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VENERDI

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Notiziario Marketpress di Venerdì 01 Ottobre 2010
ABI: INVITO A PALAZZO - APERTURA STRAORDINARIA DI 92 PALAZZI STORICI DELLE BANCHE IN TUTTA ITALIA - SABATO 2 OTTOBRE 2010  
 
Sotto l´Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana. Con i Patrocini del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Ministero dell´Istruzione, dell´Università e della Ricerca Sabato 2 ottobre dalle 10,00 alle 19,00 ingresso gratuito e visite guidate in 92 palazzi di 54 banche di tutta Italia. È la nona edizione della giornata nazionale d´apertura al pubblico dei palazzi storici delle banche. I palazzi storici delle banche italiane, normalmente chiusi al pubblico perché luoghi di lavoro, saranno aperti gratuitamente su tutto il territorio nazionale. È la nona edizione di Invito a Palazzo, la giornata nazionale di apertura al pubblico delle dimore storiche delle banche promossa dall´Abi. In 92 palazzi di 54 banche in 48 città cittadini, appassionati e turisti potranno ammirare uno straordinario patrimonio architettonico e artistico conservato e tutelato dalle banche italiane: arredi, opere d´arte di ogni epoca, giardini, cantine, archivi e biblioteche. L´appuntamento è per sabato 2 ottobre, dalle ore 10.00 alle ore 19.00, con visite guidate in italiano e in inglese. Nell´edizione di quest´anno saranno visitabili 92 palazzi di 54 banche in 48 città. Emilia Romagna e Lombardia le regioni col maggior numero di sedi messe a disposizione di cittadini e appassionati (rispettivamente 16 e 15), mentre Roma si conferma la città con più palazzi da visitare (10). Tra le novità di questa nona edizione, 12 nuovi palazzi aperti al pubblico per la prima volta. Le precedenti edizioni di Invito a Palazzo hanno già attirato oltre 700 mila visitatori. Anche quest´anno la manifestazione offre la possibilità di ammirare numerose opere d´arte e capolavori nascosti: palazzi storici e ville, collezioni d´arte e giardini, antichi simboli di storia urbana e innovative opere architettoniche del Novecento. I 92 palazzi visitabili, infatti, rappresentano un´antologia ricca e completa di stili, tendenze e gusti artistici ed architettonici italiani di ogni epoca. Dall´architettura rinascimentale alle forme del barocco, dalle eleganti dimore settecentesche immerse in parchi secolari alle atmosfere neoclassiche, fino ai palazzi recentemente commissionati dalle banche ai più affermati architetti contemporanei. Oltre ad ambienti di grande suggestione, che in molti casi conservano ancora arredi originali e oggetti d´epoca, i visitatori potranno accedere anche a mostre appositamente allestite per l´occasione, dedicate al collezionismo d´arte, a nuove acquisizioni, alla storia delle singole banche o a momenti significativi di vita culturale e civile. Una corsia preferenziale nelle viste sarà dedicata alle scuole. Sul fronte dell´arte e della cultura, il settore bancario italiano è impegnato da sempre e ogni anno investe uomini e risorse per oltre 500 milioni di euro, per proteggere e conservare collezioni, palazzi e arredi, e supportare manifestazioni e iniziative culturali promosse da Istituzioni ed enti pubblici. "La ripresa ed il sostegno all´economia del Paese - ha detto il direttore generale dell´Abi, Giovanni Sabatini - passano anche attraverso la tutela e la valorizzazione degli immensi tesori artistici e architettonici italiani. In un Paese come il nostro, infatti, arte e cultura sono un volano strategico per il turismo, l´industria e, più in generale, per lo sviluppo. Anche per questo - ha aggiunto Sabatini - manifestazioni come Invito a Palazzo sono importanti perché si inseriscono nella fitta costellazione di interventi, collaborazioni e iniziative, pubbliche e private, che costituiscono un vero e proprio Sistema Italia per la tutela e la promozione di arte e cultura". Invito a Palazzo 2010 si terrà sabato 2 ottobre. I palazzi saranno aperti al pubblico gratuitamente dalle ore 10.00 alle ore 19.00, con visite guidate in italiano e inglese. L´elenco completo dei palazzi che partecipano all´iniziativa è disponibile sul sito http://palazzi.Abi.it . Informazioni sulla manifestazione si possono ottenere chiamando dalle ore 10.00 alle 18.00 il numero 06-6767400 oppure inviando una e-mail all´indirizzo invitoapalazzo@abi.It . Dépliant con l´elenco completo dei palazzi sono disponibili presso le filiali delle banche aderenti  
   
   
MILANO (PALAZZO MORANDO): MOSTRA DI MARCO GLAVIANO  
 
Mercoledì 29 settembre, a Palazzo Morando, in via Sant’andrea 6, nei nuovi spazi dedicati a “Costume Moda Immagine”, è stata inaugurata la mostra fotografica “Jazz & Models” di Marco Glaviano. In mostra più di 140 scatti che ripercorrono la carriera del fotografo palermitano: dai ritratti di modelle come Cindy Crawford e Eva Herzigowa, alle immagini che rimandano a un’altra passione di Glaviano, la musica jazz: un amore testimoniato dagli intensi ritratti di jazzisti leggendari, come Chet Baker, Sonny Rollins e Dizzy Gillespie. Una sezione della mostra sarà infine dedicata a Milano e alle sue protagoniste al femminile. “In una galleria fotografica che va dagli anni ’70 ad oggi, in cui spiccano le plastiche pose delle top models più famose, gli ambienti selvaggi ed animati, l’amore per la musica e un omaggio a Milano, ripercorriamo la storia più recente del nostro Novecento”, ha detto l’assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory –. A ispirare la fotografia di Glaviano è il nostro bisogno di bellezza, di raccontarla prima ancora di possederla. In effetti – ha aggiunto Finazzer Flory – l’immagine di Glaviano nasce dalla scoperta di una relazione fondata sul rapporto a due, orientato da un paesaggio interiore che tenta un accordo con il paesaggio esteriore. La relazione fra arte, fotografia e la sua filosofia di vita si offre quale tributo alla donna, come saggezza d’amore”. Il 4 ottobre è prevista una grande festa a cui parteciperanno molti protagonisti dei ritratti in esposizione. La mostra è aperta tutti i giorni, con orario continuato, dalle 9.00 alle 17.30, fino al 7 novembre. L’ingresso è libero.  
   
   
FINO MORNASCO (VILLA RAIMONDI): ANGELO MAINERI - 28 SETTEMBRE / 30 OTTOBRE 2010  
 
Dal 28 settembre al 30 ottobre 2010, presso Villa Raimondi di Fino Mornasco (Co), si celebrerà il trentesimo anno di attività dello scultore varesino Angelo Maineri. La mostra, organizzata da Spiralemilano e Como Arte, mette in esposizione una ventina di importanti opere monumentali e non, realizzate durante tutta la carriera dell’artista. Lo scultore, che da sempre lavora su tematiche religiose, ha ricevuto dalla Chiesa molte e importanti commissioni monumentali a soggetto religioso. Per la prima volta in pubblico, saranno esposte le pitto-sculture della serie "Preghiera visiva - Lacrime di Dio", dove il maestro, unico nel suo genere, traduce la tradizione iconografica d´oriente in chiave contemporanea e occidentale. Angelo Maineri nasce a Varese nel gennaio 1962. Dopo l’apprendistato svolto nello studio dello scultore Antonio Danzi, dal quale conosce le regole fondamentali del mestiere, frequenta la scuola di Scultura sotto la guida del maestro Giancarlo Marchese all’Accademia di Belle Arti di Brera in Milano. Vincitore di numerosi concorsi, nel 1992 realizza il trofeo per le edizioni annuali del Premio Internazionale Waterman, riconoscimento assegnato ai più illustri nomi della cultura e dello spettacolo. Nel 1999, il Comune di Marnate gli commissiona il Monumento allo Sport che viene posto all’ingresso del parco civico, mentre per il Convento dei Frati Cappuccini di Varese esegue in bronzo il monumento a S. Pio. Nel 2000 la Provincia di Varese lo incarica di realizzare il trofeo per il Premio Provincia di Varese che annualmente conferisce ai suoi cittadini più illustri. A giugno del 2001 è inaugurato il monumento Stele nel Comune di Comerio, e in autunno i rilievi in bronzo che decorano il Monumento ai Caduti di Olgiate Olona. Per informazioni: Spirale Milano 02/878827 - info@spiralemilano.Com , Villa Raimondi, Via Vittorio Veneto, 1 - Fino Mornasco (Co) - www.Villaraimondi.com    
   
   
BOLZANO: MUSEO ARCHEOLOGICO - OGNI FINE SETTIMANA VISITE GUIDATE PER FAMIGLIE  
 
I gruppi potranno concordare il percorso preferito. Previsto un programma speciale per i bambini. Anche per i prossimi mesi, ogni fine settimana il Museo Archeologico dell’Alto Adige a Bolzano propone visite guidate a cadenza regolare pensate apposta per le famiglie. Le guide sono dedicate all’esposizione permanente del museo ed i partecipanti potranno di volta in volta concordare il percorso preferito. Le visite guidate sono proposte in lingua italiana o tedesca. Per i bambini sono previste delle attività pratiche, per i genitori la possibilità di approfondire i contenuti del museo. Un’opportunità per entrambi di vivere un’esperienza al museo insieme. Le visite guidate per famiglie si tengono tutti i sabati e le domeniche e durano circa un’ora e 15 minuti. L’appuntamento è il sabato alle ore 14,30 e la domenica alle 10,30 con le guide in tedesco; quelle in italiano si svolgono invece alle ore 15,00 sia il sabato che la domenica. L’iscrizione può essere fatta direttamente alla cassa del museo e costa 2,50 euro oltre il prezzo del biglietto d’ingresso. Il numero di partecipanti è limitato a 20 persone alla volta. Per informazioni è possibile chiamare lo 0471 320100  
   
   
MILANO (VILLA NECCHI CAMPIGLIO): MOSTRA “L´INFINITO PAESAGGIO” - DIPINTI INEDITI E RECENTI DI TULLIO PERICOLI - DALL’8 OTTOBRE AL 7 NOVEMBRE 2010  
 
Il Fai – Fondo Ambiente Italiano presenta la mostra L’infinito paesaggio di Tullio Pericoli, artista marchigiano, noto disegnatore e ritrattista: dall’8 ottobre al 7 novembre 2010, nell’elegante cornice di Villa Necchi Campiglio, proprietà del Fai nel cuore di Milano, saranno esposte quaranta fra le ultime creazioni dell’artista, di cui la metà assolutamente inedite. In mostra l’ultima produzione artistica del pittore Tullio Pericoli, cui il Fai rende omaggio per il legame che unisce l’artista alla città di Milano e per il suo continuo e costante riferimento al paesaggio italiano, soggetto principe delle sue opere in un arco di oltre 40 anni di attività. ”L’attenzione per il paesaggio – racconta Pericoli - credo sia in gran parte dovuta al fatto che esso contiene una storia, una storia di cui siamo partecipi; ma è proprio il paesaggio ad offrirci questo senso di partecipazione. Quando ci troviamo davanti a un paesaggio che, per la sua grandiosità o bellezza, ci colpisce, la sensazione di piacere che proviamo deriva anche da un moto di appartenenza. Vogliamo esserne parte, percepiamo una sorta di unità con quello che vediamo, un’apparenza di totalità che in quell’istante sentiamo armonica.” Il tema del paesaggio si lega anche all’iniziativa di raccolta fondi legata alla mostra: sarà possibile infatti acquistare le opere esposte a Villa Necchi e una parte dei fondi raccolti sarà devoluta al Bosco di San Francesco ad Assisi, bene tutelato dalla Fondazione, che durante tutto il 2010 è stato al centro delle attività che il Fai ha dedicato alla conoscenza e alla tutela del paesaggio italiano. Tullio Pericoli nasce a Colli del Tronto (Ascoli Piceno) e dal 1961 vive a Milano dove si afferma come pittore e disegnatore. Espone le sue opere in Italia e all´estero presso gallerie private e musei. Nel 1995 la sua attività di scenografo e costumista lo porta a lavorare per l´Operahaus di Zurigo, il Teatro Studio e il Teatro alla Scala di Milano. Pur nella diversità di tecnica e stile adottati in più di 40 anni di attività, dalle “geologie” della fine degli anni ’60 alle realizzazioni più segniche, sintetiche, dell’ultima produzione, l’interrelazione dell’uomo con il paesaggio rimane il tema principale della sua produzione. Protagonista è quindi il paesaggio che, nelle prime opere, è descritto più in forma di racconto, e successivamente in modo sempre più astratto. Nei suoi titoli Pericoli allude ai paesaggi italiani, più spesso marchigiani, ma vi allude cautamente in quanto paesaggi reinventati, che diventano scenario della fantasia e dell’anima: una sorta di linguaggio di valore universale. Da qui l’omaggio al conterraneo Leopardi nei titoli delle sue opere e delle sue esposizioni. “L’infinito Paesaggio” dà il nome a una quarantina di opere di recentissima realizzazione, fra cui molti inediti, che rappresentano la riflessione dell’autore sulla propria produzione artistica, sintesi della sua opera precedente. In mostra saranno esposte tele di grandi e di piccole dimensioni, particolarmente dense, in cui la materia diventa il soggetto del quadro, condensata e raggrumata sulla tela e poi incisa, “plasmata”. Questo procedimento è particolarmente accentuato nelle tele più piccole, dove il tratto si fa più tormentato e le tinte si sposano e confondono. “Nei miei dipinti e nella stratificazione dei segni e della materia che vi è stesa, - continua Pericoli - è racchiusa la mia personale storia di artista e, insieme ad essa, anche la mia conoscenza del mondo dell’arte: quanto ho visto, studiato e imparato entra nell’opera e vi si deposita in strati, proprio come succede nel paesaggio con i segni dell’opera dell’uomo e del tempo.” Durante il periodo della mostra il Fai organizza un ciclo di incontri sul paesaggio: tra i relatori Salvatore Settis, Cesare Segre, Giuseppe Barbera e Paolo Pejrone. La mostra è corredata da un catalogo, a cura di Lucia Borromeo, responsabile scientifico del Fai, edito da Corraini Edizioni. L´allestimento della mostra è a cura di Gae Aulenti  
   
