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Notiziario Marketpress di Lunedì 18 Aprile 2011
CONVEGNO: NATIVI DIGITALI. SOCIAL NETWORK, MONDI VIRTUALI E DEVIANZA GIOVANILE  
 
Il Comune di Jesolo, in collaborazione con l’Osservatorio Nazionale Abusi Psicologici (O.n.a.p.), organizza per le giornate del 29 e 30 aprile 2011, il Convegno Nazionale di Studi dal titolo “Nativi Digitali. Social network, mondi virtuali e devianza giovanile” che si svolgerà presso l’Istituto Professionale di Stato “Elena Cornaro”, via M. L. King, 5. Chi sono i nativi digitali? Sono i nati negli anni novanta, sotto il segno dello sviluppo tecnologico e digitale, che navigano, scaricano brani, film, taggano, postano e chattano, generando una rivoluzione culturale e globale, decisamente proiettata in avanti. Scopo del convegno è fornire degli strumenti e dei contenuti per comprendere il nuovo che avanza, per essere mediatori culturali nei confronti dei più giovani, tecnologizzati e bisognosi di essere educati e accompagnati ad interpretare ciò che ci circonda, una realtà virtuale che utilizza la rete per connettersi e comunicare. Dichiarazione Congiunta Assessore alla Cultura Alberto Carli e Assessore alle Politiche Giovanili Valerio Zoggia “L’amministrazione ha saputo essere presente anche in questo campo davvero sconosciuto ai più, ma altrettanto diffuso nel mondo dei giovani d’oggi. L’argomento è quanto mai attuale e lo scopo non è solo quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sui possibili risvolti pericolosi di internet, ma in particolare, insegnare l’uso corretto della Rete. Pensiamo sia compito dell’Amministrazione affrontare temi di attualità come questi, recependo le problematiche di queste generazioni”. Dichiarazione Nedda Fancio, consigliere con delega all’Istruzione “Lavoro quotidianamente con i ragazzi di diverse età e credo che questo appuntamento di approfondimento sul corretto uso della Rete e la conoscenza delle insidie che cela, sia un’iniziativa importante per prevenire ciò che a volte si nasconde dentro il web, affinché la situazione non sfugga di mano. Questo convegno è un’opportunità per i ragazzi e per chi è con loro quotidianamente, per capire quant’è importante non cadere in “trappole” che potrebbero essere davvero pericolose”  
   
   
GIORNATA MONDIALE DELLA PROPRIETÀ INTELLETTUALE  
 
Il prossimo 26 aprile prossimo l’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale (Ompi) celebra la Giornata della Proprietà Intellettuale, affrontando il tema "Disegnare il futuro". Sul sito dell’Ompi (www.Wipo.int) sarà pubblicata una descrizione delle varie attività organizzate in tutto il mondo. Il direttore generale dell’Ompi, Francis Gurry, ha dichiarato: "quest’anno la Giornata mondiale della proprietà intellettuale celebra il ruolo del design nel commercio, nella società e la formazione delle innovazioni future... Sui mercati internazionali, le imprese devono poter proteggere allo stesso tempo i loro disegni e modelli in diversi paesi e con la minima spesa. L’anno scorso, il sistema de La Haye relativo alla registrazione internazionale dei disegni e modelli industriali, che semplifica questa procedura, ha registrato un aumento del 30% delle domande internazionali"  
   
   
DIRITTO D’AUTORE: ACCORDO FRA AGENZIA DELLE ENTRATE DELLA CAMPANIA E LA SIAE  
 
Il 31 marzo 2011 scorso è stato sottoscritto il Protocollo d’intesa tra Agenzia delle Entrate della Campania e Siae, che ricalcando quello siglato a livello nazionale, prevede specifiche attività di controllo sulle associazioni sportive dilettantistiche, controlli mirati nei confronti di soggetti, organizzatori e/o gestori di attività di spettacolo e intrattenimento, che presentano maggiori criticità sotto l’aspetto fiscale e contributivo, nonché un sistematico scambio di informazioni qualificate e di notizie utili. La Siae provvederà ad elaborare e trasmettere all’Agenzia delle Entrate segnalazioni in merito a spettacoli ed eventi di intrattenimento, al fine di avere un quadro mirato delle attività poste in essere in Campania e poterne trarre, di volta in volta, la rilevanza a livello economico e fiscale. L’agenzia delle Entrate metterà a disposizione, su richiesta della Siae, tutte le informazioni anagrafiche e reddituali relative ai soggetti controllati. "Un’intesa importante - afferma il Direttore Regionale delle Entrate Enrico Sangermano - che permette un coordinamento più efficace e fornisce un maggiore impulso alle attività di controllo nel settore dello spettacolo e dell’associazionismo, attraverso la condivisione di banche dati e informazioni". "Si rafforza una collaborazione già positivamente sperimentata sul territorio - afferma il Direttore Interregionale Siae Claudio Gombia - in quanto la sinergia tra Siae e Agenzia delle Entrate ha già prodotto importanti risultati in materia di prevenzione e recupero di evasione"  
   
   
IL MANDATO D’ARRESTO EUROPEO: UNO STRUMENTO DI LOTTA CONTRO LA CRIMINALITÀ TRANSNAZIONALE, CHE SECONDO UNA RELAZIONE DELLA COMMISSIONE GLI STATI MEMBRI POSSONO USARLO MEGLIO  
 
