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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 18 Dicembre 2007 |
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UN VINO EUROPEO COMPETITIVO E DI QUALITÀ |
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Una riforma dell´Ocm vino orientata al mercato e più promozione. E´ quanto propone il Parlamento respingendo la liberalizzazione dei diritti d´impianto e limitando la durata del programma di estirpazione. Propone poi di autorizzare lo zuccheraggio a precise condizioni e purché sia anche mantenuto l´aiuto ai mosti. Chiede di rafforzare la tutela delle indicazioni geografiche e l´obbligo di indicare in etichetta l´origine delle uve. L´anno di produzione non deve figurare sui vini da tavola. Approvando con 494 voti favorevoli, 115 contrari e 84 astensioni la relazione di Giuseppe Castiglione (Ppe/de, It), il Parlamento suggerisce numerose modifiche alla proposta della Commissione sulla riforma dell´Ocm vino. Sebbene questi emendamenti non siano vincolanti, possono rappresentare un punto di riferimento per consentire ai Ministri dell´agricoltura - che si riuniranno il 17 dicembre - di trovare un compromesso sugli aspetti della proposta che vedono divergere maggiormente i 27 Stati membri. Il relatore, nel sottolineare la centralità e il ruolo svolto dal Parlamento nella definizione della nuova normativa, ha affermato che la viticoltura europea «ha bisogno di un nuovo slancio». Se vogliamo continuare ad essere i leader mondiali del settore, «dobbiamo investire nel settore vitivinicolo e non si può non guardare al mercato, non si può non produrre per il mercato, non si può non penetrare il mercato con prodotti di eccellenza». Il testo proposto, ha poi spiegato, «è in grado di dare risposte valide ad esigenze comuni, ma anche di rispettare, esaltare e in alcuni casi di comporre le differenze tra le diverse realtà nazionali». Con il presupposto, ha insistito, che «è necessario un cambiamento radicale di mentalità, di strategia produttiva: bisogna abbandonare la logica della quantità a favore delle produzioni di qualità, di eccellenza, in grado di esaltare le peculiarità nazionali, regionali, locali della viticoltura europea». Prima di procedere al voto sui vari emendamenti, con 87 voti favorevoli, 568 contrari e 18 astensioni, l´Aula ha bocciato la proposta avanzata dalla Gue/ngl di respingere in toto la proposta della Commissione. Pratiche enologiche: sì condizionato allo zuccheraggio e aiuti ai mosti. Il Parlamento non accoglie la proposta della Commissione volta a vietare in futuro il ricorso di zuccheraggio e reintroduce nel testo del regolamento una lista positiva delle pratiche enologiche ammesse nell´Unione europea, tra cui lo zuccheraggio (456 voti favorevoli, 214 contrari e 7 astensioni). Rifiuta inoltre il trasferimento di competenze dal Consiglio verso la Commissione per l´autorizzazione di nuove pratiche e si oppone al fatto che le pratiche enologiche dell´Organizzazione internazionale del vino - meno restrittive di quelle dell´Ue - possano applicarsi ai vini europei destinati all´esportazione. All´aggiunta di zucchero per aumentare la gradazione alcolica del vino ricorrono attualmente 20 Stati membri su 27, soprattutto nell´Europa del Nord. I deputati - con 544 voti favorevoli, 120 contrari e 14 astensioni - suggeriscono che tale aggiunta possa essere ammessa unicamente «nelle regioni viticole nelle quali è tradizionalmente o eccezionalmente praticata (. ) qualora, a causa di condizioni climatiche sfavorevoli, tale pratica sia necessaria per ottenere il titolo alcolometrico volumico minimo». Inoltre - con 569 voti favorevoli, 98 contrari e 13 astensioni - i deputati lasciano invariate le attuali percentuali di arricchimento (3,5% nelle zone A, 2,5% nelle zone B e 2% nelle zone C), ma propongono che, dopo lo studio d´impatto sulla riforma realizzato dalla Commissione, potrebbero essere adottate misure per ridurre gradualmente i limiti di aumento della gradazione alcolica fino al 2% nelle zone A e B e all´1% nelle zone C. Visto il vantaggio competitivo che discende dallo zuccheraggio, il Parlamento chiede di mantenere anche l´aiuto ai mosti di uve concentrati e ai mosti di uve concentrati rettificati prodotti nella Comunità, cui si ricorre per aumentare la gradazione alcolica e che la proposta della Commissione intende abolire. A suo parere, infatti, tale aiuto tutelerebbe una pratica enologica comune in molte regioni comunitarie, tenendo conto degli investimenti dei produttori ed evitando la possibile interruzione di flussi commerciali che determinerebbero una maggiore offerta del prodotto. No alla liberalizzazione dei diritti di impianto. I deputati si oppongono alla proposta liberalizzazione dei diritti d´impianto a decorrere dal 1° gennaio 2014 per i vini protetti da denominazioni d´origine e da indicazioni geografiche. Per gli altri vini, invece, ritengono che la decisione di liberalizzare gli impianti debba essere presa alla luce di una valutazione d´impatto da realizzare entro la fine del 2012. Propongono peraltro che le autorità regionali competenti in materia di potenziale viticolo - d´accordo con i rappresentanti settoriali, le organizzazioni interprofessionali o gli organismi di gestione - possano continuare a vietare gli impianti, anche in futuro e a prescindere dall´eventuale liberalizzazione, «qualora una gran parte del loro territorio sia vincolato ad una o più denominazioni di origine o indicazioni geografiche» e «purché le regioni possano attestare che esiste già un equilibrio adeguato tra domanda e offerta». L´autorizzazione a mantenere il divieto di impianto in tali regioni spetterebbe alla Commissione. Gli Stati membri possono concedere diritti di reimpianto ai produttori che hanno estirpato una superficie vitata, ma non a quelli che lo hanno realizzato attingendo a un premio di estirpazione. Il Parlamento - con 341 voti favorevoli, 331 contrari e 16 astensioni - ha rovesciato l´indicazione della commissione agricoltura che prevedeva la possibilità di trasferire i diritti di reimpianto ad altre aziende situate in tutta l´Unione. Accogliendo un emendamento del Pse, infatti, chiede che gli Stati membri possano decidere di permettere tale trasferimento unicamente al loro interno o nella stessa regione. I deputati infine non accettano che la regolarizzazione degli impianti non autorizzati sia resa obbligatoria, come proposto dalla Commissione. Propongono invece di dare la possibilità agli Stati membri di avviare una procedura di regolarizzazione per le superfici vitate anteriormente al 31 dicembre 1998. Estirpazione dei vigneti. Il Parlamento, a larghissima maggioranza, ha accolto l´idea del relatore di ridurre da cinque a tre anni la durata del programma di estirpazione volto a favorire coloro che intendono abbandonare il mercato, mantenendo la stessa dotazione complessiva dei premi istituiti a tal fine. Si tratterebbe di 510 milioni di euro per la campagna 2009/2010, 337 milioni nel 2010/2011 e 223 milioni nel 2011/2012 (contro, nella proposta iniziale, 430 milioni nel 2008/2009, 287 nel 2009/2010, 184 nel 2010/2011, 110 nel 2011/2012 e 59 nel 2012/2013). D´altra parte, sottolineano che le tabelle relative ai premi di estirpazione «determinano, tra l’altro, i livelli minimi e massimi di premio che, in base al rendimento, gli Stati membri possono concedere». Gli Stati membri possono d´altra parte dichiarare inammissibili al regime di estirpazione vigneti situati in zone di montagna e in forte pendenza. Il Parlamento chiede di estendere tale possibilità anche alle «zone esposte al rischio di erosione» e alle «regioni costiere e insulari», in base a condizioni da determinare. In base alla proposta della Commissione, gli Stati membri sarebbero autorizzati a dichiarare inammissibili al regime di estirpazione le superfici (fino a un limite del 2%) in cui l´applicazione di tale regime sarebbe incompatibile con la protezione dell´ambiente. Un emendamento precisa che tale esenzione deve essere approvata dalla Commissione e aggiunge tra i motivi di inammissibilità il rischio di minaccia al «tessuto socioeconomico della regione». Sopprime inoltre il limite del 2%. I deputati accolgono d´altra parte la possibilità di non accettare domande di estirpazioni una volta raggiunta la soglia del 10% della superficie vitata totale nazionale. A larga maggioranza, hanno infatti respinto l´idea dell´Uen di ridurre questa soglia all´8%. Denominazioni d´origine e indicazioni geografiche. La proposta di regolamento integra un nuovo regime per la designazione dei vini che hanno una connotazione geografica ben definita, ricalcando l´attuale normativa applicabile ai prodotti alimentari: le denominazioni d´origine e le indicazioni geografiche. I deputati accolgono con favore questa nuova impostazione, ma suggeriscono una serie di modifiche. Anzitutto propongono che con "denominazione di origine", si intenda il nome di una regione, di un luogo determinato o, in casi eccezionali, di uno Stato membro di dimensioni geografiche ridotte, che serve a designare un vino, un vino liquoroso, un vino spumante, un vino spumante gassificato, un vino frizzante, un vino di uve seccate o un vino di uve stramature, originario di questa regione, di questo luogo determinato o, in casi eccezionali, di questo Stato membro. La qualità o le caratteristiche di questi vini devono risultare «essenzialmente o esclusivamente» da un particolare ambiente geografico e dai suoi fattori naturali e umani, mentre le uve da cui sono ottenuti devono provenire esclusivamente da tale zona geografica. Può invece fregiarsi di un´indicazione geografica un vino la cui qualità, notorietà e caratteristiche «sono attribuibili essenzialmente alla sua origine geografica» e le uve da cui è ottenuto devono provenire «per almeno l´85% esclusivamente da tale zona geografica». Sia per le denominazioni d´origine sia per le indicazioni geografiche, insiste il Parlamento, la produzione, compresi la trasformazione, l´elaborazione e, se del caso, l´affinamento e l´imbottigliamento, deve aver luogo «nella zona geografica delimitata». In deroga a questo principio, tuttavia, i deputati chiedono che un vino possa anche essere ottenuto, elaborato o imbottigliato in una zona situata nelle vicinanze della zona geografica delimitata, «purché lo Stato membro lo abbia espressamente autorizzato a determinate condizioni». Un emendamento, peraltro, autorizza gli Stati membri produttori, tenuto conto degli usi leali e costanti, a «definire tutte le caratteristiche o condizioni di produzione, di elaborazione e circolazione complementari o più rigorose per i vini che beneficiano di una denominazione di origine protetta e di un´indicazione geografica protetta». La proposta di regolamento prevede un´articolata procedura di domanda per ottenere il riconoscimento di una denominazione d´origine o di un´indicazione geografica a livello comunitario, che prevede l´elaborazione di un disciplinare di produzione, un esame della domanda a livello nazionale, un ulteriore esame da parte della Commissione, la pubblicazione della domanda e la possibilità di opporvisi e, infine, la decisione da parte della Commissione di conferire la protezione comunitaria alla denominazione. Sono anche trattati gli eventuali casi di omonimia e le relazioni con i marchi commerciali. La Commissione dovrà creare e tenere aggiornato un registro elettronico delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche protette dei vini, accessibile al pubblico. Le denominazioni già esistenti saranno automaticamente protette dal regolamento e iscritte nel registro. In proposito, i deputati sopprimono alcuni adempimenti che la Commissione proponeva di assegnare agli Stati membri. Sulla falsariga di quanto previsto per i prodotti alimentari, le denominazioni di origine e le indicazioni geografiche protette sono tutelate contro ogni uso commerciale diretto o indiretto del proprio nome da parte di prodotti comparabili non conformi al disciplinare oppure nella misura in cui tale uso, indica un emendamento, «è capace di pregiudicare o ledere la notorietà». Sono inoltre protette da qualsiasi usurpazione, imitazione o evocazione, anche se l´origine vera del prodotto è indicata o se il nome protetto è una traduzione o è accompagnato da espressioni quali "genere", "tipo", "metodo", "alla maniera", "imitazione", "gusto", "come" o altre espressioni in simili. Ma anche da qualsiasi altra indicazione falsa o ingannevole relativa alla provenienza, all´origine, alla natura o alle qualità essenziali del prodotto usata sulla confezione o sull´imballaggio, nella pubblicità nonché dall´impiego, per il condizionamento, di recipienti che possono indurre in errore sulla sua origine. Così come da qualsiasi altra prassi che possa indurre in errore il consumatore sulla vera origine del prodotto. Il Parlamento, peraltro, chiede che su richiesta debitamente motivata di uno Stato membro, di un paese terzo o di una persona fisica o giuridica avente un interesse legittimo, la Commissione intervenga per garantire «l’effettiva tutela della denominazione di origine protetta o dell´indicazione geografica protetta». Dovrebbe inoltre stabilire delle sanzioni in caso di inosservanza da parte degli Stati membri dell´obbligo di adottare le misure necessarie per far cessare l´uso illegittimo delle denominazioni. Un emendamento, inoltre, autorizzerebbe gli Stati membri a conservare o a adottare tutte le disposizioni legislative nazionali volte a garantire una protezione «ancora maggiore». I deputati sopprimono peraltro l´idea della Commissione di non consentire più la protezione a livello nazionale dei nomi geografici tutelati a livello Ue. Etichettatura: no all´indicazione dell´anno del raccolto sui vini da tavola. Il Parlamento sottolinea che le regole di etichettatura devono tener conto della tutela degli interessi legittimi dei consumatori e dei produttori, del buon funzionamento del mercato interno e dello sviluppo di produzioni di qualità. Si dice quindi contrario all´idea di autorizzare l´indicazione, sull´etichetta dei vini da tavola, dell´annata del raccolto, dei vitigni e di altre menzioni tradizionali complementari. Questa possibilità, a suo parere, deve essere riservata ai vini di qualità per evitare il rischio d´indurre in errore il consumatore. Di contro, ritiene che il nome dell´imbottigliatore e la sua località dovrebbero obbligatoriamente figurare sull´etichetta dei vini di denominazione o d´indicazione geografica. I deputati propongono inoltre di sostituire l´indicazione obbligatoria della «provenienza» del vino con l´indicazione «dell´origine delle uve, dei mosti e del vino». Tra le indicazioni facoltative per le etichette di tutti i vini - che un emendamento autorizza gli Stati membri a rendere obbligatorie, a vietarle o a limitarne l´uso - figura anche il contenuto di zucchero. Un emendamento proposto dall´Uen e un´altro simile di Vincenzo Lavarra (Pse, It) volti a rendere obbligatoria l´indicazione dei termini che indicano l´aumento della gradazione alcolica mediante l´aggiunta di zucchero sono stati respinti . Qualora nella produzione di un vino venga utilizzato un lievito geneticamente modificato, precisa un altro emendamento, «il consumatore finale ne viene chiaramente informato mediante iscrizione sull´imballaggio di vendita della dicitura "prodotto mediante organismi geneticamente modificati"». Il Parlamento ha poi respinto - con 241 voti favorevoli, 431 contrari e 15 astensioni - un emendamento presentato dai deputati