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LUNEDI
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 15 Maggio 2006 |
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KOWI ORGANIZZA UN DIBATTITO SULLA RICERCA IN MATERIA DI CELLULE STAMINALI |
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Bruxelles, 15 maggio 2006 - Il 23 maggio a Bruxelles si terrà un dibattito scientifico riguardante la ricerca sulle cellule staminali, organizzato dall´ufficio di collegamento europeo delle organizzazioni di ricerca tedesche (Kowi). Il dibattito, dal titolo "Stem cell research - science and fiction" (Ricerca sulle cellule staminali - scienza e fantascienza), sarà incentrato su un intervento del professor Hans Robert Schöler, direttore dell´Istituto Max-planck per la biomedicina molecolare del dipartimento di biologia cellulare e dello sviluppo di Münster. La discussione sarà moderata da William C. Bown di Researchresearch, gruppo che si occupa di pubblicazioni scientifiche. L´iniziativa fa parte della serie "Sciencetalks@kowi" che intende offrire un forum di discussione su argomenti scientifici controversi e riunisce scienziati di punta, responsabili politici e altre parti interessate a livello europeo. Per ogni discussione, Kowi invita un eminente scienziato che apre la sessione offrendo una presentazione tesa a stimolare il pubblico a partecipare alla discussione. Http://www. Kowi. De/sciencetalks/ . |
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PRIVACY E SANITÀ ELETTRONICA: CONIUGARE SVILUPPO TECNOLOGICO E PRIVACY DEL CITTADINO IL VICE PRESIDENTE DEL GARANTE AL FORUM P.A. |
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Roma, 12 maggio 2006 - "Lo sviluppo delle nuove tecnologie dell´informazione e delle comunicazione in campo sanitario esprime l´esigenza inderogabile di conciliare il valore dell´efficienza con l´altrettanto fondamentale valore della tutela della riservatezza dei cittadini. Il sistema di sanità elettronica, ancor più di altri, deve essere in grado di ingenerare la fiducia dei cittadini". Lo ha affermato Giuseppe Chiaravalloti, Vice Presidente dell´Autorità Garante per la protezione dei dati personali, intervenendo oggi al convegno dedicato alle nuove tecnologie dell´informazione e della comunicazione (Ict) e a come coniugare la tutela della privacy con la diffusione della sanità elettronica. Lo sviluppo della tecnologia offre opportunità tali da non consentire rifiuti ingiustificati e questo vale innanzitutto per la sanità elettronica, che è in grado non solo di avvicinare i cittadini al servizio sanitario, ma consente anche di innalzare la qualità dei servizi stessi e la progressiva affermazione di nuovi e più utili modelli assistenziali. Governare il progresso, dunque, in un settore tanto delicato come quello della sanità dove si usano i dati più intimi delle persone, significa, ad avviso del Vice presidente dell´Autorità, raggiungere livelli di efficienza sempre più alti, attraverso modelli organizzativi di elevato contenuto tecnologico, in grado di garantire sicurezza e tutela della privacy. In queste senso Chiaravalloti ha citato la tessera sanitaria, in corso di rilascio ai cittadini italiani, come uno dei tanti esempi di proficua collaborazione tra Garante e Ministero della salute, collaborazione che ha consentito di effettuare il monitoraggio della spesa pubblica senza ledere il diritto alla riservatezza dei cittadini mediante l´uso di dati anonimi. Chiaravalloti ha indicato alcuni dei principi guida da rispettare per coniugare sviluppo tecnologico, efficienza e tutela della privacy in sanità. Va garantita l´autodeterminazione dell´individuo con la possibilità di prenotare una visita medica o un esame specialistico anche attraverso sistemi tradizionalmente usati. Occorre informare adeguatamente l´interessato, anche in forma semplificata, sull´uso che verrà fatto dei suoi dati personali e dei trattamenti effettuati, in modo tale da consentirgli di esprimere un consenso informato e consapevole. Fondamentale è poi l´adozione di misure di sicurezza a protezione dei dati, affinché si riducano i rischi di distruzione, perdita o accesso non autorizzato ai sistemi informatici e quindi ai dati così delicati. Dovranno essere attivati, senza appesantire l´operatività dei sistemi, specifici profili di autenticazione per l´accesso ai dati e per la loro gestione. Una particolare attenzione dovrà essere infine rivolta alle interconnessioni e allo scambio di dati, privilegiando laddove consentito, la trasmissione di informazioni anonime, così come dovranno esser previste tecniche di cifratura e codici identificativi per l´uso dei dati da parte di organismi ed operatori sanitari. . |
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AASTROM BIOSCIENCES RICEVE LA LICENZA DI PRODUZIONE PRESSO L´IMPIANTO DI CELLULE STAMINALI PRELEVATE DAL MIDOLLO OSSEO ANN ARBOR |
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Michigan, 15 maggio 2006 - Aastrom Biosciences, Inc. Ha annunciato di aver ricevuto la licenza di fabbricazione di prodotti farmaceutici umani, attraverso la propria società affiliata interamente controllata, per la produzione dei prodotti Tissue Repair Cell (Trc) di propria produzione. Questo è il primo caso di rilascio di licenza di produzione a Aastrom nell´ambito dell´Unione Europea (Ue), che consente a Aastrom di produrre prodotti a base di cellule e tessuti umani per uso clinico in conformità alle normative europee. L´impianto di produzione appena autorizzato è stato istituito come forma di collaborazione presso il Fraunhofer Institute for Interfacial Engineering and Biotechnology di Stuttgart, Germania. Aastrom è impegnata attualmente nell´esecuzione di diversi test clinici che prevedono l´uso di prodotti basati sul Trc per la rigenerazione dei tessuti. Il nuovo sito destinato alla produzione sarà utilizzato per consentire un approfondimento degli studi suddetti, e sarà considerato come impianto sperimentale per la fabbricazione centralizzata, requisito fondamentale della strategia di commercializzazione adottata dalla Società. Il processo di fabbricazione dei prodotti Trc, compreso il brevettato Aastromreplicell System di Aastrom, è stato impiantato e convalidato presso la sede tedesca, in conformità alle Buone prassi di fabbricazione Ue (Ue-gmp). "La scelta vincente di stabilire un impianto di fabbricazione autorizzato per i prodotti Trc di Aastrom destinati alla rigenerazione dei tessuti rappresenta una decisione gestionale fondamentale per la nostra strategia commerciale," ha commentato R. Douglas Armstrong, Ph. D. , Ceo e presidente di Aastrom. "Questa autorizzazione conferisce alla Società una capacità di produzione di rilevante importanza per lo sviluppo clinico di tutti i nostri prodotti Trc, e dimostra l´avanzamento dei prodotti di autotrasfusione di cellule staminali dal settore della ricerca a quello della commercializzazione. " Questo impianto europeo autorizzato utilizza le tecnologie proprietarie della Società per la produzione automatizzata e con controllo dei processi di prodotti affidabili, paziente-specifici a base cellulare, superando gli ostacoli incontrati dall´industria impegnata nella produzione di prodotti a base cellulare. I farmaci tradizionali sono prodotti generalmente in un lotto unico, e somministrati a molte migliaia di pazienti; questo modello di produzione non può essere usato per prodotti di autotrasfusione a base di cellule/tessuti. Ogni prodotto Trc di autotrasfusione è paziente-specifico. Aastrom è stata la prima società a introdurre un processo di produzione scalabile di cellule/tessuti conforme a quanto previsto dalle normative; i tradizionali approcci di produzione delle colture cellulari sono manuali e non godono dei vantaggi derivanti dall´uso della tecnologia Aastrom. La licenza ottenuta per i farmaci a base di sostanze umane in merito alla procedura di fabbricazione del Trc rappresenta un´importante validazione della tecnologia Aastrom e è un componente chiave del modello aziendale della Società. Http://www. Aastrom. Com . |
