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VENERDI

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Notiziario Marketpress di Venerdì 18 Febbraio 2011
MILANO: MICHELANGELO ARCHITETTO (11 FEBBRAIO – 8 MAGGIO 2011) E L’ULTIMO MICHELANGELO (18 MARZO – 19 GIUGNO 2011)  
 
Le mostre dedicate a Michelangelo sono un’ottima occasione per visitare il Castello e la città con occhi nuovi, Ad Artem e Opera d’Arte propongono percorsi atti a confrontare il Rinascimento milanese con quello fiorentino. · Maestri In Conflitto: Michelangelo E Leonardo È noto a tutti che fra i due geni fiorentini non corresse buon sangue: il percorso proposto quindi intende mettere a confronto le loro diverse concezioni creative e il loro programma artistico che li vide a volte in “scontro” diretto. Museo Arte Antica + mostra Michelangelo Architetto e mostra L’ultimo Michelangelo durata 120 min · Scultura Tra Milano E Firenze Il Museo D’arte Antica si presta per un confronto fra la scultura lombarda e quella toscana, attraverso un percorso che parte dal medioevo con Bonino da Campione e Giovanni di Balduccio per arrivare al Rinascimento con il Bambaja e Michelangelo. Museo Arte Antica + mostra L’ultimo Michelangelo durata 90 min · A Tutto Michelangelo È possibile anche, per chi lo desidera, concentrare la propria visita sulle due mostre dedicate alla figura di Michelangelo. Mostra Michelangelo Architetto + mostra L’ultimo Michelangelo durata 90 min · Michelangelo E Le Arti Del Cinquecento Michelangelo fu scultore, pittore, architetto, poeta…la visita guidata alle mostre a lui dedicate verrà arricchita con un percorso nei Musei del Castello che toccherà i capolavori della sculture, della pittura e delle arti decorative nelle diverse sezioni, per contestualizzare l’opera del Maestro all’interno della coeva produzione artistica italiana. Mostra Michelangelo architetto (oppure L’ultimo Michelangelo) + Capolavori dei Musei Civici durata 90 min Mostra Michelangelo architetto + mostra L’ultimo Michelangelo + Capolavori dei Musei Civici durata 120 min · Con Gli Occhi Di Michelangelo Dopo la visita guidata alle mostre dedicate a Michelangelo usciamo dal Castello per un tour nel centro della città che ci permetta di scoprire l’architettura lombarda del Cinquecento, che metteremo a confronto con l’estetica michelangiolesca (tappe del percorso: chiesa di S. Maurizio, Palazzo dei Giureconsulti, Palazzo Marino). Mostra Michelangelo architetto (oppure L’ultimo Michelangelo) + percorso cittadino durata 120 min Mostra Michelangelo architetto + mostra L’ultimo Michelangelo + percorso cittadino durata 180 min · Perché Non Parli? Partendo da questa celebre domanda che la tradizione attribuisce a Michelangelo rapito davanti al suo Mosé percorriamo le sale del Museo di Arte Antica seguendo l’evoluzione della scultura lombarda e italiana dall’età tardo antica a Michelangelo. Mostra Michelangelo architetto (oppure L’ultimo Michelangelo) + Museo di Arte antica durata 90 min Mostra Michelangelo architetto + mostra L’ultimo Michelangelo + Museo di Arte Antica durata 120 min Ad Artem e Opera d’Arte invitano insegnanti e capigruppo alla presentazione gratuita della mostra Michelangelo Architetto che si terrà venerdì 18 Febbraio 2011 a partire dalle ore 14.30 - prenotazione obbligatoria allo 02 6596937 Per informazioni e prenotazioni Ad Artem srl - 02 6596937 – info@adartem.It  – www.Adartem.it  Opera d’Arte a r.L. – 02 45487400 – info@operadartemilano.I  – www.Operadartemilano.it    
   
   
MILANO: NAPOLEONE IN ITALIA: IL PRIMO REPORTAGE FOTOGRAFICO DELLA STORIA IN MOSTRA A PALAZZO MORIGGIA  
 
Dall’8 febbraio al 10 aprile, nelle sale del Museo del Risorgimento in via Borgonuovo 23, si svolge la mostra fotografica “Napoleone Iii e l´Italia: la nascita di una nazione”, iniziativa promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, in collaborazione con il Musée de l’Armée di Parigi e con Alinari24ore. L’ingresso è gratuito. “La storia d’Italia è solo una storia italiana? – si domanda l’assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory –. Forse dobbiamo scoprire e capire quali influenze e quali prestiti culturali, come quello di Napoleone Iii e dei Francesi, hanno contribuito positivamente alla costruzione della nostra identità, rafforzandola. Questo è il senso del nostro progetto”. La mostra inaugura il programma dell’Assessorato alla Cultura per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia ed è inserita tra le iniziative promosse dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. All’esposizione fotografica è associato un importante progetto editoriale, intitolato anch’esso “Napoleone Iii e l´Italia: la nascita di una nazione”, che costituisce anche il catalogo della mostra. Circa 120 le immagini esposte che ripercorrono i momenti salienti dell’avventura di Napoleone Iii in Italia: fotografie originali, per la maggior parte inedite, che permettono di approfondire la conoscenza dei fatti storici e, al tempo stesso, di ammirare capolavori dei maestri della storia della fotografia. Durante la campagna d’Italia, Napoleone Iii reclutò un fotografo, Léon Méhédin, per documentare le fasi del conflitto. L’imperatore intuì l’importanza della testimonianza diretta raccolta attraverso le immagini scattate sul campo. Méhédin produsse una ricca documentazione resa ancora più interessante dall’aggiunta di notazioni scritte sui cartoni di supporto delle stampe fotografiche, dove riportò le parole dello stesso Napoleone a commento delle attività militari. Veri e propri reportage che segnano la nascita della comunicazione politica per immagini, essendo destinati anche all’opinione pubblica, sempre più coinvolta nelle vicende politiche e belliche. Uno straordinario nucleo di fotografie proviene dal Musée de l’Armée, che ha sede presso l’Hôtel des Invalides a Parigi. Tre preziosi oggetti, provenienti dalla Francia e dalla Svizzera, arricchiscono il percorso espositivo: il bozzetto del Congresso di Parigi, ad opera di Edouard-louis Dubufe; l’agenda di appunti presi durante il Congresso di Parigi da Cavour e l’album fotografico della campagna d’Italia con gli appunti personali di Léon Méhédin. In mostra anche alcune suggestive immagini provenienti dall´Istituto Centrale del Catalogo e della Documentazione e dalla Biblioteca Nazionale e una preziosa raccolta di fotografie e stampe delle Civiche Raccolte di Milano. Dal 15 ottobre al 15 gennaio 2012, la mostra sarà ospitata a Parigi, al Musée de l’Armée. Sponsor del Museo del Risorgimento è Akzo Nobel Coating spa, il cui marchio italiano più importante – Sikkens - provvederà ad un importante intervento di restauro e manutenzione di Palazzo Moriggia che interesserà l’androne, il porticato e le facciate interne  
   
   
MILANO (CARTIERE VANNUCCI - MAGAZZINI DELL´ARTE IN VIA ATTO VANNUCCI 16): GRAZIANO GREGORI - INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA “LE MADRI” - H.18,00 GIOVEDI 03 MARZO - DAL 03 MARZO AL 04 APRILE 2011  
 
Dalle affascinanti considerazioni di Graziano Gregori un poetico connubio di arte e poesia,con cui il famoso scenografo riesce a coniugare visione e silenzio,in un gesto artistico unico che è,insieme,densamente concettuale e altrettanto liberamente figurativo,regalandoci un momento magico,da cogliere lontano dal rumore del mondo esterno. Dolore si’,ma anche luce e speranza. Le Madri è il racconto di figli rapiti e dispersi dalla guerra,di tutte le guerre e di madri,spose,sorelle che li cercano per “riprenderli”. Cosi’ introduce Graziano Gregori la sua nuova opera,la cui fonte di ispirazione tra altre,è la poesia di Quasimodo “Alle fronde dei salici”…..E come potevamo noi cantare….”. I “modelli” per le pieta’ sono infiniti; pieta’ sole, disperate,brutali,senza un soffio di poesia a confortarle,lo dice bene Quasimodo: “di fronte a tanto quotidiano dolore anche i poeti per voto sono muti” a cui Gregori risponde: “Con questo lavoro ho provato a fare una tenera carezza a questo dolore”. In uno spazio vuoto vasto e bianco,senza tempo né luogo,nel grande silenzio si aggirano figure di donne smarrite, intorno cielo e terra sono bianchi di gesso. E rivediamo Antigone che, contro la legge, va in cerca di Policine,lasciato in pasto ai cani. Di gesso le formelle che affiorano dal muro; a terra, immobile al centro,un cavallo nero, oggetto di Teatro,simbolo di lutto. Il bianco del gesso genera la luce,se un’unghia lo sfiora si sente un bel suono. “Dopo le urla e le lacrime,c’è come un sopore dell’anima,senza più sgomento; e’ in questo stato d’animo che si fanno Le Madri, i figli e anche io stesso e le mie mani. Una bella mimesi di essere sia il figlio che la madre,di muovere le mani con le mie e reclinare la testa con la mia...Questo è possibile modellando la creta. Vorrei per incanto che un mattino nella stanza bianca della mostra si trovassero le formelle senza piu’ rilievi come fazzoletti tesi e un alito di vento,sfiorandole,le facesse suonare in un canto melodioso e al posto del nero cavallo,solo la luce della finestra, cosi’ che non ci sarebbero più rappresentazioni di pieta’ ” Biografia: Graziano Gregori, scenografo e costumista di fama internazionale, nasce a Castorano (Ap) nel 1954. Consegue il diploma di maturità artistica ad Ascoli Piceno e la laurea in Architettura a Firenze. Vive a Colli del Tronto ( Ap). Dal 1983 lavora stabilmente come scenografo costumista nel "Teatro del Carretto" che considera esperienza fondamentale per la propria ricerca artistica ed espressiva. Innumerevoli le sue realizzazioni, in Italia e all´estero, dai costumi alle scene, in spettacoli di prosa ed Opera, con attori quali M.mastroianni, V.moriconi, F.branciaroli, U.pagliai, P.gassman, R.falk, D.cantarelli, M.bartoli e con registi del prestigio di E.marcucci, D.abbado, A. Konchalovskij, L.squarzina, G.kramer, G.emiliani e P.degli Esposti. Rappresentazioni tenute per teatri come il Teatro Antico di Siracusa, il Teatro dell´Opera di Roma, l´Arena di Verona, il Festival di Spoleto, il festival di Edimburgo (con un importante Flauto Magico diretto da Claudio Abbado), il Teatro Massimo di Palermo, il Petruzzelli di Bari, il Rossini Opera Festival di Pesaro. Da ultimo, 2010 Boris Godunov al Teatro Regio di Torino. Ha illustrato libri e realizzato mostre con disegni, bassorilievi,costumi delle sue realizzazioni sceniche, tra cui alla Galleria Nuages, Milano, 1996, al Palazzo dei Capitani, Ascoli Piceno, 1997, a Colli del Tronto,2008, Galleria Ceribelli, Bergamo, 2009  
   
