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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 03 Giugno 2008
FESTIVAL DELL´ECONOMIA: MASS MEDIA E DEMOCRAZIA: IL PLURALISMO C’È, ANZI NO FEDELE CONFALONIERI: QUEL CHE CONTA È LA PROFESSIONALITÀ DEL GIORNALISTA. MASSIMO MUCCHETTI: CONFORMISMO CULTURALE NELLE REDAZIONI. FUORI DALLA SALA MANIFESTANO ITALIA DEI VALORI E OPERAI DELLA SOGEFI  
 
 Trento, 3 giugno 2008 - Mass media e democrazia: ovvero pluralismo esterno, negli assetti del mercato, nell’esistenza, più o meno garantita da norme antitrust, di diverse testate in competizione fra loro, e pluralismo interno ad ogni singola azienda, a sua volta dipendente – fra le altre cose – dagli assetti proprietari. Questo lo scenario delineato da Michele Polo, docente di Economia politica alla Bocconi, nell’introdurre il forum dedicato ai media, alla democrazia, e ai rapporti variabili che intercorrono fra queste due entità. Ospiti d’onore, Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset spa, Massimo Mucchetti, vicedirettore del Corriere della Sera e John Lloyd, editorialista del Financial Times. Fuori dalla sala va in scena la protesta – anch’essa “democratica” – di due distinti gruppi, Italia del Valori per la vicenda di Rete 4, conclusasi con una sentenza del Consiglio di Stato a favore dell’emittente, e gli operai della Sogefi di Mantova (di proprietà di De Benedetti, che però non è intervenuto al forum) minacciati di licenziamento. Il dibattito, moderato dalla giornalista Luisella Costamagna, ha toccato un po’ tutti i temi caldi del momento, compreso quello di Internet, per alcuni probabile nuovo garante del pluralismo mediatico in virtù della sua accessibilità e pervasività, per altri strumento ancora troppo acerbo, sul piano del business, per impensierire i colossi dell’informazione. Prevedibili le posizioni delineatesi nel corso degli interventi: ad un Polo che afferma che “il malato è grave”, sia nel campo televisivo (nonostante i nuovi concorrenti, Sky su tutti) sia in quello giornalistico (soprattutto a livello locale, dove le testate continuano a calare, ma evidentemente il caso trentino è un’eccezione), Confalonieri replica che il mercato c’è e funziona, e il suo principale attore è il giornalista con la sua professionalità. Riguardo alla questione di Rete 4 e del ricorso presentato da Europa 7, “per tre giorni hanno fatto una batracomiomachia, poi siccome anche nel Pd ci sono persone intelligenti hanno tirato indietro il piede. Comunque se una trasmissione piace può permettersi di attaccare chi vuole e lo stesso Montanelli diceva: il mio padrone è il lettore. ” Qualche mugugno in sala quando il presidente di Mediaset, parlando di conflitto di interesse, ha affermato che “Berlusconi è proprietario solo di un terzo dell’azienda”. Subito precisando: “Gli altri due terzi sono di proprietà di fondi esteri, che certo non investirebbero lì se le nostre tv, per ragioni legate alla loro proprietà, non fossero gradite al pubblico. Poi si può non essere d’accordo che un proprietario di televisioni faccia anche politica ma così è l’Italia e comunque gli italiani hanno votato Berlusconi tre volte. ” Mucchetti ha spostato il dibattito sulle redazioni. “Le notizie le diamo più o meno tutte, ma bisogna vedere come. La verità è che c’è conformismo culturale anche nelle redazioni. A me questo interessa, il dibattito su Rete 4 non mi appassiona. Il problema è avere una tv di Stato che deve rincorrere l’audience e la pubblicità, mettendosi in competizione con il privato, magari rinunciando a fare inchieste. Negli usa un ex-banchiere di orientamento liberista apre un’azienda che si propone di diventare la più grande testata mondiale nel campo del giornalismo investigativo, semplicemente perché si accorge che è qualcosa che manca, anche se gli Usa sono la patria del giornalismo investigativo. Noi non abbiamo questi banchieri, abbiamo la televisione di Stato. Se non dovessero competere per l’audience, forse potremmo avere non una ma dieci Gabanelli. ” Per Lloyd il fattore proprietà rimane determinante. In un sistema democratico, che ha nei media uno dei suoi pilastri, la proprietà deve condividere gli stessi valori, la stessa “missione” del giornalista. In quanto ad Internet, la realtà è che i blog sono sempre più importanti, basti pensare a Beppe Grillo. “E’ vero, Internet è importante – ha chiosato Mucchetti – perché garantisce un accesso all’informazione a bassissimo costo. Ma non sostituisce le testate giornalistiche. La rete ci sommerge di informazioni che poi non sappiamo analizzare. ” Anche Polo è tornato sulla questione della proprietà: “E’ importante, non è vero che contano solo i giornalisti. Per usare una metafora calcistica: contano i giocatori, ma conta anche l’allenatore e la proprietà che lo ha assunto. Il punto è che il mercato, come sempre, tende alla concentrazione, se non è regolato in altro modo. Ma se anche le testate si riducono o le sedi periferiche chiudono io cittadino devo farmi lo stesso un’idea di quello che succede, e me la farò con quello che rimane, anche con un solo giornale. ” .  
   