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ICONIC THERAPEUTICS, INC.: LAUREATE PHARMA E ICONIC THERAPEUTICS, INC. ANNUNCIANO UN ACCORDO PER LA PRODUZIONE DI IMMUNOPROTEINE |
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Princeton, New Jersey, e Atlanta, 15 maggio 2006 - Laureate Pharma, Inc. , società per la produzione di proteine e per lo sviluppo di biofarmaci di ampio utilizzo, ha annunciato oggi di aver defnito un accordo per la produzione di biofarmaci con Iconic Therapeutics, Inc. Per la produzione cGmp di hI-con1, una "immunoproteina bifunzionale. " I servizi di Laureate comprendono la produzione cGmp della proteina, la purificazione e il riempimento asettico di hI-con1 per Iconic Therapeutics. Le condizioni previste dall´accordo non sono state rivelate. "Iconic Therapeutics ha una immunoproteina bifunzionale unica per il trattamento della degenerazione maculare umida negli adulti per il cancro, e siamo contenti di poter lavorare insieme a loro su questo prodotto", ha dichiarato Robert J. Broeze, Ph. D. , Presidente e Ceo di Laureate Pharma. "Guardiamo al futuro, per costruire un rapporto produttivo e di successo con Iconic Therapeutics. " "La nostra collaborazione con Laureate Pharma costituisce un aspetto importante della nostra strategia di produzione e dei nostri piani per avviare la valutazione clinica della proteina hI-con1", ha affermato Michael I. Sherman, Ph. D. , Presidente di Iconic Therapeutics. La proteina hI-con1 è una "immunoproteina bifunzionale", definita così perché contiene due domini funzionali collegati da una "cerniera", e ogni parte ha un ruolo specifico da svolgere all´interno dell´attività della proteina. Uno dei domini della hI-con1 è una "sequenza homing" che individua le cellule affette da patologia mentre l´altra porzione, la "sequenza effettore", è parte di un anticorpo che segnala al sistema immunitario di distruggere le cellule individuate. Oltre alla potenziale utilità terapeutica nella degenerazione maculare umida negli adulti e in molti tipi di cancro solido, si prevede di utilizzare hI-con1 nel trattamento di altre malattie. Http://www. Laureatepharma. Com . |
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"TUMORE DELL´ UTERO: UN VACCINO LO SCONFIGGERA" |
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Milano, 15maggio 2006 - Martedì 16 maggio, alle ore 17. 00, in Sala Alessi a Palazzo Marino, si terrà il convegno dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna, patrocinato dalla Presidenza del Consiglio comunale di Milano: “Tumore Dell ’ Utero: Un Vaccino Lo Sconfiggera” Introdurranno i lavori la presidente della Commissione Pari Opportunità Maddalena Di Mauro e il consigliere comunale Giovanni Terzi. Relatore il professor Mario Sideri, responsabile dell’Unità Funzionale di Ginecologia preventiva presso la divisione di Ginecologia dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano. Modera la dottoressa Francesca Merzagora, presidente di “Onda”, l’Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna. “Il Papilloma virus è responsabile del 70 per cento dei casi di tumore all’utero - spiega Maddalena Di Mauro -. Ogni anno in Italia si verificano 3. 500 nuovi casi di carcinoma al collo dell’utero e, ogni anno, muoiono 1. 500 donne per questo tipo di cancro. Benché in Italia sia stato registrato un abbassamento nel tasso di mortalità, in Lombardia nella fascia d’età tra i 20 e i 40 anni, dal 1995 al 2002, si è verificata una tendenza contraria. Ciononostante in Lombardia il tasso standard di mortalità per tumore all’utero è tra i più bassi del nostro Paese. A Milano nel 2004 si sono verificati 80 nuovi casi di tumore all’utero con una prevalenza di 674 casi soprattutto concentrati nella fascia d’età tra i 45 e i 64 anni. Sono dati importanti, significativi, emblematici del fenomeno. Che pur non dovendo creare un allarme sociale ingiustificato e generalizzato, devono far riflettere attentamente sulle politiche di indirizzo sanitario di questa città. Come amministratori pubblici, abbiamo il dovere morale, oltre che politico, di farci delle domande e di fornirvi delle risposte in ordine alle cause e alle conseguenze di carattere sanitario, sociale, professionale, economico e giuridico, legate a questo fenomeno, a questa patologia, ovviamente, tenendo conto e cercando di capire, analizzandole con il vostro aiuto, le naturali differenze dell’universo femminile e quindi le diverse necessità nell’ambito della salute femminile”. . |
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PROGETTO ACCOGLIENZA 2006-2008 NUOVO ATRIO PER L´OSPEDALE DELLA DUCHESSA |
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Genova, 15 Maggio 2006- Con la ristrutturazione della Portineria Centrale dell´Ente (ingresso via Volta 8)- parte al Galliera il nuovo “Progetto Accoglienza 2006-2008” finalizzato a migliorare e facilitare l´accesso in ospedale, e i relativi percorsi e servizi, di pazienti e pubblico attraverso una serie di interventi strutturali e organizzativi. L´obiettivo è quello di accogliere gli utenti in un ambiente gradevole, confortevole e umanizzato, con la massima efficacia e qualità del servizio. Da lunedì 15 maggio 2006- pertanto- l´ingresso principale (via Volta 8) rimarrà chiuso per circa due mesi. Per il periodo di durata dei lavori visitatori e pazienti potranno raggiungere tutti i padiglioni e i servizi dell’ospedale dall’ingresso “Cup – S. Filippo” di via Volta, 6 (per chi utilizza il mezzo pubblico- linea Amt 35- la fermata è quella successiva all´ingresso principale). Gli orari di visita ai degenti- come quelli delle altre portinerie- non subiranno variazioni. . . |
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CORRI LA VITA VERSO UNA NUOVA EDIZIONE BOOM CONFERMATA PER DOMENICA 1 OTTOBRE LA GRANDE MANIFESTAZIONE SPORTIVA DI BENEFICENZA. PREVISTI OLTRE 10 MILA PARTECIPANTI. I FONDI DESTINATI ALLA LOTTA CONTRO IL CANCRO AL SENO |
