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Notiziario Marketpress di Lunedì 13 Settembre 2010
MENO TEST SUGLI ANIMALI PER ESPERIMENTI SCIENTIFICI: ECCO LE NUOVE REGOLE  
 
Bruxelles, 13 settembre 2010 - In futuro gli esperimenti scientifici dovrebbero utilizzare meno animali, a seguito dell´approvazione da parte del Parlamento di una nuova legislazione che traccia un punto d´equilibrio fra protezione degli animali e necessità della ricerca scientifica. Il testo è frutto di un compromesso con il Consiglio dei ministri. La direttiva, approvata ora in via definitiva, prevede l´obbligo per le autorità nazionali di valutare le implicazioni sul benessere degli animali per ogni test scientifico effettuato. L´obiettivo della nuova legislazione è anche la promozione di metodi alternativi di ricerca scientifica e la riduzione dei livelli di dolore inflitti alle cavie. Essa stabilisce infine limiti più severi per l´uso di primati e un regime di ispezioni per assicurare il rispetto delle regole. Gli Stati membri avranno ora due anni per conformarsi alle nuove regole. Elisabeth Jeggle (Ppe, De), relatrice per il Parlamento, ha affermato, durante il dibattito mercoledì, che il compromesso raggiunto é un buon accordo e ha detto ai deputati: "se volete proteggere il benessere degli animali, sostenete la relazione". Priorità a metodi alternativi - Tutti gli Stati membri dovranno garantire l´utilizzo, ove possibile, di una procedura alternativa, scientificamente soddisfacente e riconosciuta dalla legislazione europea, che non comporti l’uso di animali. Un´altra disposizione garantisce che potranno essere approvate solo le procedure di sperimentazione che implicano metodi di soppressione che provocano il minimo di dolore, sofferenza e angoscia. L´utilizzo di animali è pertanto consentito per la ricerca di base e per la cura di malattie, i test di efficacia dei farmaci, ma anche per l’insegnamento superiore e le indagini medico-legali. Una serie di clausole di salvaguardia sono state introdotte per lasciare la possibilità ai governi nazionali di derogare ad alcune specifiche disposizioni per rispondere a situazioni di emergenza, ma solo nel caso che tale deroga sia scientificamente giustificabile e dopo aver informato la Commissione. L´eventuale utilizzo di tali clausole deve comunque essere approvato dagli altri Stati membri. Ridurre l´uso di primati senza ostacolare la ricerca - Il divieto proposto dalla Commissione sull´uso di grandi primati quali lo scimpanzé, il gorilla o l´orangotango, è stato in linea generale confermato dal testo approvato. Tuttavia, la proposta della Commissione avrebbe anche limitato l´uso di altri tipi di primati, quali ad esempio i macachi e gli ustiti, con il possibile effetto, secondo i deputati, di ostacolare la ricerca europea a fini medici per malattie neurodegenerative quali l´Alzheimer. Pertanto, il Parlamento ha deciso di permettere l´uso di tali primati, finché sia scientificamente provato che è impossibile raggiungere lo stesso risultato utilizzando specie diverse. Classificazione della gravità delle procedure - La nuova legislazione introduce una serie di categorie del dolore inflitto alle cavie ("non risveglio", "lievi", "moderate" o "gravi"), secondo un emendamento approvato dal Parlamento durante la prima lettura della legge. Per evitare la ripetizione della sofferenza infitta alle cavie, la Commissione aveva proposto di permettere il riutilizzo dell´animale solo per le procedure di sperimentazione con un livello di dolore al massimo classificato come "lieve". I deputati hanno invece ritenuto che tale limite potesse risultare troppo severo e avere l´effetto indesiderato di richiedere l´uso di un maggior numero di animali per il raggiungimento dei risultati scientifici. Pertanto, in accordo coi governi nazionali, i deputati hanno deciso di consentire il riutilizzo delle cavie per esperimenti classificati come "moderati", dopo aver consultato un veterinario. Ispezioni e clausola di revisione - Per assicurare il rispetto delle nuove regole, i deputati europei hanno insistito sulla necessità di ispezioni regolari dei laboratori che effettuano esperimenti scientifici con l´uso di animali. L´accordo raggiunto con il Consiglio prevede che siano ispezionati, annualmente, almeno un terzo dei laboratori, con una porzione di tali ispezioni da effettuarsi senza preavviso. La Commissione dovrà vegliare al rispetto di tale disposizione. Infine, la Commissione dovrà presentare una relazione sull´efficacia della nuova legislazione, insieme a una proposta di revisione, 5 anni dopo la su entrata in vigore. Interventi dei deputati italiani - Giancarlo Scottà (Lega, Efd) ha sottolineato che il testo trova un punto di equilibrio che permette di "utilizzare metodi che provocano il minor dolore possibile ... Senza ostacolare la lotta contro le malattie". Paolo De Castro (Pd, S&d), presidente della commissione per l´agricoltura, ha ricordato che la votazione arriva dopo un anno e mezzo di "difficili negoziati", affermando che il testo in esame "migliora la direttiva del 1986, ormai obsoleta" e rappresenta "un avanzamento rispetto alla legislazione attuale". Cristiana Muscardini (Pdl, Ppe) ha espresso la speranza che l´accordo sia presto rivisto per smettere di "esercitare esperimenti inutili e ripetitivi", aggiungendo che con esprimenti in vitro o con simulatori del metabolismo umano "si possono raggiungere obiettivi più certi di quelli delle sperimentazioni animali". Elisabetta Gardini (Pdl, Ppe) ha invece sostenuto che "purtroppo, la ricerca sugli animali resta fondamentale e non esistono ancora alternative... A detta dei ricercatori". "Grazie a questi metodi, abbiamo cure contro leucemia, diabete e certi tipi di tumori", ha concluso. Prima dell´inizio della votazione, Sonia Alfano (Idv, Alde) ha criticato l´accordo, poiché permette "l´esperimento per scopi didattici e il riutilizzo degli animali anche con metodi che provocano dolore" e "non incentiverà l´uso di metodi alternativi". Ha quindi chiesto il rinvio del testo in commissione parlamentare ma l´´Aula ha respinto a maggioranza tale richiesta e dato il suo via libera al testo.  
   
