Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


MERCOLEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 WEB E BEAUTY FLASH ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Mercoledì 22 Giugno 2011
14ª CONFERENZA DELLA SOCIETÀ INTERNAZIONALE DI NEUROIMAGING IN PSICHIATRIA  
 
Heidelberg, 22 giugno 2011 - La quattordicesima conferenza della Società internazionale di neuroimaging in psichiatria si svolgerà dal 7 al 10 settembre 2011 a Heidelberg, in Germania. Poco si sa circa i cambiamenti fisiologici che il cervello subisce nel corso di una vita e le loro interazioni con le malattie legate all´età, come la schizofrenia nell´adolescenza e nella prima età adulta o la demenza in età avanzata. Tuttavia, l´uso del neuroimaging permette la visualizzazione della struttura cerebrale e del suo funzionamento. Nuove tecnologie e strumenti per l´analisi delle immagini hanno ampliato i rispettivi parametri che possono essere monitorati e hanno contribuito ad aumentare la precisione. L´obiettivo della conferenza sarà quello di creare un collegamento tra le diverse discipline tra cui lo scambio di idee tra scienziati internazionali, medici, ingegneri e altri soggetti interessati che operano nel campo della diagnostica per immagini, l´informatica e la robotica. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Unitt.de/?context=429&&card=heises.78949842ce7aaaca3725481a56da8809    
   
   
TRAPIANTO DI RENE, VIA LIBERA DALL’EUROPA PER BELATACEPT È IL PRIMO DI UNA NUOVA CLASSE DI FARMACI BIOLOGICI. HA UN INNOVATIVO MECCANISMO DI AZIONE PER LA PREVENZIONE DEL RIGETTO DELL’ORGANO. OGNI ANNO IN ITALIA CIRCA 1500 INTERVENTI  
 
Roma, 22 giugno 2011 – La Commissione europea ha espresso parere favorevole per l’immissione in commercio di belatacept, un nuovo farmaco biologico per la profilassi del rigetto nei pazienti adulti sottoposti a trapianto di rene. Belatacept, scoperto e sviluppato da Bristol-myers Squibb, è la prima molecola con un innovativo meccanismo di azione approvata negli ultimi 10 anni nel trapianto di rene. Il via libera della Commissione europea arriva a pochi giorni dall’approvazione della Food and Drug Administration (Fda), l’ente regolatorio americano per i farmaci. Belatacept agisce selettivamente sul sistema immunitario per prevenire il rigetto dell’organo trapiantato e consente di salvaguardare la funzione renale, che è sempre più riconosciuta quale fattore predittivo dei risultati a lungo termine dell’intervento, con un impatto positivo sulla sopravvivenza del paziente e dell’organo. Studi clinici hanno evidenziato percentuali simili nella sopravvivenza del rene trapiantato e del paziente a un anno con un miglior mantenimento della funzione renale rispetto alla terapia standard con ciclosporina (risultati confermati a tre anni). “Ottenere miglioramenti nella funzione renale che permangano a lungo nel tempo è una delle sfide decisive nel trapianto di rene – spiega il Professor Josep Grinyó dell’Università di Bellvitge (Spagna) -. La perdita progressiva di questa capacità può determinare altre malattie concomitanti fino alla perdita dell’organo. In seguito ai risultati positivi di belatacept, l’approvazione dell’Europa rende disponibile per questi pazienti un’importante nuova opzione terapeutica”. Ogni anno in Italia si eseguono circa 1500 trapianti di rene e vi sono più di 7000 persone in lista di attesa (che attendono in media 3 anni prima dell’intervento). Preservare la funzione del rene trapiantato può evitare il ritorno alla dialisi e la necessità di un secondo trapianto. “Belatacept offre a questi pazienti una innovativa opzione terapeutica – afferma Ron Cooper, Presidente Bristol-myers Squibb Europe -. Belatacept preserva la funzione del rene dopo il trapianto, un elemento critico per mantenere l’organo più sano nel lungo termine”. Il farmaco è autorizzato in combinazione con corticosteroidi e acido micofenolico. È raccomandata l’aggiunta di un antagonista del recettore dell’interleuchina-2 nella fase di induzione. Il via libera alla commercializzazione segue il parere positivo del Comitato per i medicinali per uso umano dell’Ema sulla base dei dati positivi su qualità, sicurezza ed efficacia. I due studi pivotali di Fase Iii (Benefit e Benefit Ext) sono stati prolungati per sette anni e forniscono, a oggi, la maggiore quantità di dati a lungo termine su un regime immunosoppressivo per il trapianto. Dopo l’approvazione dell’Europa, belatacept passa ora al vaglio delle Autorità Regolatorie italiane. Belatacept Belatacept è il primo bloccante della co-stimolazione approvato per il mantenimento dell’immunosoppressione nel trapianto di rene. Belatacept, proteina di fusione solubile, è un bloccante selettivo della co-stimolazione delle cellule T che si lega a Cd80 e Cd86 sulle cellule che presentano l’antigene. Come risultato, belatacept blocca la co-stimolazione mediata da Cd28 delle cellule T. In vitro, belatacept inibisce la proliferazione dei linfociti T e la produzione delle citochine: interleuchina-2, interferone gamma, interleuchina-4 e Tnf-alfa. Le cellule T attivate sono i mediatori principali del rigetto immunologico. Lo studio Benefit I risultati dello studio pivotale Benefit mostrano un miglioramento, mantenuto nel tempo, della funzione renale con belatacept rispetto a ciclosporina Nello studio Benefit sono stati arruolati 666 pazienti che hanno ricevuto per la prima volta trapianti renali da donatori viventi o deceduti, secondo criteri standard. Lo studio ha messo a confronto 2 regimi di dosaggio di belatacept con ciclosporina: Più Intenso (More Intensive, Mi) e Meno Intenso (Less Intensive, Li). Il regime Mi ha incluso dosaggi più elevati e frequenti per i sei mesi successivi al trapianto. Il regime di dosaggio approvato è di 10 mg/kg durante la fase iniziale (un totale di sei infusioni per le prime 12 settimane a partire dal giorno del trapianto) e successivamente 5 mg/kg ogni 4 settimane per mantenimento, coerente con il regime Li utilizzato nei trial clinici. A tre anni la sopravvivenza del paziente e del trapianto erano simili tra i due gruppi (92% di 226 pazienti trattati con belatacept alla dose approvata, rispetto a 88,7% dei 221 trattati con ciclosporina). Sono stati osservati più elevati tassi e grado di rigetto acuto nei bracci trattati con belatacept, ma nonostante questo la percentuale di perdita del trapianto non è aumentata nella popolazione ´Intent-to-treat´. La funzione renale nei pazienti trattati con belatacept era superiore dopo un anno e questo beneficio si è mantenuto per oltre tre anni; la velocità di filtrazione glomerulare (Gfr) è risultata di 21 mL/min più alta a tre anni nei pazienti trattati con belatacept-Li rispetto a quelli trattati con ciclosporina. Lo studio Benefit-ext Il più ampio studio clinico che ha incluso donatori con criteri estesi (Benefit-ext) ha dimostrato i benefici di belatacept in riceventi di organi Ecde Lo studio Benefit-ext è il più vasto trial condotto fino ad oggi su pazienti che hanno ricevuto reni da donatori secondo criteri estesi (Ecd). Ha coinvolto 543 pazienti che hanno ricevuto un primo trapianto renale da Ecd. Gli organi Ecd sono organi sub-ottimali, ma rappresentano comunque un’alternativa valida rispetto alla permanenza in lista d’attesa. I regimi di dosaggio di belatacept e ciclosporina erano gli stessi dello studio Benefit. Come dimostrato nel Benefit, il Benefit-ext ha mostrato una sopravvivenza del paziente e del trapianto simile nei pazienti trattati con belatacept alla dose approvata (Li, 82% di 175) rispetto a quelli trattati con ciclosporina (80% di 184) al terzo anno. Le percentuali di rigetto acuto erano sovrapponibili nei bracci di belatacept e ciclosporina. Inoltre, i pazienti trattati con belatacept mostravano un minor declino della funzione renale nel tempo, con una Gfr di 11 mL/min più alta a 3 anni per i pazienti trattati con belatacept-Li, rispetto a quelli trattati con ciclosporina. Il profilo di sicurezza di belatacept La sicurezza di belatacept è stata valutata in base ai dati raccolti da tre trial su belatacept (uno studio di fase Ii e due studi di fase Iii). In questi trial, 401 pazienti hanno ricevuto il regime di belatacept Li approvato, 403 il regime Mi e 405 ciclosporina. I dati raccolti mostrano che l’incidenza di morte e la sospensione della terapia per eventi avversi erano inferiori nei gruppi con belatacept rispetto a quello trattato con ciclosporina. I tassi complessivi di eventi avversi erano simili tra i pazienti trattati con belatacept alla dose approvata Li e quelli che hanno ricevuto ciclosporina. Negli studi clinici con belatacept sono stati osservati casi di disordine linfoproliferativo post-trapianto (Ptld). La frequenza di Ptld è risultata più alta nei pazienti trattati con regime di belatacept Li (1,3%, 6 su 472) che in quelli che hanno ricevuto ciclosporina (0,6%, 3 su 476). Una frequenza maggiore è stata osservata nel gruppo di pazienti trattati con belatacept Mi (1,7%, 8 su 477), che però non rappresenta la dose approvata. Nove dei 14 casi di Ptld nei pazienti trattati con belatacept mostravano localizzazione nel sistema nervoso centrale. Sei casi di Ptld riguardavano il regime Li, tre dei quali coinvolgevano il sistema nervoso centrale e sono stati fatali. Il rischio di Ptld aumenta se i pazienti trattati con belatacept sono sieronegativi al virus di Epstein-barr (Ebv). Belatacept è quindi controindicato in questi pazienti o in quelli il cui status sierologico sia sconosciuto. L’incidenza di tumori è rimasta stabile nel tempo in ogni studio. Un piano di ‘risk management’ sarà reso effettivo come parte del programma di farmacovigilanza per monitorare infezioni e neoplasie maligne.  
   
