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MERCOLEDI
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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 29 Ottobre 2008 |
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SCOPERTO UN NUOVO NEMICO DELL’AIDS UNA PICCOLA MOLECOLA POTREBBE BLOCCARE L’INFEZIONE DA HIV. E’ IL FRUTTO DI UNA RICERCA DEL CNR E DELL’UNIVERSITÀ DI SIENA. I RISULTATI DELLO STUDIO PUBBLICATI SULLA RIVISTA JOURNAL OF MEDICINAL CHEMISTRY |
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Roma, 29 ottobre 2008 - Nuove speranze per combattere il virus dell’Hiv, responsabile dell’Aids, arrivano da una piccola molecola scoperta da ricercatori del Laboratorio di Virologia Molecolare diretto da Giovanni Maga presso l´Istituto di Genetica Molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pavia (Igm-cnr), in collaborazione con il Laboratorio di Chimica Farmaceutica dell´Università di Siena, diretto dal prof. Maurizio Botta. Si tratta di una molecola farmacologicamente attiva, in grado di bloccare l’infezione poiché diretta contro un “enzima cellulare”, a differenza della terapia attuale che si basa invece su farmaci diretti contro “enzimi virali”. “Il virus Hiv è un parassita delle cellule umane, non essendo in grado di riprodursi al di fuori dell´organismo infetto”, spiega Giovanni Maga dell’Igm-cnr. “Come un vero predatore, il virus si introduce nella cellula colpita dall’infezione (solitamente un linfocita del sangue) e la ‘spoglia’ delle sue risorse nutritive ed energetiche per duplicare il proprio genoma e costruire nuovi virioni. Al termine di questo processo di spoliazione, i nuovi virus escono dalla cellula, la quale, esaurite le sue energie, muore”. All´interno della cellula infetta il virus Hiv prende il controllo di numerosi enzimi cellulari, distogliendoli dalle loro normali funzioni e ‘obbligandoli’ a lavorare per produrre nuove particelle virali. “Uno di questi enzimi è la proteina cellulare Ddx3”, spiega ancora il dr. Maga, “che normalmente interviene nella produzione delle proteine cellulari, facilitando il flusso di informazione genetica tra il nucleo (dove l´informazione viene custodita) e il citoplasma (dove l´informazione viene tradotta in nuove proteine). Il virus Hiv si inserisce in questo ‘circuito’ e fa sì che Ddx3 trasporti solo l´informazione genetica virale, al fine di massimizzare la produzione di proteine virali a scapito di quelle cellulari. Quindi Ddx3 è un cofattore essenziale per la riproduzione del virus all´interno delle cellule umane”. Partendo da queste premesse, i ricercatori hanno utilizzato tecniche computerizzate per disegnare una molecola ‘su misura’ per la proteina Ddx3, la quale, successivamente sintetizzata e provata nei test biologici, si è dimostrata in grado di interferire con l´azione di Ddx3, bloccandola. I risultati, pubblicati sulla rivista Journal of Medicinal Chemistry dell´American Chemical Society, dimostrano come il blocco dell´azione di Ddx3 causi l´interruzione della replicazione virale nelle cellule infette dal virus Hiv, senza danneggiare le cellule non infette, che, al contrario del virus, posseggono meccanismi in grado di compensare la perdita di Ddx3. “Questi risultati dimostrano, per la prima volta”, aggiunge il ricercatore, “che un farmaco diretto contro un enzima cellulare è in grado di bloccare l´infezione da Hiv. La terapia attuale anti-Aids si basa su farmaci diretti contro enzimi virali”. Ma gli enzimi virali hanno la tendenza a modificare la loro struttura (mutare) durante la terapia, diventando resistenti ai farmaci utilizzati. “Gli enzimi cellulari, invece, hanno una capacità molto inferiore di mutare”, conclude Giovanni Maga, “perciò un farmaco diretto contro un enzima della cellula avrebbe più probabilità di conservare la sua efficacia anche per tempi lunghi di terapia”. . |
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GLI SCIENZIATI DELL´UE SVILUPPANO POMODORI VIOLA PER LOTTARE CONTRO IL CANCRO |
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Bruxelles, 29 ottobre 2008 - Scienziati di Regno Unito, Italia, Germania e Paesi Bassi hanno utilizzato i geni della bocca di leone per creare dei pomodori viola ricchi di antocianine, antiossidanti del gruppo dei flavonoidi. Questi nuovi pomodori potrebbero offrire una maggiore protezione da una serie di malattie, tra cui il cancro e i disordini cardiovascolari. La ricerca, finanziata dal Quinto e dal Sesto programma quadro dell´Ue (5Pq e 6Pq), è stata pubblicata online il 26 ottobre nella rivista Nature Biotechnology. Le antocianine sono un tipo di flavonoide. Questi potenti antiossidanti sono presenti in elevate concentrazioni nelle piante a frutti porpora, come lamponi, mirtilli, ciliegie, la buccia delle melanzane, il vino rosso e i petali delle violette, e hanno dimostrato di possedere proprietà antinfiammatorie e d´inibizione dei tumori. I pomodori sono già ricchi di un altro antiossidante, il licopene. Cucinandoli in poco olio se ne favorisce il rilascio dalle cellule. L´aumento della concentrazione di flavonoidi, che sono idrosolubili, sarebbe benefico non solo per le singole proprietà di questi composti, ma anche perché si ritiene che la combinazione di antiossidanti idrosolubili e liposolubili negli alimenti offra una maggiore protezione contro le malattie. Lo studio recentemente pubblicato, diretto dalla Professoressa Cathie Martin del John Innes Centre nel Regno Unito, ha scoperto che, con l´espressione dei geni che fanno produrre antocianine ai fiori della bocca di leone, i livelli d´antocianina nei pomodori venivano triplicati. Questo ha portato la concentrazione ai livelli osservati nelle more e nei mirtilli, e rappresenta un notevole miglioramento rispetto ai precedenti tentativi di bioingegnerizzare pomodori più ricchi d´antocianine. I nuovi pomodori, inoltre, sono di un bel viola profondo. Il passo successivo è stato quello di testare se i nuovi pomodori conferivano un qualche vantaggio biologico. I ricercatori hanno studiato topolini predisposti ad ammalarsi di cancro, ed hanno scoperto che quelli nutriti con una dieta arricchita da pomodori a forte contenuto d´antocianina vivevano significativamente più a lungo di quelli alimentati con i normali pomodori rossi. ´Si tratta di uno dei primi esempi di ingegneria metabolica che offre la possibilità di promuovere la salute attraverso la dieta, perché riduce l´impatto delle malattie croniche´, ha commentato la Professoressa Martin. ´Ed è certamente il primo esempio di organismo geneticamente modificato con un carattere che offre davvero un vantaggio potenziale a tutti i consumatori. Il passo successivo sarà passare dai dati preclinici agli studi nell´uomo condotti con volontari, per vedere se possiamo promuovere la salute attraverso strategie alimentari di medicina preventiva´. I flavonoidi, che sono presenti in molte piante e fanno parte della dieta umana, sono stati l´oggetto di innumerevoli ricerche per il modo in cui modificano le reazioni del corpo ad agenti cancerogeni, virus e allergeni; hanno inoltre dimostrato di proteggere dalle malattie vascolari. Le antocianine sono una classe di flavonoidi presenti in forti concentrazioni nelle piante dai frutti violetti. Ricerche recenti sulle antocianine del lampone hanno dimostrato che possiedono effetti antiflogistici e d´inibizione tumorale. Lo studio delle antocianine è pertanto di grande interesse sia per l´industria agroalimentare che per quella farmaceutica. L´ue sostiene questa ricerca attraverso il progetto Profood (5Pq) e il progetto Flora (6Pq), che si sono concentrati entrambi sui flavonoidi e il loro contributo al miglioramento della salute mediante la dieta. Quella dell´antocianina era un´area d´interesse particolare, in quanto le concentrazioni di questo flavonoide nella frutta e verdura di maggior consumo non sono abbastanza elevate da produrre i vantaggi ottimali. Il progetto Profood si proponeva di creare piante di pomodoro con un contenuto elevato di flavonoidi e di sfruttare questa conoscenza applicandola ad altri raccolti. La recente ricerca ha mostrato che si possono ottenere dei benefici consumando quantità relativamente piccole di flavonoidi. Il vantaggio di assumere ingenti supplementi alimentari è discutibile e potrebbe comportare alcuni rischi. Per maggiori informazioni: Norwich Bioscience Institutes http://www. Nbi. Bbsrc. Ac. Uk/ John Innes Centre http://www. Jic. Ac. Uk Flora http://www. Flora-flavonoids. Eu/cms/ Profood http://profood. Ipk-gatersleben. De/ . |