   
IFIL: PERFEZIONATO L’INVESTIMENTO NEL SETTORE DELLA PRODUZIONE TELEVISIVA  
 
Torino, 3 giugno 2008 - E’stato perfezionato 30 maggio l’investimento in Mangas Capital Entertainment che, a seguito della capitalizzazione già annunciata il 15 maggio scorso, ha preso il nome di Banijay Holding. Il Gruppo Ifil, come previsto, ha versato € 21,25 milioni pari alla metà del suo impegno complessivo e detiene quindi una quota pari al 17 % circa del capitale di Banijay Holding. .  
   
   
RAI: DEL TURCO, LA FICTION PER RILANCIO IMMAGINE DELL’ABRUZZO CON PETRUCCIOLI FIRMATO UN PROTOCOLLO D´INTESA  
 
L´aquila, 3 giugno 2008 - Una collaborazione diretta alla promozione e valorizzazione del territorio attraverso la realizzazione di fiction che avranno come soggetto storie ambientate in Abruzzo, personaggi abruzzesi e che saranno girate in tutto o in parte nella regione. Ma anche progetti più articolati con interventi di marketing territoriale ad esempio, per promuovere il patrimonio paesaggistico, ambientale, artistico, culturale e tecnologico-scientifico. E´ questo, in sintesi, il contenuto del protocollo d´intesa firmato, il 30 maggio, a Palazzo Centi, a L´aquila, tra il presidente della Regione, Ottaviano Del Turco e il presidente della Rai, Claudio Petruccioli su "promozione dell´immagine della Regione Abruzzo attraverso forme di comunicazione istituzionale e valorizzazione del territorio mediante opere audiovisive". L´abruzzo ? ha detto il Presidente Del Turco - è una regione particolarmente vocata ad ospitare fiction e da un´analisi delle esperienze maturate in altri contesti emerge che la scelta della location delle fiction maggiormente seguite dal pubblico ha un effetto traino. Da sempre siamo impegnati a promuovere a livello nazionale l´immagine del territorio e questo ci sembra uno strumento importante per consentire l´ampliamento di visibilità dI una regione capace di offrire un´ospitalità unica al mondo". Attraverso questa intesa, che ha durata triennale, Rai e Regione intendono dare avvio ad una stretta collaborazione che porterà, innanzitutto, a istituire un tavolo di coordinamento, con il compito di effettuare un monitoraggio sullo stato di attuazione delle iniziative di volta in volta concordate tra le parti. .  
   
   
WORKSHOP INFWA APRE A BERLINO IL 2 GIUGNO TRA I PARTECIPANTI SELEZIONATI DUE GIOVANI LAZIALI CON BORSA DI STUDIO ROMA LAZIO FILM COMMISSION  
 
 Berlino, 3 giugno 2008 - Il 2 giugno ha avuto inizio a Berlino il primo dei tre workshop formativi sulla coproduzione internazionale, promossi da Infwa International Film Workshop Academy, in collaborazione con Roma Lazio Film Commission, iniziativa che offre a giovani talenti italiani un’esperienza formativa a Berlino nel campo della coproduzione, della produzione e della regia cinematografica. Roma Lazio Film Commission tramite questa iniziativa, presentata in occasione della 58a Berlinale, partecipa attivamente alla formazione dei talenti della regione Lazio, offrendo loro la possibilità di apprendere, con esperienza diretta, i meccanismi di coproduzione internazionale, e mettendo a loro disposizione un totale di tre borse di studio formative. I workshop, della durata complessiva di un mese, saranno proposti tre volte l’anno, nei mesi di giugno, settembre e novembre, a un numero massimo di 8 partecipanti per sessione. I corsi indirizzati a giovani tra i 22 e i 32 anni, saranno tenuti da docenti internazionali impegnati attivamente nelle professioni legate al mondo del cinema e della televisione. I primi vincitori delle borse di studio, ambasciatori d’immagine di Roma Lazio Film Commission, e del territorio laziale, all’estero, sono due giovani laziali: Barbara Corsi, romana, valida assistente di produzione e Luigi Ceccon, residente a Latina, promettente aiuto regista. Nelle prime due settimane di lezione il gruppo apprenderà i meccanismi di produzione europea e di coproduzione internazionale, le tecniche di pitching di progetti sia dal punto di vista registico che produttivo e, con il supporto dei docenti di fotografia e regia, gli studenti approfondiranno le tecniche specifiche del mestiere. Nelle due settimane successive il gruppo realizzerà quattro cortometraggi sotto la guida di due docenti. Saranno messi a disposizione dei partecipanti una location, due attori e un piccolo budget da gestire secondo le regole apprese nelle settimane precedenti. I workshop permetteranno ai partecipanti di fare esperienza diretta in una realtà diversa da quella italiana e d’impadronirsi delle necessarie conoscenze di coproduzione e dei meccanismi ad essa correlati, realizzando un lavoro di produzione in una città europea come Berlino che oggi rappresenta uno dei principali scenari del cinema mondiale. Infwa metterà a disposizione dei partecipanti due appartamenti nel centro di Berlino e una tessera mensile di trasporto per muoversi nella città. Infwa svolge questa attività in stretta collaborazione con l´Istituto Italiano di Cultura a Berlino, nella cui sede avranno luogo le sessioni di lezioni teoriche, e gode inoltre dell’appoggio della Dffb - Scuola di Cinema e Televisione di Berlino, situata nel Sony Center di Potsdamer Platz, di Propaganda Global Entertainment Marketing e del Goethe Institut di Roma. Questa prima serie di workshop Infwa costituisce per Roma Lazio Film Commission un progetto pilota che darà auspicabilmente vita ad iniziative future in un’ottica di reciprocità tra Roma e Berlino nel 2009. Una delle iniziative in programma si propone di ospitare a Roma e in altre località laziali giovani talenti provenienti dalla Germania, per compiere un’esperienza simile a quella realizzata dai coetanei italiani a Berlino, con l’obiettivo di produrre quattro cortometraggi nella regione Lazio. Questo progetto rientra nel quadro di attività di Roma Lazio Film Commission, attenta a promuovere incontri e iniziative a supporto dei produttori italiani ed internazionali, i quali dimostrano crescente interesse per le attività del Lazio. Ne è prova anche il recente successo, durante il Festival di Cannes, dell´11a edizione degli incontri di coproduzione Crc Capital Regions for Cinema, network delle Film Commission delle Regioni Capitali Europee d’Ile de France, Lazio, Comunidad de Madrid e Berlin-brandenburg, che ha visto la partecipazione di produttori Usa invitati dalla New York State Film Commission. .  
   