   
TOSCANA: SOCIETÀ DELLA SALUTE, DEFINITI GLI INDICATORI PER LA PREDISPOSIZIONE DEI PROFILI DI SALUTE  
 
Firenze, 22 giugno 2011- Approvato con delibera dalla giunta regionale il set minimo di indicatori che dovranno utilizzare le Società della Salute per la predisposizione dei profili di salute e del format per la valutazione dei Piani Integrati di Salute (Pis). Il Pis è lo strumento di programmazione integrata delle politiche sociali e sanitarie a livello di zona-distretto, che si coordina, attraverso i suoi progetti, con gli strumenti di programmazione e d’indirizzo locali e con gli strumenti amministrativi di competenza dei comuni nei settori che incidono sulle condizioni di benessere della popolazione. Gli obiettivi riguardano la definizione degli obiettivi di salute e benessere ed i relativi standard quantitativi e qualitativi, l’individuazione delle azioni attuative e delle risorse messe a disposizione dai diversi soggetti per la sua attuazione e l’attivazione degli strumenti per valutare il raggiungimento degli obiettivi. Il Pis comprende programmi e progetti operativi. I primi coordinano le risorse disponibili per la realizzazione del piano secondo le indicazioni contenute negli obiettivi di salute. I secondi realizzano gli interventi necessari a conseguire i singoli obiettivi previsti dai programmi di riferimento. “La Toscana si è data un innovativo strumento di misurazione del livello di salute inteso come benessere della popolazione – ha commentato l’assessore al welfare Salvatore Allocca – che consente, rilevando le carenze e le diseguaglianze presenti sul nostro territorio, di impostare, per il loro superamento, politiche incentrate sull’individuo e la famiglia, sia di carattere sociale che sanitario. Uno strumento indispensabile per il nuovo Piano Sociale e Sanitario. “Gli indicatori – ha detto l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia – servono a valorizzare il cuore pulsante delle Sds, quale organismo di programmazione territoriale di tutte le attività di prevenzione intese non solo sotto gli aspetti sanitari e socio-sanitari ma per tutte le attività della programmazione a livello locale. Gli indicatori servono per controllare il modo in cui il sistema si evolve e migliora nel tempo, sono omogenei a livello regionale e servono a definire il profilo di salute di una determinata zona distretto. Punto di arrivo di questo percorso è la redazione del Pis”.  
   