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I RICERCATORI EUROPEI PROPONGONO UNA NUOVA FORMULA PER AFFRONTARE IL CANCRO DEL PANCREAS |
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Bruxelles, 29 ottobre 2008 - Uno sviluppo intervenuto nella lotta contro il cancro del pancreas ridà speranza alle persone che soffrono di questa silenziosa, ma fatale, malattia. Gli scienziati hanno messo a punto una nuova forma di chemioterapia che distrugge i nuovi vasi sanguigni che si formano attorno ai tumori. I risultati sono stati presentati al recente congresso dell´Esmo (European Society for Medical Oncology) a Stoccolma, in Svezia. Una delle più silenziose malattie del genere umano a noi note è il cancro del pancreas. La si chiama silenziosa perché non mostra sintomi flagranti; nella sua prima fase, il cancro del pancreas non ha alcuna manifestazione, e quando diventa patente è atipico e variabile (per esempio, depressione, perdita di peso e dolori addominali). Solo quando giunge ad uno stadio avanzato la malattia viene diagnosticata ai pazienti. Secondo gli esperti, ogni anno il cancro del pancreas colpisce oltre 60. 000 persone in Europa. Per la maggior parte di esse, la prognosi è abbastanza infausta; meno del 5% delle persone colpite sono ancora vive cinque anni dopo la diagnosi. Ma grazie a questo recentissimo sviluppo, c´è speranza per molte di loro. Guidato dal Professor Matthias Löhr del Karolinska Institutet, il team di ricerca ha studiato l´efficacia e la sicurezza di tre diversi dosaggi di Endotag-1 (cationic lipid complexed paclitaxel). A 200 pazienti con adenocarcinoma pancreatico, i ricercatori hanno somministrato la formulazione due volte per settimana, in combinazione con perfusioni settimanali di gemcitabine, invece del solo gemcitabine. ´L´endotag consiste in particelle caricate che si legano di preferenza con le cellule endoteliali a rapida crescita dei nuovi vasi sanguigni formati dai tumori´, ha spiegato il Professor Löhr. ´Il farmaco, il paclitaxel, viene quindi rilasciato, e raggiunge perciò direttamente un bersaglio importante nei tumori, ossia i vasi´, ha aggiunto. ´In sé, il paclitaxel non è molto efficiente nel cancro del pancreas´. Una volta che il farmaco ne ha attaccato i vasi sanguigni, l´apporto nutritivo al tessuto tumorale viene ridotto, interrompendo la crescita del tumore. Il team di ricerca ha scoperto che trattando i malati con la combinazione di Endotag-1 e gemcitabine, un farmaco antitumorale, il loro tempo medio di sopravvivenza aumentava notevolmente. I malati trattati con la combinazione di farmaci sopravvivevano anche 13,6 mesi, a differenza di quelli curati con il solo gemcitabine, la cui sopravvivenza media era di 7,2 mesi. ´Questi risultati sono i migliori che abbia mai visto nella cura palliativa del cancro del pancreas´, ha fatto notare il Professor Löhr. ´Sono veramente eccellenti, ed è in corso uno studio di fase Iii´. Gli esperti dicono che praticamente tutti i malati di adenocarcinoma pancreatico muoiono, il che fa di questo tipo di tumore la quinta causa di morte per cancro. Sulla base della precedente ricerca, l´adenocarcinoma pancreatico è una malattia genetica; la sua evoluzione è il risultato di una progressiva accumulazione di anomalie molecolari nei dotti pancreatici. Per maggiori informazioni: European Society for Medical Oncology: http://www. Esmo. Org/ Karolinska Institutet: http://ki. Se/ . |
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UNO STUDIO DIMOSTRA CHE L´IPNOSI PUÒ INDURRE LA SINESTESIA. |
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Bruxelles, 29 ottobre 2008 - L´ipnosi può indurre episodi di sinestesia, in cui uno dei sensi scatena percezioni negli altri: è quanto afferma il nuovo studio di un gruppo di ricercatori spagnoli, britannici e israeliani. Questi risultati rappresentano un importante contributo alla nostra comprensione delle cause della sinestesia. Il lavoro, parzialmente finanziato da una Borsa Marie Curie intraeuropea dell´Ue, è pubblicato nella rivista Psychological Science. Nelle persone affette da sinestesia, le percezioni di un senso si trasformano in esperienze negli altri sensi. Nella forma più comune, che è la sinestesia grafema/colore, i numeri e le lettere hanno un colore; il sinesteta, per esempio, vede il numero 8 come colore rosso. In altre forme, certe parole possono stimolare sapori, e alcune persone assegnano addirittura una personalità a lettere, numeri e giorni della settimana. Le cause della sinestesia sono state a lungo dibattute; una delle teorie più comuni è quella secondo cui i sinesteti avrebbero connessioni extra neurali tra certe aree del cervello. Un´altra teoria attribuisce il fenomeno ad una maggiore interferenza tra differenti regioni del cervello. In questo studio, gli scienziati hanno sottoposto soggetti non sinesteti a una suggestione post-ipnotica per indurre la sinestesia grafema/colore. Nel corso dell´esperimento i volontari hanno menzionato esperienze simili a quelle vissute dai sinesteti veri e propri nella loro vita quotidiana. ´Quando cammino per strada, vedo come colori i numeri delle targhe automobilistiche, se nelle targhe ci sono dei numeri´, ha detto uno dei partecipanti. Inoltre, i soggetti ipnotizzati hanno fallito un test che anche i sinesteti tendono a fallire. Quando i partecipanti erano ipnotizzati per vedere il numero sette come colore rosso, erano incapaci di vedere un sette nero su uno sfondo rosso. I risultati mettono in forse l´idea che la sinestesia sia causata da connessioni supplementari nel cervello, perché queste non potrebbero svilupparsi e diventare funzionali nel breve tempo che dura l´esperimento. Gli studi hanno piuttosto suggerito che l´ipnosi possa aumentare il numero di interferenze tra le differenti regioni del cervello. ´Il nostro studio mostra che l´ipnosi può indurre esperienze sinestetiche nelle persone, suggerendo che non sono necessarie connessioni extra nel cervello per provare interazioni intersensoriali, e che è piuttosto una modifica dei processi inibitori - una maggiore interferenza nel cervello - a provocare tali esperienze´, spiega Roi Cohen Kadosh della Ben-gurion University del Negev, in Israele. ´Questo ci avvicina d´un passo alla comprensione delle cause della sinestesia e delle interazioni anomale nel cervello´. Per maggiori informazioni: Psychological Science: http://www. Psychologicalscience. Org/ Ben-gurion University of the Negev: http://web. Bgu. Ac. Il/eng/home/ . |
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PAPILLOMA VIRUS: VACCINO GRATIS DAI 12 AI 16 ANNI LA REGIONE TOSCANA ALLARGA LE FASCE DI ETÀ DELLE RAGAZZE INTERESSATE ALLA PREVENZIONE |