I cittadini europei hanno il diritto di circolare liberamente all’interno dell’Unione europea per motivi di lavoro, studio o vacanza. Ma l’apertura delle frontiere non dovrebbe essere sfruttata dai criminali per eludere la giustizia semplicemente spostandosi in un altro Stato membro. Il mandato d’arresto europeo – in vigore dal 2004 – rappresenta un efficace strumento per estradare persone sospettate di reato da uno Stato membro ad un altro, in modo tale da non permettere ai criminali di potersi nascondere in Europa. Ad esempio, dozzine di indagati per spaccio di droga, omicidio e reati pedo-pornografici sono stati ricondotti dalla Spagna nel Regno Unito grazie a questo sistema. Tuttavia, se da un lato i successi sono numerosi, gli Stati membri possono migliorare l´operatività del sistema - basata sulla fiducia reciproca fra sistemi giudiziari nazionali - come ha rilevato la Commissione in una relazione pubblicata oggi. Gli Stati membri devono utilizzare il mandato d’arresto europeo tenendo in debito conto i diritti fondamentali e l’effettiva necessità di ricorrere all’estradizione in ogni singolo caso. «Il mandato d’arresto europeo è un importante strumento per catturare i criminali, ma gli Stati membri devono garantire che venga usato correttamente», ha dichiarato la Vicepresidente Viviane Reding, Commissaria Ue per la Giustizia. I governi nazionali devono instaurare un clima di fiducia fra i rispettivi ordinamenti giudiziari, se si vuole che il mandato d’arresto europeo sia ancora più efficace. Per le loro pesanti ripercussioni sui diritti fondamentali, i mandati d´arresto europei non dovrebbero essere emessi in modo automatico per reati minori come il furto di biciclette. » La relazione della Commissione esamina l’attuazione, da parte degli Stati membri, del mandato d’arresto europeo dal 2007 e fa il punto sulla sua operatività sino ad oggi. Gli Stati membri hanno emesso 54 689 mandati d’arresto europei fra il 2005 e il 2009, che hanno portato alla consegna di 11 630 indagati. Nello stesso periodo, il mandato d’arresto è servito a ridurre sensibilmente i tempi di trasferimento di indagati fra paesi Ue. Prima dell’uso del mandato d’arresto, l’estradizione richiedeva in media un anno, mentre adesso i tempi sono stati ridotti a 16 giorni nei casi in cui l´indagato acconsenta alla consegna, o a 48 giorni laddove vi si opponga. Il mandato d’arresto europeo è divenuto quindi uno strumento chiave nella lotta alla criminalità ed un fattore importante della sicurezza interna nell’Ue. Grazie al mandato d’arresto europeo, sono stati consegnati uno degli attentatori alla metropolitana di Londra catturato in Italia, un serial killer tedesco rintracciato in Spagna, un presunto spacciatore di droga maltese estradato dal Regno Unito, una banda di rapinatori ricercati in Italia i cui membri sono stati arrestati in sei diversi paesi dell’Ue, mentre proprio recentemente è stata smantellata una vasta rete di ladri di merci trasportate su strada in cinque paesi. Pur prendendo atto del successo del mandato d’arresto europeo nel consentire l’efficace estradizione degli indagati in un´Unione europea senza frontiere interne, la Commissione ritiene che la sua operatività possa essere migliorata. Nella relazione si legge che l’efficacia del mandato d’arresto può essere pregiudicata da questioni legate al rispetto dei diritti fondamentali negli Stati membri e da un uso potenzialmente eccessivo in casi non gravi. La Commissione affronta alcuni di questi problemi cercando di garantire, mediante standard europei minimi, il diritto ad un processo equo per gli indagati o imputati di reato. L’unione europea ha già adottato una misura legislativa sul diritto all’interpretazione e alla traduzione nei procedimenti penali (Ip/10/1305) ed ha proposto norme comuni per garantire agli indagati l´informazione sui loro diritti (Ip/10/1652). Altre misure sono previste per garantire il diritto all´assistenza legale e il diritto a comunicare con i familiari e i datori di lavoro. Ciascuna di tali misure si applicherà agli indagati oggetto di un mandato d´arresto europeo in modo da assicurare il rispetto dei loro diritti fondamentali. Tuttavia, sono gli Stati membri i primi responsabili di una migliore attuazione del mandato d´arresto europeo. Gli Stati membri devono far sì che il sistema non sia compromesso da un numero eccessivo di mandati d´arresto per reati minori, come il furto di biciclette. Prima di emettere un mandato d’arresto europeo, le autorità giudiziarie degli Stati membri dovrebbero valutare la gravità del reato, la durata della condanna e i costi e i benefici dell´uso di un mandato. Il principio di proporzionalità deve essere scrupolosamente rispettato nell’esecuzione del mandato. Pertanto, al fine di migliorare l’operatività del sistema, la Commissione: richiederà agli Stati membri di colmare le lacune laddove la legislazione nazionale non è pienamente conforme alla decisione quadro che introduce il mandato d´arresto europeo; inviterà gli Stati membri a fare in modo che gli operatori del settore giudiziario, quali i pubblici ministeri, non emettano mandati d’arresto europei per reati minori, conformemente alle linee guida definite nel manuale sull´emissione del mandato d´arresto europeo, incluso in quei paesi che applicano il principio di obbligatorietà dell’azione penale; presenterà, prima della fine del 2011, delle proposte per l´organizzazione di formazioni sul mandato d’arresto destinate ad autorità di polizia, autorità giudiziarie e operatori del diritto, al fine di assicurare maggior coerenza ed efficacia nella sua attuazione e favorire la visibilità delle nuove garanzie Ue per i diritti processuali; incoraggerà gli Stati membri a dare applicazione a misure complementari (quattro decisioni quadro) che trattano temi come il trasferimento delle pene e delle sentenze nei casi di contumacia; cercherà di migliorare la raccolta di dati statistici dagli Stati membri sul mandato d’arresto, ai fini di una più adeguata valutazione del sistema; continuerà a monitorare attentamente l’operatività del mandato d’arresto e prenderà in considerazione tutte le opzioni possibili per affrontare i problemi, inclusa l’adozione di ulteriori misure per migliorare i diritti processuali  
   
