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VENERDI
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Notiziario Marketpress di
Venerdì 08 Aprile 2011 |
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TORINO (PALAZZO MADAMA – SCALONE JUVARRIANO - PIAZZA CASTELLO): TORINO CHE GUARDA IL MARE DI LUIGI MAINOLFI - 12 APRILE / 6 NOVEMBRE 2011 - INAUGURAZIONE LUNEDÌ 11 APRILE ALLE ORE 18
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In occasione dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia Palazzo Madama ospita, sul pianerottolo dello scalone di Filippo Juvarra, di fronte all’Aula del Senato, una grande installazione dell’artista Luigi Mainolfi dal titolo “Torino che guarda il mare”. Il progetto, a cui l’artista lavora dai primi anni Novanta, è un “ritratto corale” che riunisce duecento busti in terracotta di cittadini torinesi, personaggi noti e persone comuni, a formare una sorta di lungo fiume collettivo che rappresenta il mondo che ruota intorno all’arte di Luigi Mainolfi. Ogni persona rappresentata (dal falegname al meccanico, dagli amici e famigliari, agli artisti, direttori di musei, fotografi, collezionisti e galleristi) è una conoscenza diretta dell’artista, ha rivestito un ruolo importante nel corso della sua vita artistica e, proprio per questo motivo, trova la sua giusta collocazione nell’opera. Torino è la città dove Luigi Mainolfi, irpino di nascita e formato artisticamente a Napoli, vive e lavora, è il luogo che gli ha permesso di entrare in contatto con un humus artistico consolidato dalle esperienze passate e che, negli ultimi vent’anni, ha continuato ad essere l’epicentro dell’arte contemporanea in Italia. Per questa ragione, già nel 1996 in occasione della sua personale al Maschio Angioino di Napoli, decide di rendere omaggio alla città di adozione, con l’esposizione dei primi cento busti. Nel corso del tempo il progetto si è arricchito di altrettanti elementi ed ora la grande installazione viene esposta a Torino e sarà visibile al pubblico fino al 6 novembre 2011. Ingresso libero Info: 011 4433501 - www.Palazzomadamatorino.it - www.Fondazionetorinomusei.it |
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MILANO: FINO AL 10 LUGLIO 2011 PALADINO A PALAZZO REALE |
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La mostra racconta trent’anni di attività di uno dei più importanti artisti italiani. Per la prima volta a Milano, la Montagna di sale (35 metri di diametro), lavoro tra i più belli ed emblematici del maestro campano. Dall’8 aprile al 10 luglio 2011, Milano sarà teatro di un imperdibile evento: Palazzo Reale, ma anche Piazza Reale e l’Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele Ii accolgono la monografica di Mimmo Paladino (Paduli, 1948). Curata da Flavio Arensi, promossa dal Comune di Milano - Cultura, prodotta da Palazzo Reale, Civita e Gamm Giunti, la mostra prende in esame oltre trent´anni di attività del maestro campano, una delle più autorevoli personalità del panorama artistico internazionale, attraverso un nucleo di oltre 50 opere, tra cui 30 dipinti di grandi dimensioni, sculture e installazioni. L´omaggio a Mimmo Paladino dalla città di Milano, dove per trent´anni ha mantenuto studio e abitazione, presenta degli elementi di eccezionalità. A confrontarsi con uno degli scorci più belli della città, sospesa fra il Duomo, Palazzo Reale e l´Arengario dove si intravede il soffitto di Lucio Fontana, la Montagna di sale (35 metri di diametro e 10 metri di altezza), ricostruita a vent´anni di distanza dalla sua prima realizzazione a Gibellina e a quindici anni dal riallestimento in piazza del Plebiscito a Napoli in una sorta di approdo dopo un viaggio che unisce l´Italia della cultura. "L´arte, come afferma Paladino, non è un fatto di superficie fine a se stesso, né di abbandono viscerale ad atteggiamenti poetici. L’arte è sempre indagine sul linguaggio. Ma che cosa vuole dirci l´artista? Potremmo tentare una duplice risposta: non è possibile un sogno senza memoria, non è narrabile un mito senza deformazione - spiega l´assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory. Con questa esposizione a lui consacrata, oltre alla monumentale Montagna di sale in piazzetta Reale, sarà offerta al pubblico una monografica di 50 opere fra dipinti, sculture e installazioni che indagano il percorso artistico di Paladino dagli anni Settanta a oggi. E fra influssi Dada e surrealisti, la nascita e il superamento della Transavanguardia, la personalissima rielaborazione di influenze pittoriche e plurali referenze letterarie, Paladino racconta il passato e il futuro. Con segni e simboli ancestrali e l’impiego di più linguaggi espressivi si schiera contro “l’orgia di segni” che ha connaturato questi anni e scommette a favore di un atteggiamento analitico". Al piano nobile di Palazzo Reale, saranno presentati i lavori pittorici che coprono un arco cronologico che dagli anni Settanta si sviluppa fino ai tempi recenti. L´intento è quello di costruire un percorso a tappe che metta in risalto i momenti cardine della sua evoluzione creativa con opere fondamentali come Silenzioso, mi ritiro a dipingere un quadro del 1977, che segna la rivoluzione pittorica degli anni Ottanta e che porterà all´esperienza della Transavanguardia, iniziata subito dopo la Biennale di Venezia del 1980. I dipinti scelti illustrano i diversi passaggi tematici e stilistici di Paladino, fino alla produzione più recente, con l´inserimento di importanti sculture. Fra i lavori anche alcune installazioni che dimostrano come Paladino sia l’artista italiano che ha cercato con maggior insistenza il dialogo con altri linguaggi, servendo da tramite per il passaggio dall´Arte povera alla ripresa pittorica degli anni ottanta, spostandosi con grande intelligenza fra i vari medium e utilizzando differenti materiali che rendono i confini dell´opera molto più larghi rispetto alle esperienze dei colleghi di epoche precedenti. Ogni sala è concepita per evidenziare alcuni aspetti estetici e linguistici della sua opera. Il percorso espositivo cerca la suggestione più che definire lo sviluppo cronologico del lavoro, proponendo i pezzi che Paladino stesso ritiene fondamentali all´interno della propria parabola professionale. Fra le sale più affascinanti senza dubbio quella dedicata all’installazione dei Dormienti, trentadue sculture immerse nella composizione eco-acustica e musica di David Monacchi, il giovane compositore marchigiano che Paladino ha voluto coinvolgere in una stretta collaborazione artistica. Si è ritenuto di valorizzare le opere attraverso un progetto d’allestimento degli architetti Giovanni Tortelli e Roberto Frassoni, molto discreto e minimale che non interferisce ma esalta la complessità linguistica del maestro. Nel cortile di Palazzo Reale sono posizionati quattro scudi di cinque metri di diametro ciascuno in terracotta, materia che si presta a mantenere i gesti pittorici ma con una declinazione tridimensionale, sui quali Paladino assomma segni e oggetti. In Piazza Reale, la Montagna di sale, dalla quale fuoriescono 30 elementi scultorei (riprendendo integralmente o per sezione la statua di un cavallo di quasi 4 metri di altezza) rappresenta uno dei capolavori del secolo appena concluso ed è carica di aspetti simbolici ancora fortemente validi, che cercano le proprie ragioni all´interno della storia sociale e culturale del nostro paese. Non a caso è stata indicata come possibile simbolo per il 150° anniversario dell´Unità di Italia, con il sale che ricorda la grande storia intellettuale del nostro popolo e i cavalli la sua forza e ingegnosità. Uno dei più autorevoli filosofi del nostro tempo, Arthur C. Danto, a tal proposito scrive: “(...) devo proclamare l’eminenza di Mimmo Paladino tra le fila dell’arte contemporanea, qualità particolarmente vera per le installazioni all’aperto. Non c’è niente che regga il confronto con l’imponente Montagna di sale che l’artista ha eretto in piazza del Plebiscito a Napoli, disseminata di cavalli arcaici; il mondo dell’arte dell’ultimo quarto di secolo non ha nulla di paragonabile. C’è qualcosa di magicamente alchemico nella visione di questi cavalli arcaici che si dibattono su una piramide di sale”. Secondo il curatore: “La Montagna rimette in gioco la meditazione sulla statuaria condotta da Rodin e Bourdelle (e di conseguenza Martini). Si tratta di un´opera che rilegge il confronto fra arte e spazio urbano, ed è interessante che questo ritorno al monumentale avvenga con un’opera temporanea, destinata a sparire e forse riemergere in altre città in altri tempi, dunque una struttura che evita il monumentalismo rigido di molta cattiva scultura contemporanea”. In questo itinerario ideale alla scoperta dell’arte di Paladino, è coinvolto anche l’Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele Ii dove è posto un aeroplano P.180 Avanti, costruito dalla Piaggio Aero, intitolato Cacciatore di stelle, la cui livrea è stata dipinta dal maestro. La mostra è realizzata grazie all’importante sostegno di Kiton, al contributo della Regione Lombardia e di Ferrarelle. La montagna di sale è resa possibile anche grazie al sostegno di Piaggio Aero, Banca Popolare dell’Emilia Romagna e Meliorbanca e al supporto tecnico Gobbetto e di Italkali. Accompagna la mostra un catalogo edito Gamm-giunti, con testi del filosofo americano Arthur Danto e del critico Germano Celant, oltre all´intervista del curatore all´artista. Una seconda pubblicazione, interamente dedicata alla Montagna di sale, proporrà un intervento del poeta ed editore Richard Milazzo. Mimmo Paladino. La riflessione artistica di Mimmo Paladino, nato nel 1948 a Paduli, si sviluppa a partire dalla fine degli anni ’60. Affascinato dal clima culturale dell’epoca, tra arte concettuale e Pop Art americana, i cui artisti più rappresentativi avevano esposto alla Biennale di Venezia del ‘64, Paladino incentra la sua prima attività sulla fotografia, associata spesso al disegno, tecnica a lui particolarmente congeniale. La sua prima personale è a Caserta, nel 1969. Gli anni ’70 vedono affermarsi, sempre più incisivamente nel suo percorso, l’interesse per la figura: dalle iniziali sperimentazioni concettuali l’artista trasferisce la propria attenzione sulla pittura figurativa. Strutture geometriche e oggetti quali rami e maschere campeggiano sulle tele dai colori decisi. Nel 1978 è a New York dove inaugura, l’anno successivo, mostre personali alla Marian Goodman Gallery e alla Annina Nosei Gallery. Nel 1980 partecipa alla Biennale di Venezia nella sezione ‘Aperto ’80’ di Achille Bonito Oliva’, ed insieme a Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi e Nicola De Maria, dà vita alla ‘Transavanguardia’. Nel corso degli anni ’80 la sua arte diviene sempre più referenziale e sulle superfici dalle ampie dimensioni e di grande impatto visivo, l’artista rappresenta la vita e il mistero della morte. Le tecniche usate sono