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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 18 Maggio 2010 |
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SANITA´ IN LOMBARDIA, BRESCIANI ALL´ONU: ESPORTIAMO TECNOLOGIE |
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Milano, 18 maggio 2010 - La realizzazione di un network digitale per la cura dei bambini in Nicaragua e l´utilizzo dell´ecografia per le donne in gravidanza nel Lesotho. Sono questi due dei nuovi progetti di cooperazione sanitaria che Regione Lombardia realizzerà nel 2010, sfruttando le potenzialità della telemedicina e dell´e-health. I due programmi sono stati illustrati ieri dall´assessore alla Sanità, Luciano Bresciani, nel suo intervento alla tredicesima sessione della "Commissione sulla scienza e tecnologia per lo sviluppo" delle Nazioni Unite che si svolge in questi giorni a Ginevra. Di fronte ad una qualificata platea di delegati internazionali, Bresciani ha descritto l´esperienza lombarda di utilizzo e sviluppo delle nuove tecnologie per la medicina. Fa parte di questo ambito anche il sistema, ormai consolidato, dei network per patologia - in primis quello per le malattie oncologiche - "che permette di integrare le competenze professionali e di condividere i servizi con l´obiettivo di raggiungere maggiore appropriatezza e migliore qualità nei trattamenti". Bresciani ha poi ricordato il progetto triennale europeo Alias, avviato nel 2009 e coordinato da Regione Lombardia nell´ambito del Programma "Spazio Alpino", il cui obiettivo è la creazione di un network di ospedali delle Regioni alpine, dalla Francia alla Slovenia. Partecipa a questo progetto anche l´ospedale cantonale di Ginevra e lo stesso Cantone. "La nostra speranza e il nostro obiettivo - ha detto Bresciani spiegando le iniziative lombarde - sono quelli di condividere il nostro know how con un numero crescente di Paesi e di Governi sub nazionali, per contribuire al raggiungimento degli Obiettivi del Millennio più strettamente legati alla sanità". Bresciani si è detto convinto che "la telemedicina e la digitalizzazione sono strumenti attraverso i quali più efficacemente si possono ottenere questi risultati". Infatti, chiunque si occupi di sanità si sta rendendo conto che "c´è bisogno di muovere di più i dati e di meno le persone". La cooperazione con il Nicaragua e con il Lesotho, ha chiarito Bresciani, si inseriscono tra l´altro, in un più ampio programma di gemellaggi. Nicaragua - Nell´ambito di una collaborazione avviata diversi anni fa, Regione Lombardia sta studiando una progetto - definito da Bresciani "ambizioso" - con il Ministero della Salute della Repubblica del Nicaragua. Lo scopo è realizzare un network digitale a livello nazionale per la salute dell´infanzia. "L´ospedale Manuel de Jesus Rivera - La Mascota, nella capitale Managua - ha spiegato Bresciani - è destinato a diventare l´hub di questo sistema, grazie ad una connessione digitale con gli altri ospedali locali. Tutti i presidi dovranno essere dotati delle tecnologie hardware e software necessarie". Il progetto avrà durata triennale. Lesotho - In collaborazione con Occam (Osservatorio per la Comunicazione Culturale e l´Audiovisivo nel Mediterraneo e nel Mondo) e con la società Winfocus (World Interactive Network Focused on Critical Ultrasound), Regione Lombardia realizzerà in Lesotho un progetto per l´utilizzo dell´ecografia per le donne in gravidanza, "il che rappresenta naturalmente - ha commentato l´assessore - un fondamentale elemento di prevenzione". Dopo un primo periodo di addestramento sul campo, seguirà un momento in cui si svolgeranno teleconsulti per verificare l´andamento del progetto. Per la Lombardia sarà coinvolto l´ospedale di Lodi, che stringerà un gemellaggio con la Holy Trinity Catholic Clinic del Lesotho. "Si tratta di un progetto molto promettente - ha sottolineato l´assessore - da tanti punti di vista. Può essere considerata una iniziativa apripista, esportabile anche in altre situazioni". |
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LA SARDEGNA PRIMA REGIONE AD ADOTTARE "MANIFESTO PER I DIRITTI DELLA PERSONA CON DIABETE" |
