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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 03 Giugno 2008 |
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WORKSHOP SUI BERSAGLI MOLECOLARI PER IL CANCRO, |
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Bergen, Norvegia, 3 giugno 2008 - L´11 e il 12 luglio la direzione Salute all´interno della direzione generale della Ricerca della Commissione europea organizza il terzo workshop sui bersagli molecolari per il cancro. L´evento è rivolto agli scienziati impegnati nei progetti finanziati dall´Ue e anche in altri progetti che si occupano dei bersagli molecolari, legislatori e rappresentanti del mondo industriale. Lo scopo è quello di discutere i vari aspetti della ricerca traslativa sul cancro e di avanzare soluzioni che affrontino la valorizzazione e la commercializzazione di scoperte potenzialmente innovative sui bersagli molecolari, derivanti dalla ricerca europea sul cancro. Attualmente, sono in corso circa 100 progetti di ricerca traslativa sul cancro finanziati dall´Ue nell´ambito della priorità tematica Salute all´interno del sesto e settimo Programma quadro (6°Pq e 7°Pq). Per ulteriori informazioni, visitare: http://www. Uib. No/med/moleculartargets/ . |
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TUMORE DEL COLON: NEL GENE KRAS LA RISPOSTA ALLA TERAPIA “UTILIZZARE LA CURA GIUSTA PER IL PAZIENTE GIUSTO” IL PROF. CINIERI: “SOLO LA SELEZIONE DEL MALATO ASSICURA L’APPROPRIATEZZA E LA SOSTENIBILITÀ DEL SISTEMA”. CETUXIMAB PIÙ EFFICACE IN CHI NON PRESENTA LA MUTAZIONE DEL MARCATORE |
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Chicago, 3 giugno 2008 – La vera sfida nella lotta al cancro è individuare la terapia “su misura” per ogni paziente. La chiave della risposta ai trattamenti è infatti racchiusa in alcuni geni: la loro presenza permette di determinare a priori chi risponderà in maniera positiva ai nuovi farmaci ad azione mirata. Nel caso del colon retto questo “segnale rivelatore” si trova nel gene Kras. Nuovi studi, presentati al Congresso della Società Americana di Oncologia (Asco) in corso a Chicago sull’ anticorpo monoclonale cetuximab, utilizzato per il trattamento del tumore del colon retto metastatico, dimostrano infatti come questa molecola funzioni al meglio in malati che non presentano la mutazione di questo marcatore. “Potenziare le ricerche per arrivare ad una sempre più precisa selezione del paziente è il vero obiettivo da perseguire – spiega il prof. Saverio Cinieri, direttore dell’Oncologia Medica di Brindisi - : non solo perché in questo modo è possibile massimizzare l’efficacia del nostro intervento e assicurare la cura giusta al paziente giusto, ma anche perché questa è l’unica via per mantenere la sostenibilità del sistema. Ora anche le aziende produttrici hanno iniziato a comprendere quanto l’utilizzo razionale e mirato delle nuove “armi” biotecnologiche sia fondamentale, e si stanno moltiplicando gli studi in questo senso. Un atteggiamento responsabile e corretto, sia nei confronti dei malati, che nell’ottica di un uso sempre più appropriato delle risorse”. I risultati dei due importanti studi di fase Iii (Crystal) e di fase Ii (Opus) presentati in plenaria al Congresso dimostrano come i pazienti senza la mutazione del gene Kras trattati con cetuximab più chemio rispondano in maniera molto più significativa alla terapia rispetto a quelli trattati con la sola chemioterapia. Lo studio Crystal ha valutato gli effetti dell’aggiunta di cetuximab alla chemioterapia standard (Folfiri) in pazienti senza la mutazione del gene Kras: la risposta è stata del 59% vs il 43% di chi aveva ricevuto solo la chemioterapia standard e il rischio di progressione della malattia è risultato ridotto del 32%. Lo studio Opus ha invece valutato l’aggiunta di cetuximab ad un altro schema chemioterapico classico (Folfox) in pazienti senza mutazione ed anche in questo caso il tasso di risposta è stato del 61% rispetto al 37% della sola chemio, e il rischio di progressione è risultato ridotto del 43%. . |
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ARENEGYR: RISULTATI PRELIMINARI ESSENZIALI DEGLI STUDI DI FASE II NEL MESOTELIOMA E NEL CARCINOMA DEL COLON-RETTO PRESENTATI AD ASCO 2008 |
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Milano, 3 giugno 2008 – al 44°convegno annuale dell’American Society of Clinical Oncology (Asco), Molmed S. P. A. (Mta:mlm) presenterà alcuni dati-chiave relativi ai risultati preliminari di due studi clinici di Fase Ii, tuttora in corso, del proprio farmaco antitumorale Arenegyr (Ngr-htnfα) in pazienti affetti da mesotelioma pleurico maligno (Mpm) pre-trattati con chemioterapia, ed in pazienti affetti da carcinoma del colon-retto (Crc) pesantemente pre-trattati. I dati salienti dei due studi, oggetto di due poster nelle sessioni dedicate alle rispettive indicazioni, illustrano in precocemente l’attività clinica e la sicurezza di Arenegyr, con tassi di sopravvivenza promettenti e prove di beneficio clinico sostanziale in termini di controllo prolungato della malattia, oltre ad un favorevole profilo di tossicità. • Mesotelioma pleurico maligno (Asco abstract 8099): in questo studio multicentro a singolo braccio, Arenegyr viene sperimentato come opzione terapeutica di seconda linea in pazienti pretrattati con chemioterapia, con 53 pazienti finora reclutati. L’analisi preliminare dei risultati, condotta su 41 pazienti e presentata ad Asco il primo giugno prossimo, mostrerà un miglioramento della sopravvivenza complessiva, ed una sopravvivenza senza progressione di malattia quasi raddoppiata rispetto ai dati relativi alla miglior cura di supporto disponibile riportati in letteratura. • Carcinoma del colon-retto (Asco abstract 4110): in questo studio multicentro a singolo braccio, sono stati finora arruolati 43 pazienti pesantemente pretrattati (i. E. Con almeno tre linee di trattamento precedenti fallite nel corso del tempo). L’analisi preliminare dei risultati, condotta su 31 pazienti e presentata ad Asco il due giugno prossimo, mostrerà un miglioramento relativo della sopravvivenza complessiva a sei mesi pari al 50% rispetto a quanto riportato nei dati di letteratura relativi alla miglior cura di supporto. Claudio Bordignon, presidente e Ad di Molmed, commenta: “Questi risultati preliminari così incoraggianti forniscono ulteriori elementi a supporto del nostro programma, che prevede lo sviluppo clinico completo di Arenegyr in entrambe le indicazioni. ” I risultati consolidati saranno disponibili entro i primi di ottobre per lo studio nel carcinoma del colonretto, ed entro i primi di dicembre per lo studio nel mesotelioma. Arenegyr è un agente mirato ai vasi tumorali con modalità d’azione unica, ed è primo nella classe dei complessi peptide/citochina in grado di mirare selettivamente ai vasi tumorali. Arenegyr è formato da un peptide (Ngr) che lega selettivamente i vasi sanguigni che alimentano il tumore, unito alla potente citochina antitumorale hTnfα. La molecola risultante ha proprietà biologiche uniche, che comprendono l’induzione di una normalizzazione e di una maggiore permeabilità dei vasi sanguigni tumorali, oltre a un’attività antitumorale diretta. Arenegyr è in sperimentazione clinica sia come monoterapia, sia in combinazione con diversi agenti chemioterapici: attualmente, oltre che nel mesotelioma e nel carcinoma del colon-retto, sono in corso studi di Fase Ii come monoterapia nei carcinomi del fegato e del polmone a piccole cellule; par quanto concerne il carcinoma del colonretto, Arenegyr è anche in sperimentazione di Fase Ii in combinazione con il regime standard Xelox. Per quanto riguarda la combinazione sinergica con agenti chemioterapici, è in corso anche uno studio di Fase I in combinazione con il cisplatino, mentre è stato completato con successo uno studio di Fase I in combinazione con la doxorubicina. Il mesotelioma pleurico maligno (Mpm) - Si tratta di una forma tumorale causata quasi sempre dall’esposizione all’amianto, in cui le cellule tumorali si sviluppano nella pleura (il “sacco” protettivo che avvolge i polmoni e la cavità toracica). I sintomi appaiono anche molti anni dopo l’esposizione all’amianto: questa lunga latenza, unitamente al fatto che i sintomi (tosse, dolore al petto. ) sono comuni a moltre altre malattie, rende spesso la diagnosi difficile prima del raggiungimento dello stadio avanzato della malattia. E’ un tumore ancora relativamente raro, con un’incidenza di circa un caso su centomila, ma i tassi di incidenza hanno continuato a crescere negli ultimi 20 anni, e se ne prevede un’accelerazione drammatica nei prossimi anni, principalmente a causa del progressivo deterioramento degli edifici contenenti amianto. Le cure antitumorali convenzionali risultano inefficaci nel mesotelioma, ed i pazienti hanno una sopravvivenza mediana di 6-12 mesi dal manifestarsi della malattia. Il carcinoma del colon-retto (Crc) - Viene chiamato anche cancro del colon o dell’intestino crasso, ed indica la crescita di masse tumorali nel colon, nel retto e nell’appendice. E’ la terza forma di tumore per frequenza in tutto il mondo, con circa un milione di nuovi casi all’anno, nonché la seconda per mortalità dovuta a tumore nel mondo occidentale, con 655000 vittime all’anno in tutto il mondo. Si ritiene che molti casi di tumore del colon-retto abbiano origine da polipi adenomatosi formatisi nel colon: di solito, queste formazioni sono benigne, ma possono svilupparsi in tumori nel corso del tempo. La terapia comporta di solito l’asportazione chirurgica, seguita molto spesso da chemioterapia. Attualmente, benché l’uso delle chemioterapie e delle nuove terapie a base di anticorpi monclonali abbiano incrementato la mediana di sopravvivenza, la maggior parte dei pazienti con la malattia a stadio avanzato sviluppa una resistenza a queste terapie nel tempo: perciò, vi è un fabbisogno urgente di nuove opzioni terapeutiche. . |
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GENI COLLEGANO L´OBESITÀ CON IL DIABETE |