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Firenze, 15 maggio 2006 – Corri la Vita 2006, quarta edizione della più importante manifestazione di sport-beneficenza della Toscana, si svolgerà a Firenze la mattina di domenica 1 ottobre. La data è stata confermata oggi nel corso di una riunione del comitato organizzatore con i funzionari degli assessorati allo sport e al traffico. Sono previsti circa 10 mila partecipanti ai quali saranno distribuite decine di migliaia di doni, in particolare le speciali t-shirt ufficiali della Salvatore Ferragamo, la famosa griffe da quest’anno sponsor principale. Piazza Santa Croce sarà ancora una volta fulcro dell’iniziativa: qui il maxi raduno, la partenza, il traguardo, la cerimonia di premiazione dei vincitori. Diverso, invece, il percorso. Dopo l’esperienza sui Lungarni del 2005, si tornerà infatti all’itinerario misto città-collina delle prime due edizioni, ovvero centro storico, Oltrarno e dintorni, con il tradizionale doppio itinerario: uno per la gara podistica (circa 12 chilometri), l’altro per la passeggiata (circa 6 chilometri). La mappa precisa sarà diffusa a settembre una volta definite anche le disponibilità di musei, giardini e palazzi, pubblici e privati, che i partecipanti potranno visitare. Organizzata in collaborazione con la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (Lilt) e con Firenze Marathon per gli aspetti tecnici, Corri la Vita ha come noto lo scopo di raccogliere fondi per aiutare alcune strutture territoriali in prima linea nella lotta contro il cancro al seno, flagello che nella sola area Firenze-prato-pistoia colpisce ogni anno 1000 donne di ogni ceto ed età. In virtù di questi obiettivi la manifestazione è gratificata dall’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, dai patrocini del Comune di Firenze, della Provincia, della Regione Toscana e del Coni, nonché dall’appoggio e dai contributi di tantissime aziende (tra cui Eni ed Enel Cuore) e di personalità del mondo dello spettacolo, dello sport, della cultura. Tra i molti, Valentino Rossi, Margherita Buy, Lucio Dalla, la Fiorentina con Cesare Prandelli, Aldo Montano, Panariello, Piero Pelù, Nicola Piovani e, appena arruolata, Irene Grandi. “Ringrazio tutti per la straordinaria adesione e generosità”, dice Bona Frescobaldi, presidente del comitato organizzatore, “Spero che il successo della manifestazione e il particolare valore sociale degli obiettivi convinca tanti altri imprenditori a collaborare a questo nostro progetto. Voglio inoltre ricordare che da quest’anno è possibile devolvere il 5 per mille delle imposte anche ad associazioni senza scopo di lucro, com’è appunto Corri la Vita. Basta indicare il codice fiscale. Il nostro è 94127580481”. Grazie al contributo di Corri la Vita, il Cspo (Centro Studio Prevenzione Oncologica della Regione Toscana) ha intanto potuto concretizzare varie iniziative d’avanguardia, compresa la realizzazione, insieme alla Lilt, del Centro di Riabilitazione Oncologica (Cerion), prima struttura pubblica in Italia specializzata nell’assistenza alle donne operate di tumore. File, la Fondazione italiana di leniterapia, ha invece potuto potenziare le equipe di specialisti che operano a domicilio nel settore delle cure palliative. Anche i fondi dell’edizione 2006 sono destinati sia a File (per un ulteriore potenziamento dell’assistenza familiare), sia a coprire tre nuove iniziative del Cerion: 1) la prima, dedicata soprattutto ai pazienti in radioterapia e agli operati di tumore osseo, allarga l’offerta di riabilitazione con un team di fisiatri e fisioterapisti che sfrutteranno le tre palestre e la piscina del Cto; 2) la seconda riguarda invece i pazienti in chemioterapia e punta ad abbattere le lunghe liste di attesa (2 mesi) cui sono oggi costretti per l’inserimento sottocutaneo delle speciali valvole Porter; 3) la terza va infine incontro alla psicologia femminile con la consulenza di una dietologa e quant’altro aiuti le pazienti a recuperare la propria immagine. Ulteriori particolari saranno forniti nella consueta conferenza stampa di luglio. . . |
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SERGIO CHIAMPARINO, MEDICI SENZA FRONTIERE, ANGELO GUGLIELMI E PAOLO RUFFINI PREMIATI AL GRAND PRIX DI PUBBLICITÀ ITALIA |
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Milano, 15 maggio 2006 - Si rinnova l´appuntamento con la comunicazione del Grand Prix, l´evento più importante in Italia per i professionisti del mondo della comunicazione. La manifestazione organizzata da Pubblicità Italia, del gruppo editoriale Vnu, si caratterizza sia per la modalità con cui si svolgono le selezioni, sia per la giuria chiamata a votare direttamente in sala, che consta di circa mille professionisti del settore della comunicazione tra direttori creativi, manager d´azienda, giornalisti e uomini dello spettacolo. Si terrà il 15 maggiola manifestazione e durante la serata di gala presentata da Piero Chiambretti, la giuria voterà la migliore strategia di marca tra le campagne in short list e saranno assegnati dei premi speciali a personalità che hanno saputo rappresentare, innovare o utilizzare la comunicazione in modo particolarmente efficace. Sergio Chiamparino, sindaco di Torino dal 2001, riceverà il "Premio speciale per la comunicazione pubblica" in riconoscimento dell´efficace attività svolta in occasione delle Olimpiadi di Torino 2006, dando nuova luce e vitalità alla città, facendola conoscere in Italia e non solo. Chiamparino ha ricoperto numerosi ruoli all´interno del Partito Comunista Italiano (Pci). Nel 1996 è eletto nel Pds alla Camera dei Deputati del Parlamento Italiano, dove fa parte della Commissione permanente Bilancio. E´ stato responsabile nazionale della finanza locale dell´Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani). Nel 2003-2004 è stato il coordinatore dei Sindaci delle Città Metropolitane e dal 2004 è Presidente di Euromed, la commissione per la cooperazione euromediterranea di Eurocities. Stefano Vajtho, presidente di Medici senza Frontiere, riceverà il "Premio speciale per l´impegno sociale". Un riconoscimento per le attività svolte e per l´opera di sensibilizzazione nei confronti delle iniziative dell´associazione come "Un campo rifugiati in città", la Campagna per l´accesso ai farmaci essenziali e la pubblicazione del rapporto annuale sulle crisi dimenticate. Medici Senza Frontiere (Msf) è una associazione umanitaria internazionale nata nel 1971 dall´iniziativa di due gruppi di medici francesi. Presente in 73 paesi, con 19 sezioni, si occupa di oltre 400 progetti con circa 23. 000 tra volontari e operatori internazionali. In Italia dal 1992, è Ong (Organizzazione Non Governativa) dal 2002. Nel 1999 Msf riceve il Premio Nobel per la Pace in riconoscimento del lavoro umanitario per le popolazioni in pericolo, svolto in maniera neutrale e indipendente nel tentativo di restituire la salute e la dignità alle persone e rappresentando, per questo, una speranza di pace e riconciliazione. Angelo Guglielmi, direttore storico di Rai Tre, riceverà un riconoscimento speciale per aver innovato il modo di fare televisione negli anni in cui ha diretto la rete Tre dal 1987 al 1994. Appartengono alla sua direzione programmi di culto come Quelli che il calcio, Avanzi, Samarcanda, Blob, Telefono giallo, Mi manda Lubrano, Chi l´ha visto e Un giorno in pretura. Dal 2004 Guglielmi è assessore alla cultura e università del comune di Bologna. Critico letterario, dal 1995 al 2001 è stato presidente e amministratore delegato dell´Istituto Luce. Sul palco anche Paolo Ruffini direttore di Rai Tre dal 2002, per un riconoscimento ai successi anche in termini di ascolto della rete, grazie a programmi come Ballarò, Report, Che tempo che fa, Parla con me. Nell´esperienza professionale di Ruffini, molti anni al Mattino di Napoli, poi al Messaggero di cui è stato anche vicedirettore. Dal novembre del 1996 al 2002 è stato direttore del Giornale Radio Rai. . . |