   
SANITÀ IN LIGURIA: MINORI RISORSE (200 MLN) ALLE AZIENDE ,NUOVE MISURE IN ARRIVO PER L’EQUILIBRIO DEI CONTI  
 
 Genova, 22 Giugno 2011 - “Il dato rilevante del riparto è che assegniamo alle Aziende sanitarie quello di cui disponiamo, vale a dire risorse che sono significativamente minori degli anni scorsi e che quindi impegneranno tutto il sistema sanitario a una azione di contenimento dei costi che la Regione Liguria supporterà anche con altre iniziative”. É la premessa dell’assessore alla Salute della Regione Liguria Claudio Montaldo al provvedimento approvato dalla giunta Burlando. “Azioni che diventeranno per i nuovi direttori generali che saranno nominati la prossima settimana l’obiettivo economico da perseguire nel 2011 e nel segno di un trend che ci deve far tenere i conti in equilibrio, in un anno molto difficile abbiamo sostanzialmente 200 milioni in meno da dividere fra le aziende. La Regione Liguria lascerà per ultima una valutazione sulla possibilità se ce ne sarà bisogno, di un maggiore apporto fiscale che oggi è ridotto a 62 milioni che gravano soltanto sui redditi superiori a trentamila euro e su quattro categoria di imprese. E cercheremo di fare ogni sforzo affinchè la misura non sia necessaria o sia ridotta al minimo possibile”. “Valuteremo poi dalla prossima settimana- aggiunge Montaldo- la questione della maggiori entrate, ricordo che stiamo sempre aspettando che il governo decida che cosa fare di quei famosi 14 milioni che derivano da un finanziamento governativo o dall’applicazione di un ticket sulla specialistica. Dal 1 giugno siamo nella totale incertezza sul da farsi. Mi auguro che, a questo punto, il governo metta a disposizione i soldi e poi la prossima settimana imposteremo e vareremo una manovra di riorganizzazione delle strutture complesse che ha come obiettivo di aggredire il sistema dalla tesa, sulla base di valutazioni che abbiamo fatto con l’agenzia sanitaria nazionale una riduzione del numero di direttori, attorno alle cento unità.  
   
   
CONVEGNO SULLE BIOTECNOLOGIE TRA FRANCIA E ITALIA  
 
Milano, 22 giugno 2011- Un interscambio di 425 milioni di euro tra la Lombardia e la Francia nei settori avanzati delle biotecnologie, tra medicinali e agrochimica nei primi tre mesi del 2011: la Francia vale un decimo dell’import - export lombardo del settore. Nell’ultimo anno crescono le esportazioni lombarde in Francia (+8,2%), cambiano poco le importazioni. Tra le province Milano e Bergamo prime per import (82% e 7% del totale), Milano, Pavia per export (41%, 40%). Centrale il ruolo lombardo nel settore: la Lombardia pesa il 64% dell’import nazionale dalla Francia e il 27% dell’export. Emerge da un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano su dati Istat al primo trimestre 2011. Oggi il convegno “Le biotecnologie: una priorità per la Francia e l’Italia” promosso da Innovhub, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano, Camera francese di Commercio e Industria in Italia (Cfcii), Agenzia francese per gli investimenti internazionali (Afii). “La ripresa di un settore innovativo significativo come le biotecnologie – ha dichiarato Alessandro Spada, presidente di Innovhub, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano – e il mantenimento dei rapporti economici con la Francia tra i nostri primi partner, rappresenta un elemento di rafforzamento della competitività in questo periodo di ripresa dalla crisi”. “Promuoviamo un incontro come quello di oggi per favorire la crescita delle relazioni di business tra le imprese italiane e francesi - ha dichiarato Jean Marc Deshaires, presidente della Camera francese di Commercio e Industria in Italia – a partire dai settori legati alla ricerca e sviluppo nel quadro del rafforzamento economico europeo”. “Dopo il periodo di crisi occorre tornare ad investire - ha dichiarato Hervé Pottier, direttore dell’Agenzia francese per gli investimenti internazionali – ufficio di Milano – a partire dalle biotecnologie, settore d’avanguardia su cui sono impegnate sul fronte internazionale le imprese italiane e francesi”.  
   