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Bruxelles, 3 giugno 2008 - Ricercatori hanno scoperto una sequenza genetica che collega l´aumento ponderale con la tendenza a sviluppare il diabete di tipo 2. Le scoperte rivelano un legame genetico tra l´obesità e i problemi di salute associati ad essa, che può aiutare a individuare i soggetti a rischio maggiore e portare a trattamenti più efficaci. Lo studio, condotto congiuntamente da scienziati in Francia, nel Regno Unito e negli Usa, mostra anche che la sequenza è dominante nella metà della popolazione britannica e significativamente più comune nelle persone con antenati indiani asiatici. La sequenza può essere anche responsabile per la crescita allarmante del numero di malattie cardiovascolari, in particolare tra gli indiani asiatici. "Finora sapevamo relativamente poco delle componenti genetiche di problemi comuni legati all´obesità, come le malattie cardiovascolari e il diabete," ha detto il professor Jaspal Kooner del National Heart and Lung Institute all´Imperial College di Londra nel Regno Unito. "La scoperta di un´associazione così stretta tra la sequenza genetica ed effetti fisici significativi è molto importante, soprattutto quando la sequenza viene riscontrata in metà della popolazione. " Scienziati dell´Imperial College di Londra, della Università del Michigan negli Usa e dell´Istituto Pasteur in Francia hanno esaminato l´associazione tra marcatori genetici particolari (polimorfismi nucleari singoli) e tratti somatici legati all´obesità. Hanno scoperto che la nuova sequenza genetica è associata con un aumento di due centimetri del giro vita, un aumento ponderale di due chili e la tendenza a diventare resistenti all´insulina, che possono condurre al diabete di tipo 2. I ricercatori credono che la sequenza possa essere coinvolta nel controllo del gene Mc4r. Questo gene influenza il modo in cui mangiamo e quanta energia consumiamo o conserviamo, ed è stato collegato ad alcune forme rare di obesità infantile. Le nuove scoperte, insieme alla ricerca già esistente sui geni conservatori di energia legati all´obesità, potrebbero cambiare significativamente il modo in cui l´obesità è trattata e gestita. Lo studio ha anche dimostrato che la sequenza viene riscontrata nel 50% della popolazione britannica ed è di un terzo più comune nelle persone con antenati indiani asiatici. Questo potrà fare luce sugli alti tassi di obesità e resistenza all´insulina degli indiani asiatici, che sono il 25% della popolazione mondiale e rappresenteranno addirittura il 40% dei malati di malattie cardiovascolari nel prossimo decennio. "Una comprensione migliore dei geni che sono alla base di problemi come il diabete e le malattie cardiovascolari significa che ci troveremo nella condizione di individuare le persone rese più a rischio dal loro patrimonio genetico ereditato," ha detto il professor Kooner. "Non siamo in grado di cambiare il loro patrimonio genetico. Ma possiamo concentrarci sulle misure di prevenzione, inclusi i fattori legati alle abitudini di vita come la dieta e l´attività fisica, e individuare nuovi farmaci per alleviare il peso della malattia. " La ricerca è stata condotta nell´ambito dello studio London Life Sciences Population (Lolipop), coinvolgendo circa 30. 000 cittadini britannici. Lo studio valuta le cause ambientali e genetiche delle malattie cardiovascolari, del diabete e dell´obesità nelle persone di discendenza sia europea che indiana asiatica. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www3. Imperial. Ac. Uk/ . |
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PROGETTO APRE LA STRADA VERSO UNA BIOBANCA PANEUROPEA |
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Bruxelles, 3 giugno 2008 - Un progetto finanziato dall´Ue con 5 Mio Eur ha iniziato il lavoro di preparazione per il lancio della Infrastruttura paneuropea di biobanche e risorse di ricerca biomolecolari (Bbmri). L´infrastruttura aiuterà gli scienziati a studiare i fattori ambientali e genetici che causano malattie, a sviluppare strumenti diagnostici più precisi e a rendere più veloce la scoperta e lo sviluppo di farmaci. Le biobanche sono raccolte di materiale biologico, come Dna, tessuti, cellule e sangue, e i dati che accompagnano ciascun campione (ad esempio sotto forma di cartelle cliniche, informazioni ambientali, informazioni sullo stile di vita e dati successivi). L´attuale progetto intende collegare e facilitare l´accesso alle biobanche europee di materiale umano. L´europa possiede un grande numero di biobanche nei suoi ospedali e centri di ricerca, tuttavia queste sono raramente collegate tra loro e, come ha spiegato il coordinatore del progetto Kurt Zatloukal, ´nessuno sa chi ha cosa in Europa´. Inoltre, riuscire ad accedere a queste biobanche è spesso difficile. Questa situazione ha anche portato a una duplicazione degli sforzi, poiché ciascuna biobanca ha sviluppato i propri strumenti per raccogliere e immagazzinare i materiali e i dati che li accompagnano, oltre al software bioinformatico usato per analizzarli e al quadro legale ed etico per governare gli usi che si fanno del materiale. Questa diversità significa che integrare queste risorse non sarà un compito facile. Un altro problema da affrontare per le biobanche è la mancanza di fondi; la maggior parte dei programmi di ricerca ha una durata fra tre e cinque anni, anche se il materiale che contengono ha il potenziale per supportare i ricercatori per molti anni. Il Bbmri è una delle infrastrutture di ricerca messe in risalto dal Forum strategico europeo sulle infrastrutture di ricerca (Esfri) nel suo rapporto del 2006. Lo scopo di questo progetto preparatorio è di gettare le fondamenta di questa infrastruttura affrontando gli ostacoli tecnici, legali, etici e finanziari alla sua creazione. Il consorzio del progetto è immenso e comprende 52 partecipanti oltre a 150 partner associati provenienti da tutta Europa. Anche le parti interessate (come i pazienti, le agenzie di finanziamento e i medici specialisti) sono rappresentate mediante un forum consultivo. La prima sfida per i partner sarà quella di preparare un inventario di tutte le biobanche esistenti in Europa. Queste comprendono coorti della popolazione, gruppi di pazienti con malattie specifiche, registri dei gemelli e coorti da popolazioni isolate. Essi dovranno quindi esaminare in che modo le biobanche esistenti e quelle future possono essere integrate nel modo migliore in un unico network. Questo compito implicherà lo sviluppo di standard armonizzati per la raccolta, la conservazione e l´analisi sia dei campioni biologici che dei dati associati. Un altro ramo del progetto concentrerà i propri sforzi per garantire il finanziamento a lungo termine per il mantenimento della Bbmri. I partner del progetto valuteranno in che modo i finanziamenti nazionali, europei e privati possono essere radunati per garantire la sostenibilità dell´infrastruttura a lungo termine. Tuttavia, la più grande sfida da affrontare per i partner del progetto è rappresentata dal quadro legale ed etico riguardante la raccolta e l´uso di questi importanti campioni. I pochi Stati membri che possiedono una legislazione specifica sulle biobanche sono giunti a soluzioni piuttosto diverse per queste questioni, e hanno creato procedure per rispettarle. La Bbmri non lavorerà separatamente; i partner stanno lavorando a stretto contatto con altre infrastrutture simili europee e internazionali per condividere le proprie conoscenze ed evitare la duplicazione. Per ulteriori informazioni, visitare: Bbmri: http://www. Bbmri. Eu Esfri: http://cordis. Europa. Eu/esfri/ . |
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PROTESI D’ANCA, ITALIA PRIMA PER NUMERO D’INTERVENTI PER PREVENIRE UNO DEI RISCHI, LA TROMBOSI VENOSA PROFONDA, EFFICACE IL RIVAROXABAN, UN NUOVO FARMACO A SOMMINISTRAZIONE ORALE. NON PIÙ NECESSARIE LE INIEZIONI SOTTOCUTANEE |
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Nizza, 3 giugno 2008 – Centocinquantamila in Europa, settantamila solo nel nostro Paese. È il numero, in aumento del 2% ogni anno, degli interventi di protesi d’anca. Uno dei motivi principali è rappresentato dall’invecchiamento della popolazione e dal conseguente allungarsi dell’aspettativa di vita. Il dato emerge dal Congresso Europeo di Ortopedia e Traumatologia di Nizza, il più importante appuntamento per gli esperti del settore, che vede coinvolti quest’anno oltre 1000 partecipanti. “Anche se praticati in condizioni di sempre maggiore sicurezza – spiega il dott. Filippo Randelli, ortopedico del Policlinico di San Donato Milanese - questi tipi di chirurgia sono associati ad una elevata incidenza di trombosi venosa profonda, una condizione molto pericolosa perché può portare all’embolia polmonare, causata dal distacco del trombo che raggiunge i polmoni, ostacola la circolazione e può causare la morte”. Il trattamento standard per prevenirla è rappresentato dalle eparine, molecole efficaci che però presentano lo svantaggio per il paziente di dover essere somministrate con iniezione sottocutanea nell’addome. “La rivoluzione a cui stiamo assistendo – afferma il dott. Federico Trentani, dirigente medico presso la Sezione C di Traumatologia, degli Istituti Ortopedici Rizzoli di Bologna – è rappresentata da formulazioni più maneggevoli, come quelle orali, che aumentano la “compliance” del paziente, ossia la disponibilità di accettare ed eseguire la terapia proposta dal medico. Non dobbiamo infatti trascurare il disagio legato alla necessità di un’iniezione quotidiana, magari addominale, soprattutto in quei pazienti ove sia necessario un periodo di immobilizzazione di mesi. Se oggi su 100 persone in trattamento, la percentuale di quanti seguono effettivamente la terapia è del 60-70%, con la somministrazione orale si potrebbe arrivare al 90%”. “Una di queste nuove molecole, il rivaroxaban, - afferma il dott. Giuseppe Monteleone, Primario della Divisione di Ortopedia e Traumatologia all’Ospedale San Paolo di Napoli - non solo ha dimostrato un’efficacia uguale o superiore alle eparine, ma, a differenza di queste ultime, è monitorizzabile: un semplice esame del sangue, eseguibile in qualsiasi laboratorio d’ospedale, ne determina in modo indiretto l’efficacia”. La malattia tromboembolica venosa o tromboembolismo venoso (Tev) è una delle patologie più comuni del sistema circolatorio. Nei paesi occidentali si calcola sia la terza malattia cardiovascolare più comune, dopo la cardiopatia ischemica e l’ictus, con un caso ogni 1. 000 abitanti. Spesso è clinicamente silente e la morte improvvisa per embolia polmonare è la prima ed unica manifestazione. Le manifestazioni di questa malattia sono la trombosi venosa profonda e l’embolia polmonare. Uno dei maggiori fattori di rischio è rappresentato dagli interventi di ortopedia cosiddetti ‘maggiori’, come protesi d’anca , chirurgia maggiore del ginocchio, e fratture della testa del femore. Esistono però regole importanti di prevenzione per evitare l’intervento. “L’obesità è il fattore più importante che aumenta l’incidenza di artrosi e quindi la necessità di interventi protesici – continua il dott. Giuseppe Monteleone -. Va quindi tenuto sotto controllo il peso con una dieta equilibrata. Inoltre nei pazienti obesi i benefici dell’operazione sono inferiori. L’altra basilare prevenzione è l’igiene di vita, con un’attività fisica regolare senza esagerare in nessun senso. La completa sedentarietà fa sicuramente male, ma anche lo sport ad alto livello agonistico può rappresentare un problema per le articolazioni che vengono sottoposte a continui microtraumi o traumi maggiori (soprattutto negli sport di contatto). Bisognerebbe poi considerare che le protesi conseguenti a fratture riguardano di solito persone più anziane. Mentre nei casi di artrosi si possono avere anche pazienti più giovani, di solo 40 anni, con un’articolazione completamente distrutta”. Sono proprio i pazienti più giovani quelli che lasciano un ricordo più profondo. “Una delle esperienze più toccanti dal punto di vista umano – conclude il dott. Randelli - è stata proprio quella di assistere alla morte di un giovane durante una embolia polmonare acuta. Aveva avuto un importante trauma, era già in fase di riabilitazione, stava quasi uscendo dall’ospedale, quando si è sentito male e pur essendo immediatamente sottoposto a un trattamento medico perfetto non ce l’ha fatta”. . |