diverse: dal disegno all’incisione, all’inserimento nelle tele di elementi tridimensionali. Dal 1985 si dedica alle grandi sculture in bronzo e alle installazioni. Celebre l’intervento del 1995 in Piazza del Plebiscito a Napoli dove realizza una enorme montagna di sale su cui pone sculture con forme animali e umane. Negli anni ‘90 intensifica con successo l’attività all’estero e nel 1994, primo tra gli artisti italiani contemporanei, espone alla Galleria Nazionale di Belle Arti di Pechino. Nel 1999, nell’ambito del South London Gallery Project, in una grotta in mattoni sotto la Roundhouse at Chalk Farm di Londra installa l’opera ‘I Dormienti’, che dialoga con gli interventi sonori di Brian Eno. Nel 2003 Paladino viene scelto in qualità di rappresentante dell´arte italiana durante la presidenza italiana a Bruxelles: la scultura equestre ‘Zenith’ è installata nella piazza della sede del Parlamento Europeo. Il Centro d´Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, nel 2002-2003, gli dedica una mostra retrospettiva e nel 2004 alla Reggia di Caserta, nell´ambito del progetto Terrae Motus, si tiene una personale con i suoi lavori più recenti. Nel 2005 al Mar di Ravenna, per la prima volta, vengono esposte le scenografie realizzate negli ultimi quindici anni. A Napoli al Museo di Capodimonte nel 2005 presenta un lavoro dedicato a Don Chisciotte che prelude ‘Quijote’, il lungometraggio che l’artista dirigerà l’anno successivo. Nel 2008 gli viene affidata la realizzazione della copertura delle impalcature del cantiere di restauro della Ghirlandina, la torre campanaria del Duomo di Modena. Sempre del 2008 è una importante mostra al Museo dell’Ara Pacis di Roma con l’apporto del musicista Brian Eno e una personale presso la Villa Pisani a Stra. Importante installazione è quella presente sull´isola di Lampedusa per commemorare le vittime degli sbarchi clandestini. Nel 2009 esposizione di sculture che riempiono le strade, le piazze e i palazzi del paese, nello scenario incantevole di Orta S. Giulio, sul Lago d´Orta. Il catalogo della mostra è composto da 48 foto originali e inedite di Gianni Berengo Gardin: il famoso fotografo ha realizzato una serie di ritratti a Paladino e alle sue opere. Nel 2010 Mimmo Paladino ha firmato la scenografia di “work in progress”, tour che ha visto riunirsi dopo 30 anni la coppia Lucio Dalla e Francesco De Gregori. Il 10 aprile dello stesso anno è installato un grande cavallo blu di oltre quatro metri all´Anfiteatro del Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera (Bs), la casa-museo di Gabriele d´Annunzio. A fine gennaio 2011 realizza la nuova sala permanente del Museo Nazionale Archeologico di Villa Frigerj a Chieti dedicata al Guerriero di Capestrano e inaugura la mostra di sculture incentrata sul “nuovo Guerriero”, allestita presso il Centro espositivo della Fondazione Carichieti a Palazzo De Mayo |
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MILANO (GALLERIA GRUPPO CREDITO VALTELLINESE): FERNANDA PIVANO. VIAGGI, COSE, PERSONE - 6 APRILE -/ 18 LUGLIO 2011 |
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"Vorrei aver scritto tre righe che la gente si ricordi", ha detto in un´intervista del 2001 Fernanda Pivano, giornalista, saggista e traduttrice molto ammirata e amata. A dire della capacità di autocritica e di autoironia di una grande, complessa donna, tra le vere protagoniste del Novecento, per sessant´anni ponte culturale tra Italia e Stati Uniti. Dal 6 aprile al 18 luglio, giorno del suo compleanno, la Galleria Gruppo Credito Valtellinese nel Refettorio delle Stelline, Milano ricorda la scrittrice con la grande mostra "Fernanda Pivano. Viaggi, cose, persone" ideata da Michele Concina. A curarla è Ida Castiglioni con Francesca Carabelli e la consulenza di Enrico Rotelli, curatore dei "Diari" di Fernanda Pivano pubblicati per Bompiani. E di righe la Pivano ne ha scritte e tradotte molte e altre doveva scriverne quando, il 18 agosto 2009, se n´è andata a 92 anni negli spazi profumati dell´eternità, come lei stessa diceva. Sono le righe che, dalla sua scrivania "così coperta di carte da non lasciarle spazio per appoggiare le braccia" Fernanda ha riverberato su generazioni di italiani facendo a sua volta scoprire quelle di Ernest Hemingway, Sherwood Anderson, Francis Scott Fitzgerald, William Faulkner, Gertrude Stein e, ancora, Allen Ginsberg, Jack Kerouac, Gregory Corso, William Burroughs. Una carriera letteraria iniziata nel 1943 quando per Einaudi pubblica la prima traduzione italiana di Spoon River sotto la guida di Cesare Pavese e quella di Addio alle armi, libro all´epoca proibito dal Regime per il quale finì in carcere. Ma appena riuscì ad ottenere il visto, Fernanda andò in America per conoscere di persona quei grandi autori che le avevano fatto crescere la passione per la libertà; gli stessi autori che lei stessa ha contribuito a rendere "classici" come negli anni ha fatto anche con Henry Miller e Charles Bukowski, Erica Jong, Jay Mcinerney e Breat Easton Ellis, tutti "adottati" da lei. È stato durante questi viaggi che ha incontrato e conosciuto cantautori americani come Bob Dylan, Patti Smith e Lou Reed. Ma è soprattutto l´incontro con Fabrizio De André a farle dire "i cantautori sono i poeti di oggi". Una percezione che le ha fatto venire voglia di conoscere di persona, lei, diplomata al decimo anno di pianoforte al Conservatorio, i cantautori italiani più amati dai giovani come Vasco Rossi, Jovanotti, Morgan, Vinicio Capossela e Luciano Ligabue che riconosce Fernanda come la "veicolatrice di una cultura di cui abbiamo avuto un disperato bisogno", cruciale per più generazioni di italiani. Di tutto questo dà conto la grande mostra alla Galleria Gruppo Credito Valtellinese - Refettorio delle Stelline attraverso documenti originali (in parte inediti), immagini fotografiche, dattiloscritti e testi autografi di grandi scrittori. Emozionano le poesie, le lettere - in particolare quelle mai pubblicate di Cesare Pavese - e i disegni dedicati a lei dai mostri sacri del Novecento, come le fotografie dei suoi viaggi e, in anni più recenti, i ritratti ad opera di Guido Harari. In mostra anche articoli particolarmente significativi, come "Grazie, Fernanda" di Jay Mcinerney apparso nel 1995 sul "New Yorker". Nella lunga serie di viaggi in giro per il mondo, dal Nord Europa agli Stati Uniti d´America, dal Giappone ai mari del Sud, dal Nord Africa a Cuba, Fernanda Pivano ha raccolto anche migliaia di gioielli etnici, alcuni dei quali sono stati per gli artisti contemporanei la base di una ricerca su forma e materiale. Nella mostra se ne potrà ammirare una selezione (pezzi significativi per l´attualità del loro disegno e per l´accostamento dei materiali) oltre a quelli disegnati per lei da Ettore Sottsass e da Arnaldo Pomodoro, autore anche della targa del prestigioso Premio Fernanda Pivano. Ai gioielli di Pomodoro verranno affiancati una serie di gioielli pop degli anni ´50 e ´60 - alcuni disegnati da Paco Rabanne e acquistati da Fernanda Pivano in gran parte a Parigi - realizzati in plastica, in diverse varianti di colore per ognuna delle forme ripropongono l´entusiasmo di un´epoca per il nuovo materiale. A fianco di questi, saranno esposti gioielli in metalli non preziosi e pietre dure, opera di artisti e laboratori italiani e in particolare milanesi. Bigiotteria in cui si esprime la ricerca formale degli anni ´60 e ´70, che Fernanda Pivano ha molto amato e indossato. A testimonianza di come la Pivano sia stata donna curiosa e appassionata alle più diverse forme artistiche. Insieme ai gioielli, le testimonianze del sodalizio con Ettore Sottsass vivono soprattutto attraverso le riviste create a quattro mani, East 128, tra cui il quarto numero inedito, e Pianeta Fresco, e del volume C´era una volta un beat, mitici esempi del design d´autore e oggi vere opere d´arte realizzate con la collaborazione dei più grandi poeti e scrittori della beat generation: Allen Ginsberg, Gregory Corso e Jack Kerouac. L´allestimento, firmato da Leo Guerra, si compone di un lungo piano orizzontale, di circa 50 metri, che attraversando longitudinalmente la galleria allineerà su di sé i "reperti", le testimonianze, i souvenir di viaggio, i gioielli etnici e pop della collezione di Fernanda Pivano, in una composizione ricca di intersezioni con fotografie e documenti d´archivio, layout di riviste underground, pezzi di "instant design" a lei dedicati dagli amici artisti. Alle pareti scorreranno invece le foto di una vita, riprodotte in dimensione ambientale e verrà realizzata un´installazione in site specific ad opera di Marco Nereo Rotelli. Nello spazio video, il cortometraggio Pivano blues di Teresa Marchesi, giornalista e regista che sta realizzando un film documentario su Fernanda Pivano e le scene di A farewell to beat di Luca Facchini fanno rivivere Fernanda Pivano e i suoi leggendari incontri con gli scrittori americani. La mostra è accompagnata da un catalogo edito dalla Fondazione Gruppo Credito Valtellinese, con saggi critici di Arnaldo Pomodoro, Fiorella Minervino, Guido Harari, Alba Cappellieri e Ida Castiglioni. Info e prenotazioni +39 0243.353.522 www.Civita.it - Galleria Gruppo Credito Valtellinese tel. +39 0248.008.015 galleriearte@creval.It - www.Creval.it |
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VERONA: CHAGALL SOTTOSOPRA A PALAZZO FORTI –
