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MERCOLEDI
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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 20 Gennaio 2010 |
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TRANSIZIONE AL DIGITALE IN PIEMONTE: OLTRE 8 MILIONI DI EURO PER POTENZIARE IL SISTEMA DELLEE RETI DIGITALI |
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Torino, 20 gennaio 2010 - È di oltre 8 milioni di euro la dotazione finanziaria complessiva prevista dalla nuova misura di sostegno alla transizione al digitale, approvata ieri mattina dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore alle Politiche per l’Innovazione, Andrea Bairati. Beneficiari dell’intervento, finanziato nell’ambito del Programma Operativo regionale 2007 –2013, sono le Pmi titolari di emittenti televisive locali che rientrano nell’elenco delle emittenti curato dal Comitato Regionale per le Comunicazione (Co. Re. Com Piemonte) e che all’atto della concessione del contributo dimostrino di essere in possesso dell’autorizzazione all’uso della frequenza in tecnica digitale da parte del Ministero dello Sviluppo Economico. I contributi sono destinati a sostenere progetti di investimento, materiale e immateriale, rivolti all’innovazione tecnologica, come l’acquisto delle attrezzature necessarie alla sostituzione degli impianti analogici esistenti e la riqualificazione del personale. Il valore massimo finanziabile per i progetti è di 500 mila euro, di cui un massimo di 166 mila euro di contributo a fondo perduto e un massimo di 333 mila euro di finanziamento a tasso zero da restituirsi entro cinque anni. Così ha commentato l’assessore alle Politiche per l’Innovazione della Regione Piemonte, Andrea Bairati:“torniamo a scommettere sull’innovazione, per favorire lo sviluppo e la crescita di attività economiche basate su reti e servizi digitali. Questa nuova azione di sostegno verso il sistema televisivo regionale, in una fase delicata come quella della transizione al digitale, ha l’obiettivo di promuovere l’adeguamento tecnologico e la qualità dei contenuti”. . |
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CERCHI SULL’ACQUA DI RAFFAELLA MARTINOTTI |
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Milano, 20 gennaio 2010 - Le ombre di un passato irrisolto rivivono nella narrazione a due voci dei protagonisti alla ricerca di una nuova complicità. Che cosa accade tra due persone quando una salva la vita all’altro? Incontrandosi per caso a Venezia, i protagonisti di un inspiegabile incidente in mare avvenuto dodici anni prima capiscono che tra loro si è creato un legame in grado di resistere al passare del tempo. Andrea sarebbe annegato cadendo da una barca se Gaia non lo avesse soccorso e quell’episodio è una ferita ancora aperta per entrambi, incapaci di trovare risposta a troppi interrogativi. Andrea non ha un ricordo diretto dell’accaduto e rivive quel momento per la prima volta, scoprendo così di avere in comune con la ragazza, che a quel tempo era innamorata di lui, la passione per la musica lirica e un profondo legame con il mare. Spesso il mare gli aveva indicato con chiarezza la strada da seguire: ora, più consapevole e sereno, riuscirà a cogliere il suggerimento trascurato anni prima? La risposta verrà di nuovo dalle onde e dai cerchi sollevati da un sassolino buttato in acqua per interrogare il destino, come una voce profonda che incoraggia l’ispirazione creativa. Raffaella Martinotti è nata e vive con la sua famiglia a Milano. Laureata in filosofia, si è occupata a lungo di televisione. Giornalista pubblicista e traduttrice di alcune opere per diverse case editrici, da alcuni anni si interessa con molta passione di cultura del mare e attualmente lavora nel campo della comunicazione multimediale. Nel suo primo romanzo la predilezione per il mare, la musica e letteratura si fondono a una delicata storia d’amore venata di mistero. Effeemme Edizioni, Pagine: 200, Prezzo: € 16,00. . |
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NON SMETTEREMO DI DANZARE LE STORIE MAI RACCONTATE DEI MARTIRI D´ISRAELE DI GIULIO MEOTTI |
