ancona, 29 ottobre 2013 - Si è svolta ieri mattina a Palazzo Raffaello la riunione congiunta tra la giunta della Regione Marche presieduta dal presidente Gian Mario Spacca e il direttivo dell’Anci Marche (Associazione nazionale Comuni) Maurizio Mangialardi. L’incontro inaugura una nuova stagione nei rapporti tra i due enti, improntata su una collaborazione sistematica a cadenza periodica sia nel contingente che nella programmazione di lungo periodo. “In uno scenario drammatico per quanto riguarda il trasferimento delle risorse statali agli enti locali – ha spiegato Spacca – possiamo dare risposte al territorio solo in maniera sinergica e in una logica di sistema. Con l’Anci Marche abbiamo condiviso questa necessità: non più rivendicazione dei singoli, ma stretta collaborazione per costruire insieme progetti di governance che diano soluzioni concrete ai problemi della comunità. A dimostrazione del tipo di relazione che vogliamo istituire oggi la giunta ha approvato, per il terzo anno consecutivo e il patto di stabilità verticale 2013 che cede agli enti locali 30 milioni di capacità di spesa della Regione che si aggiungono ai 37 stanziati in precedenza”. In piena sintonia il presidente di Anci Marche Maurizio Mangialardi: “L’incontro di questa mattina – ha commentato - è stato molto importante. In una fase così complicata la sinergia tra gli enti è la migliore soluzione per programmare azioni di tutela nei confronti dei diritti dei cittadini. In particolare abbiamo accolto con grande soddisfazione l’approvazione del Patto di Stabilità che continua a dare ossigeno a molti Comuni che senza questo provvedimento si sarebbero trovati in enormi difficoltà”. Molteplici i temi trattati nel corso dell’incontro. In particolare: Patto Di Stabilita’ Verticale - A fronte della grave crisi che investe il territorio e i bilanci delle amministrazioni pubbliche, si interviene per dare operatività ai Comuni e alle Province in modo che nuova liquidità possa essere immessa nel sistema produttivo regionale. Ai 37,5 milioni già liberati a luglio la Regione ne aggiunge altri 30 per permettere agli Enti locali di pagare i fornitori e gli investimenti. Tpl- E’ stato ripristinato grazie all’impegno della Regione il fondo per i trasporti su gomma falcidiato dai tagli nazionali garantendo in questo modo la prosecuzione dei servizi. Il Programma Triennale Regione dei Servizi prevede inoltre il rimborso dell’Iva per il 100% ai Comuni e per il 50% alle Province. In precedenza tale rimborso non era previsto. Per il rinnovo del parco autobus adibito al Tpl, la regione ha invece intercettato risorse pari a 3,3 milioni di euro provenienti da un progetto attivato dal Ministero dell’Ambiente. Il problema della grave iniquità nella ripartizione del fondo nazionale dei trasporti è al centro di una forte azione regionale di pressione sul Governo, sulla Commissione Trasporti e sulla Conferenza delle Regioni, in quanto tale fondo penalizza le Marche in modo inaccettabile. Sanita’- Per quanto riguarda la sanità le parti hanno convenuto sulla necessità della riforma per un riassetto e una riorganizzazione generale dei servizi che tuteli innanzitutto le esigenze dei cittadini mantenendo e migliorando gli standard di qualità già raggiunti. Servizi Sociali - Relativamente all’allineamento delle tariffe delle rsa all’annualità 2013 si sta precedendo attraverso un tavolo congiunto tra Regione - Asur – Enti gestori, ad una analitica verifica per tutte le strutture (nr.108) per individuare quelle che hanno effettivamente erogato i previsti 100’ di assistenza per l’anno 2013, valutando le eventuali richieste di riconoscimento economico. Comitato D’intesa. Verrà riattivato il Comitato d’Intesa Regione, Anci, Api, Uncem, Lega Autonomie, un organismo fondamentale per concertare le politiche programmatiche marchigiane.  
   
   
ASSESSORE VENETO A DE GIROLAMO: I SOLDI DEI VENETI RESTANO IN VENETO  
 
Venezia, 29 ottobre 2013 - “Indipendentemente da quanto affermato dal Ministro De Girolamo, sottolineo che i soldi del Psr Veneto rimarranno in Veneto”. Questo quanto affermato il 26 ottobre dall’assessore regionale all’agricoltura Franco Manzato dopo aver letto le dichiarazioni del ministro all’agricoltura, rilasciate alla Fiera del Bovino da latte a Cremona, nelle quali enuncia la possibilità di centralizzare i fondi del Programma di Sviluppo Rurale. “Approfitto dell’occasione – ha aggiunto Manzato – per ricordare al ministro che il Veneto sta attendendo da Roma i finanziamenti per il piano irriguo nazionale. Desideriamo che le colture della nostra regione siano in grado al più presto di affrontare i cambiamenti climatici. Il dramma della siccità, dichiarato dal ministero stesso come evento calamitoso, rappresenta una minaccia per le coltivazioni estive, ossia per i prodotti cerealicoli come il mais”. “Il nuovo programma di sviluppo rurale – ha concluso l’assessore – dovrà quindi essere totalmente destinato alle aziende agricole, senza attingervi per affrontare questioni che hanno prettamente carattere nazionale, come ad esempio il piano assicurativo”.  
   
   
CITTADINANZA ATTIVA, VENDOLA: LA DEMOCRAZIA È UN PROCESSO COGNITIVO.  
 
Bari, 29 ottobre 2013 - “La democrazia è un processo cognitivo”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola intervenendo questa mattina, insieme all’Assessore Regionale alla Trasparenza Guglielmo Minervini, alla conferenza stampa di presentazione della “Dichiarazione d’intenti sui processi partecipativi“, deliberata dalla Giunta Regionale lo scorso 22 Ottobre 2013, relativi ai seguenti temi: Tap - Trans Adriatic Pipeline, Uso delle risorse idriche e Programmazione dei Fondi Strutturali 2014-2020. “Quando si costruisce una grande opera – ha spiegato Vendola – forse i cittadini non devono essere semplicemente spettatori passivi di quello che accade nel loro territorio e che ha un riverbero sulla loro vita. I cittadini sono competenti, devono poter parlare, influenzare e migliorare le scelte che il decisore politico assume. In questo caso il gasdotto che raggiunge Melendugno rischia di interferire nella vita e nella bellezza di uno dei tratti più belli della costa salentina, quindi, la reazione anche vivace dei cittadini del Salento è del tutto comprensibile”. Come Regione Puglia, ha proseguito il Presidente Vendola, “non abbiamo competenza nella materia energetica nazionale, però ci facciamo parte attiva di organizzare la democrazia e chiediamo al Governo centrale di ascoltare ed, eventualmente, di maturare scelte migliori”. “Con la delibera approvata lo scorso 22 Ottobre – ha evidenziato Minervini – diamo l’indirizzo per avviare una serie di processi partecipati. Si tratta di una prima dichiarazione d’intenti che dovrebbe poi confluire all’interno di un vero e proprio testo di legge per regolare tali processi nella realizzazione di interventi di trasformazione del territorio”. Questa iniziativa, secondo Minervini “nasce dalla consapevolezza che ormai la realizzazione delle opere pubbliche e delle infrastrutture nel nostro territorio non è più considerata, come in passato, un’azione neutra. Una strada non è semplicemente un nastro d’asfalto, un gasdotto non è semplicemente un tubo. Sempre più nel nostro territorio le infrastrutture sono un architrave portante della visione di sviluppo delle nostre comunità e sempre più spesso attorno alla modalità con cui le infrastrutture e le opere sono realizzate, si accendono incandescenti dibattiti che vedono una crescente e consapevole partecipazione da parte della cittadinanza”. Questa domanda di partecipazione, secondo l’Assessore Minervini “finora non è stata mai regolata, innescando sulla fase esecutiva, a valle, conflitti che molto spesso ostacolano o compromettono i risultati finali. L’idea che ci muove in questo intervento della regolazione della discussione è di spostare a monte il confronto, per impedire che degeneri in una forma conflittuale”. “Dobbiamo sconfiggere l’idea – ha continuato l’Assessore – che siamo stretti nella tenaglia tra opere che devastano il territorio, oppure la paralisi totale. Dobbiamo dimostrare che in Puglia le infrastrutture si realizzano, servono, sono indispensabili per costruire il nostro destino, solo se però nascono in un certo modo. Questa è la sfida che abbiamo davanti”. In attesa del testo di legge sulla regolamentazione dei processi partecipativi, la delibera individua tre “processi sperimentali” da avviare subito su tre temi specifici: la Tap, il gasdotto che dovrebbe essere realizzato a Melendugno, l’uso delle Risorse idriche e i nuovi Fondi Strutturali 2014-2020. Per quanto riguarda la Tap, ha spiegato Minervini “si tratta di un processo che inseriamo nell’ambito del procedimento amministrativo per la parte di competenza della Regione, che non è decisionale, in quanto le scelte in materia di approvvigionamento energetico sono in capo al governo nazionale. La Regione Puglia ha solo la competenza della formulazione della Valutazione d’impatto ambientale. A supporto di questo adempimento che spetta alla Regione, noi avviamo questo processo partecipato per offrire al Comitato elementi di conoscenza più consapevoli, più approfonditi e più qualificati che possano orientare meglio le scelte”. Il processo partecipativo si svilupperà nel corso dei prossimi due mesi e che coinvolgerà, attraverso l’utilizzo di metodologie innovative, Comuni, Associazioni, Organismi e singoli cittadini nonché l’azienda incaricata di costruire il gasdotto. Il processo partecipativo si strutturerà nelle seguenti fasi: Fase 1: Accreditamento-informazione Fino al 10 novembre cittadini, associazioni, organizzazioni sociali e istituzioni locali saranno chiamati ad accreditarsi per prendere parte al processo. Contestualmente verrà predisposto il sito web e sistematizzata tutta la documentazione prodotta in questi mesi dall’impresa e dal dibattito locale. Fase 2: Ascolto Dal 10 novembre, fino alla fine del mese, si svolgeranno gli incontri, con metodologie di discussione innovative, il cui obiettivo sarà quello di individuare i nodi problematici relativi alla realizzazione dell’infrastruttura. La sintesi dei nodi sarà raccolta in una tabella delle criticità tecniche, sulla base della quale sarà organizzato il confronto successivo. Fase 3: Dibattito pubblico Nel mese di dicembre, si svolgerà l’agenda del dibattito pubblico sui punti individuati nella tabella. Questo confronto potrà concludersi o con la constatazione della convergenza sulle singole criticità tecniche oppure con la ratifiche delle divergenze. In tal caso sarà valutata la possibilità di avvalersi di un ulteriore contributo terzo da parte di esperti di elevato livello scientifico. Fase 4: Sintesi finale I risultati del processo partecipativo confluiranno in un documento di sintesi che verrà trasmesso agli uffici regionali preposti alla stesura della valutazione d’impatto ambientale nonché al competente ministero. Gli altri due temi dei processi partecipativi riguardano l’uso delle risorse idriche e la programmazione dei nuovi fondi strutturali. “Si tratta – ha concluso Minervini – di costituire un organismo permanente di consultazione della cittadinanza attiva in relazione alle politiche del ciclo delle acque. Inoltre, vorremmo provare a costruire, attraverso un processo partecipato, una visione di Puglia 2020. Ossia quali sono gli obiettivi strategici di trasformazione della Puglia, che ci proponiamo di perseguire attraverso le ultime risorse che disponiamo”.  
   
   
AL VIA IL RIORDINO DELLE PARTECIPATE DEGLI ENTI E DELLE SOCIETÀ REGIONALI DEL VENETO. ZAIA: “CONTINUA LA NOSTRA OPERA DI OTTIMIZZAZIONE, SEMPLIFICAZIONE E RIDUZIONE DEI COSTI DELL’INTERO APPARATO REGIONALE”  
 