italiani dell´Uen volto a reintrodurre nell´Ocm la definizione di dei vini spumanti di qualità di tipo aromatico. Infine - con 573 voti favorevoli, 98 contrari e 9 astensioni - i deputati reintroducono la possibilità, offerta dalla normativa vigente e soppressa dalla proposta della Commissione, di far seguire al termine "vino" un nome di frutta - sottoforma di denominazione composta - per i prodotti ottenuti dalla fermentazione di frutta diversa dall´uva (vino di mele o vino di ribes). Programmi di sostegno nazionale: promuovere il vino europeo e la qualità. Per «istituire misure di sostegno capaci di rafforzare strutture competitive», la proposta della Commissione prevede l´elaborazione di programmi nazionali di sostegno finanziate dal bilancio Ue. I deputati precisano che l´assegnazione dei fondi deve essere realizzata sulla base di criteri di ripartizione storica, della superficie vitata e dell´andamento storico della produzione. Ma i fondi assegnati a ogni Stato membro, escluse le misure di promozione, non potranno essere inferiori al totale di cui ha beneficiato nel 2008 a fini di ristrutturazione. Spetta agli Stati membri definire la combinazione di misure definite a livello comunitario, che contemplano attività promozionali, ristrutturazione e riconversione dei vigneti, vendemmia verde, fondi di mutualizzazione e assicurazione del raccolto. In proposito, il Parlamento suggerisce di non limitare la promozione ai mercati esteri ma di consentirla anche all´interno dell´Unione. E´ inoltre precisato che la promozione può consistere in azioni promozionali per un consumo responsabile e l´informazione sul prodotto e le sue caratteristiche, in azioni di miglioramento delle conoscenze del mercato oppure in azioni di promozione e di pubblicità ai fini del riconoscimento delle denominazioni d´origine e delle indicazioni geografiche, «sottolineando la qualità, la sicurezza ambientale e la protezione dell´ambiente». La promozione nei paesi terzi, possibile solo per i vini a denominazione, può essere realizzata con azioni in materia di relazioni pubbliche e pubblicità puntando sulla qualità e la sicurezza dei prodotti, con la partecipazione a fiere internazionali, con campagne d´informazioni sui regimi Ue in materia di denominazioni d´origine, di produzione biologica e di etichettatura, nonché in programmi di sostegno per la protezione delle indicazioni geografiche a livello internazionale o studi relativi alla lotta contro la contraffazione e contro gli ostacoli tecnici e fitosanitari. Chiede inoltre che i programmi possano prevedere misure riguardanti la ristrutturazione della filiera, la prevenzione delle crisi, la ricerca e lo sviluppo, le pratiche colturali e le norme ambientali, il miglioramento della qualità delle uve e del vino e il magazzinaggio privato di vini, alcol e mosti. Ritiene poi che un produttore debba poter beneficiare di più di una misura durante la stessa campagna. Sempre in tema finanziario, i deputati si oppongono al progressivo trasferimento verso lo sviluppo rurale di fondi dedicati finora all´organizzazione del mercato viticolo. Prevenzione delle crisi. Al posto degli attuali aiuti alla distillazione di crisi che la Commissione intende sopprimere, i deputati chiedono che sia istituito, come compensazione per misure volte ad evitare eccedenze di produzione, un aiuto che prenderebbe la forma di un pagamento proporzionale alla riduzione delle quantità di uva o di vino prodotte. Per prevenzione delle crisi, i deputati, intendono tutte quelle pratiche colturali, agronomiche ed enologiche tese a contenere i quantitativi di produzione delle uve o a ridurre le rese di trasformazione delle uve in vini. Ogni Stato membro, sulla base delle proprie specificità, dovrebbe scegliere le pratiche idonee al raggiungimento di tali fini. Prestazioni viniche: i sottoprodotti in distilleria. Per motivi di qualità e di protezione dell´ambiente, i deputati chiedono il mantenimento, nel nuovo regolamento, dell´obbligo di raccogliere e poi trattare in distilleria tutti i sottoprodotti della vinificazione. Un emendamento vieta quindi la sovrappressione delle uve, la pressatura delle fecce di vino e la rifermentazione delle vinacce per scopi diversi dalla distillazione. Sono però previste delle deroghe per talune categorie di produttori e per regioni produttive. Chi ha proceduto alla vinificazione dovrà consegnare alla distillazione tutti i sottoprodotti ottenuti. E´ poi introdotto un aiuto per i distillatori che raccolgono e trattano questi sottoprodotti riducendo notevolmente l´intervento finanziario comunitario, ed è precisato che in nessun caso l´alcol così ottenuto potrà essere destinato al consumo umano. D´altra parte, con 587 voti favorevoli, 76 contrari e 14 astensioni, il Parlamento suggerisce la possibilità di istituire aiuti alla trasformazione del vino per ottenere prodotti alimentari al fine di sostenere il mercato vitivinicolo e, di conseguenza, il settore dell´alcol destinato al consumo umano qualora questo «sia tradizionalmente utilizzato e abbia uno sbocco di mercato». L´aiuto sarebbe assegnato secondo un sistema di contratti in base ai quali i fabbricanti garantiscono un prezzo minimo ai produttori di vino. Applicazione della riforma. Il Parlamento ritiene irrealizzabile lo scadenzario proposto dalla Commissione per l´entrata in vigore del regolamento - ossia il 1° agosto 2008, data di apertura della prossima campagna viticola. Propone quindi di rinviare questa data di un anno, al 1° agosto 2009, anche per dare il tempo necessario all´elaborazione dei programmi nazionali. . |
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COMMERCIO ESTERO DELLA PROVINCIA DI BOLZANO - 3° TRIMESTRE 2007 IMPENNANO LE IMPORTAZIONI DI PRODOTTI ALIMENTARI DA FRANCIA E GERMANIA |
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Nel 3° trimestre 2007 le importazioni della provincia di Bolzano sono risultate pari a 945,2 milioni di euro, con un aumento del 14,8% rispetto allo stesso periodo dell´anno precedente. Le esportazioni sono cresciute del 4,4%, raggiungendo un ammontare complessivo di 755,9 milioni di euro. La forte crescita delle importazioni ha peggiorato la bilancia commerciale, che ha chiuso con un disavanzo pari a 189,4 milioni di euro contro i 99,0 milioni di euro del 3° trimestre 2006. L’aumento delle importazioni è dovuto soprattutto all’impennata del settore prodotti alimentari bevande e tabacco (+37,1% rispetto al 3. Trimestre 2006 e un’incidenza del 19,2% sul totale), che è passato da132,1 milioni di euro a 181,1 milioni di euro. Gli aumenti relativi a questo settore sono stati registrati soprattutto dalla Germania (+38,5%) e dalla Francia dalla quale abbiamo importato quasi il quadruplo rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Sul fronte delle esportazioni vanno segnalate le variazioni positive da parte dei settori merceologici prodotti dell’agricoltura, della caccia e silvicoltura (9,1% sul totale) e prodotti alimentari bevande e tabacco (16,3% sul totale): i primi hanno registrato una crescita del 13,5%, i secondi, del 12,2%. Il settore mezzi di trasporto (15,3% sul totale) ha registrato al contrario una flessione del 9,6%. I mezzi di trasporto hanno evidenziato il saldo commerciale positivo più consistente (64,1 milioni di euro), in diminuzione del 22,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, seguiti dal settore dei prodotti dell’agricoltura, della caccia e silvicoltura (36,3 milioni di euro), che al contrario ha registrato un aumento del 26,8%. Il disavanzo commerciale maggiore è stato segnalato dal settore prodotti alimentari bevande e tabacco (-57,6 milioni di euro). Bilancia commerciale sempre più in rosso. Dall’analisi per paese di provenienza delle merci emerge la consistente espansione delle importazioni da due importanti partner: la Francia (+50,2% rispetto al 3. Trimestre 2006) e la Germania (+17,5%). Il paese dell’Ue che ha segnalato la variazione positiva più consistente è la Grecia (+123,8%), ma la sua incidenza è minima sul totale. Per quanto riguarda i paesi extra Ue facenti parte dell’Europa si evidenzia una forte espansione delle importazioni dalla Svizzera passate da 13,0 a 38,0 milioni di euro. Continua imperterrita la forte espansione del mercato asiatico, che rappresenta il 5,2 sul totale importazioni e ha fatto registrare un +37,5%. Sul fronte delle esportazioni Ue, si è avuto un forte incremento nei confronti della Spagna (+35,6%). Le esportazioni verso la Germania, principale partner commerciale dell’Alto Adige, hanno registrato una contrazione del 5,5%, quelle verso l’Austria un aumento del 12,3%. Per quanto riguarda i paesi extra Ue si evidenzia l’espansione delle esportazioni verso l’Asia (+15,0%) che garantisce un saldo commerciale positivo di 7,9 milioni di euro. Il disavanzo nei confronti della Germania è passato da 102,1 milioni di euro del 3° trimestre 2006 a 184,5 milioni di euro del 3° trimestre 2007. . |
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PESCA. COPPOLA: “ROMA VUOLE GESTIRE ANCHE IL FEP” |
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Si è tenuto a Roma un incontro tra gli assessori regionali alla pesca per concordare una strategia comune in vista dell’approvazione del Programma Operativo Pesca 2007-2013, cofinanziato dal Fep (Fondo Europeo per la Pesca). L’assessore del Veneto Isi Coppola ha esposto con la consueta franchezza, nel corso dell’incontro, le preoccupazioni del settore ittico veneto. “Ritengo assolutamente improponibile e politicamente irricevibile – ha detto l’assessore – la proposta del Ministero di aumentare ulteriormente le risorse destinate agli arresti definivi a discapito degli altri interventi necessari per sostenere il nostro comparto ittico. Come Veneto riteniamo sufficienti le risorse già individuate sulla base dell’accordo che ripartisce il budget di programma tra Stato e Regioni, accordo che va onorato. Inoltre il Ministro non dimentichi di aver trattenuto ben 30 milioni di euro del Piano triennale della Pesca, senza metterne a disposizione nemmeno un centesimo per le Regioni, le marinerie, i pescatori”. “Lo Stato – ha aggiunto l’assessore Coppola – gestisca la sua quota (28%) come meglio crede e secondo le priorità che ritiene più necessarie, tenendo conto delle osservazioni formulate dalla Commissione Europea, ma non tocchi la quota già concordata in disponibilità delle Regioni. Se le Regioni del Centro-sud, ancora una volta, non hanno rispettato le percentuali delle dismissioni delle imbarcazioni, non saremo noi a dover pagare. Nel Veneto le marinerie hanno già fatto la loro parte in termini di dismissioni e conseguente diminuzione dello sforzo di pesca”. “La Regione – ha concluso l’assessore – intende perciò indirizzare il nuovo periodo di programmazione 2007-2013 verso obiettivi che privilegino l’ammodernamento della filiera ittica e l’innovazione nelle tecniche di pesca, così come indicato dal U. E. Non dimentichiamo, inoltre, come la trasformazione del settore abbia accresciuto di molto l’acquacoltura, settore peraltro nel quale il Veneto è leader sul mercato per qualità e quantità. A questo comparto riteniamo debbano essere date grandi prospettive e valorizzazione”. . |
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FORMAZIONE: PESCA, DA LUNEDI AL LAVORO IN ABRUZZO VENTUNO SENEGALESI FABBIANI:ESPERIENZA SIGNIFICATIVA DA RIPETERE |
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Pescara - Sono al lavoro da ieri lunedi i ventuno giovani senegalesi formati come pescatori in un corso di due mesi, svolto ad agosto e settembre scorsi, in Senegal e promosso dalla Regione Abruzzo in collaborazione con Ial Cisl, Confcooperative, Federcoopesca Abruzzo, finanziato dall´Unione Europea, Fondo sociale europeo, Ministero del Lavoro e dalla stessa Regione. L´annuncio è stato dato il 14 dicembre dall´assessore al Lavoro, Fernando Fabbiani. "E´ stata un´esperienza di elevato significato e di grande valore per l´Abruzzo, non solo per i giovani che da lunedi 17 dicembre hanno un lavoro stabile, con contratto di assunzione a tempo indeterminato e regolare permesso di soggiorno - ha sottolineato l´assessore - intanto sono stati avviati altri corsi di formazione nei settori dell´edilizia, della ristorazione e dell´agricoltura". L´assessore ha precisato che "con questa esperienza, che garantisce lavoro in settori afflitti da carenza di manodopera, vengono superate le barriere tra noi e i Paesi stranieri, viene contrastata l´immigrazione clandestina, vengono allontanati i gravi rischi legati ad essa e vengono assicurati lavoro stabile e tranquillità a giovani immigrati". Per l´assessore "il risultato positivo è stato ottenuto dalla buona volontà e dalla convinzione con cui è stato pensato e avviato questo progetto, dall´alleanza istituzionale che intorno a questo progetto si è saldata". Fabbiani ha auspicato che questa esperienza possa essere ripetuta. "I giovani senegalesi devono sentirsi a casa propria, il mare non divide ma unisce, come questa esperienza ha dimostrato" ha concluso l´assessore augurando buon lavoro ai giovani senegalesi, alla docente del corso di formazione Rosalie Faye e al presidente dell´Amicale Seneègalo-italienne, Ibrahima Diawara, che ha collaborato alla realizzazione del progetto. . |
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DOCUMENTI TRIBUTARI E DISCARICHE DELL´IMMONDIZIA PER STUDIARE LA STORIA DELLA PESCA EUROPEA |