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Nelle 137 magnifiche opere di Chagall proposte in questa mostra, i personaggi, gli animali, gli oggetti che popolano paesaggi complessi spesso sfidano la legge di gravità. O meglio la vedono da una diversa, originale prospettiva. "Mi tuffo nelle mie riflessioni e volo al di sopra del mondo", scriveva Chagall nel suo diario e i dipinti, i disegni e le incisioni esposti a Palazzo Forti esprimono questa personalissima rappresentazione delle cose. E´ un mondo "sottosopra", alla rovescia, dove regole e rigidità hanno ceduto il passo a sogno e fantasia. «Un uomo che cammina ha bisogno di rispecchiarsi in un suo simile al contrario, per sottolineare il suo movimento», così come «un vaso in verticale non esiste, è necessario che cada per provare la sua stabilità», annotava Chagall. I 137 dipinti, disegni e incisioni esposti in questa grande mostra sono datati tra il 1917 e il 1982: attraversano quindi gran parte della vita di Chagall e gran parte del recente Novecento. Sono opere provenienti dal Musée national Marc Chagall di Nizza, dal Musée national d´Art Moderne Centre Georges Pompidou e da importanti collezioni private, A Verona la mostra giunge dopo essere stata presentata, con grandissimo successo, al Musée national Marc Chagall di Nizza e all´Ara Pacis di Roma e celebra i 25 anni dalla scomparsa di Chagall (1887 - 1985). Sono molti gli approcci possibili all´opera di Chagall: la relazione con i movimenti d´avanguardia a cui si è accostato nel corso della sua vita, ma da cui si è poi sempre distinto per originalità; i temi legati alle sue origini russe ed ebraiche e i relativi contenuti spirituali; la sua capacità di servirsi di tecniche miste per superare le frontiere fra pittura e grafica. Questa mostra ha scelto di indagare le affinità che l´artista condivise con i Surrealisti - anche loro seguaci della "rivoluzione" e del sovvertimento dei valori stabiliti - e il forte sentimento della sua identità religiosa. Osservando le opere di Chagall si può cogliere la peculiarità che contraddistingue l´universo dell´artista: i personaggi, gli animali, gli oggetti che popolano paesaggi complessi spesso sfidano la legge di gravità. Il mondo che Chagall raffigura è, nel vero senso del termine, un mondo "sottosopra" in cui «il tempo non ha sponde», per riprendere il titolo di un quadro degli anni trenta, nel quale fidanzati, sposi, rabbini, musicisti, orologi a pendolo, carretti, asini, galli e il pittore stesso - che si è ritratto tante volte nelle sue tele - si abbandonano ad audaci acrobazie come i circensi, altro soggetto che l´artista raffigura tanto volentieri. Questo mondo capovolto è senza dubbio il frutto di una visione che si è formata attorno a molteplici assi. Uno di questi è la religione ebraica, con i suoi racconti fondatori in cui il caos iniziale, l´esodo delle folle erranti e altri celebri episodi sembrano anticipare gli sconvolgimenti della storia recente, i suoi esili e le sue diaspore. La rivoluzione d´Ottobre alla quale Chagall prese parte è il secondo. Le immagini che l´artista crea restituiscono ai termini "rivoluzione" e "capovolgimento" la loro piena accezione fisica. I fattori culturali e artistici sono una terza fonte. L´opera di Chagall si colloca facilmente tra le tradizionali stampe popolari russe e le immagini derivanti dal Surrealismo, dimostrando così di aver tanto ricevuto quanto innovato. Osservare le opere di Chagall ci porta ad individuare le peculiarità che contraddistinguono l´universo raffigurato. Ogni singolo quadro permette di contemplare un mondo in cui il capovolgimento dell´ordine costituito può derivare tanto da catastrofi e tragici sconvolgimenti quanto dal fascino e dal piacere, popolato com´è da personaggi di un´altra epoca che abitano improbabili spazi, da animali trasfigurati di cui è difficile individuare la specie e dominato da architetture raccolte che ospitano scene quotidiane raffiguranti altrettanti spettacoli magici. Ogni singola tela di Chagall contiene episodi nei quali gli esseri umani, gli animali e perfino gli oggetti sono stati spostati, mossi, collocati in un luogo "altro". La loro immagine si è liberata da ogni tipo di realtà contingente e da ogni punto di ormeggio, così da risultare più facile per lo spettatore lasciarsi trasportare in un mondo "sottosopra". Chagall. Il mondo sottosopra. Verona, Galleria d´Arte Moderna Palazzo Forti, dal 9 aprile al 10 luglio 2011. Orari: fino al 12 giugno 2011: martedì - venerdì , ore 9.00 - 19.00; sabato - domenica: ore 10.30 - 19.00. Dal 14 giugno al 10 luglio 2011: martedì - domenica, dalle 10.30 alle 19.00. Chiusura biglietteria ore 18.00. Chiuso il lunedì Mostra organizzata dal Comune di Verona - Assessorato alla Cultura, Galleria d´ Arte Moderna, Palazzo Forti, in collaborazione con il Musée national Marc Chagall di Nizza che l´ha prodotta ed esposta nelle sue sale nell´estate 2010. Mostra a cura di Maurice Fréchuret, direttore dei Musées nationaux du Xx° siècle des Alpes-maritimes e Elisabeth Pacoud-rème, responsabile delle collezioni al Musée national Marc Chagall di Nizza. Direzione della Mostra: Paola Marini. Catalogo. Silvana Editoriale Info: www.Comune.verona.it , www.Palazzoforti.it |
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VENEZIA (CA’ PESARO – GALLERIA INTERNAZIONALE D’ARTE MODERNA - SALA 10): ADRIATICA, UN OMAGGIO A ZORAN MUSIC - 8 APRILE / 15 MAGGIO 2011
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Nel percorso di valorizzazione, approfondimento e riscoperta dei fondi museali che la Galleria di Ca’ Pesaro ha intrapreso in Sala 10 – che con il recente ri-allestimento del Museo diviene un vero e proprio “white cube”, piccola galleria all’interno del grande museo dove presentare inediti dalle collezioni, significative sperimentazioni di giovani artisti, riscoperte e saggi significativi di videoarte e videografia - si apre ora una mostra-omaggio a Zoran Music. In particolare, del grande artista, vengono esposte alcune incisioni realizzate tra il 1959 e il 1961, ispirate dai frequenti ritorni in Istria e Dalmazia. Zoran Music (Boccavizza – Gorizia, 1909 – Venezia, 2005), nato in una Gorizia ancora austro-ungarica e cresciuto tra le rocce carsiche, crea immagini evocatrici, dove forme e materie si intensificano nel ricordo, liberandosi dell’elemento figurativo. All’importante nucleo grafico, pervenuto a Ca’ Pesaro nel 1977 grazie alla generosità dell’artista, che consta di otto lavori, si affiancano due dipinti, premiati rispettivamente alla Bevilacqua La Masa del 1947 e alla Biennale di Venezia del 1950, ispirati dai medesimi luoghi e dalle stesse atmosfere, e risolti con una pittura meditativa, dalle lievi e modulate vibrazioni luministiche. Continua così la valorizzazione dell’importante e cospicua collezione grafica presente in Museo. A cura di Silvio Fuso e Cristiano Sant. Info: Galleria Internazionale d’Arte Moderna - Santa Croce, 2076, Venezia - Il biglietto comprende la visita all’intero palazzo - www.Museiciviciveneziani.it |
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GENOVA: MOSTRE, GRANDI AVIATORI E TOPONOMASTICA NELLA SALA INCONTRI DELLA REGIONE LIGURIA A DE FERRARI
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Apre i battenti sabato 9 aprile, nella sala Incontri della Regione Liguria, sotto i portici della sede di Piazza De Ferrari, la mostra “Strade e aviatori” promossa dall’associazione Arma Aeronautica- Gruppo ricerche storiche, per far conoscere il mondo dell’aviazione attraverso documenti, fotografie, reperti storici. In particolare, la mostra, che resterà aperta fino a domenica 17 aprile, punta a far conoscere la storia di tanti personaggi del mondo dell’aviazione ai quali Genova ha dedicato vie e piazze, da Gabriele D’annunzio, Rinaldo Enrico a Francesco Baracca e molti altri |
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FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI LOMBARDIA E ACI PAVIA PARTECIPANO AL PROGETTO SAFEDRIVEH - CORSI DI GUIDA SICURA PER DIVERSAMENTE ABILI PROGETTATI DA ASC
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La proattività nell’ambito della ricerca e sviluppo ha permesso ad Asc di realizzare corsi di Guida Sicura per persone diversamente abili: il progetto Safedriveh lanciato nel 2010, si è ulteriormente concretizzato. Grazie al generoso contributo della Fondazione Banca del Monte di Lombardia, erogato da Aci Pavia, 30 persone diversamente abili residenti nel territorio pavese hanno potuto partecipare gratuitamente a tutte le date di calendario previste per i corsi Safedriveh. Il finanziamento è il risultato di accordi e sinergie intercorse tra la Fondazione Banca del Monte di Lombardia, Aci Pavia e Asc Guidasicura Quattroruote che, insieme, hanno dimostrato quanto sia determinante completare gli aspetti innovativi delle proprie attività con proposte concrete e coerenti con gli aspetti sociali delle proprie mission aziendali. I corsi Safedriveh rispondono alle esigenze con metodologia efficace e con l’obiettivo di coinvolgere persone diversamente abili per condurle alla guida di un veicolo in maniera consapevole e sicura. La struttura del corso prevede un programma di addestramento pratico con vetture adeguatamente attrezzate in base alle tipologie di disabilità con lezioni di teoria in aula, affidate agli istruttori della Scuola Guidasicura Quattroruote. “Siamo particolarmente soddisfatti – commenta Aldo Poli, Presidente della Fondazione Banca del Monte di Lombardia - quando il nostro contributo serve a realizzare iniziative che si rivolgono alle categorie più deboli e svantaggiate: è scritto nella storia della Fondazione e costituisce la sua vocazione primaria, oltreché essere sancito a livello statutario. Non ci resta che plaudire al progetto e all’opportunità che viene offerta, augurandoci che possa costituire un’esperienza positiva”. “Una tappa importante nel lungo percorso della mobilità responsabile è stata raggiunta. Altre tappe che riguardano, ad esempio, la guida dei meno giovani, verranno presentate in questo centro nei prossimi mesi.” commenta il Prof. Dabusti, Presidente di Aci Pavia “Un elogio, pertanto, al Direttore del Centro per la qualità dei corsi ed un sentito ringraziamento al Presidente della Fondazione Banca del Monte di Lombardia Aldo Poli, che ha sempre sostenuto con convinzione e sensibilità le tante iniziative dell’Aci Pavia sui temi della sicurezza stradale e della mobilità responsabile.” “L’associazione ha accolto con piacere l´invito del Prof. Angelo Dabusti” dichiara Antonio Valdi, Presidente Provinciale dell’Associazione “Abbiamo coinvolto i nostri associati che hanno avuto quindi l’opportunità di aderire al corso di guida sicura. Tutti i partecipanti – prosegue Valdi - hanno manifestato grande soddisfazione anche in considerazione del percorso didattico e pratico relativo alla guida in situazioni di emergenza. Ci auguriamo che tale iniziativa abbia il riconoscimento che merita anche a livello istituzionale da parte della Regione Lombardia.” “Il Centro Servizi Mobilità del Centro Protesi Inail nasce per favorire il recupero dell’autonomia dei propri pazienti , attraverso il ritorno alla guida di un veicolo.” Commenta l’Ing. Rinaldo Sacchetti, Direttore Tecnico Area Ausili e assistenza sul territorio “Che si tratti di un’auto, di una moto, di un trattore o di un imbarcazione, la libertà di muoversi al di fuori dell’ambiente domestico, grazie anche dell’uso di un ausilio (protesi , ortesi, carrozzina), rappresenta una tappa fondamentale nel percorso di partecipazione e di reinserimento sociale. Per raggiungere questo importante traguardo è indispensabile un training pratico che permetta alla persona con disabilità di guidare un veicolo adattato in assoluta sicurezza. Per questo motivo” prosegue Sacchetti “Il Centro Protesi Inail ha aderito a questo progetto, rappresentando ai propri assistiti l’utilità de i corsi di guida sicura. Il 4 e 5 aprile 18 assistiti Inail della provincia di Pavia parteciperanno gratuitamente al corso di guida sicura alla presenza di alcuni operatori del Centro Protesi Inail che supporteranno gli istruttori, con la propria specifica esperienza nella mobilità in auto e nell’addestramento all’uso degli ausili per la guida” “Abbiamo raggiunto un obiettivo importante e ne siamo orgogliosi” commenta Marcello Tomaselli, Direttore Operations di Asc “La Fondazione Banca del Monte di Lombardia e Aci Pavia sono partner di rilievo che hanno scelto di abbracciare le nostre strategie rivolte anche agli aspetti sociali. E’ una grande soddisfazione poter essere tra gli artefici di iniziative di questa natura e siamo felici che il progetto abbia richiamato l’attenzione di questi importanti enti che si aggiungono alle aziende partner già sostenitrici dell’iniziativa come Mercedes e Handytech.” |