   
L´INTERNET A TARGA ITALIANA PIACE ANCHE ALL’ESTERO  
 
Più 30% in un anno per i domini assegnati dal Registro .It. Cresce anche l’interesse dei Registrar stranieri per il nostro suffisso. Merito del nuovo sistema sincrono e della campagna di comunicazione della struttura gestita dall´Istituto di informatica e telematica del Cnr. Per l´Istituto di informatica e telematica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Iit-cnr), che gestisce il Registro nazionale dei domini .It, il 2010 sarà ricordato come l’anno del sincrono, la nuova modalità che consente l’attivazione dei domini italiani in poche ore e che ha fatto salire esponenzialmente la media di registrazione. “Da 28.000 a oltre 36.000 nuovi domini al mese”, spiega Domenico Laforenza direttore dell’Iit-cnr. “Al 31 dicembre 2010 erano state fatte 442.000 nuove registrazioni a fronte delle 339.343 del 2009 (+30%) e delle 303.757 del 2008 (+50%). Se per raggiungere il primo milione di domini .It sono stati necessari diciassette anni, il secondo milione ne ha richiesti solo cinque, grazie all’introduzione del nuovo e più semplice sistema di registrazione introdotto il 28 settembre 2009”. Il passaggio alla nuova modalità è stato sostenuto da una campagna promozionale a livello nazionale, affidata all’agenzia Light. “La copertura su quotidiani e periodici è durata dall’ottobre 2009 ad aprile 2010 e quella su internet dal settembre all’ottobre 2010”, dice Anna Vaccarelli, responsabile Relazioni esterne, media e comunicazione del Registro .It. “Dalla valutazione ex-post dell’efficacia, effettuata dall’istituto di ricerca Pragma Srl, risulta che la conoscenza del Registro è cresciuta dal 20,7 al 48% e in parallelo è aumentata la propensione a dotarsi di un dominio .It ed è migliorata la reazione positiva verso il Registro stesso e verso il Cnr, ritenuto un gestore affidabile, competente e noto”. Il gradimento del .It è aumentato anche fra gli stranieri. “I domini italiani registrati dall’estero sono cresciuti di oltre il 20 per cento”, aggiunge Maurizio Martinelli, responsabile dell’Unità Sistemi e Sviluppo del Registro .It. “Si piazzano in prima posizione i domini registrati da maintainer (società che registrano siti per conto di terzi) e registrar tedeschi con 43.099 nomi a dominio (il 72% in più rispetto ai 25.102 del 2009) seguiti da quelli del Lussemburgo, con 27.614 domini .It (quasi stabili rispetto all’anno precedente); la Slovacchia si conferma terza con 20.023 nuovi nomi a targa italiana (circa 6.500 in più nel 2010). Gli operatori francesi, al quarto posto, aumentano quasi del 50% da 11.666 nuovi domini del 2009 a 17.213 del 2010. Se si analizza la crescita percentuale dei nomi .It in ogni Paese si trovano però in testa gli internet service provider della Svizzera, che segnano un aumento del 1.714%, passando da 561 domini del 2009 ai 10.174 del 2010. Seguono la Cina con il 237% (da 343 a 1.155 nomi), l´Olanda (+132%, da 1.745 a 40.430) e la Danimarca che nel 2010 raddoppia i suoi nomi arrivando a 8.715. I Registrar non italiani, infine, sono quasi quadruplicati dal 2009, passando da 20 a 79”. Il 2010 si chiude quindi con un bilancio nettamente positivo per il Registro .It gestito dall’Iit-cnr e buone prospettive si prefigurano anche per l´anno prossimo. Conclude il direttore Laforenza: “Dal 1 gennaio 2011 è possibile pagare con carta di credito e a breve sarà introdotto l’Idn (Internationalized domain name), un sistema che permetterà di registrare i propri domini mantenendo esattamente il nome della persona, società o marchio (consentendo, per esempio, di assegnare domini con lettere accentate). Queste piccole novità fanno ben sperare per un´ulteriore crescita nel 2011”. Il Registro.It pubblica annualmente il resoconto della sua attività con il titolo di ‘Annuario’: quello relativo ai dati 2010 è appena stato pubblicato ed è accessibile all’indirizzo: http://www.Nic.it/tutto-sul.it/annuario-dati-del-registro.it  
   
   
CON LOTTOMATICA ITALIA SERVIZI PAGARE LE BOLLETTE E ALTRI SERVIZI TI PREMIA CON RELAX E DIVERTIMENTO  
 
Parte l’operazione “Lottomatica Italia Servizi premia le tue scelte” . Roma, 11 aprile 2011 - Pagare le bollette, ricaricare il telefonino o attivare una carta prepagata: gesti di vita quotidiana che tutti noi dobbiamo compiere e che da oggi possono diventare anche qualcosa di piacevole e divertente, grazie a Lottomatica Italia Servizi (Lis). Dall’11 aprile all’11 luglio 2011, fare una di queste semplici operazioni presso i 40.000 punti vendita della rete Lis presenti in tutta Italia, oltre ad evitare file allo sportello, permetterà, chiedendo di effettuare l’operazione su un terminale di Lottomatica Italia Servizi, di ricevere bellissimi regali da poter utilizzare per il proprio tempo libero. Basterà pagare 2 bollette, ricaricare il cellulare di almeno 50 euro di traffico telefonico o attivare una carta prepagata Lottomaticard, per avere diritto ad un premio certo a scelta tra: carte cinema 2x1 valide un mese o un anno, abbonamenti di una settimana in palestra, sessioni dedicate con personal trainer, oppure altre soluzioni per il proprio relax e divertimento. Per ottenere i premi e’ molto semplice: basta andare in un bar o in una ricevitoria del lotto, aderenti all’iniziativa, chiedere al ricevitore di effettuare l’operazione utilizzando Lottomatica Italia Servizi, successivamente collegarsi al sito www.Premicerti.it, e seguendo semplici istruzioni, ottenere il voucher necessario ad ottenere il premio. Questa iniziativa di Lottomatica Italia Servizi rappresenta un nuovo modo di proporre, a vecchi e nuovi clienti, l’ampia gamma di servizi offerti, cercando di rendere più leggero l’appuntamento con le diverse e doverose scadenze di pagamento. I clienti Lis sono oramai oltre 20 milioni e nel solo 2010, hanno realizzato più di 500 milioni di transazioni per un valore di 11,5 miliardi di flussi finanziari. L’offerta Lis è ampia e spazia dalle ricariche telefoniche per cellulari e telefonia fissa, al pagamento di bollette, bollettini e tributi; dal pagamento delle multe automobilistiche a quello dei ticket sanitari, oltre ai versamenti previdenziali Inps e al canone Rai. Inoltre, attraverso la rete Lis, è possibile acquistare biglietti per eventi sportivi, culturali, musicali e fieristici, i biglietti Trenitalia prenotati on-line ed acquistare, attivare e ricaricare le carte prepagate Lottomaticard. Con l’adesione al “Progetto Reti Amiche”, Lottomatica ha inoltre messo a disposizione la propria rete di infrastrutture per rendere ancor più facili ed accessibili i servizi di pubblica utilità alle imprese ed ai cittadini. Le operazioni con Lottomatica Italia Servizi sono effettuate in assoluta affidabilità e sicurezza, grazie all’utilizzo di una rete interconnessa in real-time tra le più estese d’Europa. Un’offerta ampia ed in continua evoluzione per raggiungere una platea sempre più vasta di clienti che, comodamente, sotto casa possono così risparmiare tempo per accedere ad un’ ampia gamma di servizi. Ulteriori informazioni ed approfondimenti disponibili sul sito www.Lottomaticaservizi.it   
   