   
LA RIFORMA SANITARIA IN PIEMONTE SCELTA DI MODERNITÀ PER SERVIZI NUOVI ED EFFICIENTI  
 
Torino 22 giugno 2011 - La riforma della sanità della Regione Piemonte è una “scelta di modernità per l’efficienza e anche per nuovi servizi”: il presidente Roberto Cota lo ha ribadito intervenendo al convegno “Il cuore….Se lo conosci lo curi”, svoltosi il 21 giugno a Torino su iniziativa dello sportello Io scelgo la salute dell’A.re.s.s. E dal Forum del Volontariato ed in collaborazione con le associazioni Amici del cuore e Associazione cardiotrapiantati italiani e cardiopatici. Cota ha sottolineato l´importanza del convegno “che, oltre a realizzare un approfondimento su un tema di carattere scientifico, mette anche in luce le grandissime professionalità in campo sanitario che esprime il Piemonte, soprattutto con riferimento alla cardiologia e agli interventi al cuore. Sia dal punto di vista preventivo, che dal punto di vista poi della cura il Piemonte può essere considerato un’eccellenza”. “I dati diffusi sugli interventi in Piemonte e sulla possibilità di tornare a condurre una vita normale in seguito alle più diverse cardiopatie - ha sottolineato Cota - dimostrano che siamo in presenza di una sanità assolutamente all’avanguardia. E se vogliamo che la sanità possa continuare a essere efficiente e all’avanguardia, dobbiamo dotarci di un’organizzazione più moderna: non soltanto noi dobbiamo avere dei bravi medici, ma dobbiamo anche avere un sistema che, di fronte a patologie come quelle cardiache, indirizzi il paziente nell’ospedale giusto. Se un paziente non viene indirizzato nell’ospedale giusto perché non esiste una rete di ospedali come quella che noi vogliamo costruire attraverso la riforma sanitaria, purtroppo rischia di morire. Se un paziente va in un punto di primo soccorso, che viene spacciato per un pronto soccorso così tanto per riempire le pagine dei giornali locali o la bocca di qualche politico locale, il paziente muore, come muore se viene indirizzato nel primo ospedale utile ma non attrezzato per determinate cure in situazioni acute”. Per Cota, “la cosa più importante è creare un sistema dove i piccoli ospedali vengano messi in rete con le strutture che sono dotate di tutte le attrezzature e le professionalità per curare ogni singola patologia. Questo è il meccanismo della rete: quando un cittadino ha un problema, entra in contatto con il servizio sanitario regionale e, a seconda del tipo di patologia, viene indirizzato nella struttura dove potrà avere la cura migliore. Questa è una grande conquista di modernità, che riuscirà anche a recuperare un’efficienza, perché c´é il problema di una sanità che è andata fuori controllo dal punto di vista dei costi e il sistema rischia di esplodere, anche perché nessuno è mai intervenuto prima”. Infine, il presidente ha sostenuto che “l’efficienza in sanità va ricercata mediante un taglio agli sprechi, ma anche con il potenziamento e la modernizzazione dei servizi. Questo è l’obiettivo che si propone la riforma sanitaria”. A questo proposito ha fatto l’esempio del 118, “che stiamo potenziando. L’ing. Monferino, direttore generale della Sanità, ha messo in campo una ristrutturazione che potenzia il servizio, aumenta il parco delle autovetture disponibili secondo una diversa modulazione degli interventi e prevede anche un meccanismo di volo notturno dell’elicottero, che ora vola solo di giorno. E’ un servizio in più, perché copre una fascia oraria in cui spesso si verificano degli incidenti. Inoltre, con il volo notturno dell’elicottero è possibile programmare il trasporto degli organi in orari che non siano ore di punta. Insomma, qualcosa in più viene aggiunto mediante una riorganizzazione della rete”. Durante il convegno è stato evidenziato che nel mondo occidentale, contrariamente a quanto normalmente si crede, la prima causa di morte non sono i tumori bensì le malattie cardiovascolari e, dato ancora più allarmante, nel solo Piemonte queste ultime rappresentano il 46% delle cause di mortalità. Grande nota dolente è la carenza di donatori di cuore e di polmoni. I tempi di attesa del trapianto cardiaco sono infatti ancora troppi lunghi ed il 30% dei pazienti muore prima di ricevere gli organi. Va comunque rilevato che si ricorre al trapianto solo quando non ci sono più altre soluzioni e che i risultati sono ottimi: a distanza di 10 anni si registra una sopravvivenza pari al 70%, configurandosi di fatto come la più efficace delle terapie per lo scompenso cardiaco cronico. Attualmente, comunque, esistono promettenti terapie alternative: la tecnologia ha infatti sviluppato una nuova generazione di “cuori artificiali” in grado di supplire al cuore nativo, che in futuro potranno essere applicati su larga scala e fornire la soluzione definitiva al problema epidemico dello scompenso cardiaco cronico avanzato.  
   
   
PRESENTATO L´ATLANTE DEI SERVIZI IN FVG PER DISEGNARE LA SANITA´ DEL FUTURO SCELTE NON EMOTIVE  
 
 Udine, 22 giugno 2011 - Costruire una mappa dei diritti esigibili, orientare i cittadini e, nel contempo, fare la storia della politica sanitaria e sociale in regione. Sono gli obiettivi con i quali è stato realizzato l´Atlante dei servizi sanitari e sociosanitari in Friuli Venezia Giulia, curato da Federsanità Anci e Regione, in collaborazione con la Regione Veneto e il sostegno della Fondazione Crup. Una pubblicazione "dinamica" (perché c´è la promessa, manifestata dal presidente Giuseppe Napoli, "all´aggiornamento costante sul web"), che è stata presentata il 20 giugno a Udine nella sede della Fondazione, e che ha di fatto aperto il convegno-confronto su "Ospedale-territorio: percorsi per la salute, continuità delle cure e assistenza". Vi hanno preso parte, tra gli altri, l´assessore regionale alla salute e politiche sociali Vladimir Kosic, il collega del Veneto alle Politiche sociali Remo Sernagiotto, il sindaco di Udine Furio Honsell, il presidente della Fondazione Crup Lionello D´agostini, il presidente nazionale di Federsanità Anci Angelo Lino Del Favero, assieme a molti tra i massimi dirigenti delle aziende sanitarie ed ospedaliere, operatori del settore, amministratori regionali e locali. Cento pagine, ricche di informazioni preziose, tutte tradotte per ora in inglese ma presto anche in tedesco, sloveno e friulano, con "un´attenzione particolare a tutto ciò che non è ospedale", come ha spiegato uno dei curatori, Giorgio Simon, con la finalità di permettere al cittadino di orientarsi nella fitta rete dei servizi, per capire dove è possibile rivolgersi per un determinato problema di salute. Un impegno, quello di Federsanità, che è stato particolarmente apprezzato dall´assessore Kosic, il quale ha anche raccolto la disponibilità manifestata dal presidente Napoli a collaborare, a ragionare assieme nel momento in cui l´Amministrazione regionale si appresta a modificare gli assesti della sanità, riorganizzando i servizi per garantirne la qualità e, contemporaneamente, la sostenibilità economica. Per Kosic la riforma che verrà è "una sfida, che ci impone di fare oggi delle scelte di cui si beneficerà domani. Senza inutili slogan, con la capacità di dire non cosa abbiamo fatto ma cosa occorre ancora fare; trovando le risorse per dare voce ai bisogni inespressi". Ad esempio affrontando la povertà, "un tema su cui non possiamo chiudere gli occhi". Oppure dando corpo ad un Piano materno infantile che "finalmente incoraggi le famiglie a fare figli". "Chiedendo l´accreditamento dei percorsi di integrazione sociosanitaria", o affrontando "urgenze non più eludibili, come il disagio giovanile da una parte, la non autosufficienza dall´altra". In questo tenendo conto del fatto che tra quarant´anni un terzo della popolazione avrà più di 65 anni. Di fatto "occorre trovare risposte non emotive alle percezioni di salute e di sicurezza", perché ora per l´assessore del Friuli Venezia Giulia "la nostra comunità regionale necessita di decisioni importanti, mature". Quali le soluzioni possibili? Chiare le indicazioni offerte anche dall´assessore Sernagiotto (per le scelte da fare occorre "guardare alla prossime generazioni, non alle prossime elezioni") e dal responsabile nazionale di Federsanità Del Favero. E dunque ospedali di eccellenza e forti servizi sul territorio, sul modello che funziona in Europa, perché i cittadini hanno il diritto ad essere curati dove vi sono le migliori opportunità diagnostiche e terapeutiche, non nel posto più vicino. E ancora, dare maggiore ruolo alla medicina generale, favorire la domiciliarità, che costa un terzo delle case di risposo. Rivedere i livelli essenziali di assistenza, perché talvolta vi sono comprese prestazioni costose ma poco efficaci mentre sono esclusi servizi meno cari ma più funzionali. Insomma, l´Atlante "ci indica cosa c´è e cosa non c´è, ci mostra il percorso da seguire", ha concluso Kosic, riferendosi a quella che Sernagiotto ha definito "la stagione della grande programmazione del futuro".  
   