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MILANO (FIERAMILANOCITY, ENTRATA PORTA TEODORICO, PADIGLIONE 3 - STAND G01): STUDIO MARCONI ´65 È PRESENTE A MIART 2011 CON LA MOSTRA GLI INQUILINI DI MAX ERNST - 8 / 11 APRILE 2011
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All’inizio degli anni Sessanta Enrico Baj e Lucio Del Pezzo si ritrovano a condividere l’affitto dell’atelier di Max Ernst a Parigi. Baj, interessato a trovare uno studio a Parigi, nel 1962 si rivolge al maestro surrealista che gli affitta il suo appartamento in rue Mathurin Régnier 58 più lo studio sovrastante, non potendolo vendere a causa dell’imminente demolizione della casa prevista dal piano regolatore. Baj decide di affittare il secondo piano alla pittrice Maria Luisa De Romans che però dopo poco lascia Parigi per l’Oriente. Sarà Lucio Del Pezzo con la pittrice Milvia Maglione ad affittare l’appartamento. Fra gli inquilini e Max Ernst si instaura subito un rapporto di stima reciproca, dopo il primo incontro Del Pezzo scrive: “... Non grande, scicchissimo, con una testa d’aquila, con occhi magnetici, azzurri e un fascino irresistibile (anche attore): poi, quando parlava, erano cose straordinarie” (S. Panciera, in Lucio Del Pezzo. Apres moi, le Sommeil – Omaggio a Max Ernst, Edizioni D’ars 2008 ). Enrico Baj invece in Automitobiografia scrive di Ernst: “Il mio padrone di casa era gentilissimo e anche sua moglie Dorothea. Ogni tanto ci vedevamo per regolare i piccoli conti del telefono e della luce, che erano rimasti intestati a lui, e dell’affitto.” Anche di questi “piccoli conti” è rimasta documentazione, che verrà esposta all’interno dello stand. Il 30 aprile del 1965 Baj e i Del Pezzo organizzarono nello studio una mostra-manifestazione-festa la “Festa della Gioconda”, in omaggio a Marcel Duchamp, a cui parteciparono molti artisti parigini. Quella manifestazione ebbe un così grande successo che venne replicata pochi mesi dopo nella galleria di Mathias Fels il 20 ottobre del 1965. In occasione di Miart lo Studio Marconi, utilizzando foto dell’epoca, ha cercato di ricostruire l’atelier di Max Ernst ricreando all’interno dello stand gli studi di Enrico Baj e di Lucio Del Pezzo. Saranno esposte opere del periodo parigino dei due artisti come Lady Fabricia Trolopp (1964), Le Vicomte de Turenne, Le Maréchal de France Antoine Iii De Gramont avec ses Grénadiers (1965) di Enrico Baj e à Paris (1966), Hic inclusus, vitam perdit (1967), Elementi su un fondo color lavagna (1968) di Lucio Del Pezzo. Info: Studio Marconi ’65 - Via Tadino 17, 20124 Milano - Tel & Fax 02 29511297 - info@studiomarconi.Info - www.Studiomarconi.info - miart@fieramilano.It - www.Miart.it |
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“CONTEMPORANEAMENTE 2011”, SPECIALE PRIMAVERA: MILANO E TORINO INSIEME NEL SEGNO DELL’ARTE |
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Anche quest’anno prende il via “Contemporaneamente”, l’iniziativa di cooperazione culturale tra Milano e Torino, promossa dagli Assessorati alla Cultura delle due città. Dopo lo speciale “Contemporary Art”, svoltosi a Torino lo scorso autunno, tocca ora al capoluogo lombardo con “Contemporaneamente Milano” ospitare iniziative di arte contemporanea nei giorni di Miart, la Fiera Internazionale di Arte Moderna e Contemporanea, in programma dall’8 all’11 aprile. Lo speciale primavera 2011 di “Contemporaneamente Milano” e “Contemporaryart Torino Piemonte” propone mostre, spettacoli e concerti che animeranno gli spazi espositivi pubblici, gallerie private, teatri e sedi di associazioni. Un pieghevole georeferenziato, che raccoglie i singoli eventi in programma nelle due città in questo inizio di primavera, verrà distribuito in oltre 100mila copie sia a Milano che a Torino. A cominciare da Miart, fiera d’eccellenza delle gallerie italiane che coinvolge tutte le componenti del mercato: gli artisti, i galleristi, i collezionisti, i curatori, i critici, i direttori di musei, gli enti istituzionali, le testate di settore, le librerie specializzate. Le gallerie che partecipano a Miart hanno tutte storia e collocazione internazionali; alla produzione italiana di grande qualità accostano quella dei più riconosciuti artisti internazionali. Contemporaneamente 2011 è realizzato grazie al contributo di Unicredit, main partner dell’iniziativa, che da tempo è impegnato in ambito culturale e sociale per lo sviluppo delle comunità nelle quali opera, sostenendo in particolare progetti di arte contemporanea. |
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TESORI DELLA STORIA E DELLA NATURA
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L´8 aprile - visita guidata in carrozza al Parco Regionale La Mandria (Piemonte) Regalmente, Slow Visit In Carrozza La grande e lunga storia della Mandria, quella del Risorgimento e di Vittorio Emanuele Ii, ma anche quella più antica del Medioevo e dei Visconti di Baratonia o quella più recente dei Marchesi Medici del Vascello, vi sarà raccontata durante un lento e lungo percorso in carrozza. La carrozza si fermerà a Borgo Castello per visitare gli Appartamenti Reali e al ricetto medievale della Rubbianetta per visitare la chiesa di San Giuliano. Al termine, degustazione di cibi antichi presso il Ristorante didattico Cascina Prato Pascolo. Durata: 4 ore. Partenza alle ore 14.30 da Ponte Verde. Quota di partecipazione: 16 Euro a partecipante (12 Euro scuderie + 4 Euro appartamenti reali) + 9 Euro degustazione. Min. 8, max 14 partecipanti. Prenotazione obbligatoria: Tel. 011/4993381. Altre info sul Parco Regionale La Mandria http://www.Parks.it/parco.mandria Il 9 aprile - affascinante percorso al Parco Naturale della Collina Torinese (Piemonte) Escursione Notturna Al Monte Cervet Affascinante escursione nel bosco del Parco della Collina Torinese alla scoperta dei suoni e degli odori della notte e delle sensazioni uniche che la visione crepuscolare suscita. Un viaggio in un mondo notturno sconosciuto; un modo diverso di percepire l´ambiente naturale scoprendone gli aspetti più nascosti e inconsueti. Presso il Centro Visite del Parco Naturale della Collina Torinese e lungo i sentieri del Parco. Durata: 2.30 ore. Ritrovo: piazzale Basilica di Superga alle ore 21.00. Difficoltà: medio/impegnativo. Raccomandate calzature da escursionismo. Rivolto a: adulti e famiglie con bambini. Prenotazione obbligatoria. Per ulteriori informazioni: Tel. 011/8903667 - E-mail: centrovisite@collinatorinese.Org Altre info sul Parco della Collina Torinese http://www.Parks.it/parco.collina.torinese Il 9 aprile - arrampicata al Parco Fluviale Gesso e Stura (Piemonte) Arrampicarocca Giornata dedicata all´arrampicata alla scoperta di un nuovo angolo del Parco ampliato, la suggestiva falesia di Roccasparvera-bicocca. Breve trekking con accompagnatore naturalistico e arrampicata con guida alpina. Iscrizione obbligatoria, posti limitati. Quota di partecipazione: 3 Euro a persona. Ritrovo alle ore 14.30. Il luogo di ritrovo sarà specificato al momento dell´iscrizione. Per qualsiasi informazione e per le iscrizioni è possibile contattare la segreteria del Parco Fluviale al numero 0171/444501, dal lunedì al venerdì in orario d´ufficio escluso il venerdì pomeriggio, o scrivere all´indirizzo e-mail parcofluviale@comune.Cuneo.it Altre info sul Parco Gesso e Stura http://www.Parks.it/parco.gesso.stura Il 10 aprile - l´orto, le piante aromatiche e da frutto al Parco Regionale Abbazia di Monteveglio (Emilia-romagna) Il Parco In Fiore L´orto, le piante aromatiche e da frutto. Dalla mattina alla sera presso il Centro Parco San Teodoro. Mercatino dei vivaisti; incontri pratici su semina, trapianto, innesto e cura; laboratori per bambini; ristoro. Programma completo su www.Parcoabbazia.it Per informazioni: Centro Parco San Teodoro - Tel. 051/6701044. Altre info sul Parco Abbazia di Monteveglio http://www.Parks.it/parco.abbazia.monteveglio Il 10 aprile - piacevole escursione al Parco Naturale Regionale dell´Antola (Liguria) In Cammino Lungo I Confini Della Repubblica Di Genova Dal Passo del Portello alla panoramica vetta del M. Lavagnola (1118m) fino allo storico Castello dei Fieschi di Torriglia, da poco restaurato e visitabile al suo interno. Una piacevole escursione (tempo di percorrenza: 2 ore) che si snoda lungo l´antica carovaniera che dalla riviera permetteva di raggiungere la Lombardia, ricalcando gli storici confini tra la Repubblica di Genova e il feudo Imperiale di Torriglia, in compagnia di uno storico locale che approfondirà il tema. Durata: giornata intera, pranzo al sacco. Punto di ritrovo: Torriglia, presso la Sede del Parco. Costo: accompagnamento e ingresso al castello di Torriglia gratuiti - servizio di trasporto Cst con bus riservato da Torriglia al Passo del Portello: 5,00 Euro a persona. Il Castello di Torriglia sarà aperto al pubblico dalle 14.30 alle 17.30 con ingresso gratuito. Per ulteriori informazioni: Tel. 010/944175 - E-mail: info@parcoantola.It Altre info sul Parco dell´Antola http://www.Parks.it/parco.antola Il 10 aprile - alla scoperta dell´Area Marina Protetta di Miramare (Friuli Venezia Giulia) Da Medeazza Al Monte Cocco Escursione lungo il sentiero che conduce alla località Pecina, i casali abbandonati del Coc ed il Monte Cucco. Osservazioni sulle specie della boscaglia, del bosco carsico e delle zone agricole ed edificate. Ma anche riflessioni sull´utilizzo del territorio e sul difficile rapporto tra conservazione e fruizione. Ore 9.00-13.00. Iniziativa a cura di Wwf Area Marina Protetta di Miramare - Tel. 040/224147, interno 2 - e-mail: promozione@riservamarinamiramare.It Altre info sull´Area Marina Protetta di Miramare http://www.Parks.it/riserva.marina.miramare Il 10 aprile - itinerario geologico al Parco dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell´Abbadessa (Emilia-romagna) La Dolina Di Gaibola E I Calanchi Del Rio Maleto L´escursione porta dalla Val di Zena alla valle dell´Idice attraverso gli spettacolari affioramenti gessosi di Gaibola per proseguire poi nella zona dei Calanchi del rio Maleto. Un percorso ad anello permetterà di tornare al punto di partenza. Ritrovo alle ore 9.00 presso "Casa Fantini" al Farneto. Pranzo al sacco a carico dei partecipanti. Nel pomeriggio visita guidata speleologica alla Grotta del Farneto e rientro previsto ore 15.00. Prenotazione obbligatoria, costo Euro 10/adulti, Euro 5/minorenni. Per informazioni: Parco Gessi, Via Jussi 171 - 40068 Farneto - San Lazzaro di Savena (Bo) - Tel. 051/6254821 - www.Parcogessibolognesi.it Altre info sul Parco dei Gessi Bolognesi