Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


MARTEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Martedì 22 Giugno 2010
UE: STRUMENTO ALIMENTARE: GIÀ VARATI 222 PROGETTI A BENEFICIO DI 50 MILIONI DI PERSONE NEI PAESI POVERI PER LA LOTTA CONTRO LA FAME  
 
Con oltre 500 milioni di euro già erogati e il 97% dei fondi impegnati ad appena un anno e mezzo dall´adozione, lo strumento alimentare, che ha in dotazione di 1 miliardo di euro, ha saputo rispondere in modo rapido e efficace al problema dell´insicurezza alimentare. La Commissione ha presentato 1l 15 giugno un opuscolo sul funzionamento dello strumento alimentare in cui mostra come lo strumento fornisca sostegno a circa 50 milioni di persone nel mondo e illustra i primi risultati raggiunti. La Commissione europea, che ha ricevuto un numero impressionante di proposte di elevata qualità ma che dispone di un bilancio limitato, lancia un appello agli altri donatori affinché aiutino a finanziare i progetti nell´ambito di un´iniziativa "d´asta". "È inaccettabile che ancora oggi vi siano persone esposte alla fame e all´insicurezza alimentare. Grazie allo strumento alimentare, l´Unione europea ha saputo reagire in modo rapido e efficace alle crisi alimentali nei paesi in via di sviluppo. La Commissione ha tenuto fede alle promesse massimizzando l´impatto degli aiuti ai paesi bisognosi. Gli aiuti dell´Ue raggiungono oltre 50 milioni di persone, anche piccoli agricoltori, e siamo solo all´inizio" ha affermato Andris Piebalgs, commissario europeo per lo Sviluppo. Dopo l´impennata mondiale dei prezzi alimentari, a dicembre 2008 l´Unione ha creato uno strumento alimentare, con una dotazione di 1 miliardo di euro, per dare una risposta rapida al problema dell´insicurezza alimentare in 50 paesi in via di sviluppo. Risultati concreti - Gli interventi sul posto sono cominciati nel 2009 e in molti paesi interessati si colgono già i primi frutti. In Pakistan negli ultimi due anni la produzione agricola si era contratta a causa dell´aumento vorticoso dei costi dei semi e dei fertilizzanti, mentre i prezzi dei prodotti alimentari aumentavano anche per effetto delle scarse piogge. Quest´anno per la prima volta gli agricoltori pachistani sono riusciti a mettere freno a questa spirale negativa grazie al sostegno del progetto comune Ue-pam-fao finanziato dallo strumento alimentare. La Pam ha distribuito 400 kg di grano a 23.000 agricoltori pachistani per far fronte alla stagione grama prima del raccolto, evitando loro di indebitarsi. In Niger lo strumento alimentare ha permesso di avviare nel 2009 un partenariato Ue-unicef per curare, in centri di nutrizione terapeutica, 65.000 bambini al disotto dei cinque anni affetti da forme gravi di malnutrizione. In Guatemala lo strumento alimentare ha permesso di distribuire fertilizzanti a 14.000 famiglie di piccoli agricoltori. Un impegno duraturo e efficace - La Commissione europea ha impegnato fino ad oggi il 97% dei fondi disponibili a titolo dello strumento e si appresta ad impegnare i fondi rimanenti. Ad aprile 2010 è stata adottata l´ultima decisione di finanziamento per un valore totale di 145,3 milioni di euro. La celerità d´azione dello strumento è dovuta al ricorso a canali finanziari esistenti e all´eccellente collaborazione con le agenzie e con i governi coinvolti. Il ruolo guida assunto dalla Commissione europea è stato centrale per garantire una collaborazione fruttuosa tra le organizzazioni internazionali coinvolte, evitando il ricorso a ulteriori strutture burocratiche o a fondi fiduciari verticali. L´iniziativa d´asta dello strumento alimentare - Nel 2009 la Commissione europea ha lanciato un appello a presentare proposte nell´ambito dello strumento alimentare. Le proposte presentate sono state numerose e per agevolare l´incontro tra investitori e realizzatori di progetti la Commissione ha pubblicato un opuscolo con le 84 proposte migliori: si tratta di progetti di elevata qualità e già pronti ad essere attuati. Con questa un´iniziativa d´asta la Commissione europea intende potenziare la redditività, la coerenza e il coordinamento, come previsto dall´agenda di Accra sull´efficacia degli aiuti, mettendo a disposizione progetti pronti per essere finanziati.  
   
   
AGRICOLTURA DI MONTAGNA: RETE EUROPEA AMPLIATA ALLA SPAGNA  
 
Bolzano - Cinque Regioni spagnole sono in procinto di entrare a far parte della rete europea dei territori interessati alla tutela dell´agricoltura di montagna: "La Spagna è un alleato importante, perchè vanta oltre un quarto delle aree montane d´Europa", sottolinea l´assessore provinciale Hans Berger. I rappresentanti della rete delle Regioni europee di montagna si sono incontrati con quelli delle regioni spagnole di Aragona, Asturie,cantarbia, Andalusia e Paesi Baschi per discutere di una possibile collaborazione nelle sedi europee a tutela dell´agricoltura di montagna. "Le situazioni e le richieste sono differenziate, ma riguardo alla posizione di fondo concordiamo tutti", sottolinea l´assessore Berger, soddisfatto che la rete europea possa allargarsi a nuovi sostenitori. L´esigenza è quella di coordinarsi meglio e rappresentare a Bruxelles una posizione unitaria per avere più visibilità in Commissione e anche nei singoli Stati. A tale scopo Berger si incontrerà prossimamente con il basco Juan Andres Gutierrez, vicepresidente della rete spagnola "Euromontana" per approfondire i passi ulteriori e le priorità nello sviluppo dell´agricoltura di montagna.  
   
   
UN NUOVO IMPULSO PER L´ACQUACOLTURA EUROPEA  
 
L´ue consuma oltre 5 milioni di tonnellate di pesci d´allevamento, ma ne produce solo un terzo. L´acquacoltura europea è famosa per gli alti standard di qualità e ambientali, ma la produzione non cresce. Il 18 giugno i deputati hano discusso e votato la relazione di Guido Milana, Pd, su come aumentare la produttività degli allevamenti ittici in tutta Europa. La Commissione europea vuole dare nuovo impeto all´acquacoltura per rendere il settore più competitivo con una nuova strategia, visto che la crescita prevista nel 2002 non si è mai realizzata. I deputati hanno apprezzato l´iniziativa della Commissione, sottolineando che la competitività dell´acquacoltura dovrebbe essere rafforzata con un supporto deciso e costante allo sviluppo tecnologico. Questo è un prerequisito essenziale per sviluppare un settore moderno, efficiente, competitivo e a basso impatto ambientale. Il Parlamento ha chiesto ai paesi membri di lavorare per creare un ambiente più favorevole agli imprenditori, e ha posto l´accento sul bisogno di un impegno più concreto dell´Ue negli investimenti in acquacoltura sostenibile. Perché è importante dare un nuovo impulso all´acquacoltura europea? Secondo il relatore del Pd (S&d) Guido Milana "il settore dell´acquacoltura non deve essere sottovalutato. Visto che i due terzi della domanda sono coperti dalle importazioni, sarà essenziale valutare il potenziale di mercato in termini di occupazione e sostenibilità ambientale, migliorando nel frattempo lo standard qualitativo e contribuendo a diminuire la pressione sulla popolazione ittica". Acquacoltura: L´europa produce 1,3 milioni di tonnellate di prodotti di allevamento; Costituisce quasi il 20% della produzione ittica europea; Le specie più allevate sono le cozze, la trota salmonata, le ostriche e il salmone; I produttori principali in volume sono Francia, Spagna, Italia, Regno Unito e Grecia; 65.000 persone lavorano a tempo pieno nel settore.  
   