Venezia, 29 ottobre 2013 - Dire addio a circa sessanta partecipazioni societarie dell’eterogeneo insieme di Enti Strumentali e Società della Regione del Veneto. Questo l’obiettivo complessivo delle due deliberazioni approvate ieri, su proposta dell’assessore al bilancio e agli Enti locali Roberto Ciambetti, dalla Giunta veneta. “Continua l’opera di ottimizzazione, semplificazione e riduzione dei costi dell’intero apparato regionale – sottolinea il presidente Luca Zaia –, un’azione forte e di proporzioni mai viste nell’ultimo decennio, un processo irreversibile che la Giunta intende sostenere con determinazione. Gli odierni provvedimenti derivano da una articolata azione ricognitiva che proseguirà anche nei prossimi mesi, permettendoci di lavorare su precisi criteri di rilevanza e opportunità strategica delle partecipazioni. E’ un’attività che va oltre le necessità di adeguamento alle nuove normative in materia e che risponde prima di tutto a quegli obiettivi di efficienza gestionale e di equilibrio economico-finanziario che ci siamo dati”. La prima deliberazione ha fissato i principi e i criteri per l’attuazione dei piani di razionalizzazione, di riordino e riduzione delle partecipazioni detenute, a qualsiasi titolo, dagli Enti strumentali della Regione Veneto in società, organismi, centri sperimentali e aziende pilota. “In attesa della riorganizzazione complessiva di questi Enti, prevista dalla Legge regionale n. 7 del 2011 – spiega l’assessore Ciambetti –, abbiamo avviato senza indugi un’azione finalizzata a monitorare e recensire le partecipazioni detenute dagli stessi, delineando nel contempo linee di indirizzo strategico per attuarne l’immediato riordino, affidato a ogni singolo Ente Strumentale. Un’operazione attraverso la quale stimiamo di poter dismettere oltre il 50 per cento delle loro partecipazioni”. I 24 Enti Strumentali della Regione detengono forme di partecipazione in 53 organismi, aziende o centri (alcuni risultano partecipati da più Enti): sulla base del piano che ognuno di essi proporrà, saranno definite le dismissioni, a partire, ovviamente, da quelle società che hanno avuto un risultato di esercizio negativo. Il programma di riordino si articola per step. Come detto, spetterà ai singoli Enti Strumentali elaborare i piani di dismissione da trasmettere entro 60 giorni alla Regione per le sue valutazioni. Questi verranno quindi approvati definitivamente per dare il via concreto alle dismissioni. La seconda deliberazione approvata oggi dalla Giunta contiene invece direttive per le Società partecipate direttamente dalla Regione, al fine di razionalizzare le loro stesse partecipazioni societarie, cioè le cosiddette partecipazioni societarie regionali indirette, puntando a un loro sostanziale ridimensionamento. L’obiettivo da raggiungere attraverso l’azione degli organi amministrativi delle società partecipate direttamente è quello di dismettere circa una quarantina di società, con la conseguente riduzione dalle attuali 71 a poco più di 30. Tale diminuzione si aggiunge al ridimensionamento già in corso che annovera: la vendita delle quote possedute o la liquidazione di n. 6 società (Ferrovie venete srl, Società Autostrade di Alemagna spa, Rovigo Expò spa, Insula spa, College Valmara Morosini spa, Sis spa) e l’accorpamento delle società immobiliari regionali in unica società. “Anche alla luce della recente normativa nazionale e regionale, che ha introdotto principi cardine per l’operato delle Pubbliche Amministrazioni, imponendo, tra l’altro, il pareggio di bilancio e il rispetto dei vincoli finanziari derivanti dall’appartenenza all’Unione Europea – conclude Ciambetti –, un intervento in questo settore non è più rinviabile. Ma il contenimento della spesa pubblica è un obiettivo che ci siamo dati al di là dei vincoli normativi e con i provvedimenti approvati oggi applichiamo anche agli Enti Strumentali e alle Società partecipate i criteri e le direttive già applicate dalla Regione per la gestione delle proprie partecipazioni, elaborando di fatto un piano generale e uniforme di razionalizzazione”.  
   
   
FISCO, VERSO UN SISTEMA REGIONALE TOSCANO: IN FUTURO PAGAMENTI ON LINE OLTRE CHE NEI COMUNI  
 
Firenze, 29 ottobre 2013 - In futuro i tributi locali, anche del Comune più piccolo e sperduto della Toscana, si potranno pagare on line: almeno per chi lo vorrà. "Sul territorio - spiega l´assessore regionale al bilancio e ai tributi, Vittorio Bugli - rimarrà sempre uno sportello a cui rivolgersi e uno o più addetti con cui parlare per chiedere spiegazioni o fornire le proprie spiegazioni". Si potrà inoltre anche continuare a pagare come oggi, in banca o all´ufficio postale. "Ma la novità - ripete l´assessor e- sarà appunto rappresentata dalla possibilità di effettuare pagamenti via web". Alla Fortezza da Basso di Firenze il 25 ottobre Regione ed Anci Toscana hanno firmato un accordo per un fisco diverso e più efficiente, un fisco dove procedure e procedimenti siano per tutti i comuni della Toscana uguali, con banche dati condivise, controlli più efficienti ma anche dove per un mancato pagamento non scatti subito la messa a ruolo e il recupero coattivo con l´emissione di una cartella esattoriale. Il fisco locale di domani che la Regione intende costruire assieme a tutte le istituzioni e agli enti locali della Toscana, un ´sistema toscano più che regionale´, è questo: un sistema unico, accentrato nell´organizzazione ma estremamente ramificato e vicino al contribuente. "Lo vogliamo fare in tempi brevi – precisa l´assessore Bugli – per dare un colpo di reni ad un sistema che già oggi ci ha comunque consentito di raggiungere diversi obiettivi". Non di una rivoluzione assoluta infatti si tratta, ma un´accelerazione decisa sì. "Ci sono Comuni, neppure troppo piccoli, dove all´ufficio tributi non possono permettersi più di un un impiegato – prosegue l´assessore -. Figuriamoci hardware e software adeguati. Tutto diventa così più difficile. Un sistema informatizzato unico, con procedure standardizzare e parte del lavoro svolto in comunione, è un modo concreto per non lasciare soli questi Comuni, semplificare la vita ai cittadini e creare un sistema più efficiente". "Il sistema di gestione e riscossione dei tributi che abbiamo oggi è troppo parcellizzato. La rete regionale che stiamo costruendo non ridurrà l´autonomia dei Comuni nè ci allontanerà dai cittadini, ma ci consentirà anzi di avvicinarsi a loro ancora di più, aiutandoli – sottolinea Alessandro Cosimi, presidente dell´Anci e sindaco di Livorno – Inoltre sistemi hardware e software più evoluti, procedure uniche e la possibilità di scambiarci i dati ci consentiranno di correggere meglio quelle storture e quegli errori che nelle banche dati ci possono sempre essere". Principale causa, a volte, di avvisi per mancati pagamenti sbagliati.  
   
   
FISCO LOCALE PIÙ SEMPLICE ED EFFICIENTE, CON GESTIONE UNICA: INTESA REGIONE TOSCANA-ANCI  
 
Firenze, 29 ottobre 2013 - Costruire un ´sistema toscano´ per la gestione dei tributi locali: un sistema unico che semplifichi la vita ai cittadini e dove per un mancato pagamento non scatti subito l´emissione di una cartella esattoriale; ma un sistema che consenta anche di ridurre i costi utilizzando software e piattaforme comuni e di scambiarsi dati per un fisco alla fine appunto più ´bonario´ ma anche più efficiente. E´ l´obiettivo che Regione ed Anci Toscana hanno posto alla base dell´accordo firmato il 25 ottobre alla Fortezza da Basso, nell´ambito del salone della pubblica amministrazione "Dire&fare" in corso a Firenze. Per la Regione l´ha sottoscritto l´assessore alla presidenza, al bilancio e alle finanze Vittorio Bugli e per l´Anci Toscana il presidente e sindaco di Livorno Alessandro Cosimi. Tra i primi propositi dell´intesa, che vale cinque anni, c´è la riduzione degli adempimenti a carico dei cittadini: un fisco troppo complicato a volte fa infatti crescere la percentuale di chi non paga regolarmente le tasse. Accanto alla semplificazione c´è comunque anche l´impegno affinché possa crescere la capacità di controllo ed accertamento e combattere con ancor più forza l´evasione fiscale. Come? Facendo rete, scambiandosi informazioni e mettendo a disposizione dei Comuni tutti gli strumenti necessari, attraverso un graduale ma progressivo accentramento dei sistemi informativi di gestione e riscossione dei tributi. Anche procedure e modelli saranno via via uniformati e standardizzati. Per far questo l´accordo prevede la costituzione entro la fine di novembre di un gruppo tecnico misto, il cui coordinamento spetterà alla Regione. E´ prevista anche un´attività di formazione. Entro marzo del prossimo anno dovrà essere ultimata la ricognizione dei sistemi hardware e software utilizzati oggi da Regione e Comuni, quindi entro giugno dovrà essere individuato il modello di riferimento definendo poi entro ottobre, tra un anno, tutti i dettagli del nuovo sistema informatico e tecnologico, accentrato, che sarà messo in campo.  
   
   
TARES: VENTUNO SINDACI SCRIVONO AL GOVERNO I SINDACI DELLA PROVINCIA DI PISTOIA CRITICANO L’IMPOSTAZIONE DELL’ATTUALE TRIBUTO ED ESPRIMONO FORTI PREOCCUPAZIONI SULLA PREVISIONE DI UN’UNICA IMPOSTA COMUNALE SUI SERVIZI  
 
Pistoia, 29 ottobre 2013 - Ventuno sindaci della Provincia di Pistoia hanno firmato una lettera congiunta al Governo nella quale esprimono una netta critica all’impostazione dell’attuale Tares e forti preoccupazioni sulla previsione di un’unica imposta comunale sui servizi, all’interno della quale potrebbe essere ricompreso anche il tributo sui rifiuti. La lettera è stata spedita il 25 ottobre al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dell’Economia e Finanze, al Ministro dell’Ambiente, ai Presidenti della Camera e del Senato, ai Presidenti delle Commissioni Bilancio e Ambiente e ai Capigruppo della Camera e del Senato. A firmarla, il sindaco di Pistoia Samuele Bertinelli, promotore della lettera congiunta, e i sindaci di Abetone, Giampiero Danti, Agliana, Eleanna Ciampolini, Buggiano, Daniele Bettarini, Chiesina Uzzanese, Marco Borgioli, Cutigliano, Carluccio Ceccarelli, Lamporecchio, Giuseppe Chiaramonte, Larciano, Antonio Pappalardo, Marliana, Marco Traversari, Massa e Cozzile, Massimo Niccolai, Monsummano Terme, Rinaldo Vanni, Montale, David Scatragli, Montecatini, Giuseppe Bellandi, Pieve a Nievole, Massimo Alamanni, Piteglio, Claudio Gaggini, Ponte Buggianese, Pier Luigi Galligani, Quarrata, Marco Mazzanti, San Marcello Pistoiese, Silvia Cormio, Sambuca Pistoiese, Marcello Melani, Serravalle Pistoiese, Patrizio Mungai, Uzzano, Riccardo Franchi. Di seguito il testo integrale della lettera: Oggetto: lettera congiunta dei sindaci della provincia di Pistoia sul tributo comunale sui rifiuti e sui servizi. Abbiamo preso atto della volontà del Governo di riformare l’Imu prevedendo la creazione di un’unica imposta comunale sui servizi, all’interno della quale potrebbe essere ricompresa anche l’attuale Tares. Le Amministrazioni Comunali della Provincia di Pistoia e le Associazioni di Categoria dello stesso territorio esprimono forti preoccupazioni circa questa prospettiva, e intendono, con la presente lettera, sollevare all’attenzione delle istituzioni competenti le seguenti osservazioni, alla luce dei problemi che la Tares ha fin qui presentato. L’art. 14 del Decreto-legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge 214 del 2011, ha introdotto il tributo comunale sui rifiuti e sui servizi (Tares), in sostituzione della Tarsu (tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani) e della Tia (tariffa di igiene ambientale). La Tares doveva coprire i costi relativi al servizio di gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti assimilati avviati allo smaltimento ma anche i costi relativi ai servizi indivisibili dei Comuni. All’importo così determinato in base al comma 13 dell’articolo 14 si applicherà la maggiorazione di 0.30 euro per metro quadrato per i costi dei servizi indivisibili dei Comuni, che può essere aumentata, con deliberazione del consiglio comunale, fino a 0.40 euro, e che si sovrappone in parte alla voce “servizi indivisibili” già presente nell’Imu. Il comma 9 dell’art. 14, inoltre, mette in relazione la Tares con l’unità di superficie dell’immobile, continuando pertanto ad essere calcolata prevalentemente sulla base della superficie e collegando in questo modo la tassa sui rifiuti non tanto alla quantità dei rifiuti prodotti, ma piuttosto ad un criterio di tipo patrimoniale. Il nuovo tributo ipotizzato ricalca per quanto noto questa impostazione. Invitiamo il Governo e il Legislatore a ripensare profondamente questa scelta per i seguenti motivi. 1. Quanto previsto dall’art. 14, comma 3, del Decreto-legge n. 201 del 2011, “il tributo è dovuto da chiunque possieda, occupi, o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani” risulta in pieno contrasto con i principi della normativa ambientale promulgata dall’Unione europea, basata sul principio “chi inquina paga”. Consideriamo la scelta di ancorare la determinazione della nuova tariffa alla superficie, e non ai rifiuti prodotti, un allontanamento sbagliato da quanto ci richiede, giustamente, l’Unione Europea, e da quanto ci insegna l’esperienza degli ultimi anni di gestione dello smaltimento dei rifiuti. L’unione Europea, con la direttiva 2008/98/Ce del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 novembre 2008, chiede agli Stati membri di prevenire, riciclare e recuperare i materiali, ridurre l’impatto della produzione e della gestione dei rifiuti sull’ambiente e la salute, ridurre l’impatto complessivo dell’uso delle risorse e migliorarne l’efficacia promuovendo comportamenti virtuosi in questi settori. Chiediamo quindi una modifica che traduca in legge quanto già il Parlamento, durante la Xvi Legislatura, aveva indicato. La Commissione permanente “Territorio, ambiente, beni ambientali” del Senato aveva infatti varato una Indagine conoscitiva sull’argomento, dalla quale emergeva chiaramente che il contenimento dei rifiuti e quindi dei costi si ottiene attraverso una capillare opera di informazione e di educazione finalizzata alla prevenzione della produzione dei rifiuti e attraverso una tariffazione puntuale che commisuri il costo del servizio alla quantità dei rifiuti prodotta da ciascun cittadino. La disposizione finale del Documento Xvii, n. 19, del 13 gennaio 2013, indicava le seguenti prescrizioni: “il ripensamento del nuovo tributo comunale sui rifiuti e sui servizi (Tares), che desta forte preoccupazione in quanto basato su elementi meramente patrimoniali e non invece raccordato al quantitativo dei rifiuti prodotti e avviati a smaltimento e distorsivo del moderno ed efficiente meccanismo di tariffa correlata ad un servizio”; “la proposta e la diffusione di modelli di raccolta che consentano di passare realmente ad un sistema a tariffa, commisurato a qualità e quantità dei rifiuti prodotti”. Vi sono, infatti, già oggi, realtà virtuose che, attraverso questa forma di contenimento dei rifiuti, riescono a raggiungere una raccolta differenziata fino al 90%. Sono oltre 1300 i Comuni che attualmente gestiscono in tal modo il servizio, e il 25% di loro applica anche la tariffazione puntuale. Nel caso della Tares questa possibilità rimane inattuabile in quanto risulta in pieno contrasto con l’orientamento della giurisprudenza in materia. 2. Secondo dati elaborati dalle associazioni di categoria, la Tares comporterà per le attività produttive un aumento delle tariffe che può arrivare, per alcune categorie, fino al loro raddoppio. Secondo i dati elaborati dalle associazioni dei consumatori, la Tares aumenterebbe la tassazione attuale per le famiglie del 15-20%, senza incrementi di produzione. Ciò significa un aumento notevole del peso fiscale sull’intero sistema Paese, che porterà ad una riduzione dei consumi con la conseguente lesione dei principi di equità e responsabilità. E’ pertanto necessario un adeguamento normativo che consenta di conciliare il principio di universalità, proprio dei servizi pubblici, con un sistema tariffario che permetta la differenziazione delle tariffe in base alla qualità e alla quantità dei rifiuti conferiti attraverso sistemi di rilevazione puntuale dei conferimenti attuati dai singoli utenti. L’anci ha criticato la nuova tariffazione chiedendo una revisione e una rivisitazione del prelievo locale. Diverse associazioni ambientaliste, quali ad esempio Legambiente, hanno promosso una petizione “Chi inquina paga, chi produce meno rifiuti deve risparmiare”, chiedendo di rivedere il nuovo tributo sui rifiuti, predisponendo una tariffazione che sia calcolata solo sull’effettiva produzione dei rifiuti indifferenziati, permettendo così agli utenti più virtuosi di pagare meno. Chiediamo pertanto al governo di adottare un adeguamento normativo in grado di conciliare il principio di universalità, proprio dei servizi pubblici, con un sistema tariffario basato sulla differenziazione delle tariffe, in base alla qualità e alla quantità dei rifiuti conferiti, attraverso sistemi di rilevazione puntuale dei conferimenti effettuati dai singoli utenti; di attivarsi per l’eliminazione delle maggiorazioni di 0.30 centesimi di euro al metro quadrato, previste dall’art. 14, comma 13, del Decreto-legge n. 201 del 2011, in quanto estremamente penalizzanti nei confronti di cittadini e imprese e non correlate in alcun modo all’esigenza di responsabilizzare i comportamenti individuali applicando criteri meritocratici; di individuare un sistema premiante rivolto agli ambiti territoriali omogenei (Ato) che esprimano risultati significativi in termini di minore produzione ed elevata raccolta differenziata e recupero-riciclo dei rifiuti; di attivarsi al fine di aggiornare i criteri e i coefficienti stabiliti dal decreto del Presidente della Repubblica n. 158 del 1999 e superare i principi dello stesso decreto sulla base delle modifiche intervenute nel frattempo in materia di produzione e tipologia di rifiuti prodotti, tenendo conto degli aumenti esponenziali dei costi che vanno a gravare sulle attività produttive; di tenere ben distinti il tributo relativo alla copertura dei costi del servizio di smaltimento rifiuti, con i correttivi sopra indicati, e eventuali altre imposizioni di natura patrimoniale per la copertura di servizi a carattere generale.  
   
