Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


MERCOLEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 WEB E BEAUTY FLASH ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Mercoledì 09 Febbraio 2011
TOSCANA: UTILE IL CONFRONTO SUL REGOLAMENTO CINEMA CON COMMISSIONE CONSILIARE  
 
Firenze, 9 febbraio 2010 – “Valuto positivamente l’audizione di stamani alla Commissione cultura del Consiglio regionale, un passaggio necessario e allo stesso tempo utile per concludere l’iter di un provvedimento normativo che ritengo estremamente significativo per il sistema toscano della cultura. Il regolamento darà infatti attuazione alla legge regionale n. 21 del 2010 “Testo unico delle disposizioni in materia di beni, istituti e attività culturali”, dando così concretezza agli importanti principi contenuti nella legge con l’obiettivo ultimo di rilanciare la capacità del settore culturale quale importante fattore di promozione dello sviluppo locale”. Questo il commento dell’assessore regionale alla cultura Cristina Scaletti al termine dell’incontro. “E’ stata l’occasione per un confronto di carattere collaborativo con la Commissione cultura che a questo punto credo dovrebbe esprimere a breve il suo parere rinviando all’approvazione definitiva della Giunta il testo di regolamento” ha aggiunto Scaletti. “Solo allora si potrà procedere a dare organicità e sistematicità all’insieme degli interventi previsti, attraverso il piano regionale della cultura elaborato e attuato dalla giunta (con la partecipazione degli enti locali) ed approvato dallo stesso consiglio regionale. Sarà il piano a focalizzare l’attenzione anche su questioni più. Operative e di dettaglio definendo un quadro di riferimento finanziario per il sostegno delle iniziative in programma”. “Rimane ovviamente una nodo aperto – ha concluso Scaletti – che riguarda le disposizioni relative all’autorizzazione all’esercizio cinematografico ed in particolare la reintroduzione del parametro relativo alle distanze. A tale proposito il mio auspicio è che l’iter di approvazione della progetto di legge di modifica della Lr 21/2010, che reintroduce appunto tale parametro e attualmente all’esame del Consiglio regionale, possa proseguire speditamente e in parallelo all’approvazione del regolamento. Come ho avuto già avuto modo di ribadire l’intento con il quale si è mossa la Giunta regionale è stato quello favorire un equilibrio territoriale che premi tutte le modalità di gestione delle sale cinematografiche, nel rispetto anche della vitalità dei centri storici e quelli più piccoli. Si tratta di favorire una fruizione il più possibile diffusa e generalizzata del prodotto cinema nella nostra regione.”  
   
   
FORMIGONI: NO A FILM CELEBRATIVI DEGLI ASSASSINI CELEBRATA IN CONSIGLIO REGIONALE LA GIORNATA DELLA MEMORIA PRESENTE LA VEDOVA DEL MILITARE UCCISO DA BANDA VALLANZASCA  
 
Milano, 9 febbraio 2011 - "Questa giornata assume ancora più valore e importanza di fronte al desiderio di coloro che pretendono, attraverso film, di innalzare a vittime della società alcuni personaggi che invece furono gli assassini dei servitori della Repubblica. Questi gesti offendono la memoria delle vittime e rischiano di creare miti negativi". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ieri nell´aula del Consiglio regionale in occasione della celebrazione della settima edizione della giornata della memoria dei servitori della Repubblica, caduti nell´adempimento del dovere. Tra i banchi consiliari, assieme ai politici lombardi, i parenti delle vittime tra cui Gabriella Vitali, vedova del maresciallo Luigi D´andrea ucciso insieme all´appuntato Renato Barborini il 6 febbraio 1977 dalla banda Vallanzasca. "Con questo evento vogliamo ribadire con forza che siamo dalla parte dei servitori dello Stato e dalla parte dei parenti delle vittime - ha aggiunto Formigoni prima del minuto di silenzio - che devono convivere quotidianamente con le ferite dolorose della tragica perdita