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Torino, 20 gennaio 2010 - «Giulio Meotti ci ha dato una commovente opera di cordoglio in memoria delle innumerevoli vittime della nuova ondata di antisemitismo. Lasciateci sperare che questo libro risvegli gli europei sui loro doveri verso gli ebrei, la cui veglia lungo i secoli è stata un esempio per tutti noi. » Roger Scruton - Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. Ha scritto per il «Wall Street Journal». Con Lindau ha pubblicato Il processo della scimmia. La guerra dell´evoluzione e le profezie di un vecchio biochimico (2006). Non smetteremo di danzare è in corso di pubblicazione negli Stati Uniti, per la Encounter Books di New York. Intervista a Giulio Meotti - Non smetteremo di danzare, un libro scritto per raccontare i martiri di Israele, per non dimenticare i loro nomi. Sono storie che parlano di coraggio, di disperazione ma anche della voglia di continuare a vivere. Nei quattro anni occorsi per scrivere questo libro hai incontrato e parlato con moltissime persone. Quali sono i loro sentimenti di fronte a queste tragedie: rassegnazione, rabbia, ostilità, voglia di vendetta? Nessun israeliano che ha perso i propri cari in un attentato terroristico ha mai cercato o chiesto la vendetta. Alcuni hanno risposto al terrore creando fondazioni benefiche in nome dei cari uccisi e oggi assistono bambini palestinesi. Una ragazza che ha perso il padre, la madre e il fratello in qualità di ostetrica fa nascere i bambini arabi in ospedale. Nell’accostarsi al mondo dei sopravvissuti al terrorismo ti colpisce il fatalismo ottimista, la fede ancora più forte in Israele e soprattutto l’amore per la vita. Non come banale gioia di vivere, ma come santificazione, laica o religiosa che sia, della vita umana in quanto tale. I mariti che hanno perso la moglie in un attentato si sono risposati e hanno creato una famiglia più grande di prima. Nella città di Sderot, sotto i missili di Hamas, gli israeliani si sono sposati nei bunker e i bambini hanno giocato nelle abitazioni sotterranee. Nessun autista di pullman si è licenziato, anche se ogni volta guidare era come una roulette russa. La distruzione arrecata dal terrorismo al cuore di Israele è stata grande, come un “mini Olocausto” ha detto un padre. Ma Israele, la sua società, la sua cultura, ne sono usciti vincitori. Israele ha dimostrato di amare la vita più di quanto non tema la morte. Ecco cosa ci insegna la democrazia israeliana, in guerra da sessant’anni ma senza odiare il proprio nemico. E’ questo il significato più bello trasmesso dai racconti di come erano in vita i morti d’Israele. Nel libro non vi è alcun pregiudizio contro i palestinesi ma ti verrà rimproverato di ignorare le morti palestinesi provocate dall’esercito israeliano. È una guerra dei numeri che pesa sulla democrazia israeliana? La conta delle vittime non ha mai spiegato nulla del conflitto. Ovviamente c’è una differenza fondamentale fra i civili israeliani ammazzati nelle proprie case, ristoranti, hotel e sinagoghe, e le vittime palestinesi che hanno tragicamente perso la vita in azioni militari volte a salvaguardare l’esistenza d’Israele e a fermare la mano dei terroristi. Israele fa di tutto per non arrecare danno ai civili. Questo libro-inchiesta non fa la conta dei morti, racconta una grande storia contemporanea, il martirio ebraico nel Xxi secolo, è la storia orale del conflitto mediorientale dal punto di vista della vittima che viene sempre bandita dai media, dalla cultura, dalla politica benpensante: gli ebrei. Uccisi perché ebrei in dieci anni di campagne fondamentaliste e genocide. Quasi sempre di loro non si viene a conoscere neppure il nome il giorno dopo la strage. Ho scelto di raccontare alcune delle più incredibili storie delle vittime israeliane del terrorismo perché ci parlano di questo minuscolo paese che non conosciamo veramente. E’ il “Ground Zero d’Israele”: 1. 700 vittime civili e oltre diecimila feriti. Israele è un paese molto piccolo e se paragoniamo questa cifra alla popolazione degli Stati Uniti sono 70. 