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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 17 Febbraio 2009 |
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NANO FOTONICA: ORO CONTRO IL CANCRO DISTRUGGERE LE CELLE TUMORALI MEDIANTE NANOSFERE DEL METALLO PREZIOSO. E’ UNA DELLE POSSIBILI APPLICAZIONI DELLA FOTONICA, UN SETTORE IL CUI MERCATO MONDIALE È DI CIRCA 200 MILIARDI DI EURO. |
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Roma, 17 febbraio 2009 - Se ne è parlato il 12 e 13 frebbraio, in un convegno a Firenze dove viene presentato anche il progetto su cui studia il Cnr. Particelle nanometriche d’oro riscaldate per aggredire i tumori senza danneggiare i tessuti sani. E’ una fra le tante nuove applicazioni della fotonica, tecnologia che abbraccia la generazione, la manipolazione, la trasmissione, la rivelazione e l’utilizzazione della luce, cioè dei fotoni. I ricercatori europei che lavorano nel campo della fotonica si sono incontrati a Firenze per promuovere nuovi progetti finanziati dalla Commissione Europea nell’ambito della tematica Tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni (Ict) e per favorire lo scambio di informazioni, in particolare sulla nanofotonica, cioè quell’area di scienza e tecnologia che coniuga la fotonica con le nanotecnologie. Proprio dalla nanofotonica arriva un esempio estremamente interessante. “E’un nuovo approccio per combattere il cancro”, spiega Giancarlo Righini, direttore del Dipartimento Materiali e Dispositivi del Consiglio nazionale delle ricerche, “distruggendo le celle tumorali mediante nanosfere di oro. Gli scienziati possono attaccare a sferette d’oro con diametro 50 nanometri (1 nanometro è un milionesimo di millimetro e, per dare un’idea, circa 80. 000 volte più piccolo del diametro di un capello umano) delle catene di molecole progettate per attaccarsi a celle tumorali. Iniettate in vicinanza di un tumore, le nanosfere vanno ad incollarsi alle celle tumorali; illuminando la zona tumorale con luce infrarossa, le nanosfere assorbono questa radiazione, riscaldandosi rapidamente e distruggendo così le cellule tumorali vicine. Il riscaldamento avviene solo in un’area molto ristretta e quindi il trattamento non danneggia le cellule sane”. Al momento, negli Stati Uniti sono in corso test sugli animali, ma la procedura è studiata anche presso il laboratorio dell’Istituto di fisica applicata (Ifac) del Cnr nel polo scientifico di Sesto Fiorentino. Il gruppo guidato da Roberto Pini sta mettendo a punto nuove tecniche per la sintesi di nanosfere e nanotubi d’oro e per lo sviluppo di sistemi laser che, basandosi su effetti fotoacustici, possono permettere sia diagnosi sia terapia. La fotonica rappresenta una tecnologia applicabile a importanti settori: per esempio, quello delle comunicazioni dove le reti internet ad elevata velocità sono fondamentalmente basate sulle comunicazioni su fibra ottica. Nel settore manifatturiero l’uso di fasci laser focalizzati consente una serie di lavorazioni con elevata precisione e velocità. Le applicazioni riguardano poi il settore delle scienze della vita e della salute, dove la terapia laser e la diagnostica ottica rivestono un’importanza sempre crescente, e il settore dell’aerospazio, della difesa e della sicurezza, dove sensori ottici molto precisi e raffinati stanno consentendo misure precedentemente non realizzabili. Infine, il settore della illuminazione, della segnaletica e del risparmio energetico, dove emettitori del tipo Led e Oled e celle solari stanno prepotentemente entrando nel mercato. Si possono infine citare i visualizzatori a schermo piatto (a cristalli liquidi e a plasma) e i lettori di Cd e Dvd, ormai comuni in abitazioni o edifici. “Per capire l’importanza della fotonica”, prosegue Righini, “basti pensare che il mercato mondiale di questo settore è oltre 200 Miliardi di euro, superiore anche a quello della microelettronica, (con un tasso di sviluppo annuo del 7. 5% contro il 6. 5% della microelettronica). Punte particolari di sviluppo riguardano l’utilizzo dell’energia solare, la fotonica applicata alle tecnologie produttive, i componenti e sistemi ottici e le comunicazioni su fibra ottica”. A livello europeo è stata istituita una ‘piattaforma tecnologica’ (Photonics21) per sostenere la ricerca e lo sviluppo industriale in questo settore. In Italia, a sostegno dell’innovazione e la competitività in questo comparto (che ha un mercato nazionale dell’ordine di 9 Miliardi di Euro), il Cnr, insieme all’Enea, a Università e Politecnici, e ad Aziende, sta promuovendo la costituzione di una piattaforma nazionale Phorit (Photonics Research in Italy), per la quale si chiede il sostegno del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca e del Ministero dello Sviluppo Economico. Il convegno dal titolo ’Nanophotonics‘, coordinato dal Dr. Gustav Kalbe della Commissione Europea, è organizzato con il supporto del Dipartimento Materiali e Dispositivi del Cnr, diretto da Giancarlo Righini. Tra i ricercatori europei che partecipano all’evento ve ne sono diversi che lavorano negli Istituti fiorentini: l’Istituto di Fisica Applicata Nello Carrara, l’Istituto Nazionale di Ottica Applicata e l’Istituto Sistemi Complessi, tutti e tre del Dipartimento Materiali e Dispositivi del Cnr; il Dipartimento di Fisica dell’Università di Firenze, ed il Lens (Laboratorio Europeo di Spettroscopie Nonlineari). . |
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TERAPIA GENICA PERMETTE AI BAMBINI DI CONDURRE UNA VITA NORMALE |
