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MERCOLEDI
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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 16 Dicembre 2009 |
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Politica |
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UE: PRONTI AD AIUTARE I PAESI IN VIA DI SVILUPPO |
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Bruxelles, 16 dicembre 2009 - Quasi due miliardi e mezzo di euro l’anno dal 2010 al 2012: è questo l´importo che il vertice Ue di dicembre ha deciso di assegnare ai paesi in via di sviluppo al fine di assisterli nella lotta contro i cambiamenti climatici. Con tale impegno, i capi di stato e di governo trasmettono un messaggio forte ai negoziatori della conferenza di Copenaghen sul clima. Tutti e 27 gli Stati membri si sono impegnati a contribuire al finanziamento rapido, fornendo la loro parte del sostegno internazionale agli sforzi dei paesi in via di sviluppo intesi alla riduzione delle emissioni. Il Consiglio europeo ha inoltre rilevato la necessità di aumentare considerevolmente i finanziamenti pubblici e privati fino al 2020. L’ue si è offerta di passare a una riduzione delle emissioni del 30% entro il 2020, a condizione che altri paesi sviluppati intraprendano sforzi analoghi. L’unione è impegnata a raggiungere a Copenaghen un accordo globale, completo e ambizioso. I leader hanno altresì discusso della situazione economica, finanziaria e occupazionale. Riguardo alle nuove disposizioni su scala mondiale per i mercati finanziari, il Consiglio europeo ha incoraggiato il Fondo monetario internazionale a prendere in considerazione, nel suo riesame, l´intera gamma di opzioni, inclusi le tasse assicurative e un prelievo sulle operazioni finanziarie a livello mondiale. Il prossimo anno segnerà il varo della strategia Ue 2020, una nuova agenda intesa a migliorare la competitività e ad incrementare le potenzialità di crescita sostenibile dell’Unione. La strategia, che fa seguito a quella di Lisbona varata dieci anni fa, terrà conto di sfide quali l’impatto economico e sociale della crisi, l’invecchiamento demografico e i cambiamenti climatici. La futura strategia è attualmente oggetto di una consultazione e i leader attendono con interesse di discutere una proposta in occasione del vertice di primavera 2010. Riguardo allo spazio di libertà, sicurezza e giustizia, il Consiglio europeo ha adottato il programma di Stoccolma per il periodo 2010-2014. L’accento sarà posto sul rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali, garantendo nel contempo la sicurezza in Europa. . |
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PARLAMENTO EUROPEO: AGEVOLARE L´ACCESSO AL MICROCREDITO DI CHI HA PERSO IL LAVORO |
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Strasburgo, 16 dicembre 2009 - Il Parlamento sostiene la creazione di un nuovo strumento volto ad agevolare l´accesso e le possibilità di ricorso ai microfinanziamenti per la creazione e lo sviluppo di piccole imprese e di attività autonome, soprattutto, per coloro i quali hanno perso il lavoro a causa della crisi. Chiede però che i 100 milioni di euro stanziati per i prossimi 4 anni non siano sottratti a programmi esistenti. Con 516 voti favorevoli, 82 contrari e 4 astensioni, il Parlamento ha sostenuto la creazione di un nuovo strumento europeo di microfinanziamento per l´occupazione e l´integrazione sociale, denominato Progress. Tale strumento intende offrire la possibilità di un nuovo inizio ai disoccupati e aprire la strada all´imprenditorialità per alcuni dei gruppi più svantaggiati in Europa "che hanno difficoltà ad accedere al mercato del credito di tipo convenzionale". Per i deputati, il "microfinanziamento" include le garanzie, il microcredito, il capitale azionario e quasi azionario concessi a persone e microimprese. Con "microcredito" si intendono prestiti inferiori a 25. 000 euro. Una "microimpresa", d´altra parte, è "un´impresa che occupa meno di 10 persone, comprese le attività a titolo individuale, e il cui fatturato annuo e/o totale di bilancio non supera 2 milioni di euro". Più in particolare, lo scopo di Progress è di portare in tempi ragionevoli l´accessibilità e la disponibilità di microfinanziamenti a un livello sufficiente, "in modo da rispondere all´elevata domanda di chi in questo periodo di crisi ne ha più bisogno". Tra questi ultimi sono citati "coloro che hanno perso il lavoro, coloro che rischiano di perdere il lavoro o che incontrano difficoltà a entrare o a rientrare nel mercato del lavoro, nonché coloro a rischio di esclusione sociale oppure le persone più vulnerabili che si trovano in una posizione svantaggiata rispetto all´accesso al mercato del credito convenzionale e che desiderano avviare o sviluppare ulteriormente la loro microimpresa, compresa un´attività autonoma". Beneficiari prioritari del sostegno comunitario sono anche le microimprese, in particolare quelle dell´economia sociale o che occupano persone svantaggiate. Lo strumento europeo, in tale contesto, intende promuovere "attivamente" le pari opportunità tra donne e uomini. Finanziamento: 100 milioni di euro per quattro anni - Il pacchetto di emendamenti di compromesso negoziati dal relatore Kinga Göncz (S&d, Hu) e sostenuti dai gruppi Ppe, S&d, Alde, Ecr e Efd, accetta la proposta della Commissione di fornire un contributo finanziario del bilancio Ue pari a 100 milioni di euro per il periodo dal 1° gennaio 2010 al 31 dicembre 2013. Tuttavia, i deputati non hanno accettato che lo strumento di microfianziamento fosse alimentato dai fondi supplementari (114 milioni di euro) attribuiti, su richiesta del Parlamento, al programma europeo a favore dei gruppi di persone vulnerabili. Per garantire che lo strumento possa essere attivato sin dall´inizio del 2010, il Parlamento propone di stanziare 25 milioni di euro nel Bilancio 2010 (che sarà votato questo giovedì). Per il finanziamento dei tre rimanenti anni, al momento, non vi è accordo tra il parlamento e il Consiglio. I deputati auspicano che le decisioni sui fondi da stanziare siano prese ogni anno nell´ambito della formulazione del bilancio per l´ano successivo, cosicché da escludere la riallocazione di risorse da altri programmi. . . |
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MICROCREDITO, IL PARLAMENTO EUROPEO CHIEDE FONDO A PARTIRE DA GENNAIO 2010 |
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Bruxelles, 16 dicembre 2009 - Il programma europeo per il micro-credito mira a sostenere le fasce della popolazione più colpite dalla crisi con crediti agevolati, per facilitare lo start up di micro e piccole imprese. Kinga Göncz, deputata unghesese (S&d) responsabile per la relazione, ci spiega perché il Parlamento chiede una linea di finanziamento diversa da quella dedicata all´occupazione e la protezione sociale. Il testo al voto della plenaria martedì 15. Onorevole Göncz, che cos´è il programma per il microcredito, e perché è importante? Si sente da diverse parti che la crisi finanziaria è finita, ma che le sue conseguenze sociali sono e saranno ampie. La disoccupazione cresce in tutta Europa. Lo strumento del microcredito mira a sostenere le fasce vulnerabili della popolazione che hanno particolarmente sofferto della crisi. Sono gruppi a rischio di perdere il lavoro o che l´hanno già perso e non riescono a rientrare nel mondo professionale. Sono persone che hanno difficoltà ad accedere al credito, perché le banche le considerano poco affidabili. Aiutare queste persone significa anche contribuire alla ripresa dell´economia. I beneficiari riceveranno anche formazione e assistenza per avviare imprese sostenibili e competitive. Spero che ci siano almeno 500 milioni di euro a disposizione per il fondo iniziale, fra contributi pubblici e privati. Quali sono le divergenze fra Parlamento e Commissione? Il mio rapporto, adottato da un´ampissima maggioranza della commissione parlamentare in novembre, va al di là della proposta della Commissione. Noi proponiamo più fondi e più assistenza e formazione per i beneficiari. L´esecutivo vuole riallocare 100 milioni di euro dal bilancio del programma Progress, la linea di finanziamento a favore dell´occupazione e l´inclusione sociale. Noi riteniamo che sarebbe un segnale negativo, perché andremmo a drenare fondi dedicati a certe fasce vulnerabili per aiutarne altre. Quindi il Parlamento propone di aprire una nuova linea di bilancio. Inoltre riteniamo che 100 milioni sia davvero il minimo indispensabile su 4 anni, per poter attrarre altri fondi, anche dal privato. Voto del Parlamento martedì: che cosa si aspetta? Spero che la plenaria adotti il rapporto e provveda i fondi sufficienti nel bilancio 2010. Così facendo il fondo potrebbe essere disponibile già nei primi mesi del 2010. Poi la palla passa al Consiglio dei Ministri. . |
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COPENAGHEN IN DIRETTA MILANO - ROMA - COPENAGHEN CONFERENZA MONDIALE DI COPENAGHEN SUL CLIMA |
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Milano, 16 dicembre 2009 - Da mercoledì a venerdì, negli ultimi tre giorni della Conferenza di Copenaghen sul clima, la Rappresentanza a Milano della Commissione Europea, Legambiente e il Coordinamento "In Marcia per il Clima" organizzano una diretta e una serie di eventi, interviste, collegamenti, approfondimenti, filmati per seguire le fasi finali e decisive dello storico negoziato. 16, 17, 18 dicembre La Sala Volta del Palazzo delle Stelline Corso Magenta 59 - Milano sarà il centro delle operazioni milanesi durante i tre giorni. Il canale web c6. Tv seguirà il vertice e lo trasmetterà dal Centro Trasmissioni di Sala Volta. Il palinsesto generale coinvolge, oltre a c6 tv, diverse radio (Radio Popolare, Radio Marconi e Radio 24) e il sito www. Stopthefever. Org. Otto giornalisti inviati a Copenaghen garantiranno la copertura del vertice con interviste e approfondimenti con i protagonisti del vertice e le principali delegazioni, in primis quella dell´Unione europea, inclusi i Parlamentari europei. Ci saranno inoltre molte occasioni di interazione per tutti i partecipanti ai diversi momenti della tre giorni sul clima. Tra i principali appuntamenti previsti in Sala Volta: ogni giorno alle 12 la conferenza stampa della Commissione europea, commentata dai rappresentanti dell´istituzione, da specialisti e da giornalisti; appuntamenti quotidiani (dalle 13 alle 14) con il mondo delle imprese, gli enti locali, la società civile, e all´interno di questi, attorno alle 13. 15, il punto con le associazioni ambientaliste; l´evento "Copenaghen e i consumatori", mercoledì 16 dalle ore 15 alle 16; l´evento "Ambiente e impresa: Idillio o guerra", giovedì 17 alle ore 15; ripetuti aggiornamenti sull´andamento dei negoziati, più volte al giorno "Il punto di…", con la Commissione europea, Legambiente e In marcia per il clima; …e infine il brindisi di fine negoziato, venerdì 18 alle 18. Tra gli eventi collegati, si segnalano: "Green Economy Italia", Idee, energia e dintorni, promosso da Fondazione Istud e Rappresentanza a Milano della Ce, che si tiene al Centro Svizzero di via Palestro a Milano mercoledì 16 dalle 9. 45 alle 13; il dibattito "Stampa estera ed ecobufale nostrane", con giornalisti, europarlamentari ed esperti, su Radio Marconi dalle 11 alle 12 di giovedì 17; la Giornata della ricerca dell´Anie sulle tecnologie per l´efficienza energetica, dalle 10 di venerdì 18 in via Lancetti 43. Anie è la Federazione nazionale delle imprese elettrotecniche ed elettroniche di Confindustria. . |
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PRESENTATO IL COMITATO TECNICO-SCIENTIFICO PER LO SVILUPPO DEL PROGETTO ´PRO- ADRIA´ |