subìta. Sono questi parenti i veri eroi a cui noi vogliamo tributare il nostro omaggio". Il gonfalone della Regione assieme a quelli della Provincia e del Comune di Milano ha fatto da corona all´evento. Tantissimi i militari presenti all´appuntamento, molti le associazioni tra cui l´Anpi e l´associazione Vittime della criminalità. È stato il trombettiere della Polizia locale di Milano ad eseguire, alla fine della cerimonia, il silenzio d´ordinanza di fronte all´aula alzatasi in piedi. "Solo mantenendo viva la memoria di quel sacrificio - ha aggiunto Formigoni durante il suo intervento in aula - è possibile insegnare a desiderare la giustizia e a creare una vera cultura del rispetto del prossimo e della legalità. La positività della convivenza non nasce da alcune regole imposte: viceversa, le regole sono espressione di una cultura ampiamente riconosciuta e fatta propria. Le istituzioni, per parte loro, devono sostenere la creazione di un clima culturale e di convivenza in cui non venga lasciato spazio all´illegalità". È stato dunque un forte richiamo al rispetto del prossimo, alla legalità e alla giustizia quello pronunciato dal presidente della Regione Lombardia. Parole, queste, riprese anche nella citazione del saggista Stefano Levi della Torre con cui Formigoni ha voluto concludere il suo intervento: "La giustizia vuole la punizione del crimine perché esso non si ripeta; la testimonianza vuole che il crimine sia saputo perché il mondo conosca se stesso; la misericordia vuole che siano riconosciuti la vittima e, quando c´è, il pentimento". "Questa cerimonia - ha poi commentato il presidente - ci consente di meditare sulle ragioni profonde del nostro essere insieme e sulla necessità di costruire una società sempre più sicura e giusta in memoria di quelle persone che si sono sacrificate a beneficio di tutti".  
   
   
SPETTACOLO. DOPO VENT’ANNI TORNA A MILANO IL TANZTHEATER WUPPERTAL PINA BAUSCH: “UN OMAGGIO A UNA GRANDE PROTAGONISTA DEL TEATRO DEL NOVECENTO  
 
Milano, 9 febbraio 2011 - Sono quattro le attesissime rappresentazioni del Tanztheater Wuppertal Pina Bausch, al Piccolo Teatro Strehler di Milano, in esclusiva per l’Italia dal 10 al 13 febbraio con lo spettacolo Vollmond (Luna piena). Saranno le uniche apparizioni italiane nel corso del 2011 del complesso di danzatori-attori, fondato e diretto dalla massima coreografa del Novecento, scomparsa nel 2009. Il grande ritorno della compagnia che trionfò a Milano vent’anni fa con Palermo Palermo è promosso, realizzato, e fortemente voluto, dal Comune di Milano, in collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa. E aspettando Vollmond, il Comune ha programmato Milano per Pina Bausch, una serie di iniziative e di incontri, in corso in questi giorni, rivolti al grande pubblico e di forte interesse per gli appassionati di danza, con la collaborazione, oltre che del Piccolo, di Teatridithalia (Elfo Puccini), Goethe Institut Mailand, Fondazione Milano – Scuola Paolo Grassi, Centro Culturale il Funaro - Pistoia e Andres Neumann International. “Milano rende omaggio a una grande protagonista, una donna, Pina Bausch, che con il teatrodanza ha realizzato una delle più significative rivoluzioni del teatro del Novecento - spiega il Sindaco Letizia Moratti -. Il grande ritorno del Tanztheater Wuppertal, fortemente voluto dall’Amministrazione, rappresenta per la città un momento di importante riflessione intorno al valore della danza, del teatro, dell’espressività, come dimostrano le numerose iniziative che il Comune di Milano ha promosso proprio in occasione della rappresentazione di Vollmond al Piccolo. Incontri, proiezioni, masterclass per capire, ascoltare, vedere e andare a fondo del genio di Pina Bausch”. “Il corpo è il tema centrale di tutte le riflessioni di Pina Bausch, che sorgono e agiscono nel movimento – spiega l’assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory -. Perché la danza, il suo teatrodanza, sono appunto i movimenti del teatro