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LUNEDI

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Notiziario Marketpress di Lunedì 31 Marzo 2008
ALLA FIORENTINA SEETEN L’OSCAR 2008 DELLE TV LOCALI L’EMITTENTE DI ARTE E CULTURA VINCE IL PRESTIGIOSO PREMIO ASSEGNATO DAL GRUPPO SOLE 24 ORE  
 
 Firenze, 31 marzo 2008 – Praticamente bandita dai teleschermi dalle logiche perverse della Tv commerciale, arte e cultura si riscattano grazie a Seeten, l’emittente fiorentina che dei reportage su mostre, musei, giacimenti culturali ed eventi artistici di Firenze e Toscana ha fatto la propria ragion d’essere. Un impegno ormai quinquennale premiato ieri a Roma con il Tv d’oro 2008, il prestigioso Oscar delle emittenti locali che il gruppo Sole 24 Ore assegna in collaborazione con Eutelsat. Alla manifestazione, organizzata dalla sezione del quotidiano Business & Media e dalla rivista Millecanali allo Sheraton Golf Parco de´ Medici Hotel & Resort, hanno partecipato oltre cento emittenti da tutta Italia. Per Seeten, la cui formula non rientrava in nessuna delle quattro categorie del premio (informazione, sport, intrattenimento, programmazione) è stato ideato un riconoscimento speciale, quello per il ‘Miglior modello di business’. “Siamo molto soddisfatti”, commenta Lorenzo Galanti, uno dei due Amministratori Delegati dell’emittente, “Evidentemente il particolare format di Seeten basato su contenuti culturali ha saputo affermarsi in un panorama televisivo dominato da altre logiche. Questo premio porta alla ribalta nazionale non solo la produzione di contenuti locali, ma anche i nuovi modelli di comunicazione che nei prossimi anni diventeranno comuni in Tv e su Internet”. Creata da un gruppo di albergatori fiorentini, Seeten compirà 5 anni il 15 giugno 2008. Grazie all´accordo con le associazioni di categoria è sintonizzata con più di 10 mila camere d’hotel. Seeten svolge dunque un prezioso ruolo di divulgazione culturale per gli abitanti della regione, proponendosi anche come straordinario strumento di promozione turistica, capace di distinguersi sul piano della qualità. Una funzione che si moltiplica grazie al web: in soli 3 mesi gli internauti di tutto il mondo hanno infatti già scaricato dal canale Seeten di Youtube (www. Youtube. Com/seeten) ben 70. 000 contenuti video. “Adesso”, dice l’altro Ad Andrea Bernabei, “oltre al consenso del pubblico è arrivato un importante riconoscimento da parte del maggior gruppo italiano d´informazione economica. Questo premia i nostri sforzi e ci stimola a continuare con una programmazione di alto livello culturale. Ringraziamo dunque Il Sole 24 Ore, le istituzioni pubbliche e private che creduto nell´iniziativa e le associazioni degli albergatori che hanno promosso il servizio nelle strutture ricettive”. .  
   
   
27 VOLTE IN BIANCO - 27 DRESSES : UN FILM ROSA SULLA PASSIONE PER LE CERIMONIE NUZIALI  
 
Milano, 31 marzo 2008 - Il film racconta le vicende di Jane, interpretata da Katherine Heigl, una ragazza bella, romantica, generosa ed altruista, a volte anche troppo, follemente innamorata del suo capo e dei matrimoni. La sua passione per le cerimonie nuziali è talmente forte che ha già partecipato a ben 27 matrimoni come damigella delle sue amiche e tiene custoditi e coccolati nell´armadio tutti i bellissimi abiti indossati di volta in volta, cui attribuisce anche un soprannome come Bahama Mama, Vestito da Cowgirl o Vomito Verde. Questo in attesa del giorno in cui arriverà finalmente il suo giorno più bello, magari insieme all´uomo dei suoi sogni, che non sembra essersi ancora accorto di lei e che proprio non riesce a vederla in questo modo. A svegliare Jane da ogni illusione è il ritorno della sorella minore Tess (Malin Akerman), una biondina mozzafiato, da tutti ammirata, viziata ed insopportabile, che, in un colpo solo, riesce a distruggere i suoi sogni d’amore e la sua fissazione per i ricevimenti di nozze: Tess, infatti, fa innamorare George (Edward Burns), il capo di cui Jane è segretamente innamorata, e vuole sposarlo, fingendo di essere quello che in realtà non è. Tess, naturalmente, incarica Jane di organizzare il tutto e le chiede di fare da damigella. Ancora una volta. La ventottesima. Il trauma di Jane è amplificato da un cinico, scorbutico e antipatico giornalista, Kevin (James Marsden), costretto, con suo enorme dispiacere, a dover portare avanti una rubrica che si occupa proprio di matrimoni. Capito al volo che la storia assurda della damigella pazza che accompagna le spose potrebbe essere un ottimo trampolino di lancio per la sua carriera, la sfrutta appieno, ma … finisce per rimanere, a sua volta, invischiato in una storia d’amori e folli matrimoni … Ex modella, prestata prima alla televisione e poi al cinema, Katherine Heigl può essere la nuova Julia Roberts: bella, ironica, goffa, sensuale, capace di far ridere e commuovere, con due occhi che parlano da soli. La commedia nel complesso è divertente, sentimentale … romantica. Ma tutto è molto scontato e prevedibile, nonostante la sceneggiatura di Aline Brosh Mckenna, la stessa di Il Diavolo veste Prada, e la regia di Anne Fletcher, che si ritaglia anche un piccolo cammeo nel film. Il film è consigliato a chi è alla ricerca di qualcosa di poco impegnativo. .  
   
   
INAUGURATO A GEMONA ARCHIVIO CINEMA FVG  
 
Gemona del Friuli, 31 marzo 2009 - Una struttura a servizio della cultura della regione. È il nuovo "Archivio del Cinema del Friuli Venezia Giulia", già ribattezzato "Casa delle Pellicole", inaugurato il 29 marzo nella zona artigianale di Gemona. Con Livio Iacob, direttore della Cineteca del Friuli che gestirà l´Archivio, erano presenti il presidente della Regione, l´assessore regionale alla Cultura, altri amministratori regionali e locali, oltre ai rappresentanti delle maggiori cineteche italiane e di altri Paesi. L´archivio è stato realizzato con il contributo finanziario della Regione: grazie alla legge regionale sul Cinema, infatti, il Friuli Venezia Giulia è all´avanguardia in Italia per il sostegno alla "settima arte". Se la cultura è momento di elevazione e di crescita dell´uomo, essa ha anche valenza economica e di promozione turistica. Ecco, allora, che il cinema in regione ha diversi momenti egualmente importanti: la produzione di film girati nel territorio grazie al lavoro di Film Commission, la presenza di festival di importanza mondiale, la conservazione di pellicole attuata dalla Cineteca del Friuli, che ora con questo archivio potrà ampliare e migliorare la propria attività a favore di tutto il Friuli Venezia Giulia. La nuova struttura - progettata dagli architetti pordenonesi Michele De Mattio e Giuliana Raffin e per la quale sono stati consultati alcuni tra i maggiori esperti a livello mondiale nella conservazione come Paolo Cherchi Usai e David Francis - può contenere e conservare nelle migliori condizioni fino a cinquantamila pellicole e ospiterà, oltre al patrimonio della Cineteca del Friuli e della Regione, anche film appartenenti ad archivi pubblici e privati che attualmente non dispongono di un luogo dove mantenerli in sicurezza. Sono già in corso contatti e trattative in questo senso tra Jacob e numerose istituzioni. Tappa fondamentale nella storia trentennale della Cineteca del Friuli, l´Archivio del Cinema rappresenta soprattutto un grande passo avanti per la salvaguardia e la valorizzazione delle immagini cinematografiche, finalmente considerate a pieno titolo parte integrante del patrimonio culturale di un territorio, in linea con la "Carta dei diritti dei film" dell´Unesco. È anche un esempio virtuoso di costruzione eco-compatibile, essendo dotato di un sistema di riscaldamento geotermico e di pannelli fotovoltaici che garantiscono il massimo dell´efficienza energetica e l´utilizzo di energia da fonti rinnovabili. L´impianto fotovoltaico è formato da 140mq di pannelli monocristallini per una potenza complessiva di 20Kw in grado di produrre circa 25 mila kwh equivalenti a 15. 204 Kg/anno di emissioni di Co2 evitate o 5,2 Tep/anno (Tonnellate Equivalenti di Petrolio). Oltre alla cerimonia inaugurale, il programma prevede la proiezione, questa sera nel Cinema Sociale di Gemona, dell´unico film a soggetto che si conosca girato tra le macerie del terremoto del Friuli: il cortometraggio "Perché" del cineasta veneziano Enrico Mengotti, realizzato a Gemona nel 1976 a poche settimane dalle scosse di settembre, nell´area compresa tra il Duomo, Palazzo Gurisatti (oggi sede della Cineteca del Friuli) e il vecchio ospedale. A presentare al pubblico questo documento di straordinario interesse da poco riscoperto, insieme all´autore, ci sarà lo storico Carlo Gaberscek. .  
   
   
UN BACIO ROMANTICO - MY BLUEBERRY NIGHTS: IL PRIMO FILM AMERICANO DEL CINESE WONG KAR WAI  
 
Milano, 31 marzo 2008 - E´ il bacio tra la cantante Norah Jones all´esordio cinematografico e l´attore inglese Jude Law. La storia del primo film americano del cinese Wong Kar Wai, Un bacio romantico (My Blueberry Nights) narra dell’incontro di due ragazzi, bellissimi, soli e reduci da una rottura amorosa. Lei è Elizabeth, interpretata da Norah Jones, che ha appena rotto con un compagno con cui è stata a lungo, e lui è Jeremy, interpretato Jude Law, proprietario di un caffè. I due prendono a frequentarsi fuori orario, a tarda sera, nel bar di lui e nasce un´amicizia propiziata da una torta ai mirtilli. Poi la ragazza lascia New York, parte on the road per un viaggio le cui tappe sono scandite dalla ricerca di un lavoro, dal desiderio di poter acquistare un´auto e dal bisogno di curare le ferite interiori. Elizabeth è testimone di altri amori falliti ed incontra individui che la fanno crescere (un poliziotto tormentato, sua moglie che lo ha lasciato, una sfortunata giocatrice d’azzardo). Alla fine ritorna a New York fino a riaccostarsi all´amico in un finale con un filo di speranza. La scena topica del film è il bacio tra la cantante alla sua prima prova d´attrice e l´interprete inglese: un bacio dolce, fine, che denota uno slancio di tenerezza mai visti prima. Gli attori hanno ripetuto il bacio 150 volte per consentire al perfezionista regista cinese di riprendere la scena da ogni angolazione immaginabile. Alla sua prima prova in lingua inglese Wong Kar Wai ha dichiarato: Talvolta la distanza tangibile tra due persone può essere minima, ma quella emotiva enorme. Il mio film vuole essere uno sguardo rivolto a quelle distanze sotto varie angolazioni. Il film è un cortometraggio espanso, con digressioni ed una ricerca estetica estremamente raffinata, ma non fine a se stessa. Il regista indugia su attimi e dialoghi, che, però, a tratti sono estenuanti. Le immagini, come sempre in Won Kar Wai, sono sontuose, notturne, ma colorate. I ralenti sono sporchi finto-amatoriali Anche un incidente stradale diventa bello, con la luce che si insinua e brilla tra i cristalli frantumati come diamanti La fotografia, smaltata e fin troppo bella, è di Darius Khondji. La musica è di Ry Cooder .  
   