   
«L´ENERGIA SOLARE IN AGRICOLTURA» IL NUOVO LIBRO CHE SPIEGA COME E PERCHÉ L´ENERGIA SOLARE PUÒ FARE USCIRE L´AGRICOLTURA DALLA CRISI  
 
E’ uscito il 21 Giugno 2010 - per i tipi di Maggioli editore «L´energia solare in agricoltura», il nuovo libro dei ricercatori del Polo fotovoltaico della Sicilia che spiega in che modo l´energia solare possa fare uscire l´agricoltura italiana dalla crisi generando reddito economico classificato come reddito agricolo, e abbattendo radicalmente i costi di produzione. Utilizzando uno stile divulgativo e decine di casi concreti, il testo spiega come generare dal sole l´elettricità necessaria alle aziende per coprire larga parte del proprio fabbisogno; ovvero come produrre dalla radiazione solare aria fresca a costo zero per il raffrescamento estivo, acqua calda sanitaria per i processi di pulizia e riscaldamento; e anche preziosa aria riscaldata per i processi di essiccazione condotti in agricoltura. «I consumi di elettricità, gasolio e metano da parte di cantine, stalle, fattorie e caseifici -- dice Mario Pagliaro, ricercatore del Cnr co-autore del libro -- sono enormi e non più sostenibili economicamente. Le nuove tecnologie per lo sfruttamento dell´energia solare, unite alle formidabili politiche pubbliche di incentivazione italiane, offrono agli agricoltori e agli allevatori un´eccezionale opportunità di sviluppo». Rivolto agli imprenditori del settore agricolo e ai loro consulenti, il libro integra in un unico volume informazioni tecniche, aspetti economici e notizie aggiornate sulle applicazioni delle due principali tecnologie ad energia solare nel settore agricolo: il solare termico e quello fotovoltaico. Costi e rendimenti; dove acquistarle e come finanziarle; come farle rendere al meglio e quali scegliere per le proprie esigenze. I numerosi esempi trattati nel testo mostrano come queste tecnologie vengano concretamente utilizzate per abbattere il costo energetico della produzione agricola. Oltre il 30% dei 70mila impianti fotovoltaici installati in Italia sorgono sui tetti di masserie, agriturismi, caseifici e allevamenti. Ma anche il numero di installazioni di pannelli solari per la produzione di acqua calda sta conoscendo una rapida crescita. «Energia solare -- aggiungono gli autori Rosaria Ciriminna e Giovanni Palmisano -- significa anche risanamento ambientale. E questo vuol dire utilizzare i tetti delle aziende, enormi e già costruiti, per integrarvi gli impianti solari senza consumare prezioso terreno agricolo. E il libro spiega come farlo, e perché conviene». L´energia solare in agricoltura - Reddito economico e risanamento ambientale di Mario Pagliaro, Giovanni Palmisano, Rosaria Ciriminna Maggioli Editore, 2010 Pag. 184, ? 29,00 Isbn 978-883-875-671-6 Indice del libro e immagini: www.Qualitas1998.net/agricoltura_energia_solare    
   
   
EMILIA ROMAGNA, MONTAGNA. OLTRE 9 MILIONI DI NUOVI INVESTIMENTI. STRADE E INTERNET PER RIDURRE LE DISUGUAGLIANZE TRA I CITTADINI  
 
Bologna - Contrasto al dissesto idrogeologico, impegno per la messa in sicurezza delle strade duramente colpite dalle nevicate dell’inverno passato. Un forte impegno per estendere ai Comuni appenninici bolognesi le potenzialità di internet, della banda larga con l’obiettivo di ridurre il digital divide. La Regione Emilia-romagna investe oltre 9 milioni di euro in progetti per l’Appennino. Risorse che serviranno per la riqualificazione e la tutela del territorio; per renderlo più attrattivo anche da un punto di vista del commercio, del turismo e dell’impresa; per ridurre le diseguaglianze telematiche e informatiche, con un occhio attento alle scuole; per la riqualificazione delle strade pesantemente danneggiate dalle forti nevicate dello scorso inverno. La Giunta regionale ha approvato le 19 proposte di Accordo-quadro per il triennio 2010-2012 presentate dalle Comunità montane, dalle Unioni montane e dagli altri enti associativi (tra cui il circondario di Imola). Assegnate anche le quote del fondo regionale per la realizzazione dei Programmi annuali operativi 2010 a cui si aggiungeranno nuove risorse dopo l’approvazione da parte dell’Assemblea legislativa dell’assestamento di Bilancio 2010 varato dalla giunta regionale. Si tratta di progetti e finanziamenti che costituiscono il primo atto del Programma regionale per la Montagna approvato nel dicembre 2009. Nel loro complesso gli interventi programmati dai singoli Enti associativi titolari nei Programmi annuali operativi ammontano a 31,5 milioni di euro, a fronte di un contributo del fondo regionale per la montagna di quasi 9,4 milioni di euro, con un effetto moltiplicativo di 1 a 3. “Questo risultato è frutto del buon lavoro realizzato grazie alla collaborazione tra diversi enti e livelli di governo”, spiega Simonetta Saliera, vicepresidente della Regione Emilia-romagna e assessore alla Montagna. “Gli Accordi-quadro – prosegue Saliera – individuano priorità e risorse per interventi triennali che avranno soprattutto l’effetto di ridurre il gap tra chi abita nei grandi centri urbani o in pianura e i cittadini delle nostre realtà montane. Penso, ad esempio, agli interventi per informatizzare le scuole o l’estensione della banda larga e a quelli dedicati alla messa in sicurezza delle strade”. I principali interventi contenuti negli accordi riguardano: la difesa del suolo e la messa in sicurezza del territorio; la riqualificazione urbana e la viabilità; la messa a norma ed il potenziamento delle infrastrutture del territorio (centri di protezione civile e per la polizia urbana, centri di raccolta rifiuti, depuratori, strutture di ricovero per animali, ecc.); la riduzione del digital divide e l’estensione della banda larga; il miglioramento e la qualificazione del sistema turistico; la valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale; il sostegno alle imprese e la riqualificazione delle aree produttive; l’aggiornamento e l’implementazione di tecnologie multimediali nelle scuole; • la partecipazione al progetto regionale “Community Network”, che si propone di realizzare un sistema di servizi, standard e modelli di scambio destinato a tutti gli enti locali del territorio regionale. Nella tabella sono riportate le risorse e i principali interventi dei singoli enti
Ente Risorse Principali interventi
Unione Comuni Valle Tidone 39.484,28 Miglioramento viabilità
C.m. U.c. Appennino piacentino 176.544,72 Riforestazione, miglioramento viabilità, valorizzazione turistica
C.m. Valli Nure e Arda 348.086,99 Opere riduzione incendi, messa in sicurezza strade
C.m. Valli Taro e Ceno 1.277.178,96 Potenziamento offerta turistica, miglioramento viabilità
C.m. Unione Comuni Parma Est 709.237,65 Forestazione, potenziamento viabilità, messa in sicurezza del territorio
C.m. Appennino Reggiano 1.010.449,23 Risanamento borghi storici a fine turistico, bonifiche di zone con presenza amianto e miglioramento viabilità
Ucm Valli Dolo Dragone Secchia 264.225,56 Miglioramento viabilità e riqualificazione urbana
C.m. Del Frignano 850.724,93 Progetto banda larga, servizi multimediali nelle scuole, qualificazione polizia locale
Unione Terre di Castelli 237.063,09 Miglioramento e riqualificazione della viabilità
Unione Comuni Valle Samoggia 365.240,43 Miglioramento viabilità e interventi contro dissesto idrogeologico
C.m. Appennino bolognese 1.046.361,14 Interventi contro dissesto idrogeologico, aggiornamento dotazioni informatiche
Unione Montana Valli Savena-idice 508.638,92 Realizzazione rete Man (via cavo), riduzione digital divide, Ced sovra comunale (servizi informatici unificati), interventi contro dissesto idrogeologico
Nuovo circondario imolese 222.227,83 Nuova biblioteca, percorso ciclabile
U.c. Brisighella Casola Valsenio Riolo T. 311.718,98 Miglioramento viabilità
Unione Montana Acquacheta-romagna T. 316.363,12 Riqualificazione di due borghi storici, miglioramento viabilità
C.m. Appennino forlivese 663.459,58 Miglioramento viabilità
C.m. Unione Comuni Appennino cesenate 704.521,80 Miglioramento viabilità
U.c. Valle Marecchia 143.696,69 Riqualificazione ex cava, interventi contro dissesto idrogeologico e riqualificazione del territorio
C.m. Alta Valmarecchia 164.281,40 Pista ciclopedonale
Totali 9.359.505,28
 