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SANITÀ, DEFIBRILLAZIONE PRECOCE: PRESENTATO A PERUGIA PROGETTO “UMBRIA DA VIVERE” |
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Perugia, 3 giugno 2008 – Uomini della Guardia di Finanza addestrati ad eseguire una defibrillazione precoce e defibrillatori semiautomatici extraospedalieri (“Dae”) in dotazione ai vari reparti del Comando dislocati sul territorio umbro: sono questi gli obiettivi di “Umbria da Vivere”, il progetto elaborato dalla Guardia di Finanza dell’Umbria, in collaborazione con la Croce Rossa Italiana regionale, realizzato a sostegno dell’attività di pronto intervento, in particolare nei casi di crisi cardiorespiratorie della popolazione. L’iniziativa, resa possibile con il contributo dell’assessorato alla Sanità della Regione Umbria, è stata presentata stamani a Perugia nel corso di una conferenza-stampa a Palazzo Donini. Il progetto (al motto di “un defibrillatore a pochi minuti dal paziente”, dicono i promotori) prevede un contributo “una tantum” di 30mila euro della Regione Umbria per l’acquisto di un numero massimo di 14 “Dae”, con cui dotare le sedici sedi della Guardia di Finanza regionale e l’addestramento da parte della Croce Rossa Italiana di 90 unità della Guardia di Finanza. L’innovazione principale del “Dae” rispetto al defibrillatore manuale – è stato spiegato durante l’incontro – sta nel fatto che esso solleva completamente il soccorritore occasionale (che comunque deve essere adeguatamente formato) dall’onere di fare la diagnosi, guidandolo nell’eventuale erogazione dello shock elettrico. “Si tratta – ha detto l’assessore alla Sanità della Regione Umbria Maurizio Rosi – di allungare la cosiddetta ‘catena della sopravvivenza’, anche con soccorritori non sanitari. Nella maggior parte dei casi di attacco cardiorespiratorio, intervenire velocemente vuol dire salvare la vita o comunque ridurre i danni alle persone. Un progetto come questo – ha aggiunto Rosi – ha una grande capacità di compenetrarsi nel sistema sanitario regionale e pone ancora una volta l’Umbria all’avanguardia nel nostro Paese”. Secondo l’assessore regionale “l’intento è quello di dotare di defibrillatori semiautomatici tutta una serie di strutture e luoghi ad alta frequentazione di persone, come stazioni ferroviarie, aeroporto, centri commerciali ad alta densità di affluenza, stadi, impianti sportivi, centri storici, centri industriali e produttivi”. Il comandante regionale della Guardia di Finanza, generale Carlo Terzioli, ha sottolineato che il progetto “dà un nuovo significato all’operato del nostro Corpo, non più solo impegnato nel controllo del territorio e nell’attività relativa alla sicurezza economica e dell’equità fiscale. Sarà importante una costante e duratura opera di informazione e sensibilizzazione, sia della popolazione che delle altre istituzioni pubbliche e private”. Secondo Dante Siena, presidente del Comitato regionale della Croce Rossa, che metterà a disposizione degli esperti per di formare i militari della Finanza, “l’iniziativa è di alta utilità sociale. Ora occorrerà gestirne l’azione concreta, in piena sinergia e collaborazione”. Le statistiche ci dicono che l’arresto cardiorespiratorio, causato nell’85 per cento dei casi da una fibrillazione ventricolare o da una “tachicardia ventricolare senza polso”, è responsabile della morte di una persona su mille. Ogni anno, in Italia i decessi per “morte cardiaca improvvisa” oscillano dai 50 ai 70mila. L’arresto cardio-circolatorio e le patologie correlate colpiscono un numero significativo di pazienti-anno anche in Umbria. Tali eventi accadono nella maggioranza dei casi in soggetti apparentemente sani, più frequentemente al di fuori delle strutture ospedaliere, come il proprio domicilio, i luoghi di lavoro, le strutture ricreative, i luoghi pubblici. L’unica terapia efficace è la defibrillazione elettrica, eventualmente coordinata dalle manovre rianimatorie di base (massaggio cardiaco e ventilazione) e successivamente da quelle avanzate, ma è fondamentale il tempo: ogni minuto trascorso dall’inizio dell’aritmia fa diminuire del 10 per cento la possibilità di essere efficaci e superata la soglia dei 5/10 minuti il soggetto colpito subisce danni irreversibili al cervello. Attualmente, alle dirette dipendenze dei “118” del Perugino, del Ternano e del Folignate, sul territorio umbro sono presenti 37 defibrillatori semiautomatici operativi su postazioni mobili e fisse di Polizia Municipale e Polizia di Stato, Carabinieri, Vigili del Fuoco, Protezione civile ed associazioni di volontariato. . |
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"SICILIA IN SALUTE", I DATI SULLO SCOMPENSO CARDIACO E IL PROGETTO REGIONALE DELLA RIAS (RETE PER IL TRATTAMENTO DELL´INFARTO ACUTO) |
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Palermo, 3 giugno 2008 - Lo Scompenso Cardiaco si avvia a diventare il problema fondamentale su cui si confronteranno i cardiologi durante il prossimo decennio. Rappresenta infatti la principale causa di ospedalizzazione per malattie cardiache, avendo sorpassato per numero la cardiopatia ischemica, con un aumento dei ricoveri dell’8% negli ultimi 4 anni. Anche in sicilia i ricoveri per Insufficienza Cardiaca mantengono il trend di crescita nazionale. Il dato è emerso durante la penultima giornata di “Sicilia in Salute” la sette giorni voluta dall’Ispettorato sanitario della Regione siciliana ed in svolgimento a Mondello (Palermo) L’impatto dello scompenso cardiaco è rilevante anche sotto il profilo economico. I costi maggiori sono imputabili alle ospedalizzazioni, mentre minori risorse finanziarie sono state fino ad ora investite nel follow-up ambulatoriale. Un sistema di rete di gestione del malato con scompenso avrebbe un ruolo importante nella riduzione delle ospedalizzazioni e dei costi di gestione. Si dovrebbe realizzare secondo un modello che integri le strutture e funzioni ospedaliere con quelle territoriali, per cui il paziente ricoverato in Ospedale possa essere poi affidato ad apposite unità per lo scompenso in seno alle cardiologie ospedaliere, che, in collaborazione con il medico di medicina generale e col cardiologo del territorio, dovrebbero formulare un piano diagnostico-terapeutico personalizzato, che preveda un percorso di monitoraggio clinico e strumentale, sia ambulatoriale che domiciliare, in via diretta o telematica. Lo scopo è quello di evitare l’instabilizzazione dell’equilibrio clinico ottenuto con difficoltà nel paziente scompensato e ridurre quindi i ricoveri per scompenso acuto. Un ulteriore strumento per il trattamento dello scompenso cardiaco è la terapia di resincronizzazione cardiaca, che si è dimostrata in grado sia di migliorare notevolmente la qualità di vita dei pazienti, determinando una riduzione del ricorso all’ospedalizzazione in percentuale variabile dal 66 al 94%, che di ridurre la mortalità. Si tratta di una procedura complessa e non priva di rischi, e che risulta efficace solo se correttamente eseguita; è pertanto importante, allo scopo di garantire una qualità del servizio con il contenimento dei costi, che venga attuata solo presso le strutture con le caratteristiche idonee, sia di personale che di attrezzature, garantendo sia la sicurezza del paziente che un risultato ottimale. Ma durante la giornata dedicata alle malattie cardiovascolari si è parlato anche della rete di assistenza dedicata a fronteggiare le emergenze cardiovascolari. In Sicilia, il numero delle emodinamiche è sufficiente a garantire l’assistenza per le emergenze cardiovascolari su quasi tutto il territorio. Ben 20 le emodinamiche siciliane, in grado di soddisfare le esigenze dell’utenza sul territorio. Ne rimane priva solamente Caltanissetta per la quale è stato comunque formalizzato il supporto economico per l’acquisto di una sala di emodinamica. Dai dati ufficiali della Società Italiana di Cardiologia Invasiva (Sici-gise), che ormai da anni monitorizza e raccoglie i dati dei laboratori nazionali, emerge chiaramente come la Sicilia sia al di sopra della media italiana per quantità e tipologia di prestazioni. Sono state eseguite nel 2007 ben 11. 893 angioplastiche coronariche di cui 1942 in corso di infarto miocardico acuto. In particolare, riferendosi all’infarto miocardico, grazie all’esperienza degli operatori e al regime di pronta disponibilità di molte emodinamiche, si è assistito negli ultimi tre anni ad un incremento vertiginoso delle angioplastiche coronariche. Si è infatti passati da poco più di 200 angioplastiche primarie per milione di abitanti nel 2004, a quasi 400 nel 2007. Rimane ancora da percorrere della strada per arrivare al target ottimale: trattare tutte le sindromi coronariche acute. Questo potrà avvenire con l’attuazione della rete per l’infarto miocardico acuto in Sicilia (Rias), già in possesso dell’ispettorato regionale alla sanità, ed in corso di approvazione con relativo finanziamento. La rete prevede l’identificazione di centri di riferimento (Hub) su cui convogliare tramite 118 i pazienti che necessitano di angioplastica coronarica in urgenza/emergenza. Il progetto della rete per il contrasto all’infarto acuto in Sicilia prevede una fase sperimentale da realizzare nelle tre città pilota di Catania, Palermo e Messina. A tal fine sono state identificate le sotto elencate strutture con emodinamica: Citta’ Di Catania: Azienda Ospedaliera V. E. , Ferrarotto, S. Bambino (Prof. Corrado Tamburino), Azienda Ospedaliera Cannizzaro (dr. Antonio Fiscella). Citta’ Di Palermo: Arnas - Civico (dr. Amerigo Stabile), Az. Ospedaliera Cervello (prof. Aldo Patti), Az. Ospedaliera Villa Sofia (dr. Daniele Pieri). Citta’ Di Messina: Azienda Ospedaliera Papardo (dr. Rosario Grassi). La prima città in cui verrà avviato il progetto sarà Catania dove è già in atto il coordinamento tra 118 e i due ospedali di riferimento. Attuata la prima fase di rodaggio, l’esperienza verrà allargata alle altre città designate e, successivamente, a tutto il territorio regionale. . |