   
STUDIO EVIDENZIA PROBABILE COLLEGAMENTO TRA DEPRESSIONE FEMMINILE E NASCITA DI NEONATI SOTTOPESO IN BANGLADESH  
 
Bruxelles, 13 settembre 2010 - Una nuova ricerca finanziata dall´Ue dimostra che le donne affette da depressione clinica e ansia durante la gravidanza hanno maggiori probabilità di dare alla luce bambini più piccoli della media e, quindi, esposti a un più alto rischio di mortalità infantile. I risultati dello studio, condotto su un campione di donne di due aree rurali del Bangladesh, sono il frutto del lavoro dei ricercatori del Karolinska Institutet (Svezia) e del Bangladesh Rural Advancement Committee (Brac). Secondo gli scienziati, questa sarebbe la prima volta che vengono tratte simili conclusioni in relazione a un campione di popolazione non occidentale. La ricerca, presentata nella rivista Bmc Public Health, ha ricevuto un finanziamento di 60.000 euro dall´Ue attraverso il programma Asia Link. Gli scienziati hanno studiato la salute mentale di 720 donne già entrate nel terzo trimestre di gravidanza residenti in due aree rurali del Bangladesh. Lo studio si è concentrato sulla ricerca dei sintomi di depressione e ansia pre-parto e ha poi seguito le donne fino a 6-8 mesi dopo il parto. I risultati hanno evidenziato che i disturbi mentali, accanto a povertà, malnutrizione e condizioni socio-economiche precarie, contribuiscono probabilmente in modo determinante alla mortalità infantile e a un cattivo stato di salute del neonato. Si stima che in Bangladesh la prevalenza puntuale della depressione pre-parto raggiunga il 33%, mentre quella relativa alla nascita sottopeso si attesti al 36%. Un dato, questo, che significa che nel paese nascono ogni anno più di un milione di bambini sottopeso. "Al 18% delle donne… è stata diagnosticata la depressione. Un quarto di loro, invece, soffriva di ansia durante la gravidanza. Queste donne hanno probabilità più alte di dare alla luce bambini molto piccoli", ha spiegato la dott.Ssa Hashima-e Nasreen prima ricercatrice e membro del Brac, un´organizzazione non governativa per lo sviluppo che offre servizi per lo sviluppo economico e sociale. La ricercatrice continua: "È un problema preoccupante, in quanto un basso peso alla nascita è fortemente associato con la mortalità infantile, che può, a sua volta, perpetuare il ciclo di problemi di salute mentale e di sottosviluppo [del bambino]". La dott.Ssa Nasreen e i suoi colleghi hanno sottolineato come il problema dei neonati sottopeso sia un problema significativo nei paesi a basso reddito. Il dato, che interessa più del 90% dei neonati complessivi, è associato con un più alto rischio di mortalità infantile e morbilità. Gli scienziati hanno poi evidenziato che i bambini nati sottopeso sono soggetti a un maggiore rischio di sviluppare problemi sul piano del neuro-sviluppo, malattie cardiovascolari, diabete, problemi emotivi e patologie psichiche nella vita adulta. I ricercatori ammettono, tuttavia, che i risultati che associano la depressione e l´ansia pre-parto nelle gestanti alla nascita di bambini sottopeso sono in contrasto con i risultati di analoghe ricerche condotte in Brasile, India e Pakistan che evidenziano invece il legame tra la presenza di una malattia mentale nella gestante e la nascita di bambini sottopeso. D´altro canto, però, vi sono studi condotti in Cina, Etiopia, Svezia e Stati Uniti che non hanno evidenziato alcun legame significativo tra la depressione materna e la nascita di neonati sottopeso. I ricercatori sottolineano comunque come la comparabilità dei risultati sia in realtà resa complessa dalle divergenze tra le definizioni, le valutazioni dei sintomi depressivi nelle gestanti e i momenti in cui è stata effettuata la valutazione. Questo ultimo studio è stato condotto nell´ambito di uno studio longitudinale prospettico sui sintomi ansiosi e depressivi relativo a un campione di donne provenienti da due aree del distretto di Mymensingh, situato a 120 km dalla capitale Dhaka. Come in tutte le aree rurali del paese, in queste regioni l´economia è basata sull´agricoltura e circa il 50% della popolazione vive al di sotto del livello di povertà. La maggior parte della donne si dedica ai lavori domestici e alla cura dei figli. I ricercatori affermano che lo studio ha contribuito a sensibilizzare i cittadini sul ruolo rivestito da depressione e ansia nella salute nei paesi dell´Asia meridionale e ha suggerito di investire nella creazione di servizi dedicati alla malattia mentale per raggiungere l´obiettivo di sviluppo del millennio delle Nazioni Unite di ridurre la mortalità infantile. Per maggiori informazioni, visitare: Programmi di cooperazione esterna dell´Ue: http://ec.Europa.eu/europeaid/index_it.htm  Bmc Public Health: http://www.Biomedcentral.com/bmcpublichealth    
   
   
SIGLATO ACCORDO LIGURIA TOSCANA SUL NUOVO PATTO PER LA SALUTE TRA I PUNTI PRINCIPALI LA CONDIVISIONE DEI DATI DELLE PRESTAZIONI DI GASLINI E MEYER  
 
Genova, 13 Settembre 2010 - Siglato il 9 settembre tra le Regioni Liguria e Toscana un accordo per l´attuazione del nuovo patto per la salute 2010-2012. Il nuovo patto, firmato tra Governo, Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano nel dicembre 2009, ha come obiettivi il miglioramento della qualità dei servizi, la promozione dell’appropriatezza delle prestazioni e la garanzia dell’unitarietà del sistema. Grazie all´intesa si vogliono individuare i settori strategici in cui operare per permettere di qualificare i servizi regionali, garantire la soddisfazione dei bisogni dei cittadini e contemporaneamente sottoporre a controllo la spesa sanitaria. Gli assessori alla salute di Liguria, Claudio Montaldo e Toscana, Daniela Scaramuccia si sono incontrati stamani a Firenze ed hanno fissato i punti principali di un accordo che ha l´obiettivo di regolare e monitorare il settore strategico relativo alla mobilità interregionale. L´accordo prevede l’attivazione di un monitoraggio trimestrale dei flussi di mobilità reciproca e la promozione di azioni di verifica e controllo diretto reciproco, in modo da favorire il governo dell’appropriatezza delle prescrizioni secondo la medicina basata sulle prove di efficacia. Le due Regioni hanno inoltre deciso di mettere a punto un sistema di condivisione e confronto dei dati delle prestazioni fornite da Gaslini e Meyer, due strutture considerate veri propri fiori all’occhiello a livello nazionale nel campo della specialistica pediatrica, per consentire uno scambio costante di informazioni ed il miglioramento del servizio offerto. Con l´intento di raggiungere tali obiettivi, Liguria e Toscana hanno deciso di proseguire il lavoro comune per individuare ulteriori campi di collaborazione. È stato perciò deciso di costituire un gruppo di lavoro tecnico interregionale.  
   
   
SALUTE FVG:STATI GENERALI ONCOLOGIA IN SEDE ISTITUZIONALE  
 
 Trieste, 13 settembre 2010 - Gli Stati generali dell´Oncologia, propedeutici alla stesura del prossimo Piano oncologico regionale e programmati nei primi mesi del 2011, si terranno nell´Auditorium della Regione a Udine. A confermarlo è l´assessore regionale alla Salute, Vladimir Kosic, che spiega come la scelta di Udine sia dettata da precise ed obiettive ragioni, che non intendono in alcun modo penalizzare il ruolo e l´attività del Cro di Aviano. "Abbiamo ritenuto corretto ospitare gli Stati generali dell´Oncologia in una sede istituzionale, e quindi della Regione", spiega l´assessore. "La scelta è caduta su Udine in quanto nel capoluogo del Friuli opera quel pezzo importante della direzione regionale della Salute che fino allo scorso anno faceva riferimento all´Agenzia regionale della Sanità, e che soprattutto avrà il compito di predisporre la bozza del Piano oncologico, alla luce di quanto emergerà durante i lavori degli Stati generali e a seguito delle diverse iniziative che abbiamo già avviato". "Udine ha poi la non sottovalutabile caratteristica di essere in posizione baricentrica rispetto a tutto il resto del Friuli Venezia Giulia; una peculiarità che non hanno né Trieste, capoluogo del Friuli Venezia Giulia e sede della Regione, né Pordenone o Gorizia, dove abbiamo a disposizione spazi istituzionali altrettanto idonei. La preferenza per Udine risponde quindi alla logica di facilitare la partecipazione agli Stati generali dei professionisti che di oncologia si occupano". L´assessore sottolinea inoltre come "la gran parte dei problemi di cui si dovrà discutere nel corso dei lavori degli Stati generali non riguarda l´assistenza ospedaliera oncologica, che ha già fatto notevoli progressi e che potrà giovarsi di piccoli aggiustamenti. C´è una netta prevalenza (in termini di numero di persone che convivono con le malattie oncologiche) di esigenze legate all´assistenza extra ospedaliera. Chiunque conosce i trend dell´oncologia è consapevole che la vera sfida riguarda non tanto le punte di eccellenze del sistema ma le diverse e capillari componenti territoriali, ovvero tutte le Aziende, tutti i Distretti, fino agli Hospice". "Di conseguenza gli Stati generali dell´Oncologia coinvolgeranno tutti i professionisti che lavorano in tutte le strutture operative di oncologia; a partire naturalmente da quelle di eccellenza come il Cro ma anche, non dimentichiamolo, come il Burlo di Trieste dove opera un´importante ematooncologia". "Il Cro di Aviano, che ha un ruolo di rilievo nazionale e quindi opera in diretto collegamento con il ministero della Salute, che è capace di offrire un´assistenza ospedaliera di altissimo livello ed è impegnato nella ricerca transnazionale, rappresenta dunque solo un pezzo, certamente assai rilevante, della più complessa partita dell´assistenza oncologica in Friuli Venezia Giulia. Sarebbe poco corretto rivendicare, solo in quanto Irccs, un ruolo da primi attori nella stesura del Piano oncologico regionale". "Infine - conclude l´assessore Kosic - tra l´organizzazione a Udine degli Stati generali dell´Oncologia e la definizione del Dipartimento regionale oncologico, che avrà il coordinamento sulla Rete oncologica regionale, non vi è alcun nesso, mentre questa Giunta regionale sta dimostrando nei fatti che non vi è nessuna volontà di depotenziare il Cro".  
   