   
IL TRENO PER IL DARJEELING (THE DARJEELING LIMITED): NOSTALGICO ROAD MOVIE FAMILIARE SU TRE FRAGILI E VULNERABILI UOMINI A ZONZO.  
 
Milano, 31 marzo 2008 - Dopo un anno di silenzio seguito alla morte del padre, Francis Whitman (Owen Wilson) decide di chiedere ai suoi due fratelli, Peter (lo spilungone e nasuto Adrien Brody), fuggito da casa un mese prima della nascita di suo figlio, e Jack (il bassino e sorridente Jason Schwartzman), un buffo aspirante scrittore col cuore a pezzi, che percorre tutto il film scalzo, di fare un lungo viaggio in treno attraverso un´India colorata, pittoresca, autentica, drammatica, stereotipata negli arredi e negli oggetti e surreale al tempo stesso, per cercare di ricostruire il loro legame. Francis ha ideato il viaggio dopo un brutto, ma illuminante incidente stradale di cui porta ancora i segni sul corpo e in particolare sul viso, perennemente avvolto da bende. The Darjeeling Limited, il treno delle linee indiane su cui viaggiano, pur seguendo i binari, si perde e i tre fratelli immaturi, aristocratici e dispettosi, si ritrovano nel bel mezzo del deserto, da soli, con ben undici valigie, una stampante e una macchina rilegatrice, e da quel momento inizia un nuovo viaggio diverso e non programmato. Oltre al padre, figura da sempre ingombrante nel cinema di Anderson, questa volta diventa fondamentale il confronto dei tre fratelli con la figura materna (la raffinata Angelica Huston), diventata suora attivista per dedicarsi al prossimo, ma rimasta madre immatura, codarda ed incapace di rivolgere le sue attenzioni ai figli. Prologo del film, che dura in tutto 95 minuti, è un cortometraggio che ci svela il prolungato ed ozioso soggiorno in un lussuoso hotel parigino di Jack ed il suo incontro con Rita (Natalie Portman). Ancora una volta il regista texano, d´adozione newyorkese, si confronta con una famiglia problematica e disfunzionale, affetta da una noia aristocratica e da uno spleen salingeriano curato con antidolorifici senza prescrizione, sciroppo per la tosse indiano, spray al peperoncino, shopping tra spezie e serpenti velenosi e fugaci rapporti sessuali consumati frettolosamente nella toilette di un treno. Wes Anderson costruisce una commedia drammatica, personale ed eccentrica, con l’aiuto per la sceneggiatura di Jason Schwartzman e del cugino Roman Coppola. Il paesaggio indiano è fotografato da Robert Yeoman. I costumi sono di Milena Canonero. Il set di valigie continuamente presenti sono disegnate da Marc Jacobs per Louis Vuitton e ornate dai disegni naif del fratello Eric Anderson. .  
   
   
TUTTA LA VITA DAVANTI: IL NOTEVOLE FILM DI PAOLO VIRZÌ SUL DIFFICILE INSERIMENTO DEI GIOVANI NEL MONDO DEL LAVORO  
 
Milano, 31 marzo 2008 - La ventiquattrenne Marta (Isabella Ragonese), una ragazza colta, curiosa, taciturna e fresca di laurea in filosofia, con tanto di lode e abbraccio accademico, dopo alcune risposte negative, trova lavoro come telefonista nel call center della Multiple, l´azienda diretta da Claudio (Massimo Ghini) che vende robottini da cucina a domicilio, un elettrodomestico futuribile. Marta si cala in questo nuovo mondo con l´ottica dello straniero, senza pregiudizi intellettuali La responsabile delle telefoniste, Daniela (Sabrina Ferilli) si accorge subito delle potenzialità della ragazza e la incita a migliorare. Gli slogan dell´azienda (Coccolare il cliente, Coraggio e autostima, L´orgoglio di essere persone speciali) sembrano dimenticare che quei posti di lavoro non offrono speranza per il futuro, ma sono precari. A interessarsi alla situazione è Giorgio Conforti (Valerio Mastandrea), un sindacalista della Nidil-cgil che spera di ottenere qualche informazione sul modus operandi della Multiple. Il film, scritto da Paolo Virzì e Francesco Bruni, che si è ispirato al racconto di Michela Murgia Il mondo deve sapere, racconta il difficile inserimento dei giovani nel mondo del lavoro ed offe un´analisi in chiave comica, allegramente feroce ed amara, del precariato nell´Italia di oggi, delle ansie, delle aspirazioni, e dei problemi quotidiani dei giovani e la loro speranza in un futuro migliore. Francesco Bruni, co-sceneggiatore di Tutta la vita davanti insieme allo stesso Virzì, ha precisato: Abbiamo volutamente tracciato un parallelo con i reality show perché in qualche modo indicano l´orientamento del nostro paese. Non vogliamo dire che non esiste più la solidarietà, perché c´è anche nei reality, ma di fronte alla nomination o all´eliminazione la logica del gioco è mors tua vita mea, una regola che ormai vige anche nella vita reale. Paolo Virzì ha aggiunto: Call center e non solo. Questo film è stata l´occasione per raccontare lo spirito del tempo, la divaricazione tra cultura umanistica e i linguaggi contemporanei, la sottocultura televisiva divenuta l´estetica e l´etica di questi nuovi luoghi di lavoro. Non è facile parlare del proprio tempo senza cadere nell´invettiva, nel film a tesi. Abbiamo affrontato quest´impresa con spirito pieno di curiosità, avventuroso e beffardo. Ne è venuto fuori un ritratto allarmante, buffo, ridicolo e toccante di un´umanità sgomenta di fronte al futuro, incapace di progettare, e in balia di uno sfruttamento sottile più vicino al plagio psicologico che alla proverbiale arroganza padronale. Oltre ai già citati Isabella Ragonese, Sabrina Ferilli, Massimo Ghini e Valerio Mastandrea, segnaliamo anche Elio Germano, il venditore superomista, e Micaela Ramazzotti, che interpreta Sonia, una sprovveduta ragazza madre. .  
   
   
CAPRI ART FILM FESTIVAL, QUESTI I NOMI DEI PROTAGONISTI RICCO IL PARTERRE DEGLI OSPITI. TRA I GIOVANI ATTORI EMERGENTI ALESSANDRA MASTRONARDI E LUDOVICO FREMONT.  
 
Capri, 31 marzo 2008 - Saranno anche quest’anno numerosi gli ospiti di primo piano del mondo del cinema e del giornalismo italiano che parteciperanno al Capri Art Film Festival. La kermesse, dedicata al tema della diversità, che si terrà a Capri dal 3 al 5 Aprile, infatti, non vedrà solo la partecipazione dei tanti giovani registi provenienti da tutta Italia, ma anche affermati registi, giovani attori emergenti, produttori di primo piano, premi Oscar, grandi firme del giornalismo napoletano. Anche quest’anno la celebre regista Liliana Cavani sarà il presidente onorario della manifestazione, mentre Gianni Minervini (produttore premio Oscar con il film Mediterraneo) presiederà la giura tecnica del concorso di cortometraggi composta dall’attore Alessandro Haber, da Mario Zaccaria (responsabile Ansa Campania ), dal produttore Umberto Massa (Tre uomini e una gamba, Shooting Silvio), e dal regista e attore Enrico Salimbeni (Radiofreccia). Non mancheranno tra gli ospiti giovani rivelazioni conosciuti al grande pubblico del piccolo e grande schermo: i ragazzi del laboratorio di cinema “Caprimovielab” avranno infatti la possibilità di conoscere da vicino diversi nuovi volti del cinema e della fiction italiani, come le giovani attrici Alessandra Matronardi (Eva nella fiction I Cesaroni) e Giulia Michelini (Ricordati di me, Ris 4, Distretto di Polizia) e i giovani attori Ludovico Fremont (I Cesaroni, Scrivilo sui muri) e Davide Rossi (che presenterà al Festival il film Albakiara sulla vita del padre Vasco). I giorni del festival saranno animati anche dall’attesa anteprima mondiale di “Kill Gil 2 e mezzo”, ultima parte del video-documetario con cui Gil Rossellini, figlio del celebre regista Roberto, ripercorre il calvario della malattia che dal 2004 lo costringe su una sedia a rotelle. Presente al Festival sarà anche Anna Pavignano (premio Oscar insieme a Massimo Troisi e Michael Redford per la sceneggiatura de “Il Postino”). Parteciperanno ai dibattiti le giovani attrici Federica Citarella (Carabinieri) e Carolina Marconi (che presenterà un proprio cortometraggio sul tema della diversità). Guido Lembo farà il suo debutto a teatro con un musical che andrà in cena nel teatro del Grand Hotel del Quisisana. "Per il secondo anno - ha spiegato il giornalista Giampiero Marrazzo che condurrà gli eventi del festival, patrocinato, tra l’altro, da Cinecittà Holding - ho il piacere di presentare questa manifestazione, che riesce a coniugare l´arte del cinema con un tema importante come quello della diversità. Vedere come i giovani si impegnino a portare sullo schermo temi sociali, circoscritti in corti cinematografici, è entusiasmante, sia per chi ha il privilegio di guardarli, che per me, che ho l´onore di presentarli al festival di Capri. Per questo - ha concluso – sono convinto che il Caaf debba essere sostenuto in questo suo impegno sociale: aiutare il festival è un piccolo ma tangibile passo per eliminare le diversità". .  
   
   
QUESTA NOTTE È ANCORA NOSTRA: INCONTRO/SCONTRO DI DUE CULTURE E DUE MONDI APPARENTEMENTE INCONCILIABILI  
 
Milano, 31 marzo 2008 - Massimo, venticinquenne romano interpretato da Nicolas Vaporidis, lavora nell´impresa di pompe funebri del padre, interpretato da un Maurizio Mattioli, che, di nascosto tradisce l´italico spaghetto con gli spaghetti di soia. Il giovane, però, sogna di sfondare nella musica insieme ad Andrea, amico e collega, interpretato da Massimiliano Bruno. Cicchilitti, pittoresco impresario interpretato da Franco Califano che fa il verso a se stesso, consiglia loro di scritturare una cinesina dotata di fondoschiena e voce gradevoli in ugual misura (perché "il culo non canta ma conta") per affiancarli nel brano Occhi da orientale. Dopo una serie di audizioni fallimentari, si imbattono in Jing, una bella ragazza cinese di seconda generazione. La fanciulla li snobba e rifiuta la proposta di cantare con loro. Andrea, però, ha un colpo di genio: Massimo, carino e simpatico, deve sedurree Jing. A quel punto convincerla a esibirsi con loro e ingraziarsi Cicchilitti è un gioco da ragazzi. Ma la famiglia di Jing, che di cinese ha solo gli occhi. L´ha promessa in moglie al nipote di un uomo d´affari cinese con cui sono indebitati. Così Jing e Massimo iniziano una relazione particolare in cui ciascuno dei due ha un suo segreto obiettivo. Genovese e Miniero con la squadra di Notte prima degli esami, coprodotti dalla Disney, confezionano una teen comedy romantica, inconsistente, ma tutto sommato gradevole. L´incontro/scontro di due culture e due mondi apparentemente inconciliabili è affrontato in maniera superficiale, ma senza volgarità. .  
   
