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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 23 Ottobre 2007 |
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PRELIEVI PER UN TOTALE DI 221 MILIONI DI EURO PER SUPERAMENTO DELLE QUOTE LATTE |
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Bruxelles, 18 ottobre 2007 - Secondo calcoli provvisori della Commissione europea, basati sulle dichiarazioni annuali degli Stati membri, i prelievi imposti ai paesi dell’Ue che hanno superato le loro quote latte durante la campagna 2006/2007 ammontano a poco meno di 221 milioni di euro. L’anno scorso il totale prelevato era di 355 milioni di euro. Sette Stati membri (Austria, Cipro, Danimarca, Italia, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi) hanno superato le rispettive quote latte. Nel complesso, ciò rappresenta un’eccedenza di 773 728 tonnellate, che dà luogo ad un prelievo sulle consegne di 220,82 milioni di euro. Quasi l’80% del totale è da imputare alla produzione eccedente dell’Italia, che ha superato la propria quota del 6%. L’austria ha superato la propria quota del 3,3%, mentre gli altri cinque paesi che sono incorsi nel prelievo hanno registrato superamenti di quota inferiori all’1% ciascuno. Quanto alle vendite dirette ai consumatori, solo Cipro e i Paesi Bassi hanno dichiarato eccedenze per un totale di 420 tonnellate, con conseguente prelievo sulle vendite dirette pari a 120 000 euro. “Le quote latte hanno avuto un’importante funzione in passato, quella di mantenere in equilibrio la domanda e l’offerta”, ha dichiarato la Commissaria all’Agricoltura e allo Sviluppo rurale Mariann Fischer Boel. “Tuttavia, da quando sono entrate in vigore le riforme della Pac, gli agricoltori sono liberi di produrre per il mercato e le quote diventano sempre più anacronistiche. Sono destinate a scomparire nel 2015. Resta ora da vedere che tipo di provvedimenti transitori occorre adottare. Questo sarà uno dei temi chiave della prossima “valutazione dello stato di salute” della Pac”. Per la campagna lattiera 2006/2007 (aprile 2006 – marzo 2007), la quota complessiva in termini di consegne alle latterie era di 137 milioni di tonnellate. Questa quota è suddivisa in 808 162 quote individuali per l’insieme dell’Unione europea (Ue-25, in quanto Romania e Bulgaria hanno applicato il regime delle quote solo a decorrere dal 1° aprile 2007). A ciò si aggiunge un’ulteriore quota di 2 milioni di tonnellate per le vendite dirette ai consumatori, divisa in 73 000 quote individuali. Il totale dei prelievi da riscuotere per il 2006/2007 è notevolmente inferiore (del 38%) a quello del 2005/2006, benché il volume totale adattato delle consegne sia diminuito soltanto dello 0,15%. Ciò si spiega con il fatto che la quota complessiva delle consegne è aumentata di 1,2 milioni di tonnellate e il prelievo per chilogrammo eccedente è diminuito dell’8% in confronto all’anno precedente. Le consegne effettive sono appena leggermente aumentate rispetto al 2005/2006, differenza più che compensata dalla riduzione del tenore medio di grassi del latte (dal 4,05% al 4,03%), da cui risulta un calo delle consegne una volta adattata la quantità al tenore di grasso. In 18 Stati membri dell’Ue-25 i produttori non dovranno pagare alcun prelievo sulle consegne, non essendo stati superati i quantitativi nazionali di riferimento. Le consegne sono rimaste almeno del 5% al di sotto della quota in nove paesi (Grecia, Svezia, Slovacchia, Slovenia, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta e Ungheria). Tuttavia, in termini assoluti, l’offerta più deficitaria è quella della Francia, con 636 000 tonnellate di quota non utilizzate, seguita dal Regno Unito, con 479 000 tonnellate non utilizzate. Nell’insieme dei 18 Stati membri che non hanno esaurito le loro rispettive quote di consegne, la parte di quota non utilizzata è pari a 2,7 milioni di tonnellate. Considerando le eccedenze degli altri sette Stati membri, se ne deduce che le consegne complessive di latte nell’Ue-25 sono di fatto inferiori di 1,9 milioni di tonnellate alla quota complessivamente disponibile. Come funziona il sistema - Il latte vaccino viene commercializzato nell’Unione europea secondo un sistema di quote inteso a equilibrare la domanda e l’offerta e ad arginare le eccedenze. A ciascuno Stato membro sono attribuiti due quantitativi di riferimento (o “quote”), uno per le consegne alle latterie e l’altro per le vendite dirette ai consumatori. In ogni Stato membro, tali quantitativi vengono ripartiti tra i produttori (quote individuali). Se la produzione supera la quota nazionale, i produttori dello Stato membro interessato che hanno contribuito al superamento devono pagare un prelievo. Il prelievo è versato dai produttori di latte vaccino sull’insieme dei quantitativi di latte o equivalente latte che superano la quota, commercializzati nel corso di un periodo di dodici mesi che va dal 1° aprile al 31 marzo. Anteriormente al 1° settembre di ogni anno, gli Stati membri riferiscono alla Commissione in merito all’applicazione del regime delle quote latte durante il periodo precedente. Questo rendiconto deve essere presentato sotto forma di questionario debitamente compilato con tutti i dati necessari per calcolare il prelievo. Il tasso del prelievo è di 28,54 Eur/100 kg di eccedenza. . |
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CRPM DI FIRENZE, IL COMMISSARIO UE HA PRESENTATO IL “LIBRO BLU SUL MARE” BORG: «L’ITALIA PUÒ ESSERE LEADER NELLA POLITICA DEL MARE» SOTTOLINEATO IL RUOLO DELLE REGIONI NELLA GOVERNANCE CON I PAESI RIVIERASCHI |
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Firenze - Porti, impianti per le forniture energetiche, sviluppo delle coste e turismo. Questi i punti focali del “Libro blu sul mare” illustrato il 19 ottobre a Firenze dal Commissario Ue Joe Borg presente al Palacongressi alla Conferenza delle Regioni periferiche e marittime. «Sono i temi infrastrutturali quelli sui quali è previsto il grosso dei finanziamenti» ha detto Borg, che ha ribadito come al libro blu, che prevede obiettivi a lungo termine, si accompagni un piano d’azione con obiettivi a breve termine ed ha annunciato il prossimo varo di Linee Guida Ue su alcune tematiche specifiche come quella della pesca. «Siamo giunti al Libro blu – ha spiegato – dopo aver compiuto un lungo e articolato percorso. Nel libro verde, che ha preceduto quello blu, abbiamo raccolto tutte le questioni che avessero come riferimento il mare, non lasciandone fuori nemmeno una. Su questa base abbiamo effettuato una vastissima consultazione e abbiamo ricevuto oltre 500 proposte, delle quali un centinaio sono arrivate dalle Regioni. Da questo lavoro abbiamo poi enucleato le proposte contenute nel libro blu». Il Commissario europeo ha inoltre tenuto a sottolineare come il libro blu sul mare rappresenti l’inizio di un processo, ribadendo l’importanza di temi come quello della governance locale per le tematiche relative alla sicurezza, ai problemi della coste, ai traffici commerciali transfrontalieri ed ha invitato le Regioni a far sentire la loro voce nell’ambito degli assetti istituzionali dei vari paesi membri. Ad una domanda specifica sul ruolo dell’Italia in relazione alla nuova politica del mare, Borg ha ricordato di aver incontrato proprio ieri il Ministro de Castro e ha risposto che il paese che ha sempre sostenuto con forza questa linea può esercitare una vera leadership nel sostenere una politica marittima integrata che coinvolga anche i paesi che non appartengono all’Unione Europea, con particolare riferimento al bacino del Mediterraneo. In questo ambito Borg ha sottolineato anche la necessità che le regioni svolgano un ruolo primario e la necessità di trovare metodi per un ruolo più forte delle Regioni in sintonia con l’azione dei vari Paesi membri. . |
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FORMAGGI,BECCALOSSI:PROMOZIONE IN AUTOGRILL FRANCIA COINVOLTI 220 PUNTI VENDITA TRA I QUALI ANCHE QUELLO DEL LOUVRE PROTAGONISTI DELL´INIZIATIVA GRANA,PROVOLONE,GORGONZOLA,TALEGGIO |
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Regione Lombardia e Autogrill France hanno presentato ieri a Parigi, alla Gare de l´Est, un´iniziativa per la promozione di prodotti di alta qualità dell´agroalimentare lombardo. Alla realizzazione del progetto hanno collaborato anche l´Istituto del Commercio Estero e i quattro Consorzi di tutela dei prodotti. Fino al 7 gennaio 2008 quattro formaggi (Grana Padano, Gorgonzola, Taleggio e Provolone Valpadana) faranno da ambasciatori del "tipico di qualità" lungo la rete di Autogrill France. Un network di 220 punti vendita distribuiti in autostrade, stazioni ferroviarie, aeroporti e centri commerciali, compreso il Carrousel du Louvre. Oltre alla vendita del prodotto, Autogrill ha sviluppato anche particolari menù per permetterne l´assaggio: dal panino a base di Provolone Valpadano, alle insalate al Grana Padano, dal "Risotto al Gorgonzola" alle "Penne al Taleggio". L´"assiette de fromages" offre l´insieme delle specialità dell´offerta. "Il nostro obiettivo - afferma Viviana Beccalossi, Vicepresidente e Assessore all´Agricoltura della Regione Lombardia - è quello di far scoprire e apprezzare la Lombardia attraverso alcuni dei suoi prodotti tipici più importanti. La Lombardia è leader nella produzione lattiero-casearia italiana. Il 40% del latte nazionale è di origine lombarda e il Grana Padano è il prodotto a Denominazione d´Origine Protetta (Dop) più importante al mondo. Non solo quantità, ma soprattutto qualità. La nostra è una produzione d´eccellenza dove l´offerta Dop e Igp (Indicazione Geografica Protetta) rappresenta il 26% del volume complessivo italiano". "Secondo le statistiche delle dogane francesi - spiega Giuseppe Cerroni, direttore generale Comunicazione e Affari istituzionali del Gruppo Autogrill - nel 2006 sono ´entrati´ oltralpe beni del settore agro-food per 33,22 miliardi euro, di cui solo 2,53 miliardi provenienti dall´Italia, con un´incidenza del 7,62% sul totale dell´import francese nel settore. E´ nostra intenzione continuare ad aprire gli shop e i ristoranti della rete europea di Autogrill alla diffusione delle varie culture dell´alimentazione, offrendo ai consumatori i prodotti tipici e genuini". . |
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NUTRIZIONE ED INFORMAZIONE DEL CONSUMATORE AL CONVEGNO ASSICA RELATORI INTERNAZIONALI SI CONFRONTERANNO A PARMA, NELL’AMBITO DI CIBUS TEC |
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Il Convegno organizzato da Ass. I. Ca. – Associazione Industriali delle Carni aderente alla Confindustria - per l’edizione 2007 di Cibus Tec (Fiera internazionale che si tiene a Parma, dedicata alle tecnologie agro-alimentari) è incentrato sulla nutrizione e l’informazione al consumatore. Il mondo istituzionale si sta attivando per promuovere e facilitare da parte dei consumatori l’assunzione di abitudini alimentari salutari – in attuazione alle strategie elaborate in sede di Organizzazione Mondiale della Sanità – responsabilizzando le aziende alimentari perché assumano comportamenti coerenti sia in ambito produttivo che commerciale. In tale contesto l’informazione ai consumatori si conferma strumento privilegiato per indirizzare le scelte verso produzioni alimentari rispondenti alle moderne tendenze nutrizionali e salutistiche. A tal riguardo – dal 1° luglio 2007 – è entrato in applicazione il regolamento Ce n. 1924 del parlamento Europeo 2006, nuova disciplina comunitaria cui devono assoggettarsi tutte le comunicazioni commerciali fornite per i prodotti alimentari. In base a queste premesse Ass. I. Ca. Ha deciso di dedicare un Convegno sul rapporto tra nutrizione ed informazione del consumatore, in particolare approfondendo i contenuti fortemente innovativi del Regolamento “Claims” (indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sui prodotti alimentari) per quanto riguarda la sua applicazione al settore dei prodotti carnei. Il Principio sul quale si basa il Regolamento è il seguente: tutto quello non espressamente autorizzato sarà proibito. Tale situazione rappresenta l’esatto contrario di quanto successo fino ad ora dove tutto quello non espressamente proibito viene permesso con la sola condizione di non trarre in inganno il consumatore, condizione peraltro soggetta a diverse interpretazioni da parte degli Stati membri. Per effetto del regolamento sono ammesse indicazioni atte ad evidenziare la presenza nel prodotto di componenti ‘positivi’ (vitamine, minerali, proteine), o l’assenza (ma anche il ridotto contenuto) di componenti ‘negativi’ (zuccheri, sale, grassi, in particolare grassi saturi e trans, energia). Per fare alcuni esempi, un prodotto ricco di proteine, come la carne e i suoi derivati, potrà recare la dicitura ‘fonte di proteine’, se si verificherà che queste equivalgono almeno al 12% delle calorie apportate dal prodotto. La dicitura potrà essere ‘ad alto contenuto di proteine’ se le calorie associate alle proteine saranno il 20% del totale. Così, un prodotto di carne che contenga vitamina B1 nella misura prevista potrà essere presentato come ‘fonte naturale di Vitamina B1’, distinguendosi così da quegli alimenti in cui la vitamina è aggiunta come mero integratore. Per citare un altro esempio, la maggior parte dei prodotti a base di carne potrà recare il temine “senza zucchero”. “L’obiettivo del Regolamento è porre al centro la sicurezza e la salute del consumatore favorendone un’alimentazione sempre più consapevole, ispirata alle moderne indicazioni nutrizionali e aperta ai suggerimenti del mondo scientifico in materia di prevenzione – ha affermato il presidente di Assica, Francesco Pizzagalli. I contenuti del Regolamento sono decisamente innovativi per il nostro settore, il loro impatto tocca anche diversi aspetti di marketing. Infatti, si regolamenta l’etichetta dei prodotti che dovrà dare informazioni su almeno quattro elementi: energia, proteine, grassi e carboidrati”. Ad approfondire queste tematiche: Carlo Cannella, Presidente dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione; Paola Testori Coggi, Direttore Generale aggiunto - Direzione Generale Salute e Tutela dei consumatori – Commissione Europea; Lorenzo Terzi - Assistente Direttore Generale Aggiunto - Direzione Generale Salute e Tutela dei Consumatori (Dg Sanco) - Commissione europea; Romano Marabelli, Direttore generale Dipartimento per la Sanità Pubblica Veterinaria, la Nutrizione e la Sicurezza degli alimenti – Ministero della Salute; Silvio Borrello, Direttore Generale della D. G. Sicurezza degli alimenti e della Nutrizione – Dipartimento per la Sanità Pubblica Veterinaria, la Nutrizione e la Sicurezza degli alimenti – Ministero della Salute; Giovanni Parolari, Dirigente di ricerca Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari di Parma; Antonio Giovati, Comitato di Controllo Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria (Iap); Barbara O. Schneeman , Director, Office of Nutrition, Labeling, and Dietary Supplements Center for Food Safety and Applied Nutrition - Food and Drug Administration (Fda); Lee Smith, Senior Vice President -Phoenix Media Network - Publishers of Deli Business. Concluderà i lavori Gian Paolo Patta, Sottosegretario di Stato del Ministero della Salute. . |
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SVILUPPO RURALE – ZAIA A ROVIGO INCONTRA IMPRENDITORI AGRICOLI |