http://www.Parks.it/parco.gessi.bolognesi Il 10 aprile - i tesori del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano (Campania) L´oasi Di Morigerati E La Certosa Di Padula Visita guidata con partenza da Morigerati (Sa), con la guida Giuseppe Morra. Tappe: la grotta inferiore del Bussento, la Certosa di Padula. Area di sosta: Morigerati. Sono previsti biglietti d´ingresso all´oasi e alla certosa. La prenotazione è obbligatoria almeno 4 giorni prima telefonando direttamente alla guida di riferimento: Tel. 338/1026820. Altre info sul Parco Nazionale del Cilento http://www.Parks.it/parco.nazionale.cilento Il 10 aprile - escursione con racchette da neve al Parco Naturale del Mont Avic (Valle d´Aosta) Trekking (Pra Oursie) Racchette e bastoncini potranno essere noleggiati dall´A.s.d. Namast� o presso l´Hotel Parc Mont Avic di Covarey. Per le notturne i partecipanti dovranno dotarsi di lampade frontali. Per chi lo desidera ci sarà la possibilità, al termine delle uscite notturne, di cenare presso il ristorante dell´Hotel Parc Mont Avic di Covarey (al momento della prenotazione si prega di comunicare l´eventuale interesse). Per informazioni e prenotazioni rivolgersi, entro le ore 10.00 (o le ore 17.00 per le notturne) del giorno precedente, all´A.s.d. Namast� (cell. 335/7598403 oppure 339/5813792). Altre info sul Parco del Mont Avic http://www.Parks.it/parco.mont.avic Il 10 aprile - attività per famiglie al Parco Regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone (Emilia-romagna) Un Asino In Famiglia Una giornata dedicata alle Famiglie in compagnia degli Asinelli della Coop. Madreselva! Ritrovo ore 10.00 presso il Museo del Bosco di Poranceto (Camugnano - Bo). Termine attività ore 15.00 circa (portare il pranzo al sacco). Programma: Approccio all´Asino: impariamo a conoscere il nostro amico avvicinandoci ed accarezzandolo, usiamo i 5 sensi... Come profuma il fieno! Passeggiata fiabesca nel bosco: andremo a conoscere gli animali nascosti ripercorrendo le tracce dello Gnomo che ci condurrà alla scoperta di un mondo a noi sconosciuto.. Laboratorio di manipolazione. Attività proposta dalla Coop. Madreselva con il patrocinio dell´Ente Parco. Costo: Euro 15,00 per gli adulti ed Euro 5,00 per i bambini fino a 14 anni non compiuti. Prenotazione obbligatoria: Tel. 0534/46712 - e-mail: promozione.Parcodeilaghi@cosea.bo.it - Tel. 0534/51052 - 0534/53159 - e-mail: info@coopmadreselva.It Altre info sul Parco dei Laghi di Suviana e Brasimone http://www.Parks.it/parco.suviana.brasimone |
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CORREGGIO (PALAZZO DEL PRINCIPE): ANGELO MARANI PER MIMMO ROTELLA: L´OMAGGIO CHE LO STILISTA ANGELO MARANI RENDE AD UN ARTISTA FANTASTICO E FANTASMAGORICO COME MIMMO ROTELLA
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Due spiriti liberi, due uomini pieni di passione. Accomunati dall´amore infinito per la bellezza femminile, esaltata col colore, la fantasia, la creatività sensuale. Non meraviglia perciò l´omaggio che lo stilista Angelo Marani rende ad un artista fantastico e fantasmagorico come Mimmo Rotella con la mostra di opere ed abiti nelle sale cinquecentesche del Palazzo dei Principi di Correggio, a testimoniare l´attualità del messaggio del dècollage e la straordinaria potenza d´emozione dello strappo d´arte, che si specchiano nello stile e nella moda del creatore che esalta anche la sua città. <Ho conosciuto Mimmo Rotella venti anni fa _ racconta Marani _ e l´ho incontrato una sola volta quando andai a trovarlo nel suo studio milanese per portargli un mio vecchio manifesto di un film di Charlot, Il Circo. Lui mi accolse con simpatia dicendomi ´sì, lo userò, basta che mi dia´ il tempo!>. Erano anni che Angelo comprava e collezionava le sue opere, incantato soprattutto dal colpo di fulmine con Rita Hayworth nei panni di Gilda, <la donna più sexy del mondo>, per un quadro pagato allora cinque milioni. Ora la collezione vanta sette esemplari che si uniranno ad altri trenta, in una sinfonia di ritratti che catalizzano l´attenzione del visitatore per la potenza della manipolazione geniale delle immagini che si fonde magnificamente con l´estro del pennello dell´artista. <Non sono afflitto da manie intellettuali _ spiega Angelo Marani _ e confesso di essermi avvicinato a Mimmo Rotella in modo istintivo, per la carica emotiva che le sue opere mi hanno comunicato e per gioia che provo nell´ammirarle. In questo rivivo lo stesso spirito della mia moda che è sempre un inno alla positività: il mio motto è la vie est belle!>. Brilla nella volontà di organizzare questa esposizione, oltre all´ammirazione per il lavoro creativo di un Maestro del Novecento, anche la soddisfazione del fare qualcosa per la città natia e per un territorio come quello che circonda Correggio dove il saper fare si è sempre coniugato con la cultura della moda. <Anche strappare un jeans e trasformarlo come fosse una tavolozza è un gesto creativo, anche un po´ liberatorio>, racconta lo stilista che già nella collezione dell´estate 2003 è rimasto stregato dal tema del dècollage rotelliano: Uno strappo alla regola d´intuizione, una manipolazione tessile che ha reso vintage il nuovo, con la zingara chic in abiti stracciati e le facce delle dive del cinema, da Rita ad Marilyn, da Audrey a Liz, che si rincorrono su bustier e borsette. <La collezione non ebbe tanto successo _ racconta sorridendo Marani _ forse perché come spesso succede io ero un po´ troppo avanti. Fu un azzardo strappare lo chiffon e poi acquerellarlo, ma certo per me un esperimento magnifico>. Performance stilistiche a tutta libertà che ben si avvicinano alle <pugnalate> di Rotella, a quel suo portare la vita della strada che si srotola stagione dopo stagione sui manifesti nell´Arte, con la prepotenza e la forza dirompente del gesto dello strappo che l´artista calabrese ma sempre cittadino estroso del mondo, un po´ bohèmien e un po´ guascone, ha reso possibile fondendo estetica e memoria, lui passato attraverso la poesia sonora e la Pop Art, il Nouveau Réalisme e la pittura digitale. Con la lacerazione che diventa immagine eccelsa e grido di bellezza sublime, come la tintura di un tessuto che al tempo stesso lo esalta e lo stravolge e lo rinnova. <Ho la fortuna di fare un mestiere in cui posso fare tutto e sbizzarrirmi con tutto>, dice con orgoglio Angelo Marani, fiero delle sue origini correggesi e ancora di più convinto di lanciare con questa mostra un messaggio positivo al mondo e alla sua gente, a quei tanti giovani che possono scoprire che se si vuole, si lavora tanto e si ha un po´ di fortuna, si può arrivare lontano, dando le ali ai propri sogni. Come accostando abiti e opere d´arte, per continuare all´infinito a tessere una tela comune |
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CATTOLICA (ACQUARIO): PARTE IL 2011
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Dal 1 aprile si è apertala dodicesima stagione dell´Acquario di Cattolica, tante novità a partire dai Pinguini di Humboldt alle prese con le prime effusioni amorose e la preparazione dei nidi, per proseguire con un progetto dedicato alla conservazione delle specie in pericolo, ma soprattutto la grande attesa è data dall´arrivo il 1° luglio dei mammiferi più giocosi del mondo animale: le Lontre asiatiche. Il 1 aprile è ricominciata l´avventura chiamata natura per grandi e piccoli appassionati di mare, di terra e di fiumi, attesi da oltre 3.000 esemplari di 400 differenti specie, 100 vasche espositive con exibith dedicati a pesci, rettili, uccelli e da quest´anno anche mammiferi. L´acquario di Cattolica il più grande acquario dell´ Adriatico, amplifica i suoi percorsi con l´impegno di sensibilizzare ed educare il grande pubblico alla conservazione, alla gestione e all´uso responsabile degli ambienti acquatici, attraverso la conoscenza delle specie animali e dei loro habitat. Dal 1 luglio, infatti, aprirà il nuovo percorso giallo completamente dedicato ai corsi d´acqua e alle specie che li popolano. Si tratta di uno tra i percorsi più importanti dell´Acquario di Cattolica, che vuole continuare a stupire grandi e piccoli visitatori, con i mammiferi più teneri e giocosi del mondo animale: le Lontre dalle piccole unghie orientali (Aonyx cinerea). Saranno loro le grandi protagoniste della stagione 2011, ospiti di un habitat fluviale asiatico che supera i 100 mq. Ricco di vegetazione paludosa, con un´ ampia parte immersa di 30.000 litri d´acqua dolce. Oltre alle Lontre, il nuovo percorso sarà > arricchito da una vasca che rappresenta uno scorcio di fiume amazzonico di 50mq. Che ospiterà il Caimano nano di Cuvier e gli Squali piatti d´acqua dolce. Come i Pinguini di Humboldt, arrivati lo scorso anno, anche queste nuove specie, sono nate in ambiente controllato e fanno parte di un ampio progetto di conservazione promosso e coordinato da Eaza (Associazione Europea Zoo ed Acquari ) ente che coinvolge strutture italiane ed europee alle quali richiede un meticoloso rispetto delle linee guida per il miglior mantenimento di questi animali. Mentre i lavori per il nuovo e impegnativo percorso giallo "I corsi d´acqua", proseguono a pieno ritmo, nella casa dei pinguini di Humbolt c´è un gran fermento. Nella colonia costituita da 12 esemplari, si stanno formando le prime coppie, alcuni di loro hanno raggiunto la maturità sessuale, quindi si preparano a diventare mamme e papà. Nel loro habitat di oltre 80mq con 70.000 litri di acqua marina, alcuni fanno già "coppia fissa" tra effusioni, tenerezze ed emissioni di richiami particolari, ma anche tuffi e gare di velocità sott´acqua. Un corteggiamento ricco di rituali che il maschio mette in atto per conquistare l´amata che sarà poi la compagna per tutta la vita. Babba e Lalla sono la prima coppia che si è formata (i loro nomi sono stati assegnati dagli amici di Facebook), hanno entrambi 3 anni, lui è il pinguino mascotte, il più tondo e goffo è quello che taglia per primo il traguardo durante la distribuzione del cibo quotidiano ed è quello che ha un´innata predisposizione al comando, lo si riconosce dalle fascette di > identificazione sulle ali di colore bianco, rosso e verde. Per primo ha scelto il nido che ogni giorno prepara per la futura cova con detriti, sassolini e ramoscelli di paglia ed è sempre in guardia perché nessuno si permetta di usurparlo. Lalla è la più giocherellona del gruppo, è quella che adora nuotare davanti ai bambini, li rincorre e si ferma davanti a loro come se volesse farsi accarezzare, è sempre lei che per prima punzecchia col suo becco la muta e la maschera degli acquaristi durante le > ordinarie pulizie della vasca. La si riconosce per la fascetta bianco e rossa. Questa specie depone normalmente due uova che vengono covate da entrambi i pinguini all´ incirca per circa 40 giorni. L´acquario di Cattolica consapevole che solo attraverso la conoscenza si può intervenire per la conservazione dell´ambiente, si fa promotore di: "Salva una specie