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Cagliari, 18 Maggio 2010 - "Il diabete rappresenta una patologia con elevata incidenza nell’Isola - ha evidenziato l’assessore regionale dell´Igiene e Sanità e dell´Assistenza Sociale, Antonello Liori, durante la conferenza stampa di presentazione del “Manifesto per i diritti della persona con diabete” - e non si poteva restare indifferenti alla richiesta di un miglioramento delle condizioni di vita da parte di questi pazienti." Perciò, la Sardegna, su iniziativa dell’assessorato regionale dell’Igiene e Sanità, è stata la prima, e finora unica, regione ad aver adottato il Manifesto con una delibera di Giunta. Il ‘Manifesto’ è stato sottoscritto nel 2009, da istituzioni, medici ed associazioni di pazienti, allo scopo di tutelare i diritti della persona con diabete sulla base dei principi della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e della Carta europea dei diritti del malato. “Rappresenta un passo avanti importante nella lotta contro il diabete - ha sottolineato il senatore Antonio Tomassini, presidente della Commissione Sanità del Senato - Frutto di un lavoro che va avanti da tre anni ed ha coinvolto istituzioni, mondo scientifico, associazioni, industria farmaceutica e mondo della comunicazione, con l’impegno di rispettare i diritti del diabetico in tutti i momenti della sua malattia. La battaglia si incentra sulla ricerca, sulla predittività (la probabilità che un soggetto positivo ad un test sia effettivamente malato) e sulla cura, con l’obiettivo di aumentare la durata della vita, ma soprattutto la sua qualità e l’autosufficienza del malato.” Il Manifesto è diviso in undici sezioni che enunciano i punti sui quali deve essere basata la corretta assistenza: 1) Diritti della persona con diabete; 2) Aspettative e responsabilità della persona con diabete e dei familiari; 3) Educazione continua della persona con diabete; 4) Dialogo medico-persona con diabete; 5) Controllo del diabete; 6) Prevenzione del diabete; 7) Impegno nella ricerca; 8) Associazionismo responsabile; 9) Diabete in gravidanza; 10) Diabete in età evolutiva; 11) Immigrazione e diabete. “L’adozione del ‘Manifesto’ rappresenta un importante nuovo strumento in ambito sanitario – ha aggiunto l’assessore Liori - soprattutto, come punto di riferimento per pianificare, gestire e verificare nel tempo la corretta assistenza, sia in ambito ospedaliero che territoriale, anche attraverso il coinvolgimento degli stessi pazienti e delle loro associazioni, parte integrante di una logica di compartecipazione attiva e consapevole alla promozione della salute.” “Abbiamo un’incidenza sei volte superiore a quella nazionale e la malattia colpisce sempre più le fasce giovanili. Perciò, la Sardegna potrebbe diventare un laboratorio vivente di studio per il diabete – ha proposto Marco Songini, primario di diabetologia all’ospedale Brotzu – come anche per le altre malattie autoimmuni." |
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BASILICATA, ALAD-FAND: INCONTRO SU NUOVE TECNOLOGIE PER CURA DIABETE |
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Potenza, 18 maggio 2010 - La tecnologia al servizio della Persona con Diabete : questo quanto è stato discusso presso l’Hotel Relais La Fattoria di Melfi. Presente – si legge in un comunicato dei promotori dell’iniziativa - una delegazione di volontari della associazione lucana Assistenza Diabetici, guidata dal coordinatore regionale Antonio Papaleo. Una importante iniziativa e che ha visto partecipi medici ed infermieri di Puglia e Basilicata impegnati nella assistenza e cura della patologia diabetica. A cura del dottor Michele Sangirardi è stato presentato – prosegue la nota - un interessante presidio sanitario denominato Contur Usb, consistente in un glucometro con incorporata una penna da computer per ottenere un diario informatizzato, tale da determinare la raccolta e la conoscenza dei dati non più in formato cartaceo, ma in modo molto più articolato e completo. Infatti, il softwer applicato equivale ad un vero e proprio “ facilitatore della curva glicemica “, così fa determinare l’assunto : “ conoscere i dati è il primo passo per cambiare “. La dottoressa Enza Azzarone, responsabile del Centro di Diabetologia di Manfredonia, testimonial del Progetto, ha specificato l’importanza e la necessità della raccolta dati, attraverso cui riuscire a gestire la condizione della malattia, mirando al miglioramento dell’outcome clinico, per un più corretto rapporto medico-paziente e per un efficace autocontrollo della malattia. “Si tratta – spiega Papaleo - di uno strumento di notevole vantaggio per i diabetici, specie se giovani, per meglio autogestirsi, senza incappare nel terrorismo psicologico cui spesso vanno incontro, stante la incultura presente, ma anche per prevenire le complicanze sempre in agguato, particolarmente dove insistono carenze di autocontrollo con conseguenti variabilità glicemiche. Senza infingimenti si può ben dire che l’uso di tale presidio favorisce l’appropriatezza della cura, gli stili di vita e, perciò stesso, un veicolo per razionalizzare la spesa relativa all’assistenza e, quindi , un risparmio nella spesa farmaceutica. Una occasione, inoltre, per favorire l’introduzione della tecnologia a fini assistenziali e, con questi presidi di nuova generazione, anche una diversa e più appropriata educazione terapeutica”. |
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L´EFSA EMANA UN PARERE SCIENTIFICO SULLA FEBBRE Q |