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Campobasso, 16 dicembre 2009- È stato presentato ieri in mattinata, presso la sala conferenza della Giunta Regionale del molise, il Comitato Tecnico-scientifico per lo sviluppo del progetto "Pro- Adria", che mira a stabilire un Centro di Eccellenza di analisi criminologica avente come area tematica la Criminologia e la Sicurezza per la stabilità geopolitica dell´area europea-adriatica. Tra i vari partner istituzionali dell´iniziativa vi è anche la Regione Molise. L´obiettivo del Centro sarà la messa a punto di un network permanente in grado di legare le diverse competenze delle strutture partecipanti ed di mediare tra le esigenze della Commissione Europea ed i Paesi della ex Jugoslavia. Infatti, a partire dalla conferenza di Lisbona, una priorità dell´agenda europea è stata identificata con la questione della sicurezza in area balcanica, appare evidente che l´Italia ed in particolar modo le regioni dell´area adriatica possano giocare un ruolo determinante in questa fase di transizione. L´analisi preventiva dei fenomeni sociali, giuridici, economici di contrasto ai processi criminali ed ai percorsi di radicalizzazione, può avere a sua volta un ruolo importante nella politica europea. Erano presenti, oltre ai Componenti del Comitato Tecnico-scientifico e i rappresentanti dei vari partner dell´iniziativa, il Presidente della Regione Molise, Michele Iorio, il Prefetto di Campobasso, Carmela Pagano e la Consigliera di Parità, Giuditta Lembo, promotrice ed attuatrice del Progetto. Hanno partecipato all´incontro anche il Comandante Regionale dei Carabinieri, Generale Gianfranco Rastelli, il Comandante Regionale dell´Esercito, Generale Aldo Picotti, Direttore Regionale del Corpo Forestale dello Stato, Domenico Gentile e la Direttrice del carcere di Larino, Rosa La Ginestra. Il Presidente Iorio ha evidenziato nel suo intervento quanto siano importanti le politiche della sicurezza all´interno del nuovo contesto europeo e mediterraneo. "Questa iniziativa –ha detto- si inserisce fruttuosamente nell´ambito di una più larga programmazione strategica portata avanti dalla Regione Molise, insieme ad altre 24 Regioni ed Enti locali del Bacino Adriatico: l´Euroregione Adriatica. Un organismo interregionale ed internazionale che si pone l´obiettivo di una collaborazione stretta tra Istituzioni per una comune crescita sociale, culturale ed economica. Appare chiaro in questa ottica come non vi possa essere crescita e sviluppo se, a precondizione, non vi è una comune politica di sicurezza tesa a creare quell´humus di tranquillità sociale in cui sviluppare rapporti di collaborazione e di interscambio. È bene, quindi, mettere a frutto tutte le esperienze maturate negli anni dal nostro sistema istituzionale e da quello delle Regioni limitrofi e transfrontaliere, per attivare programmazioni sociali e territoriali che affrontino le problematiche maggiormente sentite della sicurezza e della protezione dei cittadini, siano essi minori, donne o persone svantaggiate". Il Comitato Scientifico è composto: Presidente del Comitato Scientifico - Sen. Michele Iorio (Presidente della Regione Molise); Componenti: Dott. R. Priore (Giudice emerito Corte Cassazione di Roma) - Prof. Adriano Ciani (addetto scientifico Ambasciate Italiana a Tirana) - Prof. Augusto Balloni (Docente dell´Università di Bologna) - Prof. Alberto Gasparini (Docente dell´Università di Trieste) - Dott. D. Vulpiani (Dirigente Generale della Polizia di Stato, Consigliere Ministeriale della Direzione Centrale per la Polizia Stradale, Ferroviaria, delle Comunicazioni e per i Reparti Speciali della Polizia di Stato) - Avv. M. Di Nezza (Giudice Tar Lazio e Consigliere giuridico del Ministro dell´Economia) - Dott. S. Moscato (Sostituto Procuratore Tribunale Minori) - Dott. A. Percolo (Direttore Asrem). . |
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UNGHERIA, RISERVE INTERNAZIONALI IN CRESCITA |
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Budapest, 16 dicembre 2009 - Le riserve internazionali dell´Ungheria sono cresciute a 30,852 miliardi di euro alla fine di novembre, in miglioramento di 441 milioni di euro rispetto alla fine del mese precedente, dopo un calo di 192 milioni di euro a ottobre e un incremento di 250 milioni di euro nel mese di settembre. Lo rende noto il Budapest Business Journal. I dati sono stati forniti in un report preliminare della Banca Nazionale d´Ungheria, secondo cui le riserve valutarie sono aumentate di 556 milioni di euro, a 28,663 miliardi di euro. Le stesse riserve misurano un´entità assoluta più elevata di 6,812 miliardi di euro rispetto alla fine dell´anno scorso, e di 7,976 miliardi di euro rispetto al mese di novembre del 2008. . . |
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UNGHERIA, CONTRAZIONE DEL PIL AL 7,1 PER CENTO |
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Budapest, 16 dicembre 2009 - Il Prodotto Interno Lordo dell´Ungheria nel terzo trimestre dell´anno ha subito una flessione del 7,1 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, stando ai dati forniti dall´Istituto Nazionale di Statistica, che ha rivisto al ribasso la propria precedente stima preliminare, pari a un -7,2 per cento. Il "Budapest Business Journal" ricorda che il Pil del Paese europeo subì una contrazione pari al 6,7 per cento nel primo trimestre e pari al 7,5 per cento nel secondo trimestre dell´anno. Su base trimestrale, la flessione del Pil è stata pari all´1,8 per cento. . |
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CONFERENZA INTERNAZIONALE SULLA PROPRIETÀ INTELLETTUALE E LA COMPETITIVITÀ DELLE PMI |
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Roma, 16 dicembre 2009 - Il passaggio all´economia della conoscenza, la forza economica delle Micro, Piccole e Medie imprese; l’innovazione, il sistema dei diritti della proprietà intellettuale e il rapporto con la competitività: queste le tematiche al centro della Conferenza Internazionale sulla Proprietà Intellettuale e la Competitività delle Msmes, che si è svolta presso il Cnel (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro) il 10 e l’11 dicembre, a Roma. L´iniziativa - organizzata dal Cnel in collaborazione con Wipo e col supporto dei Ministeri degli Esteri e dello Sviluppo Economico - è stata aperta dal Presidente del Cnel Antonio Marzano e dal Direttore Generale Wipo Francis Gurry. L´evento ha registrato anche la partecipazione del Sottosegretario del Ministero Affari Esteri, on. Vincenzo Scotti e di Elizabeth L. Dibble dell´Ambasciata statunitense a Roma. Il Ministero dello Sviluppo Economico è stato rappresentato dal Capo Dipartimento per l´Impresa e l´Internazionalizzazione, dott. Giuseppe Tripoli, e dal Direttore Generale della Direzione Generale per la lotta alla contraffazione - Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, avv. Loredana Gulino. Se prima del Xx secolo le economie di scala lasciavano intravedere grandi imprese quali soggetti al comando del mercato competitivo, con l´ingresso nell´attuale economia della conoscenza, le micro, piccole e medie imprese hanno iniziato a giocare un ruolo strategico fondamentale. Oggi rappresentano, infatti, il terreno fertile dell´attuale sistema economico, e da sole coprono il 90% del tessuto imprenditoriale in molti Paesi del mondo. Creano impiego, permettono la crescita dell´economia nazionale, delle esportazioni e degli investimenti. Ma nonostante la grande vitalità dalla quale traggono forza e che spesso costituisce la propria principale spinta, le Micro, Piccole e Medie imprese non sfruttano ancora appieno le risorse competitive offerte dal sistema della proprietà intellettuale. Le imprese che ne sono consapevoli, spesso non dispongono di adeguate risorse in-house, o delle competenze manageriali per usare efficacemente questi strumenti nelle proprie strategie di business. E ancora: pur disponendo di competenze in-house, non è insolito che le imprese siano scarsamente informate in materia di diritti di proprietà intellettuale, e quindi non si dimostrino in grado di cooperare efficacemente con soggetti esterni, specie se esperti. È essenziale quindi, nel passaggio verso una economia ad alto contenuto immateriale, fermarsi a riflettere sul ruolo determinante di specialità industriali quali sono i marchi, i brevetti ed il diritto d´autore, per il decisivo sviluppo delle Msmes. La Conferenza Internazionale sulla Proprietà Intellettuale e la Competitività delle Msmes si inserisce nel programma biennale realizzato da Uibm, di concerto con la divisione delle Pmi della Ompi, destinato alla divulgazione e all’informazione sul tema della proprietà intellettuale e sulla sensibilizzazione di questi importanti attori del panorama economico. L’obiettivo è la crescita della consapevolezza delle opportunità che un’adeguata conoscenza del sistema dei diritti della proprietà intellettuale può fornire in termini di competitività, per mantenere un ruolo centrale nello sviluppo dell’economia della conoscenza del Xxi secolo. . |
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MILANO EXPO COINVOLGE CARCERATI. FORMIGONI: CHANCE DI RISCATTO I DETENUTI POTRANNO LAVORARE PER PREPARARE IL GRANDE EVENTO |
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Milano, 16 dicembre 2009 - Potranno essere coinvolti in servizi di facchinaggio o di pulizia sedi, ma anche di digitalizzazione o archiviazione, di manutenzione o di catering e cucina. Insomma, i detenuti lombardi potranno partecipare attivamente alla costruzione dell´Expo 2015. E´ quanto prevede il Protocollo d´Intesa sottoscritto questa mattina fra il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, il commissario straordinario per l´Expo, Letizia Moratti e l´amministratore delegato di Expo 2015 spa, Lucio Stanca, alla presenza del presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. Erano presenti anche il provveditore regionale alla carceri, Luigi Pagano, e il presidente del consiglio provinciale di Milano, Bruno Dapei. "Un´iniziativa che ha un grande valore concreto e simbolico - ha detto Formigoni - che dimostra come l´Expo stia iniziando ad essere un evento di tutti, un avvenimento che i milanesi, i lombardi, tutti gli italiani condivideranno, con l´obiettivo della crescita non solo di una città o di una regione, ma anche di ogni singola persona. E questo é l´importante valore simbolico del Protocollo". "Accanto a questo - ha precisato Formigoni - va sottolineato il valore concreto ed educativo di un´iniziativa del genere: puntare alla crescita di persone che hanno sperimentato il disagio, l´errore, alle quali possiamo offrire, attraverso il lavoro, una prospettiva di cambiamento, di incontro con nuove motivazioni e nuovi orizzonti". "Infatti, come ci ricorda la Costituzione - ha aggiunto - il trattamento rieducativo dei detenuti deve tendere innanzitutto al loro reinserimento sociale. Oggi presentiamo dunque uno strumento che individua proprio nelle attività lavorative il mezzo intorno al quale costruire validi programmi di reinserimento sociale". Quello sottoscritto oggi è un testo che ben si inserisce nel quadro di azioni che da diversi anni Regione Lombardia sta portando avanti a sostegno dei detenuti e del loro reinserimento. La legge regionale n. 8 del 2000, ad esempio, è una pietra miliare in materia di tutela delle persone recluse. "Una legge - ha sottolineato Formigoni - che favorisce il minore ricorso possibile a misure privative della libertà, nonché il recupero e il reinserimento dei detenuti, anche con il coinvolgimento di Asl, enti locali, Terzo Settore e Volontariato". Con la stessa norma e d´intesa con il provveditorato regionale dell´Amministrazione penitenziaria e con il Centro per la Giustizia minorile, sono state sostenute attività di orientamento, consulenza e motivazione al lavoro dei detenuti e forme di incentivazione a favore delle imprese che assumono persone ammesse al lavoro esterno e a misure alternative. Sono state avviate anche iniziative specifiche, che vanno dall´accoglienza abitativa temporanea a percorsi di formazione/lavoro e di reinserimento nel tessuto familiare e sociale. Altre ancora hanno riguardato progetti di accompagnamento e di tutoring in percorsi di pubblica utilità, il sostegno ad associazioni e servizi per la ricerca delle opportunità di lavoro socialmente utili e percorsi di riconciliazione attraverso la collaborazione ed il supporto delle realtà associative locali. "Per noi é davvero una grande soddisfazione - ha concluso Formigoni -. Proprio per questo saremo operativi molto presto". . |