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Gli scienziati dell´iniziativa History of Marine Animal Populations (Storia delle popolazioni animali marine) si sono immersi negli archivi storici e hanno rovistato nelle discariche preistoriche nel tentativo di comprendere come sono cambiate nel tempo le popolazioni ittiche dei mari nordeuropei. I ricercatori, il cui lavoro rientra nell´iniziativa internazionale «Census of Marine Life», hanno pubblicato le loro conclusioni in 14 articoli in un numero speciale della rivista «Fisheries Research». L´ue ha finanziato gran parte della ricerca. Nella loro introduzione alla raccolta di articoli, Henn Ojaveer dell´Università di Tartu (Estonia) e Brian Mackenzie dell´Università tecnica della Danimarca spiegano il motivo per cui tali studi sono così importanti. «I risultati di ricerche come questi e simili offrono contributi importanti alla creazione di nuovi punti di partenza per la gestione degli ecosistemi marini, tra cui le strategie di conservazione per le risorse viventi eccessivamente sfruttate», scrivono. Uno studio di ricercatori danesi ha analizzato più di 100 000 ossi di pesce rinvenute negli insediamenti dell´età danese della pietra. Nel periodo compreso tra il 7 000 e il 3 000 a. C. , le acque attorno alla Danimarca erano più calde e salate di oggi. Le ossa dei pesci rivelano che a quei tempi le acque erano popolate di quelle che noi consideriamo specie di acqua calda, quali acciughe e tanute. Oggigiorno tali specie vivono molto più a sud, ad esempio nelle acque più calde del Mediterraneo. Tuttavia, negli ultimi 10-15 anni, complice l´innalzamento delle temperature, hanno fatto ritorno nelle acque danesi. Viste le temperature più alte nell´età della pietra, gli scienziati sono rimasti sorpresi di rinvenire un numero elevato di resti ossei di merluzzo tra i campioni raccolti. Alcuni studi hanno dimostrato che il calo delle popolazioni di merluzzi registrato negli ultimi anni è parzialmente riconducibile all´aumento delle temperature del mare, che minaccia la sopravvivenza degli esemplari più piccoli nel Mare del Nord. Secondo i ricercatori, i merluzzi dell´età della pietra erano in grado di sopportare le temperature più elevate perché erano soggette a meno pressioni in termini di pesca. «I risultati dimostrano che con il cambiamento climatico si verificheranno trasformazioni importanti nella fauna ittica vicino alla Danimarca», scrivono gli scienziati. «Tuttavia, le popolazioni di merluzzi sfruttabili possono essere potenzialmente mantenute nelle acque in prossimità della Danimarca, compreso il Mare del Nord, ma la vulnerabilità al cambiamento climatico e il rischio del crollo delle riserve sono destinati ad aumentare se verranno mantenuti gli attuali livelli elevati di mortalità dei pesci. » Nel contempo, i ricercatori lettoni ed estoni hanno studiato con attenzione i documenti fiscali della capitale lettone, Riga. Alla fine del Xvii secolo, l´Europa era vittima della morsa del gelo causata dal periodo più freddo della piccola era glaciale. A quei tempi, Riga era il centro più grande del Baltico orientale e il luogo principale di smercio del pesce per i pescatori della regione. Tutti i pescatori che vendevano il pesce a Riga erano soggetti a una tassa speciale, amministrata dal Treasury College di Riga. I ricercatori hanno attinto a tali documenti per scoprire quali specie fossero presenti nel Golfo di Riga in quell´epoca particolarmente fredda della nostra storia. I documenti tributari hanno rivelato che gran parte del pescato era composto da aringhe, passere nere e blenni anguillari, conosciute tutte come specie in grado di tollerare il freddo. Le specie che preferiscono le acque più calde e che sono relativamente comuni al giorno d´oggi, quali il pesce persico, rappresentavano meno dell´1% del pescato. In particolare, la pesca delle aringhe è sembrata particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici: nel periodo dal 1685 al 1696, anni di inverni particolarmente rigidi, il pescato ha registrato notevoli diminuzioni. Nel contempo, i cambiamenti che hanno interessato la pesca delle passere e dei blenni vivipari sono stati determinati da fattori socioeconomici quali la domanda del mercato. Il sostegno comunitario agli studi è stato garantito da tre progetti del Sesto programma quadro (6° Pq). Le reti di eccellenza Marbef («Marine biodiversity and ecosystem functioning», Biodiversità marina e funzionamento degli ecosistemi) e Eur-oceans («Ocean Ecosystems Analysis», Analisi degli ecosistemi oceanici) sono finanziate entrambe a titolo dell´area tematica «Sviluppo sostenibile, cambiamento globale ed ecosistemi», mentre il progetto Incofish («Integrating multiple demands on coastal zones with emphasis on aquatic ecosystems and fisheries», Integrazione delle domande multiple nelle zone costiere con enfasi sugli ecosistemi acquatici e la pesca) è finanziato a titolo dell´area «Cooperazione internazionale». Per maggiori informazioni visitare: Census of Marine Life: http://www. Coml. Org «Fisheries Research»: http://www. Elsevier. Com/locate/fishres . |
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BIOLOGICO, ESPOSITO "PREMIO QUALITA´ A FORMAGGI COMUNALI. NEL MENU DI 50 MILA BAMBINI" |
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E´ biologica la mozzarella più buona del Lazio e si produce nell´azienda comunale di Castel di Guido con il latte delle pregiate vacche maremmane allevate in natura. Lo ha deciso il 17 dicembre mattina una giuria di dodici degustatori professionisti invitati dall´Azienda Romana Mercati a scegliere i migliori prodotti tra 308 tipologie di formaggi provenienti da 125 aziende laziali. Un primato che la mozzarella dovrà dividere con il provolone biologico, suo strettissimo parente prodotto nella stessa azienda di Castel di Guido, al quale la giuria di esperti e di gourmet ha deciso di conferire ex aequo il primo premio per l´alta qualità del prodotto ed la gustosità. "Si tratta di un riconoscimento molto importante anche perchè questi formaggi fanno parte del menù offerto nelle mense scolastiche a circa 50 mila bambini romani"- ha dichiarato l´assessore capitolino all´ambiente, Dario Esposito che stamattina ha partecipato alla cerimonia di premiazione, svoltasi presso Palazzo Rospigliosi. "L´azienda di Castel di Guido costituisce ormai da anni un punto di riferimento per gli appassionati del mangiar sano. Questa amministrazione, infatti, ha lavorato moltissimo affinchè tutti i processi di lavorazione agricola e di allevamento a Castel di Guido e tenuta del Cavaliere fossero interamente biologici e certificati in modo da garantire la più alta qualità ai consumatori e soprattutto ai bambini delle scuole. Inoltre, abbiamo voluto che le fattorie diventassero un centro propulsore per l´economia del biologico e la diffusione dei prodotti certificati bio provenienti dalle aziende agricole dell´agro romano e del Lazio. " E´ possibile assaggiare e acquistare i formaggi vincitori nel punto vendita di Castel di Guido, tutti i giorni dalle ore 9 alle 18. Qui si possono trovare anche tutti i prodotti certificati biologici delle aziende agricole del territorio romano e laziale, dal pane alla pasta, dall´ortofrutta ai dolci, dal vino all´olio. L’azienda si trova all’altezza del km 15 della via Aurelia. . |
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MODELLI DI INSEDIAMENTO ALPINO |
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Su iniziativa della Ripartizione natura e paesaggio della Provincia di Bolzano e per incarico dell´Arge Alp un gruppo di eserti ha stilato uno studio sui "Modelli di insediamento alpino" e sul loro possibile sviluppo. Lo studio è stato presentato oggi, 14 dicembre, dall´assessore provinciale all´urbanistica e ambiente, Michl Laimer. Scopo del progetto è quello di contribuire a mantenere nelle varie regioni dell´arco alpino le differenziazioni nelle tipologie insediative, le particolarità e l´identità regionale promuovendo un utilizzo equilibrato e sostenibile del territorio. Come ha sottolineato l´assessore Laimer, nonostante il pericolo dell´uniformazione e la perdità dell´identità, nell´arco alpino vi sono modelli insediativi orientati al futuro e realizzati secondo la filosofia della sostenibilità che forniscono una isposta concreta a questa evenienza. Obiettivo della Ripartizione natura e paesaggio è quello di mostrare tali modelli quali possibili vie da percorrere per un utilizzo equilibrato e sostenibile del territorio nelle aree alpine. Lo studio elaborato dalla "Technische Uni München" e dal "Voralberger Architektur Institut" propongono vari interventi edilizi documentati per varie tipologie edilizie, dal contesto rurale a quello urbano. Fra gli esempi indicati vi è quello di Caldaro dove è stata sviluppata una strategia di marketing improntata verso l´identità peculiare di un comune. Lo studio fornisce, latresì, stimoli preziosi aagli amministratori responsabili, ai progettisti ed ai membri di commissioni. La pubblicazione con lo studio "Modelli di insediamento alpino" è in distribuzione gratuita presso la Ripartizione provinciale natura e paesaggio, a Bolzano in via Renon 4. Tra breve sarà pubblicata in Internet sul sito dell´Arge Alp www. Argealp. Org . |
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CAPE LIVE INVESTE IN BIOERA ED ENTRA NEL CAPITALE DI INTERNATIONAL BAR HOLDING, SUB HOLDING CONTROLLATA DA BIOERA CHE RAGGRUPPA PARTECIPAZIONE ATTIVE NEL SETTORE ALIMENTARE |
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Cavriago - Cape Live, investment company promossa da Cimino e Associati Private Equity S. P. A. E quotata sul segmento Mtf di Borsa Italiana, ha rilevato per 2,5 milioni di Euro il 3% del capitale di International Bar Holding (Ibh), holding controllata da Bioera che raggruppa le partecipazioni in Natfood e General Fruit, attive nel settore alimentare Horeca. L’entrata nel capitale di Cape Live evidenzia la validità del progetto strategico di Ibh di aggregazione di aziende con alto potenzialità di crescita operanti nel food specializzato. Bioera in seguito a questa operazione deterrà l’ 80,44% della Ibh. Cape Live per consolidare ulteriormente il suo investimento ha deciso di acquisire azioni Bioera Spa per un controvalore pari a circa 0,5 milioni Euro. . |
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COLDIRETTI: “LE CLEMENTINE LUCANE RESTANO SULLE PIANTE" |
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“Il 60 per cento dei frutti dei circa 2500 ettari di clementine coltivate nel Metapontino rischiano di restare sulle piante se non si interviene con strumenti di immediata fruibilità capaci di comunicare ai consumatori ed ai mercati la qualità e l’origine territoriale del frutto, il cui periodo di raccolta è a ridosso delle festività natalizie e non dura più di due mesi”. E’ quanto afferma in un comunicato il presidente della Coldiretti di Matera, Piergiorgio Quarto che insieme ad una delegazione di agrumicoltori ha incontrato l’assessore regionale all’Agricoltura Roberto Falotico. “L’analisi esposta dagli imprenditori agrumicoli – continua Quarto - ha evidenziato le difficoltà a reperire nuovi sbocchi di mercato ed a consolidarne i precedenti; attualmente si registra una vera e propria stasi delle contrattazioni per le clementine lucane. E’ proprio il tema di una filiera eccessivamente lunga che accumula costi e ricarichi impossibili da pagare per il consumatore con la conseguente disaffezione dall’acquisto di questi prodotti alimentari rispetto alla quale vanno attuati nei diversi territori comunali aree di immediato contatto tra i coltivatori ed i consumatori per la vendita diretta. Gli agrumicoltori – aggiunge il presidente della Coldiretti - hanno anche denunciato la mancanza di distinzione tra produzioni locali, nazionali ed estere e la quasi assenza dei controlli sulle norme di qualità e sull’obbligo di etichettatura insieme alla mancata valorizzazione ed identificazione delle clementine lucane nei confronti dei consumatori italiani ed europei a fronte di due riconoscimenti di origine territoriali rilasciate come Igp alle clementine calabresi e a quelle del Golfo di Taranto". . |
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PARMIGIANO REGGIANO E RIFORME QUOTE LATTE: QUALI PROSPETTIVE O VINCOLI PER IL ‘RE DEI FORMAGGI TIPICI IN UN SISTEMA LATTIERO CASEARIO EUROPEO SENZA QUOTE LATTE? |
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Parmigiano Reggiano e riforme quote latte: quali prospettive o vincoli per il ‘Re’ dei formaggi tipici in un sistema lattiero caseario europeo senza quote latte? A questo interrogativo tenterà di dare risposta la Cia Emilia Romagna che ha promosso un convegno, il 18 dicembre prossimo, presso la sala convegni Fiere di Reggio Emilia (Via Filangieri 15) a partire dalle ore 20,30. All’incontro, presieduto dal presidente Cia Emilia Romagna Nazario Battelli, interverranno Ivan Bertolini, vice presidente Cia Emilia Romagna, Kees de Roest del Centro ricerche produzioni animali, Eros Valenti, presidente Granterre, Enzo Mastrobuoni, responsabile Area economica Cia nazionale. Concluderà i lavori Tiberio Rabboni, assessore Agricoltura Regione Emilia Romagna. . |
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ASSEGNATE LE RISORSE FINO AL 2010 NELL’AMBITO DELLA PROGRAMMAZIONE SULLO SVILUPPO RURALE
54MILIONI DI EURO PER L’AGRICOLTURA SENESE
L’ASSESSORE GALLETTI: «RISORSE IMPORTANTISSIME. VIA ALLA CONCERTAZIONE PER FISSARE LE PRIORITÀ»
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Dopo aver vinto la sfida della qualità e del legame con il territorio, si aprono nuovi scenari per l’agricoltura senese. Sono, infatti, oltre 54milioni di euro le risorse assegnate fino al 2010 al comparto della provincia di Siena per lo sviluppo rurale del territorio, fondi attribuiti nell’ambito della programmazione del Piano di Sviluppo Rurale 2007 – 2013, il 18% del totale regionale; una cifra in soli tre anni pari quasi a tutte le risorse assegnate nei precedenti sette anni. Le assegnazioni sono così suddivise: 28milioni e mezzo alla Provincia di Siena, 11milioni e 480mila euro alla Comunità Montana Amiata Val d’Orcia, 7,6milioni di euro al Cetona e quasi 6milioni di euro alla Comunità Montana Val di Merse. «Si tratta di risorse importantissime – spiega Claudio Galletti, assessore all’agricoltura della Provincia di Siena – che sono certo utilizzeremo al meglio attraverso una forte concertazione istituzionale con il mondo delle rappresentanze e con il sistema delle imprese per rendere competitivo e strutturato il nostro sistema rurale. Abbiamo già intrapreso un percorso congiunto e condiviso tra la Provincia e le Comunità Montane che hanno deleghe e competenze in materia. Il nuovo Piano di Sviluppo Rurale 2007 – 2013 rappresenta un fattore determinante per il futuro della nostra agricoltura per proiettarla oltre il 2013. Perchè è evidente che dopo quella data, quando le risorse comunitarie diminuiranno e saranno più modesti i sostegni al settore, dovremmo aver reso più competitiva tutta la nostra agricoltura. Ed è per questo che la nostra programmazione rappresenta un fattore determinante per il potenziamento del settore rurale e un’opportunità per le imprese agricole del territorio». Si apre adesso un percorso congiunto tra la Provincia e le Comunità Montane che porterà ad una fase di concertazione sul territorio con tutte le rappresentanze interessate. La Regione Toscana sta predisponendo i bandi per la prima annualità, che usciranno nel prossimo mese di gennaio con misure per la competitività delle aziende e agroambientali e sulla base dei criteri previsti nel Piano di Sviluppo Rurale Regionale approvato nello scorso mese di ottobre dalla Comunità Europea. La Provincia e le Comunità Montane dovranno redigere il loro Piano Locale entro il 31 maggio 2008 e per la prossima annualità i bandi usciranno con i criteri, i punteggi e le priorità in esso previsti. «Stiamo lavorando con la Regione Toscana – spiega Paolo Bucelli dirigente del servizio agricoltura della Provincia di Siena – per mettere a regime una macchina amministrativa che consenta di utilizzare al meglio le risorse con l’obiettivo di semplificare e snellire le procedure». Nei sette anni di attuazione del programma in Toscana ammontano a 839milioni di euro le risorse complessive di cui 369milioni di quota comunitaria. Il Piano di Sviluppo Rurale prevede quattro assi di intervento: il primo punta al miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale, il secondo al miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale, il terzo alla qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale, mentre il quarto all’attuazione dell’approccio Leader ossia al rafforzamento della capacità progettuale e gestionale locale e alla valorizzazione delle risorse endogene dei territori. Contemporaneamente è iniziato il lavoro sulla nuova zonizzazione Leader che porterà alla definizione di un Gal (Gruppo di Azione Locale) unico a livello territoriale e con la previsione di aggregazione anche di territori aggiuntivi con caratteristiche assimilabili destinatari delle risorse per interventi integrati per lo sviluppo complessivo del territorio rurale. . |
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IN UNO STUDIO DELL’OSSERVATORIO NFI – CENTRO STUDI DELL’ALIMENTAZIONE NUTRITION FOUNDATION OF ITALY: PER LA TERZA ETÀ I FLAVONOIDI SONO UN AIUTO PER LA MENTE