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Il Cen. Ser. Di Rovigo ospiterà mercoledì 24 ottobre prossimo, con inizio alle 20,30, l’incontro tra gli imprenditori agricoli polesani, il vicepresidente della Giunta regionale Luca Zaia e i tecnici della Regione, promosso per illustrare contenuti, finalità e modalità attuative nel Programma di sviluppo rurale del Veneto per il periodo 2007 – 2013. “I relativi bandi attuativi – ha ricordato Zaia – saranno emanati entro l’anno e invito tutti gli agricoltori a utilizzarli al meglio. Il nostro Psr è infatti fortemente orientato ad accrescere la competitività delle aziende, attraverso il sostegno di specifiche progettualità. La dotazione complessiva è di oltre 914 milioni di euro, capaci di attivare investimenti per circa un miliardo e mezzo euro, e abbiamo voluto spingere sulla competitività, consapevoli che questa sarà probabilmente l’ultima occasione finanziariamente significativa della quale l’agricoltura veneta potrà usufruire per rendere più forte la sua capacità di stare in un mercato sempre più esigente”. Del totale della spesa pubblica, il 44 per cento sarà in definitiva destinato al cosiddetto Asse 1, che ha come obiettivo generale appunto la crescita della competitività del settore agricolo e forestale; Il 37 per cento delle risorse sarà indirizzato al cosiddetto Asse 2, che punta a valorizzare l’ambiente e lo spazio naturale. Per migliorare la qualità della vita nelle zone rurali e a promuovere la diversificazione delle attività economiche sarà utilizzato il 5 per cento della spesa (Asse 3), mentre l’11 per cento delle disponibilità andrà all’Asse 4 (programmi Leader, iniziative copartecipate del territorio) e il 3,5 per cento restante andrà ad azioni di assistenza tecnica. . |
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PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE SARDO: PRIMO CONFRONTO CON BRUXELLES |
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Primo positivo confronto negoziale a Bruxelles tra la Commissione europea e la Regione Sardegna sul Programma di sviluppo rurale 2007/13. L´esito dell´incontro avuto nei giorni scorsi è stato illustrato il 17 ottobre a Cagliari dall´assessore regionale dell´Agricoltura Francesco Foddis al Tavolo verde. Alla riunione era presente anche il direttore generale dell´Assessorato Alfonso Orefice. "Il parere della Commissione sul nostro Programma è altamente positivo - ha spiegato l´assessore - ma, trattandosi di uno strumento di programmazione da 1. 250 milioni di euro, non mancano le osservazioni, alcune delle quali di carattere sostanziale, altre più formali. È del tutto doveroso, essendo soldi pubblici, che vengano chieste spiegazioni sulle previsioni di spesa e sulla coerenza degli obiettivi che la Regione intende perseguire rispetto alla programmazione comunitaria". La problematica più rilevante sollevata dalla Commissione riguarda la dotazione finanziaria prevista per l´indennità compensativa, circa 281 milioni di euro, cifra questa superiore del 380 per cento rispetto al Psr 2000/2006 visto che nel precedente periodo di programmazione erano stati spesi 73,7 milioni. Non corrisponde quindi al vero che nel Psr sia stata tagliata la quota per l´indennità compensativa, così come apparso in più occasioni sulla stampa. Da notare inoltre che se tra gli anni 2000-2004 i pagamenti per questa misura sono stati zero o di pochi milioni di euro, tra il 2005 e il 2006 si è arrivati a erogare risorse pari a circa 75 milioni di euro. Secondo Bruxelles però, i 281 milioni previsti nel Psr sono però un importo eccessivo, non coerente con quanto stabilito all´interno del Psn (Piano strategico nazionale), in cui si prescrive un maggiore rilievo alle misure agroambientali. Sempre secondo la Commissione, occorre che nel Psr della Sardegna ci sia un riequilibrio delle risorse a favore di queste misure. L´assessore ha anche avanzato al Tavolo verde l´ipotesi di salvaguardare la quota riservata all´indennità per le zone montane (circa 69 milioni di euro) e di rimodulare invece quella sulle zone svantaggiate. Durante il suo intervento, il direttore generale Alfonso Orefice ha evidenziato il lavoro proficuo in corso con la Commissione, sottolineando ancora una volta come da entrambe le parti ci sia il massimo spirito di collaborazione per raggiungere l´obiettivo dell´approvazione del Psr al Comitato per lo sviluppo rurale entro la fine dell´anno e avviare concretamente il Programma dall´inizio del 2008. "Entro il 22 ottobre spediremo a Bruxelles la tabella finanziaria con la rimodulazione delle risorse, tenendo conto delle osservazioni della Commissione e avendo ben presente che senza modificare in modo congruo la dotazione per l´indennità compensativa il Psr non riceverà il via libera". Orefice ha voluto anche spiegare come il Psr non sia uno strumento chiuso: "Durante il suo percorso, il Programma potrà subire, all´interno dei vari Assi, variazioni, limature e rimodulazioni finanziarie delle misure a seconda delle esigenze. L´importante, ora, è la sua approvazione". Un´altra puntualizzazione importante è stata fatta sulle risorse. "Non si perderà un euro - ha chiarito l´assessore - perché la dotazione totale di 1. 250 milioni di euro rimarrà tale e quei soldi che per esempio dovranno essere limati dall´indennità compensativa saranno semplicemente spostati in altre misure. Inoltre, tutte quelle Regioni che dovessero vedere slittata l´approvazione dei Psr ai primi giorni del 2008 non perderanno le risorse della prima annualità: il Parlamento europeo dovrà in questo caso esprimere un parere sul passaggio alla dotazione del 2008". . |
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TORINO: SBLOCCATI I PAGAMENTI PER GLI IMBOSCHIMENTI RIGUARDANO OLTRE MILLE DOMANDE PER UN IMPORTO DI 1,5 MILIONI DI EURO |
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“Finalmente sono in pagamento i premi della Misura H – Imboschimento del Psr (Piano di sviluppo rurale) relativo all’annualità 2006, bloccati da un anno per esaurimento della disponibilità finanziaria”. Lo annuncia Bruna Sibille, assessore regionale allo sviluppo della montagna e foreste che sottolinea che, grazie all’enorme lavoro degli ultimi mesi da parte delle strutture regionali per risolvere le anomalie riscontrate nelle domande è stato emesso, da parte dell’organismo pagatore regionale, il mandato di pagamento per 1. 158 domande di aiuto relative alla Misura H e al regolamento Cee 2080/92 per un importo di 1,5 milioni di euro. In Piemonte, l’arboricoltura da legno ricopre un ruolo importante, sia dal punto di vista economico (basti pensare al legname di pioppo per l’industria dei compensati e del mobile), sia dal punto di vista ambientale per il limitato uso di acqua e prodotti chimici rispetto alle colture agricole tradizionali e la capacità di stoccare carbonio, contribuendo alla lotta contro l’effetto serra. Nella nostra Regione, la pioppicoltura ha una tradizione consolidata da molti decenni, mentre l’arboricoltura da legno con latifoglie di pregio (noce, ciliegio, frassino, querce) è una novità che ha potuto svilupparsi dalla metà degli anni ‘90 grazie ai finanziamenti dell’Unione europea. In poco più di dieci anni in Piemonte sono stati realizzate oltre 2. 000 piantagioni, per una superficie totale di quasi 7. 000 ettari e sono stati spesi circa 70 milioni di euro, con fondi per metà dell’Unione europea e per metà dello Stato. La Regione Piemonte ha contribuito con uomini, mezzi e risorse finanziarie per la programmazione e l’attuazione degli interventi, per la formazione degli operatori e dei tecnici e per le attività di ricerca e sperimentazione. L’argomento è stato recentemente al centro del convegno organizzato dall’assessorato allo sviluppo della montagna e foreste tenutosi nei giorni 15-16 ottobre scorsi a Torino, che ha fatto registrare un qualificata e folta partecipazione. L´arboricoltura da legno è una coltivazione temporanea di alberi di specie forestali con finalità produttiva: produzione di legname di pregio e/o biomassa. In Piemonte la tipologia di arboricoltura da legno più diffusa è la pioppicoltura specializzata, diffusa a partire dagli anni ´30 del secolo scorso e da allora parte integrante del paesaggio di pianura. A partire dalla metà degli anni ´90, ha assunto rilevanza la realizzazione di impianti di arboricoltura da legno con latifoglie di pregio, a seguito degli incentivi dell´Unione europea erogati in attuazione del regolamento Cee 2080/92 e successivamente tramite i Piani di sviluppo rurale regionali (Psr). Info http://www. Regione. Piemonte. It/montagna/foreste/arboricoltura/arborico. Htm . |
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1,6 ML. EURO PER SVILUPPO MONTAGNA DEL FVG |
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La promozione economica della montagna e la valorizzazione delle sue risorse umane, produttive e ambientali è uno dei principali obiettivi della Regione Friuli Venezia Giulia. Per l´attuazione delle iniziative finalizzate alla realizzazione e alla gestione di aree attrezzate per insediamenti produttivi e di strutture turistico-ricettive, oltre per il miglioramento di quelle esistenti, vengono pertanto stipulati appositi Accordi di programma che consentono a Comunità montane e altri Enti locali e loro consorzi di provvedere alle opere, compresa la realizzazione di immobili da dare in locazione. La Giunta regionale ha pertanto stabilito il 19 ottobre, su proposta dell´assessore alle Attività Produttive Enrico Bertossi, e sulla base di quanto indicato nel piano operativo regionale 2007, di mettere a disposizione 1. 600. 000 euro per sostenere alcune iniziative in grado di contribuire allo sviluppo delle aree interessate, con particolare riguardo per i programmi finalizzati all´incremento occupazionale e alla soluzione di crisi aziendali. I fondi deliberati serviranno dunque a sostenere i lavori di adeguamento in materia di sicurezza degli immobili ex Weissenfels a Tarvisio; la costruzione di un capannone industriale in Zona artigianale D2 a Resiutta; la realizzazione di strutture per la lavorazione ed il deposito di biomassa legnosa destinati agli impianti dei Comuni di Arta Terme, Treppo Carnico, Ampezzo, Verzegnis, Prato Carnico, Lauco e Forni Avoltri; l´acquisto ed il recupero dell´ex latteria di Piano d´Arta; l´acquisto dell´albergo-ristorante "Sella Chianzutan" nella località omonima; l´ acquisto e il ripristino dell´albergo "Alle Alpi" a Lazzaretto, in Comune di Montenars. . |
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CARO-MANGIMI: VERTICE TRA REGIONE SARDEGNA, ORGANIZZAZIONI DI CATEGORIA E PRODUTTORI |
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Un´intesa tra i produttori agricoli di cereali e gli operatori zootecnici per consentire una giusta remunerazione delle produzioni agricole e abbattere il repentino incremento dei costi di alimentazione del bestiame. L´argomento è il punto all´ordine del giorno di un incontro che l´assessore regionale dell´Agricoltura Francesco Foddis ha convocato a Cagliari lunedì 22 ottobre, con le organizzazioni di categoria, le cooperative e le Organizzazioni produttori dei settori cerealicolo e zootecnico. La particolare situazione che si è venuta a creare nel mercato internazionale, a causa della carenza di cereali, e le recenti decisioni dei ministri dell´Agricoltura dei Paesi membri dell´Unione europea che hanno come obiettivo il favorire l´aumento della produzione di grano dopo la crisi mondiale del comparto, richiedono l´impegno e l´intesa di tutti gli attori della filiera cerealicolo -mangimistica isolana per incentivare un organizzato sviluppo delle produzioni che consenta sinergie positive con il settore zootecnico. "L´obiettivo dell´incontro di lunedì - spiega l´assessore Foddis - è di lavorare tutti assieme per delineare un´ipotesi organizzativa che ponga in relazione i produttori agricoli di cereali e leguminose utilizzati come base mangimistica con i diretti utilizzatori: questo per consentire da una parte una giusta remunerazione delle produzioni, dall´altra per frenare il consistente aumento dei costi di alimentazione del bestiame, evitando così possibili speculazioni". Alla luce dell´aumento dei costi di produzione nel settore zootecnico, che oggi non trova diretta compensazione con un pari incremento dei ricavi, la riunione di lunedì sarà anche l´occasione per fare il punto sull´andamento della campagna lattiero-casearia ovina 2006/7. . . |
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PAGAMENTI E INDEBITAMENTO, LA REGIONE SARDEGNA RIBADISCE I PROPRI IMPEGNI |
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"La Regione lavora ogni giorno su diversi fronti per dare risposte concrete agli agricoltori. Quella di oggi è una giornata di protesta, legittima, del comparto: ci si chiede uno sforzo straordinario, non rimarremo insensibili". Dopo la manifestazione e i presidi dei trattori sulle strade della Sardegna, arriva la replica dell´assessore regionale dell´Agricoltura, Francesco Foddis. "Domani - spiega Foddis - sarò nuovamente a Roma per sollecitare il governo affinché vengano anticipate le risorse ad Agea, l´organismo pagatore nazionale, per il pagamento delle misure dell´indennità compensativa e del benessere degli animali. Avrò un incontro con Antonangelo Casula, sottosegretario del ministero dell´Economia, dicastero che materialmente anticipa i fondi ad Agea. Su questa partita, inoltre, auspico che il Consiglio regionale si pronunci al più presto sull´articolo unico del disegno di legge per l´anticipazione ad Agea, da parte della Regione, di ulteriori 19 milioni di euro". La trasferta a Roma del 23 ottobre sarà anche l´occasione per l´assessore Foddis di tornare sulla vicenda dell´indebitamento e della drammatica situazione delle aziende agricole della Sardegna: "Il ministro delle Politiche agricole De Castro sta seguendo da vicino gli sviluppi e si è impegnato in prima persona ad affrontare la questione. Domani farò ulteriori pressioni perché il ministro convochi con tutta urgenza l´incontro con gli istituti bancari, incontro al quale parteciperà anche la Regione". Al ritorno da Roma, nei prossimi giorni sarà convocata una riunione con le organizzazioni agricole in cui l´assessore farà il punto della situazione. . |
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TARICCO CHIEDE AL MINISTERO UNA PROROGA PER GLI ESSICCATOI AZIENDALI |
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L’assessore regionale all’Agricoltura del Piemonte Mino Taricco ha richiesto al Ministro per le Politiche Agricole Paolo De Castro di intervenire con una proroga per gli adempimenti relativi agli essiccatoi aziendali, che interessano in particolare le aziende produttrici di cereali e riso. La nuova normativa ambientale accomuna infatti gli impianti “in proprio” agli impianti industriali, imponendo, entro il prossimo 29 ottobre, la presentazione della domanda di autorizzazione alle emissioni in atmosfera. Il provvedimento risulta tuttavia estremamente oneroso per le aziende che operano esclusivamente per l’essiccazione in proprio solo per brevi periodi, che ne erano infatti esonerate in passato. “Ho chiesto l’intervento del Ministro – spiega l’assessore Taricco - per poter disporre del tempo necessario per il completamento dell’iter di modifica del codice ambientale che, fermo restando la corretta regolamentazione delle emissioni in atmosfera, possa semplificare gli adempimenti a carico delle aziende agricole. L’essiccazione è infatti un processo necessario per la lavorazione e conservazione dei cereali e c’è il rischio concreto che molti piccoli impianti non possano adeguarsi alle norme o che debbano affrontare costi di trasporto aggiuntivi. Non ultimo, la minor disponibilità di impianti potrebbe interferire con la corretta essiccazione dei prodotti agricoli, con conseguenze negative sul controllo delle micotossine nel prodotto finale. ” Il problema degli essiccatoi aziendali nasce dalla complessità della legislazione vigente: il Dpr 203/88 stabiliva le norme per le emissioni in atmosfera da parte di attività industriali. Le attività agricole e, tra queste, l’essiccazione in proprio, non necessitavano di alcuna autorizzazione, mentre ne erano soggetti solo gli impianti che operavano per “conto terzi”. Il D. Lgs. 152/06, così detto “codice ambientale”, ha abrogato il Dpr 203/88 senza prevedere più alcuna distinzione tra attività agricole e industriali. Anche i piccoli impianti aziendali, che operano in maniera stagionale e per brevi periodi, devono quindi regolarizzare la loro posizione presentando richiesta di autorizzazione entro il termine del 29 ottobre 2007. Il provvedimento, oltretutto, cade in un quadro d’incertezza normativa, legato all’iter di modifica del D. Lgs. 152/06 e alla conseguente attesa di disposizioni definitive, che non ha permesso finora alle Regioni di attivare tutte le procedure e le istruzioni necessarie per la regolarizzazione delle attività in questione. . |