   
PADOVA (PALAZZO ZABARELLA): DA CANOVA A MODIGLIANI - IL VOLTO DELL´OTTOCENTO - 2 OTTOBRE 2010 / 27 FEBBRAIO 2011  
 
E´ la mostra delle "grandi novità" quella che Fondazione Bano e Fondazione Antonveneta propongono per la stagione autunnale di Palazzo Zabarella. "Da Canova a Modigliani. Il volto dell´800", che si potrà ammirare dal 2 ottobre 2010 al 27 febbraio 2010, è, innanzitutto, la prima rassegna a prendere in considerazione il ritratto lungo tutto il corso dell´Ottocento italiano. Sono state proposte diverse mostre sul ritratto per altri secoli, ma per quanto riguarda l´Ottocento l´impresa, sino a questa esposizione, non era mai stata tentata. Ancora: è la prima volta che vengono messi a confronto ritratti dipinti e ritratti in scultura, mettendo in rilievo le affinità e le profonde differenze tra le due tecniche. Ed è ancora la prima volta che viene offerta l´opportunità di ammirare molti dipinti inediti, o mai visti, di pittori importanti, come Appiani, Hayez, Piccio, Signorini, Corcos, Modigliani. Ma anche le tante sorprese che vengono da artisti meno noti e che nel ritratto hanno raggiunto risultati eccezionali. Tra i dipinti inediti c´è una nuova versione, che sarà messa in confronto con quella nota, di un capolavoro del Piccio Il ritratto del conte Giuseppe Manara con il suo servitore nero, dimostrazione come uno stesso soggetto può essere trattato in maniera completamente diversa. Quest´opera fondamentale, eseguita nel 1842, rappresenta per l´Ottocento italiano quello che la celeberrima Olympia di Manet, del 1863, dove la donna è raffigurata insieme con la serva nera, significherà vent´anni dopo per l´Ottocento francese Oscar Wilde, nel celebre romanzo Il ritratto di Dorian Gray, affermò che: ".Ogni ritratto dipinto con passione è il ritratto dell´artista, non del modello. Il modello non è che il pretesto, l´occasione. Non è lui che viene rivelato dal pittore, ma piuttosto il pittore che sulla tela dipinta rivela se stesso". "Questo credo sia vero, afferma Fernando Mazzocca, che con Carlo Sisi, Francesco Leone e Maria Vittoria Marini Clarelli cura la grande esposizione padovana. Ed è vero quanto più il pittore è grande e in questa mostra ci sono solo capolavori scelti all´interno della vasta produzione degli artisti considerati". "Questo genere artistico, il ritratto, è stato scelto come un punto di osservazione particolare che ci permette di verificare tutta una serie di cambiamenti avvenuti nel corso del secolo: nel gusto, nei canoni della bellezza, nel modo di rappresentare la figura umana, di dare al ritratto il valore di uno status simbol, di proporre una vasta gamma di soluzioni iconografiche una diversa dall´altra. Ci sono autoritratti e ritratti degli artisti nei loro studi, ritratti di giovani e ritratti di vecchi, ritratti singoli e ritratti in gruppo, ritratti in vesti mitologiche e ritratti in abiti contemporanei, ritratti di personaggi celebri, come Napoleone, Cimarosa, Canova, Manzoni, Verdi, ritratti di famiglie, che rappresentano una caratteristica del secolo, ritratti di persone note e di persone sconosciute, ma rese immortali per il modo con cui sono state rappresentate, ritratti che isolano la figura e ritratti che la rappresentano sullo sfondo di un ambiente, ritratti dove il pittore si concentra sul volto e ritratti dove l´attenzione è invece catturata dagli abiti, ritratti di fumatori e di fumatrici, ritratti con i cani, moltissimi". La mostra è un´occasione unica per poter confrontare i movimenti che si sono succeduti nel corso del secolo e hanno inaugurato il Novecento: ai ritratti neoclassici seguono quelli romantici, i ritratti macchiaioli, i ritratti veristi, quelli scapigliati, quelli simbolisti, sino ai ritratti futuristi di Balla, Boccioni, Severini e quelli unici per l´originalità del loro stile, di Boldini e di Modigliani. Ma l´Ottocento è stato anche il secolo in cui, un nuovo mezzo, la fotografia, irrompe nel ritratto, esercitato anche una influenza decisiva sulla pittura. Addirittura il pittore bolognese Alessandro Guardassoni si è fatto un Autoritratto con accanto la macchina fotografica. Spesso i pittori non facevano più posare il modello come prima, per sedute che potevano essere molto lunghe e estenuanti per la loro frequenza (per realizzare il celebre Ritratto di Manzoni Hayez dovette sottoporlo a ben 15 sedute in 15 giorni diversi). I saggi del catalogo Marsilio sono illustrati da fotografie d´epoca e uno è riservato proprio al ritratto fotografico. Prima della fotografia i ritratti che per il loro formato potevano essere portati con sé, erano quelli in miniatura, una tecnica preziosa e complicatissima, e la mostra ne offre, in una stanza apposita, una sorta di scrigno, una campionatura davvero straordinaria. "Abbiamo voluto - annota Federico Bano, Presidente della Fondazione Bano - una mostra che, per diversi alvei di un unico fiume, per la prima volta raccontasse una storia tutta italiana. Importante, originale, mai autarchica, anzi: gli artisti italiani vivono in un ambiente di scambi internazionali, influenzano e sono influenzati, avvertono e si confrontano con le novità, e nella mostra questo si avverte in pieno. E´ una mostra che i visitatori troveranno affascinante perché offre la dimensione vera dell´arte del ritratto. Tutt´altro che parata di "mezzibusti". Qui il tema del ritratto è analizzato nel senso più esteso, dall´immagine del volto, alla figura intera, di gruppo, familiare e non, in situazioni ufficiali, mondane o intime. Insomma tutto il caleidoscopio di una società nei vortici di una velocissima, potentissima trasformazione. L´ottocento visse cambiamenti sociali e politici impensabili che mutarono il mondo e l´uomo. E l´arte li registrò e spesso li anticipò". Informazioni e prenotazioni: tel. 049.8753100 info@palazzozabarella.It - www.Palazzozabarella.it  
   
   
ROVERETO: ANTICHE CIVILTÀ PROTAGONISTE  
 
Compie 20 anni la Rassegna internazionale del Cinema archeologico, di scena a Rovereto dal 4 al 9 ottobre. Una kermesse nata nell´aprile del 1990 nella città della quercia, nell´ambito del convegno “Paolo Orsi e l´archeologia del ´900”, con l´intento sensibilizzare il grande pubblico sui temi della ricerca e della tutela del patrimonio culturale, aprendo queste tematiche ad un´audience più “popolare” e non più limitata al solo mondo accademico. Un concorso aperto alle opere cinematografiche che riguardano il settore della ricerca archeologica, storica, paleontologica, antropologica e comunque aventi come scopo la tutela e la valorizzazione dei beni culturali. La manifestazione è organizzata dal Museo Civico di Rovereto, istituzione in cui si sono formati alcuni tra i più importanti archeologi italiani, come Paolo Orsi e Federico Halbherr, vissuti a cavallo di due secoli, tra l´800 e il ´900. Il partner principale della Rassegna è il periodico Archeologia Viva di Firenze, la rivista settoriale più diffusa in Italia. Sono in media dai 60 ai 70 i filmati proiettati ogni anno nel corso di questa rassegna. Attraverso il voto del pubblico viene attribuito il Premio "Città di Rovereto - Archeologia Viva"; ogni due anni, inoltre, una giuria internazionale attribuisce il Premio “Paolo Orsi” al film giudicato migliore entro una selezione di opere cinematografiche. Questa 21ª edizione prevede un ciclo di proiezioni delle opere in concorso presso l´Auditorium del Polo Culturale e Museale "Fausto Melotti", in Corso Bettini, che sarà affiancato ad un ciclo di incontri di approfondimento delle tematiche trattate nelle pellicole. Seminari, tavole rotonde e conversazioni scientifiche, coordinate da Piero Pruneti, direttore della rivista “Archeologia Viva”, con la partecipazione di alcuni grandi nomi del settore come Adriano La Regina, presidente dell´Istituto nazionale di Archeologia, Franco Marzatico, direttore del Castello del Buonconsiglio di Trento, Alfonso Stiglitz, archeologo e direttore del Museo Civico di San Vero Millis, Francesco D´andria direttore della Scuola di specializzazione in Archeologia all´Università di Lecce, Giuseppe Orefici, archeologo, Francesca Spatafora, direttore della Sezione Archeologica della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Palermo, Alfredo e Angelo Castiglioni, ricercatori, e con la partecipazione straordinaria dei massimi responsabili del Consiglio Superiore delle Antichità Egizie della Repubblica Araba d´Egitto. La Rassegna, organizzata in collaborazione con “Archeologia Viva”, promuove tutti gli anni una rete diffusa di manifestazioni cinematografiche su temi specifici della ricerca, che si svolgono in Italia e all´estero in collaborazione con Enti e Istituzioni scientifiche e Musei. A partire dal 1990 la Rassegna è diretta da Dario Di Blasi, Conservatore Onorario presso il Museo Civico di Rovereto  
   
   
MILANO (RENZO FRESCHI – ORIENTAL ART, VIA GESÙ 17, MILANO): LA PITTURA TIBETANA DALL’ANTICO AL CONTEMPORANEO - 30 DIPINTI DAL 1400 AL 2007  
 
E’ una mostra dedicata allo sviluppo della pittura tibetana nell’arco di sei secoli, un’antologia “pittorico-culturale” affascinante sia per i cultori dell’Arte Orientale che per gli appassionati di Pittura Contemporanea. La mostra mette a confronto un gruppo di 20 dipinti antichi con 13 contemporanei. La sezione di opere antiche è costituita da 10 thangka e 10 mandala, mentre Il côté contemporaneo dell’esposizione presenta 13 opere di 6 giovani artisti tra i più noti, creativi e innovativi della nouvelle vague tibetana. “La pittura tibetana dall’antico al contemporaneo – 30 dipinti dal 1400 al 2007 “ prosegue la ricerca di Renzo Freschi nel campo dell’Arte Orientale antica. Dopo più di 30 mostre monografiche e 35 anni di attività, questa mostra aggiunge un nuovo settore all’attività della Galleria, attenta alle trasformazioni dell’arte tradizionale e agli stimoli di quella contemporanea  
   
   
MONZA: COLORI D’AUTUNNO NEL PARCO…E NELL’ANIMA V EDIZIONE 2010  
 
Sabato 09 ottobre ore 16.00 inaugurazione in occasione della Vi Giornata del Contemporaneo promossa da Amaci V.le Cavriga, 2 Parco di Monza. La mostra proseguirà fino a sabato 23 ottobre. Ingresso libero La mostra Colori d´autunno nel Parco...e nell´Anima, dopo il grande successo delle edizioni passate è ancora una volta protagonista nello splendido scenario naturale del Parco di Monza, uno tra i più bei parchi storici europei. L’ottocentesca Cascina Bastia, sede della mostra e la vicina Villa Reale di fine ‘700, sono monito costante del ruolo fondamentale dell’arte nella crescita e nell’innovazione dell’uomo, in quanto protagonista e testimone del passaggio di epoche. Il fascino dei boschi farà da cornice alle opere d’arte in esposizione, infatti la mostra vuole aggiungere colore alla già variopinta veste autunnale del Parco, in questa stagione assolutamente suggestiva. Le opere in esposizione, protagoniste della V edizione di Colori d´autunno nel Parco...e nell´Anima sono di: Alberto Boggio Casero, Marta Bernareggi, Luigia Cuttin, Adamo Pistocchi, Marialuisa Sabato, Chiara Stevanella, Federica Soldati, Marta Valls, Lorenzo Villa. Colori d´autunno nel Parco...e nell´Anima si inaugurerà sabato 9 ottobre alle ore 16.00 in occasione della Giornata del Contemporaneo promossa da Amaci, Associazione Musei d’Arte Contemporanea. La giornata sarà dedicata, a livello nazionale, all’arte del nostro tempo e al suo pubblico con entrate ed eventi gratuiti, un’occasione per vivere da vicino il complesso e vivace mondo dell’arte contemporanea. Sabato 9 ottobre, durante il vernissage della mostra Colori d´autunno nel Parco...e nell´Anima, sarà offerto ai visitatori un rinfresco dedicato ai colori e ai sapori dell’autunno: ulteriore occasione per osservare e apprezzare la relazione tra i colori della natura nell’Arte e nel Cibo. La mostra proseguirà fino a sabato 23 ottobre, sempre con ingresso gratuito. …Uno sguardo al futuro La mostra Colori d’Autunno nel Parco…e nell’Anima è stata selezionata dal Comitato Italia 150 come evento culturale di rilievo a livello nazionale per onorare il centocinquantesimo anniversario dell’Unità di Italia, che avverrà nel 2011. Riconoscimento che vede la mostra protagonista del circuito di eventi promossi dal Comitato Italia 150, con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. Info:chiocciola Blu Associazione Culturale - Via Sant’alessandro Sauli, 17 - 20127 Milano - T segreteria + 39 02 43114818, +39 02 91320711, + 39 349 6466428, F + 39 02 89954825 - www.Chiocciolablu.it - info@chiocciolablu.It  
   
   
ALBA (FONDAZIONE FERRERO): MORANDI. L´ESSENZA DEL PAESAGGIO A CURA DI MARIA CRISTINA BANDIERA - 16 OTTOBRE 2010 / 16 GENNAIO 2011  
 