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L’osservatorio Nfi – Centro Studi dell’Alimentazione Nutrition Foundation of Italy, che contribuisce allo sviluppo della ricerca scientifica e dello scambio di informazioni in campo alimentare – segnala i risultati di un recente studio secondo il quale il consumo di cibi ricchi di flavonoidi aiuterebbe a rallentare il declino cognitivo nella terza età. L’indagine ha coinvolto 1. 640 soggetti con 65 anni o più che hanno riportato le proprie abitudini alimentari e si sono sottoposti a visita medica all’inizio dello studio e per altre 4 volte nel corso dei 10 anni di osservazione. Ad ogni visita, per valutare le facoltà cognitive, venivano effettuati 3 test specifici tra cui il Mini-mental State Examination (Mmse)* per verificare la presenza, l’entità e la progressione del deterioramento cognitivo. E’ emerso che un elevato apporto di flavonoidi sarebbe associato a un migliore livello cognitivo all’inizio dello studio e a una minore perdita di lucidità nel corso dei 10 anni di durata dello studio. In particolare, coloro che al momento del reclutamento appartenevano alla più alta categoria di consumo (dai 13,6 ai 36,9 mg di flavonoidi al giorno) presentavano migliori performance cognitive e al momento del follow up avevano “perso” solo, 1,2 punti sulla Mmse. I partecipanti che presentavano il minor apporto di flavonoidi, invece, partivano da livelli cognitivi più bassi e nel corso dello studio perdevano 2,1 punti al Mmse, riportando, quindi, un maggior deterioramento delle capacità intellettuali. . |
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FESTE IN ARRIVO, PERICOLO ABBUFFATE
CONSIGLI PER PREVENIRE I DISTURBI DELL’APPARATO DIGERENTE E
SUGGERIMENTI PER UN’AUTOMEDICAZIONE RESPONSABILE
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Durante le Feste di Natale e Capodanno si moltiplicano le occasioni di affaticare il nostro apparato digerente: cenoni, brindisi e vacanze in montagna o all’estero mettono in pericolo il nostro stomaco e la nostra regolarità. Il panettone al quale non riusciamo a dire di no o l’ennesimo bicchiere di spumante possono, infatti, dar luogo a fastidi quali acidità, indigestioni e altre difficoltà digestive magari accentuate da disturbi tipici dell’influenza. Nella maggior parte dei casi, per evitare questi disturbi e non rovinarci il periodo delle Feste, basterebbe un comportamento più attento. Ma, quando capitano, è bene ricordare che spesso si tratta di problemi risolvibili in poco tempo con qualche mossa accorta e, nei casi più ostinati o fastidiosi, con i medicinali di automedicazione (i cosiddetti farmaci da banco) il cui impiego – purché corretto e tempestivo - consente di risolvere con tranquillità ed efficacia la situazione. “Per esempio, per contrastare la dispepsia – i disturbi che compaiono subito dopo i pasti come dolore, peso allo stomaco, bruciori, nausea e talvolta vomito - spiega Lucio Capurso, Gastroenterologo all’Ospedale San Filippo Neri di Roma - oltre a una dieta equilibrata è consigliabile l’uso di farmaci procinetici che favoriscono la motilità gastrica e intestinale o di prodotti antiacidi a base di magnesio o alluminio che hanno un tempestivo effetto sulle secrezioni dello stomaco”. “Inoltre, chi ha contratto l’influenza con complicanze batteriche ed è sotto terapia antibiotica, rischia un indebolimento della flora batterica - prosegue Capurso - in questo caso per ripristinare l’equilibrio gastrointestinale è sufficiente l’assunzione di fermenti lattici”. A chi infine va in vacanza all’estero, in luoghi in cui l’acqua potrebbe essere contaminata da batteri, virus o tossine (molte mete esotiche presentano questa criticità) si consiglia di mettere in valigia dei fermenti lattici oppure degli assorbenti intestinali a base di carbone attivo o pectina; potrebbero essere un valido aiuto per combattere la dissenteria, il classico disturbo di chi assume alimenti o bevande entrati in contatto con acqua contaminata. Per i disturbi gastrointestinali che presentano sintomi facilmente riconoscibili per comune esperienza dunque, come per tutte le piccole patologie, è più che sufficiente ricorrere all’automedicazione cioè a quei prodotti (detti “da banco” o Otc – in inglese over the counter) che possiamo comprare in farmacia senza prescrizione medica e che sono contraddistinti dal bollino rosso. . |
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TRE MOSSE PER TORNARE IN FORMA DOPO LE FESTE: ALIMENTAZIONE, MOTO E DISGREGAZIONE DEI GRASSI CON ULTRASHAPE
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Dopo le feste è normale sentirsi gonfi e appesantiti. Dieta e moto sono i pilastri di un programma disintossicante vincente, ma per tornare in forma e perdere quei 2 cm di troppo, ci viene incontro la tecnologia di Ultrashape, che disgrega i grassi in modo mirato, semplice e sicuro. Nella hit parade dei buoni propositi d’inizio d’anno, la conquista di una forma fisica accettabile occupa sempre le prime posizioni. E se a questo aggiungiamo i bagordi delle festività, che tra panettoni e cotechini regalano in media a ogni italiano due o tre chiletti in più, l’imperativo di inizio gennaio diventa: tornare in forma! I consigli degli esperti sono sempre gli stessi, validi in ogni periodo dell’anno ma caldamente raccomandati in momenti di urgente bisogno di recupero fisico come il dopo-Natale. Eccoli. 1. Disintossicatevi: bevete molto e a tavola scegliete cibi ricchi di acqua e vitamine, come arance, mele, pere e kiwi per quanto riguarda la frutta, spinaci, cicoria, radicchio, zucche e zucchine, insalata, finocchi e carote per quanto concerne l’universo verdure. 2. Muovetevi! Dopo la volontaria e meritata sedentarietà delle feste, il vostro organismo ha bisogno di movimento. Una moderata attività di feet walking (passeggiata a passo rapido) giornaliera o bisettimanale è sufficiente per favorire la circolazione, l’attività respiratoria e la perdita dei liquidi accumulati durante le feste. 3. Rimodellate il vostro corpo: oggi la tecnologia offre a uomini e donne una soluzione rapida, sicura, semplice e veloce per rimodellare la propria silhouette nei punti critici. Il bisturi? Macché. Si tratta di un trattamento che non ha nulla a che vedere con la chirurgia, ma mira a una riduzione della circonferenza corporea pari, mediamente, a 2 cm, l’equivalente di una taglia. Praticamente quel piccolo sovrappeso causato dalle sregolatezze natalizie. Questo trattamento si chiama Ultrashape e si avvale della tecnologia G-nius (Guidata Non-invasiva a Ultrasuoni Focalizzati Selettiva). Creando un’immagine 3D del deposito lipidico sottocutaneo da eliminare, Ultrashape riesce a concentrare l’energia a ultrasuoni su quell’area specifica e a disgregare le membrane cellulari adipose. Il grasso disciolto viene quindi trasferito nel fegato ed eliminato dall’organismo attraverso i normali percorsi che seguono i grassi alimentari. Dopo una sola seduta della durata di circa un’ora e mezza, si verifica normalmente una riduzione media della zona trattata, pari a due centimetri. In base ai risultati dei trial clinici, gli effetti del trattamento risultano evidenti entro 28 giorni. Una volta concluso il trattamento, il paziente può tornare alle sue attività quotidiane, con la raccomandazione di intraprendere un esercizio fisico regolare e seguire una dieta povera di grassi per aiutare l’organismo a smaltire da solo le scorie. . |
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SPENDERE LA META’ CON LE RICETTE TRADIZIONALI
ECCO I CONSIGLI DELL’ACCADEMIA ITALIANA DELLA CUCINA
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Una famiglia di 6 persone, grazie ai consigli e alle ricette (www. Accademiaitalianacucina. It) dell’Accademia Italiana della Cucina con poco più di 65 euro per la cena di magro della vigilia e circa 100 euro per il cenone di Capodanno, quest’anno potrà conciliare gusto e risparmio. Un menu che fa venire l’acquolina in bocca, all’insegna della tradizione regionale dimenticata… Spaghetti con molliche di pane e acciughe. Pasta e ceci. Una inedita lasagna vegetale, ma anche un saporito stoccafisso e la classica anguilla marinata. Senza dimenticare cotechino e lenticchie. Una cosa è certa: a Natale e a Capodanno sono banditi gli sprechi. Visto che in genere il 20% di quello che cuciniamo nei giorni di festa finisce nella spazzatura. Un Natale all’insegna delle ricette tradizionali ma anche del risparmio. Secondo l’Accademia Italiana della Cucina è possibile. Anzi, doveroso. Per questo ha deciso di mettere a disposizione – sul proprio sito Internet www. Accademiaitalianacucina. It – una serie di consigli e ricette che cercano di conciliare gusto, rispetto della tradizione e necessità di contenere le spese. In vista di un Natale che si annuncia all’insegna di ulteriori aumenti delle materie prime e quindi anche di una inevitabile contrazione dei consumi. A conti fatti, rispetto alle stime elaborate da Federconsumatori e Confesercenti, con qualche piccola attenzione che nulla toglie al piacere di stare a tavola, si riesce a risparmiare quasi la metà. Riportando le previsioni di spesa per una famiglia di circa 6 persone a circa 65 euro complessivi (contro i circa 110 – 150 euro stimati dalle associazioni dei consumatori) per la cena della vigilia e a circa 100 euro (contro i 150 – 190 euro) per quello di Capodanno. “Il primo consiglio – spiega Giuseppe Dell’osso, Presidente dell’Accademia Italiana della Cucina - consiste nell’attingere all’enorme bacino di ricette, cosiddette umili, della tradizione evitando in particolare tutto ciò che è moda e standardizzazione. Se per la cena di magro della vigilia tutti comprano le stesse cose – spigole, orate, scampi, gamberoni imperiali – non ci vuole molto a capire che il loro prezzo salirà alle stelle. E la qualità, pur di rispondere alla richiesta, non sempre resterà ai massimi livelli… Basta quindi scegliere con maggiore originalità, puntando magari su un pesce ottimo come lo stoccafisso o gustoso come le acciughe, per evitare di favorire l’ impennata dei prezzi. Senza considerare il piacere di riscoprire ricette autentiche, tradizionali, che magari nel corso dell’anno non si ha tempo di interpretare e godere”. La seconda parola d’ordine per questo Natale è lotta agli sprechi: “va bene – aggiunge Giuseppe Dell’osso - l’idea di mangiare all’insegna dell’abbondanza e del piacere di stare in tavola…. Ci mancherebbe altro. Ma che bisogno c’è di cucinare decine di portate nella stessa quantità che prepareremmo se quello fosse un piatto unico? Pensate. In queste giornate in media si getta via – ed è davvero un peccato – il 20% di quello che si cucina. Oltre a ridurre i quantitativi di cibo è bene anche evitare di eccedere con quegli alimenti che si deteriorano facilmente…”. Ma che cosa finisce più frequentemente nella spazzatura, dopo i luculliani pasti natalizi? L’accademia Italiana della Cucina ricorda una curiosa classifica che vede in testa – con circa il 30% del totale degli sprechi – alcuni antipasti (affettati, alici, sardine, insalata russa, paté), seguito - con il 23% del totale – dai dolci (panettone, pandoro, veneziana) e – per una quota pari al 22% - da alcuni contorni (insalata, patate al forno, lenticchie, spinaci). Seguono il pesce - con il 18% - e alcuni secondi di carne (zampone, arrosti vari) con il 17%. All’ultimo posto – quota pari al 10% - anche per la posizione privilegiata nel menu degli italiani, i primi (soprattutto i ravioli). La Cena Della Vigilia, Mangiare Di Magro Senza Dimenticare Il Gusto Se passiamo a scorrere il menu “tradizione e risparmio” proposto dall’Accademia Italiana della Cucina, ecco che vediamo scorrere piatti che fanno venire l’acquolina in bocca e non svuotano il portafoglio. Che profumano di ricordi e di tradizione regionale… Dagli spaghetti con molliche di pane ed acciughe – omaggio alla migliore e semplice cucina molisana - alla classica pasta e ceci del Lazio, dallo stoccafisso con patate, e qui sconfiniamo verso il litorale pisano , al fritto vegetale, che impera sulle tavole dell’Emilia Romagna. Ma c’è anche la napoletana insalata di rinforzo, per finire, senza farsi mancare niente, con frutta, dolci, vino e spumante. Un menu di soddisfazione che costa poco più di 10-12 euro a persona. Una cucina – deliziosamente povera - dove regna incontrastato il pesce azzurro, alimento che unisce al piacere del gusto un’ elevata qualità nutrizionale. “Oggi la cucina del pesce – afferma il Presidente Giuseppe Dell’osso, - sta vivendo, in Italia, un momento favorevole. In particolare stiamo assistendo a una riscoperta del pesce azzurro, di cui abbondano i nostri mari, un tempo riservato alla cosiddetta cucina povera. Questa è una tendenza che va favorita e incoraggiata soprattutto in vista delle festività natalizie quando il pesce diventa un alimento simbolo. In questi giorni si accentua a dismisura la situazione che vede un Paese come il nostro disporre di ben 266 specie di pesci e molluschi, mentre i consumi si concentrano per l’80-90% attorno a una ventina di specie, che tutti chiedono e che quindi continuano ad aumentare di prezzo o a dover essere allevate… Negli ultimi anni si è poi registrato sulle tavole natalizie l’ingresso di pesci “nobili” e costosi che nulla hanno a che vedere con la tradizione. È il caso del salmone o meglio ancora di astici e aragoste ”. Cenone Di Capodanno, Provate La Lasagna Vegetale E Un Ottimo Cappone Per il Capodanno, invece, accanto a caposaldi della tradizione come l’anguilla marinata, i tortellini in brodo e il cappone, l’Accademia Italiana della Cucina consiglia una insolita ma gustosissima lasagna vegetale in linea con l’obiettivo – che è anche una tendenza in corso - di recuperare la sana cucina dell’orto. Completano il menu i classici cotechino e lenticchie – ma anche dei raffinati crostini di fegatini - e gli immancabili pandoro e panettone. Il tutto abbinato a vini rigorosamente Igt (“sono buoni e costano meno”) e spumanti nostrani (“senza inutili, e costosi, sconfinamenti all’estero”). Ed ecco che il menu di Capodanno assume, per una intera famiglia, una dimensione più accettabile, senza tuttavia perdere di qualità e gusto: rimanendo fermi a una spesa di circa 17 euro a persona. Feste di Natale all’insegna dei profumi dell’orto, dunque. Dai ceci alle patate, dai fiori di zucca agli spinaci, senza dimenticare la cicoria, la bieta, le lenticchie e le olive: sono numerosi gli ortaggi e i legumi che l’Aic ha pensato di inserire nei menu proposti. Ma il piatto che più di tutti fa tendenza nelle scelte alimentari delle prossime festività è proprio la lasagna vegetale: novità assoluta della Cena di Capodanno. Gusto, leggerezza, equilibrio: insomma, ha tutte le doti per diventare uno dei must di queste festività a tavola. “La civiltà contadina nel nostro paese ha radici millenarie e da sempre l’orto vicino alla casa ha costituito una fonte di risorse alimentari - afferma Giuseppe Dell’osso. Le erbe, i legumi, i bulbi, le radici, gli ortaggi da frutto, da fiore e da fusto coltivati negli orti, vere dispense a cielo aperto, continuano ancora oggi ad impreziosire, con le loro indispensabili caratteristiche molte preparazioni gastronomiche natalizie, costituendo anche una fonte non indifferente di risparmio”. . |
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E’ STATA PRESENTATA A BOLOGNA, LA EMERITA CONFRATERNITA DELLA PATATA DI BOLOGNA, ASSOCIAZIONE NATA PER PROMUOVERE INIZIATIVE LEGATE ALLA “PATATA TIPICA BOLOGNESE |