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LA FIELD HA PRESENTATO IL PROGETTO CHE PREVEDE LA TRASFORMAZIONE E LA COMMERCIALIZZAZIONE DEL LATTE IN AFRICA OCCIDENTALE |
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Reggio Calabria - La Fondazione Field ha presentato il progetto "Creazione, trasformazione e commercializzazione del latte in Mali, in Africa occidentale". Un´iniziativa che fa parte di un progetto più complessivo, denominato "Europafrica", per un´agricoltura solidale e sostenibile nel nord come nel sud del mondo". All´incontro del 19 ottobre, che è servito a discutere la bozza di un protocollo d´intesa finalizzato alla realizzazione del progetto, hanno preso parte, oltre al presidente della Fondazione Field, Mario Muzzì, anche una delegazione malese composta da Rokiatou Cissè, produttrice agricola e promotrice della campagna d´informazione Europafrica e Jossouf Traorè, del Cnop, piattaforma che raggruppa le organizzazioni contadine del Mali; Paola di Meo dell´organizzazione non governativa "Terra nuova"; Francesco Vignarolo del Cipsi (Coordinamento di Iniziative Popolari di Solidarietà Internazionale); Paolo Abramo, presidente delle Camere di Commercio calabresi, Rosa Lorenzon del dipartimento Agricoltura della Regione Calabria; l´assessore alle Politiche Agricole della Provincia di Catanzaro Giovanni Mirarchi ed i rappresentanti di Fondazione Etica, Cia, Coldiretti, Copagri e Gal Serre Calabresi. Il progetto consiste nello sviluppare due mini latterie in Mali per rispondere alla domanda di latte della popolazione nelle città secondarie, attraverso il contributo dell´azienda "Dedoni" di Squillace, che fornirà alle donne imprenditrici del Mali il "know how", vale a dire le tecniche che si riferiscono ai temi dell´ organizzazione aziendale, della selezione del personale, della gestione e lo sviluppo delle risorse umane. Il progetto servirà a rafforzare la capacità delle organizzazioni di produttori del Cnop (coordinamento nazionale delle organizzazioni contadine del Mali) ad accompagnare e diffondere l´esperienza delle mini latterie. Più in generale, la nostra Regione aderisce al programma di cooperazione a sostegno dello sviluppo delle microimprese africane, così come il Piemonte, l´Emilia Romagna, il Lazio, la Toscana, la Campania e la Liguria. E´ stato Jossouf Traorè ad illustrare le caratteristiche sociali e geografiche della sua terra, sottolineando che si tratta di una regione con dodici milioni di abitanti di cui la metà non supera i venticinque anni di età e ben l´ottanta per cento svolge lavori agricoli. "La nostra iniziativa - ha dichiarato il presidente della Fondazione Field Mario Muzzì - è forse soltanto una goccia nel mare dei problemi che esistono tra le popolazioni dell´Africa, alle prese soprattutto con una natalità infantile impressionante. Ma lo consideriamo un primo passo di un lungo percorso che vede la Calabria coinvolta in esperienze di solidarietà e di sviluppo sociale". Per Paolo Abramo che ha dato, così come tutti rappresentati al tavolo presenti, la disponibilità del proprio Ente a sottoscrivere il protocollo d´Intesa, "si tratta di un progetto in cui la Calabria può dare il proprio apporto in maniera significativa, avendo già operato negli anni scorsi, come Camera di Commercio, in esperienze di crescita, sviluppo e cooperazione tra i Paesi meno sviluppati dell´Europa". Entusiasta anche l´assessore alla Provincia di Catanzaro che ha parlato di una "operazione importante che tende alla conoscenza reciproca e crea modelli di sviluppo seri e incisivi" mentre Rosa Lorenzon del dipartimento Agricoltura ha parlato di "un´iniziativa che trova un certo favore comunitario come espressamente indicato dalla Programmazione dei Fondi Ue in tema di solidarietà e cooperazione sociale" . |
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LA PESCA HA BISOGNO DI MENO BUROCRAZIA STATI GENERALI: LA FEDERCOOPESCA CHIEDE NORMATIVE PIÙ SEMPLICI E CHIARE |
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Roma, - “La pesca ha bisogno di normalizzazione, rilancio e sostenibilità”. Questo secondo Massimo Coccia, presidente della Federcoopesca-confcooperative –intervenendo 18 ottobre a Bari agli Stati Generali della Pesca- è la strada da seguire per far uscire il settore da un lungo periodo di stallo. “Gli operatori –prosegue Coccia- sono in una fase di resistenza alle mille difficoltà del momento, rese più gravose nel quotidiano dalla troppa burocrazia che opprime il settore”. Per adempiere ai dettami delle normative nazionali e comunitarie i pescatori spesso si trovano a dover riempire anche venti differenti registri con notevoli difficoltà soprattutto per le imprese della piccola pesca. Una pesca che ha visto negli ultimi sei anni una riduzione dei marittimi di 17mila unità (il 35% in meno degli operatori) e ben 1 milione di giornate di lavoro perse. Un quadro amaro che troppo spesso vede confinare la pesca sul banco degli imputati, quando si parla di illegalità. “Il lavoro del pescatore -conclude Coccia- spesso viene ingiustamente confinato fra quei mestieri sempre al limite della legalità. E’ una cattiva informazione che rischiamo di pagare caro. Le infrazioni, nella maggior parte dei casi, sono imputabili a normative complesse, di difficile comprensione e applicazione. Per favorire comportamenti legali è necessario puntare un apparato normativo più snello e semplice. L’illegalità, infatti, trova in un diritto comunitario troppo restrittivo e rigido, un valido alleato”. . |
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APERTO UN BANDO PER LA PROMOZIONE DELL’ACQUACOLTURA VALORIZZAZIONE DEI PRODOTTI ITTICI PIEMONTESI |
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La Regione Piemonte apre un bando destinato a finanziare le campagne di promozione della pesca e dell’acquacoltura, finalizzate in particolare a diffondere la conoscenza dei prodotti regionali e a valorizzare l’immagine del territorio. Il bando – deliberato nella seduta odierna della Giunta Regionale - si avvale delle risorse finanziarie messe a disposizione dal Decreto legislativo 143/1997, che ha assegnato alla Regione Piemonte 172. 911 euro per l’anno 2007 e 288. 200 euro rispettivamente per gli anni 2008 e 2009. Le domande di contributo dovranno essere presentate a partire dalla data di pubblicazione sul Bollettino Ufficiale ed entro il 31 marzo 2008 al Settore Caccia e Pesca della Regione, ma per l’erogazione dei finanziamenti occorrerà attendere la conclusione dell’iter che prevede la notifica alla Comunità Europea e la relativa approvazione. “L’apertura del bando per le campagne di promozione dell’acquacoltura – afferma l’assessore all’Agricoltura Mino Taricco – si inserisce nelle nostre iniziative di sostegno a questo settore, in fase di sviluppo in Piemonte e sulla base dell’interesse manifestato dall’imprenditoria ittica. In particolare, è nostro interesse supportare le iniziative di divulgazione, conoscenza e promozione dell’acquacoltura che possano favorire, nel loro complesso, la salvaguardia dell’ecosistema e del suo equilibrio, uno degli obiettivi fondamentali anche della nuova legge regionale sulla pesca, approvata a fine 2006. ” Le spese ammissibili al bando riguardano, a titolo esemplificativo, progetti di certificazione della qualità dei prodotti e dei processi, comprese l’etichettatura e la tracciabilità; la realizzazione di materiale informativo, non solo cartaceo ma diffuso anche attraverso i canali web e radiotelevisivo; le campagne pubblicitarie, la partecipazione a mostre, fiere e degustazioni, nonché le iniziative a carattere internazionale con ricadute per l’economia locale. Il contributo pubblico sarà calcolato su un investimento complessivo non superiore a 70. 000 euro. . |
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PESCA PROFESSIONALE E ACQUACOLTURA: BANDO DELLA REGIONE UMBRIA PER PROGETTI |
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Ha come obiettivo la promozione di progetti e studi sulla pesca professionale e l’acquacoltura nel territorio regionale il Bando della Regione Umbria dal titolo “Studio sulla pesca professionale nel territorio della Regione Umbria” e “Studio sull’acquacoltura nel territorio della Regione Umbria”. I progetti sono finalizzati ad approfondire la conoscenza dei due settori produttivi, ma anche a verificare la ricaduta della programmazione “Sfop 2000-6”, lo Strumento Finanziario di Orientamento della Pesca fondi sul cui utilizzo la Regione deve rendicontare alla Unione europea entro il 2008. Il tetto massimo di finanziamento per ognuno dei due progetti che verranno approvati è di 6 mila 350 euro. Il bando individua quali possibili beneficiari dei finanziamenti i soggetti pubblici (Università o Istituti di ricerca) e privati (liberi professionisti, associazioni di categoria, associazioni temporanee di scopo) che potranno presentare proposte che analizzano alcune attività del ramo sotto il profilo qualitativo, quantitativo e commerciale, le aziende operanti in termini di redditività e di interazione con il tessuto sociale ed economico umbro, la gestione del territorio rispetto all’equilibrio ambientale e paesaggistico. I progetti inoltre, dovranno prendere in considerazione tematiche relative alla qualità e quantità del pesce pescato,alla composizione ed attività delle aziende di pesca, fonti statistiche attuali e proposta di implementazione di un sistema di raccolta dati, commercializzazione e, nel caso dell’acquacoltura trasformazione, impatto ambientale, effetti economici degli interventi finanziati dai fondi “Sfop”. La domanda di presentazione dei progetti dovrà essere inviata, a partire dall’apertura del bando (che verrà pubblicato, oltre che nel portale www. Regione. Umbria. It alla pagina bandi, nel Bur n. 46 del 24 ottobre 2007) e non oltre il 2 gennaio 2008 alla sede della Regione Umbria – Direzione regionale agricoltura e foreste, aree protette, valorizzazione dei sistemi naturalistici e paesaggistici, beni e attività culturali, sport e spettacoli – Servizio Qualificazione delle produzioni animali, via Mario Angeloni 61 – 06124 Perugia. Per ulteriori informazioni si può scrivere al seguente indirizzo: zootecnia3@regione. Umbria. It. . |
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8° CONGRESSO MONDIALE DEL BUFALO: FEDERICO ROMEIRO (ARGENTINA) NUOVO PRESIDENTE IBF UNA RICERCA ITALIANA SPIEGA IL PERCHÉ DELLA VARIABILITÀ DEL SAPORE TRA MOZZARELLE DI BUFALA. |
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Caserta - Dopo la “Giornata dell’Allevatore” che ha riscosso un notevolissimo successo di pubblico, l’8° Congresso Mondiale del Bufalo si avvia a conclusione. Oggi è stato eletto il nuovo presidente dell’International Buffalo Federation: il professor Federico Romeiro, presidente dell’Associazione nazionale allevatori bufalini argentini, succede al professor Luigi Zicarelli, preside della facoltà di Veterinaria dell’Università Federico Ii di Napoli e membro dell’Associazione nazionale italiana allevatori specie bufalina, che era stato eletto tre anni or sono al settimo Congresso Mondiale, tenutosi nella capitale delle Filippine: Manila. Pertanto, il nono Congresso Mondiale del Bufalo, si terrà nel 2010 in Argentina. Ha preso il via oggi al Foro Boario di Eboli (Salerno), la Iii Mostra Nazionale della Bufala, che si concluderà domani, con la premiazione, per 12 diverse categorie, della “Bufala Ideale”. Saranno presenti tutte le migliori campionesse di Bufala Mediterranea Italiana, di varie età, capacità produttive, rese in caseificazione del latte e morfologia. La platea della Iii Intanto, continuano a scorrere i numerosi lavori di ricerca sulla specie bufalina. Notevolissimo il contributo della ricerca italiana, specie nel settore che studia il rapporto tra Nutrizione e qualità del latte. Un gruppo di lavoro coordinato da Simonetta Puppo dell’Istituto Sperimentale per la Zootecnia di Roma Tor Mancina ha messo in evidenza differenze significative nella flora lattica presente nel latte proveniente da mandrie allevate con diete alimentari diverse. La ricerca, titolata ”Comparazione tra due diete nella nutrizione delle bufale: caratteristiche microbiologiche di latte, cagliata e mozzarella” conclude che è possibile variare significativamente la flora batterica lattea, variando la razione alimentare. Addirittura alcuni foraggi, come il loietto, inducono la produzione di batteri lattici non presenti in latte proveniente da mandrie che non hanno assunto questo foraggio. Variazioni della flora lattea incidono poi sul sapore del latte e quindi del prodotto finito: la mozzarella. Secondo Francesca Paola Cuscunà, che ha partecipato al gruppo di ricerca: “Gli esiti del lavoro possono essere ulteriormente migliorati, ad esempio utilizzando sieroinnesto naturale proveniente da lavorazioni a latte crudo, riferite alla stessa mandria di provenienza del latte. ” In pratica, durante la ricerca, pur avendo usato lo stesso sieroinnesto per lavorazioni di latte di diversa provenienza, gli studiosi si sono ritrovati di fronte a due prodotti di diversa composizione dal punto di vista della flora batterica. “Tali conclusioni – sottolinea la Cuscunnà – offrono in termini di trasferimento tecnologico potenziale verso le aziende, nuovi elementi di valutazione ai fini della rintracciabilità del latte di bufala e di tutela del prodotto finito. ” . |
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RIFORMA REGIME DI AIUTI POSITIVA PER I PRODUTTORI LUCANI DI AGRUMI |
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Procede a grandi passi la riforma del regime di aiuti ai produttori di agrumi. L’assessore all’Agricoltura, Roberto Falotico, esprime viva soddisfazione per l’intesa raggiunta dalla Commissione Politiche agricole sul provvedimento, la cui ratifica è oggi all’ordine del giorno della Conferenza Stato Regioni, in vista della definitiva approvazione. L’assessore rivolge un “ringraziamento particolare al ministro De Castro, il quale ha mostrato grande sensibilità verso le sollecitazioni provenienti dalle Regioni del Mezzogiorno e approfondite in un confronto interlocutorio proprio con gli assessori all’Agricoltura”. La riforma estenderà i benefici ai tanti piccoli coltivatori, non solo a quelli che conferiscono alle industrie di trasformazione attraverso le organizzazioni dei produttori. Anche l’entità degli aiuti è considerevole: dai 205. 000 euro della campagna 2006/2007, per sostenere i produttori di agrumi saranno impegnati fondi stimati intorno ai 6-7 milioni di euro. Per Falotico “le misure in questione avranno ripercussioni positive sui processi di crescita del settore. Anche le aziende lucane avranno un’arma in più per qualificare le proprie colture e reggere le spinte della globalizzazione. Dovremo amplificare i nostri sforzi perché gli agrumi lucani, che subiscono la forte concorrenza dei Paesi del Mediterraneo, riescano ad essere essi stessi competitivi sui mercati italiani e esteri. Per questo – sottolinea l’assessore – l’impegno del Dipartimento e degli imprenditori deve essere rivolto verso programmi e azioni tesi a migliorare ancora le colture e a organizzare l’offerta ”. La Basilicata – spiega il Dipartimento Agricoltura - con i suoi 28 mila ettari è un’importante realtà frutticola italiana. Fra le colture un ruolo determinante rivestono gli agrumi del Metapontino e delle valli adiacenti. Si tratta di circa 8 mila ettari con lieve prevalenza delle arance rispetto alle clementine e ai mandarini. L’investimento per ettaro è intorno alle 400-500 piante. La raccolta inizia a fine settembre con il Satsuma Miagawa e termina a marzo con le ultime arance. Poco presenti sono le varietà pigmentate, mentre vi sono ancora impianti della cultivar locale “Staccia” di Tursi. Il calendario di raccolta degli agrumi, però, è molto corto, poiché si concentra solo su due specie e due cultivar principali (clementine comune e arancia navelina); si genera così una concentrazione dell’offerta che allinea i prezzi di vendita verso il basso. Una migliore distribuzione dell’offerta e l’allungamento del calendario di raccolta da ottobre ad aprile, consentirebbe di ridare al settore fiducia e competitività. Le potenzialità per l’agrumicoltura sono ancora interessanti, se si riuscirà a riunire l’offerta e dotare i frutti di marchi commerciali gestiti da precisi disciplinari di produzione. Le aziende lucane produttrici di agrumi sono concentrate in pochi comuni: Tursi, Scanzano Jonico, Policoro, Rotondella, Pisticci, Nova Siri, Montescaglioso, Montalbano Jonico e Bernalda. La superficie media investita ad agrumi è molto bassa in tutti i comuni interessati (meno di 2 ettari ad azienda), tranne che nel comune di Pisticci (3,5 ettari ad azienda). Vi è la diffusa presenza di aziende con ridottissime produzioni, insieme ad altre con enormi estensioni (30-50 ha) investite ad agrumi. La riforma dell’Ocm prevede per il comparto agrumicolo l’abolizione del regime di aiuti per i produttori di agrumi avviati alla trasformazione e l’introduzione del comparto nel regime di pagamento unico. Si passa, pertanto, da un aiuto alla produzione basato sul quantitativo di agrumi consegnato alla industria di trasformazione a un meccanismo che prevede l’aiuto ad ettaro, calcolato sulla base delle superfici agrumicole delle aziende coltivate nell’anno 2006. A queste superfici viene applicato un coefficiente correttore che per la Basilicata è pari al 0,90. Nel caso in cui una azienda agricola nelle ultime due campagne abbia consegnato agrumi alle industrie di trasformazione e abbia beneficiato di aiuti comunitari, gli importi di riferimento si calcoleranno maggiorati dell’80 per cento. . |
