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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 13 Dicembre 2011 |
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ROADMAP DELLE ENERGIE RINNOVABILI: INCONTRO DEL GRUPPO DI LAVORO |
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Bolzano, 13 dicembre 2011 - La green economy è uno dei filoni chiave, secondo la strategia della Giunta provinciale, per lo sviluppo futuro del territorio altoatesino. La Ripartizione diritto allo studio, università e ricerca scientifica ha dato vita ad un gruppo di lavoro che si occupa delle energie rinnovabili: nei giorni scorsi, a Bolzano, c´è stato un incontro per fare il punto della situazione. Quali possibilità di finanziamento sono presenti a livello Ue, quali obiettivi persegue la politica europea nei settori della ricerca e dell´innovazione, quali provvedimenti concreti può attuare la Giunta provinciale altoatesina? A queste e ad altre domande si è cercata una riposta durante l´incontro del gruppo di lavoro sulle energie rinnovabili che raccoglie una ventina di esperti i quali si occupano di preparare una sorta di "Roadmap" del settore. "Si tratta di un importante strumento di pianificazione - sottolinea Günther Andergassen, direttore della Ripartizione diritto allo studio, università e ricerca scientifica - per quanto riguarda ambiti importanti dell´economia altoatesina come la biomassa, l´idrogeno, l´idroelettrico, l´edilizia sostenibile e il risparmio di energia nei processi produttivi". Durante l´incontro sono stati presentati una serie di studi e progetti elaborati da Eurac, Tis e Camera di Commercio, si è discusso di efficienza energetica e si sono ipotizzate iniziative comuni nel campo degli interventi di risanamento energetico degli edifici. Il momento centrale della riunione del gruppo di lavoro è stata la relazione presentata da Chiara Pocaterra dell´Agenzia per la promozione della ricerca europea, da cinque anni partner ufficiale dello Stato per quanto riguarda la ricerca nei settori energia, alimentare, pesca e biotecnologie. La Pocaterra ha illustrato la politica europea per la ricerca e l´innovazione, il programma "Horizon 2020" e le opportunità di finanziamento messe in campo dalla Ue. Per ulteriori informazioni sulla "Roadmap" delle energie rinnovabili è a disposizione la pagina internet ospitata dalla Rete Civica all´indirizzo www.Provincia.bz.it/diritto-allo-studio/ricerca-scientifica/1376.asp. |
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IMPIANTI IDROELETTRICI: NEL VENETO SEMPLIFICATE PROCEDURE DI AUTORIZZAZIONE |
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Venezia, 13 dicembre 2011 - Dimezzare i tempi delle procedure per le autorizzazioni degli impianti idroelettrici: è l’obiettivo che si propone il provvedimento di semplificazione che è stato adottato dalla giunta regionale, su proposta dell’assessore alla difesa del suolo e al ciclo dell’acqua Maurizio Conte. Ad integrazione di quanto già disposto a fine 2010, in attuazione del decreto ministeriale contenente le linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, la giunta veneta ha infatti aggiornato il procedimento per il rilascio sia della concessione di derivazione di acqua pubblica, sia dell’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio degli impianti idroelettrici, con capacità di generazione pari o superiore a 100 kW. “E’ in linea – sottolinea Conte – con l’azione di incentivazione dell´utilizzo di energie rinnovabili, in particolare l´idroelettrico, che la Regione sta portando avanti”. “Dopo il primo provvedimento della fine dell’anno scorso – spiega l’assessore – si è reso necessario provvedere ad un più organico aggiornamento delle procedure, allo scopo di semplificare ulteriormente l’iter amministrativo, con riferimento anche al decreto legislativo n. 28 dello scorso marzo che ha ridotto il termine massimo per la conclusione del procedimento unico”. Secondo una stima degli uffici le procedure semplificate dovrebbero consentire di passare da un arco di tempo che attualmente va da 520 a 690 giorni per la conclusione dell’iter, a poco più di 300 giorni dalla presentazione delle domande all’ultima seduta della Conferenza di servizi. Le procedure aggiornate sono state raccolte in un testo unico assieme all’elenco dei documenti da presentare. Le nuove disposizioni si applicheranno non solo ai nuovi procedimenti ma anche a quelli ancora in corso (circa una trentina) limitatamente alle parti non ancora avviate. Per le domande di concessione di derivazione ad uso idroelettrico viene inoltre introdotto l’obbligo di un versamento di una somma pari allo 0,03 per cento dell’investimento per coprire le spese istruttorie. |
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REPUBBLICA SRPSKA E GAZPROM DISCUTONO SU DERIVAZIONE SOUTH STREAM |
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Belgrado, 13 dicembre 2011 - Si è svolto nei giorni scorsi un meeting tra il presidente della Repubblica Serba di Bosnia Milorad Dodik e Alexey Miller, presidente del Comitato di Gestione di Gaprom: secondo i media, nel corso dell´incontro si è discusso della possibilità di far passare il gasdotto South Stream sul territorio della Repubblica Srpska. Il progetto prevederebbe la realizzazione di un gasdotto da 480 chilometri, con una capacità di 1,5 miliardi di metri cubi di gas, che sarebbe poi connesso alla sezione serba del South Stream. Miller ha affermato che lo studio di fattibilità della sezione serba del gasdotto è stata completata e contestualmente è stato deciso che essa potrà essere collegata a una derivazione sul territorio della Repubblica Serba di Bosnia. Dodik ha reso noto che si parlato di un impianto di produzione di elettricità con gas naturale, che potrebbe essere ubicato nella Repubblica Serba, sempre in collaborazione con Gazprom, e di altre attività, legate al riscaldamento a gas. |