   
APERTO AL TRIBUNALE DI MILANO LO SPORTELLO TUTELA PER DISABILI  
 
Il Palazzo di Giustizia di Milano si è dotato di uno Spazio Informativo Tutele, un servizio per la protezione giuridica delle persone fragili che è stato realizzato dall’Assessorato alla Salute del Comune di Milano, in collaborazione con il Tribunale Ordinario, per rispondere ad alcune esigenze espresse dai cittadini. Esigenze in sintonia con l’ordinamento giuridico attuale che pone una particolare attenzione sulla persona incapace e dispone che “chiunque è affetto da una infermità derivante da una menomazione fisica e/o psichica” deve essere assistito, con interventi di protezione, assistenza e sostegno sostituendosi o affiancandosi in tutte le aree di vita, preso atto dell’impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi. Criterio prioritario per l’accesso a tali interventi è l’invio di un provvedimento da parte del Giudice Tutelare (Decreto di Nomina) finalizzato a promuovere forme di tutela e di sostegno a favore di soggetti non autosufficienti. Proprio come prevede la legge n. 6 del 9 gennaio 2004 che riforma il Codice Civile e istituisce un nuovo regime di protezione giuridica per le persone non autonome affette da disabilità, ponendo in primo piano l’incapace, la sua persona, le sue difficoltà e i suoi bisogni. Gli strumenti adottati dal Giudice Tutelare sono 3: - la Tutela; - la Curatela; - l’Amministrazione di Sostegno (Ads), un nuovo istituto giuridico, largamente usato dai giudici tutelari che non sostituisce i vecchi strumenti dell’interdizione e dell’inabilitazione, ma prevede il mantenimento di una parziale capacità di agire del beneficiario, cercando di rispettare le sue aspirazioni, assicurando il benessere della persona fragile che potrebbe essere soggetta a strumentalizzazioni da parte della rete di relazioni che instaura. Il Tutore/amministratore di Sostegno, che nell’Assessorato alla Salute del Comune è individuato (su delega del Sindaco) nel direttore del settore Handicap e Salute mentale, rappresenta e/o sostituisce le persone che non sono in grado di autodeterminarsi, attivando i servizi sociali e la Tesoreria comunale per la predisposizione di tutti gli atti di normale e straordinaria gestione sociale e patrimoniale. Alla pari dei servizi messi a disposizione della cittadinanza, utilizza per questa utenza le varie risorse che l’Assessorato offre, quali comunità, contributi economici, assistenza domiciliare, Centri Diurni Disabili, Centri Socio Educativi, Servizio Formazione Autonomia, Centri Aggregazione Disabili. L’ufficio Tutele dell’Assessorato alla Salute, che ha sede in via San Tomaso 3, ha competenza a livello cittadino e non zonale e si occupa di persone che vivono situazioni estremamente problematiche, caratterizzate da una vasta gamma di patologie che ne limitano la capacità di agire, oltre a difficoltà familiari che rendono disfunzionante o totalmente assente la rete di solidarietà e/o l’obbligo della famiglia ad intervenire. Ad oggi, le persone assistite dall’Ufficio Tutele sono 126, suddivise al 50% circa tra Tutele/curatele e Amministrazioni di sostegno di cui si occupa un organico composto da 7 dipendenti: un funzionario, due assistenti sociali, un operatore, due amministrativi e una segretaria. Sulla base del mandato ricevuto dall’Autorità Giudiziaria il servizio si occupa della predisposizione del progetto di vita del tutelato/amministrato, mediante l’attivazione di forme di intervento diversificate: - sociale (collocamento residenziale, assistenza domiciliare domestica ed educativa, attività diurne lavorative e ricreative, contributi economici e progetti vacanza); - patrimoniale (apertura conto corrente, pagamenti utenze varie, vendita proprietà immobiliari, successioni, affitti, accettazione di eredità e atti di amministrazione straordinaria). Dall’esperienza maturata dall´Ufficio Tutele, che ha evidenziato il bisogno crescente della cittadinanza e ha recepito le indicazioni dei magistrati nel corretto adempimento degli obblighi di legge, è nata l’esigenza di creare uno Spazio informativo di consulenza sull’utilizzo degli strumenti di protezione giuridica per rendere concreta quella funzione preventiva e di orientamento rivolta alle persone che presentano problematiche complesse, rendendo operativa la vicinanza dell’Assessorato ai cittadini. La collaborazione avviata con i giudici tutelari servirà anche a velocizzare le procedure e a ridurre la tempistica degli interventi per la presa in carico dei bisogni specifici delle persone con disabilità  
   
   
GIUSTIZIA ITALIANA: LA SUPREMA CORTE VIETA LE OPERAZIONI SUI MALATI TERMINALI ANCHE SE C’È IL CONSENSO DEL PAZIENTE  
 
“Siamo di fronte a una sentenza schizofrenica che ribalta, di fatto, il valore del consenso informato. Non è più tollerabile che un atto medico, se non vi è dolo o colpa grave, sia oggetto di materia penale e non è più ammissibile che si utilizzi, per descriverne l’eventuale esito negativo, un termine come ‘omicidio’”. Il prof. Pietro Forestieri, presidente del Collegio Italiano dei Chirurghi (Cic), è critico nei confronti della sentenza della Corte di Cassazione che vieta le operazioni senza speranza anche se c’è il consenso del paziente. La Iv Sezione penale della Suprema Corte ha confermato la condanna per omicidio colposo di tre medici dell’Ospedale San Giovanni di Roma che nel 2001 operarono una donna di 44 anni con un tumore al pancreas già in fase avanzata. I chirurghi, secondo i giudici, avrebbero violato le regole di prudenza e i principi del codice deontologico che vietano qualunque forma di accanimento diagnostico-terapeutico. “Siamo ancora fermi al Codice Rocco del 1930 – sottolinea il prof. Forestieri - e non si è mai proceduto ad una definizione dell’atto medico, evidenziandone la specificità e l’adeguatezza sociale”. Infine un appello ad una maggiore considerazione del ruolo del chirurgo. “Se, nel corso di questi giorni, non vi sarà una maggiore e diversa attenzione nei nostri confronti proporrò una giornata nazionale di sciopero, anche se bianco – conclude il prof. Forestieri -. C’è stata una giusta insurrezione contro la colpevolezza del giudice, riconoscendone la delicatezza del ruolo e la necessità della serenità di giudizio. Si è ben compreso, quindi, il pericolo di una giustizia difensiva. Molti giudici hanno trovato spazio nei media per spiegare la bontà delle loro tesi. Cosa che a noi chirurghi è sempre stata pervicacemente negata. I rappresentanti dei magistrati sono stati ricevuti anche dal Presidente della Repubblica, invece i chirurghi non hanno mai avuto la possibilità di un’interlocuzione ufficiale con le Istituzioni. Rivendichiamo, con forza, di svolgere una professione che riveste un’importanza pari a quella dei giudici e ci aspetteremmo un’eguale considerazione da parte delle Istituzioni, dei media e dei cittadini”. Il 20 maggio la Società Italiana di Chirurgia ed il Collegio Italiano dei Chirurghi organizzano un simposio su “La colpa professionale e la medicina difensiva. In quella data si svolgerà anche l’assemblea dei Presidenti di tutte le Società scientifiche nazionali di area chirurgica delle varie branche e delle diverse specialità  
   