Appuntamento di livello assoluto quello che la Fondazione Ferrero, la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e la Regione Piemonte propongono per la stagione culturale d´autunno. Si tratta della più approfondita esposizione mai dedicata al mondo ad un tema fondamentale nella poetica di Giorgio Morandi, quello del paesaggio. Per questa mostra Maria Cristina Bandera, che ne è la curatrice, ha selezionato e ottenuto una scelta di opere di indiscussa qualità, individuate anche a partire dai destinatari cui lo stesso Morandi le aveva riservate, in particolare i suoi interpreti - Cesare Brandi, Cesare Gnudi, Roberto Longhi, Luigi Magnani, Carlo Ludovico Ragghianti, Lamberto Vitali - e i suoi più importanti collezionisti. In tutto più di settanta opere, soprattutto dipinti su tela e una ristretta scelta di acquerelli. Proprio per ricreare i fili di committenze famose e di amicizie altrettanto importanti, la rassegna si amplia ad una ulteriore selezione di opere appartenute agli artisti contemporanei a Morandi, che per primi ne compresero la grandezza, e di tele ammirate da letterati come Giorgio Bassani, che dedicò una poesia a un Paesaggio di Morandi, poi scelto per la copertina delle sue Storie Ferraresi. Questo importante aspetto della pittura di Morandi è valorizzato da un intenso lavoro di ricerca, supportato da confronti e approfondimenti che danno vita alla mostra, inedita nel suo genere, ed anche a un catalogo caratterizzato da rigorosa scientificità e da un´aggiornata lettura trasversale. Ciascuna opera in mostra risponde a criteri ben precisi di scelta. Così l´esposizione prende avvio da un primo strepitoso nucleo di opere degli anni dieci, oli rarissimi e mai sino ad oggi riuniti in numero così elevato, "paesaggi" connotati da esperienze formative, ad iniziare da Cézanne, che sfociano in quelli successivi degli anni venti dove l´esperienza cézanniana si somma a una sintesi derivata dalla conoscenza di Piero della Francesca, meditato sulla monografia di Roberto Longhi del 1927. E, a seguire, quelli degli anni trenta in cui Morandi raggiunge una grandezza autonoma e risultati altissimi. Una sezione nutrita è quella successiva, dedicata ai paesaggi severi e spogliati di naturalismo, realizzati negli anni della guerra quando, isolato a Grizzana, Morandi tornò ripetutamente su questo tema, raggiungendo uno dei vertici della sua pittura, anzi, secondo Roberto Longhi «il culmine [.] forse il più alto da lui raggiunto, dai paesaggi del 1943». Infine, per ripercorrere l´intero svolgimento dell´attività dell´artista, sono previsti i "cortili di via Fondazza" degli anni cinquanta e, nuovamente, i paesaggi di Grizzana dei suoi ultimi anni, pervasi da un´inquietudine moderna, caratterizzati da una scarna essenzialità e dal rarefarsi della pittura, quando ormai il confine tra paesaggio e natura morta si fa labile, così da poter prevedere di accostare almeno un´opera di questo genere. «Il progetto espositivo - afferma Maria Cristina Bandera - è studiato per mettere in risalto l´itinerario mentale compiuto da Morandi nell´affrontare un tema che gli è peculiare e per permettere al grande pubblico di conoscere e fare proprie la "poesia" e la grandezza anche di questo aspetto della sua pittura». La Mostra, posta sotto l´Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, è promossa dalla Fondazione Piera, Pietro e Giovanni Ferrero, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, dalla Regione Piemonte e realizzata con la collaborazione della Fondazione di Studi di Storia dell´Arte Roberto Longhi di Firenze. Si avvale di un Comitato Scientifico composto da Maria Cristina Bandera, Mina Gregori, Antonio Paolucci, Giovanni Romano, Claudio Spadoni, Bruno Toscano. Catalogo a cura di Maria Cristina Bandera (24 Ore Cultura). Saggi di Maria Cristina Bandera, Barbara Cinelli, Mina Gregori, Gian Paolo Minardi, Ferzan Ozpetek e Paolo Pejrone. Per informazioni rivolgersi a: Margherita Campanello 0173/ 29 50 94; margherita.Campanello@fondazioneferrero.it    
   
   
ALBA (CHIESA DI SAN DOMENICO): LA MOSTRA FRANCO BATTIATO PROVE D’AUTORE - DAL 2 OTTOBRE AL 1° NOVEMBRE 2010  
 
Dal 2 ottobre al 1° novembre 2010, la chiesa di San Domenico ad Alba ospiterà la personale di Franco Battiato, dal titolo Prove d’autore. L’esposizione, curata da Elisa Gradi in collaborazione con Giuliano Allegri e Simone Sorini, promossa dal Comune di Alba e dalla Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, ripercorrerà la produzione di Battiato pittore dagli anni ’90 a oggi, attraverso 25 opere realizzate tra gli anni ’90 e oggi, tra cui il grande Trittico oltre a Gilgamesh, suo primo libro d’artista e il mediometraggio, di cui ha curato la regia, dedicato allo scrittore Gesualdo Bufalino, presentato alla mostra del Cinema di Venezia nel 2009. L’apertura della mostra coincide con la 80^ edizione della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba e col Palio degli asini, per il quale Battiato ha disegnato il drappo. Personalità poliedrica, Battiato ha sempre parlato del suo approccio all’arte, come una ‘pura sfida e una terapia riabilitativa’ che lo hanno portato alla ricerca di diverse forme espressive e a perseguire una strada di assoluta autonomia, libero da dogmi stilistici di ogni genere, lontano dalle scelte critiche e del mercato. Come afferma Elisa Gradi, “Franco Battiato non è un pittore. È un uomo che dipinge. Questo ribalta la prospettiva e annienta ogni tentativo di schematizzazione. Sebbene sia constatabile un progressivo affinamento della tecnica pittorica nel suo percorso, Battiato non se ne lascia sopraffare, non assoggetta se stesso e il suo lavoro a finalità estetiche dettate”. Come lo stesso Battiato ha avuto modo di affermare, “Una volta pensavo che la mia totale incapacità nel disegno dipendesse dalla mancanza di una naturale predisposizione, come nel caso di uno stonato che non riesce ad emettere la stessa nota che ha in testa. Col tempo ho scoperto invece che avevo un’idea astratta, archetipa, dell’oggetto che osservavo; quello che mi mancava era la possibilità di coglierlo nella sua esatta forma. Per analizzare praticamente questo genere di chiusura, vent’anni fa iniziai a dipingere, per pura sfida: questa terapia riabilitativa mi sta privando di quel difetto. Ora posso dire, finalmente, che potrei cominciare a dipingere, e bene, anche se non so quando”. Il percorso espositivo si snoda attraverso i nuclei concettuali della sua riflessione sull’arte: il tempo, la memoria, la storia, la bellezza, l’indagine di una figurazione che esplora l’invisibile. La sua ricerca, isolata dalle tendenze e dalle mode dell’attualità, lo porta alla realizzazione di opere in cui impone il proprio tempo creativo, dove è ben presente la rilettura dell’arte bizantina e medievale, traendo liberamente da esse riferimenti e motivi, quali la ieraticità delle figure, come ben evidente nei ritratti di Gilgamesh o di Manlio Sgalambro, e l’uso del fondale oro, come in Dervisci danzanti, o in Preghiera. Accompagna la mostra un catalogo Skira. Per informazioni: tel. 0173 361051 - fax 0173 223022 mail: info@fieradeltartufo.Org  web: www.Fieradeltartufo.org    
   
   
MILANO: L´APERTURA DELLO STUDIO MARCONI ´65  
 
Giorgio Marconi: Perchè una nuova galleria? Ho aperto il 30 settembre di quest´anno, in via Tadino 17 un piccolo spazio : Stu dio Marconi ´65 (come la mia vecchia galleria Studio Marconi che avevo aperto nel 1965 e chiuso nel 1992). Nel frattempo è nata la Fondazione Marconi che sta svolgendo un programma piuttosto esaustivo di mostre e antologiche relative al lavoro di un numero selezionato di artisti di cui mi sono occupato nei miei quasi 50 anni di attività. Ci sono molti spazi e gallerie con proposte di Arte Contemporanea (a Milano più di 170) ma è difficile vedere opere degli artisti degli anni tra i ´50 e i ´70. Penso quindi, in questo "piccolo spazio" di dar modo al pubblico dei collezionisti, specialmente dei più giovani di vedere e conoscere opere, progetti, disegni e anche multipli e grafiche, il lavoro di artisti del recente passato. Info: Studio Marconi ´65 - Via Tadino 17, 20124 Milano, Tel & fax 02 29511297, info@studiomarconi.Info , www.Studiomarconi.info  
   
   
CENTRO VISITE FANES-SENES-BRAIES, MOSTRA SULLA STRADA DELLA VAL BADIA  
 
L´archivio provinciale bolzanese ha organizzato un curioso matrimonio tra un parco naturale e una strada: sino a fine ottobre, infatti, il Centro visite del Parco Fanes-senes-braies, a San Vigilio di Marebbe, ospita una mostra dedicata alla storia della strada statale della Val Badia e ai suoi effetti sullo sviluppo turistico della zona. All´insegna del motto "cultura in movimento", che è stato il filo conduttore della giornata europea dei beni culturali, è stata inaugurata nei giorni scorsi la mostra dedicata alla storia della strada statale della Val Badia. Sino a fine ottobre, la rassegna organizzata dall´Archivio provinciale in collaborazione con l´Ufficio parchi naturali e l´istituto di cultura ladina Micurà de Rü, sarà ospitata dal Centro visite del parco naturale Fanes-senes-braies, e offrirà ai visitatori l´opportunità di visionare progetti, documenti e immagini sulla realizzazione della strada che collega La Villa al Passo di Valparola. Si tratta di un vero e proprio tuffo nel passato, che consente anche di mettere in relazione la costruzione della strada con lo sviluppo delle attività turistiche della zona. Dopo la realizzazione da parte dell´Impero austro-ungarico, tra la fine del 1800 e i primi anni del 1900, della strada di valle, la nascita del tratto compreso tra La Villa e il Passo di Valparola risale al periodo della prima guerra mondiale: i lavori, infatti, iniziarono nel 1918, per garantire ai militari un accesso veloce a Cortina e al Veneto, ma si interruppero con l´annessione dell´Alto Adige all´Italia. Dopo la riapertura dei cantieri tra il 1938 e il 1942, i nuovi eventi bellici bloccarono nuovamente i lavori, che però ripresero definitivamente negli anni ´50. Nel periodo successivo, il collegamento alla rete stradale consentì all´alta valle di accrescere in maniera enorme il proprio appeal dal punto di vista turistico. La mostra, ospitata dal Centro visite del Parco Fanes-senes-braies, in via Katharina Lanz 96, a San Vigilio di Marebbe, resterà aperta sino alla fine di ottobre dal martedì al sabato (9.30-12.30, 16-19). Per informazioni: 0474 506120, info.Fsp@provinz.bz.it  
   
   
SUTRIO: BORGHI E PRESEPI: SUTRIO, IL PAESE DEI PRESEPI - 21 DICEMBRE 2010/6 GENNAIO 2011  
 
A Sutrio – antico borgo della Carnia noto per i suoi artigiani del legno - dalla vigilia di Natale all’Epifania si può ammirare una straordinaria rassegna di presepi, allestita nei cortili, nelle cantine, accanto ai fogolar (i tipici caminetti carnici), sotto i loggiati delle più antiche case del paese e delle sue minuscole frazioni di Priola e Nojaris, eccezionalmente aperte al pubblico per l´occasione. La rassegna è affiancata da una nutrita serie di appuntamenti (dal folklore alla gastronomia), che animeranno il paese durante tutte le feste natalizie:fra l’altro nella Bottega dell’artigianato artistico e nel Mercatino sarà possibile acquistare i più tipici prodotti artigianali della Carnia. A Sutrio, per tutto il periodo delle feste, si respirerà insomma l´aria più genuina e vera del Natale, si ripeteranno i gesti e le usanze tramandate da generazione a generazione, si gusteranno i piatti e le bevande natalizie più tradizionali. Gruppi di persone in costume animeranno nei pomeriggi delle giornate festive le Vie dei presepi, riproponendo momenti della vita quotidiana, lavori, usanze di un tempo, oltre ad una serie di scene di Presepio vivente (l´omaggio dei pastori al Bambin Gesù, la processione dei Re Magi e via dicendo). Cuore di Borghi e Presepi è il grande Presepio di Teno, un´opera eseguita nel corso di ben 30 anni di lavoro da Gaudenzio Straulino (1905-1988), maestro artigiano di Sutrio. Questo presepio riproduce in miniatura gli usi e i costumi tradizionali del paese, che vengono animati grazie ad una serie di perfetti ingranaggi meccanici. Più che un presepio nel senso tradizionale del termine, quello di Teno è uno straordinario spaccato etnografico sulle tradizioni, la vita, i lavori, le usanze della montagna carnica. La fienagione in montagna ed il trasporto del fieno a valle su gerle e slitte, le donne che filano e tessono, il lavoro al mulino e quello alla segheria, il trasporto del corredo nuziale nella nuova casa della sposa, la festa dei coscritti che attraversano il paese sul carro infiocchettato...: decine e decine di scene, realizzate con minuzia filologica, descrivono la vita e i ritmi di un tempo. Oltre al Presepio di Teno sono esposti in paese decine di altri presepi, alcuni dei quali sono stati realizzati dagli artigiani di Sutrio e dei paesi della Carnia, mentre altri provengono da altre regioni italiane e straniere. Fra i primi , ricordiamo il presepio naif realizzato negli Anni Trenta da Dorino Moro, composto da una decina di statuine di legno di ingenua fattura; i sorprendenti presepi intagliati in un bastone di legno e in un grosso ceppo da Michele Moro e le figure modellate da Enzo Del Negro seguendo le linee delle pieghe di rami degli alberi. Spettacolari e di grande suggestione sono poi le scene della Natività (“ Le radici del Natale”) ricavate da grandi e contorte radici raccolte nei boschi della Carnia e intagliate da artisti provenienti da tutta Europa. Per vivere a pieno l’atmosfera natalizia, si può alloggiare a Sutrio a Borgo Soandri, l’accogliente albergo diffuso con le stanze (o meglio mini appartamenti con cucina arredati di tutto punto) ricavate dalla ristrutturazione di antiche case del paese. Pernottamento con prima colazione contadina, con prodotti carnici: 36€ . Pacchetti di 3 giorni (2 notti) B&b, con una cena tipica e una degustazione nei chioschi del Mercatino, ingresso al Presepe di Teno e visita guidata al Caseificio Alto But per conoscere da vicino come nascono il pregiato formaggio Latteria e le tipiche ricotte affumicate a € 130,00. Per informazioni: Albergo Diffuso Borgo Soandri - www.Albergodiffuso.org  - info@albergodiffuso.Org , - Tel.0433 778921  
   