   
PRESENTATA LA RASSEGNA DOC IN TOUR SECONDA EDIZIONE, DAL 31 MARZO AL 3 GIUGNO 2008: COINVOLTE 30 SALE CINEMATOGRAFICHE DELLA REGIONE, IN PROGRAMMA 28 DOCUMENTARI E SERATE CON GLI AUTORI.  
 
Bologna, 31 marzo 2008 - Ventisei città, 30 sale cinematografiche regionali coinvolte; 28 documentari di autori e case di produzione emiliano-romagnole, per un totale di oltre 120 passaggi in sala. Sono queste le cifre della rassegna cinematografica “Doc in Tour”, alla seconda edizione, che si svolgerà in tutta l’Emilia-romagna dal 31 marzo al 3 giugno 2008. I promotori dell’iniziativa sono: Regione Emilia-romagna, Fice Emilia-romagna (Federazione Italiana Cinema d’Essai), Cineteca di Bologna - progetto Fronte del Pubblico - e D. E-r , associazione di autori e produttori che operano in Emilia-romagna. Doc in Tour intende da un lato promuovere la proiezione dei documentari nei cinema della regione, dall’altro lato valorizzare il ruolo delle sale d’essai e del piccolo esercizio cinematografico in particolare, quali luoghi privilegiati di promozione del documentario, un genere che vede crescere di anno in anno l’interesse del pubblico e della critica. La prima edizione della rassegna regionale, nel 2007, ha riscosso un buon successo, con circa 3. 000 presenze in sala. Durante le serate oltre alle proiezioni, sono previsti incontri con gli autori, per parlare della loro esperienza cinematografica e dei temi trattati nelle opere. "Si tratta di un´iniziativa voluta dalla Regione e resa possibile grazie alla collaborazione della Fice, il sostegno della D. E-r e della Cineteca di Bologna - ha detto l´assessore regionale alla cultura Alberto Ronchi alla presentazione - realizzata nell´ambito della programmazione regionale che sostiene in ambito cinematografico in particolare il genere documentario e il cinema di animazione". "Dopo il discreto successo dello scorso anno - ha aggiunto Ronchi - l´idea è quella di continuare a sostenere il documentario, nella convinzione che esiste un pubblico che segue questo genere e che questa rassegna possa anche aiutare le sale cinematografiche nella diversificazione dell´offerta". "Siamo consapevoli - ha riferito - che, pur essendo una delle regioni più ricche dal punto di vista dell´offerta e della produzione di spettacolo dal vivo, investiamo meno di altre a causa della contrazione dei finanziamenti ma attraverso una politica mirata, con indirizzi precisi e senza dispersioni di risorse, possiamo contribuire a creare un nuovo modello per realizzare i programmi culturali". "Altre iniziative sono state realizzate a favore di questo settore - ha concluso Ronchi - come quella del cinema a tre euro (all´interno del progetto Giovani evoluti e consapevoli - Geco), sempre con l´obiettivo di portare un pubblico giovane al cinema". Francesco Romanelli del direttivo Fice Emilia-romagna, ha sottolineato l´importanza della collaborazione di più soggetti per la riuscita dell´iniziativa. "L´obiettivo della Fice - ha affermato - è quello di normalizzare il rapporto tra documentario e pubblico, facilitando la fruizione di questo genere diverso a un pubblico più generalista, oltre a diversificare l´offerta nelle sale". "La promozione della cultura cinematografica - ha detto Elisa Giovannelli del progetto Fronte del Pubblico - è un obiettivo del nostro progetto e della Cineteca di Bologna". "Si tratta di un impegno che si rinnova - ha aggiunto - e che portiamo avanti con piacere anche perché coinvolge vari comuni sul territorio". "Questa rassegna è un´esperienza unica nel panorama italiano - ha detto Enza Negroni, vicepresidente di D. E-r - un´eccellenza che va valorizzata. L´attività di D-e. R. È soprattutto promozionale su base provinciale - ha riferito - poiché crediamo che il pubblico vada cercato, anche sulla base delle tematiche dei film che spesso coinvolgono associazioni locali". La Negroni ha riferito che gli autori dei documentari saranno presenti alle proiezioni per parlare delle loro opere e dialogare con il pubblico. Davide Zanza, curatore della rassegna assieme a Anna Di Martino, ha riferito che sono stati selezionati 28 documentari su 60, "un numero che testimonia l´ampia produzione regionale". "Tra questi anche 5 cortometraggi, un genere - ha sottolineato Zanza - che si sta sviluppando sempre di più". I documentari regionali potranno essere abbinati a proiezioni di documentari nazionali a discrezione degli esercenti. I documentari in programma I 28 documentari regionali proposti, offrono al pubblico riflessione e approfondimento su svariati temi: dal viaggio dei migranti e le problematiche relative agli immigrati e alle loro comunità (Il confine; Partire, ritornare. In viaggio con Tahar Ben Jelloun; Rondinelle d’Italia; Il senso degli altri; La luna di Kiev; Merica; La colonna senza fine) ai percorsi nella memoria del passato (Dalla Resistenza ai diritti. Le donne si narrano; Il vento bussa alla mia porta; Il tempo del dopo; Il tuffo della rondine; L’ombra della mia casa; Lo Stato di eccezione), dall’attualità, con i suoi cambiamenti sociali, economici e politici (Istanbul: la città narrata da Nedim Gursel; Il tempo del dopo; La vita come viaggio aziendale; Le vie dei farmaci; Love bombing. L’amore che ripudia; Meninas; Pancevo_mrtav grad; Antonio ferroviere) alle biografie (Amelia; Chapiteau. La tenda del circo; Dalla testa ai piedi; Il confine; Il vento bussa alla mia porta; Piccolo cane nero; The Diabolikal Super-kriminal; Roger Corman, il mago del cinema), dai luoghi alle storie, alle credenze popolari della nostra regione (Folletti, streghe, magie. Il lungo viaggio nella tradizione dell’Appennino; Piccolo cane nero; Po in Blues). .  
   
   
NUOVE DATE PER IL FESTIVAL GRINZANE CINEMA 6A EDIZIONE A STRESA, 9 – 12 APRILE 2008  
 
Milano, 31 marzo 2008 - Nuove date per il Festival Grinzane Cinema che torna a Stresa con la sesta edizione, da mercoledì 9 a sabato 12 aprile 2008. Grazie anche alla popolarità regalata da pubblico e stampa (nella scorsa edizione oltre 20 mila spettatori per più di 50 eventi con oltre un centinaio d’ospiti), il Festival è ormai riconosciuto e apprezzato come un “classico” nel panorama delle rassegne cinematografiche nazionali. Quattro giornate dedicate al legame tra cinema e letteratura con proiezioni di film tratti da opere letterarie, approfondimenti di celebri romanzi prestati al grande schermo, seminari su personaggi e aspetti d’interesse per il cinema e la letteratura, ma anche incontri con celebri protagonisti del mondo dello spettacolo, della cultura e dell’informazione. Nata nel 2003, da un’idea del presidente del Premio Grinzane Cavour, Giuliano Soria, la kermesse si propone come un laboratorio sull’incontro tra due generi che pur fondendosi si rendono sempre riconoscibili mantenendo le loro individualità e specificità e che, per questa sesta edizione, si avvale della direzione artistica di Gianni Canova, Stefano Della Casa e Arnaldo Colasanti. Ogni anno inoltre, una Giuria internazionale, presieduta da Liliana Cavani che succede nella carica ad Alain Robbe-grillet, recentemente scomparso, attribuisce quattro riconoscimenti. Per il 2008 questi i vincitori: Premio alla letteratura, a Blake Nelson per il romanzo Paranoid Park da cui è stato tratto l’omonimo film di Gus Van Sant; Premio al cinema, a Giuliano Montaldo per la regia dei suoi film tratti da opere letterarie; Premio speciale Martini & Rossi, all’attrice Claudia Gerini per aver saputo esprimere con la sua professione, uno stile di vita improntato alla positività e al calore tipico della mediterraneità; Premio “Cinema per la Cultura”, a Carlo Verdone. La cerimonia di premiazione si terrà sabato 12 aprile alle ore 19 nella Sala Tiffany del Grand Hotel Regina Palace. Madrina di questa sesta edizione del Festival sarà Zeudi Araya. Guest star della serata Carolina Crescentini, Valeria Solarino, Violante Placido, Fabio Troiano. Numerosi i personaggi del mondo della comunicazione televisiva, tra cui Enrica Bonaccorti, Paola Saluzzi e Marina Tagliaferri. Novità del Grinzane Cinema 2008 sarà l’ultima fatica di Giuliano Montaldo, I demoni di San Pietroburgo (in programmazione nelle sale da metà aprile), di cui verranno proiettate alcune sequenze del film nel corso di una presentazione riservata per il pubblico del Festival, con immagini in esclusiva del backstage, alla presenza del regista e di alcuni dei partecipanti. Liberamente tratto da I demoni di Fëdor Dostojevskij, il film con Miki Manojlovic, Carolina Crescentini, Anita Caprioli e Filippo Timi, mescola frammenti della vita dello scrittore russo con la narrazione del celebre romanzo. Per la prima volta sugli schermi anche Un paese ci vuole di Vanni Vallino. In occasione del centenario della nascita dello scrittore (1908), il film racconta la figura di Cesare Pavese, attraverso le vicende dei protagonisti impegnati a girare un film documentario sullo scrittore nei luoghi a lui cari. A presentarlo in sala lo stesso regista Vallino e l’attrice Michela Giacoma Fattorin. Le giornate del Festival si articoleranno in 5 percorsi a tema: “Letteratura, Cinema, Democrazia”. Un eroe borghese di Michele Placido, Il giorno dello sciacallo di Fred Zinnermann, Sindrome cinese di James Bridges e Mission di Roland Joffé sono alcune delle pellicole scelte per introdurre il grande tema di dibattito, sui valori e sui principi della democrazia. Il cinema e la letteratura si pongono come chiavi di lettura di una concezione politica che, come testimonia la storia, si trova sempre di più a dover fare i conti con interessi economici, forti conflitti e pressanti esigenze. “L’ambiguo fascino dell’assassino”, un viaggio tra crimini e “mostri” cinematografici e letterari. Tra i film in proiezione in questa sezione: Un maledetto imbroglio di Pietro Germi, La vera storia di Jack lo Squartatore – From Hell di Albert e Allen Hughes, Milano calibro 9 di Fernando Di Leo, Il silenzio degli innocenti di Jonathan Demme e Todo modo di Elio Petri. Gianni Canova coordinerà sul tema quattro incontri: Sbatti il “mostro” in prime time, fa luce sulla spettacolarizzazione dei grandi casi di cronaca nera da parte dei media e ne analizza le conseguenze sociali, politiche culturali. Il serial killer e la banalità del male indaga i processi psicologici ed emozionali che nei romanzi e nei film consentono di avvolgere in un alone di ambigua attrazione personaggi che nella realtà suscitano repulsione e indignazione. Innocenza e colpa del giallo italiano elabora invece il rapporto fra colpa e innocenza attraverso due tradizioni culturali e letterarie differenti, quella italiana e quella anglosassone. Venerdì 11 aprile alle ore 15 l’incontro Criminal show. La spettacolarizzazione della cronaca nera nei mezzi di comunicazione di massa italiani vedrà protagonisti gli studenti del Corso di Laurea Specialistica in televisione, cinema e produzione multimediale dell’Università Iulm di Milano che presenteranno un video-inchiesta da loro prodotto. “Le biografie letterarie”, ritratti cinematografici di grandi scrittori, da Alberto Moravia a Enzo Siciliano fino a Luciano Bianciardi e Monsignor Romero, con riferimenti espliciti alla realtà contestuale ai personaggi trattati. Figure di rilievo della cultura contemporanea che testimoniano attraverso l’impegno intellettuale lo stretto rapporto tra cinema e letteratura. “Letteratura, Cinema, Fumetto”, personaggi dei fumetti classici come Tex Willer, Spider Man, Diabolik e Superman si mescolano a protagonisti di produzioni più recenti come Dylan Dog, I Simpson e Sin City in un’escursione cinematografica che inquadra i “comics” nel panorama culturale italiano. Per il secondo anno consecutivo tornerà, a grande richiesta di pubblico, “Il gusto delle parole, il sapore delle immagini”, un itinerario cinematografico, letterario e gastronomico che coinvolge prestigiosi nomi dell’alta cucina piemontese. Gli chef delle “Stelle del Piemonte”, associazione voluta dall’Assessorato al Turismo della Regione Piemonte per promuovere l’enogastronomia d’eccellenza piemontese, proporranno al pubblico finger food e degustazioni, con ricette ispirate da celebri pellicole come Ricette d’amore di Sandra Nettlelbeck con Sergio Castellitto, Ratatouille, cartoon targato Disney/pixar, L’ultima vacanza di Wayne Wang e il recente Lezioni di cioccolato di Claudio Capellini con Violante Placido e Neri Marcorè. Sempre attento a promuovere i legami tra le varie discipline, il Festival proporrà quest’anno anche il connubio tra cinema e musica. In collaborazione con l’associazione “Settimane musicali di Stresa”, giovedì 10 alle ore 15 il Quintetto dell’Opera di Milano coinvolgerà il pubblico ripercorrendo alcune delle più famose colonne sonore del cinema. Il tema del rapporto tra le due arti, quella musicale e quella cinematografica sarà approfondito anche attraverso l’incontro “Il Cinema e la Musica Classica, assonanze elettive”. Il 3 maggio al Palacongressi sarà invece presentata la sonorizzazione dal vivo del capolavoro di Charlie Chaplin Luci della città per opera della Filarmonica ‘900 del Teatro Regio di Torino diretta da Timothy Brock. La collaborazione rientra nel progetto di promozione del territorio del Lago Maggiore “Primavera in scena sul Lago Maggiore tra musica, cinema e giardini”, voluto dalla Regione Piemonte e dalla Provincia del Verbano Cusio Ossola. La rassegna quest’anno coinvolgerà, oltre agli studenti piemontesi, anche un centinaio di scuole medie inferiori e superiori delle province di Milano, Como, Varese e Pavia – grazie all’accordo stipulato tra il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca - Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia (Miur-usr) e il Premio Grinzane Cavour – e studenti dell’università Iulm, in attuazione della convenzione tra l’Ateneo milanese e il Grinzane. Per tutti i ragazzi sono previste agevolazioni: un servizio di trasporto gratuito dalla sede scolastica al Centro Congressi di Stresa e convenzioni per pernottamento e ristorazione. L’ingresso al Palazzo dei Congressi per gli incontri e le proiezioni è libero fino ad esaurimento posti. Per informazioni 011. 8100111 - website www. Grinzane. It .  
   