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SICILIA, SANITÀ: IL 20 GIUGNO CONFRONTO A ROMA SUL PIANO DI RIENTRO DAL DEFICIT |
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Palermo, 3 giugno 2008 - Il governo nazionale condivide il percorso avviato dalla Regione per la razionalizzazione e la riqualificazione del sistema sanitario siciliano. È quanto è emerso dall’incontro del 29 maggio a palazzo d’Orleans tra il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo e il sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio. È stata inoltre concordata la data del 20 giugno prossimo per la consegna a Roma dei provvedimenti regionali di riordino del sistema sanitario richiesti dal piano di rientro del deficit. Secondo il presidente Lombardo, il piano di rientro è parte integrante della strategia che porterà alla definizione del Piano sanitario regionale che, insieme ai tagli di spesa, punterà alla valorizzazione delle eccellenze sulle quali la Sicilia può contare per invertire il flusso dell´emigrazione sanitaria, trasformando la nostra Isola in un punto di riferimento per tutto il bacino del Mediterraneo. All’incontro hanno preso parte l’assessore Massimo Russo e il capo di gabinetto del presidente della Regione, Luigi Castellucci. . |
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SANITA´ ABRUZZESE: PIANO DI RIENTRO DEL DEFICIT SANITARIO |
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L´aquila, 3 giugno 2008 - La relazione sullo stato dell´arte del piano di rientro del deficit sanitario da parte dell´assessore alla Sanità, Bernardo Mazzocca, ha aperto la seduta straordinaria del Consiglio regionale convocata per discutere la problematica sulla spesa sanitaria regionale. Mazzocca ha illustrato quanto indicato 28 maggio nel corso dell´incontro con il governo, ribadendo "la validità sostanziale e formale del piano di rientro sottoscritto l´anno scorso con il governo precedente". "Con questo strumento - ha detto Mazzocca - abbiamo agito sia sulla parte economico-finanziaria della spesa sanitaria sia sull´impianto strutturale dell´offerta sanitaria regionale. Al 31 dicembre 2006 il debito accertato nel settore della sanità era di un miliardo 760 milioni di euro, di cui 909 milioni coperti con due diverse cartolarizzazioni. Di fatto - ha sottolineato l´assessore - dal 2001 al 2006 c´è stata una sottostima del Fondo sanitario sul bilancio della regione e su questo elemento noi abbiamo dovuto agire". Mazzocca ha inoltre parlato "per il 2007 di tenuta del piano di rientro fatta eccezione per la contrattazione delle cedole di cartolarizzazione che ha provocato lo sforamento (di 13 milioni di euro) rispetto alle aspettative debitorie legate al primo anno di operatività del piano di rientro". "Ma in un anno e mezzo - ha aggiunto - siamo riusciti ad abbattere di 60 punti il tasso di ospedalizzazione (meno 25 mila ricoveri), abbiamo abbattuto dal 28 al 14% l´inappropriatezza dei ricoveri e portato dal 10 al 24,70 per mille abitanti la percentuale dei cittadini che usufruiscono l´assistenza domiciliare anziché il ricovero in ospedale. Sono queste solo alcune delle ragioni che hanno portato il governo a credere al nostro piano di rientro e sono le stesse ragioni per le quali questo assessore e l´intera Giunta regionale pensano di raggiungere, nel comparto sanità, l´equilibrio di bilancio nei prossimi due anni". . |
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SALUTE FVG: APPROVATO TESTO ACCORDO CON MINISTERO SU ALCOLOGIA |
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Trieste, 3 giugno 2008 - Il testo di un Accordo di collaborazione tra il Friuli Venezia Giulia e il ministero della Salute, per il monitoraggio dei dati e l´attività di informazione nel campo dell´alcologia, è stato approvato il 29 maggio dalla Giunta regionale su proposta dell´assessore alla Salute e alla Protezione sociale Vladimir Kosic. Al Friuli Venezia Giulia, assieme alla Toscana, è stato infatti assegnato il ruolo capofila tra le Regioni italiane per la gestione amministrativa e il coordinamento nell´ambito della legge quadro in materia di alcol e di problemi alcolcorrelati (legge 125 del 2001). Per svolgere questi compiti sono stati assegnati alla Regione Friuli Venezia Giulia 900 mila euro. . |
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ASL N.5 MONTALBANO JONICO - INIZIATIVA PER CONTENERE LA SPESA SARÀ POSSIBILE RITIRARE ALCUNI FARMACI DIRETTAMENTE DALLA FARMACIE DEGLI OSPEDALI |
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Potenza, 3 giugno 2008 - Continua l’azione diversificata dell’Asl n. 5 tesa a contenere la spesa, realizzando significativi risparmi sia per i farmaci che per l’appropriatezza dei ricoveri. A partire dal prossimo 3 Giugno sarà possibile ritirare alcuni farmaci direttamente dalla farmacie degli Ospedali di Policoro, Tinchi e Stigliano. Gli interessati dovranno essere in possesso della prescrizione medica su ricettario regionale. Le farmacie ospedalieri saranno aperte al pubblico dalle ore 9. 00 alle ore 12. 00 dal lunedì al venerdì di ogni settimana. Ulteriori e più specifiche informazioni potranno essere fornite dai medici di medicina generale che nel pomeriggio di oggi su questo argomento incontreranno i vertici aziendali per porre in essere una strategia comune. Si potranno ritirare presso le farmacie ospedaliere alcuni farmaci previsti dal Prontuario Terapeutico Regionale relativamente alle seguenti classi: Inibitori della Pompa Protonica, Sartani, Sartani associati a diuretico e Statine. In questa prima fase per comprensibili motivazioni logistiche il servizio sarà offerto solo ai cittadini residenti nei cui comuni sede di Presidio Ospedaliero e cioè Policoro, Stigliano e Tinchi. Con queste azioni l’Azienda Sanitaria, medici di famiglia ed cittadini potranno ottimizzare la spesa sui consumi di farmaci, in quanto l’approvvigionamento degli stessi direttamente dal prontuario ospedaliero avviene a costi molto inferiori. In questi anni l’Asl n. 5 ha posto in essere una strategia diversificata per ridurre la spesa sui farmaci ed i risultati non sono mancati. In primo luogo è stato premiato l´obiettivo strategico che era alla base di una intensa attività di interrelazione tra strutture ospedalieri e medicina territoriale con un coinvolgimento maggiore nella politica sanitaria aziendale di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e medici della continuità assistenziale. L´integrazione tra l´ assistenza sanitaria ospedaliera e quella territoriale ha prodotto benefici anche per i pazienti, dal momento che vi è stata un´appropriatezza dei ricoveri ed una prescrizione farmacologica mirata. Gli stessi cittadini hanno dimostrato di aver recepito le sollecitazioni educative ad un corretto utilizzo dei farmaci il cui abuso può, come è noto, produrre dipendenza ed effetti negativi sulla salute. In tale direzione è stata di recente impostata anche una campagna nazionale governativa. I risparmi effettuati avranno ricadute positive sull´utenza, in quanto potranno ricevere nuove prestazioni a tutto vantaggio delle categorie dei pazienti più bisognosi di cure. Il Direttore generale Pietro Quinto ha così commentato : "Desidero ringraziare per la collaborazione tutti gli attori che ci stanno consentendo di centrare un obiettivo importante per tutti, dai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta, ai medici della continuità assistenziale, a quelli ospedalieri. Anche i farmacisti del nostro territorio e gli stessi cittadini hanno dimostrato grande sensibilità verso il problema della spesa farmaceutica. Dal contenimento della spesa non deve comunque derivare alcuna contrazione dell´efficacia e dell´efficienza dell´assistenza. " . |
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RICERCA, SÌ AD ACCORDO CON FONDAZIONE EBRI |
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Roma, 3 giugno 2008 - Su proposta dell’assessore allo Sviluppo Economico, Ricerca, Innovazione e Turismo della Regione Lazio, Claudio Mancini, la giunta Marrazzo ha approvato l’Accordo di collaborazione tra Regione, Filas ed Ebri (l’Istituto europeo per la ricerca sul cervello), sullo schema di un programma al quale partecipano anche il Cnr e la Fondazione Santa Lucia. L’accordo è dotato di un apposito fondo di 4 milioni e 650 mila euro per gli anni 2008, 2009 e 2010, che sarà ripartito in 1 milione e 550 mila euro per ciascuna annualità. “Questo accordo costituisce l’attuazione di uno degli interventi previsti dal Distretto Tecnologico delle Bioscienze, che abbiamo costituito il 4 aprile 2008 grazie all’intesa con i Ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Università e Ricerca. La Regione Lazio ha deciso di puntare sulle eccellenze ed è in questa direzione che va la scelta di cofinanziare progetti di ricerca di altissima qualità nel settore delle neuroscienze e programmi tesi ad attrarre cervelli dall’estero, per aumentare la competitività del sistema della ricerca del Lazio”, spiega l’assessore Claudio Mancini. L’accordo prevede infatti il cofinanziamento di attività per l’attrazione di ricercatori italiani e stranieri provenienti dall’estero che potranno essere inseriti nella struttura del Cerc (il Centro Europeo per la ricerca sul Cervello di via Fosso di Fiorano) e il cofinanziamento al 50% di progetti di ricerca su tematiche che riguardino meccanismi molecolari e cellulari della plasticità sinaptica; morte e sopravvivenza neuronale nelle patologie del sistema nervoso; meccanismi rigenerativi del sistema nervoso centrale e periferico; interazioni tra sistema nervoso e immunitario; meccanismi di apprendimento e di memoria; processi cognitivi e computazionali; nanotecnologie applicate alle neuroscienze; neurogenomica e neuroproteomica funzionale; terapia genica nelle malattie del sistema nervos; basi biologiche dei disturbi del comportamento e della sfera psichica; sviluppo, differenziamento e trasformazione neoplastica; cellule staminali e terapie neurologiche. È del 30%, invece, il cofinanziamento previsto per l’acquisto di macchinari e attrezzature, necessari per la nascita di nuovi laboratori e per il potenziamento di quelli esistenti. Il Fondo sarà gestito da Filas, ente attuatore del Distretto delle Bioscienze. . |
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MILANO: STANZIATI 13 MILIONI DI EURO PER SERVIZI AI DISABILI |