   
FRATTA POLESINE (VILLA BADOER): L´ALTRO FORTUNY, L´ELEGANZA NUOVA - FINO AL 12 GIUGNO 2011  
 
Se Fortuny padre è il protagonista della grande mostra al Roverella, Fortuny figlio lo è della esposizione collegata allestita a villa Badoer. Per questa preziosa "appendice" della mostra rodigina "in casa di Palladio", Dario Matteoni e Francesca Cagianelli hanno scelto di dare, ovviamente, per esempi, l´idea della raffinata poliedricità di Fortuny figlio. Nell´ideazione e organizzazione di questa imperdibile mostra, i due studiosi hanno trovato la piena collaborazione dei Civici Musei Veneziani e in particolare dei responsabili del Museo di Palazzo Fortuny. Sarà infatti da Palazzo Fortuny che perverranno i preziosissimi manufatti (in parte mai esposti) e alcuni travolgenti episodi del suo ciclo pittorico di ispirazione wagneriana destinati ad essere i protagonisti della mostra di Fratta Polesine. Sarà difficile non farsi prendere dalle testimonianze di Fortuny esposte alla Badoera. Se ne ricaverà una precisa idea della sua eclettica personalità, meglio genialità, di Mariano Fortuny y Madrazo: pittore, incisore, scenografo, fotografo, protagonista del beau monde della prima metà del Novecento. Un personaggio che, partecipe a Venezia del più internazionale ed esclusivo salotto di intellettuali dell´epoca, seguaci dell´estetica ruskiniana, estese la sua notorietà in tutto il mondo, conquistando il palcoscenico delle esposizioni con le sue prodigiose invenzioni, talvolta vere e proprie sperimentazioni. Una personalità ammirata anche da Marcel Proust che inscena le seduzioni femminili delle sue eroine grazie al corredo proprio degli abiti di Fortuny. Valga per tutti il Mantello di Albertine in La fuggitiva, " Da quel quadro di Carpaccio, dunque, lo aveva preso quel geniale figlio di Venezia; lo aveva staccato dalle spalle del giovane della Compagnia della Calza per ammantarne quelle di tante Parigine che certo ignoravano, come fino allora io avevo ignorato, che il modello era in un gruppo di gentiluomini, in primo piano nel Patriarca di Grado, in una sala dell´Accademia di Venezia!" Senza contare che Isadora Duncan impazziva per i suoi abiti. Per la loro ideazione indagò le linee e gli arabeschi dei tessuti orientali, le severe armonie della statuaria greca arcaica, le mode Impero e Direttorio, così come l´eclettismo policromo della Venezia bizantina e romanica da una parte e l´elegante arcaismo dei maestri del rinascimento veneziano dall´altra. Da queste eterogenee fonti sapeva trarre, con estro dandystico, ma anche con talento da artefice antico, motivi originali per le sue stoffe, i suoi costumi teatrali e i suoi abiti alla moda. Fantasia e abilità si coniugano anche in quelli che oggi definiremmo come "complementi d´arredo", vetri, mobili, lampadari. Tra i primi a sperimentare le diapositive colorate, realizzò ritratti fotografici e paesaggi di carattere naturalistico, rivoluzionò le scenografie teatrali della Fenice di Venezia e di altri teatri, ideò marchingegni illuminotecnici funzionali agli allestimenti scenotecnici, dando vita alla "cupola Fortuny", erede diretta dell´architettura di Etienne-louis-boullée. Di tutto è artefice la luce, che Fortuny idolatra e rappresenta nella molteplicità della sua produzione, lasciandosi condurre da quell´estetica wagneriana alla quale intitolò anche il suo ciclo pittorico più coinvolgente. Info: "L´altro Fortuny. L´eleganza nuova." - Villa Badoer, Fratta Polesine (Ro) - tel. 0425.21530 - www.Ottocentoelegante.it    
   
   
ROVIGO (PALAZZO ROVERELLA): L´OTTOCENTO ELEGANTE ARTE IN ITALIA NEL SEGNO DI FORTUNY, 1860 – 1890 – FINO AL 12 GIUGNO 2011  
 
E´ un Ottocento elegante e folcloristico quello che proporrà la grande mostra in programma dal 29 gennaio al 12 giugno 2011 a Palazzo Roverella, a Rovigo. L´ottocento vitale ed elegante dei grandi salotti à la page, delle corse, dei balli e dei ricevimenti. E, al medesimo tempo, delle feste popolari, dei carnevali, dei balli mascherati e degli incontri tra le fronde, dei travestimenti e degli idilli. Poi l´Ottocento dei sogni popolato da carnose odalische e ammaliato dai conturbanti profumi d´Oriente. E´ una mostra positiva e serena quella con cui la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, il Comune di Rovigo, l´Accademia dei Concordi riprendono il filone classico nella programmazione espositiva del Palazzo: quello della pittura in Italia a cavallo tra gli ultimi due secoli. L´attenzione di Dario Matteoni e Francesca Cagianelli, che della mostra sono i curatori, si è appuntata sul trentennio 1860 - 1890. Tre decenni di grandi speranze, di euforia, di fiducia, avviato, e per certi versi attivato, dall´unificazione del Regno d´Italia. Certo fu un periodo di luci e ombre e questa mostra sceglie, non per intento celebrativo e tanto meno per scelta di occultare altre realtà, di mettere in evidenza le prime più che le seconde. A voler dar conto di una vitalità e di un vitalismo particolari, forse mai più rivissuti dalla storia successiva dell´arte in Italia. Colore e sensualità che trovano in uno spagnolo, Mariano Fortuny, il loro profeta in pittura. Fortuny dalla sua terra aveva portato il calore e il colore, il gusto per trasporre su tela la gioiosità e giocosità della vita, facendo della pittura lo specchio variopinto di queste sensazioni. Tavolozze di accesa cromia, tele di virtuosistica elaborazione. Sensazioni che nelle diverse scuole del Paese assumono peculiarità diversissime: dal gusto quasi calligrafico di alcuni, alla luminosità - il cosiddetto "Impero del bianco" - in altri, al colorismo di tradizione settecentesca per altri ancora. Così come diverse sono le "storie": dalla celebrazione delle vicende patrie, a cronache sociali, talvolta intrise di religiosità, ma soprattutto racconto partecipe di una borghesia che stava ridefinendo il suo ruolo nel nuovo Stato unitario. E´ evidente il meccanismo di rispecchiamento che coinvolge questa borghesia e che potrà offrire una solida base di un successo a tale pittura giunta senza flessioni fino agli anni ´80: «Le signore e i signori alla moda, i borghesi ricchi» scriveva nel 1877 il pittore e critico pugliese Francesco Netti «ritrovavan se stessi in quelle opere. Vedevan le stesse stoffe che avevano addosso, i tappeti che avevano a casa, il lusso nel quale vivevano, e poi scarpe di raso, mani bianche, braccia nude, piccoli piedi, teste graziose. Quelle figure dipinte stavano in ozio tali e quali come loro. Al più guardavano un oggetto, o si soffiavano con un ventaglio. Le più occupate facevano un po´ di musica o leggevano un romanzo. Era il loro ritratto anzi la loro apoteosi. E si faceva a gara per averle». Mostra promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Comune di Rovigo e Accademia dei Concordi. Con la partecipazione della Provincia di Rovigo, del Comune di Fratta Polesine e con il contributo della Camera di Commercio di Rovigo. Con il patrocinio di Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero per i Beni e le attività culturali, Ministero degli Affari Esteri e Regione del Veneto. Info: L´ottocento Elegante. Arte In Italia Nel Segno Di Fortuny, 1860 – 1890; Mostra a cura di Dario Matteoni e Francesca Cagianelli; Direzione della mostra A Cura Di Alessia Vedova – Catalogo Di Silvana Editoriale - Rovigo, Palazzo Roverella, via Laurenti 8/10; 29 gennaio - 12 giugno 2011; Tel. 0425 460093; www.Ottocentoelegante.it ; info@palazzoroverella.Com  Info: "L´altro Fortuny. L´eleganza nuova." - Villa Badoer, Fratta Polesine (Ro)  
   
   
MILANO (FONDAZIONE ARNALDO POMODORO): L’INFERNO DI DANTE ALIGHIERI NELLE OPERE DI SALVADOR DALÌ E ROBERT RAUSCHENBERG - DAL 6 APRILE AL 17 LUGLIO 2011  
 
34 xilografie a colori del maestro surrealista spagnolo e 34 serigrafie di uno dei portavoce dell’arte contemporanea statunitense interpreteranno uno dei capolavori assoluti della letteratura mondiale. Dal 6 aprile al 17 luglio 2011, alla Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano si terrà un’affascinante rilettura dell’Inferno di Dante Alighieri, attraverso le opere di Salvador Dalì e Robert Rauschenberg. L’esposizione, ospitata ai piani superiori dello spazio di via Solari 35, è curata da Lorenzo Respi, in collaborazione con Studio Mjras e metterà a confronto le rappresentazioni dell’Inferno dantesco, scaturite dalla genialità del maestro surrealista spagnolo e da uno dei portavoce dell’arte contemporanea statunitense. Le opere dei due si concentreranno sulla prima cantica, caratterizzata per le sue descrizioni cruente e terrificanti, popolati da dannati e demoni, personaggi storici e figure mitologiche, condottieri antichi e servi della fede, poeti e filosofi, tutti condannati al patimento nella voragine dolorosa di cerchi e gironi, balze e dirupi, fiumi e cascate. La serie di 34 xilografie a 35 colori di Salvador Dalì è una selezione delle 100 tavole concepite dall’artista in cinque anni di lavoro entro il 1960. Il linguaggio surrealista trasforma perfettamente l’Inferno in immagini: panorami desolati e allucinanti fanno da sfondo a figurazioni dissacranti e grottesche, a mostruose apparizioni improvvise, a rappresentazioni cruente del peccato e dell’eterna legge del contrappasso. L’inconscio delirante del pittore catalano trasfigura le descrizioni dantesche in tavole fortemente simboliche, di difficile riconoscimento iconografico, che popolano un mondo sotterraneo farsesco e inquietante. Le 34 serigrafie di Robert Rauschenberg sono il risultato di una ricerca estetica sviluppata tra il 1958 e il 1960 sul contesto contemporaneo. L’attualità entra di prepotenza nel passato storico della Commedia attualizzandone il messaggio universale. I ritagli di giornale assemblati ricompongono criticamente una realtà quotidianità conflittuale e contraddittoria. Gli spunti tematici e gli interventi grafici coniugano avanguardia e tradizione, innescano un processo mentale in continua evoluzione, che rende dinamica la rappresentazione e stimola il dibattito sul presente. L’artista americano rivitalizza un contenuto “antico” con un linguaggio moderno. All’interno del percorso espositivo sarà installato un grande libro sul quale verranno proiettate immagini e parole di famosi attori e letterati (Giorgio Albertazzi, Carmelo Bene, Roberto Benigni, Vittorio Gassman, Vittorio Sermonti), che si alterneranno nella lettura del Canto V dell’Inferno, in cui proprio un libro diviene il protagonista degli avvenimenti che coinvolgono i due amanti Paolo e Francesca. Accompagna la mostra, una pubblicazione (edizioni Fondazione Arnaldo Pomodoro) con un testo sperimentale scritto a quattro mani da Aldo Nove e Lorenzo Respi, che affronterà la tematica dell’Inferno nella contemporaneità, e con un’interpretazione grafica di Andrea Lancellotti. Per gli utenti del web è previsto un ulteriore contenuto multimediale disponibile in streaming sul sito della Fondazione Arnaldo Pomodoro (www.Fondazionearnaldopomodoro.it). L’esposizione si tiene in contemporanea con la personale di Perino & Vele, sodalizio nato nel 1994, composto da Emiliano Perino (New York, 1973) e Luca Vele (Rotondi (Av), 1975), che privilegiano l´utilizzo della cartapesta per la realizzazione delle loro opere, con una selezione di opere di Arnaldo Pomodoro e di artisti contemporanei, tutti provenienti dalla Collezione permanente della Fondazione Arnaldo Pomodoro e dal nuovo appuntamento con la Unicredit Project Room che proporrà - dal 6 aprile al 15 maggio 2011 - la personale dell’artista russa Olga Schigal. Info: L’inferno Di Dante. Dalì E Rauschenberg - Fondazione Arnaldo Pomodoro, Via Andrea Solari 35 - 6 aprile / 17 luglio 2011 - tel. 02.89075394 - www.Fondazionearnaldopomodoro.it  - c.Montebello@fondazionearnaldopomodoro.it  
   