verso la danza, dello spazio verso il tempo che è inscritto in noi. Fra l’onirico e il reale i suoi spettacoli sono viaggio, inteso in molti significati, nell’interiorità, nella storia, nel paesaggio, nella natura. Il tutto seguito con la scrupolosa attenzione di chi ha intrapreso nella propria vita un cammino di ricerca senza fine. Con un fondamento che si spinge oltre la tecnica perché la tecnica è sempre un ‘presupposto’ poiché – ci insegnava - “certe cose si possono dire con le parole, altre solo con i movimenti”. “Siamo profondamente grati al Comune di Milano, al Sindaco e all’Assessore, per la passione e l’impegno profuso nel rendere possibile il ritorno a Milano di Pina Bausch e per aver voluto condividere questa straordinaria iniziativa con il Piccolo e le altre importanti istituzioni milanesi - aggiunge il Direttore del Piccolo Teatro di Milano, Sergio Escobar. - L’amicizia e l’affinità artistica tra Pina Bausch e il Piccolo Teatro sono state un filo rosso che ha percorso tutta la nostra storia recente. Pina amava molto il Piccolo: quello dello Strehler è un palcoscenico ideale per le sue creazioni, un luogo capace di dar corpo a quella sua idea di teatro totale, come è accaduto per il teatro musicale con le produzioni mozartiane di Giorgio Strehler e Peter Brook, teatro totale per cui tanto ha lottato, spesso contro una cieca ortodossia che altro non è se non timore di fronte alla travolgente energia del cambiamento”. Vollmond, in prima assoluta per l’Italia, è uno spettacolo creato da Pina Bausch nel 2006 e già applaudito a Parigi e a New York. In quest’ultima città, nel 2010, ha meritato il premio di miglior spettacolo di danza presentato nell’anno. Vollmond è ricco di elementi di natura, come spesso accade nei pezzi di Pina Bausch. Stavolta lo spazio teatrale è dominato dall’acqua e dalla pietra. L’ambiente è allagato da una pioggia battente e sorvegliato da un gigantesco masso grigio. Alla sua base si forma un acquitrino sempre più gonfiato dal diluvio e attraversato da flussi di nuotate estenuanti dei ballerini in abiti da sera, straordinari nel mettere in scena spietati rituali amorosi. Vollmond è uno degli spettacoli di Pina Bausch scelti da Wim Wenders per il suo nuovo film Pina, grandiosa opera in 3 D dedicata alla capofila del Teatrodanza (la prima proiezione mondiale avverrà nel prossimo Berlin Film Festival a metà febbraio, proprio negli stessi giorni in cui Vollmond sarà in scena a Milano). Da oltre vent’anni Wim Wenders desiderava tradurre nel linguaggio cinematografico la rivoluzione del Tanztheater di Pina Bausch, e solo l’avvento della tecnologia digitale 3 D lo ha convinto a realizzare il progetto, iniziato a fianco della coreografa tedesca e portato a termine nei mesi successivi alla sua morte. La potente ed eterogenea colonna sonora di Vollmond è l’unica disponibile in Cd tra quelle degli spettacoli del Tanztheater Wuppertal Pina Bausch. La Scheda Piccolo Teatro Strehler (largo Greppi – M2 Lanza), dal 10 al 13 febbraio 2011 - Tanztheater Wuppertal Pina Bausch Vollmond Ein Stück von Pina Bausch, regia e coreografia Pina Bausch, scene e video Peter Pabst, costumi Marion Cito, collaborazione musicale Matthias Burkert, Andreas Eisenschneider, collaborazione Robert Sturm, Daphnis Kokkinos, Marion Cito, con Pablo Aran Gimeno, Rainer Behr, Damiano Ottavio Bigi, Clémentine Deluy, Ditta Miranda Jasjfi, Dominique Mercy, Nazareth Panadero, Helena Pikon, Jorge Puerta Armenta, Azusa Seyama, Julie Anne Stanzak, Michael Strecker, Fernando Suels Mendoza, Tsai-chin Yu, musiche di Amon Tobin, Alexander Balanescu con il Balanescu Quartett, Cat Power, Carl Craig, Jun Miyake, Leftfield, Magyar Posse, Nenad Jeliç, René Aubry, Tom Waits. Informazioni e prenotazioni 848800304 - www.Piccoloteatro.org/  - www.Piccoloteatro.tv/    
   
   
FOTOGRAFIA, CLAUDE ANDREINI: A COSA SERVE IL 27 GENNAIO? A METTERSI LA COSCIENZA IN PACE CON UN GIORNO DEDICATO ALLA MEMORIA DELLE VITTIME DELLE LEGGI RAZZIALI?  