   
SAN MAURO TORINESE: MAURO BENETTI. “LONTANO SIGNIFICA CHE RITORNA” – FINO AL 30 OTTOBRE 2010  
 
La personale di Mauro Benetti, dal titolo “Lontano significa che ritorna”, curata da Marisa Vescovo, inaugurata lo scorso 16 settembre, si protrae sino al 30 Ottobre 2010, sviluppandosi su tre diverse location. Il suo percorso si avvia presso la galleria Claudio Bottello Contemporary, giovedì 16 settembre, prosegue in parallelo, dal 23 settembre presso la Galleria Zabert, sempre in centro, a Torino, per poi continuare dal 30 settembre in un suggestivo spazio outside nella sede di Vaccarino Arte, a San Mauro Torinese. Le opere del celebre artista raccontano, attraverso installazioni, dipinti e disegni il forte nesso che esiste tra il presente e il passato, e di come tutto ciò che incontriamo sulla strada della vita, immancabilmente, quando meno ce lo aspettiamo, ritorni e ci apra verso nuovi scenari. Il concetto secondo cui l’arte, quando viene dal profondo, permetta d’innescare un processo analitico nei confronti di noi stessi e riesca a farci comprendere ciò che siamo, è il leitmotiv della mostra itinerante di Mauro Benetti Il percorso espositivo è così articolato: nello spazio di Bottello Contemporary il visitatore incontrerà un’insolita rappresentazione di “Pinocchio” in cui il burattino è intento a pregare in una stanza buia, appoggiato sull’inginocchiatoio. Intorno a lui, tanti piccoli quadri come delle apparizioni, all’interno dei quali una figura ritrae l’artista da piccolo, seduto sulla sedia di vimini. I colori usati, luminescenti e fosforescenti, permettono e amplificano l´idea d´ apparizione. “Pinocchio – sostiene l’artista - è il gioco, la creatività, il sogno, è rubare, mentire, è legno che spera che qualcuno faccia qualcosa per provare la sua esistenza. E’ la metafora dell´artista che cerca la propria natura interiore”. Nelle altre sale ancora opere su carta: disegni cellulari come paesaggi semoventi che disgregandosi e aggregandosi inconsapevolmente indicano la strada. Negli spazi della Galleria Zabert, sarà possibile inoltre immergersi nella visione e nel “lavoro sul corpo” dell’artista: dipinti, installazioni e disegni a tecnica mista, raccontano lo sguardo visionario del corpo dal suo interno, e l’immergersi nel cuore del mistero organico. L’interno come la via della vita. Cinque quadri mostrano altrettante sezioni del corpo: le piante dei piedi “rivoltare i propri passi e ricordare da dove si è partiti”, la mano, la bocca aperta “come in un urlo, per alimentarsi di un infinito racconto”, l’intera figura/scheletro come “la pittura che si fa corpo e scheletro della vita dell’artista” e su di esse dei cerchi neri che corrispondono ai meridiani del corpo umano. In una delle sale, oscurata appositamente, appare il dipinto “testa tempio, 2004” : è la sezione di una testa, all’interno della quale si osserva chiaramente un microchip che appare alla vista del visitatore come la pianta di un tempio, a simboleggiare il centro della memoria, “il grembo delle sfere planetarie, dove la memoria si fa germoglio, e s’innalza per poi dischiudersi”. Un cono di luce diretto sul microchip dipinto a sua volta con materiali fosforescenti, metterà in risalto il centro della memoria, offuscando ciò che è intorno ad esso. Ed infine, il percorso espositivo nel suggestivo parco della sede Vaccarino Arte, a San Mauro Torinese, completa il lavoro di Benetti, con alcune importanti installazioni tra le quali spicca un’opera progettata ad hoc, dalle grandi dimensioni 6 m x 2 m in cui appaiono due gigantesche farfalle dell’era carbonifera, colte nel loro “volo nuziale”, bruciate e dipinte su legno. Esse rappresentano l’unione e la separazione, l’energia e la leggerezza. Realizzate nuovamente attraverso materiale fosforescente (che ritorna spesso in questo percorso di Benetti), nella notte (dopo aver incamerato la luce del giorno) ci rivelano la loro presenza con un effetto ancora più forte. Le farfalle sono affiancate ad un’altra opera: “La Dea carboniera”, “che ci racconta di lavori antichi, che lentamente ed inesorabilmente scompaiono”. E camminando nel parco è possibile ammirare ancora: “Il tramonto della luna”, e “Lontano, è ritornare”, come rappresentazione della casa della memoria, cioè la casa di tutte quelle precedentemente abitate. C’è ancora “La statua cosmica”, ricoperta di funghi che la vestono di un abito di cui la natura le ha fatto dono. Proseguendo il visitatore è atteso da una fontana dipinta a ricordarci come la vita sia un fiume che torna alla propria sorgente Catalogo della mostra multimediale su Cd rom, con backstage relativo al lavoro dell’artista, acquistabile nelle tre sedi espositive  
   
   
SONDRIO (GALLERIA CREDITO VALTELLINESE, PIAZZA QUADRIVIO N. 8 E PALAZZO PRETORIO, PIAZZA CAMPELLO N. 3): GIOVANNI CHIARAMONTE. L´ALTRO NEI VOLTI NEI LUOGHI - 8 OTTOBRE / 28 NOVEMBRE 2010  
 
"L´altro_nei Volti Nei Luoghi" è una grande mostra su un tema di fortissima attualità, ma è anche una proposta di analisi che, grazie alla mediazione del mezzo fotografico sapientemente interpretato da Giovanni Chiaramonte, invita a guardare oltre l´emergenza sociale, per aprire in ognuno di noi un nuovo modo di vivere e custodire tutti quelli che vivono accanto a noi nei nostri paesi e nelle nostre città. "L´altro_nei Volti Nei Luoghi" è una mostra realizzata dalla Fondazione Gruppo Credito Valtellinese, in collaborazione con Ultreya, che dopo l´anteprima di Acireale presso la Galleria Credito Siciliano risale l´Italia per essere allestita a Sondrio, presso la Galleria Credito Valtellinese e Palazzo Pretorio. I volti dell´altro Chiaramonte li ha intravisti, cercati, incrociati e rappresentati in due città simbolo dell´Italia: Palermo e Milano, realtà apparentemente lontanissime, eppure accomunate dalla presenza, attività, vitalità di uomini e donne del mondo. Proprio per la assoluta unicità della realtà multietnica di Palermo e per la complessità di ciò che sta avvenendo a Milano, le immagini de L´altro si pongono come contemplazione della dignità e della grandezza del fenomeno umano e sono in grado di prefigurare la condizione presente e futura della civiltà europea. Palermo ha uno dei centri storici più straordinari dell´intero mondo occidentale. Negli ultimi dieci anni, all´esodo verso i nuovi quartieri residenziali da parte dei residenti siciliani, ha fatto seguito un sempre più irresistibile inurbamento da parte degli immigrati provenienti dall´Asia e dall´Africa. Oggi nei più importanti quartieri simbolo di Palermo e della Sicilia, Vucciria e Ballarò, abitano e vivono il loro destino una decina di etnie non europee che formano ormai la stragrande maggioranza della popolazione. Milano conosce il fenomeno dell´immigrazione in maniera profondamente diversa ma altrettanto significativa. In molti quartieri che hanno caratterizzato storicamente l´identità della città, la presenza di culture di altri paesi è notevole e ha contribuito a cambiare il volto della città. Una dimensione assolutamente nuova dell´abitare sta quindi emergendo o è già emersa in queste due città che sono l´emblema del nord e del sud dell´Italia. Gli antichi palazzi, le strette vie e i vicoli di Palermo, come gli isolati popolari e i viali di circonvallazione, che hanno generato alcuni tra i più straordinari racconti del Novecento italiano, tra Bufalino e Testori, sono diventati oggi lo scenario di nuovi e ancora sconosciuti racconti provenienti da lingue spazi e tempi irriducibilmente diversi, ma destinati a svilupparsi insieme nel presente e nel futuro. L´interesse per l´altro nasce dallo stupore del maestro Giovanni Chiaramonte di fronte a questi profili architettonici costituenti l´identità italiana, animati da attori antropologicamente e culturalmente stranieri e destinati a contribuire alla costruzione della nuova identità italiana. La mostra procede per moduli di 4 immagini: la prima, dedicata alla veduta urbana esterna, seguita da un trittico dedicato al volto e alla figura dei protagonisti di questa ricerca. Le immagini singole si propongono di comunicare una nuova percezione della città e si focalizzano sulle architetture. I trittici, invece, svelano i personaggi della storia che sta iniziando adesso, secondo una rappresentazione epica, con la centralità del volto e con il drammatico contrappunto laterale tra le memorie etniche e le memorie architettoniche interne ed esterne della loro nuova città. In occasione della mostra viene pubblicato un volume speciale con testi e contributi di Pierluigi Nicolin, Umberto Fiori e Kurt Walter Forster. Info: www.Creval.it    
   
   
DORSODURO (PALAZZETTO TITO): LUCIO SCHIAVON. LA GEMELLA DIVERSA - DAL 22 OTTOBRE AL 14 NOVEMBRE 2010  
 
La Fondazione Bevilacqua La Masa è lieta di annunciare “La gemella diversa”, personale di Lucio Schiavon, artista, illustratore e designer veneziano, che sarà ospitata nelle sale di Palazzetto Tito dal 22 ottobre al 14 novembre 2010. Il progetto espositivo nasce da un´attenta e sensibile riflessione sulle profonde trasformazioni che sta subendo Venezia intesa come città “metropolitana”: un cambiamento che ripropone il rapporto tra il centro storico lagunare e la terraferma. Una relazione complessa collega le aree di Mestre e Marghera al centro storico: si tratta dell´unica vasta periferia urbana separata da un così ampio spazio acqueo dalla sua controparte, dal suo centro. I mezzi di comunicazione le uniscono pur essendo morfologicamente distanti e con una vita propria. Schiavon, che definisce se stesso un “creatore di immagini”, riflette sul dilemma identitario di chi si sente veneziano ma vive sulla terraferma. Così l´artista immagina gli skyline di Mestre e Marghera, ormai parte integrante dell´immagine di Venezia metropolitana. Una visione che è anche spaesante. Perdersi in una città unica ma diversa è come perdersi in un labirinto fatto da profili e perimetri contrastanti tra loro. Attraversare un ponte, sia da Mestre che da Venezia, significa cambiare prospettiva e abitudini. I veneziani si perdono nelle architetture di Mestre, nelle sue strade con le automobili e in semafori. E´ la loro città ma non si trovano a proprio agio: a ricordare a se stessi e a chi li guarda che sono dei “pesci fuor d´acqua” sono le caratteristiche storiche e commerciali di Venezia. La stessa sensazione hanno coloro che dalla terraferma arrivano in laguna e che si trovano spaesati senza i palazzoni, gli autobus e le strade. E così si vedono girovagare tra le calli, in un labirinto che dovrebbe essere anche loro ma che vivono o ricordano poco. Però in questo sentirsi vicino e lontani c´è della poesia. E´ questa la “gemella diversa” soggetto della mostra. L´acqua della laguna riflette due facce della stessa città: da una parte lo skyline di Marghera, delle sue fabbriche unite dalla Torre di Mestre e dall´altra i tetti e le cupole del centro storico che si priva del campanile di San Marco per donarlo momentaneamente alla sua gemella diversa che si trova al di là del ponte della Libertà. Il salone di Palazzetto Tito dà il via alla visione di Venezia e Mestre unite. Una grande stampa rappresenta infatti l´unione delle due città viste dall´occhio del visitatore come un´anima sola ma diversa per caratteristiche architettoniche e di età storica e culturale. C´é l´isola con i suoi campanili, i suoi palazzi e l´acqua. E poi ci sono le fabbriche, gli stabilimenti, le ciminiere e i palazzoni. Ad unirle, creando un legame fisico, un lungo ponte. Una sorte di cordone ombelicale mai tagliato alla nascita e che fa vivere due gemelle diverse. Due vite che prendono forza nelle stanze espositive con scene dedicate alla terraferma e al centro storico e alla complessa situazione psicologica degli abitanti che vivono questi luoghi. Temi che lo spettatore può rivivere attraverso delle fiabesche video animazioni prodotte dall´artista che conclude la sua visone con una serie di cartoline di una Venezia del futuro con le nuove opere architettoniche sorte in città o che dovranno essere realizzate nel futuro prossimo. L’artista Lucio Schiavon (Venezia, 1976), ha collaborato con Fabrica, il Centro Ricerche sulla Comunicazione del Gruppo Benetton nei dipartimenti Visual Comunication e Comics & Illustration. Durante questa periodo ha contribuito alla realizzazione del progetto "Vision Of Hope" per il magazine "The New Yorker" e di varie iniziative per realtà come El Pais, Reporter sans frontières, Teatro Massimo di Palermo e Unicef. Ha collaborato inoltre con riviste come Internazionale, Specchio della stampa, Linea Grafica e per l´editoria dell’infanzia con Mondadori Ragazzi ed Electa. Ha collaborato con La Biennale di Venezia dove nel 2004 ha ideato e curato la prima uscita dei materiali pubblicitari e promozionali dei quattro Festival Internazionali di Danza Musica Teatro e Cinema. Ha partecipato al concorso “Premio Palinsesto Italia” per la produzione di nuovi contenuti editoriali digitali, proponendo una lettura moderna in chiave interattiva del linguaggio del fumetto raccogliendo una menzione speciale per l’efficace innovazione grafico-linguistica. Ha ideato e progettato una nuova linea di personaggi per la collezione zaini scuola Invicta. Crea grafiche per lo sport nell’ambiente dello snowboard. I suoi lavori sono stati esposti in due collettive di Fabrica: in Giappone a Tokio e Osaka nell’ambito della mostra "From chaos to order and back" e a Barcellona con l’esposizione della mostra "Mail me". La Fondazione Bevilacqua La Masa e l’identità di Venezia La mostra costituisce una riflessione sull´identità e sull´immagine di Venezia, tema che ha contraddistinto un´ampia parte delle attività della Fondazione Bevilacqua La Masa negli ultimi otto anni. Questa filone è stato affrontato da giovani promesse così come da artisti affermati, in modo trasversale rispetto alle discipline: tra gli interventi artistici ricordiamo quelli degli architetti Yona Friedman (2005) e Marjetica Potrč (2010), che hanno immaginato degli ipotetici sviluppi per la Venezia del futuro; quello di Wolfagang Scheppe (2009), studioso della comunicazione, sul tema dell’impatto della migrazione sul tessuto urbano; quello Lucy e Jorge Orta (2005) che hanno portato in galleria un dispositivo per rendere potabile l’acqua del Canal Grande; quello dell´illustratore Lorenzo Mattotti (2009), con i suoi sguardi inediti sulla città; le mostre fotografiche come quella dedicata al manicomio di San Servolo (2009) e quella realizzata per rendere omaggio allo straordinario archivio fotografico di Italo Zannier (2010), volte a rievocare una memoria collettiva della città; mostre dedite alla presentazione di lavori artistici realizzati con il vetro, materiale veneziano per eccellenza, o ancora, dedicate al tema del turismo (2007). Info: www.Bevilacqualamasa.it  press@bevilacqualamasa.It    
   
   
MILANO (PIAZZA SANT’ANGELO, VIA MOSCOVA ANGOLO CORSO P.TA NUOVA): ARTE IN CONVENTO: IL QUADRO SI FA PANE- APRE NEL CHIOSTRO DEL CONVENTO DEI FRATI MINORI DI SANT’ANGELO NEL CUORE DI MILANO IL TRADIZIONALE MERCATINO PER LA FESTA DI SAN FRANCESCO - DA VENERDÌ 1 A MARTEDÌ 5 OTTOBRE 2010  
 