   
TORINO (DIEFFE ARTE CONTEMPORANEA): SENZA BANDIERE // OPIEMME A CURA DI SUSANNA SARA MANDICE – FINO AL 2 APRILE 2011  
 
Opiemme è uno degli artisti più richiesti del momento; nascosto dietro l’acronimo con il quale firma i propri lavori, propone una ricerca dalla forte componente politica capace di rivelarsi tanto in galleria quanto in spazi non convenzionali, passando dai musei alle installazioni di arte pubblica. Definito dai media come innovatore della comunicazione della poesia, “un poeta di strada” (Exibart, 25.5.2006, Helga Marsala), street artist protagonista di una “rivoluzione punk della poesia” (La Stampa, 12.08.2010, Luca Indemini), Opiemme torna, a distanza di quasi due anni, a reinterpretare gli spazi della galleria Dieffe Arte Contemporanea di Torino dal 17 Febbraio al 2 Aprile 2011 a Torino. Nella mostra intitolata “Senza bandiere”, seconda personale allestita negli spazi della Dieffe, viene presentato un nucleo di lavori, in gran parte inediti, che propongono una riflessione sulla mancanza di valori che contraddistingue il nostro tempo. Senza bandiere, senza valori, senza unità, ci nutriamo di nulla. Il tutto nella ricorrenza del centocinquantenario dell’Unità d´Italia. Nonostante l’apparente nichilismo, le pitture poetiche di Opiemme prospettano la ricerca di nuovi valori, mescolando l’assenza di regole della street art alla perfezione metrica della poesia e proponendo un caos rigoroso nel quale si fondono etica ed estetica. Il messaggio semantico sposa l’armonia delle forme e costruisce significati cognitivi. L’indagine artistica trasforma la parola in colore e immagine, crea una lettura bidimensionale delle opere, nelle quali le lettere si fanno contenuto e approfondimento. Immagini da leggere e parole da guardare. Un’occasione per presentare un lavoro più complesso e variegato di quelli che sono stati i motivi dell’attenzione giornalistica nei suoi confronti. Nella relazione tra parola e visual art, l’artista sperimenta nuove interpretazioni della ricerca verbo-visuale, proponendo al visitatore una serie di questioni di scottante attualità. Erede tanto dei movimenti di poesia visiva portati avanti dalle avanguardie degli anni ’70, quanto degli street artist delle periferie urbane, Opiemme riconosce la logora illeggibilità di alcuni linguaggi contemporanei. Sceglie pertanto un lessico consacrato alla quotidianità e una serie di segni visivi immediatamente riconoscibili per spiazzare il visitatore che, attratto da un’iconografia familiare, si ritrova inerme di fronte al j’accuse dell’artista/poeta. La complessità di “Senza Bandiere” risiede soprattutto nel suo essere un invito alla riflessione, non alla critica sterile. Spiega l´artista, scherzando: “La critica fine a se stessa non serve; l’arte che propone soluzioni concrete non l’ho vista, forse c’è la pubblicità progresso! L’arte che prova o riesce a far riflettere vorrei fosse contagiosa, come contagiose sono le idee. È necessario evitare che gli unici contagi che subiamo siano comodità, individualismo e ignoranza”. In quest’ottica si inserisce la collaborazione con la curatrice, Susanna Sara Mandice, nata in occasione della collettiva “Torino Me For We” (Torino, Ottobre 2010), che aveva come tema la costruzione di un cambiamento sociale responsabile. La mostra verrà accompagnata, da una breve silloge poetica: “Distratti dal nulla”, sulla quale lo stesso Opiemme racconta: “Nulla e Niente ricorrono spesso nelle mie ultime poesie. Aver voglia di niente, non indica necessariamente apatia o depressione. È una ricerca di altro. Un altro svincolato da tutti quei meccanismi sociali che possono incasellare una vita. È voglia di staccarsi da tutto. Da quel Nulla culturale, intellettuale, emozionale, etico, civile, che viene proposto. Ed è proposto, inculcato e innestato con sistemi virali”. (Distratti dal nulla / l´ignoranza / è la comoda schiavitù / che oggi scegliamo. / Confortati / senza confronto / azzittiti senza parole / sublimiamo reazioni / viviamo senza vivere / colori pubblicitari / drogati senza droga. Casa lavoro casa / nulla sclero nulla / telenulla / consolazione demente / bla bla bla / si sputa e sputtana / ma nessuno fa...) Tre domande all’artista: - Perchè l’anonimato? Mi piace star dentro le quinte. Faccio spesso interventi illegali e sono conscio che giustamente potrei essere perseguito e che l’arte sia una scusante non oggettiva e opinabile. Quindi rinuncio alla fama e separo da questa la mia vita privata. - Street art in galleria? Sarebbe annichilente. Se è di strada, che stia in strada. Per me la street art è un mezzo, è solo una parte del mio lavoro. - Prossimi progetti? Pubblicare un romanzo. Info: Dieffe Arte Contemporanea - Via Porta Palatina 9, Torino - Senza Bandiere // Opiemme a cura di Susanna Sara Mandice - dal 17 Febbraio al 2 Aprile 2011 - Tel +39 011 4362372 - info@galleriadieffe.Com  - www.Galleriadieffe.com    
   
   
TORINO: ANTEPRIMA... GOLOSA DEI PARCHI 2011 AL MUSEO DELLE SCIENZE  
 
Aperitivo e cioccolatini per festeggiare l´avvio del progetto "Parchi 2011". Giovedì 24 Febbraio 2011 alle 17.30 presso il Museo di Scienze Naturali di Torino (Via Giolitti 36) gli 8 parchi naturali piemontesi coinvolti nel progetto Parchi 2011 -in collaborazione con la Regione Piemonte e il Comitato Italia 150- presenteranno una pubblicazione a cura di Michele Vacchiano e Luca Avataneo sulla loro storia e sugli intrecci con quella del nostro Paese. La ricerca introduce a un vero e proprio calendario di manifestazioni e iniziative per avvicinare il grande pubblico a un contatto più consapevole con la natura, raccontando/rievocando la storia di territori che, proprio grazie al processo unitario, si sono trasformati da "riserve del Re" in "parchi di tutti". Un´iniziativa che -in un momento particolarmente difficile per questi enti, per via degli importanti tagli ai finanziamenti- vuole valorizzare il patrimonio naturalistico del Piemonte attraverso la collaborazione di Parco Nazionale Gran Paradiso, Parco Nazionale Val Grande, Parco Naturale Regionale della Collina Torinese, Parco Naturale Regionale delle Alpi Marittime, Parco Regionale La Mandria, Parco Fluviale del Po e dell´Orba, Parco della Val Troncea e Riserva Naturale Speciale del Parco Burcina "F.piacenza". Numerosi parchi piemontesi sono infatti oggi tutelati grazie alla volontà di Casa Savoia, che un secolo fa comprese le potenzialità naturalistiche e ambientali dei propri appezzamenti privati e li convertì a patrimonio collettivo. "Un progetto che ha prima di tutto il compito di creare nuove importanti connessioni fra le varie aree per proporci al pubblico come sistema omogeneo" spiegano i rappresentanti del gruppo di lavoro dei Parchi "Il bisogno di natura sta diventando sempre più importante ed è per questo che le aree protette vanno amate, conosciute e valorizzate in quanto sono patrimonio di tutti". Ad accogliere i partecipanti alle 17.30 personaggi in costume che racconteranno aneddoti sulla vita di corte al tempo dei Savoia, lasciando spazio poi alla presentazione del progetto curata da Michele Ottino. Interverranno poi gli storici Michele Vacchiano e Luca Avataneo che hanno realizzato la pubblicazione (consegnata a chi si sarà accreditato all´ingresso). Nel corso dell´appuntamento verrà anche presentato il libro a fumetti "nel regno dei Parchi" di Serena Ciampa e Roberta Accatino, pensato dai Parchi per i visitatori più piccoli. Infine una dolce sorpresa presentata dallo storico cioccolatiere torinese Gianni Gertosio. Anteprima "golosa" per i nuovi cioccolatini dei parchi, i Ciocchetti che potranno anche essere degustati al termine dell´aperitivo a base di prodotti dei parchi che verrà allestito per i partecipanti alla serata. Il progetto "Parchi 2011" è patrocinato dalla Regione Piemonte e dal Comitato Italia 150, con la collaborazione del Museo Regionale di Scienze Naturali, della Provincia di Torino, della Comunità Montana Valli Orco e Soana, e di Turismo Torino. E´ richiesta prenotazione compilando il modulo sul sito www.Parchi2011.it  entro il 20 Febbraio. Saranno accolte le richieste fino ad un numero massimo di 160 partecipanti. Per Informazioni Parchi 2011 www.Parchi2011.it    
   
   
MILANO (FONDAZIONE MARCONI): ALDO SPOLDI. IL MONDO NUOVO FINO AL 24 MARZO 2011  
 
Il 17 febbraio la Fondazione Marconi ha presentato la mostra Il Mondo Nuovo di Aldo Spoldi. L’artista descrive, in una lettera indirizzata a Giorgio Marconi, la situazione immaginaria in cui ha sviluppato questo progetto espositivo. Alcuni bizzarri personaggi nati dalla fantasia di Aldo Spoldi, il critico d’arte Angelo Spettacoli, il filosofo Andrea Bortolon, il fotografo Met Levi e l’artista Cristina Karanovic, spaventati dalla recente crisi finanziaria del 2008 hanno trovato rifugio presso il suo atelier dove hanno fondato una nuova scuola d’arte, L’accademia dello Scivolo e da lì non vogliono al lontanarsi. Questa sorta di clausura creativa si è rivelata però un forte stimolo per l’artista. I personaggi virtuali gli hanno suggerito il quadro, di grandi dimensioni (4 x 18 m) che dà il titolo alla mostra alla Fondazione Marconi: Il Mondo Nuovo. Il quadro rappresenta un Carro mascherato, abitato e gestito da colorati personaggi impegnati in svariate attività ludiche: chi suona strumenti musicali, chi fa il gesto del marameo, quasi a schernire chi sta dall’altra parte, chi riprende la scena, chi corre sulla bicicletta, chi invece preferisce volare su un aereoplanino di carta e ancora l’arcobaleno, un pagliaccio, un giocoliere, animali… Queste identità mascherate trascinano il Carro fuori dalla Società Postmoderna, una società ormai in crisi, verso il Nuovo Mondo. Un mondo in cui la fantasia si sostituisce alla realtà attuale. Il Mondo Nuovo rappresenterebbe il crollo della società odierna, la Società dello spettacolo, dopo la crisi finanziaria e il conseguente ingresso in un mondo nuovo. La nozione di gioco, elemento costante di tutta la produzione di Spoldi, guida la lettura dell’opera presentata. Ironico, come sempre, il suo modo di accostare immagini ed eventi. In mostra, oltre al grande quadro, anche disegni, studi e progetti esecutivi del Carro che è stato commissionato all’artista dalla Fondazione Carnevale di Viareggio per il Premio Carnevalotto 2011 (una manifestazione culturale che dal 1987 ha visto celebri artisti realizzare opere di pittura e scultura attinenti al rito del Carnevale) e che aprirà la sfilata dei Carri Mascherati di quest’anno. Il Carro di Spoldi è il frutto di una ricerca di pittura, fotografia, filosofia e critica d’arte, dove le quattro discipline ruotano attorno al concetto di Carnevale, riletto dopo la crisi finanziaria. Utilizzando le parole dell’arti sta, il carro è “una fantasiosa e totale opera d’arte lirica”. La mostra alla Fondazione Marconi è accompagnata dalla pubblicazione Un Dio non può farsi male, un libretto scritto dall’immaginario Andrea Bortolon, edito da Mousse Publishing che raccoglie le riflessioni di Spoldi tramite gli interventi virtuali dei personaggi da lui creati che, filosofeggiando su vari aspetti della contemporaneità, hanno determinato la costruzione del Carro, e da un cd con l’opera lirica L’ape e il mondo nuovo dell’orchestra virtuale Karanovic. Aldo Spoldi è nato a Crema nel 1950 dove vive e lavora. Artista ironico, ludico e teatrale, è pittore, scultore, musicista, docente all’Accademia di Brera. Lo sviluppo della sua attività coinci de con le trasformazioni dell’arte e della società, ognuna delle quali si rispecchia nelle varie fasi del suo lavoro. All’inizio degli anni Settanta si accosta all’arte concettuale e alle esperienze teatrali realizzando performances nelle pubbliche vie di alcune città. Nel 1978 allestisce la sua prima mostra personale a Milano all’insegna dell’immagine, ironizzando sulle poetiche concettuali. In questo periodo, oltre a tenere numerose personali in Italia e all’estero, è invitato a importanti manifestazioni internazionali. Negli stessi anni inizia la collaborazione con la galleria di Giorgio Marconi. Compone anche due opere liriche: Enrico il Verde e Capitan Fracassa (per il Museo Pecci di Prato). Nel 1988 costituisce la società-artista Oklahoma srl la cui finalità è la trasformazione dell’attività dell a ditta in opera d’arte. Come docente dell’Accademia di Brera elabora una serie di personaggi virtuali: l’artista Cristina Show, il filosofo Andrea Bortolon, il fotografo Met Levi e il critico d’arte Angelo Spettacoli. Nell’ambito di questo progetto pubblica i volumi Lezioni di educazione estetica, Cristina Show – Frammenti di vita e Lezioni di filosofia morale, tutti e tre editi da Skira. Andrea Bortolon Nasce a Crema l’ 1 aprile 1980. E’ filosofo, pittore e scultore. La sua filosofia privilegia il dubbio alla certezza. Il suo pensiero ludico e al tempo stesso severo e spavaldo, che oscilla costantemente tra due opposti (tesi/antitesi), si mostra come il pensiero della relazione. Nel 2003 scrive Lezione di filosofia morale: l’arte di divenire diavoli, edito da Skira. Dopo la crisi finanziaria del 2007 pubblica il libro Un dio non può farsi male. La sua filosofia lo porta a vedere nelle materie prime (boschi, acqua, oro, argento, alluminio, palladio, mais, caffè, zucchero ecc.) tanto la finalità del suo pensiero quanto le basi economiche del mondo nuovo. Saranno proprio le materie prime a suggerire ad Angelo Spettacoli la costituzione dell’Accademia dello Scivolo. Cristina Show Nasce a Rio de Janeiro nel 1974. Artista virtuale, ama il circo, la danza e il teatro, è ballerina, clown e attrice. Il suo stile, determinato da diverse e mutanti collaborazioni, è pertanto eclettico e multiforme. Nel 2000 riuscì ad organizzare la sua prima mostra alla Fondazione Ambrosetti Arte contemporanea. Cristina ha un i ntensa e travagliata storia d´amore con il critico d´arte Angelo Spettacoli e il filosofo Andrea Bortolon. Esasperata dai due amanti fugge con il camionista Alessio Tavoletta con cui concepisce una delle sue opere più significative Ombrello non ombrello. Nel 2006 viene invitata alla Biennale di Parigi. Le sue opere sono raccolte nel libro Cristina Show. Frammenti di vita (Fondazione Ambrosetti Arte Contemporanea – Skira 2001). Met Levi Nasce nel 1955 nei pressi di Brigthon, in Inghilterra. Frequenta gli studi classici, che presto abbandona, poi quelli artistici. Si appassiona sempre più alla fotografia che diviene la sua principale occupazione. Determinato e promettente fotografo, Met si immerge nei servizi fotografici più svariati: clochard, amici, paesaggi, utilizzando una vecchia Rolleifl ex biottica. Una sua mostra personale è stata allestita a New Old Camera nel 2005 a Milano, curata da Daniela De Vito. Collabora con l´artista Cristina Show al progetto di identità artistica apportando il suo contributo di fotografo documentando tutte le sue opere. Angelo Spettacoli Nasce nel 1965 in Sardegna nei pressi del Monte Sinai. Angelo Spettacoli è uno gnomologo. Deve alla sua statura nana la sua fortuna professionale. Tra le sue prime attività lavora come clown in vari circhi dove ha modo di elaborare una sensibilità romantica e un’inclinazione comica. In questi viaggi giunge a Crema dove conosce l´artista Cristina Show, il fotografo Met Levi e il filosofo Andrea Bortolon. In seguito a questi incontri Angelo Spettacoli diventa critico d´arte, scrive testi caratterizzati da una forte componente giocosa, riflette sugli usi e sui costumi della società attuale, del sistema dell´arte e dell´economia. Tra la sue principali pubblicazioni: Il bello e il buono. Filosofia, tecnica e cucina delle belle arti (Skira 2009). Info: Fondazione Marconi Arte Moderna e Contemporanea - Via Tadino, 15, 20124 Milano - Tel. 02 29 41 92 32 fax 02 29 41 72 78 - info@fondazionemarconi.Org  - www.Fondazionemarconi.org  - Ingresso gratuito  
   