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”. Alla conferenza, coordinata da Giulio Biasion, presidente del Club dei Sapori, erano presenti Giovanni Leporati, Presidente della Confraternita, Gabriella Montera, Assessora Agricoltura della Provincia di Bologna, Virgignangelo Marabini, Vicepresidente Fondazione Carisbo, Ennio Pizzoli, Presidente dell’omonima azienda produttrice di patate, Vinicio Bernardi per la Fice, Federazione Confraternite Enogastronomiche, Raffaele Finelli, Presidente Commissione Cultura e Turismo Provincia. Nel 2008, si terrà nella città di Bologna, patria delle patate e della buona cucina tradizionale, il V° Congresso delle Confraternite Enogastronomiche d’Europa. L’evento sarà organizzato dalla Federazione Italiana Circoli Enogastronomici sotto l’egida del Consiglio Europeo delle Confraternite Enogastronomiche. E’ anche per questo motivo che è nata a Bologna, per opera di alcuni appassionati, la Emerita Confraternita della Patata di Bologna che vuole rappresentare un prodotto importante dell’economia agroalimentare bolognese. Grazie alle sue condizioni pedoclimatiche particolarmente favorevoli, la provincia di Bologna è una delle aree italiane più vocate per la produzione di patate, la cui presenza nei campi dell’università felsinea era già documentata nel 1657. Da allora sono passati più di tre secoli e la patata di Bologna ha percorso molta strada, uscendo dagli orti botanici per approdare sulla tavola degli italiani ed anche di molti estimatori stranieri. Nella provincia di Bologna, la vocazione del territorio unita alla pluriennale esperienza dei produttori e all’attività di ricerca hanno consentito di ottenere prodotti di elevato livello qualitativo, alcuni dei quali, come la patata allo iodio (Iodì) o quella al selenio (Selenella), decisamente innovativi e con elevato valore salutistico. Grazie a queste caratteristiche qualitative, la Patata di Bologna (varietà Primura) ha recentemente ottenuto la Dop (Denominazione di Origine Protetta), un riconoscimento che premia le eccellenti caratteristiche organolettiche di questo prodotto. E, ultima nata, la patata allo iodio: Iodì nasce dalla Pizzoli R&s, società di Pizzoli S. P. A. Impegnata nella ricerca in campo agroalimentare, in stretta collaborazione con il Dipartimento di Scienze degli Alimenti dell’Università di Bologna: esperienza e ricerca sperimentale per la realizzazione di un’innovazione nel mercato delle patate fresche. Lo iodio viene apportato mediante nutrizione fogliare e viene assorbito in modo equilibrato determinando così un aumento significativo del contenuto di tale elemento nel tubero. E’ noto che lo iodio è il componente fondamentale degli ormoni della tiroide che regolano il metabolismo e lo sviluppo dell’organismo e una razione di 200g di patate Iodì apportano più del 30% del fabbisogno giornaliero. Qualità, origine e controlli costituiscono gli elementi principali su cui puntare per valorizzare il comparto specie se supportati da una costante e mirata azione promozionale. A tale proposito, la neonata Emerita Confraternita della Patata di Bologna, vuole svolgere un ruolo di conoscenza e promozione del prodotto, in abbinamento con alcuni tra i più qualificati produttori e ristoratori del territorio. Il ruolo della Confraternita della patata di Bologna sarà quello di svolgere un’attività di valorizzazione delle produzioni della Patata Dop di Bologna e di Selenella, in collaborazione con la Provincia di Bologna, i Comuni delle zone di produzione, la Fondazione Carisbo, i produttori e le loro Associazioni. Inoltre non mancheranno alcune iniziative promozionali riguardanti la Patata Dop di Bologna e la Patata Jodì, sia sul territorio che in altre regioni e Paesi. Il valore di queste iniziative sta soprattutto nella possibilità di coinvolgere i diversi attori della filiera ortofrutticola - dalla produzione alla distribuzione sino alla promozione e alla ristorazione - per raggiungere quegli obiettivi di maggiore conoscenza dei prodotti e del loro migliore utilizzo in cucina. E’ grazie ad una più ampia conoscenza delle caratteristiche della nostra “patata tipica” che si può accrescere il valore di un prodotto originariamente “povero” come la patata ed informare correttamente i consumatori. . |
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LA GENOVESE NUOVO SOCIO DELL´ISTITUTO NAZIONALE ESPRESSO ITALIANO
LA STORICA TORREFAZIONE DI ALBENGA, SAVONA, ADERISCE ALL´ISTITUTO CHE TUTELA LA QUALITÀ DELL´ESPRESSO ITALIANO
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La Genovese è il trentaseiesimo socio dell´Istituto Nazionale Espresso Italiano. Fondata nel 1936 da Giuliano Borea ad Albenga (Sv), prese il nome dal porto di approvvigionamento del caffè verde, Genova per l´appunto. Successivamente è passata nelle mani dei figli Piero e Dario. Negli ultimi cinque anni l´azienda ha sostenuto una crescita importante. Dal 2002 il volume del caffè venduto è raddoppiato, con un aumento del 25% nel solo 2006. La quota dell´export è salita oltre il 35%: La Genovese è ora presente in Francia, Svizzera, Austria, Romania e in altri paesi. In particolare il mercato francese vale il 50% del fatturato export e il 20% del fatturato totale dell´azienda. Nella sola Parigi più di 60 locali servono caffè La Genovese. Chi è l’Istituto Nazionale Espresso Italiano L’istituto Nazionale Espresso Italiano, di cui fanno parte torrefattori, costruttori di macchine e macinadosatori e altri sodalizi che volgono la loro attenzione all’espresso di qualità, oggi conta 36 associati con un fatturato aggregato di circa 700 milioni di euro. Maggiori info: www. Espressoitaliano. Org . |
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L’EXTRAVERGINE 2008
GUIDA AI MIGLIORI OLI DEL MONDO DI QUALITÀ ACCERTATA
NELLA SUA OTTAVA EDIZIONE, LA GUIDA L’EXTRAVERGINE 2008 SI PROPONE ANCORA UNA VOLTA COME UNO STRUMENTO VALIDO E COMPLETO DI INFORMAZIONE SUL COMPARTO OLIVICOLO MONDIALE
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Offre uno spettro sempre più ampio delle produzioni internazionali di alto livello, con l’obiettivo di orientare i lettori al consumo di qualità e di guidarli attraverso un’analisi dei fattori che hanno permesso alle aziende il raggiungimento di tali traguardi. Finalmente in libreria L’extravergine 2008 - Guida ai Migliori Oli del Mondo di Qualità Accertata, pubblicata da Cucina & Vini editrice e curata da Marco Oreggia, uno tra i maggiori esperti del settore elaiotecnico mondiale, affiancato dai vicecuratori Cristina Tiliacos e Laura Marinelli. Sono 34 i Paesi del mondo, raccontati in 483 schede che descrivono il prodotto migliore di ogni azienda, selezionato a partire da oltre 3mila campioni, valutati da un panel ufficiale di esperti assaggiatori. Più altri 157 extravergine segnalati, per un totale di 640 realtà. Gli articoli tematici della prima sezione, curati da esperti internazionali, ripropongono un’analisi completa della filiera e le cartografie aggiornate delle zone olivicole mondiali e delle Denominazioni di Origine Protette europee completano il Manuale. Immancabile la Top 15, le aziende più interessanti che verranno premiate nel corso della presentazione insieme a un protagonista del mondo dell’olio cui sarà assegnato un premio speciale. Ma la novità dell’ottava edizione sono i due elementi di valutazione, il Valore e la Tendenza Aziendale, che segnalano le caratteristiche, l’impegno e la situazione attuale dell’azienda all’interno della filiera della qualità produttiva. Top 15 Italia (Toscana) Frantoio Franci Il Frantoio dell’Anno Croazia (Istra) O. P. G. Sandi Chiavalon Il Frantoio Emergente Marocco (Meknès-tafilalet) Olivinvest Il Frantoio di Frontiera Italia (Sicilia) Az. Agr. Biologica Titone Migliore Olio Extravergine di Oliva dell’Anno Italia (Puglia) Az. Agr. Gregorio Minervini Migliore Olio Extravergine di Oliva da Agricoltura Biologica Spagna (Aragón) Hacienda Iber Migliore Olio Extravergine di Oliva Rapporto Qualità/prezzo Italia (Molise) Marina Colonna Migliore Olio Extravergine di Oliva Metodo di Estrazione Italia (Campania) Az. Agr. Michele Minieri Migliore Olio Extravergine di Oliva - Monovarietale Sudafrica (Cape) El Olivar Migliore Olio Extravergine di Oliva - Blended Italia (Sicilia) Fr. Ol. Gaspare Sarullo Migliore Olio Extravergine di Oliva - Fruttato Leggero Cile (Maule) Terramater Migliore Olio Extravergine di Oliva - Fruttato Medio Italia (Marche) Az. Agr. Del Carmine Migliore Olio Extravergine di Oliva - Fruttato Intenso Italia (Veneto) Frantoio Bonamini Migliore Olio Extravergine di Oliva Dop - Fruttato Leggero Francia (Provence) Alain Bicheron Migliore Olio Extravergine di Oliva Dop - Fruttato Medio Spagna (Andalucía) Potosi 10 Migliore Olio Extravergine di Oliva Dop - Fruttato Intenso Slovenia Premio Speciale Università del Litorale di Capodistria: Centro di Ricerche Scientifiche e Istituto per l´Agricoltura Mediterranea e Olivicoltura Univerza na Primorskem Koper: Znanstveno-raziskovalno Središče - Inštitut za sredozemsko kmetijstvo in oljkarstvo . |
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DA LIDL IL NATALE È DI CASA
IN COLLABORAZIONE CON IL RINOMATO CHEF CESARE MARRETTI, LIDL ITALIA PRESENTA IL NUOVO PROGETTO ‘VIDEO-RICETTE’, IDEATO PER REALIZZARE STUZZICANTI MENÙ PER LA VIGILIA DI NATALE E CAPODANNO
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Lidl Italia srl, azienda leader nella grande distribuzione, propone il nuovo progetto ‘video-ricette’: esclusivi menù per la Vigilia di Natale e il Cenone di Capodanno, firmati dal famoso chef Cesare Marretti. Collegandosi all’indirizzo www. Lidl-ricette. It, oltre a poter visionare e scaricare le ricette in formato pdf, a partire dal 3 dicembre è possibile vedere on-line Cesare Marretti che insegna come preparare i piatti “delle Feste” in modo semplice e divertente. Lo spazio virtuale dedicato alle ricette è accessibile dalla home page del sito Lidl Italia attraverso un semplice click, senza bisogno di effettuare alcuna registrazione. Qui è possibile guardare i video on-line, attraverso la piattaforma You Tube, e seguire passo passo la preparazione delle portate e di tanti dolci e delizie da sfornare. Servendosi di un linguaggio contemporaneo quale la videocomunicazione, Lidl offre a tutti i navigatori la possibilità di stupire i propri invitati con piatti prelibati e creativi. Per la Vigilia di Natale e il Cenone di Capodanno, Cesare Marretti firma due menù esclusivi, semplici e gustosi, indicando anche il numero di commensali e il costo a persona richiesto per la realizzazione dei piatti. Menù ideali per tutta la famiglia o per un gruppo di amici, suddivisi per diverse fasce di prezzo. I budget di spesa indicati sono stati calcolati considerando che i piatti proposti vengano realizzati con i prodotti acquistabili presso i punti vendita Lidl, che fanno dell’ottimo rapporto qualità/prezzo il loro punto di forza. Prodotti capaci di soddisfare le esigenze gastronomiche delle festività, senza richiedere una spesa eccessiva e senza rinunciare alla qualità. Il menù per la Vigilia di Natale, on-line dal 10 dicembre, prevede una cena di lusso a base di pesce per quattro persone. Raffinato, creativo e allo stesso tempo facile da realizzare, con una spesa di soli 15 Euro a persona, il menù comprende: spaghetti con spinaci e gamberi, paccheri con astice e funghi porcini, un saporito gratin di verdure con ricotta e delicati babà agli agrumi come dessert. Per il Cenone di Capodanno Marretti ha ideato un menù a buffet, visibile nel sito dal 24 dicembre: zuppa di lenticchie con polpettine di petto di pollo, calzone ripieno, montanare fritte, pizza al radicchio rosso e, come dolce, golosi scrigni di panna, cioccolato e crema inglese. Piatti semplici ma molto sfiziosi, da condividere insieme agli amici (indicativamente minimo 8 commensali) con una spesa di soli 5 Euro a persona. Il celebre cuoco Cesare Marretti commenta: “Dall’idea di ´cucinare per stare insieme´ è nata l´idea di realizzare una serie di video di cucina accessibili gratuitamente attraverso il sito Internet Lidl. Gli elementi di ogni video sono semplici e diretti. Utilizzo ingredienti alla portata di tutti e per tutte le tasche, così come sono i prodotti Lidl. Poi, con un tocco creativo, cerco di rendere speciali anche gli alimenti più comuni. Dai video è intuitivo apprendere che basta poco per valorizzare qualsiasi ingrediente e presentarlo in modo raffinato in occasione di cene e ricorrenze" - e aggiunge - "Le video ricette vogliono essere un invito a recuperare uno spirito di aggregazione, in particolare in occasione del Natale. Se cucinare può essere divertente e bello, sarà ancora più bello farlo assieme ai nostri amici, ai nostri figli o familiari". L´idea delle video ricette nasce dalla volontà di arricchire ulteriormente un servizio che sta avendo molto successo tra i clienti Lidl e non solo. L’iniziativa www. Lidl-ricette. It è ormai partita da qualche mese, richiamando l’attenzione di un pubblico sempre più ampio, anche grazie alla sua accessibilità. Lo spazio virtuale, infatti, è strutturato in modo da risultare facilmente consultabile anche dal navigatore meno esperto. L’utente può scaricare e stampare le ricette per dar vita ad un vero e proprio ricettario cartaceo, salvarle sul proprio computer tra i file preferiti e averle sempre “a portata di click”, o ancora inviarle ad un amico, invitandolo a sperimentare. Aggiornate settimanalmente, le ricette sono tutte firmate dallo chef Cesare Marretti, che descrive la preparazione dei piatti, indicando i prodotti Lidl utilizzati per la realizzazione. L’aggiunta delle video-ricette è un vero e proprio regalo di Natale che Lidl dedica ai propri clienti, offrendo agli utenti dei menù speciali da preparare in occasione delle imminenti festività. . |
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"LE REGIONI IN PENTOLA E L´ARTE DEL MANGIAR SANO": L´EDITORIALE FOLINI TRA
I VINCITORI DELLA XI EDIZIONE DI "LIBRI DA GUSTARE"
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Sullo sfondo della gremita sala meeting dell´Hotel Golden Palace di Torino lo scorso 5 dicembre il libro "Le regioni in pentola e l´arte del mangiar sano", scritto da Allan Bay e Patrizia Bollo e pubblicato nel 2006 dall´Editoriale Fernando Folini, è stato premiato tra i partecipanti alla edizione 2007 di "Libri da Gustare". Il premio ai cinque finalisti (ventuno i titoli concorrenti) è stato consegnato da Claudia Ferraresi, presidente dell´Associazione Ca dj´ Amis di La Morra e organizzatrice dell´evento. "Questo riconoscimento ci soddisfa e ci appaga per il lavoro svolto insieme a Patrizia Bollo e Allan Bay, soprattutto perchè significa che i lettori che hanno votato il nostro libro ne hanno colto il messaggio fondamentale: è possibile mangiare sano rispettando la tradizione della grande cucina italiana", così commenta Fernando Folini, titolare della casa editrice premiata. "Libri da Gustare" si aggiunge ai due riconoscimenti già conseguiti quest´anno dalla casa editrice al World Cookbook Award come miglior libro italiano per la salute e nutrizione e per la cucina locale. " Le regioni in pentola e l´arte del mangiar sano. 510 ricette della grande tradizione italiana reinterpretate dagli autori: un aiuto per controllare il diabete e prevenire l´obesità" di Allan Bay e Patrizia Bollo 2006 Editoriale Fernando Folini. 500 pp, 17x24 cm, hardcover. Http://www. Ricettediabete. Com/libro. Html . |
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LINDT FIRMA IL NATALE EUROCHOCOLATE DI VARESE CON IL ‘GIARDINO DEL DOLCE INCANTO’
20-23 DICEMBRE