   
PIEMONTE: AL LAVORO PER NUOVO PIANO SANITARIO E AGENZIA DI CONTROLLO INTERNO  
 
Torino, 22 giugno 2011- "Ritengo di aver tutelato l´ente sia dal punto di vista dell´opportunità, sia sotto il profilo della piena funzionalità": a puntualizzarlo è stato il presidente della Regione, Roberto Cota, intervenendo nell´aula del Consiglio regionale il 16 giugno, il giorno successivo agli arresti domiciliari e alle dimissioni dell´ex assessore alla Sanità, Caterina Ferrero. "Sono molto colpito da questa vicenda - ha detto Cota - e intendo agevolare in ogni modo l´isolamento di eventuali mele merce, se dovessero esserci. Voglio farlo con grande determinazione e con altrettanta determinazione voglio portare avanti la riforma della sanità che abbiamo avviato e nella quale credo molto. Sto lavorando con il direttore regionale Paolo Monferino alla predisposizione di un nuovo piano sociosanitario. Per farlo ho assunto io le deleghe alla Sanità. Non potrò tenerle per molto tempo, ma in questo momento ho ritenuto utile e necessario dare tutto il mio impegno per dare impulso al governo della Regione. Una riforma sulla quale sono disponibile da subito ad un confronto con i capigruppo. Al di là delle strumentalizzazioni politiche, penso che certi obiettivi dovrebbero essere comuni. Secondo la mia impostazione il governo regionale fa la scelte, il Consiglio fa le leggi e ci sono persone che gestiscono la sanità come un servizio". Il presidente ha quindi dichiarato di essere "disponibile a qualsiasi iniziativa il Consiglio regionale voglia adottare all´insegna della chiarezza, non importa se la proposta viene dalla maggioranza o dall´opposizione". Da parte sua, ha annunciato l’intenzione di costituire un’agenzia di controllo interno sull´attività della Regione: “Non dovrà essere un carrozzone ed avrà il compito di assumere tutte le informazioni possibili per far sì che l´attività di prevenzione possa funzionare nel modo migliore. Avverrà con una legge che conterrà una norma specifica sul procedimento amministrativo. Ci sarà cioè un vero e proprio fascicolo che descriverà minuziosamente lo svolgimento dell´iter. Questo porterà ad una maggiore trasparenza nel meccanismo delle decisioni che portano alle scelte amministrative a tutela di tutti, anche dei dirigenti".  
   
   
POLVERINI: "IL VILLAGGIO DELLA SALUTE SARA’ REPLICATO IN TUTTE LE PROVINCE"  
 
 Roma 22 giugno 2011 - "Sono qui per testimoniare non solo l´impegno della Regione ma anche la vicinanza personale di chi tutti i giorni insieme a me si occupa di salute" ha detto Polverini. "Le persone - ha proseguito la presidente - apprezzano sempre di più questo tipo di iniziative e infatti il Villaggio verrà replicato in tutte e cinque le province del Lazio". La Regione Lazio, durante la due giorni del Villaggio Incontra Salute, ha presenziato con un proprio stand istituzionale in cui è stata allestita una postazione Recup, il servizio unico di prenotazione telefonica di visite mediche della Regione Lazio. Nello specifico è stato possibile prenotare Ecografia Tiroide, Moc Lombare, Moc Total Body, Moc Ultrasuoni, Pap Test, Hpv (Papilloma), Visita Dermatologica, Visita Ginecologica, Visita Gastroenterologica e Senologica. "La presenza di queste donne - ha concluso Polverini, dopo aver visitato gli stand e le unità mobili della Croce Rossa - testimonia l´importanza della prevenzione. Siamo soddisfatti di come è andato il ´Villaggio della salute´". In soli due giorni sono state circa 750 le prestazioni sanitarie effettuate: 90 visite senologiche, 110 ecografie mammarie, 95 ecografie della tiroide, 90 paptest, 150 moc, 125 consulenze dermatologiche, 20 consulenze per il colon-retto e 60 per l´ovaio.  
   
   
L´ITALIA FANALINO DI CODA NELLA UE NELLA DONAZIONE DI SANGUE. I GIOVANI I MENO GENEROSI.  
 