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Milano, 3 giugno 2008 - Su proposta dell’assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna, la Giunta comunale ha approvato il 30 maggio una delibera che integra la spesa 2008 del settore disabili. Per il bilancio 2008 i servizi residenziali per disabili possono così contare su maggiori risorse di spesa che complessivamente ammontano a 12. 424. 700 euro. I fondi serviranno a incrementare i posti di pronto intervento per l’accoglienza temporanea di disabili che le famiglie, per motivi di emergenza, non fossero in grado di accudire. O anche per sperimentare la progressiva autonomia del disabile favorendo la consapevolezza nelle famiglie delle potenzialità che si possono sviluppare. “Si tratta – ha dichiarato Landi di Chiavenna - di un ulteriore passo avanti nel segno della qualità ed efficienza dei servizi a disposizione dei cittadini. I circa 4 milioni di euro di incremento della spesa 2007 hanno consentito di ridurre la lista di attesa da 170 a 70 disabili”. . |
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ACCORDO PER MIGLIORARE CURE SANITARIE NEGLI EX CPT |
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Roma, 3 giugno 2008 - Migliorare l’assistenza sanitaria degli immigrati ospiti dei Cie, Centri di identificazione ed espulsione: è questa la finalità del primo protocollo d’intesa inter-istituzionale stipulato tra la Regione Lazio, l’ufficio del Garante dei detenuti regionale e la Prefettura di Roma. E´ il primo esempio di progetto integrato tra istituzioni per offrire in modo organico una serie di servizi sanitari per la cura degli ospiti di Cie, così come stabilito da un articolo del testo del decreto legge del Pacchetto Sicurezza. "Con la firma del protocollo si aggiunge un piccolo tassello di sicurezza sociale, di avanzamento della politica che vuole dare delle risposte”, ha detto Piero Marrazzo. “Un modo di unire la sicurezza alla salute per mettere in grado chi è in difficoltà di avere una vita dignitosa. Perché all´interno dei Cpt – ha concluso Marrazzo - c´è un´umanità raccolta che ha diritto di essere assistita". Secondo il prefetto di Roma, Carlo Mosca "queste politiche integrate danno l´esatto contenuto a un modo di essere dell´amministrazione dello Stato, e soprattutto del ministero dell´Interno, che è istituzione di garanzia, non solo di polizia". “Con quest´accordo – ha spiegato Angiolo Marroni, il Garante dei Detenuti della Regione Lazio - potremmo dare ai cittadini trattenuti nei Cie un aiuto adeguato perché la loro permanenza sia meno dolorosa e faticosa". In particolare l’ufficio del Garante dei detenuti ha proposto una collaborazione stabile per migliorare le condizioni di vita degli ospiti dell’ex Centro di permanenza temporanea di Ponte Galeria, l’unico presente sul territorio del Lazio. La durata dell’accordo è di due anni, durante i quali l’Ufficio del Garante della Regione Lazio offrirà prestazioni gratuite finalizzate totalmente al miglioramento della vita delle persone all’interno dei Centri, al fine di garantire loro tutte le necessarie cure sanitarie e i controlli per la prevenzione di ogni tipo di patologia. In particolare per la cura, il ricovero e l’assistenza urgente delle persone sieropositive all’Hiv o affette da Aids o da una patologia tubercolare, il protocollo avvierà rapporti istituzionali tra Cie e l’ospedale Spallanzani di Roma. Per la cura delle patologie odontoiatriche il Garante regionale metterà a disposizione una odonto-ambulanza attrezzata di ortopantomografo digitale. . |
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INCONTRO CON I SINDACI DELLE MARCHE DELLA ZONA METROPOLITANA SUD. PROGETTO DI FATTIBILITA´ PER LA STRUTTURA CLINICA E L´AGENZIA DELLA TERZA ETA´ CHE SERVIRANNO ANCHE QUEL BACINO DI UTENZA. . |
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Ancona, 3 giugno 2008 - Ha fatto il suo debutto il 30 maggio il progetto di una struttura assolutamente innovativa, si parla della prima in Italia, che crea un´interfaccia tra clinica ed istituto di ricerca per anziani. E´ previsto un corpo unico con circa 250 posti letto sistemati in stanze doppie e singole in grado di ospitare dai 13 mila ai 14 mila ricoveri e sei sale operatorie. In totale la superficie coperta sara` di circa 35 mila metri quadri. La struttura costera` circa 70 milioni di euro, a parte il terreno. Da precisare che l´elisuperficie ed i parcheggi vanno conteggiati a parte. L´assessore alla sanita` Almerino Mezzolani ha confermato la scelta di Osimo per l´ubicazione. Lo ha fatto sulla base di un´attenta disamina dei bisogni, della domanda e dei flussi di pazienti che gravitano nell´area metropolitana. I dati presentati confermano infatti che circa il 50% dei ricoveri sono di pazienti over 65 e vanno ad ´intasare´ le strutture come Torrette, che devono essere invece liberate per garantire un livello di assistenza di alta specializzazione. A questa considerazione ne va aggiunta un´altra: per indicazione ministeriale, 123 patologie, in gran parte relative alle patologie degli anziani, devono essere considerate attivita` ambulatoriali. Su questo progetto, considerato di prefattibilita`, ma forse anche qualcosa di piu`, c´e` l´accordo dei sindaci della zona sud e, adesso, la palla passa ad un tavolo tecnico per valutarne tutti gli aspetti funzionali: infrastrutture di accesso, servizi e quant´altro. Ugualmente necessario e` l´approfondimento sull´area di riferimento: oggi si e` parlato di San Sabino. Scendendo nei particolari del progetto emerge che il corpo della struttura sara` articolato in tre parti: degenza (8. 830 metri quadri), ricerca biomolecolare (5. 000 mq), piattaforma tecnologica di diagnosi e cura (6. 100 metri quadri). A questi spazi vanno aggiunti i servizi generali sanitari (2. 900 metri quadri) e quelli generali non sanitari, come uffici, magazzini, cucina, mensa, bar (6. 770). La struttura clinica sara` in grado di dare totale copertura al fabbisogno attuale e di ospitare qualunque utenza, quindi non solo anziani, dell´intera area metropolitana sud. Naturalmente, in questa logica e` previsto il pronto soccorso, la Tac, la Pet, la risonanza magnetica, la dialisi, l´endoscopia, il centro trasfusionale e la tradizionale diagnostica per immagini. ´Come promesso ´ ha detto Mezzolani ´ presentiamo il progetto di prefattibilita`. In questo modo sgomberiamo il campo dai dubbi generati dal ritiro del vecchio progetto. Questa nuova struttura sara` un punto di riferimento per la zona a sud di Ancona ma anche per l´intera popolazione marchigiana. E´ gia` prevista nel piano degli investimenti ed e` considerato dalla Regione una priorita`. Ora il progetto va commisurato all´area a nostra disposizione, ma qualsiasi siano i risultati cercheremo una soluzione condivisa´. Carmine Ruta, Dirigente Servizio Salute, che ha ideato e illustrato il progetto, ha portato tutta la documentazione a supporto alle scelte effettuate. Ad ascoltarlo erano presenti i sindaci di Camerano Carmine di Giacomo, quello di Loreto Moreno Pieroni e quello di Castelfidardo Mirco Soprani accompagnato dall´assessore Annamaria Nardella. Per Osimo c´erano invece gli assessori Francesco Pirani e Francesca Triscari. Soddisfatto dell´esito dell´incontro il presidente Spacca: ´Prende forma ´ ha detto - l´Agenzia della Terza Eta`, nelle condizioni migliori, con un polo clinico di supporto e una struttura innovativa, paragonabile solo a quella di grandi centri metropolitani. Una struttura che e` pensata per la longevita` attiva, per valorizzare quella parte di vita che puo` essere ancora utile per tutta la comunita`. Non e` un caso che sorga nelle Marche, che sono la regione piu` longeva, dove gli anziani garantiscono una comunita` coesa e solidale, attraverso un solido rapporto con le generazioni piu` giovani´. Spacca ha sottolineato, a questo proposito, che non e` un caso neanche il fatto che nelle Marche sia cresciuta e maturata una esperienza nazionale come quella dell´Inrca. . |
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SANITÀ. REGIONE SICILIA E IMPREGILO A SOSTEGNO DELLA CARDIOCHIRURGIA |
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Catania, 3 giugno 2008 - La Regione siciliana e Impregilo – l’impresa che tra l’altro si è aggiudicata il contratto per la realizzazione del ponte sullo stretto di Messina – lavoreranno fianco a fianco a sostegno di un ambizioso progetto in campo sanitario. Impregilo ha infatti deciso di sostenere, come capofila, una fondazione – al cui capitale parteciperà anche la Regione – che si occuperà, a Catania, di ricerca, formazione e dell’acquisizione di nuove tecnologie nel settore della cardiochirurgie e dell’emodinamica. Il progetto entrerà in fase esecutiva già nel prossimo mese di settembre e si svilupperà attorno al polo di emodinamica diretto, all’ospedale Ferrarotto di Catania, dal prof. Corrado Tamburino. L’iniziativa è stata presentata il 30 maggio dal presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo e dal presidente di Impregilo, Massimo Ponzellini. “Appena ieri - ha detto il presidente Lombardo - abbiamo discusso con il sottosegretario alla sanità Ferruccio Fazio la rimodulazione della spesa sanitaria in Sicilia: sarà necessario tagliare molte spese ed eliminare molti sprechi. Ma in cantiere per la sanità regionale, ci sono anche rilevanti investimenti per la realizzazione dei poli di eccellenza in cardiochirurgia, ortopedia, oncologia e pediatria”. “Molte imprese italiane ed americane - gli ha fatto eco Ponzellini, presidente di Impregilo - sono interessate a valorizzare le tante eccellenze scientifiche dell’università italiana. Noi scommettiamo sulle capacità degli specialisti che operano a Catania all’ospedale Ferrarotto. Attorno all’esperienza di questo gruppo di scienziati contiamo di formare centinaia, migliaia di giovani. E siamo certi di cogliere lusinghieri risultati”. . |
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LAZIO, FIRMATO IL PROTOCOLLO D´INTESA CON IL POLICLINICO UNIVERSITARIO CAMPUS BIO-MEDICO DI TRIGORIA |