   
CANCRO, 29 OSPEDALI ONCOLOGICI CON IL BOLLINO BLU L’UMANIZZAZIONE ENTRA IN CORSIA PER RIDURRE ANSIA E DEPRESSIONE HUCARE È LA PRIMA ESPERIENZA NAZIONALE PER AFFRONTARE IL DISAGIO PSICOLOGICO DEI MALATI. MIGLIORA LA COMUNICAZIONE MEDICO-PAZIENTE GRAZIE A CORSI SPECIFICI E A UNA LISTA DI DOMANDE  
 
 Milano, 13 settembre 2010 – Centoquarantacinque oncologi (su 188) e 388 infermieri (su 470) hanno seguito un corso di alta formazione per migliorare le competenze comunicative; ad ogni paziente oncologico è stato assegnato un infermiere di riferimento con il compito di assisterlo nelle varie fasi della terapia fornendogli informazioni dettagliate. E in ogni reparto è garantita la presenza di uno psicologo a cui sono indirizzati i malati di cancro colpiti da un disagio psichico grave (uno su tre infatti soffre di ansia e depressione), individuato con uno screening specifico. Sono questi alcuni dei risultati preliminari del progetto Hucare (Humanization of Cancer caRe), unico in Italia e fra i primi al mondo, che il 9 settembre al Circolo della Stampa di Milano, ha promosso il convegno “Diffondere la cultura dell’Umanizzazione in Italia: il progetto Hucare”. L’iniziativa, avviata nel 2008 e che si concluderà alla fine del 2011, si pone l’obiettivo ambizioso di migliorare le condizioni dei pazienti oncologici grazie a una serie di interventi mirati di supporto psicologico e sociale. “Tutti i 29 centri partecipanti – spiega il prof. Rodolfo Passalacqua, responsabile scientifico di Hucare e primario di Oncologia a Cremona – hanno finora ottenuto almeno un bollino blu. Il ‘cammino dell’umanizzazione’ è comunque ancora lungo e al termine del percorso potremo valutare se le strutture coinvolte avranno realizzato tutti gli obiettivi centrati sulla comunicazione tra medico e paziente, sull’informazione ed educazione sanitaria e sul supporto psicosociale”. Hucare è reso possibile grazie a finanziamenti pubblici, pari a mezzo milione di euro, del Ministero della Salute e della Regione Lombardia, che ha inoltre un ruolo di primo piano con 25 centri partecipanti. Tra i promotori anche l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) che ha organizzato il convegno di oggi. “Il nostro obiettivo – sottolinea il prof. Carmelo Iacono, presidente nazionale Aiom – è far conoscere questa esperienza di assoluto livello, sia fra gli operatori che al grande pubblico, ma anche testimoniare l’impegno della Società scientifica sul fronte di una sempre più competente risposta ai bisogni globali del paziente”. Ogni anno in Italia più di 250mila persone sono colpite da tumore, malattia che spesso porta con sé ansia e depressione. “Un corretto approccio terapeutico – continua il prof. Iacono - esige che vi sia attenzione anche a questi problemi. Il ruolo dell’Aiom è confermato dalla proposta di linee guida per l’assistenza psicosociale, al centro del dibattito nella seconda parte del convegno. La prima esperienza di linee guida in questo campo è quella australiana, a cui si ispira la ‘versione’ italiana implementandola”. E tra i relatori del convegno vi sono proprio due ricercatrici dell’Università di Sidney, Phyllis Butow e Heather Shepherd, fra i massimi esperti al mondo delle problematiche psicologiche dei malati di cancro. Hucare intende modificare il modo di lavorare nelle strutture oncologiche, agendo sui sistemi organizzativi e diffondendo la cultura dell’umanizzazione, cioè un approccio sistematico ai problemi psico-sociali. Sono 5 gli obiettivi prefissati, a ciascuno dei quali corrisponde l’attribuzione di un bollino blu: miglioramento delle capacità comunicative in almeno il 75% dei medici e infermieri; assegnazione dell’infermiere di riferimento al 75% dei malati (con menzione in cartella clinica); istituzione in ogni reparto di un Punto di Informazione e Supporto (Pis); presenza dello psicologo con rilevazione del distress psicologico e dei bisogni sociali nel 75% dei pazienti. “Un altro punto fondamentale – continua il prof. Passalacqua – è la lista delle ‘domande chiave’ che il malato può rivolgere all’oncologo. Si tratta di un elenco predefinito di 70 quesiti utili per facilitare il colloquio con il medico all’inizio del percorso diagnostico-terapeutico: in questo modo il paziente può comprendere meglio aspetti della malattia talvolta poco chiari. Prevediamo che entro novembre la lista sarà distribuita in tutti i centri. Già avviata da tempo in altri Paesi come l’Australia e gli Stati Uniti, è la prima volta che in Italia viene realizzata un’esperienza di questo tipo”. E in quasi tutte le strutture coinvolte è stato già avviato anche il Punto di Informazione e Supporto (Pis), un servizio molto utile per ridurre il disagio psicologico e migliorare la soddisfazione. È gestito da personale infermieristico appositamente formato, dotato di una biblioteca per pazienti con materiale informativo specifico in diversi formati (cartaceo, video, ecc.), con accesso a Internet e a banche dati. “Per quanto riguarda il supporto psicosociale – conclude il prof. Passalacqua – non solo è stata introdotta o implementata la figura dello psicologo nei reparti (prima solo il 50% l’aveva), ma è stato previsto in maniera sistematica lo screening del disagio psicologico attraverso una scala comune validata a livello nazionale, per misurare il grado di ansia e depressione”. A testimonianza dell’importanza e del successo di Hucare, altri 20 centri hanno chiesto di partecipare: al termine della prima fase della sperimentazione, nel 2011, è prevista l’estensione dell’iniziativa anche ad altre strutture.  
   
