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Notiziario Marketpress di Lunedì 28 Febbraio 2011
INTESA CORECOM BASILICATA RAI, DA OGGI IN ONDA IL TG PER I NON UDENTI  
 
Potenza 28 febbraio 2011 - È stato firmato il 25 febbraio, nella sede del Consiglio regionale della Basilicata, un accordo tra il Comitato regionale per le comunicazioni (Corecom) della Basilicata e la Rai. La collaborazione prevede la messa in onda, a partire da lunedì 28 febbraio, di un prodotto che contempla la traduzione simultanea ed in diretta del linguaggio dei segni (Lis). Ogni mattina (intorno alle 7.50), all’interno della seconda parte di “Buongiorno Regione”, il notiziario trasmesso dalla sede regionale della Rai, un interprete qualificato per la comunicazione con i sordi affiancherà un conduttore del Tg3 nel notiziario della mattina. “All’interno dell’edizione mattutina – ha spiegato Oreste Lo Pomo, caporedattore della sede Rai della Basilicata - saranno aperte due finestre nelle quali compariranno il giornalista e l’interprete. Il tg sarà condotto con notizie più brevi e senza l’ausilio di filmati”. Riferendosi all’accordo, Lo Pomo ha detto che “l’azienda e il direttore Maccari hanno accettato volentieri questa iniziativa perché va nell’ottica di fornire un’informazione quotidiana in linea con quella che è la missione del servizio pubblico. Si tratta di un’esperienza innovativa e allo stesso tempo si configura come un progetto pilota per le sedi regionali della Rai, giacché il Lis già affianca solo alcune edizioni dei tg nazionali”. Nato da una proposta del Corecom, il “Tg3 Lis” della Basilicata sarà finanziato con fondi del Comitato per le comunicazioni e sarà supportato dal know how e dalla strumentazione necessaria messi a disposizione dalla Rai. “Questa iniziativa – ha commentato Ercole Trerotola, presidente del Corecom – è nata con l’intento di rendere possibile la fruizione delle notizie di interesse regionale alle persone non udenti. Rientra in quest’ottica – ha anticipato Trerotola – il prossimo progetto rivolto ai non udenti, basato sulla proiezione settimanale di film destinati ai sordomuti”. Oltre al presidente del Consiglio regionale Vincenzo Folino, ai consiglieri regionali Francesco Mollica (Mpa) e Luigi Scaglione (Up) e ai componenti del Corecom Massimo Carcuro e Anna Fulgione, alla firma dell’accordo era presente il presidente della sezione provinciale di Potenza dell’Ens (ente nazionale sordi), Domenico D’alessandro, il quale ha ricordato che il “Tg3 Lis” della Basilicata rappresenta “un’occasione che ci vede finalmente protagonisti e che conferma il fatto che qualcuno ci ha ascoltati”.  
   
   
CULTURA, POLVERINI: NASCE FONDAZIONE ZEFFIRELLI A ROMA, NELL’EX ARSENALE PONTIFICIO, IL CENTRO INTERNAZIONALI DELLE ARTI E DELLO SPETTACOLO  
 
 Roma, 28 febbraio 2011 - La Regione Lazio istituisce la Fondazione Franco Zeffirelli. Ad annunciarlo il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini che ha illustrato, il progetto nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi, insieme al maestro Franco Zeffirelli, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta e il sottosegretario ai beni culturali, Francesco Giro. “La Giunta regionale – ha detto Polverini – ha approvato il 28 febbraio la proposta di legge per la costituzione della Fondazione e la realizzazione di un centro internazionale per le arti e lo spettacolo che ospiterà il patrimonio artistico del maestro Zeffirelli e un polo formativo per giovani talenti, per registi, scenografi ed operatori cinematografici e teatrali. Abbiamo voluto rendere omaggio alla carriera di un uomo straordinario, che ha fatto conoscere il nostro Paese nel mondo”. Il Centro sorgerà all’interno dell’ex Arsenale Pontificio, messo a disposizione dal ministero per i Beni culturali, che sarà ristrutturato, entro un anno dall’inizio dei lavori, con un finanziamento di 5,5 milioni di euro cofinanziati dalla Regione e dal Mibac. “Una riqualificazione non solo dell’edificio – ha detto Polverini – ma di un quartiere. Per questo la Regione impiegherà anche fondi comunitari´´, ha aggiunto orgogliosa di ricevere da Zeffirelli questo immenso patrimonio di documenti, pezzi originali di scena che ripercorrono sessant´anni di carriera nel teatro, nella lirica e nel cinema: 250 adattamenti di copioni, 1000 appunti di regia, 500 note di produzione, 150 pagine di story borad, 180 bozzetti, 1000 schizzi di scene, 2000 disegni tecnici, 2700 litografie e bozzetti, oltre a 7 mila volumi e 150 fascicoli pubblicitari. “Mi sono accorto che quando affidi una cosa cara a donne intelligenti sei sicuro che avviene, - ha commentato Zeffirelli – Mi sembra impossibile che stia accadendo. È un progetto che cercavo di comunicare da anni. C´è da piangere molto per la contentezza. Lo farò stanotte”. Soddisfatto anche il premier. “Sono certo – ha detto Berlusconi - che il progetto diventerà una vera e propria bottega di alto artigianato, una scuola di talenti”. Il sottosegretario ai Beni Culturali, Francesco Giro, ha sottolineato come questa nuova Fondazione rappresenti ´´una operazione di risanamento e ricucitura urbanistica´´. “Caro Maestro, mi aveva detto che questo progetto era il suo sogno, da oggi è diventato anche il nostro” ha concluso Polverini rivolgendosi a Zeffirelli.  
   
   
CINEMA, NELLA VETRINA DI GENOVA LIGURIA FILM COMMISSION CENTINAIA DI PRODUZIONI E 5 MILIONI DI BUSINESS PER IL TERRITORIO FRA I PRINCIPALI SET DEL 2011,ALASSIO, ACQUASANTA DI MELE, SESTRI LEVANTE, LEVANTO, MONEGLIA E IL CAPOLUOGO, CON L’INSOLITA ACCOPPIATA GINO PAOLI-DON GALLO  
 
