Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


MERCOLEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 WEB E BEAUTY FLASH ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Mercoledì 22 Giugno 2011
GLI EUROPEI PUNTANO I RIFLETTORI DELLA RICERCA SUGLI ALIMENTI SANI  
 
Cosa sono gli alimenti sani e come possiamo renderli innovativi? Come possiamo offrire ai consumatori le informazioni che vogliono/di cui necessitano su questi tipi di alimenti? Esperti in Europa ritengono che siano varie le forze che spingono l´innovazione degli alimenti sani, ovvero: scienza, ricerca e sviluppo (R&s) innovazione, consapevolezza individuale della salute e analisi individuale di rischi e benefici. Queste conclusioni sono state mostrate alla recente conferenza Nutrevent a Lilla, Francia, dove gli esperti hanno evidenziato che i nutrizionisti devono prestare particolare attenzione alle innovazioni degli alimenti funzionali con composti naturali per aiutare a rispondere alle crescenti preoccupazioni dei consumatori riguardanti gli alimenti sani. Mentre a Nutrevent sono stati presentati molti approcci innovativi, il regolamento Ue "Informazioni sulla salute", autorizzato dall´ente normativo Ue Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), richiede: una valutazione scientifica delle informazioni sulla salute, un cambio gestionale e la commercializzazione di prodotti alimentari nell´industria alimentare dell´Ue. Il progetto Afresh ("Countering diet-related diseases through competitive regional food- and physical activity clusters"), finanziato nell´ambito della linea di bilancio "Regioni della conoscenza" del Settimo programma quadro (7°Pq) dell´Ue con 2,95 milioni di euro, sta creando un´agenda di ricerca per ridurre le malattie legate alla dieta e alla mancanza di attività fisica sviluppando prodotti innovativi per dare a chi soffre di queste malattie l´aiuto di cui ha bisogno. I partner di Afresh, provenienti da Belgio, Francia, Ungheria, Paesi Bassi, Polonia e Regno Unito, stanno giocando un ruolo chiave nel creare attività per costruire e migliorare stili di vita sani per il futuro. Afresh fa parte della Food Cluster Initiative che mira a rafforzare il settore della ricerca alimentare dell´Ue e a fornire una spinta al suo vantaggio competitivo. Parlando durante l´evento e citando i risultati generati dal progetto Foodrisc, la dott.Ssa Monique Raats del Food, Consumer Behaviour & Health Research Centre presso la University of Surrey nel Regno Unito ha detto che la comunicazione alimentare deve trovare il giusto equilibrio tra informazioni sui benefici, vigilanza sui rischi e informazioni generali per i consumatori. Foodrisc ("Food Risk Communication. Perceptions and communication of food risks/benefits across Europe: development of effective communication strategies") è al lavoro per offrire ai consumatori le giuste informazioni di cui hanno bisogno sul rapporto rischi/benefici degli alimenti. Finanziato nell´ambito del tema "Prodotti alimentari, agricoltura e pesca, e biotecnologie" (Kbbe) del 7° Pq con 2,97 milioni di euro, Foodrisc sta colmando le lacune lungo la catena informativa sugli alimenti. In un altro evento riguardante gli alimenti, scienziati presso l´Università di Gand in Belgio hanno scoperto che la gente è molto preoccupata per la recente diffusione del mortale batterio enteroemorragico E. Coli (Ehec), ma la fiducia nel governo aiuta ad attenuare le loro paure e incoraggia i cittadini a continuare a consumare prodotti freschi. I risultati derivano dal progetto Veg-i-trade ("Impact of climate change and globalisation on safety of fresh produce governing a supply chain of uncompromised food sovereignty"), che ha ottenuto una sovvenzione di 6 milioni di euro nell´ambito del tema Kbbe del 7° Pq. Intervistando 6132 partecipanti in un sondaggio nei siti web di 2 giornali belgi (Het Laatste Nieuws e De Morgen), i ricercatori hanno scoperto che oltre il 65 % dei lettori sono preoccupati, il 64,2 % ritiene che il rischio di contaminazione sia alto, il 56 % è diffidente, il 20 % è arrabbiato e circa il 33 % è spaventato. Oltre il 31 % ha detto che avrebbe ridotto il proprio consumo di prodotti freschi, mentre l´80 % pensa di lavare meglio la frutta e le verdure. Oltre il 50 % ritiene di essere in grado di prevenire da solo che si verifichi il rischio. Da un punto di vista legato al sesso degli intervistati, le donne sono più preoccupate degli uomini. Si noti inoltre che i lettori più giovani (meno di 35 anni) erano più preoccupati per questo problema rispetto a quelli più anziani (35 anni e più). Si è scoperto che la fiducia nel governo è più forte nelle persone con meno di 24 e più di 65 anni. Coloro che hanno una fiducia molto bassa nel governo pensano di mangiare meno prodotti freschi. I ricercatori affermano che le informazioni riguardanti ciò che ha innescato il batterio Ehec potrebbero influire in modo significativo su come le persone acquistano e consumano i prodotti freschi. Per maggiori informazioni, visitare: Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa): http://www.Efsa.europa.eu/  Afresh: http://www.Afresh-project.eu/  Food Cluster Initiative: http://www.Foodclusterinitiative.eu/  Foodrisc: http://www.Foodrisc.org/  Università di Gand: http://www.Ugent.be/en    
   
   
ANCORA RISULTATI POSITIVI E NATURALI DAL PROGETTO PER IL TONNO PINNA AZZURRA FINANZIATO DALL´UE  
 
Un team di ricercatori spagnoli finanziati dall´Ue hanno, per il secondo anno di seguito, pescato uova di tonno pinne azzurre senza usare induzione ormonale. Questo significa che il team sarà in grado di studiare da vicino le abitudini riproduttive di questa specie in pericolo di estinzione in cattività. Il lavoro è stato condotto come parte del progetto Selfdott ("From capture based to Self-sustained aquaculture and Domestication Of bluefin tuna, Thunnus tynnus"), che ha ricevuto 2,98 milioni di euro nell´ambito del tema "Alimentazione, agricoltura e pesca e biotecnologia" del Settimo programma quadro (7° Pq) dell´Ue. Il team, del Centro oceanografico di Murcia, parte dell´Istituto spagnolo di oceanografia (Ieo), spera di essere più fortunato con le uova di quest´anno rispetto ai raccolti precedenti, che hanno avuto tassi di successo bassi, i tonni pinna azzurra infatti sopravvivevano in media da 73 a 110 giorni. Questo è il terzo anno del progetto e il secondo in cui il team ha ottenuto le uova in modo naturale. Nel 2009 le prime fecondazioni erano state ottenute dopo un´induzione ormonale dei riproduttori biologici con impianti di Gnrh e nel 2010 la fecondazione è stata ottenuta spontaneamente senza bisogno di induzione ormonale. Il fatto che adesso si sia ottenuta la fecondazione in modo naturale per due anni di seguito indica che i 60 riproduttori biologici hanno raggiunto un grado di domesticazione molto importante in seguito ai 4 anni di permanenza in due gabbie galleggianti larghe 25 metri e profonde 20 metri nella baia di El Gorguel (Cartagena). Queste massicce fecondazioni possono produrre anche oltre 10 milioni di uova in un solo giorno. Il tonno pinna azzurra è una parte cruciale della dieta mediterranea da migliaia di anni ma gli effetti della pesca eccessiva hanno creato la necessità di proteggere questa specie. Usando tecniche di acquacoltura artificiali però, un processo per l´allevamento di pesci e altri prodotti naturali acquatici in ambienti controllati invece che la pesca dall´oceano e dal mare, si può ottenere la quantità di tonno pinna azzurra richiesta dai consumatori, allentando un po´ della pressione sulle popolazioni naturali in pericolo e contribuendo all´eventuale recupero delle specie allo stato brado. Specie come l´abramide comune, la spigola, il rombo e il salmone sono al momento largamente prodotti usando tecniche di acquacoltura. Adesso il team ha in programma di sviluppare nuove tecniche che possano aiutare i suoi membri a studiare lo sviluppo embrionico e larvale e il ciclo biologico del tonno pinna azzurra, cosa che potrebbe portare alla produzione di avannotti (piccoli di tonno) attraverso tecniche di acquacoltura indipendenti dalle popolazioni naturali. Allo stesso tempo, saranno sviluppati mangimi adatti e sostenibili dal punto di vista ambientale per lo sviluppo dei tonni pinna azzurra, riducendo o eliminando così la pratica dell´importazione di pesce crudo e l´alimentazione con prodotti industriali per l´ingrasso. Queste nuove fasi della ricerca saranno condotte con gli altri 13 partner di Selfdott, che comprendono enti governativi, istituti di ricerca e organizzazioni industriali di Francia, Germania, Grecia, Israele, Italia, Malta, Norvegia e Spagna. Per maggiori informazioni, visitare: Instituto Español de Oceanografía (Ieo): http://www.Ieo.es/version_eng/indexingles.htm    
   