   
FVG, AUTONOMIE LOCALI: I LAVORI DEL CONSIGLIO  
 
Trieste, 29 ottobre 2013 - Si è riunito ieri a Udine il Consiglio delle Autonomie Locali (Cal), per esaminare alcuni provvedimenti della Giunta regionale. Con 14 voti è stato concesso parere unanimemente favorevole alla deliberazione della Giunta concernente il Regolamento per il trasferimento e l´utilizzo delle risorse destinate al finanziamento delle azioni 2 e 3 del programma di attuazione degli interventi della Regione a favore dei malati di sclerosi laterale amiotrofica (Sla). Tale provvedimento, che è stato illustrato dall´assessore alla Salute, Maria Sandra Telesca, ha l´obiettivo di risolvere alcune disomogeneità di trattamento dei malati. Il Consiglio delle Autonomie non ha invece raggiunto l´intesa sullo schema di disegno di legge che reca la Disciplina delle elezioni comunali e modifiche alla Legge regionale 28/2007 in materia di elezioni regionali, a seguito di una discussione che ha avuto come fulcro il limite massimo dei due mandati per i sindaci. Restrizione che entrerà in vigore immediatamente rispetto alla richiesta di parte del Cal di posticipare la decorrenza al 2018. L´assessore alla Funzione pubblica, autonomie locali e coordinamento delle riforme, Paolo Panontin, ha ricordato in proposito che questa limitazione viene introdotta dalla riforma del sistema elettorale al fine di bilanciare il potere che l´elezione diretta assegna agli amministratori locali. L´assessore Panontin ha comunque assicurato i presenti che in sede di approvazione definitiva del Ddl, spiegherà ai colleghi della Giunta regionale le diverse posizioni espresse durante il dibattito odierno. Alla luce del delinearsi di una riforma complessiva del sistema delle Autonomie Locali, Panontin ha infine anticipato che intende illustrarne in una prossima seduta del Cal i contenuti delle linee guida, assieme alla presidente della Giunta regionale, Debora Serracchiani, e al presidente della V Commissione del Consiglio regionale Vincenzo Martines. Parallelamente ha annunciato che nella prossima seduta del Consiglio delle Autonomie, che si dovrebbe svolgere il 6 novembre, illustrerà, sempre assieme alla presidente Serracchiani, le linee guida della Finanziaria della Regione per il prossimo anno.  
   
   
CONFERENZA NEMETRIA, PRESIDENTE REGIONE UMBRIA MARINI: EMERGENZA SOCIALE CHE VA CONTRASTATA CON POLITICHE SVILUPPO LOCALE  
 
Foligno, 29 ottobre 2013 - "Viviamo in una fase della storia del nostro Paese davvero difficile e molto complessa. Soprattutto per i lavoratori, le loro famiglie, le imprese. Difficoltà che in Umbria, regione dove è forte la presenza delle piccole e medie imprese, avvertiamo in maniera particolare. E ciò sta determinando una vera e propria emergenza sociale". Lo ha affermato la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, nel suo saluto ai partecipanti alla Xxii Conferenza di Nemetria, che si è svolta il 25 ottobre a Foligno e che quest´anno ha avuto come tema "Le priorità: il lavoro, lo sviluppo, la crescita dei sistemi". "Purtroppo - ha detto - la leva degli ammortizzatori sociali, che sin qui abbiamo utilizzato e che è servita quantomeno a mitigare i pesantissimi effetti negativi della crisi economica, rischia di non essere sufficiente. Ma il problema ancor più serio, accanto a quello della crisi del mercato del lavoro, è quello che riguarda i giovani e le loro prospettive. Per questo dico al Governo: come possiamo restituire fiducia e speranza ai giovani?". La presidente Marini ha quindi colto l´occasione per sottolineare un aspetto che a suo giudizio meriterebbe maggiore attenzione: "In questi ultimi anni - ha affermato - abbiamo giustamente posto particolare attenzione al tema delle regole del mercato del lavoro. Non altrettanto però si è fatto sul versante della elaborazione e realizzazione di politiche che incentivassero la creazione del lavoro. Insomma, sono mancate politiche di sviluppo, soprattutto in direzione dello sviluppo locale e territoriale". "Non possiamo quindi perdere l´occasione della nuova programmazione dei fondi comunitari: saranno queste - ha concluso la presidente - le uniche risorse che avremo a disposizione per mettere in atto serie politiche di sviluppo locale che ci possano aiutare a fronteggiare una situazione economica ed occupazionale molto difficile, e per scongiurare l´aggravarsi della già seria emergenza sociale che si vive nel Paese".  
   
   
CALABRIA: EFFETTUATI PAGAMENTI DALLA RAGIONERIA GENERALE PER CIRCA 18,5 MILIONI DI EURO  
 
Catanzaro, 29 ottobre 2013 - La Ragioneria Generale della Regione ha effettuato nel corso di questa settimana pagamenti per circa 18,5 milioni di euro. L’importo più consistente, che ammonta a 6.8000.000 euro, è relativo ai Progetti Integrati di Sviluppo Urbano (Pisu) e riguarda in particolare alcuni interventi nell’area urbana di Gioia Tauro. La somma erogata corrisponde alla seconda anticipazione del 40% sull’importo finanziato a valere sul Por Fesr 2007-2013. Prosegue poi, con un pagamento di 1.500.000 euro, l’erogazione a vantaggio dei Comuni beneficiari dei finanziamenti dei Progetti Integrati di Sviluppo Locale (Pisl) secondo questa attribuzione: 79.000 euro al Comune di Belvedere Spinello; 78.000 euro al Comune di Bianco; 69.000 al Comune di Cotronei; 100.000 euro a Davoli; 78.000 a Domanico; 79.000 al Comune di Mesoraca; 60.000 a Miglierina; 100.000 a Oppido Mamertina; 85.000 a Pentone; 160.000 a Rocca di Neto; 100.000 al Comune di S.andrea Apostolo dello Jonio; 73.000 a San Demetrio Corone; 100.000 euro a San Sostene; 99.000 a Scandale; 50.000 euro a Soveria Mannelli; 70.000 a Terranova da Sibari; 60.000 euro a Terranova Sappo Minulio; 60.000 a Vaccarizzo Albanese. La somma di 1.100.000 euro viene invece destinata alla realizzazione dei Piani Integrati Territoriali, un complesso di azioni intersettoriali per lo sviluppo del territorio. Nell’ambito dei Pit, le risorse vengono così assegnate: 31.595 euro al Comune di Bagaladi; 163.351 euro a Bagnara Calabra; 30.349 a Caloveto; 55.218 a Castrovillari; 38.645 euro a Cellara; 51.491 alla Comunità Montana Silana; 136.894 a Corigliano Calabro; 115.411 a Lamezia Terme; 38.506 a Melissa; 112.036 euro a Rende; 24.258 a Rota Greca; 58.769 a San Marco Argentano; 63.919 a Seminara; 60.369 euro a Soverato; 46.340 a Verbicaro e infine 71.309 euro a Zaccanopoli. Su disposizione del Dipartimento Attività Produttive, la somma di circa 3,2 milioni di euro è stata destinata al pagamento delle royalties, ovvero le somme derivanti dalla coltivazione di idrocarburi. La somma di 3,7 milioni di euro del Por Fse 2007/2013 è stata liquidata su disposizione del Dipartimento Lavoro, mentre un milione di euro a valere sul Por Fesr è stata pagato per il dipartimento Lavori Pubblici. Alle strutture sociali che operano in Calabria vengono versati 700.000 euro e infine 400.000 euro del Por Fesr vengono utilizzati per effettuare pagamenti vari del Dipartimento Personale settore Economato. “Prende forma una Calabria più ricca di infrastrutture e servizi – ha dichiarato l’Assessore Mancini - in cui i progetti non vengono solo annunciati ma diventano opportunità concrete e tangibili, messe a disposizione delle famiglie, delle imprese e degli enti locali”.  
   
   
SEU–SERVIZIO EUROPA, LAVORO E STAGE RETRIBUITI PER TUTTI I 30 ALLIEVI  
 
Perugia, 29 ottobre 2013 - Hanno preso avvio tutti i trenta tirocini organizzati dal Seu-servizio Europa nell´ambito dei due percorsi formativi in "Esperto per la progettazione europea per lo sviluppo economico locale" e in "Politiche e Diritto dell´Unione europea per le imprese". Le esperienze di tirocinio, realizzate con il contributo del Fondo Sociale Europeo e della Regione Umbria, avranno una durata di sei mesi, con una retribuzione mensile. I trenta ragazzi che hanno preso parte ai Corsi potranno accrescere, in questo modo, le proprie competenze professionali. Si conferma il fondamentale ruolo svolto dal "Seu" per i giovani umbri ai quali, grazie a tali esperienze, viene offerta una vera opportunità con l´augurio che possa rapidamente tradursi in concrete opportunità di lavoro e dare avvio a brillanti carriere. "Un sincero apprezzamento - sottolinea Alberto Naticchioni, amministratore unico del Seu e della Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica - a coloro che hanno offerto a questi giovani la possibilità di intraprendere un concreto percorso di formazione e pratica sul campo, confrontandosi sui temi chiave per il processo d´innovazione e competitività che coinvolge l´Umbria in Europa, soprattutto alla vigilia dell´avvio della nuova programmazione 2014-2020". "Un ringraziamento particolare - prosegue Naticchioni - va alla Regione Umbria, che ha creduto e continua a sostenere finanziariamente lo svolgimento di questi due progetti, e a Sviluppumbria che, in qualità di socio di riferimento del Seu dal 2010, ne promuove e incoraggia le attività di diffusione e di informazione sulle opportunità ed i programmi europei". Il Seu-servizio Europa si è impegnato con tutto il suo staff ad individuare diverse e prestigiose sedi di tirocinio, tra cui in Umbria: Legacoop, Brunello Cucinelli Spa, Urbani Tartufi, Confcooperative, il Centro Estero Umbria e Landscape. In Italia: Agenzia per la Ricerca Europea di Roma (Apre), Rete di imprese Recite e Rete Unilab di Torino, T33 di Ancona, Metropoli (Azienda Speciale della Camera di Commercio) di Firenze, Ineuropa di Modena, Fondazione Democenter - Sipe di Modena, Tecnostruttura delle Regioni per il Fondo Sociale Europeo di Roma, Fondazione Eni Mattei di Milano, Transcrime presso l´Università di Trento, Gea Coop di Padova. In Europa: Unterallgàu Aktiv Gmbh in Baviera, Geie Cecotti-interreg-ivc in Francia, Paragoneurope a Malta. A Bruxelles: Cnr, Europe for Business, Unioncamere, Paragoneurope, Studio Legale Bonelli Erede e Pappalardo Associati e Metagroup. Il Seu ha inoltre deciso di programmare ulteriori attività formative ed informative da tenere a partire dal prossimo mese. In particolare, a novembre è in programma il seminario "L´europa che verrà: le politiche per lo sviluppo ed il lavoro", organizzato insieme alla Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica in collaborazione con l´Anci Umbria. Sarà l´occasione per approfondire temi centrali delle politiche europee di crescita e rilancio dell´economia e di sviluppo di strumenti anche innovativi per stimolare l´occupazione e l´adattamento delle risorse umane ai mutamenti e tendenze del mercato del lavoro alla vigilia del prossimo avvio della programmazione comunitaria 2014-2020.  
   