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BOLZANO: DISCUSSA LA RIFORMA DELL´EDILIZIA ABITATIVA |
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Bolzano, 13 dicembre 2011 - Sistema del sussidio casa e degli affitti, individuazione dei terreni edificabili, graduatorie: sono alcuni dei punti dell´ordinamento dell´edilizia abitativa agevolata che verranno modificati con il nuovo disegno di legge su cui il 12 dicembre è tornata a discutere la Giunta provinciale. Il nuovo ddl presentato dall´assessore Christian Tommasini prevede l´introduzione di alcune novità alla legge provinciale del 1998. La Giunta ha approfondito oggi alcuni aspetti che riguarderanno il futuro ordinamento dell´edilizia abitativa agevolata, uno riguarda il sussidio: nel 2012, come ha spiegato il presidente Luis Durnwalder al termine della seduta, "il tetto massimo del sussidio casa sarà fissato in 4.800 euro all´anno rispetto agli attuali 6mila euro." Il ddl di riforma apre inoltre la strada ai bandi intercomunali, "con le graduatorie per alloggi in alcune aree aperte anche a chi risiede nei comuni limitrofi", ha detto Durnwalder. Un´altra importante novità riguarda il mercato degli affitti. Attualmente convivono due sistemi per il sostegno: il sussidio casa gestito dall´Ipes e il contributo alle spese di locazione dei servizi sociali, che in taluni casi corrono il rischio di sovrapporsi. "Grazie anche alle possibilità offerte dalla Durp, vogliamo unificare le due prestazioni creando un sussidio unico all´affitto. Il nuovo sistema verrà elaborato e approvato nel corso del prossimo anno ed entrerà in funzione all´inizio del 2013 sotto la regia della Ripartizione politiche sociali", ha spiegato Durnwalder. Il problema prioritario però è dato dalla mancanza di aree edificabili per l´edilizia sociale e per gli alloggi riservati al ceto medio: "La procedura attualmente vigente, già velocizzata, prevede l´intesa con il Comune e la Commissione urbanistica prima di accelerare l´assegnazione dei terreni", ha ricordato il presidente Durnwalder. È proprio la necessaria intesa però, sulla scorta dell´esperienza fatta, a bloccare i progetti: per questo il nuovo ddl prevede che l´intesa venga sostituita dal "sentiti i", vale a dire dalla richiesta di parere ai Comuni e alla commissione urbanistica. In questo contesto Durnwalder non ha mancato di esprimere il suo disappunto per la situazione creatasi a Bolzano, dove la progettata assegnazione di superfici per la costruzione di 300 alloggi complessivi per il ceto medio ("la Giunta provinciale ha già stanziato le risorse") è bloccata dal rischio di una crisi del governo cittadino. La Provincia aveva già avviato la strada alternativa dell´acquisto di alloggi sul mercato al prezzo di 2300 euro al metro quadrato, come stabilito da una delibera del Consiglio provinciale, "ma a questo prezzo nessun costruttore è interessato, ci sono imprese che chiedono un aumento fino a 3.300 euro al mq", ha detto Durnwalder. Se le aree fossero disponibili, si potrebbe invece costruire al costo fissato dalla Provincia. "Ora attendiamo l´esito dei bandi di gara ancora in corso, poi presenteremo eventuali proposte al Comune e vedremo come si pronunceranno commissione urbanistica e governo cittadino prima di prendere una decisione", ha chiarito Durnwalder. Il nuovo ddl provinciale introduce anche un passaggio che garantirà un maggiore contributo per l´edilizia abitativa se uno dei componenti della famiglia è diversamente abile. Si punta infine a confermare non solo le graduatorie separate nell´edilizia sociale tra cittadini Ue e non comunitari, ma anche il principio della possibilità di avere un alloggio non inteso però come diritto soggettivo individuale. Vincolante nell´assegnazione sarà pertanto la disponibilità dei fondi fino al loro esaurimento. La ripartizione dei mezzi stanziati verrà fatta in base alle domande pervenute entro una determinata scadenza. "Un sistema che ci consentirà una sicurezza nella pianificazione del comparto casa ed eviterá un aumento di spesa senza limiti", ha concluso Durnwalder. |
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RIBALTA INTERNAZIONALE PER IL PAESAGGIO METROPOLITANO DELLA TOSCANA CENTRALE |
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Firenze, 13 dicembre 2011 – Il paesaggio metropolitano della Toscana centrale approda alla ribalta internazionale insieme alle grandi aree metropolitane di Parigi, Amsterdam, Praga, Buenos Aires. Il progetto toscano, e le sue azioni e strategie di lungo termine per valorizzarlo, saranno infatti al centro dell’intervento dell’assessore regionale Anna Marson in programma oggi a Parigi nell’ambito del “seminario di impostazione” organizzato da “Les ateliers, réseau international de maitrise d’oeuvre urbaine” sul tema “Rivelare e mettere in scena il paesaggio metropolitano”. Il comitato scientifico dell’organizzazione ha invitato l’assessore Marson a presentare il caso toscano che si confronterà con progetti di pianificazione relativi a paesaggi metropolitani come San Paolo, Amsterdam, Bangalore, Praga, Bogotà, Buenos Aires, San Francisco, Montreal e Parigi. “Una partecipazione a cui teniamo – si legge nell’invito rivolto all’assessore regionale da parte del comitato scientifico – per il lavoro in atto in Toscana sul paesaggio che arricchirà il confronto e la riflessione collettiva |