   
   
COLDIRETTI BASILICATA, NASCE PRIMO GRUPPO DI ACQUISTO ECOLOGICO  
 
Insieme a Legambiente, Coldiretti Basilicata avvia il primo Gruppo di acquisto ecologico (G.a.e.) del capoluogo lucano. Nato dall’esigenza di realizzare concretamente “la filiera corta” per tutelare al massimo produttore e consumatore, il G.a.e., organizzato dal circolo “Ken Saro Wiwa”, vede la sinergia di Legambiente Basilicata, Coldiretti Basilicata, le Associazioni Agrimercato di Potenza e Matera e la Cooperativa sociale “Una terra”. Il G.a.e., a cadenza settimanale, propone ai soci consumatori una “lista della spesa” composta in base alla stagionalità e disponibilità di prodotti agricoli. Coldiretti Basilicata, attraverso un protocollo d’intesa con Legambiente, assicura la fornitura prodotti sani, garantiti e controllati provenienti dalle aziende agricole lucane associate e costantemente monitorate. Questi prodotti formano così una “cassetta famiglia” al costo orientativo di 10 euro, che viene proposta ai soci del G.a.e. Grande successo ha avuto l’iniziativa nel capoluogo lucano. Dopo alcuni mesi dalla sua nascita, infatti, hanno aderito al gruppo già 150 famiglie con una media settimanale di una quarantina di ordini d’acquisto. “Costruire una filiera tutta lucana – ha affermato il presidente provinciale Saverio Dalessandro - non è un’utopia. Il successo del G.a.e. E delle altre iniziative che Coldiretti sta portando avanti sul territorio nazionale e regionale, è la risposta concreta alla sfida lanciata allo strapotere della grande distribuzione organizzata (G.d.o.) che detta i prezzi al mercato a danno di produttori e consumatori. Coldiretti invece propone il consumo a Km zero che, oltre a garantire il sostegno delle economie locali, valorizza le culture rurali, ed offre, al giusto prezzo, maggiori certezze ai consumatori in fatto di tutela ambientale e sicurezza alimentare.” Promuovere un nuovo modo di consumare più attento e responsabile è l’obbiettivo comune che ha spinto le Associazioni a creare il G.a.e. Il gruppo si inserisce in un circuito di promozione più ampio che Coldiretti sta concretizzando a livello regionale con i Mercati di Campagna Amica.  
   
   
VENDOLA E GODELLI INCONTRANO IL MINISTRO DELL’AGRICOLTURA LIBANESE.  
 
Processi di pace, Mediterraneo, politiche di cooperazione, sviluppo e lotta alla povertà per costruire un futuro migliore per tutti. Sono molti i sentimenti in comune tra la Puglia e il Libano, tra due paesi che parlano la stessa lingua e che si affacciano sullo stesso mare, due realtà che già operano insieme e che continueranno a farlo in futuro. La visita istituzionale, che ci è svolta il 18 giugno al termine del Consiglio regionale tra il Ministro dell’agricoltura libanese Hussein Al Hajj Hassan e il presidente della regione Puglia Nichi Vendola, l’assessore al Mediterraneo Silvia Godelli e il presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna, ha consolidato l’amicizia fra i due paesi e ha gettato le basi per ulteriori progetti di collaborazione e di cooperazione. “La nostra terra è una terra molto grande e ricca, è una terra molto accogliente – ha detto il presidente della regione Nichi Vendola dando il benvenuto Ministro libanese – noi abbiamo una considerazione molto particolare della posizione geografica. Non riusciamo cioè a pensare come pugliesi ma come popolo del Mediterraneo. Per questo guardiamo con grande curiosità a tutto ciò che accade in questo grande mare, ma guardiamo anche con grande preoccupazione a tutti i focolai di guerra. Per poter consolidare i processi di pace – ha concluso Vendola – occorrono le politiche di sviluppo e di cooperazione. E’ un modo questo di scoprire che la nostra casa è molto più grande della Puglia”. Quindi un benvenuto al Ministro a “casa sua”. I progetti di cooperazione già esistenti con il Libano sono stati raccontati dall’assessore competente Silvia Godelli. “Gli interventi cha abbiamo già in atto riguardano zone rurali del Libano, zone che tra l’altro sono simili ad alcune zone della nostra terra. Sono progetti di sostegno alla piccola imprenditorialità delle donne che hanno mostrato un gran desiderio di lavorare con i nostri operatori. Abbiamo capito che la cultura e l’agricoltura sono sorelle e camminano sulla stessa strada. Bene – ha concluso la Godelli - noi vorremmo continuare così”. Anche il presidente del consiglio regionale Onofrio Introna ha auspicato una collaborazione più intensa, essendo la Puglia la punta avanzata della Comunità Europea nel Mediterraneo”: Il Ministro libanese era accompagnato dal presidente dello Istituto agronomico Mediterraneo Mimmo Lacirignola che ha sottolineato “l’importanza dell’incontro istituzionale”.  
   