   
SCIENZIATI USANO UNA TECNICA BASATA SUL DNA PER DISTINGUERE LE SARDINE DAGLI SGOMBRI  
 
Riuscire a distinguere le sardine dagli sgombri è diventato un po´ più facile. Alcuni ricercatori in Spagna hanno usato tecniche di identificazione forensi delle specie tramite il Dna (acido deossiribonucleico) mitocondriale per distinguere i pesci, a prescindere dal fatto che siano lavorati o in scatola. Questa tecnica aiuterà gli esperti a monitorare meglio lo sfruttamento delle risorse di pesce. Lo studio è stato in parte sostenuto da un contributo del Fondo europeo per la pesca (Fep). Il Fep contribuisce alla realizzazione degli obiettivi della Politica comune della pesca (Pcp), che mirano alla protezione e all´uso sostenibile delle risorse marine. Il modo migliore di distinguere le specie consiste nell´ottenere il Dna dai mitocondri (organuli della cellula). Secondo gli esperti il citocromo b, uno dei componenti del Dna, è un marcatore genetico che fornisce agli scienziati i mezzi per determinare la relazione tra generi e famiglie. Gli scienziati forensi, per esempio, usano il citocromo b per identificare animali, come per esempio gatti, presenti sulla scena di un crimine. I ricercatori dell´Associazione nazionale dei produttori di pesce e crostacei in scatola (Anafaco-cecopesca) hanno deciso di usare questa tecnica per identificare geneticamente piccole specie pelagiche e, in questo caso, le sardine e gli sgombri. "Questi strumenti molecolari rappresentano un grande passo avanti per il settore poiché permettono di controllare e tracciare le importazioni di pescato e assicurano che esse siano etichettate correttamente," si legge in una citazione riportata da Sinc di Montserrat Espiñeira, biologa dell´Anfaco-cecopescca e ricercatrice principale dello studio. Grazie a questo metodo, i ricercatori hanno identificato oltre 20 specie del gruppo della sardina, tra cui la Sardina, la Clupea e l´Ilisha, e molte specie di sgombro come il Caranx, il Mullus e il Trachurus di vari posti in tutto il mondo. Dopo aver raccolto un campione di Dna mitocondriale del pesce, i ricercatori hanno amplificato un frammento di citocromo b e quindi hanno condotto un´analisi filogenetica (legata o basata sullo sviluppo evolutivo o sulla storia) ottenendo un "sequenziamento nucleotidico informativo dal punto di vista forense (Fins)," spiegano. La ricerca sulle sardine è stata pubblicata sulla rivista European Food Research and Technology mentre lo studio sugli sgombri è stato presentato sul Journal of Agricultural and Food Chemistry. Adesso è in programma l´analisi delle distinte proprietà organolettiche, microbiologiche, fisico-chimiche e nutrizionali delle specie già esaminate. I ricercatori vogliono inoltre determinare se i consumatori sarebbero interessati in specie attualmente non sfruttate. "L´obiettivo finale è quello di migliorare la gestione delle risorse della pesca e di assicurare che siano sfruttate in modo sostenibile," dice la Espiñeira. I ricercatori stanno inoltre lavorando per rendere possibili metodi di identificazione molecolare per facilitare e accelerare la distinzione delle specie di pesce pelagico piccolo più preziose dal punto di vista commerciale, l´acciuga europea (Engraulis encrasicolus), la sardina europea (Sardina pilchardus) e le principali specie di sgombro (Trachurus trachurus), in meno di tre ore. Per maggiori informazioni, visitare: European Food Research and Technology: http://www.Springerlink.com/content/100491/  Journal of Agricultural and Food Chemistry: http://pubs.Acs.org/journal/jafcau  Associazione nazionale dei produttori di pesce e crostacei in scatola (Anfaco-cecopesca): http://www.Anfaco.es/webs/webanfaco/portales/anfaco/    
   
   
AGRICOLTURA: OGGI A CITTÀ DI CASTELLO COMITATO DI SORVEGLIANZA “PSR” E CONVEGNO SU POLITICHE EUROPEE E NAZIONALI  
 
Perugia - L´agricoltura umbra e le politiche di sostegno e sviluppo del settore saranno il 22 giugno al centro di un´intera giornata che, organizzata dalla Regione Umbria, si aprirà con la riunione del Comitato di sorveglianza del Piano di sviluppo rurale ("Psr") dell´Umbria 2007-2013 e si concluderà, il pomeriggio, con un convegno su "Le politiche europee e nazionali sulla qualità dei prodotti agricoli e agroalimentari". Entrambi gli appuntamenti si terranno a Villa Montesca di Città di Castello. Tra gli argomenti che verranno affrontati (ore 10) dal Comitato di sorveglianza del "Psr": lo stato di avanzamento del Programma, le modifiche ed integrazioni del Piano e la presentazione del rapporto annuale di valutazione. Nel pomeriggio (dalle ore 15), nell´ambito del convegno verranno approfondite le diverse questioni legate alle politiche agricole e agroalimentari di qualità. I lavori saranno conclusi dall´assessore regionale all´Agricoltura Fernanda Cecchini  
   
   
44 MILIONI PER GLI AGRICOLTORI LOMBARDI FONDI PER L´AMMODERNAMENTO DELLE IMPRESE  
 
Milano - Sono oltre 44 i milioni di euro destinati agli agricoltori lombardi sulle misure 121, 311A, 311B e 311C del Programma di Sviluppo Rurale, che promuovono rispettivamente l´ammodernamento delle aziende agricole e la multifunzionalità. "L´ingente stanziamento di questo riparto - ha commentato l´assessore all´Agricoltura della Regione Lombardia Giulio De Capitani - è stato possibile grazie a una complessa revisione e semplificazione del Programma di Sviluppo Rurale, grazie al quale siamo riusciti a liberare oltre 40 milioni di euro, che abbiamo rimesso in circolo su misure più appetibili per i nostri agricoltori". "In una situazione ancora difficile - ha concluso De Capitani - questo riparto offre alle aziende l´opportunità concreta per investire nell´ammodernamento e in nuove attività che possano migliorarne la competitività e integrare il reddito d´impresa". I riparti alle amministrazioni provinciali, relativi alle domande presentate dal 1 luglio al 31 dicembre 2010 (sesto periodo per le misure 121 e 311A; quinto periodo per le misure 311B e 311C), sono stati approvati dalla Direzione generale Agricoltura con decreto n. 5487 del 16 giugno e pubblicati sul Bollettino ufficiale della Regione Lombardia del 20 giugno. Nel dettaglio, la misura 121 "ammodernamento delle aziende agricole" assegna un contributo di 29.771.986 euro, che serviranno a finanziare 298 domande su 1017 ammissibili. La misura 311A riguarda invece gli agriturismi, nello specifico quelli delle aree rurali svantaggiate (zone C e D), con un riparto di 7.892.227 euro, per finanziare 51 progetti su 85 domande ammissibili. La misura 311B, relativa alle energie da fonti rinnovabili e alle agroenergie, finanzierà complessivamente 48 progetti per un valore di 6.351.505 euro. Infine, la misura 311C, relativa ad altre attività di diversificazione, finanzierà integralmente le 4 domande ammissibili pervenute per un totale di 303.416 euro. I fondi stanziati verranno ripartiti tra le Amministrazioni provinciali in base al numero delle domande finanziate per ogni singola misura su ciascun territorio. Come sempre tutte le domande ammissibili ma non finanziate hanno un periodo di validità di 18 mesi. Sul sito internet della Direzione generale Agricoltura, all´indirizzo www.Agricoltura.regione.lombardia.it, è possibile consultare l´elenco dei beneficiari. Questo, nel dettaglio, il riparto delle risorse inerente al sesto periodo per la misura 121 inserita nel Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013. Si tratta di dati che fanno riferimento alle domande presentate dal 01.07.2010 al 31.12.2010. Nell´ordine, sono riportati, per ciascuna provincia, il numero di domande ammissibili presentate, il contributo ammesso (in euro), il numero di domande ammissibili finanziate e le risorse assegnate (in euro). Bergamo 102 8.176.818,92 24 2.603.161,59 Brescia 200 119.254.721,1 54 5.832.775,52 Como 27 1.860.795,39 9 964.108,05 Cremona 91 7.720.869,33 32 3.314.582,28 Lecco 19 1.539.517,77 9 880.857,85 Lodi 16 1.163.751,16 16 1.163.751,16 Mantova 198 19.973.968,9 54 5.897.547,65 Milano 37 2.728.911,17 21 1.607.775,53 Monza e Brianza 3 285.663,00 3 285.663,00 Pavia 166 10.618.534,3 49 3.182.051,87 Sondrio 128 11.548.654,8 19 2.699.258,65 Varese 30 3.425.268,42 8 1.340.453,74 Totale 1.017 88.297.474,4 298 29.771.986,8 Di seguito il riparto delle risorse inerenti alla sesta graduatoria della misura 311 inserita nel programma di sviluppo rurale. Si tratta di dati che fanno riferimento alle domande presentate dall´01.07.2010 al 31.12.2010 in zona C e D. Nell´ordine, sono riportati, per ciascuna provincia, il numero delle domande ammissibili presentate, il contributo ammesso (in euro), il numero delle domande ammissibili finanziate, le risorse assegnate (in euro). Bergamo 5 382.576,03 5 382.576,03 Brescia 14 1.379.324,10 10 1.238.474,24 Como 12 1.952.291,62 8 1.491.779,64 Cremona 0 0,00 0 0,00 Lecco 7 951.137,33 7 951.137,33 Lodi 0 0,00 0 0,00 Mantova 9 1.272.983,24 2 459.792,21 Milano 0 0,00 0 0,00 Pavia 13 1.749.382,83 4 802.710,56 Sondrio 23 3.682.301,93 13 2.370.412,34 Varese 2 195.395,59 2 195.395,59 Totale 85 11.565.392,67 51 7.892.277,94.  
   
   
VENETO: UN “NO” DEFINITIVO ALLE AGROMAFIE. PRETENDIAMO CONTROMISURE.  
 
 Venezia - “La Coldiretti ha ragione. Dalle agromafie la nostra economia in generale, e quella agricola in particolare, subiscono un danno pesantissimo, che alla lunga può rivelarsi addirittura fatale per l’immagine e la qualità del Made in Italy e del Made in Veneto”. Questo il chiaro messaggio lanciato dall’assessore del Veneto con delega all’agricoltura e alla tutela del consumatore Franco Manzato, che anche ieri ha confermato la particolare attenzione ai problemi legati alla contraffazione dei prodotti agroalimentari, vitivinicoli e non solo. “Le nostre tipicità, i nostri prodotti d’eccellenza – ha continuato l’assessore – possono correre il rischio di essere oscurati o addirittura annichiliti dalle imitazioni o dai veri e propri falsi che arricchiscono i truffatori e non i nostri imprenditori che si spaccano la schiena nelle loro aziende”. “Serve un’azione concertata di livello nazionale ed sovranazionale. L’europa in prima persona deve dimostrare di essere utile proprio operando anche a livello internazionale affinché il nostro buon nome e, aggiungo, anche quello di altri paesi membri della comunità che soffrono di analoghi problemi, possano essere concretamente difesi su un mercato che sembra essere stato mondializzato apposta per favorire chi inganna i consumatori e chi lesina o lucra sulla mancata qualità”, sottolinea Manzato, indignato dinanzi a tentativi di copiare in maniera subdola il nostro prodotto veneto e italiano. “Per quanto mi riguarda – ha concluso l’assessore – le nostre azioni e quelle del governo devono muoversi verso un fronte comune, quello che stiamo mettendo in piedi a tutela dei cittadini, che si muove verso la dura linea della tolleranza zero”.  
   
   
SARDEGNA, ORTOFRUTTA: AIUTI UE PER FRONTEGGIARE LA CRISI  
 
Cagliari - La Commissione Europea ha stanziato 210 milioni di euro fondi Feaga a favore dei produttori ortofrutticoli dell´Unione Europea. "L´aiuto - spiega l´assessore dell´Agricoltura e della Riforma Agro-pastorale Mariano Contu - è rivolto alle Op e ai produttori di cetrioli, pomodori, lattuga, insalata, zucchine e peperoni, non associati a queste organizzazioni. Si tratta di una misura eccezionale di sostegno per il comparto che deve fronteggiare un grave crollo delle vendite, in seguito all´epidemia del batterio Escherichia coli". Il Regolamento stabilisce i livelli massimi d´aiuto e i tipi d´intervento, ovvero ritiro dal mercato, mancata raccolta, raccolta prima della maturazione, tipo di coltura praticata e superficie destinata. Una volta che il Ministero dell’Agricoltura delle politiche agricole e forestali avrà emanato le disposizioni urgenti per la gestione della crisi del mercato dei prodotti ortofrutticoli (presumibilmente in data 21 giugno), l’Assessorato regionale dell’Agricoltura e della riforma agro-pastorale, attraverso il Servizio Politiche di mercato e Qualità, provvederà a coinvolgere le agenzie Laore e Argea, e le organizzazioni di categoria per assicurare la massima diffusione dell’ informazione sull´esistenza e sulle modalità di funzionamento di questa misura d´aiuto. L’agenzia nazionale Agea sarà. Invece, deputata all´ erogazione degli aiuti che, nelle previsioni dovranno essere elargiti entro il 15 ottobre. A seguire l´Unione Europea procederà nelle verifiche e nei controlli che si completeranno il 15 dicembre. Non ci sarà ripartizione tra gli stati membri, l’aiuto concesso è previsto nella misura massima fino alla disponibilità delle risorse.  
   