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CRISI OCCUPAZIONALE, IL FUTURO DELL’EDILIZIA E’ “GREEN” |
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Trento, 13 dicembre 2011 - I presidenti delle Province autonome di Trento, Lorenzo Dellai, e Bolzano, Luis Durnwalder, hanno firmato il 7 dicembre a Bolzano il protocollo per un´azione di ricollocazione lavorativa di oltre 500 lavoratori del settore dell’edilizia, espulsi lo scorso anno dai processi produttivi a seguito della crisi economica. Alla firma dell’intesa era presente anche il professore Michele Colasanto, presidente dell’Agenzia del lavoro, capofila del progetto finanziato con fondi comunitari europei per un importo di 6 milioni di euro. “Oggi - ha spiegato il presidente Lorenzo Dellai - stringiamo con gli amici di Bolzano un accordo per un progetto innovativo che punta a riqualificare un settore strategico, qual è l’edilizia. Questo progetto non ha solo una valenza sociale ma può essere uno stimolo ad una trasformazione di imprese su temi sempre più legati all’attualità, quale le energie rinnovabili e il risparmio energetico”. Formazione, riconversione di professionalità e greeen economy. Sono questi i tre elementi del progetto che la Provincia autonoma di Trento ha deciso di condividere con la Provincia autonoma di Bolzano. Grazie ad un finanziamento di 6 milioni di euro, sostenuto in gran parte da fondi comunitari, Trento e Bolzano riusciranno ad offrire una opportunità concreta di lavoro ad oltre 500 lavoratori, licenziati negli scorsi mesi da aziende del settore edile. “Stiamo promuovendo - ha sottolineato il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, che ha sottoscritto il protocollo assieme al suo collega Luis Durnwalder - delle forme innovative di contrasto a crisi economiche. Investire sulle persone e sull’ambiente, mettendo le prime a specializzarsi in forme di lavoro rispettose dell’ambiente e in settori caratterizzati da energie rinnovabili e risparmio energetico. E’ una sfida che consideriamo strategica”. L’agenzia del lavoro - come ha spiegato il professore Michele Colasanto - guiderà il progetto e tutto il processo di riqualificazione dei disoccupati. Il settore su cui si punterà sarà la green economy, ovvero quella parte di attività economica che fa dell’attenzione verso l’ambiente un’opportunità di crescita e di business. Nella fase di formazione e di accompagnamento al mondo del lavoro saranno coinvolte delle aziende regionali che forniranno tutto il supporto e la conoscenza necessario, con il coordinamento di Agenzia del lavoro. Il ruolo delle due Province sarà l’organizzazione dei bandi di gara per l’acquisizione delle competenze necessarie a sviluppare il progetto di formazione dei disoccupati. |
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REGIONE CALABRIA SOLLECITA I SINDACI SUL PIANO OPERATIVO DI INTERVENTI SU RETE FOGNARIA E DEPURAZIONE |
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Catanzaro, 13 dicembre 2011 - L’assessore regionale all’Ambiente Francesco Pugliano ha inviato una lettera ai Sindaci di 42 Comuni calabresi sollecitandoli a fornire tutte le informazioni sullo stato di avanzamento delle procedure per l´avvio dei lavori relativi al Piano Operativo Interventi su rete fognaria e depurazione. “Gentilissimi Sindaci – ha scritto l’Assessore Pugliano -, l´Amministrazione regionale, nel suo primo anno di attività, ha avviato una necessaria ed attenta indagine conoscitiva sullo stato delle infrastrutture fognarie e depurative del territorio regionale; da questa sono emerse numerose criticità, soprattutto gestionali, nonostante gli ingenti investimenti pubblici attivati nell´ultimo decennio, che hanno consentito la realizzazione di numerose infrastrutture, ma che non hanno prodotto risultati significativi in ordine allo stato di salute dell´ambiente, perché non sono stati orientati da una pianificazione organica ed unitaria. Il settore della depurazione – ha proseguito - è stato sicuramente penalizzato dai ritardi nell´attuazione del Sistema Idrico Integrato, da parte delle Province e delle Autorità d´Ambito, e dalla inadeguata gestione del sistema fognario e degli impianti, da parte degli Enti Locali, perché, senza l´individuazione di un Gestore Unico d´Ambito, è rimasta una gestione frammentata, senza economia di scala e, quindi, inefficace. Tale condizione, oltre a pregiudicare notevolmente l´immagine della Regione, ha provocato, e provoca ancora, notevoli effetti negativi sulla qualità dell´ambiente e, principalmente, sulla qualità delle acque del mare. La Regione Calabria – ha detto ancora l’Assessore Pugliano -, per il tramite del Dipartimento regionale Politiche dell´Ambiente, ha condotto un´attività di programmazione straordinaria a regia, concretizzatasi con la definizione di un “Piano Operativo di Interventi”, finalizzato prioritariamente a migliorare la qualità e, quindi, la balneabilità delle acque marino-costiere del territorio calabrese. I 47 interventi previsti dal Piano, che interessano 42 comuni della Calabria, con un investimento di 38 milioni di euro, sono finalizzati a rimuovere situazioni di rischio di sversamento di reflui, non adeguatamente collettati e/o trattati presso gli impianti di depurazione, direttamente o indirettamente nelle acque marine. Per attuare il Piano, nel mese di Agosto 2011, sono state sottoscritte le convenzioni, presso il Dipartimento Regionale, regolanti i rapporti tra Regione e Amministrazioni beneficiarie, contenenti