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Roma, 3 giugno 2008 - Il Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo e il Presidente del campus Bio-medico Paolo Arullani hanno firmato il 30 maggio il protocollo d´intesa con il Policlinico universitario. Il budget riconosciuto alla struttura per il 2008 è superiore ai 70 milioni. La struttura, definita dal Presidente Marrazzo un "fiore all´occhiello della nostra sanità, dove si coniugano ricerca e assistenza" entra cosi a pieno titolo nel circuito del sistema sanitario regionale. Il protocollo, sottoscritto anche alla presenza dell´assessore regionale alla Sanità Augusto Battaglia, ha durata triennale rinnovabile, ed è l´atto conclusivo di una delibera di Giunta approvata a marzo sulla disciplina dell´attività assistenziale necessaria per lo svolgimento dei compiti del Policlinico universitario di Trigoria. I finanziamenti verranno utilizzati oltre che per garantire la funzionalità della struttura ospedaliera che conta attualmente 220 posti letto e 9 sale operatorie, anche per le attività del Centro per la salute dell´anziano, l´ambulatorio e il Centro di Radioterapia del Polo di via Longoni. "Oggi - ha detto Marrazzo durante la firma del protocollo presso la sede del Campus - portiamo a casa un risultato importante per i prossimi anni, in cui la Regione sarà impegnata nel processo di risanamento della sanità. Qui oggi - ha proseguito - c´è un mattone che ci dà la speranza di superare l´emergenza finanziaria e di dotare il sistema sanitario regionale di una forte rete di eccellenze". "La firma del protocollo - ha spiegato Arullani - pone le condizioni per assicurare a centinaia di migliaia di pazienti un servizio di qualità nel nostro campus e dimostra il lavoro di alto profilo compiuto insieme". . |
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PIEMONTE LIBERO DAL FUMO PRESENTATO IL PIANO REGIONALE ANTITABACCO 2008-2012 |
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Torino, 3 giugno 2008 - Il fumo è la principale causa di morte prevenibile in Piemonte e provoca ogni anno circa 6000 decessi, il 12% di quelli totali. Da quest’anno, però, smettere di fumare sarà più semplice. Con l’approvazione dei nuovi livelli essenziali di assistenza (Lea) da parte del governo, infatti, i trattamenti per la cessione del tabagismo sono stati assimilati a quelli per la cura di tutte le altre dipendenze patologiche, proponendo così un nuovo approccio al problema della disassuefazione e garantendo pertanto a tutti i cittadini le stesse opportunità di accesso ai servizi. Inoltre, grazie al nuovo Piano antitabacco 2008-2012, “Piemonte libero dal fumo”, la rete regionali dei Centri antifumo sarà riorganizzata, attraverso l’omogeneizzazione dei servizi già attivi, l’apertura di nuove strutture nelle zone attualmente sprovviste e l’integrazione di tutti i professionisti interessati. Lo ha annunciato il 29 maggio mattina l’assessore regionale alla tutela della salute e sanità, Eleonora Artesio, nel corso della conferenza stampa organizzata per fare il punto sulla lotta al fumo in Piemonte, in occasione della Giornata mondiale che si tiene ogni anno il 31 maggio. “La politica regionale di contrasto al tabagismo, – ha affermato Artesio –, insieme al provvedimento ministeriale, consentirà un’organizzazione più strutturata dei servizi. Il nuovo piano, infatti, prevede azioni concrete rivolte prevalentemente in tre direzioni: la promozione della salute e la prevenzione dell’abitudine al fumo tra gli adolescenti, l’assistenza e il supporto alla disassuefazione e il controllo del fumo passivo, in special modo nei luoghi di lavoro e presso le strutture sanitarie”. Grazie alla collaborazione della Commissione regionale antitabacco e della Consulta “Piemonte libero dal fumo”, è stato realizzato un programma quinquennale di interventi, che vede nel potenziamento delle attività di contrasto al tabagismo il suo obiettivo principale. Saranno, infatti, organizzati corsi di formazione sul tabagismo rivolti ai medici di medicina generale, ogni azienda sanitaria sarà sostenuta nella creazione di un piano specifico per i servizi di cessazione e saranno potenziate le attività informative rivolte ai cittadini. Il Piano, insieme ai numerosi progetti già avviati, sia in tutto il territorio regionale sia nelle singole aziende sanitarie, consentirà di avviare concretamente le linee guida clinico-organizzative per la cessazione del fumo di tabacco realizzate nel 2007. “I dati epidemiologici sul tabagismo – ha dichiarato Artesio -, se da un lato evidenziano la progressiva diminuzione della prevalenza negli ultimi anni, dall’altro mostrano un preoccupante incremento dell’abitudine al fumo tra gli adolescenti. Anche in questa direzione è importante favorire una rete territoriale tra la scuola e le strutture sociali e sanitarie interessate alla prevenzione al controllo. Uno degli obiettivi del progetto regionale è quello di inserire nei piani di offerta formativa percorsi specifici dedicati alla promozione della salute e di favorire tutte quelle attività educative, ludiche e culturali volte alla diffusione di stili di vita sani”. . |
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FUMO, PREMIATI STUDENTI VINCITORI CONCORSO LEGA TUMORI: “NUOVI MESSAGGI SU PACCHETTI SIGARETTE E TABACCHERIE CON POESIE E DISEGNI RAGAZZI” |
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Milano, 3 giugno 2008 - Sono circa un milione e mezzo i fumatori in Italia tra i 15 e i 24 anni e 140mila i giovanissimi tra i 15 e i 17 anni che si accendono ogni giorno una media di 10 sigarette. La metà dei ragazzi italiani inizia a fumare tra i 15 e i 17 anni, mentre per il 34% la “prima volta” avviene addirittura prima dei 15 anni. In Lombardia fumano 200mila under 25 (il 6% ha 13 anni, il 26% ha 15 anni e il 33% è maggiorenne), con una media di 15 sigarette al giorno per il 13% di loro e di ben 24 sigarette per il 7%. Sono alcuni dei dati diffusi dalla Lilt, Lega italiana per la Lotta contro i Tumori di Milano, alla vigilia della Giornata mondiale senza tabacco. Con lo slogan “Tobacco free youth”, il Presidente del Consiglio comunale Manfredi Palmeri, il Presidente Lilt di Milano Gianni Ravasi, l’ex velina Elena Barolo e il campione di pattinaggio Maurizio Margaglio hanno premiato in piazza San Carlo gli studenti vincitori del concorso di disegni e poesie sul tema del fumo, che ha coinvolto oltre 500 scuole elementari della Provincia, per un totale di 23mila bambini. “Le poesie e i disegni degli studenti milanesi – ha detto il Presidente Manfredi Palmeri che, attraverso al Lilt, presenterà la proposta al Ministero della Salute – potrebbero essere utilizzati come messaggi antifumo sui pacchetti di sigarette e nelle tabaccherie. Sono stati scelti i ragazzi come protagonisti della Giornata mondiale, per avere un’arma doppiamente efficace contro il tabacco: non solo perché non diventino fumatori in futuro, ma anche perché già da ora possano convincere gli adulti a smettere, a partire dai loro familiari”. . |
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31 MAGGIO "GIORNATA MONDIALE CONTRO IL FUMO" IN ALTO ADIGE DIMINUISCE LA SCHIERA DEI GIOVANI FUMATORI |
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Bolzano, 3 giugno 2008 - - “Gioventù senza fumo” è lo slogan della Giornata mondiale contro il fumo 2008. Si vuole evitare che adolescenti e giovani inizino a fumare ed aumentare gli sforzi per la tutela contro il fumo passivo. “In Alto Adige” afferma l’assessore Theiner “la legge per la tutela dei non fumatori ha portato ad una maggiore protezione dei giovani rispetto ai danni causati da fumo passivo”. In Alto Adige dal 2005 al 2007 secondo le indagini dell’Astat la percentuale dei giovani fumatori dai 14-19 anni è passata dal 32,1 al 18,6%. “Gli sforzi dell’Assessorato alla sanità vanno nella direzione di sensibilizzare tutte le classi di età, ma specialmente i giovani, sui danni derivati dal fumo. Iniziare a fumare è facile, smettere invece è più difficile. Il fumo è, fra i maggiori rischi per la salute, quello che ognuno può personalmente evitare“ afferma l’assessore Theiner. Dal 2005 sono state incrementate le misure sanitarie preventive contro il consumo di tabacco. Esperti altoatesini hanno fissato linee guida, per le attività di disassuefazione, consulenza e prevenzione al consumo di tabacco che si fondano su tre strategie centrali: prevenire o ritardare nei giovani il primo approccio con il consumo di tabacco, offrire ai fumatori e alle fumatrici aiuti per smettere e proteggere i non-fumatori e le non-fumatrici dal fumo passivo. In ambito giovanile tramite il progetto "free your mind" indirizzato in particolare ai giovani puntiamo a rafforzare la sensibilizzazione e il trend a non fumare (pagina internet www. Free-your-mind. It ). Vengono distribuiti gadget nei luoghi di ritrovo dei giovani: centri giovanili, servizi giovani, festival open air. Con il progetto “Pit Stop”, inoltre, si è presenti nei luoghi di divertimento (concerti, discoteche, ecc. ) ed è previsto uno spazio nel quale vengono offerte ai ragazzi acqua e frutta fresca e dove vi è la possibilità di effettuare l’alcoltest e colloquiare con gli operatori presenti. Nel 2005 la percentuale di giovani fumatori nella fascia di età dai 14 ai 19 anni era del 32,1%, nel 2007 è del 18,6%. La percentuale dei fumatori nella popolazione è diminuita, passando da 21,3% nel 2005 a 20% nel 2007. “I dati dell’ Astat confermano che le misure messe in campo, specie in ambito giovanile, funzionano. Questo non significa che dobbiamo diminuire gli sforzi per la tutela della salute dei non fumatori” sottolinea l’assessore Richard Theiner Il divieto di fumo nei locali di ristorazione è esteso ormai in tutti i paesi europei. “No smoking” è legge dal 2004 in Irlanda in Svezia, in Belgio, Norvegia, Malta Lettonia, Scozia ed infine, anche se in misura limitata, anche in Germania ed Austria. I soli divieti non bastano, c’è bisogno di molta opera di sensibilizzazione e di accettazione delle misure da parte della popolazione. Proprio per questo l’assessore esprime la propria soddisfazione per il fatto che le misure per la tutela della salute dei non fumatori abbiano trovato un elevato gradimento nella popolazione dell’Alto Adige. Dall’indagine effettuata nel 2007, su richiesta dell’Assessorato alla sanità, emerge che il 94% di 1. 000 persone intervistate e perfino il 87% dei fumatori ritiene che la legge di tutela della salute dei non fumatori sia necessaria e giusta. Accanto al lavoro di sensibilizzazione della popolazione gli sforzi dell’Assessorato alla sanità e dei servizi specialistici vogliono sostenere coloro che intendono smettere di fumare. L’offerta professionale è garantita in tutti i Comprensori sanitari tramite i servizi dell’Azienda sanitaria provinciale e tramite servizi privati o centri convenzionati con la Provincia che offrono corsi di disassuefazione al fumo ed aiuti per smettere di fumare. “Il Servizio sanitario provinciale offre molti aiuti alle persone che vogliono smettere di fumare; non si tratta di proibire, ma di sostenere positivamente la responsabilità individuale“ afferma l’assessore Theiner. . |
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GIOTTO INEDITO PRESTO IN MOSTRA AGLI UFFIZI E’ IL FRAMMENTO DI UN DIPINTO SU TAVOLA DELLA FONDAZIONE CINI DI VENEZIA, FINORA SFUGGITO AGLI STUDIOSI. SARÀ UNA DELLE ATTRAZIONI DELL’EXPO SULL’ARTE A FIRENZE TRA 1340 E 1375 |