   
BOLZANO: I RISULTATI DEL VI CENSIMENTO DELL’AGRICOLTURA  
 
 Il 24 ottobre 2010 si è svolto in tutta Italia il 6° Censimento generale dell’agricoltura. Questa mattina il presidente della Provincia, Luis Durnwalder, e l´assessore all´agricoltura, Hans Berger, hanno presentato i risultati provvisori del Censimento generale dell´agricoltura. Nel corso della conferenza stampa di ieri mattina il presidente della Provincia, Luis Durnwalder, ha sottolineato l’importanza del censimento per l’Alto Adige “L’agricoltura ci riguarda tutti e per questa ragione i dati raccolti attraverso il Censimento generale dell’agricoltura non riguardano solamente i contadini, bensì tutta la popolazione e le informazioni raccolte serviranno come base per le future decisioni politiche ed economiche che dovranno essere adottate in questo settore”. Anche il direttore dell’Istituto provinciale di statistica Astat, Alfred Aberer, ha posto l’accento sulla notevole importanza della rilevazione che consente di attualizzare i dati complessivi. I dati sono stati raccolti in Alto Adige da una rete formata da quasi 200 rilevatori e costituiscono una fonte informativa fondamentale per le decisioni future in materia di politica agricola e saranno utilizzati in ambito europeo per la preparazione dell’imminente riforma della Politica Agricola Comunitaria. Il censimento ha preso in considerazione per la prima volta solamente le aziende agricole e gli allevamenti sulla base di un criterio fissato dall’Unione Europea. L’assessore provinciale all’agricoltura, Hans Berger, ha posto l’accento sul fatto che rispetto al censimento del 2000 sono cambiati numerosi criteri di valutazione quindi i risultati possono essere confrontati con una certa difficoltà. Rispetto a questa premessa secondo l’assessore Berger è importante rilevare tre aspetti: in primo luogo il 99,7 per cento delle aziende agricole altoatesine è di proprietà locale, non si può quindi parlare di una “svendita dei terreni”. In secondo luogo i dati evidenziano che le aziende tendono a diminuire, ma per contro aumenta la loro dimensione media, segno questo di una maggiore specializzazione e competitività sul mercato. Infine emerge che non vi è stato un cambio generazionale nelle aziende infatti i titolari hanno un’età compresa trai 40 e di 60 anni e ciò comporterà nei prossimi anni un problema nell’avvicendamento ai vertici delle imprese. I principali risultati emersi dal censimento - In Alto Adige nel 2010 sono state rilevate complessivamente 20.212 aziende agricole, nel 2000 il loro numero ammontava a 23.150. Nel corso degli ultimi dieci anni le aziende agricole sono diminuite di 2.938 unità, segnalando un calo pari al 12,7%. Nel 2010 la superficie agricola utilizzata (Sau), costituita da seminativi, orti familiari, superfici investite a frutta e vite, prati e pascoli è risultata pari a 241.952 ettari facendo registrare un calo rispetto al 2000 del 9,5% (267.386 ettari). Rispetto al 2000, la superficie agricola totale ha segnalato una riduzione dell’11,7%, passando da 550.780 a 486.440 ettari. Il calo della superficie agricola totale sconta la contrazione verificatasi nella superficie agricola utilizzata e nel bosco. Sono calate fortemente sia le aziende sia le superfici investite a bosco. Per il 96,1% delle aziende agricole censite si tratta di aziende individuali che complessivamente gestiscono il 56,8% della superficie agricola utilizzata. Il 2,0% delle aziende viene amministrato da enti o comuni che gestiscono proprietà collettive. In Alto Adige si tratta prevalentemente di interessenze che gestiscono in comune soprattutto malghe ed altre superfici destinate al pascolo. Complessivamente il 31,8% della superficie agricola utilizzata viene amministrato da enti o comuni che gestiscono proprietà collettive. Il restante 1,9% delle aziende agricole si distribuisce nelle altre forme giuridiche: società, società cooperative, amministrazioni o enti pubblici, enti privati senza fini di lucro. La maggior parte delle aziende agricole altoatesine è da sempre di piccole dimensioni. Il 19,0% delle aziende individuali dispone di una superficie totale compresa fra i 2 ed i 5 ettari, il 17,1% fra i 5 ed i 10 ettari ed un ulteriore 17,3% dispone di una superficie totale inferiore all’ettaro. Il 62,0% delle aziende individuali altoatesine ha una superficie totale inferiore a 10 ettari e solamente l’1,5% dispone di una superficie uguale o maggiore a 100 ettari. Negli ultimi dieci anni il numero delle aziende con seminativi è diminuito passando da 3.567 a 2.229 unità (-37,5 %). Al contrario, la superficie investita a seminativi ha registrato un aumento di 219 ettari. Il numero delle aziende con coltivazioni legnose agrarie ha segnalato una leggera contrazione pari al 4,5%, mentre la relativa superficie investita è aumentata di ben 1.666 ettari (+7,2%). In base ai dati emerge una tendenza all’espansione della frutticoltura verso altitudini più elevate. 4.779 aziende dispongono di superfici viticole. La superficie totale investita a vite ammonta a 5.291 ettari e rappresenta il 21,2% della superficie totale investita a coltivazioni legnose agrarie. Nel 2000 le aziende vitivinicole ammontavano a 4.781 e complessivamente gestivano una superficie pari a 4.810 ettari. Negli ultimi dieci anni la consistenza delle aziende viticole è rimasta immutata mentre le superfici investite sono aumentate del 10,0%. La maggior parte della superficie a coltivazioni legnose agrarie (74,4%) è destinata alla coltivazione delle mele. La corrispondente superficie investita è aumentata negli ultimi dieci anni passando da 17.956 a 18.538 ettari (+3,2%) mentre il numero delle aziende si è ridotto passando da 8.086 a 7.275 (-10,0%). La superficie d’impianto media destinata ai meleti si è quindi ingrandita passando da 2,22 a 2,55 ettari per azienda. Fra i frutti "secondari" per l’Alto Adige emerge che negli ultimi dieci anni la superficie investita ad albicocche è pressoché raddoppiata (passando da 33 a 65 ettari) mentre la superficie destinata alla coltivazione delle pere è cresciuta solo leggermente (da 52 a 57 ettari). La categoria "Altra frutta fresca", che contiene in particolare i frutti minori quali ad es. I lamponi, ha registrato un aumento della superficie che è passata da 79 a 163 ettari. Allevamento - Negli ultimi dieci anni il numero totale delle aziende zootecniche è diminuito. Un calo consistente si è registrato nell’allevamento dei bovini dove, rispetto al 2000, il numero delle aziende è calato di 1.162 unità (-12,3%) ed il corrispondente numero di capi si è ridotto di 11.420 unità (-7,9%). Il numero medio di bovini per azienda è aumentato leggermente passando da 15,2 a 16,0 capi. Negli ultimi dieci anni, in Alto Adige, l’allevamento dei cavalli si è sviluppato notevolmente: i capi sono aumentati di 553 unità (+11,7%) mentre il numero di aziende ha segnalato un calo pari a 206 (-11,5%). Il numero medio di cavalli per azienda è aumentato passando da 2,6 a 3,3, il che significa che le aziende con cavalli si stanno ingrandendo e specializzando. Manodopera - La manodopera aziendale comprende le persone di 16 anni e più che hanno svolto giornate di lavoro in azienda nell’annata agraria 2009-2010. Complessivamente sono state rilevate 81.890 persone che lavorano nelle aziende agricole altoatesine. Il 66,1% della forza lavoro impegnata nell’azienda agricola è costituita dalla manodopera familiare quindi il conduttore e la conduttrice, il coniuge e la coniuge, gli altri componenti della famiglia e i parenti. La manodopera familiare ammonta a 54.128 unità mentre dieci anni prima erano complessivamente 59.031. Delle restanti 27.762 persone che costituiscono la manodopera aziendale, 2.255 hanno prestato continuativamente il loro lavoro in azienda nell’annata agraria 2009-2010 (manodopera aziendale in forma continuativa) e 25.507 hanno svolto lavori di breve durata, lavori stagionali o sono stati assunti per occuparsi di una singola fase lavorativa (manodopera aziendale in forma saltuaria).  
   
   
UN AIUTO IN PIÙ PER LE AZIENDE AGROALIMENTARI DEL PIEMONTE  
 
Un protocollo d’intesa per offrire un supporto alle imprese piemontesi agroalimentari attraverso una sinergia che permetta ad esse di rafforzarsi e, allo stesso tempo, un sostegno alle nuove aziende che intendono insediarsi in Piemonte è stato siglato il 21 giugno a Torino dall’assessore regionale allo Sviluppo economico, Massimo Giordano, e dai presidenti di Finpiemonte, Massimo Feira, e Istituto per lo Sviluppo agroalimentate, Nicola Cecconato. Lo scopo della collaborazione è promuovere le iniziative e gli strumenti dell’Isa, società di cui è unico azionista il Ministero delle Politiche agricole. Le forme di sostegno finanziario attivabili dagli enti firmatari riguardano prevalentemente partecipazione al capitale di rischio, prestiti partecipativi, mutui ipotecari, garanzie reali, linee di credito finalizzate a breve termine. Verrà dunque creata una forma di sinergia know how, con strutture e risorse finanziarie finalizzate a promuovere il sostegno, anche di natura economica, alle aziende agroalimentari e industriali, ubicate o che intendono insediarsi nel territorio del Piemonte. Prevista anche l’istituzione di sportelli ad hoc. “Un passo in avanti verso la competitività e un aiuto concreto ai nostri imprenditori per approfittare meglio dell’accesso al credito - commenta l’assessore Giordano - Le aziende agroalimentari costituiscono un’eccellenza a livello mondiale, ma quando sono di piccole e medie dimensioni non c’è talvolta la possibilità e la struttura adeguata per intercettare tutti i possibili strumenti di finanziamento e di agevolazione esistenti, in un’ottica di rafforzamento delle proprie strutture. L’intesa raggiunta con Finpiemonte e Isa viene incontro a questa esigenza ed è in linea con le azioni specifiche che stiamo attuando a supporto di questo settore strategico in riferimento al quale il Piemonte deve continuare a puntare per il rilancio della propria economia”.  
   