   
AGRICOLTURA, SBLOCCATI 127 MILIONI DI EURO PER LE AZIENDE SARDE  
 
Cagliari - Sbloccati 127 milioni di euro di fondi del Programma di sviluppo rurale che saranno pagati entro l’anno alle aziende agricole della Sardegna. La notizia è arrivata il 18 giugno da Agea (Agenzia nazionale per le erogazioni in agricoltura) che ha accolto la contro-proposta presentata dall’assessore Andrea Prato nel corso della riunione della Commissione politiche agricole, tenutasi a Roma mercoledì scorso. I quasi 130 milioni di euro arriveranno alle aziende sarde (quasi 35mila le domande) per le varie misure a superficie dell’asse 2 del Psr (annualità 2007, 2008 e 2009): indennità compensativa, benessere degli animali, forestazione, razze in via di estinzione, agricoltura biologica e difesa del suolo. Tutti fondi che però potranno essere erogati a patto che i fascicoli aziendali non presentino anomalie. A questo proposito, l’assessore lancia un appello ad agricoltori, Centri di assistenza agricola e associazioni di categoria perché tutti insieme lavorino per risolvere eventuali problematiche che possono precludere la regolare erogazione dei contributi. Nell’incontro di Roma, alla presenza di diversi assessori regionali e Agea, si era fatto il punto sulla spesa dei fondi dei vari Psr e la Regione Sardegna aveva sollevato le diverse criticità che il piano di Agea avrebbe comportato per le amministrazioni più virtuose. Nel corso della riunione l’assessore Prato aveva presentato una contro-proposta nella quale chiedeva sostanzialmente una forte assunzione di responsabilità dell’Agenzia, senza la quale i dirigenti delle varie Regioni sarebbero stati impossibilitati a procedere al pagamento dei premi comunitari. A distanza di tre giorni, questa mattina Agea ha diffuso il documento definitivo che accoglie le proposte operative presentate dalla Regione Sardegna. «Si tratta di una vittoria non solo per la nostra, ma anche per le altre Regioni che in questo modo potranno procedere con una spesa più veloce dei Programmi di sviluppo rurale in un periodo di grave crisi dell’agricoltura in Italia e in Europa”, ha commentato il presidente della Regione Ugo Cappellacci. Soddisfatto anche l’assessore Prato: “I tanti disagi creati alle nostre aziende agricole da parte del Sistema informativo nazionale, con le proposte approvate oggi da Agea possono dirsi risolti. Do pubblicamente atto ad Agea di avere compreso in pieno le nostre ragioni e questo non potrà che facilitare il lavoro di squadra con le Regioni. I quasi 130 milioni di euro in arrivo entro dicembre saranno ossigeno atteso per il mondo agricolo. Il mio auspicio a questo punto è che quelle aziende che non hanno il proprio fascicolo in ordine rimedino al più presto per evitare blocchi nei pagamenti”. Infine, un plauso al lavoro della Regione è arrivato da Giancarlo Nanni, direttore area coordinamento di Agea: “Le criticità e la proposta avanzate dalla Sardegna da subito sono state poste all’attenzione della nostra agenzia, che dopo una approfondita valutazione ha condiviso in toto le modifiche richieste dall’assessore Prato. Siamo sicuri che il documento definitivo andrà incontro alle aspettative delle diverse amministrazioni regionali, contribuendo ad accelerare la spesa dei fondi dei Psr”.  
   
   
AGROENERGIA, AUTILIO: NUOVA OPPORTUNITA’ PER VAL D’AGRI  
 
“Lo sviluppo delle attività agro-energetiche in Val d’Agri, sulla base dell’iniziativa che hanno promosso congiuntamente la Comunità montana Alto Agri e il Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura, rafforza l’idea progettuale dell’istituzione del Distretto energetico della Val d’Agri all’interno del quale è possibile prevedere un sub-distretto o meglio ancora uno specifico distretto regionale agro-energetico”. E’ quanto sostiene il vice presidente del Consiglio regionale Antonio Autilio (Idv), per il quale “è necessario partire dal bilancio di risultati prodotti dal Bando di attuazione del Psr 2007/2013, relativo alla misura 311 az. C ‘Investimenti per la produzione, utilizzazione e vendita di energia da fonti rinnovabili’, per introdurre, nella prosecuzione delle azioni di incentivazione, modifiche in modo da favorire microimpianti per la produzione di energia eolica, solare ed idrica oltre a piccole reti di distribuzione interne all’azienda agricola. La priorità accordata nel precedente bando ad impianti che consentono la cogenerazione (energia elettrica più termica) pur se giusta sul piano teorico, se confermata, potrebbe portare al risultato pratico di finanziare solo e soltanto impianti a biogas, con esclusione degli impianti per la produzione di energia termica a biomassa legnosa”. “Si tratta, dunque – aggiunge Autilio – di accogliere le proposte venute dal mondo agricolo e quelle specifiche dell’Aiel, struttura di consulenza sull’energia da fonti rinnovabili, costituita dalla Cia, in vista del nuovo bando, prevedendo l’assegnazione di una percentuale minima della disponibilità finanziaria complessiva del bando per ogni tipologia di investimento (ad esempio, 40 per cento biogas, 40 per cento centrali termiche biomassa etc.), nonché il riconoscimento di un punteggio aggiuntivo in favore delle iniziative proposte da due o più imprese associate. E’ evidente che il primo obiettivo da raggiungere – continua Autilio – è quello di garantire agli agricoltori e allevatori zootecnici della Val d’Agri, come ai titolari di piccole e medie imprese, costi decisamente minori degli attuali per le spese energetiche tenuto conto che i rincari del gasolio agricolo e in generale della bolletta energetica hanno pesato per il 30 per cento in più negli ultimi due anni, nonostante la produzione di petrolio e gas naturale. Un altro passaggio importante – conclude - è quello di promuovere un programma di formazione e qualificazione degli operatori agricoli in materia di agro energia”.  
   
   
EMILIA ROMAGNA: PSR, DAL 20 AL 50% L´ANTICIPO DEL CONTRIBUTO  
 
Bologna - Passa dal 20 al 50% la quota di contributi che i beneficiari delle misure di investimento previste dal Programma di Sviluppo rurale 2007 – 2013 della Regione Emilia – Romagna potranno chiedere come anticipo. Ciò significa che potranno contare da subito su un plafond di risorse pari a quasi 15 milioni di euro. La novità, che interessa i titolari di un provvedimento di concessione emesso negli anni 2009 e 2010, principalmente relativamente all’asse 1 e all’asse 3 del Psr, arriva dall’Unione europea come misura per contrastare le difficoltà derivanti dalla crisi economica. “Questa possibilità – spiega l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni – è particolarmente vantaggiosa per gli imprenditori. La liquidazione complessiva del contributo pubblico avviene a fine dei lavori; poter disporre di un ulteriore anticipo sulla parte di risorse a fondo perduto riduce l’esigenza di ricorrere al credito bancario per coprire la quota di capitale privato necessario all’esecuzione degli investimenti previsti. Per questi motivi invitiamo tutti i beneficiari ad utilizzare questa importante opportunità”. Questa modalità di pagamento può essere utilizzata anche dagli imprenditori che non hanno ritenuto opportuno avvalersene al momento della presentazione della domanda di aiuto, seguendo la procedura approvata da Agrea. Le garanzie fidejussorie, necessarie per ottenere l’anticipo, possono essere accese a costi contenuti utilizzando la convenzione denominata “Investiagricoltura“, stipulata tra la Regione Emilia – Romagna e i principali Istituti bancari operanti in regione.  
   
   
PESCA: “UNITÀ DI CRISI”, FEDERCOOPESCA PROPONE FERMO FLESSIBILE E ATTENZIONE A STAGIONALITÀ  
 
Presentate dalla Federcoopesca-confcooperative, nel corso della seconda riunione dell’”Unità di crisi” in corso di svolgimento presso il Mipaaf, le proposte per un fermo di pesca “flessibile”, che venga incontro alle esigenze degli operatori, duramente colpiti dalla crisi e dall’entrata in vigore del Regolamento del Mediterraneo, e tenga conto della stagionalità dei prodotti ittici. Questa in sintesi la proposta dell’Associazione. Introduzione di un sistema di gestione della pesca che faccia perno su un numero massimo di giornate di pesca per l’intero anno, adeguato alle caratteristiche dei vari areali; per questo primo anno, in via sperimentale, l’arco temporale potrebbe estendersi dal 1° luglio 2010 al 30 giugno 2011. All’interno di ciascun plafond, realizzare un fermo continuativo di quarantacinque giorni consecutivi stabilito da ciascuna impresa. Per questa interruzione di attività dovrebbero essere previste misure finanziarie che prevedano: Cassa integrazione per ciascun membro d’equipaggio, corrisposto secondo le modalità previste dalle norme vigenti; Compensazione finanziaria alle imprese, utilizzando fondi Mipaaf. Prevedere, poi, ulteriori quarantacinque giorni di fermo, anche non continuativi, stabiliti dalle imprese per ciascuna imbarcazione. Anche in questo caso, cassa integrazione per ciascun membro d’equipaggio, e compensazione finanziaria alle imprese, ma questa volta a carico di ciascuna Regione. Per venire incontro – spiega la Federcoopesca- alle esigenze di alcune aree che prediligono un fermo continuativo omogeneo per l’intera marineria, si può ipotizzare che, su richiesta delle organizzazioni professionali e sindacali maggiormente rappresentative a livello nazionale della pesca, o delle Regioni, l’Amministrazione può emanare specifico provvedimento che disponga l’interruzione della pesca in maniera uniforme ed omogenea per regioni o compartimenti marittimi, con la conseguente chiusura della pesca a tutte le imbarcazioni provenienti da altre regioni o compartimenti marittimi. In merito poi al sistema del plafond in programma da giugno 2010, per garantire la necessaria conformità con gli indirizzi di conservazione richiesti dall’Unione europea, è opportuno definire il numero di giornate di pesca da “affidare” a ciascuna impresa o imbarcazione mediante la messa a punto di uno specifico piano di gestione che tenga conto delle differenti usi e consuetudini di pesca fra i vari areali, e della stagionalità delle specie ittiche per cui è consigliabile intensificare il fermo pesca in alcuni periodi dell’anno in funzione delle caratteristiche biologiche e di riproduzione.  
   