   
GENOVA, CRISI: DALL’INIZIO DELL’ANNO 100MILA GIOVANI HANNO RISPOSTO METTENDOSI IN PROPRIO IN NOVE MESI NATE 296MILA AZIENDE, UNA SU TRE È ‘UNDER 35’  
 
Genova, 29 ottobre 2013 – La voglia di provarci resta forte nei giovani alle prese con la crisi. Dall’inizio dell’anno, un vero e proprio esercito di italiani ‘under 35’ ha deciso di tentare la carta dell’impresa scegliendo, come si diceva una volta, di mettersi ‘in proprio’. Delle quasi 300mila imprese nate tra l’inizio dell’anno e la fine di settembre, infatti, oltre 100mila (il 33,9%) hanno alla guida uno o più giovani con meno di 35 anni di età[1]. La culla di questa vitalità imprenditoriale è il Sud, dove ha sede il 38,5% delle nuove imprese giovanili, con quasi 40mila attività aperte in nove mesi. I settori in cui i giovani sembrano individuare le maggiori possibilità di successo sono quelli del commercio (dove opera il 20,5% delle neo-imprese giovanili), delle costruzioni (9,4%) e dei servizi di ristorazione (5,6%). Nella grande maggioranza dei casi (il 76,8%) si tratta di imprese individuali, la forma più semplice - ma anche la più fragile - per operare sul mercato; il 15,6% ha scelto invece la forma della società di capitale, più idonea a sostenere progetti di sviluppo anche ambiziosi. La foto sull’imprenditoria giovanile è stata presentata oggi in occasione della 138ma Assemblea di Unioncamere – in corso a Genova – insieme ai dati sulla natalità e mortalità delle imprese relativi al terzo trimestre del 2013 secondo Movimprese, la rilevazione condotta da Infocamere sulla base del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio. Tutti i dati, come di consueto, sono disponibili all’indirizzo www.Infocamere.it. “C’è una generazione di giovani che non si rassegna a lasciare l’Italia per costruirsi un futuro” ha detto il Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello “né si arrende al vento della protesta ma si rimbocca le maniche e guarda con coraggio al domani. Sono giovani che escono dal mondo della scuola ma anche, spesso per colpa della crisi, dal mondo del lavoro e che hanno trovato la forza di puntare su un’idea e sulle proprie competenze. A questi italiani dobbiamo intanto dire grazie per l’esempio che danno. Ma soprattutto dobbiamo creare le condizioni per aiutarli a realizzare il loro progetto di vita. I dati dicono che sono soprattutto micro e piccole imprese individuali, moltissime delle quali al Sud: due condizioni difficili per affermarsi. Per sostenerli abbiamo il dovere di dare loro un paese più moderno e quindi digitalizzato, più efficiente e perciò più credibile e capace di attrarre intelligenze e investimenti, più meritocratico e dunque più libero e rispettoso delle persone, capace di valorizzare le loro competenze nell’interesse di tutti.” L´imprenditoria Giovanile E La Crisi Nel complesso, il contributo dei giovani è stato determinante in questi mesi per consentire all´Azienda Italia di mantenere in attivo - seppur di poco - il bilancio tra aperture e chiusure di imprese. Tra gennaio e settembre, infatti, il consuntivo tra iscrizioni e cessazioni ai registri delle Camere di commercio ha fatto registrare un saldo attivo per 7.668 unità. Dopo il pesante deficit del primo trimestre (chiuso con un saldo di -31mila imprese) e il recupero del trimestre aprile-giugno (+26mila), alla fine di settembre il saldo tra aperture e chiusure di imprese è tornato in campo positivo grazie alle quasi 13mila imprese in più rilevate nel trimestre estivo. Il dato luglio-settembre è tuttavia il meno brillante degli ultimi dieci anni e conferma le forti tensioni sul mondo delle imprese; in particolare di quelle artigiane che, come nell´estate 2012, chiudono il trimestre con il segno meno. Sebbene fiaccata da oltre un lustro di crisi, la vitalità del tessuto imprenditoriale italiano mostra dunque una notevole resilienza e, in particolare, una significativa tenuta della sua componente giovanile. Pur rappresentando poco più del 10% di tutte le imprese oggi iscritte alle anagrafi camerali, le imprese guidate da giovani con meno di 35 anni contribuiscono infatti per oltre il triplo di questo valore (esattamente il 33,9% nei primi nove mesi del 2013) all’afflusso di nuove forze imprenditoriali nel tessuto economico del paese. Una leva essenziale per contrastare le cessazioni di attività che, in questi anni, sono significativamente aumentate assottigliando progressivamente il saldo delle nuove forze imprenditoriali. Dopo il Sud (di cui si è detto) l’area geografica in cui il contributo dei giovani imprenditori al flusso di iscrizioni appare maggiore è il Centro (32,6% la quota di imprese giovanili sul totale delle iscrizioni rilevate nel periodo gennaio-settembre di quest’anno), mentre nelle due circoscrizioni settentrionali il valore si è attestato intorno al 30% (30,7 nel Nord-ovest e 29,7 nel Nord-est). Nella scelta della forma giuridica per la loro impresa, i giovani hanno fatto meno uso della forme di capitali (preferite soltanto nel 15,6% dei casi, a fronte di una media complessiva del 20,9%), preferendo – come già ricordato - la più semplice forma di impresa individuale, adottata dal 76,8% delle nuove imprese ‘under 35’. Una spiegazione di questa minore propensione a nascere più strutturati risiede, probabilmente, nella tipologia dell’attività economica scelta. Come accennato, dall’analisi per settori emerge come le iscrizioni di imprese giovanili si concentrino in modo più consistente nel commercio, nel’edilizia e nei servizi di alloggio e ristorazione. Presi insieme, questi tre settori hanno raccolto il 30% di tutte le nuove imprese giovanili aperte nei primi nove mesi dell´anno. Soffermandosi sui primi 10 settori tra quelli preferiti dai giovani imprenditori, quello in cui risulta maggiore il loro contributo al flusso complessivo di nuove imprese è quello delle Attività dei servizi finanziari, dove un´impresa su due - tra quelle aperte da gennaio a settembre - è ´under 35´. Molto attraenti per i giovani si dimostrano anche il settore delle Altre attività di servizi per la persona (46,4% la componente delle iscrizioni ‘under 35’) e quello del commercio al dettaglio (43%). Da un punto vista territoriale, la mappa dell´imprenditoria giovanile a fine settembre di quest´anno evidenzia un´incidenza di aziende di questo tipo relativamente più forte nelle province del Mezzogiorno, prima fra tutte la Calabria. La provincia a maggior incidenza di imprese giovanili sul totale (il 16,8%) è infatti Vibo Valentia, seguita da vicino da Crotone (16,6%) e da Reggio Calabria (quarta con il 16,1%). La prima provincia del centro è Frosinone (in 17ma posizione, con il 13,4%) mentre per trovare una provincia settentrionale bisogna scorrere la classifica fino alla 34ma posizione, occupata da Novara con l´11,3%. All´altro estremo della graduatoria, le province in cui le imprese guidate da giovani sono meno presenti sono Trieste (ultima con solo il 7,4%), seguita a pari merito da Pordenone e Bolzano (7,5%). Le imprese giovanili nel 2013 - Principali Indicatori Iscrizioni di imprese per area geografica e forma giuridica nel periodo gennaio-settembre 2013 Totale imprese e imprese giovanili - Valori assoluti e percentuali
Totale iscrizioni gennaio-setembre 2013 di cui: imprese giovanili
Area Geografica Val. Ass. Val. Ass. Comp. % Quota % su totale iscrizioni dell’area
Nord-ovest 76.764 23.582 23,5% 30,7%
Nord-est 55.524 16.474 16,4% 29,7%
Centro 66.390 21.657 21,6% 32,6%
Sud e Isole 97.330 38.608 38,5% 39,7%
Italia 296.008 100.321 100,0% 33, 9%
Forma Giuridica
Societa´ di capitale 61.872 15.684 15,6% 25,4%
Societa´ di persone 27.414 5.829 5,8% 21,3%
Imprese individuali 192.221 77.023 76,8% 40,1%
Altre forme 14.501 233 0,2% 1,6%
Totale 296.008 100.321 100,0% 33,9%
Fonte: Unioncamere-infocamere, Movimprese Iscrizioni di imprese per divisioni di attività economica nel periodo gennaio-settembre 2013 Principali attività delle imprese giovanili e confronti con il totale delle imprese iscritte nel periodo Valori assoluti e percentuali
Divisioni di attività Totale iscrizioni di cui: imprese giovanili
Val. Ass. Val. % Incidenza % sul tot. Iscrizioni nel settore
Commercio al dettaglio 33.118 14.227 14,2% 43,0%
Lavori di costruzione specializzati 24.234 9.432 9,4% 38,9%
Commercio all´ingrosso 21.003 6.337 6,3% 30,2%
Attività dei servizi di ristorazione 13.647 5.642 5,6% 41,3%
Coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali 18.153 4.200 4,2% 23,1%
Attività ausiliarie dei servizi finanziari 7.161 3.588 3,6% 50,1%
Altre attività di servizi per la persona 5.822 2.704 2,7% 46,4%
Costruzione di edifici 6.498 2.194 2,2% 33,8%
Attività di supporto per le funzioni d´ufficio e altri se... 4.660 1.944 1,9% 41,7%
Attività di servizi per edifici e paesaggio 3.993 1.657 1,7% 41,5%
Totale prime dieci attività 138.289 51.925 51,8% 37,5%
Altro 157.719 48.396 48,2% 30,7%
Totale 296.008 100.321 100,0% --
Fonte: Unioncamere-infocamere, Movimprese Distribuzione provinciale delle imprese giovanili al 30.09.2013 Graduatoria per incidenza percentuale sul totale delle imprese in provincia
Provincia Incidenza % imprese giovanili su totale Val. Ass. Imprese giovanili Provincia Incidenza % imprese giovanili su totale Val. Ass. Imprese giovanili
Vibo Valentia 16,8 2.216 Cagliari 9,9 6.938
Crotone 16,6 2.837 La Spezia 9,8 2.044
Enna 16,4 2.503 Cuneo 9,8 7.074
Reggio Calabria 16,1 8.023 Varese 9,8 6.995
Caserta 15,9 14.294 Massa Carrara 9,7 2.200
Catanzaro 15,3 5.003 Sondrio 9,7 1.499
Palermo 14,9 14.641 Lucca 9,7 4.272
Catania 14,4 14.476 Rovigo 9,6 2.748
Agrigento 14,3 5.980 Arezzo 9,6 3.674
Caltanissetta 14,3 3.545 Verbano C.o. 9,6 1.319
Lecce 14,2 10.261 Ancona 9,6 4.518
Cosenza 14,0 9.230 Savona 9,5 2.972
Salerno 13,8 16.557 Lecco 9,5 2.568
Napoli 13,7 37.382 Como 9,5 4.730
Isernia 13,6 1.233 Imperia 9,4 2.509
Ragusa 13,4 4.710 Ascoli Piceno 9,4 2.325
Frosinone 13,4 6.193 Roma 9,3 43.127
Avellino 13,0 5.705 Perugia 9,3 6.833
Messina 12,9 7.793 Asti 9,2 2.316
Prato 12,9 4.321 Verona 9,2 9.011
Brindisi 12,8 4.696 Monza E Brianza 9,2 6.623
Benevento 12,6 4.376 Livorno 9,1 2.973
Bari 12,6 18.960 Fermo 9,1 2.058
Nuoro 12,5 3.436 Mantova 9,1 3.830
Siracusa 12,4 4.662 Siena 9,0 2.637
Foggia 12,4 8.952 Aosta 9,0 1.222
Trapani 12,2 5.753 Firenze 9,0 9.840
L´aquila 12,1 3.740 Trento 8,9 4.598
Latina 11,9 6.912 Belluno 8,8 1.446
Taranto 11,7 5.581 Alessandria 8,8 3.974
Matera 11,6 2.527 Biella 8,7 1.679
Rieti 11,5 1.750 Ferrara 8,7 3.200
Potenza 11,5 4.445 Pesaro E Urbino 8,5 3.564
Novara 11,3 3.584 Piacenza 8,5 2.626
Campobasso 11,3 2.936 Gorizia 8,4 918
Teramo 11,3 4.106 Padova 8,2 8.249
Lodi 11,1 1.946 Parma 8,2 3.876
Pescara 11,1 3.957 Genova 8,2 7.106
Viterbo 10,9 4.135 Grosseto 8,2 2.390
Vercelli 10,9 1.872 Vicenza 8,1 6.778
Torino 10,5 24.457 Rimini 8,1 3.313
Oristano 10,5 1.535 Venezia 8,1 6.290
Cremona 10,5 3.185 Modena 8,1 6.085
Pisa 10,4 4.504 Bologna 7,8 7.604
Brescia 10,4 12.638 Treviso 7,7 7.041
Pavia 10,4 5.086 Forli´-cesena 7,7 3.382
Terni 10,3 2.269 Milano 7,7 27.447
Bergamo 10,3 9.892 Udine 7,7 4.025
Reggio Emilia 10,2 5.760 Ravenna 7,6 3.136
Pistoia 10,2 3.354 Bolzano 7,5 4.339
Macerata 10,1 4.011 Pordenone 7,5 2.078