 Genova, 28 Febbraio 2011 - Insperato business da cinque milioni, nel 2010, per la Liguria ai tempi della crisi, dai set dei film e delle location cinematografiche assistite da Genova Liguria Film Commission, la struttura non-profit della Regione Liguria (tra i fondatori anche il comune di Genova) che ha presentato l’attività del 2010 e i programmi del 2011. Un 2010 che per la Genova Liguria Film Commission, guidata dal presidente Enrico Da Molo e dal direttore Andrea Rocco si è chiuso con uno scenario decisamente buono. I numeri: 114 produzioni, 20 film, fiction, cortometraggi, 25 spot pubblicitari, 17 videoclip, 35 documentari e programmi televisivi, 17 servizi fotografici. E ancora: 308 giornate di produzione, 3400 pernottamenti, 7260 giornate di lavoro/persona, con un indotto e una ricaduta economica sul territorio di 5 milioni di euro. A conti fatti, per ogni euro di investimento, ne sono tornati in Liguria 13,4. “L’attività della Genova Liguria Film Commission ha prodotto un grande riscontro dal punto di vista dell’immagine, della comunicazione e della promozione turistica, oltre a garantire un ritorno diretto dal punto di vista economico – afferma l’assessore al Turismo, Cultura e Spettacoli della regione Liguria Angelo Berlangieri –, le produzioni, infatti, alloggiano qui e vivono qui, diventando una risorsa per il territorio”. La Genova Liguria Film Commission ha creato Cineporto Genova, gli studios di Cornigliano dove le produzioni possono utilizzare spazi e apparecchiature e un incubatore dove lavorano 24 imprese liguri del settore della cinematografia, con un fatturato di circa 1 milione e mezzo di euro. “E tutto questo con un finanziamento regionale che nel 2010 era di 250mila euro e che quest’anno sarà di 190mila a causa dei tagli della manovra governativa, molti, molti di meno delle altre realtà italiane”, sottolinea amaramente Berlangieri che nei prossimi mesi confida in un ripensamento governativo per recuperare finanziamenti dar vita a un fondo al servizio delle produzioni cinematografiche che arrivano in Liguria. Fra le principali produzioni cinematografiche girate in Liguria nel 2010 e che vedremo sul grande schermo prossimamente figurano “Neverland” con Bob Hoskins, girato sul galeone del Porto Antico, già set di “Pirati”, di Roman Polanski, “Belle du seigneur”, film in costume degli anni 30 con Natalia Vodianova e Jonathan Rhys Meyers (“Match Point”, di Woody Allen) girato in parte a Camogli, il sesto episodio di “Fuoriclasse”(raiuno), con Luciana Littizetto e Neri Marcorè che ha avuto come location la spiaggia di Varigotti. Fra i titoli in cantiere nei prossimi mesi “Jumping Rocks”, di Coling Gregg, con la bond girl Eva Green (“Casino Royale) e Jason Isaac (“Harry Potter”) che sarà girato a Sestri Levante, “Non lo so ancora”, di Fabiana Sorgentini, la storia di una particolare e drammatica giornata fra un uomo e una donna scritta da Morando Morandini, a Levanto e a Moneglia, con Donatella Finocchiaro e Giulio Brogi. Fra le altre produzioni cinematografiche a Genova e nelle Riviere “Alassio 1939”, di Stefano Canzio, tratto dalll’omonimo romanzo del giornalista Gianni Clerici, “La festa”, un horror di Simone Scafidi girato a Acquasanta (Mele), “Tutti a bordo”, una sit- com ideata da Bruno Astori e Riccardo Recchia sulla scia di “Love Boat” che avrà come location principali le navi di Msc Crociere e il film “Una canzone per il paradiso”, di Nicola Di Francescantonio con due interpreti d’eccesione: Gino Paoli e don Andrea Gallo.  
   
   
CULTURA: NINO STRANO NUOVO VICEPRESIDENTE CINESICILIA.  
 
Palermo, 28 febbraio 2011 - Nino Strano e´ il nuovo vicepresidente di Cinesicilia, la societa´ in house della Regione siciliana per la promozione, la valorizzazione e la realizzazione dell´attivita´ cinematografica. Prende il posto del dimissionario Fabio Granata, che era stato indicato dalla stesso Strano quando era assessore al Turismo e Spettacolo, nella precedente giunta Lombardo. "Sono molto soddisfatto - ha detto Strano - della nomina a vice presidente di Cinesicilia, perche´ e´ un riconoscimento anche di una vita professionale nelle regie teatrali e cinematografiche a fianco di maestri, e amici, come Mauro Bolognini, Franco Zeffirelli, Attilio Colonnelli e Arnoldo Foa´. Lavorero´ d´intesa con gli altri due componenti del Cda, il presidente della Triennale di Milano Fabio Rampello e Francesco Tornatore, che stimo tantissimo, ma anche con Alberto Versace, il dirigente del ministero della Sviluppo economico, che con l´Accordo di Programma Quadro "Sensi contemporanei" sostiene finanziariamente il nostro lavoro. Credo molto a questo organismo a sostegno delle produzioni cinematografiche che operano in Sicilia, sia per la crescita delle professionalita´ siciliane, che per il sostegno ai nostri giovani, e meno giovani, artisti, ma anche perche´ la considero un´industria che puo´ essere un volano per la crescita del turismo nell´isola. Nostro obiettivo sara´ poi puntare molto sulla formazione, ed e´ allo studio una scuola di formazione professionale nel settore, che potrebbe nascere anche a Taormina, in sintonia con altre esperienze presenti nell´isola". Soddisfazione per la nomina di Strano e´ stata espressa dall´assessore regionale al Turismo, Daniele Tranchida. "E´ una scelta - ha detto l´assessore - che valorizza le competenze amministrative e artistiche di Nino Strano, al quale vanno le mie congratulazioni. Strano ha sempre dimostrato grande attenzione verso il cinema, inteso anche come valorizzazione dell´immagine della nostra regione, oltre che delle professionalita´ che, in questo campo, la Sicilia ha sempre saputo esprimere. Strano ha illustrato alcuni progetti che daranno ulteriore slancio a un´arte che puo´ dare ulteriore slancio allo sviluppo della cultura e opportunita´ di espressione per i tanti giovani che guardano con attenzione e passione al mondo del cinema".  
   
   
COSTITUITO COMITATO PER CANDIDATURA VENEZIA E NORDEST A CAPITALE EUROPEA CULTURA 2019.  
 