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Pochi giorni prima dell’arrivo di Natale, la città di Varese si appresta ad accogliere il momento più dolce e atteso dell’anno con una sorpresa tutta al gusto di cioccolato: Eurochocolate Christmas, la famosa festa del cioccolato si sposta dal 20 al 23 dicembre da Perugia a Varese. Ciock & Va! è il claim scelto per l’iniziativa da Eurochocolate, responsabile dell’organizzazione degli eventi in collaborazione con il Comune di Varese e con il patrocinio di numerosi enti e associazioni locali1. In questo fitto calendario di eventi, tra i vari produttori italiani ed internazionali presenti non poteva mancare la storica azienda Lindt & Sprüngli, che in quest’area opera ed è presente da tantissimi anni. Dal 20 al 23 dicembre Lindt trasformerà uno dei luoghi storici di Varese, I Giardini Estensi, nel Palazzo Comunale di Varese, in un Giardino del Dolce Incanto: un luogo suggestivo che farà sognare grandi e piccini, tra magie di luci, musiche da sogno e omaggi al cioccolato. In questo splendido Giardino Incantato i cittadini daranno il benvenuto al Bianco Natale in città, mentre la fontana, posizionata al centro del Giardino, si trasformerà in una vera e propria pista di ghiaccio firmata Lindor, la pralina più amata e conosciuta di Lindt grazie, all´esclusività della sua ricetta: un guscio di finissimo cioccolato racchiude un morbido ripieno irresistibilmente scioglievole, frutto di una ricetta gelosamente custodita dai Maîtres Chocolatiers Lindt da oltre 50 anni. La pista rappresenterà il cuore delle attrazioni natalizie di Varese e per l´occasione sarà adibita ad accogliere tutti gli ospiti pattinatori della manifestazione, mentre la città comincerà la trasformazione per poter accogliere il Natale in modo goloso ed originale: iniziative, giochi, eventi, aree didattiche, idee regalo, corsi e degustazioni per grandi e piccini, percorsi gastronomici in tutta la città. Il Giardino del Dolce Incanto sarà anche il punto di partenza e di arrivo del percorso che effettuerà il Trenino Lindor, disponibile per i visitatori che vorranno raggiungere comodamente tutte le location delle iniziative previste dal calendario di Eurochocolate Christmas2. . |
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ROBERTO CATINARI GRAN MAESTRO DEL CIOCCOLATO CORONA UN SOGNO: APRE ARTE DEL CIOCCOLATO A MILANO
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Roberto Catinari ha inaugurato il suo negozio di Milano: un grande desiderio diventa realtà. Dalle sue montagne, dal piccolo paese di Bardalone, sull’Appennino Pistoiese, alla grande città per far conoscere a tutti la fantastica arte del cioccolato. Un grande passo per un uomo semplice e schivo, un’avventura importante per il grande artigiano toscano che è sempre rimasto legato alla sua terra e alle sue origini anche quando fama e notorietà l’hanno raggiunto. E a Milano sbarca nel suo settantesimo anno, con la sua lunga barba bianca, ma con gli occhi allegri e pieni di vita di un ragazzino, lui, il Maestro dei Maestri Cioccolatieri, colui che ha insegnato un po’ a tutti nella Chocolate Valley. Grande entusiasmo, voglia di rimettersi in gioco ancora una volta per vedere come i milanesi accoglieranno il suo cioccolato. Qui, in Viale Monte Nero c’è tutta la sua produzione che spazia dai cioccolatini declinati in 120 tipi e gusti. Ci sono quelli legati alla tradizione più pura e quindi ai prodotti della nostra terra come le praline alle mandorle o alle nocciole, alle noci e miele, alle amarene, al marzapane fino a quelli al liquore allo stato liquido raccolto in una glassa di zucchero e ricoperti poi di cioccolato fondente al 71%. C’è il Vin Santo, la grappa, il prosecco, il liquore all’arancia, il Vino Chianti rosso, il limoncello e tanti altri buonissimi. Ma c’è anche l’innovazione di grandissimo livello: il suo Biglietto da visita (chiama così una tavoletta mini) è il cioccolato che lavora lui direttamente dalle fave che gli arrivano dalla piantagione di Claudio Corallo a Principe Sào Tomè. Un prodotto unico che unisce il sapore del sole e della terra d’Africa con quello di una pianta di Amelonado Forastero lì importata dal Venezuela nel 1822. E per chi ama il gusto genuino e forte ci sono anche i sacchettini di fave tostate o quelli con fave tostate e poi ricoperte di cioccolato, sempre di Principe. Tantissimi i drageè in molti gusti e forme: unici quelli di Gruè di cacao o le Olive (una mandorla ricoperta di cioccolato fondente, poi di cioccolato bianco, bassinata e colorata con colori naturali fino a dare la netta impressione di una vera oliva). Ci sono poi le Tavolette da gr. 100 e da gr. 45 fondenti al 100% e quelle da gr. 100 fondenti cacao Sào Tomè o quelle al peperoncino o al latte con sale dell’Himalaya. E visto che il negozio è quasi di fronte al Cinema Colosseo c’è anche il cioccolato da Prima Visione! Invece dei soliti pop corn una deliziosa scatoletta d’oro piena di Rustichelli, leggere nuvole di granella di nocciole con cioccolato al latte, fondente, bianco! E con soli cinque euro il film si gusterà davvero! Ma anche un pochino di riso soffiato per soli tre euro piacerà tantissimo ai bambini e sarà sicuramente più genuino così come i lecca lecca con soggetti diversi. I milanesi resteranno davvero affascinati, poi, dai suoi celeberrimi Ferri Vecchi, tutti in cioccolato fondente spolverati di cacao. Con soli dieci euro si potrà regalare un po’ di fortuna racchiusa in un ferro di cavallo di cioccolato in una graziosa confezione. Tante le scatole di cioccolatini da portare in omaggio per una cena o per mille occasioni: si parte da soli sei euro per le piccole e da venticinque per le rosse eleganti e raffinate in tre forme e misure fino alla lunga guantiera che può essere confezionata anche con doppio strato di squisitezze. E sempre, ma per Natale un vero trionfo di soggetti per queste festività: piccoli presepi, capanne della Natività, Babbi Natale di varie misure, persino in cabriolet o in monopattino. E gatti grandi come quelli veri, o deliziosi scoiattoli che faranno la gioia dei più piccoli. Con ogni acquisto verrà dato in omaggio anche un articolo dedicato al cioccolato: c’è quello che parla del grande Maestro, quello sul cioccolato di Claudio Corallo, quello sulle proprietà del cibo degli dei e tanti altri ancora scritti da Marina Sanvito che da anni ormai collabora con la rivista Cioccolata & C e con www. Chocotravels. Com. . |
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NASCONO LE ZUPPE, LE CREME E I MINESTRONI FRESCHI
VIVA LA MAMMA BERETTA FRESCO: GUSTO E BENESSERE IN QUATTRO DELIZIOSE RICETTE
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Nascono le zuppe, le creme e i minestroni Viva la Mamma Beretta fresco: gusto e benessere in quattro deliziose ricette Una nuova gamma ad alto contenuto di freschezza Beretta lancia una nuova gamma che va ad arricchire l’offerta dei primi piatti Viva la Mamma: quattro squisite ricette tipiche della tradizione italiana: il Minestrone Classico, la Crema di Zucchine e Patate, la Crema di Verdure e la Zuppa Classica con orzo e farro. Le nuove proposte nascono per soddisfare tutti i palati: in versione pezzi, zuppa e crema, sono tutte preparate con ortaggi selezionati, mixati con cura in una ricettazione semplice, leggera ma piena di gusto e piacere. La comoda vaschetta con due ricche porzioni, subito pronte in soli 4 minuti, costituisce un vero risparmio di tempo, senza rinunciare alla genuinità. I nuovi minestroni proposti da Viva la Mamma Beretta fresco sono una valida e innovativa risposta per chi vuole prendersi cura del proprio benessere anche attraverso un’alimentazione sana ed equilibrata. Sempre più, infatti, gli italiani sono orientati a scegliere prodotti salubri e naturali che apportino la giusta quantità di nutrienti. Sono ormai noti i molteplici benefici per la salute associati al consumo di verdura e frutta, dovuti essenzialmente alla loro composizione, caratterizzata da un modesto apporto calorico, ma in grado di fornire quantità rilevanti di vitamine, sali minerali, acqua, fibra. Secondo le linee guida nazionali (Ministero della Salute, Lg 2003) e internazionali (Centers for Disease Control and Prevention, Us), infatti, una dieta sana ed equilibrata dovrebbe contenere almeno 5 porzioni al giorno di verdura e frutta. Numerose ricerche hanno dimostrato che il consumo quotidiano di vegetali contribuisce in modo significativo alla prevenzione di tumori e di malattie cardiovascolari, grazie al contenuto di fibra, antiossidanti e sali minerali che aumentano i meccanismi di difesa del nostro organismo. I minestroni Viva la Mamma Beretta, senza conservanti, senza coloranti, senza grassi animali, conditi solo con olio extravergine di oliva, offrono tutto il gusto naturale delle verdure, mantenendone il più possibile inalterate le proprietà nutritive. E’ la pastorizzazione dolce, frutto dell’innovazione tecnologica Beretta, a garantire la naturalità della conservazione e la freschezza degli ingredienti, con il plus di una shelf life di 35 giorni. La nuova gamma di minestroni, creme e zuppe Viva la Mamma Beretta fresco va a completare la già ricca offerta di piatti pronti freschi pasta al forno, secondi piatti e specialità tipiche ed etniche. Minestrone Classico Viva la mamma Beretta fresco Le dieci migliori verdure dell’orto selezionate e preparate con cura con solo un filo di olio extravergine di oliva. Tutta la bontà semplice e genuina per questo classico minestrone. Zuppa Classica con orzo e farro Viva la mamma Beretta Fresco Ricetta classica ricca di verdure, legumi e cereali. Tutto il gusto della tradizione in un piatto dal sapore ricco ma equilibrato. Crema di zucchine e patate Viva la Mamma Beretta fresco Ricetta delicata e naturale preparata con le migliori zucchine e patate e un poco di olio extravergine di oliva. Crema di verdure Viva la Mamma Beretta fresco Ricetta innovativa in grado di soddisfare i gusti moderni con un piacere morbido e naturale. I plus di “Viva la Mamma” Perché sono così buoni… Viva la Mamma è una linea completa di gustosi piatti pronti freschi a breve shelf life che, grazie alle particolari tecniche di produzione, di conservazione e allo speciale packaging, offre al consumatore un alto numero di plus. Ogni ricetta della gamma Viva la Mamma racchiude tutta la bontà, la qualità e la creatività che caratterizzano le produzioni Beretta. Per garantire l’eccellenza di ogni singolo prodotto della linea Viva la Mamma Beretta, è stata creata una società interamente dedicata alla produzione dei piatti pronti freschi, Piatti Freschi Italia, con un’unità produttiva ad hoc a Trezzo sull’Adda (Mi) che si avvale di tecnologie d’avanguardia. Tante sono le caratteristiche che rendono ogni ricetta di Viva la Mamma un vero trionfo di bontà e un piacere da portare a tavola: ð Ricette italiane di elevato valore gastronomico Studiate dallo chef Angelo Colzani, nel rispetto delle preferenze dei gusti dei consumatori e della tradizione culinaria italiana. Ð Tecniche di preparazione La pastorizzazione dolce, metodo con cui vengono preparati i piatti Viva la Mamma, assicura grande freschezza e consente ai prodotti di conservare al meglio le loro caratteristiche di gusto e profumo. Ð Gamma ricca di gusto Tante gustose proposte tra minestroni, creme e zuppe, pasta al forno, secondi piatti e specialità regionali ed etniche: vere prelibatezze per buongustai. Ð Materie prime selezionate Ogni ricetta è preparata con le migliori materie prime, scelte dopo un’accurata selezione, per garantire bontà e genuinità ad ogni prodotto. Ð Packaging Oltre all’elevato impatto estetico delle confezioni Viva la Mamma, i pack riportano con grande chiarezza informazioni utili sugli ingredienti, le caratteristiche e i valori nutrizionali dei prodotti. Inoltre, ogni confezione riporta il consiglio dello chef ed il giusto abbinamento con il vino per rendere ogni pranzo o cena ancora più speciale. Ð Facilità e velocità di preparazione Nel forno tradizionale, nel forno a microonde o in padella, le ricette Viva la Mamma sono pronte in pochissimi minuti e subito pronte da gustare. Ð Conservazione Viva la Mamma si conserva in frigorifero tra 0 e + 4° C e ha una shelf life di 35 giorni A . |
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FORMAGGI MAURI: L’ECCELLENZA CASEARIA FRA TRADIZIONE E CONTEMPORANEITÀ
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Moderne tecniche di lavorazione ed elevati standard qualitativi. Ma anche antiche usanze contadine, forti tradizioni di montagna e latte dei migliori pascoli. Dalla Valsassina la perfetta alchimia dei formaggi Mauri. “Fedeltà al territorio, genuinità e manualità artigianale”. Questi i valori di una grande azienda che con l’autenticità e il sapore inimitabile dei suoi formaggi, apprezzati sulle tavole di tutto il mondo, ha saputo diventare sinonimo indiscusso dell’antica tradizione casearia italiana. Utilizzando esclusivamente latte e caglio delle Alpi Mauri, da anni, è uno dei grandi nomi del made in Italy conosciuto in tutto il mondo. Grazie al fascino della sua storia, alla sua indiscutibile qualità, alla prestigiosa immagine costruita negli anni, Mauri è tra i protagonisti dell’alta gastronomia italiana, da sempre presente sulle migliori tavole nazionali e internazionali. E se la forza dei prodotti italiani sta nel loro legame con il territorio, il caso di Mauri e del suo storico stabilimento della Valsassina in Lombardia è emblematico. La Lombardia è infatti patria di alcuni formaggi Dop come lo “stracchino di monte” e lo “stracchino quartirolo”, le prime denominazioni del Taleggio, il principe dei formaggi lombardi. Mauri è proprio uno dei principali “interpreti” della tradizione del Taleggio lombardo. Ma anche del Mascarpone, del Gorgonzola e del Caprino, tutti prodotti di ottima qualità, risultato del perfetto connubio tra moderni macchinari ed esperti maestri artigiani. Bontàleggio. Vincitore della medaglia d’argento ai World Cheese Award 2007, è il formaggio Mauri per eccellenza, vero Taleggio D. O. P. , conosciuto e amato a livello internazionale. Seguendo gli elevati standard qualitativi Mauri, attenti tecnici esperti lavorano un formaggio davvero eccezionale. Il segreto del suo sapore unico e inconfondibile, risiede nel particolarissimo processo di stagionatura a cui è sottoposto: il sistema d’aerazione naturale della montagna. Grazie a questa tradizione unica e irripetibile, nelle suggestive grotte naturali della Valsassina, le Lanche, nasce il capolavoro di casa Mauri, un Taleggio dalla qualità inimitabile. Protagonista dei migliori “plateau de fromage”, ideale per aperitivi di qualità, si accompagna a vini bianchi corposi e a rossi di media struttura. Tra i simboli dell’alta gastronomia italiana nel mondo, Bontàleggio è inoltre un ottimo secondo, si adatta a molteplici abbinamenti e, grazie alla sua estrema versatilità, è protagonista di mille ricette: può essere degustato con frutti come mele e pere, cachi e uva, è perfetto per arricchire insalate, primi piatti, ripieni, crêpes, pizze e focacce. L’asso nella manica di chi ama sbizzarrirsi tra le infinite possibilità dell’arte culinaria. Disponibile in diversi formati nei migliori supermercati di tutta Italia al prezzo indicativo di € 15,00 al kg. Mascarpone. La crema di latte bianca e cremosa che Mauri ha dedicato ai più golosi gourmet. Con il suo sapore pieno e avvolgente, il suo invitante profumo di latte, è l’ideale per preparare dolci irresistibili e morbide creme. Per un tiramisù a regola d’arte, ingrediente fondamentale per una perfetta crema al mascarpone, il Mascarpone Mauri, con la sua inconfondibile dolcezza, è il protagonista delle tavole di Natale, accanto a panettone, pandoro, biscotti