   
INNOVAZIONE IN VENETO NEL 2010: INVENZIONI IN CADUTA LIBERA A TREVISO ( -29,75%), MENTRE VICENZA SI SCOPRE PROVINCIA CREATIVA ( +14,15%). A VENEZIA BRUSCO CALO DELLE INVENZIONI ( -14,67% RISPETTO AL 2009)  
 
Crisi di ingegno nella Marca trevigiana ( - 29,75% di invenzioni), mentre Vicenza si scopre la nuova patria degli inventori ( +14,15%). È la fotografia emersa dall’indagine del Cesdoc ( Centro Studi dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Venezia) relativa all’andamento dei marchi e brevetti depositati in Veneto nello scorso anno, e comparati rispetto ai depositi effettuati nel 2009, su dati Cciaa delle province trivenete e Uibm (Ufficio Italiano Brevetti e Marchi). Nel Veneto sono stati depositati complessivamente 6.366 marchi e brevetti nel 2010, 254 in più rispetto all’anno precedente, pari al +4,16%. Nel dettaglio 1.266 invenzioni nazionali con una flessione del -1,78%, 4.679 marchi nazionali, in crescita del +5%, 156 disegni e modelli nazionali, aumentati del +14,71%, e 265 modelli di utilità ( +14,72%). Creatività in caduta libera a Venezia con una performance negativa in quasi tutti i comparti. Crollano in laguna le invenzioni ( -14,67%), i marchi ( -5,26%), ed i modelli di utilità ( -33,33% ) mentre crescono soltanto i disegni e modelli nazionali ( +44,44%): complessivamente i depositi passano da 539 a 503, segnando un calo del -6,68%. A livello regionale fa sensazione il tonfo di Treviso nei depositi di invenzioni ( -29,75%) che l’anno precedente aveva segnato la miglior performance e la contrazione di Belluno (-19,23% di invenzioni). Sostanzialmente stabile Padova ( -1,25%) , mentre fanno un balzo deciso Verona (+10,43%) e Vicenza (+14,15%). Aumento significativo, anche se su piccole dimensioni, per Rovigo (+50%). I depositi a Venezia sono si diminuiti ma bisogna comunque considerare che tramite il servizio di consulenza integrata per l’innovazione tecnologica offerto dalla Cciaa di Venezia la qualità degli stessi è aumentata. Nell’anno 2010 le consulenze amministrative gestite dalla Cciaa di Venezia sono state 986, che hanno portato a 127 consulenze tecnico legali richieste tramite il servizio di Consulenza Integrata per l´Innovazione Tecnologica, di cui 60 per consulenza legale e 67 per consulenza tecnica/ricerca di anteriorità. Di fatto i depositi effettuati grazie alla consulenza sono depositi “certi”, perché hanno alle spalle un servizio di ricerca di anteriorità (che consente di individuare brevetti, letteratura tecnica e marchi già depositati o registrati attraverso una ricerca a livello internazionale su apposite banche dati ) consentendo così una ragionevole certezza nel raggiungimento della registrazione. Questa modalità quindi consente una gestione virtuosa anche in un momento non proprio felice della congiuntura economica. Padova si conferma anche per il 2010 la provincia leader nei depositi di marchi e brevetti nel Triveneto con 1.940 depositi totali, quasi un terzo del Veneto (6.366) e quasi un quarto se rapportato ai depositi di tutto il Triveneto (8.646), con una crescita rispetto al 2009 del +8,14%. Nel periodo 01/01/2010-31/12/2010 nella provincia di Venezia sono stati depositati complessivamente 503 marchi e brevetti, rispetto al 2009 si sono presentati 36 depositi in meno, pari ad un calo del -6,68%. In particolare i depositi hanno riguardato: · 64 invenzioni nazionali, in calo del -14,67% rispetto l’anno 2009; · 414 marchi nazionali, in calo del -5,26% rispetto l’anno 2009; · 13 disegni e modelli nazionali, in crescita del +44,44% rispetto l’anno 2009; · 12 modelli di utilità, in calo del -33,33% rispetto l’anno 2009 “ Le aziende dovrebbero investire maggiormente sull’innovazione – l’appello di Massimo Miani, Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli esperti Contabili di Venezia -, Un capitale dal valore inestimabile che nel passato recente delle nostre Pmi ha rappresentato la soluzione vincente per affermarsi sui mercati nazionali ed esteri. Bisognerebbe diffondere maggiormente tra le imprese la cultura della tutela e valorizzazione della proprietà industriale, sulla cui efficacia, specie in un momento di crisi economica come questo, le aziende possono e devono contare”. Per il coordinatore del Cesdoc, Massimo Da Re: “ La creatività e l’ingegno sono strettamente legate alle attività produttive. Se ancora non riescono a decollare, vuol dire che il tessuto economico della nostra regione, e della Provincia di Venezia, composto per lo più da Pmi non è uscito del tutto dalla congiuntura negativa dell’ultimo periodo. E’ importante che le istituzioni affianchino le aziende in questo percorso. In tal senso è positivo il servizio di consulenza all’innovazione tecnologica che viene fornito dai centri Patlib, 4 nel Triveneto, e da alcune Camere di Commercio tra cui Venezia”. Tra le invenzioni più interessanti e curiose depositate nel Veneto l’anno scorso: metodo e kit per valutare lo stile di guida di un automobilista; dispositivo per l´asciugatura di ombrelli; tessuto militare anti-radioattivo e metodo per la produzione del suddetto tessuto; dispositivo per la derattizzazione acustica perfezionato. Seguono tabelle:
Tab.1: Depositi Di Marchi E Brevetti Nell´anno 2010 Nelle Province Del Triveneto
Provincia Di Deposito Invenzioni Nazionali Marchi Nazionali Disegni E Modelli Nazionali Modelli Di Utilita´ Totale depositi di marchi e brevetti
Venezia 64 414 13 12 503
Treviso 170 934 40 53 1.197
Padova 396 1.404 44 96 1.940
Verona 254 1.064 24 36 1.378
Vicenza 355 704 32 63 1.154
Belluno 21 88 2 4 115
Rovigo 6 71 1 1 79
Veneto 1.266 4.679 156 265 6.366
totale Triveneto 1.646 6.441 207 352 8.646
Italia 9.670 56.168 1.333 2.458 69.629
Fonte 1: elaborazione Cesdoc su dati Cciaa delle province del Triveneto e dati Uibm
Tab. 2: Trend Dei Depositi Di Marchi E Brevetti 2010/2009
Provincia Di Deposito Invenzioni Nazionali Marchi Nazionali Disegni E Modelli Nazionali Modelli Di Utilita´ Totale depositi di marchi e brevetti
Venezia -14,67% -5,26% +44,44% -33,33% -6,68%
Treviso -29,75% +7,23% +33,33% +12,77% +0,59%
Padova -1,25% +9,86% +10,00% +28,00% +8,14%
Verona +10,43% +8,35% -11,11% +63,64% +9,28%
Vicenza +14,15% +0,86% +6,67% +3,28% +4,91%
Belluno -19,23% -24,14% positivo +0,00% -21,23%
Rovigo +50,00% -4,05% positivo -75,00% -3,66%
Veneto -1,78% +5,00% +14,71% +14,72% +4,16%
totale Triveneto -2,83% +6,67% +5,08% +7,98% +4,74%
Italia +0,18% +5,24% +7,59% +6,73% +4,60%
Fonte 2: elaborazione Cesdoc su dati Cciaa delle province del Triveneto e dati Uibm
Tab. 3: Provincia Di Venezia, Trend Dei Depositi 2010/2009 Depositi Anno 2010 Depositi Anno 2009 Trend 2010/2009 dei depositi
Invenzioni Nazionali 64 75 -14,67%
Marchi Nazionali 414 437 -5,26%
Disegni E Modelli Nazionali 13 9 +44,44%
Modelli Di Utilita´ 12 18 -33,33%
Totale depositi di marchi e brevetti nella provincia di Venezia 503 539 -6,68%
Fonte 3: elaborazione Cesdoc su dati Cciaa di Venezia
 