   
MILANO (CASTELLO SFORZESCO): LA MOSTRA “MICHELANGELO ARCHITETTO”  
 
Finazzer Fory: “Un artista che unisce forma e sostanza, letteratura e scultura, lavorando sull’uomo e sul divino che lo abita” Il Castello Sforzesco celebra il genio di Michelangelo. Fino  all’8 maggio sarà possibile visitare la mostra “Michelangelo Architetto” che espone oltre 50 disegni di progetti celeberrimi, talora incompiuti se non addirittura mai realizzati, come quello per la basilica di San Giovanni dei Fiorentini a Roma. L’iniziativa fa parte del progetto “Michelangelo al Castello” che prevede due importanti mostre e un ciclo di conferenze con i massimi esperti del Buonarroti. L’esposizione, curata da Pietro Ruschi, nasce da un progetto di Casa Buonarroti e presenta oltre 50 disegni – di edilizia civile, religiosa, di fortificazioni - attentamente selezionati per ricostruire il modo di concepire l’architettura di Michelangelo. Nell´occasione sono stati realizzati in 3D alcuni grandi progetti michelangioleschi. Inoltre, la concomitanza con la mostra “Leonardo architetto”, in corso alla Pinacoteca Ambrosiana, consente un significativo confronto tra due giganti della storia dell’arte. “L’arte di Michelangelo è la sua tensione all’infinito – spiega l’assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory - il che, però, non equivale a quel ‘carattere di non finito’ che spesso e, non senza equivoci, a lui è stato associato. In questa mostra, progetto ed esecuzione sono indagati con particolare attenzione alle tecniche e con l’intento di mettere in luce lo stile di un artista di indiscusso valore. Così Michelangelo diventa quell’artista che unisce forma e sostanza, letteratura e scultura, lavorando sull’uomo e sul divino che lo abita”. Il percorso allestito nelle Sale Viscontee del Castello offre al visitatore uno sguardo privilegiato sul modo unico e personale che il Buonarroti aveva nell’affrontare la materia “architettura” del secondo Cinquecento. È proprio Michelangelo infatti a iniziare, come negli altri settori della sua arte, un nuovo linguaggio. La sua attività d’architetto non è precoce come quella di scultore e pittore. Leone X, nel 1513, appena eletto al soglio pontificio, indice un concorso per ultimare la facciata della Basilica di San Lorenzo, lasciata incompiuta da Brunelleschi. Michelangelo firma il contratto per realizzare il suo progetto, che però, forse per l’eccessiva complicatezza, non viene mai portato a termine. In mostra si possono ammirare gli schizzi e i disegni del progetto per la basilica romana. È il 1520 quando al maestro viene revocato l’incarico per San Lorenzo. Lo stesso anno il cardinale Giulio de’ Medici, futuro Clemente Vii, gli affida la realizzazione di una cappella funebre nella medesima chiesa, destinata ad accogliere le spoglie di uomini illustri. La “Cappella Medicea”, detta sagrestia Nuova, verrà documentata in mostra da otto disegni. Quasi contemporaneamente alla Cappella Medicea (nel 1523), Michelangelo attende alla Biblioteca Laurenziana, voluta sempre da Giulio de’Medici, che ormai è Papa. Il luogo è silenzioso, in modo da consentire la lettura ed è posto accanto alla Basilica di San Lorenzo, su un lato del chiostro. Nel progetto, Michelangelo pone massima attenzione ai particolari, studiando persino la perfetta inclinazione dei leggii, pensando le panche ed i vani per contenere i libri. Di questo progetto, le Sale Viscontee ospitano diciotto disegni. Nel 1546, alla morte di Antonio da Sangallo il Giovane, Michelangelo viene chiamato a dedicarsi a tutte le principali opere architettoniche di Roma, dal completamento di Palazzo Farnese alla realizzazione della chiesa di San Giovanni dei Fiorentini, dalla trasformazione del tepidarium (la parte destinata ai bagni in acqua tiepida) delle Terme di Diocleziano nella chiesa di Santa Maria degli Angeli alla facciata di Porta Pia e alla sistemazione del Campidoglio, fino alla direzione dei lavori della fabbrica di San Pietro. L’impresa della costruzione della Basilica di San Pietro era iniziata anni addietro, sotto la direzione di Donato Bramante. Alla sua morte, nel 1514, gli era succeduto Raffaello, il cui posto, alla scomparsa, era stato preso da Antonio da Sangallo il Giovane. Alla morte di quest’ultimo, Michelangelo viene chiamato a Roma da Paolo Iii. L’artista critica l’operato del suo immediato predecessore e intende tornare a quella che egli definisce la “verità”, cioè il progetto del Bramante. In realtà, del Bramante rimane solo l’idea originaria, costituita dalla pianta centrale, raccordata da un ambulacro quadrato e sormontata da una cupola centrale. L’impostazione michelangiolesca è del tutto originale. Egli predilige spazi interni maestosi - la cupola di 42 metri che compete con il Pantheon - e un perimetro curveggiante. A Milano saranno esposti gli studi sulla sezione della cupola. Analizzare il Buonarroti architetto comporta alcune difficoltà: è estremamente complesso, se non impossibile, correlare i disegni con le diverse indicazioni grafiche (appunti, lettere, ecc.) e con altri studi presenti nello stesso foglio, in quanto Michelangelo usava riutilizzarlo, perfino ad anni di distanza. A ciò si aggiunge che disegni e schizzi venivano talora eseguiti ruotando il foglio in posizioni diverse, o utilizzando casualmente il recto o il verso, così da rendere assai difficile stabilire una connessione fra di loro. La dimensione delle architetture disegnate, così come il loro grado di definizione, variava poi secondo l’arbitrio dell’artista; raramente era presente un braccio o un modulo a indicare un riferimento in scala. Come è stato osservato, l’architettura e la scultura furono per Michelangelo due aspetti di un unico problema, ovvero quello di trasformare la materia in una forma plastica e dinamica. I disegni che egli eseguì in tarda età sono spesso lo specchio di quanto progettato in quelli precedenti e, per molti aspetti, li spiegano e li integrano. Il progetto per la cupola di San Pietro, ad esempio, compendia e svela un percorso che muoveva dall’esperienza del completamento del tamburo della cupola brunelleschiana di Santa Maria del Fiore e passava attraverso quella della cupola della Cappella Medicea di San Lorenzo. È difficile scorgere un percorso lineare nella produzione architettonica di Michelangelo. Egli progettava attraverso una sorta di memoria ideale assolutamente estranea alla successione cronologica: studi e ricordi lontani, esperienze passate si sommavano a quelle recenti e a nuove idee. Il secondo appuntamento espositivo, “L’ultimo Michelangelo”, curato da Alessandro Rovetta, in programma dal 18 marzo al 19 giugno, raccoglierà attorno al capolavoro di Michelangelo, la Pietà Rondanini, l’ultima produzione artistica e letteraria del Buonarroti.  
   
   
MILANO - INPERIA: DUE MOSTRE PER CELEBRARE LA FRATELLI CARLI  
 
Per festeggiare il 100° anniversario dalla sua fondazione, la Fratelli Carli ha organizzato una gran quantità di eventi, partnership e lanci di prodotti in esclusiva nell’arco di tutto il 2011, che testimoniano la serietà, competenza e passione con le quali l’azienda d’Imperia produce, da ben un secolo, un olio di oliva di qualità, importante per le sue proprietà nutritive ed anche per il suo significato simbolico, che vuol dire storia, cultura, tradizione e convivialità. In particolare segnaliamo due mostre. Il Tour del Centenario Fratelli Carli: le vocazioni di una famiglia. 100 anni tra olio e comunicazione è un evento concepito per ripercorrere tutta la storia della Fratelli Carli con una mostra itinerante suddivisa in 10 tappe che toccherà tutta l’Italia, per coinvolgere la fedele ed affezionata clientela, proveniente da tutte le regioni italiane. Ogni tappa del tour prevederà uno spazio destinato alla proiezione di uno speciale Video Istituzionale, opera del regista Fabrizio Pasquero: un modo diretto, immediato e fortemente emozionale per raccontare attraverso le immagini una storia fatta di calore familiare, passione, genuinità ed alta qualità. Il Tour del Centenario è partito da Milano: fino al 20 febbraio la mostra è al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano. Con il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano, la Fratelli Carli ha realizzato una partnership per un nuovo percorso di i.Lab Alimentazione: Alla scoperta dell’olio - questo il nome del nuovo laboratorio - nasce dall´obiettivo comune a Fratelli Carli e Museo di sensibilizzare giovani e famiglie in merito all’importanza di una corretta alimentazione, creando curiosità nei confronti delle scelte alimentari. Attraverso interessanti esperimenti, bambini e adulti – guidati da un animatore scientifico – potranno riconoscere e comprendere le caratteristiche e le differenze dell’olio extra vergine di oliva rispetto ad altre tipologie di oli e, grazie all’analisi sensoriale, percepirne il profumo, l’aroma e il colore tipici. Dal 18 febbraio al 20 marzo, poi, presso il Museo dell’Olivo di Imperia si può visitare la mostra Pedalando nella nostra storia, un’esposizione di biciclette d’epoca, che ha enorme valore non solo per ciò che presenta, ma anche per quello che evoca: le origini di un’azienda che, proprio grazie a questo mezzo di locomozione, avviò la distribuzione delle sue prime bottiglie di olio, inaugurando un’attività produttiva di successo che oggi compie un secolo di vita. Info: www.Oliocarli.it  – tel 0183/7080  
   