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Bruxelles, 18 maggio 2010 - A seguito di un notevole aumento di casi umani di febbre Q nei Paesi Bassi, l´Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha fornito un parere scientifico su questa malattia animale che può anche venire trasmessa agli esseri umani[1]. Il parere analizza l´importanza della febbre Q negli animali e nell´uomo, i vari fattori di rischio coinvolti nella presenza e nella diffusione della malattia, e l´efficacia delle possibili misure di controllo a livello di Unione europea (Ue). Nel parere dell´Efsa si afferma che l’infezione da Coxiella burnettii, il batterio che provoca la febbre Q, è diffusa nei bovini, negli ovini e nei caprini nell’Ue. Diversi fattori possono influire sulla diffusione dell’infezione tra questi animali, ma le ripercussioni complessive sulla loro salute sono limitate, in quanto raramente essi sviluppano la malattia stessa. Il parere suggerisce che per controllare la febbre Q sia a lungo che breve termine si possono applicare misure combinate, tra le quali la più efficace a lungo termine sarebbe la preventiva vaccinazione degli animali. Le informazioni disponibili indicano anche la febbre Q ha un impatto limitato sulla salute pubblica, benché possa essere di rilievo per alcuni gruppi a rischio[2]. In genere nell’uomo l’infezione avviene per trasmissione aerea del batterio e non esistono prove che la malattia si possa contrarre consumando latte o carne contaminati. Il presidente del gruppo di esperti dell´Efsa sulla salute e il benessere degli animali Philippe Vannier ha affermato: “La cooperazione interdisciplinare tra esperti in salute animale e in salute pubblica è fondamentale per affrontare i rischi e le sfide poste dalla febbre Q. Per questa ragione l´Efsa ha collaborato strettamente con il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, allo scopo di fornire alle istanze decisionali una consulenza integrata a livello europeo sulla febbre Q umana e animale, oltre che sulla trasmissione della malattia dagli animali all´uomo”. “Per individuare al meglio l´origine delle epidemie nell´uomo e per mettere in atto, ove possibile, misure preventive, occorre un tempestivo scambio di informazioni tra veterinari e medici. Soprattutto, occorre che tutti si esprimano nella medesima lingua e registrino i dati nello stesso modo. L´armonizzazione della raccolta dei dati è essenziale per definire un quadro più preciso della situazione in Europa e per seguire la sua evoluzione nel tempo”. Il parere dell´Efsa afferma che l´infezione da Coxiella burnetii, il batterio che provoca la febbre Q, è diffusa tra i bovini, gli ovini e i caprini nell´Unione europea. L’infezione da Coxiella burnettii può essere presente in diversi sistemi di allevamento, tuttavia l´impatto complessivo sulla salute degli animali è limitato in quanto raramente gli animali sviluppano la malattia stessa. Quando ciò accade, in particolare tra ovini e caprini, può provocare patologie della sfera riproduttiva, ivi incluso l´aborto. Diversi fattori, compresa la vicinanza a pecore e capre (in particolare durante il parto) associata a clima secco e ventoso, possono influire sul rischio di infezione umana. Tuttavia l´importanza relativa di questi fattori di rischio è piuttosto dubbia, ed è probabile che spesso siano coinvolti più fattori. Non è stato dimostrato un chiaro nesso tra la diffusione dell’infezione dagli allevamenti agli esseri umani da una parte e la dimensione degli allevamenti coinvolti o la virulenza dei diversi ceppi di infezione dall’altra. Il parere ha individuato una serie di misure atte a controllare l´infezione da Coxiella burnetii negli ovini e nei caprini, ma ha sottolineato che per affrontare le vie di trasmissione ambientale e in allevamento potrebbero essere necessarie misure combinate. La vaccinazione potrebbe essere un´opzione di controllo a lungo termine, in quanto potrebbe rivelarsi inefficace nel breve periodo. Alcune opzioni, tra cui l´eliminazione degli animali gravidi, non sono state ritenute idonee per il controllo nel lungo periodo, ma potrebbero risultare utili per affrontare un´epidemia. Non è stato raccomandato il trattamento antibiotico degli animali infetti. Il parere dell´Efsa comprende una serie di raccomandazioni, tra cui l´armonizzazione della raccolta dei dati sulla febbre Q negli animali, in modo da permettere un confronto nel tempo e tra i vari Paesi. Inoltre ha evidenziato l´importanza di una rapida identificazione e segnalazione dei casi di febbre Q negli animali, oltre che di un rapido scambio di informazioni tra veterinari e operatori di pubblica sanità. L´efsa ha anche pubblicato quest’oggi una relazione a parte che include proposte per lo sviluppo di uno schema armonizzato di monitoraggio e segnalazione dei casi di febbre Q tra gli animali degli Stati membri dell´Unione europea, cui il parere fa ampio riferimento. La relazione è stata finanziata dall´Efsa in linea con l´articolo 36 del suo regolamento istitutivo, ed è stata redatta da un consorzio di istituti scientifici di diversi Stati membri, capeggiati dalla Agence Française de Sécurité Sanitaire des Aliments (Afssa). |