Si apre venerdì 1° ottobre il tradizionale mercatino per la festa di San Francesco all’interno del chiostro dei Frati Minori di Sant’angelo in uno degli angoli più caratteristici di Milano, organizzato da sempre dai volontari della Comunità di Sant’angelo/ Associazione Sant’angelo Solidale Onlus. Per cinque giorni dalle 10.30 alle 18.30 si potrà curiosare fra i tantissimi oggetti provenienti dalla generosità dei molti donatori che conoscono il tradizionale mercatino, le sue finalità, e contribuiscono alla sua riuscita. Libri, biancheria per la casa ricamata, vestiti, giocattoli per bambini, accessori vintage, delizie per gli occhi…e per il palato, brocantage, oggetti per la casa, mobili e tanto altro ancora. Ma il mercatino del suggestivo chiostro del convento di Sant’angelo si distingue ed è famoso anche per il banchetto dedicato all’arte moderna e contemporanea, una vera e propria piccola galleria temporanea, una peculiarità tutta milanese. La generosità di artisti, galleristi e collezionisti permette di proporre pezzi unici di grandi maestri e di giovani promesse come pure opere grafiche importanti a tiratura limitata. Nel banco dell’Arte oltre a pitture, sculture, disegni e grafiche, si troveranno ceramiche, oggetti di design, stoffe e gioielli d’artista….Insomma, si offre al visitatore una vasta gamma di proposte che hanno tutte il comune denominatore della qualità. Alcuni degli Artisti presenti nelle ultime edizioni del mercatino: Calderara, Campigli, Cappello, Della Torre, Depero, Michele Festa, Fontana, Forlivesi, Giuman, Marino Marini, Melotti, Munari, Nigro, Oki Izumi, Paradiso, Soldati, Walter Valentini, Veronesi. Durante i cinque giorni di apertura del mercatino chi vorrà potrà farsi confezionare bijouterie personalizzata o farsi scrivere una poesia. Per i più piccoli invece sono in programma laboratori di favole nella giornata di sabato 2 ottobre. L’obbiettivo è raccogliere fondi per sostenere i progetti di solidarietà dell’Associazione Sant’angelo Solidale Onlus/ Comunità di Sant’angelo che opera in vari settori di disagio nella realtà milanese, sostiene progetti di sviluppo in America Latina (Brasile e Salvador) e in Africa (Repubblica Democratica del Congo) e affianca le attività dei Frati Minori Francescani a favore di tutti coloro che vivono in situazioni disagiate  
   
   
VALENZA (VILLA SCALCABAROZZI): TESORI E GIOIELLI DEL PETIT PALAIS DI PARIGI - DAL 2 OTTOBRE AL 28 NOVEMBRE 2010  
 
A Villa Scalcabarozzi, futura sede del Museo del Gioiello, l’esposizione presenta, per la prima volta in Italia, oggetti di alta gioielleria, tra collane, anelli, braccialetti, spille e disegni preparatori, realizzati dai più importanti artigiani orafi francesi dal Xvii secolo al Novecento, provenienti dalla collezione del museo parigino. Valenza, capitale dell’oreficeria italiana, ospita dal 2 ottobre al 28 novembre 2010, una mostra che ripercorre la storia dell’arte orafa francese dal Xvii secolo al Novecento, con 50 oggetti di alta gioielleria, tra collane, anelli, braccialetti, spille e una serie di disegni preparatori, importanti per capire la genesi di questi capolavori, realizzati dai più importanti artigiani orafi francesi, provenienti dalla collezione del Petit Palais di Parigi. Villa Scalcabarozzi, futura sede del Museo del Gioiello di Valenza, recentemente restaurata per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, aprirà le proprie sale alle più preziose creazioni di artisti quali L’egaré, Pouget, Fontenay, Fouquet, Lalique, Boucheron, Cartier e altri. L’iniziativa, dal titolo Tesori e gioielli del Petit Palais di Parigi, organizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e dal Petit Palais Museo delle Belle Arti della Città di Parigi, con il patrocinio della Regione Piemonte, della Provincia di Alessandria, del Comune di Valenza, della Camera di Commercio e della Cassa di Risparmio di Alessandria, in collaborazione con Palazzo del Governatore, Centro Italiano per le Arti e la Cultura, Associazione Orafa Valenzana, Expo-events e Civita, curata da Martine Chazal, ricercatrice al dipartimento di gioielleria al Musée du Petit Palais sarà l’occasione per rivivere l’evoluzione dell’arte gioielliera, seguendo il mutare degli stili, del gusto e della raffinatezza delle corti francesi, che si modificavano parallelamente al corso del periodo storico in cui erano stati progettati. Il percorso espositivo prenderà in analisi le varie epoche in cui quest’arte si è affermata, a partire dalla metà del 1600 con le acqueforti di Gilles L’egaré per passare, nel secolo successivo, alle creazioni di Jean-henry Pouget, i cui gioielli abbellivano i décolleté delle dame della corte di Luigi Xv. Particolarmente interessante sarà la sezione che ripercorre l’età napoleonica quando, dopo la Rivoluzione, la corte francese riscoprì una nuova forma di eleganza. Dopo la vittoria di Marengo, infatti, attorno all’imperatore si formò una nuova élite, da lui trattata con generosità, che cercava di abbagliare, di affascinare, e che si sentisse all’altezza dei nuovi titoli nobiliari da poco acquisiti. L’estetica dei gioielli traeva ispirazione dal lontano passato culturale, stimolata dalla campagna napoleonica in Egitto e dagli scavi etruschi e romani. L’imperatore e la società desideravano una rottura netta con lo stile dell’Ancien régime; le parure adottarono quindi come punto di riferimento il gusto antico. Napoleone prediligeva, in modo particolare, i cammei, ammirati e invidiati anche da una società femminile che potesse trarre vantaggio dal nuovo ordine sociale, e per i quali gli smaltatori offrirono copie di alta qualità, come testimonia la collana neoclassica, esposta a Valenza. Con la Restaurazione e con l’affacciarsi nella società di una borghesia molto attiva, l’aristocrazia del Xix secolo, in evidenti difficoltà finanziarie, si accontentava di esibire parure che cercavano di resuscitare il prestigio passato. Inoltre, l’indipendenza del Brasile del 1822 che generò uno scambio commerciale più intenso, portò in Francia pietre semi-preziose, economicamente più accessibili dei diamanti. Ametiste, topazi, acquemarine ornavano i diademi, componevano i collari e le spille, e decoravano gli orecchini. Con il regno di Carlo X tornò lo sfarzo a corte. Ma anche se le parure comparirono nuovamente numerose, queste conservavano il carattere di produrre il massimo effetto con l’impiego di una minima quantità di materia preziosa, com’è esemplificato dalla parure romantica del 1830, in cui l’oro si associa all’ottone e all’argento dorato. È in questo àmbito che rifulge la figura di Simon Petiteau (1782-1860), gioielliere francese, che ha contraddistinto con la sua creatività la metà del Xix secolo, di cui viene presentato uno splendido bracciale, in oro, diamanti e turchesi. Le sue opere che sposano il gusto del periodo, ravvivate dai colori dello smalto e da piccole gemme, sono costellate di perle, l’uso delle quali rappresenta la sua caratteristica principale. La mostra di Valenza, inoltre, focalizzerà la sua attenzione sul periodo caratterizzato dalla nascita e dalla crescita dell’art nouveau. Compaiono, alla fine dell’Ottocento, una serie di personalità che hanno deciso la storia del gioiello negli anni futuri, tra i quali Frédéric Boucheron, che fu un grande innovatore pur preservando lo sguardo e la sensibilità gemmologica della grande gioielleria, René Lalique, che rivoluzionò l’arte del gioiello e che fu consacrato come Maestro nell’Esposizione universale del 1900, Georges Fouquet, le cui creazioni, in collaborazione con Alphonse Mucha, crearono un grande stupore tra gli appassionati. Per informazioni e prenotazioni : Tel. 0131.264306; 345.2171888; didattica@startal.It   
   
   
FERRARA – MADRID: CHARDIN, IL PITTORE DEL SILENZIO - FERRARA, PALAZZO DEI DIAMANTI 17/10/10 - 30/01/11 E MADRID, MUSEO NACIONAL DEL PRADO 28/02/11 - 29/05/11  
 
«Noi usiamo i colori ma quello con cui dipingiamo è il sentimento». Con queste parole, Jean-baptiste Siméon Chardin (1699-1779), contrapponendosi alle regole accademiche allora in voga, amava descrivere il suo modo di fare arte e la sua poetica. A questo grande protagonista dell´arte del Settecento, uno dei più straordinari pittori di tutti i tempi, Ferrara Arte dedicherà dal 17 ottobre 2010 al 30 gennaio 2011 un´importante mostra, la prima mai consacrata all´artista nel nostro paese. L´esposizione è organizzata in collaborazione con il Museo del Prado di Madrid, che la ospiterà dopo la tappa italiana, ed è curata da Pierre Rosenberg, massimo esperto di Chardin, membro dell´Académie Française e già direttore del Musée du Louvre. Chardin è l´artista francese che ha avuto maggior influenza sulla pittura moderna. L´aver elevato gli oggetti di uso quotidiano e i gesti delle persone comuni a materia di rappresentazione artistica ne fa il vero erede di Vermeer e, al contempo, il punto di riferimento per artisti del calibro di Cézanne, Matisse, Braque e Morandi. Ma Chardin non è solo uno dei più influenti artisti del Settecento, è anche uno dei più originali. Egli infatti rifiuta, sin da giovanissimo, i percorsi didattici accademici ed è uno dei pochi a non aver mai effettuato il viaggio in Italia. Tra tutti i generi pittorici evita proprio quelli che nella Francia del secolo dei lumi sancivano la statura e la fortuna degli artisti, e cioè i dipinti di soggetto storico o mitologico. Nonostante ciò, nel 1728 l´Académie Royale de Peinture et de Sculpture - alla quale Chardin aveva sottoposto la propria candidatura con le prime impressionanti nature morte - riconosce il suo talento e lo accoglie nei suoi ranghi come pittore di frutta e di animali. La scelta del genere della natura morta, apparentemente minore, non ne vincola il successo e Chardin si impone presto sulla competitiva scena parigina. Nel corso del decennio successivo, egli estende la propria ricerca anche alla figura umana, effigiata perlopiù in ambienti domestici e nello svolgimento di semplici mansioni quotidiane, in scene in cui i ceti più umili sono associati ai rampolli della borghesia francese. Nascono così capolavori come Il garzone d´osteria, La governante o Il giovane disegnatore ai quali si affiancano le toccanti raffigurazioni delle attività ricreative dei giovani come le Bolle di sapone, la Bambina che gioca col volano o il Bambino con la trottola. In ciascuna di queste opere, attraverso una tecnica pittorica stupefacente, incentrata sul rapporto tra tono e colore e sulla variazione degli effetti di luce sugli oggetti e sulle persone, l´artista riesce a trasmettere all´osservatore l´emozione provata di volta in volta di fronte al soggetto. È con questo spirito che Chardin dipinge, ad esempio, il Mazzo di fiori (c. 1755) uno degli esiti più alti della sua arte, dove la straordinaria freschezza di esecuzione e la tavolozza dai colori audaci appaiono del tutto inedite rispetto alle opere dei suoi contemporanei. Il successo dell´innovativa pittura di Chardin è registrato dalle reazioni del pubblico alle tele che l´artista espone al Salon a partire dal 1737. Entusiasti, ad esempio, i pareri di alcuni intellettuali tra cui Denis Diderot, che nel 1763 osanna pubblicamente il realismo delle nature morte del pittore. Chardin è molto apprezzato anche dal re di Francia Luigi Xv, al quale il pittore dona la Madre laboriosa e il Benedicite, ricevendo in cambio la stima del sovrano e, nel 1757, il grande privilegio di dimorare e lavorare al Louvre. Verso il 1770 i problemi di salute lo inducono a rallentare l´attività e ad abbandonare progressivamente la tecnica ad olio. Con un gruppo di ritratti a pastello si conclude la lunga carriera di un artista che per tutta la vita aveva concepito la pittura come un mezzo per conoscere la realtà, evitando con cura i contenuti aneddotici, e mirando a raggiungere un´arte senza tempo che riflettesse un´armoniosa perfezione tra forma ed emozione. La mostra di Ferrara e Madrid offrirà l´occasione di ripercorrere le tappe salienti del percorso artistico di Chardin attraverso un´ampia selezione di opere provenienti da musei e collezioni pubbliche e private di tutto il mondo. La rassegna spazierà così dalle nature morte giovanili alle scene di genere della prima maturità, fino al ritorno agli oggetti degli anni Cinquanta e agli straordinari capolavori dell´ultimo periodo. Un appuntamento che si preannuncia imperdibile e che aspira a far scoprire al pubblico italiano un´artista che Vincent Van Gogh riteneva «grande come Rembrandt». Chardin. Il pittore del silenzio. Ferrara, Palazzo dei Diamanti, 17 ottobre 2010 - 30 gennaio 2011. La mostra, a cura di Pierre Rosenberg, è organizzata da Ferrara Arte e dal Museo Nacional del Prado di Madrid, in collaborazione con le Gallerie d´Arte Moderna e Contemporanea, il Comune di Ferrara, la Provincia di Ferrara, la Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara, la Cassa di Risparmio di Ferrara e Parsitalia Real Estate. Catalogo a cura di Pierre Rosemberg edito da Ferrara Arte. Aperto tutti i giorni, feriali e festivi, lunedì incluso, dalle 9.00 alle 19.00 Aperto anche 1 novembre, 8, 25 e 26 dicembre, 1 e 6 gennaio Info Call Center Ferrara Mostre e Musei: tel. 0532.244949, fax 0532.203064 e-mail: diamanti@comune.Fe.it  www.Palazzodiamanti.it    
   