 
Portogruaro (Ve), 9 febbraio 2011 – Inaugurazione della mostra dedicata ai campi di sterminio di Auschwitz e Terezin e al revisionismo storico , il 27 gennaio 2011 scorso. I lavori già esposti a Graz e prossimamente esposti negli Stati Uniti al Chicago Historical Center, sono stati presentati dalla Imelde Rosa Pellegrini , Roberto Salbitani, fotografo e dal sociologo Kriestian feigelson, Professore alla Università Sorbonne di Parigi. Nella stessa occasione, il fotografo Claude Andreini ha presentato il suo libro di fotografie intitolato "Sintomi". Il volume tratta proprio di questi sintomi di involuzione barbarica, primitiva, razzista, xenofoba e neofascista che stà colpendo l´Italia e il Nord- Est in particolare. Ormai da oltre una settimana, ogni mattina, Claude Andreini riceve le scolaresche del mandamento (10 previste,circa 270alunni ) alla mostra. A questi giovani (Portogruaresi) il fotografo parla della fotografia, tecnica e linguaggio ma anche dei numerosi segnali, nemmeno più subdoli, che macchiano la società veneta, dalla vendita di materiale fascista sui mercatini e delle bottiglie di vino etichettettate con ritratti di Hithler, Mussolini, Himmler, Goebels..etc, fino alla nauseante vergogna di votare persone che trovano cavilli burocratici per lasciare alla fame dei bambini di 4 anni, togliendo loro l´insegnamento per dopo proclamare ipocritamente che vogliono la loro integrazione ! Dove? In un campo di concentramento? In un ghetto? In un forno crematorio, come hanno dichiarato alcuni esponenti politici citati dall´autore? www.Claudeandreini.it/     
   
   
NUDI D’AUTORE: FOTOGRAFIE DI FONTANA E MINKKINEN IL NUDO FEMMINILE E MASCHILE NEGLI SCATTI DI DUE FOTOGRAFI CHE INDAGANO SUL RAPPORTO TRA L’UOMO E IL SUO SPAZIO DA SABATO 19 MARZO A SABATO 30 APRILE 2011  
 
 Monforte d’Alba, 9 febbraio 2011 – Cn Il corpo femminile e quello maschile negli scatti di Franco Fontana e del finlandese Arno Rafael Minkkinen. Con due fotografi di fama internazionale a confronto per le loro riflessioni sul rapporto uomo-spazio, con particolare riferimento all’acqua, prosegue la stagione artistica della Fondazione Bottari Lattes di Monforte d’Alba (via Marconi, 16), nel cuore delle Langhe. Curata da Valerio Tazzetti, titolare della galleria torinese Photo & Contemporary, la mostra fotografica Nudi d’autore: fotografie di Fontana e Minkkinen inaugura sabato 19 marzo 2011 alle 18. A ingresso gratuito, proseguirà fino a sabato 30 aprile secondo il seguente orario: da lunedì a venerdì, ore 14,30-17; sabato e domenica, ore 15,30-19,30. Franco Fontana è uno dei protagonisti assoluti della fotografia italiana dal dopoguerra: fotografo per Vogue e Time, ha esposto nelle gallerie più importanti di tutto il mondo. Arno Rafael Minkkinen è noto soprattutto per gli scatti in bianco e nero dove il suo corpo, o parte di esso, interagisce con ambienti naturali, come foreste, laghi, fiumi, montagne, deserti. Il percorso espositivo propone quindici scatti di Fontana, realizzati dal’inizio degli anni Ottanta fino a metà degli anni Novanta, e quindici scatti di Minkkinen, eseguiti dagli anni Settanta ai giorni nostri, tutti rigorosamente su pellicola, che mettono a confronto il lavoro sul nudo di due autori presenti da quarant’anni sulla scena internazionale della