   
“A SCUOLA DI VITAE”, AD AOSTA PRESENTAZIONE DEL DOCUMENTARIO DI JOSEPH PEAQUIN  
 
Aosta, 3 giugno 2008 - L’assessorato dell’Istruzione e Cultura, in collaborazione con l’Institut Agricole Régional, presenta giovedì prossimo 5 giugno, alle ore 21, al Théâtre de la Ville di Aosta, il documentario di Joseph Péaquin, A scuola di Vitae. L’entrata è libera nel limite dei posti disponibili. "Tutti noi abbiamo letto - sottolinea l’Assessore Laurent Viérin - di "Entre les murs", Palma d´Oro all´ultimo Festival di Cannes, un docu-fiction sulla scuola. Questo ci fa capire quanto sia importante il mondo dell´insegnamento. Il documentario di Joseph Péaquin ci invita ad una carrellata soggettiva della durata di un anno in una full-immersion nella vite, la formazione alla viticoltura, e nella vita di alcuni ragazzi dell´Institut Agricole Régional con uno sguardo autoriale umano e vero. " Luciano è insegnante di viticoltura di montagna all’Institut Agricole régional di Aosta, con passione e generosità accompagna André, Hervé, Katiuscia e tutti i ragazzi della classe Iv a comprendere la vigna e le sue esigenze e a riflettere sulla qualità del vino. Un anno di vita: tra scuola e vacanze, tra prime esperienze lavorative e primi amori, tra pensieri sul futuro e spensieratezza giovanile. Il documentario ha richiesto un anno di lavoro, 10 mesi per le riprese e 2 mesi di post-produzione (montaggio, mixaggio, correzioni colori. ). La camera ha seguito in “full-immersion” la vita di una classe di ragazzi dell´Institut Agricole Régional focalizzando l´attenzione esclusivamente sulla formazione nel settore vitivinicolo. Il documentario percorre due strade, quella della formazione (grande attenzione da parte del loro insegnante di viticoltura sugli aspetti qualitativi ponendo l´accento -senza tabù - sui limiti chimici del prodotto vino) e una più personale, più intima, che cerca di fare emergere momenti di vita legati alla fine dell´adolescenza e all´ingresso nel mondo adulto. Per questo motivo, assumono la stessa importanza i momenti di vacanze e la nascita dei primi amori così come i momenti legati alla formazione scolastica e ai primi stage professionali estivi all´estero. Tutti questi piccoli e grandi momenti costituiscono la loro vita. Tra vita e vite è a scuola di vitae. Il documentario, girato interamente in presa diretta senza l´utilizzo di commento e aggiunta di musiche, è prodotto dalla Docfilm. Il documentario verrà prossimamente mandato in onda sulla rete televisiva nazionale Sat 2000 (digitale terrestre e satellite). Regista, operatore e produttore, Joseph Péaquin è nato ad Avignone in Francia il 31 luglio del 1971. Laureato in Scienze della Comunicazione con indirizzo in regia audiovisiva all’Università di Grenoble, svolge il servizio militare in Francia presso l’Etablissement Cinématographique et Photographique des Armées a Parigi con la qualifica di regista. Dopo alcune esperienze lavorative a Parigi e Torino, torna alle sue origini in Valle d’Aosta e si dedica esclusivamente alla regia di film documentari. Il suo primo lavoro Paris, Val d’Aoste (1997) affronta la storia dell’emigrazione valdostana a Parigi; il film è comprato dalla Vidéothèque de Paris e trasmesso su Planète France e Planete Italia (Tele+ Digitale). Nel 1999, il documentario D’ici et d’ailleurs, racconto tra passato e presente di un alpeggio in Valle d’Aosta, è presentato in vari festival europei e premiato nel 2000 al 4° Festival Pastoralisme et Grands Espaces in Francia e al 31° Festival du Film Alpin des Diablerets in Svizzera. Il film è trasmesso dalla Télévision Suisse Romande e Raisat Gambero Rosso. Dal 1997 ad oggi, ha realizzato 15 documentari selezionati in vari festival internazionali (59° Festival Internazionale del Film di Locarno, 12° Festival International du Documentaire de Marseille, 26° Bilan du Film Ethnographique du Musée de l’Homme de Paris, 6°/11° Festival Filmmaker Doc Milano, 13°/18° Trieste Film Festival/alpe Adria Cinema, 48°/55° Trento Film Festival, 1° Merano Tv Festival, 5° Maremma Doc Festival, 17° Festival du Film de Montagne d’Autrans, 21° Festival du Film Francophone de Namur, 2° Festival du Film Visages de Martigny…) e trasmessi su Raisat, Rai3 Vda, Télévision Suisse Romande, Televisione della Svizzera Italiana, France 3, Planète France, Planète Italia, Cités Télévision, Sat 2000. É stato consigliere dell’Associazione Documentaristi Italiani - Doc/it. Nel 2003 crea la ditta Docfilm, specializzata nella produzione e realizzazione di film documentari. Nell’aprile del 2006, collabora come operatore con il regista Lech Kowalski a New York. Nel 2006, il documentario Il était une fois…les délices du petit monde è selezionato al 59° Festival Internazionale del Film di Locarno e nel 2007 viene premiato al 55° Trento Film Festival. .  
   