   
RAVENNA; GESTIONE DEI RIFIUTI AGRICOLI FIRMATO L´ACCORDO PER L´INDIVIDUAZIONE DI UN SISTEMA INTEGRATO  
 
 La Provincia, le associazioni di categoria e le centrali cooperative hanno sottoscritto il 15 giugno l´accordo di programma per la gestione dei rifiuti agricoli. L´accordo permette alle imprese agricole di semplificare e razionalizzare le procedure di recupero e smaltimento dei propri rifiuti, favorendo la raccolta differenziata, il recupero e il riciclaggio di tali tipologie di rifiuto e il loro corretto smaltimento, semplificando le procedure a carico delle imprese e aumentando l´efficacia dei controlli. Le imprese agricole che aderiranno all´accordo potranno smaltire contenitori vuoti di fitofarmaci bonificati, materiali plastici, oli esausti e altri rifiuti in due modi: la raccolta a domicilio su chiamata diretta oppure la raccolta a calendario presso luoghi di consegna e trasbordo. Con la raccolta a domicilio, le imprese potranno far ritirare i propri rifiuti agricoli direttamente nella propria azienda alla ditta abilitata che si occuperà di tutti gli adempimenti di legge.  
   
   
LOMBARDIA: AGRICOLTURA, MENO VINCOLI  
 
Milano - Gli assessori della Regione Lombardia all´Agricoltura, Giulio De Capitani, e alla Semplificazione e Digitalizzazione, Carlo Maccari, hanno incontrato  ieri  i vertici di Coldiretti. Scopo dell´incontro fare il punto sulle problematiche del mondo dell´agricoltura e sulle necessità di semplificazione per questo settore. Il presidente di Coldiretti, Nino Andena, ha portato all´attenzione dell´assessore De Capitani i temi della direttiva nitrati, del prezzo del latte, dei rapporti agricoltura-opere pubbliche con la conservazione del territorio, degli Ogm, dei prodotti italiani e dei finanziamenti ai consorzi agrari. "Tutti temi importanti - ha detto De Capitani - che Regione Lombardia ha ben presenti e sui quali stiamo lavorando per fare in modo che le nostre aziende agricole siano nelle migliori condizioni possibili per rispondere alla crisi e in grado di competere sui mercati". "Sulla direttiva nitrati - ha aggiunto De Capitani - siamo già al lavoro per definire regole certe e tutelanti le nostre imprese garantendo la possibilità a tutti di lavorare". "Il settore del latte è certamente complicato e merita attenzione - ha concluso De Capitani - anche perché siamo alla vigilia della scadenza dell´accordo sul prezzo e ancora resta troppo alta la differenza tra costi di produzione e ricavi dei produttori dalle imprese trasformatrici o distributrici. Regione Lombardia opererà perché tutto il comparto del latte possa operare con certezza per il futuro e con regole uguali per tutta Europa". Eugenio Torchio, direttore generale di Coldiretti, ha invece presentato le richieste di semplificazione all´assessore Carlo Maccari. "L´assessorato alla Semplificazione e Digitalizzazione - ha detto Maccari - è una sfida. Il presidente Formigoni vuole individuare una via lombarda per la semplificazione che consideri tra le priorità proprio il mondo agricolo, uno dei pilastri dell´economia regionale". "Stiamo analizzando tutte le procedure che interessano il mondo agricolo - ha concluso Maccari - e individuare, entro fine anno, progetti concreti che semplifichino la vita delle imprese agricole e che trovino adeguato finanziamento nel bilancio previsionale 2011. Per questo ho proposto l´apertura di un sito internet in cui raccogliere i suggerimenti per semplificare le procedure burocratiche".  
   
   
SARDEGNA, DEBITI MONDO AGRICOLO: APPELLO ASSESSORE PRATO A EQUITALIA E AI CONSORZI DI BONIFICA  
 
Un appello a Equitalia per non aggravare ulteriormente la situazione finanziaria degli agricoltori, in un momento particolarmente difficile per il comparto e a quei Consorzi di Bonifica che ancora non hanno attivato le procedure di rateizzazione dei ruoli. Lo ha lanciato il 17 giugno l’assessore regionale dell’Agricoltura Andrea Prato, nel corso di un vertice a Cagliari con i rappresentanti di Equitalia, i commissari dei Consorzi e dell’Anbi (associazione nazionale bonifiche), convocati per fare il punto sulla situazione e mettere sul tavolo proposte operative sulle problematiche che interessano da vicino le aziende agricole. “Premesso che, rispetto ad altri, questo comparto presenta un basso e fisiologico livello di indebitamento (legge 44 a parte) – ha dichiarato l’assessore Prato – auspico che Equitalia metta in atto tutte quelle procedure che evitino di mandare in sofferenza le imprese agricole, in primis la rateizzazione fino a 72 mensilità”. L’assessore a questo proposito ha informato i vertici sardi di Equitalia sull’irrigidimento dell’Unione europea che, anche solo in presenza di una minima procedura di segnalazione o azione esecutiva da parte di chi deve riscuotere delle somme, blocca l’erogazione dei premi nei confronti delle aziende agricole. Sempre a Equitalia l’assessore ha poi chiesto di fornire ai diversi Consorzi la situazione aggiornata sulle morosità pendenti, anche per agevolare il lavoro degli enti consortili. Su entrambi i punti, e sulla proposta avanzata alcuni mesi fa dall’assessore della firma di un protocollo con le associazioni di categoria per la dilazione del debito, Equitalia ha dato la massima disponibilità. Sempre in tema di rateizzazione, l’altra richiesta Prato l’ha avanzata nei confronti di quei Consorzi (Sardegna meridionale e Gallura) che ancora non hanno dato la delega a Equitalia per avviare la dilazione dei ruoli. Nei prossimi giorni si terrà una riunione tecnica per stabilire le modalità operative di intervento.  
   
