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MERCOLEDI
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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 03 Dicembre 2008 |
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DANNI CUTANEI E TUMORI DA RAGGI UV: IL RISCHIO DIETRO L’ANGOLO SI CHIAMA CHERATOSI ATTINICA. E LA SOLUZIONE È SENZA BISTURI |
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Milano, 3 dicembre 2008 - Si è concluso il Simposio Almirall dedicato alla cheratosi attinica, la lesione precancerosa della pelle che oggi colpisce oltre il 3% degli italiani sopra i 50 anni, che ha delineato i futuri scenari dei possibili danni da esposizione solare, per poi focalizzarsi sulle terapie più efficaci. La punta di un iceberg: ecco come è stata descritta questa malattia, che all’inizio appare come una semplice macchia o irritazione locale (molti pazienti la prendono come l’esito di un microtrauma), ma che può nascondere un futuro carcinoma. Questa malattia della pelle è particolarmente insidiosa perché circa nel 10% dei casi si può trasformare in carcinoma squamocellulare. Inoltre, la popolazione italiana è ormai conscia del pericolo melanoma e dell’importanza del controllo dei nei, ma non è a conoscenza del fatto che quella macchia rossastra che si può formare su varie parti del corpo, sulla quale poi compare una crosticina, può trasformarsi in tumore, per cui è fondamentale rivolgersi al più presto al dermatologo. “La Cheratosi attinica, a differenza del melanoma, non è provocata da ripetute scottature, ma dalla prolungata esposizione nel tempo ai raggi Uv negli anni - spiega il professor Andrea Peserico, Direttore della Clinica Dermatologica dell’Università di Padova - Le lesioni possono essere multiple e colpiscono le zone foto esposte e cioè il volto, le mani, le braccia e le gambe. Negli uomini che non hanno la protezione dei capelli, anche sul cuoio cappelluto e sulle orecchie”. Durante il Simposio si è delineato l’identikit di chi è più a rischio di essere colpito da quello che alcuni esperti hanno definito come carcinoma in situ, cioè come vero e proprio tumore localizzato. Un cancro dotato di timer, definizione che rappresenta la capacità della cheratosi attinica di trasformarsi, nel tempo, da semplice macchia squamosa in qualcosa di più pericoloso. Le persone che rischiano di più hanno un’età superiore ai 60, i capelli rossi o chiari, la carnagione chiara e le efelidi. Se oggi chi viene curato per la cheratosi attinica ha in media più di sessant’anni e si è procurato le lesioni cutanee facendo il muratore o comunque trascorrendo per motivi di lavoro la maggior parte della sua vita all’aperto, il prossimo futuro vedrà un ricambio generazionale radicale e sociale in questo campo. “Si passerà dalla cheratosi da attività lavorativa a quella da attività ricreativa - sottolinea Peserico - A rischio saranno allora tutte quelle persone che oggi hanno meno di 40 anni e che fanno oggi, dell’abbronzatura, un’abitudine. Quindi l’età di insorgenza della malattia si abbasserà collocandosi nella fascia 40-50, e i pazienti donna aumenteranno”. Decine di studi clinici pubblicati e condotti su centinaia di pazienti hanno dimostrato che un farmaco topico, un gel trasparente a base di diclofenac sodico al 3% in acido ialuronico è in grado, in pochi mesi, di ridurre o eliminare le lesioni da cheratosi attinica senza lasciare traccia e, con esse, di contenere il rischio di tumore. La terapia topica, ideale in questo periodo di non esposizione prolungata al sole (è ben tollerata ma se ne sconsiglia l´uso in caso di esposizione diretta al sole), può evitare la rimozione chirurgica delle lesioni, che è sempre invasiva o, a volte, impraticabile se le cheratosi sono multiple e diffuse sul corpo (il 20% dei pazienti ha infatti più di 10 lesioni). “Anche se non tutte le cheratosi attiniche si trasformano in carcinoma squamo cellulare, il dermatologo deve comunque curarle tutte, perché oggi non si è ancora in grado di prevedere quali di queste si trasformeranno - spiega Peserico -. La diagnosi si fa con una semplice visita dermatologica e non richiede esami particolari”. . |
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SONDAGGIO SUGLI ANZIANI EUROPEI INDICA NETTA DIFFERENZA TRA NORD E SUD |