   
CORECOM FVG: PREMI CONCORSO "COMUNICARE IDENTITÀ E TERRITORIO"  
 
Trieste, 4 giugno 2008 - Il presidente del Corecom Friuli Venezia Giulia, Franco Del Campo, ha illustrato le motivazioni che hanno portato a dare il primo premio, per il concorso multimediale "Comunicare identità e territorio in Europa", al liceo Buonarroti di Monfalcone e al suo video dal titolo "254 lire". Il titolo del video realizzato dagli studenti - ha spiega Del Campo - si riferisce alla paga che prendevano le giovani operaie al cantiere di Monfalcone nel 1930, e raccoglie le testimonianze dirette di due anziane signore andate a lavorare a 14 anni, uscendo così da una condizione di povertà e conquistando l´orgoglio di partecipare al lavoro di una industria moderna che attirava operai da tutta l´Europa. Si tratta di un video intenso - ha aggiunto il presidente - costruito bene sul piano tecnico, che offre approfondimenti di una realtà storica e culturale che altrimenti sarebbe destinata all´oblio. Viene rappresentata una realtà operaia attraverso il filtro specifico della differenza di genere (le intervistate sono tutte donne), ma accenna anche alla dimensione transfrontaliera, quando il cantiere di Monfalcone attirava manodopera da territori molto più vasti, anticipando la globalizzazione del lavoro di oggi. Alle premiazioni dei video realizzati da più di 200 studenti della regione, tenutasi nell´aula magna del liceo Dante di Trieste, hanno partecipato il prefetto del capoluogo giuliano, Giovanni Balsamo, il consigliere regionale Piero Tononi in rappresentanza del presidente del Consiglio regionale, il console generale d´Italia a Capodistria, Carlo Gambacurta, il direttore generale dell´Ufficio scolastico regionale, Ugo Panetta. Tutti hanno apprezzato l´iniziativa che ha permesso ai giovani di coniugare la consapevolezza della cittadinanza europea con la realizzazione di un video sperimentando in modo diretto il lavoro del giornalista, della regia, dell´attore e del montaggio. Al secondo posto si è classificato "Un video per l´Europa", del liceo Leopardi Majorana di Pordenone che - come si legge nella motivazione - con ottimo montaggio e ritmo veloce e incalzante, interseca aspetti diversi della propria realtà: cultura, società e lavoro. Al terzo posto "Chef di classe", dell´Isis Mancini di S. Daniele del Friuli, che ha affrontato la dimensione interculturale da una prospettiva gastronomica. I due premi speciali della giuria sono andati ad "Adriatico: un mare senza confini" (Ip Galvani di Trieste), che affronta il tema del rigassificatore in prospettiva transfrontaliera, e a "L´europa chiama, le iene rispondono" (liceo Petrarca di Trieste), che è stato il video più contaminato dalla dimensione televisiva, con un buon ritmo e con l´ironia del modello di riferimento. I video migliori saranno riproposti dalla Rai regionale e dalle emittenti locali che aderiranno all´iniziativa. .  
   