   
BOLZANO: BAMBINI CON MALATTIE CONGENITE AL CUORE, C´È LA "TESSERA CARDIACA"  
 
Bolzano, 13 settembre 2010 - Si chiama "tessera cardiaca", ed è un vademecum con informazioni utili sulle cardiopatie dei bambini compilabile da genitori e persone di riferimento nel mondo della scuola. L´iniziativa, nata dalla collaborazione tra l´associazione "Cuore di bimbo" e il Dipartimento provinciale sanità, è stata presentata questa mattina (9 settembre) dall´assessore Richard Theiner. Ogni anno, in Alto Adige, nascono dai 50 ai 60 bambini con cardiopatie congenite. La gran parte delle anomalie cardiache (50-60%) viene diagnosticata nel corso della gravidanza, e un bimbo su tre deve essere sottoposto ad un intervento chirurgico nel corso del primo anno di vita. Uno dei momenti più difficili, per i bambini affetti da questa patologia, ma anche per i genitori, è quello dell´inserimento nel mondo della scuola. Proprio per agevolare questo processo, l´associazione "Cuore di bimbo", con il sostegno del Dipartimento provinciale sanità, ha deciso di importare un progetto olandese dando vita alla "tessera cardiaca". "Si tratta di un importante mezzo - ha spiegato la presidente dell´associazione Martina Ladurner - per fare in modo che le famiglie stabiliscano un dialogo positivo e strutturato con gli insegnanti. L´obiettivo è quello di favorire l´integrazione del bambino cardiopatico nel mondo della scuola". La tessera cardiaca deve essere compilata assieme da genitori e insegnanti, seguendo i vari punti stabiliti in maniera semplice ed intuitiva. Il vademecum consente di annotare informazioni fondamentali come i sintomi esterni, la resistenza nelle attività sportive o ricreative, l´assunzione di farmaci e gli eventuali effetti collaterali, e il comportamento sociale del bambino. "Si tratta di un´iniziativa molto interessante - ha sottolineato l´assessore Richard Theiner - che rappresenta un esempio di come dovrebbe funzionare la collaborazione tra le associazioni, i medici e le istituzioni, in questo caso Provincia e scuola. Sono convinto che porterà ottimi risultati". Negli ultimi anni, nell´ambito delle malattie cardiache congenite, sono stati compiuti enormi passi in avanti, e circa l´85% dei bambini affetti da queste patologie possono condurre una vita pressochè normale. "I bambini con anomalie cardiache - ha aggiunto Theiner - devono essere operati fuori provincia, e la maggior parte si reca a Padova o a Monaco, ma tutti i trattamenti successivi vengono effettuati nelle strutture altoatesine. Inoltre, da qualche anno a questa parte, uno speciale tipo di intervento cardiochirurgico viene effettuato direttamente presso l´Ospedale di Bolzano, consentendo alle famiglie non solo di ottenere un´assistenza di qualità, ma anche di risparmiare le spese dovute a lunghi viaggi".  
   
   
SANITA’: ASSESSORE COLETTO ALL’ULSS 6 DI VICENZA INIZIA INCONTRI SUL TERRITORIO SU PRIORITA’ E AZIONI FUTURE  
 
Vicenza, 13 settembre 2010 - L’ulss 6 di Vicenza sta definendo una serie d’inizative (alcune già avviate) per dare risposte concrete alle due priorità della sanità veneta indicate nel recente vertice di Venezia tra l’assessore regionale Luca Coletto e i direttori generali: l’ulteriore sforzo di razionalizzazione della spesa e il contenimento delle liste d’attesa. Un impegno che è stato il 10 settembre al centro di una visita dell’assessore Coletto e di un incontro stampa al quale sono intervenuti, tra gli altri, il direttore generale Antonio Alessandri, la dirigenza dell’Ulss ed il presidente della Conferenza dei Sindaci Luca Cavinato. L’assessore regionale ha iniziato da Vicenza una serie di appuntamenti sul territorio, che lo porterà a confrontarsi con le direzioni di varie Ullss, a cominciare da quelle dei capoluoghi di provincia. “La Regione – ha detto Coletto – sta lavorando intensamente alla definizione del nuovo Piano Sociosanitario e ad una rivisitazione complessiva dell’organizzazione sanitaria. L’obiettivo è rafforzare da un lato la nostra virtuosità nella tenuta dei conti, e dall’altro migliorare il servizio al cittadino rendendolo più rispondente ai tempi e alle mutate necessità dell’utente, a cominciare dalle categorie deboli come gli anziani e considerando attentamente la necessità che ogni nuova scelta tenga conto delle esigenze legate all’invecchiamento della popolazione. Non saranno decisioni calate dall’alto – ha tenuto a precisare – ma il frutto di una reale sussidiarietà, da far scaturire cominciando da un continuo confronto con il territorio, del quale faremo sintesi e del quale terremo ampio conto ovunque possibile. Questo – ha aggiunto – è il senso della mia presenza qui oggi”. Il dg Alessandri ha quindi illustrato l’impegno dell’Ulss 6 per dare risposte concrete alle priorità emerse dal confronto con la Regione. Sul piano del contenimento dei costi, il lavoro è incentrato principalmente sul fronte di una diversa e più elastica organizzazione dei servizi ospedalieri, e più in generale per eliminare, qualora emergessero, eventuali sacche d’inefficienza nel sistema complessivo. Il tutto senza intaccare minimamente i servizi erogati, a cominciare da quelli d’eccellenza, che nella sanità vicentina sono molti. Sul fronte delle liste d’attesa, dove l’Ulss 6 presenta comunque una buona situazione (il 77% delle prestazioni richieste vengono erogate entro i tempi previsti), è stato fatto presente che il Centro Unico di Prenotazione (Cup) è stato totalmente organizzato in rete, comprendendo anche i privati accreditati e che le diverse agende gestite sono oltre 500. Ancora numerose sono purtroppo le prestazioni che vengono prenotate e non usufruite senza disdire l’appuntamento: per questo è attivo anche un numero verde (800403960).  
   
   
DISABILI SENSORIALI A TREVISO. SERNAGIOTTO VISITA STRUTTURA ASSOCIAZIONE ‘SPHERA’ ALL’AVANGUARDIA PER USO NUOVE TECNOLOGIE DIDATTICHE  
 
 Treviso, 13 settembre 2010 - L’assessore regionale alle politiche sociali Remo Sernagiotto ha visitato stamani a Treviso la struttura dell’Associazione “Sphera” - servizi plurihandicap e recupero alternativo - che si occupa dell’assistenza e di trattamenti didattici con l’uso di nuove tecnologie per disabili sensoriali gravi e gravissimi. “E’ una delle realtà d’avanguardia nel Veneto in questo settore – ricorda Sernagiotto – è conosciuta e apprezzata anche a livello internazionale e con la mia visita intendo constatare dal vivo i metodi innovativi usati per stimolare al meglio le persone con handicap sensoriali della vista o dell’udito”. Nella visita Sernagiotto è stato accompagnato dal neoassessore provinciale alle politiche sociali Alessio De Mitri, dalla presidente dell’associazione Paola Nicoli, da diverse mamme di bambini/e seguiti nella struttura che accoglie in modo personalizzato 85 bambini con plurihandicap basandosi sulla stimolazione basale, stimolazione plurisensoriale secondo la filosofia Snoezel, psicomotricità, abilitazione motoria, sensoriale ed espressiva, recupero e consolidamento abilità con tecnologie avanzate. Sernagiotto ha detto tra l’altro che la visita a questa struttura gli serve per capire quali sono le eccellenze nel Veneto nel settore delle disabilità, per fare conoscere alla Regione e alle famiglie e poter costruire in base ad esse un nuovo modello d’intervento che diventerà parte integrante della programmazione sociosanitaria che sarà formalizzata dal prossimo piano sociosanitario del Veneto. “Un modello – ha precisato – che dovrà contenere più forme e più approcci da poter offrire alle famiglie a livello regionale e che consenta di attuare queste esperienze d’avanguardia in ogni territorio provinciale del Veneto. E’ una delle riforme che attende il sistema dei servizi sociali del Veneto, che è già molto efficiente ma, dopo vent’anni, abbiamo il dovere di fargli un tagliando di controllo per migliorarlo e aggiornarlo ancora di più. Incontrerò tra un paio di settimane gli assessori provinciali alle politiche sociali. Ho chiesto loro di portarmi le migliori esperienze di ciascuna provincia nel campo dell’ assistenza ai disabili e alle loro famiglie per poter agire finanziariamente come Regione già nel bilancio regionale 2011”. Comunicato stampa n°. 1570-2010 (pol. Sociali).  
   