   
PESCARA: WORK IN PROGRESS IN HAPPENINIG-PERFORMANCE DE "LA STANZA DEL COLORE" NELLA "CAMERA DEL COLORE" CON ANNA SECCIA  
 
Evento organizzato in occasione della Giornata del Contemporaneo promossa da Amaci. Per tutta la giornata di sabato 9 ottobre 2010 dalle ore 9.00 alle 13.00 e dalle ore 16.00alle 20.00 Kaleidos, centro culturale della creatività di Pescara, partecipa alla sesta edizione nazionale del Contemporaneo promossa dall´ Amaci (Associazione dei Musei d´Arte Contemporanea Italiani) con il work in progress della "Stanza del colore" di Anna Seccia nella "Camera del colore", inserito nel circuito eventi. In uno spazio dipinto "La camera del colore" contenitore di creatività esterne collettive, nell´interazione tra suono, colore e gesto l´artista Anna Seccia coinvolgerà i visitatori, a gruppi di otto ogni 30 minuti, a lasciare un segno di presenza per la realizzazione di una grande opera pittorica partecipata, collettiva e collaborativa dove ogni singola individualità verrà riconosciuta nel processo globale di dialettica espressiva tra il singolo e il gruppo facendo in modo che i partecipanti diventino coautori dell´opera finale. Per poter partecipare all´happening-performance de La Stanza del Colore non necessitano competenze specifiche, bisogna solo contattare il 338.7518834 per prenotarsi. La giornata del Contemporaneo è il grande evento annuale creato da Amaci per unire idealmente, per una giornata, tutte le realtà italiane che operano nel settore dell´arte contemporanea per offrire al pubblico l´opportunità di avvicinarsi gratuitamente alle numerose istituzioni grandi e piccole che ogni anno aderiscono all´evento. La manifestazione, che quest´anno si svolgerà sabato 9 ottobre 2010 coinvolgendo oltre 1000 realtà del contemporaneo in Italia, nelle prime cinque edizioni ha registrato un crescente successo, che l´ha portata nel 2009 a superare gli 800 aderenti e a coinvolgere, nell´arco di sole ventiquattro ore, oltre 130.000 visitatori su tutto il territorio nazionale. Un pubblico vasto e curioso, che ha potuto conoscere meglio musei, fondazioni, visitare atelier d´artista, prendere parte a dibattiti e laboratori, partecipando attivamente all´arte del presente. Anche quest´anno la Direzione Generale Il Paesaggio, le Belle Arti, l´Architettura e l´Arte contemporanea, accanto alle più importanti istituzioni italiane, rinnova il suo sostegno ad Amaci e alla manifestazione, siglando la giornata e tutti i suoi eventi. Amaci Associazione dei Musei d´arte Contemporanea Italiani - www.Amaci.org Luogo: Kaleidos, Camera del colore Viale Riviera 175/b Pescara Data inizio evento: 09-10-10 Data fine evento: 09-10-10 Orari: 9,00-13,00 16,00-20,00 (ogni 30 minuti) Info: 338.7518834 info@artekaleidos.It  Anna Seccia, compiuti gli studi artistici, è stata titolare della Cattedra di Discipline Plastiche e Pittoriche presso il Liceo Artistico di Pescara. Esperta in Art Terapy, Cromoattivazione, Art Counselor, Olodanza e Ceramica Selvaggia da più di venti anni svolge una ricerca innovativa sulle metodologie di insegnamento per lo sviluppo del potenziale creativo attraverso il corpo, il suono, il colore e la materia che trova il suo sbocco nella creazione dell´opera interattiva: "La stanza del Colore" che stimola la creatività e la libera espressione del sentire per la creazione di opere pittoriche partecipate di grandi dimensioni e con gente comune. La sua attività artistica, iniziata nel 1960 con numerose mostre in spazi pubblici e Musei, è stata recensita da autorevoli critici e la sua pittura è stata considerata nel 2 tomo di Generazione anni quaranta, vol.6 della Storia dell´Arte Italiana del 900 di Giorgio Di Genova, mentre riferimenti sulla sua attività sono nei cataloghi del Monaco Art Museum , del Magi 900 di Pieve di Cento e del Museo Artisti Abruzzesi di Nocciano (Pe)  
   
   
ROMA (GALLERIA LONGARI): UN CRISTO CROCIFISSO INEDITO ALLA BIENNALE INTERNAZIONALE DI ANTIQUARIATO DI ROMA  
 
Dal 1 al 10 ottobre la Galleria Longari di Milano sarà presente alla Biennale Internazionale di Antiquariato di Roma a Palazzo Venezia nello stand 43. La storica galleria mostrerà per la prima volta a Roma delle opere straordinarie all’interno di una rassegna incentrata sui materiali marmo e pietra. Tra le opere presentate ne spiccano due di gusto internazionale. La prima, di piccole dimensioni, è un inedito busto di Cristo lapideo di manifattura d’oltralpe. Appena studiato, si è verificato che si tratta di un’opera del Xv secolo attribuito a un anonimo scultore franco-inglese. La seconda, invece, è una rara ceramica in rilievo a lustro mettallico, persiana del Xiii sec. Nello stand 43 i visitatori potranno ammirare un particolare cassone da corredo appartenuto a alla famiglia Della Rovere, in ottimo stato di conservazione. Sul coperchio si evidenziano delle nappe cardinalizie e sul frontale una decorazione a rilievo con foglie di quercia e ghiande che rimandano alla famiglia. La Galleria Longari, da sempre specializzata in frammenti miniati, presenta alla Biennale una singolare opera attribuita a un miniatore lombardo del terzo quarto del Xv secolo e rafigurante l’entrata di Cristo in Gerusalemme. In mostra due stupende nature morte su tavola attribuite a Bartolomeo Bimbi (1648-1730), raffinato e rinomato artista della corte medicea. I dipinti rappresentano ricchi bouquets floreali dai colori sgargianti e quasi smaltati. La brillante cromia dei fiori, enfatizzata mirabilmente dai tocchi di luce siderale che sembrano cristallizare e impreziosire i petali, le corolle e le foglie delle singole varietà botaniche raffigurante. Compongono la rassegna anche due interessanti sculture. La prima, una Madonna con il Bambino di scultore lombardo della fine Xiv – inizio Xv secolo. Sia il materiale, marmo di Candoglia venato di grigio-rosa, sia le misure riportano alla produzione delle statuette per il Duomo di Milano, in particolare quelle realizzate per i capitelli dei grandi piloni. La seconda è una Testa femminile, in marmo, attribuito a uno scultore di cultura adriatica attivo nella metà del Quattrocento. Si tratta di un volto giovanile di donna dall’aria sognante, mirabile nella lavorazione tecnica del marmo, specialmente nell’esecuzione dell’ elegante ed elaborata capigliatura che spicca sui minuti tratti uniformi e levigati del volto dalla fronte spaziosa e privo di sottosquadri, scolpito con rara finezza e con gli occhi luminosi che pare racchiudano la luce delle gemme. Tra i bassorilievi si trova, in marmo di Carrara, il Compianto sul Cristo morto di uno scultore della cerchia di Giovanni da Nola, databile intorno alla metà del Xvi sec. Si tratta di un’opera che si lascia immediatamente apprezzare per la finezza di grana della pietra, l’integrità dello stato di conservazione, la morbidezza e la lucentezza della patina, la qualità della lavorazione a bassorilievo, che rivela una mano capace di graduare i piani di profondità della composizione attraverso minime variazioni degli spessori, con effetti tipici dello stiacciato. Da segnalare anche, per il bellissimo soggetto sacro, un bassorilevo in alabastro rappresentante una magnifica Natività attribuita a uno scultore nordico attivo in Italia intorno alla metà del Xvi secolo. Altre opere caratterizzano questa Biennale della Galleria Longari che fin dagli anni 50 si è distinta sempre per la ricerca e per gli studi dedicati all’alta epoca. Miniature, sculture, oggetti d’arte medioevali e rinascimentali caratterizzano le esposizioni nazionali ed internazionali cui la galleria partecipa. Annualmente a cura della Galleria esce Spunti per conversare, pubblicazione che raccoglie le opere di recente acquisizione corredate da immagini e studi critici. Nel corso degli ultimi anni la galleria ha pubblicato Dalla Bibbia di Corradino a Jacopo della Quercia, Sculture e miniature del Medioevo e del Rinascimento e recentemente Un crocifisso del trecento lucchese. Attorno alla riscoperta di un capolavoro medievale in legno edito da Allemandi  
   
   
ROMA: MOSTRA “GRANDE VENEZIA. TERRE E GENTI, FINO A ISTANBUL E ALESSANDRIA” – 30 SETTEMBRE / 24 OTTOBRE  
 
“Grande Venezia. Terre e genti, fino a Istanbul e Alessandria” è la mostra iconografica a cura di Simone Bozzato, geografo, e Antonio Politano, fotografo e giornalista, che sarà allestita nello Spazio Fontana di Palazzo delle Esposizioni a Roma, dal 30 settembre al 24 ottobre, nell’ambito della terza edizione del Festival della Letteratura di Viaggio. La mostra è realizzata con il sostegno della Regione del Veneto ed è dedicata all’area di influenza veneziana nel Mediterraneo nel periodo di massimo splendore della Serenissima Repubblica. Nell’allestimento convivono carte di ieri e foto di oggi. Carte geografiche, libri e atlanti (provenienti dalle raccolte conservate nella Biblioteca della Società Geografica Italiana), accanto a fotografie contemporanee (scelte in collaborazione con l’agenzia fotografica Luz), riguardanti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo fino a Istanbul, Alessandria e oltre. La rassegna propone 61 fotografie di autori vari che mostrano questi luoghi oggi, ritratti da diversi punti di vista (dal geografico al sociale), attraverso la molteplicità di sguardi e interpretazioni dei fotografi che contribuiscono alla mostra. Altre 13 carte geografiche ripercorrono gli itinerari, le vie di commerci, scambi culturali e viaggi di scoperta mentre 11 rari e preziosi libri e atlanti editi tra il Xvi e il Xix secolo contengono antiche rappresentazioni del mondo e del sapere universale riferite alla conoscenza delle terre allora esplorate. Tra le opere di maggior pregio: il Viaggio da Venetia a Costantinopoli di Giuseppe Rosaccio del 1598 (accanto all’originale vi sarà una riproduzione consultabile dai visitatori); La geografia di Claudio Tolomeo alessandrino del 1561; l’Atlante Veneto di Vincenzo Maria Coronelli del 1690; l’atlante di Gerardus Mercator del 1632; il facsimile del portolano di Albino de Canepa risalente al 1480; l’Epitome du theatre du monde di Abraham Ortelius del 1590. Sarà inoltre esposto un pannello con cartoline, provenienti dalla collezione del geografo Elio Migliorini conservata presso l’Archivio fotografico della Società Geografica Italiana  
   
   
ROMA (PALAZZO VENEZIA): BIENNALE INTERNAZIONALE DI ANTIQUARIATO DI ROMA – 1/10 OTTOBRE 2010  
 
Sarà una grande edizione quella della 7a Biennale Internazionale di Antiquariato di Roma prevista dall´1 al 10 ottobre 2010 a Palazzo Venezia. La lista delle Gallerie antiquarie partecipanti è consultabile sul sito: www.Biennale-antiquariato.roma.it e vede conferme molto importanti e new entries dall´Italia e dall´estero che porteranno il numero totale degli espositori a 70. Come da tradizione la Biennale viene ospitata a Palazzo Venezia e per il 2010 potrà giovarsi di un ampliamento degli spazi espositivi. Saranno infatti due i piani del palazzo riservati all´esposizione poiché entrerà a far parte del percorso della mostra anche l´ala quattrocentesca del Palazzo, al piano terra, recentemente restaurata. Per ospitare i molti incontri e le presentazioni dei libri in programma sarà allestita una grande biblioteca-salotto al piano terra, inoltre sarà sempre a disposizione degli espositori e del pubblico l´incantevole caffetteria sulla terrazza. Si rinnova pertanto anche per il 2010 la collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Roma che ha concesso Palazzo Venezia e, nel contempo, assicura anche la propria collaborazione scientifica alla perfetta riuscita dell´importante iniziativa. Questa edizione della Biennale ha inoltre ottenuto l´Alto Patronato del Presidente della Repubblica. Questa edizione vede accresciuta anche la presenza di gallerie straniere (18 presenze da Europa e Stati Uniti) a dimostrazione della sempre maggiore stima dei galleristi internazionali per l´appuntamento romano. Evidente è infatti l´interesse che la Biennale romana riveste per il collezionismo internazionale: a Roma si presenterà ciò che di meglio può offrire il mercato antiquariale in Italia. Per fare solo alcuni esempi, la pittura spazierà dai fondi oro del Trecento al Cinquento di Bernadino Luini di cui sarà presentata una tavola inedita che rientra solo ora sul mercato italiano. Lo splendore del Settecento veneziano sarà presente con Bellotto e il suo maestro Canaletto, di quest´ultimo sarà allestita una "mostra dossier" composta da 7 disegni en plein air provenienti dalla Galleria Corniani-algarotti di Venezia. L´ottocento sarà rappresentato, per fare solo alcuni esempi, da Girolamo Induno, Giuseppe Palazzi e Ippolito Caffi. Ed infine il primo Novecento con un Boldini del 1910-12 e un Boccioni intitolato "Ritratto della Signora Cragnolini Fanna", una delle ultime opere realizzate dall´artista prima di morire, proveniente dalla collezione di Margherita Sarfatti. Per la scultura si andrà dalle preziosissime terrecotte cinesi della dinastia Han ai sarcofagi e alla statuaria di epoca romana; sarà esposto anche un "Amorino" di Antonio Canova e un "San Francesco d´Assisi" di Adolfo Willdt. Le gallerie straniere porteranno in Italia un po´ del gusto "europeo", dal fiammingo con Jan Brueghel il Giovane e una sua rara rappresentazione di scimmie, simbolo di decadenza dei costumi, oltre allo spagnolo José de Ribera con una personificazione del Filosofo. Ogni stand sarà un prezioso scrigno in cui gli antiquari allestiranno oggetti e mobili antichi quali argenti di gran valore notificati dallo Stato, cassettoni di fattura veneziana, trumeaux veneziani (superbo quello della metà del Xviii secolo appartenuto alla collezione Loren-ponti e ora in mostra a Roma), alcune specchiere della scuola del Bernini e quelle veneziane del Settecento, tappeti orientali e molto altro. Molti sono dunque i segnali positivi che vengono da Roma. Ne è garanzia la scelta di Ice, la società che gestisce l´importante appuntamento, di puntare ad una manifestazione di calibro internazionale che proponga, ai massimi livelli, quell´alto antiquariato che è un piacere godere ma che costituisce anche uno dei beni-rifugio oggi più apprezzati. Info: Palazzo Venezia Via del Plebiscito, 118 - Roma La manifestazione è organizzata e promossa dall´Associazione Biennale Internazionale di Antiquariato di Roma. In collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Roma. Evento organizzato Sotto l´Altro Patronato del Presidente della Repubblica Info: www.Biennale-antiquariato.roma.it  Segreteria Organizzativa: Ice Srl tel. 02 34538354 fax 02 3453 8355 info@iceclub.Eu  - www.Iceclub.eu    
   