disposizioni in ordine ai tempi di realizzazione degli interventi ed alle modalità di erogazione del finanziamento concesso. Visto che, nella individuazione degli interventi previsti nel Piano, sono state privilegiate le carenze infrastrutturali che più di altre pregiudicano lo stato di salute del mare, si sollecitano le Ss. Ll. Ad un impegno ed una responsabilità straordinari, nella definizione di atti e procedure, per una rapida realizzazione degli interventi. E´ interesse comune, di ogni calabrese – ha aggiunto Pugliano -, scongiurare tutto ciò che potrebbe ulteriormente compromettere le nostre splendide risorse naturali ed il mare in particolare, consapevoli dell´imprescindibile rapporto tra qualità dell´ambiente e sviluppo socio-economico, turistico ed occupazionale della nostra regione. In funzione di una responsabilità condivisa, finalizzata a tutelare un comune patrimonio, coscienti dell´importanza strategica dei tempi di realizzazione degli interventi previsti, Vi invito, con cortese sollecitudine, a fornire tutte le informazioni sullo stato di avanzamento delle procedure per l´avvio dei lavori, confermandovi la piena disponibilità del Dipartimento regionale ad agevolarne il percorso. Eventuali inadempienze o negligenze – ha concluso l’Assessore - si renderanno responsabili dal punto di vista etico e morale, per i danni procurati alla Calabria ed ai Calabresi, e saranno denunciate quali elementi di insensibilità ed irresponsabilità”. |
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CRISI: 10 MLN EURO PER SOSTENERE IMPRESE REGIONALI DEL FVG |
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Trieste, 13 dicembre 2011 - Su proposta dell´assessore alle Finanze del Friuli Venezia Giulia, Sandra Savino, è stata approvata ieri in Giunta la delibera che dispone la ripartizione di 10 milioni di euro per contributi in compensazione ai sensi della L.r. 22/2010 (Finanziaria 2011). L´importo complessivo di cui sopra è stato suddiviso tra le diverse finalità ed al contempo sono state individuate altresì le modalità di sostegno pubblico: 4,5 milioni di euro per interventi volti alla salvaguardia del livello occupazionale nel territorio regionale (finalità a) con contributi nella misura del 10 per cento degli oneri previdenziali obbligatori; 5 milioni di euro per azioni dirette all´incremento dell´occupazione e creazione di nuove opportunità di inserimento stabile in ambito lavorativo nel territorio regionale (finalità b) con sostegno fino al 28,5 per cento degli oneri previdenziali obbligatori o 19 per cento dei costi salariali; residuali 500mila euro per sostegno e conservazione dei valori tradizionali della panificazione artigiana quale elemento caratterizzante di un territorio e della comunità su di esso localizzata (finalità c) nella misura del 17,5 per cento dei costi energetici. "L´avvio della misura che va a sostenere le imprese regionali, rafforzando al contempo il tessuto economico ed occupazionale di tutto il territorio - ha commentato Savino - va considerata un´iniziativa importante da accogliere con grande soddisfazione". Con successiva deliberazione, la Giunta regionale ha altresì proceduto all´approvazione dell´elenco dei soggetti ammissibili, quantificandone il contributo. L´importo del beneficio definitivo cui i soggetti istanti avranno diritto in compensazione sarà individuato in un momento successivo (fase ulteriore del procedimento contributivo) ad opera del direttore del servizio Tributi, adempimenti fiscali e controllo atti del personale. I beneficiari potranno avvalersi del contributo in parola solo a seguito dell´adozione del decreto del Ragioniere generale, decreto con il quale sarà reso noto il termine dal quale effettuare la compensazione attraverso il modello di pagamento unificato (modello F24) utilizzando il codice tributo all´uopo attivato dall´Agenzia delle Entrate. |
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VERTENZA ADELCHI: A LECCE TAVOLO IN PREFETTURA
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Bari, 13 dicembre 2011 - Si è tenuto il 9 dicembre, presso la Prefettura di Lecce, il vertice convocato dal Prefetto per affrontare la vertenza Adelchi di Tricase. Alla presenza della vicepresidente e assessore allo Sviluppo economico, Loredana Capone, dell’assessore al Welfare, Elena Gentile e dei parlamentari del territorio, sono state discusse le tematiche relative alle misure per i 720 lavoratori a rischio. Con l’assistenza della Task force regionale per l’occupazione, la discussione ha portato alla convocazione per il prossimo 14 dicembre a Roma, presso il Ministero dello Sviluppo Economico e in collaborazione con il Ministero del Lavoro, di un tavolo interministeriale. Al tavolo si verificherà l’estensione dell’accordo di programma per il Tac (Tessile Abbigliamento Calzaturiero) per la Adelchi, nonché il percorso per garantire ai lavoratori il prosieguo degli ammortizzatori sociali, in scadenza il prossimo 31 dicembre. |
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IL VENETO PERDE POSIZIONI NELLA CLASSIFICA DEL BENESSERE PROGETTO OLTRE IL PIL: SCENDE IL BENESSERE MATERIALE E CRESCE L’INSICUREZZA ECONOMICA. BENE SALUTE, PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E AMBIENTE. VERONA IN TESTA FRA LE PROVINCE |