   
AGRICOLTURA: DAL PSR SICILIA 130 MILIONI PER PIANO SVILUPPO LOCALI  
 
Con decreto del dirigente generale del Dipartimento interventi infrastrutturali in agricoltura della Regione siciliana e´ stata approvata la graduatoria dei Gal, i gruppi di azione locale, organismi misti pubblico - privato che avranno il compito di realizzare i piani di sviluppo dei territori rurali con ritardi di crescita socio economica. "Con questa procedura - spiega Titti Bufardeci, assessore regionale alle risorse agricole e alimentari - potranno essere attivate risorse per oltre 130 milioni di euro a favore dei Gal, che rappresentano una formula di partenariato in grado di dare una spinta propulsiva alle aree rurali depresse della nostra regione". I fondi disponibili appartengono alla programmazione comunitaria del Piano di Sviluppo rurale per la Sicilia 2007/2013 (Misure 413 e 431)". I Gal coprono quasi interamente il territorio regionale e hanno registrato l´adesione di oltre il 75 per cento dei comuni siciliani. "Con le risorse potranno essere attivi servizi immateriali - spiega Bufardeci - nel settore delle fonti rinnovabili, della microimprenditorialita´, nel turismo locale e relazionale e nel sostegno all´agroalimentare d´eccellenza. Questa modalita´ di programmazione opera dal basso, con il coinvolgimento diretto degli attori locali, secondo il modello del ´bottom up´, una spinta che viene dai territori e punta a rilanciare l´economia e la socialita´ delle aree depresse".  
   
   
TRENTO: CONTRIBUTI AI COMUNI PER I MERCATI AGRICOLI L´INCENTIVO COPRIRÀ IL 90 PER CENTO DELLA SPESA  
 
 I Comuni hanno un nuovo strumento di incentivazione per stimolare ed organizzare la vendita diretta dei prodotti agricoli locali attraverso i mercati contadini. La Giunta provinciale ha infatti approvato il 17 giugno, su proposta dell´assessore al commercio Alessandro Olivi, i criteri e le modalità per la concessione del contributo (pari al 90 per cento della spesa per interventi con spesa minima ammissibile pari a 10mila euro) agli stessi Comuni. I "Mercati del contadino" potranno essere sia scoperti che coperti, utilizzando in quest´ultimo caso immobili dismessi appositamente ristrutturati, e saranno destinati alla esclusiva vendita di prodotti agricoli locali, in particolare quelli stagionali e biologici. "Questo provvedimento - ha commentato l´assessore Olivi" si inserisce coerentemente nel quadro di una serie coordinata di misure volte ad elevare l´attrattività del commercio nei centri storici". Con la delibera approvata , la Giunta provinciale ha dato attuazione all’articolo 28 bis (“Filiera corta provinciale per la valorizzazione dei prodotti agricoli”) della legge provinciale 8 maggio 2000, n. 4. Si tratta di un intervento previsto e realizzato dalla Provincia con la legge finanziaria 2009 nell’ambito di una vasta serie di misure e di azioni idonee a fornire le risposte per affrontare gli impatti negativi della grave crisi finanziaria che ha interessato e sta interessando l’intera economia. Il provvedimento è diretto, in particolar modo, a stimolare ed incentivare l’istituzione e lo sviluppo dei “mercati del contadino” all’interno dei quali gli agricoltori della nostra provincia vendono direttamente al consumatore (“filiera corta”) i propri prodotti; a favorire occasioni di contatto diretto e fiduciario fra produttore e consumatore in modo da fidelizzare il cliente e renderlo consapevole della convenienza e genuinità dei prodotti del territorio; a garantire l’origine e la qualità dei prodotti offerti nel mercato; ad incentivare e promuovere il consumo dei prodotti di stagione; a far conoscere le aziende agricole della nostra provincia che si caratterizzano sicuramente per la produzione di prodotti di alta qualità, controllati e certificati; a contribuire, con la merce a chilometri zero, ad una conseguente riduzione della mobilità e del traffico con positivi effetti anche sull’inquinamento; a contribuire al mantenimento di livelli di reddito adeguati per i produttori agricoli e consentire contestualmente anche forme di risparmio per il consumatore finale in quanto si eliminano onerosi passaggi intermedi; ad attivare, infine, attraverso la vendita diretta dei prodotti, un processo virtuoso finalizzato alla valorizzazione delle produzioni tipiche locali in grado di rappresentare contestualmente un evento di richiamo per turisti e consumatori interessati alle peculiarità del territorio.  
   
   
CIA BASILICATA, LIBERTA´ DI IMPRESA LIMITATA DALLA BUROCRAZIA  
 
 “La libertà d’impresa si conquista con altre azioni, basterebbe tagliare ‘i tentacoli mortali’ della burocrazia, che oggi asfissiano in maniera opprimente le aziende, per garantire agli imprenditori maggiori libertà d’intrapresa e di manovra”. E’ quanto sostiene il presidente della Cia-confederazione italiana agricoltori Donato Distefano in merito al disegno di legge del governo. Oggi l’onere burocratico per l’imprenditoria italiana – aggiunge - ha un costo annuo che supera i 15 miliardi di euro, di cui più di 3 miliardi di euro per la sola agricoltura. D’altra parte, la nostra Costituzione prevede già la libera iniziativa economica e d´impresa. Distefano ricorda in proposito il “dossier” della Cia sulla burocrazia: ventitre chili tra domande, documenti, bolli, moduli, attestati di pagamento: ogni anno un’azienda di piccole e medie proporzioni produce un materiale burocratico cartaceo che messo in fila raggiunge i 3,5 chilometri, a cui si aggiunge un “tour de force” di 52 ore di file interminabili, di peregrinaggi tra un ufficio e l’altro, tra una posta e una banca, tra il Comune, la Provincia, la Regione, l’Alsia. E’ l’effetto del “contatto” degli agricoltori con la macchina dell’apparato pubblico dal quale hanno preso le mosse le iniziative decise dalla Cia sotto lo slogan “Burocrazia, dacci un taglio”, con la raccolta in Basilicata di alcune decine di migliaia di firme della Petizione popolare rivolta al Presidente del Consiglio attraverso la quale si intendono ridurre gli oneri della “macchina amministrativa” che comprimono imprese e cittadini. “I motivi che ci hanno spinto a promuovere l’iniziativa -ha detto ancora il presidente della Cia- risiedono tutti nelle grandi difficoltà che la burocrazia in Italia (la più opprimente tra i Paesi dell’Ue) pone alle aziende che, in questo modo, sono schiacciate da costi notevoli, sia di carattere economico che di tempi lavorativi”. “Abbiamo a che fare -ha evidenziato - con un vero e proprio ‘mostro’ dai mille tentacoli che impedisce di sviluppare in maniera adeguata l’attività imprenditoriale. Con la Petizione vogliamo porre la parola fine a questa assurdità. Insomma, intendiamo assicurare nei rapporti con la pubblica amministrazione la certezza di tempi e il riconoscimento dei diritti, semplificare i rapporti tra imprese, cittadini e pubblica amministrazione, ridurre il costo della burocrazia, valorizzare la sussidiarietà verticale e orizzontale”.  
   
   
AGRICOLTURA IN SICILIA: ON LINE MANUALE PER UTILIZZO FITOSANITARI  
 
Sono state pubblicate, sul sito della Regione siciliana (sezione Agricoltura) le note divulgative che illustrano gli aspetti fondamentali del corretto utilizzo dei prodotti fitosanitari e forniscono indicazioni sulla tenuta e sulla compilazione del registro dei trattamenti, cosi´ come previsto dalle leggi. I prodotti fitosanitari - noti anche come agrofarmaci, fitofarmaci, antiparassitari, pesticidi - sono formulati destinati a proteggere le piante e i loro prodotti da insetti e altri organismi animali nocivi, da malattie ed erbe infestanti, e a regolare alcune funzioni vitali dei vegetali. I fitosanitari sono spesso necessari, ma tenuto conto della loro piu´ o meno elevata tossicita´ e pericolosita´ per l´ambiente, e´ indispensabile impiegarli in modo razionale. Il corretto utilizzo dei prodotti fitosanitari risponde a una precisa esigenza etica di tutela della salute di chi li adopera e dei consumatori e di salvaguardia dell´ambiente. La normativa prevede che tutti gli acquirenti e utilizzatori di prodotti fitosanitari e di loro coadiuvanti debbano obbligatoriamente dotarsi del registro dei trattamenti, comunemente noto come "quaderno di campagna", sul quale annotare l´uso di tutti i prodotti fitosanitari per la difesa delle colture e delle derrate alimentari immagazzinate, per il diserbo, e per gli impieghi extra-agricoli (verde pubblico, diserbo canali e strade, sedi ferroviarie, eccetera).  
   