   
XVII GIORNATA MONDIALE ALZHEIMER 21 SETTEMBRE 2010 ALZHEIMER. E’ TEMPO DI AGIRE INSIEME! E’ IL TITOLO DELLA CAMPAGNA MONDIALE CHE IL 21 SETTEMBRE RIUNISCE MALATI, FAMILIARI E ASSOCIAZIONI ALZHEIMER  
 
Milano, 13 settembre 2010 - Martedì 21 settembre si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale Alzheimer, istituita nel 1994 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Alzheimer’s Disease International (A.d.i.), per testimoniare la crescita di un movimento internazionale che vuole creare una coscienza pubblica sugli enormi problemi provocati da questa malattia. E ogni anno il 21 settembre vede riuniti in tutta Italia, dalla Sicilia al Piemonte, malati, familiari e associazioni Alzheimer. I malati di Alzheimer e di altre demenze sono oggi 36 milioni nel mondo, un milione nel nostro Paese e questi numeri sono destinati ad aumentare drammaticamente nel giro di pochi anni. Di fronte a questa emergenza sanitaria famiglie, medici, ricercatori, associazioni Alzheimer e Istituzioni sanitarie sono chiamati ad agire insieme per dare risposte concrete ai bisogni dei malati e dei loro familiari. “La malattia continua ad essere sottovalutata e le risorse dedicate alla cura, ai servizi, all’assistenza, e alla ricerca sono insufficienti – commenta Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia – Se vogliamo definirci un paese civile è indispensabile e urgente che il Governo vari un Piano Nazionale con politiche sanitarie che tengano conto delle reali dimensioni della malattia”. In occasione della Xvii Giornata Mondiale Alzheimer la Federazione Alzheimer Italia ha in programma numerose iniziative e manifestazioni in molte città italiane che si affiancano agli eventi in programma in tutto il mondo. L’alzheimer’s Disease International lancia il Rapporto Mondiale Alzheimer 2010 che mette in luce i costi economici della demenza in tutto il mondo per dare un’idea del reale impatto che la malattia ha attualmente sull’economia mondiale. E a Milano il convegno “Alzheimer. E’ tempo di agire insieme!” vuole avviare, sulla base del primo censimento e valutazione dei servizi di assistenza e cura ai malati con demenza in Lombardia realizzato dalla Federazione Alzheimer Italia insieme all’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano, una collaborazione concreta con le Istituzioni Sanitarie Regionali mettendo a loro disposizione il progetto, replicabile in tutte le Regioni italiane, e le relative procedure per realizzare una rete di orientamento uniforme su tutto il territorio nazionale: dalla Sicilia alla Lombardia. Per conoscere le iniziative promosse su tutto il territorio nazionale dalle 45 Associazioni Alzheimer, riunite e coordinate dalla Federazione Alzheimer Italia, consultare il sito all’indirizzo www.Alzheimer.it/iniziat2010.html    
   
   
MILANO CAPITALE DELLA PREVENZIONE CON LE PIAZZE DELLA SALUTE. MORATTI E LANDI: “TRE MESI DI TEST E CONTROLLI MEDICI GRATUITI PER TUTTI NELLE NOVE ZONE DELLA CITTÀ” SE IL CITTADINO NON VA DAL MEDICO, IL MEDICO VA DAL CITTADINO.  
 
Milano, 13 settembre 2010 - “Milano ha a cuore la salute di chi la abita e dell’intero Paese. Lo conferma la presenza sul territorio dei migliori centri all’avanguardia nella ricerca, nella cura e nella prevenzione. “Piazze della Salute” è uno dei tanti risultati dell’investimento e dell’impegno di questa Amministrazione per il benessere dei milanesi. Una rete straordinaria fatta di passione e professionalità. Un’ iniziativa che nasce per sensibilizzare la città sui grandi temi della salute, della buona sanità, dei corretti stili di vita, del benessere psicofisico e della cura di sé”, ha dichiarato il Sindaco Letizia Moratti a proposito dell’iniziativa “Piazze della Salute”, che è stata presentata oggi in Piazza Scala e che è stata realizzata dal Comune di Milano – Assessorato alla Salute, in collaborazione con aziende ospedaliere, enti, associazioni, fondazioni, ordini professionali, farmacie comunali del Gruppo Admenta e quelle private di Federfarma e con il patrocinio della Facoltà di Medicina dell’Università degli Studi e di Farmindustria. “La prevenzione - ha aggiunto il Sindaco - non può decollare se non si mettono a disposizione dei cittadini strumenti concreti e accessibili: occorrono servizi di screening, test e attività di counselling che raggiungano tutte le zone della città. “Piazze della Salute” è anche l’occasione per incontrare e far conoscere questo patrimonio umano che fa crescere una Milano sempre più vicina alle persone”. “Con “Le Piazze della Salute” – ha dichiarato l’assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna - vogliamo fornire un servizio medico di alta qualità a titolo totalmente gratuito, per contribuire a diffondere la cultura della prevenzione, incidere su un significativo risparmio in termini di cure mediche – soprattutto in tempo di crisi economica – puntando sulla diagnosi tempestiva, l’attenzione a patologie con ottima prognosi se precocemente diagnosticate, la “didattica dell’attenzione” per imparare ad ascoltare ed individuare quei piccoli cambiamenti del nostro corpo che sono spie fondamentali per capire se qualcosa non va e recarsi dunque da uno specialista. Nel pianificare la mappa delle Piazze della Salute abbiamo dedicato una particolare sensibilità ai quartieri disagiati di Milano. I dati ci dicono che anche nella nostra città la crisi economica colpisce pesantemente il ceto medio, le famiglie, i nuclei familiari con un solo genitore, i giovani precari o disoccupati. Quando si è costretti a tagliare le spese di casa, sono gli esami clinici, e più in generale la spesa per la salute, a subire il colpo di accetta. E’ in crescita, infatti, il numero delle famiglie che, su base nazionale, si impoveriscono a causa delle spese sanitarie (338mila nel 2009)”. “L’eccellenza della sanità milanese e la generosità della classe medica universitaria ed ospedaliera- ha concluso Landi di Chiavenna- consentono al Comune di Milano, attraverso questo progetto, di offrire ai cittadini un percorso di attenzione alla propria salute per conoscere meglio il proprio corpo e la propria psiche”. Unità mobile. Se il cittadino non va dal medico, il medico va dal cittadino. Parafrasando il vecchio adagio si può così sintetizzare “Le Piazze della Salute”, la nuova iniziativa dell’Assessorato alla Salute che per tre mesi, e precisamente 81 giorni, dal 10 settembre al 12 dicembre, trasformerà Milano nella capitale della prevenzione, degli stili di vita e della cultura del benessere. Saranno offerti gratuitamente ai cittadini, quasi a domicilio e nei pressi dei luoghi di lavoro, una serie di test e controlli medici che saranno effettuati, a bordo di un grande truck attrezzato ad ambulatorio. L’iniziativa, unica in Italia, raggiungerà con un’unità mobile i milanesi e i numerosissimi city-users nelle tre piazze principali di tutte le nove zone della città, con particolare riguardo a quelle più disagiate, allo scopo di promuovere una vera cultura della prevenzione e indurre l’adozione di quei comportamenti quotidiani in grado di contrastare l’insorgenza di patologie croniche e di far guadagnare anni di vita in salute. Non a caso “Regalati anni di vita in salute” è lo slogan di questo nuovo progetto. Contemporaneamente i vari enti coinvolti realizzeranno, nelle loro sedi, “giornate di prevenzione” a tema, ognuna secondo le proprie specificità e il proprio campo di azione.  
   
   
POLITICHE SOCIALI: FVG SI CANDIDA PER PROGETTO ANZIANI  
 
Trieste, 13 settembre 2010 - Su proposta dell´assessore Vladimir Kosic, la Giunta regionale ha deliberato di autorizzare la Direzione centrale Salute, Integrazione sociosanitaria e Politiche sociali a presentare la propria espressione di interesse a partecipare al prossimo bando ristretto di selezione di progetti strategici del Programma di cooperazione transnazionale ´´Europa Centrale´´ 2007-2013. Il Friuli Venezia Giulia intende partecipare all´iniziativa in qualità di partner nell´ambito del Concept Paper ´´Innovative Housing and Care Solutions for the elderly and vulnerable Persons in Central Europe Cities´´, che ha l´obiettivo generale di promuovere soluzioni innovative per la cura e l´ospitalità di anziani e persone vulnerabili al fine di aumentarne l´autonomia´´.  
   