   
IL MULTIMEDIALE SI AFFERMA IN PUGLIA  
 
Valenzano, 31 marzo 2008 - Tra prospettive di sviluppo e nuova creatività: oggi a Bari il confronto tra i protagonisti dell’industria multimediale e l’amministrazione regionale “La gestione dell’Accordo di Programma Quadro Sensi Contemporanei, a valle della recente sottoscrizione di una convenzione tra Apulia Film Commission, Fiera del Levante, Provincia di Lecce e Regione Puglia porterà alla realizzazione di quattro progetti sfidanti e ambiziosi: l’istituzione di una Casa del Cinema e di un Cineporto a Bari e a Lecce, la realizzazione dell’Apulia Audiovisual Workshop – un workshop internazionale itinerante per le 5 province pugliesi – e il Progetto Memoria, rivolto alla scoperta o riscoperta dell’ identità pugliese”. Così Oscar Iarussi, presidente dell’Apulia Film Commission, ha annunciato una delle novità importanti che riguardano il settore multimediale pugliese nel corso del convegno “La filiera multimediale in Puglia: potenzialità e prospettive di sviluppo” organizzato dall’Arti, Agenzia Regionale per la Tecnologia e l’Innovazione, in collaborazione con la Apulia Film Commission. Obiettivo del convegno era quello di dare evidenza alle realtà produttive pugliesi del comparto multimediale e alle azioni che ne favorirebbero un rafforzamento ed un ulteriore sviluppo. Nel corso degli ultimi 10 anni, il sistema multimediale pugliese ha fatto registrare una crescita vertiginosa; i dati più recenti indicano che il numero delle imprese operanti in questo settore supera le 2 mila unità e che il 75% di esse opera attivamente nel comparto della comunicazione e produzione multimediale. Si tratta di numeri ancora poco significativi, soprattutto se raffrontati con i dati nazionali – l’Unioncamere stimava nel 2006 la presenza di 50 mila imprese operanti in tutti i comparti della filiera – ma incoraggianti e potenzialmente in crescita se sostenuti da iniziative dell’Amministrazione regionale. Alla presentazione dei risultati del rapporto “La filiera multimediale pugliese”, coordinato dall’Agenzia e presentato nel corso del convegno da Gianfranco Viesti, presidente dell’Agenzia, ha fatto seguito l’intervento di Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia, che ha affermato che non si può pensare di costruire una dinamica virtuosa dello sviluppo territoriale senza considerare il coinvolgimento del mondo delle produzioni artistiche: un settore le cui potenzialità espressive possono essere un reale volano dello sviluppo economico e culturale della regione. Fabrizio Versienti responsabile Cultura e Spettacoli del Corriere del Mezzogiorno Puglia, ha poi raccolto le testimonianze di protagonisti del settore, accomunati dalla stessa origine meridionale: Sergio Rubini, regista e attore; Giancarlo De Cataldo, scrittore e sceneggiatore, che ha sottolineato l’importanza che si creino in Puglia scuole per scrittori e sceneggiatori, e Felice Laudadio, direttore della Casa del Cinema di Roma, il quale ha sottolineato come la regione sia una straordinaria fucina di talenti creativi da sostenere e appoggiare con azioni specifiche si supporto, sul tipo delle Film Commission o di strutture di servizio alle produzioni. Alle loro riflessioni si sono unite quelle di Alessandro Laterza, presidente di Confindustria Bari, che ha descritto i sei comparti che compongono la filiera multimediale (produzione discografica, televisiva, cinematografica, comunicazione e produzione multimediale, riproduzione di supporti e performance multimediali), soffermandosi in particolare sulla necessità di comunicare efficacemente i prodotti multimediali realizzati in Puglia; e di Cosimo Lacirignola, presidente della Fiera del Levante, che ha sottolineato come la Fiera sia in grado di essere il contenitore non solo delle strutture a servizio della filiera multimediale, ma anche di una creatività innovativa che non trova l’eguale in nessun altro contesto. Il convegno è stato concluso dall’intervento di Silvia Godelli, Assessore regionale alla Cultura e al Mediterraneo, che ha sottolineato come il comparto multimediale sia concretamente sostenuto dalla regione la quale, grazie anche alla collaborazione con l’Apulia Film Commission, eroga stanziamenti consistenti a progetti veramente innovatori. .  
   
   
PRESENTATE LE INIZIATIVE PER IL CENTENARIO DI GUARESCHI  
 
Milano, 31 marzo 2008 - Per il centenario della nascita del celebre scrittore Giovannino Guareschi è in programma un ciclo di iniziative che ne celebrano l’opera, la memoria e la figura. Le manifestazioni prenderanno il via sabato 19 aprile, con l’apertura della mostra “Giovannino Guareschi. Nascita di un umorista” alla Galleria San Ludovico di Parma e proseguiranno fino alla primavera del 2009. Il programma è stato presentato oggi dall’assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi assieme al Presidente del Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario di Guareschi Vincenzo Bernazzoli, alla figlia dello scrittore Carlotta Guareschi e al direttore di Mup Editore Guido Conti. “Milano – ha detto Sgarbi – si è offerta come palcoscenico per la presentazione delle attività dedicate alla figura di questo grande scrittore, dalla straordinaria capacità espressiva e grande forza illustrativa”. “Il Comune – ha annunciato l’assessore – ha intenzione di partecipare alle celebrazioni del centenario con una mostra che sarà ospitata al Castello Sforzesco”. Principali Eventi 2008 Parma 19 aprile-1 giugno 2008 Galleria San Ludovico Mostra Giovannino Guareschi. Nascita di un umorista; Fontanelle di Roccabianca (Parma) 1-4 maggio 2008 1 maggio 1908 – 1 maggio 2008. Buon compleanno Giovannino; Brescello (Reggio Emilia) Giugno 2008 Rassegna Cinematografica Mondo piccolo cinematografico; Bologna Giugno - Settembre 2008 Giovannino Guareschi e il cinema Mostre, incontri, retrospettive cinematografiche; Parma 21-22 novembre 2008 Aula Magna dell’Università di Parma Convegno Internazionale Cent’anni di Guareschi: letteratura, cinema, giornalismo, grafica; Busseto (Parma) da aprile 2008 Progetto didattico Giovannino Guareschi 2008 Mostra e Quaderno didattico. .  
   
   
“CUORE DI ROMAGNA – POESIE” DI CATERINA TISSELLI  
 
San Mauro Pascoli, 31 Marzo 2008 - Quel gran cuore di Romagna raccontato in versi. Lo ha fatto la poetessa di San Mauro Mare Caterina Tisselli con “Cuore di Romagna – poesia” (Ponte Vecchio editore, 2008), la sua ultima fatica letteraria che sarà presentata lunedì 31 marzo alle 21,00 nella Biblioteca di San Mauro Pascoli (piazza Mazzini, 7). Alla serata saranno presenti il sindaco-poeta di San Mauro Pascoli Gianfranco Miro Gori, il giornalista de “Il Resto del Carlino” Ermanno Pasolini, e la stessa autrice. Il volume raccoglie le poesie scritte dalla Tisselli nel corso di questi ultimi anni e dedicate a numerosi personaggi della vita culturale, politica e sociale della Romagna. La serata è organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di San Mauro. Per informazioni: Biblioteca comunale tel. 0541-933656. .  
   