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Bruxelles, 17 febbraio 2009 - Secondo una nuova ricerca pubblicata nel New England Journal of Medicine (Nejm), un piccolo gruppo di bambini sottoposto a terapia genica per un raro disturbo immunologico ereditato, sta conducendo una vita normale a distanza di anni dal trattamento. Il lavoro all´avamguardia è stato in parte sostenuto dai progetti Consert ("Concerted safety and efficiency evaluation of retroviral transgenesis in gene therapy of inherited diseases") e Clinigene ("European network for the advancement of clinical gene transfer and therapy"), entrambi finanziati dall´Ue nell´ambito dell´area tematica "Scienze biologiche, genomica e biotecnologie per la salute" del Sesto programma quadro (6°Pq). A tutti i bambini era stata diagnosticata la immunodeficienza combinata severa (Scid) a causa della mancanza della adenosina deaminase (Ada). L´ada è un enzima fondamentale per la sopravvivenza e il funzionamento delle nostre cellule, in particolare per un tipo di leucociti vitali per il sistema immunologico, i cosiddetti linfociti. I bambini affetti da Ada-scid hanno ereditato dai loro genitori un gene Ada difettoso, di conseguenza il loro organismo è incapace di produrre l´enzima. Senza l´Ada, il sistema immunitario non riesce a funzionare adeguatamente e i bambini colpiti spesso muoiono a pochi mesi dalla nascita a causa di infezioni come polmonite, gastroenterite e meningite. La mancanza di Ada provoca disordini in tutto l´organismo, causando spesso problemi epatici, ossei e neurologici, nonché un rallentamento della crescita e sordità. Finora il trattamento migliore per i bambini affetti da Ada-scid era il trapianto di midollo osseo da un fratello compatibile; questa è comunque un´opzione soltanto per una minoranza di pazienti. Il trapianto di midollo osseo da altri donatori è possibile, ma comporta un alto rischio di problemi di salute. I bambini affetti possono anche essere trattati con iniezioni settimanali di Ada bovini, questi hanno però un efficacia ridotta e un costo economico estremamente alto, dato che il trattamento è necessario per tutta la vita. Nei pazienti studiati, i medici hanno prelevato le cellule staminali sanguigne dei bambini dal midollo osseo degli stessi. In laboratorio hanno poi usato un virus per inserire una copia sana del gene Ada nelle cellule. Nel frattempo, è stata somministrata ai pazienti una piccola quantità di farmaco chiamato Busulfan, per creare spazio per le cellule staminali trattate geneticamente nel midollo osseo. Infine, le cellule staminali trattate sono state reimmesse nel midollo osseo dei pazienti, dove hanno iniziato a produrre nuove cellule sanguigne contenenti la versione sana del gene Ada. In questo ultimo studio i ricercatori hanno valutato la salute di 10 bambini che erano stati sottoposti a trattamento genico, in media quattro anni prima. Hanno scoperto che la funzione immunologica e la protezione contro le infezioni gravi era stata ristabilita in nove dei pazienti, permettendo loro di frequentare la scuola, giocare con gli amici e in generale condurre una vita normale. Soprattutto, i bambini sembravano non aver sofferto di alcun effetto collaterale in seguito alla terapia genica. Rispetto ad altri trattamenti per la Ada-scid, scrivono i ricercatori, il loro protocollo "offre una sopravvivenza eccellente senza gravi complicazioni, come ad esempio la malattia del trapianto contro l´ospite. La terapia genica è inoltre adatta ai bambini più grandi affetti da Scid dovuta alla mancanza di Ada, che presentano un rischio maggiore di non riuscita o complicazioni dopo i trapianti". Oltre ai dieci bambini studiati in questa ultima ricerca, sono stati sottoposti allo stesso trattamento altri tre pazienti, che stanno bene. Nel 2005 l´Agenzia europea del farmaco (Emea) ha concesso al protocollo lo stato di farmaco orfano. Gli scienziati sperano che le loro scoperte spianeranno la strada all´uso della terapia genica per il trattamento di altre malattie ereditarie come l´immunodeficienza e i disturbi metabolici. Per ulteriori informazioni, visitare: New England Journal of Medicine (Nejm): http://www. Nejm. Org Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica: http://www. Sanraffaele. Org/research/tiget/ . |
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EPATITE B CRONICA, CON ENTECAVIR STOP AI DANNI AL FEGATO DIMOSTRATA L’EFFICACIA DEL TRATTAMENTO A LUNGO TERMINE. IN ITALIA 700 MILA PERSONE COLPITE |
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Hong Kong, 17 febbraio 2009 – Nuove conferme per entecavir, molecola di nuova generazione e antivirale orale ad alta barriera genetica per il trattamento dell’epatite B cronica. La molecola, scoperta nei centri di ricerca di Bristol-myers Squibb e disponibile in Italia da oltre un anno, non solo raramente sviluppa resistenza virale (presentati nel 2008 i dati a 60 mesi), ma ora ha anche dimostrato, dopo sei anni di somministrazione, di essere in grado di ridurre i danni a carico del fegato nel 96% dei pazienti. È quanto emerge dallo studio Etv-901 i cui risultati sono presentati ieri al 19° Congresso dell’Asian Pacific Association for the Study of the Liver (Apasl), in corso a Hong Kong, che riunisce circa 2. 