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GOVERNO DEL BRASILE RICEVE RAPPRESENTANTI REGIONI ITALIANE PER “BRASILE PROXIMO” |
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Rio de Janeiro, 16 dicembre 2009 – Con un’ampia delegazione ad alto livello, che comprendeva due ministri, sottosegretari, dirigenti governativi dei settori interessati e, in rappresentanza del presidente Ignacio Lula da Silva, il capo di gabinetto della Presidenza della Repubblica Federativa del Brasile Cesar Alvarez, il governo brasiliano ha espresso, in una riunione svoltasi l’altro ieri a Brasilia con i rappresentanti delle Regioni Umbria, Emilia Romagna e Liguria, il suo pieno coinvolgimento politico ed operativo al programma “Brasil Proximo”, l’accordo di cooperazione che, con il sostegno del Ministero degli Esteri italiano, vede impegnate cinque Regioni (l’Umbria come capofila, Lazio, Marche, Toscana, Emilia Romagna e Liguria) per realizzare progetti di sviluppo economico e sociale in alcune aree del Brasile. Coordinatrice del programma per il Governo brasiliano è stata nominata Cristina Sampaio, della segreteria del presidente Lula. La notizia è stata comunicata l’altro ieri sera a Rio de Janeiro dagli stessi rappresentanti delle Regioni, in occasione dell’ultimo concerto del “tour” che “Umbria Jazz”, come “testimonial” del programma “Brasile Proximo”, ha compiuto in questi giorni a San Paolo, Brasilia e Rio de Janeiro (presso l’Istituto Italiano di Cultura), con il gruppo “Unknown Rebels” del pianista Giovanni Guidi. “Il programma d’interventi - hanno detto Giampiero Rasimelli per l’Umbria, Alessandra Benizzi per l’Emilia Romagna e Claudio Rissicini per la Liguria - è stato definito nel dettaglio dal governo brasiliano, che in questi mesi vi ha dedicato un intenso lavoro. È una collaborazione istituzionale innovativa, che ha lo scopo di mettere in relazione territori, brasiliani e italiani, attraverso trasferimento di ‘know how’ e tecnologie”. I progetti riguardano la costruzione di una “economia della foresta” in Amazzonia e nell’Alto Solimoes (sono in progetto un bioparco, una filiera del legno e la messa a punto di una certificazione di qualità dei prodotti); nella regione del Piauì si prevede la costituzione di un parco naturalistico e paleontologico; a Serra di Mantiqueira, zona di interesse turistico montano, un Osservatorio per il Turismo e l’applicazione di moderne politiche di sviluppo turistico; nello Stato di San Paolo, la costruzione di reti di servizi e strumenti pubblici, con il trasferimento di tecnologie innovative, per lo sviluppo della piccola e media impresa; a Rio Grande do Sul, la ristrutturazione del settore agroalimentare, con una sperimentazione della coltura dell’olivo. Interventi sono previsti anche nell’area di Rio de Janeiro, centrati su azioni di politica sociale per i giovani e nel settore culturale, con la costruzione di specifici progetti d’impresa. “Dal 12 ottobre 2010 al 2 giugno 2011, ci sarà a Rio de Janeiro l’anno della cultura italiana, con un fitto programma di manifestazioni – ha annunciato il direttore dell’Istituto Italiano di Cultura Rubens Piovano -, e il programma ‘Brasil Proximo’ s’inserisce perfettamente in questa direzione”. Nel mese di marzo, è prevista una visita in Italia (Liguria e Umbria) di una delegazione governativa del Brasile e del vescovo della diocesi dell’Alto Solimoes Alcimar Magalhaes, che si recherà ad Assisi in occasione del centenario della presenza dei frati francescani in Amazzonia. . |
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NEL 2010 PIL FVG IN CRESCITA DELLO 0,8 PER CENTO E PER L´INDUSTRIA PREVISTO UN +2,7 PER CENTO |
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Trieste, 16 dicembre 2009 - Tra le quattro regioni italiane che il prossimo anno registreranno un incremento positivo del Prodotto interno lordo ci sarà anche il Friuli Venezia Giulia che, accanto ad Emilia-romagna, Lombardia e Veneto, sperimenterà la ripresa più sostenuta dopo la contrazione registrata nel biennio 2008-2009. Nel 2010 è attesa una crescita del Pil a ritmi via via crescenti, fino allo 0,8%, valore più elevato del +0,5% stimato a livello nazionale; a trainare l´economia saranno il settore industriale e il mercato dell´auto. A comunicare le previsioni economiche fornite dall´Istituto Prometeia per l´anno 2010 è il Servizio statistica della Direzione centrale Programmazione, risorse economiche e finanziarie della Regione in occasione della pubblicazione della sintesi statistica mensile sullo stato della crisi economica. La ripresa regionale, fanno sapere dagli uffici dell´assessore Sandra Savino, sarà trainata dal settore industriale; le esportazioni, dopo il -19,3% stimato per il 2009, riprenderanno a salire del 2,1%, così come le importazioni di beni dall´estero, previste in crescita dell´1,7%. Ulteriore dato significativo è l´attesa di aumento per gli investimenti fissi lordi per un valore pari a +1,0%, rispetto al +0,3% nazionale. Le stime statistiche non prevedono un cambiamento del trend negativo, invece, per le costruzioni, stimate in diminuzione del 2,6%, secondo un trend nazionale negativo pari a -1,3%. Il tasso di disoccupazione del Friuli Venezia Giulia, stimato nel 5,0% nel 2009 e previsto pari al 6,4% nel 2010, è atteso su valori inferiori rispetto alla media nazionale stimata nel 7,5% per il 2009 e nell´8,7% nel 2010. Nell´analisi degli indicatori statistici più significativi per il monitoraggio della crisi economica si conferma l´andamento positivo del mercato dell´auto, che si attesta ad ottobre su valori superiori al 2008 per le nuove immatricolazioni (+15,1% in Fvg contro un +11,8% nazionale), confermando il trend avviato nel mese di settembre. In decisa ripresa anche il mercato dell´usato, che più aveva risentito della crisi non beneficiando degli incentivi: in ottobre le compravendite in Fvg sono aumentate del 18,6% rispetto al mese precedente. . |
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LIGURIA: LEGGE FINANZIARIA E LEGGE DI BILANCIO 2010 |
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Genova, 16 Dicembre 2009 - Di seguito la relazione del presidente Claudio Burlando La crisi economica ha mutato lo scenario globale e locale: Signor Presidente, Signori consiglieri, l´anno scorso, aprendo la relazione sulle scelte del bilancio regionale, dissi che la crisi economica internazionale di cui già si erano dispiegati i primi effetti catastrofici, era "destinata a segnare la conclusione di una intera fase storica e economica". È passato un anno e oggi è chiaro a tutti quanto quel giudizio sia condiviso da un arco sempre più largo di osservatori politici, di economisti, di operatori della finanza e della produzione. In quest´aula abbiamo avuto modo di discuterne, anche con punti di vista e accenti diversi, e sarà interessante verificare a quali approdi sia giunta la riflessione delle varie forze politiche qui rappresentate. Da qualche mese si ripete che la fase peggiore della crisi è stata superata, e non mancano in effetti alcuni indicatori meno negativi. Ma la verità è che stiamo vivendo, in Italia e nel mondo, e anche nella nostra regione, le conseguenze più gravi della recessione, soprattutto in termini occupazionali. E che una grave incertezza permane sui tempi e le caratteristiche di una possibile ripresa. Nel nostro paese, è stato certificato recentemente dall´Istat, i disoccupati nel mese di ottobre hanno superato i 2 milioni. Una cifra che non si raggiungeva dal marzo del 2004. La disoccupazione giovanile ha raggiunto quasi il 27 per cento. La fase che si è storicamente conclusa è quella contrassegnata, dopo la vittoria delle forze conservatrici nei maggiori paesi occidentali, dall´affermazione del liberismo più spinto nella gestione dell´economia. Una fase aperta negli anni ´80, e proseguita fino ai nostri giorni. È stata teorizzata e praticata l´idea di una completa capacità autoregolativa del mercato. Si è pensato che anche il meccanismo della redistribuzione delle risorse potesse fare a meno dell´intervento della politica e dei governi. Questa concezione ha accompagnato un processo di globalizzazione e di finanziarizzazione dell´economia che ha reso ulteriormente difficile qualsiasi forma di controllo, di regolamentazione e di indirizzo da parte del potere politico. Un potere politico che oggi afferma l´esigenza di "nuove regole globali", e che però queste regole non è riuscito finora a definire, nè a imporle al funzionamento dei mercati. In realtà, siamo stati spettatori di un meccanismo finanziario globale sempre più intossicato da logiche speculative, completamente avulse dal mondo della produzione e del lavoro. Il motore della più potente economia del mondo, quella americana, è stato troppo a lungo alimentato da uno squilibrio sempre più largo tra debito e consumo. L´esplosione della bolla dei mutui subprime è stato il sintomo più macroscopico di questa distorsione. Non si può consumare indefinitamente più di quanto si produca. Né si può dimenticare l´effetto negativo che sulla dinamica dell´economia ha prodotto il ricorso alla guerra nello scenario mediorientale, con i prezzi del petrolio schizzati da 25 a 150 dollari al barile (oggi ridiscesi a 70-80), e la creazione di una instabilità politica che influenza anche molte altre aree del globo. Il fallimento di alcune delle maggiori istituzioni creditizie mondiali e di centinaia di banche, soprattutto nei paesi anglosassoni, ha portato l´economia mondiale vicino a un collasso che è stato evitato solo grazie all´iniezione nel sistema del credito e della finanza di enormi quantità di denaro pubblico da parte dei governi e della banche centrali. Ed è certo molto significativo che un sistema che aveva adottato come un dogma l´inutilità, anzi la dannosità, dell´intervento pubblico, abbia evitato la catastrofe solo grazie a un´immissione così massiccia di risorse da parte degli stati. Un altro elemento di fondo che ha caratterizzato negativamente questa fase storica, è stata la svalorizzazione politica, culturale e simbolica del lavoro e della produzione. E oggi sono proprio gli strati sociali del lavoro dipendente e precario - quanti non hanno alcuna responsabilità per l´esito di una crisi così grave - che subiscono gli effetti più negativi di questa situazione. In particolare era stata a lungo esaltata come elemento centrale di modernizzazione la "flessibilità" del lavoro: oggi vediamo che si è trattato soprattutto di "precarietà", che ha prodotto rischi e disagi grandissimi per lavoratori e lavoratrici, soprattutto giovani, che restano privi di qualunque garanzia. E che ha determinato anche un impoverimento delle stesse imprese. Non è possibile infatti formare e utilizzare professionalità ricche, che sono patrimonio indispensabile delle imprese, se la condizione del lavoratore è debole, precaria, incerta. La via diversa della Regione Liguria L´attività della Regione Liguria - che è giusto riassumere sinteticamente nell´occasione odierna - si è distinta in questi anni per una strategia ben diversa dai presupposti neoliberisti che ho sommariamente ricordato. E questo assai prima che emergessero i contorni dell´attuale crisi economica. Voglio sottolineare subito l´impegno particolarmente rilevante profuso, con la cassa integrazione in deroga, nel sostegno al reddito di tutti quei lavoratori colpiti dalla crisi che non rientrano tra le categorie protette dall´attuale troppo lacunoso sistema di ammortizzatori sociali. Basti pensare che non sono compresi in queste categorie il settore del commercio, e un comparto così decisivo e esteso per la nostra economia regionale come quello dello shipping. La Regione Liguria ha partecipato, dall´inizio del 2009 e fino al 30 novembre scorso, a 385 