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INNOVAZIONE, LA REGIONE LIGURIA AL FORUM PA. E IL MINISTRO BRUNETTA PREMIA L´OSPEDALE SAN MARTINO PER IL PROGETTO SICUREZZA |
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Roma, 18 Maggio 2010 - Finale del concorso "Premiamo i risultati", promosso dal Ministero della Funzione Pubblica e dal Formez al Forum Pa della pubblica amministrazione alla Fiera di Roma e l’ospedale San Martino di Genova torna a casa con una "menzione speciale" assegnata all’azienda dal ministro Renato Brunetta. San Martino è stato premiato per il progetto del sistema di gestione della sicurezza per tutti i dipendenti e i pazienti del nosocomio curato dal direttore della prevenzione e protezione Dimitri Sossai con Anna Maria Polimeni. La Regione Liguria è presente al Forum Pa con uno stand tutto hi-tech e senza carta, con le immagini dei luoghi della bellezza del territorio, da Sarzana, alle Cinque Terre, a Villa Hanbury, a Ventimiglia. Dalla Pec-posta elettronica certificata - oggetto di una puntuale e curiosa verifica del portavoce di Brunetta, il genovese Vittorio Pezzuto, durante la visita del ministro al padiglione prima della cerimonia inaugurale - al nuovo sito, la Regione Liguria presenta al Forum Pa il proprio bagaglio di esperienze nella diffusione delle tecnologie informative e la semplificazione amministrativa per le famiglie, le imprese, la vita associativa. Al Forum Pa la Regione Liguria ha dotato il proprio stand - visibile, grazie a una webcam, in diretta , sul sito www.Eliguria.it/ - di un hot spot Wifi che permette al pubblico di collegarsi a internet autenticandosi con apposite card. L’iniziativa nasce all’interno del progetto Giov@ni&web per aiutare i giovani a navigare in modo sicuro nella rete. |
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DISABILITÀ, NASCE IN CAMPIDOGLIO LA RETE EUROPEA |
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Roma, 18 maggio 2010 – Ha visto la luce in Campidoglio la "Rete Europea per la Disabilità", al termine di due giorni di meeting in Sala delle Bandiere con tecnici e uomini delle istituzioni da diversi paesi europei: il sindaco di Budapest Gabor Demszky, gli assessori alle Politiche Sociali Xavier (Città di Lussemburgo) e Dancausa (Madrid), i responsabili dei dipartimenti Affari Sociali e Disabilità Falcato Simoes (Lisbona) e Florea (Bucarest). Firma del protocollo e sostegno assicurati anche dai sindaci Costello (Dublino) e Haupl (Vienna), non presenti ai lavori. Per la città di Roma hanno firmato la dichiarazione d´intenti il sindaco Alemanno e l´assessore alle Politiche Sociali Sveva Belviso. Obiettivi dell´intesa, nata dall´iniziativa dello stesso Assessorato capitolino con la partecipazione di sette capitali europee: porre la disabilità al centro dell´interesse delle amministrazioni locali del continente; integrare e condividere, tra i firmatari, problemi, esperienze, progetti, informazioni e buone prassi in tema di politiche per i disabili. Nel corso del meeting i delegati hanno discusso progetti e soluzioni per rendere le città più accessibili ai disabili. Durante il primo giorno – presenti l´assessore Belviso, il delegato del Sindaco per la Disabilità Antonio Guidi e il presidente della Commissione Consiliare Politiche Sociali, Giordano Tredicine – il dibattito ha fatto centro su assistenza domiciliare, servizi alla persona, aiuto per il recupero dell´autonomia. La seconda giornata ha invece avuto come tema la mobilità e il trasporto dei cittadini con handicap grave. Sono state approfondite le criticità, vagliati i progetti, esaminate le possibilità di trasferire da una città all´altra le iniziative più virtuose attuate da ciascuno. A conclusione, l´impegno per tutti di ampliare il raggio d´azione a minori, anziani, immigrati e persone comunque fragili. |
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PARMA: DOLORE E CURA: MERCOLEDÌ LECTIO MAGISTRALIS DI NATOLI L’INCONTRO ALLE 15 ALL’AULA MAGNA DELL’UNIVERSITÀ. |
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Parma, 18 maggio 2010 - E’ con uno dei maggiori accademici e filosofi italiani che si conclude mercoledì 19 il primo ciclo dei laboratori integrati sulla domiciliarità dedicati ad "Avere cura di chi cura” organizzati dalla Provincia insieme all´ Azienda Usl. Alle 15 all’Aula Magna dell’Università di Parma (via Università 12), Salvatore Natoli terrà la lectio magistralis “Esperienza del dolore e relazione di cura”. Professore di Filosofia della Politica alla Università di Milano Bicocca, nei suoi scritti Natoli si è occupato di tematiche riguardanti le passioni e gli affetti. Filosofia ma anche l’antropologia, la politica, la scienza, il linguaggio, l’etica, il dolore, l’economia, la religiosità, la felicità: sono tutti temi affrontati da Salvatori Natoli nei suoi molti libri. Fra questi: L’esperienza del dolore. Le forme del patire nella cultura occidentale (Feltrinelli, 1999); La felicità di questa vita (Mondadori 2000), Il buon uso del mondo agire nell’età del rischio (Mondadori, 2010) e il libro-intervista La mia filosofia (Ets 2007). |