500 esperti: il trattamento a lungo termine con entecavir è stato associato alla riduzione dell’infiammazione epatica e della fibrosi e nel 100% di questi pazienti la carica virale era a livelli non rilevabili. È la prima volta che sono disponibili dati così favorevoli e per un periodo così lungo di osservazione in pazienti con epatite B cronica. Entecavir ha raggiunto questi risultati grazie alla sinergia fra la potenza nell’abbattere la carica virale e l’alta barriera genetica con la necessità per il virus di sviluppare almeno tre mutazioni per sfuggire all’effetto della molecola. Nello studio Etv 901, il trattamento a lungo termine (per sei anni) con entecavir è stato associato al miglioramento dell’istologia epatica, compresa la fibrosi, in pazienti affetti da epatite B cronica. Nell’ambito di questo studio sono stati valutati i risultati istologici a lungo termine in 57 persone non trattate in precedenza con un antivirale orale provenienti da due studi di fase Iii. Nel 96% dei pazienti (55 su 57) sono stati evidenziati miglioramenti nell’istologia epatica. Inoltre, nell’88% dei pazienti (50 su 57) si è manifestata la riduzione della fibrosi epatica (la formazione di tessuto cicatriziale nel fegato come reazione a un’infiammazione cronica che può essere causata dall’infezione da epatite B cronica). Il controllo della replicazione virale è un marker fondamentale nel trattamento dell’epatite B cronica: il 100% dei pazienti (57 su 57) nei quali è stata valutata la biopsia aveva una carica virale non rilevabile. Purtroppo la percezione della gravità della malattia è ancora scarsa e preoccupa la mancanza di ricorso a cure appropriate. Sono sufficienti pochi dati per cogliere le dimensioni del problema: nel mondo vi sono circa 400 milioni di portatori cronici del virus e in Asia la diffusione dell’epidemia raggiunge cifre allarmanti. Ma qual è la situazione nel nostro Paese? Si stima che vi siano circa 700 mila portatori cronici in Italia, dove ogni giorno 57 persone muoiono per cirrosi o tumore del fegato. E oggi si stima che solo venticinquemila persone siano in terapia, ma molte di più potrebbero trarre beneficio da trattamenti efficaci per arrestare l’evoluzione della malattia. Se non trattata, infatti l’epatite B cronica evolve in cirrosi nel 10-20% dei casi ed in quasi la metà di questi si verifica il decesso per insufficienza epatica o epatocarcinoma. Nel corso dell’Apasl sono stati presentati anche i risultati istologici dello studio Etv-060 condotto su pazienti giapponesi: nelle persone in cui è stata effettuata la biopsia di controllo a lungo termine, la carica virale era a livelli non rilevabili nel 100% dei pazienti naive (37 su 37) e nell’89% dei pazienti refrattari alla lamivudina (23 su 26). Per maggiori informazioni sull’epatite è disponibile il sito www. Epatiteb. Info, in 9 lingue . |
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COMPLETATA LA VERSIONE COMPLETA DELLA BOZZA DEL GENOMA DI NEANDERTAL |
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Bruxelles, 17 febbraio 2009 - In occasione del convegno annuale dell´Aaas (American Association for the Advancement of Science), tenutasi a Chigaco (Usa) il 12 febbraio, scienziati tedeschi e statunitesi hanno presentato la versione completa della bozza del genoma di Neandertal. I ricercatori ritengono che queste informazioni aiuteranno a chiarire la relazione tra l´uomo moderno e l´uomo di Neandertal, e permetteranno di comprendere quali fattori genetici resero possibile la rapida migrazione dall´Africa del primo, avvenuta circa 90. 000 anni fa. Prima dell´estinzione dell´uomo di Neandertal, che risale a 29. 000 anni fa, l´Europa e alcune regioni dell´Asia sono state abitate contemporaneamente dai Neandertaliani e dall´uomo moderno per migliaia di anni. Grazie al fatto che i frammenti di Dna possono sopravvivere per millenni, gli scienziati si sono potuti occupare dello studio dei fossili dell´uomo di Neandertal già dal 1997. Il confronto del genoma dell´uomo di Neandertal con il genoma dell´uomo moderno ha evidenziato analogie sorprendenti tra i due, tanto da indurre alcuni ricercatori a pensare che l´uomo e l´ominide potessero avere un progenitore comune. In questo studio, il team guidato dal professor Svante Pääbo della Società Max Planck, che per per primo ha sequenziato il Dna mitocondriale (nel 1997), ha impiegato nuovi metodi che permettono il sequenziamento di oltre un miliardo di frammenti di Dna provenienti da tre fossili appartenenti all´uomo di Neandertal rinvenuti in Croazia. Grazie al sostegno di una grande azienda, i ricercatori hanno potuto procedere al sequenziamento di più di 3 miliardi di frammenti di Dna del Neandertal, una percentuale che costituisce più del 60% del genoma di Neandertal completo. Questa tecnologia è stata utilizzata per la prima volta nel 2006 per studiare il Dna dell´uomo di Neandertal ed è stata successivamente perfezionata. Il gruppo ha creato delle "librerie" di sequenze, in condizioni sterili, in modo che gli esperimenti non fossero compromessi dalla presenza del Dna umano dei ricercatori. Inoltre, gli scienziati hanno ideato delle "etichette" per le sequenze di Dna, che svolgono il ruolo di identificatori per le vecchie molecole di Dna e garantiscono che i campioni non siano contaminati da altre fonti di Dna. Il Dna etichettato con la tecnica radioattiva è stato utilizzato anche per ovviare alla mancanza di materiale durante la procedura di sequenziamento, rendendo il processo più efficiente. Proprio l´efficienza della tecnica di sequenziamento ha consentito di ridurre la quantità di materiale necessario. In questo caso, è stato utilizzato complessivamente meno di mezzo grammo del prezioso osso fossile. La maggior parte del sequenziamento è stata possibile grazie all´impiego di campioni delle ossa dell´uomo di Neandertal rinvenuti nella Grotta di Vindija, in Croazia. Sono inoltre state oggetto di studio svariati milioni di coppie base ritrovate in altri siti, tra le quali figurano ossa ritrovate a El Sidron, in Spagna, e nella Grotta di Mezmaiskaya, nel Caucaso. È stato esaminato anche un campione della specie dell´uomo di Neandertal risalente a 40. 