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L’OSSERVATORIO GRANA PADANO SI AGGIUDICA IL PREMIO NUTRIGOLD 2007 PER LA MIGLIORE COMUNICAZIONE NUTRIZIONALE |
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Milano - Nel 2006 Shanghai, quest’anno Milano. L’osservatorio Nutrizionale Grana Padano continua a ricevere premi nazionali e internazionali legati alla comunicazione. A margine del congresso “Dietecom: Le giornate Nazionali di Nutrizione Pratica 2007” è stato infatti premiato con il premio Nutrigold 2007 per la migliore comunicazione nutrizionale. L’osservatorio Grana Padano, nato nel 2004, ha conseguito questo riconoscimento, il 19 ottobre, dopo il prestigioso Nutri award - promosso dalla Idf e Fao - ricevuto nel 2006 a Shanghai per la migliore campagna di educazione Nutrizionale a livello mondiale. Al premio, promosso dalla Fao (Food and Agriculture Organization) e dall’Idf (International Dairy Federation), la federazione mondiale dei produttori di latte e formaggi, hanno concorso decine di campagne provenienti da 29 Paesi. Il congresso Dietecom, tenutosi a Milano il 18 e 19 ottobre, si è svolto sotto l’autorevole comitato scientifico composto dal Prof. Carlo Cannella, Presidente dell´Inran; Prof. Michele Carruba, Direttore del Dipartimento di Farmacologia; e Direttore del Centro Studi e Ricerca sull’Obesità dell’Università degli Studi di Milano; Dr. Claudio Cricelli, Presidente della Simg, Società Italiana di Medicina Generale. Finalità del congresso, a cui hanno partecipato dietologi, dietisti, nutrizionisti e operatori sanitari era creare la possibilità di incontro e discussione delle nuove tendenze nel campo dell´Alimentazione e Nutrizione tra e con i professionisti della salute. Particolarmente impegnati sul fronte della divulgazione e educazione delle buone regole alimentari, spesso anche presso i centri scolastici, i votanti hanno dovuto anche considerare quindi anche la fruibilità, capacità educativa e praticità comunicazionale dei vari progetti: questo concorre alla valenza del premio che è quindi conferito da professionisti e specialisti del settore che hanno dovuto scegliere tra 11 progetti. Aziende Concorrenti al premio:Acqua Sant’anna, Aia, Aidi, Olio Cuore, Grana Padano, Dupont, Granarolo, Tefal, Isvi, Mutti, Proactiv. . |
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PRODOTTI TIPICI: PROMOZIONE IN 400 SUPERMERCATI DISTRIBUZIONE GRATUITA DEL RICETTARIO "LOMBARDIA IN CUCINA" DA LUNEDI´ E´ CONSULTABILE ANCHE SUL SITO WWW.BUONALOMBARDIA.IT |
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"Dopo il grande successo dello scorsa edizione, anche quest´anno in 400 supermercati si potranno apprezzare e conoscere meglio i prodotti tipici della Lombardia". A darne notizia è Viviana Beccalossi, vicepresidente della Regione e assessore all´Agricoltura, presentando un´iniziativa che ha come obiettivo principale quello di promuovere e valorizzare il ´made in Lombardia´. Fino al 10 novembre, Grana Padano, Provolone Valpadano, Salame della Brianza, Bresaola della Valtellina, Mostarda di Cremona, Bollicine della Franciacorta e Bonarda dell´Oltrepò, solo per citare alcune delle proposte agroalimentari che fanno parte del progetto, saranno protagonisti nei punti vendita della Grande Distribuzione di tutte le province lombarde ma anche in Piemonte, Emilia Romagna e Liguria. All´iniziativa aderiscono Auchan, Carrefour, Cityper, Coop, Diperdì, Esselunga, Gs e Sma. "A caratterizzare l´edizione di quest´anno - aggiunge Viviana Beccalossi - c´è un´interessante novità: nella maggior parte dei punti vendita, 56 dei quali solo a Milano e provincia, verrà distribuito gratuitamente ´Lombardia in cucina´, un volumetto che contiene 15 ricette, anche innovative, da realizzare in non più di 20 minuti. Un modo simpatico e pratico per avvicinare consumatori e famiglie ai sapori della Lombardia". Si va dal "Risotto con Formaggella del Luinese e Pere Mantovane" al "Filetto di Gran Suino padano all´aceto balsamico e miele", dagli "Involtini al Taleggio" al "Valtellina Casera dorato con spicchi di carciofi" o dai "Crostini di pane, Gorgonzola e Mostarda" alle più dolci "Gelatine allo Sforzato della Valtellina". Il tutto accompagnato da vini Doc e Docg. Sul sito www. Buonalombardia. It è possibile conoscere il dettaglio delle singole iniziative e, da lunedì, potrà essere consultato e scaricato il ricettario "Lombardia in cucina". Fino al 10 novembre, dunque, ipermercati e supermercati diventeranno testimonial della ´buona tavola´ di Lombardia. "Un´ iniziativa - conclude la vicepresidente Beccalossi - mirata a cementare un patto fiduciario tra produttori e consumatori. La Regione lavora per garantire che il sistema delle regole sia osservato e i disciplinari applicati. La Grande Distribuzione é fondamentale per veicolare questo nostro impegno ma ancor più per affermare la professionalità dei produttori lombardi". . |
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CRESCONO I CONSUMI FUORI CASA: ITALIA AI PRIMI POSTI IN EUROPA SEMPRE MENO GENTE CONSUMA IL PRANZO IN CASA, PREFERENDO BAR E MENSE AZIENDALI. |
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Il mercato Afh (Away from home) ha raggiunto quota 64,55 miliardi di euro, ponendo l’Italia ai primi posti dell’Europa a 25. I dati arrivano da una ricerca presentata nel corso di Metro Exhibition. Oltre a crescere in termini assoluti, il mercato dei consumi fuori casa si va anche segmentando, con i nuovi luoghi di consumo che si affiancano a punti vendita tradizionali, ha spiegato il presidente di professor Luca Pellegrini, estensore della ricerca. Cambia anche il ruolo dei bar, che sempre più orientano il proprio business per offrire una risposta alle esigenze di chi li frequenta per un pranzo veloce. I modelli di consumo, dopo essere rimasti sostanzialmente stabili per decenni, oggi stanno evolvendo rapidamente ed è compito dell’offerta intercettare i nuovi trend per non restare indietro, ha aggiunto Mario Maiocchi, presidente di Metro Italia. Una posizione condivisa da Filippo Fabbri, direttore acquisti food di Metro Italia. Ci sono fette di mercato che non si riconoscono nei tradizionali luoghi di consumo. È il caso delle famiglie con figli piccoli, che spesso trovano poco confortevole il pranzo al ristorante, preferendo il bar o la pizzeria. C?è poi il segmento dei consumatori immigrati, che esprimono gusti e atteggiamenti di consumo nuovi. Grazie al suo peso e alla presenza capillare sul territorio, Metro può svolgere un ruolo da collante per gli operatori dell’offerta, aiutandoli a intercettare i nuovi trend di consumo. . |
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INAUGURAZIONE NUOVO MERCATO ITTICO A FIUME |
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L´assessore regionale alle Risorse Agricole, Naturali, Forestali, alla Montagna e alla Pesca, Enzo Marsilio, ha partecipato il 20 ottobre - a Fiume all´inaugurazione del nuovo mercato ittico coperto della località quarnerina, realizzato con un intervento di recupero dell´ex stabilimento della Torpedo, nella zona industriale, finanziato con i fondi della legge italiana numero 84 del 2001 nell´ambito del progetto "fish-log", del quale il Friuli Venezia Giulia è capofila. Nell´occasione Marsilio, dopo avere espresso il compiacimento dell´Amministrazione per la nuova struttura che valorizza le attività di pesca della città croata, si è incontrato con il vicepresidente della Contea Litoranea Montana della Croazia, Luka Denona, con l´assessore regionale dell´Emilia Romagna, Duccio Campagnoli, e con un rappresentante del Ministero dell´Agricoltura e Pesca della Croazia, per ribadire la volontà del Friuli Venezia Giulia di pervenire alla costituzione del Distretto della pesca dell´Alto Adriatico. Distretto che, come ha affermato Marsilio -"rappresenta l´elemento essenziale per la gestione complessiva della pesca nell´Adriatico Settentrionale". "Per raggiungere tale obiettivo - ha aggiunto l´assessore - occorre la condivisione del progetto da parte dei rispettivi ministeri delle Repubbliche di Slovenia e di Croazia, ed è pertanto auspicabile che nei prossimi giorni si pervenga alla firma del relativo protocollo d´intesa". Protocollo che terrà conto dei problemi di tutela e di salvaguardia del patrimonio ittico, con lo scopo di dare continuità ai progetti di valorizzazione dell´attività di pesca. Al progetto "fish. Log" aderiscono tra l´altro le Regioni Emilia Romagna e Veneto, la Contea Istriana, la Contea Litoranea Montana, l´Informest e l´Uniprom (associazione italiana di categoria della pesca). La struttura croata rappresenta dunque il primo intervento realizzato con i fondi della legge numero 84, e ha comportato un costo complessivo di 700 mila euro. Nell´ambito del progetto "fish. Log" è prevista altresì la costruzione del mercato ittico di Parenzo, sempre in Croazia, che sarà inaugurato entro l´anno. Mentre verranno svolte iniziative di formazione del personale addetto alla struttura, assieme ad azioni di animazione socio-economica nelle aree interessate. L´obiettivo del costituendo Distretto di pesca dell´Alto Adriatico auspicato da Marsilio, è quello di mettere in rete i mercati ittici della riviera dell´Adriatico Settentrionale, per la gestione degli stock ittici. . |
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INAUGURAZIONE DEI DUE NUOVI MERCATI ITTICI A FIUME E PARENZO, FRUTTO DELLA COOPERAZIONE DELLE REGIONI DELL´ALTO ADRIATICO "L´ADRIATICO E´ UN MARE CHE UNISCE. SI APRONO IMPORTANTI PROSPETTIVE DI SVILUPPO PER L´ECONOMIA ITTICA DI TUTTO L´ALTO ADRIATICO" |
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Con il taglio del nastro il 20 ottobre a Fiume (Rijeka) nasce il primo dei due nuovi mercati ittici croati (l´altro si trova a Parenzo e sarà inaugurato il prossimo 10 novembre) realizzati grazie al progetto di cooperazione per l´economia ittica dell´Alto Adriatico promosso assieme dalle Regioni Emilia-roamgna, Veneto, Friuli Venezia-giulia insieme alle Regioni croate dell´Istria e Litoraneo Montana, delle città di Pola e Fiume e delle associazioni nazionali della pesca con il consorzio per la pesca (Uniprom). Il nuovo mercato ittico è stato finanziato grazie alla legge 84 del 2001 che disciplina le forme di partecipazione italiana al processo di stabilizzazione, ricostruzione e sviluppo di Paesi dell´area balcanica e realizzato con una nuova progettazione comune delle Regioni adriatiche che ha definito anche le opportunità e gli strumenti di una connessione telematica dei nuovi mercati in Croazia con i mercati ittici adriatici e delle possibilità di connessione telematica tra barche e mercati delle due sponde per comunicare la quantità e la qualità del pesce pescato. All´inaugurazione saranno presenti l´assessore regionale alle Attività produttive della Regione Emilia-romagna Duccio Campagnoli e i colleghi delle Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto, insieme alle autorità locali. "La realizzazione dei mercati di Fiume e di Parenzo apre importanti prospettive di sviluppo per l´economia ittica croata e italiana nell´alto Adriatico", ha sottolineato l´assessore Campagnoli. "Il nostro impegno prosegue nella direzione di uno sviluppo comune dell´economia ittica, in linea con quanto stabilito nei protocolli di intesa, già siglati con le Regioni del Friuli Venezia Giulia e del Veneto, che hanno anticipato l´avvio dell´euroregione adriatica, istituita con l´adesione delle tre Regioni italiane e croate nell´anno in corso. L´adriatico è e deve essere un mare che unisce e non divide, e l´Emilia-romagna vuole essere protagonista della costruzione di una grande regione adriatica come area e risorsa importante dello sviluppo europeo. ". I Nuovi Mercati Ittici - Il nucleo centrale del progetto è stato dedicato alla costruzione dei due nuovi mercati ittici di Fiume e Parenzo e delle infrastrutture logistiche ad essi collegati. Fino ad oggi la Croazia era priva di mercati ittici e i pescatori erano costretti a vendere i prodotti direttamente dalle banchine. I nuovi mercati, collegati ai mercati italiani attraverso una tecnologia innovativa e sperimentale, consentiranno di incrementare la concorrenza tra gli acquirenti attraverso un´asta elettronica e una moderna rete telematica di distribuzione dei prodotti. Il nuovo sistema consente anche di collegare direttamente i pescherecci ai mercati. Attraverso i computer di bordo i pescatori sono in grado, infatti, di comunicare immediatamente ai mercati la qualità e quantità di pesce pescato. I mercati croati, a loro volta, possono poi inviare i dati ai mercati di Grado, Pila e Cesenatico (che funziona da terminal). Tutto questo renderà possibile, da un lato, un aumento dei volumi di vendita e della qualità e freschezza del pesce e, dall´altro, il trasferimento dei prodotti da un mercato all´altro a seconda delle necessità, garantendo maggiore efficienza nell´approvvigionamento e una politica di contenimento dei prezzi più favorevole al consumatore. La prossima frontiera, invece, è quella di collegare direttamente i mercati ittici ai commercianti e questi ultimi ai ristoranti e alle pescherie, e di costruire mercati di distribuzione nell´entroterra regionale. "La collaborazione tra le Regioni Emilia-romagna, Friuli Venezia Giulia, Veneto e le istituzioni costiere transfrontaliere, - conclude l´Assessore Campagnoli - con i diversi progetti in corso nell´alto Adriatico, rappresenta un primo esempio operativo e sperimentale di applicazione della politica comune per la pesca dell´Unione europea e rappresenta un esempio di una nuova politica della pesca incentrata sulla gestione autogovernata da produttori e istituzioni di distretti di pesca anche transfrontalieri. . |
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DALLE MACCHINETTE UN´ISTANTANEA DELL´ITALIA CHE LAVORA SFIORANO I 6 MILIARDI LE CONSUMAZIONI AI DISTRIBUTORI AUTOMATICI.
CON 1.731.000 MACCHINE INSTALLATE IN ITALIA, UNA OGNI 35 ABITANTI, IL SETTORE FATTURA OLTRE 2 MILIARDI DI EURO, IMPIEGA 30.000 ADDETTI CHE VIAGGIANO SU OLTRE 15.000 AUTOMEZZI.