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AL VIA LA SETTIMA EDIZIONE DI “COM-PA E LA SCUOLA” |
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Bologna, 15 maggio 2006 - Chi pensa che ai giovani non interessino le Istituzioni italiane ed europee, non ha visto all’opera gli oltre tremila studenti della scuola media superiore che ogni anno affollano i padiglioni di Com-pa, il Salone Europeo della Comunicazione Pubblica, dei Servizi al Cittadino e alle Imprese - quest’anno in calendario a Bologna dal 7 la 9 novembre 2006 - impegnati in un progetto loro dedicato: Com-pa e la Scuola. Obiettivo dell’iniziativa è far conoscere le Istituzioni locali, nazionali e internazionali, spiegare come la comunicazione pubblica sia strumento di garanzia e trasparenza nel dialogo necessario tra cittadini e Istituzioni. Succede così che gli studenti, talvolta con un certo stupore, scoprano che i Comuni, le Province, le Regioni, lo Stato e persino l’Europa svolgono ruoli fondamentali nella vita quotidiana di ciascuno. Il tutto senza retorica, lontani dai banchi di scuola e guidati in un percorso di conoscenza “sul campo” da ricercatori preparati a rivolgersi ad un pubblico giovane, ma molto esigente. Si scopre così che ai ragazzi interessa ripassare la storia del nostro Paese e dell’Europa attraverso la storia delle Istituzioni che ne regolano la vita democratica. Il progetto è parte integrante della sezione scientifica di Com-pa e rappresenta uno dei momenti più qualificanti della rassegna bolognese. Giunto alla sua settima edizione, Com-pa e la Scuola è pensato e realizzato in esclusiva per gli studenti per i quali sono previste aule attrezzate, materiali didattici e la guida costante di ricercatori che per tre giorni svolgono un importante ruolo di tutors. Incontri, dibattiti, lezioni e conferenzespettacolo per capire cosa si nasconde dietro a parole quali welfare state, non profit, globalizzazione, allargamento, ma anche riutilizzo, riciclaggio e così via. Oltre agli studenti della scuola media superiore quest’anno l’iscrizione al progetto è possibile anche per le classi della scuola media inferiore e quindi saranno due come i percorsi didattici a cui poter accedere. Per la scuola media superiore: Comunicazione Pubblica: perché? Identità nazionale, identità europea: due realtà che convivono. Conoscere per partecipare. Comunicazione sociale. Le parole del welfare. Che cos´è questo non profit? Comunicazione ambientale. Comunicazione e mass media. Per la scuola media inferiore: “Un po’ meno di io, un po’ più di noi”. L’importanza dell’educazione al civismo e alle Istituzioni. Diritti e doveri del cittadino consapevole. Com-pa e la Scuola è un’iniziativa dell’Associazione Italiana della Comunicazione Pubblica e Istituzionale in collaborazione con Iress, Istituto per la Ricerca e la Formazione. Sul sito www. Compa. It sono pubblicate tutte le informazioni necessarie e la scheda di iscrizione. . |
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DONATA PIZZI CITTÀ METAFISICHE ROMA EUR ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO 12 MAGGIO - 10 GIUGNO 2006 |
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Roma, 15 maggio 2006 - L´archivio Centrale dello Stato, in collaborazione con la Regione Lazio, l´Eur spa e la Triennale di Milano, presenta, nell´ambito della quinta edizione di Fotografia-festival Internazionale di Roma, la mostra Città Metafisiche - Architetture di fondazione dall´Italia all´Oltremare: un itinerario fotografico di Donata Pizzi tra le architetture di fondazione realizzate in Italia e all´estero negli anni Trenta; un tema su cui l´Archivio Centrale conserva una ricchissima documentazione largamente inedita, che sarà in mostra accanto alle foto. I documenti esposti sono stati selezionati da Erminia Ciccozzi e Flavia Lorello dai fondi del Ministero dell´Africa in Italia, del disciolto Ente Opera Nazionale Combattenti, dagli archivi personali di Rodolfo Graziani e Plinio Marconi. L´edizione della mostra allestita presso l´Archivio Centrale dello Stato e il "quaderno" pubblicato per l´occasione, sono stati curati da Massimo Domenicucci, Flavia Lorello e Franco Papale. La mostra nasce da un´estesa esplorazione promossa dalla Regione Lazio - Assessorato alla Cultura e approda a Roma dopo l´esposizione a Milano in Triennale, in Germania ed in Giappone. Nell´edizione romana allestita presso l´Archivio Centrale dello Stato, i progetti architettonici che affiancano le foto illustrano l´importante fase di transizione al moderno dell´architettura italiana negli anni Trenta, nella sua connotazione più intimistica, di fondazione (bonifiche, territori recuperati all´abbandono, latifondi, possedimenti coloniali) e di supporto alle nuove programmazioni economiche (agricole, minerarie, industriali, turistiche). Le Città Nuove sono numerosissime e escludendo quelle più note dell´Agro Pontino (Latina, Sabaudia, Pomezia, Aprilia, Pontinia) rappresentano un patrimonio in gran parte sconosciuto e solo ultimamente rivisitato dalla critica e dagli storici. Borghi di fondazione si trovano in diverse regioni italiane: città rurali in Puglia e Sicilia, città minerarie in Sardegna e Istria, insediamenti industriali come Torviscosa in Friuli. A questi si riaccostano, per la prima volta attraverso le foto e i documenti originali di questa esposizione, gli insediamenti d´oltremare: progettati contemporaneamente a quelli italiani, sprofondati nell´oblio dalla loro tragica storia, rappresentano un patrimonio ancora consistente e altrettanto ignorato. Le Città Nuove e i borghi di fondazione si connotano come essenziali materializzazioni di innovativi parametri architettonici razionali, che nascono in Europa in quegli anni. L´esercizio professionale che le genera, fuori dai condizionamenti celebrativi, disegna i nuovi insediamenti ricercando l´origine funzionale ed una estetica primordiale da città ideali del Novecento. Le fotografie di Donata Pizzi e i documenti originali presentati dall´Acs vogliono recuperare l´immagine di una storia reale ma al contempo di un´utopia molto sofisticata e complessa che contraddice la semplicità delle forme architettoniche. E´ il vivere dell´uomo moderno espresso dalle sue necessità sociali. La fotografia in questo lavoro sincretizza due momenti: il bisogno di conoscenza di queste tracce del moderno, non immediatamente percepibili, quasi sempre nascoste tra le pieghe della attuale realtà, collocate ai margini di una storiografia distratta e la possibilità attraverso l´obiettivo fotografico di perimetrarle nel fotogramma, di marginare e quindi di astrarre/estrarre, l´aspetto naturalmente evocativo che genera suggestioni metafisiche ma reali. I documenti rinviano al lavoro, tecnico e artistico, degli architetti e degli ingegneri che si cimentarono con questa affascinante sfida. . |