   
CINEMA. CHIUSURA DELLA SETTIMANA DEL VENETO IN ARGENTINA  
 
Venezia, 3 giugno 2008 - Film del Veneto e del Polesine sotto i riflettori in occasione della prima “Settimana del Veneto” a Mar del Plata, in Argentina, conclusasi il 29 maggio. Oltre alle proiezioni, ci sono stati concerti e momenti culturali nel programma realizzato da Marco Di Lello, presidente dell’Accademia Veneta dello Spettacolo di Rovigo, e da Marcelo Carrara, referente della comunità veneta a Mar del Plata. Alla giornata inaugurale della manifestazione, al Teatro Radio City, è intervenuto l’assessore regionale ai flussi migratori, Oscar De Bona, insieme ad Alessandro Ferlin e Gabriella Furegato, rispettivamente sindaco e assessore alla cultura del comune di Lendinara (Rovigo), a Mariano Gazzola, presidente del Comitato delle Associazioni Venete dell’Argentina (Cava) e a Claudia Stella che ha curato la parte organizzativa a Buenos Aires e a Mar del Plata. Per l’occasione si sono esibiti il coro “Monti dei Soli” di Sospirolo (Belluno) e l’orchestra giovanile veneta della provincia de La Pampa (Argentina). “La valorizzazione dei nostri legami culturali e del rapporto umano con i nostri emigrati in Agentina - ha detto de Bona – passa anche attraverso iniziative come questa, che promuovono il nostro cinema e la conoscenza dei luoghi regionali”. La “Settimana del Veneto” è stato aperta dalla proiezione del film “Vajont” di Renzo Martinelli. Nelle successive giornate sono stati proiettati “Porzus”, lungometraggio firmato sempre da Martinelli, “Signore e Signori” di Pietro Germi, girato a Treviso, che la platea di Mar del Plata ha visto nella versione originale restaurata. Ha chiuso la rassegna “La giusta distanza”, ultima fatica di Carlo Mazzacurati, ambientato nel delta del Po, in provincia di Rovigo. “Non poteva mancare un riferimento al Polesine – ha spiegato Di Lello – in occasione di questa manifestazione culturale, che ha visto il Veneto protagonista sotto diversi aspetti”. “L’iniziativa è il frutto di un accordo di programma con l’Accademia di Rovigo per la promozione di iniziative culturali e cinematografiche – ha detto il presidente del Cava Gazzola – e ci auguriamo che questo appuntamento ne possa generare altri in cui i giovani possano trovare spazi ed interesse”. Nel programma una sezione è stata dedicata anche al cinema argentino, con una serie di lungometraggi e cortometraggi di giovani autori curata da Miguel Monforte, direttore del Festival de Cine Indipendente di Mar del Plata. Il 30maggio i film della rassegna sono stati riproposti nella città di Santa Fe, in collaborazione con la locale associazione veneta. .  
   
   
AL FRANCESE “CORPS ÉTRANGERS” LA 14A EDIZIONE DE “LA CITTADELLA DEL CORTO” FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL CORTO DI FICTION TREVIGNANO  
 
 Romano, 3 giugno 2008 - Si è conclusa in questa località sulla riva del lago di Bracciano, la 14a edizione del Festival Internazionale del Corto di Fiction. Questi i premi: Gran Trofeo Tralci di Trevignano – miglior film del festival Al francese “Corps Étrangers” - regia Nael Marandin. Leiè una giovane cinese e un´ immigrante illegale. Non sapendo parlare francese, è persa nella periferia a nord di Parigi. Lui ha una vita che non lo soddisfa. Quando si incontrano, la frustrazione di lui e il bisogno di protezione di lei li fanno avvicinare l´uno all´altra. Best International Short Al miglior corto internazionale Al norvegese “Interlude” - regia Katia Eyde Jacobsen; Premio del Pubblico al miglior Corto Italiano “L’amore Non Esiste” - regia Massimiliano Camaiti; Premio Arco m. G. Al miglior regista italiano di corto Massimiliano Camaiti regista di “L’amore Non Esiste”; Premio Kodak al miglior corto italiano “Il Lavoro” - regia Lorenzo De Nicola; Premio Elio Scardamaglia miglior produzione Elisabetta Bernardini - regista e produttrice di “ La Ritirata”; Targa e Premio Siae miglior sceneggiatura Andrea Zaccariello e Paolo Rossi per “La Moglie” - regia Andrea Zaccariello ; Premio Arco alla migliore fotografia Luca Coassin A. I. C. Per la “La Ritirata” – regia Elisabetta Bernardini; Premio La Cittadella alla migliore attrice Anita Kravos per il corto “Dove Ci Porta La Corrente” regia Fabio Baccelliere; Premio La Cittadella al miglior attore Marco Messeri per “Lo Zio” - regia Duccio Chiarini; Premio speciale “La Cittadella Del Corto” Davide Del Degan regista italiano de “ Il Prigioniero”; Premio speciale “La Cittadella Del Corto” Lola Frederich regista francese di “Taxi Wala”. .  
   
   
PREMIO MOGOL 2008 A “FANGO” DI JOVANOTTI, AL FORTE DI BARD  
 
Aosta, 3 giugno 2008 - L´assessore all´Istruzione e Cultura Laurent Viérin consegnerà il premio Mogol 2008 nel corso della cerimonia che si terrà al Forte di Bard, sabato 7 giugno prossimo, alle ore 21, alla presenza della Giuria, presieduta dallo stesso Mogol e composta da Barbara Palombelli, Aldo Cazzullo e Linus. “Fango” di Jovanotti si aggiudica il 1° Premio Mogol – riconoscimento destinato all’autore del miglior testo dell’anno. Prima della cerimonia, a partire dalle ore 19, vi sarà un point de presse dove saranno presenti e disponibili per le interviste, oltre a Jovanotti, Mogol, Barbara Palombelli, Aldo Cazzullo e Linus. La serata si aprirà con l’esibizione dei Tartaraf, ensemble di musica etnica, e del gruppo Retrò, che presenterà alcuni brani del repertorio Mogol-battisti. L’entrata è libera, a partire dalle ore 20, nel limite dei posti disponibili. Il Premio Mogol, alla sua prima edizione, è stato istituito dall’Assessorato dell’Istruzione e Cultura della Regione autonoma Valle D’aosta. Alla base del progetto vi è un’intesa nata con Mogol, che si fonda sul comune amore per la cultura popolare e per le voci della terra a rischio di estinzione. “Il Premio – afferma l’Assessore Laurent Viérin - è nato per affermare e valorizzare l’importanza dei testi nelle canzoni della cultura popolare italiana e stimolare gli autori ad una crescita qualitativa. Sono onorato che il Maestro abbia accettato la nostra proposta, legando il proprio nome alla nostra regione, alla quale viene assicurata in questo modo un’importante rilevanza a livello nazionale. ” La Valle d’Aosta promuove e organizza il Premio Mogol in omaggio ad un mito ancora vivente, Giulio Rapetti, non solo in onore delle sue opere d’arte, ma anche per l’impegno convinto a favore di giovani, cui offre la possibilità di acquisire strumenti per esprimersi, sensibilizzandoli all’amore per la buona forma. Il premio, un Tatà d’oro del valore di 15. 000 euro – antico giocattolo valdostano raffigurante un cavalluccio su ruote - è il simbolo di questo sodalizio tra l’Assessorato all’Istruzione e Cultura e l’artista. “Fango”, singolo uscito a dicembre 2007 e successivamente inserito nell’ultimo importante Cd di Lorenzo Cherubini “Safari”, è stato scelto dalla Giuria Ufficiale all’interno di una short list di 35 brani. La lista dei brani finalisti è stata precedentemente stilata da una commissione costituita, oltre che da Mogol, dai docenti del Centro europeo di Toscolano e dai rappresentanti della Regione Valle D’aosta, tra un’ampia rosa di pezzi del 2007, segnalati da case discografiche, operatori del settore e giornalisti musicali. .  
   