 Lecce, 21 giugno 2011 - La donazione di sangue volontaria è in aumento nell´Unione europea, eppure le giovani generazioni sono meno coinvolte di quelle anziane. Per promuovere un gesto che salva la vita, mercoledì 15 giugno, i membri della commissione per l´ambiente e la sanità pubblica hanno analizzato e discusso l´ultimo rapporto della Commissione europea sul tema. Donare il sangue è la "massima espressione di generosità e solidarietà" hanno detto gli eurodeputati presenti all´incontro. Anche Giovanni D’agata, componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” lancia un messaggio di promozione della donazione di sangue, verso qualsiasi altra forma di altruismo sociale e per sensibilizzare i giovani, le persone che non hanno mai donato e sono in condizione di farlo, o i donatori occasionali, ad impegnarsi di più soprattutto ora che si avvicina il periodo estivo e la richiesta di sangue aumenta. "I fatti recenti, come l´epidemia di E.coli in Germania ci ricordano l´importanza di questo gesto. Gli ospedali tedeschi hanno dovuto rivolgere un appello urgente, a causa della carenza di sangue" ha esordito il presidente della commissione, il socialista tedesco Jo Leinen, che ha rivelato di essere donatore in prima persona. Vi proponiamo di seguito le ultime analisi europee e mondiali, per capire come funzionano le donazioni e quali sono gli Stati e le fasce di età che dovrebbero impegnarsi di più. Alcune statistiche Secondo i dati Eurobarometro dell´ottobre 2009, il 37% degli Europei ha donato il sangue in precedenza, un dato in crescita rispetto al 31% del 2002. La classifica dei paesi europei dove le donazioni sono più popolari vede in testa l´Austria, con il 66% della popolazione, seguita da Francia (52%), Grecia e Cipro (51%). Sul fanalino di coda sono invece Svezia (30%), Malta (29%), Polonia (25%), Italia (23%) e Portogallo (22%). Sempre stando alle statistiche, gli uomini europei donano più delle donne (44% contro il 31% dei dati al femminile). La percentuale cresce, poi, tra le persone istruite e purtroppo scende tra i giovani. Come funziona Le donazioni di sangue sono volontarie e non retribuite, come stabilito dalla direttiva comunitaria del 2002, al fine di "contribuire a parametri elevati di sicurezza... E quindi alla protezione della salute umana". Ventiquattro paesi dell´Ue, tra cui l´Italia, forniscono incentivi ai donatori di sangue intero - e 22 a quelli di emocomponenti - come "spuntini, piccoli omaggi... Congedi speciali per chi lavora (nel settore pubblico) e rimborso delle spese di viaggio". In genere la raccolta di sangue intero e plasma viene effettuata da enti pubblici o senza scopo di lucro, mentre Austria, Finlandia, Germania e Lituania, ricorrono al settore privato o a sistemi misti. In Italia è l´Avis a occuparsi delle donazioni. Seguendo il link in basso, potete scoprire la località dove donare più vicina a casa vostra. L´ue e il resto del mondo Sono 62 i paesi nel mondo dove l´approvvigionamento di sangue si basa su un sistema di donazioni volontarie e gratuite. Un dato cresciuto di oltre il 50% negli ultimi 10 anni. Anche a livello mondiale gli uomini si confermano come i maggiori donatori: ben il 70% secondo gli ultimi dati dell´Oms. Mentre, per quanto riguarda l´età, sono più giovani i donatori dei paesi in via di sviluppo che quelli dei paesi ricchi.  
   
   
SANITA’: VENETO, GIUNTA APPROVA IL “PIANO CALDO 2011”  
 
Venezia, 22 giugno 2011 - La Giunta regionale, nella sua seduta di ieri su proposta dell’assessore alla sanità Luca Coletto, di concerto con l’assessore alla protezione civile Daniele Stival, ha approvato il “Protocollo 2011 per la Prevenzione delle Patologie da Elevate Temperature nella Popolazione Anziana della Regione del Veneto”, che sostituisce quello del 2010, ed è pronto a scattare in caso di necessità. “Si tratta – sottolinea Coletto – di una procedura definita da uno specifico gruppo di esperti regionali, che costituisce una garanzia di efficacia dell’intervento delle strutture sanitarie e sociali nell’eventualità di situazioni climatiche pericolose per l’uomo durante l’estate”. Una rete nella quale interagiscono gli uffici Regionali della Sanità, dei Servizi Sociali e della Protezione Civile, l’Arpav per gli aspetti previsionali, il Coordinamento Regionale in Emergenza - Corem, le Direzioni Generali delle Ullss, le Centrali Operative 118, le Unità Operative di Pronto Soccorso, i Distretti Sociosanitari, le Direzioni sanitarie e sociali delle Ullss, il Servizio Epidemiologico Regionale. “L’obiettivo – aggiunge Coletto – è quello di essere quanto più tempestivi possibile nell’attivazione e soprattutto nell’azione di aiuto alle persone in difficoltà e d’intervento nei casi di patologie improvvise, come i colpi di calore”. Le procedure del “Piano Caldo 2011” prevedono che sia l’Arpav ad emettere, fino al 15 settembre, un bollettino quotidiano sullo stato climatico di 4 aree individuate (montana, pedemontana, continentale e costiera), integrando le previsioni del tempo con il monitoraggio dell’ozono, dell’indice di disagio fisico e della qualità dell’aria. Qualora il bollettino indicasse una previsione di disagio prolungato, il Coordinamento Regionale in Emergenza – Sala Operativa di Protezione Civile attiverà l’allarme climatico ai servizi sanitari (segnatamente 118, Pronto Soccorso e Distretti Sanitari) in grado di rispondere ai bisogni della popolazione e alle Direzioni Generali di riferimento. E’ anche previsto che le Ullss abbiano propri referenti aziendali ed eventuali sostituti e predispongano elenchi di referenti dei Distretti, dei Pronto Soccorso e delle Centrali 118. Il Piano comprende anche un “format” contenente le informazioni standard per le Ullss da diffondere alla popolazione con ogni mezzo possibile, ed in particolare “cosa si comunica”, “chi rischia di più”, “consigli pratici”, “cosa fare in caso di colpo di calore”, “chi contattare”. Su base epidemiologica, le categorie più a rischio sono gli anziani, gli ultrasessantacinquenni con patologie croniche invalidanti, i bambini da zero a 4 anni, i diabetici, gli ipertesi, chi soffre di malattie venose e renali, le persone non autosufficienti, chi è sottoposto a trattamenti farmacologici.. Sulla base dell’indice di disagio climatico “humidex”, nel 2010 le giornate prive di disagio ambientale sono state 23; quelle con disagio ambientale moderato-elevato 56; quelle con condizioni climatiche pericolose per la salute 13.  
   
   
IMPAZZIRE SI PUÒ: VIAGGIO NELLE POSSIBILITÀ DELLE GUARIGIONI AL VIA OGGI A TRIESTE IL CONVEGNO CHE RIPORTA ALLE ASSEMBLEE GORIZIANE DI FRANCO BASAGLIA.  
 