   
BOLOGNA (SPAZIO TESTONI): MAGNETISMI – FINO AL 26 FEBBRAIO 2011  
 
La galleria Spazio Testoni di Bologna, in collaborazione con la Galleria Fabbrica Eos di Milano, presenta in occasione di Arte Fiera 2011: “Magnetismi” doppia personale degli artisti Fabio Giampietro e Troilo, curata dal critico d’arte Alberto Mattia Martini. L’esposizione è stata inaugurata mercoledì 26 gennaio 2011 alle ore 18,30 presso la galleria Spazio Testoni in Via D’azeglio 50 a Bologna e resterà visibile fino a sabato 26 febbraio 2011. Alcune immagini delle opere di Fabio Giampietro e Troilo sono state scelte da Npunto per la realizzazione di una nuova serie di magnetic wallpapers sulla migliore espressività contemporanea, che l’Architetto Alberto Gioia, ideatore di questi straordinari allestimenti, e sono state presentate presso la sua White House a Bologna il 25 gennaio scorso. Singolare ed unico è il magnetismo che accomuna le opere di Fabio Giampietro e Troilo, così come ci illustra nel suo testo di presentazione il curatore Alberto Mattia Martini: “Il medico e alchimista Paracelso equiparava l’immaginazione ad un magnete, sostenendo che con la sua forza attira gli oggetti del mondo esterno all’interno dell’uomo per poi trasformarli. La fantasia, l’immaginazione dunque, come elemento dominante, direi imprescindibile nella vita di ogni uomo, un magnete che attira a sé l’anima del quotidiano, per poi trasfigurarla in essenza vitale. ‘L’uomo - continua Paracelso - è ciò che pensa e anche la cosa che lui pensa. Se egli pensa un fuoco, egli è fuoco’. Ecco l’importanza, il valore inalienabile della mente, anzi del vincolo a cui l’individuo non può esimersi di rinunciare: quello tra il corpo e il pensiero. L’uomo, o meglio l’intera umanità sono protagonisti indiscussi da sempre, sia nelle opere di Troilo, sia in quelle di Fabio Giampietro. Nel primo il soggetto, il corpo, le proporzioni, la struttura, le membra, i fasci muscolari, dopo essersi liquefatti all’unisono con il potere della mente, trovano un’esplosione carnale, dove ogni senso, avvolto dalla tensione generatrice, partecipa all’azione originando l’entità ancestrale dell’artista. Apparentemente assente nelle opere di Giampietro, l’uomo è invece più che mai anche qui imperante, immerso nella città a prima vista disabitata, aleggia in ogni dove indagando la metropoli da un punto di vista inusuale: la vertigine. Assenza che diviene presenza, un’ebbrezza i cui effetti sembrano accedere al territorio psichico della sindrome di Stendhal, per poi mutare come in un procedimento alchemico in una metromorfosi tra uomo e città. Se il magnetismo è la proprietà di alcuni corpi di attirare oggetti, concentrando tale capacità tra due poli, uno positivo e l’altro negativo, l’espressività di Giampietro e Troilo, pur nella differenza visiva e rappresentativa, produce una forza altrettanto magnetica, che attrae involontariamente a sé lo sguardo. Magnetismi attrattivi, forze “irrespingibili”, alle quali è impossibile sottrarsi, elementi che raccolgono l’energia dell’universo, che reggono l’equilibrio dei pianeti nelle loro orbite e che qui divengono fonte d’ispirazione per la potenza espressiva e creativa dell’artista. Un’attrazione impossibile che diviene realizzabile nel suo equilibrio formale e strutturale, giocando con i contenuti e le immagini ed invadendo lo spazio; quell’intimità assoluta, che viaggia libera tra le onde del campo magnetico. Corpi, luoghi, città, spazi segreti o resi pubblici, tenuti spesso volutamente inaccessibili ai più, ma perennemente dischiusi al sogno simbiotico. Anche l’uomo possiede magnetismo, un campo elettromagnetico che si produce continuamente e come nel caso di Giampietro e Troilo si manifesta in eccedenza, a tal punto da non poter essere costretto, eruttando come un vulcano in piena enfasi vitale. Se tutti i nostri organi producono energia, il campo magnetico più ampio è creato dal cervello, in ogni istante della nostra vita, anche nel momento del sonno, una sorgente inesauribile di vigore, irrompe nella catarsi per mostrare e mostrarsi al mondo. I due artisti raccolgono l’invito celebrale e si abbandonano in funamboliche contorsioni mentali; è la ricerca d’infinito che pervade la mente di Giampietro, nel tentativo di condurci oltre il limite non solo visibile, ma vivibile, un mondo che tende al sublime, una vibrazione degli occhi che si propaga come un’affezione all’intero corpo e alla quale non ci si può esimere. La città è il cuore che pulsa, una calamita che seduce, incanta, inebria a tal punto da prendere le sembianze di chi la abita. I grattacieli, gli spazi strutturali, come afferma Rem Koolhaas in Delirious New York, non devono essere indagati attraverso la struttura architettonica, bensì analizzando la psicologia di chi li ha progettati. Le opere danno vita ad una struttura morfologica nata dall’euritmia tra artefice, pensieri, paure, sogni e desideri. Nel caso di Troilo le tele trovano consistenza estetica nel famoso carpe diem, un centro nel quale convergono infinite frecce, ognuna con una sottile differenza emozionale, che permette al corpo di esplodere sé stesso e quindi di assumere di volta in volta una postura emotiva, insita nel profondo e fino a tale momento mai emersa. Un battito primordiale, che l’artista esegue con le mani, con le dita, prima immergendole nella vernice e poi colpendo la tela come fosse un tamburo sul quale ritmare e scandire il fremito non del colore ma del cuore. Immersi quindi tra il bianco e il nero di realtà apparentemente limitate a due gradazioni cromatiche, veniamo contrariamente imprigionati tra le maglie di mondi magnetici, che lottano contro monotoni ed asfissianti conformismi, certi che il sogno e l’immaginazione siano il preambolo per la libera identità.”. La scelta dell’Architetto Alberto Gioia di realizzare con le opere di Fabio Giampietro e Troilo per Npunto una prima serie di allestimenti in magnetic wallapapers dedicati all’arte contemporanea non è quindi casuale. E’ stata colta nelle opere dei due artisti questa forza di attrazione, che si coniuga perfettamente con la filosofia progettuale che sta alla base della concezione architettonica di questi allestimenti, che da elementi estetici di design divengono allo stesso tempo artistici. Il materiale su cui sono riprodotte fotograficamente le opere può essere anche il supporto per creazioni uniche realizzate dagli artisti. Dal 26 gennaio al 26 febbraio 2011 presso la galleria Spazio Testoni sarà visibile l’esposizione delle opere di Fabio Giampietro e Troilo “Magnetismi”, oltre alle due opere uniche create appositamente dagli stessi artisti su magnetic wallpapers di Npunto. Per informazioni: Spazio Testoni Via D’azeglio n. 50 – 40123 Bologna Tel. +39 051 371272 +39 051 580988 +39 3356570830 www.Giannitestoni.it  la2000+45@giannitestoni.It    
   
   
RIMINI (CASTEL SISMONDO): CIARROCCHI. OPERE SCELTE – FINO AL 27 MARZO 2011  
 
Ad Arnoldo Ciarrocchi (Civitanova Marche 1916-2004) viene dedicata questa antologica che raccoglie, dal 5 febbraio al 27 marzo 2011 a Castel Sismondo, opere provenienti dalla collezione di famiglia dell´artista. Incisore tra i maggiori del secondo Novecento italiano, Ciarrocchi si distingue per la raffinatezza tecnica e per l´inconfondibile sensibilità del segno grafico, caratterizzato da potenza e luminosità, ma soprattutto per la sua copiosa produzione che spazia dall´incisione ai dipinti e agli acquerelli. Questa retrospettiva è un ulteriore, qualificato, momento del progetto di affiancare, a Castel Sismondo, grandi interpreti del contemporaneo italiano ai capolavori impressionisti e del Salon e a Caravaggio e ai Maestri del Seicento. Marco Goldin, ancora una volta, conferma così la scelta di offrire al pubblico delle mostre "storiche" una qualificata occasione per avvicinarsi all´arte contemporanea. In questo progetto, il curatore è affiancato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, che con Linea d´ombra, propone anche questa mostra, e dal Gruppo Euromobil dei Fratelli Lucchetta, main sponsor di tutte le mostre riminesi di questa stagione. Considerato tra i migliori incisori contemporanei per la sensibilità del segno grafico, Ciarrocchi è un sensibile interprete della cultura marchigiana non solo nell´incisione ma anche nei dipinti a olio e negli acquerelli. I suoi quadri hanno come soggetto preferito le figure, soprattutto figure femminili, ma anche paesaggi, che risentono dell´influenza di Morandi per la volumetrica concisione con cui sono definite case e vegetazione e per i dosati accostamenti tonali. Peculiare di Ciarrocchi è invece la continua ricerca di sintassi compositiva e di studio dell´influenza della luce sulle forme naturali; il lavoro costante sullo spazio e sulla luce, in particolare sulla luce delle albe adriatiche che caratterizzano molti dei suoi paesaggi marchigiani e che trasfigurano il reale in una dimensione interiore che lo avvicina alla pittura della Scuola Romana. Conosciuto e apprezzato come incisore e pittore, Ciarrocchi si dedica anche all´acquerello, realizzando una copiosa e sistematica produzione che rappresenta un unicum nel panorama contemporaneo. Immediatamente gli vengono riconosciute capacità e sapienza nel trattare questo linguaggio espressivo al punto da considerarlo perfettamente congeniale alla sua poetica. Una poetica caratterizzata da un´espressività vibrante ed emotiva, che raggiunge il suo vertice espressivo negli acquerelli della serie Paesaggi dell´Asola, realizzati fino agli anni novanta. Compiuti gli studi all´Istituto d´arte di Urbino, nel 1937 Ciarrocchi si trasferisce a Roma, dove lavora come torcoliere presso la Calcografia Camerale per diciassette anni. Nel 1951 espone alla Galleria Vigna Nuova di Firenze cento acqueforti e ottiene il premio per l´incisione alla prima Biennale internazionale d´arte di San Paolo in Brasile, cui faranno seguito numerosi e prestigiosi riconoscimenti. Nel 1956 diviene insegnante di Tecnica Incisoria all´Accademia di Belle Arti di Napoli; le sue opere saranno poi presenti alla Biennale di Venezia nel 1962 e alla Quadriennale di Roma nel 1976. Info e prenotazioni: www.Lineadombra.it    
   
   
PARMA: PRIMA EDIZIONE DI ARTISTINMOSTRA  
 
La fiera interamente dedicata agli artisti e agli appassionati d’arte contemporanei, che finalmente mette in rapporto diretto gli autori e le loro opere con il mondo di chi ama l’arte. Due i week-end coinvolti, a cavallo tra febbraio e marzo 2010, in concomitanza con Mercante In Fiera Sabato 26 e domenica 27 febbraio 2011 inaugurerà a Parma Artistinmostra, il primo appuntamento fieristico italiano nel quale autori e appassionati d’arte potranno incontrarsi e dialogare tra loro, contrattando personalmente le opere d’arte presentate nella rassegna. Ad esporre saranno singoli artisti e associazioni d’artisti, con opere espressione delle più diverse forme d’arte: dalle tradizionali discipline quali la pittura, la scultura, la grafica e la fotografia, ai linguaggi più moderni quali i video, le installazioni, i mixed media. Artistinmostra vuole essere una manifestazione ad alta attrazione di pubblico, ma non solo; tesa alla promozione degli artisti e alla scoperta di nuovi talenti, si presenta come un’occasione per esplorare le proposte della creatività contemporanea, densa di stimoli, curiosità, emozioni, in cui l’avvicinamento all’arte avviene liberamente, senza alcun condizionamento da parte del mercato, con un approccio diretto e spontaneo. Un evento che potrà tradursi anche in opportunità di acquisto e investimento, con opere di costo accessibile e ampio panorama di proposte, in risposta alle molteplici aspettative. A supportare l’iniziativa, Artistiweb.it, la fiera on line che - dal primo febbraio 2011 fino alla fine dell’anno - si porrà come luogo di incontro privilegiato tra creatori e amanti dell’arte: una vetrina in cui l’artista esporrà senza filtri e intermediari e dove chi fosse interessato alla sua opera potrà facilmente contattarlo, per approfondire la conoscenza del suo lavoro e trattare un eventuale acquisto con agilità, abbattendo le frequenti inibizioni e complessità di un acquisto mediato. Tra i progetti ideati per la manifestazione, tre concorsi quali: - il premio della critica, che vedrà - domenica 27 febbraio alle ore 12 – assegnare, da parte di Philippe Daverio, 5.000 euro all’autore dell’opera ritenuta di maggior interesse da parte di una commissione composta da Giovanna Cassese, direttrice dell’Accademia di Belle Arti di Napoli; Eugenio Carlomagno, direttore dell’Accademia di Belle Arti di L’aquila; Riccardo Romagnoli, direttore dell’Accademia di Belle Arti Santa Giulia di Brescia; Silvia Casanova, giornalista che cura con periodicità una rubrica d’arte per il settimanale ‘Oggi’ e Pier Paolo Mendogni, critico d’arte della Gazzetta di Parma. Le opere saranno pubblicate in anteprima sul web, rispetto alla data di inaugurazione, da parte degli artisti partecipanti, in modo da facilitare l’intera operazione. - il premio dei galleristi, che vedrà - domenica 27 febbraio alle ore 12 – assegnare 2500 euro all’autore dell’opera ritenuta di maggior interesse da parte di una commissione composta da tre galleristi rispettivamente del Nord, Centro e Sud Italia. L’artista sarà inoltre coinvolto nell’illustrazione di un libro per bambini, che inaugurerà il primo volume di una collana a cura di Campanotto Editore. Anche in questo caso, le opere saranno pubblicate in anteprima sul web, rispetto alla data di inaugurazione, da parte degli artisti partecipanti. - il premio del pubblico, che vedrà – domenica 6 marzo alle ore 12 – assegnare 5000 euro all’artista che sarà stato più votato dai visitatori in fiera e sul web. Tale somma andrà in parte a coprire la realizzazione di un intervento all´interno della Clinica pediatrica dell’Azienda Ospedaliero-universitaria di Parma. Un progetto nato dalla collaborazione con il Prof. Sergio Bernasconi, direttore del dipartimento dell’età evolutiva dell’Università di Parma, che non vuole essere un episodio isolato, ma proseguire anche negli anni a venire, alla luce del nascente Ospedale dei bambini; anche per questo si è scelto di affidare agli artisti vincitori l’interpretazione delle fiabe tratte dal libro “L’isola degli smemorati” di Bianca Pitzorno, dedicate alla Dichiarazione dei diritti del bambino, approvata dall´Onu il 20 Novembre 1959, sui temi dell’uguaglianza, della dignità, della sicurezza, delle cure speciali, dell’affetto, del soccorso, dell’educazione dell’identità, della tutela, della pace. Con venerdì 4, sabato 5 e domenica 6 marzo, Artistinmostra, accessibile per la concomitanza con Mercante in Fiera con un biglietto unificato che permetterà di visitare entrambe le manifestazioni, chiuderà la sua prima edizione, rinnovando l’invito a ritagliarsi un momento di relax all’insegna dell’arte e del divertimento nella splendida città di Parma e del suo ricchissimo territorio  
   