000 anni fa e ritrovato nel 1856 nella Valle di Neander, in Germania. Proprio questo campione era stato utilizzato per determinare l´esistenza dell´uomo Neandertaliano coma specie. Gli scienziati hanno analizzato gli errori nelle vecchie sequenze di Dna e hanno identificato quelli riconducibili ai cambiamenti che intervengono nei resti fossili con il trascorrere del tempo. Il team ha poi determinato quali frammenti di Dna ritrovati nei fossili appartenessero all´uomo di Neandertal e quali invece ai microorganismi che hanno colonizzato le ossa nel corso degli anni. Una volta effettuata questa differenziazione, per ordinare i frammenti di Dna di Neandertal in modo da confrontarli con il genoma umano è stato applicato un nuovo algoritmo computerizzato ad alta sensibilità. I risultati preliminari rivelano che l´uomo di Neandertal ha contribuito solo in minima parte ai cambiamenti intervenuti nella attuale popolazione umana. Un consorzio internazionale di ricercatori ha in programma di analizzare in modo approfondito numerosi geni di particolare interesse per la recente evoluzione del genere umano. Tra questi, figura il gene Foxp2, coinvolto nel processo del linguaggio dell´uomo moderno. Verranno inoltre analizzati geni coinvolti nel processo di invecchiamento e sviluppo cerebrale, alla luce di alcune supposizioni secondo le quali alcune varianti dei geni ritrovati nell´uomo moderno potrebbero provenire dall´uomo di Neandertal. Si auspica che il confronto completo di questa "prima bozza" del genoma di Neandertal con il genoma degli scimpanzé e il genoma umano già sequenziato possa chiarire il motivo per cui l´uomo, a differenza degli ominidi che si sono estinti, sia riuscito a migrare. Per ulteriori informazioni, visitare: Max-planck-gesellschaft: http://www. Mpg. De/ American Association for the Advancement of Science: http://www. Aaas. Org . |
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ISTITUTO TUMORI, NUOVO CENTRO ANTI-PAPILLOMAVIRUS |
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Milano, 17 febbraio 2009 - Inizierà la sua attività a partire da mercoledì 18 febbraio, presso la Fondazione Irccs Istituto Nazionale dei Tumori, il primo Centro multispecialistico di formazione, informazione, diagnosi, cura e trattamento, ricerca sulle patologie correlate all´infezione da Hpv (Papilloma virus umano). L´obiettivo del Centro è di costituire uno strumento per mettere in rete gli operatori coinvolti nella problematica Hpv, senza sostituirsi alle strutture già presenti sul territorio, o mettere in discussione le linee guida consolidate su screening, diagnosi e trattamento delle lesioni correlate. E´ fondamentale infatti una gestione complessiva del "problema Hpv". "La Regione Lombardia - ha dichiarato l´assessore alla Sanità Luciano Bresciani, intervenendo alla conferenza stampa di presentazione del Centro insieme a Marco Pienotti (direttore scientifico Fondazione Irccs Istituto Nazionale dei Tumori), Francesco Raspagliesi (direttore S. C. Oncologia e Ginecologia) e Alberto Scanni (direttore generale Fondazione Irccs Istituto Nazionale dei Tumori) - ha ritenuto con convinzione di sostenere il progetto di attivazione di questo primo Centro provinciale, partendo dalla constatazione che allo stato attuale manca una gestione complessiva del problema Papilloma virus, che garantisca l´integrazione delle metodiche di prevenzione primaria ( i vaccini), secondaria (lo screening mediante Pap test e tecniche di biologia molecolare), e terziaria (prevenzione delle complicanze). In tale ottica la Fondazione Irccs Istituto Nazionale dei Tumori rappresenta un luogo di eccellenza dove si fa e si continua a fare un´intensa attività di prevenzione, diagnosi e cura delle patologie Hpv correlate". "L´italia - ha detto ancora Bresciani - è il primo Paese europeo ad aver adottato una strategia vaccinale pubblica contro questo tipo di virus con due tipi di vaccino. Entrambi proteggono dai due virus ad alto rischio, responsabili del 70% dei tumori al collo dell´utero e uno dei due protegge anche contro due virus a basso rischio, responsabili dei condilomi ano-genitali". Il vaccino ha un´efficacia del 95-100% nei confronti delle lesioni precancerose e del 99% di quelle condilomatosi. E´ indirizzato a tutte le donne che non hanno contratto il virus che si trasmette per via sessuale. In tutta Italia sono circa 280. 000 le dodicenni chiamate al vaccino. Nella sola provincia di Milano la popolazione passabile di counselling, diagnosi e cura al di sotto dei 50 anni (età massima individuata per contrarre il virus) è di 231. 000 a cui si deve aggiungere il 10% delle donne straniere che soggiornano nel territorio milanese. Il Centro è strutturato in maniera trasversale: nel centro direzionale si svolgerà l´attività di counselling e le pazienti verranno indirizzate ai singoli ambulatori specialistici in base alle problematiche specifiche. E´ previsto un programma computerizzato comune in rete per la gestione delle cartelle cliniche. Il centro è costituito da una serie di figure professionali dedicate alla nuova struttura a tempo pieno. Tra queste, 5 ginecologi, 4 otorini, 3 endoscopisti-proctologi, 2 urologi e 1 psicologo. Una linea telefonica sarà dedicata a pazienti e operatori sanitari: 02/23903479 (il lunedì e il venerdì dalle 14 alle 16). Il Centro sarà raggiungibile dal web tramite il sito della Fondazione Irccs Istituto Nazionale Tumori: www. Istitutotumori. Mi. It, con anche una casella di posta elettronica centroHpv@istitutotumori. Mi. It. Negli ambulatori generali ginecologici dell´Istituto si svolgerà l´attività di counselling delle pazienti, la programmazione delle successive visite/interventi/follow-up e, a breve, la vaccinazione volontaria per le pazienti che ne fanno richiesta al di fuori delle linee guida ministeriali. Le visite ginecologiche per le patologie Hpv correlate accertate verranno eseguite negli spazi ambulatoriali; le altre consulenze e/o visite specialistiche non ginecologiche per le patologie Hpv correlate (Orl, urologia, proctologia, psicologia clinica ecc. ) verranno effettuate