Trieste, 22 giugno 2011 – Prende il via, mercoledì 22 giugno, a Trieste, “Impazzire si può – viaggio nelle possibilità delle guarigioni”, in programma fino a venerdì 24 giugno nel Parco dell’ex manicomio di San Giovanni dove fu concepita la storica riforma di Franco Basaglia. Mentre l’assemblea sarà la protagonista assoluta del convegno, molti sono gli ospiti che si alterneranno nel corso del meeting: fra questi Pino Roveredo, Massimo Cirri, Ida Di Benedetto, Donatella Poretti, Roberto Natale, Michele Saccomanno. I lavori si svolgeranno pensando alle “assemblee goriziane” degli anni ’60, quando Franco Basaglia si trovò per la prima volta, a Gorizia, a confrontarsi con la realtà del manicomio e degli internati. E fece una cosa che mai nessuno prima di allora aveva tentato: restituì la parola agli internati. Quella pratica ha rivoluzionato il modo di guardare e di curare. A Trieste saranno protagoniste e parleranno le persone che attraversano o hanno attraversato l’esperienza del disagio psichico. Gli ospiti (politici, scrittori imprenditori, sindacalisti, giornalisti) ascolteranno le persone, più di trecento ogni giorno. Quattro le assemblee, ognuna delle quali affronterà un tema specifico: la narrazione, il lavoro, i servizi e i rapporti tra mass media e disagio mentale. Domani, mercoledì 22 giugno, a partire dalle 14.30 nel Teatrino Franca e Franco Basaglia i protagonisti racconteranno le loro storie alla presenza di Massimo Cirri, Pino Roveredo, Pier Aldo Rovatti. Nel corso dell’assemblea Carlo Gnetti presenterà il suo libro “Il bambino dalle braccia larghe”, narrando l’affettuoso rapporto con il fratello Paolo. Sempre domani, dalle 10.30 negli spazi intorno al padiglione M e poi dalle 17 nello spazio Villas, è in programma il secondo raduno nazionale delle Radio per la Salute Mentale in Italia: si svolgerà e sarà proposto in diretta, dalle 10.30, sulle frequenze di Radio Popolare e Radio Fragola, nell’ambito del programma ‘La terra è blu’. Dalle 19.00 inaugurazione della sede di via Genova 6, Una casa tutta per noi, organizzata in collaborazione con l’ass. Culturale di donne Luna e L’altra. Aperitivo musicale offerto dall’Ass. Brez Meja con esibizione di Alessandra Franco e Anna Garano. E dalle 20, al Bagno Ausonia Una serata in riva al mare Radio Fragola, Dj set delle Radio della salute mentale con quattro particolari cantautori: Gappa & Cristian Grassilli in concerto per la presentazione del Nuovo progetto Psicantria (Psicopatologia cantata) e, in apertura: Manto e Cecco Signa Presente pure l´Inglobante Universale Escuchame (Trieste), ditta leader nella produzione di matrici simboliche, con l´ermetica piccola performance "Sogni e Microrganismi".  
   
   
CATANZARO: INAUGURATI I NUOVI LOCALI DI NEUROCHIRURGIA DELL’OSPEDALE PUGLIESE CIACCIO  
 
Catanzaro, 22 giugno 2011 -Il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti è intervenuto all’inaugurazione dei nuovi locali dell´Unità operativa di Neurochirurgia dell’Ospedale Pugliese Ciaccio. “Sono particolarmente lieto di essere qui – ha affermato Scopelliti - perché quando mettiamo in campo qualcosa che riguarda la salute del cittadino spero di essere sempre presente. Quello di oggi è il frutto di un lavoro di pochi mesi portato avanti. Abbiamo circa 50 milioni di euro da utilizzare tra fase di messa in sicurezza delle strutture e avviamento di nuove tecnologie. Siamo riusciti a recuperare delle risorse per creare nuovi investimenti e rendere più funzionali le strutture. Non si deve interrompere l’azione profusa fIno ad oggi per la nostra comunità. A Catanzaro, in particolare, abbiamo la fortuna di avere una continuità istituzionale che ci consente – ha concluso Scopelliti - di condividere i progetti e questo è fortemente congeniale nel cammino che intendiamo percorrere”. Il Presidente della calabria Scopelliti È Intervenuto Al Corso Di Formazione Specialistica “Amministrazione E Controllo Delle Aziende Sanitarie” Catanzaro, 22 giugno 2011 - Il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti è intervenuto durante l’incontro conclusivo della prima sessione d’aula del Corso di Formazione Specialistica “Amministrazione e Controllo delle Aziende Sanitarie”. Presenti anche i Subcommissari della sanità Luciano Pezzi e Luigi D’elia, il Dirigente Generale del Dipartimento Presidenza Francesco Zoccali, il Dirigente Generale del Dipartimento Tutela della Salute Antonino Orlando, il Responsabile del Piano di Rientro Gianluigi Scaffidi e i responsabili di Kpmg, Advisor della Regione, che ha organizzato il corso. La prima sessione d’aula, della durata di un mese, si è conclusa con la presentazione di oggi e sarà seguita dall’attività di formazione sul campo presso il Dipartimento Tutela della Salute e le Aziende Sanitarie calabresi. All’iniziativa hanno preso parte 17 giovani laureati provenienti dalle università calabresi, scelti dagli elenchi forniti dagli Atenei e selezionati sulla base di una graduatoria stilata prendendo in considerazione voto di laurea, età e titolo della tesi. “Insieme a Kpmg abbiamo pensato di coinvolgere le intelligenze del nostro territorio in quella che crediamo sia tra le più importanti battaglie di civiltà per la Calabria e per i calabresi – ha dichiarato il Presidente Scopelliti – e la risposta è stata molto incoraggiante. E’ un’esperienza altamente formativa perché dalla teoria si passa alla pratica ed esaminando la gestione delle Aziende è possibile comprendere come si può migliorare un settore che ha portato molti problemi alla Regione. E’ necessario – ha proseguito il Governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti – che i giovani vedano gli errori commessi finora e capiscano cosa non si deve fare per avere una sanità virtuosa, individuando i percorsi realmente necessari per sradicare prassi sbagliate che si sono consolidate negli anni portando il sistema al collasso. Recuperare le ingenti risorse che ogni anno vengono spese inutilmente nella sanità e limitano lo sviluppo del territorio – ha aggiunto il Presidente Scopelliti – sarebbe molto utile per investimenti importanti in altri settori nevralgici. Sono certo che questa occasione sarà utile principalmente per due motivi, in quanto arricchire le competenze e le professionalità dei giovani calabresi attraverso un programma di formazione di altissimo livello e darà un nuovo impulso al sistema sanitario che stiamo riorganizzando completamente. Queste giovani figure di grande professionalità, in prospettiva, potranno contribuire concretamente alla crescita generale del comparto – ha concluso Scopelliti – e avranno una formazione che consentirà loro di inserirsi sul mercato del lavoro con credenziali importanti”.  
   