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Bruxelles, 3 dicembre 2008 - Il progetto Share ("Survey of health, ageing and retirement in Europe" - "Sondaggio su salute, invecchiamento e pensionamento in Europa"), finanziato dall´Ue, ha rivelato, tra le altre cose, che le donne vivono più a lungo degli uomini, soprattutto nei paesi dell´Europa meridionale, e che gli uomini si ammalano meno delle donne, soprattutto al nord. I risultati specifici del sondaggio sono stati presentati la scorsa settimana a Bruxelles e sono disponibili per il pubblico. Share e il suo progetto-sorella Compare sono stati finanziati con un totale di circa 5,8 Mio Eur dal quinto e sesto programma quadro dell´Ue (5°Pq e 6°Pq) nell´ambito delle aree tematiche "Qualità della vita" e "Cittadini" rispettivamente. Il sostegno è stato anche fornito dalle agenzie nazionali di finanziamento di Austria, Belgio, Francia, Svizzera, Usa e Israele. L´obiettivo di Share era di fornire dati affidabili sulle condizioni di vita degli anziani europei, per i ricercatori e i responsabili delle politiche impegnati nel campo della salute pubblica, economia e scienze sociali. Dal suo inizio, nel 2004, sono stati raccolti dati su 30 000 persone dai 50 anni in su, in 15 paesi europei. Inizialmente lo studio ha concentrato l´attenzione su salute, lavoro, sicurezza finanziaria, pensioni, struttura famigliare e relazioni. "Una neonata svizzera ha un´aspettativa di vita di quasi quattro anni in più rispetto alla sua controparte danese, e questa differenza risulta quasi uguale tra la Danimarca e la vicina Svezia. È necessario capire cosa si nasconde dietro a queste evidenti differenze (genetica, stili di vita o accesso alle cure sanitarie?) per meglio capire l´invecchiamento umano. I dati di Share contribuiranno a questa comprensione," recita il rapporto del progetto Share. In generale, i risultati hanno indicato che gli europei meridionali vivono più a lungo, ma che si ammalano più spesso degli anziani dei paesi dell´Europa del nord. Le loro controparti settentrionali generalmente godono di una salute migliore e sono più ricchi. In termini di salute generale, i danesi (seguiti dagli svedesi e dagli svizzeri) risultano essere i più soddisfatti: il 40% di essi ritiene di non godere di una salute ottimale e circa il 10% ritiene di possedere una salute carente o molto cattiva. Problemi fisici come la cataratta sono più spesso riportati dagli ultraottantenni che dalle persone con un´età tra i 50 e i 59 anni. Le donne sembrano avere più problemi di salute degli uomini; tuttavia, gli uomini soffrono più spesso di malattie potenzialmente letali come il diabete o le patologie cardiache e polmonari. In tutti i paesi studiati, gli uomini sembrano più soggetti all´obesità rispetto alle donne. Il progetto Share ha osservato il pagamento dellle cure sanitarie sostenuto dai pazienti, l´utilizzo dei servizi sanitari e la qualità delle cure sanitarie per le persone anziane, e ha scoperto che si possono apportare molti miglioramenti. In particolare, hanno scoperto una mancanza notevole di valutazioni geriatriche (ad esempio, chiedere ai pazienti quali farmaci essi già assumono) e test di screening, che dimostra che sono necessari maggiori sforzi nel campo della medicina preventiva. Il sondaggio ha rivelato che la spesa sanitaria pubblica e privata annuale pro capite oscilla tra un minimo di 1200 euro in Grecia e in Spagna, fino a quasi 3000 euro in Danimarca, ma che questo non significa necessariamente che ci sia una correlazione tra la quota di spesa e l´aspettativa di vita. Secondo il rapporto, è fastidioso osservare dati che indicano un´aspettativa di vita al di sotto e una spesa sanitaria al di sopra della media nei Paesi Bassi, Germania e Danimarca. Il rapporto Share indica che in tutta Europa esiste un rapporto stretto tra la salute (e il comportamento nel suo rispetto) e il livello socio-economico. Le persone con un basso livello d´istruzione avevano il 70% di possibilità in più di essere fisicamente inattivi e il 50% di possibilità in più di essere obesi rispetto alle loro controparti più istruite. Questa relazione tra salute e livello socio-economico era anche valido per le malattie mentali: la depressione era più diffusa tra le persone con entrate basse o e non benestanti, in particolare nei paesi dell´Europa del nord. "La depressione prende il sopravvento con l´aumentare dell´età nella maggior parte dei paesi Share e risulta più diffusa tra le donne che tra gli uomini," secondo il rapporto. "Soprattutto i paesi dell´Europa meridionale mostrano un´ampia divisione in base al sesso, con altissimi livelli di depressione tra le donne anziane. " "Share ha compiuto un grande sforzo per fornire dati veramente comparabili, affinché si possano studiare in modo affidabile come le differenze culturali, le condizioni di vita e gli approcci politici influiscono sulla qualità della vita degli europei, subito prima e dopo il pensionamento," aggiunge il rapporto. Share rappresenta gran parte dell´Europa ma non include i nuovi Stati membri dell´Ue e il Regno Unito. Il progetto raccoglierà dati in questi paesi nella sua fase successiva. Per ulteriori informazioni, visitare: Share http://www. Share-project. Org . |
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AL VIA IN UMBRIA, IL PIANO DI MONITORAGGIO SERVIZI SOCIO ASSISTENZIALI PER DISABILI |