Sassari 10,1 5.610 Trieste 7,4 1.233
Chieti 10,0 4.597 Italia 10,5 637.359
Fonte: Unioncamere-infocamere, Movimprese La Nati-mortalita’ Delle Imprese Nel Iii Trimestre Del 2013 Il saldo tra aperture e chiusere di imprese nel trimestre estivo è stato pari a +12.934 unità e, come già ricordato, è il più basso in assoluto della serie degli ultimi dieci anni. A determinarlo hanno concorso 76.942 iscrizioni di nuove imprese (1.923 in più rispetto allo stesso trimestre del 2012) e 64.008 cessazioni di imprese esistenti (In aumento di 3.498 unità rispetto all´anno scorso). In entrambe i casi si tratta di valori che rispecchiano le difficoltà dell’economia reale del Paese. Per le iscrizioni si tratta del secondo peggior dato del decennio, appena migliore rispetto a quello dello scorso anno; stesso discorso per le cessazioni che hanno fatto segnare il secondo valore più alto della serie decennale, dopo quello record del 2007. Ancora una volta è il mondo artigiano a mostrare le sofferenze più acute: tra luglio e settembre il saldo tra aperture e chiusure di aziende artigiane è stato di 1.845 imprese in meno, il peggiore in assoluto degli ultimi dieci anni, segnalando un’approfondimendo della crisi del comparto. Guardando alle forme giuridiche, in termini assoluti la tenuta del saldo è da ascrivere alle società di capitali (+8.844 unità, il 68,4% di tutto il saldo) e alle altre forme (principalmente cooperative e consorzi, che crescono di 3.674 unità). Tra le imprese artigiane, l’arretramento è dato quasi per intero dalle ditte individuali (-1.587 unità, pari all’86% del saldo negativo). L’andamento territoriale della nati-mortalità nel terzo trimestre evidenzia saldi complessivamente positivi - o sostanzialmente stabili - in tutte le regioni, visto che i valori negativi fatti registrare da Trentino Alto Adige, Friuli Venezia giulia, Liguria e Umbria sono di entità statisticamente poco rilevante. Quanto alle imprese artigiane solo in Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige e Umbria si registrano piccoli saldi positivi, mentre per altre tre regioni (Lazio, Molise e Campania) il trimestre si è chiuso in sostanziale parità. Le contrazioni più rilevanti si registrano in Piemonte (-440 unità), Liguria (-295) e Veneto (-276). Tutti i settori - al netto dell’agricoltura che prosegue nel suo percorso di riduzione della base imprenditoriale, in gran parte determinato da fattori strutturali – fanno segnare saldi positivi o stabili. Gli incrementi maggiori in termini assoluti sono quelli del Commercio (+7.673 imprese), le Attività dei servizio id alloggio e ristorazione (+4.223) e il Noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (+2.461). In termini relativi,le attività più dinamiche appaiono quelle di Fornitura di energia (+3,67% nel trimestre), le Attività finanziarie e assicurative (+1,38%) e quelle Artistiche, sportive e di intrattenimento (+1,20%). Sostanzialmente stabili l’industria manifatturiera e quella delle costruzioni. Con riferimento alle sole imprese artigiane, tutto il saldo negativo è spiegato dalle contrazioni di soli tre settori: delle Costruzioni (-1.314 unità in tre mesi), delle Attività manifatturiere (-787) e dei Trasporti e magazzinaggio (-420). Fanno invece segnare una crescita apprezzabile il Noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese (414 imprese in più). * * *Nati-mortalita’ Delle Imprese Nel Iii Trimestre 2013 – Riepilogo Dei Dati Principali Tab.1-serie storica degli stock, delle iscrizioni, cessazioni(*), saldi e tassi di crescita delle imprese nel Iii trimestre di ogni anno
Anni Iscrizioni Cessazioni Saldo trimestrale Tasso di iscrizione Tasso di cessazione Tasso di crescita
Totale imprese
2004 82.972 52.218 30.754 1,39% 0,88% 0,52%
2005 84.551 56.726 27.825 1,40% 0,94% 0,46%
2006 78.920 58.670 20.250 1,29% 0,96% 0,33%
2007 83.716 68.524 15.192 1,36% 1,12% 0,25%
2008 80.483 60.125 20.358 1,32% 0,99% 0,33%
2009 79.488 61.314 18.174 1,31% 1,01% 0,30%
2010 85.220 55.593 29.627 1,40% 0,91% 0,49%
2011 77.443 57.610 19.833 1,27% 0,94% 0,32%
2012 75.019 60.510 14.509 1,23% 0,99% 0,24%
2013 76.942 64.008 12.934 1,27% 1,05% 0,21%
di cui artigiane
2004 27.336 19.082 8.254 1,89% 1,32% 0,57%
2005 27.640 20.315 7.325 1,89% 1,39% 0,50%
2006 26.209 19.053 7.156 1,78% 1,29% 0,49%
2007 29.896 23.893 6.003 2,01% 1,61% 0,40%
2008 27.432 20.082 7.350 1,84% 1,35% 0,49%
2009 23.429 21.756 1.673 1,58% 1,47% 0,11%
2010 23.302 19.755 3.547 1,59% 1,34% 0,24%
2011 20.642 19.147 1.495 1,41% 1,31% 0,10%
2012 18.833 20.247 -1.414 1,30% 1,40% -0,10%
2013 18.871 20.716 -1.845 1,33% 1,46% -0,13%
Fonte: Unioncamere-infocamere, Movimprese (*)Tutti i dati del presente comunicato sono calcolati al netto delle cancellazioni d’ufficio. Tab. 2 – Nati-mortalità delle imprese per forme giuridiche – Iii trimestre 2013
Formegiuridiche Iscrizioni Cessazioni Saldo Stock al 30 giugno 2013 Tassodi crescita Iii trim. 2013 Tassodi crescita Iii trim. 2012
Totale imprese
Societàdicapitali 15.401 6.557 8.844 1.430.064 0,62% 0,54%
Societàdipersone 5.764 6.009 -245 1.124.358 -0,02% 0,04%
Ditteindividuali 51.053 50.392 661 3.298.718 0,02% 0,16%
Altre forme 4.724 1.050 3.674 214.165 1,72% 0,64%
Totale 76.942 64.008 12.934 6.067.305 0,21% 0,24%
di cui artigiane
Società di capitali 1.204 808 396 61.833 0,64% 0,25%
Società di persone 1.845 2.551 -706 248.672 -0,28% -0,20%
Ditte individuali 15.698 17.285 -1.587 1.100.775 -0,14% -0,10%
Altre forme 124 72 52 4.575 1,14% 1,13%
Totale 18.871 20.716 -1.845 1.415.855 -0,13% -0,10%
Fonte: Unioncamere-infocamere, Movimprese Tab.3–nati-mortalità delle imprese perregioni – Iii trimestre 2013
Regioni Iscrizioni Cessazioni Saldo Stock al 30 giugno 2013 Tassodi crescita Iii trim. 2013 Tassodi crescita Iii trim. 2012
Totale imprese
Piemonte 5.518 5.422 96 457.202 0,02% 0,08%
Valle D´aosta 160 119 41 13.605 0,30% 0,46%
Lombardia 11.606 8.501 3.105 949.181 0,33% 0,27%
Trentino A.a. 1.252 1.266 -14 109.662 -0,01% 0,17%
Veneto 5.878 5.730 148 495.067 0,03% -0,02%
Friuli V.g. 1.236 1.246 -10 107.871 -0,01% 0,19%
Liguria 2.004 2.019 -15 165.572 -0,01% 0,20%
Emilia Romagna 5.643 5.266 377 470.323 0,08% 0,18%
Toscana 5.741 4.538 1.203 414.755 0,29% 0,28%
Umbria 1.123 1.169 -46 95.601 -0,05% 0,25%
Marche 2.095 1.909 186 175.810 0,11% 0,10%
Lazio 8.609 5.984 2.625 618.493 0,42% 0,15%
Abruzzo 1.891 1.725 166 149.378 0,11% 0,23%
Molise 389 269 120 35.007 0,34% 0,26%
Campania 8.258 5.727 2.531 560.009 0,45% 0,63%
Puglia 4.824 4.045 779 381.333 0,20% 0,29%
Basilicata 653 628 25 60.384 0,04% 0,13%
Calabria 2.146 1.616 530 178.749 0,30% 0,33%
Sicilia 5.786 5.041 745 461.697 0,16% 0,32%
Sardegna 2.130 1.788 342 167.606 0,20% 0,19%
Totale Italia 76.942 64.008 12.934 6.067.305 0,21% 0,24%
di cui artigiane
Piemonte 1.649 2.049 -400 130.937 -0,31% -0,13%
Valle D´aosta 58 49 9 4.094 0,22% 0,22%
Lombardia 3.222 3.241 -19 260.163 -0,01% -0,14%
Trentino A.a. 340 286 54 26.557 0,20% -0,05%
Veneto 1.847 2.123 -276 136.765 -0,20% -0,27%
Friuli V.g. 396 400 -4 29.524 -0,01% -0,01%
Liguria 610 1.005 -395 46.648 -0,85% 0,09%
Emilia Romagna 1.964 2.091 -127 138.091 -0,09% -0,09%
Toscana 1.794 1.905 -111 112.127 -0,10% -0,42%
Umbria 395 329 66 22.767 0,29% 0,01%
Marche 720 780 -60 49.294 -0,12% -0,06%
Lazio 1.706 1.672 34 101.545 0,03% -0,07%
Abruzzo 396 504 -108 34.366 -0,31% -0,15%
Molise 79 74 5 7.254 0,07% 0,42%
Campania 849 837 12 73.842 0,02% 0,17%
Puglia 959 1.110 -151 75.192 -0,20% 0,16%
Basilicata 128 160 -32 11.401 -0,28% -0,01%
Calabria 377 434 -57 35.346 -0,16% -0,05%
Sicilia 905 1.088 -183 80.887 -0,23% 0,09%
Sardegna 477 579 -102 39.055 -0,26% -0,21%
Totale Italia 18.871 20.716 -1.845 1.415.855 -0,13% -0,10%
Fonte:unioncamere-infocamere,movimprese Tab. 4 – Totale imprese per settori di attività economica – Iii trimestre 2013 Valori assoluti e variazioni percentuali sul trimestre precedente Graduatorie in ordine di numerosità del settore
Settori Stock al 30.09.2013 Quota% del settore sul totale Saldo trimestrale dello stock (*) Var. % trimestrale dello stock
Totale imprese
Commercio all´ingrosso e al dettaglio 1.549.633 25,53% 7.673 0,50%
Costruzioni 880.076 14,50% 556 0,06%
Agricoltura, silvicoltura pesca 791.304 13,04% -6.438 -0,81%
Attività manifatturiere 599.142 9,87% 267 0,04%
Attività dei servizi alloggio e ristorazione 409.694 6,75% 4.223 1,04%
Attivita´ immobiliari 285.768 4,71% 1.646 0,58%
Altre attività di servizi 231.752 3,82% 665 0,29%
Attività professionali, scientifiche e tecniche 196.956 3,24% 784 0,40%
Trasporto e magazzinaggio 175.829 2,90% 176 0,10%
Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supp. Alle imprese 166.274 2,74% 2.461 1,50%
Servizi di informazione e comunicazione 127.618 2,10% 686 0,54%
Attività finanziarie e assicurative 118.585 1,95% 1.620 1,38%
Attività artistiche, sportive, di intrattenimento 68.711 1,13% 816 1,20%
Sanita´ e assistenza sociale 35.749 0,59% 419 1,18%
Istruzione 27.059 0,45% 162 0,60%
Fornitura di acqua; reti fognarie, att. Di gestione dei rifiuti 10.940 0,18% 127 1,17%
Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria cond. 9.593 0,16% 340 3,67%
Estrazione di minerali da cave e miniere 4.620 0,08% -8 -0,17%
di cui artigiane
Costruzioni 555.735 39,32% -1.314 -0,24%
Attività manifatturiere 333.028 23,57% -787 -0,24%
Altre attività di servizi 185.286 13,11% 142 0,08%
Trasporto e magazzinaggio 96.148 6,80% -420 -0,43%
Commercio all´ingrosso e al dettaglio 87.197 6,17% 126 0,14%
Attività dei servizi alloggio e ristorazione 49.914 3,53% 78 0,16%
Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supp. Alle imprese 44.757 3,17% 414 0,93%
Attività professionali, scientifiche e tecniche 24.733 1,75% 46 0,19%
Servizi di informazione e comunicazione 11.733 0,83% 90 0,77%
Agricoltura, silvicoltura pesca 10.097 0,71% 16 0,16%
Attività artistiche, sportive, di intrattenimento 6.136 0,43% 11 0,18%
Fornitura di acqua; reti fognarie, att. Di gestione dei rifiuti 2.447 0,17% 1 0,04%
Istruzione 2.216 0,16% -1 -0,05%
Sanita´ e assistenza sociale 815 0,06% 6 0,74%
Estrazione di minerali da cave e miniere 789 0,06% -12 -1,50%
Attivita´ immobiliari 221 0,02% 13 6,25%
Attività finanziarie e assicurative 123 0,01% 5 4,24%
Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria cond. 84 0,01% -2 -2,33%
Fonte:unioncamere-infocamere,movimprese Riepiloghi Provinciali Totale Imprese – Iii trimestre 2013 Stock delle imprese registrate, iscrizioni, cessazioni, saldi e tassi di crescita trimestrali per province Graduatoria provinciale per tassi di crescita nel Iii trimestre 2013
Stock al 30 settembre 2013 Saldo Iii trimestre 2013 Tasso di crescita Iii trim. 2013 Tasso di crescita Iii trim. 2012 Stock al 30 settembre 2013 Saldo Iii trimestre 2013 Tasso di crescita Iii trim. 2013 Tasso di crescita Iii trim. 2012
Isernia 9.060 79 0,88% 0,47% Arezzo 38.183 60 0,16% 0,24%
Napoli 273.698 1.802 0,66% 0,87% Sondrio 15.463 24 0,16% -0,04%
Messina 60.236 360 0,60% 0,39% Ferrara 36.992 57 0,15% 0,22%
Vibo Valentia 13.218 69 0,52% 0,15% Viterbo 37.951 57 0,15% 0,19%
Milano 356.824 1.770 0,50% 0,42% Pistoia 33.007 49 0,15% 0,19%
Roma 463.516 2.283 0,50% 0,12% Avellino 43.911 64 0,15% 0,30%
Pisa 43.106 205 0,47% 0,27% V.c Ossola 13.736 20 0,15% -0,06%
 