in pericolo" un progetto che nasce per contribuire attivamente al sostegno di programmi nazionali e internazionali con l´obiettivo di valorizzare e sostenere tutte quelle realtà selezionate che si impegnano concretamente nella tutela e nella salvaguardia delle specie minacciate. "Salva una specie in pericolo" si affianca a strutture come il Saint Louis Zoo, un giardino zoologico degli Stati Uniti, che insieme al Wild Care Institute guida i progetti di conservazione dei pinguini di Humboldt > di Punta San Juan in Perù e sta lavorando per designare questo luogo a riserva marina protetta. Purtroppo l´incontrollata ed eccessiva pesca, la raccolta di guano per uso fertilizzante in agricoltura, ha portato la popolazione dei Pinguini di Humboldt a diminuire significativamente negli ultimi 20 anni. Oggi questa specie è indicata dalla Red List della Iucn (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura) come a rischio di estinzione. Un altro capitolo di "Salva una specie in pericolo" è dedicato alle tartarughe marine e va a sostegno di uno dei centri di recupero di tartarughe marine(Caretta caretta) tra i più importanti del Mediterraneo: il Turtle Point di Napoli. Un centro di divulgazione e di sensibilizzazione ambientale, una sezione distaccata della Stazione Zoologica"anton Dohrn" di Napoli, specializzata nella cura e nella riabilitazione delle tartarughe marine, trovate in difficoltà a causa delle attività umane. Questa grande sinergia tra la Stazione Zoologica "Anton Dohrn" e l´Acquario di Cattolica è partita nel 2008, e ha dato vita nel 2009 al primo Asilo per le tartarughe marine, strutturato all´ interno dell´ Acquario. Un luogo nato per ospitare giovanissime tartarughe marine durante le fasi più vulnerabili della loro vita in un ambiente protetto che garantisce loro un periodo di convalescenza prima di essere reintrodotte in natura. Una volta recuperate e curate dalla stazione di Napoli, le giovani tartarughe vengono ospitate nell´Asilo all´Acquario di Cattolica, dove lo staff acquariologico si impegna a monitorare le variazioni di peso e taglia dei vari esemplari fino a garantirne un perfetto stato per affrontare il mare aperto. Fino ad oggi sono 4 gli esemplari che hanno ripreso il mare dopo la convalescenza a Cattolica e tuttora due sono in cura. Per gli squali, un altro animale a forte rischio di estinzione, "Salva una specie in pericolo" organizza una importante campagna di sensibilizzazione e una raccolta di firme da consegnare a fine stagione (attraverso apposite cartoline oppure on line) ai parlamentari italiani. Una campagna che coinvolga l´opinione pubblica, i mass media e che arrivi ai politici del nostro paese allo scopo di inserire le specie di squali più a rischio in Mediterraneo, tra le specie protette. Tutto il progetto "Salva una specie in pericolo" sarà visibile dal 1 aprile sul nuovo sito internet dedicato: www.Salvaunaspecie.it http://www.Salvaunaspecie.it>.un sito interattivo che permetterà di venire informati e sostenere le realtà e le campagne di salvaguardia, di inviare on line la firma a tutela degli squali, ma anche di aderire ai progetti Squaloanch´io, Tartamica o Pinguiniamo con l´acquisto di un peluche. Un´area del sito illustra come diventare Ambienturista e prenotare una vacanza nelle oltre 50 strutture alberghiere di Cattolica che ad oggi hanno sposato pienamente questo progetto, dotandosi di un urna per la raccolta fondi da devolvere direttamente ai progetti nazionali e internazionali sopra citati. Questo progetto ha ricevuto il Patrocinio del > Comune di Cattolica ed è in attesa di quello del Ministero Ambiente. > > Un´altra novità è rappresentata dal nuovo sito internet www.Acquariodicattolica.it http://www.Acquariodicattolica.it completamente rinnovato ricco di opportunità, immagini, video, spazio ai social network, una home accattivante dove un video presenta gli animali simbolo dell´ Acquario. 30 aprile "Cattolica Day" in occasione della festa di San Pio Patrono della citta, l´Acquario offre l´entrata gratuita a tutti i cittadini residenti a Cattolica, su presentazione della carta di identità alle biglietterie. Nel mese di Maggio l´Acquario collabora con Promocattolica, al raduno d´auto d´epoca e all´iniziativa Pesce fuor d´acqua, che coinvolge i ristoranti della città. 16 Giugno - 1 settembre in collaborazione con il Comune di Cattolica ogni giovedì dalle ore 21 alle 22,30 apre la Baia di Sharky, lo spazio di animazione, canti, balli, cacce al tesoro e tante sorprese, offerto gratuitamente a tutti i bambini ospiti di Cattolica. 2 Luglio La Baby Notte Rosa, il Capodanno dell´ estate in Riviera, dedicato alle bambine e ai bambini ospiti a Cattolica, coinvolti in una Maxi Caccia al Tesorosa . Una tra le attività più singolari che si svolgono all´Acquario, è l´esperienza unica: del "Faccia a faccia con gli squali", si tratta di una vera e propria immersione che avviene su prenotazione, all´interno della grande vasca di 700.000 litri di acqua marina, protetti da una gabbia di acciaio e nella massima sicurezza. Ogni lunedì, mercoledì e venerdì alle ore 14,30 si può assistere in diretta al pasto dei 12 squali davanti alla grande vasca. Il martedì e il giovedì alle ore 12 al pasto delle Dasyatis violacea nella vasca tattile e ogni giorno alle 9,30 e alle 16 al pasto dei Pinguini. Orari primavera: dalle 9,30 alle 18,30 le biglietterie chiudono alle 16,30. Orari estivi: dalle 10 alle 23,30 le biglietterie chiudono alle 21,30 Prezzi: adulti 18 euro; ridotti 14 euro (bambini da un metro a 11 anni e over 65); fino a 1 metro di altezza entrata gratuita. Abbonamento annuale 40 euro adulti, 32 euro ridotti e over 65. Per informazioni: telefono centralino 0541 8371 www.Acquariodicattolica.it http://www.Acquariodicattolica.it www.Salvaunaspecie.it http://www.Salvaunaspecie.it |
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ROCCA DI UMBERTIDE (CENTRO PER L’ARTE CONTEMPORANEA): MOSTRA DI ALESSANDRA ZORZI. “GABBIE PER SIGNORA” - DAL 9 APRILE ALL’8 MAGGIO 2011
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Promossa e organizzata dal Comune di Umbertide e con il sostegno della Regione Umbria, sabato 9 Aprile 2011, alle ore 18, presso la Rocca di Umbertide (Pg), si inaugurerà la mostra dell’artista Alessandra Zorzi. L´esposizione, dal titolo “Gabbie per Signora”, è curata da Martina Corgnati ed Enrico Mascelloni. Il percorso espositivo è composto da un’installazione di arazzi digitali, 40 opere circa tra olii, tempere, disegni e acquerelli, oltre ad una videoproiezione che racconterà il colorato mondo delle animazioni di Alessandra Zorzi. Fino all’8 maggio 2011, la Rocca di Umbertide – Centro per l’Arte Contemporanea, accoglierà i visitatori che desiderano conoscere o rivedere le diverse tipologie di lavori di Alessandra Zorzi, nota interprete della pittura e del video d’animazione, di formazione architetto, nata a Treviso ma residente da molti anni a Milano. Un settore della sede espositiva sarà dedicata alla serie di disegni e dipinti focalizzati sulla donna e sulle innumerevoli limitazioni, o vere e proprie “torture” che ogni società maschile ha cercato o saputo imporle. Questo corpus, “Gabbie per Signora”, dà il titolo alla mostra. Burka, crinolina, disco labiale, anelli per allungare il collo, piedino cinese, infibulazione e altro, con le relative mutilazioni più o meno permanenti, costituiscono il tema critico sul quale l’artista si è interrogata, analizzandolo e denunciando tanto accanimento. In altri spazi sarà proposta un’installazione con dei visionari arazzi digitali (anni 2002-2010) ispirati ad Abramennone, Morgiallo, Spampi e altri abitanti dell’avvolgente Babelopoli, realtà metropolitana a cavallo fra un fumetto per bambini, un film di fantascienza e un incubo notturno. Gli arazzi compongono una specie di affascinante selva colorata tutta da percorrere e tutta da scoprire. Ed ancora, altre sale ospitano le grandi opere degli anni successivi, caotiche e caratterizzate da un eccitato horror vacui che rende difficile discernere le singole figure e persino gli elementi figurativi da quelli astratti, e che costituisce uno dei tratti caratteristici della Zorzi pittrice. E per concludere, altri ambienti della Rocca di Umbertide, saranno dedicati ai numerosi video d’animazione, cui Alessandra Zorzi ha impegnato negli ultimi anni moltissime energie creative. Si tratta di lavori a tema, dedicati a grandi artisti del passato: da Andrea Mantegna a Leonardo a Fortunato Depero. Oppure lunghe ed articolate allegorie dell’esistenza, come “Il pelo nell’uovo”, il cui protagonista (un gatto dal volto umano) visita isole che corrispondono ad altrettanti grandi capitoli della vita. Il catalogo della Canova Editrice, contiene i saggi di Martina Corgnati, Enrico Mascelloni e Carlo Montanaro e la riproduzione delle opere esposte. A proposito dell’artista e del suo lavoro, Martina Corgnati afferma “Sandra Zorzi appartiene ad una categoria di artisti infrequente se non rara, non gli “irascibili” (come si definiva Pollock) ma gli ironici, cioè di coloro che esigono da sé e dalla propria arte che sia un linguaggio profondamente "responsabile" di fronte a se stesso e all´epoca in cui si esprime. Infatti, come alcuni surrealisti e dadaisti o, per restare in Italia, per esempio come Enrico Baj, Sandra Zorzi non si sottrae mai ad una certa, sensibile urgenza di rappresentazione del mondo, o se si preferisce non elude mai il problema dell´uomo, anzi, oggi soprattutto della donna di questo pianeta globalizzato, caotico e dimentico delle prospettive umanistiche che i nostri simili avevano annunciato a più riprese secoli fa. Ironia significa libertà inventiva, sperimentazione, apertura, ma anche responsabilità, anche impegno e anche volontà e capacità di mettersi in gioco, di indignarsi, di stupirsi, di continuare a pensare e a cercare di fare in modo che l’arte abbia un proprio posto nel mondo, ricopra un ruolo nella battaglia per la civiltà che, inaspettatamente, ci sembra orribilmente minacciata e da più parti”. Enrico Mascelloni, altro curatore della mostra dichiara “……. E infatti Zorzi è consapevole di elaborare uno stile che, come tutti gli stili assunti con consapevolezza, sa far fruttare la sua improbabilità, cioè il far passare la realtà del mondo attraverso una porta strettissima, quella di linguaggi inattuali come sono inattuali tutti i linguaggi artistici, in specie se legati a media tradizionali come la pittura (ma forse la fotografia o il video più incollati al “reale” credono di essere meno inattuali nella loro patetica rincorsa alle sembianze di un mondo che è già da un’altra parte?) Quando utilizza un linguaggio tecno-mediale, Alessandra Zorzi lo scioglie in una percezione lenta che è per esempio quella del trompe l’oeil (come negli “arazzi”). La strategia del suo stile è chiara almeno in un punto: distanziarsi dal reale pulp già riassunto nel binomio “sangue e merda” e avvicinarsi al