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IL DIRETTORE GENERALE ZOCCALI PRESIEDE UN INCONTRO PER IL PIANO DI RIENTRO DEL SERVIZIO SANITARIO REGIONALE DELAL CALABRIA |
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Catanzaro, 18 maggio 2010 - Nell’ambito degli incontri programmati per fare il punto sulla manovra da adottare per il Piano di rientro del servizio sanitario regionale, il Direttore generale del Dipartimento della Presidenza della Giunta regionale Francesco Zoccali ha promosso e presieduto un incontro con i rappresentanti delle organizzazioni farmaceutiche. Il tutto in relazione agli opportuni provvedimenti imposti dall’attuale disavanzo sanitario che chiama tutti gli attori della sanità calabrese a sacrifici di medio e lungo periodo. Erano presenti la Federfarma (Misasi e De Filippo) ed i produttori di farmaci, per quanto riguarda la manovra relativa alla farmaceutica; Aiop (Paolini, Furriolo) per la manovra sull’ospedalità privata; Anisab (Mancino) e Federlab (D’anna) per le prestazioni ambulatoriali e di laboratorio. Presente anche il rappresentante della Spu che raggruppa le strutture che erogano prestazioni diverse da quelle di laboratorio. Tutte gli intervenuti hanno rappresentato, ciascuno per la propria parte, le diverse proposte. Per l’Aiop occorre il congelamento della sottoscrizione dei contratti per il 2010 fino alla definizione di una nuovo accordo con la Regione. Per l’Anisap, vanno rivisti i conteggi fatti dalle Asp prima di fare i contratti in quanto, da una parte con la delibera 114/09 sono stati definiti i tetti aziendali per le prestazioni ambulatoriali da privato mentre, allo stesso tempo, dall’altra parte, con lettera circolare del Dipartimento “Tutela della salute”, parte consistente di questi fondi viene destinato alla specialistica ambulatoriale interna. Per la Federlab, i tetti di spesa non sono correlati alle tipologie ed ai volumi di prestazioni rese dalle strutture. La Federfarma chiede il rispetto della deliberazione della giunta regionale del marzo scorso. I produttori, poi, garantendo la distribuzione capillare dei farmaci, entrano in maniera determinante nella, così detta, “distribuzione per conto. Al termine dell’incontro, il Direttore Zoccali ha fatto proprie queste e le altre sollecitazioni, assicurando il dovuto approfondimento prima dell’assunzione di ogni eventuale atto deliberativo in esecuzione del Piano di rientro. Tutti i partecipanti hanno ringraziato la Presidenza della Giunta per l’opportunità dell’incontro, auspicando un’autentica stagione di confronto istituzionale al fine di affrontare i gravi sacrifici imposti dal Piano di rientro. |
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MEDICI DI FAMIGLIA: “VOGLIAMO GESTIRE AL MEGLIO IL PAZIENTE UN NUOVO SOFTWARE PERMETTE DI EVITARE GLI ERRORI” |
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Firenze, 18 maggio 2010 – Un nuovo strumento di lavoro per il medico di medicina generale. Si chiama Mille Gpg (General Practice e Governance) e permette di effettuare con rapidità e semplicità analisi approfondite dei dati registrati nella cartella clinica: per monitorare i risultati di cura in termini di salute, costi e sicurezza. È già disponibile per 18.000 camici bianchi di tutta Italia ed è stato illustrato a Firenze nel corso di un master dedicato al tema. “Il medico di famiglia – spiega Ovidio Brignoli, vicepresidente della Società Italiana di Medicina Generale (Simg) e responsabile del progetto - non può più lavorare attraverso interventi ‘puntuali e tra loro scoordinati’, ma ha bisogno di chiedersi e di sapere, per esempio, quanti sono i pazienti con particolari patologie, le loro comorbilità, come essi sono trattati, se hanno raggiunto determinati obiettivi di salute, se hanno criticità gestionali (e quindi se corrono particolari rischi clinici) e quali sottogruppi generano costi elevati o comprimibili con una migliore strategia assistenziale. Mille Gpg rappresenta un sistema innovativo per il controllo di gestione dello studio del medico di famiglia”. Contiene più di 70 indicatori riferiti a 16 patologie, soprattutto croniche, elaborati con il supporto degli specialisti di queste aree. Ogni medico non solo può valutare se stesso nel corso del tempo, ma può anche confrontare la propria attività con quella degli altri utenti. “Questo strumento di gestione – continua Bignoli - consente, mediante i dati registrati nella cartella clinica informatica, trasformati prima in indicatori di processo ed esito e poi in informazioni leggibili, di operare nella consapevolezza delle proprie azioni”. Oltre agli indicatori di performance, sarà infatti possibile far emergere criticità clinico-gestionali che potrebbero mettere a rischio i pazienti per interventi carenti, inappropriati o errati. “Grazie alla diffusione di Gpg, destinato presto a diventare una suite complessa di programmi gestionali per il medico di medicina generale - sottolinea Claudio Cricelli, Presidente della Simg - siamo già oggi in grado di definire la soglia di efficienza del medico rispetto alla globalità del suo lavoro oltre che per singola patologia. Da settembre cominceremo a comunicare i costi standard definiti come ‘costi dell’efficienza’ ed intesi come impiego ottimale di una singola unità monetaria € per unità convenzionale di outcome prodotta”. È possibile utilizzare il software (realizzato da Millewin) con un apposito Cd oppure collegandosi al sito www.Millegpg.it/ |
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SICILIA: NECESSARIO PROMUOVERE CULTURA DONAZIONE |
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Palermo, 18 maggio 2010 - L´assessore regionale all´Istruzione e alla Formazione professionale, Mario Centorrino, ha partecipato ieri mattina alla "Iv conferenza divulgativa- Donazione e trapianto di midollo osseo", organizzata dalla Capitaneria di porto di Palermo in collaborazione con Admo, Associazione donatori midollo osseo. Centorrino ha detto di essere "assolutamente convinto della necessita´ di promuovere iniziative di conoscenza sulla cultura della donazione". |
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VEDO COSE CHE NON CI SONO ROMA 25 MAGGIO - 10 SETTEMBRE 2010 - WOJCIECH BAKOWSKI, TANIA BRUGUERA, OSKAR DAWICKI, ANETA GRZESZYKOWSKA, SANJA IVEKOVIC, DEIMANTAS NARKEVICIUS, AGNIESZKA POLSKA, KATERINA SEDA, PIOTR UKLANSKI |
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Roma, 18 maggio 2010 - L’istituto Polacco di Roma e il Museo d’Arte Moderna di Varsavia presentano la mostra Vedo Cose Che Non Ci Sono a cura di Sebastian Cichocki e Ana Janevski (Museo d’Arte Moderna di Varsavia). Grazie ad uno strumento istituzionale come il museo noi impariamo a ricordare e a fissare canoni storici, ma anche a perfezionarci nell’arte dell’oblio. Gli oggetti, così come le narrazioni che li accompagnano, trovano il proprio posto all’interno o al di là della storia, mescolati con l’ausilio di arroccamenti espositivi, della rotazione tra la sala espositiva e il magazzino e anche della forza di coinvolgimento nei meccanismi di legittimazione del potere e del prestigio. La mostra Vedo Cose Che Non Ci Sono è un breve racconto del museo e del suo bisogno compulsivo, ma anche capriccioso, di accumulare oggetti; a causa di ciò l’istituzione diventa una macchina per la stesura e la redazione sia della storia dell’arte che della storia in senso generale. I lavori presentati in mostra fanno riferimento al processo di stravolgimento delle narrazioni storiche ufficialmente in vigore e dei metodi con cui vengono riportate le biografie individuali. Gli artisti, coscienti delle strategie adottate nei musei, operano una manipolazione del linguaggio e della memoria preannunciando il che cosa e il come debba essere ricordato, indipendentemente dal fatto che si tratti della retorica obbligatoria del “popolo eletto” (Uklanski) o di mitologie private (Bakowski, il cui lavoro – che per l’artista costituisce un “monumento” dedicato alla conversazione con un amico – dà il titolo all’intera mostra). La mostra si compone principalmente di lavori che si trovano nella collezione del Museo d’Arte Moderna di Varsavia, una delle più giovani istituzioni artistiche in Europa (nata nel 2005) con un intensa attività espositiva, nonostante il museo non abbia ancora una propria sede definitiva. Tra le sue attività rientra tra l’altro la partecipazione attiva alla produzione di nuove opere che si riferiscono al contesto locale e alle trasformazioni politico-sociali e il contributo attivo alla riscrittura della storia dell’arte più recente dove, all’interno del canone internazionale, trovano la loro giusta collocazione artisti dimenticati o misconosciuti dell’Europa Centrorientale. L’apertura di Vedo Cose Che Non Ci Sono, presso l’Istituto Polacco di Roma, costituisce un assaggio di strategie istituzionali di alto livello e, non a caso, coincide con l’apertura a Roma del Maxxi - Museo nazionale delle arti del Xxi secolo. Allo stesso tempo si tratta di una “postilla” al dibattito internazionale sul futuro e sulla missione dei musei pubblici. L’istituto Polacco di Roma, con la mostra Vedo Cose Che Non Ci Sono, aderisce al progetto Accademie in Festa, promosso da Roma - The Road to Contemporary Art e realizzato in collaborazione con le Accademie e gli Istituti di Cultura stranieri presenti a Roma. Opening collettivo, martedì 25 maggio dalle ore 18:00 fino alle 21:00. Un servizio di navette collegherà tutte le sedi aderenti all´iniziativa. La mostra è curata da Sebastian Cichocki e Ana Janevski, curatori del Museo d’Arte Moderna di Varsavia. Produzione: Katarzyna Karwanska. |