esami congiunti per valutare la situazione di crisi di altrettante aziende, soprattutto di piccole dimensioni. Sono quasi 6 mila i lavoratori che così hanno potuto essere assistiti con la cassa integrazione in deroga. Proprio in questi giorni, poi, trova attuazione definitiva un provvedimento che impegna 122 milioni di euro sia per proseguire nel sostegno al reddito dei lavoratori coinvolti in crisi aziendali, sia per favorire l´occupazione. Abbiamo seguito due direzioni principali: incentivi alle imprese che assumono (con contributi per ogni lavoratore assunto che variano dai 5 ai 12 mila euro) e contributi ai singoli lavoratori che si impegnano in percorsi formativi finalizzati all´occupazione. Con interventi di questo tipo copriamo le falle di un sistema nazionale e di scelte del governo che hanno affrontato in modo poco efficace le conseguenze della crisi nel mondo del lavoro e tra le fasce socialmente più deboli. Penso a interventi come quello della social card, o alle misure adottate per offrire un minimo sostegno al mondo del precariato, peraltro penalizzato gravemente dalle scelte per la scuola, le cui conseguenze, ancora una volta, ricadono ora sul ruolo suppletivo che possono svolgere le Regioni. Ma c´è un´osservazione più generale che voglio avanzare a proposito dei limiti della politica con cui il governo sta affrontando la crisi. Non insisterò sulla vacuità propagandistica che troppo a lungo ha teso a sottovalutare l´entità delle difficoltà economiche del paese, quasi sostenendo che sarebbe stato sufficiente un po´ di ottimismo per reagire efficacemente. E non mi nascondo certo come sia molto difficile, per un paese con un debito pubblico alto come il nostro, investire le risorse necessarie per stimolare la ripresa. Sicuramente costa molto finanziare una politica per lo sviluppo. Ma quanto costerà al paese - anche proprio in termini finanziari e di ritorno sul bilancio dello stato - l´assenza pressoché completa di una tale politica? C´è stato e prosegue, del resto, uno scontro nel governo sulla quantità e la finalizzazione delle risorse che possono e devono essere stanziate. Lo abbiamo visto anche nella tensione che ha accompagnato la definizione della legge finanziaria. La posizione sostenuta in particolare dal ministro del Tesoro sembra limitarsi, di fatto, a una sorta di "attendismo", accompagnato dalla speranza che prima o poi, così come una crisi nata al centro del sistema finanziario mondiale ha investito anche l´Italia, una ripresa di origine internazionale tiri fuori dai guai il nostro paese. Al di là di tante analisi brillanti e di belle parole, questa scelta afferma l´assoluta continuità con la situazione che ha preceduto e determinato la crisi, con la completa assenza di strategie capaci di controllare e indirizzare lo sviluppo. È una scelta miope. Dopo la crisi - ammesso che il peggio stia effettivamente per passare - è ancora più necessario ricollocarsi, posizionarsi in modo nuovo in un contesto mutato. Questo è tanto più vero per l´Italia, paese che da lungo tempo, non dimentichiamolo, ha dimostrato molte difficoltà a crescere anche nei momenti di maggiore dinamismo dell´economia internazionale. Per noi davvero la crisi deve essere occasione di cambiamento. Altrimenti il rischio concreto è che anche quando la ripresa si manifestasse realmente, noi potremmo non essere in grado di agganciarla. Del resto già oggi l´Italia rischia di rimanere indietro nella concorrenza con i partner europei che mettono in atto strategie meno timide di aiuto allo sviluppo. Basti guardare alla Germania: non è un caso se la nostra Fincantieri rischia di perdere commesse a vantaggio della cantieristica tedesca. Questo vale naturalmente per altre scelte strategiche, che riguardano il paese e la nostra regione: dalle infrastrutture come il Terzo Valico alla banda larga, agli investimenti necessari perché il sistema dei nostri porti e della logistica si attrezzi in questa fase di traffici più bassi per essere in grado di intercettare la ripresa quando si manifesterà. Naturalmente, se la maggiore responsabilità riguarda la politica nazionale, ognuno deve fare la sua parte. La Regione Liguria, come ricordavo prima, ha puntato in questi anni su capisaldi diversi da quelli che hanno caratterizzato la gestione neoliberista dell´economia che ha fatto fallimento. Anche interpretando al meglio una cultura che appartiene alla nostra storia, fatta di etica del lavoro, di sapienza industriale e progettuale, di diffidenza per l´avventura finanziaria speculativa e spericolata. Abbiamo guardato al valore del lavoro, impegnandoci intanto per eliminare il precariato nel sistema regionale, e abbiamo investito le risorse disponibili in due direzioni: la tutela sociale e lo sviluppo produttivo compatibile con l´ambiente. E questo gestendo contemporaneamente, con successo, una profonda opera di razionalizzazione e miglioramento del sistema sanitario che ci ha consentito di risanare i conti pubblici. La tutela sociale La Liguria è stata la prima regione italiana a costituire un fondo per la non autosufficienza. Con queste risorse abbiamo sostenuto concretamente nel tempo 10 mila famiglie che hanno prestato cura nelle loro case a anziani e disabili non autosufficienti. L´offerta di asili nido e di altre strutture per la prima infanzia è quasi raddoppiata, raggiungendo i parametri di Lisbona. Questa scelta è stata ritenuta centrale anche per il sostegno che offre al desiderio femminile di accedere al mercato del lavoro senza rinunciare nel contempo alla maternità e alle cure della famiglia. Non solo le esperienze europee - come la Francia - ma anche le realtà più vicine a noi dimostrano che un lavoro sicuro e servizi efficienti sono decisivi per invertire la tendenza al calo demografico. Il diritto allo studio è stato garantito in tutti gli ordini di scuola e all´Università, con una risposta alle domande degli aventi diritto che ha raggiunto il 100%. Risorse ingenti sono state investite anche per garantire il diritto alla casa. Con diverse tipologie di intervento: sono stati costruiti e recuperati alloggi di edilizia residenziale pubblica; sono state attuate politiche di social housing, attraverso il sostegno all´affitto, e grazie ai canoni moderati; è stato finanziato un bando con contributi di 10 mila euro per l´acquisto della prima casa a favore di 500 famiglie a basso reddito. Uno stimolo all´edilizia e a una migliore risposta alla domanda di abitazioni è stato perseguito anche con una equilibrata legge per il "Piano Casa". Infine la Regione si è impegnata in un´opera intensa per il miglioramento del trasporto pubblico. Sia aumentando nel tempo gli stanziamenti per il Trasporto Pubblico Locale, sia tutelando gli interessi dei pendolari, soprattutto nel rapporto con Trenitalia, con la quale è stato sottoscritto il nuovo contratto di servizio. Uno sforzo straordinario è stato effettuato per l´acquisto di treni e bus, e per nuovi depositi. Lo sviluppo e l´ambiente Non è un caso che il primo atto importante di questa amministrazione sia stato l´accordo per l´Ilva di Cornigliano. La "filosofia" di quell´accordo - dopo decenni di confronto e di conflitti senza sbocchi - era quella di eliminare le produzioni inquinanti, favorire gli investimenti in nuovi impianti tecnologicamente avanzati, garantire l´occupazione, recuperare alla città aree importanti per lo sviluppo urbano e la dotazione di nuovi servizi e di una nuova viabilità. Tutti obiettivi che, al di là delle difficoltà intervenute nella situazione produttiva dell´Ilva per il sopraggiungere della crisi, sono stati sostanzialmente colti. Ma la Regione ha puntato sull´industria pulita, sulle alte tecnologie, sul legame stretto tra produzione e ricerca in tutto il suo intervento. Ricordo il sostegno dato all´Iit, il progetto del Parco tecnologico e scientifico agli Erzelli (con il finanziamento del trasferimento della Facoltà di Ingegneria), la creazione di due nuovi distretti tecnologici a Genova e alla Spezia, gli interventi di bonifica, oltre che a Cornigliano, alla Stoppani e all´Acna di Cengio. Il supporto ai progetti di riconversione della Ferrania e al nuovo stabilimento Piaggio a Villanova di Albenga. Sono scelte che hanno assecondato la presenza di una industria a elevata qualità tecnologica, che ha attrezzato meglio l´economia regionale di fronte alla crisi, come dimostra tra l´altro l´indice particolarmente alto delle esportazioni liguri anche negli ultimi mesi. Questa strategia ha guardato con particolare attenzione all´importanza di poli di attrazione e di qualificazione per le giovani generazioni, tra l´altro anche definendo una legge regionale per facilitare il ritorno dei giovani liguri che si arricchiscono di percorsi formativi e professionali all´estero. È la stessa logica che ha guidato la Regione anche nell´investire in modo rilevante sulla cultura (99 interventi sul territorio per tutelare e rilanciare il patrimonio storico, artistico e culturale) e sulla creatività: cito l´insediamento della Genova Liguria Film Commission a Cornigliano, e la creazione lì di un distretto dell´audiovisivo e di un Cineporto. È un´azione preziosa sia per definire e diffondere una nuova immagine della nostra regione, sia per incoraggiare giovani professionalità e nuove imprese. D´altra parte l´attenzione all´innovazione e alla creatività è fatta anche della sensibilità per la tutela del nostro patrimonio culturale e identitario: da qui l´idea di sostenere la trasmissione della conoscenza e della memoria della lingua ligure nelle scuole. In campo energetico si è scommesso sulle fonti rinnovabili, ampliando il piano per l´energia eolica e sostenendo la sperimentazione di nuove tecnologie fotovoltaiche. In questi anni i porti liguri si sono dotati di nuovi piani regolatori, sono stati avviati investimenti per nuove opere e varati nuovi progetti che, realizzati in una fase di calo dei traffici, metteranno gli scali della nostra regione nelle migliori condizioni per cogliere le opportunità della ripresa. Rapporti di collaborazione sul terreno delle infrastrutture e della logistica sono stati stretti con Piemonte e Lombardia. Anche per il turismo e per il miglioramento del rapporto tra costa e entroterra è stata perseguita la strategia dell´innovazione, della qualità, della valorizzazione delle produzioni agricole e della tutela del territorio, ampliando il sistema dei parchi regionali, avendo ben presente l´esperienza pilota rappresentata dal Parco Nazionale delle Cinque Terre. Il risanamento dei conti della sanità L´attuazione di questa strategia ha dovuto prima di tutto misurarsi con il risanamento dei conti della sanità: nei primi tre anni è stato ripianato un disavanzo che ha raggiunto il totale di 852 milioni di euro. Il pareggio, raggiunto nel 2007 e mantenuto negli anni successivi, ci ha consentito di attuare una manovra di defiscalizzazione che ha conservato le esenzioni decise sin dall´inizio (fino a 13 mila euro di reddito annuo) e le ha ampliate eliminando le addizionali Ire a tutti i redditi sino a 30 mila euro annui. Dal 2010 sarà l´85 per cento dei contribuenti a non pagare addizionali legate al risanamento dei conti della sanità mentre va ricordato che anche la quasi totalità delle imprese non ha avuto l´onere di maggiorazioni dell´Irap, come è invece avvenuto nelle altre regioni con il bilancio gravato dal deficit della sanità. L´opera di razionalizzazione attuata nel servizio sanitario regionale ha voluto dire risparmi dolorosi ma necessari e corretti sul personale, che voglio qui ringraziare in tutte le sue componenti per la collaborazione prestata, e sui posti letto ospedalieri, ma ha anche ampliato l´offerta di servizi sul territorio. Nuove risorse sono state destinate al miglioramento delle liste di attesa, anche se l´efficienza deve migliorare ancora, mentre azioni più efficaci devono essere attuate per invertire la tendenza alle cure fuori dalla nostra regione. È stato definito il piano ospedaliero, ispirato alla logica della concentrazione in