   
LA BANCARELLA AL CIRCOLO DEI LETTORI DI TORINO- CRONACA DI UN INCONTRO RIUSCITO  
 
Torino, 31 marzo 2008 - La Bancarella, Salone del libro dell’Adriatico orientale, è sbarcata giovedì a Torino in un delicato equilibrio di accoglienza, stile e reciproca conoscenza. Molte persone, tante di origine istriana, fiumana e dalmata, sono intervenute in questa splendida dimora d’artisti e affamati di cultura d’ogni genere per ascoltare i brani scelti per la prima serata organizzata dal Cdm di Trieste, incentrata su una selezione tratta dal romanzo “L’onda dell’incrociatore, di Pier Antonio Quarantotto Gambini. L’incontro letterario è stato scelto anche per adattarsi alle suntuose prospettive del Circolo dei Lettori, un posto che vale la pena descrivere per i molti che probabilmente non lo conosceranno. Situato in una delle lunghe vie centrali di Torino, il Circolo occupa il primo piano di un vasto edificio, vera perla d’architettura Art Noveau. Ma qui quello che potrebbe sembrare un privilegio borghese di pochi è invece uno spazio completamente accessibile al pubblico per tutta la giornata, grazie alla gestione illuminata della Provincia di Torino. Infatti, le sale che non sono adibite ad uffici sono un percorso che si divide in stanze di lettura, contigue con altre adibite, letteralmente dalla mattina alla sera, a manifestazioni culturali e artistiche di varia natura. Il Cdm arriva qui, quindi, con i suoi tanti libri che parlano anche a molta gente che non sa proprio come sia questa situazione “là sul confine”, e contemporaneamente agli esuli piemontesi, che ritrovano nella loro nuova casa molto di quanto ricordano, delle proprie origini e appartenenze. La serata scorre velocemente sulle parole recitate di questo romanzo emblematico di Quarantotto Gambini, raccontato e analizzato peculiarmente dal critico letterario Patrizia Hansen. Sono molti gli esempi che quest’ultima sceglie per interpretare la scrittura dell’autore, aspra e caratterizzante per una Trieste in tensione, anche fra le onde che vanno e vengono nei suoi porticcioli. E’una storia che, senza mezzi termini, usa la vita e la morte, il sesso e il turbamento per inquadrare un luogo noto e forse anche difficile, malinconico, come può esserlo questa città. Ma dopo i libri, le considerazioni e i ricordi, è tempo di riunirsi. La serata si è infatti conclusa con una degustazione di formaggi, miele e vini istriani, offerti dal Circolo Istria e graditissimi al pubblico. Insomma, un buon inizio e una felice conclusione per quella che è stato un assaggio del ciclo di incontri de La Bancarella, che sarà ospite del Circolo dei Lettori per altre due serate. Questa volta al centro ci saranno “la frontiera” di Franco Vegliani e le note del jazzista Fragiacomo, per quello che si spera essere solo un incipit per una storia condivisa fatta anche di novità, scambi d’idee e comuni emozioni. .  
   
   
VESTIRE GLI IGNUDI DI LUIGI PIRANDELLO AL MIL DI SESTO SAN GIOVANNI  
 
Milano, 31 marzo 2008 - “Nessuno è ciò che appare e nessuno è in grado di apparire come vorrebbe”, insorge dal passato il monito di Pirandello, e mai fu tanto azzeccato, pare, come di questi tempi, dove l’immagine di sé e “i più propri talenti” sembrano essere in molti casi misurati dai riflessi di programmi televisivi, così “la maschera finisce per cadere dal volto che ne è coperto”, continua l’autore agrigentino. Mescolando tragico e comico, Vestire gli ignudi scandaglia fino all’estremo gli abissi dell’anima, affondando a piene mani nelle nostre pulsioni primigenie più bestiali. È una commedia a sei personaggi scritta nel 1922, ispirata a un fatto di cronaca e a un racconto di Luigi Capuana. La vicenda si presenta come il seguito di un antefatto, che va dipanandosi attraverso dialoghi rotti e concitati: Ersilia Drei, istitutrice in casa del console italiano a Smirne, una notte conosce e ama il tenente Laspiga, che riparte promettendole amore eterno. Un giorno la bambina di cui lei si prende cura precipita dalla terrazza e muore. Ersilia è allora scacciata dalla casa del console e costretta a partire per Roma, dove scopre che il suo amato tenente sta per sposare un’altra. Non resiste, si avvelena. Ma viene trasportata in ospedale e salvata. Una giornalista la intervista e lei si trova improvvisamente a essere un personaggio da rotocalco. La commedia ha inizio solo a questo punto: Ludovico Nota, romanziere, le dà ospitalità con l’intento di narrare la sua vita. È così che lei entra in contatto con tutta una schiera di personaggi che vogliono approfittare della sua situazione. L’intera vicenda si consuma in una squallida camera d’affitto. È un interno anomalo, “aperto”, irrequieto, improvvisamente scomposto quando è messo in comunicazione con l’esterno: la strada e la sua fragorosa vitalità. E allora rumori, oggetti, suoni, presenze sono i segnali che la vita continua. La strada. È lei la grande antagonista della storia. I personaggi lottano anche per ritagliarsi uno spazio minimo per poter agire, senza essere schiacciati dalla pressione dell’esterno. Una delle commedie pirandelliane più piene di suspence. Info@teatrofilodrammatici. It .  
   
   
TORNA AL PICCOLO TEATRO STREHLER A GRANDE RICHIESTA SLAVA’S SNOWSHOW LA “TEMPESTA DI NEVE” CHE INCANTA IL PUBBLICO UN CAPOLAVORO DI MAGIA E DI POESIA CREATO DAL CLOWN PIÙ FAMOSO NEL MONDO  
 
Milano, 31 marzo 2008 - A grande richiesta torna al Piccolo Teatro Strehler, dall’11 al 30 aprile, la poesia di Slava’s Snowshow, creato dal massimo esponente della clownerie contemporanea. “Slava’s Snowshow rappresenta per il mondo dei clown quello che il Cirque du Soleil rappresenta per il Circo”: così Variety sintetizza la ricerca di stile che Slava, ha iniziato negli anni ’70, a Leningrado, quando, studente di ingegneria, decise di dedicare la sua vita e il suo talento alla riscoperta e valorizzazione dell’arte della clownerie. Il risultato è un incantevole gioco teatrale di musica, immagini, suoni e eccellente abilità mimica, adatto a pubblici di ogni età. Come afferma lo stesso Slava, l’ispirazione è quella di un teatro rituale e magico, costruito sulla base delle immagini e dei movimenti, sui giochi e sulla fantasia; un teatro che sta tra commedia e tragedia, assurdità e spontaneità, crudeltà e tenerezza. Lo spettacolo, tra colori sgargianti, musiche, bolle di sapone, palloni colorati e coriandoli di neve, con il suo dolcissimo protagonista che indossa una buffa tuta gialla da lavoro e grandi pantofole rosse, ha portato la figura del clown fuori dal circo e dentro ai teatri, senza perdere di vista l’idea fondamentale dell’interazione con il pubblico che sta alla base della clownerie e della stessa performance. Con Slava’s Snowshow rifiorisce la tradizione circense del clown traendo ispirazione dai migliori rappresentanti del filone: la tristezza poetica dei clown di Leonid Engibarov, la raffinata filosofia della pantomima di Marcel Marceau, l’umanità e la comica amarezza dei grandi film di Chaplin. Lo spettacolo raccoglie le gag e i numeri più suggestivi della lunga carriera di Slava: presentato per la prima volta a Londra nel 1993, gli è subito valso il Time Out Award. Slava’s Snowshow è uno spettacolo in continuo divenire, in continuo movimento, perché sfugge a qualsiasi tentativo di limitazione della propria libertà. Www. Slavasnowshow. It .  
   
   
TIEFFE TEATRO STABILE D’INNOVAZIONE PRESENTA, DAL 10 AL 13 APRILE PRESSO LO SPAZIO MIL DI SESTO SAN GIOVANNI, LE INTELLETTUALI DI JEAN-BAPTISTE POQUELIN MOLIÈRE  
 
Milano, 31 marzo 2008 - Le femmes savantes, (Le Intellettuali), debuttò a Parigi, al Palais Royal, l´11 marzo del 1672. È il penultimo spettacolo di Molière, che morirà l´anno successivo recitando Le malade immaginaire. “Le Intellettuali ha come protagonista il teatro stesso”, questo dice Arturo Cirillo nelle sue note di regia, “è quindi finto ma dice delle verità, si sta recitando e si parla del mondo con i suoi poteri e le sue perversioni. 
Lo spettacolo non è completamente nell´oggi o nell´allora del Diciassettesimo secolo, è nel presente contraddittorio della rappresentazione. Do fiducia a Molière e credo che ci possa dire tante cose su di noi, le nostre famiglie, i nostri intellettuali, le nostre complicazioni sessuali, il nostro egoismo, pur restando se stesso. Ma lo spettacolo dovrebbe parlare da solo, e se dico questo è solo per contraddirmi un pò. E poi ancora Cesare Garboli, che ha firmato la traduzione del testo, pubblicata per Einaudi e ora fuori catalogo: “Ecco senza tante storie, senza falsi problemi, il solo modo di dare Molière, saltando il futile scoglio del "tradire o no i classici", ed evitando sia lo stolido aggiornamento avanguardistico sia il gusto della perfetta ricostruzione d´epoca ispirata a dubbia fedeltà storicistica (che poi è sempre bugiarda). Via dunque il Seicento rifatto sui tascabili di antiquariato e il mobilio d´epoca, via il décor, le stoffe e la cartapesta, per fare posto a una comune tavola e a due sedie. Sì però alle parrucche, col gusto aperto di contraddirsi e con un rapporto dialettico, elastico, continuamente sottolineato, fra il vetusto e il moderno, il morto e il vivo, oggi e ieri, oggi e allora”. “Lo spettacolo non è ambientato a Napoli” dichiara ancora il regista. “Se fosse recitato in francese si potrebbe dire che ha luogo a Parigi. Se gli spettatori riscontreranno talvolta degli accenti napoletani questo dipende da altri motivi: dovendo fare una commedia che ha tra le sue tematiche quella del linguaggio e la sua parossistica degenerazione, e dovendo trovare un piano di realtà nell´oggi, mi sono riferito a realtà più familiari a me e ai miei attori. Non credo nella lingua italiana come lingua del teatro, come lingua capace di portare l´attore ad una sua fisicità e di metterlo in rapporto con la sua storia. ” Il testo è nella sua versione originale. Nell’edizione di Molière la parte di Filaminta era interpretata da un uomo, l´attore Hubert, qui è il ruolo di Belisa che viene recitato da un uomo, l´attore Rosario Giglio. 
 La parte del Notaio in questo spettacolo diventa un travestimento del personaggio di Aristo, che aggiunge così uno stratagemma, oltre a quello delle lettere, per evitare il matrimonio tra Enrichetta e Trissottani .  
   