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA: IL DIVIETO DI CONTRAFFAZIONE DISPOSTO DA UN GIUDICE NAZIONALE OPERANTE IN VESTE DI TRIBUNALE DEI MARCHI COMUNITARI SI ESTENDE, IN LINEA DI PRINCIPIO, ALL´INTERO TERRITORIO DELL´UNIONE  
 
Una misura coercitiva – quale ad esempio una penalità coercitiva (astreinte) – intesa a garantire il rispetto di tale divieto produce effetti, in linea di principio, in questo stesso territorio. Il regolamento sul marchio comunitario istituisce un regime comunitario dei marchi che conferisce alle imprese il diritto di acquisire marchi comunitari che beneficiano di una protezione uniforme e producono i loro effetti nell´intero territorio dell´Unione. Per assicurare tale protezione, il regolamento prevede che gli Stati membri designino nei loro territori «tribunali dei marchi comunitari» competenti per le azioni di contraffazione e, se la legge nazionale le consente, per quelle relative alla minaccia di contraffazione di un marchio comunitario. Quando un tribunale dei marchi comunitari accerta l´esistenza di atti costituenti contraffazione o minaccia di contraffazione di un marchio comunitario, emette un’ordinanza che vieta al contraffattore la prosecuzione di tali atti. Esso prende anche, in conformità della legge nazionale, le misure dirette ad assicurare l’osservanza di tale divieto. La società Chronopost Sa è titolare dei marchi comunitario e francese «Webshipping», depositati nel 2000 e registrati, in particolare, per servizi di logistica e di trasmissione di informazioni, nonché per la raccolta e distribuzione di posta e la gestione di servizi di corriere espresso. Malgrado tale registrazione, la Dhl Express France Sas (succeduta alla Dhl International Sa) ha utilizzato il medesimo termine per designare un servizio di gestione di corriere espresso accessibile principalmente tramite Internet. Con sentenza in data 15 marzo 2006, il Tribunal de grande instance di Parigi (Francia) – operante in veste di tribunale dei marchi comunitari – ha condannato la Dhl Express France per contraffazione del marchio francese Webshipping, senza però statuire sulla contraffazione del marchio comunitario. La Cour d’appel di Parigi, adita dalla Chronopost, ha confermato tale pronuncia il 9 novembre 2007, ed ha vietato alla Dhl, a pena di astreinte, la prosecuzione dell´uso dei segni «Webshipping» e «Web Shipping». Tuttavia, essa non ha accolto la domanda della Chronopost volta ad estendere gli effetti del divieto all´intero territorio dell´Unione. Detto giudice ha dunque limitato gli effetti del divieto al solo territorio francese. La Dhl ha proposto ricorso per cassazione. Tale ricorso è stato respinto, ma, poiché la Chronopost aveva proposto ricorso incidentale contro la limitazione territoriale del divieto e dell’astreinte, la Cour de cassation ha reputato necessario interrogare la Corte di giustizia in merito a tale questione. La Corte risponde dichiarando, in primo luogo, che il regolamento deve essere interpretato nel senso che un divieto disposto da un giudice nazionale operante in veste di tribunale dei marchi comunitari si estende, in linea di principio, all’intero territorio dell’Unione. La Corte rileva, infatti, che la portata territoriale di un divieto disposto da un tribunale dei marchi comunitari risulta determinata da due elementi, costituiti, l´uno, dalla competenza territoriale di tale tribunale e, l´altro, dal diritto esclusivo del titolare del marchio comunitario. Da un lato, la competenza territoriale del tribunale dei marchi ha carattere esclusivo e riguarda tutte le azioni di contraffazione e, se la legge nazionale le consente, quelle relative alla minaccia di contraffazione di un marchio comunitario. Tale tribunale è quindi competente, in particolare, a conoscere degli atti di contraffazione verificatisi nel territorio di qualsiasi Stato membro. Pertanto, la sua competenza si estende, in linea di principio, all´intero territorio dell´Unione. Dall´altro lato, il diritto esclusivo del titolare di un marchio comunitario si estende, in linea di principio, all´intero territorio dell´Unione, nel quale i marchi comunitari beneficiano di una protezione uniforme e producono i loro effetti. Infatti, il marchio comunitario presenta un carattere unitario, che mira a proteggere in modo uniforme in tutto il territorio dell´Unione il diritto conferito dal marchio stesso dinanzi al rischio di contraffazioni. Al fine di garantire tale protezione uniforme, il divieto di prosecuzione di atti costituenti contraffazione o minaccia di contraffazione emesso da un tribunale dei marchi comunitari deve estendersi, in linea di principio, all´intero territorio dell´Unione. Tuttavia, la portata territoriale