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Perugia, 3 dicembre 2008 – La Giunta regionale dell’Umbria, su proposta dell’assessore alle politiche sociali, Damiano Stufara, ha approvato il Piano di monitoraggio dei servizi socio-assistenziali nell’area della disabilità degli adulti. In seguito all’atto approvato dalla Giunta si darà vita nei 12 Ambiti territoriali della regione, alla sperimentazione, già avviata dal Comune di Terni, del metodo “Agenda 22” propedeutico all’implementazione delle regole standard delle Nazioni Unite per le persone con disabilità. “Le Regole Standard rappresentano un impegno etico deciso di comune accordo con i membri della comunità internazionale affinché tutti i cittadini disabili possano partecipare in maniera egualitaria alla vita della società – ha detto l’assessore Stufara – Le Regole affrontano in modo analitico tutti gli ambiti legati all’inclusione sociale con l’obiettivo di colmare le eventuali lacune esistenti tra l’offerta dei servizi socio assistenziali e socio sanitari e i bisogni espressi e rilevati dalle persone con disabilità – ha aggiunto – Il Forum europeo in proposito, ha lanciato un progetto pilota per sperimentare queste Regole in otto Paesi europei tra i quali l’Italia che ha partecipato all’iniziativa rappresentata dalla città di Terni (Ambito territoriale 10). ” Il campo di sperimentazione riguardava l’applicazione di 5 regole standard:riabilitazione, servizi di sostegno, accessibilità, conservazione del reddito e previdenza sociale, vita familiare e integrità personale. Il bacino di utenza è stato circoscritto ai disabili adulti e sono stati individuati dei criteri da estendere in seguito ad altri target. . |
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TEMPIO PAUSANIA, INAUGURATA LA NEFROLOGIA |
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Cagliari, 3 Dicembre 2008 – Lo scorso 29 novembre l´assessore della Sanità Nerina Dirindin ha inaugurato il nuovo reparto di Nefrologia e Dialisi di Tempio Pausania, già in funzione il dal 10 novembre. Il nuovo reparto, che si trova al piano terra dell’ospedale Paolo Dettori, al fianco del Pronto Soccorso, si sviluppa in un area superiore ai cinquecento metri quadri. Dopo 28 anni il reparto si avvicina agli utenti: passando dal sesto al primo piano vengono infatti annullate le barriere architettoniche che rendevano a volte difficile il suo raggiungimento. La struttura vanta ampi spazi e una maggiore cura delle esigenze dei pazienti: all’interno è stata allestita una confortevole sala d’attesa, luminosi ma riservati spogliatoi e due nuove sale per la dialisi dei pazienti cronici non infettivi (i cui posti passeranno da 8 a 12) e una stanza (con un posto rene) per la dialisi contumaciale, riservata ai pazienti cronici positivi, per un totale di 13 posti rene, contro i nove precedenti. Le tecnologie sono di ultima generazione. Un esempio è la Sala per la Dialisi Peritoneale dove è possibile applicare una metodico attraverso la quale il sangue, invece di essere filtrato attraverso una membrana al di fuori del corpo, viene "pulito" direttamente nel corpo del paziente attraverso la membrana naturale costituita del peritoneo (sottile membrana che riveste alcuni degli organi presenti in addome). Nel centro dialisi di Tempio vengono garantite tutte le metodiche dialitiche, da quelle standard a quelle più innovative come l’emodiafiltrazione online che rappresenta una modalità di trattamento che si basa sull’utilizzo del dialisato (bagno di dialisi) ultrapuro, prodotto dall’apparecchiatura per dialisi sotto forma di liquido di sostituzione. Questa procedura consente lo scambio di quantità elevate di liquido durante il trattamento, ottenendo in tale modo una dialisi che svolge un’attività più simile alla funzione fisiologica dei reni e che allo stesso tempo consente di ridurre il rischio di insorgenza di complicanze cardiovascolari, consentendo di controllare più adeguatamente la pressione sanguigna e l’anemia, filtrando in maniera più efficacemente il sangue di un paziente, eliminando più tossine rispetto a qualsiasi dialisi standard. La Dialisi è inoltre dotata di un modernissimo impianto per il trattamento dell’acqua, una garanzia aggiuntiva per la salute dei pazienti: la sicurezza microbiologica dell’acqua per dialisi dipende principalmente dalle caratteristiche dell’impianto e del sistema di distribuzione e dalla qualità della disinfezione. Un’elevata qualità dell’acqua, che viene utilizzata per la preparazione del dialisato, rende più sicura la seduta di dialisi. All’interno del reparto è stato inoltre allestito un Ambulatorio di nefrologia, per lo studio delle patologie renali mediche, la preparazione al trapianto e il monitoraggio dei pazienti trapiantati. Il centro è dunque un concentrato di tecnologie all’avanguardia nel mondo