   
LIBRI, QUELLA "COLLINA DELLE LUCERTOLE" CHE FARÀ DISCUTERE SULLA RESISTENZA NEL LEVANTE LIGURE PRESENTATO IL LIBRO DI VITTORIO CIVITELLA  
 
Genova, 3 giugno 2008 - E´ stato presentato in Regione Liguria il libro "La collina delle lucertole", di Vittorio Civitella (Gammarò Editori). Il volume affronta la storia della Resistenza in Liguria e del movimento Azionista dal 1943 al 1947. In pratica, è la storia del Partito d´Azione nel Levante ligure e delle formazioni di Giustizia e Libertà in alta Val Fontanabuona. L´opera, scrupolosamente documentata, è frutto di tre ani di ricerca dell´autore presso l´istituto Ligure di Storia della Resistenza e dell´Età Contemporanea e nell´archivio personale del comandante di "Giustizia e Libertà" Antonio Zolesio, che consiste in 1500 documenti, in gran parte inediti. Il lavoro di Vittorio Civitella colma un vuoto storico: l´argomento non è mai stato trattato prima d´ora, se non in modo parziale, sia per dissapori fra le diverse fazioni impegnate nella guerra di Liberazione. "Sia per la tendenza- ha spiegato l´autore- a sottacere la partecipazione plurale a fatti della Resistenza, a tutto vantaggio delle sole formazioni "garibaldine" comuniste o no che fossero". "Lo stesso personaggio Zolesio-viene spiegato nella seconda di copertina del libro- tuttavia non è una figura del tutto esemplare, ma piuttosto problematica e controversa al punto da ", seppure parzialmente,giustificare" l´ostracismo e il negazionismo di cui è stato fatto oggetto dai compagni di lotta non "giellisti" e dalle gerarchie rappresentative della più intransigente ortodossia comunista anche dopo la cessazione delle ostilità". .  
   
   
I SIGNORI DEL VINO LIGURE A CURA DI GIOVANNA BENETTI  
 
Genova, 3 giugno 2008 - Verrà presentato giovedì 5 giugno, alle ore 17. 30, nella piazza dei Truogoli di santa Brigida, il volume "I Signori del vino ligure" a cura di Giovanna Benetti, (De Ferrari Editore, €10) Interverrà l’Assessore regionale all’Agricoltura, Giancarlo Cassini. Intervisterà l’autrice il giornalista Stefano Bigazzi. Al termine dell’incontro degustazioni di vini gentilmente offerti da due dei “Signori del vino”: Andrea Bruzzone (Enoteca Bruzzone) e Piero Lugano (Enoteca Bisson). L´autrice, veronese di nascita, ligure di adozione, si interessa da tempo di enogastronomia. Ha collaborato per anni al periodico "Veronelli ex Vinis" e da quasi 2 anni tiene una rubrica settimanale sull´edizione genovese de "La Repubblica". Il libro è nato proprio dalle sue interviste e scopo dell´opera è di raccontare la vita dei vignaioli, i sacrifici e il grande amore per il loro mestiere. Nell’ampio panorama delle guide eno-gastronomiche, questo lavoro intende essere non la solita guida ai vini, bensì una guida ai produttori più rappresentativi che operano sul territorio ligure, suddivisi in schede che ne illustrano sinteticamente la storia e la produzione, anche negli aspetti più tecnici. Ne scaturisce un panorama imprenditoriale vivace, al passo con le nuove innovazioni tecnologiche, capace di competere sul mercato nazionale ed internazionale, con una notevole produzione sia per quantità che per qualità. Una guida utile e maneggevole, un passepartout per il mondo del vino ligure e dei suoi personaggi. “Chi sono questi “angeli matti”, chi sono i loro padri, chi i loro figli? Come e dove lavorano? Che vini fanno? E stanno cambiando qualcosa, in vigna, negli impianti, in cantina, negli uvaggi? Dove va, insomma, il vino ligure? Infine, riuscirà ad affrancarsi dalla nomea che lo confina ingiustamente fra i vini minori, quando in realtà è soltanto poco e male conosciuto? Questo bel libro, che mancava nella sin troppo abbondante bibliografia che la moda del vino oggi produce, aiuta a dare risposte – serie e documentate – a questi interrogativi. E lo fa raccontando storie di uomini e di famiglie, del loro impegno, del loro lavoro, senza cedere alla tentazione della retorica celebrativa, ma citando dati, fatti, numeri e anche dettagli tecnici essenziali per far capire come sta evolvendosi la vitivinicultura ligure. Un inno non retorico al vino e a chi lo produce, un libro che colma una lacuna particolarmente avvertita da chi il vino lo ama non solo col palato e col cuore, ma anche col cervello. ” Dalla prefazione di Enzo Vizzari. I Signori del vino ligure, formato 14x21, 120 pagine, €10, De Ferrari Editore – Genova .  
   