   
RICERCA: DE FANIS,ZOOPROFILATTICO ECCELLENZA DA SOSTENERE  
 
 Termoli (Cb) - "Un vero motore della conoscenza e della ricerca nel campo dell´agroalimentare, della zootecnia e della sanità". Così l´assessore alla Veterinaria ed alla Sicurezza alimentare, Luigi De Fanis, ha definito l´Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell´Abruzzo e del Molise "G.caporale" in occasione della seconda giornata di lavori dell´incontro-dibattito sul tema dell´economia della conoscenza che si è tenuto a Termoli, nella sede del locale Nucleo industriale. Una riflessione a trecentossessanta gradi sulla politica della scienza sul territorio per celebrare i settanta anni di attività dell´Istituto Zooprofilattico di Abruzzo e Molise ed in particolare quella delle due sedi principali di Teramo e Termoli. "Spesso la politica, commettendo un grave errore, - ha affermato De Fanis - non riesce a comprendere appieno le potenzialità di importanti realtà scientifiche come quella diretta dal professor Vincenzo Caporale che, oltretutto, si è guadagnata una considerazione che va ben oltre i confini nazionali. Infatti, lo Zooprofilattico di Abruzzo e Molise oggi rappresenta un punto di riferimento per la sanità pubblica veterinaria e per la sicurezza alimentare di molti Paesi del bacino mediterraneo. Inoltre, negli anni, ha ampliato le proprie competenze e conseguentemente il numero degli operatori rappresentando uno strumento di crescita per tutto il territorio. Non è un caso - ha aggiunto De Fanis - che una delle mie prime uscite da assessore alla Sicurezza alimentare sia stata proprio la visita alla sede di Teramo". L´odierno dibattito, incentrato su scienza, sanità e politica e moderato dal presidente dell´Ordine dei Giornalisti del Molise, Antonio Lupo, è stato animato, oltre che dall´assessore De Fanis, dal presidente della Regione Molise, Michele Iorio, dal Rettore dell´Università del Molise, Giovanni Cannata, dal professor Vincenzo Caporale, direttore dell´Istituto, e dall´assessore al Bilancio ed alla Programmazione della Regione Molise, Gianfranco Vitagliano. "Quando nacque, nell´ormai lontanissimo 1941 - ha proseguito De Fanis - lo Zooprofilattico non aveva l´ambizione di diventare quello che sarebbe diventato ai giorni nostri. Infatti, inizialmente si trattava solo di una realtà interprovinciale, relativa ai territori di Ascoli Piceno e Teramo. Determinante, a tal proposito, il forte impulso che è stato in grado di dare Giuseppe Caporale. Poi negli anni ´90 - ha continuato l´assessore - c´è stata la svolta con la consacrazione a livello nazionale ed i primi riconoscimenti di carattere internazionale. Oggi è una vera e propria eccellenza che molte regioni ci invidiano - ha concluso De Fanis - e che abbiamo il dovere di tutelare e di promuovere a tutti i livelli facendo squadra il vicino Molise perchè l´Istituto rappresenta un patrimonio di conoscenze scientifiche e di professionalità di inestimabile valore". Il presidente della Regione Molise, Michele Iorio, al termine del dibattito, ha consegnato un riconoscimento al professor Caporale in ricordo del settantesimo anniversario della fondazione dell´Istituto Zooprofilattico.  
   
   
PESCA: APPROVATO REGOLAMENTO PER AIUTI A IMPRESE DEL FVG  
 
Trieste - La Regione conferma il proprio sostegno alla pesca marittima anche attraverso l´approvazione, da parte della Giunta regionale, del Regolamento per la concessione di aiuti in regime de minimis a favore delle imprese del settore operanti in Friuli Venezia Giulia.  
   
   
MARCHE, PESCA E ACQUACOLTURA: APPROVATA LA PROPOSTA DI INTERVENTI PER IL 2011.  
 
Su iniziativa dell´assessore alla Pesca marittima, Sara Giannini, la Giunta regionale ha approvato la proposta relativa al programma degli interventi 2011 per pesca marittima e acquacoltura. La proposta passa ora all´esame del Consiglio regionale, che attraverso la commissione competente esprimera` un parere sul programma, come previsto dalla legge regionale 11 del 2004. Gli interventi oggetto dell´atto approvato sono finalizzati a promuovere e potenziare i settori pesca e acquacoltura, attraverso misure che movimenteranno risorse per un totale di oltre un milione e mezzo di euro. ´La pesca rappresenta ´ sottolinea la Giannini ´ un settore estremamente importante non solo per gli aspetti economici ed occupazionali diretti. L´attivita` ittica coinvolge, infatti, anche rilevanti aspetti per l´attrattivita` del nostro territorio. Il mare e i suoi prodotti, specialmente nella stagione che sta prendendo avvio, sono infatti elementi importanti nella percezione di quanti, marchigiani e non, scelgono la nostra regione per trascorrere le proprie vacanze. Il pesce, poi, e` un fattore fondamentale in un´alimentazione sana ed equilibrata, il cui consumo va incentivato. Per questi motivi la Giunta regionale pone grande attenzione a questo settore, incrementando le risorse messe a disposizione. Gli interventi per l´anno in corso riguarderanno prioritariamente le azioni previste dal Fondo europeo per la pesca, in particolare sostegno agli investimenti nei pescherecci, la piccola pesca costiera, le compensazioni nella gestione della flotta di pesca, investimenti nell´acquacoltura, trasformazione e commercializzazione. Spazio poi ai piani di gestione locali, ai porti, allo sviluppo di nuovi mercati. Attenzione anche al progetto pilota e alla diversificazione delle attivita` dei pescherecci, oltre allo sviluppo sostenibile delle zone di pesca´. L´articolata proposta 2011 predisposta dagli uffici regionali riguarda poi, tra l´altro, progetti europei, la riattivazione dei bandi per l´acquacoltura previsti dalla legge 164 del 2008, incentivi all´occupazione, la partecipazione a momenti promozionali, il rilascio di concessioni demaniali e progetti per la sicurezza alimentare.  
   
   
I VINI ABRUZZESI SBARCANO A VINEXPO  
 
I vini abruzzesi sfidano il mercato francese in occasione della 16^ edizione della Vinexpo di Bordeaux, fiera dedicata al settore vinicolo allestita presso la suggestiva location a bordo lago del Palais des Congrès e in programma fino a giovedì 23 giugno. L´iniziativa è stata promossa dalla Regione Abruzzo - Assessorato all´Agricoltura - e dal Centro Estero delle Camere di Commercio D´abruzzo che ne ha curato l´organizzazione. La collettiva abruzzese dispone di 10 stand finemente allestiti e provvisti degli strumenti adeguati per offrire in degustazione i migliori vini della produzione regionale. "L´abruzzo non poteva mancare a questo importante appuntamento internazionale - sottolinea l´assessore regionale alle Politiche agricole Mauro Febbo - a conferma del trend positivo che registriamo costantemente per quanto riguarda le esportazioni. In questo momento contiamo indicazioni molto positive nel settore vitivinicolo ed in particolare per quanto riguarda i prezzi c´è stato un ulteriore miglioramento. La nostra strategia deve essere sempre la stessa: essere presenti ai grandi appuntamenti internazionali per promuovere al meglio le nostre eccellenze e continuare ad aggredire i mercati tradizionali, strizzando l´occhio anche ai Paesi emergenti". I dati Istat mettono in evidenza come i vini abruzzesi hanno incrementato di non poco la loro esportazione all´estero, in particolare proprio sul mercato francese, con un incremento del 65,67% nel 2010 e del 140,23% nel primo trimestre del 2011, a dimostrazione di come da alcuni anni il mercato transalpino si sia definitivamente aperto ai nostri vini. Queste le aziende abruzzesi partecipanti al Vinexpo di Bordeaux: 1. Azienda Agricola Angelucci - Castiglione a Casauria (Pe); 2. Az. Agr. Domenico Di Camillo - Chieti (Ch); 3. Cantina Tollo Soc. - Tollo (Ch); 4. Farnese Vini, Srl. - Ortona (Ch); 5. Caldora Vini - Ortona (Ch); 6. Citra Vini s.C.p.a. - Ortona (Ch); 7. Casal Thaulero - Ortona (Ch); 8. Az. Agr. Illuminati Dino - Controguerra (Te); 9. Cantine Galasso Srl. - Loreto Aprutino (Pe); 10. Agriverde - Villa Caldari (Ch).  
   