   
CENTRO ESSAGI: OTTO RAGAZZI DIVENTANO AGRICOLTORI  
 
Agricoltori per un giorno la settimana. E’ l’esperienza avviata dal centro provinciale Essagi di Badia per 8 ragazzi nell´azienda agricola "terra delle spontanee" di Annalisa Malerba di Trecenta. Il progetto "Agricoltura Sociale" è finanziato dalla Provincia, gestito dall’Irifor di Rovigo si sviluppa nell’esecuzione di piccole mansioni di manutenzione e cura dell´orto, del vigneto e di un impianto di erbe aromatiche. Un insegnante poi del Centro, specializzato in Agraria, accompagna i ragazzi nell´esperienza lavorativa ed educativa. L’iniziativa pilota nella nostra provincia è una tappa dello sviluppo dell´autonomia dei ragazzi con difficoltà e/o con handicap anche in contesti privati e nasce dalla collaborazione tra Palazzo Celio e un´azienda la cui “filosofia – osservano in Provincia - non è solo produzione di beni ma anche contribuire a creare una rete di solidarietà”. “I ragazzi sono accolti in questa realtà attenta al rispetto della natura ma anche all´aspetto umano e sociale, passaggi inscindibili di ogni contesto produttivo”.  
   
   
IN BADIA IL QUINTO CASO DI RABBIA SILVESTRE  
 
 Bolzano - Il quinto caso di rabbia silvestre in Alto Adige è stato registrato ieri sera (17 giugno) a San Cassiano in Badia. Si tratta di una volpe che si stava pericolosamente avvicinando ad un cacciatore e quindi è stata abbattuta. Dal successivo test è emerso che era stata colpita dalla rabbia silvestre. In Alto Adige si segnala il quinto caso di rabbia silvestre, un fenomeno ancora contenuto se si pensa che nel Bellunese da inizio anno i casi registrati sono stati 172 e hanno colpito oltre alle volpi anche tassi, caprioli e persino gatti. "Il numero dei casi in Alto Adige, a fronte di 879 animali sottoposti al test da settembre, è la conferma che la massiccia campagna di vaccinazione avviata dalla Provincia porta buoni risultati", sottolinea l´assessore Hans Berger. Il Servizio veterinario provinciale ha effettuato da fine dicembre ad oggi tre operazioni di lancio di esche vaccinali: 45mila nella parte orientale dell´Alto Adige, 60mila in aprile fino a una quota di 1500 metri slm, altre 97mila esche a inizio giugno, dopo lo scioglimento della neve, tra i 1500 e i 2300 metri. In maniera massiccia sono state coperte soprattutto le zone finora colpite dalla rabbia silvestre, vale a dire i Comuni di Dobbiaco e Badia. Il Servizio veterinario provinciale ribadisce l´invito alle persone a non toccare le esche e annuncia che dalla prossima settimana le contromisure potranno essere allentate: nuovamente via libera quindi alle passeggiate con il cane. Il divieto resta invece in vigore a Dobbiaco e Badia.  
   
   
SI CHIAMA « GRANCE SENESI» IL NUOVO VINO DOC TOSCANO SARANNO NOVE LE NUOVE TIPOLOGIE DI QUESTO PRODOTTO BASATO SUL SANGIOVESE  
 
Sono diventati 37 i vini toscani doc (denominazione di origine controllata), che si aggiungono ai 7 docg (denominazione origine controllata e garantita) e ai 6 vini igp ( indicazione geografica protetta). Dal 14 giugno, con la pubblicazione della nuova denominazione sulla Gazzetta Ufficiale e l´approvazione del relativo disciplinare di produzione, si èinfatti aggiunto il “Grance Senesi”. Un vino che arriva a questo importante traguardo dopo la richiesta di riconoscimento, avanzata il 28 dicembre 2007 da parte dell´associazione promotrice, al Comitato Nazionale Vini e alla Regione Toscana. La zona di produzione, particolarmente vocata alla coltivazione della vite, si estende nella parte sud – est della Provincia di Siena e comprende interamente quattro comuni delle Crete Senesi: Rapolano, Murlo, Asciano e Monteroni d´Arbia e in parte quello di Sovicille, per un totale di circa 1000 ettari di vigneti. Un territorio completamente circondato da aree dove vengono prodotti importanti vini come il Chianti Classico, il Brunello di Montalcino e il Nobile di Montepulciano, e che si sovrappone, in piccola parte, alla zona di produzione del vino docg Chianti Colli Senesi e il doc Val d´Arbia. Il termine “Grance” appare in molti documenti del 1300 negli estimi dell’Abbazia di Monte Oliveto ed identificava una sorta di fattorie fortificate poste a capo di vaste tenute agrarie che gestivano i cospicui possedimenti terrieri dello Spedale di Santa Maria della Scala di Siena. La nuova denominazione prevede nove diverse tipologie di prodotto a cui si aggiunge la menzione riserva per il vino rosso. Cinque di queste riportano l’indicazione del vitigno in etichetta (canaiolo, sangiovese, merlot, cabernet sauvignon e malvasia bianca lunga). Il sangiovese è sicuramente il vitigno più coltivato nella zona e molto probabilmente rappresenterà il maggior quantitativo di prodotto della neonata denominazione (nelle tipologie previste: rosso, rosso riserva e sangiovese varietale). Il disciplinare proposto soddisfa la tendenza più recente del mercato perché vengono affiancati ai vini più tipici (rosso e bianco) alcuni vini a base di un solo vitigno adatti sia al mercato interno che al mercato internazionale. La Regione Toscana si era espressa favorevolmente alla nuova doc già nel febbraio del 2008, auspicando l´accoglimento della richiesta da parte del Ministero.«abbiamo ritenuto importante valorizzare questa zona con una denominazione di origine – spiega l´assessore all´agricoltura Gianni Salvadori - perchérappresenta una garanzia per la qualità del prodotto e sancisce il suo legame con il territorio da cui trae origine anche sotto il profilo storico e culturale».  
   
   
SI CHIAMA « GRANCE SENESI» IL NUOVO VINO DOC TOSCANO SARANNO NOVE LE NUOVE TIPOLOGIE DI QUESTO PRODOTTO BASATO SUL SANGIOVESE  
 