 Bolzano, 28 febbraio 2011 - Si è svolta il 24 febbraio nella sede Museo d´arte moderna e contemporanea Museion di Bolzano la cerimonia della firma dell’atto costitutivo del Comitato Fondatore per la candidatura di Venezia e del Nordest a capitale europea della cultura 2019, che andrà presentata entro il 2012. In rappresentanza della Regione del Veneto è intervenuto il vicepresidente Marino Zorzato. Il protocollo d’intesa, sottoscritto a Venezia l’1 dicembre scorso da Comune e Provincia di Venezia, Regione del Veneto, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Provincia Autonoma di Trento, Provincia Autonoma di Bolzano, per l’avvio del progetto prevede infatti la costituzione di un comitato dei fondatori, composto dai sei enti firmatari e supportato da un gruppo tecnico, che promuoverà il lancio della candidatura e la successiva costituzione di un Comitato dei Promotori, aperto alla più ampia partecipazione possibile di istituzioni pubbliche e private, scuole e università, centri studi e ricerca, associazioni imprenditoriali, realtà economiche e finanziarie. Da parte sua Zorzato ha evidenziato che Venezia rappresenta la punta di diamante di questa candidatura. Oggi come ieri – ha aggiunto – l’area del Nordest rappresenta un crocevia guardando all’Europa e all’intero Mediterraneo, pur in contesti che sono cambiati e stanno cambiando con grande rapidità. A fronte di questi cambiamenti – ha aggiunto – occorre individuare un nuovo ruolo, in cui la cultura intesa in senso ampio sarà determinante. Sotto questo profilo – ha detto Zorzato – il progetto di candidatura del Nordest a capitale europea della cultura avrà una dimensione internazionale e dovrà essere un progetto di sviluppo di alto profilo. Del resto le stesse scelte dell’Unesco dimostrano come nessun’altra realtà al mondo possa competere con l’area del Nordest, che già conosce un’intensa collaborazione al suo interno. Ad ogni modo – ha concluso il vicepresidente veneto – non vogliamo presentare quello che siamo stati o che siamo attualmente, ma quello che saremo. Il nostro territorio come punto di riferimento per il futuro: su questo costruiremo insieme il nostro progetto per questa candidatura.  
   
   
AL TEATRO CIAK – FABBRICA DEL VAPORE PROSEGUE LA STAGIONE CON IL RIGOLETTO DI G.VERDI  
 
Milano, 28 febbraio 2011 - Opera in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave, tratto dal dramma di Victor Hugo Le Roi s’amuse, fa parte con La Traviata e Il Trovatore della trilogia popolare. La prima rappresentazione ebbe luogo l’11 marzo 1851 al Teatro La Fenicie di Venezia, ma l’opera, a causa del tema incentrato sulla figura drammatica e originale di Rigoletto, buffone di corte, subì la stessa sorte de Le Roi s’amuse: la censura austriaca. Nel dramma di Hugo erano infatti descritte le dissolutezze della corte francese e il libertinaggio di Francesco I, re di Francia. Pertanto, per l’opera si optò per un compromesso: l’azione si svolge a Mantova, e il re di Francia viene trasformato nel Duca di Mantova, cambiando il nome del protagonista da Triboulet a Rigoletto. Il Rigoletto è un intenso dramma di passione, tradimento, amore filiale e vendetta. Il Duca di Mantova, giovane libertino mostra attenzioni per una giovane donna Gilda, figlia segreta di Rigoletto, il buffone di corte. Una notte le dichiara il suo amore sotto mentite spoglie, ottenendo così da Gilda il ricambio dell’amore. Ma Rigoletto non approva questo amore, essendo il Duca un libertino che amoreggia anche con altre donne tra cui Maddalena, sorella di Sparafucile. Intanto un gruppo di cortigiani organizza il rapimento di Gilda, reputandola l’amante di Rigoletto e facendosi aiutare da quest’ultimo bendato e all’oscuro di tutto. Capita la verità Rigoletto organizza la vendetta ed incarica Sparafucile di ucciderlo: ma Maddalena chiede al fratello di uccidere il mandante, essendosi anche lei innamorata del Duca. Sparafucile non ne vuole sapere, ma alla fine accetta un compromesso: aspetterà la mezzanotte e ucciderà il primo uomo che entrerà nell´osteria. Gilda decide di sacrificarsi per il Duca: bussa alla porta della locanda e viene pugnalata a sangue freddo dal sicario. Consegnato il corpo in un sacco, Rigoletto lo apre e vede la figlia in fin di vita che muore chiedendo perdono al padre. Le ispirazioni registiche In un mio recente studio sulla magia degli Arcani mi capitò di stendere sul tavolo differenti tipi di carte dei Tarocchi. Gli arcani maggiori con tutte le loro raffigurazioni e simbologie provenienti dal passato erano sul tavolo come fossero protagonisti controllati da una forza superiore. In quel momento leggevo lo spartito di due opere prossime alla regia: erano Ballo in maschera e Rigoletto. Entrambe erano legati al mistero di una rivelazione, ma Rigoletto legava più che mai una predestinazione data dalle carte che sul tavolo si componevano in una trama, in una storia determinata dalla volontà personaggi stessi. E così Rigoletto si incarna nella carta numero 0, ovvero il Matto che rappresenta la carta dell’inconscio e della follia, e, come il matto, viene raffigurato vestito da buffone di corte, cammina con un fardello leggero e non utilizza l’esperienza. Il principe è il diavolo, carta numero 15, con tutta la sua capacità di sedurre e di trasformare la materia a suo favore. Gilda è la donna della carta degli innamorati , dove la passione e il sentimento predominano su tutto. Sparafucile è la forza, rinascimentale rappresentazione di un Ercole che si avvale della sua qualità primaria. Gli arcani maggiori non solo sono dentro inconsapevolmente ai personaggi dell’opera, ma sono anche fatale scenografia delle azioni sceniche, svolgimento e spiegazione dell’Opera stessa, condizione e spada di damocle pendente sulla testa dei personaggi e del pubblico che con mistero guarda al finale, dove il Trionfo della morte è illuminata insieme a Rigoletto, pazzo di dolore. Questa anno la tournèe toccherà 12 piazze differenti, tra Lombardia, Liguria, Piemonte, Svizzera per un totale di 40 date, a dimostrazione della qualità e fidelizzazione di pubblico, che hanno reso Teatro dell’Opera di Milano, la prima compagnia itinerante di produzione di allestimenti completi di opera lirica in Italia. Punto di partenza per Mario Riccardo Migliara sono le idee ed i contenuti, che vengono analizzati e sviscerati attraverso tutti gli elementi dello spettacolo, una idea per comunicare l’Opera Lirica in modo moderno efficace sviluppando una metafora culturale, in un’ottica di Gesamtkunstwerk. In ogni produzione, si parte da un mix di elaborazione intellettuale e punto di vista del pubblico, e viene sviluppato un tema puntando sull’efficacia comunicativa del melodramma, riportando l’unico genere artistico veramente popolare al cospetto di ogni pubblico. Www.teatrociak.it  
   