Reale costringendolo a una compressione fantasmagorica e barocca. Come Haring o come Matisse, come Bosch oppure come Depero, a cui è d’uso sottolinearne le parentele, lo stile di Zorzi lascia lievitare un mondo magico che ha la materia della fiaba, pur ben sapendo che ogni fiaba ben confezionata è carica d’infiniti allarmi”. La mostra di Umbertide “Gabbie per Signora” è la terza tappa dopo Torino (Palazzo Bertalazone di San Fermo) e Venezia (Magazzino del Sale 3) di un progetto ideato dall’artista, in un momento storico in cui la condizione della donna nel mondo più arcaico, ma anche in Italia, continua ancora ad essere soggetta sia alle antiche forme di umiliazione fisica e discriminazione sociale che alle più moderne e talvolta insospettabili. Alessandra Brustolon Zorzi nasce a Treviso in una famiglia di editori. Spinta dal desiderio di finalizzare le sue capacità espressive e, con l’intento di misurarsi con lo spazio, a diciannove anni si avvicina ai temi dell’architettura. Frequenta così la Facoltà di Venezia e si laurea con una tesi sulla milanese Piazza Fontana. Alla fine degli anni ’80, comincia a dipingere con continuità, elaborando un linguaggio immaginifico fluido e autonomo, fuori da schemi e scuole, che ama definire pop-espressionista. Fedele a un linguaggio legato all’immaginario, dal 2000 in avanti ha approfondito specialmente le possibilità che gli strumenti tecnologici offrono (in particolare il video d’animazione), dedicandosi a una ricerca composita, linguistica, pittorica e contemporaneamente narrativa, che prende corpo dagli archetipi figurativi della pittura classica, trasferendoli e utilizzandoli nelle animazioni digitali, in un gioco di ambiguità, ricco di riferimenti alla pittura tradizionale. Negli ultimi anni, in particolare, elabora una propria personale tecnica di video animazione realizzando diversi corti, fra cui Abramennone a Babelopoli (2003), Il pelo nell’uovo (2004-05), Da Andrea Mantegna (2006), Homo sanza littere (2007), Il viaggio di Prometea (2008) e Giocando con Depero (2009). Fra le mostre pubbliche degli ultimi anni si segnalano: “Abramennone a Babelopoli” (2003) a Palazzo Racani-arroni di Spoleto, “Viaggio a Babelopoli” (2005) al Maschio Angioino di Napoli, “Interni di Babelopoli (2007) a Palazzo Ducale di Mantova. Nel 2010, con la mostra “Gabbie per Signora: Palazzo Bertalazone di San Fermo a Torino e il Magazzino del Sale 3 a Venezia. Hanno scritto di Alessandra Zorzi: tra gli altri, Andrea Zanzotto, Barbara Rose, Martina Corgnati, Angelo Villa, Carlo Montanaro, Gianni Contessi, Enrico Mascelloni, Marco Goldin, Carlo Micheli. Catalogo a cura di: Martina Corgnati ed Enrico Mascelloni – Canova Editrice – prezzo Euro 10,00 Info: Rocca di Umbertide (Pg) - Piazza Braccio Fortebraccio, 1 - Tel.075 9413691 - www.Comune.umbertide.pg.it |
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A CERVIA IN MOSTRA LE INFINITE RAPPRESENTAZIONI DEL BURATTINO PIÙ FAMOSO DEL MONDO, “I MILLE VOLTI DI PINOCCHIO”
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Pinocchio è l’eroe dei bambini di tutto il mondo, uno dei personaggi più noti e popolari dell’infanzia. “I mille volti di Pinocchio” è il titolo scelto per la mostra di oggetti e bibliografiche legata al celebre personaggio di Collodi che nel periodo delle feste è allestita negli spazi del bel Magazzino del Sale a Cervia, nella Sala Rubicone. Un omaggio al romanzo di Collodi “Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino” considerato il capolavoro infantile della letteratura italiana dell’Ottocento, il più amato nel mondo. Ma un omaggio anche al più celebre fra i burattini, che nonostante il passare degli anni, dal lontano 1883, continua a regalare la sua magia di personaggio senza tempo. La mostra vuole offrire la possibilità a grandi e piccini di riconoscersi e apprezzare oltre che diverse edizioni della storia di Collodi, anche le sue infinite rappresentazioni, dai pupazzi in diversi materiali, alle illustrazioni e ai giocattoli e soprattutto pezzi di legno che per la loro originalitò sono diventati pezzi da collezionismo, una vera gioia per i più piccoli, una mostra unica nel suo genere composta da 1500 pezzi tra pinocchi in legno, libri e oggetti. Ma Pinocchio è molto di più: maschera scherzosa, figura scaturita da una fantasia geniale, il burattino più famoso del mondo è "condannato" dal suo naso ad essere sincero; curioso, ansioso di scoprire la realtà e di affermarsi nel mondo, vittima dell’abbandono e della ingenuità, colpevole di preferire i piaceri ai doveri. Questa mostra svela una meravigliosa identità e del personaggio coglie la metafora. Quale migliore location di Cervia, dunque, per ospitare “I mille volti di Pinocchio”, la città dove nel 2000 è stato aperto il Museo dei Burattini e delle Figure realizzato su progetto del Comune di Cervia e di "Arrivano dal mare!", un paradiso per adulti e bambini che conserva burattini padani di fine ´800, antichi copioni e attrezzi di scena, fondali dipinti, marionette del Xviii e del Xix secolo, pupi siciliani e teste di legno della metà del secolo scorso, baracche tradizionali con mute di burattini provenienti da diverse aree culturali italiane ed europee. La mostra è a cura dell´Associazione Sclerosi Multipla e a sostegno delle attività socio-sanitarie dell´Associazione. Ingresso: offerta libera Orario: da martedì a domenica dalle 15.00 alle 19.00, festivi anche 10.00 - 12.00. Per gruppi o scolaresche che vogliano visitare la mostra fuori orario di apertura: Aism (ore 9.00 - 12.00) tel. 0544 455308. Ente promotore: Comune di Cervia - Assessorato alla Cultura Organizzazione: Aism - Associazione Italiana Sclerosi Multipla Tel. 0544 455308 Per informazioni turistiche: tel. 0544 993435 www.Turismo.comunecervia.it Per prenotazioni hotel: tel. 0544 72424 www.Cerviaturismo.it |
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FIUMICINO: TECA CON DNA DEI SARDI IN OCCASIONE DELLA MOSTRA ‘TURISMO E SAPER FARE BENE ITALIANO’, LA SARDEGNA HA SCELTO DI CONTRADDISTINGUERSI PER UNA SUA IMPAREGGIABILE CARATTERISTICA: LA LONGEVITÀ DELLA SUA POPOLAZIONE
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Il Dna dei sardi come simbolo di unicità e originalità. In occasione della mostra ‘Turismo e Saper fare bene italiano’, la Sardegna ha scelto di contraddistinguersi per una sua impareggiabile caratteristica: la longevità della sua popolazione. La manifestazione è stata inaugurata oggi nell´aeroporto Leonardo da Vinci a Fiumicino e presenta a viaggiatori, accompagnatori e curiosi uno spazio espositivo, con 21 teche, contenti ciascuna un prodotto d´eccellenza di tutte le regioni italiane. L’esposizione, nella ‘Terrazza Roma’ del Terminal T3 dell’aeroporto della Capitale, è un evento che rientra nelle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, e si inserisce nell’ambito della grande mostra ‘Regioni e testimonianze d’Italia’, inaugurata ieri a Roma al Vittoriano dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Stasera Gustavo Zagrebelsky, vicepresidente del comitato dei Garanti per le celebrazioni del 150°, (in rappresentanza del presidente del Comitato Giuliano Amato) e l’assessore regionale del Turismo, Artigianato e Commercio, Luigi Crisponi hanno presentato al pubblico lo spazio espositivo dedicato alla Regione Sardegna, con al centro una teca contenente una scultura in rame: l’opera del maestro artigiano Luigi Pitzalis, ramaio di Isili, rappresenta il Dna dei centenari sardi. Nella parete dietro l’espositore viene proiettato un video con immagini di affascinanti paesaggi, monumenti e altre bellezze isolane, mentre a fianco è collocato un display interattivo grazie al quale il pubblico può ‘entrare’ virtualmente dentro una terra accogliente e ospitale. Da segnalare a testimonianza dell’originalità della teca sarda, che, per esempio, il Piemonte ha esposto quale simbolo la Nutella, l’Emilia Romagna un motore Ducati, la Liguria il pesto genovese. L’isola si presenta alla mostra, dunque, con il progetto ‘Akea’ (acronimo di ‘A Kent’annos’, augurio tipico della nostra terra), lo studio dei marcatori della salute e della longevità dei sardi, condotto, sin dal 1997, da Luca Deiana, docente di biochimica clinica all’Università di Sassari, in collaborazione col ‘Max - Planck Institute for Demographic Research’ di Rostock, in Germania, e con la Duke University, degli Stati Uniti. La Sardegna è nel mondo la regione con la più alta percentuale di persone con oltre cento anni: 22 ogni centomila abitanti, mentre la media mondiale è pari a circa la metà. Lo studio del professor Deiana ha consentito di individuare finora oltre 1800 sardi ultracentenari, tra vivi e morti, e di inserirli in un ‘Archivio di Longevità della Sardegna’. “Esibiamo con fierezza - ha detto l’assessore Crisponi - in occasione di una manifestazione che riunisce tutte le regioni italiane e che le invita a mostrare le loro eccellenze per celebrare il 150° anniversario dell’Unità, una caratteristica molto originale e intima della nostra Isola: la longevità. Per svelare questa particolarità, sono state formulate molte ipotesi: il segreto potrebbe risiedere nella qualità della vita in Sardegna, effetto del clima, dell’alimentazione, della vita sociale, degli affetti. Mettendo in mostra il dna dei centenari, vogliamo manifestare ed esportare un aspetto unico e originale, sintesi di una combinazione straordinaria di fattori genetici e ambientali. Si tratta, inoltre, di un invito a venire e passare del tempo nell’Isola per essere, in qualche modo, partecipi di questo elisir di lunga vita" |
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GAETA: “OPEN GALLERY – INDIPENDENZA”
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L’associazione culturale I Graffialisti, con la collaborazione dell’Associazione Novecento, sotto il patrocinio della Provincia di Latina e del Comune di Gaeta, presenta la Prima Edizione della Mostra d’Arte Contemporanea, dal titolo: “Open Gallery – Indipendenza”. La rassegna - all’aperto - articolata in quattro appuntamenti (sabato 16 luglio, sabato 20 agosto, sabato 17 settembre e sabato 15 ottobre), si propone quale momento di incontro/confronto tra gli artisti partecipanti, i quali potranno presentare per un’intera giornata le loro opere lungo un percorso espositivo nella caratteristica e suggestiva Via della Indipendenza di Gaeta, storica ed affascinante strada della città, così da fondere in un irripetibile ensemble, arricchito da una coreografia urbana unica, esperienze comunicative, stili e tecniche, contribuendo a favorire la sperimentazione culturale e artistica, valorizzando contestualmente il territorio. Inoltre, la “Open Gallery – Indipendenza”, proponendo al pubblico una valida alternativa alle più consuete locations “chiuse tra mura”, facilita oggettivamente l´incontro con l´arte - incoraggiandone la produzione e l’esibizione – ma, soprattutto, rende più agevole il contatto diretto con gli stessi artisti-espositori, veri protagonisti dell’evento. I candidati potranno partecipare alla preselezione presentando propri lavori rientranti in uno o più dei seguenti campi artistici: - Arti Visive (Pittura, Scultura, Incisioni, Fotografia, Installazioni, Performances, Video-art, Fumetto, Cyber Art); - Arti Applicate (Architettura, Visual / Web Design, Moda, Creazione Digitale); - Arti musicali. In vista della concreta realizzazione degli appuntamenti verrà sin d’ora effettuata un’accurata selezione del materiale pervenuto, al fine di garantire un livello qualitativamente elevato delle esposizioni. Agli artisti-espositori selezionati sarà affidato un apposito spazio, su cui potranno allestire il proprio stand espositivo secondo le prescrizioni contenute nel Regolamento. L’iscrizione e la partecipazione sono totalmente gratuite. L’intero Regolamento è disponibile sul sito www.Forumnews.it e su Facebook, nel gruppo dedicato a “I Graffialisti”. Un’occasione di crescita culturale avente valore sociale |