   
CONSIGLIO DI STATO: SÌ A SANTA CORONA NELL´ASL 2 SAVONESE, SODDISFAZIONE DELL´ASSESSORE MONTALDO RESPINTI I RICORSI  
 
Genova, 13 settembre 2010 - Soddisfazione per la sentenza del Consiglio di Stato che ha respinto i ricorsi contro la de-aziendalizzazione dell´Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure integrato nell´Asl 2 Savonese - notizia arrivata in Regione Liguria in queste ore - è stata espressa dall´assessore alla salute Claudio Montaldo. "La sentenza del Consiglio di Stato va nella direzione delle scelte della giunta e del Consiglio regionale, segno che eravamo nel giusto anche sotto il profilo amministrativo e dei servizi: l´Ospedale Santa Corona, del resto, funziona come prima, forse con qualcosa in più", ha commentato Montaldo. Nel merito, il Consiglio di Stato ha riconosciuto come l´ingresso nell´Asl 2 Savonese del Santa Corona produca un maggiore risparmio economico e una maggiore integrazione dell´ospedale con il territorio.  
   
   
REGOLATA IN TRENTINO LA VENDITA DEI FARMACI DA BANCO O DI AUTOMEDICAZIONE IL PROVVEDIMENTO RIGUARDA I PRODOTTI NON SOGGETTI A PRESCRIZIONE MEDICA E INTERESSA GLI ESERCIZI COMMERCIALI  
 
Trento, 13 settembre 2010 - Su proposta dell’assessore alla salute e politiche sociali Ugo Rossi la Giunta provinciale ha adottato un provvedimento con cui recepisce le direttive ministeriali in materia di vendita di farmaci da banco o di automedicazione, che non hanno bisogno di ricetta medica e, ad integrazione delle norme nazionali, ha approvato una specifica disciplina per la loro vendita presso gli esercizi commerciali. La competenza a vigilare è stata posta in capo all’Azienda provinciale per i servizi sanitari. La normativa nazionale (decreto legge 4 luglio 2006 n. 223, convertito con legge 4 agosto 2006, n. 246) aveva consentito la vendita di questi farmaci anche al di fuori delle farmacie, ma aveva stabilito l’obbligatorietà della presenza della figura professionale del farmacista e aveva definito le regole fondamentali a garanzia della corretta dispensazione di medicinali negli esercizi commerciali. Secondo le norme di recepimento della direttiva europea relativa a un codice comunitario dei medicinali (decreto legislativo 24 aprile 2009, n. 219) “Sono farmaci di automedicazione tutti quelli che non rispondono ai criteri che impongono l’obbligo della ricetta medica”. Di fatto sono dispensabili senza obbligo di ricetta medica i medicinali contenenti principi attivi di cui sono già state approfondite efficacia e sicurezza, e che contengono principi attivi ben conosciuti, di largo e consolidato utilizzo in terapia, con esclusione dei farmaci nuovi per almeno cinque anni dalla loro immissione in commercio. Dopo un primo periodo di applicazione di queste norme, è emersa la necessità di adottare specifiche direttive in materia, sia allo scopo di recepire le indicazioni ministeriali, sia per definire meglio alcuni aspetti relativi alla dispensazione di farmaci, con particolare riferimento alla vigilanza sulle strutture di vendita e alla registrazione degli effetti indesiderati (farmacovigilanza). Per questo motivo, la Giunta provinciale ha approvato questo provvedimento che disciplina la materia. Di seguito alcune delle norme più importanti. La direttiva regolamenta la vendita di farmaci da banco o di automedicazione e di tutti i farmaci non soggetti a prescrizione medica negli esercizi commerciali. Gli esercizi commerciali, sia di vicinato che medie e grandi strutture di vendita, possono effettuare attività di vendita al pubblico dei farmaci da banco o di automedicazione e di tutti i farmaci non soggetti a prescrizione medica. La vendita di farmaci è subordinata alla comunicazione di inizio attività al Ministero della salute, all’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco), alla Provincia autonoma di Trento, all’Azienda provinciale per i servizi sanitari e al comune in cui ha sede l’esercizio. La comunicazione deve essere inviata per conoscenza anche all’Ordine dei Farmacisti della provincia di Trento. Nell’attività di vendita sono vietati i concorsi, le operazioni a premio e le vendite sottocosto, nonché ogni altra forma di vendita promozionale, eccetto l’applicazione dello sconto sul prezzo del prodotto, espresso con le regole della trasparenza, cioè esposto in modo leggibile e chiaro al consumatore e praticato a tutti gli acquirenti. La vendita dei farmaci non soggetti a prescrizione medica è consentita durante l’orario di apertura dell’esercizio commerciale e deve essere effettuata in un unico apposito reparto, alla presenza e con l’assistenza personale e diretta di uno o più farmacisti abilitati all’esercizio della professione e iscritti al relativo ordine. Il farmacista deve indossare il camice bianco e il distintivo professionale ed è tenuto a prestare un’assistenza “attiva” al cliente con informazioni e consigli di carattere sanitario, ove richiesti, ma anche ove sia evidente un’incertezza nel comportamento dell’utente. Presso gli esercizi commerciali non si può effettuare la vendita di preparazioni medicinali non industriali; infatti non è consentita dalla normativa vigente la vendita di formule officinali, né l’allestimento di preparazioni galeniche, ovvero di medicinali preparati dal farmacista in conformità alle indicazioni della Farmacopea europea o delle Farmacopee nazionali, nemmeno se siano stati precedentemente preparati in una farmacia aperta al pubblico e, per composizione, risultino vendibili senza prescrizione medica. Il reparto destinato alla vendita di farmaci deve avere una superficie idonea e funzionale al servizio, deve essere separato dalla restante parte dell’esercizio commerciale anche attraverso un’eventuale compartimentazione che escluda la commistione con altre tipologie di prodotti. Il reparto di vendita di farmaci all’interno di un esercizio commerciale deve essere segnalato con modalità appropriate e comunque diverse da quelle previste per le farmacie. L’insegna esterna, usata per individuare l’esercizio commerciale o il reparto dedicato alla vendita dei medicinali, non deve indurre il cliente a ritenere che si tratti di una farmacia. In particolare, è riservato esclusivamente alle farmacie aperte al pubblico e alle farmacie ospedaliere l’uso della denominazione “Farmacia” e della croce di colore verde. I farmacisti che operano negli esercizi commerciali sono tenuti a collaborare alle attività di farmacovigilanza attraverso la segnalazione di tutte le sospette reazioni avverse gravi o inattese di cui vengono a conoscenza nello svolgimento della propria attività. L’azienda provinciale per i servizi sanitari svolge attività di vigilanza nei confronti degli esercizi commerciali, mediante la Commissione di vigilanza sulle farmacie, al fine di garantire la corretta gestione dell’esercizio commerciale, la corretta conservazione, il controllo sulle scadenze e la dispensazione in osservanza delle norme relative al divieto di vendita e di utilizzazione dei medicinali. Se il risultato della verifica dimostra irregolarità o difformità alle disposizioni in materia, il titolare dell’esercizio commerciale è sollecitato dall’Azienda provinciale per i servizi sanitari a mettersi in regola entro un termine perentorio. Il mancato adeguamento entro il termine assegnato comporta l’impossibilità di proseguire la vendita dei farmaci da banco o di automedicazione. In caso di mancato adeguamento alle prescrizioni, l’Azienda provinciale per i servizi sanitari segnala il fatto al comune di riferimento per l’assunzione dei provvedimenti di competenza.  
   