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Firenze, 29 ottobre 2008 - Il servizio sanitario regionale estende la vaccinazione gratuita delle adolescenti contro il papilloma virus. A partire dal primo gennaio 2009 il programma di vaccinazione varrà allargato dalle dodicenni alle classi di età di 13, 14, 15 e 16 anni. La delibera approvata dalla giunta regionale su proposta dell´assessore per il diritto alla salute Enrico Rossi prevede un primo finanziamento di circa 2 milioni di euro. “E´ uno sforzo economico notevole ma che vale compiere per proteggere le giovanissime da un rischio rilevante – spiega l´assessore Enrico Rossi – Come Regioni abbiamo lottato per garantire questa copertura e perché questa prestazione gratuita fosse mantenuta nei Livelli essenziali di assistenza che il governo voleva tagliare. Proprio grazie a questo impegno possiamo dare il via in Toscana, tra i primi in Italia, a questa importante iniziativa per la salute delle donne”. Nel corso di quest´anno la campagna, con chiamata attiva o su richiesta dei genitori, ha interessato le giovani nate nel 1997 e le ragazze nate nel 1996. Nel 2009 verranno invitate attivamente alla vaccinazione le ragazze nate nel 1998 e nel 1994. Verrà effettuato inoltre il recupero delle nate nel 1993. La vaccinazione sarà effettuata gratuitamente su richiesta dei genitori anche alle giovani nate nel 1996 e nel 1995. Nel 2010 verranno chiamate attivamente alla vaccinazione le ragazze nate nel 1999 e nel 1995, mentre la vaccinazione verrà assicurata gratuitamente su richiesta dei genitori anche alle giovani nate nel 1996. Nel 2011 verranno chiamate attivamente alla vaccinazione le giovani nate nel 2000 e nel 1996. In caso di adesione ritardata il diritto alla gratuità della vaccinazione rimane valido fino al limite dei 16 anni compiuti per l´inizio del ciclo vaccinale. Con il 2011 si conclude il programma di recupero delle classi di età. Da quell´anno in poi si prosegue a regime con la vaccinazione a chiamata attiva delle dodicenni. La scelta di iniziare con le dodicenni è stata dettata, a livello nazionale e regionale, da una serie di indicazioni cliniche. In particolare questa fascia di età (precedente all´attività sessuale) risulta la più idonea alla vaccinazione universale per introdurre la migliore risposta immunitaria. Le giovani frequentano ancora la scuola dell´obbligo e quindi l´offerta attiva raggiunge con equità anche i soggetti che per disagio sociale o culturale hanno minori possibilità di accesso alle prestazioni. Le loro famiglie, inoltre, possono essere più facilmente contattate e sensibilizzate. L´intesa raggiunta nel dicembre del 2007 tra il governo e le Regioni prevedeva comunque la possibilità di una estensione, opportunità che la Regione Toscana è tra le prime a cogliere. La vaccinazione viene effettuata presso tutti i centri vaccinali dell’Azienda Usl di appartenenza e consiste nell’esecuzione di tre iniezioni intramuscolari eseguite nell’arco di 6 mesi. È sicuramente importante parlare con il proprio medico o pediatra di famiglia e contattare il personale operante presso i centri vaccinali, consultori e centri socio-sanitari della Azienda Usl di residenza. Il programma di vaccinazione non sostituisce ma affianca il programma di screening mediante pap test che in Toscana viene offerto da molto tempo alle donne, e che rimane lo strumento fondamentale per prevenire l´insorgenza del tumore al collo dell´utero in tutta la popolazione femminile. Che cosa è il Papilloma virus (Hpv) e come si combatte Ogni anno vengono diagnosticati in Toscana circa 215 casi di carcinoma della cervice uterina, 3500 nuovi casi circa in Italia. Il tumore al collo dell´utero è il primo tumore riconosciuto dall´Oms come totalmente riconducibile ad una infezione virale, causata dal virus del papilloma umano (Hpv) e nel 70% dei casi da due tipi ad alto rischio, Hpv 16 e Hpv 18. Il virus Hpv è responsabile di infezioni umane a trasmissione sessuale: circa il 75% delle persone entra in contatto con il virus almeno una volta nella vita. La presenza di portatori sani è molto frequente. Non ci sono ancora farmaci che possano curare l’infezione da Hpv: è quindi importante identificare precocemente le lesioni provocate dal virus tramite l’esecuzione del Pap-test, che viene proposto gratuitamente a tutte le donne di età compresa tra 25 e 64 anni. . |
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A TERNI, CONVEGNO SU “INNOVAZIONE E SOSTENIBILITÀ IN ONCOLOGIA” |
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Venerdì 31 Ottobre, Perugia, 29 ottobre 2008 - Conciliare i bilanci della sanità con le esigenze di progresso tecnologico e scientifico in materia di tumori: sarà questo il tema del convegno “Innovazione e sostenibilità in oncologia”, che si terrà a Terni venerdì 31 ottobre nella sala-conferenze dell’ospedale Santa Maria. La giornata è stata organizzata dal “Cro” (Centro di Riferimento oncologico) interaziendale regionale, con il patrocinio della Regione Umbria e dell’Università degli Studi di Perugia e il coordinamento di Maurizio Tonato, direttore dello stesso centro oncologico, e Fausto Roila, direttore di Oncologia medica dell’Azienda Ospedaliera di Terni. Ai lavori interverranno dirigenti e direttori sanitari dell’Umbria e di altre Regioni, prèsidi, professori e ricercatori universitari, esperti nel campo medico, oncologico, epidemiologico e farmacologico. “I bilanci in questo settore - spiega Tonato - sono in sofferenza quasi ovunque nel mondo, qualunque sia il sistema sanitario in vigore. Soprattutto negli ultimi anni il dibattito su questi temi si è arricchito di argomenti etici. Oggi è fondamentale - conclude Tonato - offrire ai pazienti la miglior cura possibile, compatibilmente con le altre necessità sanitarie e le esigenze relative all’approvazione delle nuove molecole, nel rispetto delle regole di una medicina basata sull’evidenza”. Le sessioni del mattino (ore 8. 30-13. 30) riguarderanno la presentazione dei progressi raggiunti in campo diagnostico, in terapia medica e radiante dei tumori. Ad essi farà seguito la parte relativa all’innovazione, vista dal mondo accademico, dell’industria e della sanità. Sempre in mattinata si discuterà di come affrontare e risolvere il problema della sostenibilità della spesa sanitaria. Nel pomeriggio (ore 15-17. 30) si terrà una tavola rotonda, moderata dallo stesso Tonato e da Silvio Garattini, direttore dell’Istituto Mario Negri di Milano. Tra gli argomenti di maggior interesse, il ruolo delle “clinical governance”, l’appropriatezza prescrittiva e l’uniformità dei provvedimenti a livello nazionale. A concludere il convegno sarà l’assessore regionale alla Sanità Maurizio Rosi. Per ulteriori informazioni sul programma: www. Sanita. Regione. Umbria. It . |
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SOCIALE: KOSIC, SI´ A CENTRO RIABILITAZIONE RITTMEYER |