del divieto può essere limitata in alcuni casi. Infatti, il diritto esclusivo del titolare del marchio comunitario viene conferito al titolare affinché egli possa assicurarsi che tale marchio sia in grado di adempiere le funzioni sue proprie. Pertanto, l´esercizio di tale diritto deve essere riservato ai casi in cui l´uso del segno da parte di un terzo pregiudica o può pregiudicare le funzioni del marchio. Di conseguenza, qualora un tribunale dei marchi comunitari constati che gli atti costituenti contraffazione o minaccia di contraffazione sono limitati ad un unico Stato membro o ad una parte del territorio dell’Unione – segnatamente a motivo del fatto che il soggetto richiedente il provvedimento di divieto ha circoscritto la portata territoriale della propria azione giudiziale, oppure perché il convenuto fornisce prove che dimostrano che l’uso del segno in questione non pregiudica o non è idoneo a pregiudicare le funzioni del marchio, in particolare per motivi linguistici –, il tribunale predetto deve limitare la portata territoriale del divieto che emette. In secondo luogo, la misura coercitiva disposta da un tribunale dei marchi comunitari in applicazione del proprio diritto nazionale produce effetti anche negli Stati membri diversi da quello cui tale giudice appartiene. La Corte ricorda che le misure coercitive, come ad esempio un’astreinte (sanzione pecuniaria da pagare in caso di inottemperanza al divieto), ordinate da un tribunale dei marchi comunitari in applicazione del proprio diritto nazionale mirano a garantire il rispetto di un divieto di prosecuzione di atti costituenti contraffazione o minaccia di contraffazione da esso pronunciato. Per giunta, tali misure possono essere efficaci soltanto se producono effetti nel medesimo territorio nel quale produce effetti lo stesso provvedimento giurisdizionale di divieto. Pertanto, al fine di garantire il rispetto del divieto, qualora venga adito un tribunale di uno Stato membro nel quale il divieto è stato violato, tale giudice deve riconoscere e far eseguire la decisione accompagnata da misure coercitive secondo le regole e le modalità previste dal proprio diritto interno. Infatti, in virtù del principio di leale cooperazione, gli Stati membri e i loro giudici sono tenuti ad assicurare la tutela giurisdizionale dei diritti di cui i singoli sono titolari in forza del diritto dell´Unione. Nel caso in cui il diritto dello Stato membro non preveda misure coercitive analoghe a quelle disposte dal tribunale dei marchi comunitari di un altro Stato membro che ha pronunciato il divieto, il tribunale adito deve realizzare l´obiettivo di repressione facendo ricorso alle pertinenti disposizioni della propria legislazione interna idonee a garantire in modo equivalente il rispetto del divieto inizialmente pronunciato. (Corte di giustizia dell’Unione europea sentenza nella causa C-235/09 Dhl Express France Sas / Chronopost Sa)  
   
   
LIBRI DI TESTO: PER L’ASSOCIAZIONE ITALIANA EDITORI LA LIBERTA’ DEL MERCATO E DELL’OFFERTA CULTURALE E’ CONDIZIONE INDISPENSABILE IN DEMOCRAZIA. DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE MARCO POLILLO.  
 
In merito alla proposta di legge sull’istituzione di una Commissione Parlamentare d’inchiesta sull’imparzialità dei libri di testo scolastici, l’Aie non può che ribadire con forza i propri valori: la libertà d’impresa e la libertà di offerta didattica e culturale. Valori che chiamano in causa la responsabilità degli editori, sulla base di principi costituzionali e di norme del codice. Principi e norme che risultano del tutto inconciliabili con interferenze politiche su criteri di verità, superiorità o infallibilità di questa o quella scuola di pensiero. La libertà d’impresa e di mercato è una delle fondamentali condizioni e manifestazioni della effettiva libertà di un Paese. Una condizione che non è compatibile con elenchi di prodotti da prescrivere e commissionare o con liste di proscrizione stilate magari solo citando alcune frasi artatamente estrapolate. La pluralità delle case editrici e dei loro prodotti didattici che operano in una situazione di libera e forte concorrenza corrisponde alla pluralità della domanda, dei docenti e degli utenti, che si orienta secondo convincimenti propri, come si conviene ad un Paese democratico quale è il nostro. Gli editori propongono ai docenti gli strumenti didattici e solo ai docenti stessi spetta poi, in totale autonomia didattica e pedagogica, la scelta dei testi che ritengono più opportuni e funzionali al processo di apprendimento. Ben vengano dunque le discussioni culturali, ma che siano ben distinte da interferenze dirigiste, d’ispirazione prettamente politica, sulle scelte editoriali  
   