   
PIANO ZOOTECNIA: G.R. UMBRIA APPROVA DOCUMENTO DI INDIRIZZO  
 
Perugia - La giunta regionale, su proposta degli assessori alle politiche agricole Fernanda Cecchini, ed all´ambiente Silvano Rometti, ha approvato il documento di indirizzo strategico e metodologico utile per la predisposizione del Piano per la Zootecnia dell´Umbria. La decisione del Consiglio Regionale del novembre scorso di giungere all´approvazione di un Piano per la Zootecnia dell´Umbria si inserisce in Umbria ed in Italia in un contesto economico particolarmente segnato dai cambiamenti determinati dalla crisi economica ma anche da cambiamenti rilevanti dei consumi, degli input energetici e dei mercati per quanto attiene le derrate alimentari. Pur in un contesto di tendenziale turbolenza dei prossimi anni, si legge nel documento approvato dalla giunta regionale, occorre fare il punto sulle necessità, i vincoli e le opportunità per un settore che solo dal lato della produzione agricola rappresenta all´incirca tra il 40 e il 46% del prodotto agricolo. Il Documento di Piano avrà un orizzonte pluriennale tale da offrire al settore una prospettiva sufficiente a disegnare un orizzonte di scelte di innovazione e di investimenti non episodico ma orientato su una prospettiva di medio termine. "È possibile immaginare una tenuta ovvero una crescita del settore in Umbria compatibile con i vincoli ambientali e con le regole ambientali e igienico sanitarie ormai consolidate a livello europeo, nazionale e regionale? E´ questo il quesito di fondo cui il Piano deve rispondere in termini di scenari quantitativi e qualitativi, afferma l´assessore Cecchini. E se sì a quali condizioni e attraverso quali innovazioni aziendali,infrastrutturali o normative? Si tratta di un tipico quesito della Green economy, laddove l´unica risposta coerente è quella di individuare non solo regole e vincoli intelligenti, ma anche qualità intrinseche delle produzioni, modalità di ampliamento del Valore aggiunto e appropriatezza delle reti commerciali ovvero della promocommercializzazione del territorio. Dunque occorre lavorare ad un Documento di Piano di nuova concezione che tenga conto degli aspetti produttivi insieme alla necessità di una giusta pianificazione in linea con le normative ambientali e sanitarie". "Accanto a questo fondamentale quesito, continua la Cecchini, in più di un comparto produttivo e, in maniera particolarmente acuta, soprattutto in materia di suini in Italia è aperta una questione competitiva legata alle scelte produttive degli ultimi anni. Questioni genetiche e questioni marcatamente commerciali che pure in passato avevano consentito di competere oggi non corrispondono più a gusti ed esigenze del mercato e o dell´industria di trasformazione". "La questione è così evidente, sostiene l´assessore Cecchini, che presso il Ministero delle Politiche Agricole è stato avviato in queste settimane un tavolo per la individuazione di un Piano Nazionale del settore suinicolo". "Ciò conferma - prosegue - che al di là delle specifiche vicende regionali le produzioni italiane in questo comparto si trovano di fronte ad un quadro di scelte strategiche che riguardano le imprese agricole, mangimistiche e della trasformazione, così come il mondo della ricerca e della comunicazione e l´Umbria vuol partecipare in maniera attiva così da non dover subire eventuali decisioni altrui". "L´obiettivo del Piano - ha affermato l´assessore all´ambiente Silvano Rometti - è quello di valorizzare una produzione di qualità umbra, che ha sempre rappresentato uno dei punti di forza del mondo delle produzioni agricole, puntando ad un nuovo modello di zootecnia, che privilegi iniziative meno intensive e maggiormente sostenibili dal punto di vista ambientale". "A tale scopo la novità dell´impegno assunto dall´Umbria - continua l´assessore Rometti, è tale che occorre immaginare non solo un nuovo modello di programmazione, ma anche l´integrazione tra molti differenti tipi di informazioni di carattere tecnico agronomico, normativo, ambientale, sanitario, economico e di mercato. La natura di Piano comporta inoltre la necessità di procedere all´adempimento della procedura di ´Vas´ con i conseguenti effetti riguardo ai tempi necessari per all´approvazione della stessa Valutazione. Da un punto di vista generale dunque - continua Rometti - occorre avere la consapevolezza che il processo di formazione e di approvazione del Piano richiederà un tempo minimo previsto dalla legge per lo svolgimento della valutazione ambientale strategica. Nel frattempo le proposte di Piano dovranno essere condivise con le organizzazioni degli operatori del settore e dal complesso delle pubbliche amministrazioni coinvolte. Si tratta quindi di un percorso normativo e non di una semplice regolamentazione". Pertanto, a partire dagli indirizzi del Documento approvato dalla Giunta regionale si avvierà il processo di confronto prima di tutto con la Commissione Consiliare competente, successivamente con gli operatori secondo un calendario che indica nella prima metà di luglio la presentazione dello schema di Piano necessario per l´avvio della "Vas". Successivamente partirà l´elaborazione del Piano avvalendosi di esperti e universitari delle diverse discipline con una scadenza prevista a fine novembre per le proposte definitive in termini di indirizzi, obiettivi e strumenti del Piano. Nel frattempo, parallelamente all´avanzare dell´elaborazione, potranno essere adottati o aggiornati atti e norme regionali di diversa natura per favorire un miglioramento dell´attività zootecnica e della sua compatibilità ambientale.  
   
   
´ALIMENTAZIONE ANIMALE LIBERA DA OGM E FILIERE DI QUALITA`´ ´ PETRINI IN BRETAGNA PER LA RETE EUROPEA DELLE REGIONI OGM - FREE.  
 
 Il vice presidente e assessore all´Agricoltura delle Marche, Paolo Petrini, in qualita` di Presidente della Rete delle Regioni Europee Ogm-free, e` intervenuto alla Conferenza su ´Alimentazione animale libera da Ogm e filiere di qualita`´, organizzata nei giorni scorsi dal Consiglio regionale della Bretagna presso il Campus Universitario di Rennes. ´L´obiettivo del convegno ´ commenta Petrini - attraverso un´analisi delle esperienze di successo di Francia, Germania, Italia e Brasile, e` stato quello di individuare e proporre strategie che possano garantire, a livello locale, un approvvigionamento proteico non Ogm per l´alimentazione animale, economicamente sostenibile per produttori e consumatori´. L´evento ha visto interventi e sessioni di dibattito con un ampio coinvolgimento di relatori non solo istituzionali, ma anche dei settori ricerca e innovazione, imprenditoriale, delle associazioni di categoria agricole e dei consumatori. ´La Regione Marche ´ sottolinea Petrini - e` stata invitata all´evento non solo per il ruolo di Presidenza della Rete, ma come modello di riferimento per strumenti e modalita` tecniche ed operative di organizzazione di filiere Ogm-free, di promozione della qualita`, di salvaguardia della biodiversita` e dell´identita` territoriale. Sono stato molto orgoglioso dell`invito perche` dimostra l´interesse suscitato e l´adeguatezza delle politiche regionali che da tempo poniamo in essere. E´ stato inoltre un momento molto importante per ribadire la posizione delle ormai 57 Regioni europee aderenti alla Rete sulla questione Ogm e per rilanciare il ruolo della Rete stessa, nel dibattito della nuova Politica agricola comune, al fine di puntare in maniera sempre piu` convinta verso un´agricoltura di qualita` senza ricorso ad Ogm´.  
   
   
VENDOLA E STEFÀNO A EATALY NEW YORK  
 
“Noi non siamo migliori di altre regioni. Siamo soltanto diversi, e siamo felici di offrirvi la nostra diversità come un dono. E così di educarci ad accogliere il dono che ci porteranno le altre culture, le altre cucine, esattamente come avvenuto per millenni nella nostra terra”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola alla conferenza stampa “La Puglia: crocevia di culture e incontri nel Mediterraneo”, che si è svolta ieri nel Palazzo Eataly di New York, che ospita per tutto il mese di giugno le eccellenze gastronomiche pugliesi ed il suo patrimonio agroalimentare. Alla conferenza stampa erano presenti l’assessore regionale alle Risorse Agroalimentari Dario Stefano, il fondatore di Eataly Oscar Farinetti, il governatore internazionale Slow Food Antonello Del Vecchio e Francesco Tatò console italiano a New York. L’iniziativa pugliese a New york si sta dimostrando un vero e proprio successo, tanto che il patron di Eataly Oscar Farinetti ha annunciato di voler ospitare ancora per 15 giorni le eccellenze pugliesi, vista la risposta di pubblico superiore ad ogni aspettativa. Ventimila visitatori al giorno (50% americani - 50% turisti) per una selezione di prodotti pugliesi, mai presentata sinora a New York, acquistati da Eataly in parte da importatori americani, in parte importati direttamente dall’Italia. Sino al 15 luglio, dunque, proseguirà la promozione della Puglia agroalimentare nei 5mila metri quadrati del megastore americano “così – ha spiegato ieri nella conferenza stampa lo stesso Farinetti - da avere il tempo di importare altri prodotti e continuare a raccontare una tradizione agroalimentare ed enogastronomica che tanto attrae l’America e New York, che hanno mostrato tanta curiosità di conoscere, imparare ed assaggiare le eccellenze della Puglia”. Grande feeling insomma - ha sottolineato ancora Farinetti “che ci consentirà di traguardare con grande entusiasmo e grandi prospettive l´apertura di Eataly a Bari, programmata per il settembre 2012”. Alla conferenza stampa di ieri, dove era presente il gotha americano ed europeo dei media che, a seguire, hanno degustato 4 piatti pugliesi (polpo in pignata, orecchiette al pomodoro con caciocavallo, agnello arrosto su letto di fave e cicorie, torta di mandorle con marmellata di ciliegie ferrovia, in abbinamento a vini pugliesi) il presidente della Regione Nichi Vendola ha presentato i prodotti pugliesi non come migliori di quelli di altre regioni: “Non voglio essere un depliant, uno spot pubblicitario della Puglia – ha aggiunto - voglio raccontarvi un pezzettino di vita domestica: quando salgo le scale di casa per raggiungere mia madre, comincio a sentire i profumi di casa. E allora comincio a interrogarmi su un tema cruciale del mondo contemporaneo,: l’identità. Nel periodo pasquale, a casa di mia madre, io sento profumi balcanici. Nel periodo natalizio sento profumi di Grecia. La domenica mi commuovo con i profumi arabi del ragù di mia mamma. E sono molto felice perché la mia identità è incerta e ambigua. Una identità che parla di una Puglia che ha conosciuto tante narrazioni, grazie a ospiti provenienti da tutto il mondo che per secoli hanno transitato per la mia terra”. “C’è un rapporto tra la cucina e la politica – ha poi aggiunto il Presidente Vendola - la cucina è un modo molto intelligente di fare politica, perché la cucina è educazione alimentare, è educazione alla conoscenza della cultura degli altri, alla mensa della fratellanza. Un importante politico italiano ha detto che la cultura non si mangia. Non sono assolutamente d´accordo con lui”. “Questa collaborazione tra la Regione Puglia e Eataly Ny vuole promuovere la cultura attraverso le eccellenze alimentari, che rappresentano per noi uno dei tratti identitari più evidenti – ha aggiunto l’assessore alle Risorse agroalimentari Dario Stefàno - la Puglia è conosciuta nel mondo per la qualità dei suoi prodotti e la sicurezza alimentare, tema oggi molto attuale che ci vede impegnati per rafforzare il rapporto tra consumatori e produttori”. “In un’Italia che non cresce – ha sottolineato Stefàno - la Puglia sta evidenziando una crescita del settore agricolo molto importante, nello specifico nei suoi rapporti con l’estero: il 2010 ha visto un incremento dell’export di prodotti agricoli del 38,8% sul 2009 e una crescita del 24% dell’export vini. Una regione leader della produzione agricola nazionale: la Puglia, infatti, produce il 44% delle olive da olio della produzione nazionale; è la seconda regione italiana per superficie vitata e mosti prodotti; è la prima in Europa per la produzione di uve da tavola e in Italia per numero di imprese agricole biologiche. Per quanto riguarda la produzione vitivinicola, la Puglia produce 26 Doc, tra cui alcune eccellenze di vitigni autoctoni come il Negroamaro, il Primitivo e il Nero di Troia”. L’assessore Stefàno ha poi sottolineato il legame agricoltura – turismo: “La Puglia è a Eataly Ny per promuovere la sua cultura agroalimentare che è divenuta anche leva di forte attrazione turistica, grazie alla sua biodiversità, ai paesaggi rurali e all’enogastronomia”. Di “perfetta sintonia” con la Regione Puglia ha, infine, parlato Antonello Del Vecchio, governatore internazionale di Slow Food che ha evidenziato lo slancio straordinario restituito dall’assessorato alle Risorse agroalimentari alle enormi potenzialità di una regione ricca di prodotti e di cultura enogastronomica. “Promuovere e sostenere le produzioni agroalimentari artigianali è determinante per tutelare la biodiversità”, ha aggiunto Del Vecchio che ha annunciato il supporto di Slow Food Puglia nella creazione di 1000 orti didattici in Africa e di cento in Puglia. “Un modo questo – ha concluso - per rinforzare la rete di produttori nel mondo, dalla Puglia all’Africa, passando da New York”. Infine per il console italiano a New York Francesco Tatò “l’unione tra la Regione e Eataly Ny è determinante per la promozione della Puglia e l’educazione della sua cultura anche all’estero”.  
   