e torte. È anche il segreto per soufflé sofficissimi, salse cremose, dense vellutate di verdure, gustose farciture, e non conosce limitazioni, perché, oltre a dolci e dessert, rende irresistibili primi piatti e secondi di carne e pesce. Disponibile nei migliori supermercati di tutta Italia al prezzo indicativo di € 3,00 nel formato da 250 gr e di € 5,00 nel formato da 500 gr. Caprì e Caprì Leggero. Un altro grande successo di casa Mauri, medaglia d’oro ai World Cheese Award – 2007, è una delle specialità più innovative della storica azienda della Valsassina. Prodotto con latte vaccino pastorizzato e parzialmente scremato, Caprì Mauri è un formaggio bianco e morbido, fresco e dal spore delicato. Come Bontàleggio si presta a mille combinazioni e può essere utilizzato con creatività. Tanti i modi di presentarlo: a partire da un semplice filo d’olio extravergine d’oliva, con pepe o prezzemolo, erba cipollina o peperoncino, aromatizzato con erbe e spezie, per arrivare addirittura al caffè. Caprì Mauri non può mancare nel frigo dei più rigorosi amanti del formaggio, che preferiscono degustarlo al naturale, e neanche nel frigo dei più fantasiosi, che possono divertirsi a utilizzarlo per preparare snack sfiziosi, spuntini veloci e prelibati antipasti. Inoltre, per soddisfare anche i palati più difficili di chi pur amando il formaggio non vuole rinunciare alla linea e cerca di unire gusto e benessere, dalla sapienza casearia Mauri nasce Caprì Leggero, con solo il 9% di grassi. Caprì Mauri, ottimo da assaporare con pane di segale o baguette, è perfetto per degustare freschi vini bianchi o rosati, e in abbinamento a mele, pere o albicocche. Caprì e Caprì Leggero sono disponibili nei migliori supermercati di tutta Italia al prezzo indicativo di € 3,00 nel formato da 160 gr, di € 4,00 nel formato da 240 gr e € 2,00 nel formato mini da 80 gr. Bontàzola. Mauri interpreta il gorgonzola, creando uno dei formaggi più conosciuti al mondo. Le forme di Bontàzola vengono lavorate con cura dagli esperti casari Mauri che seguendone tutto il processo produttivo, garantiscono l’elevata qualità di un prodotto dal gusto morbido, dolce e inimitabile. Bontàzola, ancora oggi prodotto con latte pastorizzato di una sola mungitura, ricco di acido folico e sali minerali, è un formaggio genuino, nutriente e altamente digeribile. Come gli altri formaggi Mauri, è indicato per la preparazione di snack, antipasti e primi piatti: dal classico abbinamento con i cracker, passando per tartine e gambi di sedano, per arrivare agli irresistibili gnocchi al gorgonzola, che con Bontàzola Mauri raggiungono l’apice del gusto e del piacere. Niente di meglio del Bontàzola per un aperitivo all’insegna della qualità, del sapore e della genuinità, ottimo se in accompagnamento a vini rossi robusti e corposi. E per chi ama le sensazioni forti, Bontàzola Piccante, saporito e ricco di aroma. Prodotto con latte intero, stagionato per almeno 90 giorni, è l’esclusiva specialità Mauri riservata ai veri intenditori, da degustare con vini da dessert o liquorosi tipo Marsala vergine o Porto. Disponibile in diversi formati nei migliori supermercati di tutta Italia al prezzo indicativo di € 14,00 al kg. . |
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SAN VALENTINO…. “DILLO CON UN BACIO PERUGINA”
NUOVE E IMPATTANTI CONFEZIONI DECLINANO I PIÙ DOLCI MESSAGGI D’AMORE PER LA FESTA DEGLI INNAMORATI!
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Messaggero d’amore per eccellenza, il Bacio è sempre stato un protagonista indiscusso di San Valentino. Quest’anno Baci offre una collezione molto ampia di nuove confezioni, pensate per la festa degli innamorati e capaci di rispondere alle esigenze di un vasto target di consumatori, che troveranno tanti modi simpatici e romantici per dire “ti amo”. Tante idee regalo impattanti, divertenti e capaci di trasmettere il più profondo dei sentimenti: novità assolute come il Maxi Cuscino e restyling di pack già esistenti come il Cuscino Cuore o il Cuore trasparente, vanno a comporre la vasta gamma di proposte ideate pensando a un pubblico adulto, a un pubblico giovane ( dai 15 ai 24 anni) e ai teen-agers ( dai 12 ai 19 anni). La vera novità è rappresentata dal “Maxi Cuscino”. Pensato per un target adulto, è una nuova confezione per San Valentino: grande, di sicuro impatto visivo, realizzato nella taglia Xl per stupire e rallegrare chi lo riceve in dono. Anche il “Cuore trasparente” si veste di nuovo grazie a un’etichetta trasparente che fa risaltare il contenuto della scatola e con l’aggiunta di luminose stelline argentate tutto acquista più luce e diventa più appealing e accattivante. Sempre con il cuore come protagonista incontrastato di questa festività, Perugina propone la “Scatola Maxibatticuore”, una nuova confezione maxi formato, con messaggi personalizzati per parlare d’amore in maniera originale e inaspettata e la “Scatola Batticuore in rilievo”, una scatola a forma di cuore con ricche applicazioni di decorazioni in stoffa e cuori a rilievo. Inoltre, “Brindiamo con i Baci”, è un’elegante couvette che comprende, oltre ai Baci, una bottiglia di spumante e due flute Tognoli: tutto il necessario per poter festeggiare San Valentino ovunque ci si trovi. Per i ragazzi l’offerta è davvero vasta e spazia dal “Cuscino Cuore”, un cuscino a forma di cuore con una nuova grafica più ricca e d’effetto all’ “Orsacchiotto Peluche” un simpatico orso in peluche vestito con accessori in lana, più grande e con una carica d’affetto che conquisterà . Ma non finisce qui: per chi ama uno stile più tradizionale, Perugina propone la tradizionale scatola “Voglia di Baci Perugina” e l’ormai famoso “Tubo” contenente 10 Baci nella versione classica, oppure il “Tubo cuori messaggi d’amore”, due diversi formati di tubo con un cuore di peluche declinato in tre soggetti su cui sono riportati dolcissimi messaggi d’amore o, ancora, il “Tubo cupido batticuore” su cui sono inseriti i peluche Cupido Baci da agganciare al cellulare e che si illuminano ad ogni squillo. Ma per tutti quelli che vogliono donare insieme ai Baci qualcosa che si possa conservare e che ricordi nel tempo quel “magico San Valentino” ecco il “Set Tazzine Cuore”, un set firmato Baci a forma di cuore nella versione per lei e per lui oppure la “Tazza Baci”, una romantica tazza firmata Baci che dispensa schioccanti baci ogni volta che la si alza. Un modo “sonoro” per esprimere tutta la voglia di coccole! Ma ci sono anche simpatiche mail box in latta contenenti dolcissimi messaggi d’amore pronti per essere inviati. La mail box è disponibile in due diversi formati, così come sono due le versioni dell’orsacchiotto alato, portatore di dolci parole, seduto sopra un cuoricino di ceramica. Per i più piccoli Perugina propone il “Baciotto che russa”, un tenero e divertente orsacchiotto Baci che, grazie a un meccanismo sonoro, russa beatamente e “Isola felice”, un’isola di peluche a forma di cuore pieno di squisiti cioccolatini, con due teneri orsetti. . |
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LIBERA LA TUA VOGLIA DI CAFFÈ! NESCAFÉ REGALA UNO SCONTO PER VIVERE IL DOLCE GUSTO
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Nescafé Dolce Gusto, la prima e sola macchina multibeverage per la casa, regala un buono sconto di 29. 90 euro da spendere nell’acquisto di capsule delle proprie bevande preferite. Da oggi e fino alla fine di febbraio, in selezionate catene di elettronica e grande distribuzione in cui avranno luogo le dimostrazioni Nescafé Dolce Gusto, coloro che compreranno la macchina riceveranno dalle hostess un buono sconto di 29,90 euro da utilizzare per l’acquisto di capsule di caffè, cappuccino e cioccolata. Le capsule Nescafé Dolce Gusto contengono le migliori miscele di caffè tostato e macinato. Ogni pack ne custodisce 16 ed è in vendita nei migliori supermercati al prezzo di 4. 99 euro. Il buono sconto, fruibile in tutti i negozi che vendono le capsule Nescafé Dolce Gusto, permetterà al consumatore di usufruire di uno sconto di € 29,90 per l’acquisto di almeno € 30,00 di capsule. In pratica il consumatore si porterà a casa 7 confezioni a sua scelta, pagandone solo una! Nescafé Dolce Gusto, oggi più che mai, permette di portare a casa tutto il piacere del bar: un caffè espresso corposo e intenso, un decaffeinato ricco di gusto e aroma, un cappuccino morbido e cremoso ed una cioccolata golosa e vellutata. · . |
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DI GRUPPO ITALIANO VINI CASTELLO MONACI: UNA TENUTACIRCONDATA DA ULIVI MILLENARI E DA VIGOROSI VIGNETI.
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La Puglia vanta una storia vinicola che ebbe inizio tremila anni orsono . Questa magica regione sta attualmente vivendo una fase di grande rinnovamento enologico che passa attraverso la riscoperta e la valorizzazione dei suoi antichi vitigni, parte integrante del territorio, che riescono a produrre vini di altissimo profilo grazie all’equilibrio creatosi tra i tre elementi che compongono il classico triangolo virtuoso: vitigno, territorio e uomo. Castello Monaci, una tenuta i cui tratti si fondono con le linee del luogo in cui sorge: il Salento. Una terra tra due mari, dalle geometrie peculiari e dalle innumerevoli figure che rappresentano la natura. Ma le terre del sud hanno una loro personalità da rispettare e da interpretare, da capire e da valorizzare. Richiedono impegno e fatica, pazienza e dedizione ma i frutti che poi si mietono danno grandi soddisfazioni come quelle che il Gruppo Italiano Vini sta raccogliendo dopo un impegnativo lavoro iniziato cinque anni orsono. Castello Monaci si trova poco lontano da Lecce e a breve distanza dal mare, alle porte di Salice Salentino. La tenuta è circondata da ulivi millenari e da vigorosi vigneti. Il viale che porta al Castello è una linea che attraversa la tenuta, una meridiana, che separa i vigneti e che apre le porte alla bianca cantina di pietra leccese. Percorrere il viale che conduce al Castello normanno del 1400, lascia il tempo per riflettere e per comprendere che non si sta solo andando incontro al passato ma anche verso il futuro e verso l’innovazione che rispetta il territorio e che accoglie a braccia aperte l’eredità del passato, le memorie della tradizione. I vigneti I vigneti di Castello Monaci –150 ettari che circondano il castello e la cantina – rappresentano uno dei modelli più significativi dell’innovativa viticoltura del Salento. Vitantonio Seracca, Presidente della Tenuta, li segue personalmente e ha da vari anni intrapreso scelte volte alla valorizzazione dei vitigni autoctoni salentini. I sistemi di allevamento delle viti di Castello Monaci si ispirano alle peculiarità del terroir così come la gestione della struttura vegetativa in parete, moderna evoluzione del tradizionale sistema ad alberello, che permette di trarre il massimo vantaggio dalla grande quantità di sole messa a disposizione dalla natura. La roccia, caratteristica importante del territorio, è stata sapientemente trasformata, degradata e rimescolata al terreno per dotarlo di scheletro e di un apporto idrico ottimale. Il suo colore bianco luminoso, riportato in superficie, riflette la luce dal basso smorzando i raggi più forti del sole pur senza oscurarli. La natura crea, l’uomo riesce a trasformare e ad affinare i suoi frutti. I viTigni La viticoltura di Castello Monaci predilige le varietà autoctone quali Primitivo, Negroamaro e Malvasia Nera. Queste varietà, grazie alla struttura delle terre della tenuta e ad una gestione accurata della vigna, che ha reso possibile una rivoluzione qualitativa, donano ottimi frutti e vini di altissimo lignaggio. Nella tenuta, assieme alle varietà autoctone, convivono anche alcuni vitigni alloctoni: Merlot, Cabernet sauvignon e Syrah. Queste uve, unite a quelle tipiche del territorio, esaltano le caratteristiche peculiari dei vini di Castello Monaci. La Cantina Passato e innovazione sono il connubio virtuoso che accomuna le due distinte personalità di Castello Monaci. La storia che pervade l’atmosfera magica del quattrocentesco castello si coniuga alla perfezione con la bianca cantina di tufo leccese che riflette la sua candida ombra sulle vigne dalle quali è abbracciata e le ripara dai raggi del sole. L’innovazione e la tecnologia in cantina sono molto raffinate: un sistema di pigiatura tecnologicamente all’avanguardia, una tecnologia di vinificazione curata fino all’estremo dettaglio che vanta serbatoi termocondizionati in acciaio di dimensioni tali da permettere di vinificare separatamente le piccole masse di mosto e di metterne in risalto le peculiarità di ognuna. E poi la cantina, scavata nel tufo, un isolamento termico naturale con uno scenario di oltre 1000 barriques di quercia francese. Ombre e contorni disegnati dalla luce. I Vini Principalmente ottenuti da vitigni autoctoni quali Primitivo, Negroamaro e Malvasia Nera. I loro nomi: Artas e Aiace, che ricordano la storia del territorio; e ancora Medos, Emera, Kreos, Sule, Liante e Maru che richiamano alla mente le origini greche di quelle terre. I vigneti che circondano Castello Monaci sono stati idealmente divisi in due parti in funzione del terreno che li caratterizza. I vigneti a Nord hanno un terreno ricco di scheletro grazie al tufo sminuzzato. A Sud la terra molto fertile nutre le radici mentre la lastra di roccia ad un metro dalla superficie ne controlla lo sviluppo. Dalla vendemmia 2006 di queste vigne, nasceranno vini dalle caratteristiche uniche. Campure Meridio Meridio, il mezzogiorno inteso come sud e come momento della giornata in cui il sole è a picco e irradia la terra. Campure Meridio, la parte più a sud dei vigneti di Castello Monaci che poggiano sopra una grande lastra di roccia, un controllo naturale per le radici dei vitigni più rigogliosi. Primitivo e Cabernet Sauvignon trovano in questo terreno le condizioni per creare uve ottime e per dare origine ad un vino unico, come la terra da cui proviene. Campure Metrano Dal nome della famiglia di mezzadri che un tempo abitava la masseria, Campure Metrano è la parte più a nord dei vigneti di Castello Monaci. Il suo terreno argilloso ricco di tufo è stato mosso e le pietre di tufo sono state portate in superficie e rimescolate al terreno per donargli scheletro e apporto idrico ottimale. Il colore bianco delle pietre portate in superficie riflette la luce dal basso, ampliando gli effetti benefici del sole sull’uva. Qui si coltiva il Negroamaro, la Malvasia ed il Merlot che compongono questo prodotto di grande eleganza, come la terra da cui proviene. Le Persone Il Salento è un luogo dove il sole dona luce alle persone. I fondatori della tenuta, Vitantonio Seracca con la moglie Lina Memmo, che insieme a Emilio Pedron, Amministratore Delegato del Gruppo Italiano Vini, hanno creduto fin dal primo istante nel progetto Castello Monaci. Francesco Bardi, direttore ed enologo della tenuta. Romano, di origini salentine, che ha riscoperto la sua terra d’origine attraverso il Rinascimento di cui sta godendo Castello Monaci. Lo staff tecnico della tenuta lavora a stretto contatto con quello del Gruppo Italiano Vini: due esperienze diverse che traggono beneficio dalle rispettive conoscenze enologiche: una tipicamente salentina, l’altra che vanta una conoscenza diffusa a tutto il panorama vitivinicolo italiano. Un matrimonio d’eccezione. . |
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LA FRATELLI RINALDI IMPORTATORI DI BOLOGNA HA ACQUISITO LA DISTRIBUZIONE, IN ESCLUSIVA PER L’ITALIA, DELLA CELEBRE LINEA DI WHISKY MURRAY MCDAVID.