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PREMIO ARTI VISIVE SAN FEDELE 2005/2006: IL VIAGGIO MOSTRA CONCLUSIVA E PROCLAMAZIONE DEL VINCITORE GALLERIA SAN FEDELE 8 GIUGNO – 15 LUGLIO 2006 |
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Milano, 15 maggio 2006 - Il tema del viaggio ha segnato molte esperienze artistiche contemporanee. Su questo, sono stati chiamati a confrontarsi i giovani artisti del Premio San Fedele, che piegando il tema proposto in base alle proprie ricerche estetiche, sono riusciti a darne interpretazioni talvolta inedite. Come Domenico Buzzetti, che più di tutti sembra aver ragionato sull’argomento, riflettendo sull’idea del bagaglio - o meglio del fardello - come simbolo di un viaggio esistenziale che, da un lato, tende ad abbandonare le cose (intese come i legami materiali), dall’altro ad accumularne (in termini di esperienze, ricordi e ferite che pesano come borse piene di sassi). Buzzetti, regista e interprete di un cortometraggio che strizza lo stomaco - complici il montaggio da cardiopalma e le musiche inquietanti da carillon - è stato bravissimo nell’inventare “un viaggio sul senso del viaggio”. Un percorso di ricerca dei propri limiti, di raggiungimento della consapevolezza di sé attraverso un tragitto quotidiano, atrocemente normale; fatto di pendolarismo, di pasti consumati in fretta, di chiacchiere veloci e estenuanti routine. Più che un viaggio dell’esistenza, il suo è un viaggio per la sopravvivenza. Qualcosa di molto simile a ciò che ha messo in scena anche Yamilé Barcelò Hondares, nata a l’Avana nel ’75 e autrice di un dittico video-fotografico, in cui ritrae se stessa di spalle, seduta su un gommone di fortuna, intenta a remare con tutte le sue forze pur di raggiungere una sorta di terra promessa, posta al di là dell’oceano e lontana da Cuba. Peccato che di fronte a lei ci sia un muro di cemento, simbolo di una fuga impedita da ostacoli ingombranti. Come lo sono i pregiudizi diffusi sulla situazione degli immigrati e, soprattutto, come lo è il peso del passato, fatto di amore e odio per la propria terra, di legami che si tenta, dolorosamente, di spezzare, ma che tornano a presentarsi come moniti, come avvertimenti di una condizione immutabile e – citando il titolo del lavoro - di un “tempo immobile”. Complice e vittima del suo stesso vascello di fortuna, Yamilé rilegge l’iconografia classica della nave bloccata in mezzo al mare dall’assenza di vento; sullo sfondo c’è l’idea di un viaggio destinato a toccare i porti delle necessità. C’è anche una costante ricerca di risposte; c’è la paura di ciò che non si può prevedere e, specialmente, c’è un forte bisogno di comunicare. Più ottimistica, la visione di Tomy Tanaka. Sintetizzata nella raffigurazione di un piccolo seme d’oro da cui spunta appena un ramoscello tenero, la sua immagine del viaggio corrisponde con quella della vita stessa, a partire dalla nascita, per passare poi attraverso lo sviluppo e la maturazione. In linea con il suo retroterra giapponese, l’arte di Tomy dice molto, servendosi di poco. Senza clamori. Ma con messaggi diretti. È raffinata ed essenziale. E il messaggio risulta chiaro sin dal titolo dell’opera, Viaggio di luce. Il seme è quello dell’anima e fiorisce sotto il sole. Il ciclo della natura coincide con quello della vita. Tutto il resto è mistero: il mistero dell’esistenza, da accettare come un tragitto di cui si conosce il punto di partenza e non quello d’arrivo. Sul punto d’arrivo ha riflettuto, invece, Gianni Moretti in un lavoro, Ritratto di famiglia, che al viaggio della vita contrappone quello della morte, narrando, per fotogrammi, il volo metafisico di un uccello verso la decomposizione del corpo. Un viaggio, insomma, senza speranza, che attualizza le iconografie antiche della vanitas e del memento mori. Di matrice diversa, la ricerca di Nicola Vinci tratta il tema del viaggio connesso a quello della guerra. Un grande trittico fotografico - risultato finale di una performance - mette in scena la storia di un soldato di ritorno dal fronte. Col petto decorato di stellette, l’uomo guarda in macchina con un’espressione a metà strada fra soddisfazione e sconcerto. Alle sue spalle, la silhouette bianca di una donna in attesa e un campo disseminato di biciclette con le gambe per aria. Si tratta di una doppia simbologia sospesa fra passato e futuro. Il passato è rievocato dalle bici rotte, usate un tempo per sfrecciare lungo le strade di campagna, emblema di un mondo lontano che ha già fatto il suo corso. La figura femminile è l’icona di una vita a venire, dell’amore, della famiglia che aspetta e riaccoglie. In tutto questo, Vinci ha la mano di un filmaker. All’interno dello spazio scenico il suo personaggio tenta di trovare una propria collocazione e allo stesso tempo fugge dagli schemi, si pone interrogativi e li pone agli spettatori, si muove in una scenografia semplice, scarna, a tratti simbolica, in cui il lettore viene coinvolto come in una pellicola surreale di Antonioni. Lo stesso effetto lo produce (con l’aggiunta di una vena beffarda) il fotomontaggio di Veronica Dell’agostino, meno completa nella messa in scena, ma arguta nella scelta della vicenda. Che è quella di una novella Babette, armata di mantella e fagottino sulle spalle, in perfetto stile “cappuccetto rosso”. La figura, autoreferenziale, gira su se stessa, cercando una strada nella neve. La strada, però, non c’è (o, forse, non si vede!) e il risultato è quello di un viaggio a vuoto, di un girotondo, appunto, allusione sottile alla perdita di una direzione e, in sostanza, alla perdita di se stessi. Altro tipo di passeggiata quella proposta, ancora, dal gruppo Paperkut: più che artisti, scienziati, esperti di nanotecnologia, che su una piastrina di silicio, poco più grande di un’unghia, hanno inciso, con procedimento litografico, una serie di impronte in dimensioni micrometriche. “Nell’infinitamente piccolo – diceva Ferroni – c’è il grandissimo”. Il maestro del Realismo esistenziale andava a caccia del mistero della vita nei granelli della polvere. Paperkut lo cerca in un mondo in miniatura, proiettato sulla superficie di un metallo. Arte e fisica vanno qui di pari passo. Ricerca estetica e ricerca tecnologica s’intrecciano per dare vita a un risultato suggestivo. Si tratta di un viaggio in un universo microscopico che ha un retrogusto ancestrale. I piccoli passi incisi sulla materia e resi visibili grazie a una serie di gigantografie (ottenute per mezzo di microscopio elettronico) hanno il fascino di un fossile antichissimo. Il senso del viaggio diventa per Paperkut una passeggiata nella materia, nello spazio e soprattutto in un’altra dimensione. In mostra: Alessandro Abbiati, Silvia Assenza, Marco Baj, Yamilè Barcelò Hondares, Domenico Buzzetti, Viola Cajo De Cristoforis, Domenico Carella, Luca Casonato, Cristian Castelnuovo, Cristina Cherchi, Marco Citron, Federico Covre, Mauro De Carli, Veronica Dell´agostino, Alessandra Di Consoli, Martina Dinato, Claudio Gobbi, Stefano Graziani, Teodoro Lupo, Marco Menghi, Cristian Luca Merisio, Gianni Moretti, Carlo Nonnis, Paperkut, Tomi Tanaka, Nicola Vinci. La Giuria: Daniele Astrologo, Giuseppina Caccia Dominioni, Chiara Canali, Chiara Chiavarino, Andrea Dall’asta, Matteo Galbiati, Chiara Gatti, Claudia Gian Ferrari, Paolo Lamberti, Angela Madesani, Ada Masoero, Lucia Matino, Angela Orsini, Stefano Pirovano, Silvana Turzio, Marco Zanta. Sono aperte le iscrizioni per il Premio 2006/2007. Sono invitati tutti gli artisti nati dopo il 1 gennaio 1971. . . |