fotografia creativa. Si tratta di istantanee scelte per lo spunto che offrono nell’esplorare il rapporto tra l’uomo e lo spazio che lo circonda, dove l’acqua è l’elemento dominante, vista come il simbolo di un ritorno alle origini, ma anche di vita, rinascita e purezza. Nei lavori dei due artisti predominano la teatralità del corpo, frutto di una messa in scena studiata nei dettagli, la semplicità visiva nel creare la composizione, la ricerca formale attenta al rapporto tra gli elementi, l’attenzione alla luce e l’assenza di interventi in fase di sviluppo del negativo. Non sono però solamente i punti di contatto a prevalere. Il confronto tra i due artisti mette in luce soprattutto le diverse scelte stilistiche, tecniche e di rappresentazione. Le differenze emergono su diversi piani: dalla contrapposizione colore/bianco e nero a quella donna/uomo passando per il contrasto elemento artificiale/elemento naturale. E così se in Fontana il colore è il mezzo espressivo privilegiato, Minkkinen si affida al bianco e nero che rende più plastici i corpi in completa fusione con gli elementi naturali. Là dove il fotografo italiano mette in scena il corpo femminile, capace di trasmettere gioia, vitalità ed erotismo senza mai cedere il passo alla volgarità, l’artista finlandese punta l’obiettivo sul nudo maschile, spesso il proprio, che si trasforma per tornare alle origini e diventare misura del mondo. E ancora: mentre lo spazio ritratto da Fontana presenta sempre un elemento artificiale (un drappo, una piscina, ecc.) che esalta il nudo, l’ambiente proposto da Minkkinen è un paesaggio naturale non contaminato dagli artefatti dell’uomo, valorizzato dai chiaroscuri. Tra gli scatti di Fontana esposti si ricordano Conero (1989), dove il drappo rosso evidenzia il corpo femminile quasi irriconoscibile tra la distesa di roccia bianca della riviera, e Swimming pool (1984), dove le onde avvolgono con sensualità la silhouette trasformandola in sirena misteriosa. «Il corpo femminile si scopre nella sua intima natura. Non più quindi speculazione per ammiccanti erotismi o suggeriti paradisi dei sensi, piuttosto quale metafora vivente del mistero dell’essere. […] La figura, armonica silhouette, si impone in un ambiente al quale non appartiene e lo trasforma in un luogo metafisico. […] Così il corpo ripreso in spazi ben noti e riconoscibili si integra con gli elementi oggettuali, ed un’altra volta secondo modalità opposte, li trasforma, o meglio, ne rivela le qualità strutturali ed emozionali che ci erano sfuggite. Al nudo classico Fontana imprime il segno inconfondibile della propria identità d’artista con l’abile introduzione di tracce visuali che denotano il suo lavoro. […] Le analogie ricercate e realizzate di forme, colori e sensazioni ci introducono nel regno misterioso e inquietante, tutto da indagare ancora, della Creazione. La donna è sempre una Eva primordiale, madre della vita e, nel contempo, frutto risplendente dell’Albero del Segreto». (Giuliana Scimè) Tra le fotografie di Minkkinen in esposizione citiamo Bird of Paltaniemi (2009), dove la sagoma nuda dell’uomo ricorda un falco pronto a spiccare il volo dal molo del lago finlandese, e Koli (2008) dove un braccio nudo diventa un’isola dell’arcipelago lacustre. «Quel che lascia stupiti della magistrale tecnica