strutture all´avanguardia per la cura delle patologie acute. Dopo i nuovi ospedali di Alberga e di Rapallo (prossimo all´apertura) sono interamente finanziati il nuovo Galliera di Genova e il Felettino della Spezia: sono in corso le procedure di evidenza pubblica per la progettazione a cui seguiranno gli appalti. Procedure analoghe nei prossimi anni saranno attuate per l´ospedale nel Ponente genovese, per quello di Imperia, e per la riorganizzazione del San Martino di Genova. Nel contempo si è lavorato per l´estensione sul territorio dei servizi di diagnostica e di specialistica. Con risultati di questo genere - mentre altre regioni che avevano bilanci squilibrati a causa della sanità sono state commissariate - ci saremmo sinceramente aspettati un plauso anche da parte del governo. Invece abbiamo assistito a un vero e proprio attacco politico. Ignorando in modo inaccettabile la realtà oggettiva della presenza di più anziani in Liguria si voleva strozzare un sistema sanitario regionale appena risanato. L´attacco è stato in buona parte sventato anche grazie alla solidarietà venuta dalle altre Regioni. Ma resta l´amarezza di un comportamento che ha sicuramente avuto di mira più la prossima competizione elettorale regionale che non la salute dei cittadini liguri. Ed è particolarmente grave che sia venuto meno il ruolo a favore della Liguria da parte dell´opposizione locale di centrodestra. Anch´essa, evidentemente, più sensibile alle logiche di convenienza elettorale che alla tutela dei nostri cittadini anziani. Tra circa vent´anni la composizione demografica del nostro paese rispecchierà la struttura attuale della popolazione della Liguria: colpire la nostra regione significa mortificare una realtà che proprio sul terreno della cura e della qualità della vita delle persone anziane dovrà invece saper essere un "laboratorio" capace di indicare strade efficaci all´Italia e all´Europa. Ho già affermato e ripeto qui che, in ogni caso, l´azione di risanamento e riqualificazione del sistema sanitario proseguirà, senza alzare le tasse e senza gravare sui cittadini che hanno diritto all´assistenza. L´ascolto delle comunità locali e del territorio Infine, vorrei sottolineare l´alto grado di partecipazione e di confronto con la società ligure che ha accompagnato le nostre scelte in questi anni. Un aspetto centrale è stato il rapporto ininterrotto tra la Giunta e gli amministratori delle comunità locali, in ogni luogo della regione. Grazie a questi contatti e all´ascolto continuo delle necessità del territorio è stato perfezionato un sistema di contributi e di investimenti rivolti in particolare ai piccoli comuni. E´ stato uno dei modi concreti con cui la Regione ha assecondato il processo di riequilibrio tra costa e entroterra e favorito anche la crescita residenziale in queste aree. Altri interventi in questa direzione sono stati il sostegno all´estensione della banda larga e la difesa delle scuole nei piccoli comuni. Vorrei anche sottolineare la rilevanza degli investimenti regionali, sempre destinati ai Comuni, per garantire, con scelte autonome appropriate, la sicurezza dei cittadini. In questa logica di ascolto e di relazione con i soggetti della società ligure ha dato buoni frutti il "Patto per lo sviluppo" sottoscritto dalla Regione con 23 realtà che esprimono il mondo del lavoro e dell´impresa: dall´industria al commercio, dall´agricoltura all´artigianato, dalla cooperazione al terzo settore. Questa intesa ci ha consentito di definire insieme scelte importanti soprattutto per fronteggiare la crisi: ho già ricordato gli interventi per la cassa integrazione in deroga e per sostenere l´occupazione, ma sono da segnalare anche gli ottimi risultati del sostegno al credito per le imprese, gestito insieme a Unioncamere, il ricorso rapido e intenso a numerosi bandi per finanziare le attività delle piccole e medie aziende e gli investimenti pubblici. La Liguria è stata particolarmente efficiente nella destinazione e nell´impiego dei fondi europei 2007-2013. E lo sarà anche nel garantire la completa trasparenza e correttezza nella loro gestione. È stato poi utile attivare un tavolo di monitoraggio, con tutti i soggetti interessati, sui principali progetti infrastrutturali sia pubblici sia privati, per accelerare le procedure, scambiare rapidamente informazioni, rendere sempre più trasparente l´azione per realizzare le opere. E finalmente oggi molti di questi interventi infrastrutturali si stanno attivando. Ricordo, per sommi capi, l´Aurelia Bis a Savona e alla Spezia, il Nodo ferroviario di Genova, il Terzo valico, la strada a mare di Cornigliano, la Gronda autostradale di Genova. A questo proposito mi auguro che per la realizzazione di infrastrutture decisive per la nostra regione - mi riferisco al Tunnel della Val Fontanabuona - siano finalmente messe da parte logiche di polemica politica strumentale e si sblocchi la realizzazione di un´opera attesa da anni nel Levante genovese, unica area ligure che non ha beneficiato da numerosi anni di alcun rilevante intervento per migliorare la viabilità. Una nuova fase politica Dalla società ligure sono venuti in modo sempre più chiaro negli ultimi tempi significativi riconoscimenti al valore del lavoro che abbiamo svolto, grazie prima di tutto alla coesione della maggioranza, che ha permesso di attuare gli obiettivi che ci eravamo prefissi nel programma di governo e di reagire con prontezza alle conseguenze della crisi economica. Dal punto di vista del contesto politico abbiamo vissuto fasi diverse. Nel 2005 il centrosinistra ha vinto in una situazione particolarmente favorevole. La crisi del governo Prodi ha invece visto un forte spostamento a favore del centrodestra, che però oggi dimostra di avere già esaurito la sua breve spinta propulsiva. In questo diverso contesto la positività dell´azione svolta in questa legislatura rappresenta un valore aggiunto molto importante, e una base decisiva per confermare i legami politici messi alla prova in questi anni e per costruire una nuova maggioranza più vasta e articolata. Questo arricchimento può essere il prodotto in primo luogo della vastità degli interessi sociali tutelati dal nostro impegno: le fasce più deboli della popolazione, la famiglia, il mondo del lavoro. Così come delle opportunità di sviluppo concretamente costruite su basi assai più solide di quelle che hanno portato alla crisi economica. Naturalmente, nel momento in cui riflettiamo sulle cose fatte e guardiamo all´aprirsi di un nuovo ciclo del governo regionale, sappiamo che oltre alla conferma delle scelte che giudichiamo giuste, c´è l´esigenza di sviluppare profondi elementi di innovazione. Questa capacità di innovazione è una prova che riguarda tutti: riguarda le forze che si sono riconosciute nella attuale maggioranza, e quelle che possono essere disponibili a arricchirla e allargarla. Innovare è tanto più necessario nella situazione del mondo e del nostro paese che ho cercato di descrivere sinteticamente. Abbiamo ascoltato in questi giorni gli allarmi e la ricerca di nuove difficili intese registrati all´incontro di Copenhagen sul mutamento climatico. Guardiamo con grande interesse alla ricerca aperta dall´amministrazione Obama per imprimere una svolta nell´economia americana, anche grazie a nuove politiche ambientali, e per definire una nuova politica sociale soprattutto attraverso la riforma sanitaria. È evidente che i temi da noi affrontati: uno sviluppo ecocompatibile, un nuovo modo di produrre energia, nuovi strumenti per garantire le tutele sociali e la salute di tutti, e - in particolar modo per la Liguria - nuove idee per la qualità della vita delle persone anziane, sono gli stessi all´ordine del giorno di una riflessione che coinvolge la politica a livello globale. Lavoriamo dunque per una nuova esperienza di governo in Liguria: sta a tutti noi costruirla definendo di fronte ai cittadini, in modo trasparente, un programma chiaro e all´altezza della sfida molto ardua che abbiamo di fronte. La Liguria ha le risorse culturali, politiche e economiche per vincere questa sfida. . |
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LEGGE FINANZIARIA E BILANCIO 2010 LIGURIA, PRESIDENTE BURLANDO: "INCREMENTATA PROTEZIONE SOCIALE E INVESTITO RISORSE NELL´AIUTO ALLE IMPRESE" |
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Genova, 16 Dicembre 2009 - "Con questo bilancio abbiamo voluto estendere la protezione sociale, attraverso la cassa in deroga, la stabilizzazione dei posti di lavoro, il finanziamento del diritto allo studio, il risanamento dei conti della sanità, l´aiuto al sociale e alla casa e poi abbiamo garantito uno sviluppo più equilibrato, almeno fino alla crisi devastante di questi ultimi anni, con grande attenzione agli investimenti in ricerca, in portualità e logistica in un turismo equilibrato e attento all´ambiente e all´agricoltura". Lo ha detto ieri il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando a margine della presentazione, in consiglio regionale, della legge Finanziaria e della legge di Bilancio 2010. "Adesso - ha ricordato Burlando - di fronte alla grave crisi che si è abbattuta abbiamo deciso di investire molte risorse, come misura inedita, nell´aiuto alle imprese che assumono con un contributo da 5. 000 a 12. 000 euro per ogni nuovo assunto". "Per tutto ciò che è stato fatto in questi anni - ha ribadito il presidente della Regione Liguria - sono molto sereno perché credo sia anche riconosciuto, avendo tempo si possono consolidare questi risultati e trasformare una regione che era molto indebitata e abbastanza marginale, in una regione con i conti in ordine, nuovamente centrale nello scenario politico-economico nazionale". "In un momento come questo - ha concluso Burlando - le regioni e gli stati devono spendere e il dramma italiano è che lo Stato nostro non spende. E´ vero che il nostro è un Paese con un alto debito pubblico, ma perdere le navi della Carnival che Fincantieri ha fatto fino ad oggi, perché non diamo le garanzie per gli investimenti è un errore drammatico perché vuol dire perdere un miliardo di euro, 500 milioni di euro a nave. E´ evidente che in un momento come questo l´economia va sostenuta, altrimenti paghiamo un prezzo senza avere crescita". . |
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TORNA LA FESTA DELLA LEGALITÀ, CONTRO OGNI MAFIA A FIRENZE TANTI OSPITI, TRA GLI ALTRI WALTER VELTRONI E DON CIOTTI APPUNTAMENTO IL 18 AL PALAFFARI E AL POLO DELLE SCIENZE SOCIALI DI NOVOLI |
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Firenze, 16 dicembre 2009 - Il primo anno ebbe come simbolo una sveglia che suonava l’ora legale, ma dall´anno scorso si riconosce per il rosso di una macchia di sangue che si trasforma nel rosso di un pomodoro quali quelli coltivati nei campi confiscati alla mafia. E sotto queste parole: “Dal Rosso Sangue al Rosso Pomodoro…. La legalità cambia la percezione dei colori”. E in questo modo si annuncia anche la terza Festa della Legalità che, organizzata dalla Regione Toscana, farà di Firenze per un giorno intero, venerdì 18 dicembre, capitale nazionale della battaglia per liberarsi dalla criminalità organizzata e per affermare la cultura della legalità. A partecipare saranno tanti protagonisti di questa battaglia, da Walter Veltroni a Don Luigi Ciotti, da Pier Luigi Vigna ai sindaci che stanno lottando per difendere l´uso sociale dei beni confiscati alla mafia. Ma questa sarà soprattutto la giornata dei tanti giovani che in Toscana e dalla Toscana si stanno impegnando per un’Italia libera dalle mafie, a partire dagli studenti che da anni ogni estate lavorano come volontari nei terreni confiscati. Arrivata alla sua terza edizione, poi, la Festa della Legalità si arricchisce di una novità, un town meeting che, grazie all´uso delle nuove tecnologie, consentirà di incrociare due diritti fondamentali, quello alla legalità e alla sicurezza e quello alla partecipazione, consentendo a tutti i partecipanti di esprimere idee, bisogni proposte. La festa inizierà alle 9,30 al Palazzo degli Affari di Firenze (Piazza Adua), con il saluto, tra gli altri, del vicepresidente Federico Gelli, le animazioni per i bambini e l´avvio del town meeting. Alle 10. 30, presso il polo delle scienze sociali dell´Università di Firenze (via delle Pandette 32) è in programma la tavola rotonda “Fermare gl i affari di mafia, difendere i beni confiscati”, coordinata dalla giornalista Silvia Resta, presenti tra gli altri Don Ciotti e Walter Veltroni (membro della commissione parlamentare antimafia). Alle 16. 30 il confronto si trasferirà nuovamente al Palazzo degli Affari dove saranno commentati anche i risultati del town meeting. Alle ore 12. 30, nell´ambito della tavola rotonda sui beni confiscati, al polo delle scienze sociali, è previsto un incontro con la stampa. . |