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ARTE SUI NAVIGLI ESPOSIZIONE D’ARTE CONTEMPORANEA MILANO 11-24 MAGGIO 2010 |
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Milano, 18 maggio 2010 - E´ stata inaugurata presso la Galleria Il Borgo, ubicata in uno dei quartieri più esclusivi di Milano - a due passi dai Navigli e da Porta Ticinese - l´Esposizione Internazionale d´Arte Contemporanea "Arte sui Navigli" che sarà visitabile fino al 24 maggio 2010. Gli artisti selezionati si cimentano in una straordinaria pluralità di soggetti e tecniche artistiche, a partire dalle installazioni e scenografie nipponiche di Anna Baresi, giovanissimo talento che coniuga padronanza esecutiva, straordinaria fantasia e inedita originalità. Giovanissima è anche Silvia Carrara che studia l’imago femminile con insolite prospettive in connubio tra astrazione e figurazione. Fresca e spontanea è la sperimentazione artistica di Edoardo Tosoni, che gioca con i materiali più differenti in una nuova poetica del reitero, provocando e sollevando quesiti sulla nostra società e sui suoi paradossi. L’universo figurativo raggiunge cime di notevole traguardo estetico con l’arte di Sara Dorigo, intessuta di sguardi enigmatici, e con la pittura di Biagio Raone, eccelso interprete di una natura incontaminata e pura nell’essenza della vita. Infine, nel percorso espositivo si possono ammirare le terrecotte di Chiara Rossato, mistiche e al tempo stesso evocatrici di una lirica interiore senza tempo. |
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THIS STORY IS NOT READY FOR ITS FOOTNOTES A CURA DI CAMILLA PIGNATTI MORANO E PELIN URAN ROMA, 20 MAGGIO – 16 SETTEMBRE 2010 |
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Roma, 18 maggio 2010 - Il 20 maggio 2010 dalle ore 18.30, nello spazio Ex Elettrofonica, inaugura This story is not ready for its footnotes, a cura di Camilla Pignatti Morano e Pelin Uran. La mostra attraverso opere di giovani artisti internazionali, stimola una riflessione sulla società moderna offrendo un commento su quei processi di mediazione della realtà che ad una lettura superficiale restano nascosti. Il titolo svela il fine della mostra: i video si propongono come dispositivi di rottura rispetto alla consueta lettura del presente, permettendo agli spettatori una interpretazione dei fatti libera da condizionamenti, non costituendone necessariamente una critica diretta. Attraverso l’ironia, l’immaginazione, l’artefatto narrativo, gli artisti si confrontano con i problemi urgenti della società moderna. This story is not ready for its footnotes si articola in quattro tappe espositive, dal 21 maggio al 16 settembre 2010, che coinvolgono gli spazi di Ex Elettrofonica e di Esc. 21 maggio - 19 giugno 2010, Ex Elettrofonica, Vicolo Sant’onofrio 10 – Roma - Per il primo appuntamento, gli artisti coinvolti analizzano quei temi su cui la società contemporanea, moderna e razionale, non si sofferma. Il fraintendimento, l’indeterminato, il surreale, l’assurdo diventano territori condivisibili per impostare un dialogo. 29 maggio 2010, Esc, ore 21.00, Via dei Volsci 159 – Roma - This story is not ready for its footnotes nella volontà di porre l’accento su una ricerca collettiva che passa attraverso la sperimentazione culturale, esce fuori dallo spazio di Ex Elettrofonica. Per la sera del 29 maggio porta da Esc a San Lorenzo la proiezione dell’ultimissimo video di Hiwa K., seguito da un Dj - set di Paolo di Nola, un protagonista delle avanguardie musicali per la sua identità sonora riconoscibile e personale. 23 giugno - 17 luglio 2010, Ex Elettrofonica, Vicolo Sant’onofrio 10 – Roma - In questa occasione le opere degli artisti sono chiamate a chiarire la potenzialità dell’arte come strumento di critica sociale e politica. Un tentativo di lettura che contrasta con la visione convenzionale della realtà e che sottolinea quanto l’informazione banalizzi la conoscenza dei fatti. 21 luglio - 16 settembre 2010, Ex Elettrofonica, Vicolo Sant’onofrio 10 – Roma - L’ultimo episodio di This story is not ready for its footnotes si concentra sull’insoddisfazione dell’uomo contemporaneo. L’uomo viene messo in relazione con l’architettura, l’industrializzazione e la natura, e analizzato nel suo frenetico bisogno di tenere tutto sotto controllo. Sono in mostra gli artisti Hiwa K., Giorgio Andreotta Calo´, Ha Za Vu Zu, Asli Sungu, Jakup Ferri, ChrÝstelle Lheureux, Nicoline Van Harskamp, Joanne Richardson, Pia Roenicke, Rossella Biscotti, Ali Kazma, Sharon Hayes, Bettina Wind & Alexandra Ferreira, Danilo Correale. |