e risponde al meglio alle esigenze del territorio. Partendo da un orientamento sempre rivolto al fattore umano, le scelte progettuali e di realizzazione sono rispondenti a tutte le normative vigenti e sono indirizzate verso un’organizzazione funzionale, mirata al raggiungimento delle più elevate caratteristiche di igienicità e qualità. I locali infatti sono stati studiati per garantire l’ottimale distribuzione degli spazi e dei percorsi, con distinzione delle zone “sporche” da quelle “pulite”. Le apparecchiature tecnologicamente più avanzate, insieme ai protocolli adottati dal personale medico e infermieristico, consentono di raggiungere in questo centro elevati livelli qualitativi e di sicurezza con le migliori terapie a disposizione. Tutto ciò con l’obiettivo finale di facilitare il lavoro giornaliero degli operatori e il benessere dei pazienti. . |
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SALUTE: COME RIDURRE I FATTORI DI RISCHIO NEI COMUNI |
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Udine, 3 dicembre 2008 - La proposta di un progetto di condivisione e coordinamento inerente la pianificazione territoriale e la valutazione ambientale strategica finalizzato a promuovere e valorizzare la salute è emersa dal convegno svoltosi a Udine, nell´Auditorium della Regione, che aveva per tema ´I determinanti di salute in ambito urbano´, organizzato dalla direzione centrale Salute e Protezione Sociale. A farsene promotore è stato il vicepresidente nazionale di Federsanità-anci, Giuseppe Napoli, raccogliendo i contributi emersi nel corso dei lavori. Sulla rilevanza di tali obiettivi hanno concordato anche gli altri relatori, amministratori locali, rappresentanti di aziende sanitarie, esperti di architettura e urbanistica, e di salute pubblica, anche di altre realtà regionali come l´Emilia Romagna e il Veneto. Si tratta di mettere in relazione sulle tematiche collegate alla qualità della vita nei centri abitati, da quelli più piccoli alle grandi città, la Regione, il sistema sanitario, il sistema delle Autonomie Locali, nonché quelli del ´Welfare´ e della viabilità. Occorre, è stato detto, valorizzare adeguatamente il ruolo dei Comuni per la programmazione sanitaria e sociosanitaria, anche in raccordo con tutte le istituzioni e associazioni interessate. Inoltre, se i Comuni, anche più piccoli, debbono essere messi nelle condizioni di sostenere un´offerta di servizi adeguata, vanno superati i campanilismi compiendo un salto di qualità di carattere culturale, affinché sia possibile attuare un´efficace politica di prevenzione, promozione della salute e soprattutto d´informazione ai cittadini. Per esempio, è stato detto, sostanziale è l´educazione alimentare fin dall´infanzia nella formazione dei futuri cittadini, accanto alla progettazione di spazi urbani verdi e percorsi ciclopedonali adeguati, che consentano a tutti i cittadini di praticare uno stile di vita adeguato. Tornando al ruolo degli amministratori comunali, in questi anni, è stato evidenziato, è cresciuta la loro responsabilizzazione e attenzione, rispetto ai problemi della salute, collegati anche al progressivo invecchiamento della popolazione e all´accrescimento dei fattori di rischio. Serve dunque una pianificazione territoriale integrata, che consenta ai soggetti interessati di dialogare e di programmare correttamente, evitando sprechi anche investendo di più sulla prevenzione. In questo senso, per esempio, è già attiva, tra le altre, la Rete Città Sane-oms, che coinvolge una cinquantina di Comuni anche nella nostra Regione. A conclusione dei lavori, nel corso dei quali si è svolta anche una tavola rotonda, la coordinatrice del progetto formativo sui ´Determinanti della salute´, Clara Pinna, della direzione centrale Salute e Protezione Sociale, ha annunciato la costituzione di un gruppo di lavoro che avrà il compito di concretizzare le proposte emerse e favorire tra l´altro una progettazione dei centri abitati sempre più adeguata alle esigenze della salute e della sicurezza. . |
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BOLZANO: GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE PERSONE DISABILI (3 DICEMBRE) LA PROVINCIA È IMPEGNATA IN UN ADEGUATO INSERIMENTO NEL MONDO DEL LAVORO E L´ELIMINAZIONE DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE |