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Trieste, 29 ottobre 2008 - "Garantisco il massimo impegno per verificare, con l´Agenzia regionale della Sanità, il percorso di accreditamento del Centro di riabilitazione dell´Istituto Rittmeyer di Trieste, che non può basarsi per la sua esistenza sul volontariato e sulla disponibilità dei medici, anche se sono professionisti di altissima qualità". Lo ha affermato l´assessore alla Salute e Protezione sociale Vladimir Kosic nel corso della sua visita all´Istituto Rittmeyer di Trieste, notando che il centro di riabilitazione potrebbe rivelarsi molto importante "per la città, il Friuli Venezia Giulia e non solo". Kosic, sottolineando l´importanza di investire nell´ autonomia di ciechi ed ipovedenti aiutandoli ad acquisire competenze e tecnologie che ne favoriscano l´accesso allo studio e al lavoro, ha definito il Rittmeyer "una realtà di valenza nazionale ed internazionale, che ha saputo dare risposte specifiche ad una menomazione, affrontandola con proposte di qualità". Ad illustrare all´assessore le tante attività dell´Istituto è stato il presidente del Consiglio di amministrazione, Hubert Perfler, che l´ha accolto assieme ad un gruppo di consiglieri, ricordando che al suo attivo il Rittmeyer ha l´allestimento di corsi professionalizzanti per non vedenti e stage per l´assistenza agli stessi, laboratori, un centro anziani e molto altro, dal momento che è sia polo nazionale plurihandicap che centro regionale per l´orientamento e la mobilità. Per le prospettive che offrono in termini di inclusione e integrazione "c´è più bisogno di centri di riabilitazione che di trattori" ha detto Kosic, sottolineando la valenza del progetto complessivo portato avanti dal Rittmeyer e l´opportunità di trasformare la qualità della proposta in massa critica, per evitare lo spreco di risorse ed utilizzarle al meglio "come il Consiglio di quest´istituto ha sempre fatto". Dichiarandosi d´accordo con la strategia dell´Unione italiana ciechi "che da sempre gestisce con molta specificità e scientificità gli interventi che porta avanti per garantire autonomia alle persone", l´assessore ha sottolineato l´urgenza di concentrarsi sui progetti, in modo da crescere e guadagnare consensi ed alleanze. Un percorso da attuare assieme, nella consapevolezza di un momento storico poco favorevole all´incremento dei finanziamenti "anche se, com´ è già stato fatto, cercheremo di aumentare la posta di 500 mila euro messa a disposizione del Rittmeyer dalla legge regionale 18/97" ha dichiarato, ricordando che in tal senso alcuni indirizzi sono già stati inseriti nelle linee di gestione 2009 e suggerendo la possibilità di por mano alla legge al fine di migliorarne i contenuti. . |
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DAL 31 OTTOBRE APRE IN COMUNE A SEGRATE LO “SPORTELLO SAN RAFFAELE” |
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Segrate, 29 ottobre 2008 - All’interno del Sac di via I Maggio, apre uno sportello per la prenotazione delle visite specialistiche presso l’ospedale di via Olgettina, il pagamento del ticket delle visite da fare in giornata e la consegna dei referti. L’obiettivo è realizzare, a breve, un vero e proprio centro prelievi comunale. Il 31 ottobre sarà possibile donare il sangue presso il “Baobab”, centro mobile del San Raffaele, che dalle 8 alle 12 sosterà davanti al Comune Dal 31 ottobre apre in Comune lo Sportello San Raffaele. Il Sac-servizi al Cittadino, lo spazio polifunzionale di via I Maggio, accoglierà al suo interno uno sportello per la prenotazione delle visite presso l’ospedale di via Olgettina, il pagamento del ticket e la consegna dei referti. Un servizio che potrà essere offerto ai segratesi in virtù dell’accordo di collaborazione siglato dall’Amministrazione con la Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor. L’ufficializzazione il 31 ottobre alle ore 11 in Sala Giunta, con la firma da parte del Sindaco di Segrate Adriano Alessandrini e del Direttore Generale della Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor, Renato Botti. Lo sportello operativo all’interno del Sac consentirà ai residenti di evitare di recarsi in ospedale, se non per la pura prestazione sanitaria, risparmiando code in auto per raggiungere la struttura e per accedere ai parcheggi e ulteriori attese presso gli sportelli dell’accettazione. “Il servizio – informa il sindaco Alessandrini – sarà attivo, in via sperimentale, con un orario ridotto che sarà presto ampliato a 20 ore settimanali, nell’ottica di realizzare a breve un vero e proprio centro prelievi comunale”. “Abbiamo raggiunto un risultato importante nell’ambito delle azioni realizzate e in corso a tutela della salute dei cittadini – aggiunge -, obiettivo che ci sta molto a cuore e a cui lavoriamo con determinazione, tenendo sempre fermi i principi di qualità, efficacia, efficienza che contraddistinguono i nostri servizi. Un compito che l’Amministrazione sta svolgendo insieme alle più importanti realtà territoriali che operano in campo sanitario e per realizzare il quale ora avrà a fianco anche l’ospedale più rinomato d’Italia e all’avanguardia nel mondo”. Il 31 ottobre, giorno del “debutto” dello sportello, sarà possibile anche compiere un gesto molto semplice, ma che non ha prezzo, donare il sangue presso il centro mobile “Baobab” del San Raffaele, che sarà a Segrate, in via I Maggio per l’occasione e che, nel 2009, farà tappa in ogni quartiere della città. La donazione sarà un’importante opportunità di regalarsi un check up gratuito. . |
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IL PIACERE DEL COLLEZIONISTA. DISEGNI E DIPINTI DELLA COLLEZIONE RIVA DEL MUSEO DI BASSANO DEL GRAPPA 1 NOVEMBRE 2008 – 15 FEBBRAIO 2009 |
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Bassano del Grappa, 29 ottobre 2008 - Il 31 ottobre 2008 nelle sale del Museo Civico di Bassano inaugurerà la grande mostra Il piacere del collezionista. Disegni e dipinti della collezione Riva del Museo di Bassano del Grappa un’occasione unica per poter ammirare la selezione di oltre 150 opere tra le più importanti della raccolta Riva in un percorso lungo la storia della grafica e della pittura dell’arte italiana da Vittore Carpaccio a Giambattista Tiepolo, con 13 splendidi disegni, alcuni inediti, dell’artista veneziano che formano una mostra eccezionale all’interno della mostra stessa. Il piacere del collezionista vuole essere un omaggio che la città di Bassano rende al donatore, il conte padovano Giuseppe Riva che il 6 settembre 1871 donava alla Città di Bassano del Grappa la sua collezione d’arte composta da oltre 600 disegni, più di 70 dipinti ed una fornita biblioteca. Un tesoro prezioso che comunemente non si trova esposto nelle sale del museo per motivi conservativi e di spazio. I disegni infatti - come le stampe e tutte le opere d’arte su carta - non possono essere esposti per lunghi periodi alla luce che li danneggerebbe e quindi vengono comunemente custoditi entro apposite cassettiere nei gabinetti di disegni e stampe dei musei di tutto il mondo. Un’occasione unica per poter ammirare opere di altissima qualità in un’esposizione che illustra anche la figura del collezionista, delineandone i tratti salienti della vita, il gusto e il piacere di ricercare e “fare collezione”. Si sono così potuti scoprire aspetti impensati della sua passione come l’approfondita conoscenza dell’arte e della letteratura artistica e le relazioni con le maggiori personalità del collezionismo dell’Italia Settentrionale del suo tempo. Un gusto collezionistico d’avanguardia, quello di Riva, che già ricerca ed apprezza le opere di Giambattista Tiepolo e degli altri protagonisti del Settecento veneziano, quando ancora la loro fortuna critica e di pubblico non era quella attuale. L’esposizione è stata progettata come un percorso didattico che possa far ammirare ai visitatori opere inedite e preziose, accompagnandoli alla scoperta dell’affascinante mondo del collezionismo. La mostra, patrocinata tra gli altri dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dalla Regione del Veneto, è organizzata dal Museo Biblioteca Archivio di Bassano del Grappa; la direzione della mostra è di Giuliana Ericani e la curatela della mostra e del catalogo di Giuliana Ericani e Federica Millozzi. Lungo un percorso espositivo articolato in sezioni tematiche e didattiche vengono presentati alcuni capolavori del disegno e della pittura donati al Museo di Bassano del Grappa dal conte Giuseppe Riva, seguendo un itinerario tra i più importanti artisti dell’arte italiana dal Trecento agli inizi dell’Ottocento. Gli approfondimenti compiuti dagli studiosi impegnati nella catalogazione scientifica dei disegni hanno portato alla luce tra gli oltre seicento disegni, spesso anonimi, opere inedite di più grandi nomi dell’arte italiana: Luca Cambiaso, Bernardino Campi, Palma il Giovane, Domenico Fetti, Bernardo