   
   
FVG, LAVORO: 5,3 MILIONI DI EURO PER IL FINANZIAMENTO DEI PROGETTI DI PUBBLICA UTILITÀ  
 
Trieste, 29 ottobre 2013 - È stato approvato il 25 ottobre in via preliminare dalla Giunta regionale, su proposta dell´assessore al Lavoro Loredana Panariti, il Regolamento relativo all´assegnazione di finanziamenti alle Pubbliche Amministrazioni che promuovono l´inserimento lavorativo di persone disoccupate in progetti di Lsu-lavori di Pubblica Utilità. Per l´anno 2013 la Regione impegna per questo intervento 5,2 milioni di euro di fondi propri e 100.000 euro del Fse-fondo Sociale Europeo. Per l´anno 2013 il target di lavoratori individuato deve possedere uno stato di disoccupazione di durata non inferiore agli otto mesi e non deve percepire alcun tipo di ammortizzatore sociale né essere titolare di pensione assimilabile a reddito da lavoro. I progetti che possono essere presentati dalle Pubbliche Amministrazioni hanno la durata di otto mesi per 32 ore di lavoro settimanali, devono prevedere il numero di lavoratori coinvolti, la qualifica, il numero minimo di tutor con il compito di accompagnare l´inserimento lavorativo dei soggetti, la descrizione dei moduli formativi orientati alla sicurezza sul lavoro ed all´utilizzo delle attrezzature e le attività che verranno svolte dai lavoratori. Le Amministrazioni potranno presentare domanda di finanziamento a partire dalle ore 10.00 del 15 novembre alle ore 13.00 del 29 novembre 2013. Secondo gli uffici regionali potranno essere attivati sino ad un massimo di circa 250 posti di lavoro nei Comuni, nelle Province ed in altre Amministrazioni pubbliche del Friuli Venezia Giulia. I lavoratori potranno recarsi ai Centri per l´Impiego delle Province a partire dal 15 gennaio al 14 febbraio 2014 per iscriversi nelle apposite liste di disponibilità. Il Centro per l´Impiego formula le graduatorie dei lavoratori, una per ognuno dei tre settori di intervento (valorizzazione di beni culturali e artistici anche mediante l´attività di salvaguardia, promozione, allestimento e custodia di mostre, musei e biblioteche; custodia e vigilanza finalizzati a migliorare la fruibilità degli impianti sportivi, centri sociali, educativi o culturali gestiti dalle Amministrazioni Pubbliche; attività ausiliarie di tipo sociale a carattere temporaneo) graduando le posizioni in base alla durata dello stato di disoccupazione, all´età anagrafica, all´Isee, all´essere unico genitore presente nel nucleo con uno o più figli a carico. Tutti i progetti dovranno essere avviati con l´assunzione dei lavoratori entro il 30 aprile 2014. Lunedì prossimo (28 ottobre), il Regolamento verrà illustrato al Consiglio delle Autonomie Locali per il competente parere.  
   
   
LOMBARDIA: APPROVATO ´STIPENDIO´ MINIMO TIROCINANTI  
 
Milano, 29 ottobre 2013 - "Da oggi ci sarà un´indennità al tirocinante, in capo all´azienda ospitante, di almeno 400 euro mensili, la limitazione della durata a 6 mesi per tirocini di orientamento, 12 mesi per quelli finalizzati all´inserimento lavorativo, il divieto di reiterazione di tirocini da parte della medesima impresa e il fatto che il tirocinante non può essere utilizzato in sostituzione di lavoratori né per professionalità elementari e compiti ripetitivi". Sono queste le principali novità spiegate da Valentina Aprea, assessore all´Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia in merito ad una delibera approvata il 25 ottobre dall´Esecutivo regionale in merito alla gestione dei tirocini. I Tirocini - "La norma che abbiamo approvato - ha detto ancora Aprea - impone anche un limite al numero di tirocinanti per azienda: 10% del personale e collaboratori". "La Regione - ha concluso Aprea - sin dal 2006 ha promosso i tirocini formativi e di orientamento quale strumento per agevolare le scelte professionali e favorire l´inserimento e il reinserimento lavorativo per cui la nuova disciplina regionale ha introdotto alcune importanti novità".  
   
   
FVG, LAVORO: PROROGATE LE SITUAZIONI DI GRAVE CRISI OCCUPAZIONALE  
 
Trieste, 29 ottobre 2013 - La Regione ha avviato la procedura, prevista dalla legge regionale 18 del 2005, per prorogare i piani di gestione delle situazioni di grave difficoltà occupazionale in scadenza a fine anno, in base a quanto concordato nell´ultima seduta del Tavolo di concertazione. A comunicarlo è l´assessore regionale al Lavoro Loredana Panariti che su questo argomento ha presentato il 25 ottobre una relazione in Giunta. Il Tavolo di concertazione ha accolto la proposta dell´assessore regionale prolungando fino al 31 dicembre 2014 le situazioni di grave difficoltà occupazionale con riferimento a tutti i settori in scadenza il 31 dicembre prossimo. È stato altresì condiviso, per razionalizzare l´attuale situazione, di riunire in un´unica dichiarazione tutti i settori riconducibili al comparto manifatturiero regionale, attualmente oggetto di dichiarazioni autonome. Pertanto, l´assessore al Lavoro provvederà a dichiarare la situazione di grave difficoltà occupazionale del comparto manifatturiero nel territorio regionale, nella quale risulteranno assorbite le situazioni dei seguenti settori: tessile regionale; Distretto della Sedia in provincia di Udine; elettronica regionale; legno e arredamento in provincia di Gorizia; legno e arredamento in provincia di Pordenone; chimica regionale; meccanica regionale; occhialeria regionale; fabbricazione di mezzi di trasporto regionale; siderurgia regionale. L´assessore provvederà inoltre a dichiarare la permanenza di altre situazioni di grave difficoltà occupazionale, sia regionali (commercio zone di confine; territori montani province di Udine e Pordenone; autotrasporto/spedizionieri/logistica; edilizia; pesca marina), sia provinciali (area del Sanvitese).  
   
   
GIOVANI: LA RICERCA DEL LAVORO È SEMPRE PIÙ SOCIAL PRESENTATI A MILANO I RISULTATI DELLA RICERCA “DALLA SCUOLA AL LAVORO, ATTRAVERSO I SOCIAL”.  
 
Milano, 29 ottobre 2013 – Le agenzie per il lavoro conservano un ruolo da protagonisti, ma in Italia chi ha meno di 30 anni e vuole lavorare si rivolge al web, consultando i siti dedicati alla domanda e all´offerta di lavoro, i siti aziendali e – ultimi ma non ultimi – i social network. Su Linkedin – primo per gradimento ed efficacia – e su Facebook le pagine e i profili aziendali, che le imprese curano e aggiornano dedicandovi sempre più tempo e risorse (non solo economiche), sono gli spazi da monitorare per poter intercettare gli annunci giusti. E proporsi per le posizioni in linea con il proprio profilo non è una perdita di tempo: 1 volta su 4 le candidature ottengono risposta. Questi, in sintesi, i risultati emersi dalla Ricerca “Dalla scuola al lavoro, attraverso i social” che Fondazione Sodalitas – in collaborazione con Randstad Italia – ha realizzato per capire come i giovani italiani tra i 18 e i 30 anni utilizzano i social network per cercare lavoro e se li ritengono spazi efficaci a questo scopo. La presentazione della ricerca è avvenuta nell´ambito della 4^ edizione annuale di Scopritalenti, la giornata durante la quale i giovani distintisi durante i corsi Giovani&impresa di Fondazione Sodalitas possono sostenere colloqui conoscitivi con un pool di Aziende leader di mercato. Per il 2013 hanno aderito all´iniziativa 40 ragazzi e 10 imprese: Abb Italia, Certiquality, Gam Edit, Italcementi, Leroy Merlin, Randstad Italia, Sandvik Italia, Schindler, Sma, Società Reale Mutua di Assicurazioni. “Dalla scuola al lavoro, attraverso i social”: il campione - La ricerca di Fondazione Sodalitas e Randstad Italia ha raggiunto 700 giovani - donne nel 63,8% dei casi, uomini per il restante 36,2% - soprattutto tra i 26 e i 30 anni (il 64,8%), ma anche tra i 22 e i 25 anni (25,2%) e tra i 18 e i 21 anni (10%). Il profilo formativo dei rispondenti è di livello medio-alto: il 32,7% ha conseguito una laurea di primo livello; il 41,5% una laurea di secondo livello (o vecchio ordinamento); l´8% un master o un dottorato di ricerca. Facebook per svago, Linkedin per lavoro - Il social network più utilizzato tra i giovani italiani under 30 risulta Facebook (85,6%), cui seguono Linkedin (53,5%) e Twitter (19,6%). Quando però bisogna cercare lavoro è a Linkedin che ci si rivolge nella maggior parte dei casi (77,3%). Facebook (21%) e Twitter (1,7%) sono avvertiti molto meno come spazi da monitorare a questo scopo. Le offerte disponibili sui social sono rivolte soprattutto a professionisti con molta esperienza (63,3%) più che a profili junior (31,3%) o a giovani senza esperienza (5,5%). I social nella loro totalità però, per quanto utilizzati in misura sempre maggiore per intercettare le offerte delle aziende, non sono ancora la prima scelta dei giovani. A loro sono preferiti i siti dedicati alla domanda e offerta di lavoro (86,7%), le agenzie per il lavoro (84,3%), i siti aziendali (70,4%) e i portali che le aziende dedicano completamente alle opportunità di carriera al proprio interno (56,2%). Cercare lavoro sui social funziona, ma bisogna saperlo fare - Chi utilizza i social network per cercare lavoro (il 47,2% del campione) li ritiene canali efficaci nel 52,4% dei casi. Ma non basta connettersi per riuscire a trovare quel che si desidera. Vanno monitorate soprattutto le pagine e i profili aziendali (84,5%), più che i gruppi (42,2%) o gli spazi di discussione su temi e competenze vicine alla propria formazione (28,3%). Una volta individuati i contesti e gli annunci giusti, inviare la propria candidatura può dare soddisfazione. Oltre a chi (il 63,3% del campione) si è semplicemente proposto per una offerte di lavoro non avendo ancora avuto riscontri, c´è chi grazie ai social è stato contattato per dei colloqui (26,6%), ha trovato uno stage (4%), ha potuto accedere ad uno stage che poi è proseguito (1,6%) oppure ha trovato direttamente lavoro (4,4%). Gli identikit dei candidati social - Linkedin, Facebook e Twitter su molti fronti non si assomigliano, come non si assomigliano i giovani tra i 18 e i 30 anni che li frequentano per cercare lavoro. Linkedin è frequentato soprattutto da donne (54,2%) anche se in misura minore rispetto agli altri social, ed attrae persone con un profilo formativo più alto. Lo utilizza soprattutto, infatti, chi è in possesso di una laurea di secondo livello (51,5%). Chi si candida attraverso Linkedin ottiene riscontri (appuntamenti per colloqui, stage, stage con un seguito, inserimenti diretti) con una frequenza maggiore (31,6%) rispetto a Facebook (22,4%) e Twitter (0%). Facebook è ritenuto efficace dai diplomati (38,6%) in misura molto maggiore rispetto agli altri canali (Linkedin 5,5%; Twitter 14,3%) ed è il social con la percentuale più alta di candidati che, dopo aver risposto ad un annuncio, hanno ottenuto subito un inserimento (il 6,6%, contro il 2,7% su Linkedin e lo 0% su Twitter). Twitter è frequentato soprattutto da uomini (57,1%) in possesso di una laurea di primo livello (71,4%). Mentre su Linkedin risultano più numerose le offerte di lavoro per professionisti con molta esperienza (53,5%), su Twitter ci si imbatte soprattutto in ricerche per profili junior (57,1%), ma l´esperienza non risulta soddisfacente. Nessuno dei rispondenti infatti ha dichiarato di aver ottenuto, attraverso Twitter, risposte alle proprie candidature. I social per le imprese: nuovi modi di fare recruiting - Coerentemente con quanto rilevato dalle statistiche mondiali – secondo i dati 2013 diffusi da The Website Marketing Group sono almeno 2,6 milioni le aziende iscritte a Linkedin, dove vengono caricati 2 nuovi profili ogni secondo - le 10 imprese intervenute oggi a Scopritalenti, pur con le proprie specificità, hanno confermato che essere sui social non solo è importante, ma è anche efficace, perchè permette di entrare in contatto con i professionisti giusti e in tempi rapidi. Anche se certamente i social (Linkedin su tutti) da soli non bastano. Istud: l’approccio alla mobilità internazionale dei giovani - Durante la giornata Scopritalenti Istud ha presentato in anteprima i primi risultati della propria Ricerca “Y-ers ready for work around the world”. La rilevazione, focalizzata sul biennio 2011-2013, è stata realizzata per esplorare gli orientamenti e le motivazioni dei giovani rispetto alla mobilità lavorativa internazionale nonché comparare l’approccio alla mobilità internazionale tra giovani di differenti nazionalità. La ricerca evidenzia come i giovani italiani facciano più fatica rispetto agli altri ad allontanarsi dal contesto familiare (il 57,1% di loro vive in famiglia, contro il 39,2% dei ragazzi stranieri) ma, allo stesso tempo, preferirebbero – nel futuro – lavorare all´estero più degli altri (il 41,5% contro il 27,4%) per poter accedere ad opportunità professionali migliori e meglio retribuite, affinare la conoscenza delle lingue e sperimentare culture lavorative più meritocratiche. “Estero” però non significa ovunque: ci sono condizioni e motivazioni che ridimensionerebbero, tra i giovani italiani, questa disponibilità a spostarsi. Tra le più diffuse la limitazione della libertà personale (29,1%), le abitudini e gli stili di vita (23,8%) e la distanza culturale (17,2%). Lavorare per una multinazionale resta il sogno della maggior parte dei giovani (39,3%) più che avviare una propria attività imprenditoriale (15,9%) o praticare la libera professione (13,1%).  
   