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Firenze, 3 giugno 2008 – Un dipinto inedito uscito dalla bottega di Giotto tra il 1325 e il 1335 sarà presentato ed esposto agli Uffizi in occasione della mostra L’eredità di Giotto. L’arte a Firenze tra il 1340 e il 1375, in programma dal prossimo 10 giugno insieme alla mostra gemella su Giovanni da Milano alla Galleria dell’Accademia (www. Firenze2008. It). Si tratta di una tempera su legno di 42,5 per 32 centimetri, frammento di una tavola che in origine collegava una teoria di apostoli a una immagine di Cristo o a una Madonna col Bambino in trono. Firma l’attribuzione uno dei massimi esperti mondiali del periodo, il professor Miklòs Boskovits, docente di Arte Medievale all’Università di Firenze. L’opera, spiega, deve essere stata realizzata nella bottega di Giotto, come confermano lo stile, la gestualità dei personaggi, l’eleganza e la grandiosità del disegno, ma anche piccoli particolari quali la decorazione delle aureole, conformi ai modi di Giotto negli ultimi anni di attività, forse non molto prima della morte avvenuta nel 1337. “Un’attribuzione molto importante”, commentano la soprintendente al Polo Museale Fiorentino Cristina Acidini e il direttore degli Uffizi Antonio Natali, “Sarà senz’altro una delle attrazioni di questo doppio evento espositivo che per la prima volta documenta l’influenza di Giotto sugli artisti delle generazioni successive”. Proprietà della Fondazione Cini, già accostato a Giotto, ma senza alcuna motivazione critica, il dipinto raffigura due personaggi vestiti all’antica, in piedi, probabilmente a colloquio con persone non visibili nella parte superstite della tavola. Secondo Boskovits potrebbe trattarsi degli apostoli Tommaso o Giuda Taddeo (il primo) e di Matteo o Simone (l’altro), parte di una composizione raffigurante i dodici apostoli divisi in gruppi come nella predella del Polittico Stefaneschi di Giotto, oggi nella Pinacoteca Vaticana. Il frammento fu acquistato da Vittorio Cini all’inizio degli anni ’60 del secolo scorso, forse da Luigi Albrighi, antiquario fiorentino. Federico Zeri, ricorda Boskovits, supponeva che avesse fatto parte della celebre raccolta viennese del conte Karol Lanckoronski (1848 – 1933) e avvicinandolo alla scuola di Giotto, in particolare a Maso di Banco. Prima dell’approdo a Venezia un’opera di restauro ha integrato le cadute di colore nelle vesti, mani e volti, ma la ricostruzione completa dell’originale è un problema di non facile soluzione, considerata l’esiguità del frammento. Curata da Angelo Tartuferi – noto e apprezzato specialista del settore - e diretta da Natali, L’eredità di Giotto presenta circa 60 capolavori, tra cui dipinti di Taddeo Gaddi, Bernardo Daddi, Maso di Banco, i fratelli Orcagna, Giottino. Oltre 40, invece, le opere che saranno presentate dalla Galleria dell’Accademia nella mostra gemella su Giovanni da Milano curata da Daniela Parenti e diretta da Franca Falletti. Entrambe le iniziative (9 luglio – 2 novembre 2008) fanno parte della terza edizione di Un Anno ad Arte, il programma espositivo coprodotto dalla Soprintendenza speciale per il Polo Museale Fiorentino con Firenze Musei e l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze. . |
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MOSTRA « REFLEXIONS DANS LES CHAMBRES D’ANDRÉ VILLERS », AD AOSTA 7 GIUGNO - 5 OTTOBRE 2008 |
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Aosta, 3 giugno 2008 - L’assessore all’Istruzione e Cultura Laurent Viérin inaugurerà, venerdì 6 giugno prossimo, alle ore 18, nella Sala espositiva dell’Hôtel des États di Aosta, la mostra « Reflexions dans les chambres d’André Villers ». Si tratta di un’occasione unica per la stampa italiana e il mondo della critica d’arte: il maestro fotografo e artista André Villers sarà il protagonista di questa rassegna che presenta al pubblico il percorso creativo di un grande protagonista del Novecento. A 35 anni dalla scomparsa di Pablo Picasso e a 55 da quando il giovane Villers conobbe il più grande genio del Xx secolo, un volume d’arte raccoglie per la prima volta in modo esaustivo, l’opera fotografica e artistica di questo straordinario personaggio, che vive nella Francia del sud e che eccezionalmente sarà in Italia per promuovere una serie di mostre itineranti, che vedrà in primo piano proprio l’unica regione francofona italiana, la Valle d’Aosta. Fotografo di Picasso dal 1953 al 1973, Villers lavorò al suo fianco e anche accanto a Prévert, Cocteau, César, Hartung, Leo Ferré, Brassai, Doisneau, Ionesco, Aragon, e ritrasse molti fra i maggiori esponenti della cultura europea del secolo scorso da Mirò a Le Corbusier, da Guttuso a Arp, da Boulez a Ponge. La monografia, ideata da Debora Ferrari e Luca Traini in collaborazione con il maestro, riporta pagine critiche, biografiche, scritti dell’artista e circa 150 immagini tra i ritratti, le fotoelaborazioni e i découpages del maestro. André Villers è nato nel 1930 a Beaucourt, in Francia. Il suo primo incontro con Pablo Picasso è avvenuto 55 anni orsono, nel 1953, a Vallauris. Con l’artista inizia a collaborare a “Les lettres Françaises” ritraendo scrittori e pittori come Prévert, Léger e Chagall. Si stabilisce a Vallauris e inizia i primi esperimenti fotografici in comune con Picasso. È del 1959 “L’album photographique Portraits de Picasso” con testo di Jacques Prévert, mentre risale al 1962, “Diurnes”, esperimenti fotografici e montaggi in collaborazione con Picasso e ancora con testo di Prévert. Negli anni seguenti, illustra “Fatras” di Prévert e presenta al Centre Culturel de rue Mercoeur, a Parigi, la mostra “Ombres des sculptures”, dedicata a Giacometti. Nel 1970 si trasferisce a Mougins. In questi anni pubblica “Les Hangués” con Daniel Schmitt, iniziando una collaborazione che culminerà nel 1998 con “La Barbe des Saisons”, i “Pliages d’ombres”. Nel 1981 espone la serie Jacques Prévert alla Fondation Nationale de la Photographie di Lione e pubblica “Portraits de Picasso”, “Drôle de vie” e “Prévert-couleurs”. Le sue più recenti mostre in Italia sono state nel 2004. . |
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DIANA BOSNJAK ALLA GALLERIA RETTORI TRIBBIO 2 TRIESTE |
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Trieste, 3 giugno 2008 - Sabato 7 giugno 2008 alle ore 18. 00 alla Galleria Rettori Tribbio 2 di Trieste (piazza Vecchia, 6) avrà luogo l’inaugurazione della mostra personale della pittrice Diana Bosnjak intitolata Luce del microcosmo, con introduzione critica di Marianna Accerboni. Pittrice, architetto e designer, la Bosnjak vive in Italia dal 2000. In mostra verrà esposta fino al 20 giugno una trentina di oli su tela realizzati negli ultimi tre anni, in prevalenza paesaggi sulla via dell’astrazione Tre suggestioni pittoriche – scrive Accerboni - s’incontrano nella casa-studio, situata in un fascinoso palazzo tardo ottocentesco di Trieste, in cui Diana Bosnjak, pittrice, architetto e designer, nata a Sarajevo nel 1970, vive dopo il tragico periodo del conflitto nell’ex Yugoslavia e il suo trasferimento, nel 2000, in Italia. Laureata in architettura a Zagabria e attiva fino alla fine degli anni novanta in Slovenia, l’artista, che ha studiato anche disegno e acquerello, propone nell’appartamento triestino una gradevolissima sintesi della propria creatività, presente negli arredi - essenziali, luminosi e connotati da colori vivaci e da chiarezza d’intenti - il cui linguaggio si trasmette nelle numerosissime opere, realizzate a olio su tela, che compongono una brillante galleria e un’esauriente antologica, complici le alte pareti di un appartamento d’epoca quasi intatto. Curiosamente e felicemente, però, in tali spazi, accanto ai lavori in prevalenza di grande dimensione della Bosnjak, che in pittura è sostanzialmente autodidatta, s’intrecciano le opere di Fulvio Monai, pittore polesano di nascita e goriziano d’adozione, molto noto per i suoi paesaggi, sapientemente velati, nella maturità, da atmosfere turneriane. E accanto, le interessantissime interpretazioni della natura realizzate dal figlio dell’artista, Sergio, utilizzando la fotografia analogica. Nell’atmosfera seducente della casa-studio le interpretazioni del concetto di paesaggio dipinte da Diana per raccontare le proprie emozioni e la propria vita e per liberare i propri pensieri, tracciano una sorta di autobiografia per immagini cromatiche, che trova nel progressivo e convincente distacco dalla fase figurativa maggiore autonomia e bellezza; ma anche la pace, come se il progressivo allontanarsi dalla figurazione fosse sintonico al distacco dall’angoscia e dalla malinconica intensità del dolore: nelle opere più recenti l’artista raggiunge infatti una libertà del gesto che, pur rimanendo fedele all’intensità del contrasto cromatico, guarda lontano, verso l’astrazione e l’informale. E si appropinqua nel contempo – conclude Accerboni - a una fase più equilibrata della sua creatività, più matura e serena, in cui le suggestioni del linguaggio postcubista e surrealista, nel quale si palesa il secolare rapporto culturale tra il mondo slavo e la Francia, sfumano, si acquietano e lasciano il passo a un’intensa serenità, lontano dalle lacrime di sangue. . |
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BENVENUTO TISI DETTO IL GAROFALO: MARTEDÌ 3 GIUGNO IN PINACOTECA A BOLOGNA UNA CONFERENZA, UN DOCUMENTARIO E DUE PERCORSI VIRTUALI |
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Bologna 3 giugno 2008 - in occasione della mostra “Garofalo pittore della Ferrara estense” in corso a Ferrara fino al 6 luglio prossimo, l’Istituto Beni Culturali della Regione Emilia-romagna e la Pinacoteca nazionale di Bologna organizzano un pomeriggio tutto dedicato al pittore ferrarese. L’appuntamento è alle ore 17 nell’Aula didattica della Pinacoteca (via Belle Arti 56, Bologna): si comincia con una conferenza di Mauro Lucco, curatore della mostra ferrarese. Seguirà la proiezione del documentario di Dario Zanasi “Il ritorno di Garofalo. La mostra nascosta” a cura di Valeria Cicala, Isabella Fabbri e Carlo Tovoli e la presentazione di due percorsi virtuali dedicati all’artista e alle sue opere conservate nei musei e nelle chiese dell’Emilia-romagna: “Garofalo oltre la mostra” a cura di Micaela Guarino e Elisabetta Landi e “Garofalo, una visita in 3D” a cura di Carmela Baldino. . |
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A LONGIANO INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA "GIOVANNI SESTO MENGHI. LA VITA E L´ARTE. RITROVAMENTI E SCOPERTE" |