Strozzi, Andrea Brustolon, Jacopo Guarana e Giuseppe Bernardino Bison. Tra questi si segnalano gli 13 splendidi disegni di Giambattista Tiepolo alcuni mai esposti dal 1956, altri addirittura inediti. Saranno esposte inoltre opere grafiche già individuate come Vittore Carpaccio, Carlo Urbino, Bernardo Castiglione, Francesco Maffei, Jusepe Ribera, Antonio Zanchi, Marco Marcola, Marco Ricci, Giannantonio Guardi e Francesco Guardi. Tra le tele di maggior pregio si segnalano l’Episodio del martirio di santa Apollonia (47) attribuito ad Antonio Vivarini e Giovanni d’Alemagna, il Cristo deposto (…) di Leandro dal Ponte, la Madonna con Gesù Bambino, San Giovannino e Santa Caterina (…di Bonifacio de’ Pitati, il Noli me tangere di Pietro Damini, Lo sposalizio mistico di Santa Caterina di Barbara Longhi, il Ritratto di un cavaliere di Malta, attribuito da Riva a Van Dyck ma assegnato dalla critica novecentesca a Francesco dal Ponte il Giovane, la Madonna con Bambino e santi di Francesco Maffei, il Martirio di San Sebastiano di Nicolas Regnier, il Ritrovo di picaros e soldati e La sepoltura di un frate trappista di Alessandro Magnasco ed opere fondamentali della pittura di paesaggio e di genere del Settecento con tele di Marco Ricci, Pietro Longhi e Francesco Guardi. Per informazioni: Segreteria del Museo Civico tel. 0424 522235 - info@museobassano. It. |
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ALESSANDRIA E CASALE MONFERRATO DEDICANO UN GRANDE OMAGGIO A UNO DEI PROTAGONISTI DEL DOPOGUERRA CON UNA RASSEGNA IN TRE SEDI DAL 31 OTTOBRE AL 30 NOVEMBRE 2008 LA MOSTRA ALDO MONDINO CALPESTAR LE UOVA! |
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Alessandria, 29 ottobre 2008 - A tre anni dalla scomparsa, Alessandria e Casale Monferrato, dal 31 ottobre al 30 novembre 2008, rendono omaggio a Aldo Mondino con una grande mostra articolata nelle tre sedi di Palazzo del Monferrato e Palazzo Cuttica a Alessandria a cui si aggiunge il Sala Mostre della Comunità Ebraica a Casale Monferrato. Aldo Mondino (Torino, 1938-2005) è uno dei più significativi protagonisti della scena artistica italiana in grado di ripercorrere, con grande indipendenza ed autorità, le esperienze estetiche dall’inizio degli anni Sessanta sino a oggi, imponendo una matrice linguistica del tutto originale che non è ancora stata sufficientemente indagata. Promossa dalla Società Palazzo del Monferrato e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, l’esposizione, col patrocinio della Regione Piemonte, curata da Alberto Fiz e realizzata in collaborazione con l’Archivio Aldo Mondino e con la Comunità ebraica di Casale Monferrato, documenterà, attraverso 100 opere tra dipinti, disegni, sculture e installazioni, alcune inedite, l’itinerario artistico tanto vario quanto articolato dell’artista all’interno di una ricerca non priva d’ironia e provocazione che si è sempre sviluppata con problematicità affrontando in più occasioni il significato stesso dell’opera d’arte. Come afferma Paolo Filippi, presidente della Società Palazzo del Monferrato, “L’omaggio doveroso e indubbiamente sentito, commosso e al contempo entusiasta, che oggi la Società Palazzo del Monferrato rende a un eccezionale rappresentante dell’arte contemporanea, a cui le nostre colline hanno avuto la fortuna di fare da culla per l’età matura, vuole essere una riflessione sul linguaggio artistico nella sua totalità”. Così, Gianfranco Pittatore, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, dichiara che “con questa mostra la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria rende omaggio a questo artista, cittadino del mondo che, con la sua capacità di grande catalizzatore, ha per molti anni trasformato il Monferrato in un crocevia di cultura e di incontri, di altissimo livello e di taglio internazionale”. Nelle parole del curatore, “La rassegna consente di riflettere su un artista eclettico e geniale che ha saputo modificare profondamente i codici dell’estetica e della creazione. Ogni opera mette in discussione i dogmi dell’arte e delle stesse avanguardie da cui Mondino è partito. Aldo è indubbiamente una figura imprescindibile per comprendere le vicende attuali, tra i pochi ad aver affrontato il linguaggio nella sua totalità”. La mostra, che ha il suo nucleo centrale a Palazzo del Monferrato, prende avvio da una serie di irriverenti omaggi a Felice Casorati. È proprio ispirandosi a una delle tematiche più ricorrenti della pittura del maestro torinese che è scaturito il titolo della mostra, Calpestar le uova!, scritta che compare su un mosaico realizzato da Mondino nel 2003 ed esposto ad Alessandria. Casorati, infatti, ha rappresentato per Mondino il bersaglio ideale per esprimere la sua visione antiaccademica dell’arte sin dal 1964 quando, a soli 26 anni ha proposto, nella galleria torinese di Gian Enzo Sperone, alcune tele a quadretti con l’immagine di un’opera celebre del maestro. Sono numerose le composizioni che fanno riferimento a questo periodo giovanile della sua produzione già chiaramente improntata a mettere in discussione le regole della pittura. Viene, per esempio, esposto Non Calpestar, uno zerbino in cocco del 1964 con l’immagine della madre col bambino e, sempre dello stesso anno, La porta dove l’opera di Casorati diventa un logo collocato sulla porta di legno e sul portachiavi. Casorati significa Torino e proprio dal capoluogo piemontese prende avvio la sua ricerca sui materiali partendo dal cioccolato Peyrano che consente di realizzare sculture che simulano il bronzo, sviluppando quell’inganno visivo che sarà caratteristico di tutta la sua avventura creativa anche negli anni successivi. Lo dimostra, per esempio, Scultura un corno che ironizza sulla tradizione africana. La medesima componente si rintraccia anche in un’altra opera emblematica come Torre di torrone realizzata nel 1968 per una mostra alla galleria Torre di Torino dove l’artificio architettonico passa attraverso la costruzione in torrone. La capacità di cogliere la profonda trasformazione della ricerca artistica durante gli anni Sessanta ha condotto Mondino verso una serie di lavori che vanno nella direzione di una ricerca concettuale come la serie delle Cadute dove il colore sembra scivolare sulla tela assumendo un aspetto liquido e nello stesso tempo oggettuale. Le opere vennero proposte per la prima volta alla galleria Stein di Torino nel 1965 e oggi tornano nella rassegna di Alessandria insieme alla serie dei Palloncini dove, con ironia, viene applicato il principio opposto, ovvero la sospensione della pittura che si muove verso l’alto creando un’illusione ottica motivata dal movimento del palloncino che trasporta con sé il dipinto. Accanto alle composizioni più sperimentali in linea con le ricerche dell’arte povera, non manca l’opportunità di approfondire gli aspetti forse più popolari della ricerca di Mondino, ovvero quelli relativi all’oriente in base ad un’ampia ricerca iniziata all’inizio degli anni ottanta. In questa circostanza, insieme ai celebri Dervisci, viene presentata, per la prima volta al pubblico, Festa araba, di quasi sei metri di lunghezza, finora custodita nella sua abitazione nel Monferrato. Non mancano nemmeno The Byzantine World, una grande opera del 1999 realizzata con 12 mila cioccolatini e una delle più significative opere della serie Tappeti stesi in eraclite. Si tratta dell’esemplare di oltre due metri d’altezza esposto alla Biennale veneziana del 1993 quando a Mondino venne dedicata una sala personale. Alzando gli occhi verso l’alto, poi, si scoprono gli Jugen stilo, i lampadari con le penne bic che strizzano l’occhio alla decorazione Jugendstil. L’esposizione, poi, prende in esame la ritrattistica e gli omaggi agli artisti come Tano Festa, Franco Angeli