   
AL TEATRO FRANCO PARENTI CROCIATE LIBERAMENTE ISPIRATO A NATHAN IL SAGGIO DI E. G. LESSING  
 
Milano, 28 febbraio 2011 - «Ci sono momenti in cui ritornano conflitti che sembravano dimenticati. La modernità ci aveva illusi che le differenze tra le fedi fossero roba antica. Ma a volte l’antico e il moderno si intrecciano senza logica. Il teatro è il luogo della meditazione civile e può aiutare a comprendere.» Così spiega Gabriele Vacis, regista tra i più versatili della scena contemporanea, la genesi di Crociate, liberamente ispirato a Nathan il saggio di Gotthold Ephraim Lessing, per voce narrante di Valerio Binasco. La vicenda è nota: in una Gerusalemme divenuta crocevia delle tre religioni monoteiste, nel corso della terza crociata, l’ebreo Nathan scopre che un templare ha salvato da un incendio la figlia adottiva Recha, per poi essere catturato dal Sultano Saladino e da questi graziato in punto di morte. Tutti gli elementi sono pronti per un drammatico e illuminante confronto tra cristianesimo, ebraismo e islamismo. Il regista rilegge questa straordinaria riflessione sulla tolleranza religiosa intrecciando voci lontane: quella di Zvi Kolitz, autore di un sublime racconto sull’Olocausto, quella di Torquato Tasso, quella del Qohèlet, quella dell’Antico Testamento, quella degli uomini che nel corso del tempo hanno trovato le parole per rivolgere domande a Dio. Un avventuroso percorso spirituale nell’interpretazione impareggiabile di Valerio Binasco.  
   
   
AL TEATRO CIAK – FABBRICA DEL VAPORE “MENOPAUSE”, L’ESILARANTE CELEBRAZIONE DI DONNE IN PIENO TRASLOCO ORMONALE!  
 
Milano, 28 febbraio 2011 - “Menopause The Musical” ritorna a grande richiesta per la quarta stagione con una grande novità: Emanuela Aureli si unisce al cast nella parte della casalinga al posto di Marisa Laurito. Il calore, il talento e la simpatia di Emanuela Aureli sono contagiosi. “La celebrazione di donne in pieno trasloco ormonale" riparte piena di entusiasmo, musica, risate e nuovi traguardi da superare. Le attrici lanciano, inoltre, una nuova sfida anti-crisi invitando tutte le donne a sostenere la nuova campagna: “Ridiamo´! Porta il tuo uomo a teatro !!! Il risultato e´ garantito !” Menopause The Musical Il New York Times lo definisce “uno spettacolo che fa ridere gli uomini più delle donne. Impossibile non ridere” Menopausethemusical è un antidepressivo!! “Menopause The Musical”, un grande successo che parte dagli Stati Uniti e superando qualsiasi frontiera arriva in Australia, Korea, Israele e finalmente anche in Europa. Prima Europea: Italia dove, sia nel mondo della medicina che dello spettacolo, genera immediatamente un grande interesse di stampa e di pubblico. Primo debutto italiano al Teatro Vittoria di Roma l’8 Marzo 2006. Menopausethemusical viene usato come esempio, di operazione teatrale di grande successo artistico ed economico, dal programma di Rai2 sull’economia in Italia e lo stato del teatro. La ripresa al teatro Brancaccio di Roma di Gigi Proietti, coproduttore dello spettacolo, registra un record d’incassi e di presenze: circa 20.000 in 18 giorni. L’ambientazione dello spettacolo è il grande magazzino la Rinascente all’interno del quale personaggi si muovono e le scene cambiano all’annuncio dell’altoparlante che, comunica via via cambio di piano e reparto. Vent’otto parodie di canzoni degli anni ’60 e ’70, disco music inclusa, che sfatano tabù, luoghi comuni e paure legate alla Menopausa culminando in una nuova visione della vita e in un senso di libertà e d’aggregazione travolgente. “Menopause The Musical” è la celebrazione delle donne che sono alle porte, nel bel mezzo o al traguardo di quell’inevitabile fase della vita che gli americani chiamano “The Change” o “The Passage” e noi, più drasticamente, solo Menopausa. Ad oggi 75 milioni di baby boomers (donne nate negli anni ’50) si trovano a dover affrontare le sfide incalzanti della menopausa. Il messaggio, sintetizzato nel motto Ama Chi Sei, sulle note di Ymca, e l’obiettivo del nostro spettacolo, aldilà del divertimento che è garantito, è quello di conquistare e trasmettere una nuova libertà spirituale, armandoci di forza, di grande entusiasmo e di un’inconsapevole gioia di vivere che invitiamo tutte le donne del pubblico a dividere con noi, salendo in scena a fine spettacolo. Grazie al sostegno dell’Associazione Italiana Donne Medico e con il patrocinio del Ministero della Salute la produzione di “Menopause The Musical” organizza, nelle città che ospitano il musical, incontri tra il pubblico, il cast e medici specialisti locali per “la promozione sull’informazione e prevenzione dai disagi e dai luoghi comuni sulla menopausa“ avvalendosi di una formula che faciliti la discussione sulle problematiche e i sintomi che ne conseguono, rendendola comprensibile e accessibile a tutte le donne, e ai loro uomini, valutando nuovi punti di vista, primo fra tutti, che non si tratta di una malattia ma di una fase della vita. Dai nostri recenti sondaggi risulta che le donne vogliono saperne di più, molto di più sull’argomento menopausa, senza però essere giudicate o ridicolizzate, ma trovando degli interlocutori comprensibili, preparati, aggiornati ed affidabili. Tutto ciò può essere sintetizzato negli incontri organizzati dalla Aidm con i medici locali. Www.menopausethemusical.it/    
   
   
DAL 15 MARZO AL TEATRO GRASSI LA NUOVA PRODUZIONE DEL PICCOLO NATHAN IL SAGGIO, L’INTOLLERANZA RELIGIOSA E IL MIRACOLO DI UNA CONVIVENZA PACIFICA. IL CAPOLAVORO DI LESSING DIRETTO DA CARMELO RIFICI  
 