000 vittime. In questi frammenti umani si trova a mio avviso uno dei perché d’Israele. Forse la sua ragion d’essere più importante. Questi “sommersi”, per usare un’espressione di Primo Levi, sono il pegno dell’esistenza dello stato ebraico soprattutto nell’epoca del negazionismo dell’Olocausto e della bomba atomica iraniana. C’è un filo continuo che corre lungo i racconti del libro e che collega le vittime dell’Olocausto di ieri con quelle degli attentati kamikaze di oggi. Una sopravvissuta all’Olocausto che deve identificare i suoi parenti vittime di un atroce attentato si chiede: “è davvero finito l’Olocausto?”. Come risponderesti a questa domanda? Il simbolo del libro potrebbe essere un uomo che ha perso gran parte della famiglia in un ristorante a Gerusalemme e che ricorda il padre mentre fa il segno di vittoria davanti ai cancelli di Auschwitz, dove i nazisti sterminarono la sua famiglia. Le vittime del terrorismo ci rendono così chiaro che l’Olocausto è come una coda di buio che attraversa le generazioni, è il più grande tabù del mondo arabo-islamico e uccidere un sopravvissuto ai lager è un omicidio perfetto. Con lui, si spazza via anche la memoria. La ricostruzione dopo gli attentati contiene il mistero d’Israele. Ci sono familiari che hanno dovuto riconoscere i propri cari dall’analisi del Dna, da una collanina, da qualcosa che apparteneva alla vittima. Il terrorismo ha cancellato letteralmente l’esistenza di migliaia di persone. Per questo ho scelto di raccontare e intervistare gli eroi di “Zaka”, l’organizzazione religiosa che si occupa di dare degna sepoltura ai piccolissimi lembi di carne e sangue delle vittime. Con la loro opera fermano l’annientamento provocato dal terrorismo. Non è possibile costruire la pace in Medio Oriente sull’oblio delle vittime di questa spaventosa ondata di antisemitismo. Per questo, forse, leggere il racconto di questi destini spezzati è già un atto di resistenza alla barbarie. Edizioni Lindau, pp. 360, euro 24. . |
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DA GENNAIO AD APRILE AD AREZZO: “OLTRE I CONFLITTI” CICLO DI DIBATTITI AD AREZZO DEDICATI ALLE GUERRE DIMENTICATE |
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Arezzo, 20 gennaio 2010 - “Oltre i conflitti”: è questo il titolo di una serie di incontri con esperti che, tra gennaio e aprile, avranno come tema le guerre dimenticate e le situazioni di crisi: dai Balcani al Medio Oriente, dal Caucaso all’Africa. Tra i relatori degli incontri, che si terranno ad Arezzo, ci saranno i giornalisti Lucio Caracciolo (Limes), Giuseppe Bonavolontà (Rai), Francesca Sforza (La Stampa), il missionario Giulio Albanese, la scrittrice Elvira Mujčić, il docente universitario Aldo Ferrari. L’iniziativa è promossa dall’Associazione Rondine Cittadella della Pace, onlus da anni impegnata in favore del dialogo tra i popoli attraverso l’esperienza dello Studentato Internazionale, in media partnership con Limes con il contributo di Cesvot (Centro Servizi Volontariato Toscano) attraverso il bando “Percorsi di formazione”, il partenariato della Provincia di Arezzo, il patrocinio della Biblioteca di Arezzo e la collaborazione delle Associazioni aretine “Al Plurale” e “Libera Accademia del teatro”. Il primo dei cinque incontri, dal titolo Panoramica generale dei conflitti, si terrà venerdì 22 gennaio alle ore 17,30 presso la Biblioteca Città di Arezzo, in via dei Pileati, e vedrà come relatore Lucio Caracciolo, direttore di “Limes”. Moderatore dell’incontro sarà Alfonso Giordano, docente di movimenti e relazioni internazionali alla Luiss di Roma. Il secondo incontro si terrà venerdì 12 febbraio alle ore 17,30 presso la Biblioteca Città di Arezzo, dal titolo “Un secolo di crisi in Medio Oriente”. Interverrà Giuseppe Bonavolontà, inviato Rai in Libano moderato dall’ambasciatore Giuseppe Cassini, che ha ricoperto incarichi diplomatici in Belgio, Algeria, Cuba, Stati Uniti, Somalia, Nazioni Unite e Libano, dove è stato ambasciatore dal 1998 al 2002. Nel mese di marzo sono in programma due appuntamenti, uno sui Balcani e l’altro sull’Africa. Domenica 7 marzo alle ore 17,30 presso l’Auditorium “Aldo Ducci” in via Montetini ad Arezzo si