fotografica di Minkkinen è che non esistono manipolazioni digitali o trucchi di camera oscura: nulla che non sia l’istante dell’autoscatto e la posizione del corpo. Semplicemente immagini fotografiche in b/n, che attraverso una tecnica sofisticata trasmettono allo sguardo un messaggio molto diretto: tra il Corpo della Natura e il Corpo Umano esiste una corrispondenza silenziosa. Il corpo umano rivela la potenza di tale comunione, quando le forme che può assumere sono inserite nelle forme espressive create dalla Natura stessa, in una sorta di scambio reciproco e continuo, producendo un paesaggio senza tempo, dove mani, piedi, schiena, gambe diventano elementi che interagiscono e si fondono con acqua, terra, neve, sabbia, legno…. Arno Rafael Minkkinen espande la sua visione interiore fino a trasformarla in scrittura del corpo sull’ambiente circostante; in segni,geroglifici impressi in luoghi onirici dove le gambe diventano radici di alberi, le schiene inarcate ponti su un paesaggio lacustre, le mani emergono dall’acqua impugnando una penna, quasi fosse la spada di Excalibur…». (presentazione da Photo & Contemporary). Il catalogo della mostra (5 euro) è edito dalla Fondazione Bottari Lattes ed è reperibile alla sede della Fondazione (via Marconi, 16). Presenta un saggio del curatore Valerio Tazzetti che mette in luce i punti di contatto e le diversità stilistiche nei lavori dei due fotografi. L’esposizione è realizzata in occasione della stagione primaverile del festival di musica da camera Cambi di Stagione, che si avvale della direzione artistica di Nicola Campogrande. Gli autori Franco Fontana - Nato a Modena nel 1933, Franco Fontana è tra i fotografi italiani più conosciuti e stimati a livello internazionale. Artista eclettico, mai fossilizzato su un genere in particolare, è considerato un maestro del colore, per la sua capacità di reinterpretarlo e trasformarlo in soggetto. Nel corso della sua carriera si è cimentato con il paesaggio, il nudo, il reportage, la fotografia fine art e le polaroid, senza disdegnare la pubblicità, la moda o altri lavori commerciali. Inizia ad avvicinarsi alla fotografia a livello amatoriale nel 1961, spaziando tra temi diversi e impegnandosi sin da subito sul fronte della ricerca estetica. La sua prima mostra è del 1963, quando espone alla Terza Biennale Internazionale del Colore a Vienna. L’anno successivo la rivista Popular Photography pubblica, per la prima volta, un suo portfolio. Le prime esposizioni personali arrivano nel 1965 a Torino (alla Società Fotografica Subalpina) e nel 1968 a Modena (alla Galleria della Sala di Cultura), città che segna una svolta nella ricerca di Fontana. Nel corso degli anni Settanta l’interesse nazionale e internazionale per il suo lavoro è in continua crescita, tanto che aumenta l’attività espositiva di Fontana, definito un espressionista astratto, che trova constante ispirazione soprattutto nella natura e sviluppa una fotografia dove la ricerca della composizione delle linee, il colore e la geometria sono dominanti. Nel 1979 visita gli Stati Uniti, viaggio che costituisce l’occasione per l’avvio di una ricerca sul paesaggio urbano. Fontanta ha pubblicato più di quaranta libri fotografici in Italia e all’estero e ha esposto in tutto il mondo. Le sue opere sono conservate nelle