e Jim Dine. L’artista americano appare in una curiosa opera del 1992 dal titolo Mon Dine dove Mondino gioca sul suo autoritratto. Non manca nemmeno Alighiero Boetti suo amico d’infanzia, anche lui amante dell’Oriente cui è stata dedicata una serie di opere nel 1994, l’anno della sua morte, dove il cielo dei gabbiani ricorda il cielo di Essaouira in Marocco. Accanto ai ritratti maschili, una serie di ritratti femminili mai esposti prima in una mostra pubblica che vanno da Karen Blixen a Virginia Woolf, da Frida Kahlo a Gertrude Stein. In mostra viene proposta anche la passione per la Tauromachia (spesso Mondino si ritraeva da torero) nata all’inizio degli anni Novanta che va in parallelo con l’indagine sull’oriente. “Mi chiedono di giustificare la mia passione per le corride. È come se mi chiedessero il perché della mia passione per la pittura. A me sarebbe piaciuto essere un torero, non ne ho purtroppo il coraggio e non sono da troppe generazioni uno spagnolo. Penso comunque che la leggerezza, l’eleganza e l’agilità di fronte alla morte non siano da tutti”, ha affermato Mondino. Una sintesi del suo cammino è poi espressa da un ampio corpus di disegni, in gran parte inediti, che ripercorrono la sua intensa attività dalle prime esperienze in ambito concettuale sino agli ultimi anni. Nei suggestivi ambienti settecenteschi di Palazzo Cuttica si ha l’opportunità di riflettere in maniera approfondita su Mondino scultore, un altro aspetto fondamentale della sua poliedrica ricerca. In quest’occasione vengono presentate le sue opere più note da La mamma di Boccioni dove l’omaggio al maestro futurista passa attraverso una figura femminile dove i seni sono sostituiti dalle bocce di bowling, a Operà, un pesce che transita con le gambe di Alberto Giacometti. Ma sono esposte anche altre opere emblematiche come Lobby Star, Singer, Viola d’amore, Vis à vis e Torso torsolo. Come afferma Mondino la specificità delle sue sculture nasce da una distorsione della percezione visiva: “Il pensiero di realizzare lavori tridimensionali accompagna il mio percorso da sempre. I soggetti sono frutto di quella dimensione “miope”, di quella “distanza” che mi fa vedere da lontano un oggetto che da vicino sembra un altro”. La parte più intima e privata dell’antologica è ospitata nel Sala Mostre della Comunità Ebraica di Casale Monferrato, luogo cui Mondino era particolarmente legato. Anzi, era solito dire che una delle ragioni per le quali abitava nel Monferrato era proprio la vicinanza della splendida sinagoga. Qui viene presentata una serie di opere di argomento ebraico dove la religione è affrontata con la consueta ironia, filtrata da un’attenzione specifica nei confronti delle tradizioni. In questo ambito sono esposte alcune opere particolarmente emblematiche degli anni novanta come Sukkot Be Bop A Lulav, Kapparot, Mazel Tov, Il violinista e Metterci una pietra sopra. Nell’occasione, viene riproposto anche il Muro del Pianto in zucchero, un’installazione di sei metri che è stata presentato per la prima volta a Villa Pignatelli di Napoli. Si tratta di un’opera dal sapore metafisico e coinvolgente con i grandi massi ricoperti di zucchero ravvivati dall’inserimento di alcuni cespugli. “La dolcezza di questa grande immagine voleva anche ricordare quella dolcezza latte e miele da sempre evocata dagli ebrei della diaspora nei confronti di Gerusalemme”, ha affermato Mondino. La mostra si avvale per la promozione della collaborazione di Civita ed è accompagnata da un catalogo Silvana editoriale. . |
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MOSTRA DI ARTE CONTEMPORANEA 3° ED. BIENNALE DELLE CHIESE LAICHE 2008 “IL GRANDE VETRO. LA CITTÀ MESSA A NUDO DAI SUOI VISITATORI” |
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Ravenna, 29 ottobre 2008 - I lavori di cinquantaquattro artisti a confronto, più di cinquanta espressioni dell´arte contemporanea, tra pittura, fotografia, design, incisione, arti visive e installazioni, artisti chiamati ad interpretare il tema “Il grande vetro. La città messa a nudo dai suoi visitatori”. Linguaggi diversi, frutto di percorsi individuali peculiari, accomunati da un unico diktat: “l’espressione artistica”, in contemporanea in sei sedi espositive sul territorio di tre province. Questa la visione d´insieme di un mese, novembre, dedicato all’arte contemporanea grazie alla Iii edizione della “Biennale delle chiese laiche”: un anello culturale, reso dall’allestimento in contemporanea di sei mostre che si sommano in un unico evento, che, a sua volta, si presenta nella splendida cornice formata da quei contenitori storici di grande prestigio identificati nella provincia di Ravenna, Forlì-cesena e Rimini come laboratori in grado di allargare i confini della memoria storica e culturale: Ravenna con la nuova sede dell’Autorità Portuale, Cervia con i Magazzini del Sale, Massa Lombarda con la galleria San Vitale 41, Fusignano con il Granaio, Cesenatico con L’ex Pescheria ora sede della Galleria Comunale d´Arte e Bellaria Igea Marina con il Vecchio Macello. La mostra nasce dall’idea di Silvana Costa per celebrare l’importanza di quegli edifici che in passato hanno rappresentato la vita economica e lavorativa di una città e che nel tempo sono stati adibiti a luoghi di scambio culturale con spazi utilizzati per mostre, incontri, teatro e cultura. Con questa edizione si consolida il progetto e si tenta di dare il via ad un tour itinerante per visitare i luoghi così allestiti. “Un progetto – afferma Silvana Costa - che lega il territorio in un unico evento e valorizza non solo le risorse umane ma mette in risalto la storia di un popolo attraverso architetture prestigiose e stimola le nuove leve ad orizzonti di ricerca sempre più avanzati”. La “Biennale delle chiese laiche” in quest’edizione affronta il tema “Il grande Vetro. La Città messa a nudo dai suoi visitatori”, cercando allora di definire alcuni ambiti, alcuni contesti che arricchiscono il bouquet della biennale attraverso la lettura attenta dei luoghi in cui viviamo, il grande vetro, la città appunto non come un’isola ma come in arcipelago grazie alla contaminazione che coinvolge molteplici sedi. C’è da premettere che la storia della città è la storia di diverse forme di organizzazione dello spazio. Non esiste “la” città, ma “le” città. La polis greca non è l’urbs, tanto meno la civitas; la città mediterranea medievale non è quella barocca; la città moderna non è la metropoli contemporanea e quest’ultima non è la “città” dove ora abitiamo. La città mediterranea è anti-classica, non applica alcuno schema ideale, ma concresce nell’uso, nel determinarsi temporale delle sue funzioni. E’ la “città arcipelago” di cui scrive Massimo Cacciari, e di cui Sarajevo è forse stata l’ultima, tragica interprete. Assieme ad Istanbul, Smirne e Salonicco, Sarajevo ha espresso un’idea di città che si costruisce mitigando pezzi tra loro in conflitto, in cui ogni soggetto si riconosce attraverso la lotta con tutto ciò che è culturalmente differente, distinto, altro. La città moderna costituisce il violento superamento di questa immagine: essa impone sullo spazio tempo della città arcipelago un ordine a priori, una forma a priori, fondati sull’originale relazione tra fabbrica e mercato, spazio di produzione e spazi di scambio e di consumo. La città contemporanea appare sempre più come un fenomeno soggetto ad irradiamento, un processo di dilatazione costante che non sembra più capace di ordinare e di razionalizzare la vita. La crescita metropolitana non è capace di incarnarsi in un “ordine spaziale”, in un processo ordinato di territorializzazione. La città è ovunque e noi non abitiamo città, ma territori che non riconoscono più alcuna norma, alcuna legge. Il territorio della