svolgerà l’incontro “Dalla ex Iugoslavia ai Balcani occidentali - Panoramica di un conflitto lungo venti anni” con l’intervento della scrittrice Elvira Mujčić. A moderare Michele Nardelli, presidente del Forum Trentino per la pace e i diritti umani. A seguire, giovedì 25 marzo alle ore 17,30 presso la Biblioteca di Arezzo, si parlerà de “La pace dopo il conflitto in Sierra Leone e l’Africa delle guerre dimenticate” con Giulio Albanese, missionario comboniano e giornalista. Tema dell’appuntamento conclusivo è “La crisi silenziosa del Caucaso”. Se ne parlerà, lunedì 12 aprile alle ore 17,30 presso la biblioteca di Arezzo, con Aldo Ferrari, docente di lingua e letteratura Armena all’Università di Venezia e coordinatore del programma di ricerca su Caucaso e Asia Centrale dell’Ispi (Istituto Studi Politica Internazionale), e con la scrittrice e giornalista de “La Stampa” Francesca Sforza. “Oltre i conflitti” conclude il progetto “Uni4”, laboratorio universitario per la pace, promosso dall’Associazione Rondine e iniziato lo scorso settembre. Il progetto ha coinvolto Università e Centri di Alta Formazione di quattro continenti - Europa, Asia, America, Africa - con l’obiettivo di incoraggiare e alimentare il dibattito su temi cruciali come l’identità e il dialogo tra culture diverse. L’intera iniziativa si colloca nello spirito di Rondine Cittadella della Pace, luogo di convivenza e di studio comune per studenti e studentesse di paesi in conflitto. I giovani, selezionati da una rete di partner internazionali nei paesi con cui collabora l’Associazione Rondine, seguono il programma di formazione della Cittadella grazie a borse di studio erogate dal Ministero Italiano degli Affari Esteri e da tanti sostenitori pubblici e privati che condividono le finalità del progetto. . |
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MILANO: DISABILI. IN MOSTRA I SERVIZI OFFERTI DAL COMUNE |
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Milano, 20 gennaio 2010 - E´ stata inaugurata ieri , presso l´Aula Magna del Museo di Storia Naturale, la mostra fotografica "Un . Di Vista. Viaggio fotografico attraverso i servizi dedicati ai cittadini milanesi disabili". Centocinquanta scatti del fotografo Paolo Liaci, raccolti in una pubblicazione realizzata in 1500 copie, illustrano la vita quotidiana dei disabili milanesi che usufruiscono dei servizi comunali. Le attività offerte spaziano dai laboratori di ceramica, pittura, teatro, informatica, piscina e altro. Le fotografie, esposte in sequenza filmica, mostrano come la persona disabile, destinata a dipendere dall’ambiente che le sta intorno, abbia necessità di essere circondata da un luogo accogliente e funzionale che contribuisce a determinarne il benessere. Le immagini mostrano come attraverso i servizi erogati dal Comune, per i disabili si aprono nuove possibilità per scoprire abilità ancora sconosciute. La mostra, aperta al pubblico fino all’8 febbraio con ingresso gratuito dalle ore 9. 00 alle ore 17. 00 con orario continuato, vuole anche essere l´occasione per avviare un progetto più ampio: richiamare l’attenzione di tutta la città sui servizi e gli interventi che il Comune di Milano, attraverso l’attività dell´Assessorato alla Salute, ha attivato in questi anni per i disabili milanesi. Assieme alla mostra è stato presentato anche un rapporto, commissionato dall’Assessorato all’Osservatorio sulla Comunicazione e la Disabilità della Fondazione dell’Università Iulm. La ricerca nasce dall’esigenza di comprendere quali siano le modalità attuali con cui chi eroga servizi alla persona entra in contatto, informa e comunica con i disabili. L’universo della disabilità milanese è complesso e multiforme. Esso è composto dalle persone disabili, dai loro familiari e dalle associazioni che se ne prendono cura, tutti soggetti che esprimono bisogni, richieste, esigenze e problematiche. Proprio per dare risposte concrete a queste esigenze si è deciso, attraverso un lavoro scientifico di ricerca, di avviare un confronto su percorsi e servizi mirati che possano, partendo dall’ambito comunicativo, entrare a pieno titolo nella dimensione