   
CASTEL DEL MONTE: FINO AL 1° NOVEMBRE 2010 RIAPRE ALLE GRANDI MOSTRE D’ARTE CON BACI RUBATI E AMOROSE PASSIONI NELL’ARTE E NELLA LETTERATURA FRA SETTECENTO E OTTOCENTO  
 
Castel del Monte inaugura una nuova stagione culturale: Giaquinto, De Matteis, Hayez, il Piccio, Cremona e Previati sono tra i protagonisti di una Mostra tutta italiana promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali in collaborazione col Comune di Andria e Banca Carime, prodotta e organizzata da Alef - cultural project management. Baci rubati e amorose passioni nell’arte e nella letteratura fra Settecento e Ottocento è un importante appuntamento con l’arte che Castel del Monte, patrimonio mondiale dell’Umanità e monumento tra i più visitati in Italia, offrirà al suo numeroso pubblico per circa quattro mesi. Fortemente voluta dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia e dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Province di Bari, Barletta - Andria - Trani e Foggia - Direzione di Castel del Monte, la Mostra, prodotta e organizzata da Alef - cultural project management di Milano, con la collaborazione del Comune di Andria e la partnership di Banca Carime, apre una nuova stagione espositiva per la prestigiosa cornice di Castel del Monte che intende rilanciare la sua programmazione con appuntamenti di grande rilievo culturale. Curata da Michela Tocci, Direttore di Castel del Monte, e dalla Storica dell’arte Lorenza Tonani, di Alef, la Mostra vedrà esposti trenta dipinti provenienti da importanti collezioni pubbliche e private dell’Italia centro-settentrionale, accostati a sette opere di area meridionale di proprietà di Banca Carime, in un appassionante percorso sull’amore che, ambientato nei suggestivi spazi del Castello oltre a offrire una nuova e stimolante fruizione dell’architettura sveva, certo solleciterà nel pubblico la ricerca di un nesso fra Federico Ii, fecondo e illuminato mecenate in tanti settori dell’arte e del sapere, e le tematiche dell’esposizione. Motivi ispiratori dell’iniziativa sono dunque l’amore e la passione, temi che a partire dal Sei-settecento aprono in Europa ampie riflessioni sulla loro natura e, soprattutto, sulla possibilità di rappresentarle attraverso la musica, l’arte figurativa, i drammi teatrali. La Mostra rappresenta, dunque, l’occasione ideale per ripercorrere vicende mitologiche, letterarie, drammi pastorali nella visione settecentesca dell’amore testimoniata dalle sette opere della collezione di Banca Carime che, ancora una volta, ha voluto dare il suo prezioso apporto per la valorizzazione e la fruizione del patrimonio culturale del territorio in cui è presente. I sette dipinti, realizzati da artisti meridionali come Giaquinto, De Matteis, Altamura, con le coppie di Rinaldo e Armida, Erminia e Tancredi, Aurora e Cefalo, Enea e Didone sono emblematiche di una cultura che vive l’amore come mistero insondabile ma che si può vivere attraverso la messa in atto di magie e artifici propiziatori. Il percorso espositivo prosegue con opere di autori come Hayez, il Piccio, Cremona, Previati; la colpevole visione dell’amore-passione ottocentesca di eroine come Isotta, Francesca da Rimini e Giulietta, predilette vittime di un Medioevo feroce e insensibile alla loro amorosa fragilità, apre la sezione dei baci rubati, preludio all’esplosione di un sentimento non ammesso dall’ordine sociale. Quello stesso ordine morale che impedisce a Piccarda Donati, Lucrezia Borgia, e alla Gertrude manzoniana di vivere l’amore, negato con la reclusione o la condanna a unioni coniugali alternative, e che costringe alla morte Pia de’ Tolomei, Desdemona, Anna Bolena, vittime dei loro stessi amanti. Nella Mostra, dunque, si dipana il tema dell’amore e centrale appare la figura femminile, che sia la domina della poesia siciliana o l’eroina della produzione lirica e melodrammatica ottocentesca, vittima di passioni contrastate e protagonista di drammi in musica che con Rossini, Donizetti e Verdi hanno reso nota l’opera italiana nel mondo. Una carrellata di figure che esaltano il sentimento, accolte attraverso i dipinti in uno dei luoghi più suggestivi del patrimonio architettonico nazionale. Alla Mostra sono abbinati sei appuntamenti dedicati al tema “Baci rubati e Amorose passioni - Eventi”, rivolti anche ad un pubblico giovane, per ribadire il ruolo che Castel del Monte, luogo di eccellenza del contesto territoriale, svolge quale attrattore per un turismo culturale variegato  
   
   
BAGNOLI IRPINO (AVELLINO): MOSTRA MERCATO TARTUFO NERO  
 
Nell’ultimo week-end di ottobre si rinnova l’appuntamento a Bagnoli Irpino: sempre più evento di spessore extraregionale. Protagonista della kermesse il tartufo nero proposto nei modi più svariati. Ma in vetrina ci sarà l’intera gastronomia di eccellenza e stand di manufatti artistici. Previsti 100 espositori tra commercianti ed artigiani. La novità: connubio tra i sapori della cucina locale e turismo culturale – paesaggistico. Si punta ad un pacchetto integrato per un turismo polisensoriale. Guardare, Gustare, Sentire. E’ l’ “X Factor” che caratterizzerà l’edizione 2010 della mostra mercato del tartufo nero e dei prodotti tipici e 33esima sagra della castagna in programma a Bagnoli Irpino venerdì 29, sabato 30 e domenica 31 ottobre. Un mix di sensi che tende ad appagare gusto, vista ed udito. Il tutto in una logica promozionale che, mettendo al centro il tartufo nero, prodotto di pregio e di punta dell’economia bagnolese, punta a stimolare nel visitatore ulteriori percezioni sensoriali basate sulle tipicità locali. Ed allora la gastronomia di eccellenza, cuore pulsante della manifestazione, sarà il fulcro da cui si snoderanno percorsi culturali e paesaggistici che identificano le bellezze dell’area territoriale. L’evento autunnale, organizzato dalla Pro Loco Bagnoli-laceno e patrocinato dall’Amministrazione comunale del paese altirpino, vuol offrire quest’anno un pacchetto unico che metterà, quindi, in relazione virtuosa la cucina tipica a base di tartufo nero con il turismo artistico e naturalistico per ammirare il patrimonio storico, gustare i sapori, e sentire, dal punto di vista olfattivo e uditivo, i profumi e il silenzio degli incantevoli habitat paesaggistici che circondano Bagnoli. “Con la rassegna gastronomica – spiega Antonello Marano, assessore comunale al Turismo – implementeremo una formula integrata in grado di attivare percorsi di ecoturismo con visite guidate ai giacimenti culturali presenti nel nostro territorio”. “Il tutto – conclude – per valorizzare a pieno le nostre produzioni, i punti di forza delle nostra economia che possono avere una giusta ed adeguata promozione in una così valida vetrina espositiva quale la nostra mostra mercato di fine ottobre”. L’appuntamento di Bagnoli, centro campano più importante di commercializzazione del tartufo e cittadina membro dell’Associazione nazionale “Città del tartufo”, ha, infatti, numeri da capogiro e conferma la sua valenza di evento extraregionale. Nel 2009 registrate 100mila presenze con un trend che cresce di anno in anno e che cattura sempre più l’attenzione del target straniero, sia europeo che d’oltreoceano, visto l’interesse di svizzeri, tedeschi ed americani a prendervi parte. Ricco il programma dell’evento 2010 su cui gli organizzatori stanno lavorando. Strutturata in 3 giorni, la kermesse, che dai suggestivi vicoli del centro storico interesserà tutte le strade del paese, prevede la partecipazione 100 espositori del comprensorio bagnolese e non solo. In vetrina tartufi e castagne proposti nei modi più svariati. E poi funghi porcini, pasta fatta in casa, salumi, il pecorino di Bagnoli, la rinomata ricotta di pecora unitamente ad altri prodotti lattiero-caseari. “Piatti unici nel loro genere, piatti difficili da trovare in altri luoghi che – sottolinea Francesco Pennetti – presidente della Pro Loco di Bagnoli - racchiudono tutta l’antica tradizione irpina”. “L’evento – aggiunge – rappresenta un’efficace leva promozionale con benefit per tutto l’indotto dell’economia endogena e limitrofa a Bagnoli”. “Si pensi ad esempio – conclude – al solo filone delle nostre strutture ricettive che già hanno avuto numerosissime prenotazioni per l’ultimo week-end di ottobre”. “Segno di un evento – precisa lo staff organizzativo – di alto contenuto qualitativo che, tra l’altro, è preso come esempio in Irpinia anche perchè rispetta sempre e con estremo rigore gli standard igienico-sanitari previsti per queste occasioni”. Alla gastronomia si abbinerà, poi, l’artigianato artistico con l’esposizione di diversi e caratteristici manufatti locali per dar vita a diversi eventi nell’evento con molte novità al vaglio dei promotori. Come tradizione, ci sarà l´attesissima prova per superare il guinness del dolce di castagne più grande del mondo che lo scorso anno raggiunse la lunghezza di 20 metri e 40 centimetri. Per Contatti, Informazioni E Prenotazioni: Pro Loco Bagnoli-laceno - Tel/fax: 0827-602601 - Mobile: 327-2871623 – 327-2871145 - www.Prolocobagnoli-laceno.org  - info@prolocobagnoli-laceno.Org    
   
   
BARLETTA: PUGLIA, UN MARE D´ARTE - DE NITTIS TESTIMONIAL DELLA REGIONE NEL MONDO - CURATRICE DELLA MOSTRA EMANUELA ANGIULI – DAL 20 OTTOBRE 2010 AL 16 GENNAIO 2011  
 
Grazie a De Nittis, riflettori puntati per più di un anno su Barletta città di cultura e d´arte. La Regione Puglia, in collaborazione con il Comune di Barletta e la sua importante Pinacoteca che contiene le più prestigiose opere di Giuseppe De Nittis (1846-1884), sta realizzando la Mostra "Giuseppe De Nittis. La modernité élégante" con un accordo di collaborazione con il Petit Palais Musée des Beaux Arts de la Ville de Paris. La Mostra sarà inaugurata a Parigi il 20 ottobre 2010 e resterà aperta fino al 16 gennaio 2011. E´ la prima volta che la capitale francese, dove Giuseppe De Nittis visse e operò, dedica un prestigioso riconoscimento all´arte di un pittore italiano che nella stagione dell´Ottocento europeo, in particolare nell´ambito dell´impressionismo, fu protagonista di un´esperienza fortemente innovativa, elegante e raffinata nelle scelte del paesaggio e dei riti sociali delle grandi città della vita moderna come Parigi e Londra. Il progetto scientifico, curato da Dominique Morel conservatore del Petit Palais e da Emanuela Angiuli direttrice della Pinacoteca "Giuseppe De Nittis di Barletta", si fonda sui contributi dei maggiori studiosi italiani e francesi, con l´esposizione di 120 opere provenienti dalla Pinacoteca "Giuseppe De Nittis" di Barletta (47 dipinti), dal Louvre e dal Museo d´Orsay, da collezionisti privati e dai maggiori musei francesi, italiani e statunitensi. L´evento espositivo riporterà l´artista italiano, a distanza di oltre un secolo dalla sua scomparsa, nello scenario internazionale degli studi sui protagonisti di quella straordinaria stagione artistica di cui De Nittis fu sensibilissimo testimone ed interprete con una cifra stilistica affatto unica e personalissima. La Pinacoteca, che collaborerà a questa grande mostra con ben 40 sue opere, non resterà sguarnita. Sarà l´occasione, importantissima, per presentare al pubblico italiano un nuovo allestimento con il magnifico patrimonio grafico di De Nittis. "De Nittis segreto", questo il titolo della mostra, fornirà l´occasione per scoprire le grandezza anche nel disegno del maestro. Saranno opere in gran parte mai esposte e che per l´occasione sono state restaurate e studiate. Ma chi verrà a Barletta, da marzo a maggio 2011 non troverà "solo" le bellezze della città. Potrà ammirare anche una mostra di livello internazionale, mostra che ha richiesto anch´essa anni di lavoro: "Incanti e scoperte. L´oriente nella pittura dell´Ottocento italiano ". Sarà un evento di eccellenza, non solo perché presenterà uno dei momenti di maggior suggestione della pittura italiana dell´Ottocento ma perché, accanto alla pittura, indagherà quanto il fascino dell´Oriente abbia coinvolto tutte le arti  
   
   
RANCATE (MENDRISIO): IL RINASCIMENTO NELLE TERRE TICINESI - DA BRAMANTINO A BERNARDINO LUINI - PINACOTECA CANTONALE GIOVANNI ZüST - DAL 9 OTTOBRE 2010 AL 10 GENNAIO 2011  
 