   
LAVORO DIVERSAMENTE ABILI, RIPARTITI I FONDI ALLE PROVINCE DELLA CAMPANIA  
 
Napoli, 22 giugno 2011 - La Commissione Regionale per il Lavoro della Campania, presieduta dall´assessore Severino Nappi, ha approvato il regolamento che prevede l´erogazione alle Province della Campania di contributi da distribuire alle imprese che assumono lavoratori diversamente abili. Il provvedimento, tra i primi in assoluto varati sul piano nazionale, introduce criteri di ripartizione delle risorse trasparenti e semplici. Il meccanismo prevede, per le imprese che hanno stipulato convenzioni con le Provincie, l´assegnazione di un contributo fino al 60% dei costi salariali del lavoratore. Allo stato, il Fondo, alimentato con dotazioni ministeriali, ha a disposizione circa 1.100.000 euro, sufficienti a garantire sostegno all´assunzione di circa 150 lavoratori diversamente abili della nostra Regione. Per le richieste in esubero rispetto alla dotazione disponibile del Fondo, le imprese potranno agganciarsi alle agevolazioni previste da Campania al Lavoro! - il Piano d´Azione per il lavoro della Regione - che assegna incentivi di 7.500 euro a fondo perduto per le aziende interessate ad assumere lavoratori diversamente abili. Al contempo, a margine dell´ultima seduta della Commissione Lavoro della Conferenza Stato - Regioni, la Regione Campania ha ribadito la richiesta al Governo nazionale di non operare tagli nel trasferimento verso il settore del sostegno all´inclusione lavorativa dei lavoratori diversamente abili.  
   
   
CICLISMO, DAL 1 AL 10 LUGLIO IL GIRO DONNE  
 
 Milano, 22 giugno 2011 - Un percorso di oltre 900 km, che attraverserà sette Regioni italiane (Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo e Lazio); un´iniziativa che unirà sport e salute. Questo in sintesi il profilo della 22ma edizione del ´Giro Donne´, che, dal 1 al 10 luglio, si snoderà in tutta la penisola, con la partecipazione di 17 squadre, che partiranno da Roma per arrivare fino a San Francesco al Campo (To). L´iniziativa è stata presentata oggi a Milano dall´assessore regionale allo Sport e Giovani Monica Rizzi e dall´assessore regionale alla Sanità Luciano Bresciani. Presenti anche l´assessore al Turismo, Sport ed Emigrazione della Provincia di Sondrio Alberto Pasina, il direttore tecnico del Giro Giuseppe Rivolta e il consigliere federale del Comitato Regione Lombardia della Federazione Ciclistica Italiana Cordiano Dagnoni. "Questo giro - ricorda l´assessore Rizzi - coinvolge nello specifico due assessorati (Sport e Sanità), accendendo i riflettori sui valori positivi della pratica sportiva come la salute e la prevenzione. Quando si parla di sport al femminile, sono sempre in prima fila. Secondo una ricerca sulla pratica sportiva in Italia, realizzata da Coni e Istat, presentata lo scorso aprile, le donne nel nostro paese praticano meno sport rispetto agli uomini. Negli ultimi anni per fortuna il dislivello fra le parti si sta facendo meno marcato e il merito va sicuramente a queste straordinarie iniziative, che contribuiscono a promuovere lo sport femminile". L´assessore alla Sanità Luciano Bresciani ha sottolineato l´importanza della pratica sportiva quale veicolo di prevenzione per il disagio dei giovani e di promozione per un´alimentazione sana e corretta. "Con una giusta alimentazione - ha ricordato - facciamo anche prevenzione, è qui che ritorna il binomio sport e salute. Lo sport è anche crescita dell´individuo, uno strumento utile che insegna a rispettare le regole e credere in noi stessi in modo concreto, per far crescere la nostra comunità, uno strumento per farci prendere coscienza della nostra forza e della nostra identità". Tra le dieci tappe della corsa rosa due sono lombarde: la Rovato (Bs) - Grosotto (So) il 7 luglio, con la terribile salita del Mortirolo, e la Teglio (So) - Valdidentro (So), l´8 luglio. "Tappe durissime per le atlete - ha commentato l´assessore Rizzi - ma che invece danno ai tifosi la possibilità di conoscere delle zone della nostra regione assolutamente fantastiche; in fondo il ´Giro Donne´ è anche questo: un viaggio alla scoperta delle bellezze naturali e non solo del nostro Paese". Cinque invece le maglie assegnate: Maglia Rosa (Classifica individuale a tempo), Maglia Ciclamino (Classifica individuale a punti), Maglia Bianca (Classifica giovani), Maglia Azzurra (Classifica migliore atleta italiana) e la Maglia Verde di Regione Lombardia (Classifica della Montagna). "Come Regione Lombardia - spiega Monica Rizzi - abbiamo deciso di far incidere sulla nostra Maglia Verde il motto ´Sport è Salute´, uno slogan che ben racchiude il significato che l´Assessorato che rappresento vuol dare, in collaborazione con quello alla Sanità, alla pratica sportiva". Sempre in tema di collaborazione l´assessore Bresciani ha anticipato che è allo studio un progetto ciclistico: "Una 30 km da disputarsi nelle 12 province della nostra regione, che coinvolga gli Assessorati allo Sport e Giovani, alla Sanità e all´Agricoltura".