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Bolzano, 3 dicembre 2008 - In occasione della Giornata internazionale dei disabili, che ricorre domani 3 dicembre, l’Assessore alla sanità ed alle politiche sociali, Richard Theiner, ricorda che la Provincia di Bolzano è impegnata per garantire alle persone con handicap fisici e psichici un adeguato inserimento nel mondo del lavoro e l´eliminazione delle barriere architettoniche ancora oggi presenti. Il sistema assistenziale e sanitario provinciale si occupa delle persone con handicap mettendo a disposizione servizi e personale specializzato a livello territoriale. In tutte le strutture distrettuali delle Comunità comprensoriali sono a disposizione delle famiglie offerte per la consulenza e l’integrazione lavorativa e per l’assistenza domiciliare dei disabili e vengono attuati progetti di sostegno alle famiglie con un membro in condizione di disabilità. Oltre all’assistenza pubblica in Alto Adige vi è una vera e propria rete di associazioni di volontariato e di auto-aiuto che integrano in maniera efficace l’offerta pubblica. “Questo impegno” afferma l’assessore Theiner “merita tutta la nostra considerazione e riconoscenza. La Provincia sostiene queste iniziative di volontariato e nel corso del 2007 la Ripartizione politiche sociali ha erogato contributi per un ammontare di 4,5 milioni di euro per il sostegno all’attività di 63 associazioni private che operano in questo settore. Si stanno attuando, prosegue la nota dell´assessore Theiner, ulteriori sforzi nel campo dell’abbattimento delle barriere architettoniche dove esiste un regolamento, aggiornato di recente, che impegna tutti gli enti pubblici ed i privati al rispetto delle esigenze non solo delle persone con una disabilità permanente o temporanea, ma anche delle persone anziane. Il progetto pilota “Plus+35” per l’inserimento lavorativo di persone con disabilità grave negli enti pubblici è stata portato avanti in maniera coerente e grazie ad esso è raddoppiato il numero di persone inserite nel mondo lavorativo. Nel corso del 2008 sono stati cofinaziati con questo progetto 36 posti di lavoro per persone disabili in aziende pubbliche. Un sensibile miglioramento per la condizione delle persone disabili è stato realizzato anche grazie all´aumento di 100 euro, retroattivamente dal mese di settembre, della pensione di invalidità deciso dalla Giunta provinciale nell´ambito delle misure per il sostegno al potere d´acquisto della popolazione nel suo complesso. . |
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VOLONTARIATO VENETO: “950 MILA EURO CONTRIBUTI REGIONALI 2008 A 495 ASSOCIAZIONI PER SOSTENERE LORO INSOSTITUIBILE ATTIVITA’ PRO PERSONE SVANTAGGIATE” |
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Venezia, 3 dicembre 2008 - Sostenere l’indispensabile opera quotidiana svolta dalle associazioni di volontariato del Veneto a favore delle persone anziane, di quelle svantaggiate, di quelle ammalate. Con quest’intento, il Governo veneto, su proposta dell’Assessore regionale alle politiche sociali Stefano Valdegamberi, ha assegnato 950 mila euro di contributi per il 2008, a 495 associazioni iscritte al registro regionale, secondo quanto previsto dalla legge regionale n. 40 del 1993. “Il volontariato è ormai una realtà acquisita – commenta Valdegamberi - un promotore imprescindibile di progetti di mutamento e di trasformazione di una cultura sociale, partner di pari dignità delle istituzioni nella ideazione e gestione delle politiche sociali. Nel Veneto –ricorda l’Assessore - ci sono circa 400 mila persone (di cui il 56% donne) associate in organizzazioni di volontariato, impegnati a vari livelli ma sempre gratuitamente in attività di sostegno di anziani, disabili, malati, tossicodipendenti, detenuti; ma anche nell’educazione dei bambini e dei giovani, nella tutela dell’ambiente, nella promozione della cultura e dei diritti umani delle persone e dei popoli”. Il contributo di 950 mila euro per il 2008 è stato così suddiviso: Provincia di Bl totale enti (Comuni o Associazioni): 24, importo assegnato: €. 41. 631,00; Provincia di Pd totale enti 77, importo assegnato: €. 139. 358,00; Provincia di Ro totale enti 21, importo assegnato: €. 45. 351,00; Provincia di Tv enti 69, importo assegnato: €. 128. 359,00; Provincia di Ve enti 110, importo assegnato:€. 197. 635,00; Provincia di Vi enti 111, importo assegnato: €. 215. 764,00; Provincia di Vr enti 83, importo assegnato: €. 181. 879,00. Si ricorda che le organizzazioni iscritte al registro regionale al 31 agosto 2008 sono 2377 di cui 459 nella provincia di Padova, 440 in quella di Verona, 405 nella provincia di Treviso, 352 in quella di Vicenza, 350 in quella di Venezia, 188 nella provincia di Rovigo, 183 in quella di Belluno. “Dal 2005 al 2008 le risorse destinate dalla Regione e dal Fondo Speciale Regionale per il volontariato alle organizzazioni di volontariato sono state complessivamente 45,7 milioni di euro – ha spiegato Valdegamberi – per finanziare progetti e iniziative a sostegno della condizione familiare, di persone disabili, anziani, minori, e altre aree sociali, all’accrescimento della qualità della vita, di potenziamento delle reti di collegamento e di conoscenza tra associazioni di volontariato e tra volontariato e Terzo settore”. . |