   
UNGHERIA, 100 POSTI LAVORO IN NUOVA FABBRICA CIOCCOLATO  
 
Inaugurata il 31 maggio in Ungheria una nuova fabbrica di cioccolato, pronta a lanciare la produzione già dall´inverno 2011. La società proprietaria dell´impianto è l´ungherese Happy Company Kft, che ha usufruito per l´investimento di un sussidio non rimborsabile da 500 milioni di fiorini. Il costo totale dell´investimento è stato vicino agli 1,2 miliardi di fiorini (4,5 milioni di euro) e sono stati ultimati un incubatore di business da 200 metri quadrati, un edificio per uffici da 1.000 metri quadrati e una sala produzione da 3.000 metri quadrati. Le assunzioni previste sono circa 100, per la fabbrica che dovrebbe arrivare a produrre 50 tonnellate di cioccolato al giorno, in 100 diversi formati. Happy Company è convinta che dalla crisi finanziaria, nei prossimi anni l´industria dolciaria vivrà un nuovo periodo di crescita, di cui potranno approfittare coloro che hanno deciso di investire in una fase della congiuntura sfavorevole.  
   
   
PESCA: FEDERCOOPESCA LAMENTA ASSENZA TEMI PESCA NEL DL “SVILUPPO”  
 
 “La pesca non rientra tra i comparti produttivi che potranno beneficiare degli interventi previsti per lo sviluppo di settori e imprese”, constata amareggiato il presidente della Federcoopesca-confcooperative Massimo Coccia, commentando il testo del maxiemendameto al Dl “sviluppo”,che non prevede misure per la filiera. Secondo l’associazione, la pesca sarebbe dovuta entrare a pieno titolo in questo provvedimento, vista la situazione di crisi economica, energetica e strutturale che da tempo ha generato una fuoriuscita dal mercato di imprese e lavoratori, con la riduzione della flotta di circa 3000 battelli e con 9mila operatori in meno, solo negli ultimi anni. “Un settore che andrebbe assolutamente rilanciato” sottolinea Coccia preoccupato per l’imminente avvio del fermo obbligatorio dell’attività di pesca, che al momento non dispone di adeguate risorse. “Poter contare su una adeguata copertura finanziaria per realizzare l’arresto temporaneo dell’attività di pesca diventa a questo punto fondamentale” conclude il presidente che teme una nuova “fumata nera” dalla riunione convocata dalla Direzione delle pesca, giovedì 23 giugno, per definire il calendario del fermo 2011.  
   
   
SORSI D’AUTORE: IN VENETO VINO E CULTURA SI FONDONO  
 
Venezia - “In Veneto il vino è cultura del territorio, fa parte della nostra storia, compone il nostro paesaggio, è economia vincente, è immagine di livello mondiale della nostra qualità e della nostra civiltà. ‘Sorsi d’autore’ è un iniziativa che sottolinea l’intimo legame che da noi esiste tra radici culturali e radici enologiche”. Marino Finozzi, assessore regionale al turismo, anticipa così i contenuti dello straordinario itinerario di sapori tra la Civiltà delle Ville Venete e i Vini a Denominazione d’Origine Controllata, in programma fra il 30 giugno e il 24 luglio in alcune ville tra le più suggestive del Veneto: Villa Arvedi di Grezzana (Ro), Villa Trissino Marzotto di Trissino (Vi), Villa Badoer di Fratta Polesine (Ro) e Villa Emo di Fanzolo di Vedelago (Tv). Novità di quest’anno è la proposta di visite guidate alle ville protagoniste della manifestazione. L’iniziativa sarà presentata domani, martedì 21 giugno, nel corso di una conferenza stampa in programma alle 12 nella Sala Rossa di Palazzo Nievo, sede della Provincia di Vicenza.“sorsi d’Autore” è promossa da Regione del Veneto, Associazione Ville Venete, Istituto Regionale Ville Venete, Fondazione Aida. “Le Ville Venete non sono solo dimore storiche di straordinario valore artistico – architettonico – ha ricordato Finozzi – ma sono nate a suo tempo, grazie alla pace garantita nella terraferma veneziana, come centri di economia agricola. Oggi rivivono questo loro antico ed originario ruolo, proponendosi come occasione di valorizzazione del territorio circostante e della sua eccellente enologia”. In ciascuna delle Ville Venete coinvolte in Sorsi d’Autore saranno presenti ospiti famosi che proporranno i loro lavori editoriali. Per gli ospiti (l’ingresso sarà gratuito ma è opportuno prenotarsi) sarà un’ulteriore occasione di visitazione e soprattutto di assaggio di vini a Denominazione, guidato dai sommelier dell’Ais, e delle produzioni messi a disposizione dal Consorzio Tutela Formaggio Asiago.  
   
   
MARCHE, PIANO DI GESTIONE REGIONALE DELLA PESCA: L´ASSESSORE GIANNINI A UN´AUDIZIONE MERCOLEDI´ PROSSIMO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI.  
 
L´assessore regionale alla Pesca, Sara Giannini e` stata invitata, il prossimo 22 giugno, dal Presidente della Commissione Agricoltura a partecipare a un´audizione alla Camera dei Deputati che vertera` sul Piano di gestione regionale proposto dalle Associazioni di categoria marchigiane; piano che l´assessore ha gia` presentato al Ministro dell´Agricoltura e pesca, Francesco Saverio Romano, lo scorso 18 maggio. Sara` un incontro estremamente importante per la Regione Marche per valutare le proposte contenute nel Piano, discutere delle criticita` della gestione del fermo biologico marchigiano e misurare le condizioni per una attuazione del piano di gestione come progetto sperimentale per una migliore gestione della risorsa ittica, per la tutela e l´implementamento della stessa.  
   
   
LA RICERCA ITALIANA PROMUOVE IL BERE RESPONSABILE COME PARTE INTEGRANTE DELLA DIETA MEDITERRANEA  
 
A Pontignano il punto sugli studi che si occupano degli effetti benefici del bere moderato all´interno di una corretta alimentazione. Più di trenta gruppi di ricerca a confronto nel segno della interdisciplinarità Costituito un gruppo di contatto permanente tra ricercatori a servizio di una corretta informazione sul binomio alcol e salute Quindici università, 6 enti di ricerca, 32 gruppi impegnati a livello internazionale negli studi sugli effetti del consumo moderato di alcol. Sono questi i numeri principali del seminario scientifico sul bere responsabile nella dieta mediterranea e nello stile di vita italiano, si è svolto nella Certosa di Pontignano, Siena, il 10 e 11 giugno. L´iniziativa nasce con l´obiettivo di discutere le più recenti evidenze scientifiche della Ricerca italiana sul consumo moderato del vino e delle altre bevande alcoliche nel contesto della Dieta mediterranea e dello stile di vita italiano. Frutto della collaborazione tra il gruppo “Umberto Pallotta Vino e Salute” dell’Accademia italiana della vite e del vino, l’Accademia dei Georgofili,l’università Cattolica di Campobasso e le Università di Ancona e Siena, il supporto di Enoteca Italiana e di Federvini, l´iniziativa ha ottenuto il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, del Ministero della Salute e della Società Italiana di Nutrizione Umana. Sul palco dei relatori si sono alternati decine di giovani ricercatori che operano a livello internazionale e che contribuiscono in maniera importante a mantenere alta la qualità della ricerca scientifica italiana sul binomio alcol e salute. Quanto all´aspetto scientifico, il professor Giovanni de Gaetano, direttore dei Laboratori di Ricerca della Università Cattolica di Campobasso, ha evidenziato la qualità delle 23 ricerche scientifiche presentate e si è mostrato particolarmente ottimista per il futuro, considerando da un lato la qualità dei lavori e dall´altro la giovane età media dei team di ricerca. “Studi italiani di popolazione hanno confermato la ben nota riduzione da parte dell´alcol a dosi moderate dell´incidenza di malattie cardiovascolari. Inoltre, per la prima volta, anche la mortalità cardiovascolare e quella associata all´insieme di tutte le malattie sono risultate significativamente diminuite dall´assunzione moderata di bevande alcoliche. Tra i meccanismi attraverso cui le bevande alcoliche esplicano il loro benefico effetto, particolare interesse ha suscitato la teoria dell´ormesi presentata dal professor Fulvio Urisini dell´università di Padova secondo la quale effetti apparentemente contrastanti possono essere osservati a dosi moderate o eccessive di sostanze nutrienti: ciò spiegherebbe l´effetto protettivo delle bevande alcoliche a dosi moderate e il loro effetto tossico a quantità più elevate. Promettenti, tra gli altri, gli studi sulla capacità del vino di modulare i sistemi molecolari che regolano i meccanismi di longevità delle cellule e di controllare l´attività di numerosi geni correlati all´infiammazione”. “Nonostante la congiuntura economica non favorevole abbia delle ripercussioni anche sul mondo della ricerca, l´Italia resta comunque ai vertici degli studi sull´alcol e sulla dieta mediterranea - commenta il professor Francesco Orlandi dell´Università di Ancona, tra i promotori del seminario scientifico – tuttavia è incoraggiante constatare che il mondo della produzione e quello della ricerca si siano trovati intorno a un tavolo all´insegna della scienza e dell´interdisciplinarità. Anche per questo voglio ringraziare pubblicamente tutti i ricercatori intervenuti così come gli enti che hanno reso possibile la realizzazione di questo importante convegno”. Lamberto Vallarino Gancia presidente di Federvini, intervenendo all´inaugurazione del seminario, ha commentato: “Da tempo siamo impegnati nella promozione di modelli di consumo moderato e responsabile delle bevande alcoliche attraverso il sostegno e la divulgazione dello stile mediterraneo. Ci fa quindi molto piacere che il mondo della ricerca scientifica crei occasioni di confronto di alto livello e ci coinvolga su un tema così importante quale quello del ruolo delle bevande alcoliche all´interno della dieta mediterranea. Si tratta infatti di iniziative che hanno una forte valenza positiva sia per il dibattito che stimolano sia per le opportunità di divulgazione e di sensibilizzazione allargata che offrono al pubblico. La Federazione e i settori tutti, da essa rappresentati, auspicano che queste occasioni di confronto possano crescere e consolidarsi così da favorire la promozione di modelli e informazioni improntati a senso di moderazione e responsabilità nel consumo delle bevande alcoliche nel solco delle migliori tradizioni del nostro Paese”. Nel suo indirizzo di saluto, il Magnifico Rettore dell´Università degli Studi di Siena Angelo Riccaboni, che ha ospitato l´iniziativa alla Certosa di Pontignano, ha sottolineato l´importanza dello stile di vita italiano anche per la sua capacità di attrarre le migliori intelligenze internazionali. “Chi dall´estero viene a studiare in Italia lo fa non solo per la qualità dei nostri atenei ma anche per il nostro stile di vita, fatto di cultura, tradizioni ed enogastronomia unici al mondo”. Gli abstract dei lavori discussi al seminario saranno pubblicati su un supplemento speciale della rivista scientifica European Journal of Nutrition. “I risultati del seminario ci aiuteranno a comunicare il messaggio che il nostro ente da quasi ottant’anni sta portando avanti: il bere moderato come parte integrante di una corretta alimentazione. – conclude Claudio Galletti presidente di Enoteca Italiana - Siamo nati nel 1933 ma particolarmente vicini ai ragazzi con il progetto Vino e Giovani. La sua mission è quella di trasmettere un messaggio positivo sul consumo consapevole e moderato di una bevanda dalla cultura secolare come il vino e viene proposto ai giovani in sedi come le università che attraverso convegni, degustazioni libere e guidate, momenti di intrattenimento con un testimonial scelto tra i personaggi del mondo della musica e dello spettacolo, propongono le loro idee e si confrontano”. È stata annunciata infine la costituzione di un gruppo di contatto permanente per un continuo scambio informatico tra i ricercatori sull´attualità scientifica e per iniziative volte a migliorare la ricerca e l´informazione sul tema alcol e salute  
   