La mostra, curata da Giovanni Agosti, Jacopo Stoppa e Marco Tanzi, si propone di indagare lo svolgimento delle vicende figurative in Canton Ticino tra Quattro e Cinquecento: ed è la prima volta che viene organizzata una manifestazione su questo tema. La pittura locale del tardo Quattrocento è caratterizzata da botteghe che ripetono motivi tardogotici e formule arcaiche (i Seregnesi, Antonio da Tradate): risultano perciò fondamentali - per la svolta in senso rinascimentale - gli interventi di artisti di primissimo piano che portano con sé le novità elaborate a Milano e consentono così, a partire dal secondo decennio del Cinquecento, ai pittori ticinesi di aggiornarsi. Bramantino, che lascia la tavola con la Fuga in Egitto nel santuario della Madonna del Sasso all´Orselina, e Bernardino Luini, con il polittico di San Sisinio a Mendrisio e con il tramezzo di Santa Maria degli Angeli a Lugano, rappresentano i due casi più notevoli, ma si ricordano anche, per esempio, il pittore delle Scene della Genesi a Campione d´Italia, quello dell´Ultima cena di Ponte Capriasca, il Giampietrino, oltre ad artisti locali di talento, come Bartolomeo da Ponte Tresa, Domenico Pezzi e Giovanni Antonio de Lagaia. La mostra sarà un´occasione unica per rivedere, a breve distanza dalla chiesa per la quale Luini lo dipinse, un elemento del disperso polittico della chiesa di San Sisinio a Mendrisio. La macchina d´altare, che si componeva di almeno otto tavole, oltre a una ricca carpenteria, fu infatti venduta e smembrata nel 1796; lo scomparto principale si trova in una collezione privata italiana, i dipinti minori e la predella sono divisi tra diversi musei e collezioni della Gran Bretagna e degli Stati Uniti. Sarà anche possibile studiare le reazioni che le rivoluzionarie innovazioni proposte da Leonardo da Vinci suscitarono, stimolando le diverse personalità degli artisti: la via personalissima e indipendente di Bramantino, l´originale classicismo di Luini, l´interpretazione accademica del leonardismo da parte del Giampietrino e i tentativi di aggiornamento dei pittori locali. L´esposizione si concluderà con il pezzo centrale del polittico del lodigiano Calisto Piazza eseguito per Santa Maria degli Angeli a Lugano, disperso da secoli e da poco identificato in una collezione privata. Saranno inoltre presentati i risultati delle indagini più recenti sulle personalità finora misteriose di Domenico Pezzi, che ha lasciato la bella pala di San Biagio a Ravecchia, Giovanni Antonio de Lagaia, autore del polittico di Ascona, e il Maestro della cappella Camuzio, recentemente identificato con Bartolomeo da Ponte Tresa, il pittore che firma gli affreschi di Viconago (in provincia di Varese) e riprende diligentemente le invenzioni di Bramantino e di Luini. Accanto ai dipinti saranno presentate alcune sculture, in legno e in pietra, testimoni anch´esse degli scambi vivaci che intercorsero tra le terre ticinesi e Milano. Non mancheranno esempi di oreficeria e altre testimonianze delle «arti congeneri». A questo proposito risulteranno essenziali alcuni prestiti che verranno richiesti dall´Italia e che consentiranno di istituire stimolanti confronti tra diversi ambienti artistici. La mostra rappresenterà anche l´occasione per svolgere una ricerca sul territorio. Partendo dalla constatazione che molte delle opere rinascimentali del Ticino sono inamovibili perché dipinte su muro o perché le loro condizioni di conservazione non lo permettono, sarà infatti proposta una serie di itinerari che si snoderanno attraverso la regione, toccando alcuni tra i suoi siti storico-artistici più notevoli. Questa doppia anima della mostra, che le permetterà di continuare la sua vita anche dopo la conclusione dell´esposizione in Pinacoteca, sarà sottolineata da una pubblicazione in due volumi edita da Officina Libraria: il vero e proprio catalogo e una sorta di guida attraverso i luoghi del Rinascimento ticinese. La tradizionale gravitazione di Varese e del suo territorio verso la Svizzera e la collaborazione in atto tra il Comune di Varese e la Pinacoteca Züst hanno dato vita a una sorta di vetrina della mostra nella Sala Veratti. Nel refettorio settecentesco dell´ex convento di Sant´antonino saranno esposte, a partire dal 16 ottobre 2010, due tavole del più importante pittore varesino del Rinascimento: Francesco De Tatti.  
   
   
PARIGI: MARIO CEROLI. IL PROFETA DELL´ARTE POVERA - 7 OTTOBRE / 11 DICEMBRE 2010  
 
« Entrare nell´atelier di Mario Ceroli significa penetrare nell´universo dell´Arte Povera, vivere un´esperienza unica che vorrei condividere con tutti gli appassionati di storia dell´arte » In seguito all´apertura del 1 ottobre 2009 della sede parigina con un´esposizione museale che ha riunito 60 quadri di Lucio Fontana e dopo aver ricevuto 4000 visitatori in 8 settimane durante la retrospettiva Alighiero & Boetti (19 marzo – 3 giugno 2010), la Galleria Tornabuoni Art prosegue il suo programma culturale di alto livello presentando, a partire dal prossimo 7 ottobre, 50 opere (dagli anni 60 a oggi) di Mario Ceroli, uno dei protagonisti più importanti dell´arte italiana del Dopoguerra. Mario Ceroli, riconosciuto nel mondo intero grazie al conseguimento del premio della scultura alla Biennale di Venezia nel 1966, a soli 27 anni, per l´opera in legno “Cassa Sistina” (in omaggio alla Cappella Sistina), ha appena ricevuto una commissione dal Vaticano per realizzare nei prossimi cinque anni un´opera monumentale: una scala elicoidale che conduce alla celebre Cappella michelangiolesca e che ripercorrerà in 20 scene la vita di Giovanni Paolo Ii. Mario Ceroli ha lavorato per importanti istituzioni italiane (Scultura del cavallo della Rai; piazza, e chiesa di Porto Rotondo in Sardegna; scultura gigantesca all´aeroporto di Roma...), per grandi collezionisti (Agnelli, Barilla...) e ha creato per 30 anni allestimenti scenici per i più famosi teatri : la Fenice di Venezia, la Scala di Milano, il Bolchoï di Mosca, l´Arena di Verona e il Teatro dell’Opera di Roma. Dal 1964 Mario Ceroli si impone sulla scena artistica con delle opere in legno grezzo, in particolare il pino di Russia, che assembla con ogni sorta di materiale, dal legno bruciato alla paglia, dal vetro al piombo, coerentemente con la poetica e l´uso dei materiali tipici dell´arte povera. Negli anni 60, mentre gli artisti della Pop Art reinterpretano le immagini della vita quotidiana, Mario Ceroli rende omaggio ai grandi classici della storia dell´arte (Leonardo da Vinci, Michelangelo Buonarrotti, Paolo Uccello, Piero della Francesca, Andrea Mantegna) e reinterpreta l´opera di artisti a lui contemporanei come Giorgio De Chirico. La terminologia dell´arte povera è utilizzata per la prima volta nel settembre del 1967, ossia un anno dopo la consacrazione dell’artista alla Biennale di Venezia. Si possono tuttavia già ritrovare le radici dei principali aspetti che caratterizzano questo movimento durante l´esposizione realizzata a Roma nel 1965 dalla Galleria La Tartaruga che aveva riunito Ceroli, Boetti, Pascali e tutti quegli artisti che verranno in seguito definiti “poveristi”. L´arte Povera è un´avventura intellettuale e artistica di estrema radicalità, che si oppone alle istanze formaliste delle grandi correnti americane dell´epoca quali pop art e op art e si impone a livello internazionale con Kounellis, Boetti, Pistoletto. Rifiutando i manierismi di una società votata al consumo, l´Arte Povera privilegia il gesto creatore all´oggetto e utilizza dei prodotti poveri (da cui deriva il suo nome) come legno, pietra, terra, vegetali, tessuto, plastiche, neon, scarti industriali posizionandoli come elementi artistici della composizione. La Cassa Sistina, rappresenta gli stilemi inconfondibili dell’artista. Le sagome di figure umane ritagliate nel legno grezzo, ripetute in modo ossessivo, o inserite in ambienti in cui lo spazio diviene il tema centrale. (è la prima scultura percorribile e visitabile all’interno). Le opere di Mario Ceroli sono rare sul mercato poiché egli ha realizzato soprattutto installazioni di grandi dimensioni, talvolta monumentali, per commissioni private e pubbliche. I suoi capolavori sono stati presentati in decine di esposizioni per il mondo: nell´ultima, “Italics”, che ha avuto luogo a Palazzo Grassi e al Mca di Chicago interamente dedicata ai grandi esponenti dell´arte italiana contemporanea (27 settembre 2008 – 22 marzo 2009), Ceroli figura accanto ad artisti come Maurizio Cattelan, Vezzoli, Vanessa Beecroft. Mario Ceroli In Qualche Data 1938, nascita di Mario Ceroli à Castel Frantano (Chieti) 1966, Mario Ceroli riceve Premio della Biennale di Venezia per la scultura Cassa Sistina 1968, realizzazione della prima scenografia per il Riccardo Iii allo stabile di Torino allestimenti scenici dei più rinomati teatri del mondo per più di trent´anni: la Fenice di Venezia, la Scala di Milano, il Bolchoï di Mosca, l´Arena di Verona e Teatro dell´Opera di Roma. 1957, supervisione alla decorazione della chiesa di Porto Rotondo in Sardegna, a cui seguiranno i progetti per altre 6 chiese. 2007, Ceroli è protagonista di una mostra monografica al Palazzo delle Esposizioni a Roma in occasione della sua riapertura ufficiale dopo un lungo periodo di ristrutturazione. 2009, “Italics”. Palazzo Grassi ed il Mca di Chicago esposizione dedicata all´arte contemporanea italiana dove le opere di Mario Ceroli appaiono a fianco a quelle di Maurizio Cattelan, Vezzoli e Vanessa Beecroft. Tornabuoni Art svelerà al pubblico e ai collezionisti l´insieme più completo mai riunito di opere dell´artista, Cassa Sistina compresa, ripercorrendo 50 anni di carriera artistica. Tra le opere in mostra una monumentale onda in legno di 3 metri di lunghezza e la sfera in bronzo “Disequilibrio” Opere Presentate Durante L´esposizione Tornabuoni Art A Parigi – 8 ottobre/11 dicembre 2010 Onda – 175x390x200 cm Tuffatore, 1990 Pino di Russia - 240x118x50 cm Equilibrio, 2010, bronzo 1/9, 120X105cm – Applausi, 1967, 285x260cm – Statua della Libertà, 1963, Lamina ondulata 200x85x50cm A sinistra, nell´atelier di Mario Ceroli, il tuffatore e l´onda di cui una simile in legno sarà esposta a Parigi, a destra nel giardino, Omaggio a Leonardo da Vinci. A proposito di Tornabuoni Art Creata nel 1981 a Firenze da Roberto Casamonti, nella via che ha dato il nome alla galleria, Tornabuoniarte ha successivamente aperto delle sedi a Crans Montana in Svizzera nel 1993, Milano nel 1995, Portofino nel 2001, Forte dei Marmi nel 2004, Venezia nel 2005 ed infine Parigi nel 2009. Roberto Casamonti ha lavorato con i principali artisti italiani del Dopoguerra come Alighiero Boetti, Lucio Fontana, Alberto Burri; la sua collezione annovera opere dei grandi maestri internazionali come Picasso Warhol Basquiat Wesselmann e Matta Da diversi anni collabora direttamente con la nuova generazione di artisti contemporanei italiani di fama mondiale come Vanessa Beecroft o Maurizio Cattelan  
   
   
COLONIA: LA LUNGA NOTTE DEI MUSEI – SABATO 6 NOVEMBRE  
 
Cultura e divertimento in una delle città dal numero record di musei. Voli diretti a tariffe convenienti dall’Italia con Germanwings. Collezioni d’arte di fama mondiale, tour archeologici, tesori del cristianesimo europeo, piccoli musei di charme da visitare durante una Lunga Notte Dei Musei, per un’esperienza di cultura, divertimento e nuove prospettive: succede sabato 6 novembre, dalle 19.00 alle 03.00 a Colonia, città che vanta un numero record di musei ed ospita quello che oggi è uno dei più grandi progetti archeologici in Europa. Per l’occasione, la città si prepara a vivere la notte, arricchita da letture, sfilate, performance musicali e momenti di spettacolo. Al Museo Ludwig (www.Museenkoeln.de) – oltre alla collezione permanente con capolavori di Picasso, Max Ernst, Kirchner, della pop art e non solo – attendono i visitatori le mostre L’avanguardia Russa (fino al 20.02) e Fotografie dalla Cina e dal Giappone del Xix secolo (fino all’11.01); al Wallraf Richardtz Museum (www.Wallraf.museum/index , con imperdibili Dürer, Rubens, Munch, Monet e Signac, solo per citarne alcuni) la vera novità riguarda la luce: la nuova illuminazione Soluxmr16 permette di vedere i quadri del museo con brillantezza e intensità particolari, che riproducono l’intero spettro dei colori. Nel foyer, un programma dedicato ad artisti che creano con la luce e la possibilità, per gli ospiti, di sperimentare con effetti dell’illuminazione. Che cosa sarebbe poi Colonia senza il suo Duomo, patrimonio mondiale Unesco: durante la Lunga Notte dei Musei si potranno visitare le Officine del Duomo e l’area archeologica che si trova sotto della cattedrale, con resti dell’epoca romana, franca e medievale. Per chi vuole fare un salto indietro nella storia, il cuore della città custodisce un esteso progetto di scavi chiamato Archäologische Zone/zona Archeologica, che porta alla luce il passato di Colonia, con importanti ritrovamenti romani come le antiche mura, il palazzo del governatore, i canali di scolo, ma anche monumenti franchi e medievali e preziosi resti appartenenti al quartiere ebraico. La Zona Archeologica diventerà presto un imponente complesso museale dedicato alla storia della città, e che si aggiunge al famoso Museo Romano-germanico (http://www.Museenkoeln.de/roemisch-germanisches-museum) , anch’esso visitabile nella notte del 6 novembre. Per chi è alla ricerca di qualcosa di diverso, la città renana ospita anche il Museo della Cioccolata (http://www.Schokoladenmuseum.de ), dove apprendere tutto sulla rinomata bevanda e la sua produzione, con tanto di fontana di cioccolato in cui intingere golosi biscotti, e la Farina Haus (www.Farina.eu) , omaggio alla città dell’acqua di colonia e tempio del profumo. Farina fu il vero scopritore dell’acqua, che chiamò in onore alla sua città natale. Fra i moltissimi musei cittadini, Colonia vanta, fra gli altri, anche il Museo d’Arte Applicata, il Museo del Carnevale, il Käthe Kollwitz Museum e il Museo della Storia della Città di Colonia. Per gli sportivi, c’è anche il Deutsches Sport & Olympia Museum (www.Sportmuseum.de), dove ripercorrere la storia dello sport, con un occhio di riguardo alle gare olimpiche. Per tutti, infine, l’Aftershowparty al centralissimo Museum Ludwig, dalle 03.00 alle 05.00, per concludere allegramente una lunga notte di cultura. Il biglietto d’ingresso alla Lunga Notte dei Musei costa 15€ a persona e dà accesso a tutti i musei di Colonia e a tutti gli eventi collaterali, come feste, letture e spettacoli. Al primo ingresso, il biglietto viene sostituito con un braccialetto di plastica, da portare durante tutta la serata. La notte di sabato 6 novembre sarà in funzione un servizio di autobus che partiranno e arriveranno alla piazza Neumarkt , e che con diversi tour copriranno tutte le stazioni e i musei della città. L’ultimo ingresso ai musei è fissato per le 02.15, mentre tutti i visitatori sono invitati all’ Aftershowparty che si terrà al Museum Ludwig, fino alle 05.00 della mattina di domenica, 7 novembre. Punti informazione saranno presenti nella piazza Neumarkt e all’interno del Museum Ludwig. Il programma, completo e ampliato, della Lunga Notte dei Musei sarà disponibile al sito internet www.Museumsnacht-koeln.de a partire dal 6 ottobre Sul sito internet www.Germanwings.com  si trovano inoltre vantaggiose offerte per soggiorni in hotel, noleggio auto e altri servizi nelle città di destinazione