strategica dell’erogazione dei servizi e della definizione delle politiche. Il rapporto fornisce quindi un ulteriore strumento per un nuovo e possibile modello di politica sociale che l’Assessorato intende perseguire, radicato nel territorio e reso tangibile sia dall’ampliarsi delle tipologie dei servizi offerti sia dall’estensione degli interventi. L’obiettivo è definire strategie di azione che pongano sempre al centro la vita della persona disabile e della sua famiglia. “La domanda che una persona disabile porta con sé - ha spiegato l’assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna - è una domanda di vita analoga a quella che ci poniamo noi: riconoscimento della propria soggettività, possibilità di esprimere le proprie potenzialità, opportunità di vivere esperienze diversificate, occasioni e contesti per costruire legami e affetti, oltre che il mantenimento della salute”. “Parlando di disabilità – ha aggiunto - l’amministratore pubblico deve essere consapevole che esistono zone d’ombra da affrontare e superare, perché la disabilità non sia un aspetto di cui liberarsi, ma una realtà da liberare”. “La mostra – ha concluso Landi - vuole essere un’importante testimonianza della volontà del Comune e del mio Assessorato di rafforzare il sistema di servizi e di interventi dedicati alla popolazione disabile per garantire risposte di qualità e in sintonia con le esigenze individuali”. . |
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“IL SUONO DI UN GENIO…”: IL PIANISTA FRANCESCO ATTESTI SI CONFERMA TRA LE MIGLIORI GIOVANI PROMESSE DELLA MUSICA CLASSICA |
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Cortona, 20 gennaio 2010 - “Il pianoforte di Francesco Attesti non è usuale. Tutto quello che avviene nel suono, nel fraseggio, nella concezione musicale parte da una speciale convinzione estetica e musicale che rende l´esecuzione dei pezzi eseguiti fuori da ogni previsione formale e consumistica”. (Sergio Perticaroli - Concertista, Docente, Vice Presidente Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma) “Di questo Pianista ho apprezzato fin da subito la personalità poliedrica e la sua importante azione nel campo della divulgazione della musica contemporanea. Egli unisce a un’ottima preparazione musicale, una approfondita conoscenza in campo esecutivo e interpretativo delle problematiche specifiche della letteratura contemporanea per pianoforte”. (Biagio Putignano - Presidente Federazione Italiana Compositori) “Francesco Attesti is an extraordinary professional who greatly combines musicality and enormous talent, all of which makes him belong to the elite of the young Italian concertists”. (Hector Moreno – Concertista) Francesco Attesti, nato a Cortona nel 1975, è un pianista italiano con carriera internazionale, considerato uno dei migliori interpreti della sua generazione nel repertorio romantico e del primo novecento. Inizia lo studio del pianoforte all´età di 6 anni e si esibisce nel primo concerto pubblico all´età di 11 anni, eseguendo una trascrizione della Toccata e Fuga in re minore di J. S. Bach. A 16 anni incontra Sergio Perticaroli che lo invita, in via del tutto eccezionale non essendo ancora diplomato, ai corsi estivi presso il Mozarteum di Salisburgo, dove approfondisce il repertorio pianistico romantico, in particolare di Chopin e Liszt. La frequentazione delle lezioni con il Maestro Perticaroli proseguirà, poi, a Roma negli anni successivi e lo porterà a vincere vari premi in concorsi pianistici nazionali e internazionali (Ibla Grand Prize International, Concorso “F. I. D. A. P. A. ”, Concorso “Città di Racconigi” - Cuneo, Concorso Castrocaro Terme “Migliori Diplomati d´Italia”, Concorso “Rovere d´Oro”, Concorso “Città di Grosseto”, Concorso “Città di Cesenatico”…). Attesti è stato, inoltre, vincitore per tre anni consecutivi (2003, 2004 e 2005) della “Borsa di Studio per Giovani Talenti” offerta della Fondazione “Ursula Ströher” di Basilea (Svizzera). Nel 1998 si diploma con la massima votazione presso il Conservatorio "L. Cherubini" di Firenze, sotto la guida del Maestro Luigi Tanganelli. Successivamente, frequenta