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MOSTRA ANTOLOGICA APRE A CASTELL’ARQUATO (PC) IL 20 MAGGIO LUCIANO MOLINARI |
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Milano, 15 maggio 2006 - Promossa dal Comune di Castell’arquato e dalla Società Castell’arquato Cultura e Turismo, allestita nel suggestivo salone del Palazzo del Podestà, la mostra antologica sull’opera di Luciano Molinari presenta, attraverso un percorso cronologico ricco e documentato, la carriera di un artista che ha legato al suo paese natale, in modo particolarmente significativo, la propria attività pittorica. In quest’occasione viene pubblicata un’importante monografia che si propone di costituire, attraverso diversi testi critici e la riproduzione di numerose opere a colori, un valido e duraturo testo di riferimento per conoscere in modo approfondito la produzione dell’artista, ma anche una qualificata guida per seguire il percorso della mostra. Il catalogo è stato realizzato da De Ferrari Editore. Intenso e appassionato, spontaneo e meditativo, legato indissolubilmente alla terra che conosce da sempre, così come ai suoi dipinti che immensamente ama e che popolano ogni metro di casa sua. In anni passati personaggi illustri lo rincorsero, lo cercarono con reali promesse di notorietà che avrebbero abbagliato chiunque; ma l’umiltà e la semplicità di Molinari sono pari alla sua passione e continuò ad essere l’uomo di sempre. A 17 anni iniziò a dipingere. Senza l’aiuto di docenti, senza frequentare istituti d’arte, senza alcun mentore a consigliarlo e indirizzarlo, creando un modo tutto suo di trattare la pittura; e anche di trattare, con la sua particolare pittura, i soggetti rappresentati. Gli spunti sono reali, concreti e Molinari raffigura così scene di vita quotidiana del suo territorio d’origine; ma una volta dipinti i suoi soggetti cambiano, si trasformano e si muovono quasi fossero all’interno di un sogno o di un racconto per bambini. Luciano Molinari è nato a Castell’arquato nel 1933 ed ha iniziato a dipingere come autodidatta, ispirandosi soprattutto a Bruegel ed ai pittori fiamminghi. Attraverso la sperimentazione di tecniche diverse, Molinari ci offre un pittura istintiva e spontanea che trae spunto dalla quotidianità della campagna, dalla vita dei personaggi tipici del suo paese, trasfigurati in una dimensione favolistica ed onirica. Come ha scritto il pittore Renzo Bussotti: Luciano ha mantenuto l’intensità di quando viveva i primi quadri e disegni, magari la sua piccola piumosa civetta tracciata in un pezzo di coccio, e così anche lontano dalla città, dal traffico, dalle scale mobili vive quella strana cosa che è la pittura. Www. Castellarquato. Net - info@castellarquato. Net . |
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LUGANO FESTIVAL 2006 LA SWR AL PALAZZO DEI CONGRESSI PER LUGANO FESTIVAL |
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Lugano: 15 maggio 2006 - Atteso ritorno a Lugano per la storica orchestra della Radio tedesca, protagonista del quarto appuntamento del festival ticinese, lunedì 15 maggio al Palazzo dei Congressi. Alla testa della Swr, avvezza ad essere guidata da personalità come Stravinsky e Boulez, un decano dei direttori tedeschi come Michael Gielen. Ha un nome lungo come la sua storia, costellata di preziose prime esecuzioni assolute, la compagine protagonista del quarto concerto di Lugano Festival, la Swr Sinfonieorchester Baden-baden und Freiburg. A guidarla sarà sul podio Michael Gielen, classe 1927, nativo di Dresda, che alla Swr è rimasto legato per più di dieci anni come direttore principale, fino al 1999. Il programma indaga il legame fra letteratura e musica, mettendo in campo tre pagine del grande sinfonismo ottocentesco: il Preludio del Lohengrin di Wagner, la Sinfonia fantastica di Berlioz, Morte e trasfigurazione di Strauss. Un viaggio ideale nella cultura musicale europea dagli anni Trenta agli anni Novanta dell’Ottocento, sul filo di una ricerca, inguaribilmente romantica, di nuovi orizzonti sonori, di impasti timbrici inediti, di soluzioni formali mai sperimentate. Appuntamento alle ore 20. 30 al Palazzo dei Congressi di Lugano, Piazza Indipendenza 4. Il Concerto è trasmesso in diretta su Rete Due; sulla stessa rete a partire dalle ore 20 sarà possibile ascoltare un’introduzione al programma della serata. Il concerto è promosso dalla Fondazione Lugano Festival, in collaborazione con Migros Percento culturale e Klubhaus Konzerte. Www. Luganofestival. Ch . |
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DA MARTEDI’ 30 MAGGIO AL TEATRO STUDIO ASCANIO CELESTINI LIVE APPUNTI PER UN FILM SULLA LOTTA DI CLASSE |
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Milano, 15 maggio 2006 - In scena, accompagnato da Roberto Boarini al violoncello, Gianluca Casadei alla fisarmonica e Matteo D’agostino alla chitarra, Celestini cerca di decifrare attraverso la parola e la musica la complessità del mosaico sociale contemporaneo, dove solo in apparenza le differenze di classe sembrano più sfumate rispetto al passato, per riaffacciarsi in modo altrettanto violento attraverso nuovi indicatori. “Una volta – dichiara Celestini – le persone che appartenevano alle diverse classi sociali avevano anche culture diverse. Il ricco suonava Mozart, il povero ballava il saltarello. Oggi è possibile che sentano entrambi De André o D’alessio, oggi la differenza è solo nei soldi”. Dalla necessità di comprendere “cosa è rimasto della coscienza e dell’identità nell’appartenenza a una classe”, Celestini ha cominciato a raccogliere storie e a ricucirle in uno spettacolo in progress (un frammento è stato presentato anche nel corso del grande concerto romano del Primo Maggio) in cui il mondo del precariato emerge quale luogo dove i paradossi e le dolorose contraddizioni delle “società avanzate” si aprono come “una vera voragine”. “Ci sono certi operatori del call center che stanno al telefono con la stessa crisi della presenza che attraversa uno che se ne va al funerale di suo fratello - racconta Celestini - Vanno al lavoro come si va a visitare una città bombardata. Rispondono al telefono, ma sono anestetizzati, colpiti dall’azzeramento che l’istituzione opera su di loro come una divinità antica e feroce che li rende ombre. Eppure ci vanno con leggerezza perché spesso non lo considerano un lavoro, ma solo una maniera per racimolare qualche soldo. Denaro che non è mai abbastanza per uscire dalla povertà, così i più anziani si devono arrangiare a fare altri lavori e lavoretti. Invece i più giovani restano inchiodati alla casa di mamma e papà in un limbo che non li fa stare più nella tarda adolescenza liceale, ma non ancora nella maturità dell’adulto che si fa una vita autonoma. Ma per uscire dal mondo delle ombre bisogna imparare ad attraversarle”. Lo spettacolo, una produzione Fabbrica, Teatro Stabile dell’Umbria, Fandango, Associazione Centenario Cgil, è in scena al Teatro Studio fino a domenica 4 giugno. Www. Piccoloteatro. Org . |