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Confida - Associazione Italiana Distribuzione Automatica, presenta il primo studio congiunturale sul settore condotto internamente. Ne emerge una fotografia molto chiara di usi e costumi dell´Italia che lavora. Il 90% di queste macchine, infatti, sono installate in uffici e aziende, il 5,2% in scuole, università e altre comunità, il 3,9% in ospedali e ministeri, solo lo 0,5% ad oggi in luoghi aperti al pubblico come stazioni e metropolitane. Capillarità sul territorio italiano. Il primo dato che emerge è la capillarità della diffusione, una macchina ogni 35 abitanti, considerando che il dato Istat dei 59 milioni di italiani è comprensivo di neonati e bambini che non acquistano certamente in autonomia. Significativo anche l´aumento del numero di macchine installate che è più che raddoppiato in circa 5 anni, passando dai circa 700. 000 distributori del 2000 agli oltre 1. 700. 000 del 2005[1]. Questa crescita esponenziale si deve soprattutto alla diffusione delle macchine per bevande calde da ufficio (nome tecnico Hot Table Top) che hanno registrato negli ultimi anni un vero e proprio boom. Nel calcolo sono considerate soltanto le installazioni in luoghi lavorativi e pubblici, non anche quelle per uso familiare. Tendenza questa che comunque si sta sviluppando parecchio, a fronte della sempre maggiore affidabilità e qualità di questi dispositivi che richiedono sempre meno interventi di esperti. I nuovi consumi: gli italiani pazzi per il caffè, ma anche per l´acqua Il secondo focus è sul tipo di consumi. Dal grandangolo della distribuzione automatica si fotografa un´Italia sempre più attenta alla propria alimentazione, sempre più sensibile verso i contenuti nutrizionali dei prodotti, sempre più aperta verso proposte alimentari in linea con la salute. Emerge anche una vera e propria "acqua-mania", con un consumo di oltre 650 milioni di bottigliette. "Riusciamo sempre ad anticipare gli stili di consumo degli Italiani. - ha commentato Vincenzo Scrigna, Presidente di Confida - Associazione Italiana della Distribuzione Automatica - La nostra battaglia per portare nei distributori le bottigliette da mezzo litro di acqua minerale è iniziata negli anni ´80. Si trattava di ottenere prezzi competitivi e di adattare la logistica del settore. Basti pensare che con un Kg di caffè si ottengono 150 consumazioni. Per ottenere 150 consumazioni di acqua, i volumi occupati sono decisamente superiori: 150 bottiglie per 75 litri di acqua! La battaglia fu vinta e ci riteniamo certamente tra i fautori di questa dilagante "acqua-mania" che sta contagiando persino la moda con borse con comparti ad hoc per la bottiglietta. Il nostro lavoro ci consente di cogliere prima di altri i segnali deboli che provengono dal mercato e prima di altri riusciamo ad impegnarci per soddisfare le nuove esigenze di consumo. Nello spettacolo teatrale di oggi che ci auguriamo di poter far vedere a pubblici sempre più allargati, si parla di noi gestori come di una sorta di "confessori". Il gioco stilistico non è tanto lontano dal vero. Nessuno, come noi, ha un contatto tanto diretto, personale e quotidiano con i propri clienti. Il fenomeno acqua l´abbiamo anticipato e agevolato, oggi stiamo misurando i primi successi anche del nostro impegno ante litteram sul fronte di sani e corretti stili di vita. Anche qui siamo arrivati prima del clamore, ci lavoriamo sia a livello italiano in Confida, sia a livello europeo in Eva dal 2004 quando abbiamo firmato il piano su Dieta e Nutrizione dell´Organizzazione Mondiale della Sanità. Da allora ci lavoriamo e i risultati li stiamo ottenendo. Il futuro ci fa andare verso le consumazioni multi-etniche, ma qui siamo ancora agli inizi. " Rimane ovviamente il forte attaccamento degli Italiani per il caffè, una bevanda che per questo settore ha significato molto, se si pensa che la leadership italiana nella produzione di macchine si deve proprio all´introduzione negli anni Sessanta dei distributori automatici di caffè espresso. Un primato tecnologico che ha consentito di introdurre e di diffondere nel mondo intero i distributori di bevande calde. Oggi in Italia queste macchine rappresentano quasi il 70% del mercato, con quasi 4 miliardi consumazioni, di cui circa 2 miliardi da caffè in grani, oltre 1 miliardo di cialde o cosiddetto caffè porzionato, quasi 120. 00 da caffè solubile e 604 milioni di altre bevande calde. Il valore del settore Il fatturato complessivo ha sfiorato nel 2005 (nota metodologica) i 2 miliardi e 400 milioni di euro, di cui circa un miliardo e 200 milioni è generato dalle bevande calde, 386 milioni da quelle fredde e 232 milioni dagli alimenti. Le imprese di gestione quindi fanno 1. 845. 000. 000 Euro di fatturato (si rimanda al comunicato di approfondimento sul settore della gestione). I fabbricanti di distributori e di sistemi di pagamento fatturano 500. 000. 000 e il settore dell´acqua in boccioni 42. 000. 000 (fonte: Aiabo - Associazione Italiana Acqua in Boccioni). "Abbiamo voluto fare internamente questo approfondito studio congiunturale - ha concluso Giorgio Carletti, Presidente Imprese di fabbricazione prodotti di Confida e Responsabile della Commissione interna che ha lavorato sui dati del settore - perché è l´unico modo per riuscire ad entrare nelle aziende dei nostri associati e farci dare i numeri che descrivono le loro attività. È fondamentale in un settore tanto parcellizzato poter contare su questa immensa massa di dati. I nostri associati sono 467 e con un lavoro davvero certosino siamo arrivati a farci consegnare 128 questionari compilati. Il campione rappresenta perfettamente l´universo delle aziende di settore sia a livello nazionale sia nella ripartizione geografica per aree Nielsen. Emerge il quadro di un settore capofila anche in termini di innovazione tecnologica, come testimonia il successo in Italia e nel mondo delle macchine made in Italy. Le nuove sfide ora riguardano i sistemi cash less che non richiedono monete e le nuove frontiere della geolocalizzazione e della telemetria. In 10 - 15 anni il settore ha raggiunto un livello tale che gli consente di soddisfare ogni esigenza per qualsiasi utenza, dalle grandi aziende, fino ai più piccoli uffici. Se prima, infatti, il cliente piccolo era difficilmente raggiungibile per questioni di redditività, oggi la sempre maggiore flessibilità della distribuzione automatica rappresenta il punto chiave di sviluppo. La stessa flessibilità che ci consente di anticipare e di rispondere sempre più velocemente ai nuovi stili di vita e di consumo. Insomma, la tecnologia al servizio dell´uomo in ogni momento della sua giornata lavorativa e non solo. " L´impegno per la Salute (si clicchi per approfondimento) Dallo studio emerge infine un notevole incremento del consumo di frutta, verdura, yogurt, macedonie, insomma tutto quello che è il prodotto fresco. Basti pensare che 5 anni fa la presenza di questi prodotti nei distributori era praticamente inesistente, mentre ora hanno il 7% della categoria a cui appartengono. Classificati come snack, superano oggi la cifra di 50. 000. 000 di consumazioni di prodotti freschi. Il distributore automatico, non solo fornisce cibi confezionati garanti di una sicurezza igienica e di un elevato controllo grazie al rispetto assoluto della catena del freddo e delle regole della tracciabilità introdotte dalla normativa europea, ma è portatore di un messaggio importante che è quello di imparare a suddividere l´alimentazione giornaliera in 4-5 appuntamenti. È chiaro quindi che, soprattutto nelle scuole e nei licei, ma non solo, questo significa la possibilità di rispondere alle esigenze di educazione alimentare dei ragazzi, concordando con il corpo docente e degli stessi genitori rappresentati nei consigli di classe i cibi da introdurre nei distributori, senza ricorrere a proibizionismi o eliminazioni drastiche di alcuni alimenti. Anche per questo motivo Confida ha aderito al Protocollo d´intesa sottoscritto dal Ministero della Salute, con Confcommercio e altre associazioni della filiera alimentare, per l´attuazione del programma interministeriale "Guadagnare Salute - Rendere Facili Le Scelte Salutari". L´adesione al protocollo ministeriale significa sostenere e realizzare un programma di interventi per sviluppare la ricerca tecnologica, per predisporre e diffondere i dati sull´alimentazione, per sostenere politiche commerciali orientate a favorire i consumatori e i comportamenti salutari e per diffondere e applicare codici di autoregolamentazione che promuovano un rapporto di fiducia con il consumatore. "Questo importante impegno si basa su un punto chiave assolutamente non trascurabile: - ha concluso Vincenzo Scrigna, Presidente di Confida - l´ inutilità di campagne di demonizzazione di un cibo piuttosto che un altro, perché nessun alimento è di per sé dannoso se consumato nelle giuste quantità. Il settore da anni porta avanti questo impegno e i dati oggi mettono in evidenza un effettivo riscontro sulle abitudini di vita degli italiani, a partire dalla scelta del prodotto per arrivare alla messa in atto di forme di riciclaggio per la tutela dell´ambiente. Lavorare di cesello, studiando i gusti, mettendo a punto le giuste tecnologie che permettano la conservazione del prodotto, sensibilizzando i consumatori con campagne informative, ha permesso di incrementare il consumo effettivo di prodotti freschi, senza dover ricorrere ad esternazioni eclatanti o, peggio, a inutili proibizionismi. Educare e sensibilizzare, queste i nostri assi per contribuire a diffondere messaggi salutistici e di prevenzione per le malattie legate alla sfera alimentare. " . |
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COZZOLINO ANNUNCIA : ” PRONTA LA SOLUZIONE DEL PROBLEMA BRUCELLOSI BUFALINA.” |
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Caserta – Andrea Cozzolino, assessore all’agricoltura della Regione Campania sceglie la platea della serata inaugurale dell’8° Congresso Mondiale del Bufalo per annunciare: ”Con le decisioni assunte in serata di oggi, potremo avviare il piano straordinario di risanamento dalla brucellosi bufalina per la provincia di Caserta sin dalla settimana prossima. ” Dalla segreteria dell’assessorato giunge la conferma che in serata è stato definito il testo dell’Ordinanza di Protezione Civile, attraverso la quale sarà gestito il piano, che ha un valore stimato intorno agli 80 milioni di euro. Il passaggio successivo sarà la firma del presidente del Consiglio dei Ministri Romano Prodi. Sin dal 24 agosto, per la provincia di Caserta, era stato dichiarato lo stato di emergenza economico sociale per la brucellosi bufalina, che di fatto fermava le Ordinanze del Ministero della Salute, e consentiva di por mano al piano straordinario, noto da mesi nelle sue forme di profilassi. Restava da sciogliere il nodo delle risorse finanziarie, mancavano all’appello ancora 8 milioni. Secondo stime degli uffici dell’assessorato, la piena operatività del Piano straordinario dovrebbe essere raggiunta entro una decina di giorni. Da domani il Convegno Mondiale entra nel vivo. . |
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L’ASSESSORE TARICCO ALLA PRESENTAZIONE DI “SUA ECCELLENZA IL PIEMONTE” UNA GUIDA EDITA DA FEDAGRI CONFCOOPERATIVE |
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“Sua Eccellenza il Piemonte” è il titolo della guida ai percorsi enogastronomici piemontesi, edita da Fedagri Confcooperative, protagonista il 19 ottobre di una presentazione a Torino al Circolo della Stampa, cui ha preso parte l’assessore regionale all’Agricoltura Mino Taricco. Il Piemonte è la prima regione italiana a inaugurare la collana editoriale che illustrerà via via le diverse aree della Penisola. “Il Piemonte è un territorio meraviglioso” ha affermato l’assessore Taricco “un traino importante per la commercializzazione e promozione dei nostri prodotti agroalimentari, un territorio che ha radici e storie antichissime: come questa pubblicazione dimostra, le produzioni tipiche e le specialità alimentari affondano le radici in una tradizione antica di secoli. Per avere le eccellenze enogastronomiche da tutti riconosciute, e spesso premiate con le più importanti certificazioni di qualità, è stato necessario un lungo percorso che ne costituisce oggi la ricchezza più importante. Un contributo fondamentale alla valorizzazione del patrimonio agroalimentare lo fornisce oggi la cooperazione, una realtà produttiva di rilievo che la Regione sostiene e affianca. ” Sono 216 le cooperative agricole, con un fatturato di 655 milioni di Euro e 25. 000 soci, che in Piemonte operano nei comparti agroalimentare, vitivinicolo, lattiero caseario e ortofrutticolo ed aderiscono a Fedagri – Confcooperative. Nel suo complesso, il Piemonte vanta un patrimonio di eccellenze tra le più conosciute sul territorio nazionale: 56 denominazioni d’origine (Doc e Docg) nel settore vitivinicolo, con circa 2 milioni di ettolitri prodotti che rappresentano i 2/3 della produzione vitivinicola piemontese; i 9 formaggi Dop, 6 dei quali prodotti esclusivamente in Piemonte: Bra, Castelmagno, Murazzano, Raschera, Robiola di Roccaverano e Toma Piemontese. Inoltre si possono citare l’ Igp Nocciola Piemonte e, ultime arrivate, l’Igp Castagna Cuneo e la Dop del Riso di Baraggia Biellese e Vercellese. A questi vanno aggiunti i 369 Prodotti Agroalimentari Tradizionali (Pat) censiti e tutelati dalla Regione Piemonte e riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole. . |
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SONO 5 I NUOVI SOCI JRE (JEUNES RESTAURATEURS D’EUROPE) IN ITALIA |
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Si è tenuto nei giorni scorsi Il Consiglio nazionale dei Jeunes Restaurateurs d’Europe che ha come motto “Talento e Passione” per definire, come da statuto, gli ingressi di nuovi soci. Il risultato porta 5 nuovi arrivati con 2 soci che diventano onorari per raggiunti limiti di eta, mentre 2 sono i soci che con grande rammarico, non fanno più parte dei Jre. Ecco il dettaglio I nuovi soci: 1. Ivano Mestriner, 33 anni, Ristorante Dal Vero, Badoere di Morgano (Tv); 2. Heinrich Schneider, 35 anni, Auener Hof, Val Sarentino (Bz) Alto Adige; 3. Aurora Mazzucchelli, 34 anni, Ristorante Marconi, Sasso Marconi (Bo) Emilia Romagna; 4. Adriano Baldassarre, 30 anni, Ristorante Il Tordo Matto, Zagarolo (Roma) Lazio; 5. Matteo Vigotti, 37 anni, Ristorante Nov-ece-nto, Meina (No) Piemonte. Nuovi soci onorari (per raggiunti limiti di erà): Stefano Pace, La Terrazza, Montecchia di Crosara (Vr) Veneto; Enrico Gerli, Ristorante I Castagni, Vigevano (Pv) Lombardia. Lasciano i Jre: Luca Brasi, La Lucanda, Osio Sotto (Bg) Lombardia; Roberto Petza, S’apposentu. Cagliari. Marco Bistarelli, presidente dei Jre, commenta la situazione “Questo è un grande momento per i Jre di tutta Italia e siamo veramente felici dei nuovi associati che aumentano ancora di più la testimonianza del lavoro di questi giovani professionisti. Crediamo che un’associazione forte e entusiasta come la nostra sia un buon motivo per svolgere bene il proprio lavoro e soprattutto un motivo per un confronto aperto e franco nel settore. Siamo dispiacciuti che, per motivi di ordine burocratico, Luca Brasi e Roberto Petza, due validi colleghi, non siano più della squadra. Auguriamo loro un luminoso futuro. ” . |