masterclass con Jacques Rouvier (1998) e Hector Moreno (1999 e 2000). Con quest´ultimo esplora il repertorio cameristico per pianoforte e vari compositori contemporanei. Nello stesso anno, viene invitato a registrare un Cd di musica contemporanea per Rugginenti Editore su testi del poeta Edoardo Sanguineti. Da quel momento, moltissime sono le collaborazioni e registrazioni per varie case discografiche (Agorà, Max Research, Drycastle) con compositori contemporanei del calibro di Silvia Bianchera Bettinelli, Biagio Putignano, Raoul De Smet, che culmineranno nel 2008 con l´esecuzione in prima europea con la Czech Chamber Philharmonic Orchestra di Praga del concerto per pianoforte e orchestra "Chiavi in mano" del compositore Premio Pulitzer Yehudi Wyner, con cui instaura un sincero e duraturo rapporto di amicizia e collaborazione. Nel 2007 registra in prima mondiale, per “Le Voci della Città”, una trascrizione inedita per pianoforte e organo del Requiem di Verdi con il collega organista Matteo Galli. Nel 2008 con l’etichetta Drycastle produce un Cd dal titolo “Feeling Chopin”, interamente dedicato al compositore polacco. Attratto da sempre dalla perfezione assoluta nel fraseggio e nella sonorità dello strumento, Francesco Attesti sviluppa modalità espressive particolari e uniche, che esprime in un´intensa attività concertistica con esibizione in prestigiose sale di tutto il mondo, come la Philharmonia Hall di San Pietroburgo, il Conservatorio Tchaikovsky di Mosca, il Mozarteum di Salisburgo, la Filarmonica di Essen, il Festival Pianistico Internazionale di Varsavia, il Sarajevo Winter Festival, l´Università di Cambridge, l´Università di Leicester, la Columbia University di New York, l´Università di Denver e il Conservatorio “G. Verdi” di Milano. Date Prossimi Concerti di Francesco Attesti: 09 Gennaio 2010: Agen (Francia) L. Van Beethoven, F. Chopin, F. Liszt, E. Satie, C. Debussy. 14 Gennaio 2010: Casino de Baulieu sur Mer (Francia) Brani di L. Van Beethoven, F. Chopin, F. Liszt, E. Satie, C. Debussy. 15 Gennaio 2010: Cathédrale St Sauveur, Aix en Provence (Francia) Brani di L. Van Beethoven, F. Chopin, F. Liszt, E. Satie, C. Debussy. 16 Gennaio 2010: Chapelle des Pénitents, Gap (Francia) Brani di L. Van Beethoven, F. Chopin, E. Satie, C. Debussy, A. Piazzolla. 19 Gennaio 2010: Amboise (Francia) Brani di L. Van Beethoven, F. Chopin, E. Satie, C. Debussy, A. Piazzolla. 22 Gennaio 2010: Chateauroux (Francia) Brani di L. Van Beethoven, F. Chopin, E. Satie, C. Debussy, A. Piazzolla. 24 Gennaio 2010: Manoir de Kermodest - Quemper-guezennec (Francia) Brani di L. Van Beethoven, F. Chopin, E. Satie, C. Debussy, A. Piazzolla. 04 Febbraio 2010: Béziers (Francia) L. Van Beethoven, F. Chopin, E. Satie, C. Debussy, A. Piazzolla. 05 Febbraio 2010: Théâtre Gérard Philippe - Place de la Cathédrale - St Jeanne de Maurienne (Francia) L. Van Beethoven, F. Chopin, E. Satie, C. Debussy, A. Piazzolla. 17 Febbraio 2010: Wierden (Olanda) Brani di G. Verdi, G. Rossini, C. Gounod. 18 Febbraio 2010: Amstelveen (Svezia) Brani di G. Verdi, G. Rossini, C. Gounod. 23 Febbraio 2010: Sarajevo Winter Festival – Sarajevo (Bosnia) Brani di F. Chopin. 15 Aprile 2010: Università Cattolica, Milano (Italia) Brani di Thomas Moore. 23 Aprile 2010: Langholm (Inghilterra) F. Chopin, F. Liszt. 24 Aprile 2010: Lighthouse Concert Hall, Poole (Inghilterra) F. Chopin, F. Liszt. 25 Aprile 2010: Haileybury (Inghilterra) F. Chopin, F. Liszt. 28 Aprile 2010: Stoke on Trent (Inghilterra) F. Chopin, F. Liszt. 30 Aprile 2010: Alloa Town Hall (Inghilterra) F. Chopin, F. Liszt. 03 Maggio 2010: Sherborne Abbey (Inghilterra) Brani del Requiem di Verdi trascritti per pianoforte e organo da Alfred Lebeau. 04 Maggio 2010: Dolman Theatre, Newport (Inghilterra) F. Chopin, F. Liszt. 06 Maggio 2010: Memorial Hall Theatre, Barry (Inghilterra) F. Chopin, F. Liszt. 07 Maggio 2010: Hornsea (Inghilterra) F. Chopin, F. Liszt. 08 Maggio 2010: Hinkley (Inghilterra) F. Chopin, F. Liszt. 17 Giugno 2010: Tallinn (Estonia) Brani di F. Chopin. 15 Agosto 2010: Parco Archeologico di Ossaia (Italia) Programma da definire; 20 Ottobre 2010: Auditorium Ente Cassa di Risparmio di Firenze (Italia) Brani di M. Dupré. . |