   
PRIVACY: LE REGOLE DEL GARANTE PER LA PROPAGANDA ELETTORALE  
 
Liberi gli indirizzi delle liste elettorali, serve il consenso per telefonate, sms ed e-mail. Si avvicinano le elezioni provinciali e comunali e l’Autorità Garante per la privacy ha approvato di recente un apposito provvedimento, in corso di pubblicazione su G.u., che conferma le regole già previste dal provvedimento generale del 2005. Come già fatto in occasione di ogni campagna elettorale, l’Autorità ricorda a partiti politici e candidati le modalità in base alle quali chi effettua propaganda elettorale può utilizzare correttamente i dati personali dei cittadini (es. Indirizzo, telefono, e- mail etc.). Dati utilizzabili senza consenso. Per contattare gli elettori ed inviare materiale di propaganda, partiti, organismi politici, comitati promotori, sostenitori e singoli candidati possono usare senza il consenso dei cittadini i dati contenuti nelle liste elettorali detenute dai Comuni, nonché i dati personali di iscritti ed aderenti. Possono essere usati anche altri elenchi e registri in materia di elettorato passivo ed attivo (es. Elenco degli elettori italiani residenti all’estero) ed altre fonti documentali detenute da soggetti pubblici accessibili a chiunque, come gli albi professionali (nei limiti in cui lo statuto del rispettivo Ordine preveda la conoscibilità sotto forma di elenchi degli iscritti). I titolari di cariche elettive possono utilizzare dati raccolti nel quadro delle relazioni interpersonali da loro avute con cittadini ed elettori. Dati utilizzabili con il previo consenso. E’ necessario il consenso per particolari modalità di comunicazione elettronica come sms, e-mail, mms, per telefonate preregistrate e fax. Stesso discorso nel caso si utilizzino dati raccolti automaticamente su Internet o ricavati da forum o newsgroup, liste abbonati ad un provider, dati presenti sul web per altre finalità. I dati degli abbonati, anche se presenti negli elenchi telefonici, possono essere utilizzati solo se l’abbonato ha preventivamente manifestato la sua disponibilità a ricevere tale tipo di telefonate. Sono ugualmente utilizzabili, se si è ottenuto preventivamente il consenso degli interessati, i dati relativi a simpatizzanti o altre persone già contattate per singole iniziative o che vi hanno partecipato (es. Referendum, proposte di legge, raccolte di firme). Dati non utilizzabili. Non sono in alcun modo utilizzabili, neanche da titolari di cariche elettive, gli archivi dello stato civile, l’anagrafe dei residenti, indirizzi raccolti per svolgere attività e compiti istituzionali dei soggetti pubblici o per prestazioni di servizi, anche di cura; liste elettorali di sezione già utilizzate nei seggi; dati annotati privatamente nei seggi da scrutatori e rappresentanti di lista, durante operazioni elettorali. Informazione ai cittadini. I cittadini devono essere informati sull’uso che si fa dei loro dati. Se i dati non sono raccolti direttamente presso l’interessato, l’informativa va data al momento del primo contatto o all’atto della registrazione. Per i dati raccolti da registri ed elenchi pubblici o in caso di invio di materiale propagandistico di dimensioni ridotte (c.D. “santini”), il Garante ha consentito a partiti e candidati una temporanea sospensione dell’informativa fino al 30 settembre 2011  
   
   
MUTUI IN INTERNET: SONO GIOVANI E CON BUONA LIQUIDITÀ A RICHIEDERE I FINANZIAMENTI ON-LINE  
 
Quasi 26mila richieste in tre mesi. Quattro miliardi di euro di finanziamento ipotizzabile per richiedenti di 38 anni di età media e uno stipendio medio di poco superiore ai 2.300 euro, quasi tutti (il 79%) con un lavoro a tempo indeterminato. È questa la fotografia che “l’osservatorio mutui” del portale web www.Mutui-internet.it  ha stilato per il periodo gennaio/marzo 2011. Nato nel dicembre dello scorso anno, il progetto www.mutui-internet.It   offre, oltre alla consulenza personalizzata per trovare le forme di finanziamento più adeguate della clientela on-line, anche, unico in Italia, il rapporto diretto con il cliente dal primo contatto fino all’atto notarile. Nel gennaio di quest’anno, ha dato i natali all’osservatorio permanente per analizzare il mercato finanziario on-line legato all’erogazione di mutui e finanziamenti similari. La prima trimestrale del gruppo è eloquente: 25.965 le richieste di informazione arrivate dal portale mutui-internet; a chiedere informazioni e servizi on-line sono persone sotto i 40 anni (l’età media è di 38,54 anni), con uno stipendio medio di 2.379,45 euro. Tra le tipologie professionali richiedenti i servizi di mutui-internet, la parte del leone la fanno i “dipendenti a tempo indeterminato” (79%); seguono gli “autonomi con partita Iva” (9%), i “liberi professionisti” e i “pensionati” (4%). Le richieste di preventivi on-line e di servizi riguardano principalmente l’acquisto della prima casa che, con oltre 2 miliardi di euro e una richiesta media di 160mila euro, sono il 59,4% del totale. Corpose anche le richieste di surroghe: oltre 560 milioni di euro e una richiesta media di finanziamento di 125 mila euro sono il 17,3%. «Sarà interessante notare i dati dei prossimi trimestri - commenta Enrico Piacentini, responsabile web marketing di www.mutui-internet.It -, perché la richiesta di surroga, ossia la portabilità di un mutuo da una banca a un’altra, è una costante anche per il web. Ma tra i dati che abbiamo raccolto grazie al nostro servizio web, uno è molto interessante: quello dell’Ltv (Loan to value), ossia il rapporto tra l’importo richiesto e il valore dell’immobile. La media si attesta di poco sopra il 71%. Ciò dimostra che chi richiede servizi finanziari on-line ha una disponibilità finanziaria più che discreta. Tra le richieste che ci sono arrivate, in Valle d’Aosta, ad esempio, il fattore Ltv non raggiunge il 50%». Oltre ai mutui prima casa e alle surroghe, il 7% dei richiedenti ha inoltrato domanda per operazioni di “sostituzione+liquidità”, mentre il 6% per l’acquisto della seconda casa. Altro dato degno di interesse è quello relativo all’età media di chi opera on-line per finanziamenti, che si è attestata nel primo trimestre 2011 a 38,54 anni, con punte di 43,06 anni in Molise e di 36,91 in Lombardia. «Analizzare questi dati ci permette di capire quanto sia differente la clientela internet da quella tradizionale -commenta Piacentini-; e questo ci permette di affinare i prodotti e i servizi che offriamo sul web. Intanto, ci stiamo accorgendo che chi si rivolge alla rete per questo tipo di operazioni è giovane, ha un potere salariale medio e una capacità di liquidi sicura».