collezioni di più di cinquanta musei internazionali, tra cui Museum of Modern Art di New York, Musée d’Art Moderne di Parigi, Australian National Gallery di Melbourne, Victoria and Albert Museum di Londra, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, Museum of Fine Arts di San Francisco, Ludwig Museum di Colonia, Kunsthaus Museum di Zurigo, Puskin State Museum of Fine Arts di Mosca, Museu de Arte di San Paolo, The Israeli Museum di Gerusalemme, Metropolitan Museum di Tokyo, National Gallery di Pechino. Ha collaborato e collabora con le maggiori testate mondiali (da Vogue a Time a Frankfurter Allgemeine, al New York Times) e italiane: Il Venerdì di Repubblica, Sette del Corriere della Sera, Panorama, Class. Ha ricevuto diversi riconoscimenti e premi in Italia e all’estero. Ha tenuto workshop e conferenze in tutto il mondo ed è direttore artistico di diversi festival fotografici nazionali, tra cui il Toscana Fotofestival. Tra le tante campagne pubblicitarie da lui firmate, si ricordano quelle per Fiat, Volkswagen, Ferrovie dello Stato, Sony, Volvo, Versace, Canon, Kodak e Robe di Kappa. Arno Rafael Minkkinen - Nato a Helsinki nel 1945, Arno Rafael Minkkinen è fotografo, insegnante, curatore e scrittore, noto per gli scatti in bianco e nero dove il suo corpo, o parte di esso, si fonde con la natura, diventando tutt’uno con il paesaggio. Agli inizi degli anni Cinquanta si trasferisce con la famiglia negli Stati Uniti, dove si laurea al Wagner College (1967) e alla Rhode Island School of Design. Nel 1971 incomincia fotografare il suo corpo, e a questo insolito motivo rimarrà fedele nel corso di tutta la sua carriera: il suo fisico nudo interagisce con ambienti naturali (foreste, laghi, fiumi, montagne, deserti, canyons, oceani, distese di ghiaccio) che alludono a un tempo primordiale, quando l’uomo, capace di forza e di resistenza fisica, e la natura sapevano sfidarsi, confrontarsi e convivere. L’immersione nella natura nordica, nella luce scandinava, riflessa nelle grandi superfici lacustri e soprattutto il rapporto fisico con il paesaggio rimangono nel nucleo tematico storico della sua ispirazione, che scopre nuove ambientazioni negli spazi desertici e urbani americani ed in luoghi mediterranei, trasformandosi gradualmente. Dopo aver insegnato per diversi anni al Mit (Massachusetts Institute of Technology), è docente di Arte alla University of Massachusetts a Lowell, alla University of Art & Design a Helsinki e al Maine Media College a Rockport (Maine). Ha partecipato a oltre duecento mostre internazionali, sia personali sia collettive. I suoi autoritratti sono stati pubblicati in cinque monografie: Frostbite (1978), Waterline (1994), Body Land (1997), Saga (2005) e Homework (2008). Le opere di Minkkinen sono presenti in più di cinquanta musei e collezioni di tutto il mondo, tra cui: Museum of Modern Art di New York, Museum of Fine Arts di Boston, Center for Creative Photography di Tucson, Musée d’Élysée di Losanna, Georges Pompidou Center di Parigi, Musée d’art moderne de la ville di Parigi; Contemporary Art Museum Kiasma di Helsinki, Tokyo Metropolitan Museum of Photography. Nel 1992 il Governo Finlandese lo nomina cavaliere dell’Ordine della medaglia del Leone. Nel 2006, è premiato con il Finnish State Art Prize in Photography.  