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MARTEDI’ 30 MAGGIO, AL PICCOLO TEATRO STREHLER, TORNA MILVA CANTA BRECHT |
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Milano, 15 maggio 2006 - Dopo il grande successo delle repliche di novembre, che hanno simbolicamente aperto l’ “anno brechtiano” al Piccolo Teatro, e all’indomani di una tournée primaverile che ha toccato Germania e Spagna, martedì 30 maggio, al Piccolo Teatro Strehler, ore 19. 30, torna in scena – per sole tre serate - Milva canta Brecht storico recital di Giorgio Strehler ripensato da Milva e Cristina Pezzoli che ne cura la regia. Protagonista Milva, accompagnata da Vicky Schaetzinger al pianoforte, Bruno Poletto alla fisarmonica, Federico Ulivi chitarra e banjo, Marco Albonetti al sax soprano, contralto, baritono. Testi di Bertolt Brecht, musiche di Bertolt Brecht, Hanns Eisler, Kurt Weill. Artista amatissima da Giorgio Strehler, grande interprete e “ambasciatrice” dell’opera brechtiana in Italia e nel mondo, Milva torna a “cantare Brecht” in una impaginazione registica che, come afferma Cristina Pezzoli, si pone il problema di un “aggiornamento a Brecht rispetto al presente”. Diviso in tre sezioni, le ballate, la guerra, le figure femminili, lo spettacolo intesse parole e musica, e, in un gioco di rimandi iconografici all’oggi, fa “reagire” il pensiero brechtiano con la complessità del mondo contemporaneo, in un processo di ricontestualizzazione capace di metterne in luce attualità e anacronismi. L’uso delle immagini – chiari riferimenti all’oggi, icone di guerre presenti – e la voce, anche recitante, di Milva arricchiscono di sfumature inedite le parole dei songs, le poesie, gli epigrammi, da cui emerge con forza la capacità brechtiana di analisi e comprensione della realtà Giovedì 1 giugno, al termine dello spettacolo, il Console Generale della Repubblica Federale di Germania a Milano, Folkmar Stoecker, consegnerà a Milva l’Onorificenza di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Federale di Germania, tributatale dal Presidente tedesco Horst Köhler. www. Piccoloteatro. Org . |
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DADO IN SUONO, CANTO, RECITO... E BALLICCHIO! SUL PALCOSCENICO DEL TEATRO CIAK |
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Milano, 15 maggio 2006 - Con il suo atteggiamento dimesso ed il suo aspetto riservato, inganna il pubblico, nascondendo una forza dissacrante verso i luoghi comuni e tutte le convenzioni. Presenza mite, pronta a sorprendere lo spettatore con la mimica clownesca, e le sue canzoncine brevi ma taglienti, che sono distribuite all’interno dello spettacolo dopo un’accurata preparazione, arrotolandosi le maniche e sfoderando la sua chitarra. Celata tra le battute di questo spettacolo una delle forme più tradizionali di comicità in Italia: “il centone”, che viene proposto sotto una nuova veste, con un apparente distacco, Dado arrotolandosi le maniche della sua camicia, canticchia le melodie più conosciute del repertorio italiano,facendone una parodia o che dir si voglia “centone” con il quale ha conquistato il pubblico televisivo. “Alice guarda i gatti e i gatti guardano le alici” non è solo una battuta dei suoi centoni ma è anche il titolo del suo libro che raccoglie gran parte dei testi delle sue esilaranti canzoni (Edito da Kowalski). L’artista, suona, recita canta e come ammette nel titolo dello spettacolo, cerca di ballare, alla ricerca di una completezza che non esiste, ma che si sforza di trovare a tutti i costi. Una ricerca che non porta a nessun risultato, ma che vale la pena di tentare, anche per non trovare: una donna senza suocera, un lavoro senza capoufficio, una casa senza mutuo, una macchine senza rate, un cane senza portarlo quattro volte al giorno a fare la cacca, una televisione senza canone, una casa al mare che usi solo quindici giorni senza dover pagare la tassa sulla nettezza urbana tutto l’anno, un mondo senza guerra, un sesso senza la telefonata del giorno dopo… Una ricerca, minuziosa, continua e reiterante, che sfocia in un originale cocktail di comicità strampalata, talvolta così avanti che si rischia di ridere "quando si torna a letto sotto le lenzuola". Le così dette "battute a peperone, che prima di fare effetto ci mettono un po’, ma delle quali non si può più fare a meno. Sessanta minuti ininterrotti di una grande prova d’attore interpretata con successo e con la cura di rivolgersi ad un pubblico eterogeneo. . |
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AL TEATRO FRANCO PARENTI NELLA NOTTE PROFONDA UNO SPETTACOLO DI E CON GIORGIO MELAZZI |
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Milano, 15 maggio 2006 - Per numerose stagioni al Salone Pier Lombardo Giorgio Melazzi è stato accanto a Franco Parenti come attor giovane, caratterista, comico, spalla, insomma ha costruito una carriera d’attore che lo ha portato oggi ad essere un protagonista anche del varietà televisivo. Con il suo personalissimo stile di interprete e di autore, fatto di emozioni e risate che lasciano il segno, tra bagliori di poesia, crude attualità e brucianti pensieri, Giorgio Melazzi è uno dei personaggi “cult” della comicità milanese e un singolare punto d’incontro capace di coniugare la profondità del teatro con l’immediatezza del cabaret. Sogni e cazzotti della vita, politica e cuori infranti, noie, fughe, sconfitte e ribellioni, i mille argomenti del “quieto vivere” quotidiano trovano nei suoi spettacoli il luogo ideale per trasformarsi in materia comica. “Nella Notte Profonda”, con l’alba incerta e sempre più lontana, tra certezze che sfuggono e futuri che tardano, è una sequenza di sogni comici e incubi surreali, con soprassalti di humour e finali improvvisi che ne consumano il tempo fino al risveglio. Quel che ne esce è uno spettacolo raffinato ed emozionante, un gioiello di comicità da non perdere, dove la satira e l’ironia non sono mai fini a se stesse, ma strumenti di critica raffinata e tagliente. . |
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OGGI CELEBRAZIONI A MILANO PER IL COMPLEANNO DEL PICCOLO TEATRO |