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Venezia, 13 dicembre 2011 - In Veneto si vive ancora abbastanza bene, ma nella classifica italiana del benessere la regione perde posizioni e si piazza al quinto posto. A incidere negativamente sono soprattutto benessere materiale e insicurezza fisica ed economica, due indicatori strettamente legati al Prodotto interno lordo (Pil) che, da solo, non può quindi essere più considerato l’unico criterio di valutazione per misurare il reale benessere e felicità della popolazione. Fra le province venete, quella con la miglior media benessere risulta Verona. Se ne è discusso lunedì mattina, presso l’Aula Magna di Ca’ Dolfin – Università Ca’ Foscari di Venezia, durante il convegno «Oltre il Pil: dal dire al fare – Misurare il progresso per orientare l’azione politica in tempo di crisi» organizzato dal gruppo di lavoro «Oltre il Pil». All’incontro, introdotto da Alessandro Bianchi, presidente Unioncamere del Veneto, e Carlo Carraro, rettore Università Ca’ Foscari, hanno partecipato fra gli altri Gian Angelo Bellati, segretario generale Unioncamere del Veneto, Serafino Pitingaro, responsabile Centro Studi Unioncamere del Veneto, Franco Manzato, assessore regionale veneto alle Politiche per la Tutela dei Consumatori, Roberto Crosta, segretario generale Camera di Commercio di Venezia, e Silvio Giove, professore di Ca’ Foscari. Programma completo e i relatori. «Oltre il Pil», progetto nato nell’ottobre 2009 da Unioncamere Veneto e Camera di Commercio di Venezia, in collaborazione con Regione Veneto, Università Ca’ Foscari di Venezia e il supporto tecnico del Centro Studi Sintesi, mira a revisionare la misurazione tradizionale del benessere individuando nuovi indicatori per fornire supporto analitico alle scelte strategiche di attori economici e istituzionali. L’idea è che il Pil, da solo, non dica nulla. Da qui la necessità di individuare indicatori alternativi che misurino l’effettivo livello di benessere della popolazione. Utilizzando un cruscotto di otto macro-indicatori (benessere materiale, salute, istruzione, lavoro e tempo libero, pubblica amministrazione, relazioni personali e sociali, ambiente, insicurezza fisica ed economica), «Oltre il Pil» vuole offrire una lettura più esaustiva della realtà in cui viviamo. Dopo una prima fase del progetto, che ha preso in esame il periodo 2006-2009, l’analisi dei dati regionali è stata aggiornata al 2010. Ne emerge un quadro in cui il Veneto, sulla base dell’indice unico ottenuto dagli otto macro-indicatori, perde posizioni nella classifica delle regioni collocandosi al quinto posto dietro Trentino Alto Adige, Lombardia, Emilia Romagna e Marche. Nella serie storica 2008-2010, dopo esser salito al quarto posto nel 2009, il Veneto è sceso di una posizione condizionato soprattutto dal benessere materiale e dall’insicurezza fisica ed economica. In una scala 0-1 (vicino allo 0 situazione di difficoltà), il benessere materiale raggiunge il valore di 0,75, mentre l’insicurezza fisica ed economica è 0,73 (per questo valore più sale l’indice migliore è la performance), entrambi in flessione rispetto agli altri indicatori considerati, che sono quindi i soli a tenere alta la posizione del Veneto. A far scendere il benessere materiale, complice la crisi economica, ha contribuito il calo dei consumi dei generi non alimentari, mentre ad accrescere l’insicurezza è stata la disoccupazione, in primis giovani e donne. Poiché questi due indicatori, rispetto a salute, istruzione, lavoro e tempo libero, pubblica amministrazione, ambiente e rapporti sociali, sono quelli più legati al Pil, se ne ricava che il Pil da solo non dice nulla del benessere e della felicità della popolazione. La novità, in questa fase del progetto, riguarda le singole province del Veneto. Sulla base dell’indice unico, elaborato mettendo assieme gli indicatori all’anno 2010, la provincia che guida la classifica è Verona (0,54), seguita da Treviso (0,53), Padova (0,52), Venezia (0,50), Belluno e Vicenza (0,49), a chiudere Rovigo (0,46). Ciascuna provincia eccelle in un indicatore: Padova per benessere materiale (0,48) e istruzione (0,44); Vicenza per salute (0,58) e disagio fisico ed economico (0,84); Verona per lavoro e tempo libero (0,67); Venezia per ambiente (0,59); Belluno per rapporti personali e sociali (0,75). «Lo sviluppo economico non è legato solo al Pil ma a tutta una serie di valutazioni sulla sostenibilità e la qualità della vita – ha sottolineato Alessandro Bianchi, presidente Unioncamere del Veneto –. La sfida che il gruppo di lavoro «Oltre il Pil» si propone è una necessità imposta dal periodo storico che stiamo vivendo. Oggi gli affari quotidiani riguardano pure un nuovo ordine dell’economia che non può non passare per un criterio di equità intergenerazionale e sostenibilità anche a favore delle generazioni future. Un ordine che ci impone di guardare oltre e di misurare l’effettivo benessere qualitativo sociale per produrre anche politiche che mirino allo sviluppo armonico dei sistemi economici». Il materiale del progetto «Oltre il Pil» è scaricabile sul sito www.Oltreilpil.it |
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BILANCI DELLE SOCIETÀ DI CAPITALE PIEMONTESI: BUONA LA PERFORMANCE FINANZIARIA E PATRIMONIALE NEL 2010 IL VOLUME D’AFFARI È AUMENTATO DELL’8,3%, CON I PRINCIPALI INDICI FINANZIARI IN RIPRESA RISPETTO AI DUE ANNI PRECEDENTI |