   
IL LETTO OVALE DI JOHN CHAPMAN E RAY COONEY SUL PALCOSCENICO DEL TEATRO MANZONI DI MILANO  
 
Milano, 31 marzo 2008 - “Il Letto Ovale” è la versione italiana, rivista e attualizzata, di “Move over mrs Markham”, scritto negli anni Sessanta dai due londinesi John Chapman e Ray Cooney e prodotta da Fabrizio Celestini & Andrea Maia e Il Sistina. Uno spettacolo esilarante e coinvolgente diretto magistralmente da Gino Landi, da sempre apprezzato per le sue regie teatrali e televisive. Dalla sua regia affiora un sorriso leggero e anche un po’ compiaciuto di fronte a uno stile di vita particolare, preoccupato soprattutto per le nuove tende da abbinare al tappeto del salotto. La storia è stata ambientata in Italia e ai giorni nostri, appunto in un salotto borghese di Milano. In un appartamento ristrutturato sopra gli uffici della casa editrice di Filippo ed Enrico, si ritrovano i due soci con le loro mogli, un eccentrico arredatore, una ragazza alla pari disinibita, un’operatrice di call center, un santone indiano ed una scrittrice bizzarra. L’intreccio è quello classico: due coppie a confronto, qualcuno sa qualcosa che l’altro non deve sapere, in una ci si tradisce e nell’altra no. Poi l’imprevisto fa scattare la peripezia. La pagina di una lettera caduta per caso da una borsetta creerà una serie di imbarazzanti equivoci, un gioco reso con brio, ma senza scadere mai nella volgarità. Giovanna, moglie fedele di Filippo, si troverà al centro di un intreccio di tradimenti di cui diverrà l’inconsapevole vittima. Ma a tanta frenesia, eccitazione e follia, in una serie di esilaranti colpi di scena, seguirà la resa dei conti finale dove, come in ogni commedia che si rispetti, trionferà la verità. Molto abilmente Gino Landi innesta sull’impianto drammaturgico di base gli stilemi che appartengono al nostro varietà. In scena un Maurizio Micheli (già presente recentemente nella memoria del pubblico come protagonista insieme a Sabrina Ferilli de “La Presidentessa”) che qui in un attimo entra nei panni di Filippo Branca. Un personaggio timido, pigro e un po’ trasandato, con atteggiamenti e movimenti che disegnano il tipo senza calcare troppo la mano sullo stereotipo. Accanto a lui una brillante Barbara d’Urso che con il suo ruolo di moglie, in due ore di spettacolo, mostra tutto il suo talento e la sua verve capaci di divertire ed affascinare lo spettatore. Due personaggi, due temperamenti ma una sola, innata classe: i due funzionano, insieme, simpaticamente, con spigliatezza e versatilità espressiva. Con loro in scena Sandra Milo, divertentissima nel ruolo di Sveva Sanfelice (un riferimento alla Sveva Casati Modigliani?), una svagata, ma comica scrittrice di favole per bambini; Pierluigi Misasi (nei panni di Enrico) che tratteggia un esilarante “fedifrago” che ha nei tempi e nella napoletanità i suoi punti di forza; Lisa Angelillo (la moglie di Enrico) una donna trascurata che decide di vivere l’ebbrezza e la follia del tradimento; Alessandro Marrapodi (l’arredatore di interni), divertentissimo nella sua eccessiva e comica esagerazione. Completano il cast Adriano Evangelisti, che disegna abilmente un nostrano santone indiano, Lusiana Pedroso (la cameriera) e Valeria Brambilla (l’operatrice di call center). Note di Regia di Gino Landi La messa in scena di questo testo di Ray Cooney e John Chapman, il primo già autore delle fortunatissime “Taxi a due piazze” e “Se devi dire una bugia dilla grossa”, è un piacevolissimo pretesto per ridere in un momento in cui non è facile ridere e farci ridere; ridere senza cadere mai nella volgarità che quotidianamente ci circonda; ridere di equivoci che ancora oggi coinvolgono, colpiscono per la loro tipicità, datata ma sempre attuale. Il testo è una macchina quasi perfetta nella quale i personaggi si muovono a loro agio, con la comodità che nasce da una scrittura totalmente legata alla rappresentazione teatrale; l’adattamento ha cercato di attualizzare tutti quei riferimenti che al giorno d’oggi risultano desueti, vedi l’uso del telefono. Il piacere di aver costruito questo spettacolo con un cast eccellente, sempre pronto a seguire ed a suggerire elementi nuovi, mi hanno permesso di lavorare con grande divertimento, divertimento che auguro ad ogni spettatore. .  
   
   
NELLA SALA GRANDE TEATRO FRANCO PARENTI FRANCO BRANCIAROLI IN FINALE DI PARTITA DI SAMUEL BECKETT  
 
Milano, 31 marzo 2008 - Nel 2006, anno del centenario della nascita di Samuel Beckett, Franco Branciaroli ha messo in scena – nella duplice veste di attore e regista - uno dei capolavori del drammaturgo irlandese: Finale di partita. Lo spettacolo - una grande prova d’attore e un allestimento che punta al tragicomico – riscuote talmente tanto successo di critica e di pubblico da essere richiesto per 3 stagioni nei maggiori teatri italiani (debutto nazionale marzo 2006 Teatro Argentina di Roma), un vero caso per un autore in genere considerato “difficile” come Samuel Beckett. Il segreto sta nell’aver scelto una messa in scena che dà risalto alla chiave comica dell’assurdo beckettiano, dando al protagonista Hamm la voce dell’ispettore Clouseau. Per la critica, un vero colpo d’ala! Considerato un classico del teatro contemporaneo, Finale di partita è riconosciuto come il maggior lavoro teatrale di Beckett e uno dei più significativi di tutta la sua opera. L’occasione del centenario del grande scrittore irlandese, premio Nobel per la letteratura, è coincisa con la decisione di Franco Branciaroli di affrontare sulla scena un personaggio come quello di Hamm, di cui si possono ricordare le precedenti interpretazioni di Gianni Santuccio negli anni Ottanta e di Carlo Cecchi nel 1995. D’altro canto fu lo stesso Beckett a definire Finale di partita, in un’intervista rilasciata al Corriere della sera, un vero e proprio match teatrale per mattatori. Della parola beckettiana Branciaroli mette in rilievo soprattutto la dimensione tragicomica che, particolarmente congeniale alla sua recitazione, perfettamente si attaglia a quella che è, per dichiarazione dello stesso Beckett, la battuta e la sintesi principale del testo: ovvero che niente è più comico dell´infelicità. L’allestimento dello spettacolo, diretto, secondo le precisissime didascalie di Beckett, dallo stesso Branciaroli (“Non puoi fare la regia di Finale di partita – spiega Branciaroli - perché è già tutto scritto dall’autore. Perfino quanti minuti l’attore deve stare in silenzio”), punta proprio a dare risalto all’impossibilità del mondo-superstite di comunicare eppure alla sua condanna di continuare a produrre parole e rumore, quasi che il silenzio coincidesse con la morte. Chiuso ciascuno nella propria infermità (motoria, linguistica e visiva quella di Hamm, ancora motoria quella di Clov, addirittura pre-agonica quella dei due genitori ridotti a monconi dentro a due bidoni carichi solo di passato), lo spettacolo cerca dunque di sfogliare le molte sfaccettature racchiuse dentro al testo dell’autore irlandese (spesso metateatrali o religiose, come di chi non aspetta più Godot ma vive tragicamente una grande nostalgia per il sacro), anche con sorprese, tocchi e accenti assolutamente originali che si rifanno ad una lettura profonda della scrittura di Beckett. Così è per la scelta di Franco Branciaroli di dare risalto all’ispirazione clownesca dei personaggi, tanto che lo stesso Hamm parla con l’accento francofono dell’ispettore Clouseau (era per altro intenzione di Beckett scritturare per quel ruolo Peter Sellers). Parte integrante della regia sono la scena disegnata da Margherita Palli, che al vuoto esistenziale beckettiano dà concretezza sospendendo l’azione su un vuoto fisico, e le luci di Luigi Saccomandi che, totalmente allampanate e inverosimili, rendono sensibile la consistenza assolutamente antinaturale di ogni residua esistenza. Scrive Branciaroli nelle sue note di regia: “Paradossalmente, i testi di Beckett oggi non sono più assurdi: si sono avverati. Il mondo rappresentato è quanto resta dell’ultimo naufragio. Anche i personaggi in gioco sono dei resti alla deriva. Hamm è cieco e immobilizzato sulla sedia a rotelle, il padre e la madre vegetano inchiodati dentro due bidoni della spazzatura, dai quali emergono, se Clov alza il coperchio, con la sola testa. Clov può ancora camminare, ma senza potersi piegare né sedere. E anche questi mi paiono simboli della condizione umana, validi oggi. Il messaggio di Beckett sull’uomo è tragicamente vero, la sfida che mi sono proposto è farlo arrivare togliendo peso alle parole. Non per togliere peso al tragico: anzi, per renderlo più efficace”. Info@teatrofrancoparenti. Com .  
   
   
“NINA”, UN CLASSICO DEL TEATRO COMICO, IN SCENA AL TEATRO OLMETTO DI MILANO FINO AL 20 APRILE  
 
Milano, 31 marzo 2008 - Un “cavallo di battaglia” del regista Riccardo Pradella che firma 30 anni di successi. “Nina”, pièce comica di André Roussin, è divenuto negli anni uno dei cavalli di battaglia del regista Riccardo Pradella che ora, con un nuovo cast, torna a misurarsi con il suo “spettacolo preferito”, in scena al Teatro Olmetto di Milano dal 27 marzo al 20 aprile 2008. Prodotto da Associazione Teatrale Duende e Compagnia Vivavoce, interpretato da Marisa della Pasqua, Maurizio Desinan, Nicola Stravalaci e Roberto Recchia, “Nina” è la storia di un divertente menage à trois. Nina divide maternamente il suo amore tra il marito Adolphe, un uomo dalla salute debole con un grigio lavoro al Ministero delle Finanze, e l’amante Gerard, un libertino gran seduttore. Tutto procede per il meglio fino al giorno in cui il marito scopre la tresca e decide di uccidere l’amante della moglie. Peccato però che, nel momento di agire, egli si renda conto che il rivale sarebbe ben felice di morire perché, sebbene pieno di donne, è davvero infelice e annoiato dalla sua futile esistenza. I due uomini diventano amici, legati dalla condivisione di una grande infelicità e decidono, con un colpo di scena, di liberarsi di Nina avvelenandola. La donna tuttavia pare immune a qualsiasi tipo di veleno e questo fa scattare una serie di irresistibili gags e di malintesi che si risolvono nel lieto fine, all’insegna della rassegnazione a mantenere le cose come stanno. Rappresentata per la prima volta in Italia nel 1950 dalla compagnia diretta da Sergio Tofano, Nina è diventato quasi un "classico" del teatro comico. L´allestimento di Riccardo Pradella risale a trent´anni fa con un cast di alto livello, ". E gli effetti comici, gli eterni effetti comici del terzetto, ci sono e funzionano ancora, piazzati al punto giusto e alimentati dalla linfa del paradosso. ", così scriveva il grande critico Roberto De Monticelli su Il Giorno del 9 luglio 1971. André Roussin nacque a Marsiglia il 22 gennaio del 1911. Appartenente a una famiglia di magistrati e industriali marsigliesi, fu regolarmente avviato a studi e carriera consoni alle tradizioni familiari, ma dopo un anno di studi legali e letterari li interruppe. Fu per due anni giornalista al Petit Marseillais dopodiché entrò a far parte della Compagnie du Rideau Gris fondata a Marsiglia da Louis Ducreux, allora ventenne. Questa compagnia, che fu la prima delle giovani compagnie provinciali numerose all’epoca in Francia, era un gruppo di giovani appassionati di teatro che decisero di portare in provincia lo stesso spirito artistico di Jouvet, Pitoëff, Dullin e Baty, famosi registi attivi tra le due guerre in Francia. Per dodici anni Roussin co-diresse questa compagnia con Louis Ducreux interpretando i ruoli principali dei 50 spettacoli allestiti nel corso di questo periodo. Dopo l’armistizio del 1940, abitando nella zona libera francese, con Louis Ducreux riprese a Marsiglia la direzione della loro antica compagnia, inscenando la sua prima opera dal titolo Am Stram Gram che fu rappresentata a Cannes, Marsiglia, nel centro della Francia fino a Lione e in Svizzera, per arrivare a Parigi nel 1944. Nel 1947 esplose il successo de La petite hutte che fu rappresentata 1500 volte al teatro Des Nouveaites, tradotta in tutte le lingue e recitata in tutto il mondo. Durante le repliche di questo spettacolo Roussin scrisse a Parigi altre tre opere: Les oeufs de l’autruche, Ninà e Bobosse. In seguito non cessò mai di far rappresentare le sue opere fino all’ultima, nell’ottobre del 1972, dal titolo La claque. Nel frattempo pubblicò due raccolte di ricordi e riflessioni sul teatro (Patience et Impatiences e Un contentement raisonnable) e nel 1974 La Boite a couleurs. Tenne conferenze sul teatro presso le istituzioni più prestigiose. Il 12 aprile 1973 fu nominato Accademico di Francia. Morì il 3 novembre 1987. Www. Teatrolmetto. Com .  
   