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Milano, 15 maggio 2006 - In occasione del 59mo “compleanno” del Piccolo Teatro di Milano (la cui data di Fondazione è il 14 maggio 1947), lunedì 15 maggio, al Teatro Grassi, ore 17. 30, un incontro dedicato a Paolo Grassi organizzato dal Piccolo in collaborazione con l’Associazione Amici del Piccolo Teatro, sempre attiva nel perpetuare la memoria e approfondire temi portanti nella storia dell’Ente milanese. Gli anni tra il 1968 e il 1972, sono ricordati nella storia del Piccolo perché coincidono con l’abbandono della direzione da parte di Giorgio Strehler e la “gestione unica” di Paolo Grassi. Il Piccolo senza Strehler punta su giovani registi, come Klaus Gruber, Patrice Chéreau, e Marco Bellocchio, regista cinematografico, alla sua prima esperienza teatrale con Timone d’Atene di Shakespeare. Gianfranco De Bosio realizza in quel periodo i suoi memorabili spettacoli ruzantiani. Ma sono anche gli anni del decentramento, dell’esperienza del Teatro Quartiere, delle grandi rassegne internazionali. Di questa fase ricchissima discutono Piero Bassetti, Marco Bellocchio, Gianfranco De Bosio, Sergio Escobar, Emilio Pozzi, Andrée Ruth Shammah, Salvatore Veca. In occasione dell’incontro, Francesca Grassi, presenta la Fondazione “Paolo Grassi La Voce della Cultura”. 02 72 333 222 - info@piccoloteatro. Org . |
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DA MARTEDI’ 23 MAGGIO AL TEATRO STUDIO URLO DI PIPPO DELBONO CON LA PARTECIPAZIONE DI UMBERTO ORSINI |
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Milano, 15 maggio 2006 - Urlo ha debuttato al Festival di Avignone 2004, dove ha ricevuto un’accoglienza trionfale, per poi proseguire in una tournée internazionale che si chiude, per questa stagione, con le repliche milanesi. L’urlo di Pippo Delbono ha al suo centro il tema del potere, non solo quello politico e religioso, ma anche i meccanismi di dominio nascosti nei ricatti sentimentali e negli intrecci delle relazioni umane. “Uno spettacolo nasce sempre da domande, da interrogativi su cose che non capisco, da inquietudini, ombre che mi passano accanto, menzogne, aria di malattia”, dichiara Delbono. “I miei spettacoli passati - aggiunge - hanno quasi sempre parlato di malattie fisiche, di dolori, lotte, follia. Ora l’urgenza che avvertivo era sì verso una malattia, ma nuova, di diverso tipo. Esistono malattie che non sono più riconoscibili in quanto tali, ma per questo più mostruose, più terribili, nascoste, difficili da scoprire, anche in noi stessi. Come il potere. Un male che ci portiamo dentro e che si sviluppa in modo sottile. Quella tentazione di identificare la propria persona nel momento in cui ha qualcun altro da sottomettere. L’essere umano che ha bisogno, per affermarsi, di tenere in pugno un suo simile”. Grazie al suo lavoro, che come è ormai pratica consolidata, nasce dai corpi e dalle voci dei suoi compagni di viaggio, un “nucleo antico” formato da Pepe, Gustavo, e gli altri “non attori” la cui straordinarietà si è fatta esperienza, il regista ligure conferma la sua capacità di associare immagini e di toccare corde emozionali profonde con un linguaggio poetico e popolare, in cui l’espressività del corpo mantiene un ruolo di preminenza. Un linguaggio che si arricchisce della presenza di Giovanna Marini e Umberto Orsini, che per Delbono significano da un lato, la cifra del linguaggio popolare, della capacità di comunicazione della parola in musica, e, dall’altro, la presenza evocativa del “grande attore”, capace di scelte difficili. In scena Orsini distilla brani tratti dalla Ballata del carcere di Reading di Oscar Wilde e dal Riccardo Ii di Shakespeare, rivelando il segno di una straordinaria presenza anche nei silenzi. Le marce popolari di una banda in scena e la voce di Giovanna Marini conferiscono allo spettacolo un’atmosfera di struggente innocenza, così come i ventidue attori della compagnia si offrono con una visceralità e una precisione non comuni. Www. Piccoloteatro. Org . |
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LUNEDI’ 29 MAGGIO AL TEATRO STUDIO POETI EUROPEI DEL 900 - XIII EDIZIONE SESTO APPUNTAMENTO CON FRANZOBEL |
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Milano, 15 maggio 2006 - Lunedì 29 maggio, al Teatro Studio, ore 17. 30, prosegue il ciclo Poeti europei del 900, con il poeta austriaco Franzobel. Nato nel 1967 a Vöcklabruck, Franzobel vive a Vienna, Pichlwang e talora anche a Buenos Aires. Inizia la sua attività artistica in qualità di artista figurativo (espone, tra l’altro, all’Artstart di Vienna, 1990, e al Kunsthalle Ritter di Klagenfurt, 1996), in seguito, dal 1991, si dedica prevalentemente alla scrittura, non rinunciando a sperimentazioni in altri ambiti artistici e coltivando molteplici interessi (coming up; arte giovane dall’Austria nel Museo del Xx secolo, 1996; De Valigia 1998; apparizioni con il gruppo musicale “The Naked Lunch”; giocatore di calcio a tempo perso; ciclista…). I suoi testi rivelano un maestro fastoso e divertente dell’inventiva lessicale e un affabulatore barocco le cui metafore e immagini poetiche creano audaci formazioni linguistiche. Ha all’attivo numerose raccolte poetiche, testi drammaturgici allestiti nei principali teatri austriaci e radiodrammi. Oltre al Premio Ingeborg Bachmann, conseguito nel 1995, tra i numerosi riconoscimenti ottenuti, i più recenti sono la Medaglia Brecht (2000), la Borsa di studio della Città di Vienna Elias Canetti (2001), il Pemio Arthur Schnitzler (2002) e il Premio Nestroy www. Piccoloteatro. Org . |
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“I SERVI” CON AL REGIA DI OMAR NEDJARI AL TEATRO VERGA DI MILANO |
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Milano, 15 maggio 2006 - Del Fuego Management è lieta di annunciare Lucilla Agosti (“La Febbre” di A. D’alatri, “Il Mercante di pietre” di Renzo Martinelli) e Alice Mangione (“All Music Show”, All Music) protagoniste con la Compagnia Form&linguaggi del dramma teatrale “I servi” scritto e diretto da Omar Nedjari, che debutterà il 18 maggio al Teatro Verga di Milano. Il testo, che ha vinto la quinta edizione del “Concorso di drammaturgia per giovani” intitolato alla memoria di Ernesto Calindri, è molto sottratto nel dialogo asciutto e serrato. I personaggi sono tutti legati fra loro da una percettibile somiglianza, un lavoro giocato sulle atmosfere sospese, sull´angoscia che pervade il testo e sull´ironia di un’ assurda situazione. Note di regia: mentre il padrone fugge da una città ormai quasi deserta due servi rimangono, esiliati, nella cucina. Licenziati, non possono seguire il padrone e sono condannati a rimanere nella casa che hanno servito per tanti anni attendendo una catastrofe ignota, ma inevitabile! Corrado, violento e folle, sembra non curarsi di quel che potrebbe accadere loro, Riccardo invece ne è terrorizzato! Cosa potranno fare per riscattarsi? Cosa potranno fare per evitare di essere abbandonati? Quale azione, per quando assoluta e disperata, saranno capaci di compiere per la loro salvezza? tel. 02 33106749 . |
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