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Torino, 13 dicembre 2011 - Dopo la pesante flessione subìta nel corso del 2009 (-15,7%), nel 2010 il volume d’affari delle società di capitale piemontesi è aumentato dell’8,3%, realizzando un incremento in linea con quello registrato a livello nazionale (+8,2%). L’intensità della crescita non ha consentito, tuttavia, il ritorno del volume d’affari sui livelli precedenti la crisi: il gap rispetto al 2008 risulta essere pari a circa 9 punti percentuale. Le elaborazioni sono state compiute aggregando i bilanci di 36.619 società di capitale piemontesi con disponibilità di bilancio per gli anni 2008, 2009 e 2010, al fine di garantire i confronti temporali, con l’esclusione delle società con un bilancio consolidato. “Le valutazioni sulle performance economiche concretizzate dalle imprese piemontesi nel 2010 si collocano in un contesto internazionale caratterizzato dalla ripresa dell’economia mondiale, sostenuta dalla poderosa crescita degli scambi internazionali e da massicce politiche monetarie e di bilancio - commenta il Presidente di Unioncamere Piemonte Ferruccio Dardanello -. La performance finanziaria e patrimoniale delle società di capitale piemontesi, descritta attraverso l’analisi dei principali indici finanziari ottenuti dalla riclassificazione dello stato patrimoniale, appare nel complesso buona: l’auspicio è che questi risultati possano aver favorito le nostre imprese nell’affrontare saldamente anche il rallentamento subìto dall’economia nel 2011. I dati ci confortano in tal senso, mostrandoci un Piemonte che ha saputo far meglio dell’Italia nel suo complesso sia in termini di crescita del fatturato (+8,3% contro l’8,2%) che di indice di indipendenza finanziaria (41,14% contro il 34,68%)”. L’indice di liquidità immediata, che misura la capacità delle imprese di far fronte agli impegni a breve attraverso l’utilizzo del capitale circolante (senza tenere conto del magazzino che, per sua natura, pur essendo considerato elemento del capitale circolante, può assumere una valenza minore in termini di liquidità), risulta pari a 0,92 nel 2010, testimoniando quindi una situazione di buon equilibrio finanziario. Per quanto l’indice non raggiunga ancora un valore pari a 1, che rappresenta una situazione di ottima correlazione fonti/impieghi, esso appare comunque in recupero sia rispetto al 2008 che nel confronto con il 2009. Anche l’indice di disponibilità, che evidenzia la capacità delle aziende di far fronte agli impegni a breve attraverso l’utilizzo del capitale circolante incluso il magazzino, si attesta su un valore di 1,27, denotando una situazione di buon equilibrio finanziario. L’incidenza del costo dell’indebitamento finanziario sul volume d’affari (oneri finanziari sul fatturato) appare contenuta e in arretramento rispetto ai valori assunti dall’indice nel 2008 e nel 2009. L’indice di indipendenza finanziaria, che esprime il grado di solidità patrimoniale dell’azienda in termini di rapporto tra il capitale proprio e il totale dell’attivo dello stato patrimoniale, denota come le società di capitale piemontesi finanzino con mezzi propri il 41,14% delle proprie attività, quota che appare sostanzialmente stabile nell’arco temporale considerato. Il livello di indebitamento rispetto al patrimonio netto, misurato dall’indice Debt/equity ratio, risulta contenuto, assumendo un valore pari a 0,31 (in linea rispetto a quello degli anni precedenti), denotando una situazione di piena sostenibilità del debito nel lungo periodo. L’aggregato delle società di capitale della regione vanta, inoltre, una buona capacità di coprire in modo corretto le proprie immobilizzazioni, ovvero gli investimenti realizzati: l’indice di copertura delle immobilizzazioni risulta pari a 1,12, su un livello simile a quello del 2009. La performance finanziaria e patrimoniale piemontese appare sostanzialmente in linea con quella dell’aggregato delle società di capitale italiane, risultando anzi migliore in riferimento alla quota di attività finanziate con mezzi propri e all’incidenza del costo di indebitamento finanziario sul volume d’affari. Dal lato della redditività, parallelamente all’aumento rilevato per il fatturato (+8,3%), si osserva un lieve incremento della redditività lorda delle vendite: nel 2010, il rapporto tra l’Ebitda e il fatturato delle vendite si attesta, infatti, al 5,24%, attestandosì però al di sotto del livello raggiunto dall’indice a livello complessivo nazionale. A differenza di quanto accaduto nel 2009, nel 2010 le aziende piemontesi sono riuscite a trasformare i ricavi in utili, riportando il valore dell’indice Roe (che indica la redditività dei mezzi propri) su livelli positivi. La redditività del capitale investito (Roa) è aumentata di circa mezzo punto percentuale rispetto al 2009, passando dallo 0,54% all’1,09%, sostenuta dall’incremento dell’indice Ros (che indica la redditività delle vendite in termini di gestione caratteristica), passato, tra il 2009 e il 2010, dallo 0,78% all’1,53%. Per quanto positivi, tutti gli indici di redditività calcolati per l’aggregato delle società di capitale piemontesi si collocano su livelli inferiori rispetto a quelli nazionali. Principali indici di bilancio delle società di capitale piemontesi e italiane Anni 2008-2010
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Piemonte |
Italia |
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2008 |
2009 |
2010 |
2010 |
N. Di bilanci aggregati |
36.619 |
36.619 |
36.619 |
650.945 |
Fatturato (euro) |
177.909.430.000 |
149.960.076.000 |
162.347.421.000 |
2.040.616.295.000 |
Variazione del fatturato (%) |
- |
-15,7% |
8,3% |
8,2% |
Indicatori finanziari |
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Indice di liquidità immediata |
0,82 |
0,84 |
0,92 |
0,89 |
Indice di disponibilità |
1,18 |
1,21 |
1,27 |
1,27 |
Debt/equity ratio |
0,34 |
0,32 |
0,31 |
0,36 |
Indice di copertura delle immobilizzazioni |
1,05 |
1,06 |
1,12 |
1,09 |
Indice di indipendenza finanziaria (%) |
40,04% |
40,90% |
41,14% |
34,68% |