   
MILANO: DAL 4 APRILE AL 13 GIUGNO IL CICLO “MUSICA E POESIA A SAN MAURIZIO”  
 
Milano, 31 marzo 2008 - Bach, Händel, Vivaldi, Carissimi, Rameau e altri grandi compositori costituiscono il cuore della 62a edizione della rassegna “Musica e Poesia a san Maurizio”, dedicata alla musica antica. I dieci concerti in programma saranno eseguiti da importanti ensemble cameristici, orchestre, cori e solisti di musica antica e barocca nelle suggestive cornici della chiesa di Sant’antonio Abate, della Sagrestia di Santa Maria delle Grazie e della Basilica di San Simpliciano. Quattro serate musicali saranno accompagnate, come da tradizione, da un prologo in poesia che avrà come protagonisti i poeti Giancarlo Majorino, Tomaso Kemeny, Vivian Lamarque e Milo De Angelis. Di seguito l’intervenot di Vittorio Sgarbi Assessore alla Cultura Comune di Milano. La musica ha lo scopo di divertire e di suscitare in noi diversi sentimenti, suggerisce Cartesio. Ma non solo, l´esperienza millenaria della musica nelle chiese induce i fedeli, come Sant´agostino, a ritenere che la musica sia espressione della volontà di Dio, suo dono al servizio della teologia. Ed è infatti proprio a Milano che Agostino, retorico e autore di testi filosofici che trattano della musica, matura la conversione al cristianesimo, facendosi battezzare da Sant´ambrogio, a sua volta fautore del canto ambrosiano, conservatosi fino ai giorni nostri grazie all´autonomia della liturgia milanese. E dunque per antiche radici, che Musica e Poesia a San Maurizio, rassegna votata alla "musica antica”, trova la sua naturale collocazione non in una sala da concerto bensì all´interno del Monastero Maggiore in Milano, dapprima dedicato a Maria e poi a San Maurizio, memorabile per gli affreschi del Luini. E proprio per i restauri alle volte del Coro, questa edizione di Musica e Poesia a San Maurizio, sarà ospitata in altre chiese: la Basilica di San Simpliciano, la Sagrestia di Santa Maria delle Grazie e la Chiesa di Sant´antonio Abate. Musica e Poesia a San Maurizio è una manifestazione preziosa per il Comune di Milano, che la propone ciclicamente da più di trenta anni e la sostiene economicamente in modo esclusivo. Musica e Poesia a San Maurizio rappresenta per il Comune di Milano la testimonianza di una convinta attenzione alla musica antica e la finanzia in toto. Per la offerta musicale, desidero segnalare, nella varietà dei programmi e degli interpreti di questa edizione, il concerto di Jordi Savall (martedì 20 maggio), dedicato alla follia, danza di origine portoghese citata anche da Cervantes e Lope de Vega. La rassegna è stata realizzata con la partecipazione di istituzioni musicali milanesi, in particolare la gloriosa “Società del Quartetto”, che si sono affermate nel campo della musica antica e barocca, a testimoniare la contemporaneità della interpretazione della musica antica eseguita con strumenti originali. Mi compiaccio inoltre della collaborazione della Casa della Poesia di Milano, anch’essa sostenuta dal Comune di Milano, con gli interventi di Giancarlo Majorino, Tomaso Kemeny, Viviane Lamarque e Milo De Angelis. .  
   
   
MARCHE: UN PACCHETTO DI INIZIATIVE PER DARE SLANCIO ALLA VITA CULTURALE DEI PICCOLI COMUNI  
 
Ancona, 31 marzo 2008 - Un´offerta ricca e articolata per far brillare di nuova luce la vita culturale nei piccoli centri marchigiani. L´impulso viene da un pacchetto di iniziative, presentato dall´assessore regionale alla Cultura, Luigi Minardi, a una platea numerosa, formata da sindaci e amministratori dei Comuni fino a 5 mila abitanti. Grande interesse e aspettativa per questa proposta che ha lo scopo di favorire misure e interventi per accrescere la partecipazione e la fruizione culturale nei piccoli Comuni. Questi, in un momento in cui si registra una forte domanda di cultura, specie da parte dei giovani, sono chiamati a utilizzare al meglio le proposte che vengono dalla Regione, magari associandosi, mettendo insieme le forze, per proporre un´offerta culturale in grado di soddisfare l´intera cittadinanza. Di questo progetto, chiamato dallo stesso assessore ´No alla desertificazione culturale del territorio´, ne erano state illustrate le motivazioni e le linee guida, lo scorso dicembre, a Urbino, in occasione della Conferenza programmatica della cultura. Attorno al progetto si e` poi costituito un gruppo di lavoro da cui sono derivate varie ipotesi di offerta culturale a cui sara` possibile accedere attraverso appositi bandi. Si tratta, secondo l´assessore regionale, di un pacchetto completo di nuovi progetti per tenere aperti il piu` possibile musei, biblioteche, teatri, molti dei quali recuperati, ma chiusi, senza vita ne` anima per buona parte dell´anno, e restituirli in questo modo al loro valore sociale ed alla cittadinanza. La cultura, come ha affermato ancora l´assessore, non puo` essere considerata un lusso ma come un elemento sostanziale del welfare. Le linee di intervento sono distinte in tre macro settori: tecnologia e beni culturali, museo diffuso e spettacolo per i piccoli teatri. Nel primo caso, gli spazi adibiti alla cultura, potranno essere dotati di grandi schermi, videoproiettori, personal computer, per poter vivere in diretta o in differita importanti conferenze o iniziative di rilievo. Una sorta di web tv che, grazie a una sala attrezzata con strumenti tecnologici, possa supportare e integrare la partecipazione alle tante occasioni perse perche` organizzate altrove. Riguardo al Museo diffuso, i Comuni potrebbero prevedere, per i propri musei e per la valorizzazione delle eccellenze culturali del proprio territorio, l´impiego, con il contributo della Regione, di parte dei corsisti che stanno facendo formazione presso il Centro specializzato di Fermo. Prevista, inoltre, la possibilita` di rendere le piazze dei centri storici piu` belle attraverso prestiti o cessioni in comodato d´uso di opere d´arte realizzate dagli artisti del Centro Tam di Pietrarubbia, presieduto da Arnaldo Pomodoro, o dagli scultori che hanno partecipato all´iniziativa ´Scolpire in piazza´ di Sant´ippolito: due realta` con cui esiste a tale scopo gia` l´accordo con la Regione. Per lo spettacolo dal vivo, si pensa a una serie di iniziative di prosa e danza destinate ai piccoli teatri che permetteranno di fare emergere giovani compagnie del territorio, alcune, come nel caso della prosa, a carattere amatoriale, mentre, per altre manifestazioni, un modello a cui far riferimento e` quello itinerante, come per Musicultura Tour o per il circuito del jazz ´Marche Jazz Network´. Come fonti di finanziamento sono disponibili, per un totale di circa un milione di euro annui per due anni, i fondi ´straordinari´ ottenuti dai due Accordi di Programma Quadro sulle Politiche giovanili e sui Beni culturali, sottoscritti con lo Stato, e grazie al Progetto ´Palcoscenico Marche´. I Comuni potranno concorrere ai bandi da soli o in forma associata. Le domande saranno poi vagliate da un apposito Nucleo di valutazione e da un Tavolo tecnico. .  
   
   
EMMANUEL KRIVINE, LA VITA CELESTIALE SUL PODIO DELL’ORCHESTRE PHILHARMONIQUE DU LUXEMBOURG PER LA QUARTA DI MAHLER E IL TERZO CONCERTO DI BEETHOVEN, SOLISTA IL PIANISTA RUDOLF BUCHBINDER  
 