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Murray Mcdavid è una prestigiosa marca internazionale che riunisce sotto di sé diversi Malti scozzesi millesimati. Le provenienze sono quelle più classiche e più celebri: dalle Highlands alle Lowlands, dallo Speyside a Campbeltown, dalla leggendaria Islay a tutte le altre isole minori. Diverse sono le gradazioni, e diversi sono anche i metodi e i fusti utilizzati per l’affinamento. Tutti i Malti Murray Mcdavid sono selezionati per la loro individualità e per il loro carattere peculiare, sotto la supervisione del famoso Master Distiller Jim Mcewan. Murray Mcdavid ha recentemente rivisto il packaging delle bottiglie (700 ml. ) e degli astucci metallici, che forniscono a colpo d’occhio, a tutti gli appassionati e a tutti i collezionisti di Malti, le informazioni tecniche più rigorose e complete. La gamma Murray Mcdavid si divide in due splendide serie distinte: la serie argento e la serie oro (Mission). Info@rinaldi. Biz. . |
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VINO: VERTICELLI LANCIA LA PROMOZIONE DEI DOC D´ABRUZZO |
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Sarà avviata nei prossimi giorni una campagna pubblicitaria nazionale di promozione dei vini doc abruzzesi, in particolare il Montepulciano e il Trebbiano vini simbolo della regione e leader dell´offerta vinicola dei produttori abruzzesi. La campagna pubblicitaria è stata presentata stamane dall´assessore all´Agricoltura, Marco Verticelli e dal direttore generale dell´azienda Arssa, Donatantonio De Falcis. La promozione dei vini doc abruzzesi avrà come mezzi gli organi d´informazione nazionali della carta stampata, quotidiana e periodica, siti internet e affissioni in siti ferroviari e aereoportuali. Ma saranno utilizzati anche contatti diretti con le categorie professionali del settore enogastronomico e con i consumatori. Lo slogan scelto dalla società di comunicazione Ideamorphosy per la campagna pubblicitaria è "Vini d´Abruzzo doc, note di piacere" sfruttando la metafora musicale ad indicare la sinfonia di sapori che caratterizza i vini abruzzesi. "E´ importante che dopo dieci anni dall´ultima campagna pubblicitaria si sia deciso di tornare a promuovere i vini doc abruzzesi - ha sottolineato l´assessore Verticelli - per questo ritengo che quella di oggi sia una giornata speciale per avviare una nuova esperienza che ritengo indispensabile considerando come il vino sia prodotto d´eccellenza per connotare la nostra regione ma anche come sia un prodotto oggetto di concorrenza globale anche sofisticata ed esasperata". La campagna pubblicitaria si dispiegherà nell´arco temporale di tre anni e sarà di volta in volta modulata a seconda delle esigenze e dei risultati che saranno verificati e in questa prima parte avrà un costo di un milione e cinquecentomila euro. . |
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GRANDE INTERESSE PER I VINI LAZIALI E L’EXPORT VOLA
A MOSCA GRANDI APPLAUSI PER LA DELEGAZIONE
GUIDATA DALLA PROMEX ROMA
CANTINE E AGRITURISMI LAZIALI, MODELLO PER I RUSSI
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Prima c’è stata la parte ufficiale che ha avuto come teatro Interdrinks, la più importante fiera sulle bevande alcoliche che si svolge a Mosca. Dove si è parlato di lotta alla contraffazione e di accordi internazionali, di controlli doganali e scambi commerciali. Una serie di incontri che ha visto in prima linea Federico d’Errico, Segretario della Promex (Società per l’Internazionalizzazione partecipata da Regione Lazio e Fiera di Roma e che opera per conto della Camera di Commercio di Roma) e Paragulg’ov O. D. , Presidente della Suar (Associazione degli Importatori e Distributori di Vino e Alcolici della Federazione Russa). Grandi apprezzamento sia per l’intervento dell’Onorevole Giovanni Kessler, Alto Commissario per la lotta alla contraffazione del Ministero per lo Sviluppo Economico, che ha parlato della fondamentale importanza della lotta alla contraffazione dei prodotti agroalimentari, che per la relazione svolta da Giuseppe Ambrosio, Capo Dipartimento delle Politiche di Sviluppo del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, abile nel descrivere i profili del Sistema Vino Italiano. Ma grande applausi hanno ricevuto anche gli imprenditori laziali che la Promex ha invitato nella capitale russa per raccontare le loro esperienze. Leone Zandotti, dell’omonima cantina sita alle porte di Roma, ha illustrato, a un pubblico attento e competente, la fondamentale importanza della ricerca della qualità nel comparto vitivinicolo. “Sono già diversi anni che, per conto della Promex - ha raccontato Zandotti - vengo in Russia per spingere i miei colleghi produttori a investire nel loro patrimonio enoico allo scopo di migliorare la qualità delle etichette russe. Si intravedono i primi risultati e certo fa piacere notare come da queste parti le aziende italiane, e quelle laziali in particolari, siano viste ormai come un preciso punto di riferimento”. Dell’inscindibile nesso tra vino e territorio ha invece parlato Paola Di Mauro, grande signora del vino italiano, proprietaria dell’Azienda Colle Picchioni, accolta a Mosca con grande rispetto e ascoltata con la doverosa attenzione che si deve a chi ha maturato una lunghissima esperienza, ricevendo premi e riconoscimenti in tutto il mondo. “La forza del vino italiano - ha puntualizzato la signora Di Mauro - risiede, oltre che nell’alta qualità media delle etichette proposte, nel fatto che queste siano spesso espressione del territorio di appartenenza. Vino, cultura, cucina, arte. Tutto questo rappresenta il fondamentale biglietto da visita che un territorio presenta al pubblico”. Ma una vera e propria ovazione h ricevuto Mario Pusceddu, proprietario dell’Agriturismo Valle del Marta. Pusceddu ha raccontato la sua esperienza di imprenditore che, partito con il solo aiuto di suo fratello e con una piccola realtà, nel giro di pochi anni ha creato un centro con tre ristoranti, piscine, zona benessere e che accoglie decine di migliaia di visitatori l’anno. Un agriturismo citato dalle migliori guide e che ormai rappresenta un punto fermo nel tessuto sociale della zona di Tarquinia. Per i Russi, che stanno cercando di convincere le nuove generazioni a non abbandonare le campagne, trasferendosi nelle città dove disoccupazione e alcolismo rappresentano delle vere e proprie piaghe, le parole dell’imprenditore laziale sono suonate come un importante incoraggiamento. “E per me - ha sottolineato Pusceddu - tornare qui e vedere che le mie lezioni di questi anni hanno convinto alcuni ragazzi a costruire degli agriturismo già funzionanti, è motivo di orgoglio e di commozione. Specie la regione del Kuban, nella Russia meridionale, ha tutte le carte in regola per diventare un territorio perfetto per la costruzione di agriturismi destinati al successo”. Un’importante operazione, quella condotta in Russia dalla Promex, che il duplice scopo di esportare il nostro know how nel comparto vitivinicolo e in quello dedicato agli agriturismo ma che, al tempo stesso, apre un importantissimo mercato alle imprese italiane. “In effetti la nostra collaborazione ha posto in primo piano anche la produzione vitivinicola italiana, con particolare riferimento a quella laziale - ha concluso d’Errico - Le nostre etichette, infatti, vengono sempre più apprezzate dai Russi e la distribuzione sta conoscendo un momento di grandissima espansione. In questo modo, aiutando le autorità russe stiamo anche aiutando le nostre Aziende a crescere su un mercato di notevolissimo interesse. E lo stesso discorso vale per coloro che operano nel settore degli agriturismi”. . |
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INCONTRO SUL TEMA DELLA ROUTE DES VINS |
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Aosta - L’assessorato dell’Agricoltura e Risorse naturali, in collaborazione con l’Associazione Route des Vins Valle d’Aosta e il Casino de la Vallée di Saint-vincent, organizza per il 18 dicembre, al Centro Congressi del Grand Hôtel Billia, a Saint-vincent un incontro sul tema della Route des Vins. Il progetto Route des Vins fu avviato per la prima volta circa vent’anni fa con l’obiettivo di far conoscere i vini valdostani attraverso il territorio. La campagna di sensibilizzazione, finalizzata a convincere ristoratori e albergatori ad includere la produzione vinicola regionale nelle proposte delle loro strutture, ebbe un buon riscontro e i vini valdostani iniziarono il cammino verso il successo indiscusso dei nostri giorni. L’incontro di martedì prossimo si propone di dare un nuovo slancio alla Route, attraverso nuove idee e ulteriori adesioni da parte degli operatori del settore turistico ed enogastronomico. La manifestazione inizierà alle ore 15 con la registrazione dei partecipanti. Alle 16, nella sala Gran Paradiso, avrà luogo una tavola rotonda alla quale parteciperanno l’Assessore Giuseppe Isabellon, il direttore della Direzione produzioni vegetali dell’Assessorato Corrado Adamo, il Presidente dell’Associazione Route des Vins Mario Dalbard, la Presidente dell’Associazione degli Albergatori Valle d’Aosta (Adava) Silvana Perucca, il Presidente dell’Associazione italiana delle enoteche pubbliche e delle Strade del Vino Elio Archimede, oltre a tecnici e ristoratori, moderati dal Fiduciario Slow Food per la Valle d’Aosta Giacomo Sado. Al termine della tavola rotonda Enzio Sanguinetti della Sanguinetti Comunicazioni presenterà il progetto di marketing che si attuerà dal 2008. Seguirà, alle 18. 30, un incontro enogastronomico alla presenza dei produttori, durante il quale gli operatori turistici potranno aderire alla Route. Per ulteriori informazioni, gli interessati sono invitati a rivolgersi alla Segreteria dell’Assessore tel. 0165 275384 e-mail m. Bonin@regione. Vda. It). . |
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LE ACCADEMIE DEI GEORGOFILI E DELLA VITE E DEL VINO REALIZZANO
UNA MONUMENTALE STORIA DELL´ENOLOGIA TOSCANA
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Si intitola Storia regionale della vite e del vino in Italia. Toscana (Polistampa, pp. 872, euro 60) e si pone come summa della cultura enologica della regione, ma anche come punto di partenza per un più approfondito e aggiornato dibattito. Fa parte del monumentale progetto con cui l´Accademia Italiana della Vite e del Vino intende dar conto del patrimonio vitivinicolo dell´intera penisola. Dopo le uscite su Veneto, Piemonte e Sardegna è ora la volta della Toscana, con un´opera partorita dall´impegno di oltre trenta specialisti di diverse discipline sotto la direzione dell´Accademia dei Georgofili, la supervisione del professor Franco Scaramuzzi e la curatela del professor Paolo Nanni, già coordinatore del Comitato scientifico della Storia dell´agricoltura italiana edita in cinque volumi nel 2002. "La vitivinicoltura toscana - spiega il curatore - è ancora in movimento, caratterizzata da continue trasformazioni. Eppure, di fronte a queste recenti sfide è proprio il legame con la storia, l´arte, l´ambiente che costituisce un vantaggio competitivo per ogni bottiglia dei nostri vini". Tirata in 2000 esemplari numerati a mano, l´opera non ha precedenti per vastità e profondità di analisi, spaziando dalla storia alla cultura alle tecniche alle tecnologie della vite e del vino, fino alla nuova architettura delle cantine. Ampio il quadro storico illustrato, dall´età etrusco-romana ai giorni nostri, con particolare attenzione allo scenario attuale, quello delineatosi negli ultimi cinquant´anni. Nonostante l´estremo rigore il volume si rivolge anche al grande pubblico, agli appassionati della cultura enologica in tutti i suoi aspetti. Il ricco apparato iconografico, interamente a colori, è stato in buona parte realizzato per l´occasione. Comprende sia illustrazioni al testo sia un´appendice di 131 immagini, che documentano aspetti tipici fino alla prima metà del Novecento, la persistenza di una viticoltura ancora legata a sistemi tradizionali, il passaggio verso nuovi impianti, alcune "cantine d´autore" e paesaggi attuali. (Rolando Ballerini) Il volume è parte di una grande opera editoriale che costituisce un utile strumento culturale per valorizzare le specifiche esperienze regionali acquisite attraverso i secoli e per comprendere la portata dei progressi realizzati. Un imperdibile riferimento per gli appassionati della vite e del vino e uno strumento indispensabile per i produttori toscani perché, consapevoli dei traguardi raggiunti e delle posizioni d’avanguardia occupate sul mercato mondiale, affrontino meglio le grandi sfide che li attendono. Prefazione di Antonio Calò e Franco Scaramuzzi. Polistampa 2007, cm 17x24, pp. 872, ill. Col. , cart. , in cofanetto, € 60,00 . |
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