Milano, 28 febbraio 2011 - Debutta il 15 marzo al Piccolo Teatro Grassi la nuova produzione del Piccolo, Nathan il Saggio, capolavoro drammatico di Lessing, diretto da Carmelo Rifici. Siamo a Gerusalemme, culla delle tre grandi religioni monoteiste, ai tempi delle Crociate. L´ebreo saggio e illuminato Nathan, che ha perso moglie e figli in un pogrom antisemita, ha adottato Recha, orfana di nascita cristiana. Durante un incendio, la ragazza è tratta in salvo da un Templare che non è colui che crede di essere... Nathan il Saggio è un’opera di schietta denuncia dell’intolleranza religiosa, costruita intorno all’idea di stampo illuminista dell’esistenza di una religione naturale. “Come se le tre grandi religioni monoteiste fossero l’espressione di un patrimonio di verità che l’uomo ha progressivamente scoperto nel corso della sua evoluzione”, suggerisce Rifici, che nel testo legge un messaggio affascinante: la tolleranza religiosa e l’armonia fra gli uomini possono nascere dalla consapevolezza di vivere alla ricerca della conoscenza, intesa come verità, una verità che nessuno possiede, ma a cui tutti aspirano e che, non per forza, è “unica”. Il testo originale di Lessing, scritto in versi e qui tradotto in una prosa agile e ritmata, è avvolto da un’aura di fiaba, che lo spettacolo conserva e valorizza, svelandone il fascino profondo. Molti sono i generi letterari che si fondono e si esprimono, dalla poesia lirica al romanzo di agnizione: si crea allora un interessante gioco di tematiche e di stili che, in scena, si traduce con levità e ironia. I codici espressivi si mescolano in modo sapiente e giocoso, nel segno della molteplicità. Ai dilanianti conflitti tra gli uomini si oppone il miracolo, sperato e sognato, di una convivenza pacifica. Lo spettacolo rimane in scena fino al 21 aprile 2011. Www.piccoloteatro.org/    
   
   
NIENTE PROGETTI PER IL FUTURO INTERPRETATO DA GIOBBE COVATTA ENZO IACCHETTI SUL PALCOSCENICO DEL TEATRO MANZONI  
 
 Milano, 28 febbraio 2011 - "Niente progetti per il futuro", la nuova commedia di Francesco Brandi interpretata da Giobbe Covatta ed Enzo Iacchetti, ha debuttato il 21 gennaio al Teatro Mancinelli di Orvieto registrando un tutto esaurito e un cordialissimo consenso da parte del pubblico presente in sala. E´ iniziato in questo modo un viaggio che si concluderà l´8 di maggio al Teatro Donizetti di Bergamo. “Se possiamo fare un commento sulla qualità del nostro lavoro, siamo particolarmente contenti che il pubblico abbia apprezzato la capacità dei due interpreti di inserirsi in modo autorevole ed originale in una narrazione mai scontata, dove si alternano momenti di grande ilarità a momenti di sorridente melanconia; vince insomma la capacità del teatro di mischiare storia, personalità degli attori, atmosfere registiche e divertimento del pubblico". “Niente progetti per il futuro” ha vinto il Premio Flaiano 2009, con la seguente motivazione di Masolino D’amico: “Dramma sottile e coinvolgente, spesso imprevedibile, nel rappresentare l’incontro di un semplice garagista con un Vip della televisione, colto e intelligente ma egocentrico oltre ogni limite. Ne esce il ritratto di una società intera, priva di valori e piena di contraddizioni.” L’autore Francesco Brandi che ha firmato altri interessanti testi teatrali, alcuni dei quali già andati in scena, rappresenta una delle più nuove e più autentiche voci della drammaturgia italiana. “Niente progetti per il futuro” è un gioco teatrale surreale, una parabola contemporanea, che cerca di raccontare con i toni della leggerezza e del paradosso una società in crisi, dove i valori dell’Uomo appaiono lisi e sfilacciati sullo sfondo di un progressivo impoverimento spirituale. L’ambientazione è un ponte pedonale della periferia di una grande città, sul quale si incontrano di notte due aspiranti suicidi, uniti dalla comune insana aspirazione ma diversissimi per tutto il resto. Ivan è un garagista, uomo semplice e di piacevole concretezza, religioso praticante, di bassa estrazione sociale, con una cultura non certo ricca ma nutrita da un’insopprimibile curiosità che alimenta le sue velleità speculative e finanche filosofiche, un filosofo del paradosso ovviamente! E proprio certe sue speculazioni vittimistiche lo hanno portato a concludere che il modo più consono di reagire al tradimento della fidanzata sia levarsi la vita. Tobia invece è un vip della Tv, psicologo di nascita ma opinionista tuttologo di adozione (televisiva). Uomo colto e ironico, ma anche molto egoista e egocentrico. Ultimamente è finito in disgrazia dopo aver involontariamente offeso un alto papavero della televisione in una delle solite schermaglie dei salotti televisivi. Sebbene, pentito dell’incauto gesto, abbia cercato di porvi rimedio con scuse e genuflessioni, subisce ormai da mesi un pesante ostracismo che lo ha logorato lentamente, facendo emergere la sua parte più cinica e nichilista. Su consiglio del suo agente ha speso gli ultimi denari per sposare in sontuose nozze una starlette della tv con cui era fidanzato da tempo, più che per amore per fare un po’ di “rumore” intorno alla sua immagine, ma a poco è servito. Questo è il motivo del suicidio, una carriera distrutta, e soprattutto nessuno più che lo ama e lo cerca, nemmeno la neo moglie che al contrario di lui è impegnata in una carriera folgorante. Ma proprio nel fatidico istante in cui sta per lasciarsi andare giù dal ponte appare Ivan, il quale dopo aver conosciuto di persona Tobia, di cui è da sempre grande fan, decide che la sua ultima buona azione da vivo sarà impedirgli il suicidio. Dall’incontro tra queste due diverse disperazioni, che provengono da mondi lontani ma che si riconoscono in fretta, nasce il dramma o la commedia, secondo i diversi punti di vista o la diversa lettura degli avvenimenti. Il gioco del teatro – Note di Francesco Brandi In inglese “Play”, in francese “Jouer”, in tedesco “Spiele”… in Italia purtroppo è “Recitare”, un termine che si porta dietro una spiacevole suggestione di pesantezza e falsità. Mentre il teatro, certamente è finto, ma non deve essere mai falso. E la sorpresa, è stata scoprire come Giobbe e Enzo sulla scena non “recitano” neanche un secondo, ma al contrario giocano sempre, e incessantemente, come nelle prove così per tutte le due ore di ogni replica, con l’energia, la vitalità e l’impunità dei bambini che sono incapaci di essere falsi, e non sono mai così veri come nella finzione del gioco. La verità invade il palcoscenico, proprio attraverso la serietà leggera del credere fino in fondo a quello a cui si sta giocando. Quel sasso al collo non è più di cartapesta e quel ponte è davvero sospeso sul baratro di un fiume che laggiù scorre minaccioso. Tutto diventa più vero del vero, tutto è pericoloso perché in ogni momento si ha la sensazione che possa accadere l´imprevedibile e che qualunque cosa accada sia plausibile. E allora eccolo qua! Il miracolo cui spero sempre di assistere quando lavoro in teatro e quando vi assisto da spettatore. Quel momento in cui il gioco è talmente intenso da diventare illusione perfetta. E illusionisti lo sono davvero i miei due eccellenti compagni di squadra, e quando si calano nelle vesti dei due aspiranti suicidi ti illudono che sia vita e invece è teatro… ma ti illudono anche che sia teatro e invece è vita.  
   