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PERSONE DA ASSISTERE O “SOCIALMENTE PERICOLOSE”? |
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Milano, 3 dicembre 2008 - Giuseppe Landonio - Sinistra Democratica Consigliere comunale Gruppo Misto Vicepresidente Commissione consiliare Salute, Ines Patrizia Quartieri Consigliera comunale Indipendente Gruppo Rifondazione Comunista Presidente Commissione consiliare Pari Opportunità denunciano la costituzione di un Tavolo per la prevenzione della “pericolosità sociale” dei malati psichici, deciso unilateralmente dal Comune di Milano, e che vede la partecipazione, oltre che dell’Assessore Landi di Chiavenna e dei Dipartimenti di Salute Mentale delle sei Aziende Ospedaliere coinvolte, del Comandante dell’Arma dei Carabinieri, del Commissario Capo della Polizia di Stato e del Comandante della Polizia municipale. Una questione rilevante per la nostra città come la salute mentale (18. 000 pazienti seguiti dalle strutture pubbliche, i Cps) ridotta a un problema di ordine pubblico, l’ennesimo dopo quello dei Rom, delle prostitute, dei tossicodipendenti, e via elencando. Si sta diffondendo l’idea che spetti all’Amministrazione comunale non tutelare le persone in quanto cittadini, portatori di diritti, ma alimentare le paure e fingere una protezione basata sulla muscolarità e il pugno duro (vedi l’esercito per le strade, le ordinanze del Sindaco, ora il Tavolo per la “pericolosità sociale”). Tutto, pare, sia partito da un fatto di cronaca di qualche mese fa, quando un paziente, seguito da un Cps per problemi psichici, ha accoltellato per strada quattro passanti (per fortuna solo ferendoli) prima di essere “fermato” dai carabinieri. Il soggetto abitava un alloggio popolare Aler. Di qui l’immediata iniziativa del Vice Sindaco De Corato mirante a conoscere il numero (se non i nominativi) dei pazienti con problemi di salute mentale ospitati in alloggi popolari (pare non meno di 3. 000 dei circa 18. 000 seguiti presso i Cps). Ma l’Assessore Landi di Chiavenna ha fatto di più: oltre a programmare la costituzione del Tavolo, ha chiesto ai dirigenti dei vari Cps di fornire i nomi delle persone “socialmente pericolose”, autorizzando così il principio (che non ha alcuna base scientifica) secondo cui sia possibile marchiare lombrosianamente alcune persone, e minando così il rapporto di fiducia tra malato-cittadino e istituzioni. Va detto, per inciso, che anche uno studio americano utilizzato per “provare” la pericolosità dei soggetti con disturbi mentali (“The Mcarthur violence risk assessment study”) non documenta una significativa prevalenza di reati in tali persone, rispetto alla popolazione “normale”, ma solo nei soggetti dediti all’alcool o a sostanze stupefacenti. E’ del resto noto, e a tutti evidente, che i delitti più efferati che, anche di recente, hanno inondato le cronache, sono stati perpetrati da persone apparentemente “normali” e, come si usa dire, “insospettabili”. Ma il paziente con problemi psichici è un “diverso”, incute fastidio e paura, e più facilmente di altri può essere visto come “nemico”. E dunque, dopo i Rom e prima di chissà quali altre “categorie”, va posto sotto tutela. Per la verità “tutela” dovrebbe significare più assistenza e più servizi: di questo si parlava nel Piano di Zona varato solo un anno fa. In questo caso, invece, vuol dire solo “controllo” di comportamenti arbitrariamente giudicati pericolosi (citiamo testualmente da un caso riportato: “…. Segnalata dai servizi sociali per anziani perché, a loro parere, maltratta la zia con cui convive, ma la cosa è dubbia…). Nello stesso provvedimento istitutivo del Tavolo si dice di voler tutelare la dignità della persona, e combattere lo “stigma”. Ma non è “stigma” questo atteggiamento, che tende a trasformare lo psichiatra in poliziotto, ad attribuire alle Forze dell’Ordine funzioni di carattere sanitario nella applicazione del Tso (trattamento sanitario obbligatorio), ad autorizzare la definizione di “pericolosità sociale” che risale alla legislazione del 1904, a rompere il rapporto di fiducia tra cittadino e istituzione, a mostrare il volto della repressione e non quello della cura e della continuità assistenziale? . |
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FEDERAZIONE NAZIONALE DEGLI ORDINI DEI FARMACISTI: CHI DELINQUE È FUORI DALLA PROFESSIONE CONVOCATE AL MINISTERO DAL SOTTOSEGRETARIO FAZIO LE DELEGAZIONI DI FOFI E FNOMCEO. CHIARA PRESA DI POSIZIONE DELLA FEDERAZIONE |