   
SARDEGNA: ARTIGIANATO, AL VIA BANDO L. 12 APPRENDISTATO  
 
Cagliari, 29 ottobre 2013 - Al via il nuovo bando per gli incentivi alle assunzioni di apprendisti artigiani previsti dalle legge 12/2001, una delle norme regionali (non solo tra quelle di settore) con i migliori riscontri negli ultimi 4 anni. Da oggi sino al prossimo 16 dicembre, le imprese artigiane potranno presentare all´assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio le domande per la concessione dei contributi per le assunzioni di apprendisti avvenute nel 2011, concessi sotto forma di aiuti "de minimis". La dotazione finanziaria destinata all’avviso pubblico è pari a 4 milioni e 455 mila euro. Imprese Beneficiarie. Il bando consentirà di liquidare alla maggior parte dei beneficiari una quota di contributo di due annualità pari a 6.197 euro per ciascun apprendista (€ 3.615,20 per il primo anno di attività, € 2.582,28 per il secondo). Lo snellimento delle procedure di istruttoria, già adottate anche per il penultimo bando (grazie alla delibera della Giunta regionale n. 34/24 del 7 agosto 2012), consente di poter concedere il contributo a tutte le aziende che hanno effettuato assunzioni nell’anno previsto dal bando, considerando imprescindibile soltanto la presenza della regolarità contributiva e della costanza del rapporto di lavoro per tutta la durata del contratto. Numeri Generati. Gli interventi attuati finora nell’ambito della legge 12/2001, con la pubblicazione dei bandi dal 2001 al 2010, ha consentito erogazioni per € 59.289.000,00 a favore di 6873 di imprese beneficiarie, che grazie ai finanziamenti regionali hanno assunto ben 8559 apprendisti, dei quali 2772 hanno conseguito la qualifica professionale e 767 sono stati finanziati per ulteriori due anni successivi all’acquisizione della qualifica. Per quanto riguardo il bando 2010: le domande accolte sono state 374, gli apprendisti assunti 428, il totale erogato € 2.483.473,00. Ottimi Riscontri. "Queste cifre - sottolinea l´assessore Luigi Crisponi - confermano pienamente l’ottimo funzionamento di una norma attesa e bene utilizzata delle imprese artigiane. Si tratta di uno strumento, ampiamente discusso con le associazioni di categoria, utile e prezioso per tutto il settore. Grazie al bando 2011 andiamo perfettamente a regime con la legge 12, un risultato che conferma anche l’utilità della semplificazione delle procedure amministrative. È una norma che ha finanziato quasi 60 milioni in 10 anni e consentito l´assunzione di circa 8600 apprendisti: un evidente e concreto esempio di buon funzionamento dell’Amministrazione regionale". Indirizzi. Le domande dovranno essere redatte utilizzando esclusivamente il nuovo schema dettato dalle direttive, approvate con delibera di Giunta n. 34/24 del 07/08/2012, reperibili su www.Regione.sardegna.it o presso l´Urp dell’assessorato del Turismo. E potranno essere trasmesse, a partire da oggi e non oltre il 16 dicembre 2013, con lettera raccomandata, al seguente indirizzo: Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio, Servizio Sostegno alle Imprese - viale Trieste 105 - 09123 Cagliari.  
   
   
FVG, MINORANZE: SERRACCHIANI, VOGLIAMO COSTRUIRE UNA CASA COMUNE  
 
Trieste, 29 ottobre 2013 - ´´La Regione Friuli Venezia Giulia è molto interessata a valorizzare e ad incrementare i rapporti internazionali con i vicini Paesi centro-europei e vuole costruire una casa comune in cui le minoranze siano una normalità´´. Lo ha affermato la presidente Debora Serracchiani all´incontro, svoltosi nel Palazzo della Regione a Trieste, con i rappresentanti degli sloveni in Austria, Ungheria e Croazia, in visita il 25 ottobre nel capoluogo regionale. L´incontro, valutato dagli ospiti come ´´segnale importante´´, ha confermato l´attenzione con cui la Giunta regionale segue le problematiche delle minoranze nazionali. Agli esponenti provenienti dalla regione Alpe-adria la presidente Serracchiani ha illustrato il ruolo attivo del Friuli Venezia Giulia nello sviluppo di un´intensa collaborazione nell´ambito delle Macroregioni Adriatico-ionica, Alpina e Danubiana. Nello specifico, la presidente ha dichiarato di voler intessere rapporti proficui anche con le autorità croate e ungheresi. Intanto, la prossima settimana si recherà in visita ufficiale a Klagenfurt, dove incontrerà il governatore carinziano Peter Kaiser. A metà novembre si terrà invece a Trieste l´incontro con l´assessore carinziano all´Ambiente, all´Energia e ai Trasporti Rolf Holub. Nell´ambito della visita, si terrà oggi pomeriggio un dibattito sul futuro delle comunità slovene, al quale parteciperà anche l´assessore regionale alla Cultura Gianni Torrenti.  
   
   
IMMIGRATI, TOSCANA: VALORIZZARNE E RICONOSCERNE LE COMPETENZE È LA PRIORITÀ  
 
Firenze, 29 ottobre 2013 – Individuare strumenti e modalità che permettano di utilizzare e valorizzare le competenze di chi, in possesso o meno di un progetto migratorio, decide di venire a vivere in Toscana e, più in generale, in Italia. Ed inoltre accoglienza, accompagnamento ed inserimento di studenti stranieri in percorsi accademici e di ricerca e riconoscimento delle competenze acquisite una volta rientrati nel paese di origine. Si è discusso di questi temi il 25 ottobreall´incontro dal titolo ´La presenza straniera qualificata in Toscana e in Italia nel contesto dell´Università e della ricerca e nel dibattito pubblico´, organizzato dalla Regione nell´ambito di Dire e Fare. "É utile interrogarsi – ha detto l´assessore al welfare Salvatore Allocca durante il suo intervento - sulle competenze possedute dagli immigrati che vengono a vivere da noi. Purtroppo l´economia italiana non utilizza e valorizza i cervelli: da un lato abbiamo i nostri, spesso costretti ad andare all´estero, dall´altro ci sono quelli che vengono da noi, per scelta o per altri motivi, e che non siamo in grado di trattenere. Oltre alla fuga dei cervelli, il brain drain, c´è anche lo spreco dei cervelli, il brain waste, che si ripercuote in termini negativi sia sulla nostra economia che su quella dei paesi di origine. Oggi invece si è parlato di progetti interessanti, che la Regione ha deciso di sostenere, realizzati in collaborazione con l´ateneo fiorentino ed un associazione di giovani, Icse & co., che promuovono invece il concetto di brain gain: il ritorno che un paese ottiene, in termini di rimesse ma anche di competenze una volta rientrati in patria". I progetti in questione per ora coinvolgono solo studenti albanesi ma l´obiettivo è di estenderli ad altre nazionalità. La Banca delle competenze è un altro progetto al quale la Regione sta lavorando. "Non punta a favorire l´incontro tra domanda e offerta – ha spiegato Allocca - quanto piuttosto a fornire una verifica oggettiva delle competenze presenti sul territorio ma che rischiano di non essere conosciute. Uno degli scopi dev´essere quello legato alla diffusione di un messaggio culturale che vada nella direzione di cancellare gli stereotipi legati all´immigrazione". Allocca ha quindi concluso sottolineando che "gli ostacoli posti da varie normative, non solo italiana ma anche europea, alla permanenza dei cervelli nel nostro paese esistono. Ma se questi possono essere in qualche modo aggiustati, da modificare è l´atteggiamento culturale che tende sempre a declinare il tema dell´immigrazione in un´ottica di sicurezza". In Italia, secondo i dati contenuti nel Vi Rapporto Emn (European Migration Network), l´incidenza degli stranieri sulla popolazione accademica totale rimane ancora piuttosto limitata rispetto ad altri Paesi europei: 1 cittadino straniero ogni 22 immatricolati, 1 ogni 26 iscritti complessivi, 1 ogni 37 laureati (oltre 7mila l´anno). Gli studenti internazionali nel 2012 secondo Ocse sono 1,7 milioni nei Paesi dell´Ue e 4,1 milioni nel mondo: 550mila in Gran Bretagna, 250mila in Germania e Francia e oltre 70mila in Italia. Nel periodo 2004-2012 gli studenti internazionali non comunitari in Italia sono più che raddoppiati: da quasi 23 mila sono passati a 52 mila. Aggiungendo i circa 6000 iscritti a corsi post laurea e i 4380 iscritti a corsi di alta formazione artistica, musicale e coreutica, superiamo quota 62 mila. Con i circa 17500 comunitari si arriva quasi 80 mila. Altri 20 mila sono gli studenti nord-americani che vengono per compiere un breve periodo di studio e circa 10 mila i sacerdoti, seminaristi e suore iscritti nelle strutture pontificie. Totale, circa 110 mila. Un terzo studia negli atenei di Toscana, Umbria e Lazio (Roma, Firenze, Pisa, Perugia e Siena) ma Bologna ha il maggior numero di iscritti non comunitari. La Sapienza di Roma e i Politecnici di Torino e Milano ne accolgono un quinto ma anche l´Università degli Studi di Firenze, con oltre 3.000 iscritti, esercita una forte attrazione. Fattori che ostacolano una maggiore presenza: programmazione dei flussi e incertezza del rilascio dei permessi di soggiorno per motivi di studio; difficoltà burocratiche per la concessione dei visti di ingresso; complesso meccanismo di riconoscimento dei titoli di studio conseguiti all´estero; scarso numero di borse di studio erogate; carenza di residenze universitarie; scarsa conoscenza della lingua italiana prima di venire in Italia. Anche la limitata diffusione di corsi in inglese (lo si fa in oltre 100 atenei) non aiuta. Il carente collegamento tra mercato occupazionale e sistema universitario ne impedisce invece la permanenza.  
   
   
UMBRIA A CONFERENZA REGIONALE IMMIGRAZIONE CGIL: "DOVEROSO RIVEDERE POLITICHE DI INTEGRAZIONE, CITTADINANZA PER ´IUS SOLI´ SEGNO DI DEMOCRAZIA"  
 
Perugia, 29 ottobre 2013 - "Un quinto dei minori nati negli ospedali umbri negli ultimi anni ha padre e madre stranieri, così come di provenienza straniera è il 7,5 per cento dei titolari delle nuove imprese umbre": lo ha ricordato il 25 ottobre la vicepresidente della Regione, Carla Casciari, intervenendo alla tavola rotonda su "I diritti di cittadinanza ai nuovi Italiani" che si è tenuta nell´ambito della prima conferenza regionale sull´immigrazione organizzata alla Domus Pacis di Santa Maria degli Angeli dalla Cgil dell´Umbria e dall´Inca. "Alla luce di questi dati - ha detto la vicepresidente - abbiamo il dovere di rivedere sia le politiche tradizionali di integrazione, sia gli strumenti che i patronati hanno strutturato nel tempo, partendo dal presupposto che, ormai, il ´problema´ da risolvere in materia di immigrazione non è più solo il rilascio del permesso di soggiorno". Casciari ha quindi ricordato che "il tema della cittadinanza per ´ius soli´ è attualissimo anche in Umbria, dove si conta una forte presenza di ragazzi nati in Italia e nella nostra regione che, pur condividendo tutto con i loro coetanei italiani, si trovano a subire delle limitazioni pesanti stabilite dalla legge, come ad esempio non poter partecipare a concorsi pubblici, solo perchè i loro genitori non sono nati in Italia". "La giunta regionale - ha riferito la vicepresidente Casciari - che, da sempre, ha sostenuto una politica di integrazione che parte dal basso, quindi dal riconoscimento dei diritti e dalla condivisione dei doveri, ha aderito alla campagna ´L Italia sono anch´io´ promuovendo, in collaborazione con l´Ufficio Scolastico regionale, nelle scuole superiori di secondo grado percorsi di conoscenza per dare notizia ai giovani stranieri di seconda generazione nati e residenti in Umbria, che la legge "91/1992" (art. 4 comma 2), permette loro di diventare cittadini italiani attraverso una semplice dichiarazione di volontà da rendere all´ufficiale di stato civile del proprio Comune di residenza, entro un anno dal compimento della maggiore età. Una possibilità questa - aggiunge - di cui molti giovani stranieri non sono a conoscenza, perdendo così un´opportunità fondamentale per la loro vita in termine di fruizione di diritti civili e lavorativi". Concludendo l´assessore Casciari ha sottolineato che "la rideterminazione del concetto di cittadinanza rappresenta una delle più importanti sfide di democrazia dei nostri tempi e la politica non può non farsi carico delle aspettative delle seconde generazioni di immigrati che, di fatto, sono italiani".  
   