   
ROBERTO VECCHIONI VINCE LA VII EDIZIONE DEL «PREMIO GRINZANE CAVOUR – ALBA POMPEIA»  
 
Alba, 3 giugno 2008 - Roberto Vecchioni, cantautore, paroliere, professore e scrittore di romanzi e racconti,è il vincitore della Vii edizione del Premio Grinzane Cavour – Alba Pompeia, organizzato dal Premio Grinzane Cavour, d’intesa con la Città di Alba e il Comitato Alba-premio Grinzane Cavour e con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo. La notizia del premio a Roberto Vecchioni è stata data nel corso della conferenza stampa tenutasi venerdì 30 maggio ad Alba presso la Chiesa di San Giuseppe. Sono intervenuti Giuseppe Rossetto (Sindaco di Alba), Piercarlo Rovera (Presidente del Comitato Alba Premio Grinzane Cavour), Giuliano Soria (Presidente del Premio Grinzane). A Roberto Vecchioni – illustre cantautore italiano, popolare e raffinato al tempo stesso, capace di divertire e commuovere – viene riconosciuto il merito di aver promosso, valorizzato e difeso il territorio, attraverso una poetica interessata a cantare le vicende e le gesta degli uomini, le loro tradizioni e le loro radici. Nella sua lunga carriera, caratterizzata da una grande coerenza non solo artistica ma anche etica e intellettuale, ha saputo muoversi tra musica e letteratura, utilizzando con abilità parole e note che celebrassero il legame con le proprie origini. Nelle sue canzoni, poesie e libri è spesso presente il riferimento ai miti della storia, della letteratura o dell’arte, presi in prestito per raccontare un viaggio interiore che si fa universale e per riflettere sull’attaccamento ai propri valori e alla propria cultura. Il Premio Grinzane Cavour – Alba Pompeia nasce con l’intento di contribuire alla salvaguardia del paesaggio e del territorio, intesi soprattutto come custodi delle culture. L’iniziativa assegna un riconoscimento a persone, enti o istituzioni nazionali e internazionali che si sono distinti per il loro impegno nella promozione e nella valorizzazione dei territori culturali in diversi ambiti: dalla letteratura all’arte, dal giornalismo all’architettura, dalla musica alla cultura materiale. La cerimonia di premiazione si terrà 18 ottobre 2008, presso il Teatro Sociale di Alba. Le precedenti edizioni del Premio Grinzane Cavour – Alba Pompeia sono state vinte dalla scrittrice inglese Joanne Harris (2002), dalla regista Liliana Cavani (2003), dallo scrittore Mario Rigoni Stern (2004), dall’architetto Mario Botta (2005), dal biblista Monsignor Gianfranco Ravasi (2006) e dal diplomatico Boris Biancheri (2007). La partecipazione della Città di Alba a questo evento conferma il forte interesse della capitale delle Langhe verso le attività del Premio Grinzane Cavour capaci di far risaltare i legami tra territorio e cultura. Il Premio rientra a pieno titolo fra le iniziative del Parco Culturale del Premio Grinzane Cavour, un progetto sostenuto dalla Regione Piemonte, volto a valorizzare luoghi letterari e storici, beni paesaggistici e architettonici del Piemonte e di altre zone d’Italia. Roberto Vecchioni, cantautore, paroliere, professore e scrittore di romanzi e racconti, nasce a Milano nel 1943 da genitori napoletani. Compie i suoi studi nella capitale lombarda, dove nel 1968 si laurea in Lettere antiche all’Università Cattolica. Qui vi resterà per due anni come assistente di Storia delle religioni, per poi proseguire la sua attività didattica come insegnante di greco, latino, italiano e storia nei licei classici. Da sempre grande appassionato di musica, negli anni Sessanta debutta sulla scena musicale come autore di testi di canzoni, in collaborazione con l’amico musicista Andrea Lo Vecchio: il primo brano pubblicato è una traduzione in italiano di Barbara Ann dei Beach Boys, incisa nel 1966 con il gruppo Pop Seven. L’attività nel mondo musicale continua con la scrittura di canzoni per artisti affermati come Ornella Vanoni, Iva Zanicchi e Gigliola Cinquetti; collaborazione che riprende più tardi per Gianna Nannini, Anna Oxa, Patty Pravo. In alcuni di questi testi sono evidenti le tematiche che faranno da linee guida nella sua produzione artistica: la nostalgia per il passato, il tema del doppio, l’uso della storia e della fiaba come metafora del presente, con evidenti influenze del lavoro letterario di Jorge Luis Borges. Nei suoi testi, spesso ironici, Vecchioni parla di amore e di cose perdute o ritrovate, di occasioni non colte, di affetti vicini e lontani, di attaccamento alle proprie origini, spaziando tra sogni e ricordi. Spesso autobiografica e spiccatamente favolistica, la sua poetica attinge da miti, tradizioni popolari e trame storiche che vengono resi attuali. Dopo i primi successi come autore di testi, nel 1968 incide un 45 giri per la Durium, contenente La pioggia e il parco e sul retro Un disco scelto a caso. Nel 1971 pubblica il suo primo vero disco in 33 giri, Parabola, per