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Roma, 3 dicembre 2008 - La Federazione Nazionale degli Ordini dei Farmacisti comunica di essere stata convocata nella mattinata di ieri, assieme alla Fnomceo dal Sottosegretario con delega alla Salute professor Ferruccio Fazio per la discussione dei risultati dell’indagine Apotheke, che ha condotto all’arresto di medici e farmacisti in diverse Regioni. La Fofi ha rappresentato al Sottosegretario Fazio la sua ferma condanna degli atti fraudolenti contestati ai professionisti coinvolti nell’indagine che, come noto, verte sulla falsificazione di ricette ai danni del Servizio sanitario nazionale. La Federazione degli Ordini dei Farmacisti tiene a precisare che tutti gli iscritti oggetto di misure restrittive della libertà personale, in carcere o agli arresti domiciliari, sono automaticamente sospesi dall’esercizio della professione, e comunica che gli Ordini provinciali competenti si stanno attivando per ottenere dagli inquirenti tutte le informazioni del caso. La Federazione concorda pienamente con la posizione espressa in conferenza stampa dal Sottosegretario Fazio, secondo il quale è necessario perseguire i colpevoli anche a tutela della stragrande maggioranza dei farmacisti e dei medici che ogni giorno operano correttamente al servizio della salute del cittadino. Queste truffe ai danni del Servizio sanitario nazionale appaiono particolarmente odiose in un momento in cui tutto il Paese è chiamato alla lotta allo spreco e alla razionalizzazione della spesa, nel difficile obiettivo di garantire la massima assistenza possibile in un momento di grave crisi economica. Una situazione che ha determinato la necessità di misure di controllo della spesa sempre più puntuali e che non possono essere che apprezzate. Grave, ad avviso della Federazione, anche il fatto che una parte dei reati contestati riguarda farmaci anabolizzanti, da sempre al centro delle pratiche di doping. Si tratta di un fenomeno sempre più allarmante, che ha visto la Fofi in prima fila nell’opera di contrasto e prevenzione, attraverso la campagna “Farmaci e sport, uniti e puliti”. Nella serena attesa dei risultati dell’opera della magistratura, la Federazione è certa che questi atti delinquenziali di pochi non possano offuscare l’immagine delle decine di migliaia di farmacisti, che le indagini demoscopiche continuano a proporre tra i principali referenti del cittadino in materia di salute. La Fofi ringrazia il Sottosegretario Fazio per lo spirito di collaborazione con gli Ordini sanitari che ha dimostrato anche in questa occasione. . |
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VACCINO ANTINFLUENZALE, L´ASSESSORATO REGIONALE ALLE POLITICHE PER LA SALUTE : IL DECESSO AVVENUTO IERI A FORLÌ NON DEVE LIMITARE LA CAMPAGNA DI VACCINAZIONE |
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Bologna, 3 dicembre 2008 – La raccomandazione dei sanitari non cambia: è bene fare la vaccinazione antinfluenzale, ed è importante che la facciano soprattutto le persone a rischio per motivi di salute o le persone che, per la loro attività professionale, devono essere protette dal rischio di contrarre l’influenza. L´indicazione viene dall’Assessorato regionale alle politiche per la salute interpellato a questo proposito dopo il decesso di una persona, avvenuto ieri a Forlì, poco dopo l’inoculazione del vaccino. “L’azienda sanitaria forlivese sta facendo tutte le verifiche necessarie per capire le ragioni del decesso – spiegano dall’Assessorato – e l’Autorità giudiziaria è già informata su quanto accaduto. Allo stato attuale non esiste alcun elemento che possa far pensare ad una relazione diretta causa-effetto tra la vaccinazione ed il decesso”. “Si ribadisce quindi – conclude la Regione – che la vaccinazione è efficace e sicura e quindi restano valide tutte le ragioni per fare il vaccino antinfluenzale. Una estesa copertura vaccinale, infatti, oltre a proteggere i singoli protegge anche la comunità limitando la diffusione dei virus”. . |
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MEDUSA. IL MITO L’ANTICO E I MEDICI |
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Firenze, 3 dicembre 2008 - Si aprirà al pubblico il 16 dicembre, nella la Sala delle Reali Poste della Galleria degli Uffizi, con ingresso gratuito, la prima edizione del nuovo ciclo dei “mai visti” con la mostra “Medusa. Il mito, l’antico e i Medici”. Dal 2001 la Galleria degli Uffizi si impegna a promuovere piccole e meditate mostre gratuite che permettano di conseguire due obiettivi: il primo è quello di diffondere una conoscenza più articolata della storia della cultura figurativa, di corredo ai grandi nomi ‘mitici’; il secondo è quello di proporre opere poco note o addirittura sconosciute perché conservate nei depositi della Galleria. Questo, per incentivare l’osmosi fra il museo, il suo territorio e il suo pubblico, locale e remoto. Il dipinto su cui si incentra l’edizione 2008 dei “Mai Visti” è una testa di Medusa di scuola fiamminga che nel Settecento ha goduto di una reputazione molto lusinghiera, essendo stata identificata come un’opera perduta di Leonardo da Vinci nota dalle fonti. Intorno a questo fulcro, la mostra curata