   
SPLENDIDI SCENARI AL CHIARO DI LUNA  
 
Il 19 febbraio - escursione serale al Parco Regionale del Corno alle Scale (Emilia-romagna) Luna Piena Sul Crinale Itinerario serale guidato oltre il limite degli alberi per raggiungere il Rifugio Duca degli Abruzzi situato nei pressi del Lago Scaffaiolo sul crinale appenninico. Ritrovo alle ore 18.00, rientro alle ore 23.30 con sosta e possibilità di cena presso il rifugio. Costo: Euro 15,00 compreso il noleggio (esclusa la cena). Attività della Cooperativa Madreselva patrocinata dal Parco Corno alle Scale. Prenotazione obbligatoria. Per ulteriori informazioni: Tel. 0534/51761 - Email: promozione@parcocornoallescale.It  Altre info sul Parco del Corno alle Scale http://www.Parks.it/parco.corno.scale Il 19 febbraio - escursionismo e gastronomia al Parco delle Alpi Marittime (Piemonte) Il Bousset Al Chiar Di Luna Escursione con le ciaspole nel Vallone del Bousset da Entracque (Cn) a Trinità accompagnati dai guardiaparco. All´arrivo rientro cena al rifugio del Parco "Locanda del Sorriso" e ritorno al punto di partenza. Per partecipare è necessario avere abbigliamento termico e una torcia elettrica. Dislivello: 250m circa. Tempo di salita: 1,30 ore ca. Difficoltà: facile. Rientro previsto: ore 23.30 ca. Costo: 26 Euro (accompagnamento e cena). Info e prenotazioni: Parco Alpi Marittime - Tel. 0171/978616. Prenotazione obbligatoria entro ore 13.00 del giorno precedente l´uscita (l´ora e il punto di ritrovo saranno comunicati all´atto dell´iscrizione). Altre info sul Parco delle Alpi Marittime http://www.Parks.it/parco.alpi.marittime  Il 19 febbraio - attività invernali al Parco dell´Adamello (Lombardia) Passeggiata Con Le Racchette Da Neve Sotto Le Stelle Passeggiata con le racchette da neve sotto le stelle della Val Sozzine e cena in rifugio/trattoria. Ritrovo presso la Casa del Parco dell´Adamello di Vezza d´Oglio (Bs) alle ore 17.30. Per informazioni e iscrizioni: Casa del Parco Sede di Vezza d´Oglio - Alternativa Ambiente Via Nazionale, 132 - 25059 Vezza d´Oglio (Bs) - Tel/fax 0364/76165 - E-mail: sedevezza@parcoadamello.It  - Sito web: www.Alternativaambiente.com  ; Parco Regionale dell´Adamello Piazza Tassara, 3 - 25043 Breno (Bs) - E-mail: info@parcoadamello.It  - Sito web: www.Parcoadamello.it  Altre info sul Parco dell´Adamello http://www.Parks.it/parco.adamello  Il 19 febbraio - ciaspolata al Parco Naturale Orsiera Rocciavrè (Piemonte) La Cena Della Luna Anche quest´anno, visto il grande successo delle edizioni passate, le Guide del Parco ripropongono in collaborazione con il rifugio Selleries le cene della Luna. Si ciaspola al chiarore del nostro satellite, si conosce l´aspetto notturno dell´ambiente del Parco, se si è fortunati si incontrano le tracce di camosci e caprioli e magari li si può anche scorgere da lontano. L´atmosfera ovattata dalla neve rende ancora più suggestivi la visuale (gli alberi proiettano le loro ombre sul sentiero) e l´ascolto dei rumori notturni, perchè anche al buio c´è vita nel Parco... Si sente il fruscio degli ungulati che calpestano le foglie, gufi, civette e allocchi accompagnano con i loro versi il cammino. Se il tempo è sereno, accompagnati dal chiarore della luna piena non sarà necessario far uso di torce elettriche. Il ritrovo è alle 16.00 presso il Centro di Soggiorno di Pra Catinat. Insieme alla Guida del Parco Orsiera si partirà alla volta del rifugio Selleries, dove si cena in compagnia. Dopo la cena si farà ritorno alle auto, con partenza verso le 22.00 e rientro previsto al parcheggio intorno alle 24.00. La quota di partecipazione è 10 Euro a persona per la guida (gratis fino a 14 anni), 16 Euro a persona per la cena. Sono a disposizione gratuita dei partecipanti racchette da neve per adulti e bambini. La novità di questa edizione è la possibilità di affittare anche il kit di soccorso con Arva, pala e sonda (10 Euro). Per informazioni e prenotazioni: Guide del Parco - 3Valli Ambiente&sviluppo s.R.l. - Tel. 0122/640069 - 320/4257106 -guide.Parco.orsiera@ruparpiemonte.it  oppure Rifugio Selleries 0121/842664. Altre info sul Parco Orsiera Rocciavrè http://www.Parks.it/parco.orsiera.rocciavre  Il 19 febbraio - escursione con racchette da neve al Parco Naturale del Mont Avic (Valle d´Aosta) Ciaspolata Notturna (Luna Piena) Racchette e bastoncini potranno essere noleggiati dall´A.s.d. Namastè o presso l´Hotel Parc Mont Avic di Covarey. Per le notturne i partecipanti dovranno dotarsi di lampade frontali. Per chi lo desidera ci sarà la possibilità, al termine delle uscite notturne, di cenare presso il ristorante dell´Hotel Parc Mont Avic di Covarey (al momento della prenotazione si prega di comunicare l´eventuale interesse). Per informazioni e prenotazioni rivolgersi, entro le ore 10.00 (o le ore 17.00 per le notturne) del giorno precedente, all´A.s.d. Namastè (cell. 335/7598403 oppure 339/5813792). Altre info sul Parco del Mont Avic http://www.Parks.it/parco.mont.avic  Il 19 febbraio - emozionante avventura al Parco Naturale della Collina Torinese (Piemonte) Escursione Notturna: Un Bosco Di Luna Emozionante avventura nei boschi del Parco della Collina Torinese. Suggestiva escursione notturna alla scoperta del bosco al chiaro di luna. La luna e il bosco, un´escursione intervallata da racconti e curiosità sulla luna e il mondo naturale, leggende e racconti che collegano il bosco e la luna. Ritrovo alle ore 21.00. Quota: 8 Euro adulti, 5 Euro bambini. Prenotazione obbligatoria. Per informazioni e prenotazioni: Centro Visite del Parco Naturale della Collina Torinese - Tel. E Fax 011/8903667 - E-mail: centrovisite@collinatorinese.Org  Altre info sul Parco della Collina Torinese http://www.Parks.it/parco.collina.torinese  Il 19 e 20 febbraio - natura e fotografia al Parco Naturale dell´Alta Valle Antrona (Piemonte) Due Giorni Sulla Neve: Sci, Ciaspole, Fotografia E Buon Cibo! Due giorni sulla neve con Roberto Bianchetti Fotografo e Erika guida di Accompagnatur. Il 19 e 20 febbraio 2011 nel Parco Naturale dell´Alta Valle Antrona due giorni con uscite con sci e ciaspole ed introduzione alla fotografia di montagna. Accoglienza presso il Rifugio Cai Novara a Cheggio. Costo: Euro 80. Per informazioni e iscrizioni rivolgersi al Rifugio Cai ai seguenti recapiti: Tel. 0324/575977 oppure E-mail: mariano@rifugionovara.Com  Altre info sul Parco Alta Valle Antrona http://www.Parks.it/parco.alta.valle.antrona  Il 20 febbraio - sulla neve al Parco Fluviale Gesso e Stura (Piemonte) 2^ Ciaspolata Della Valle Stura Gara agonistica e passeggiata non competitiva con racchette da neve valida come combinata "Granda in Ciaspole". Possibilità di noleggiare le racchette e ricchissimo e simpatico omaggio ai primi 700 iscritti. E´ prevista anche la ciaspolata "dog". Testimonial d´eccezione la pluri-campionessa olimpica dello sci di fondo, Stefania Belmondo. Partenza da Aisone (Cn) alle ore 11.00. Servizio gratuito navetta da Cuneo e Borgo San Dalmazzo. Info: www.Vallesturasport.it ; info@vallesturasport.It  Altre info sul Parco Gesso e Stura http://www.Parks.it/parco.gesso.stura  Il 20 febbraio - con le racchette da neve al Parco dell´Etna (Sicilia) Itinerario: Monti Silvestri - Schiena Dell´asino Escursione guidata con le racchette da neve. Raduno presso il Rifugio Sapienza alle ore 9.00. Percorso di media difficoltà. Durata media: 5 ore. Le prenotazioni dovranno essere effettuate telefonando il venerdì precedente l´escursione (dalle ore 9.00 alle ore 12.00) al numero 095/821240. Altre info sul Parco dell´Etna http://www.Parks.it/parco.etna Il 20 febbraio - splendidi scenari al Parco Naturale Regionale di Portofino (Liguria) Al Passo Del Bacio Domenica 20 febbraio per festeggiare, anche se con qualche giorno di ritardo, la giornata di San Valentino il Parco di Portofino organizza una passeggiata nello splendido scenario del Monte, lungo il sentiero che da San Rocco di Camogli, passando dalle Batterie, arriva al Passo del Bacio. La località è uno strapiombo che si affaccia di lato al sentiero, tra le rocce a picco sul mare, emozionante in tutta la sua selvaggia bellezza, ma da percorrere con molta attenzione, come sempre si deve fare quando si percorrono i sentieri scoscesi che attraversano la macchia mediterranea. L´appuntamento è alle ore 9.30 davanti Chiesa di San Rocco di Camogli (Ge). Fine dell´escursione alle 13.00 circa a San Rocco. Itinerario: San Rocco - Passo del Bacio - San Rocco. Difficoltà: escursione semplice. Attrezzatura consigliata: scarpe da trekking. La partecipazione all´escursione è gratuita. L´escursione è garantita con un minimo di 5 persone. Prenotazione obbligatoria entro le ore 17.00 del venerdì allo 0102345636 oppure entro le 12.00 del sabato al 3420025745. Altre info sul Parco di Portofino http://www.Parks.it/parco.portofino   
   
   
NAPOLI (MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE): “IL CRISTO RIVELATO” DI FELICE TAGLIAFERRI - DAL 26 FEBBRAIO AL 13 MARZO 2011  
 
Giunge a Napoli, presso il Museo Archeologico Nazionale, nella sala accanto alla prestigiosa Collezione Farnese, il 26 febbraio e fino al 13 marzo, il “Cristo Rivelato” di Felice Tagliaferri. Per la prima volta questa sede, che è uno dei primi museo archeologici costituiti in Europa tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento, accoglie una nuova forma d’arte a forte valenza sociale. L’inaugurazione si apre con il convegno sull’accessibilità e fruibilità del patrimonio artistico-culturale del territorio, “L´arte è uguale per tutti” alle ore 9.00. Una scultura che nasce con una storia speciale. Sua fonte di ispirazione è infatti il “Cristo velato” di Giuseppe Sanmartino, nella Cappella Sansevero di Napoli, uno dei maggiori capolavori della scultura, che fu impedito di vedere a suo modo, cioè con le mani, allo scultore Felice Tagliaferri, cieco dall’età di 14 anni. Questo episodio accadde nell’aprile del 2008 e da questo divieto nasce l’idea di Tagliaferri: realizzare una sua personale versione della scultura, il “Cristo Rivelato”, una scultura tattile dal doppio significato, "velato per la seconda volta" e "svelato ai non vedenti”, che possono leggere la pietra toccandola con le mani. La scultura, 180x80x50 cm, è realizzata a partire da un blocco di marmo sbozzato da artigiani con la supervisione dell’artista, che l´ha portata a compimento tra il 2009 e la fine del 2010. La tattilità permette di penetrare la durezza del marmo, con una percezione totale che va dalle superfici scabre e tormentate a quelle nitidamente levigate; inoltre rendere disponibile questa scultura alla fruizione tattile significa dimostrare che un blocco di pietra non può rovinarsi a causa dello sfioramento effettuato da mani esperte. Per questo motivo le guide sono non vedenti, formate dallo stesso scultore non vedente Felice Tagliaferri. La mostra è organizzata dall´Unione Nazionale Italiana Volontari Pro Ciechi (Univoc) di Napoli e dall’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Napoli. L’univoc, dopo la positiva esperienza di tre anni fa con il Museo Omero e la rassegna Toccare l’arte “Vedere con le mani”, ripete l’esperienza di mostra tattile con il Cristo Rivelato. Il convegno “L´arte è uguale per tutti” prevede interventi di Roberto Farroni e Aldo Grassini, rispettivamente Presidente e Fondatore del Museo Tattile Statale Omero, Giampiero Griffo, responsabile della Sezione sulle diversità della Biblioteca Nazionale di Napoli, Loretta Secchi, Curatrice e Responsabile del Museo Tattile di Pittura Antica e Moderna "Anteros" di Bologna, Marco De Gemmis, Museo Archeologico Nazionale, e Annalisa Porzio, responsabile Servizio Educativo Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Napoli e Provincia. Orari: tutti i giorni, escluso il martedì, dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00 Info e prenotazioni: 347.8449887 oppure scrivere a univocna@univoc.Org . Le visite sono rivolte anche alle scolaresche. Museo Archeologico Nazionale: 081.292823 (Piazza Museo Nazionale, 19)  
   