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FIRENZE: BANDO DI GARA PER IL MUSEO DEL CICLISMO GINO BARTALI |
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Firenze, 20 gennaio 2010 - L’assessore allo Sport Alessia Ballini ha risposto, in Consiglio provinciale, ad una domanda d’attualità del capogruppo della Lega Nord Marco Cordone sulla chiusura del museo del ciclismo Gino Bartali. “La vicenda è molto complessa – ha spiegato l’assessore Ballini – e con polemiche tra la vedova di Gino Bartali e l’associazione che fino a questo momento ha gestito il museo. I rapporti si sono, nel tempo, andati a guastare e questo non ha prodotto, nei tre anni di sperimentazione previsti dalla convenzione precedente, quei risultati che i promotori dell’iniziativa si attendevano. Questo ha portato a valutare l’opportunità di procedere, con un bando di evidenza pubblica, per la selezione di un nuovo soggetto o anche dello stesso soggetto, che produca una proposta di gestione del museo, allo scopo di rilanciarlo e collocarlo in un circuito nazionale, possibilmente anche internazionale, per strutture di questa natura. La Giunta provinciale ha approvato, nella seduta dello scorso 28 dicembre, l’atto di avvio del bando di evidenza pubblica ed ha delegato il Comune di Firenze a bandire la gara. Ci auguriamo che l’associazione, che ha gestito in questi primi tre anni il museo, voglia rimettere a disposizione l’esperienza e il patrimonio che detiene nella nuova gestione. Non è escluso che l’associazione medesima si presenti al bando e, legittimamente, ritorni a essere affidataria della gestione del museo. Il museo è temporaneamente chiuso in attesa di una nuova assegnazione che avverrà nei prossimi mesi, a seguito di questo bando di gara. Ovviamente, siamo del tutto estranei alle polemiche, che si stanno trasformando in azioni legali, tra la famiglia, la vedova di Gino Bartali e l’associazione Amici del Museo Gino Bartali. Siamo del tutto intenzionati a dare seguito all’idea di costituire un museo che onori la memoria di questo grande fiorentino”. Cordone, nella replica, ha sottolineato come: “Il museo Gino Bartali rimarrà dov’è attualmente collocato. Gino Bartali è stato lo sportivo fiorentino più grande di tutti i tempi perché non dimentichiamoci che il primo sport di Firenze, precedentemente dell’avvento del calcio, era il ciclismo. La memoria di Gino Bartali non può essere limitata da una mera gara d’appalto. Auspico – ha aggiunto Cordone – che la gara venga vinta dall’associazione che in questi anni ha gestito il museo, perché mi sembra sia depositaria di molti oggetti esposti all’interno del museo. Però per Bartali io credo si debba fare qualcosa di più. Il 2 gennaio di quest’anno ricorreva il cinquantenario della morte dell’airone Fausto Coppi. E’ mai possibile che a Castellania, una cittadina in provincia di Alessandria, facciano tante manifestazioni per Fausto Coppi ed a Firenze, per Bartali, si debba fare così poco? Bisogna fare di più. Bartali doveva essere sepolto fra i grandi, in Santa Croce. Lo stesso Sindaco di Bagno a Ripoli ha detto che bisogna fare di più per onorare Gino Bartali. Non è possibile che un grande fiorentino come Gino Bartali, non debba essere onorato adeguatamente nella sua Firenze, nella sua Provincia. In questa terra di grandissimi ciclisti: Gastone Nencini Fiorenzo Magni, Franco Bitossi, Roberto Poggiali ecc. Occorre fare molto, ma molto di più, per ricordare il nostro Gino, le cui imprese sono entrate nell’epica dello sport. Non è possibile che Castellania, il luogo natale del grande Coppi, immortale, faccia tutte queste cose per ricordarlo e Firenze faccia così ben poco per il grandissimo Gino, il più grande Campione sportivo che Firenze abbia mai avuto. Gino Bartali – conclude Marco Cordone – dalla prematura scomparsa del fratello Giulio, ciclista come lui, ne trasse nuova energia vitale per le sue imprese, Firenze dall’esempio di questo Campione dovrebbe trarre quelle energie per ricordarlo adeguatamente”. . |
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