   
BOLZANO: DIPLOMATE 16 ESPERTE NEL CAMPO DELL´INTEGRAZIONE DI BAMBINI DISABILI  
 
Bolzano, 13 settembre 2010 - Si è concluso nei giorni scorsi con la cerimonia di consegna dei diplomi presso la Scuola per le professioni sociali “Hannah Arendt” di Bolzano il corso per esperte nel campo dell’integrazione di bambini disabili. Sono 16 le partecipanti al corso per esperte nel campo dell’integrazione di bambini disabili che nei giorni scorsi hanno ricevuto l’attestato al termine di un iter formativo durato un anno con 240 ore di frequenza presso la Scuola per le professioni sociali “Hannah Arendt” di Bolzano. Si tratta di persone già in possesso di una specifica formazione in campo socio-pedagogico che operano in qualità di docenti e di educatori nell’ambito dell’inserimento scolastico di bambini e giovani disabili nelle scuole di ogni ordine e grado. Il corso incentrato sulle tematiche “Metodica e didattica” ha fornito alle partecipanti strumenti ed ausili per affinare le loro capacità di osservazione e di analisi, ma anche per migliorare la loro capacità di operare in team. Relatori del corso sono stati Edith Brugger Paggi, Susanne Abram, Maria Luisa Recala, Virginia Panzer, Evi Ferrarini, Pia Zitturi, Irmgard Bayer, Christine Gröber e Peter Romaner. I diplomi sono stati consegnati dal direttore della Scuola “Hannah Arendt”, Luigi Loddi e dalla coordinatrice del corso, Evi Ferrarini.  
   
   
FORMAZIONE GRATUITA PER ASSISTENTI FAMILIARI BOOM DI ISCRIZIONI AL PROGETTO PROMOSSO DALL’AMBITO 6.1 CINQUE I CORSI: SI PARTE IL 13 SETTEMBRE DA SACILE  
 
Sacile, 13 settembre 2010 - Boom di iscrizioni al progetto di formazione gratuita per assistenti familiari predisposto dall’Ambito Distrettuale Ovest 6.1: ai quattro corsi previsti inizialmente è stato necessario aggiungerne un quinto dal momento che le iscrizioni sono state in numero maggiore di quanto pronosticato. Nonostante l’avvio sia previsto il 13 settembre a Sacile, è già un successo il percorso formativo dedicato a chi si prende cura di anziani e persone non autosufficienti a domicilio. Arriva la formazione gratuita per le assistenti familiari: lo prevede l’intesa sottoscritta tra Ambito 6.1 – Servizio sociale dei Comuni (composto dalle Amministrazioni di Aviano, Brugnera, Budoia, Caneva, Fontanafredda, Polcenigo e Sacile) e la Cooperativa sociale Itaca. Il progetto, finanziato dalla Regione e con il patrocinio della Provincia di Pordenone, vede il coinvolgimento degli Sportelli provinciali per assistenti familiari, nonché la collaborazione dell’Istituto regionale per gli studi di Servizio sociale (Irsses). E farà quindi capo ad Itaca l’organizzazione dei cinque corsi gratuiti da 20 ore l’uno programmati a Sacile (con inizio il 13 settembre e conclusione il 25 ottobre), Brugnera (14 settembre – 26 ottobre), Aviano (15 settembre – 27 ottobre), Fontanafredda (16 settembre – 28 ottobre) e ancora Sacile (17 settembre – 29 ottobre). In cattedra vi saranno relatori esperti e qualificati della stessa Itaca, ma il progetto prevede anche la partecipazione di personale del Servizio sociale dei Comuni dell’Ambito 6.1. Il percorso formativo fortemente voluto dall’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito 6.1 vuole contribuire a far conoscere e riconoscere il significato del lavoro dell’assistente familiare a domicilio. Partendo da una considerazione, ovvero dal fatto che la domanda di assistenza e cura domiciliare - rivolta in particolar modo alle persone anziane e non autosufficienti - sta aumentando sempre più negli ultimi anni, anche nei comuni della cintura pordenonese, mettendo a dura prova, in molte occasioni, le famiglie. Il programma degli incontri in partenza dal 13 settembre affronterà alcuni assi più generali: la rete dei Servizi sociali e socio-sanitari del territorio; la relazione e comunicazione con l’anziano e la famiglia; l’igiene della persona e il primo soccorso; la demenza, gli aspetti assistenziali e di cura, i disturbi comportamentali; l’assistenza per la mobilità; il Contratto di lavoro e l’economia domestica; l’igiene degli ambienti e la sicurezza in casa; l’alimentazione e la preparazione dei cibi. Ma si prevede anzitutto una presentazione introduttiva dei Servizi territoriali nonché dello Sportello assistenti familiari. Tra gli approfondimenti il significato di cura e assistenza a domicilio, i valori, i bisogni dell´uomo e i principi etici, i concetti di privacy e di autonomia. Rispetto alle tecniche di assistenza, particolare attenzione sarà data alle pratiche che riguardano l’igiene della persona e l’assistenza all´allettato, le posture corrette e i trasferimenti posturali (attività che saranno eseguite con l’ausilio di attrezzatura specifica). Il tema alimentazione sarà affrontato con riferimento allo stato nutrizionale e ai principali disturbi della popolazione anziana, dando indicazioni su come aiutare la persona nell´assunzione degli alimenti, con consigli pratici circa l´acquisto, il trasporto, la gestione della dispensa e del frigorifero, la conservazione e la preparazione dei cibi alimenti. Quanto alla sicurezza in casa, le corsiste verranno rese edotte di quali siano i rischi ambientali, come prevenire e affrontare gli incidenti domestici più frequenti (traumi, ferite, cadute, intossicazioni, avvelenamenti, ustioni). Altro aspetto fondamentale previsto dal percorso formativo sarà il fare chiarezza sulle immagini e credenze, che ogni singolo può avere, rispetto all’anziano sofferente di demenza, facendo riferimento alle implicazioni relazionali e pratiche nella cura a domicilio. Il progetto prevede un servizio di sostituzione e di trasporto dei partecipanti per alcuni casi vagliati dai Servizi sociali del Comune di riferimento. La partecipazione degli assistenti familiari è gratuita e al termine del corso sarà rilasciato un attestato di partecipazione. Altre informazioni presso il Servizio sociale del Comune di riferimento oppure presso l´Ambito Distrettuale 6.1 (0434 70483 – www.Ambitosacile.it/ ).  
   
   
FORMAZIONE FVG: NUOVI CORSI OPERATORI AREA SOCIALE E ASSISTENZA  
 
Trieste, 13 settembre 2010 - In attuazione del Piano regionale della delle Attività di formazione professionale per il 2010, la Regione ha approvato 5 progetti riguardanti la formazione di nuovi operatori destinati a soddisfare il fabbisogno di personale nei Servizi sociali, socio-sanitari e socio-educativi e scolastici, dando così una risposta anche alle richieste e segnalazioni delle Associazioni dei disabili e dei loro familiari. Dopo diversi anni, rende noto l´assessore alla Formazione Roberto Molinaro, sono stati nuovamente finanziati i corsi per la formazione di "Assistenti alla comunicazione - Lingua dei segni italiana/L.i.s.", per il sostegno in particolare di minori non udenti in ambito scolastico, e corsi per la formazione della figura dell´Animatore sociale per il quale si prevede invece un inserimento lavorativo nei servizi socio-assistenziali e socio-educativi. Per entrambi i profili professionali sono previste due edizioni, che avranno sede rispettivamente ad Udine e Trieste. Per la prima volta, invece, forse uno dei pochi in Italia - segnala l´assessore Molinaro - verrà avviato un corso per "Tecnico della riabilitazione, orientamento e mobilità per disabili visivi". Questo operatore, dopo aver acquisito specifiche competenze tecnico e psico-pedagogiche, dovrà dedicarsi agli interventi riabilitativi ed educativi a favore di persone minorate nella vista, istruendole in particolare all´uso degli ausilii per la mobilità. Gli enti di formazione accreditati dalla Regione Friuli Venezia Giulia che realizzeranno i corsi e presso i quali potranno essere chieste tutte le informazioni, sono: l´Irsses di Trieste e l´Indar di Udine per i corsi di Animatore sociale; l´Enaip Fvg per i corsi di "Assistente alla comunicazione Lis" (avviati in collaborazione con l´Ente Nazionale Sordomuti) nelle sedi di Pasian di Prato e Trieste. Infine, il corso di "Tecnico della riabilitazione, orientamento e mobilità per disabili visivi" verrà attivato a Trieste a cura del Comitato regionale dell´Enfap Fvg, in collaborazione con l´Istituto Rittmayer. Il finanziamento complessivamente approvato dall´assessorato all´Istruzione, Formazione e Cultura, a valere sul Fondo sociale europeo 2007-2013, è di 375.240 euro.  
   