   
IL PRIMO CERTIFICATO DI QUALITÀ PER GLI AMBASCIATORI DELLA CUCINA ITALIANA NEL MONDO  
 
In Academia Barilla una giornata d’incontri internazionali per lanciare il programma di “Certification of Proficiency in Italian Cuisine” (Cpic) 11 chef ambasciatori della cucina italiana nel mondo insigniti del titolo di “Italian Culinary Master Chef” ad honorem Dal “made in Italy” al “certified in Italy”, per difendere la qualità della nostra cultura enogastronomica. È stato ufficialmente presentato ieri, presso la sede di Academia Barilla a Parma, il primo programma di “Certification of Proficiency in Italian Cuisine” (Cpic), nato per preservare l’autentica cucina italiana nel mondo, attestando le conoscenze e le abilità degli chef residenti all’estero e garantendo ai consumatori il piacere di una vera gastronomia tricolore. A promuovere l’innovativo attestato di qualificazione professionale è Academia Barilla, da tempo impegnata, nel cuore stesso della Food Valley italiana, a sostenere l’arte della gastronomia del nostro Paese nel mondo. Una realtà autorevole e qualificata che si avvale della collaborazione di un prestigioso network di professionisti del settore come Itchefs-gvci, che raccoglie oltre 1500 cuochi, giornalisti e ristoratori uniti per tenere alto il buon nome dell’Italia a tavola in 70 Paesi stranieri. Secondo stime recenti, nel mondo ci sono almeno 70mila ristoranti o food service outlet italiani, o sedicenti tali. Si calcola che questa rete abbia oltre 800mila addetti, di cui “solo” poco più di un terzo di origine italiana. Data l’indubbia funzione educativa e di orientamento che svolgono nei confronti del pubblico, cuochi e professionisti della ristorazione sono determinanti non solo per qualificare la cucina italiana all’estero, ma anche per il mercato dei nostri prodotti agroalimentari, spesso posti in concorrenza con semplici contraffazioni. In questo contesto, la qualificazione delle specifiche figure professionali diventa un’esigenza improrogabile. È fondamentale che i professionisti della ristorazione acquisiscano una buona conoscenza della cucina italiana autentica e di qualità e ricevano un adeguato riconoscimento se seguono i parametri della nostra gastronomia e sanno comunicare, attraverso la metafora alimentare, la cultura del nostro Paese all’estero. La certificazione professionale Cpic è stata pensata da Academia Barilla proprio in risposta a queste esigenze e sarà riservata a professionisti stranieri già in possesso di adeguati titoli e di documentata esperienza che supereranno una prova d’esame teorico-pratica. Ieri in Academia Barilla, il programma di lancio del progetto è stato aperto da una tavola rotonda sul futuro della cucina italiana nel mondo, con la partecipazione di giornalisti enogastronomici residenti all’estero, tra cui Michael Wilson, de La Cucina Italiana Us e Susan Jung dell’Hong Kong South China Morning Post. Nel pomeriggio, i celebri chef Yoshi Yamada, da Londra e Paul Bartolotta, da Las Vegas, hanno raccontato il loro amore per la nostra tradizione enogastronomica durante la preparazione di una ricetta personale, interloquendo con gli altri chef intervenuti da diversi Paesi nel mondo. Tutti i partecipanti hanno particolarmente sottolineato l’importanza della formazione, non soltanto diretta alle tecniche ma anche alla conoscenza dei prodotti e degli ingredienti. Sviluppare conoscenza e passione per i prodotti italiani di qualità è il primo passo per far comprendere il valore della gastronomia italiana da un lato e ispirare creatività in cucina dall’altro. Questa direzione può essere intrapresa valorizzando il patrimonio della cucina regionale italiana; un percorso che Academia Barilla ha sostenuto fin dalla sua fondazione. A fine pomeriggio Gianluigi Zenti, direttore di Academia Barilla, ha presentato la Cpic e ha conferito il titolo di “Italian Culinary Master Chef” ad honorem agli chef Mario Caramella, Cesare Casella, Domenico Crolla, Donato De Santis, Angela Hartnett, Arima Kuniaki, Mark Ladner, Paolo Monti, Pietro Rongoni, Giulio Vierci, Yoshi Yamada. Tutti professionisti che si sono particolarmente distinti nell’aver dato un contributo all’introduzione, diffusione e salvaguardia della cucina italiana nei Paesi esteri in cui risiedono. La giornata si è conclusa con una cena di gala, organizzata nel suggestivo spazio della Biblioteca Gastronomica di Academia Barilla  
   
   
DOPO MANHATTAN E PARMA, “SALUMERIA ROSI PARMACOTTO”, LA BOUTIQUE DEL GUSTO DEDICATA ALLE SPECIALITÀ TIPICHE DELLA TRADIZIONE ITALIANA, APPRODA A GALERIES LAFAYETTE  
 
 Il Gruppo Parmacotto, tra le principali aziende alimentari del nostro Paese, annuncia l’apertura della “Salumeria Rosi Parmacotto” a Parigi, presso Galeries Lafayette, una delle vetrine del lusso e della moda più prestigiose e conosciute al mondo. Dopo gli opening di successo a New York, nella prestigiosa upper west side di Manhattan, e a Parma, nel centro storico della città, Salumeria Rosi Parmacotto pone la bandiera italiana nel cuore di Parigi con un punto vendita dedicato presso Lafayette Gourmet al primo piano di Galeries Lafayette, Boulevard Haussmann, il secondo sito più visitato della capitale francese dopo il Louvre. La nuova apertura di Salumeria Rosi Parmacotto a Parigi testimonia e conferma la mission di internazionalizzazione intrapresa dal Gruppo Parmacotto, quale ambasciatore della cultura, dei valori e delle tradizioni gastronomiche del nostro Paese nel mondo. Parmacotto è la prima azienda alimentare made in Italy che trova spazio presso il noto department store parigino. Il nuovo spazio riproduce l’originale concept di Salumeria Rosi Parmacotto e della sua formula innovativa composta da due anime: una parte dedicata alla vendita dei prodotti con un’accurata selezione di sapori ricchi di tradizione e territorialità, dal Culatello di Zibello Dop, al Prosciutto Cotto Parmacotto fino alle Specialità Toscane come la Finocchiona, il Prosciutto Arrosto Grigliato e il Prosciutto Toscano Dop, fiore all’occhiello dello stabilimento Parmacotto di San Gimigniano (Siena). L’altra anima dello spazio è invece dedicata al consumo in store, dove i clienti possono gustare selezioni di salumi e formaggi, sfiziosi primi piatti e tradizionali dolci accompagnati da una cantina di vini rigorosamente italiani. Una vera shopping experience che Salumeria Rosi Parmacotto ha proposto con successo nel 2008 nel locale di New York che è entrato a far parte della prestigiosa guida Zagat, l’indirizzario gastronomico più cool degli Usa, e nel 2009 nel locale di Parma, meta di riferimento eno-gastronomica del nostro Paese. Dopo essere stata raccomandata dall’accreditata Guida Zagat, la Salumeria Rosi Parmacotto di Manhattan si è recentemente aggiudicata nuovi ed importanti riconoscimenti: “miglior charcuterie di New York City” nella Zagat Nyc Food Lover’s Guide, l’autorevole classifica dei locali di New York, e la segnalazione tra le 5 Salumerie top degli Usa nel The Daily Meal, il sito internazionale specializzato nel food&wine. Alessandro Rosi, Amministratore Delegato del Gruppo, ha sottolineato: “La nuova location di Salumeria Rosi Parmacotto consente di rafforzare il presidio di Parmacotto in Francia, un mercato molto recettivo, nel quale siamo presenti dal 2007 con una filiale, Parmacotto France”. “Con Parigi - ha precisato l’Amministratore Delegato – confermiamo il nostro processo di internazionalizzazione avviato già da qualche anno che ha l’obiettivo di valorizzare e promuovere la cultura enogastronomica e l’arte salumiera italiana nei mercati esteri”. Salumeria Rosi Parmacotto Galeries Lafayette - Boulevard Haussmann Parigi Lafayette Gourmet – 1° piano www.Salumeriarosiparmacotto.com  
   
   
MARTINO RAGUSA: L’ORIGINALE VOLUME “PAUSA PRANZO A MILANO” FRUTTO DELLA COLLABORAZIONE CON LA COMPAGNIA DEL CIBO SINCERO E CIR FOOD. UN VIAGGIO ALLA SCOPERTA DEI LOCALI DI MILANO, COLTI NEL LORO MOMENTO PIÙ CRITICO : QUELLO DELLA PAUSA PRANZO.  
 