nei rispettivi spazi ambulatoriali. I trattamenti chirurgici specifici (ad esempio conizzazioni laser) verranno eseguiti in day-hospital. Hpv Papilloma Virus Umano - Scheda - Il 10% della popolazione ha un´infezione attiva da Hpv, il 4% un´infezione che è causa di anomalie citologiche al pap test e un ulteriore 1% ha un´infezione causa di condilomi genitali. - La via di trasmissione è prevalentemente sessuale. - 1 su 2 individui contrae il virus, nell´80% dei casi prima dei 50 anni. - Il 90% delle infezioni vengono eliminate entro due anni ma la persistenza di infezione può causare una serie di tumori. - L´hpv è responsabile del 100% dei tumori dell´utero, del 90% dei tumori dell´ano, del 40% dei tumori della vagina, della vulva e del pene, del 12% di tumori dell´orofaringe e del 3% dei tumori del cavo orale. - L´italia è il primo Paese europeo ad aver adottato una strategia vaccinale pubblica contro il virus Hpv; sono 280. 000 in tutta Italia le adolescenti chiamate alla vaccinazione. - 154. 000 donne i potenziali utenti solo in provincia di Milano, per counselling, diagnosi e cura. . |
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BOLZANO: “RACCONTA IL SOCIALE!” LABORATORIO SULLA COMUNICAZIONE PER OPERATORI DEI SERVIZI SOCIALI E SANITARI |
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Bolzano, 17 febbraio 2009 - Sono aperte le iscrizioni ad un’iniziativa formativa organizzata dalla Ripartizione Politiche sociali in collaborazione con la Federazione Provinciale delle Associazioni Sociali. È articolato in due moduli che si svolgeranno rispettivamente il 4 marzo ed il 1° aprile, dalle ore 14. 30 alle ore 17. 30, presso l’Assessorato alla Sanità ed alle Politiche Sociali, in via Gamper, 1 a Bolzano il corso “Racconta il sociale! Laboratorio sulla comunicazione per operatori dei servizi sociali e sanitari" organizzato dalla Ripartizione Politiche sociali in collaborazione con la Federazione Provinciale delle Associazioni Sociali. Il corso rivolto ad operatori del settore pubblico e privato dei servizi sociali e sanitari con l’obiettivo di acquisire la consapevolezza del valore della comunicazione nell’ambito sociale e sanitario, conoscere gli elementi chiave della comunicazione tra utente ed operatore e tra operatore ed opinione pubblica e/o mezzi di comunicazione, elaborare strategie per raccogliere informazioni utili alla comunicazione, conoscere alcuni esempi di buone prassi nell’ambito della comunicazione sociale in Alto Adige ed esercitazione con elaborazione di progetti di comunicazione adatti alle singole realtà. Relatori del laboratorio saranno Monica Margoni ed Alexander Larch, redattori della Newsletter „social“ e del Portale sociale della Federazione Provinciale Associazioni Sociali. Il corso si svolgerà in italiano e tedesco ed ogni partecipante si esprimerà nella propria lingua. Per ulteriori informazioni ed iscrizioni gli interessati possono rivolgersi a Veruska. Stampfer@provincia. Bz. It, Tel. 0471 418 221. Responsabile del corso è il Dr. Reinhard Gunsch, reinhard. Gunsch@provincia. Bz. It. . |
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DROGA, MILANO: IMPEGNO RADDOPPIATO NELLA LOTTA PREVOLAB: COCAINA STABILE, AUMENTA EROINA TRA GIOVANI 15-24 ANNI |
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Milano, 17 febbraio 2009 - Cambia il consumo della droga in Lombardia come su tutto il territorio nazionale: è in aumento l´eroina, mentre la cocaina, che negli ultimi anni registrava un trend di crescita costante, segnala una botta di arresto. Scende l´età dei consumatori, che ora sono giovani tra 15 e 24 anni. I dati sono emersi oggi al convengo "Le vie d´uscita dal presente", sulle dipendenze da droghe, che si è tenuto all´auditorium Gaber della Regione Lombardia e al quale hanno partecipato, tra gli altri, l´assessore alla Famiglia e Solidarietà sociale, Giulio Boscagli, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega per la lotta alla droga, Carlo Giovanardi e il dottor Riccardo Gatti, direttore del dipartimento Dipendenze Asl di Milano e responsabile dell´osservatorio Prevolab (il laboratorio di prevenzione di Regione Lombardia) che ha illustrato i dati di previsione 2008-2011 sulla diffusione delle droghe in Italia. "Va sottolineato - ha precisato l´assessore Giulio Boscagli - che i consumi di tutte le sostanze appaiono in aumento sul territorio della Lombardia e, ancor più, nella provincia di Milano, dove spesso vengono anticipate le tendenze nazionali". "Lo scorso anno Regione Lombardia - ha spiegato l´assessore Boscagli - ha raddoppiato i finanziamenti per le comunità di recupero dei tossicodipendenti stanziando 16 milioni di euro e semplificato le modalità di accesso: mentre un tempo si poteva accedere alle comunità solo passando attraverso i servizi sociali, oggi un ragazzo può andarvi direttamente, snellendo così le procedure". "In Lombardia - ha proseguito Boscagli - è attiva una rete composta da 134 comunità e 71 servizi ambulatoriali (Sert - servizi pubblici e Smi - servizi privati), che aiutano annualmente più di 37. 000 persone, con un impegno economico regionale superiore ai 100 milioni di euro". Dai dati di Prevolab è emerso che il consumo di cocaina mostra un tasso di crescita "decrescente" rispetto alle previsione del 2007, mentre l´eroina segna un possibile incremento nel numero dei consumatori. Prevolab prevede infatti che nel 2011 il numero dei consumatori di eroina potrebbe aumentare del 40% rispetto al numero dei consumatori del 2008. "A livello lombardo - segnala il rapporto Prevolab - i consumatori di eroina sono 17. 500 contro i 14. 