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CAMPANIA: SABATO 9 LA V EDIZIONE DI "FATTORIE APERTE"
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Sabato prossimo, 9 aprile, si terrà la quinta edizione di "Fattorie Aperte", la manifestazione promossa dall´Assessorato all´Agricoltura della Regione Campania. Durante l’evento, le 206 Fattorie Didattiche accreditate dalla Regione apriranno gratuitamente i propri cancelli e consentiranno ai cittadini della Campania (nuclei familiari, scolaresche, associazioni di consumatori) di vivere una giornata in azienda, fruendo di un percorso didattico e riscoprendo i valori produttivi, economici, sociali e culturali del mondo rurale. "E´ il modo migliore - dichiara Vito Amendolara, assessore all´Agricoltura della Regione Campania - per ritrovare il contatto con la natura, godere dei paesaggi incontaminati e gustare le eccellenze agroalimentari campane. Per riscoprire, insomma, la ruralità come valore aggiunto che innalza la qualità della vita". L´elenco delle fattorie è sul sito www.Agricoltura.regione.campania.it , nel menu fattorie didattiche |
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BELLINZONA (MUSEO VILLA DEI CEDRI): PAROLE & FIGURE16 APRILE | 17 LUGLIO 2011
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parole & figure è una mostra che può essere considerata “libro con le pagine aperte sulle pareti”. In programma al Museo Villa dei Cedri di Bellinzona (Ch) dal 16 aprile al 17 luglio 2011, la nuova esposizione del museo svizzero pone al centro della propria indagine la relazione fra l’immagine e il testo. La rassegna, ospitata nell’affascinate dimora ottocentesca - oggi divenuta museo attento ai linguaggi dell’arte contemporanea - percorre lo spazio in cui confluiscono la pittura e la scrittura. Un territorio dai contorni ambivalenti in cui dipinti, collages, disegni e libri d’artista rivelano l’avvincente dialogo che si crea quando l’immagine diventa parola espressiva e la parola si fa immagine. La scrittura, infatti, se sottratta dal suo ruolo puramente verbale, può assumere lo stesso valore della figura. Entrambe possono essere considerate materie simili; modalità espressive in grado di convivere e capaci di generare immagini nuove. Con una selezione di oltre un centinaio di opere, si compone nelle sale del museo un flusso inaspettato di figure, lettere e cifre. Risalta la mano dell’artista che dipinge, disegna, traccia, scrive liberando il gesto che scioglie le linee; che fa nascere figure e lettere con l’effetto di colori ravvivanti. Parole & figure è curata Matteo Bianchi che – dopo il successo di arte e natura (2009) e collage (2011) - conclude il trittico di rassegne collettive a tema realizzate per il Museo Villa dei Cedri. L’esposizione si apre con un omaggio al grande scrittore e poeta francese Michel Butor. Considerato uno degli esponenti culturali più importanti del Novecento, Butor intrattiene da tempo un rapporto privilegiato con l’immagine. I suoi testi, scarsamente interessati alle vicende del personaggio, si soffermano invece sulla minuziosa descrizione degli oggetti e della realtà esterna - quasi si avvalesse di una macchina fotografica - nell’intento di evidenziare la condizione dell´uomo nella società moderna. La sua scrittura, ispirata dall’opera di vari artisti, è qui “illustrata” dagli arazzi di Georges Badin, dalle steli di Jacques Clerc e in particolare dalle carte di Pierre Alechinsky, pittore amico della scrittura. Nelle tele degli autori le frasi, che vengono sovrapposte da Butor , divengono elementi espressivi che influenzano la materia e ne moltiplicano e arricchiscono gli esiti della lettura. Con ampio spazio, la mostra si apre inoltre ai segni di Henri Michaux, pittore e poeta, a cui si unisce la presenza delle parole su carta di Jiri Kolar. La trama letteraria di Ruggero Savinio – figlio di Alberto e nipote di De Chirico – è percorsa da una vena malinconica, con ironia sottile, mentre i testi dipinti da Emilio Tadini rappresentano le figure e le cose della nostra vita quotidiana. Presenti anche artisti ticinesi come Fernando Bordoni, l’illustratore Imre Reiner, Jean-pierre Schneider, Jan Voss e i due scultori Jaume Plensa e Etienne Viard i quali compongono una varietà di soluzioni espressive legate alla lettura, al libro e in genere sensibili e attente al dialogo perenne fra il disegno e la poesia, fra il testo e l’immagine. Il catalogo edito da Pagine d’Arte riflette il carattere “bilingue” dell’esposizione: riunisce parole e figure degli scrittori e degli artisti chiamati a partecipare alla rassegna. Info: Museo Villa dei Cedri - Piazza San Biagio 9 - 6500 Bellinzona (Ch) - Tel. + 41 (0)91 821 85 20 - -museo@villacedri.Ch - www.Villacedri.ch |
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I TESORI DI NAN: UNA PROVINCIA RICCA DI CULTURA E NATURA
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Lontana dai classici percorsi turistici, la provincia di Nan si trova a circa 670 chilometri a nord di Bangkok. Questa zona è apprezzata per i luoghi ancora poco esplorati, per le bellezze naturali e per l’architettura ricercata che si esprime al meglio nei monasteri buddisti unici nel loro genere, che sorgono tra le colline. All’arrivo i visitatori vengono accolti da un trenino elettrico per un tour ecologico attraverso i diversi templi del centro storico di Nan. Durante il percorso si ha l’opportunità di scoprire le radici culturali della zona, osservando l’arte e gli stili architettonici che raffigurano tradizioni, costumi e personaggi locali. Prima tappa è il tempio Wat Phumin, costruito nel 1696, esempio unico nell’architettura thailandese per le balaustre raffiguranti i Naga (Serpenti Re). I suoi dipinti murali sono tra i più belli della Thailandia: le scene della Chadok - storie di vite precedenti di Budda e racconti popolari - sono state dipinte in un’insolita varietà di stili da alcuni artisti di Tai Lue, popolazione emigrata dal sud della Cina. Il Museo Nazionale di Nan (Haw Kham) ha sede in un palazzo risalente al 1903: l’esposizione fornisce particolari circa la vita della popolazione locale nel passato e nel presente, grazie a diorami raffiguranti i vari gruppi etnici e riproduzioni di costumi, ceramiche e utensili, integrati da reperti archeologici, vecchie foto e monili religiosi. Al di là del fiume Nan si trova il Wat Phra That Chae Haeng, secondo solo al Wat Phumin in quanto a bellezza, con un lungo Naga che conduce all´ingresso principale. Questo tempio è conosciuto soprattutto per il chedi d’oro, una grande struttura alta 55 metri, contenente una reliquia del Sukhothai, il primo regno di Thailandia (1238-1350 dC). Sono i piccoli dettagli del tempio comunque a catturare l’attenzione: ovunque si trovano statue di conigli, il simbolo del tempio e dell’anno cinese 2011 e, sulla porta principale e sul tetto dell’edificio, sono rappresentati diversi Naga in gesso. Questo luogo trasmette un senso di tranquillità e serenità, rifugio ideale per un po’ di meditazione. Un’altra possibilità è quella di attraversare il fiume in bicicletta per scoprire la zona agricola di Nan. La strada sterrata che costeggia il fiume si snoda attraverso campi di mais e di arachidi e, continuando a pedalare, si possono incontrare uomini che lavorano blocchi di argilla per costruire mattoni. Nelle vicine abitazioni vengono coltivati nei vasi i fagioli mung, i cui germogli vengono utilizzati per cucinare il tieow kuay (zuppa di spaghetti) e il phad thai. Spostandosi nella provincia a nord di Nan, si incontra Ban Pha Hadkhon, un villaggio di 137 case sulle rive del fiume Nan, per una breve immersione nella vita quotidiana della comunità. Continuando il viaggio si arriva al Wat Nong Bua che domina il villaggio di Tai Lue: fuori dal cancello di questo monastero due musicisti suonano una melodia Lanna, con due strumenti per i quali Nan è famosa: il salaw, un violino a tre corde, e il pin (o sueng), un tipo di chitarra locale. Dietro al monastero alcune donne cucinano un delizioso khao khap, una frittella dolce che viene cosparsa di semi di sesamo nero. Nelle vicinanze altre donne tessono il caratteristico tessuto chiamato lai nam lai, che richiama le onde del mare. L´ex capitale della provincia di Nan, Doi Phu Ka, si trova a 1.980 metri di altezza, all’interno del Doi Phu Kha National Park, il più grande parco della Thailandia settentrionale, dove risiedono le tribù di Htin, Mien, Hmong e Tai Lue e dove si possono ammirare grotte e cascate, passeggiando lungo i sentieri del parco. Qui è possibile osservare il Chompoo Phu Ka, un bel fiore rosa che sboccia nel mese di febbraio e gli alberi giganti Caryota. Entrambi sono a rischio di estinzione e c’è molta attenzione da parte della guide del parco per preservarli. Scendendo verso valle, si arriva a Ban Bo Kluea - Saltwell Village. Da 400 anni, i suoi abitanti sono produttori di uno speciale sale che si ottiene dall’acqua raccolta da antichi pozzi: il sale di montagna è molto apprezzato perché più dolce del sale marino. I visitatori possono osservare questo processo nei pressi del fiume Mung e poi visitare gli edifici in cui viene messa a bollire l’acqua in grandi vasche per estrarre il sale, che viene venduto a 25 baht per un sacchetto di 2kg. Sulla collina si trova poi il Bo Klua View Resort, che dispone di otto bungalow collocati su terrazze coltivate a ortaggi. La cena è spesso costituita da due specialità locali: il makwaen kai (pollo al pepe) e il tao huu song khrueang (tofu e verdure). Il parco è il punto di partenza per un tour emozionante di tre ore, che attraversa le gole più belle. Lungo il percorso, gli avventurosi possono tuffarsi da una roccia alta quattro metri nelle acque limpide sottostanti e poi gustare un pranzo al sacco per una ottima conclusione di questo viaggio ricco di tesori nella provincia di Nan |
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