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IL WORLD PASTA DAY SBARCA A CITTA’ DEL MESSICO
E L’I.P.O CI SPIEGA CHE “LA PASTA E’ PER TUTTI”
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A dieci anni dalla prima edizione del World Pasta Day, che quest’anno si celebra a Città del Messico, il gotha dell’industria mondiale della pasta riflette, con preoccupazione, sugli effetti del caro-grano. Sul fronte scientifico l’’Ipo (International Pasta Organisation), organismo nato per tutelare l’immagine di questo alimento nel mondo, presenta un documento scientifico che mette a fuoco i pregi nutrizionali della pasta ma anche il suo valore in termini di gusto e praticità. La giornata mondiale della pasta – nata nel 1998, dopo il 1° Congresso mondiale della Pasta, tenutosi a Roma nel 1995, - compie 10 anni. Segnando da una parte il compimento di un ciclo (l’effettiva “globalizzazione” di questo alimento) e aprendo, però, dall’altra una stagione all’insegna dell’incertezza. L’anniversario cade infatti proprio nell’anno in cui l’impennata del prezzo della materia prima (il grano duro, che registra un +140% rispetto a un anno fa) mette seriamente in difficoltà l’industria produttrice di uno fra gli alimenti simbolo del Made in Italy nel mondo. Per questo il World Pasta Day 2007 – che si terrà a Città del Messico il prossimo 25 ottobre - se da una parte sarà l’occasione per ragionare sulla strada fatta in questi dieci anni nella diffusione di un alimento che i nutrizionisti di tutto il mondo considerano simbolo d’eccellenza della dieta mediterranea, dall’altra costituirà anche un’occasione per confrontarsi sui rischi che la disponibilità e il prezzo del grano duro segnano rispetto al futuro. Per l’occasione sono attesi in Messico 300 delegati dei principali Paesi produttori e consumatori di pasta e prestigiosi opinion leader del mondo della medicina e della scienza dell’alimentazione. Pasta, Alimento Globale Dopo Roma, Genova, Napoli, Isla Margarita (Venezuela), New York, Barcellona la giornata mondiale dedicata alla pasta approda quindi nuovamente in Sud America, uno dei più importanti “presidi” della tradizione pastaria mondiale. Una cosa è certa, infatti. Se ancora poco più di 10 anni fa la pasta era appannaggio di un numero ristretto di Paesi, che la conoscevano e “frequentavano” per tradizioni orami consolidate (la produzione era ferma a circa 6,4 milioni di tonnellate), oggi il balzo in avanti del +80% ha portato al raggiungimento di 11,7 milioni di tonnellate di pasta prodotta nel 2006. Rispondendo a un incremento medio del consumo di circa 500 grammi pro capite annui. Portando questo indicatore a fermarsi – in media, nei Paesi consumatori – attorno ai 7-8 chilogrammi l’anno di pasta a testa. Teniamo però presente che in Italia il consumo pro-capite e di 28 chilogrammi. Inoltre per confermare questo percorso itinerante che si muove lungo l’asse America – Europa, baluardi della produzione e del consumo di pasta, si è già stabilito che la prossima tappa del World Pasta Day 2008, sarà Istanbul (Turchia). I. P. O. E Oldways: ‘’Pasta For All: For Health, For Taste, For Convenience’ “Le diete tradizionali come la mediterranea e la latino americana rappresentano lo standard di successo dei sani modelli alimentari”. Partendo da questa premessa l’I. P. O (International Pasta Organisation) e la Oldways Preservation Trust presenteranno “Pasta for all: for health, for taste, for convenience”, un approfondito lavoro scientifico voluto dall’organizzazione che sistematizza ed aggiorna quanto emerso dalla conferenza “Healthy Pasta Meals”, tenutasi a Roma nel 2004, a conclusione della quale era stato sottoscritto, da oltre 40 esperti, uno Scientific Consensus Statement nel quale veniva riconosciuto alla pasta, su solide basi scientifiche, un ruolo fondamentale in una dieta sana. Sin dalla sua fondazione nel 2005, l’I. P. O si propone infatti di promuovere e tutelare la cultura del mangiar sano nel mondo e di difendere la salutare dieta mediterranea. I Temi Al Centro Del Dibattito: Dal ‘Caro Grano’, Alla Salute, Al Gusto A fare gli onori di casa durante il World Pasta Day 2007 sarà Simon Nobile Olivo, Presidente dell’I. P. O e degli industriali pastai venezuelani, che introdurrà il convegno scientifico scandito dagli interventi di Eduardo Monroy Carrillo, Presidente Amexigapa (Mexico), e K. Dun Gifford, Presidente Oldways (Usa). Toccherà invece a Sara Baer – Sinnott, vice-presidente Oldways, illustrare concretamente le ricerche che hanno eletto la pasta ad alimento leader nel mondo per qualità salutari, gusto e praticità. In questo contesto Hector Bourges (National Institute of Medical Sciences and Nutrition) spiegherà come nonostante i processi di globalizzazione abbiano condizionato negativamente le nostre abitudini alimentari, in Messico esista ancora un ampio ventaglio di sani modelli alimentari legati alla tradizione. Sempre all’interno del tema “pasta for health”, Cyril W. C. Kendall, (Dipartimento di Scienze Nutrizionali, Facoltà di Medicina, Università di Toronto) con la relazione “La pasta componente di una dieta salutare a basso indice glicemico”, approfondirà il tema dei benefici per l’organismo derivanti dal lento assorbimento del glucosio, reso possibile dall’assunzione di carboidrati con basso indice glicemico come la pasta. Ma la pasta non è solo sinonimo di alimentazione sana ma anche di gusto e praticità. A questo proposito Luis Alberto Vargas (Universidad Autonoma de Mexico) si soffermerà sul ruolo della pasta nell’alimentazione tradizionale messicana, con particolare attenzione alla “Sopita de Fideo”, la tipica pasta messicana. Nel corso del convegno si affronterà anche il tema, attualissimo, del caro– grano, con una relazione - “Durum: Pricing and Risk” - di William Wilson (North Dakota State University). Un approfondimento necessario per fare chiarezza sulle cause strutturali che hanno portato all’aumento vertiginoso del prezzo del grano duro, con i conseguenti riflessi negativi sull’industria della pasta. La ‘Mission’ Dell’international Pasta Organisation La nascita dell’I. P. O. , dopo la fase costituente deliberata a conclusione del 3° congresso mondiale della Pasta tenutosi a Barcellona nel 2005, è stata formalizzata a Roma il 25 ottobre 2006 (Giornata mondiale della pasta 2006). Attualmente aderiscono all’International Pasta Organisation 25 membri, tra i quali due organizzazioni europee, Un. A. F. P. A. E Semouliers, in rappresentanza di 18 paesi (Belgio, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Costa Rica, Francia, Germania, Italia, Messico, Portogallo, Spagna, Turchia, Regno Unito, Stati Uniti, Uruguay, Venezuela). Presidente dell’organismo è Simon Nobile Olivo, Presidente dell’Associazione degli industriali Pastai del Venezuela (Avepastas), Segretario Generale è Raffaello Ragaglini, Direttore dell’Unione Industriali Pastai Italiani (Un. I. P. I) e Segretario Generale dell’Un. A. F. P. A. (Unione delle Associazioni degli Industriali Pastificatori della U. E. ). L’i. P. O nasce con l’obiettivo di promuovere il consumo e la conoscenza della pasta nel mondo, tutelandone e promuovendone l’immagine a livello internazionale anche tramite corrette informazioni sul suo valore nutrizionale. Grazie a questo nuovo organismo è possibile assicurare un miglior coordinamento delle attività di comunicazione a livello internazionale in favore ed a salvaguardia del prodotto. Un primo importante contributo è stato dato dall’I. P. O con l’organizzazione dell’International Scientific Colloquium “Pasta at the Hearth of an Healthy Meal”, svoltosi il 25 ottobre 2006 a Roma. L’i. P. O ha inoltre costituito uno Scientific Advisory Board, composto da esperti internazionalmente riconosciuti nei settori della produzione di pasta, della medicina e della scienza dell’alimentazione. . |
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BANCARELLA DELLA CUCINA 2007:
L’ACCADEMIA ITALIANA DELLA CUCINA PREMIA ELENA KOSTIUKOVITCH
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Dopo lo straordinario successo della prima edizione 2006, il 7 ottobre 2007 è stato assegnato a Pontermoli il secondo Premio Bancarella della Cucina, organizzato dalla Fondazione Città del Libro e dall’Accademia Italiana della Cucina. Vincitrice è Elena Kostioukovitch con il libro “Perché agli Italiani piace parlare di cibo”. A consegnare il prestigioso riconoscimento, nel Settecentesco Teatro della Rosa di Pontremoli è stato il Presidente dell’Accademia Italiana della Cucina, Prof. Giuseppe dell’Osso. “Aver creato questa manifestazione, che sta riscuotendo grande interesse sia dell’editoria che del lettore – ha detto Dell’osso – permette di far conoscere come è scopo dell’Accademia , la gastronomia quale bene culturale. ” La gara è stata incerta fino all’ultimo con un vero e proprio arrivo al fotofinish. Il libro della Kostioukovitch è rislutato vincitore con 20 preferenze su 87, espresse da una giuria qualificata presieduta dai librai e dai Delegati dell’Accademia Italiana della Cucina. Al secondo posto con 18 voti “La pasta è servita” di Leila Mancasi Sorrentino (Intra Moenia). Terzo posto ex aequo con 17 per “Sinfonia gastronomica, musica, eros, cucina” di Roberto Iovino e Ileana Mattion (Editore Viennepierre) e “Il profumo delle tavole” di Ulderico Bernardi (Santi Quaranta). Chiude la graduatoria “Non è vero che tutto fa brodo” de La Ditta (Editore Guido Tommasi) con 13 voti. Alla fine della competizione a cui hanno partecipato tutti volumi di estrema qualità ha prevalso un libro che racconta le usanze gastronomiche italiane e le infarcisce di riferimenti storici letterari. Elena Kostioukovitch, docente all’Università degli studi di Milano è traduttrice in russo degli scritti di Umberto Eco, che ha scritto la prefazione di questo libro. Nella cerimonia sono stati assegnati anche i premi “Baldassare Molossi” a Nico Orengo e “Angelo Paracucchi” a Clara e Gigi Padovani per il libro “Conoscere il cioccolato”. “Fondazione Citta del Libro” e “Accademia Italiana della Cucina” organizzano Il Premio Bancarella della Cucina al fine di valorizzare la cultura delle tradizioni gastronomiche, patrimonio che caratterizza il nostro paese. . |
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I RISULTATI DEL CONVEGNO ORGANIZZATO L’8 OTTOBRE A SALICE TERME (PV) STRADA DEL VINO E DEI SAPORI DELL’OLTREPÒ PAVESE:
IL FUTURO NELLA COLLABORAZIONE |
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“Noi non ci sorprendiamo che la gente si trovi bene in Oltrepò Pavese, ma è importante che gli operatori dell’accoglienza, della ristorazione e le Aziende del vino comprendano e condividano, associandosi, l’obiettivo della Strada, che è la promozione del territorio e la sua valorizzazione. Unendo le forze, sarà possibile il salto di qualità nella proposta turistica, enogastronomica, culturale e ambientale dell’Oltrepò”: queste le parole con le quali Fabio Tonalini, Presidente della Strada del Vino e dei Sapori dell’Oltrepò Pavese, ha aperto il Convegno “Strada del Vino e dei Sapori dell’Oltrepò Pavese: il turismo di fa strada” organizzato lunedì 8 ottobre a partire dalle ore 18. 00 presso il President Hotel di Salice Terme (Pv). Alla sala particolarmente affollata di pubblico, operatori del settore enogastronomico e giornalisti, Fabio Tonalini ha comunicato una certezza e un proposito. La certezza è quella dei risultati conseguiti dalla Strada attraverso la sua più importante iniziativa, Agnolotto&bonarda. A partire dalla prima edizione 2005, “Agnolotto&bonarda”, nelle sue sezioni Festival (da giugno a settembre, nelle piazze dell’Oltrepò) e Cene (da ottobre a novembre nei Ristoranti dell’Oltrepò) ha ottenuto consensi univoci e un numero considerevole di presenze (10. 000 quelle complessivamente calcolate sui vari appuntamenti del Festival 2007). Il tutto dimostra che l’Oltrepò ha un patrimonio enogastronomico forte e attrattivo. “Ma è necessario che su questa consapevolezza si muovano, uniti, gli operatori” ha ribadito Tonalini La strategia dell’ “unione fa la forza” è stato il motivo portante anche dell’intervento del Presidente della Camera di Commercio di Pavia, Piero Mossi, e degli interventi di Piero D’oriano, a nome dei ristoratori associati alla Strada, di Roberto Piaggi (che ha svolto anche un’accurata illustrazione della valenza del Bonarda, ottenuto da Croatina, uva e vitigno autoctono dell’Oltrepò) per i produttori vitivinicoli e di Sandro Moro per i ristoratori, intervento quest’ultimo improntato alla disanima, dati alla mano, delle potenzialità turistiche di ristorazione sia in Oltrepò sia a livello nazionale. Oltre alla riflessione di Corrado Tonello di Ennevolte (relativa alla possibilità di fornire un flusso turistico “garantito” ai territori che praticano promozione turistic) e Michela Manetti, Presidente della Cooperativa “Quattropassi” (sulla formazione turistica), significative sono state le relazioni di Aldo Morelli, Presidente della Strada dell’Olio e del Vino del Montalbano, gemellata dal 2006 con la Strada oltrepadana, di Gianni Boselli, Presidente della Federazione delle Strade dei Vini e dei Sapori di Lombardia, e di Pierpaolo Lorieri, delegato della Presidenza della Federazione dell’olio, del vino e dei sapori della Toscana, che hanno rimarcato la possibilità, dimostrata nei fatti, di collaborazione sovraterritoriale. Ne è prova l’accordo siglato, nel giugno scorso, fra le due Federazioni regionali, sulla base dell’accordo di programma già redatto fra la Strada dell’Oltrepò e la Strada del Montalbano, una prospettiva che si apre nell’ottica di un coordinamento nazionale. L’approfondimento tematico, dedicato all’importanza della tradizione gastronomica nella cultura globale del territorio, è stato svolto da Maria Stefania Bardi Tesi, consulente della Commissione europea Direzione generale Istruzione e cultura, specialista in programmi di educazione agroalimentare e ambientale. Infine, l’Assessore al Turismo della Provincia di Pavia, Renata Crotti, ha sottolineato la necessità di creare collegamenti fra il turismo congressuale e universitario del capoluogo di provincia e il patrimonio ricettivo ed enogastronomico dell’Oltrepò, creando un sistema di coordinamento territoriale esteso su tutta la provincia. Fra gli intervenuti, anche il Direttore del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, Carlo Alberto Panont, che ha tra l’altro segnalato nel recupero delle strutture agricole abitative del territorio una possibile chiave di potenziamento della proposta turistica. Al termine del convegno, moderato da Lino Lugano, Vicepresidente della Strada del Vino e dei Sapori dell’Oltrepò Pavese, si è svolto “Agnolotto&bonarda buffet”, con anteprima degli assaggi di agnolotti cucinati dagli chef dei ristoranti aderenti a “Agnolotto&bonarda Le cene – 2007” (12 ottobre – 23 novembre) e Banco d’Assaggio con i Bonarda proposti in abbinamento nei vari appuntamenti dell’iniziativa. |