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MERCATO DEL LAVORO, CRISI MITIGATA DAGLI AMMORTIZZATORI E LE PAGINE DELL´OSSERVATORIO VANNO ON LINE SUL SITO WEB DELLA REGIONE TOSCANA |
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Firenze, 16 dicembre 2009 - La crisi non è finita. I dati Istat rielaborati dall´Osservatorio regionale del mercato del lavoro insieme ai dati sugli avviamenti forniti dai centri per l´impiego mostrano un quadro ancora incerto. Nel corso dei primi 9 mesi del 2009 in Toscana si è registrato un calo delle assunzioni del 15%, il che significa, in termini assoluti 90 mila persone in meno al lavoro rispetto allo stesso periodo del 2008. Il mercato del lavoro (dicembre 2009) Le persone in cerca di lavoro, iscritte ai centri per l´impiego della Toscana, a fine ottobre erano 50. 753 (17,2%) in più rispetto a ottobre 2008. Particolarmente evidente la sofferenza dell´occupazione femminile, visto che il 62% dei disoccupati iscritti al collocamento è composto da donne. La contrazione degli avviamenti è particolarmente forte per i contratti a tempo indeterminato (-28,3%), mentre quelli a tempo determinato registrano comunque una flessione pari a -12,8%. La Cassa integrazione In forte aumento anche la Cassa integrazione, sia ordinaria che straordinaria, cresciute complessivamente del 354% rispetto all´anno scorso. Per la Cassa integrazione straordinaria in deroga, le richieste pervenute alla Regione (che gestisce in proprio le procedure di autorizzazione su richiesta delle aziende e sulla base di accordi sindacali) sono state, a partire dal 4 maggio 2009, 7. 395, per un totale di 18. 063 lavoratori e poco meno di 9 milioni e 600 mila ore. In media sono state richieste 530 ore di Cassa integrazione in deroga a lavoratore. «Questi dati – commenta l´assessore al lavoro Gianfranco Simoncini – confermano quello che, da tempo andiamo dicendo. A dispetto di chi predica ottimismo a buon mercato, la ripresa, se anche ci sarà, non è dietro l´angolo e soprattutto non inciderà, almeno all´inizio, sull´occupazione, che continuerà a lun go a segnare il passo. Credo che in questa situazione, di fronte a centinaia di lavoratori che vedono tuttora in discussione il proprio posto di lavoro e la propria fonte di reddito, abbiamo il dovere di guardare alla realtà con cognizione di causa, utilizzando tutti gli strumenti di cui possiamo disporre per capire e contrastare il fenomeno. Il 2010 non sarà un anno facile. L´occupazione in Toscana non è ancora al tracollo ma dobbiamo ricordare che stanno funzionando in maniera massiccia gli ammortizzatori sociali che hanno aiutato a mitigare l´impatto sociale della crisi. Ma molti problemi devono ancora venire al pettine e quindi dobbiamo attrezzarci per integrare e adeguare il pacchetto dei provvedimenti anticrisi. Fra le novità anche le pagine web, sul sito della Regione Toscana, dell´Osservatorio regionale sul mercato del lavoro, uno spazio condiviso che offre a tutti i cittadini, in forma accessibile e trasparente, i risultati di analisi e ricerche». Le misure anticrisi Fra le emergenze su cui si è cercato di intervenire, quella dei lavoratori precari, che non possono contare su ammortizzatori sociali. Per loro sono stati estesi gli incentivi alle aziende che rinnovano per un anno i contratti a termine giunti a scadenza. «Si tratta di una misura straordinaria – spiega l´assessore - perché la linea che continuiamo a perseguire è comunque quella della stabilizzazione. Per questo stiamo finanziando un fondo che offre incentivi alle aziende che stabilizzano i lavoratori a termine. E per i settori più deboli del mercato del lavoro abbiamo anche un´altra serie di interventi, come il pagamento degli interessi alle banche per l´anticipo degli stipendi non pagati, l´anticipo della Cassa integrazione, il fondo per il sostegno al credito dei lavoratori atipici, il contributo una tantum per chi non ha diritto alla cassa integrazione e per il pagamento del mutuo». Ma non è tutto. Grazie a una serie di accordi stipulati con le parti sociali, la cassa integrazione in deroga potrà essere concessa per un periodo superiore ai sei mesi e anche gli incentivi della Regione ai contratti di solidarietà sono stati estesi e potenziati. Le pagine web dell´Osservatorio La Regione dispone oggi di nuovi strumenti di rilevazione e monitoraggio che, da oggi, possono essere facilmente consultati anche dai cittadini sul sito della Regione, all´indirizzo http://web. Rete. Toscana. It/orml/index. Jsp. «Anche questo strumento – spiega l´assessore – è prezioso in questa fase, contribuendo a rendere trasparente l´attività della Regione e a valorizzare la ricerca operata dalle varie fonti che vi collaborano come Irpet, Centri per l´impiego, Istat, Servizio lavoro della Regione e allargando gli orizzonti conoscitivi sulle tendenze del mercato del lavoro regionale, consentendo un approfondimento dei temi che via via sono ritenuti rilevanti, per approfondirne e meglio interpretarne le molteplici, e spesso contraddittorie, sfaccettature». Le pagine web mettono a disposizione di chi le consulta un ulteriore e importante strumento: la "Consultazione dati" che consente una ricerca libera e personalizzata tra i dati messi a disposizione, navigando fra i principali temi che caratterizzano il mercato del lavoro, con la possibilità di filtrare solo le variabili di interesse, in modo da creare tabelle e grafici su misura. E´ possibile, ad esempio, visualizzare le assunzioni avvenute dal 2008 ad oggi distinte per: trimestre, provincia, settore di attività, tipologia contrattuale e genere; oppure estrapolare i disoccupati iscritti presso i centri per l’impiego distinti per: trimestre, provincia, fascia di età, genere e cittadinanza). . |
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OGGI A PERUGIA CONVEGNO SU "RICERCA, INNOVAZIONE, RETI D´IMPRESA" |
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Perugia, 16 dicembre 2009 – Le principali esperienze nel campo di ricerca, innovazione, reti d’impresa dal 2005 al 2009 e le misure di sostegno previste dal pacchetto competitività 2009 saranno al centro del convegno organizzato dalla Regione Umbria che si terrà a Perugia mercoledì 16 dicembre (Hotel Sangallo Palace, inizio ore 9). La giornata, spiegano dall’Assessorato regionale allo Sviluppo economico, rappresenta l’evento annuale di comunicazione previsto dalla programmazione comunitaria “Por” Fondo Sociale Europeo e Fondo Europeo di Sviluppo Regionale per effettuare una prima valutazione dei risultati raggiunti, tracciando un bilancio qualitativo dei progressi fatti in questi anni dal sistema delle imprese umbre e dai giovani ricercatori umbri, e allo stesso tempo costituisce base per l’ulteriore rafforzamento delle politiche regionali per lo sviluppo. Già dal biennio 2004-2005, la Regione Umbria ha scelto con decisione la via della ricerca, innovazione e reti di impresa quale asse portante di una nuova fase di sviluppo. In quest’ottica, la maggior parte delle risorse disponibili provenienti dai fondi comunitari è stata orientata a diffondere la cultura e le pratiche dell’innovazione nel sistema delle imprese umbre. Per stabilizzare tale politica, ogni anno si è prodotto il “pacchetto competitività”, un insieme di provvedimenti di sostegno alla ricerca industriale e allo sviluppo sperimentale, all’innovazione e alla costituzione di reti di impresa, portatrici di progetti innovativi. Sono stati già stati attivati quattro “pacchetti”, mentre il quinto, relativo all’annualità 2009, è in corso di preparazione, con previsione di uscita dei relativi bandi nelle imminenti settimane. Il pacchetto 2009 sarà illustrato nel pomeriggio del 16 dicembre a cura della Direzione regionale Sviluppo economico e Attività produttive (dalle ore 15): si tratta di un insieme di provvedimenti che riguardano il complesso delle imprese extra-agricole, compreso il commercio; comprenderà anche misure specifiche per il rafforzamento delle competenze di imprenditori, manager, quadri e ricercatori delle imprese umbre. Il programma della mattinata prevede la presentazione di alcune esperienze di imprese leader che, in gruppi di imprese, si sono cimentate con successo con i temi della ricerca, innovazione e costruzione di reti in questi ultimi cinque anni. Saranno presentate anche esperienze di giovani ricercatori che hanno raggiunto significativi risultati in diverse tipologie di tecnologie e settori. . |
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LA "FORZA QUIETA" DELL´ARTIGIANATO TRENTINO STA REAGENDO ALLA CRISI |
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Trento, 16 dicembre 2009 - L´assessore all´industria, artiginato e commercio Alessandro Olivi ha presentato ieri , presso la Sala Rosa della Regione, il terzo Rapporto sullo stato dell´artigianato trentino, realtà fatta di 14mila imprese con 37mila addetti. "Il primo elemento di qualità di questo Rapporto 2009 - ha detto l´assessore nel suo intervento, - sta nel fatto che l´insieme dei dati matematici e statistici nasce da una vasta operazione di ascolto che ha coinvolto più di duemila aziende artigiane. Non di esercizio accademico si tratta, quindi, bensì di un grande affresco complesso e composito che nasce dalle parole vive e vere degli artigiani". E ne ha dato testimonianza Mariacristina Mirabella, funzionaria del Servizio statistica, che ha coordinato il lavoro di raccolta dati e che ha raccontato in coda di presentazione le difficoltà, ma anche le soddisfazioni raccolte contattando e coinvolgendo le imprese e i loro titolari. Il Rapporto, quasi 370 pagine di indagini, riflessioni e molte, moltissime tabelle, è stato curato e scritto dal noto sociologo trentino Nadio Delai, presidente di Ermeneia - Studi & strategie di sistema. "Il Rapporto 2009 - ha detto tra l´altro Delai nella sua relazione illustrativa, - è chiaramente una risposta a quegli economisti che negli anni scorsi avevano giudicato come ´sbagliata´ la dimensione diffusa della micro-imprenditorialità: ci avevano detto che mai un sistema del genere avrebbe potuto superare una crisi economica. In realtà i dati oggi ci dicono che proprio perché diffusa, proprio perché piccola e legata al proprio territorio, proprio perché forza economica che ´fa il passo secondo la gamba´ (in realtà Delai ha usato il neologismo di "forza quieta"), l´artigianato ha saputo reagire anche alla crisi economica, mescolando fasi ed aree di assestamento a momenti ed episodi di trasformazione e di innovazione". Certo, non mancano i problemi ma la congiuntura negativa, ha detto il presidente degli artigiani Roberto de Laurentis, conosce in Trentino dei chiaroscuri (l´asta dell´Adige risente in negativo di più delle valli; bene l´edilizia grazie ai provvedimenti della Provincia; più in crisi filiere e settori "poveri" come ad esempio il legno) anche se, mutuando la frase di un consulente del presidente americano Obama, "una buona crisi non possiamo mai lasciarcela scappare!" La crisi, infatti, sempre secondo de Laurentis, "ha fatto emergere la caratteristica fondante dell´artigiano, che è impresa di uomini e donne che lavorano e sudano con le loro mani. Lasciatemelo dire: da questo Rapporto emerge come fatto chiaro che quelle