   
FALSI DENTISTI A PALERMO GRAZIE AI NAS SCOPERTA L´ENNESIMA TRUFFA  
 
Palermo, 13 settembre 2010 - "Ancora una volta il lavoro investigativo dei Nas ha permesso di portare alla luce gravi irregolarita´ legate all´esercizio abusivo della professione nello svolgimento dell´attivita´ sanitaria. Purtroppo, nel caso di oggi, erano finti i dentisti ma erano veri i pazienti che sono stati truffati e danneggiati. Il nostro impegno e´ quello di intensificare ulteriormente i controlli amministrativi di competenza dell´assessorato ma intanto l´operazione dei Nas, ai quali rivolgo un sincero ringraziamento, e´ la conferma di come tutte le istituzioni siano fattivamente impegnate a riaffermare la legalita´ che e´ il presupposto fondamentale per costruire un sistema sanitario efficiente e moderno". Lo ha detto l´assessore regionale per la Salute, Massimo Russo, commentando l´operazione del 9 settembre  che ha portato alla scoperta di falsi dentisti e alla denuncia di undici persone.  
   
   
MILANO, BOSCAGLI VISITA RSA CABRINI A S.ANGELO (LO) L´AUMENTO DELLA POPOLAZIONE ANZIANA CHIEDE RIFORMA WELFARE  
 
 Sant´angelo L., 13 settembre 2010 - "L´invecchiamento della popolazione è una delle principali criticità che il Paese deve affrontare. Essa richiede una riforma radicale del welfare e su questo Regione Lombardia ha già cominciato a lavorare". Lo ha detto l´assessore alla Famiglia, Integrazione, Conciliazione e Solidarietà sociale della Regione Lombardia, Giulio Boscagli visitando la casa di riposo Santa Francesca Cabrini di Sant´angelo Lodigiano. L´assessore è stato accompagnato nella sua visita dal parroco, mons. Gianfranco Fogliazza, dal presidente della Fondazione Madre Cabrini Onlus, mons. Carlo Ferrari, dal presidente dell´Istituto sostentamento del Clero della Diocesi di Lodi, mons. Ermanno Livraghi, dal vice sindaco di S. Angelo Lodigiano, Giuseppe Pisati e dell´assessore ai Servizi Sociali della Provincia di Lodi, Mariano Peviani. Al termine della visita l´assessore Boscagli ha incontrato il vescovo di Lodi, mons. Giuseppe Merisi. "Ad agosto - ha spiegato l´assessore Boscagli - la Giunta regionale ha deliberato un aumento dei contributi a favore delle famiglie per i costi di degenza dei pazienti per 20milioni di euro: si tratta di un impegno importante, visto che in Lombardia ci sono circa 600 Rsa per un totale di 57mila posti letto e che la Regione copre già la metà dei costi delle degenze. Ma è stato un impegno necessario, dato che nella stragrande maggioranza delle famiglie entrambi i coniugi lavorano e dunque hanno sempre maggiori difficoltà a mantenere i loro anziani in casa e a occuparsi di loro".  
   
   
ALLA PINACOTECA COMUNALE CASA RUSCA LOCARNO ATTESA PER LA MOSTRA SU VALERIO ADAMI  
 
Locarno, 13 settembre 2010 - Dal 3 ottobre 2010 al 16 gennaio 2011 la Città di Locarno, nell’ambito della propria politica espositiva, promuove presso la Pinacoteca Comunale di Casa Rusca la prima antologica in Svizzera dedicata all’artista italiano Valerio Adami. Nato nel 1935 a Bologna, Valerio Adami vive a Meina - dove ha sede la Fondazione europea del disegno da lui fondata - a Montecarlo e Parigi, sua città d’elezione. Dopo aver frequentato l’atelier di Felice Carena e aver seguito i corsi di Achille Funi all’Accademia di Brera, dove si diploma nel 1955, inizia una serie di viaggi che lo portano a vivere e a lavorare in Europa, negli Stati Uniti, in America Latina e in India. Cittadino del mondo, tutto questo alimenta un incredibile bagaglio di esperienze, culture e conoscenze che fanno maturare la sua arte. Adami ha alle spalle un’attività di grande prestigio, dagli esordi espressionisti (fondamentali sono gli incontri con Oskar Kokoschka e Francis Bacon) alle soluzioni che rendono oggi il suo stile assolutamente personale, con quei soggetti tratti dalla vita quotidiana e contraddistinti da armoniche campiture piatte contornate di nero. È stato invitato a esporre in importanti musei di tutto il mondo, tra cui il Centre Georges Pompidou di Parigi che nel 1985 gli ha dedicato un’ampia retrospettiva per il suo cinquantesimo compleanno, Palazzo Reale a Milano, il Museo de Bellas Artes di Buenos Aires e il Musée de la Ville de Paris, solo per citarne alcuni. L’ultima mostra si è recentemente chiusa a Londra, a novembre si aprirà quella al Boca Raton Museum of Art in Florida, con un imperdibile intermezzo alla Pinacoteca comunale Casa Rusca di Locarno. L’esposizione, curata da Rudy Chiappini, intende offrire una visione antologica dell’opera dell’artista attraverso la selezione di una sessantina di dipinti di grandi dimensioni provenienti dalla Fondazione Adami, da collezioni europee pubbliche e private. Si tratta di lavori compiuti a partire dalla metà degli anni Sessanta fino ai giorni nostri, con alcune tele realizzate appositamente per l’appuntamento locarnese. L’obiettivo della mostra è di mettere in risalto l’evoluzione della ricerca pittorica di Adami e di consentire ai visitatori di confrontarsi con le tematiche principali che hanno caratterizzato il suo percorso artistico. Accanto ai ritratti di grandi personaggi del mondo della cultura (scrittori, poeti, musicisti) Adami affronta aspetti della vita di ogni giorno trasposti sulla tela con un linguaggio che si rifà alla grande tradizione pittorica, ad un classicismo rivisitato in chiave contemporanea. L’evento espositivo di Casa Rusca sarà accompagnato da un’importante monografia che conterrà i testi del curatore e dell’artista e la riproduzione a colori di tutte le opere esposte. Servizi.culturali@locarno.ch    
   
   
F1; ALEMANNO: «CONGRATULAZIONI A FLAMMINI»  
 
Roma, 13 settembre 2010 - «Congratulazioni per i risultati che Maurizio Flammini ha conseguito: mi auguro che il Gran Premio a Roma possa disputarsi fin dal 2012, dopo aver consultato tutte le realtà e le associazioni dell’Eur che saranno ascoltate e coinvolte. Renzo Bossi ha perfettamente ragione: il Gp di Monza resterà e non sarà Roma ad ucciderlo». Lo afferma il sindaco di Roma, Gianni Alemanno.