Oneri finanziari su fatturato (%) |
2,49% |
2,01% |
1,71% |
2,54% |
Indici della gestione corrente |
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Rotazione capitale investito (turnover) |
0,81 |
0,66 |
0,69 |
0,63 |
Indici della redditività |
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Ebitda (euro) |
10.188.142 |
7.542.145 |
8.504.151 |
155.866.392.000 |
Roa (%) |
2,03% |
0,54% |
1,09% |
2,20% |
Roe (%) |
5,49% |
-0,11% |
3,13% |
3,72% |
Ebitda/vendite |
5,73% |
5,03% |
5,24% |
7,64% |
Ros (%) |
2,44% |
0,78% |
1,53% |
3,52% | Fonte: elaborazioni Unioncamere Piemonte su dati Aida-bureau van Dijk |
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OLTRE IL PIL: UNA SFIDA AL CAMBIAMENTO |
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Venezia, 13 dicembre 2011 - Il Prodotto Interno Lordo? La quantificazione della ricchezza prodotta si è rivelata inadeguata a misurare il benessere generale di una società, la soddisfazione dei cittadini, la sostenibilità dello sviluppo sociale e ambientale. Bisogna andare oltre, individuare indicatori diversi che considerino più fattori e su questi riorientare la stessa politica, l’azione delle istituzioni ma anche la loro struttura e il loro ruolo. Sono queste le conclusioni enunciate ieri a Venezia dall’assessore alla tutela del consumatore del Veneto Franco Manzato al termine del confronto sul tema “Oltre il Pil: dal dire al fare. Misurare il progresso per orientare l’azione politica in tempo di crisi”, svoltosi nell’Aula Magna dell’Università di Ca’ Foscari per iniziativa del Gruppo “Oltre il Pil”, nato dalla collaborazione tra Regione del Veneto, Ateneo veneziano, Unioncamere regionale e il suo Centro Sudi e la Camera di Commercio di Venezia. “La ricchezza prodotta non basta più misurare per la felicità e la soddisfazione del cittadino – ha affermato Manzato – dobbiamo cambiare indicatori per valutare la qualità della vita. Capire questo cambiamento significa anche comprendere come modificare gli stessi bilanci, statali, regionali e locali, per indirizzarli all’obiettivo comune del benessere”. “Non serve, ed è anzi dannoso - ha proseguito Manzato – accentrare le decisioni ad un livello istituzionale sempre più alto, europeo o mondiale, perché le scelte generalizzate calate su realtà territoriali diseguali provocano distorsioni anziché favorire una crescita diffusa. L’omogeneità non esiste e non può esserci una norma che valga sempre e per tutti: il normativismo deve lasciare spazio all’istituzionalismo, alle regole che provengono dal basso e dal territorio. Non dobbiamo considerare le risorse come l’unica leva di azione, perché è importante anche la responsabilità che diamo al territorio: ci serve un nuovo modo di interpretare la società attraverso il bilancio. La politica deve perciò fare un salto di qualità, perché la qualità del politico è la base della qualità delle decisioni e dei loro effetti. Intervenire politicamente – ha concluso – significa anche andare oltre il mercato: c’è crisi dunque si taglia, vale il principio della concorrenza dunque non si interviene e non si ridisegna il ruolo delle istituzioni”. Al dibattito sono intervenuti, oltre a Manzato, il Rettore di Ca’ Foscari Carlo Carraro, il presidente di Unioncamere Veneto Alessandro Bianchi con il segretario generale Gian Angelo Bellati e il responsabile del Centro Studi Serafino Pitingaro, il prof. Silvio Giove di Ca’ Foscari, Tommaso Rondinella dell’Istat, Max Gruenig dell’Ecologic Institut of Berlin, Simone Novello del Centro de Estudios Superiores Universitarios de la Galizia, Donato Speroni autore de “I numeri della felicità. Dal Pil alla misura del benessere”, il segretario generale della Camera di Commercio di Venezia Roberto Crosta, il presidente della Provincia di Pesaro Urbino Matteo Ricci,vincent Tronet capo di settore indicators for long-term developments, Dg Eurostat della Commissione Europea, Olivia Chassais scientific officer, Dg environmental technologies della Commissione Europea, Fabrizio Pezzani professore di programmazione e controllo nelle pubbliche amministrazioni dell’Università Bocconi di Milano, Filomena Maggino presidente dell’Associazione Italiana per gli studi sulla Qualità della Vita e Stefano Sampaolo responsabile degli studi urbani del Censis. Il materiale del progetto “Oltre il Pil” è scaricabile dal sito www.Oltreilpil.it |
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AGUSTA: UN ESEMPIO DI SUCCESSO PER LE POLITICHE INDUSTRIALI PUGLIESI |
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Bari, 13 dicembre 2011 - La Giunta regionale, nell’ambito degli aiuti ai programmi di investimento promossi da Grandi Imprese, da concedere con accordi di programma regionali ha ammesso fin da Marzo 2011 l’Agusta spa ad un programma di investimenti per lo stabilimento di Brindisi. Con lo stesso provvedimento è stata anche ammessa l’impresa Giannuzzi s.R.l. Di Cavallino(le). Gli investimenti a suo tempo deliberati sono pari a 16.636.000 euro di cui: 14.418.999 per Agusta spa e 2.218.000 per Giannuzzi. Il contratto è oggi in piena attuazione e la sua attivazione permetterà una crescita occupazionale dello stabilimento che da qualche hanno ha avviato una sua trasformazione e riorganizzazione, evolvendo verso un centro di eccellenza per le strutture in composito. “Giusto pochi giorni fa il rapporto Puglia del prestigioso istituto Ambrosetti ha sottolineato il valore strategico del settore aeronautico in Puglia ed ha evidenziato come lo stesso, nonostante una difficile congiuntura internazionale, cresca ed aiuti a crescere