   
AL TEATRO CARCANO UN CAPOLAVORO DEL TEATRO DIALETTALE VENETO SE NO I XE MATI, NO LI VOLEMO  
 
 Milano, 28 febbraio 2011 - Il progetto di recupero della drammaturgia veneta che negli ultimi anni ha ridato vita a Tramonto di Renato Simoni, La Base de tuto di Giacinto Gallina, Quando al paese mezogiorno sona di E. F. Palmieri e Nina, no far la stupida di Arturo Rossato e Gian Capo si arricchisce per la stagione 2010/2011 di un nuovo e importante tassello: in questo viaggio nel migliore repertorio veneto - soltanto in apparenza divertente o dedito alla ripetizione di schemi goldoniani, in realtà capace di graffiare come pochi altri, di andare a ficcare il naso nelle miserie quotidiane di case e famiglie assai rispettabili – non poteva mancare un testo di Gino Rocca. E’ stato scelto Se no i xe mati, no li volemo, scritto nel 1926 e portato all´attenzione da Gianfranco Giachetti e poi dal cinema da Cesco Baseggio, ma che ha vantato però poche edizioni successive. L’ultima, eccellente, è legata a Giulio Bosetti che nel 1997, allora direttore del Teatro Stabile del Veneto, ne curò la regia e interpretò la figura dolente e toccante di Momi Tamberlan. A Giuseppe Emiliani oggi il compito di riportare sulla scene la vitalità straordinaria di un testo in cui una franca comicità si mescola a una struggente malinconia. Il Teatro Carcano coproduce lo spettacolo insieme allo Stabile del Veneto e a Teatri S.p.a. Treviso. A Giulio Bosetti, a cui il teatro deve molto e in particolare il teatro veneto, è dedicato Se no i xe mati, no li volemo. E’ una commedia amara, un impietoso ritratto del mondo di provincia, un testo sorprendente che liquida il mito della provincia bonaria e ne svela, invece, senza pietà, la faccia torbida e violenta. Una provincia di falliti non ancora rassegnati, di uomini vendicativi, di anime invelenite, di uomini e donne fragili. Personaggi che appartengono alla schiera dei vinti, le cui azioni sono destinate a inevitabili fallimenti. Gli umili e malinconici “eroi” di Rocca mal si addicono al suo tempo dominato dalla “maschia e roboante” ideologia fascista. Tutta la commedia è dominata da un fondo melanconico e nostalgico, tuttavia la dolente poesia di Rocca è spesso mitigata da gustose pennellate umoristiche. Grande è la sua capacità di bilanciare momenti comici con momenti drammatici. Un testo asciutto, privo di retorica, da recitare con grande “verità”; un linguaggio concreto e colorato, il veneto di terraferma, ben lontano da quello lagunare di Goldoni; un dialetto dotato di immediatezza, spontaneità, fedeltà alla vita, comprensibilissimo anche per gli spettatori non veneti. Un teatro quasi intimista. C’è in filigrana una pietas quasi cechoviana contro la crudeltà del tempo che fugge. Siamo in una sonnolenta cittadina fra Venezia e Padova, in un palazzo fatiscente che un bizzarro nobiluomo, morendo in giovane età, ha lasciato con tutto il resto del suo patrimonio a una congregazione di carità, ma destinandone l´usufrutto, finché saranno in vita, ai nove amici che hanno condiviso la sua esistenza scioperata e innocentemente trasgressiva e assieme ai quali ha addirittura fondato un’associazione che porta il glorioso nome di “Se no i xe mati, no li volemo”. Dei nove, all´inizio del racconto soltanto 4 sono in vita (uno emigrato in America) e dei tre rimasti nessuno, ovviamente, ha più né la forza né la voglia di coltivare quell´antica fama. Sono Piero Scavezza che ha oramai perso il vigore di un tempo e guarda al momento in cui la morte lo ricongiungerà con il figlio caduto in guerra; Bortolo Cioci, diventato un brontolone ruvido e nevrotico e Momi Tamberlan, architetto stravagante e incompreso sposato in seconde nozze con la giovane Irma, che con le sue pretese a un tenore di vita sopra le possibilità di Momi, sta mandando in rovina la famiglia. Un brutto giorno l´avvocato Giostra porta la ferale notizia che l´immobile, da loro occupato e proprietà della Congregazione, non spetta più loro di diritto perché da tempo i soci non rispettano le clausole dello statuto che prescrive, per ogni membro, una perenne vita spregiudicata e goliardica di cui essi devono quotidianamente dar prova. Malgrado l’età avanzata e i crucci delle rispettive situazioni personali, i tre decidono di tornare a fare ´i matti´ come ai tempi delle lontane imprese studentesche, nel tentativo di recuperare i loro diritti inseguendo un’ impossibile giovinezza. Ma i loro fisici non resistono alla prova e la farsa si trasforma in dramma, quasi in tragedia. Al Teatro Carcano di Milano da martedì 8 a domenica 13 marzo 2011 Teatro Stabile del Veneto “Carlo Goldoni” – Teatri S.p.a. Treviso – Teatro Carcano Se No I Xe Mati, No Li Volemo di Gino Rocca  
   