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LA TAVERNETTA DI ERACLEA CONDOTTA DAL CELEBRE ANDREA VECCHIATO HA SPERIMENTATO INEDITI ACCOSTAMENTI CON L’ANTICA OSTERIA LA RAMPINA
LOMBARDIA E VENETO SI INCONTRANO A TAVOLA
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A metà ottobre, una piacevole serata autunnale all´Antica Osteria “La Rampina” ha inteso proporre alcune preparazioni culinarie della Lombardia unite ad altre del Veneto, a formare un mosaico dove i sapori della tradizione si sono integrati a quelli di un´innovazione che non ha però stravolto la continuità della storia del convivio… dal Piave al Lambro, con un menu che ha sicuramente offerto spunti agli intenditori più esigenti e attenti. Un viaggio virtuale nella tradizione culinaria di due regioni per avvicinare – pur nel rispetto delle reciproche diversità - i due territori, esaltarne le produzioni agroalimentari di qualità e le capacità di due grandi professionisti dell’enogastronomia. Uno scambio di idee per stimolare la valorizzazione di due culture, con tutte le loro valenze. Un vero e proprio viaggio insomma, attraverso il gusto e i luoghi, che non ha mancato di stupire gradevolmente attraverso l’opportunità di poter gustare alcune delizie preparate dai due Chef “in gioco”. … In una delle sue commedie, Carlo Goldoni fa dire a un suo personaggio “a Venezia non cresce niente, ma si trova di tutto”, un’espressione che si adatta alle città opulente che potevano contare sui prodotti che arrivavano sui mercati cittadini da località lontane e vicine come le campagne che le circondavano. Dalle campagne di Caorle e dell’entroterra veneziano arrivavano le verdure e le primizie e si dice che, quando la stagione inclemente non consentiva di avere i piselli necessari per preparare i risi e bisi da offrire al Doge di Venezia nel giorno di San Marco, fosse il Doge di Genova ad offrire i piselli cresciuti nel clima più benevolo della Liguria. Nemiche in guerra, amiche a tavola! Le campagne che circondavano Milano offrivano gli ortaggi che arrivavano al Verziere cantato da Carlo Porta nella sua poesia più nota dedicata alla Ninetta del Verzee, che teneva il banco del pesce, pesce d’acqua dolce, naturalmente, perché nella Milano dell’Ottocento non arrivava il pesce di mare… Per ovviare a questa mancanza si preparava un piatto di carne di vitella condito con una salsa dal forte sentore di mare: el vitel toné cald. Nel Lambro si pescavano i gamberi di fiume che i venditori ambulanti proponevano per le vie di Milano, al grido: i gamber pescaa in del Lamber!. La causa delle discordanze fra le diverse cucine lombarde va ricercata nelle altrettanto diverse condizioni d´ambiente, economiche, tribali e anche politiche. Milano e Como ebbero in passato dei grossi conti aperti e arrivarono a scannarsi come lupi, tuttavia si possono avvertire alcune affinità per i piatti brianzoli della nuova provincia di Monza, presenti nelle cucine delle due città. Un gemellaggio gastronomico fra Milano e Pavia si rileva con la masiccia presenza del riso, giallo a Milano e con i gamberi di fiume alla Certosa di Pavia. Insomma, pur nelle fratture più o meno profonde, un filo legante c´è, anche se questo filo cambia di colore da provincia a provincia. Il legame con la cucina veneta si riscontra nelle province di Mantova che, data la posizione geografica, ha strutturato il suo ricettario comprendendovi tendenze emiliane e venete, e a Bergamo e Brescia, già legate a Venezia. I due ristoranti che si sono incontrati: L’antica Osteria La Rampina deve il suo nome all’antica osteria di un cinquecentesco cascinale lungo la via Emilia. Dal 1973 i Fratelli Gagliardi ne hanno fatto, con sapiente lavoro, uno dei più rinomati ristoranti a Sud di Milano. Menzionata nelle principali guide gastronomiche italiane, propone da sempre la cucina stagionale lombarda (e di altre regioni), rivisitando con fantasia antiche ricette alle quali abbina una vasta gamma di selezionati vini nazionali. Angelo e Lino Gagliardi (Chef) – Via Emilia Km 314 – 20098 San Giuliano M. Se (Mi) Tel. 02. 98. 33. 273 L’antica Trattoria e Osteria La Tavernetta, evoluzione della classica osteria di un tempo, perpetua in chiave moderna la tradizione dei piatti tipici della cucina veneta, in un’autentica struttura rurale completamente ristrutturata, sede storica di Locande che si sono succedute sin dal 1500. Il locale, uno dei migliori indirizzi della zona tra Caorle e San Donà, è piacevolmente appartato nell’entroterra di Eraclea Mare, in un territorio ricco di canali e corsi d’acqua, luogo ideale per immergersi nel fascino di un’atmosfera rurale elegantemente rivisitata. Andrea Vecchiato (Chef) – Loc. Cittanova, 48 - 30020 Eraclea (Ve) Tel. 0421. 31. 60. 91 . |
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IL TARTUFO DI GUBBIO “RE” AL BLACK HOTEL DI ROMA |
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Il tartufo di Gubbio e i prodotti agroalimentari della Comunità Montana dell’Alto Chiascio saranno protagonisti di una mega-degustazione che si svolgerà giovedì 25 ottobre 2007 dalle ore 16. 30 alle 19. 30 presso il Black Hotel a Roma (via Sardiello 18). Organizzata dalla Comunità Montana dell’Alto Chiascio di Gubbio e dal Black Hotel, la kermesse vuole fare conoscere ai gourmet e all’esigente pubblico romano tutti i prodotti artigianali dei sette comuni dei comprensori dell’Alto Chiascio (Costacciaro, Fossato di Vico, Gualdo Tadino, Gubbio, Scheggia e Bascelupo, Sigillo, Valfabbrica). In primo piano la mitica “trifola” (Tuber Magnatum Pico) comunemente detto tartufo bianco, e il Tuber Melanosporum il tartufo nero pregiato. E accanto a loro i tanti prodotti della zona: prelibati formaggi (il pecorino di fossa e la caciotta al tartufo), cereali e legumi (farro, ceci, cicerchie e lenticchie), le patate di Campitello di Scheggia, norcinerie, l’olio extravergine d’oliva dop di Gubbio, la tipica crescia, castagne, mieli mono e multiflora, dolci tradizionali della zona dell’eugubino-gualdese, frutta secca ecc. Gubbio e il territorio dell’Alto Chiascio ha l’invidiabile caratteristica di avere il tartufo fresco per tutto l’anno: dopo il classico periodo della raccolta della trifola bianca, dal 1° ottobre al 31 dicembre, inizia infatti la stagione del nero dolce, successivamente, a marzo, si trova il Bianchetto, detto anche Marzuolo, poi arriva lo Scorzone e infine il Nero estivo. I numerosi boschi favoriscono la coltura del tartufo che trova in questo territorio il proprio habitat d’elezione. Www. Blackhotel. It - e-mail: info@blackhotel. It . |
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NASCE A ROMA IL DUNE CLUB, MENU FINGERFOOD, UNA SELEZIONATA SCELTA DI FORMAGGI E SALUMI DI CINTA SENESE E UNA PARTICOLARISSIMA RUMMERIA, CON PREGIATI LIQUORI PROVENIENTI DA OGNI ZONA DEL MONDO.
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A Piazza Ss. Apostoli, nel cuore di Roma, tra Palazzo Odescalchi e la Basilica dei Ss. Apostoli e ad un passo da Piazza Venezia e Fontana di Trevi, ha inaugurato lo scorso primo ottobre il Dune Club, un elegante e confortevole luogo dove la musica di qualità, l’accoglienza e l’atmosfera familiare sono di casa. I tavoli bianchi di marmo di Carrara, le originali piastrelle in cotto, i caratteristici bugnati, le poltrone rosse e un bancone in legno lungo 12 metri rendono unico l’arredamento disegnato dal noto architetto e scenografo cinematografico Eugenio Liverani che ha voluto riprodurre un’ambientazione belle époque nei sotterranei di Palazzo Colonna, storica struttura che ospita i locali del Dune. Quattro salette e un privè per un totale di 120 posti a sedere si posizionano in un music club dall’acustica ottimale, dove gli artisti hanno a disposizione un fonico specializzato e strumentazioni di altissimo livello. La programmazione è fortemente caratterizzata da jazz, blues e soul internazionale, con importanti parentesi sulla musica d’autore ed etnica. Il direttore artistico è Stefano Malatesta, compositore, chitarrista e produttore di musica lunge e pop internazionale, che ha pensato alla musica, a chi la suona e a chi la ascolta, senza porre limiti di genere e dando largo spazio all’originalità dei progetti e alla qualità della performance. L’elemento che rende competitivo il Dune è sicuramente l’ingresso libero, senza obbligo di consumazione, così come i prezzi di listino per una bevanda si aggirano dai 3 ai 6 Euro per una birra e 12 Euro per un cocktail. E’ possibile “stuzzicare” con un menu fingerfood ed una selezionata scelta di formaggi e salumi di cinta senese. Particolarissima, infine, la rummeria, che vanta oltre una ventina di particolarissimi e pregiati liquori provenienti da ogni zona del mondo. Il Dune Club è il primogenito del Dune Restaurant, che festeggia il suo primo anniversario sempre e comunque all’insegna di una variegata cucina tradizionale ed internazionale che propone piatti freschissimi preparati sul momento, in compagnia di un team professionale ed amichevole che si differenza, per il suo carattere, dalla classica ristorazione. Www. Dunerestaurant. It . |
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NASCE ZUEGG-FRULLÌ, PURA FRUTTA DA BERE, 100% NATURALE.
GARANTISCE LA FILIERA ZUEGG
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Zuegg si conferma all’avanguardia nel mercato dei succhi di frutta, inaugurando il segmento degli smoothies in Italia. Il lancio del prodotto sarà supportato da investimenti in comunicazione e azioni nella Gdo Zuegg, marchio storico nel settore della trasformazione della frutta ha presentato Zuegg- Frullì, prodotto a forte contenuto innovativo e 100% naturale poiché composto di sola frutta e acqua, senza zuccheri aggiunti, conservanti, aromi, coloranti e Ogm. Garantisce la filiera Zuegg. Per le sue caratteristiche di naturalità e gusto, Zuegg-frullì rappresenta una nuova categoria di prodotto, quella della pura frutta da bere. Una merenda dissetante, nutriente e piena di salute, dall’albero alla cannuccia. Irresistibile per i bambini, sicuro per le mamme! Frutto della ricerca e dell’esperienza Zuegg, Zuegg-frullì è realizzato utilizzando solo frutta (min. Tra 75 e 82%) e acqua. Quattro ricette esclusive offrono una selezione dei gusti più venduti: alla pera, alla pesca, all’albicocca e l’innovativo al mango. Nel pratico formato da 200 ml, Zuegg-frullì è la frutta sempre a portata di mano, in grado di soddisfare la raccomandazione di tutti i nutrizionisti secondo cui occorre seguire la regola del “5 a day”, ovvero consumare cinque porzioni di frutta o verdura al giorno per alimentarsi in maniera sana e corretta. Come ha ricordato durante la presentazione Evelina Flachi, nutrizionista e Specialista in Scienza dell’Alimentazione: «Proprio la totale assenza di zuccheri aggiunti è la caratteristica più importante del prodotto, veramente naturale al 100% e in grado anche di educare il bambino/consumatore al vero sapore della frutta. Tutto ciò – ha concluso la dottoressa – si aggiunge all’importante apporto di fibre e di corretto fabbisogno energetico del prodotto, ideale spuntino sano ed equilibrato, a scuola come a casa». Zuegg-frullì rappresenta un ulteriore passo in avanti nel percorso intrapreso dall’azienda fin dalla sua nascita, e volto a trasferire nei prodotti finiti la stessa genuinità del frutto fresco, garantendo una naturale conservazione di nutrienti e gusto a vantaggio del consumatore finale. «In oltre cent’anni di esperienza, la nostra azienda ha accumulato un’altissima competenza nella lavorazione della frutta - commenta il dr. Fulvio Tintinaglia, Direttore Commerciale Zuegg. «Attraverso una ricerca mirata e un costante investimento nell’innovazione dei processi produttivi – continua il dr. Tintinaglia - cerchiamo di mantenere al massimo i contenuti naturali della frutta limitando al minimo l’uso di zuccheri aggiunti ed eliminando i conservanti. In questo modo creiamo prodotti in grado di dare un apporto positivo alla salute e al moderno stile di vita dei consumatori. Zuegg- Frullì, un prodotto di pura frutta da bere, è in pratica un vero condensato di benessere fatto di frutta, acqua e nulla più. » Zuegg-frullì è disponibile da fine agosto sugli scaffali della Gdo in due pratici formati: brick da 1L per l’utilizzo domestico e da 200ml per il consumo fuori casa. Il packaging è innovativo e ricco di colori e informazioni per conquistare i bambini e coinvolgere le mamme sui benefici di un’alimentazione sana. Il nuovo nato in casa Zuegg inaugura in Italia il segmento degli altrove diffusissimi smoothies, letteralmente “vellutati”, bevande a base di frutta di consistenza densa ideali come merenda naturale. L’azienda punta molto sul nuovo prodotto, con il quale intende contribuire alla crescita della categoria dei succhi con polpa e conquistarne una notevole parte. Un obiettivo importante, se si considera che il mercato dei succhi densi rappresenta circa il 40% dei volumi totali in Italia. Con Zuegg-frullì, pura frutta da bere, l’azienda Zuegg offre al consumatore la soluzione “100% naturale” all’esigenza di ricaricarsi, grazie ai benefici della frutta. Zuegg-frullì è davvero completamente naturale. Come spiega il dr. Tintinaglia: «coerenti con la nostra mission aziendale, che mette al centro del nostro operato i concetti di Vitalità e Salute trasferendoli sui nostri prodotti, abbiamo operato in coerenza con logiche di tutela ambientale dal punto di vista produttivo, riducendo la produzione di rifiuti del 62%, della Co2 del 9,8% e dell’acqua del 14%. Il risultato di questo percorso di razionalizzazione è un prodotto naturale sia per il nostro consumatore che per l’ambiente in cui egli vive. » Il lancio di Zuegg-frullì sarà supportato da una campagna stampa, attività sampling, attività on-line e promozioni in-store. . |
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RECOFLUID RECORDATI, SENZA SACCAROSIO O GLUCOSIO, FORMULATO CON MATERIE PRIME CERTIFICATE “GLUTEN FREE”.