l’economia regionale”, ha dichiarato la vicepresidente Capone. “Il contratto di programma tra la Regione ed Agusta è frutto di una scelta da noi fatta tempo addietro nel momento in cui abbiamo individuato l’aerospazio quale uno dei settori leva della Puglia. Il nostro impegno, di concerto con le iniziative del distretto aerospaziale, si è concentrato nel far sì che alle iniziative delle grandi imprese fosse sempre collegato l’investimento di una o più Pmi pugliesi” aggiunge la Vicepresidente. Ci ha da subito colpito favorevolmente l’inserimento nel contratto della Giannuzzi srl, piccola ma brillante impresa di Cavallino che da anni sta dimostrando capacità di innovare continuamente la sua produzione”. Il contratto di programma oltre che potenziare gli impianti permetterà lo sviluppo di nuove tecnologie di produzione con fibra di carbonio e termoplastici. “Questo investimento è la migliore risposta ai timori da alcuni più volte espressi circa un disimpegno di Agusta Westland in Puglia ed è frutto dell’azione congiunta tra Regione e Distretto aerospaziale pugliese” conclude la Vicepresidente. “La realizzazione di questo investimento è un ulteriore tassello che tende a rafforzare la specializzazione produttiva dell’aeronautica pugliese”, conclude il presidente del distretto aerospaziale Giuseppe Acierno. “Anche Agusta Westlandconcentra in Puglia attività sui compositi e evolve verso lavorazioni a maggior valore aggiunto con un maggior impiego di laureati”. |
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"COPIARE? IMITARE? INTERPRETARE? ESSERE COPIATI?" |
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Rovereto, 13 dicembre 2011 - Le “tentazioni” di imboccare strade già praticate, imitare i leader di mercato, allinearsi ai trend emergenti, oppure il desiderio di essere un apripista producono tensioni contraddittorie tra l’intraprendere e l’attendere, tra la creazione e l’imitazione. Ne parleremo giovedì 15 dicembre al Circolo dell’Innovazione con Francesco Schianchi, docente alla Facoltà di Design del Politecnico di Milano e consulente per i progetti formativi delle Associazioni dell’Artigianato della Lombardia, presso la sede dell’Associazione Artigiani di Rovereto, alle ore 17 (sala al 2° piano). Copiare? Imitare? Interpretare? Essere copiati? Sono alcuni degli interrogativi che riassumono i problemi che attraversano quotidianamente molte imprese. E ancora, allinearsi ai trend di mercato? Identificare nuove strade non percorse da altri? Fare il pioniere, il battistrada? Come tutelarsi dalle imitazioni o, cosa ancora peggiore, dalle copie?... Giovedì 15 dicembre appuntamento con il Circolo dell’Innovazione per l’ultimo incontro prima dell’interruzione per le Festività del Natale. L’iniziativa è organizzata da Ceii Trentino con il supporto dell’assessorato all’artigianato della Provincia autonoma di Trento e la collaborazione dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese. Per una migliore organizzazione si chiede una conferma di partecipazione inviando una mail all’indirizzo info@ceii.It o telefonando allo 0461 420530 entro mercoledì 14 dicembre 2011. Sul sito internet www.Ceii.it è anche possibile iscriversi alla newsletter per rimanere sempre aggiornati sulle iniziative e sui prossimi appuntamenti del Circolo dell’Innovazione. |
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BOLZANO.: CRISI MEMC, IMPEGNO DELLA PROVINCIA PER AZIENDA E LAVORATORI |
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Bolzano, 13 dicembre 2011 - "La Provincia di Bolzano farà tutto il possibile per garantire il futuro occupazionale dei lavoratori della Memc". Così il presidente della Giunta provinciale Luis Durnwalder commenta la crisi della multinazionale statunitense, che avrà pesanti ricadute sullo stabilimento di Merano. Oltre a progetti di riqualificazione dei lavoratori in esubero, massimo impegno per ridurre la bolletta energetica a carico dell´azienda. Sono circa 200 i lavoratori dello stabilimento di Merano della Memc che dovranno fare i conti con la riorganizzazione globale della multinazionale americana del silicio. Per loro il futuro si chiama cassa integrazione almeno sino ad aprile del prossimo anno, ma la Provincia annuncia di volersi impegnare a fondo fin da subito per trovare una soluzione. "Si tratta di un grave danno per tutto il mercato del lavoro altoatesino - ha commentato Durnwalder - in maniera particolare per le decine di famiglie che devono fare i conti con la crisi. La cassa integrazione non può che essere una soluzione temporanea, ma occorre fare ogni sforzo possibile per garantire un futuro occupazionale ai lavoratori della Memc". In concreto, ciò si tradurrà in progetti di ricollocazione e riqualificazione dei lavoratori in esubero, ma non solo. La multinazionale, infatti, ha motivato il rischio di dover chiudere lo stabilimento di Merano con la forte concorrenza dei paesi asiatici dove i costi di produzione sono sensibilmente ridotti, e con la bolletta energetica. "Per il solo stabilimento di Merano - ha spiegato il presidente Luis Durnwalder - il fabbisogno energetico è pari a circa 500.000.000 di kw/h all´anno, e la Memc è costretta a rifornirsi sul mercato italiano con costi che sono sino al 25% più elevati rispetto al resto d´Europa. Ci siamo impegnati a serrare le trattative già avviate con Terna per la realizzazione della rete in grado di collegare l´Alto Adige all´Austria tramite il Brennero, San Candido o Curon Venosta: in questo modo la Memc potrebbe rifornirsi sul mercato europeo". |
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