   
ARCHITETTURE MODERNISTE IN REPUBBLICA CECA  
 
Come un grande libro di storia sotto il cielo, ricco di capitoli come pochi altri in Europa, la Repubblica Ceca ha immortalato nelle sue “pagine” vicende, pensieri, mode e stili di ogni epoca, dai tempi antichi a quelli moderni. E se nei primi capitoli condivide e intreccia con altri territori esperienze e testimonianze, è sfogliando le pagine più recenti che si assiste all’affermarsi di un’identità ceca, che prende forme ed espressioni uniche. In Repubblica Ceca più che altrove sono le pietre a raccontare: un patrimonio architettonico straordinariamente vasto e variegato, che nel Xx secolo si fa addirittura unico: è infatti solo qui che il cubismo –nato in Francia in pittura e scultura- rivoluziona l’architettura. Ecco allora che nell’odierna Cechia, accanto ad antiche vestigia, monumenti del passato ed edifici nostalgici, troviamo anche un inno di mattoni e cemento al nazionalismo, alla nuova Repubblica, alla libertà, a un nuovo corso della storia insomma. Da Jan Kotera e Josef Gocar in poi, i grandi architetti cechi, ridisegnano letteralmente il volto del proprio Paese, sottolineandone modernità, rinascita, progressismo, operosità, sobrietà e ottimismo. Accanto ai capolavori gotici, rinascimentali, barocchi, neorinascimentali, Liberty (stile che qui, come a Vienna e a Budapest, si chiama Secessione), ecco allora il boom delle avanguardie: Cubismo e Funzionalismo. Rintracciamoli a Praga e nel resto del Paese, imparando a leggere tra i mattoni… Cambia Il Mondo, Cambiano Le Citta’ Tra il Xix e il Xx secolo il concetto di architettura viene stravolto dal progresso. Con l’avvento dell’industria e con i grandi cambiamenti politici e sociali, non si tratta più “semplicemente” di costruire edifici e opere pubbliche. I nuovi architetti si trovano a disporre di nuovi mezzi, tecnologie e materiali –come il cemento armato- ma anche a rispondere a nuove esigenze. I progetti devono essere funzionali e innovativi ma devono anche tener conto di nuovi standard estetici. Inizia così l’architettura moderna, espressione della vita sociale e lavorativa dell’epoca, che nell’allora Cecoslovacchia ebbe modo di esprimersi al meglio e di raggiungere livelli internazionali. Ispirati agli studi urbanistici di Le Corbusier, nascono quartieri e persino città nuovi, modernissimi. Jan Kotera Apre Al Futuro. E Fa Scuola. Jan Kotera, nato a Brno in Moravia nel 1871 e morto nel 1923 a Praga, frequentò un corso di architettura all’Accademia delle Belle Arti di Vienna, diretto da Otto Wagner. Durante gli studi ebbe modo di conoscere architetti di fama internazionale. Rientrato in patria, abbandonò ben presto lo stile della Secessione -che con le linee fluide e armoniose e la predilezione per i decori già rompeva con gli stili tradizionali, volti alla geometrizzazione delle forme- e, influenzato dall’architetto americano Frank Lloyd Wright, si dedicò a un nuovo concetto di architettura che da un lato ottimizzava la funzione dell’edificio e dall’altro ne esaltava l’estetica. Gli edifici firmati da Kotera, considerato il fondatore del modernismo in Cechia, sono asimmetrici ma equilibrati, ricchi nelle forme ma semplici negli spazi, funzionali ma artistici. Sono opera di Kotera numerose ville private, a partire dalla propria a Praga, Palazzo Lucerna, la facoltà di legge dell’Università Carlo sempre nella capitale, il Museo della Boemia Orientale a Hradec Kralove e alcune tombe-monumento nel cimitero ebraico di Praga. Nel 1911 Kotera collabora anche al progetto della villa di Tomas Bat’a, famosissimo imprenditore del settore calzaturiero il cui marchio –Bata, dall’apostrofo quasi impercettibile nel logo- ha oggi raggiunto ogni angolo del mondo. Bat’a fondò il suo impero a Zlin e qui volle una “città ideale per lavoratori felici”. Kotera fu supervisore del progetto per il nuovo villaggio operaio di Bat’a, la cui realizzazione fu poi portata avanti da Frantisek Gahura, suo allievo. Nacquero così moderni quartieri di casette in mattone, tutte uguali, squadrate e con i tetti piatti, fornite di giardinetto e distribuite attorno a piazze, scuole, ospedali e tutto quanto poteva servire agli operai per una vita sana e soddisfacente. Oggi a Kotera è dedicato un albergo-monumento a Ratbor u Kolina, in Boemia. L’hotel Chateau Kotera (www.Hotelkotera.cz) è ospitato nel castello che lo stesso Kotera progettò per la famiglia Mandelik, proprietaria di uno zuccherificio, tra il 1911 e il 1913. Anche gli arredi, ancora originali, portano la firma del grande architetto. L’allievo Supera Il Maestro. Nasce Il Cubismo. Alla scuola di Kotera si forma anche Josef Gocar, firma destinata a stravolgere l’architettura ceca. E’ lui il padre del Cubismo, che come detto solo qui raggiunge espressioni degne di nota in architettura. Gocar, nato nel 1880 a Semin nei pressi di Prelouc e morto nel 1945 a Jicin, fonda in Cechia un vero e proprio movimento artistico, con tanto di programma, di cui fu teorico il collega Pavel Janak. Quello cubista è uno stile rivoluzionario, partito nella pittura dagli insegnamenti dei francesi Picasso, Braque e Derain che stravolgono il modo di rappresentare il mondo. L’idea è di superare il tradizionale concetto di prospettiva, presentando l’oggetto da più punti di vista. Dopo Parigi, Praga ne diviene la seconda capitale e trasla gli insegnamenti cubisti in architettura. Gli edifici adottano così facciate spezzate con forme geometriche astratte, senza però mai dimenticare l’ambiente e il contesto in cui sorgono. Secondo i cubisti, il cubo è la figura che sta alla base di ogni altra. Ecco allora che nelle architetture ceche esordiscono cubi, esagoni, incastri geometrici e figure dodecaedriche. Sono di Gocar anche l’edificio-simbolo del Cubismo ceco -la Casa della Madonna Nera di Praga, che con le sue linee pulite e geometriche contrasta la facciata barocca, e che ospita il Museo del Cubismo Ceco (www.Ngprague.cz ), con tanto di Caffè cubista-, le terme Bohdanec, Villa Bauer a Libodrice non lontano da Kolin, la chiesa di San Venceslao Vrsovice a Praga e i Magazzini Wenke di Jaromer. Nella capitale, cuore del modernismo in tutte le arti, portano invece la firma di Josef Chochol -insieme a Gocar massimo esponente dell’architettura cubista praghese- l’elegante Villa Libusina modellata in puro stile cubista con la sua facciata di geometrie e simmetrie e le cosiddette Tre Case Cubiste (un tripla villa familiare) di Rasinovo nabrezi. A Chochol si devono anche altre ville e palazzi a Vysehrad. Tra le altre opere singolari della Praga cubista, segnaliamo quelle di Emil Kralicek e Matej Blecha, come il Lampione di Jungmannovo namesti nascosto dietro il palazzo funzionalista di Bat’a e Casa Diamant, considerata un insolito e raro esempio di “elettro-cubismo” per i neon e le insegne luminose al pianterreno. Il Cubismo Si Fa “Morbido”: E’ Rondocubismo. Dal cubismo nasce anche il rondocubismo. La parola suggerisce forme più morbide e infatti gli spigoli e le linee geometriche –come dimostra Palazzo Adria (1925) a Praga, opera di Pavel Janak e Josef Zasche e massima espressione della nuova tendenza architettonica- vengono arrotondati. In realtà dietro al rondocubismo si nasconde molto di più: un fiero senso nazionalista, ritrovato con l’indipendenza dopo la Guerra. Nell’architettura si decide di infondere valori tipici della cultura slava. Nel nuovo stile “patriottico” prevalgono la creatività popolare, i colori nazionali (bianco e rosso) e dettagli decorativi a forma circolare e semicircolare. Questi ultimi sono addirittura ridondanti nella facciata dell’ex Banca delle Legioni (1932), altro raro esempio di rondocubismo. Questo stile avrà vita breve, presto condannato dalla generazione successiva, che lo giudica superficiale e inutilmente nazionalista, e promuove invece una nuova architettura che sfrutti le potenzialità dei materiali moderni –acciaio, vetro e cemento- e che degli edifici esalti la funzionalità. E’ Arrivato Il Funzionalismo Nasce così il funzionalismo, che tra le due guerre in una Cecoslovacchia prospera e progressista rispetto ai suoi vicini, trova le condizioni ideali per affermarsi. A fargli da apripista è l’architetto austriaco di origini morave Adolf Loos (1870-1933), attivo in Boemia e Moravia secondo il motto “ogni ornamento è un crimine” e con un preciso obiettivo: realizzare edifici razionali che ben si prestino alla funzione sociale cui sono destinati. Da qui il nome di funzionalismo, appunto. Il nuovo movimento rivoluzionerà tutta l’edilizia abitativa e sociale di Praga e di Cechia. Sono di Loos la villa modernista per la famiglia Müller nella periferia di Praga, inizialmente contestata ma poi fonte d’ispirazione per le ville del quartiere-giardino attorno agli studi cinematografici di Barrandov, sopra la Moldava. I capolavori del funzionalismo a Praga sono però il Palazzo delle Esposizioni (1928), a firma di Josef Fuchs e Oldrich Tyl, che attirò l’attenzione anche di Le Corbusier con il suo interno dalle linee pure e i volumi perfetti; il centro commerciale Bat’a inaugurato nel 1929 in piazza Venceslao; i palazzi rivestiti di ceramica (per contrastare i vapori provenienti dalla Stazione Centrale) dell’Istituto pensionistico in piazza Winston Churchill, nel quartiere Zizkov; numerosi palazzi per uffici ed edifici commerciali dalle strutture in cemento armato e dalle caratteristiche bande orizzontali di finestre e la colonia Baba, tipico esempio di quartiere funzionalista dalle abitazioni-scatola, con finestre a fascia continua, ampi balconi e interni destrutturati. A Brno, capoluogo della Moravia, sorge invece la più grande opera del celebre architetto funzionalista tedesco Ludwig Miese van der Rohe. Villa Tugendhat, costruita senza limiti di costo e con materiali pregiati, è oggi sotto tutela Unesco come Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Tra gli architetti funzionalisti cechi ritroviamo ancora Josef Gocar e tra i promotori del funzionalismo l’illuminato Bat’a. Il Viaggio Verso Il Domani Continua La Praga che rompe con il passato, non lo rinnega ma nemmeno lo rimpiange nel suo slancio verso il futuro, dopo le ultime declinazioni del funzionalismo si affaccia alla seconda metà del Xx secolo con nuove architetture, sempre avveniristiche. Edifici moderni che nella ricerca di linee pulite e nell’abolizione del superfluo e del decoro si fanno austeri, solenni, indipendentemente dalla loro funzione. E’ il realismo socialista dell’Hotel Crowne Plaza, che richiama i grattacieli moscoviti degli anni Trenta e Cinquanta, del Planetario dalle forme classiciste ed essenziali, dell’Hotel Jalta realizzato dall’architetto funzionalista Tenzer adattatosi alla dottrina politica del momento e di molti altri monumenti improntati al regime. E’ poi il turno dello stile internazionale e del tardo-modernismo che regalano a Praga, e al mondo intero, numerosi esemplari di architettura moderna che si attiene rigorosamente alle geometrie e alle proporzioni ma arriva comunque a concedersi qualche “colpo di testa” e a rompere gli schemi, come nell’edificio Nationale-nederlande, meglio noto come “la Casa Danzante”. La sua inconfondibile facciata perde rigidità e sembra mossa da un fremito, tanto che qualcuno in questa plasticità vede il ballo di Ginger e Fred. L’edificio, sovrastato da una cupola trasparente in filo metallico, ricorda certa architettura viennese e, accanto a quella degli architetti locali, porta la firma illustre dell’americano Frank O. Ghery. Gli Altri Appuntamenti Della Stagione 22.9.2010 – 20.3.2011 Ristoranti d’escursione di Praga Nel museo della capitale di Praga, potete conoscere le mete delle escursioni dei praghesi tramite fotografie, cartoline, film e oggetti conservati nei ristoranti. Www.muzeumprahy.cz  18.11.2010 – 3.4.2011 Barocco di Olomuc Cultura figurativa degli anni 1620-1780 Progetto espositivo di rappresentazione a Olomuc, lo scopo del quale è l’elaborazione della storia e specialmente della cultura figurativa della città e della regione di Olomuc nel periodo barocco. Www.olmuart.cz  24.11.2010 – 10.4.2011 Mostra di Karel Skreta (1610-1674) periodo ed opera La galleria Nazionale di Praga in collaborazione con l’amministrazione del castello di Praga ha preparato la mostra di Karel Skreta. Www.ngprague.cz  Come Arrivare In aereo Czech Airlines (Csa), la compagnia aerea di bandiera, collega con 2 voli giornalieri gli aeroporti Milano Malpensa, Bologna, Roma Fiumicino e Venezia a Praga. Check-in online, biglietto elettronico e prenotazioni voli su www.Czechairlines.it, al call center 199 309 939 o nelle agenzie di viaggio. Praga dall’Italia si raggiunge inoltre con Wizzair (www.Wizzair.com ), Wind Jet (www.Volawindjet.it ), Easy Jet (www.Easyjet.com ) e Smartwings (www.Smartwings.com ). E da novembre è operativo anche il collegamento Brno-milano (Orio al Serio) di Ryanair (www.Ryanair.com ). Ferrovie Ceche Una volta arrivati in Repubblica Ceca, il treno è tra i mezzi di trasporto migliori per poter raggiungere le diverse mete all’interno del Paese. Le Ferrovie Ceche (Ceske drahy) dispongono di una fitta rete di collegamenti interni: www.Idos.cz  In auto Per chi viaggia in automobile la strada più breve passa attraverso il Brennero per poi proseguire verso Innsbruck, Monaco di Baviera e Ratisbona fino alla frontiera. Un secondo itinerario, da preferire nei periodi di affollamento del Brennero, passa per la Svizzera attraverso il valico di Como-chiasso, prosegue verso il lago di Costanza e passa da Norimberga. Per chi invece deve deve raggiungere Brno – il capoluogo della Moravia, la strada più breve passa da Tarvisio attraversando l’Austria in direzione di Vienna. In pullman Studentagency (www.Studentagency.cz ), Eurolines (www.Eurolines.it), Tourbus (www.Tourbus.cz) Info: Ente Nazionale Ceco per il Turismo Via G. B. Morgagni, 20 – 20129 Milano Tel. 02 20422467, fax 02 20421185 info-it@czechtourism.Com  - www.Turismoceco.it  - www.133premier.Cz  Ambasciata www.Mzv.cz/rome  - Istituto culturale ceco www.Czechcentres.cz/rome  
   