500 consumatori di cocaina (dati Sert 2007). L´eroina, inoltre, comincia a essere consumata in associazione con la cocaina anche per contenerne gli effetti". La tendenza è quella di uniformare le droghe per assimilarne gli effetti, è stato spiegato durante il convengo: il principio attivo dei cannabinoidi è stato aumentato e la cocaina viene venduta in microdosi, così si ottiene un´uniformità di effetto e di prezzo. Ma è l´eroina il "mercato" verso cui la criminalità si sta orientando secondo gli studi di Prevolab, per la sua caratteristica capacità di creare maggiore dipendenza. Proprio per contrastare questa tendenza, soprattutto tra i giovanissimi, il sottosegretario Giovanardi ha spiegato che il Governo sta studiando una norma al fine di non concedere il patentino per il motorino a quei ragazzi che risulteranno positivi al test antidroga. "Oggi - ha detto Giovanardi - non è previsto che a un ragazzino che chiede il patentino per il motorino venga fatto il test antidroga. Vogliamo introdurre una norma perché il ragazzo deve sapere che, se viene trovato positivo al test, non avrà né patentino né patente. Andrà a piedi per salvaguardare la sua incolumità e quella degli altri". . |
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DONATORI DI SANGUE: FIRMA CONVENZIONE REGIONE PUGLIA-ASSOCIAZIONI |
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Bari, 17 Febbraio 2009 - Una convenzione tra la Regione Puglia e le federazioni regionali delle associazioni donatori di sangue verrà sottoscritta nel pomeriggio di Lunedi’ 16 Febbraio alle ore 17,00 presso la Presidenza della Regione Puglia – Lungomare Nazario Sauro, 33 Bari. A siglare il documento saranno il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e i presidenti delle 5 Associazioni, ovvero Avis, Fidas, Fratres, Associazione Jonica Donatori di Sangue e Associazione Salentina Donatori Sangue. La convenzione, della durata di 3 anni, prevede la partecipazione delle associazioni alla programmazione sanitaria regionale in materia di attività trasfusionali, la promozione della donazione volontaria periodica, l’informazione dei cittadini e la formazione dei donatori, lo sviluppo del volontariato organizzato del sangue, la promozione della tutela del donatore e l’incentivazione di programmi di promozione della salute specificatamente dedicati ai donatori del sangue. . |
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MIART,ZANELLO: GRANDE EVENTO, STUPIRA´ I CITTADINI |
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Milano, 17 febbraio 2009 - Si terrà dal 17 al 20 aprile presso Fieramilanocity la 14ma edizione della Fiera Internazionale d´Arte Moderna e Contemporanea (Miart). La manifestazione è stata presentata questa mattina in una conferenza stampa dall´assessore alle Culture, Identità e Autonomie della Regione Lombardia, Massimo Zanello, insieme a Massimiliano Finazzer Flory (assessore alla Cultura del Comune di Milano), Maurizio Cadeo (assessore all´Arredo, Decoro Urbano e Verde del Comune di Milano), Paolo Galassi (presidente di Fiera Milano International), Alessandro Cappello (responsabile Miart) e Giacinto di Pietrantonio (curatore del settore Contemporaneo). "Questa rassegna - spiega Zanello - propone a un pubblico accorto e sensibile un panorama artistico variegato e interessante che spazia dal moderno alle più innovative proposte artistiche del contemporaneo. Si tratta di un evento di altissima rilevanza culturale non solo per Milano ma anche per l´intero territorio regionale". Miart rappresenta un privilegiato osservatorio culturale volto a comprendere nell´ambito di una riflessione culturale ampia e articolata, gli aspetti più innovativi e dinamici del mercato. "L´attenzione alla sperimentazione artistica più recente - prosegue Zanello - oltre che ai differenti linguaggi formali, è certamente una delle importanti caratteristiche della rassegna milanese. L´edizione di quest´anno non mancherà di riservare piacevoli e importanti novità: due nuovi consulenti scelti fra le figure di spicco del panorama artistico italiano, Giacinto Di Pietrantonio per il settore Contemporaneo e Laura Garbarino per i collezionisti italiani e internazionali, contribuiscono a migliorare il già eccellente panorama culturale della rassegna". La novità più importante presentata questa mattina dall´assessore Zanello riguarda l´istituzione di un Fondo Acquisti che, grazie all´associazione Amici di Miart, acquisirà opere presenti a Miart per esporle in luoghi di pubblica fruizione. "Ancora una volta - conclude Zanello - ospitiamo in Lombardia un grande evento culturale capace di riunire sapientemente le gallerie affermate a quelle emergenti, che non mancherà di stupire il pubblico lombardo sempre attento agli eventi di qualità". . |
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MILANO: LE IMMAGINI DELLA FANTASIA 2009 IN ARENGARIO DAL 22 FEBBRAIO AL 22 MARZO |
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Milano, 17 febbraio 2009 - Fervono i preparativi per l’organizzazione della 26° edizione della mostra internazionale “Le immagini della fantasia 2009” che sarà a Monza per l’12° volta. La mostra è un appuntamento annuale molto atteso ed importante. Con i documenti seguenti riepiloghiamo la storia della mostra internazionale e le sfaccettature organizzative inerenti la presenza nel territorio monzese, unica tappa lombarda. La mostra “Le immagini della Fantasia” è una rassegna internazionale attraverso la quale viene data visibilità ai linguaggi dell’illustrazione, cercando di cogliere l’esemplarità del percorso creativo di ogni autore nel contesto mondiale. Sono presenti ben 39 artisti provenienti da 20 paesi. Oltre 300 opere originali, realizzate da artisti provenienti da tutto il mondo, propongono ai visitatori un viaggio fantastico attraverso le fiabe, le leggende ed i racconti d’ogni paese narrati con le parole dell’arte. Proprio per dare la possibilità