metropoli contemporanea si trasforma in una sorta di geografia di eventi, una pratica di connessioni che attraversano paesaggi ibridi i cui confini sono perennemente in crisi. Centro e periferie sono ruoli fittizi, intercambiabili, dove le “specializzazioni” del territorio si manifestano al di fuori di un disegno complessivo. Ognuna di queste sedi ospiterà differenti settori della visualizzazione della “Città”: fotografia, pittura, mosaico, design, incisione e istallazioni. Con un numero incrementato di “luoghi del lavoro” riconvertiti alle manifestazioni culturali ed artistiche, la mostra dà voce ad una serie di orientamenti disciplinari, di modalità originali di costruzione dell’immagine che prima erano risultati marginali, se non del tutto assenti. Certo, il nucleo portante resta le “arti visive”, declinate tuttavia non solo nella forma delle “belle arti” – la pittura, la scultura, l’incisione, la fotografia –, ma anche in quelle zone di confine dove la creatività si confronta con la comunicazione, con i suoi meccanismi e con le sue finalità. Gli artisti coinvolti appartengono a diverse generazioni, maestri e giovani talenti protagonisti dell’arte sul territorio. Dalla sezione fotografia ospitata a Ravenna con le immagini di Silvio Canini, Daniele Casadio, Piero Corelli, Maurizio Montanari, Luca Pirazzini e Giuseppe Ortali, alle arti visive a Cervia con Barbara Balestri, Mattia Battistini, Antonio Caranti, Jacopo Casadei, Filippo Farneti, Marco Fellini, Irmi, Piero Maldini, Davide Medri, Francesca Merciari, Silvia Miino, Fabrizio Pavolucci, Teresio Troll; dalle arti visive a Fusignano: Daniele Angelini, Jonathan Giordani, Luciano Medri, Roberto Morini, Massimo Pulini, all’incisione esposta a Cesenatico di Ermes Baioni, Giuseppe Maestri, Pietro Lenzini, Giulio Ruffilli, Nicola Samorì, Roberta Zamboni, al design di Augusto Betti, Antonella Cimatti, Silvia Cogo, Concetta Cossa, Dassasso, Tiziano Dal Pozzo, Giovanni Del Vecchio, Giorgio Gurioli, Francesca Nanni, Francesca Mambelli, Letizia Mamini, Giulia Meloncelli, Ivana Pantieri, Carlo Pastore, Roberto Rago, Roberta Salvatori, Roberto Semprini, Guido Venturini, alle installazioni di Paola Babini, Lucia Bagnoli, Samuele Contarini, Nives Guazzarini, Marco Giunchi. Scheda tecnica: Fotografia: Ravenna, inaugurazione martedì 4 novembre alle ore 18. 00 Sede: Autorità Portuale di Ravenna Via Antico Squero, 31 Ravenna (Ra) dal 4 al 30 novembre 2008 dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 18, per informazioni tel. 0544 608811. Arti visive: Cervia, inaugurazione giovedì 6 novembre alle ore 18. 00 Sede: Magazzino del Sale, Via Nazario Sauro Cervia, (Ra) dal 7 al 23 novembre 2008 dal mercoledì alla domenica dalle 16 alle 19 per informazioni tel. 0544 993435. Arti visive: Fusignano (Ra), inaugurazione sabato 8 novembre alle ore 17. 00 Sede: il Granaio, Piazza Corelli, 16 Fusignano (Ra) dall’ 8 al 30 novembre 2008 giovedì, venerdì, sabato dalle 15 alle 18. La domenica dalle 10. 30 alle 12 e dalle 15 alle 18 per informazioni tel. 0545 955653 Design: Massa Lombarda, inaugurazione sabato 8 novembre alle ore 19. 00 Sede: Galleria San Vitale 41, Via F. Baracca 43, Massa Lombarda (Ra) dall’8 al 30 novembre 2008 Tutti i giorni dalle 16 alle 19 sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19. Per informazioni +39 3481615330 Incisione: Cesenatico, inaugurazione domenica 9 novembre alle ore 10. 30 Sede: Ex Pescheria Galleria Comunale d´Arte "Leonardo da Vinci", viale A. Garibaldi, 3 Cesenatico (Fc) dal 9 al 23 novembre 2008 Sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 12, dalle 15 alle 19, su prenotazione per scuole e gruppi: tel. 0547 79205. Istallazioni: Bellaria Igea Marina, inaugurazione domenica 9 novembre alle ore 17. 00 Sede: Vecchio Macello, via Ferrarin, 30/d, Bellaria Igea Marina (Rn) dal 9 al 30 novembre 2008 dal giovedì alla domenica dalle 16 alle 19 per informazioni 0541 343746 . |
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RENATO BENCINI - SCRITTE SUI MURI. GLI ANNI SETTANTA A PRATO: LOTTE E IMPEGNO SOCIALE ANCHE I MURI PARLANO. L’ARTE SENZA FIRMA |
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Prato, 29 ottobre 2008 - Si presenta al pubblico venerdì 31 ottobre alle ore 17,30 presso Cantieri Culturali di Officina Giovani, Renato Bencini - Scritte sui muri. Gli anni Settanta a Prato: lotte e impegno sociale, la raccolta di fotografie scattate da Renato Bencini nel corso degli anni settanta che documenta le scritte sui muri che negli anni della protesta divennero una sorta di “giornale” che registrava il variare quotidiano degli umori e Anche i muri parlano. L’arte senza firma la mostra che raccoglie le foto che l’artista Alessandra Mersi, nel corso di alcuni anni, ha scattato ai graffiti che hanno riempito gli spazi vuoti e anonimi della città di Prato. Entrambe le rassegne sono inserite inserita nell’ambito di Territoria #3. Lo spazio del contemporaneo, un articolato progetto di rete sulla cultura contemporanea promosso dalla Provincia di Prato con il contributo della Regione Toscana. Renato Bencini - Scritte sui muri. Gli anni Settanta a Prato: lotte e impegno sociale - Il Fondo Bencini, riguardante la città di Prato e gli eventi che all’epoca la investirono e interessarono, è oggi conservato dall’Archivio Fotografico Toscano che si propone di recuperare una documentazione preziosa e renderla disponibile alla consultazione del pubblico e degli studiosi. Il decennio tra il 1970 e il 1980 è stato particolarmente intenso per ciò che ha rappresentato, in Italia ma non solo, sul piano delle trasformazioni sociali, culturali e politiche; più in generale sul piano del costume, delle abitudini e dei valori. Si può dire che ha costituito una sorta di discrimine tra il prima e il dopo, chiudendo di fatto in maniera definitiva, e per alcuni aspetti traumatica, l’esperienza che si era aperta e affermata con la ricostruzione del dopoguerra, il progressivo esodo dalle campagne, il processo di industrializzazione e urbanizzazione sempre più accentuato, l’avvento della società dei consumi e l’affermarsi della televisione e dei mass media. La società che nascerà si confronterà con valori diversi. Un aspetto su tutti ha segnato in particolare quegli anni: la forte presa di consapevolezza, culturale e politica, da parte dei vari ceti sociali di cui si fanno interpreti in particolare i giovani, ma che vede anche la larga partecipazione del mondo del lavoro per l’affermazione di migliori condizioni di vita. Di questa presa di consapevolezza ne furono testimoni le strade e le piazze delle città, grandi e piccole, perché il fenomeno fu generalizzato, teatro ogni giorno di cortei, raduni, manifestazioni, scioperi a significare una partecipazione che non aveva visto l’eguale in precedenza e di cui oggi, più ritirati nel privato e nel consumo, si è persa in gran parte la memoria. Significativo in quegli anni anche l’allargamento degli orizzonti oltre i confini nazionali con la partecipazione emotiva e fortemente sentita a eventi quali la guerra del Vietnam, le lotte dei neri americani, i problemi del terzo mondo. Di questa presa di coscienza sociale, vissuta pubblicamente e condivisa, prima nei contrasti radicali poi nelle forme cruenti della lotta armata, le città furono investite direttamente con i cortei e le manifestazioni, ma anche con le scritte: i muri divennero una sorta di giornale che registrava giornalmente il variare degli umori: rileggere oggi quelle scritte significa rivivere in condensato eventi e situazioni in gran parte dimenticate. Nel fondo di fotografie scattate da Renato Bencini in quegli anni, per documentazione e interessi personali più che per soddisfare a una precisa committenza, sono presenti numerosi scatti che