da Valentina Conticelli costruisce un tragitto, attraverso testimonianze artistiche archeologiche, grafiche, orafe, glittiche, pittoriche, numismatiche e di corredo militare, che illustrano la fortuna di questo soggetto mitologico in rapporto al collezionismo mediceo. La mostra non è pensata solo per gli studiosi, ma anche per chi si trova per la prima volta di fronte a opere di importanza artistica eccezionale, fornendo adeguati strumenti per essere autonomi nella comprensione e nella fruizione del messaggio. Due principali livelli di lettura, uno iconografico e uno storico artistico, viaggiano parallelamente attraverso il percorso espositivo che gli architetti di Contemporanea Progetti hanno proposto per l’occasione con un allestimento innovativo in cui il fascino e il mistero del mito sono interpretati attraverso un tragitto coinvolgente di suggestive videoproiezioni. Naturalmente, niente si sarebbe potuto realizzare senza il contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e degli Amici degli Uffizi, che hanno sposato con tanta libertà intellettuale le politiche culturali della Galleria. . |
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LA STRATEGIA DEL RAGNO ALESSANDRO BAZAN, ANDREA CHIESI, DANIELE GALLIANO, MARCO NERI ROMA DAL 3 DICEMBRE 2008 AL 31 GENNAIO 2009 |
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Roma, 3 novembre 2008 - La galleria Emmeotto presenta, dal 3 dicembre 2008 al 31 gennaio 2009, la mostra “La strategia del Ragno”, a cura di Gianluca Marziani. La Strategia del Ragno parla di pittura italiana. Entra nel quadro attraverso quattro artisti che ne hanno alimentato le sorti recenti. Una mostra che vede la luce negli spazi di Emmeotto, galleria che si sta dedicando ai maestri del dopoguerra italiano, in particolare a coloro che hanno costruito scatti linguistici. Giuseppe Capogrossi, Pino Pascali, Giulio Turcato, Mario Ceroli e Claudio Cintoli sono alcuni dei nomi su cui Emmeotto ha elaborato mostre ricche di ricerche e profili museali. La Strategia del Ragno nasce come primo segnale di una nuova doppia natura del luogo: continuare con l’indagine sui maestri italiani, affiancandola ai nuovi protagonisti dell’arte italiana. Bazan, Chiesi, Galliano e Neri rappresentano nomi consolidati, capofila di una ricerca coerente dai risultati internazionali. Negli anni sono stati premiati con mostre e consensi che ne hanno decretato la lucida maturazione, la personalità riconoscibile, l’attitudine ad esprimere intensi segni concettuali attraverso la sintesi del linguaggio figurativo. La loro pittura come una ragnatela figurativa che si sviluppa per linee concentriche. Il dipingere diventa un metodo cerebrale che afferma la natura ambigua e complessa del presente. Un percorso che nasce da un focus tematico ben preciso, dalla capacità di relazionare il mondo interiore all’esperienza quotidiana sul campo del vissuto. Lo sguardo dei quattro è un osservatorio a strati dialoganti, un meccanismo di metabolizzazione che ricostruisce il reale in forma “ulteriore”. Per questo il loro metodo somiglia ad una ragnatela: ogni elemento che appartiene ad un prima e ad un dopo, la struttura rigorosa come sintesi del processo, la crescita circolare come segno di un’attitudine olistica. E poi sono autori che inseguono la complessità nascosta del dipingere, le trame concettuali dietro il tecnicismo estetico, il confine cerebrale oltre l’emozione dell’impatto. Quattro artisti che meritavano approfondimenti in una città che ha visto poco il loro lavoro. Quattro protagonisti dell’arte italiana che ci piace riaffermare in modo deciso. Una trentina di opere racconterà i loro immaginari recenti. Un videocatalogo, prodotto in occasione della mostra, ci farà entrare nel cuore delle parole ma anche nelle molteplici opere (recenti e passate) dei quattro artisti. . |
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INAUGURATA A POTENZA LA MOSTRA "RESPUENTAS" |
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Potenza, 3 dicembre 2008 - Nel pomeriggio dell 1 dicembre è stata Inaugurata presso l’atrio del Palazzo di Città a Potenza la mostra “ Respuestas” del pittore Felix Puente Gonzales . La rasegna sarà visitabile fino all’8 dicembre. Felix Puente Gonzales nasce all’Avana (Cuba) il 13 novembre 1934, inizia la sua carriera come scenografo e prosegue, tra gli anni ’60 e ‘80 come direttore di produzione e regista di numerosi documentari, in collaborazione con altri registi, sulla storia dell’Avana. Dal 1974 comincia la sua esperienza da pittore tenendo numerose mostre a Cuba . Nel 1998 è autore di una pubblicità della Nutella . Mentre 2007 è autore di una pubblicità sui danni della nicotina. Come tecnica pittorica usa le linee colorate portate con il colore creando vari vortici. . |
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