   
CARCERI, ROSSI SCRIVE A NAPOLITANO E CANCELLIERI E LANCIA IL MODELLO TOSCANA  
 
Firenze 29 ottobre 2013 - Una lettera inviata al presidente Giorgio Napolitano e al ministro Annamaria Cancellieri e un´idea per cercare di risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri. Questo il tema dell´intervista al presidente della Regione Enrico Rossi pubblicata oggi dal Qn, che riproponiamo nella versione integrale (disponibile anche il documento in versione pdf): «Presidente, svuotiamo le carceri». La Toscana lancia l´idea-modello - «Ho Sentito il dovere di rispondere al messaggio inviato alle Camere dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, scrivendo a lui e al ministro della giustizia, Annamaria Cancellieri: se la proposta che faccio verrà accolta, nel giro di 6 mesi saranno avviati a misure alternative (arresti domiciliare o affidamento in prova) almeno 300 tossicodipendenti detenuti in Toscana». Preoccupato? No, Enrico Rossi è addirittura sconvolto dalle cifre che rimbalzano sul suo tavolo: gli istituti penitenziari di questa regione rischiano di esplodere. Hanno una capienza massima di 3.261 carcerati ma in realtà, ormai da tempo, registrano 4.168 presenze. Sovraffollamento inumano, oltre che pericoloso. Capace di forti stati di disagio, con forme di violenza incontrollabili. Fino ai suicidi. Ci sono 907 detenuti in più, di cui almeno 300 potrebbero uscire beneficiando delle misure alternative. Infatti, ben 1.186 reclusi sono conseguenza della legge Giovanardi-fini, che mette marijuana e hashish sullo stesso piano di cocaina ed eroina e reintroduce il limite di quantità, oltre il quale l´uso personale diventa spaccio. Rossi pensa che la revisione della Giovanardi-fini abbia più efficacia di un provvedimento di amnistia o indulto. Ma c´è il rischio che passi molto tempo prima che la maggioranza parlamentare che sostiene il governo Letta, così divisa sui temi della giustizia, possa trovare un faticoso accordo. Da qui la «mano tesa» della Toscana: l´iniziativa che, portava avanti insieme agli uffici regionali del Dap (Dipartimento dell´amministrazione penitenziaria) e al Ministero potrebbe trasferire i detenuti tossicodipendenti in strutture di accoglienza più adeguate. Con la collaborazione della Regione. Presidente Rossi, lo sa che in Parlamento giacciono varie proposte «svuota carceri»? «Sì, ma a quanti pestaggi e a quanti suicidi dovremmo ancora assistere prima che si faccia qualcosa di veramente concreto? C´è un´emergenza alla quale bisogna porre rimedio in tempi brevissimi. Anche le Regioni devono avvertire il richiamo di Napoletano: la Toscana è pronta a fare la sua parte e a farsi carico di un esperimento che potrebbe poi essere esportato in tutt´Italia». Ma a chi spetterebbe, praticamente, la decisione di avviare i detenuti tossicodipendenti alle misure alternative? «Il progetto dovrà essere costruito insieme al Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza. Ma naturalmente sarà il magistrato, in piena autonomia, valutare le condizioni giuridiche, caso per caso». Considerata la scarsità di spazi (mancano anche residenze protette per anziani e disabili) dove pensa di ricavare 300 posti per persone che, comunque, dovranno essere sorvegliate? «Almeno 30-40 posti saranno disponibili, già da novembre, in strutture gestite da organizzazioni aderenti al coordinamento delle comunità di accoglienza. Gli altri saranno progressivamente a disposizione anche fra quelle che abbiamo usato per l´emergenza profughi del Nord Africa. La Regione Toscana è disponibile ad assumersi gran parte delle spese di questo progetto che stimiamo possano raggiungere i 4 milioni l´anno». Ci sono molte emergenze in questo momento, compresa quella idrogeologica, che vede la Toscana periodicamente devastata da frane e alluvioni: perché lei mette in cima alla sua agenda il sovraffollamento delle carceri che è competenza dello Stato? «Per una questione di civiltà, oltre che di ordine pubblico. La Regione non può far finta di non vedere quello che succede a Sollicciano, a Livorno e in altri istituti di pena strapieni. Del resto, l´assistenza sanitaria è nostra. Noi interveniamo nelle carceri per fornire i materassi e il loro periodico rinnovo, oltre a un kit igienico per i detenuti. E a Firenze, alla Madonnina del Grappa fondata da don Facibeni, stiamo realizzando una casa famiglia per le mamme carcerate a Sollicciano, con l´obiettivo di ospitarle insieme ai loro bambini da zero a tre anni. Perché non è giusto che degli innocenti, così piccini, vivano da reclusi». Quale segnale aspetta dal ministro Cancellieri? «Che dia il via libera a un accordo di programma Ministero-regione Toscana. Entro qualche settimana si potrebbe fare il primo trasferimento di una trentina di detenuti. Penso che, nel giro di 6 mesi, 300 tossicodipendenti possano lasciare il carcere. Anche così si risponde allo spirito del messaggio di Napolitano». Sandro.bennucci@lanazione.net Spazi Saturi Gli istituti penitenziari toscani hanno una capienza di 3.261 unità, ma alla data del 30 giugno 2013 i detenuti presenti erano 4.168. Oltre il 50% di questi è composto da stranieri e 1.186 detenuti sono tossicodipendenti. Come «Sfoltire» L´iniziativa voluta e seguita dal governatore della Toscana in 6 mesi riduce di 300 il numero dei detenuti nelle carceri, e li trasferisce (per scontare la pena o comunque trascorrere il tempo in attesa di giudizio) in strutture di accoglienza più adeguate. Il Primo Passo Entro qualche settimana potrebbe diventare operativo un primo trasferimento di circa 30 detenuti in strutture di accoglienza ed entro alcuni mesi si potrebbe completare il trasferimento di tutti e 300 detenuti individuati.  
   
   
PUGLIA: SOSTEGNO AL REDDITO. SCADUTI I TERMINI, 4.200 DOMANDE  
 
 Bari, 29 ottobre 2013 - L’assessore al Lavoro, Leo Caroli, comunica che sono scaduti i termini per la presentazione delle domande di ammissione al “ Sostegno al reddito”. “Abbiamo ricevuto circa 4200 istanze in poche settimane - dichiara l’assessore Caroli - un risultato molto importante che, da un lato, conferma la bontà della misura in risposta al crescente bisogno di inclusione riveniente da quanti sono espulsi dal lavoro, rimangono privi di ammortizzatori sociali e, senza reddito, sono costretti ai margini del mercato del lavoro. E, dall’altro lato, dimostra la formidabile valenza del lavoro svolto dalla Rete dei Nodi (Centri per l’Impiego, patronati, caf, sindacati) di intercettazione del bisogno, di orientamento, di assistenza e presentazione delle domande. Siamo impegnati, entro la fine della prossima settimana, a pubblicare la graduatoria degli ammessi, prosegue l’assessore”. “Si tratta di migliaia di persone per le quali i Centri per l’Impiego predisporranno il “bilancio delle competenze” al fine di calibrare utilmente il nuovo percorso formativo e di riqualificazione, della durata di 5 mesi, del quale potranno fruire. A tal fine, si sono già accreditati in Regione gli enti di formazione che attueranno il piano formativo”. “Purtroppo, in Italia non abbiamo un “reddito minimo garantito” aggiunge l’assessore. A questa carenza la Regione Puglia supplisce con l’indennità di frequenza, di 500 euro lordi, che sarà corrisposta agli ammessi ai corsi di riqualificazione. Non si tratta di un sussidio, né di mera assistenza, bensì di nuove politiche attive del lavoro che tornano ad offrire una credibile speranza di rioccupazione e, al tempo, stesso un sostegno al reddito”. “Certo - conclude l’assessore - durerà solo 5 mesi , di più non possiamo fare con le sole nostre risorse. Ma, nel frattempo, continueremo ad insistere affinché il Governo vari analoghe politiche che sostengano ed accompagnino le persone verso nuove opportunità lavorative”.  
   
   
IMPRENDITRICE DELL´ANNO 2013, FRATTURA INCONTRA LAURIE PAOLONE: CREIAMO INSIEME LE CONDIZIONI PER INVESTIRE IN MOLISE  
 
Campobasso, 29 ottobre 2013 - "Anche in Molise adesso una vostra iniziativa imprenditoriale". Strappando la promessa di valutare la possibilità di futuri investimenti in regione, il presidente Paolo di Laura Frattura ha incontrato Laurie Paolone e i suoi genitori. Laurie Paolone è stata insignita dal Comitato imprenditoria femminile della Camera di commercio di Campobasso del premio imprenditrice dell´anno 2013 "Maria Rossi Sabelli". Un incontro amichevole, quello nella sede della giunta regionale, alla presenza del presidente della Cciaa di Campobasso, Amodio De Angelis, e della presidente del Cif, Concetta Iacovino Pietrunti. Tra gli ospiti anche Fernando Izzi, autore della creazione donata alle donne molisane che si sono distinte nel campo dell´imprenditoria. Laurie Paolone, canadese di nascita, californiana di adozione, ha origini molisane. Con il padre Gennaro, nato a Castropignano, guida con successo l´azienda statunitense Magnaflow, leader nel settore di marmitte e tubi di scarico, con sedi commerciali in tutto il mondo. "Tutta nostra - ha riconosciuto Frattura a Laurie Paolone -, un´ammirazione vera e sincera per le donne. Riconosciamo a voi donne quell´evidente marcia in più in ogni campo vi cimentiate e esprimiate. Al premio destinato all´imprenditrice dell´anno, assegnato nelle edizioni che nel tempo si sono succedute a molisane di assoluto carisma e di grandi capacità, siamo legati in maniera particolare. È un premio che rende onore alla forza, al coraggio e allo spirito di iniziativa tipico del mondo femminile e per questo ci piace davvero". "Abbiamo il Molise nel cuore - la confessione degli imprenditori Paolone al presidente Frattura -, ogni nostro passo, ogni nostro successo, lo dedichiamo alla terra dalla quale siamo partiti, per noi sempre cara". "Siamo orgogliosi di voi - la risposta sincera di Paolo Frattura -. Siamo convinti che nostro dovere sia quello di facilitare il ritorno di imprenditori molisani importanti e affermati come voi per nuovi investimenti nel nostro Molise. Metteremo in campo tutte le azioni necessarie per agevolare questo processo che sentiamo indispensabile per la ripresa occupazionale, sociale e economica di questa nostra regione". Al termine di un colloquio informale e confidenziale, durante il quale Gennaro e Laurie Paolone hanno ricostruito con il presidente Frattura la storia imprenditoriale della famiglia e i traguardi raggiunti con l´azienda, un piccolo scambio di doni. Il governatore ha regalato a Laurie Paolone una pubblicazione con le immagini più suggestive del territorio molisano.  
   
   
ASSOCIAZIONI ASILI NIDO PREOCCUPATE PER APPROVAZIONE DELIBERA REGIONALE DEL LAZIO  
 
Roma, 29 ottobre 2013 - Le Associazioni Federsolidarietà Confcooperative Lazio, Legacoopsociali Lazio, Agcisolidarietà Lazio e Federlazio, esprimono la loro forte preoccupazione di fronte alla approvazione della delibera di Giunta regionale che, nell’abrogare le modifiche apportate dalla legge regionale 12/2011 sugli asili nido, relative al rapporto operatore bambini 1 a 7, sancisce la reintroduzione del vecchio rapporto operatore bambini 1 a 6 . Le Associazioni ritengono di non potere assolutamente accettare tale decisione della Regione Lazio e di contestarne totalmente gli assunti poiché si tratta di decisioni unilaterali prese senza alcuna concertazione, contro le manifestazioni di dissenso già espresse. Abrogare le modifiche alla legge 12/2011, tornando nel Lazio al precedente rapporto operatore bambini 1 a 6, avrà una portata devastante per i nidi convenzionati, già da tempo sottopagati e oramai giunti sull’orlo del collasso economico e finanziario. Il rapporto operatore bambini 1 a 7 e anche superiori è già previsto per i nidi, sia pubblici che convenzionati, da legislazioni vigenti in molte altre Regioni italiane dove si registrano importanti tradizioni ed illuminate esperienze di gestione dei servizi nel settore dell’infanzia. Gli enti gestori di asili convenzionati hanno dato ampia dimostrazione di un forte senso di responsabilità poiché, in un momento di generale Spending review, a fronte della sensibile decurtazione delle tariffe dei nidi di Roma Capitale, hanno potuto mantenere un servizio di altà qualità per le famiglie proprio in virtù delle economie di gestione introdotte dal più favorevole rapporto 1 a 7. Ci chiediamo ora dove verranno reperite le necessarie coperture economiche da parte della Regione, stante la situazione di forte disavanzo del bilancio regionale e la continua decurtazione dei fondi destinati al finanziamento delle Politiche sociali. Come sarà possibile rispondere in tale situazione di deficit regionale ai crescenti bisogni delle famiglie ed abbattere le sempre più lunghe liste d’attesa per i posti negli asili nido e nello stesso tempo garantire con tariffe economiche adeguate la qualità dei servizi e la stabilità di migliaia di posti di lavoro del settore dei nidi convenzionati? Ci chiediamo per quanto tempo ancora la rete degli asili nido convenzionati del Lazio sarà in grado di fornire i servizi ai bambini e alle loro famiglie.