   
CHIASSO (M.A.X. MUSEO): GIOVANNI BATTISTA PIRANESI - OPERA GRAFICA - 17 FEBBRAIO / 1 MAGGIO 2011  
 
All’interno del filone relativo alla “grafica storica”, il m.A.x. Museo di Chiasso propone una prima svizzera: l’esposizione dedicata alle incisioni di Giovanni Battista Piranesi (1720-1778) accompagnate dalle matrici in rame che le hanno generate. Fra l’immensa produzione calcografica piranesiana, sono proposte in mostra le rappresentazioni che costituiscono la più radicale innovazione volta ai valori dell’utopia e della modernità. Sono infatti esposte le stampe che nel Settecento mostrarono un mondo sconosciuto e non immaginabile, e che grazie alla loro suggestione - di inaudita potenza -, hanno saputo esercitare un importantissimo riferimento artistico nella cultura contemporanea. In mostra sono presentate una sessantina di incisioni, da una prima selezione delle invenzioni originali di Architetture e Prospettive (1743-50) e Fantasie architettoniche (1749), alla raccolta dei Grotteschi (1747-49), delle Carceri (1745-60) e dei Trofei (1743), per terminare con una scelta fra le più significative rappresentazioni delle Vedute di Roma (1748 e segg.) e Antichità Romane (1756). Accompagnano l’esposizione cinque matrici incise, poste a raffronto dell’opera a stampa; “rami” che permettono di comprendere la grande abilità esercitata a bulino dal maestro del primo neoclassicismo. Mai prima di allora la lastra calcografica aveva prodotto immagini con una resa degli effetti così ricca ed espressiva, e con una capacità di variazione del chiaroscuro in grado di “trasformarsi in un’equivalenza del colore”. L’esposizione delle “matrici piranesiane” è possibile grazie alla collaborazione e al prestito concesso dall’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma, unica istituzione a possederle e a detenere in esclusiva il diritto di riproduzione delle incisioni di Giovanni Battista Piranesi, e dalla Fondazione Antonio Mazzotta di Milano che possiede le “editio princeps”. La mostra è curata da Luigi Ficacci, uno dei maggiori studiosi italiani di Piranesi che ha dato alle stampe l’opera completa della produzione piranesiana, e da Nicoletta Ossanna Cavadini direttrice del m.A.x. Museo. Accompagna l’esposizione un catalogo, curato da Luigi Ficacci e Nicoletta Ossanna Cavadini, pubblicato dalla casa editrice Mazzotta di Milano, pp.128, in vendita a Fr. 38.- o Euro 28.-. Nel catalogo sono riprodotte tutte le opere esposte in mostra e vi sono le prefazioni di Maria Antonella Fusco, Direttrice dell’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma, e di Gabriele Mazzotta per la Fondazione Antonio Mazzotta; seguono i contributi di Luigi Ficacci, Nicoletta Ossanna Cavadini, Augusta Monferini e Ginevra Mariani. Tutta la manifestazione è stata realizzata con il sostegno del Dipartimento Cultura Educazione e Sport del Cantone Ticino, della Banca Stato e dell’Age. A corollario dell’esposizione, in collaborazione con il Circolo cultura insieme di Chiasso, è proposto un ciclo di tre conferenze serali sull’argomento ove sono relatori studiosi di chiara fama. In tale occasione venerdì 18 febbraio e martedì 22 febbraio il m.A.x. Museo rimarrà aperto dalle 21.30 alle 23.30. Titolo del ciclo di conferenze: Giovanni Battista Piranesi: un grande maestro dell’acquaforte Venerdì 18 Febbraio, ore 20.30 Foyer del Cinema Teatro di Chiasso Prof.ssa Maria Antonella Fusco, Direttrice dell’Istituto Nazionale per la Grafica, Roma. “Piranesiana”: verso la musealizzazione di Giovanni Battista Piranesi Martedì 22 Febbraio, ore 20.30 Foyer del Cinema Teatro di Chiasso Prof. Luigi Ficacci, Soprintendente di Bologna, Ferrara, e delle province della Romagna e Co-curatore dell’esposizione in corso al m.A.x. Museo Immaginario di fantasia e ragione nelle “Carceri” di Giovanni Battista Piranesi Martedì 1 Marzo, ore 20.30 Aula Magna delle Scuole di Chiasso Dott.ssa Ginevra Mariani, Direttrice della Calcoteca, Roma. Giovanni Battista Piranesi: la collezione di rami incisi Le conferenze sono ad entrata libera. In collaborazione con la Direzione artistica del Cinema Teatro si propone un concerto intitolato “Dal Rococò al Classicismo” in cui il passaggio epocale fra gli stilemi ridondanti del Barocco e Rococò vengono a mutare con la visione di riferimento classicista fino a creare un nuovo clima culturale, definito appunto Neoclassicismo. Il repertorio musicale comprende le musiche di J.s.bach fino ad arrivare alle alla nuove “Haydiane” di F.j.haydn. Mercoledì 6 Aprile, ore 20.30 Cinema Teatro di Chiasso “Dal rococò al Classicismo”, musiche di J..s.bach, F.j.haydn Ton Koopman -clavicembalo-, Catherine Manson -violino- Prenotazione biglietteria del Cinema Teatro cultura@chiasso.Ch  +41 (091) 695.09.14 Info: Via Dante Alighieri n. 6, Ch- 6830 Chiasso - tel. +41- (0)91-682.56.56 - info@maxmuseo.Ch  - www.Maxmuseo.ch    
   
   
GRANDE ARTE IN PICCOLI SPAZI. BASILEA E L´ARTE MODERNA. UNA RELAZIONE D’AMORE BASILEA È LA CITTÀ DELL’ARTE E DELL’ARCHITETTURA PER ECCELLENZA  
 
Su soli 37 km2 si trovano ben 40 musei, raggiungibili comodamente a piedi, per lo più attraverso le romantiche stradine della città vecchia. L’evento artistico principe dell’anno, che trasforma la città nel centro dell´arte internazionale, si celebra in giugno in occasione della più importante rassegna mondiale dell’arte, Art Basel. Con le cinque istituzioni culturali, Fondation Beyeler, Kunstmuseum Basel, Museo Tinguely, Schaulager e Vitra Design Museum, Basilea dispone di una concentrazione unica di opere d’arte e di design contemporanee. Inoltre questi musei entusiasmano per la loro affascinante architettura di Renzo Piano, Mario Botta, Herzog & de Meuron o Frank Gehry. La prima e più antica collezione di oggetti d’arte presso il Kunstmuseum (museo d’arte) e lo Schaulager (museo d’arte contemporanea) sono punti forti per gli amanti di musei. Il Museo Tinguely è dedicato alla vita e alle opere del famoso e geniale artista del ferro. La Fondation Beyeler è conosciuta ben oltre i confini di Basilea, non solo per le celebri mostre speciali. Il Vitra Design Museum è uno dei musei più importanti del mondo per il design e l’architettura. Posizione ideale nell´Angolo dei tre Paesi Basilea, la città della cultura sul Reno, si trova nel cuore dell´Europa, nel punto in cui Svizzera, Francia e Germania si toccano. La Foresta Nera, i Vosgi, il Giura e l´Alsazia sono ad un tiro di schioppo. Basilea è unica e vi aspetta per entusiasmarvi: qui la proverbiale qualità svizzera incontra una realtà multiculturale in una dimensione internazionale tra Francia e Germania. A Basilea si respira un´aria particolarmente cosmopolita, aperta e innovativa. Basilea è facile da raggiungere, per esempio in aereo: l´Euroairport si trova a soli 15 minuti d´auto dal centro della città. Per la sua posizione di crocevia nel cuore dell´Europa, Basilea è perfettamente collegata sia alla rete ferroviaria – vanta ben tre stazioni – sia ai principali assi autostradali. Esposizioni 2011 Fondation Beyeler – Opere d´eccellenza dell´arte classica moderna. Constantin Brancusi e Richard Serra 22.05. – 04.09.2011 Louise Bourgeois 03.09.2011 – 08.01.2012 Dalí, Ernst, Miró – Il surrealismo a Parigi 02.10.2011 – 29.01.2012 Kunstmuseum Basel – Percorso attraverso i secoli. Konrad Witz 06.03. – 03.07.2011 Henrik Olesen, Museum für Gegenwartskunst 14.05. – 11.09.2011 Max Beckmann. I paesaggi 04.09.2011 – 22.01.2012 Museo Tinguely – L´arte come spazio da vivere. Arman 16.02. – 15.05.2011 Mauricio Kagel. Zwei-mann-orchester 06.04. – 15.05.2011 Auto-feticcio. Guido, dunque sono 08.06. – 09.10.2011 Robert Breer. Retrospettiva 26.10.2011 – 29.01.2012 Schaulager – Un nuovo tipo di spazio per l´arte. Francis Alÿs. Fabiola 12.03. – 28.08.2011 Vitra Design Museum – Design raccolto in modo visionario. Frank O. Gehry dal 1997 02.10.2010 – 13.03.2011 Zoom. Il design italiano e la fotografia di Aldo e Marirosa Ballo 26.03. – 03.10.2011 Rudolf Steiner – L’alchimia del quotidiano 15.10.2011 – 03.2012 Altre informazioni su Basilea e i musei: www.Basel.com  www.Fondationbeyeler.ch  www.Kunstmuseumbasel.ch  www.Tinguely.ch  www.Schaulager.org  www.Design-museum.de  www.Museenbasel.ch