   
AL TEATRO DELLA LUNA DI MILANO DAL 3 AL 6 MARZO DIVINO TANGO PASION DEL SÉR URBANO  
 
Milano, 28 febbraio 2011 - Uno spettacolo elegante, sensuale e di alto impatto emotivo, che rimanda alle meravigliose ed affascinanti atmosfere di un’Argentina viva e piena di speranza. Luci, coreografie e musiche, articolate senza sosta, si susseguono sul palcoscenico coinvolgendo i sensi dello spettatore nell’ultima intensa creazione della Pasiones Company. Erica Boaglio e Adrian Aragon sono protagonisti indiscutibili di uno spettacolo classico e contemporaneo al tempo stesso: Divino Tango non è solo un’esibizione coreografica agile e struggente, ma suggerisce storie in bianco e nero o colorate dalla passione. Adrian ed Erica ci sveleranno l’anima di un paese ricco culturalmente, sfaccettato, dove l´immaginazione viaggia tanto velocemente quanto la voglia di uscire da una crisi che colpisce di continuo. Le musiche dello spettacolo spaziano da Carlos Gardel ad Astor Piazzolla a Francisco Canaro, affiancate alle nuove creazioni di Luis Corallini. “Il Tango non è una proprietà privata, o soltanto un passo più o meno complesso o sensuale... Non è soltanto un museo di personaggi di inizio del Novecento nei fiumi peccaminosi delle milonghe. Il Tango non si impara, si vive! Il Tango è parte della nostra anima argentina...Oggi...come ieri…come domani. E se la nostra anima è divina, lo è anche il nostro Tango!” Adrian Aragon Dopo gli spettacoli serali, al “Live Forum”, di fronte al Teatro, Milonga: si balla il tango con i protagonisti di “Divino Tango”. Ingresso libero per il pubblico del Teatro della Luna. Adrian Aragon e Erica Boaglio, iniziano a lavorare insieme nel 1994. Nel 1995 la coppia produce e dirige, prima, lo spettacolo Tango Hoi – Los Clasicos, poi lo spettacolo Con Esencia de Tango, un musical con oltre 20 artisti, che portano in tour in molte città dell’Argentina , Brasile e Cile. Nel 1997 vengono invitati a far parte del cast del film Tango di Carlos Saura. Nello stesso anno entrano a far parte della compagnia “Tango x 2” di Miguel Angel Zotto, partecipando a varie tournée in Danimarca, Finlandia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Grecia, Israele, Guatemala, Cile, Uruguay, Honduras, Messico, Italia, con gli spettacoli: Perfumes de Tango e Una noche de Tango. Debuttano al Luna Park di Buenos Aires come ballerini e coreografi dello spettacolo Signos dei Los Nocheros, il gruppo folkloristico più prestigioso d’Argentina, intraprendendo poi una tournée nazionale e internazionale con oltre 70 repliche in 45 città di Argentina, Cile e Uruguay. In questi anni, in Europa, hanno tenuto vari seminari di Tango, Milonga, Vals e Folklore Argentino. Un nuovo progetto del gruppo “Los Nocheros” vede la partecipazione di Erica e Adrian allo spettacolo Nocheros in qualità di coreografi e ballerini. Www.teatrodellaluna.com/    
   
   
BOLZANO: TUTELA BENI CULTURALI: PRESENTATA RELAZIONE ANNUALE 2009  
 
Bolzano, 28 febbraio 2011 - La relazione annuale 2009 sull´attività di "Tutela dei beni culturali in Alto Adige" è stata presentata nella mattinata del 25 febbraio 2011, presso la Residenza Rottenbuch a Bolzano dall´assessora provinciale Sabina Kasslatter Mur, con il direttore di Ripartizione Leo Andergassen e le direttrici dei tre uffici Waltraud Kofler Engl (beni architettonici/artistici), Catrin Marzoli (beni archeologici) e Christine Roilo (Archivio provinciale). Senza passato non vi è futuro e senza conoscere il üassato è difficile pensare e progettare il futuro, così ha detto l´assessora provinciale Sabina Kasslatter Mur ricordando come la cultura svolga il ruolo di dialogare fra le diverse epoche. A tal riguardo ha ricorda anche la recente istitutzione del Centro di Storia Regionale, grazie anche all´impegno dell´Archivio provinciale e di altri partner. Come ha sottolineato "non dobbiamo stancarci di elaborare idee che incentivino il gradimento ed un approccio positivo al nostro patrimonio culturale". Riepilogando, ha detto che nel 2009 sono stati ben spesi circa 10 milioni di soldi dei contribuenti; 5,3 milioni per la conservazione dei beni architettonici ed artistici (evase 202 richieste di proprietari privati e pubblici), 3,5 milioni per gli scavi archeologici ed 1 milione circa sono stati impiegati dall´Archivio provinciale. Il direttore della Ripartizione Leo Andergassen ha posto in evidenza i 16 nuovi vincoli di tutela approvati citando alcuni esempi, tra i quali il maso Plobn-haisl a Pill, un´antica costruzione in legno, fra le più esposte a rischio di trasformazione. Un altro esempio positivo è stata l´acquisizione del fondo tirolese dell´Archivio dei Conti Welsperg. Come ha sottolineato Waltraud Kofler Engl, dei 5,3 milioni spesi nel 2009 per contributi a proprietari pubblici e privsati il 46 per cento è stato distinato a beni sacrali, mentre il 54 per cento a beni profani. Sono stati restaurati 150 beni architettonici profani, di cui oltre cento fra costruzioni rurali ed edifici urbani. 93 i beni sacri sottoposti ad interventi di restauro. Fra questi l´intervento al tetto del Duomo di Bolzano con rivestimento in tegole a coda di castoro smaltate e quello del campanile della chiesa di Santa Caterina a Curon sommersa in seguito alla creazione del bacino artificiale di Resia. 300 gli scavi archeologici condotti nel 2009, come ha riferito, Catrin Marzoli, direttrice reggente dell´Ufficio beni archeologici subentrata a Lorenzo Dal Rì pensionato dal 1. Aprile 2010. Tra quelli più rilevanti ha citato gli scavi assai estesi a quello che in epoca romana fu un emporio commericale a Vadena, e quelli alla Villa Romana di San Paolo/appiano che sarà musealizzata. Nel 2009 l´Archivio provinciale, come ha detto la sua direttrice Christine Roilo, ha potuto acquisire un fondo molto rilevante, quello dei Conti Wesperg, l´archivio fotografico Foto Excelsior che documenta la vita cittadina di Bolzano e l´archivio della Fondazione S.nicolò di Merano. In collaborazione con la Biblioteca Civica "Cesare Battisti" è stata curata la pubblicazione "Libri sotto il Littorio" sui fondi librari di epoca fascista conservati dalle due istituzioni, ovvero il Fondo Fascismo presso la Civica ed il Fondo Ex Gil presso l´Archivio provinciale. Altro dato positivo l´incremento del 10 per cento delle presenze, che nel 2009 sono state in totale 4.115 su 245 giorni di apertura dell´archivio. Il volume "Tutela dei Beni culturali in Alto Adige 2009" è in vendita presso le librerie.  
   