artigiane sono veri e propri enti morali!" "Il merito principale di questo Rapporto, voluto nel 2005 dal mio predecessore Franco Panizza, è il fatto di esser nato ascoltando i diretti interessati, gli artigiani - ha detto l´assessore Olivi nel suo intervento alla presentazione del terzo Rapporto sullo stato dell´Artigianato trentino. - E´ quindi uno studio che ci dà indicazioni dopo aver fatto parlare gli attori del problema, i protagonisti della ´fabbrica diffusa´ che l´artigianato". Ma quali sono le piste di lavoro, le indicazioni strategiche che emergono dal rapporto? "Innanzitutto emergono alcune conferme sulla bontà delle Linee guida che la Provincia ha fornito al settore in questi ultimi anni. Abbiamo garantito la tenuta del sistema, ma non siamo stati noi a fare selezione, perché a questo ci ha pensato direttamente la crisi, mentre siamo stati noi a fornire sostegni, supporti e stimoli alle aziende perché migliorino, perché avanzino nell´innovazione. Stimoli e supporti, però, che non devono andare solo ai più bravi, ma devono venire incontro anche a coloro che bravi vorrebbero diventarlo e potrebbero esserlo proprio grazie agli incentivi. Ecco perché la creazione dell´Agenzia provinciale per gli aiuti alle imprese si sta rivelando uno strumento di straordinaria importanza per inventare nuove strategie nella distribuzione degli incentivi, per controllarne i reali effetti sulle aziende e sull´economia, per fare quell´informazione diffusa che il Rapporto 2009 individua come uno dei lati problematici della crisi economica trentina. Toccherà, insomma, all´Agenzia informare gli artigiani che i contributi servono per fare investimenti nell´ innovazione di prodotto, per fare rete con altre aziende, per affrontare il mercato globale con la propria identità sulle spalle". Ecco perché dobbiamo presidiare anche la multisettorialità, che è un elemento tipico e caratterizzante delle piccole imprese; ecco perché la presenza ritenuta positiva dai più delle strutture del credito mette in luce la positiva presenza del circuito della Cooperazione di credito, ma anche l´efficienza delle strutture che vengono incontro alle necessità di investimenti da parte degli artigiani. Indicazioni per il futuro? "Vogliamo garantire l´artigianato diffuso - ha concluso l´assessore Olivi, - assecondandone le differenziazioni e tenendo presente che la necessità dell´innovazione di prodotto è un valore inscindibile con la figura dell´artigiano". Nadio Delai, curatore del Rapporto 2009 sullo stato dell´artigianato trentino, le ha definite "tensioni"; sono, in realtà, quadri d´insieme che tratteggiano ed esemplificano alcune caratteristiche dell´artigianato trentino (fatto di 14mila imprese con 37mila addetti). La prima è una tensione verso il permanere delle dinamiche quiete e/o di lenta trasformazione del mondo artigiano: si è davanti ad un’evoluzione “frenata” del numero delle imprese, del numero dei titolari e del numero dei soci, quasi che il settore abbia raggiunto il suo punto di equilibrio e di stabilizzazione (tab. 1 nel file allegato "Le tabelle più significative"); a questo si accompagna una crescita ancora lenta dell’impresa artigiana al femminile, una tradizionale maturità demografica degli imprenditori (tab. 2) e peraltro una buona capacità di assorbire immigrati stranieri che a loro volta restano tuttavia sostanzialmente stabili o in lieve crescita; una tensione, complementare rispetto alla precedente, verso una certa crescita o decrescita dei singoli comparti, con riferimento ad alcuni aspetti specifici: aumenta ad esempio il numero di aziende della meccanica e delle attività estrattive, seguite da quelle della chimica, della plastica e della gomma, dell’edilizia, della carta, mentre regrediscono le aziende del comparto vetro-ceramica, dell’ottica, degli strumenti musicali e del comparto ferro e leghe (tab. 3); in compenso si è in presenza di un aumento tra il 2006 e il 2008 dei mestieri dell’artigianato tradizionale in maniera più pronunciata, mentre l’ambito dei servizi paga un significativo declino sul piano occupazionale (tab. 4); una tensione evidente tra le sensazioni immediate rispetto all’impatto della crisi, da un lato e le interpretazioni più ponderate della medesima, dall’altro: 2/3 degli intervistati (67,5%) dichiarano di aver risentito in maniera significativa della crisi, ovviamente più nel 2009 che nel 2008 (tab. 5), ma contemporaneamente l’occupazione mostra una certa tenuta, con riferimento all’anno in corso e sembra permanere tale anche per il 2010 (cfr. Sempre tab. 5); e soprattutto, gli intervistati ammettono (nel 58,0% dei casi) che “sino ad oggi in Trentino si è avuto più paura degli effetti potenziali della crisi che non risentire degli effetti reali della medesima” (tab. 6); una tensione verso la differenziazione delle imprese, tra quelle dinamiche e quelle relativamente più statiche: il che è confermato da 2/3 degli intervistati (65,6%) che riconoscono come “ci siano aziende del proprio comparto che vanno bene o addirittura molto bene e altre che vanno male o abbastanza male”; oppure ancora, 8 intervistati su 10 (78,4%) affermano che “la crisi finirà per selezionare nettamente le imprese più dinamiche ed efficienti rispetto alle altre” (cfr. Sempre tab. 6); una tensione tra accesso potenziale ed accesso reale agli interventi di sostegno pubblico da parte delle imprese: esiste cioè una divaricazione sul piano della conoscenza dei provvedimenti che a sua volta si amplia ulteriormente qualora si passi a considerarne l’utilizzo effettivo da parte delle imprese; infatti tra il 39,1% e il 72,3% degli intervistati non conosce le provvidenze già attivate e meno del 25% delle aziende hanno già utilizzato o pensano di utilizzare queste ultime (tab. 7); va da sé che tali percentuali peggiorano qualora ci si riferisca a strumenti di sostegno in corso di avvio per i quali conoscenza e utilizzo non possono che risultare minori. A fronte delle tensioni suddette sono state anche ipotizzate delle possibili “strategie di ammorbidimento” delle stesse. La prima riguarda il confronto stasi/movimento all’interno della “forza quieta” dell’artigianato: a tale proposito bisogna saper distinguere tra le diverse anime che compongono quest’ultimo, con la conseguente predisposizione di interventi che talvolta sono di protezione e tal’altra di convinta e decisa promozione. Questo deve servire a garantire ad un tempo la continuità della “forza quieta”, da un lato e la sua parallela, lenta mutazione, dall’altro. La seconda strategia è più radicale perché porta a distinguere tra imprese dinamiche e imprese statiche, che già era stata messa in luce nel Rapporto precedente ma che la crisi tende e tenderà ad acuire. È del tutto evidente che la differenziazione di condizioni, di attese, di orientamenti non possono che significare anche differenziazione delle risposte dal punto di vista del soggetto pubblico, dei soggetti associativi, dei soggetti bancari. La terza strategia deve essere infine volta ad incidere sulla asimmetria informativa che investe le aziende: esse devono poter conoscere adeguatamente e per tempo le opportunità di sostegno esistenti, ma anche saper gestire i percorsi burocratici necessari per arrivare alla presentazione, all’approvazione ed infine all’erogazione dei contributi da parte della Pubblica Amministrazione locale. Uno sforzo esplicito sul piano della “comunicazione di servizio” diventa particolarmente importante, specie per rafforzare i passaggi più delicati della vita delle imprese, passaggi che possono risultare accentuati dalla crisi in corso. Peraltro le strategie suddette possono far conto (in positivo) su un notevole “capitale di fiducia” che si declina sul piano personale degli imprenditori e su quello delle aziende. Come si vede dalla tabella 8: ci si trova davanti ad una quota non marginale di imprese in sviluppo malgrado la congiuntura e pronte ad adeguarsi alle trasformazioni necessarie che possono derivare dall’attuale crisi; si continua a essere sostanzialmente ottimisti sul piano degli atteggiamenti e convinti che ci sarà un discreto futuro per l’impresa (57,6% + 31,6% degli intervistati); e l’impegno personale dell’imprenditore che scommette sul futuro è ampio e generalizzato, tanto da interessare, con una formula o con l’altra, il 90% circa degli intervistati (71,1% + 19,7%). Va infine ricordato che nel Rapporto 2009 sono stati approfonditi due specifici aspetti: quello del tema-chiave dell’innovazione, da un lato e quello dei rapporti col sistema del credito, dall’altro. Nel primo caso si è verificato come la spinta innovativa dichiarata dalle aziende non sembra essere certo marginale, mentre elevata è anche la consapevolezza (81,1%) che bisogna “superare la tentazione di adagiarsi su quello che già si fa” come pure “è importante aumentare la quantità e la qualità dei servizi che si offrono ai clienti e che accompagnano il prodotto-tipo dell’azienda” (82,5%), come mostra la tabella 9. Per quanto concerne i rapporti col mondo del credito va detto che in sede locale tali rapporti non appaiono essere particolarmente difficili, vista la percezione che hanno del problema gli intervistati: la difficoltà nell’avere credito adeguato da parte del sistema bancario viene infatti collocata al 12° posto nell’ambito di 14 problemi sottoposti a giudizio (cfr. Tab. 10). E peraltro a questo proposito viene ribadito come sia necessario riequilibrare la relazione, oggi troppo asimmetrica, tra artigiano e sistema bancario, come peraltro era già emerso in maniera abbastanza evidente anche dal Rapporto precedente: tanto da far dire agli intervistati che “l’artigiano ha una cultura orientata alla produzione, ma una cultura molto meno solida dal punto di vista dei rapporti con le banche” (73,6%) e ancora che “risulterebbe importante fra crescere gli artigiani sotto il profilo della cultura economica e del credito, anche per avere maggiore capacità negoziale nei confronti del sistema bancario (83,2%), come evidenzia la tabella 10. In conclusione affrontare il sistema dell’artigianato trentino oggi richiede soprattutto “finezza di approccio”, perché l’azienda costituisce un soggetto delicato e perché la strada della mutazione che l’attende già oggi, ma ancora di più in futuro, risulterà assai impegnativa. Per questo bisognerà rendere più compresso il “motore diesel” dell’artigianato, al fine di aumentarne la resa, attraverso un accompagnamento sofisticato che permetta alle aziende di restare semplici, diventando contemporaneamente più competitive. . |
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TRENTO: SEED MONEY, RADDOPPIANO I FONDI A DISPOSIZIONE LA PROVINCIA AGGIUNGE 1,17 MILIONI AL BUDGET GIÀ DISPONIBILE. DELLE 62 DOMANDE PRESENTATE 55 SONO STATE AMMESSE ALLA VALUTAZIONE DI MERITO |