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Longiano (Fc), 4 giugno 2008 - Da, sabato 31 maggio, presso l’ex Chiesa Madonna di Loreto e il Castello Malatestiano di Longiano è aperta la mostra “Giovanni Sesto Menghi. La vita e l’arte. Ritrovamenti e scoperte”. Con una selezione di oltre trenta opere pittoriche, disegni, stampe, immagini e documenti, l’esposizione ripercorre i momenti salienti dell’attività dell’artista di cui si è celebrato nel 2007 il primo centenario della nascita. Riminese di nascita, Menghi è stato pittore, poeta, uomo di impegno politico e sociale attorno al quale si sono formati importanti personaggi della nostra cultura tra i quali lo stesso Tito Balestra. A Longiano, terra dei suoi genitori, Sesto Menghi è stato un punto di riferimento fondamentale nella lotta resistenziale e primo sindaco del Comune nominato dal Town Major dopo la Liberazione. Personaggio schivo e riservato, stimato per la sua attività di pittore, appassionato cultore delle “belle arti”, ha saputo anche offrire un valido contributo alla gestione di importanti istituzioni culturali come il museo, la biblioteca e l´ospedale di Rimini. L’esposizione promossa dalla Fondazione Tito Balestra Onlus e Comune di Longiano e dall’Ibc-soprintendenza per i beni librari e documentari fa seguito ad una prolungata fase di ricerca documentaria e catalografica sull’attività dell’artista i cui esiti sono riuniti in un volume a cura di Arianna Bargellini e Orlando Piraccini con testi di Gabriello Milantoni e Giorgio Pedrelli, edito nella collana “Immagini e Documenti” dell’Ibc dalla Bononia University Press di Bologna. La mostra, coordinata da Flaminio e Massimo Balestra, resterà aperta al pubblico fino al 24 luglio. . |
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“ARTE E DEMOCRAZIA” SCULTURA, PITTURA E FOTOGRAFIA DAL 30 MAGGIO AL 15 GIUGNO, A TORRE VANGA SARANNO ESPOSTE LE OPERE DI ARTISTI INTERNAZIONALI |
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Trento, 3 giugno 2008 - In occasione della terza edizione del Festival dell’Economia l’Aspart, associazione che riunisce le cinque maggiori gallerie operanti in Trentino, rinnova il proprio impegno a sostegno dell’evento. Le gallerie trentine rispondono al tema “Mercato e Democrazia” allestendo una manifestazione collaterale nella prestigiosa sala di Torre Vanga, recentemente restituita alla città dopo un lungo periodo di lavori di restauro. Cinque gli artisti scelti dall’Aspart, chiamati a confrontarsi sul tema della terza edizione della kermesse attraverso i diversi strumenti del fare arte, dalla pittura, alla scultura, alla fotografia. Jürgen Schadeberg (Studio d’arte Raffaelli) elabora un percorso fotografico documentando la realtà del Sud Africa . Luca Devigili (Galleria d’arte Argo) sviluppa un diario di viaggio nei luoghi dove l’economia diventa segno di aggregazione. Bruno Faidutti (Galleria d’arte Il Cenacolo) nella scultura fa esperienza di una rilettura dell’arcaico Michelangelo Galliani (Buonanno Arte Contemporanea) nella scultura elabora il passaggio tra memoria e presente Lorenzo Piemonti (Galleria Il Castello studio arte contemporanea) usa la pittura come segno di libertà. La complessità del tema darà loro modo di analizzare e interpretare, in maniera significativamente differente, i rapporti intercorrenti tra democrazia, mercato ed arte, nell’ottica di una sempre maggiore sensibilizzazione dell’opinione pubblica nei confronti delle tre istanze sopra indicate. La mostra è allestita a Torre Vanga, in piazza Santa Maria Maggiore ed è visitabile fino al 15 giugno, dalle 9 alle 19. . |
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GOLF - IN EUROPA SPLENDIDA GIORNATA AZZURRA: NEL CHALLENGE TOUR IN INGHILTERRA GRANDE VITTORIA DI ALESSANDRO TADINI NELL’EUROPEAN TOUR IN GALLES OTTIMA PROVA DI FRANCESCO MOLINARI (4°)
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Roma, 3 giugno 2008 - Alessandro Tadini (264 - 64 64 67 69) ha ottenuto una grande vittoria nell’Oceanico Group Pro-am Challenge, torneo del Challenge Tour disputato sull’impegnativo percorso del Marriott Worsley Park Hotel &Cc, nei pressi di Manchester in Inghilterra. Il trentaquattrenne piemontese di Borgomanero, al secondo titolo nel circuito dopo il Costarica Open del 2004, ha costruito pazientemente il suo successo, prima rimanendo sulla scia dello svizzero Raphael De Sousa, poi attaccandolo decisamente e sorpassandolo nel momento della verità. De Sousa (265 - 63 64 67 71), dopo aver perso tre colpi al giro di boa, ha avuto una reazione incredibile nel finale riportandosi in corsa con due birdie alla 16 e alla 17, sperando in qualche disavventura del piemontese sul green finale. E’ in effetti il divario si è ridotto a un solo colpo, ma solo perché Tadini ha fatto ricorso alla sua esperienza sotto massima pressione e ha limitato ogni rischio contentandosi del bogey che era sufficiente per vincere. Al terzo posto con 266 lo svedese Klas Eriksson (65 69 66 66), che però non mai stato in corsa per il successo, e al quarto con 267 gli inglesi Graeme A. Clark, John E. Morgan e Robert Rock, l’irlandese Gareth Maybin, il portoghese Ricardo Santos. Hanno concluso in bassa classifica Michele Reale, 53° con 278 (65 69 69 75), e Andrea Zanini, 58° con 280 (68 67 75 70). Sono usciti al taglio, caduto a 136, Marco Crespi, 77° con 138 (69 69) e Gregory Molteni, 106° con 140 (70 70). Con i 24. 000 euro intascati (su un totale di 150. 000) Alessandro Tadini è entrato tra i “top ten” della money list, dando corpo al suo programma che lo vuole per tutta la stagione sul Challenge Tour con lo scopo di riconquistare la “carta” per l’European Tour. European Tour: In Galles Ottima Prova Di Francesco Molinari (4°) - Un grande Francesco Molinari (271 - 72 66 69 64) grazie a un 64 nel giro finale si è classificato quarto, rimontando ventuno posizioni, nel The Celtic Manor Wales Open (European Tour) svoltosi al The Celtic Manor Resort di Newport in Galles. Al 31° posto con 277 Edoardo Molinari (64 70 72 71) e al 50° con 281 Emanuele Canonica (73 68 73 67). Vittoria annunciata di Scott Strange (262 - 63 66 69 64), trentunenne australiano di Perth che ha fatto corsa di testa e ha ottenuto il primo titolo nel circuito lasciando a quattro colpi lo svedese Robert Karlsson (266 - 67 67 68 64), secondo dopo essere stato terzo nelle precedenti tre gare disputate. Con un birdie sull’ultima buca il francese Raphael Jacquelin (270 - 66 68 68 68) ha conquistato da solo la terza posizione, beffando sul filo di lana Molinari e gli altri quattro giocatori alla pari con lui: gli inglesi Benn Barham e Nick Dugherty, l’irlandese Darren Clarke e l’argentino Rafael Echenique. Mettendo a segno cinque birdie (sette in totale per il 64 di giornata) nelle prime otto buche Strange ha praticamente chiuso il conto e non ha tremato neanche quando Karlsson è riuscito a portarsi a due colpi, per poi riallontanarsi. Anche Molinari ha raccolto sette birdie, senza commettere errori, mentre il fratello Edoardo per il 71 del par ha messo insieme quattro birdie, un bogey e un triplo bogey. Nel 67 di Canonica un doppio bogey alla seconda buca, poi sei birdie. Non ha superato il taglio Paolo Terreni, 113° con 145 (73 72). A Strange sono andati 376. 671 euro su un montepremi è di 2. 270. 000 euro. Let In Germania: Domina Amy Yang, 16ª Veronica Zorzi - Veronica Zorzi ha concluso al 16° posto con 278 colpi (67 68 75 68) il Hypovereinsbank Ladies German Open, torneo del Ladies European Tour disputato al Golfpark Gut Hausern, nei pressi di Monaco, in Germania, dove ha dominato Amy Yang (267 - 61 66 63 67). La coreana, diciannove anni da compiere a luglio e al secondo titolo nel tour dopo l’Anz Masters del 2006 conquistato nello status di dilettante, ha lasciato a quattro colpi la svedese Louise Stahle (271 - 68 69 69 65) e a cinque la francese Gwladys Nocera (272 - 68 70 69 65). Al quarto posto con 273 la spagnola Marta Prieto e la transalpina Anne Lise-caudal, al sesto con 274 la rediviva giovane statunitense Michelle Wie. Buon recupero finale di Diana Luna, da 43ª a 25ª con 281 (72 69 73 67), quindi al 30° posto con 282 Vittoria Valvassori (69 71 74 68) e Federica Piovano (70 73 70 69), al 44° con 286 Sophie Sandolo (69 73 70 74), al 51° con 288 Margherita Rigon (68 71 77 72), al 59° con 291 Stefania Croce (71 71 78 71). Non ha superato il taglio Anna Rossi, 122ª con 153 (81 72). Seniors Tour: Primo Titolo Per Ian Woosman, Cali’ E Croce 33. I - Il cinquantenne gallese Ian Woosnam (202 - 71 68 63), ventotto titoli nell’European Tour con un major, ha ottenuto il primo titolo nel Seniors Tour imponendosi di forza nel Parkridge Polish Seniors Championship, al Krakow Valley G&cc di Cracovia in Polonia. Woosnam con uno spettacolare 63 finale ha superato di un colpo lo spagnolo Domingo Hospital (203 - 69 70 64), che ha opposto una tenace resistenza con un 64 in una corsa a due. Al terzo posto con 207 il giapponese Katsuyoshi Tomori, al quarto con 208 lo sozzese John Chillas e il francese Philippe Dugeny, al sesto con 209 l’inglese Bob Cameron, l’argentino Luis Carbonetti e lo spagnolo José Rivero. Non hanno brillato i tre giocatori italiani. Si sono classificati in 33ª posizione con 221 Giuseppe Calì e Alberto Croce, che hanno realizzato identici parziali (75 71 75), e in 51ª con 225 Costantino Rocca (74 73 78). Campionato Nazionale Ragazzi/e Al Gc La Margherita: Finali Manassero-sesia E Ferrero-tandrini - Sul percorso del Golf Club La Margherita, a Carmagnola (To), ultimo atto dei Campionati Nazionali Ragazzi e Ragazze con la disputa delle finali sulla distanza di 18 buche: di fronte nel torneo maschile Matteo Manassero ed Emanuele Sesia, in quello femminile Eugenia Ferrero e Valeria Tandrini. Tra i ragazzi Manassero (Gardagolf) ha avuto due incontri piuttosto difficili, che però ha superato con grande autorità. Contro Cristiano Terragni (Verbania) ha vinto con un perentorio 5/3, poi ha dato vita ad un match tiratissimo con Claudio Viganò (Zoate) imponendosi per 1 up. A sua volta Viganò aveva estromesso Filippo Zucchetti (Des Iles Borromées) per 3/2. Emanuele Sesia (Torino) ha fatto suo il “derby” con Filippo Vianelli (Royal Park) per 3/2, poi in un susseguirsi di colpi di scena ha avuto ragione alla prima buca supplementare di Andrea Bolognesi (Cervia), che aveva regolato nei quarti Corrado De Stefani (Biella) per 3/2. Nella gara femminile Valeria Tandrini (Padova) ha battuto con lo stesso punteggio di 2/1 prima Chiara Brizzolari (Rapallo) e poi Laura Sedda (Vicenza). A merito della Sedda l’aver eliminato con un secco 5/4 nei quarti Alessandra Braida (Royal Park). Eugenia Ferrero ha messo facilmente fuori gioco (7/5) Federica Maria Costantini (Le Querce), poi ha espresso il suo capolavoro arrivando in finale ai danni di Alessia Knight (Bologna) capovolgendo le previsioni con un inappellabile 2 up. La Knight aveva estromesso nei quarti una Ludovica Carulli (Torino) sin troppo arrendevole (6/5). . . |
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