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THE READER IN THE GARDEN LISA WILLIAMSON ROMA, 24 MAGGIO 19 GIUGNO 2010. |
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Roma, 18 maggio 2010 - Unosolo, la project room di 1/9 unosunove, annuncia la prima mostra personale in Italia dell’artista statunitense Lisa Williamson (1977, Champaign, Illinois). The Reader in the Garden - La vegetazione di questo posto sembra aver perduto la naturalezza e, fatto ancora più strano, il lettore sembra restare rilassato. È un caso a-tipico. Qualcosa è cambiato sia in alto, sia alla base del giardino del suo padrone di casa. Potrebbe essere l’effetto di un processo sismico originato nel centro della terra. Una sorta di simposio nel quale i piani vengono rovesciati e ogni cosa è improvvisamente in movimento. A livello ideale questi processi conservano un andamento tranquillo. Sismico, ma sottile. Letterale, marginale, materiale e ottimistico - La lettrice entra dal lato destro e procede verso sinistra. Attraversa lo spazio, segue l’angolazione della via, si ferma, si appoggia, si distende e indugia. Accovacciata accanto agli alberi di giada, coglie un avocado che ha le dimensioni di un sasso. La mano ne indaga il peso, la forma dai fianchi gonfi e la consistenza robusta. La lettrice scavalca appena gli ostacoli, dal momento che questi ostacoli in particolare non possono scegliere un’altezza uniforme. Quindi cammina intorno ad ognuno, davanti e dietro, e poi ancora intorno. Questa logica è insita e sarà ritagliata in sezioni - È tipico, i suoi muscoli sono come nodi. Tanto spesso che l’incisivo della lettrice si è spostato. Questo ha determinato il suo odio per la ritrattistica. In misura maggiore i suoi piedi sono tormentati dalla narcolessia. Non è casuale. Quello che è casuale è come si sente ultimamente quando si trova immersa nel giardino del proprietario. Qui le piante sono inclinate e le parti ridotte. Riguarda l’orizzontale e la verticale. Resta in tempo: I, Ii, Iii, Iv, V. Le immagini e gli oggetti che vedete qui sono scultorei e in scala. Se la lettrice fosse più spirituale proverebbe a relazionare tutto questo al monaco o alla suora, il chiostro o l’abbazia. Se avesse una maggiore padronanza con la prospettiva dovrebbe metterlo in relazione con l’architetto. Se più impegnata, con il bibliotecario. Se più interessata, con l’amanuense. Se più drammatica, con il muto. Ma ciò che coglierebbe più pienamente il senso sarebbe mettere in relazione tutto questo con le streghe e le parche, queste mura romane e questi versi gnomici. Il compito della demarcazione è essenziale. Le opere sono indicatori, una successione di suggerimenti e indizi. Il tradurre è una preoccupazione. C’è l’intonazione, una finitura opaca e morbida, lino premuto contro il vetro, e questa bellissima luce del giorno. Cose espressive in una forma, informano. E ci sono queste pause, una scala che è modesta, e il legno, fondamentalmente. Il contesto è contemplativo e i colori sono semplicemente spenti. Credo che il comunicato stampa sia andato via per il pranzo e sfortunatamente questi pranzi vanno per le lunghe. In verità “Cs” non dovrebbe tornare prima che finisca l’orario di lavoro. Ma almeno sia chiaro che le fotografie misurano 11 x 16 pollici, sono lucide, ed i colori sono completamente saturi. Esiste una logica, un vocabolario, insiti nel lavoro e nella ricerca di Lisa Williamson, che attraversano, trasformano ed uniscono in modi bizzarri e casuali. Ciò che conta per l’artista è la formazione di un linguaggio distinto e imperfetto, una lista aperta di soggetti che rimanga parziale e malleabile, piena di riferimenti e rimandi e che possa essere resa attuale attraverso qualsiasi materiale che possa avere un senso. L’intento è svelare, per poi confondere, i limiti entro i quali un artista vive e produce. Tutto il suo lavoro, anche quello apparentemente più formale o minimale possiede alla base una struttura letteraria. Un esempio è la serie di “tapestries” in mostra, tele in lino dipinte con strati di acrilico e smalto. Limitati a pochi colori e forme questi lavori rappresentano delle pause, degli schizzi iniziali in cui forme semplici e ripetitive rappresentano un potenziale strumento di sviluppo e di comprensione. Lisa Williamson vive e lavora a Los Angeles, Usa. Tra le recenti mostre personali: Alex Olson and Lisa Williamson, Shane Campbell Gallery, Chicago, Usa (2010); Whisper Chipper, Small A Projects, New York (2009). Recenti mostre collettive includono: Kathryn Andrews, Heather Cook, Leslie Vance and Lisa Williamson, David Kordansky Gallery, Los Angeles, Usa (2010); Beyond Process, Renwick Gallery, New York, Usa (2009); Summer Reading, Invisible Exports, New York, Usa (2009). |
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