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Capita sempre più spesso a ciascuno di noi di soffrire almeno una volta all’anno di uno dei sintomi più diffusi dell’apparato respiratorio: la tosse. La tosse di per sé non è infatti una malattia, bensì un meccanismo di difesa messo in atto dal nostro organismo per eliminare le sostanze irritanti dalle vie aeree. Si tratta di un disturbo che accompagna spesso altre malattie, come ad esempio influenza, asma, bronchite, allergie, le quali provocano irritazione delle vie aeree o eccessiva produzione di muco. Quando la tosse non è secca ed è caratterizzata da espettorato, per contrastarla, è necessario assumere sostanze dall’azione mucolitica, che permettono di fluidificare il muco e facilitarne l’espulsione. Recofluid è uno sciroppo mucolitico, fluidificante indicato per le affezioni acute e croniche dell’apparato respiratorio, il cui principio attivo è la carbocisteina. L’attività farmaco-dinamica della carbocisteina avviene in modo particolare in due direzioni: 1) effetto mucolitico sulla secrezione bronchiale 2) effetto trofico sulla mucosa bronchiale Recofluid non contiene saccarosio o glucosio e quindi non è controindicato nei pazienti affetti da diabete e nei pazienti che devono ridurre drasticamente l’apporto di questi zuccheri con la dieta. Recofluid inoltre non è controindicato nei soggetti affetti da malattia celiaca perché è formulato con materie prime certificate “Gluten free”. . |
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UN’ANNATA LEGGENDARIA
L’UNION DES GRANDS CRUS DE BORDEAUX
PRESENTA IL MILLESIMO 2005 A MILANO
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Già all’anteprima del Millesimo 2005, i professionisti della distribuzione e della stampa sono stati unanimi nel qualificare di “eccezionali” i campioni en primeurs. Dopo l’imbottigliamento, questo interesse si è trasformato in un successo commerciale. Oggi, il Millesimo 2005 dei Grands Crus de Bordeaux è particolarmente ricercato. Sarà dunque un privilegio partecipare ad una delle tappe del tour mondiale che l’Union des Grands Crus de Bordeaux, dedicherà ai professionisti del vino, ai ristoratori e alla stampa italiana lunedì 12 novembre all’Excelsior Hotel Gallia di Milano. Ottanta Châteaux parteciperanno all’appuntamento : un’occasione da non perdere per incontrare gli uomini e le donne che fanno Grandi i Cru di Bordeaux. Protagonista dell’incontro il Millesimo 2005, annata caratterizzata da un inverno particolarmente secco, da un autunno e una primavera miti seguiti da un’estate calda e soleggiata ma senza particolari eccessi. I bianchi, i rossi, e i liquorosi hanno indistintamente tratto beneficio dall’ottimale andamento climatico che ha determinato una resa inferiore rispetto all’annata precedente e lo sviluppo di uve ricche di zucchero, fruttate, caratterizzate da buona acidità, tannini morbidi e spiccate note cromatiche. La lista degli Chateaux presentati è disponibile sul sito www. Ugcb. Net . La partecipazione è riservata alla stampa e ai professionisti del vino che si accrediteranno confermato la partecipazione al numero 02 86 37 432 . |
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OCM VINO - PREOCCUPAZIONE DELL´EMILIA-ROMAGNA PER LA PROPOSTA DI RIFORMA EUROPEA. RABBONI: "A RISCHIO LE PRODUZIONI DI QUALITA´ E LA TUTELA DEI CONSUMATORI". ZUCCHERAGGIO E ETICHETTATURA TRA I PUNTI CONTESTATI. |
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"Entro il 2007 dovrebbe essere approvata la riforma dell´organizzazione comune del mercato vitivinicolo, attualmente in discussione a Bruxelles. Guardiamo a questa scadenza con molta preoccupazione perché se sono condivisibili gli obiettivi di ridurre il surplus di produzione, che assorbe risorse pubbliche, e di garantire una maggiore competitività dei vini europei sui mercati mondiali puntando sulla qualità, le scelte al momento prospettate vanno nella direzione opposta. Se il vino europeo diventa una ´melassa´ indistinta e non un prodotto con il suo radicamento nel territorio, credo che anziché conquistare nuovi traguardi perderemo anche quelli già raggiunti". E´ il "grido di allarme" che oggi a Bologna è stato lanciato dall´assessore regionale all´agricoltura Tiberio Rabboni in un incontro con la stampa cui hanno partecipato anche i rappresentanti delle Organizzazioni emiliano - romagnole che fanno parte del Tavolo vitivinicolo regionale. Un grido d´allarme che Rabboni ha anche tradotto in una lettera inviata nei giorni scorsi al Ministro delle politiche agricole De Castro, ai Presidenti delle Commissioni agricoltura della Camera e del Senato, ai Parlamentari europei della Commissione agricoltura, agli Assessori all´agricoltura delle altre Regioni italiane e delle Province autonome, per esprimere "fortissima preoccupazione per quanto sta emergendo in sede europea" e auspicare "un´ampia condivisione delle osservazioni emiliano - romagnole e la definizione di una posizione comune italiana nei confronti della proposta europea". Tra i punti più contestati dall´Emilia-romagna la possibilità di elevare la gradazione alcolica del vino attraverso lo zuccheraggio, che - ha detto Rabboni - " metterebbe i consumatori di fronte a una bevanda industriale , che non è più vino" e la proposta di prevedere anche per i vini da tavola come per i vini doc l´indicazione in etichetta del vitigno e dell´annata di produzione, creando confusione nel consumatore. Al centro della riforma europea dell´Ocm Vino c´è la necessità di ridurre la produzione, attualmente eccedentaria rispetto alle richieste di mercato. Da qui una serie di proposte - a partire dal taglio indiscriminato per tutti i Paesi europei delle superfici coltivate a vite - che rischiano di penalizzare proprio i Paesi tradizionalmente vocati a questa produzione, creando una situazione di "concorrenza sleale" con altre realtà, in particolare del nord Europa e soprattutto danneggiando i consumatori con prodotti di scarsa qualità. Lo stesso obiettivo di contenimento della produzione comunitaria di vino - questa è in sintesi la posizione dell´Emilia-romagna - si può ottenere valorizzando proprio le produzioni di qualità come ha dimostrato l´esperienza del nostro Paese che, negli scorsi anni, ha ridotto le superfici a vite, ma ha conquistato nuovi spazi di mercato, in particolare all´estero. I Punti Della Proposta Di Riforma Ocm Vino Contestati Dall´emilia - Romagna La questione che desta maggiori preoccupazioni in Emilia-romagna è la richiesta di molti Paesi di ripristinare lo zuccheraggio che la proposta di riforma dell´Ocm Vino presentata a luglio dalla Commissione europea invece vietava. L´abolizione del divieto, se confermata, colpirebbe in modo irreversibile uno dei comparti più importanti dell´agroalimentare italiano, nonché la certezza per il consumatore di acquistare un prodotto fatto esclusivamente con l´uva, secondo storia e tradizione. Tanto più che l´aumento della gradazione alcolica, a fronte di annate non positive dal punto di vista della qualità, si può ottenere arricchendo il vino con mosti concentrati, cioè con un prodotto derivato dalla trasformazione delle uve e non proveniente dall´industria saccarifera che, nel nostro paese, è stata pesantemente penalizzata dalle recenti decisioni comunitarie. La proposta europea prevede anche la possibilità di indicare in etichetta, non solo per i vini Doc e Igt come avviene con l´attuale normativa, ma anche per i vini da tavola, il vitigno e l´annata di produzione. Anche questa proposta rischia di avere gravi ripercussioni per i vini di qualità italiani e di conseguenza per i consumatori, che si troverebbero a dover scegliere, senza adeguati strumenti di informazione, tra un "Lambrusco" dell´Emilia - Romagna, effettivamente prodotto nella zona d´origine e nel pieno rispetto del disciplinare di produzione, e un altro vino, prodotto con l´omonimo vitigno, proveniente da un qualsiasi Paese europeo o extraeuropeo. La Regione Emilia - Romagna chiede inoltre che non vengano tolti gli aiuti comunitari per lo smaltimento dei sottoprodotti del vino: fecce e vinacce. In questo caso il tema della sicurezza alimentare è assolutamente preminente, dal momento che sono proprio tali sottoprodotti a essere normalmente utilizzati per la produzione di vino adulterato. La Ue propone anche di estendere al vino il sistema di tutela delle produzioni di qualità già in vigore per gli alimenti, passando dunque dalle attuali Doc e Igt alle Dop e a Igp. In questo modo verrebbe centralizzato quello che ora è deciso dai singoli Stati. Con il rischio di allungare le procedure, aumentare i costi per gli agricoltori e azzerare l´attuale sistema di tutela Doc e Igt. . |
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MATERA, STAPPATE IN MUNICIPIO LE PRIME BOTTIGLIE “MATERA DOC” |
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Nell’ambito di una cerimonia svoltasi il 18 ottobre in Municipio, a Matera, sono state presentate e stappate le prime bottiglie con “Denominazione di Origine Controllata”. “Matera Doc” non è più soltanto il nome del Consorzio di Tutela animato da sette aziende vitivinicole del Materano; è un biglietto da visita prestigioso su una prima produzione di bottiglie pronte per la degustazione e per la vendita. “L’annata 2005, oggetto della prima produzione ufficiale – riferisce Michele Dragone, presidente del consorzio – propone quattro diverse qualità di vino: Rosso Matera Doc (con la produzione “Lamina di Pietrapenta” dell’azienda Dragone) e Primitivo Matera Doc (con le produzioni “Prime Bacche” della Masseria Lanzolla; “Opus 199” e “Pietrapenta” dell’azienda Dragone). La produzione completa comprende 400 ettolitri di Rosso Matera Doc - con un potenziale di 60. 000 bottiglie di vino – e 250 ettolitri di Primitivo Matera Doc per circa 40. 000 bottiglie. ” L’idea di conseguire la Denominazione di Origine Controllata è nata dapprima nell’ambito del comitato promotore per la richiesta del riconoscimento al ministero competente; poi, è stata alimentata dalle sette aziende della zona (Acinapura, Battifarano, Di Taranto, Crocco, Lanzolla, Marino e Dragone) che si sono riunite in un’associazione. Successivamente – dopo l’approvazione del ministero del 5/7/2005 – l’associazione è confluita nel consorzio di valorizzazione e tutela per sostenere il riconoscimento ottenuto e trasformarlo in reale opportunità di sviluppo e promozione del territorio e dei suoi prodotti locali. Il consorzio non ha soci istituzionali, ma si attende ora che i primi soggetti pubblici possano accedervi per contribuire alla tutela del patrimonio condiviso. Per il vicepresidente del Consorzio, Francesco Battifarano, “lo scopo del Consorzio consiste anche nel diffondere la conoscenza del gusto e del vino”. . |
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41.MO CONGRESSO UD ASS.IT.SOMMELIER |
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Udine, "Vi sarò grato se saprete comunicare quanto impegno il Friuli Venezia Giulia profonde nella realizzazione di prodotti enologici e di distillati di alta qualità, e nel proporre un territorio da gustare". Con queste parole l´assessore regionale alle Attività Produttive, Enrico Bertossi, 19 ottobre - ha rivolto il saluto della Regione ai trecentoventi partecipanti al 41. Mo Congresso nazionale dell´Associazione Italiana Sommelier (Ais), chiusosi domenica in Friuli Venezia Giulia. La cerimonia d´apertura si è svolta nel salone del Parlamento friulano del Castello di Udine, nel corso della quale Bertossi, auspicando che i delegati visitino anche "Good-i Grandi Sapori di Alpe Adria", la rassegna enogastronomia aperta alla Fiera di Udine, ha ricordato di avere seguito personalmente le fasi organizzative del Congresso dell´Ais (manifestazione sostenuta anche dalla Regione) dalla nascita dell´idea fino all´avvio dei lavori. La Giunta regionale, ha ricordato l´assessore, vanta due sommelier onorari, che sono il presidente Riccardo Illy e lo stesso Bertossi. Egli ha quindi parlato del ruolo dei sommelier, i quali "presidiano sul territorio il buon bere, la qualità dei prodotti vitivinicoli e dei distillati, e sanno educare e consiliare il consumatore". "Il nostro Paese, e così la nostra regione - ha affermato l´assessore - vince nell´economia se tiene molto alta la qualità, e se la stessa viene perseguita come qualcosa di unico". "Questo - ha aggiunto riferendosi in particolare al Friuli Venezia Giulia - è un territorio che esprime qualità a tutti i livelli, ed è orgoglioso di proporre vini e distillati tra i migliori al mondo". Prima di Bertossi, il presidente regionale dell´Ais, Renato Paglia, aveva ricordato come il Friuli Venezia Giulia conta circa milleseicento tra sommelier e simpatizzanti e che questa è la terza volta che il congresso nazionale si tiene sul nostro territorio. Il presidente nazionale dell´Assosommelier, Terenzio Medri, ha quindi affermato che il "Friuli Venezia Giulia è una realtà storica, la quale ha sempre messo in evidenza una grande produzione di vini bianchi e distillati, e sta ora producendo anche grandi vini rossi". "Il vigneto Italia - ha aggiunto - ci sta offrendo grandi soddisfazioni, e il ruolo dei sommelier è quello di far conoscere la qualità". Medri ha poi affermato la soddisfazione dell´Ais per l´adesione di un sempre maggior numero di giovani. Hanno preso la parola nel corso della cerimonia anche il presidente della Friulcassa, Carlo Appiotti, l´assessore comunale di udine Luciano Gallerini, in rappresentanza del sindaco Cecotti, e Cristina Nonino. . |
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UNA ESCLUSIVA ENOTECA DEI PIU’ RARI AUTOCTONI ITALIANI PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA TUTTI INSIEME OLTRE 115 VITIGNI POCO CONOSCIUTI DA VENERDÌ 26 A LUNEDÌ 29 OTTOBRE – A LINGOTTO FIERE DI TORINO |
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Non troverete i soliti noti, dal nebbiolo al sangiovese, dall’aglianico al nero d’avola, dal fiano all’arneis, ma farete conoscenza con una serie irripetibile di rari o insoliti vitigni che nicchiano nell’enorme patrimonio viticolo italiano. Oltre 115 varietà rappresentate da 200 vini provenienti da ogni luogo del Paese, prodotti da vignaioli e aziende che con lungimiranza li hanno salvati da una rapida estinzione. Da nord a sud, dalle Alpi al cuore del Mediterraneo, vi proporremo un vero e proprio viaggio sensoriale alla scoperta della grandezza della nostra viticoltura. Una grandezza di talenti e non di numeri, di valori e unicità che da tempo Go Wine si propone di divulgare con serietà, senza considerare questo tema –un tempo assai modaiolo- una semplice opportunità speculativa. La nostra è una scelta di campo, ci imponiamo di lavorare con serietà per comunicare le nicchie, le piccole perle, le storie di chi punta al particolarismo e alla caratterizzazione della propria proposta enologica. Solo attraverso questa visione enologica potremo sfidare un mercato affollato ed esigente. La frammentazione del nostro vigneto, la sua morfologia e la nostra cultura ci vietano di essere “giganti tra i giganti” , e l’unica strada per farci largo è quella di puntare a consolidare le differenze. Da venerdì 26 a lunedì 29 ottobre al Salone del Vino di Torino metteremo in campo una selezione rigorosa di vitigni inusuali o quantomeno molto legati alla propria culla originaria. Daremo spazio a storie meno note, a terroir nascosti, a sapori nuovi. Per questo varrà la pena mettere in gioco al propria sensibilità. Per non rischiare di lasciare per strada le nostre differenze. “I vitigni autoctoni italiani – dichiara Massimo Corrado, presidente di Go Wine - costituiscono a tutt’oggi il fondamento su cui si basa la viticoltura nazionale, nonostante il successo delle cosiddette varietà internazionali: il nostro Paese possiede il più ricco patrimonio viticolo del mondo, una ricchezza culturale ed economica, dove il rapporto di tipicità e unicità che lega i vitigni autoctoni al territorio d’origine rappresenta il fattore più importante del successo dei vini italiani nel mondo. I vini autoctoni non devono essere solo tutelati ma devono seguire politiche di marketing che favoriscano un nuovo rapporto con il consumatore per vincere le sfide del mercato con i vini internazionali”. . |
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LA REGIONE PIEMONTE AL SALONE DEL VINO 2007 “ |
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Le Regioni del vino, le ragioni del vino”: il Salone 2007 sintetizza così i messaggi che intende trasmettere al suo pubblico, formato da professionisti e da visitatori appassionati. “Il vino è territorio, è identità storica e culturale – afferma l’assessore all’Agricoltura Mino Taricco – ma è anche patrimonio di valore ed eccellenza per il Piemonte e per l’Italia. Su questa linea la Regione Piemonte lavora da anni per la promozione del settore. ” Oggi sostiene la sesta edizione del Salone del Vino, organizzata da Promotor International, prendendovi parte con uno spazio espositivo importante e con alcune iniziative specifiche. “Il Piemonte è innanzitutto la regione ospitante di questo rinnovato appuntamento che trova una sua naturale collocazione nelle terre che contribuiscono a rendere grandi i vini italiani nel mondo. Inoltre, aderiamo pienamente ai temi forti di questa edizione: il vino per noi rappresenta le radici, la storia del territorio, ma anche la storia degli uomini e del lavoro che stanno dietro a una grande tradizione. Lavoriamo per valorizzarla e per renderla vicina ai consumatori. ” La Regione promuove, all’interno del Salone, il 3° Forum sui vitigni autoctoni (venerdì 26, ore 14,30), per divulgare e valorizzare il patrimonio ampelografico e in particolare quello dei vitigni rari e meno conosciuti, che presentano caratteristiche distintive e irripetibili della propria zona di provenienza. Inoltre, all’interno del proprio spazio espositivo, esteso su oltre 500 mq, la Regione organizza incontri e convegni per l’intera durata della manifestazione. Tra questi, “Vino e salute” è il titolo del convegno (sabato 27, ore 10,30) che vedrà confrontarsi medici ed esperti su uno dei temi oggi più attuali: il futuro del settore vitivinicolo si costruisce infatti, sempre più fortemente, su una corretta conoscenza delle sue caratteristiche e su un consumo consapevole. Un ruolo da protagonista sarà svolto dalle Enoteche Regionali, coordinate da Ima Piemonte, un sistema coordinato e capillare sul territorio, che caratterizza significativamente il Piemonte rispetto ad altre regioni italiane, formato oggi da 12 Enoteche, cui si aggiungono 31 Botteghe del Vino o Cantine Comunali. La rete delle Enoteche regionali sarà presentata lunedì 29, ore 11,00. Tra i numerosi appuntamenti del Salone 2007, vi sarà anche l’incontro con il dolce, rappresentato dalla rassegna “Dolc’è”, in programma contestualmente nei padiglioni di Lingotto Fiere, che ospita, tra le altre, 25 aziende riconosciute come Piemonte Eccellenza Artigiana: sabato 27, alle ore 16,00 i dolci e la cioccolata dell’eccellenza artigiana incontrano i grandi vini aromatici del Piemonte. . |
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