Sono diventati 37 i vini toscani doc (denominazione di origine controllata), che si aggiungono ai 7 docg (denominazione origine controllata e garantita) e ai 6 vini igp ( indicazione geografica protetta). Dal 14 giugno, con la pubblicazione della nuova denominazione sulla Gazzetta Ufficiale e l´approvazione del relativo disciplinare di produzione, si èinfatti aggiunto il “Grance Senesi”. Un vino che arriva a questo importante traguardo dopo la richiesta di riconoscimento, avanzata il 28 dicembre 2007 da parte dell´associazione promotrice, al Comitato Nazionale Vini e alla Regione Toscana. La zona di produzione, particolarmente vocata alla coltivazione della vite, si estende nella parte sud – est della Provincia di Siena e comprende interamente quattro comuni delle Crete Senesi: Rapolano, Murlo, Asciano e Monteroni d´Arbia e in parte quello di Sovicille, per un totale di circa 1000 ettari di vigneti. Un territorio completamente circondato da aree dove vengono prodotti importanti vini come il Chianti Classico, il Brunello di Montalcino e il Nobile di Montepulciano, e che si sovrappone, in piccola parte, alla zona di produzione del vino docg Chianti Colli Senesi e il doc Val d´Arbia. Il termine “Grance” appare in molti documenti del 1300 negli estimi dell’Abbazia di Monte Oliveto ed identificava una sorta di fattorie fortificate poste a capo di vaste tenute agrarie che gestivano i cospicui possedimenti terrieri dello Spedale di Santa Maria della Scala di Siena. La nuova denominazione prevede nove diverse tipologie di prodotto a cui si aggiunge la menzione riserva per il vino rosso. Cinque di queste riportano l’indicazione del vitigno in etichetta (canaiolo, sangiovese, merlot, cabernet sauvignon e malvasia bianca lunga). Il sangiovese è sicuramente il vitigno più coltivato nella zona e molto probabilmente rappresenterà il maggior quantitativo di prodotto della neonata denominazione (nelle tipologie previste: rosso, rosso riserva e sangiovese varietale). Il disciplinare proposto soddisfa la tendenza più recente del mercato perché vengono affiancati ai vini più tipici (rosso e bianco) alcuni vini a base di un solo vitigno adatti sia al mercato interno che al mercato internazionale. La Regione Toscana si era espressa favorevolmente alla nuova doc già nel febbraio del 2008, auspicando l´accoglimento della richiesta da parte del Ministero.«abbiamo ritenuto importante valorizzare questa zona con una denominazione di origine – spiega l´assessore all´agricoltura Gianni Salvadori - perchérappresenta una garanzia per la qualità del prodotto e sancisce il suo legame con il territorio da cui trae origine anche sotto il profilo storico e culturale».  
   
   
E’ VENETA LA PRIMA BEVANDA SPUMANTE RICAVATA DALL’UVA CHE PIACE ANCHE AI BAMBINI  
 
Mareno di Piave (Treviso) - “Isabella ice” è dolce, piacevole, accattivante, spumeggiante, bionda naturale. Non è una donna ghiacciata, ma la prima bevanda spumante che, pur non avendo nulla a che fare con il vino, è ricavata dall’uva. Il nome le è stato dato dalla sua inventrice e produttrice, Isabella Spagnolo, titolare con il marito Loris Casonato dell’azienda agricola Iris Vigneti di Mareno di Piave. In verità, l’idea di chiamare Isabella questo “spumante”, totalmente analcolico e dolce non è sua, ma dell’assessore all’agricoltura del Veneto Franco Manzato, suggerimento giunto al termine di una lunga chiacchierata sulla bevanda, in previsione del suo lancio ufficiale a Dubai, negli emirati arabi, il 21 giugno, in occasione di un evento internazionale nel Creek Golf & Yacht Club. L bevanda è stata infatti pensata soprattutto, ma non solo, per coloro che seguono i precetti della religione islamica, perché la possano rispettare in pieno senza rinunciare al piacere della vita che può derivare da una pianta biblica e patriarcale come la vite. Isabella Spagnolo aveva in mente altri nomi, ma proprio Manzato, che oggi ha tenuto a battesimo con i titolari della Iris questa novità, le ha detto: “è un brevetto tutto tuo, tutto veneto, tutto trevigiano, non è un vino, è un’altra cosa. Perché chiamarlo in modo che potrebbe suonare stonato, magari dare fastidio a qualcuno?. Chiamalo Isabella: sei tu, e poi chi andrà al bar o al ristorante non dovrà spiegare nulla, ma solo chiedere un’Isabella, così come si chiedono chiamandole per nome altre bevande analcoliche”. Che tra i puristi del vino alcolico la cosa possa suscitare qualche costernazione potrebbe anche essere scontato. Ma per chi ha come obiettivo assicurare più reddito alle aziende agricole (“ed è questa la stella polare della politica regionale nel settore primario”, conferma Manzato), uno “spumante” che non è vino, frutto della ricerca e dell’innovazione in una coltura tradizionale, che ha un mercato pronto ad accoglierlo, è una risposta possibile Questa bevanda nasce da una intuizione singolare ed è anch’essa figlia del territorio e di quell’uva che oggi deve essere chiamata Glera. A seguito dell’esplorazione di nuovi mercati negli Emirati Arabi, l’azienda Iris Vigneti ha intercettato la richiesta di un mondo arabo dalle grandi possibilità economiche, cultura e tradizione, che nelle sue abitudini d’affari e sociali sorseggia spumante di dattero o altre bevande “a zero gradi” dal nome evocativo di “soft champagne”. E’ chiara la ricerca di uno stile di vita che sia fatto anche di qualità, ma che non contrasti con i precetti coranici. “Bevendo qualche strana e non meglio identificata bevanda analcolica durante incontri di lavoro – spiega Isabella – ho pensato, da produttrice, che poteva essere un mio privilegio riuscire a far degustare il sapore dell’uva anche nei paesi mussulmani, senza offendere la loro religione. Ideale per gli osservanti dell’islam, è buono per i bimbi, che finalmente potrebbero dissetarsi con una bevanda tutta naturale, anziché con miscele dagli ingredienti brevettati, ottenuti da acqua e concentrato”.  
   
   
LA REGIONE PREPARA IL BANDO PER LA PROMOZIONE DEI VINI VENETI SUI MERCATI EXTRA EUROPEI  
 
Il Veneto si conferma la principale regione italiana per quanto riguarda l’esportazione di vino nel mondo, con circa 1 miliardo di euro di fatturato, pari al 50% dell’intero agroalimentare regionale esportato. Il dato emerge da uno studio redatto dai prof. Vasco Boatto e Luca Rossetto dell’Università di Padova e commissionato dalla Regione del Veneto nell’ambito del Piano strategico per la promozione dei vini veneti nei paesi terzi. Lo studio è stato presentato oggi dagli stessi professori nel corso dell’incontro che l’Assessore regionale Marino Finozzi ha tenuto a Palazzo Balbi con i rappresentanti della Fedagri, Federvini, Copagri, Unioncamere, Uvive, Coldiretti, Unione Italiana Vini, il Centro Estero Veneto e l’Euro Sportello Veneto. Motivo della riunione quello di avviare un confronto per definire una strategia di promozione e valorizzazione delle produzioni vitivinicole venete. “Nell’ambito dell’Organizzazione Comune di Mercato del settore, - ha ricordato l’assessore Finozzi - è operativa ormai da un biennio anche la misura relativa alla promozione del vino sui mercati dei paesi terzi, che ha consentito di porre in essere nei due bandi precedenti interventi di promozione per una somma complessiva di contributo di oltre 4 milioni di euro. Per quanto riguarda la campagna promozionale 2010/2011 – ha poi informato Finozzi -l’Unione Europea metterà a disposizione 5 mln di euro. Si tratta di un’opportunità strategica per il nostro settore vitivinicolo, che come Regione intendiamo sfruttare al massimo, dando allo stesso settore, anche con il contributo degli operatori, una strutturazione nuova, più aderente alle realtà viticole venete e alle prospettive di sviluppo nei mercati extraeuropei”. Lo studio ha evidenziato i punti di forza del sistema, il quale, malgrado la crisi economica, nel 2009 ha saputo mantenere, rispetto al 2008 e 2007, invariate le quote sui principali mercati esteri, migliorando in alcuni casi sia come quantità di esportato, sia come valore. Determinanti in questo dato sono risultati i vini autoctoni, così come il ruolo dei Consorzi di Tutela, la cui opera è considerata fondamentale dagli operatori per il successo commerciale sui mercati esteri. A questo proposito un altro dato evidenziato dall’indagine è che dagli operatori sono considerate importanti per la promozione le azioni coordinate e il supporto del sistema camerale e del sistema consortile.