“Ho voluto raccontare come anche a mezzogiorno sia possibile mangiare bene e soprattutto ‘low cost’, con una spesa vicina ai 10-15 Euro”, spiega Martino “Ma questo libro vuole anche essere un’occasione per rivalutare la pausa di metà giornata. Per rimettere la persona al centro. C’è chi si ingozza di fretta davanti a un Pc, c’è addirittura chi salta il pasto. Ecco, io vorrei sottolineare l’importanza di staccare dal lavoro, di rimettere la propria vita al centro dei pensieri e prenderci cura di noi stessi. E, lo dico da medico, in questo stacco, una corretta alimentazione gioca un ruolo cruciale, perché ce lo impone proprio il nostro corpo, la fisiologia umana. In più, è proprio la ricerca scientifica a dirci che una pausa adeguata, unita a una dieta equilibrata, diminuisce gli infortuni sul lavoro e aumenta la produttività”. Il valore di questo equilibrio fisico e psichico è al centro della presentazione di Martino. “Dietro questa guida ai locali della pausa pranzo c’è una filosofia, un approccio che io chiamo quello della ri-creazione. Ricreare se stessi con un atto che è quello del mangiare, fisiologico, ma anche sociologico, psicologico, conviviale. Certo, un´ora sembra poco, ma a me piace pensare a questo momento di ri-creazione esattamente come al momento della ricreazione di quando eravamo bambini a scuola. In quei 10 minuti riuscivamo a fare di tutto, mangiare, giocare micro partite in palestra, inseguire i primi flirt, scherzare. Se allora ci bastavano 10 minuti, cosa possiamo fare in un’ora? In una città come Milano basta una fermata di metrò per ritrovarsi in un mondo e in un ambiente totalmente diverso, pensiamoci”. Cir Food, Cooperativa Italiana di Ristorazione, è una delle maggiori aziende italiane ed europee nel settore della ristorazione moderna e sostiene queste iniziative perché sono coerenti con la propria missione sociale: favorire l´educazione e l’informazione alimentare, affinché i consumatori siano sempre di più in grado di compiere scelte consapevoli, e promuovere un mercato che difenda il loro potere d´acquisto e la loro salute tutelando l’ambiente e la legalità. Sono circa 200 i locali esplorati da Martino Ragusa a Milano, un mondo variopinto ed eterogeneo di cucine e sapori, dove non mancano le sorprese: il barista burbero, con le mani nei capelli di fronte alle improbabili richieste di Martino, ma pronto ad accontentarlo all’insegna del classico ‘ghe pensi mì’. Il ristorante cinese raffinato, dove tra tendaggi, sottopiatti in argentone e porcellane vere (non cineserie) si può gustare una cucina diversa dalla solita cantonese. C’è la signora filippina che in un furgone parcheggiato in piazza Vesuvio propone la cucina casalinga di Manila, sempre fresca perché fatta di quel che si trova al mercato. Ci sono le trattorie che offrono ancora i piattoni di una volta, ma anche locali più di moda e tendenza. E c’è la nota negativa. Il piatto di pasta precotta e incellofanata riscaldato al microonde. Un viaggio quasi faticoso: “Ho visitato anche 2/3 locali al giorno – racconta Martino – e ovunque per amor di cronaca dovevo ordinare 4 o 5 piatti. Il tutto cercando il più possibile di rimanere in incognito”  
   
   
NASCE NATURA: IL CORNETTO AI CEREALI GOLOSO SIA DOLCE CHE SALATO  
 
Quando la naturalità incontra il gusto il risultato non può che essere una genuinità golosa: Natura, il nuovissimo cornetto ai cereali di Forno d’Asolo. Il suo ricco impasto è realizzato con semi di sesamo girasole, lino, papavero, per una riserva di proteine e fibre naturali che costituiscono un prezioso alleato per una alimentazione varia ed equilibrata. Spolverato in superficie con semi di sesamo e di papavero, Natura è la bontà delle migliori materie prima lavorate secondo la tradizione per conservarne nel modo più autentico e pieno i sapori. E’ questo che rende Natura ideale per essere consumato sia da solo che farcito dolce o salato: una soluzione ideale per chi cerca una specialità da interpretare di volta in volta a seconda delle esigenze del momento e del cliente  
   
   
DA OLTRE 20 ANNI CONDIRISO RINFRESCA LE TUE ESTATI L’ORIGINALE CONDIMENTO DI BERNI DA PIÙ DI 20 ANNI RINNOVA IL SUO APPUNTAMENTO CON LE TAVOLE DEGLI ITALIANI  
 
Puntuale come l’arrivo dell’estate, Condiriso Berni torna a rallegrare i piatti degli italiani con il suo perfetto equilibrio di 12 verdure – né un ingrediente in più né uno in meno – e la freschezza di un prodotto che, a distanza di anni, rimane ineguagliato. Sono più di vent’anni infatti che Condiriso si è conquistato un posto immancabile nella dispensa degli italiani. Disponibile nella classica formulazione originale che da sempre accompagna le nostre insalate di riso, e nella formulazione leggera con solo il 2% di grassi, Condiriso Berni è l’ideale complemento di una festa in terrazza con gli amici, di un’Happy Hour o di una cena all’aperto. Per chi è alla ricerca di un tocco di sapore in più, c’è inoltre Condiriso Mare Leggero, che alla freschezza e alla leggerezza delle 12 verdure unisce il gusto di crostacei e frutti di mare. “La storia ultraventennale di Condiriso è la migliore testimonianza della fiducia che i consumatori italiani hanno accordato a Berni e ai suoi prodotti”, ha dichiarato Fausto Gandolfi, Presidente di Berni e di Copador. “Si tratta di un successo fatto di qualità, attenzione al dettaglio e gusto per l’eccellenza, caratteristiche che fanno dell’azienda una realtà di spicco nell’industria alimentare italiana”. La ricetta, frutto di vent’anni di successi sul mercato, propone un delicato mix di sapori basato su attenti dosaggi e attenzione alla qualità. Berni dimostra attenzione ai propri clienti non solo attraverso un prodotto di qualità, ma anche proponendo ricette fresche e originali, disponibili sul sito www.Condiriso.it, oltre a consigli e suggerimenti su come organizzare feste di sicuro successo. Non mancano le informazioni sul prodotto, da un punto di vista nutrizionale e organolettico, né la possibilità di condividere informazioni e ricette attraverso i social media, ma questa è un’altra storia. A proposito di Berni Alimentare Spa Acquisito da Copador nel 2009, Berni è diventato uno dei marchi alimentari più apprezzati dagli italiani per la produzione di conserve vegetali sottolio e sottaceto, tra cui Condiriso, Condipasta e Carciofotto e proprietario dal 1973 del marchio Louit Freres. Da sempre attenta alla qualità del prodotto e dei processi aziendali, Berni rispetta i più rigorosi standard nazionali e internazionali. A proposito di Copador Copador (Consorzio Padano Ortofrutticolo) è il più importante sito di trasformazione del pomodoro in Europa, con una capacità di oltre 350.000 tonnellate di prodotto fresco lavorato all’anno. Il Consorzio nasce nel 1987 con l’acquisizione, da parte di un gruppo di agricoltori della zona di Parma e Piacenza, degli impianti della Ferrari & Figna, prestigiosa industria alimentare situata nel cuore della Food Valley italiana. Copador è oggi una organizzazione di 150 produttori radicati nel territorio limitrofo all’azienda e in province vicine  
   
   
CASCINA SAN CASSIANO PRESENTA ALCUNI BURRI SPECIALI CHE NASCONO DA LATTE PIEMONTESE E INGREDIENTI SFIZIOSI  
 
Burro con acciughe, con salvia, con arancia, con tartufo e burro cannella, cardamomo e zenzero rendono speciali piatti anche semplici o impreziosiscono ulteriormente portate importanti , per esempio la selvaggina. Alcuni suggerimenti: da provare il burro con acciughe come base per panini o bruschette e per condire la pasta con mollica e acciughe fresche, il burro con arancia per insaporire l’anatra arrosto o friggere sottili frittatine dolci, il burro con tartufo o con salvia sulle scaloppine o sulle costolette di vitello, negli arrosti o nel coniglio in casseruola; il burro cannella, cardamomo e zenzero nell’impasto di dolcetti dal sapore inusuale. Tutte le specialità (salate e dolci) dell’Azienda albese derivano da materie prime scrupolosamente selezionate che vengono trasformate, seguendo ricette della tradizione italiana, in prodotti di alta qualità. Da visitare il sito www.Cascinasancassiano.com e da leggere “Cascina Style”, magazine su cui trovare molti suggerimenti per creare golose specialità e articoli di attualità e moda  
   
   
LA CASA DEGLI SPIRITI SI È VESTITA A FESTA PER RICEVERE GLI OSPITI VENUTI A CELEBRARE IL 15° ANNIVERSARIO, LA PRIMA STELLA MICHELIN E IL PREMIO “MIGLIOR CARTA DEI VINI E DEI DISTILLATI DELLA RISTORAZIONE VENETA 2011”. PARTNER DELLA SERATA, LA MAISON CHAMPAGNE DEUTZ.  
 
Nella seicentesca cornice de La Casa degli Spiriti, Mercoledì 8 Giugno, si è svolta la cena di gala organizzata per le celebrazioni del 15° Anniversario del ristorante gourmet di Verona. I festeggiamenti si sono uniti alla soddisfazione per i premi che, nell’arco di pochi mesi, sono stati riconosciuti al locale: la Stella Michelin e il premio “Miglior Carta Vini della Ristorazione Veneta 2011”, un vero e proprio libro che non a torto, Sara Chignola, titolare del ristorante insieme al marito Federico, definisce “La Bibbia”. Ed è stato proprio il vino, o meglio, lo champagne, il protagonista della serata, grazie alla partnership che Casa degli Spiriti ha contratto con la prestigiosa Maison di Champagne Deuzt, i cui vini hanno accompagnato le portate della cena. A descrivere caratteristiche e particolarità di ogni champagne è stato Luca Giannotti, titolare della Fazi Battaglia e responsabile esportazione per l’Italia della Casa francese, che ha presentato i prodotti dell’azienda degustati durante la festa: Champagne Brut Classic s.A. Deutz, Champagne Rosè s.A. Deutz, Champagne, Champagne Brut Millesimé 2004 Deutz, Champagne “Cuvèe William Deutz” Rosè Millesimè 1999 Deutz . La cena si è aperta con un doppio buffet. Il primo, Rustico era composto da una selezione di salumi di Corrado Benedetti. Gamberoni, ostriche, pesce crudo, sushi e sashimi, hanno invece composto il secondo, di mare. Come prima portata, Tortelli di Triglie su salsa di ricci di mare, lumachine e ricotta di fuscella, a seguire Riso Carnaroli con calamaretti spillo, essenza di limone e nocciole, e per concludere una delicata rivisitazione del vitello in salsa tonnata. Come dessert, spiedini di frutta con fontana di cioccolato bianco, Torta Moderna creata per l’evento, dolcezze al cucchiaio e piccola pasticceria. Gli ospiti presenti, al termine della serata, hanno ricevuto in omaggio un servizio di bicchieri personalizzato, firmato “Casa degli Spiriti”. Nel corso della cena non sono mancati effetti speciali, come i fuochi d’artificio che hanno improvvisamente illuminato il giardino verso l’ora del dessert, ed un piacevole intrattenimento musicale. Federico Chignola e la moglie Sara sono intervenuti ringraziando commossi gli amici presenti per le tante soddisfazioni che si sono susseguite in 15 anni di lavoro. Ha preso la parola anche il noto Avvocato Marco Bisagno, da sempre fedele sostenitore della cucina gourmet recentemente stellata de “La Casa degli Spiriti”, che si è complimentato con Federico e Sara per i notevoli risultati ottenuti in un arco di tempo davvero breve, almeno per ciò che riguarda il settore della ristorazione