la casa discografica Ducale, seguito l’anno dopo da Saldi di fine stagione, sempre pubblicato da Ducale. Nel 1973 partecipa al Festival di Sanremo con L’uomo che si gioca il cielo a dadi, canzone dedicata al padre, che si classifica all’ottavo posto. È del 1977 il grande successo di pubblico con Samarcanda, brano inserito nell’omonimo album che consacra Vecchioni tra i più talentuosi interpreti della canzone d’autore italiana. Al disco faranno seguito altri venti album (per una tiratura totale che supera i sei milioni di copie), tra cui: Luci a San Siro (Philips, 1980); Il grande sogno (Cgd, 1984); Milady (Cgd, 1989); Per amore mio (Emi, 1991); Blumun (Emi, 1983); El bandolero stanco (Emi, 1997); Sogna ragazzo sogna (Emi, 1999); Il lanciatore di coltelli (Emi, 2002). Il successo di questi lavori lo porta a conquistare diversi riconoscimenti legati alla musica, tra cui il Premio Tenco nel 1983 e la vittoria al Festivalbar nel 1992 con il brano Voglio una donna, canzone più ascoltata dell’anno. Nell’ultimo album, Di rabbia e di stelle (Universal Music Italia, 2007), più intimista e riflessivo, impiegando liriche dolorose e disilluse, parla della volgarità e della banalità dei tempi, delle ingiustizie, dell’aridità del cuore e dell’incapacità di amare. Oltre a essere interprete dei suoi brani, Vecchioni è anche autore di libri e saggi e collabora con articoli di commento per i diversi giornali italiani. Come narratore esordisce nel 1983 con Il grande sogno, volume di poesie, racconti e testi per canzoni, edito da Milano Libri. Nel 1996 esce Viaggi del tempo immobile, raccolta di dieci racconti edita da Einaudi. Nel 1998 cura e compone la voce “Canzone d’autore” per l’Enciclopedia Treccani. Le sue due anime di insegnante e cantautore si uniscono nel 1999, quando Vecchioni, in accordo con il Ministero della Pubblica Istruzione, organizza un ciclo annuale di lezioni di Storia letteraria della canzone italiana in diverse università e licei italiani. Nel maggio del 2000, sempre per Einaudi, pubblica il suo primo romanzo, Le parole non le portano le cicogne, coinvolgente avventura nel mondo della parola e dei suoi significati. È del 2004 il romanzo breve Il libraio di Selinunte (Einaudi), storia di un libraio che invece di vendere libri li legge. Nel 2006 presso Einaudi esce Diario di un gatto con gli stivali, raccolta di fiabe il cui protagonista è un cantastorie che, giunto improvvisamente in città, inizia a raccontare ai bambini del villaggio favole di lupi nei boschi, di principi azzurri e di piante di fagioli che bucano il cielo. Nel 2007 è in libreria Di sogni e d’amore. Poesie 1960-1964 (Frassinelli): raccolte per caso o per amore, ritrovate nei cassetti, scritte sui quaderni di scuola o sui fogli sparsi, conservate dalla madre, le poesie di Roberto Vecchioni raccontano il percorso di un artista dall’adolescenza alla maturità. Per la sua attività di autore musicale e di narratore ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra i quali la nomina a “Cavaliere Ufficiale della Repubblica”, conferitagli dall’ex Presidente Carlo Azeglio Ciampi, il premio Ambrogino d’oro del Comune di Milano, il premio Giorgio La Pira, il premio Scanno per la narrativa, due premi Tenco alla carriera e il premio Angelo dell’anno per le sue attività di impegno nel sociale. Dal 2001 al 2003 è docente alla facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli studi di Torino, dove cura il corso Forme di poesia per musica. Argomenti delle lezioni sono la canzone d’autore, le forme poetiche in musica, l’origine e lo sviluppo dal canto primordiale, dalla lirica greca ai trovadori, attraverso la romanza fino alle sonorità attuali, con approfondimenti monografici su Francesco Guccini e Fabrizio De André. Nel 2004-2005 è docente all’Università di Teramo. Tiene quindi un corso dal tema Testi letterari in musica all’Università di Pavia e un Laboratorio di scrittura e cultura della comunicazione all’Università La Sapienza di Roma. Motivazione del premio - A Roberto Vecchioni – illustre cantautore italiano, popolare e raffinato al tempo stesso, capace di divertire e commuovere – viene riconosciuto il merito di aver promosso, valorizzato e difeso il territorio, attraverso una poetica interessata a cantare le vicende e le gesta degli uomini, le loro tradizioni e le loro radici. Nella sua lunga carriera, caratterizzata da una grande coerenza non solo artistica ma anche etica e intellettuale, ha saputo muoversi tra musica e letteratura, utilizzando con abilità parole e note che celebrassero il legame con le proprie origini. Nelle sue canzoni, poesie e libri è spesso presente il riferimento ai miti della storia, della letteratura o dell’arte, presi in prestito per raccontare un viaggio interiore che si fa universale e per riflettere sull’attaccamento ai propri valori e alla propria cultura. .