   
   
ARALDICA PUBBLICA: NUOVE REGOLE PER IL RILASCIO DI EMBLEMI E GONFALONI  
 
 Roma, 9 febbraio 2011 - Aggiornare il linguaggio utilizzato per l´autorizzazione all´uso nel territorio nazionale delle onorificenze pontificie e per l´istruttoria relativa all´araldica pubblica: è questo lo scopo del Dpcm del 28 gennaio 2011 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 1 febbraio 2011, n.25 - Suppl. Ordinario n.26. Il decreto (Competenze della Presidenza del Consiglio dei Ministri in materia di onorificenze pontificie e araldica pubblica e semplificazione del linguaggio normativo) assegnando la competenza esclusiva in materia all´Ufficio onorificenze e araldica del Dipartimento del Cerimoniale di Stato della Presidenza del Consiglio, aggiorna, semplificandole, le modalità di concessione e le regole araldiche già contenute nel regio decreto 7 giugno 1943, n. 652. Possono richiedere la concessione di emblemi pubblici le regioni, le province, le città metropolitane, i comuni, le comunità montane, le comunità isolane, i consorzi, le unioni di comuni, gli enti con personalità giuridica, le banche, le fondazioni, le università, le società, le associazioni, le Forze armate ed i Corpi ad ordinamento civile e militare dello Stato potranno richiedere la concessione di emblemi araldici. La domanda per deve essere redatta in duplice copia e inviata, in carta semplice, al Presidente della Repubblica e, in carta da bollo, Presidente del Consiglio dei Ministri. Alla domanda devono essere allegati copia dell´atto deliberante con il quale l´ente richiedente stabilisce gli emblemi oggetto di concessione, una marca da bollo di Euro 14,62, cenni corografici dell´ ente richiedente e i bozzetti degli emblemi araldici richiesti e relative blasonature. Per quanto riguarda le onorificenze degli Ordini equestri della Santa Sede e dell´Ordine equestre del Santo Sepolcro, i cittadini italiani che vogliono richiedere l’autorizzazione a fregiarsi di tali titoli sul territorio nazionale devono effettuare apposita domanda, in carta da bollo, al Presidente del Consiglio dei Ministri, con allegati copia conforme del diploma di nomina, certificato di nascita e di cittadinanza italiana.  
   
   
IL MUSEO DI ZOOLOGIA ADRIATICA  
 
 Venezia, 9 febbraio 2011 - “Una istituzione di tale rilevanza trova finalmente una sede prestigiosa nella città della pesca adriatica per eccellenza. Chioggia, dove ha sede anche uno dei maggiori mercati ittici del mediterraneo, potrà trovare in questo museo anche lo spirito per guardare al futuro, suo e del settore, con rinnovata volontà”. Lo ha detto l’assessore alla pesca del Veneto Franco Manzato, che proprio a Chioggia ha inaugurato a Palazzo Grassi, assieme al Rettore dell’Università di Padova Giuseppe Zaccaria e al Commissario del Comune, il Museo di Zoologia Adriatica dedicato a Giuseppe Olivi, clodiense, uno dei maggiori naturalisti del ‘700. L’allestimento museale, basato sull’unica collezione storica esistente di organismi marini dell’Adriatico (i reperti sono stati raccolti tra la seconda metà dell’Ottocento e la seconda Guerra Mondiale), è stato sostenuto con il finanziamento accordato dalla Regione al Progetto Clodia, iniziativa triennale presentato dal Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova e sostenuto esternamente dal Comune di Chioggia e da Legapesca. Il progetto propone interventi di ricerca e di formazione. Nell’ambito delle attività mirate all’educazione e alla divulgazione ambientale, “Clodia” ha previsto appunto l’allestimento del museo, a partire dalla collezione storica di Zoologia Marina dell’Università di Padova La realizzazione del museo è stata curata dalla prof. Maria Rasotto, affiancata da Nicole Chimento e Elisa Cenci, laureate in Biologia Marina proprio a Chioggia e oggi borsiste nell’ambito del progetto. Le strutture museali sono state progettate da Annabianca Compostella, dello Studio Architetti Veneti di Bassano del Grappa, mentre l’allestimento grafico (pannelli espositivi, postazioni interattive, libri, depliant, ecc.) è stato ideato e realizzato dall’Ufficio Relazioni Pubbliche dell’Università di Padova. La collezione è composta da oltre un migliaio di preparati, rappresentativi dei diversi raggruppamenti di organismi animali presenti negli ambienti lagunari e marini dell’Alto Adriatico, cui si è aggiunto nel 2004 uno splendido esemplare di squalo elefante pescato dalla marineria clodiense. Si tratta della più completa esposizione sulla fauna e sugli ecosistemi dell’Alto Adriatico, che prepone anche tecnologie multimediali e postazioni interattive per conoscere l’ambiente marino e i problemi della sua tutela. Sono previste l’organizzazione di visite guidate e attività didattiche, sezioni speciali sulla storia degli studi naturalistici e sulle tradizioni legate alla pesca, mostre tematiche per l’approfondimento di argomenti specifici.