documentano proprio queste scritte nell’arco dell’intero decennio. Il fondo Bencini, riguardante la città di Prato e gli eventi che all’epoca la investirono e interessarono, è oggi conservato dall’Archivio Fotografico Toscano che si propone con questo progetto presentato alla Provincia di recuperare una documentazione preziosa, renderla disponibile alla consultazione del pubblico e degli studiosi, studiare attraverso di essa un periodo particolarmente significativo, e per molti versi drammatico, della nostra storia, alle radici per molti aspetti dei valori sui quali si regge il nostro vivere sociale, il nostro modo di sentire, i valori della convivenza. Anche i muri parlano. L’arte senza firma - Nell’età dominata dai mass media, dove l’esistenza dell’individuo e dei gruppi sembra ricondursi alla possibilità di ritagliarsi uno spazio di visibilità e legittimazione pubblica al di fuori della quale sembra che l’esistenza non abbia senso, il desiderio di comunicare, inteso come partecipazione e condivisione con gli altri di idee e bisogni, ma anche come espressione della propria creatività e dei propri sentimenti, costituisce uno degli aspetti più interessanti da studiare e da interpretare, sul piano culturale e sociale. E la città dove più forte è la concentrazione umana, più marcate le differenze e i contrasti sociali, più evidenti i rischi e i pericoli della perdita di identità personale, più numerose le occasioni di scontro e di incontro è il terreno forse più adatto per simili manifestazioni. I muri, delle case o quanto altro, soprattutto a partire dagli anni settanta del ‘900, sono diventate le pagine bianche sulle quali i cittadini trovano dignitoso esprimere e dare sfogo alla propria vena creativa e al bisogno di comunicare per trasmettere un messaggio, un ideale nelle forme più varie: dalla visione onirica, alla denuncia e alla protesta. Alessandra Mersi ha fotografato nel corso di alcuni anni queste forme di espressione artistica, sotto forma di grafiti, che hanno riempito gli spazi vuoti e anonimi della città, nel caso specifico della città di Parto. Il risultato sono le immagini che vengono qui proposte in mostra. . |
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GOLF - CAMPIONATO LOMBARDO PROFESSIONISTI: DOPO UN GIRO IN VETTA ANDREA MAESTRONI E MARCO DONGHI, ROCCA A QUATTRO COLPI |
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Roma, 29 ottobre 2008 - Andrea Maestroni, campione uscente, e Marco Donghi sono al comando con 66 colpi dopo il primo giro del 4° Campionato Regionale Lombardo Professionisti che si sta disputando sul percorso del Golf Club Franciacorta. La coppia ha preso un buon vantaggio sugli inseguitori: Michele Zanini, infatti, è al terzo posto con 69 e Costantino Rocca si trova al quarto con 70 insieme a Nicola Maestroni. Al sesto con 71 Alessandro Merletti, Marco Crespi e Andrea Zani, quindi con 72 Massimo Florioli e Alessandro Napoleoni e con 73 Gregory Molteni, Romolo Napoleoni, Luca Bordogna e Stefania Croce, unica proette in campo. La gara si disputa con formula pro am (un pro e un dilettante) sulla distanza di 36 buche e vengono stilate due classifiche, quella a squadre e quella individuale che assegnerà il titolo. Nella pro am sono in vetta con 62 colpi Marco Donghi/riccardo Baccarani, seguiti da 63 da Andrea Maestroni/luca Pedersoli e da Michele Ballarin/carlo Moro. Tra le undici coppie al quarto posto con 66 c’è anche il duo formato da Costantino Rocca e dal figlio Francesco. L’evento, fortemente voluto dal Comitato Regionale Lombardo, è sponsorizzato da Borghi abbigliamento Milano, Gioielleria Serafino Consoli, Argenteria Zanolli, Best Western Premier Hotel Cappello d’Oro Bergamo, Titleist, H19 Sportsware, System Plast, Ferrosider, Engineering srl, Gt Press&service, Fast, Bretzel Idea srl, B3 Thebigtre, Bga N. D. T. Instrument e Bowne. . |
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AL VIA LA TERZA EDIZIONE DELLA ULTRAMARATONA DEGLI ETRUSCHI |
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Roma, 29 ottobre 2008 - Riparte sabato 8 novembre dalla terza edizione l’“Ultramaratona degli Etruschi”, valida quest’anno per i campionati del mondiali ed Europei della specialità. La corsa, che vede gli atleti destreggiarsi lungo un percorso di 100 chilometri per le strade della Tuscia da Tuscania fino a Tarquinia, potrà contare quest’anno sulla partecipazione di oltre 500 uomini e donne che correranno in media tra le 6 e le 7 ore consecutive attraversando alcuni tra i territori più ricchi di storia e testimonianze archeologiche dell’intero centro Italia. La manifestazione podistica, organizzata dall’Italia Marathon Club sotto l’egida della Iaaf, Iau e Iuta, e con il contributo dell’Assessorato allo Sport della Regione Lazio, ha trovato la piena approvazione dell’assessore Giulia Rodano, che ha commentato: “In questo periodo, sono molti i riflettori mediatici e culturali puntati sull’Etruria del Lazio, sulle sue bellezze paesaggistiche e le sua archeologia misteriosa e in parte ancora sconosciuta. L’ultramaratona degli etruschi, giunta alla sua terza edizione, diviene quest’anno campionato del mondo di categoria, e vedrà affrontarsi atleti straordinari nelle gambe, nei polmoni, nella testa. Per la vitalità culturale e sportiva del Lazio questa è senz’altro una grande stagione”. La corsa, cui parteciperanno rappresentanti da circa 33 nazioni, metterà in palio il titolo mondiale della 100 chilometri (Iau 100 km World Cup), mentre gli atleti europei gareggeranno anche per il titolo continentale (Iau 100 km European Championship). Molti gli atleti italiani di rilievo presenti: dal romano Giorgio Calcaterra, più volte campione italiano della specialità e primo nel ranking mondiale del 2008 a Mario Fattore (attualmente primatista italiano) e Marco D’innocenti. Tra le donne le favorite della vigilia sono Monica Carlin, Paola Sanna e Giovanna Cavalli. . |
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A PALAZZO MARINO GLI ATLETI IN PARTENZA PER LA MARATONA DI NEW YORK |
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Milano, 29 ottobre 2008 - Saranno oltre un migliaio i milanesi che domenica 2 novembre, a New York, parteciperanno alla maratona più importante del mondo: in tutto 450 atleti accompagnati da allenatori, tecnici, giornalisti, tifosi e sostenitori. Tra loro anche l’assessore allo Sport e Tempo libero Giovanni Terzi che ieri sera, alle 19. 00 a Palazzo Marino, ha salutato i milanesi in partenza nel corso di una serata benefica. “Siamo tra le città più rappresentate in gara - spiega Terzi -. Meglio di noi fanno solo Londra e Parigi. Ancora una volta, quindi, i milanesi dimostrano di essere persone sportive, dinamiche e sempre in movimento. Sappiamo impegnarci, soffrire e raggiungere i nostri obbiettivi e i nostri traguardi, proprio come avviene correndo una maratona”. “Ma i milanesi – aggiunge l’assessore - sono anche generosi. In questa occasione ognuno ha scommesso con amici e familiari una quota che sarà devoluta all’Associazione Bambini Cardiopatici nel Mondo. Io ho scommesso con me stesso di terminare la gara in meno di 5 ore”. Quarantamila i partecipanti alla 42,195 km oltreoceano, di cui 3. 500 italiani per un evento che, lo scorso anno, ha registrato 315 milioni di spettatori tv e 43 milioni di accessi internet. Milano sarà a New York con un progetto di promozione e solidarietà, “Run4mi”, inglesismo grafico e lessicale che significa “corri per me/corri per Milano”, a sostegno dell’Associazione Bambini Cardiopatici nel Mondo. In serata, a Palazzo Marino, sono stati anche consegnati i 36 cuori di “Art4mi” (la mostra legata a “Run4mi”) decorati da artisti e personaggi famosi. Www. Run4mi. It . |
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