 Parma, 31 marzo 2008 - Continua la rassegna di prestigiose orchestre e di eccellenti bacchette per la Stagione Concertistica del Teatro Regio di Parma. All’auditorium Paganini venerdì 4 aprile 2008, ore 20. 00, turno A, è la volta dell’Orchestre Philharmonique du Luxembourg diretta da Emmanuel Krivine. Il programma di grande suggestione si apre con l’ouverture tratta dalle musiche di scena composte da Ludwig van Beethoven per il dramma Egmont di Goethe a cui seguirà, affidato alla tastiera del celebre Rudolf Buchbinder, il Concerto in do minore per pianoforte e orchestra n. 3 op. 37, sempre di Beethoven. Nella seconda parte della serata la Quarta Sinfonia in sol maggiore ‘Das himmlisches Leben’ (‘La vita celestiale) di Gustav Mahler, che impegnerà la voce del soprano Sally Matthews. Un secolo è l’arco temporale che racchiude i due capolavori presentati da Krivine e dall’orchestra internazionale di cui il maestro è da due anni direttore musicale. Composto probabilmente nell’autunno-inverno 1799-1800, il Terzo Concerto, pubblicato nel 1804, rappresenta una definitiva svolta compiuta da Beethoven nei riguardi del modello mozartiano. È un ritorno invece all’antico, fin dalla scelta di una compagine più raccolta, la Quarta Sinfonia di Gustav Mahler, dopo le aspirazioni monumentali delle due sinfonie precedenti. Un Lied per soprano, tratto dalla celebre raccolta di canti popolari curata da Arnim e Brentano, Des Knaben Wundehorn (Il Corno magico del fanciullo) è posto come ultimo movimento. Fu Mahler a dirigere l’opera per la prima volta a Monaco nel 1901. Formata da cento elementi provenienti da ben ventun paesi diversi, l’Orchestre Philharmonique du Luxembourg ha avuto un ruolo vitale nella vita musicale del Gran Ducato, fin dalla fondazione avvenuta nel 1933. In origine era un’orchestra privata della radio; l’intera organizzazione è stata poi assorbita dallo Stato nel 1996, con la nascita della Fondazione Henri Pensis. La reputazione internazionale dell’Orchestra si è consolidata attraverso numerosi concerti, incisioni, produzioni radiofoniche e televisive grazie all’operato dei suoi sei direttori musicali: Henri Pensis, Louis de Froment, Leopold Hager, David Shallon, Bramwell Tovey e, dal settembre 2006, Emmanuel Krivine. Di origini russe e polacche, Emmanuel Krivine inizia la sua carriera musicale in giovane età come violinista. Dopo l’incontro con il celebre Karl Böhm nel 1965, lascia il violino per intraprendere la carriera direttoriale che lo ha presto portato sul podio delle più importanti orchestre del mondo, a cominciare dai Berliner Philharmoniker. Direttore musicale di prestigiose formazioni è dal 2006 Direttore dell’Orchestra Filarmonica del Lussemburgo, divenendone direttore musicale nel 2006. Il pianista Rudolf Buchbinder è stato ammesso a soli cinque anni – più giovane allievo di tutti i tempi – alla Musikhochschule di Vienna. Agli inizi della carriera si è dedicato soprattutto alla musica da camera, mentre oggi suona come solista in tutto il mondo con le maggiori orchestre ed i più celebri direttori ed è ospite regolare del Festival di Salisburgo e di altri importanti Festival. Di fondamentale importanza è per Rudolf Buchbinder l’interpretazione del ciclo delle trentadue sonate per pianoforte di Beethoven eseguite fino ad oggi in numerose città fra cui Monaco, Vienna, Amburgo, Zurigo e Buenos Aires. Il soprano Sally Matthews, dopo aver vinto importanti concorsi internazionali ha debuttato alla Royal Opera House come Nannetta nel Falstaff diretto da Bernard Haitink, cantando poi nel Parsifal diretto da sir Simon Rattle. Emmanuel Krivine Emanuel Krivine, di origini russe e polacche, inizia la sua carriera musicale in giovane età come violinista. All’eta di 16 anni vince il premio del Conservatorio di Parigi e riceve altri prestigiosi riconoscimenti. Entra a far parte della Cappella Musicale Reine Elisabeth, e contemporaneamente studia con Henryk Szeryng e Yehudi Menuhin. Dopo l’incontro con Karl Böhm nel 1965, lascia il violino per diventare direttore d’orchestra. Dal 1976 al 1983 è stato Direttore ospite permanente dell’Orchestra Filarmonica di Radio-france, dal 1987 al 2000 Direttore Musicale dell’Orchestra Nazionale di Lione e poi, per undici anni, dell’Orchestra Francese dei Giovani. Emmanuel Krivine ha lavorato regolarmente con le orchestre più prestigiose, Berliner Philharmoniker, London Symphony Orchestra, London Philharmonic Orchestra, Amsterdam Concertgebouw, Orchestre National de France, Chamber Orchestra of Europe, Nhk Tokyo e Yomiuri Symphony Orchestra. Nel 2004 diventa Direttore della Chambre Philarmonique, della quale è anche uno dei fondatori insieme ad un gruppo di musicisti provenienti da tutta Europa con i quali si è dedicato alla scoperta e all’esecuzione di un repertorio classico e romantico, con composizioni che arrivano fino ai giorni nostri, utilizzando sempre gli strumenti del periodo al quale si riferiscono le composizioni eseguite. Il primo concerto dell’Orchestra fu effettuato nel gennaio del 2004 alla “Folle Journée” di Nantes; da allora la Chambre Philarmonique ha accresciuto la sua reputazione attraverso progetti ambiziosi. Quale suo Direttore ospite principale, dal 2001 Emmanuel Krivine ha iniziato una stretta relazione con l’Orchestra Filarmonica del Lussemburgo, divenendone Direttore musicale nel 2006. Rudolf Buchbinder Rudolf Buchbinder è stato ammesso a soli 5 anni – più giovane allievo di tutti i tempi – alla Musikhochschule di Vienna. Agli inizi della carriera si è dedicato soprattutto alla musica da camera, mentre oggi suona come solista in tutto il mondo con le maggiori orchestre ed i più celebri direttori ed è ospite regolare del Festival di Salisburgo e di altri importanti Festival. L suo repertorio è molto vasto e include numerose opere del Xx secolo. Non si dedica unicamente alla letteratura pianistica classico-romantica, ma esplora anche brani poco eseguiti, come per esempio le Variazioni Diabelli scritte da 50 diversi compositori austriaci ed incise anche in disco. Vasta anche la discografia – più di 100 titoli – che documenta la versatilità ed ampiezza del suo repertorio. Fondamentale l’incisione di tutte le opere pianistiche di Haydn, premiata con il Grand Prix du Disque. Oggi Buchbinder predilige le incisioni dal vivo. Il ciclo dei Concerti di Mozart con i Wiener Symphoniker, registrato dal vivo alla Konzerthaus di Vienna, è stato segnalato come migliore incisione del 1998 dal famoso critico Joachim Kaiser. Per l’anniversario di Johann Strauss, Buchbinder ha registrato un disco di trascrizioni al pianoforte intitolato Waltzing Strauss, ottenendo uno strepitoso successo. Recentemente ha inciso dal vivo i due Concerti per pianoforte di Brahms con Nikolaus Harnoncourt e la Royal Concertgebouw Orchestra e i cinque Concerti per pianoforte di Beethoven con i Wiener Symphoniker, nella duplice veste di solista e direttore in occasione delle Wiener Festwochen 2003. Di fondamentale importanza è per Rudolf Buchbinder l’interpretazione del “Nuovo Testamento” del repertorio pianistico: il ciclo delle Sonate per pianoforte di Beethoven eseguite fino ad oggi in numerose città fra cui Monaco, Vienna, Amburgo, Zurigo e Buenos Aires. «Ancora una volta Buchbinder dimostra di essere uno dei più importanti e competenti interpreti di Beethoven dei nostri giorni», ha affermato il Frankfurter Allgemeine Zeitung. Nel tempo libero Buchbinder si occupa di letteratura ed arti figurative e, quando il tempo tra un concerto e l’altro glielo permette, si dedica con passione alla pittura. Sally Matthews Ha vinto nel 1999 il premio Kathleen Ferrier. Ha partecipato a “The Royal Opera Vilar Young Artist” dal 2001 al 2003, ed attualmente studia con Paul Farringdon. Nel gennaio 2001 ha debuttato alla Royal Opera House come Nannetta nel Falstaff diretto da Bernard Haitink, cantando poi nel Parsifal diretto da sir Simon Rattle, nelle Nozze di Figaro con Bernard Haitink, nella Zauberflöte con Philippe Jordan e nel Semele con sir Charles Mackerras. Ha debuttato alla Staatsoper Unter den Linden come Pamina nella Zauberflöte, poi nella Calisto di Cavalli in una nuova produzione di David Alden alla Bayerische Staatsoper. Recentemente ha cantato, tra l’altro, al Festival di Salisburgo, a Londra, a New York, in Giappone, ad Amsterdam. Futuri progetti includono impegni alla Royal Opera House, alla Staatsoper di Vienna, a La Monnaie di Bruxelles, alla Bayerische Staatsoper; sarà protagonista nel Paradies und die Peri di Schumann con l’Orchestra of the Age of Enlightenment e Simon Rattle a Londra, La Creazione di Haydn con la London Symphony Orchestra e sir Colin Davis a Londra e New York, Le Stagioni di Haydn con la Dso Berlin e Andrew Manze, composizioni di Messiaen con la London Symphony Orchestra e Daniel Harding e musiche Berg con la Bbc Philharmonic Orchestra dirette da Gianandrea Noseda. Recentemente ha eseguito una nuova composizione scritta per lei da Mark- Anthony Turnage alla Wigmore Hall. In questa stagione farà il suo debutto al Concertgebouw di Amsterdam. Orchestre Philharmonique Du Luxemburg Da quasi 75 anni dalla sua fondazione nel 1933, l’Orchestre Philharmonique du Luxembourg ha avuto un ruolo vitale nella vita musicale del Gran Ducato. In origine era un’orchestra privata della radio, l’intera organizzazione è stata poi assorbita dallo Stato nel 1996 con la nascita della Fondazione Henri Pensis. La reputazione internazionale dell’Orchestra si è consolidata attraverso numerosi concerti, incisioni, produzioni radiofoniche e televisive grazie all’operato dei suoi sei direttori musicali: Henri Pensis, Louis de Froment, Leopold Hager, David Shallon, Bramwell Tovey e, dal settembre 2006, Emmanuel Krivine. L’orchestre Philharmonique du Luxembourg è composta da 98 elementi, provenienti da ben 21 paesi diversi. È l’orchestra residente presso la Philharmonie Luxembourg, dove organizza serie di concerti serali, concerti per bambini e famiglie e progetti speciali con programmi jazz, musica pop e da film. Al Grand Théâtre a Lussemburgo è impegnata spesso nel repertorio lirico ed è presente anche in altri teatri del Gran Ducato. L’orchestra effettua numerosi concerti, circa 80 durante la stagione, un terzo di essi all’estero. Lunghe tournée sono state effettuate in Germania, Austria, Svizzera, Italia, Spagna, Belgio, Francia, Olanda e Grand Bretagna. Ha suonato nelle sale più importanti, quali il Musikverein a Vienna, la Philharmonie di Berlino, il Concertgebouw di Amsterdam. È stata anche in tournée in Asia e nel Nord America. Come parte del suo impegno per l’educazione musicale, il suo dipartimento specializzato “login:music” organizza concerti per giovani presso la Philharmonie ed in varie scuole. “login:music” effettua anche laboratori che coinvolgono bambini e giovani nella fase di preparazione dei concerti. L’orchestra Filarmonica di Lussemburgo incide due o tre cd per stagione, la maggior parte in collaborazione con la casa discografica francese Timpani. Edizioni complete delle opere orchestrali di Cras e Ohana sono state già completate oppure, di Xenakis, sono in fase di ultimazione. Questi cd hanno ricevuto importanti riconoscimenti internazionali: Grand Prix de l’Academie Charles Cros, Premio Gramophone, Prix Cecilia, Deutscher Schallplattenpreis. Nel gennaio del 2002 l’orchestra ha ricevuto due premi Cannes Classical al Midem per le incisioni del compositore francese Gabriel Piernè: “Disco dell’anno” e “Migliore incisione orchestrale del ventesimo secolo”. La registrazione dell’opera Polyphème di Jean Cras ha ricevuto il premio “Orphée d’Or” dall’Accademie du Disque Lyrique di Parigi. .  
   
   
ANNA GILI “ VASI IN MASCHERA”: DAL 17 AL 21 APRILE IN OCCASIONE DEL SALONE INTERNAZIONALE DEL MOBILE PRESSO LA GALLERIA BLANCHAERT  
 
Milano, 31 marzo 2008 - Da sempre il vetro di Murano significa proposta alchemica, ricerca della magia. Questa volta la designer Anna Gili, con poche e virtuose mosse compositive, propone un gruppo di vasi, come personaggi dei balocchi, astratte maschere di folclore. Assemblando liberamente un sistema di tubi policromi in vetro, con essi ottiene visi, nasi, orecchie e occhi, in un gioioso coro di espressioni descrittive. Questa piccola folla di vasi-persona nell’immaginaria piattaforma di un rinato Teatro dell’Arte, riporta il design di questi oggetti all’interno dello scenario di una tradizione italiana, in questi tempi troppo colpevolmente dimenticata. Anna Gili ancora una volta nel raffreddato panorama del design attuale, dona una collezione che contiene una forte componente passionale. Il progetto è eseguito dalla Compagnia Vetraria Muranese, storica fornace di Murano che, con questa collezione di vetri inaugura un nuovo percorso produttivo. In questa nuova collezione di oggetti in vetro, alcuni sono a tiratura limitata di 11 pezzi ,e verranno presentati in anteprima in occasione del Salone Internazionale del Mobile a Milano Presso la galleria Blanchaert, punto di riferimento italiano e internazionale per gli artisti e designers contemporanei che si esprimano in vetro, in ceramica e in smalto. La galleria è alla sua tredicesima edizione del Fuorisalone del Mobile. Info@annagili. Com info@galleriablanchaert. It .