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Trento, 16 dicembre 2009 – Semi importanti per far nascere nuove imprese innovative. Questo l’obiettivo del “Seed money”, progetto attuato per la prima volta in Trentino e che ha riscosso un notevole interesse. Tant’è che la Provincia autonoma di Trento ha deciso di aggiungere altri 1,17 milioni di euro al milione di fondi comunitari Fesr già previsti sul bando, così da finanziare un numero maggiore di progetti. Una prima verifica ha infatti ammesso ad istruttoria 55 delle 62 domande presentate. Tanti erano infatti i progetti d’impresa presentati a Trentino Sviluppo entro il termine del 31 ottobre scorso sul bando del “Seed Money”. Introdotto nell’ordinamento provinciale dalla legge finanziaria 2008 che ha istituito il Fondo per il sostegno all’innovazione, si propone di promuovere la diffusione di iniziative imprenditoriali in settori innovativi o ad alto contenuto tecnologico. A tale scopo, mediante il bando n. 3/2009 avente ad oggetto "Sostegno alla creazione di iniziative imprenditoriali mediante seed money" previsto dal Programma Operativo Fesr 2007-2013 della Provincia autonoma di Trento, ai soggetti interessati ad avviare una nuova impresa nei settori innovativi o contraddistinti da un elevato contenuto tecnologico viene concesso un contributo di 100 mila euro che possono salire fino a 150 mila euro qualora siano ricomprese spese di tutoraggio imprenditoriale. Tale finanziamento va a coprire i costi di avviamento dell’impresa, tra cui analisi di mercato e di settore e la predisposizione del business plan, le spese di ricerca funzionali all’avvio dell’attività imprenditoriale, i costi di costituzione della società, il tutoraggio. Trentino Sviluppo, in collaborazione con la Provincia, ha esaminato le singole domande per verificarne l’ammissibilità complessiva e delle singole voci di spesa. Al termine di questa prima verifica formale sono risultate ricevibili per l’istruttoria di ammissibilità e di merito ai fini del finanziamento 55 delle 62 domande presentate. I fondi Fesr disponibili sul bando, pari ad un milione di euro, avrebbero consentito di finanziare un numero limitato di nuove attività d’impresa. Perciò il 10 dicembre scorso la Giunta provinciale ha deliberato un ulteriore stanziamento di 1. 173. 086,89 euro, così da finanziare un numero maggiore di progetti ritenuti ammissibili sulla base dei criteri di selezione e di valutazione previsti dal bando. Le domande verranno ora esaminate anche dal Comitato tecnico scientifico per la ricerca ed innovazione della Provincia di Trento che si esprimerà circa il livello di innovazione e il contenuto tecnologico dell’idea imprenditoriale. Infine toccherà ancora a Trentino Sviluppo erogare il contributo previsto. Obiettivo: concludere l’iter valutativo entro inizio febbraio 2010. . |
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MENO ASSENZE SUL LAVORO: È "TRASPARENZA TOTALE" NELLA REGIONE LAZIO |
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Roma, 16 dicembre 2009 - Più trasparenza e meno assenteismo alla Regione Lazio. Questo uno dei risultati presentati ieri nel Rapporto 2009 ´Trasparenza totale´ alla Regione Lazio, un progetto realizzato su uno studio elaborato dal giuslavorista Pietro Ichino dell´Università degli studi di Milano. Il nuovo approccio all´organizzazione del lavoro ha contribuito a un´evoluzione delle assenze sul posto di lavoro: si è passati da 32,8 giorni di assenza in media per dipendente (ferie escluse) del 2006 ai 25,3 giorni di assenza in media per dipendente nel 2008. L´obiettivo della riduzione dell´assenteismo è stato perseguito mediante il monitoraggio delle assenze e l´introduzione di tornelli. Inoltre negli ultimi 4 anni è calato il numero dei dirigenti rispetto a quello complessivo dei dipendenti: nel 2005 su 3. 688 dipendenti c´erano 442 dirigenti, nel 2009 su 3. 133 dipendenti (calati del 15%) i dirigenti sono 283 (con una riduzione del 36%). E´ previsto poi un ulteriore taglio delle unità dirigenziali nel 2010, che porterebbe a una riduzione complessiva del 57% rispetto al 2005. Il risparmio derivante da questo ridimensionamento è stato calcolato in 6,5 milioni di euro all´anno. "Trasparenza totale - ha spiegato Pietro Ichino - significa impegnarsi con l´opinione pubblica, si rompe così il monopolio pubblico della valutazione. Non si può più barare, se gli obiettivi non vengono raggiunti c´è un dirigente che deve rispondere del mancato risultato. Va dato merito a Piero Marrazzo di aver fatto una scelta coraggiosa". "La Regione Lazio - ha aggiunto Ichino - ha trasformato un dato negativo in una risorsa politica, la Regione è così diventata un laboratorio di sperimentazione e ha messo in campo le idee sperimentando. La Regione Lazio ha preceduto infatti la legislazione nazionale". La legge sulla´trasparenza totale´ dopo aver ottenuto il via libera della Giunta e della commissione competente, non ha fatto in tempo ad essere approvata in Consiglio regionale. Un passo che spetterà alla prossima Giunta. . |
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GIUNTA ABRUZZO: APPROVATE DIRETTIVE PER ENTI STRUMENTALI SU PERSONALE |
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Pescara, 16 dicembre 2009 - La Giunta regionale, su proposta dell´ assessore al Personale, Federica Carpineta, ha emanato direttive in materia di politiche del personale rivolte agli enti strumentali della Regione, nell´ottica del principio della riduzione dei costi in materia di spese di personale, dettato dalla normativa nazionale ed in linea con la politica regionale di complessiva razionalizzazione delle risorse. "E´ in fase di attuazione - ha commentato l´assessore Carpineta - un Programma di riorganizzazione della Regione Abruzzo, che prevede anche una riduzione delle spese relative al personale, dirigenza compresa, con l´obiettivo di portare nella programmazione dei prossimi 3 anni un contenimento della spesa del personale della Regione e degli enti strumentali. Si tratta di un primo passo verso la riorganizzazione e la razionalizzazione di tutte le risorse regionali - ha concluso l´Assessore - che possa portare ad una maggiore efficienza dell´azione amministrativa nel suo complesso". . |
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APPROVATI IN CAMPANIA 51 PROGETTI PER AUMENTARE I POSTI NEGLI ASILI NIDO COMUNALI; PUBBLICATO SUL BURC IL SECONDO AVVISO, I COMUNI HANNO 60 GIORNI PER PRESENTARE NUOVI PROGETTI |
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Napoli, 16 dicembre 2009 - Il nucleo di valutazione dell´assessorato alle Politiche Sociali della Regione Campania ha approvato 51 progetti relativi al primo dei tre bandi destinati all´aumento dei posti degli asili nido comunali. Salerno, con 21 progetti risultati idonei, è la provincia con il maggior numero di finanziamenti ottenuti, seguono Napoli con 20, Caserta con 4 e Benevento e Avellino con 3. Sul Bollettino ufficiale del 7 dicembre è stato pubblicato il secondo avviso pubblico per finanziamento di asili nido, di micro nidi comunali e di progetti per servizi integrativi, innovativi e/o sperimentali. I Comuni, compresi quelli a cui è stata respinta l’istanza con il primo avviso, hanno 60 giorni di tempo per presentare la domanda di ammissione al contributo. "Abbiamo avuto - sottolinea l´assessore Alfonsina De Felice - una risposta molto positiva. Sono arrivati tanti progetti, segno che la domanda di strutture di qualità per l´accoglienza di bambini da 0 a 3 anni è un´esigenza molto sentita. "Le Province di Salerno e Napoli sono quelle che hanno risposto meglio sul piano della qualità e del numero dei progetti presentati, ma rivolgo un appello alle altre tre province perchè siano più e meglio presenti nel secondo avviso pubblico già aperto. "Nel giro di un anno - conclude l’assessore - la Campania non sarà più <maglia nera> per numero di posti nei nidi pubblici, e questo rappresenta un enorme risultato". . |
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EMILIA ROMAGNA: PROGETTO DI ACCOGLIENZA DEI BAMBINI DI CHERNOBYL: LA VICE PRESIDENTE MUZZARELLI INCONTRA 37 BAMBINI UCRAINI OSPITI DELL´ASSOCIAZIONE "POLIVALENTE 87 E G. PINI" DI MODENA |
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Bologna, 16 dicembre 2009 – Alëša, Ruslana, Vlasidlav, Viktoria. Sono 37 i bambini ucraini, tra gli 8 e i 12 anni, e 3 le accompagnatrici che, anche quest’anno, sono arrivati nel mese di dicembre in Emilia-romagna e che vengono ospitati dall’associazione “Polivalente 87 e G. Pini” di Modena fino al 4 gennaio. Dal 1996 la Regione, in collaborazione con le associazioni Anpas, “Verso Est”, “Aiutiamoli a vivere” e “Polivalente 87 e G. Pini”, organizza soggiorni in famiglie emiliano-romagnole per bambini provenienti da aree della Bielorussia e dell’Ucraina contaminate in seguito all’incidente nucleare di Chernobyl. L’obiettivo è far trascorrere ai piccoli un periodo di vacanza con attività espressamente organizzate per loro, ma anche sottoporli a specifici accertamenti diagnostici (visite pediatriche ed ecografia tiroidea) per verificarne le condizioni di salute. I bambini e le accompagnatrici hanno incontrato ieri a Bologna, nella sede della Regione, la vice presidente Maria Giuseppina Muzzarelli. “Dopo l’immensa tragedia di Chernobyl – ha ricordato la vice presidente – si è sviluppato un grande movimento di solidarietà a livello internazionale. Da anni la Regione Emilia-romagna, in base a un’apposita convenzione, insieme a diverse associazioni porta avanti il proprio impegno nei confronti dei bambini”. Per il periodo di permanenza in Emilia-romagna, i piccoli ospiti (e un accompagnatore ogni 15 minori) vengono iscritti al Servizio sanitario nazionale in modo da facilitare e rendere ancora più rapida la realizzazione di qualsiasi intervento medico. Il cancro alla tiroide è, infatti, insieme a quelli ai polmoni e alla vescica, la malattia più frequente tra i bambini provenienti dalla zona di Chernobyl. Un mese di soggiorno in ambienti non contaminati consente l’abbattimento fino al 50% dei valori di cesio assorbito, riducendo la possibilità di insorgenza di forme tumorali. La “Polivalente 87 e G. Pini” di Modena lavora da anni in Ucraina, nel Distretto di Kagarlik, Regione di Kiev, in progetti di cooperazione internazionale e aiuto umanitario rivolti principalmente alle scuole, e nei settori della prevenzione sanitaria e alimentare, oltre all’inserimento dei bambini disabili nelle scuole. Il Distretto di Kagarlik è una delle zone più povere del paese, con villaggi sparsi tra i boschi, senza strade asfaltate e con case che rimangono spesso senza acqua corrente ed energia elettrica. In questo contesto la scuola rappresenta l’unico punto di riferimento istituzionale per gli abitanti, e l’unico centro di aggregazione sociale possibile. Quasi 10mila i bambini accolti in Emilia-romagna Dal 1996 a oggi sono quasi 10mila i bambini bielorussi e ucraini arrivati in Emilia-romagna grazie al “Progetto di accoglienza dei bambini di Chernobyl” promosso dalla Regione. Per la delicatezza dell’intervento l’iniziativa ha la supervisione del Comitato tutela dei minori della Presidenza del Consiglio dei ministri. Si avvale inoltre della collaborazione di associazioni disposte a condividere un’impostazione volta a salvaguardare il più possibile l’equilibrio psicologico e affettivo di bambini, che spesso hanno alle spalle vissuti difficili con situazioni di degrado sociale ed economico e che nelle città italiane si trovano improvvisamente a contatto con modelli e stili di vita molto diversi. In particolare, per evitare il rischio che i bambini possano legarsi troppo alla famiglia che li accoglie, con il rischio di dolorose lacerazioni al momento del distacco, e anche per garantire a tutti i piccoli delle zone contaminate le stesse opportunità di soggiorno, il progetto della Regione prevede che la permanenza in Italia non possa protrarsi per più di due mesi in un anno per ciascun bambino e comunque per non più di tre anni di seguito. L’accoglienza deve avvenire durante la chiusura delle scuole. L’associazione “Polivalente 87 e G. Pini” di Modena accoglie i bambini per un mese, solitamente nel periodo natalizio, coincidente con la chiusura delle scuole in Ucraina. Ospitarli non basta: le iniziative per aiutarli nei Paesi d´origine Puntare sempre più ad aiutare i bambini di Chernobyl a casa loro, per non sradicarli dalle famiglie, per non metterli a contatto con una cultura spesso troppo diversa rispetto a quella dei paesi di origine. Coerentemente con un’impostazione che è quella ormai riconosciuta da tutta la cooperazione allo sviluppo, anche la Regione Emilia-romagna, insieme alle associazioni partner del Progetto Chernobyl e ai Tavoli Paese Ucraina e Bielorussia, sta sempre più affiancando alle iniziative di accoglienza dei bambini nelle città emiliano-romagnole progetti nei Paesi di origine. Progetti che affrontano tematiche legate alla prevenzione sanitaria e alimentare, sviluppo di forme di accoglienza in loco, processi di de-istituzionalizzazione per bambini orfani, inserimento di bambini disabili nelle scuole normali e sviluppo di una cultura di integrazione. . |
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