di apprezzare pienamente la bellezza di pubblicazioni per l’infanzia altrimenti introvabili in Italia, accanto agli originali, sono esposti anche i libri pubblicati dagli illustratori ospiti. La Mostra, assieme al suo volume, si offre dunque come strumento di conoscenza e di valorizzazione di ciò che viene prodotto di anno in anno in questo campo a livello internazionale. Proporre le nuove tendenze e gli orientamenti più originali dell’illustrazione contemporanea ad un pubblico sempre più ampio, è tra gli obiettivi di questa manifestazione. Così, oltre che nella tradizionale sede espositiva di Sàrmede, a partire dal 1991, la Mostra è stata presentata fra l’altro a Venezia, Madrid, Aix en Provence, Genova, Centre Pompidou di Parigi, Lubiana, Bratislava, Lugano, Lisbona, Salisburgo, Siviglia, Kunsthaus di Vienna, Essen, Istanbul, Stoccarda, Napoli, Monza, Siena, Roma, Verona, Vicenza, Firenze e Monaco di Baviera. Sin dalle prime edizioni la Mostra ha affiancato al fatto puramente espositivo una serie di attività didattiche, affermando e promuovendo l’importanza culturale e la valenza pedagogica del libro illustrato. Grazie alla ricchezza delle opere esposte, attraverso le visite guidate, molteplici sono i percorsi proponibili e adattabili alle età e agli interessi dei giovani fruitori. Il percorso didattico introduce i visitatori nel mondo del libro; dall’osservazione di alcuni pannelli esplicativi che svelano il lavoro dell’illustratore, si passa poi alla visione degli originali da cui parte il discorso sui linguaggi dell’arte; si confrontano così le varie tecniche pittoriche e si scoprono i segreti delle immagini. L’esposizione comprende inoltre due sezioni speciali: l’una dedicata ad un ospite d’onore, che quest’anno sarà il tedesco Ivan Gantschev, l’altra dedicata al tema “I canti dei ghiacci, fiabe dalle Regioni Artiche”. Il tema dell’edizione 2009: “I canti dei ghiacci, fiabe dalle Regioni Artiche” Un´antica leggenda della Lapponia racconta come lo scricchiolio continuo proveniente dai ghiacci nelle lunghe notti artiche altro non sia che il Grande Vecchio dall´aspetto di tricheco che si rigira nel suo giaciglio millenario. Ma i canti dei ghiacci da qualche tempo si stanno sciogliendo in grida d´aiuto: sull´immenso bianco sono già visibili i segni allarmanti del mancato rispetto dell´uomo per la natura. Con le affascinanti immagini dei migliori illustratori di libri per ragazzi, Sàrmede propone la straordinaria tradizione fiabesca dei popoli artici e richiama l´attenzione sul profondo legame che unisce uomo e ambiente. La Mostra celebra quest’anno l’opera di Ivan Gantschev; artista dell’acquerello per eccellenza, usa questa tecnica nel suo senso più puro e libero per dar forma alla sua vivida immaginazione e alla sua inesauribile abilità di narratore. Luminosità, trasparenza ed armonia sono le cifre della sua arte, instancabilmente impegnata a raccontare le bellezze della natura in straordinari albi illustrati tradotti in numerose lingue. “Il mondo è meraviglioso e non vorrei mai smettere di dipingerlo” scrive Ivan Gantschev “Si può rendere visibile l’invisibile dipingendo la realtà? Questa è la quarta dimensione oppure è arte?”. . |
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MARCO MIOT ALLA SALA COMUNALE D’ARTE DI TRIESTE |
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Trieste, 17 febbraio 2009 – Oggi alle ore 18. 30 alla Sala Comunale d’arte di Trieste (piazza Unità d’Italia, 4), avrà luogo una visita guidata alla mostra personale della pittore triestino Marco Miot, che sarà tenuta l’architetto Marianna Accerboni, curatrice della stessa. La rassegna, intitolata “. Tempo perso”, propone una sequenza di racconti figurati - popolati da originali, magici, teneri personaggi inventati dall’artista, che spesso è autore anche dei testi - e di tavole illustrate, realizzate a colori e in bianco e nero, percorso quest’ultimo che attualmente interessa particolarmente Miot. L’esposizione rimarrà visitabile fino al 24 febbraio 2009. L’avventura visiva, poetica e sognante, giocosa e iridescente di mille colori - scrive Accerboni - inizia per Marco Miot fin da quando era bambino. Partendo da una narrazione più didascalica e per certi versi dolcemente ingenua, l’artista evolve in seguito il proprio linguaggio verso un immaginario più libero e nel contempo più complesso, in cui il pittore si trasforma anche in scrittore di favole contemporanee nitide e pazienti, che poi illustra attraverso sketch e accurate vignette, sconfinando anche nella video art e nella realizzazione di audio-video-racconti, uno dei quali compare in mostra. Nelle sue narrazioni figurate la gioia del colore, vivido e mai banale, si accompagna a una declinazione del segno, che con leggerezza sa cogliere e descrivere il movimento, giocare con le parole e con la tenerezza dei sentimenti. Ogni angolo delle sue tavole, realizzate finemente con un intreccio di varie tecniche, dalla china alla matita, ai gessi, agli acrilici, all’acquerello, al collage, alla computergrafica, è immerso felicemente in una natura costellata di animali-personaggi o di creature semi-umane immaginarie. Un universo naturale, talvolta riletto con lieve ispirazione surreale, il quale rappresenta per Miot una sorta di rifugio assoluto, che l’autore, da grande sportivo - conclude il critico - ha sempre amato intensamente fino a rischiare percorsi estremi sulle alte vette, secondo una purezza nel sentire e nel disegnare che ci riconcilia con il mondo. Marco Miot, triestino, classe 1963, illustratore e autore di fumetti, ha al suo attivo diverse mostre personali e alcune collettive in Italia, Austria e Slovenia. E’ inserito nel catalogo The Stock Illustration Source e in Graff Communication - Guida Italiana per la Comunicazione. Collabora con lo studio grafico Apg di Trieste. . |