   
CULTURA: ACCORDO DI SCAMBIO ESPOSIVITO FRA MUSEI SICILIANI E RUSSI  
 
 Palermo, 28 febbraio 2011 - Alcuni tra i capolavori di Antonello da Messina saranno esposti nei saloni della Galleria Statale Tretyakov di Mosca, che ospita la piu´ grande collezione di belle arti russe al mondo, mentre arrivera´ in Sicilia una mostra sulle "Avanguardie Russe". Dal prossimo 16 settembre fino al 20 novembre, la Madonna col Bambino benedicente e un francescano in adorazione (recto) e l´Ecce Homo (verso) del museo regionale di Messina; il San Gerolamo, il San Gregorio e il Sant´agostino della Galleria regionale di Palazzo Abatellis di Palermo, promuoveranno l´immagine della Sicilia nell´ambito delle manifestazioni in occasione dell´Anno Bilaterale Italia-russia "per la promozione della lingua e della cultura russa in Italia e dell´Italia in Russia". A settembre all´Albergo delle Povere di Palermo sara´ allestita, secondo il criterio della reciprocita´ dell´iniziativa, l´esposizione "Avanguardie Russe" con le opere di Kazimir Malevitch, Vasilij Kandinsky, Pavel Filonoff, Mikhail Larionov, Alexander Rodchenko, Petr Konchalovsky, realizzate tra il 1905 e il 1925, custodite al Museum and Exhibition Center Rosizo di Mosca. L´accordo per le due mostre e´ stato firmato dall´assessore regionale dei Beni culturali e dell´Identita´ siciliana, Sebastiano Missineo, e dal dirigente generale del Dipartimento regionale dei Beni culturali, Gesualdo Campo, con il direttore del museo Rosizo, Aleksandr Sysoenko, e con il direttore della Galleria Statale Tretyakov, Irina Vladimirovna Lebedeva. "E´ un´occasione straordinaria - ha detto Missineo -, una vetrina importante per valorizzare la qualita´ della proposta culturale della Sicilia che tra poco si arricchira´ con il ritorno della Venere di Morgantina e con la riapertura della Villa del Casale di Piazza Armerina dopo il lungo restauro. In questo senso la Russia e´ un bacino turistico da privilegiare anche per la recente vocazione a viaggiare dei suoi cittadini e a preferire l´Italia rispetto ad altre mete europee. Ambasciatori della Sicilia saranno i nostri Antonello e stiamo anche programmando ed organizzando, d´intesa con altri partners istituzionali, alcune iniziative per promuovere l´identita´ siciliana attraverso eventi culturali e dell´arte culinaria. Stiamo anche preparando un video documentario sui musei siciliani dove sono visibili le opere di Antonello da Messina e sulle altre tavole del pittore siciliano che sara´ proiettato durante il periodo di svolgimento della mostra".  
   
   
BOLZANO: PROMOZIONE CULTURALE NEI MERCATI RIONALI  
 
Bolzano, 28 febbraio 2011 - Nel progetto d’informazione culturale che il Dipartimento che fa capo al vicepresidente della Provincia Christian Tommasini rivolge agli abitanti dei quartieri periferici di Bolzano si è recentemente inserito, grazie alla preziosa collaborazione della Confesercenti, un intervento di comunicazione minimale nei mercati della città di Bolzano con il motto “Portiamo la cultura nei mercati!”. Si tratta di un intervento che punta sulla novità e sull’effetto sorpresa. In alcuni dei banchi, tra prezzi e indicazioni dei prodotti sono apparsi dei piccoli cartelli dedicati alle diverse offerte culturali. Alla prima reazione positiva degli operatori, è seguita quella altrettanto positiva dei clienti, tanto da far pensare ad altre iniziative nei mercati rionali della città. Come sottolinea il vicepresidente della Provincia Christian Tommasini "Può sembrare originale..., ma nasce da una constatazione semplice: la cultura aumenta il benessere delle persone. Per questo puntiamo anche sulla cultura per migliorare la vita dei nostri cittadini e dei nostri quartieri." Nei mercati vengono così offerte le anticipazioni di spettacoli teatrali e musicali. L’offerta culturale complessiva nel territorio provinciale e in particolare nella città di Bolzano si caratterizza per la sua qualità diffusa e per la sua varietà. Mostrare la varietà della proposta culturale complessiva ed avvicinare a qualche iniziativa culturale i cittadini che per scelta o per mancanza di informazione non dimostra interesse per nessuna delle proposte e rimane distante, costituisce un’operazione che rientra negli obiettivi il Dipartimento alla Cultura italiana della Provincia. In questa direzione in varie realtà cittadine sono stati avviati processi di formazione e informazione. Uno di questi, in corso con una sua prima fase sperimentale, è “Partendo da via Cagliari” che si prefigge di proporre l’offerta culturale con metodologie quali il Direct e il Multilevel Marketing, il door to door, il porta a porta, uno strumento ormai codificato nel settore commerciale, ma mai usato per proporre cultura. Da giorni gli incaricati del Dipartimento stanno visitando gli abitanti di via Cagliari, presentando loro l’offerta complessiva, offrendo biglietti omaggio a scelta e facendo loro compilare un questionario per sondare le loro esigenze ed aspettative. Fino a oggi sono già 150 i questionari compilati, che consentiranno, assieme agli altri che arriveranno, di avere un quadro di conoscenza per implementare di conseguenza azioni mirate.  
   
   
A MILANO AL MUSEO DIOCESANO E AL FORUM AUSTRIACO DI CULTURA LA PERSONALE DI KARL HARTWIG KALTNER VENTI OPERE, TRA OLII SU TELA E LAVORI SU CARTA, DOCUMENTERANNO IL PERCORSO CREATIVO DEGLI ULTIMI TRE ANNI DELL’ARTISTA AUSTRIACO.  
 
Milano, 28 febbraio 2011 - Nell’ambito di Mudicontemporanea, il Museo Diocesano e il Forum Austriaco di Cultura di Milano ospiteranno la personale di Karl Hartwig Kaltner (Salisburgo, 1959). L’esposizione, curata da Paolo Biscottini, presenterà nei due spazi milanesi una selezione di lavori recenti dell’artista austriaco (2008-2010). Al Museo Diocesano si potranno ammirare olii su tela di grande formato, mentre al Forum Austriaco di Cultura saranno allestiti una serie di bozzetti per vetrate di chiese, realizzati a china su carta. Formatosi tra l’Austria e l’Italia, dove ha frequentato l’Accademia di Brera, Kaltner ha sperimentato nel corso degli anni tecniche e stili differenti, dalle litografie, dal collage alle installazioni. Attratto fortemente dalla musica di Gustav Mahler, l’artista definisce se stesso un compositore, che realizza veri e propri “paesaggi interiori”, prendendo spunto dalla poetica informale. Kaltner, ispirandosi alla natura, ma nello stesso tempo allontanandosi da essa, crea dei ritmi che tracciano immagini armoniose ed eteree. Infatti, l’elemento spirituale, così come la continua tensione verso il trascendente, sono sempre presenti nei suoi lavori. Quella di Kaltner è una pittura calma e armoniosa, che coinvolge lo spettatore nella sua personale ricerca del divino. L’iniziativa è stata realizzata con il gentile sostegno di Regione di Salisburgo, del Comune di Salisburgo, della casa d´aste viennese Dorotheum e di Glas Peter. Accompagna l’esposizione un catalogo bilingue ( italiano/tedesco) con testo critico di Paolo Biscottini. Www.museodiocesano.it/