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NINA TAMARO. ROME STREETMATES. 20 FEBBRAIO 2009 – A DOMENICA 8 MARZO 2009. |
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Roma, 17 febbraio 2009 - Da cinque anni Nina Tamaro, che colloca sé stessa fra la creativa e l’artista, disegna borse e zaini per donna e per uomo. La sua produzione comprende esemplari di tipo funzionale, versatile e fantasioso; nei primi, prevale una linea rigorosa ed essenziale, negli altri, a volte sorprendenti e vezzosi, Nina trasferisce tutta la sua libertà creativa. I materiali vanno dalle stoffe per arredamento a morbide pelli, a volte decorate, a manici in fibre e filati di ispirazione naturalistica. Roma è il suo luogo di riferimento, la città nella quale lavora, fra la sua casa di Trastevere e il Laboratorio del Flaminio. Roma, lei dice, ha più fantasia di altre grandi città . Una delle tante frasi fatte, che però, nel suo caso specifico, ha senso; come ha senso il suo itinerario romano, da quel centro altro che è Trastevere a quel leggero decentramento, ancora con la memoria di Cristina di Svezia a Porta del Popolo, che è Flaminio. Alla consueta reticenza dell’artigiano, che ha comunque bisogno di altre mani, per produrre in una prospettiva di mercato, Nina affianca una disarmante autobiografia pubblica (una puntata di Storie di vita romana) nella quale l’occasione di presentare il suo lavoro le consente di ricapitolare con acribia e garbate sviste tuta la sua vita. Questo è il più importante punto di contatto con Embrice, che già nel 2008 aveva tentato con successo la strada della presentazione di prodotti privati, come La casa di Fabio e Pasqua a La Garbatella. Dietro l’itinerario romano verso Ponte Flaminio (la Cassia Veientana e il Nord Etrusco) ci sono infatti due concomitanti circostanze che Nina definisce fortune. Una casa con la famiglia, ma soprattutto spesso visitata da artisti e intellettuali già dai difficili anni 1970, ed una sensibilità anticipatoria rispetto ai colori; scelti fin dall’adolescenza con un imperscrutabile percorso divinatorio. Negli ultimi 10 anni gli amici la leggono come una persona creativa; lei ci crede e, finalmente, comincia. Prima con delle semplici sacche in Pile, nobilitate dai colori sorprendenti, poi con le tecniche che le consentono di arrivare fino a credibili proposte unisex sul versante del bene durevole. Fra le possibili, consumate parole, per definire le sue borse, forse l’aggettivo gioioso ci è consentito; consentito non solo sulla base di una valutazione di senso comune sui suoi colori, ma anche perché raggiunto attraverso qualche umana sofferenza, come per i più, alla quale Nina solo garbatamente accenna. Galleria Embrice – Roma, naugurazione: venerdì 20 febbraio 2009, ore 18 . |
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MATERA, MERCOLEDÌ L´INCONTRO SU ARTE IN BASILICATA NEL ´700 |
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Matera, 17 febbraio 2009 - Nel pomeriggio di mercoledi 18, appuntamento presso il Centro Carlo Levi di piazzetta Pascoli. Si parlerà dell´Arte in Basilicata nel Settecento. Relatrice sarà la prof. Sa Elisa Acanfora. Il contributo vuole presentare un breve e primo consuntivo delle ricerche promosse negli ultimi anni in sede universitaria sulla pittura, sulla scultura e sull’architettura in Basilicata a partire dalla fine del Seicento e per tutto il Settecento. Si tratta infatti di argomenti che hanno avuto una fortuna critica recente e appaiono, per molti versi, ancora da riscoprire. Se dunque la scoperta e la stessa nozione del barocco e del rococò lucani faticano a imporsi, è interessante, come qui si propone, riconoscere e ripercorrerne le motivazioni, di certo legate all’immagine più corrente, perché affermatasi da lungo tempo, della Basilicata e del suo patrimonio d’arte. Le ricerche svolte hanno fatto emergere un quadro molto più ricco e variegato di quanto sinora si riteneva, con presenze forestiere e con artisti lucani finalmente recuperati. Elisa Acanfora è professore di Storia dell’arte moderna presso l’Università degli studi della Basilicata. Ha pubblicato studi sull’arte italiana nel Sei e Settecento, con particolare interesse al barocco fiorentino, tra cui la monografia di Alessandro Rosi (1994) e l’edizione critica del Trattato del modo del ridurre il fiume di Arno in canale di Sigismondo Coccapani (2000), ritrovato nel fondo Galileiano della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. I suoi interessi più recenti riguardano la pittura e la scultura in Basilicata tra barocco e rococò. . |
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FUTURISMO NEL SUO CENTENARIO, LA CONTINUITÀ - CAVALLINO (LE) |
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21 febbraio - 20 aprile 2009 Cavallino (Le), 17 febbraio 2009 - In mostra 112 opere presenti di Giacomo Balla, Luigi Russolo, Gino Severini, Antonio Sant’elia, Mario Chiattone, Mario Sironi, Julius Evola, Enrico Prampolini, Tato, Diulgheroff, Benedetta Cappa Marinetti e tanti altri protagonisti del primo Futurismo, accanto a quelle degli artisti appartenenti al cosiddetto Secondo Futurismo, tra cui Gerardo Dottori, Tullio Crali, Enzo Benedetto, Osvaldo Peruzzi, Mino Delle Site, Ivo Pannaggi, Emilio Buccafusca, Pippo Oriani. A testimonianza della vitalità della lezione futurista – ed è questa la peculiarità della rassegna di Cavallino – sono presenti le opere di artisti contemporanei, come Silvio Amelio, Lorena Berg, Pablo Echaurren, Antonio Fiore, Fulvio Ligi, Veronica Piraccini, Tina Saletnich, Massimo Sansavini, Loretta Surico, Giulio Tamburrini http://www. Comune. Cavallino. Le. It/ . |
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